ARMAND V. FEIGENBAUM


Nonostante non sia famoso come Deming, Juran e Crosby, Feigenbaum ha esercitato un'ampia influenza sull'evoluzione del management della qualità. Con la pubblicazione della sua opera "Total quality control"(1983), ha fatto in modo che il perseguimento della qualità non fosse esclusiva responsabilità di un piccolo gruppo di tecnici specialisti ma responsabilità reciproca di tutte le funzioni aziendali nella ricerca della soddisfazione del cliente.
Secondo Feigenbaum, il Total Quality Control rappresenta un sistema efficace per integrare lo sviluppo della qualità, la sua manutenzione e gli sforzi per migliorarla da parte dei vari gruppi di un'organizzazione, in modo da permettere al marketing, alla progettazione, alla produzione ed al servizio i livelli più economici per garantire la soddisfazione del cliente.
La filosofia che sottende questo pensiero fa perno sull'idea che "la qualità viene determinata dal cliente: non dalla progettazione né dal marketing né dal general management". La qualità è basata sulla esperienza effettiva del cliente con il prodotto o il servizio, misurata rispetto alle sue necessità, più o meno dichiarate, conscie o semplicemente percepite, tecnicamente operative o interamente soggettive, che rappresentano in ogni momento un target mobile in un mercato competitivo. Secondo Feigenbaum "la qualità del prodotto e del servizio può essere così definita: tutte le composite caratteristiche di marketing, progettazione, manifattura e manutenzione relative al prodotto e al servizio, attraverso le quali il prodotto ed il servizio in oggetto soddisferanno le attese del consumatore".
Curiosamente, Ishikawa ha da ridire su questo punto e considera che l'approccio al TQM ponga ancora troppa enfasi sul tradizionale reparto di controllo della qualità. Temendo che la qualità divenga compito di nessuno qualora venga considerata compito di tutti (Ishikawa,1985), Feigenbaum sostiene che il TQM debba essere sostenuto e servito da una funzione di management ben organizzata la cui unica area di specializzazione sia la "qualità del prodotto". Ishikawa nota che la tipica professionalità di stampo occidentale di Feigenbaum lo ha portato a sostenere che il TQM sia condotto essenzialmente dagli specialisti della qualità. Mentre l'approccio giapponese differisce dal concetto originale di Feigenbaum: "sin dal 1949 abbiamo insistito sul fatto di rendere partecipi tutte le divisioni e tutti i dipendenti nello studio e nella promozione del QC. Il nostro movimento non è mai stato dominio esclusivo degli specialisti del QC." Per differenziare l'approccio giapponese da quello di Feigenbaum, Ishikawa spiega che presso le aziende nipponiche è di moda la definizione "Controllo di qualità esteso all'intera impresa".


I DIECI PUNTI

1) Qualita' e' un processo sistematico che coinvolge tutta la struttura aziendale.

2) Qualita' e' un lavoro che compete a tutti nell'azienda, pero' nessuno sara' in grado di realizzarlo senza un processo sistematico, correttamente strutturato.

3) Il miglioramento Qualita' deve essere sviluppato nelle vendite e nel marketing, nella progettazione ed industrializzazione, in produzione e nei servizi. Non e' rivolto solo al lavoro degli operai o solo al lavoro degli impiegati.

4) Qualita' e' quello che ci chiede il cliente.

5) Qualita' e costo, sono una somma e non una differenza, una via per fabbricare dei prodotti piu' velocemente e ad un prezzo piu' basso possibile.

6) Il miglioramento Qualita' richiede l'applicazione di nuove metodologie nel campo tecnico e manageriale.

7) Qualita' non e' esclusivita' degli specialisti, ma e' il frutto della partecipazione di tutti gli uomini e le donne dell'azienda.

8) Il miglioramento Qualita' conduce alla produttivita' con l'eliminazione degli scarti e delle riparazioni.

9) Qualita' deve essere gestita a tutti i liveli in modo efficace.

10) L'azienda deve creare un sistema di gestione della Qualita' rivolto al servizio del cliente. Deve raggiungere ogni settore dell'organizzazione, deve essere compresa da tutti gli uomini, i quali poi debbono realmente crederci e, con entusiasmo, partecipare.