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Biografia del pittore Paolo Galletti è un pittore che si inserisce in sordina nel contesto evocato a declinare in una chiave tendenzialmente immaginativa la sintassi figurale. E’ un pittore, per così dire emergente, ma che da molto tempo crea opere che possono essere paragonate ad un artista maturo, nonostante i suoi pezzi migliori sono quello in cui il maestro era ancora piuttosto giovane. Il Galletti nasce a Lucca il 9 novembre del 1954, e si avvicina alla pittura intorno alla prima metà degli anni ’70, e quello fu un incontro alquanto fortuito, ma il connubio, che allo stesso artista sembrava forzato, era perfetto. Agli inizi degli anni ’70 il mondo era assai diverso da quello di oggi, sconvolto dalle sue vicissitudini sociali, dalle guerre, dalle crisi politiche, e forse è proprio per questo che l’artista inconsciamente si accosta alla pittura, essendo un animo molto sensibile e, per così dire, “nobile”. Proprio in questo periodo, l’artista produce le sue migliori opere, ma anche le più criticate, contraddistinte da soggetti reali e immaginari, schermati attraverso un filtro di astrattismo, paragonabile al Velo di Maya Schopenhaueriano. Ma nel 1977 l’attività dell’artista si interrompe bruscamente, e in questa fase dipingerà un solo quadro, totalmente puntellista, che rappresenta l’apice del suo astrattismo personale, e che mai più raggiungerà. Il quadro in questione richiese molto tempo per l’esecuzione, ma anche un forte sforzo artistico, dovuto alle miriade di punti colorati che rendono l’opera caratteristica, affascinante ma anche unica nel suo stile. Una pausa lunga un ventennio incrina il rapporti con la pittura, ma già all’inizi del nuovo millennio il Galletti è davanti al suo treppiedi, dipingendo, anche se con nuove influenze e nuovi metodi, numerose opere, e così ricuce lo strappo che si era venuto a creare con l’arte, e questa volta è più solido che mai. In questa fase non vengono più rappresentati soggetti astratti, ma l’attività dell’artista è tutta concentrata sulla rappresentazione della sua città natale. Adesso Lucca è una presenza centrale, ma non esclusiva. La città antica e i suoi bastioni, le sue chiese, e suoi monumenti, ma soprattutto l’anfiteatro, le mura e San Frediano, molto cari all’artista, dal momento che saranno i soggetti principale delle sue nuove tele, saranno il punto focale della sua arte. Ma l’astrattismo non è ancora stato abbandonato, anzi queste ultime opere, a detta di occhi esperti e di critici del settore, sembrano essere il collegamento comunicativo tra la realtà quotidiana e l’Astrattismo. Attualmente il Galletti vive ancora a Lucca, con moglie e figli, lavora come dirigente presso una grande azienda, ma non ha abbandonato la pittura, visto che nei pochi momenti liberi dedica anima e corpo alle tempere, chiudendosi nel suo piccolo atelier per creare quei suoi particolari, intriganti ma soprattutto unici quadri. Permettendomi di fare una piccola critica, ritengo che il tempo moderno sia in grave difetto nei confronti di questo artista, poiché non ha concesso il giusto risalto alle sue opere, paragonabili solo a quelle dei grandi artisti contemporanei. A.P.
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