Si è svolto a San Marino il
27 e 28 ottobre scorso, nell’accogliente sede del Teatro Titano, l’atteso primo
simposio mondiale “Scienza, tradizione e dimensione del sacro”, sul tema
“Profezie e nuovo millennio”.
Il simposio s’inserisce nel quadro
composto dall’ormai classico appuntamento sugli oggetti volanti non
identificati, ed i più recenti sull’esplorazione dello spazio e la vita nel
cosmo, e sulle origini della civiltà e gli anacronismi storico archeologici.
Il tema della tradizione profetica,
complesso e affascinante, che ha usufruito del contributo d’esperti provenienti
da sette paesi di tutto il mondo, è stato affrontato nell’ambito delle tre
grandi religioni monoteiste (cristianesimo, ebraismo e islamismo), esaminando
il suo peso in determinati casi tipo (da Nostradamus a Fatima), e la sua
incidenza letteraria, scientifica, esoterica
tradizionale, parapsicologica, matematico statistica e sociologica,
comprensiva di scenari di carattere politologico.
Nella pratica il carattere
principale è stato quello politico, anche a causa dei tragici fatti dell’11
settembre.
Scopo dichiarato del simposio
è stato di cercare di “configurare la prospettiva del futuro alla luce di dati
verificati, al di la di visioni fatalistiche fini a se stesse e in un clima di
sereno approccio scientifico e religioso”.
Per quanto riguarda le
relazioni più significative (ma in generale tutte interessanti), diverse hanno
riguardato l’opera del celebre medico e astrologo Michel de Notredam, in arte Nostradamus.
Ottavio Cesare Ramotti
sostiene di aver individuato nell’uso dell’algoritmo cabalistico 1-5-5-5
applicato alla lingua italiana un valido metodo per la lettura di predizioni
attuali e del prossimo futuro, ci parla inoltre del “campo informatico
universale”, dal quale ha attinto direttamente il grande veggente provenzale
per la stesura delle sue quartine.
Vlaicu Ionescu, ha inviato
una relazione nel quale riassume i frutti di una vita di studi, dai quali ha,
tra l’altro, dedotto con ampio anticipo la caduta del comunismo nell’ex Unione
Sovietica.
Sebastiano Fusco e il regista
argentino Alex Chionetti hanno chiuso il cerchio sull’opera di
Nostradamus, rimarcandone la
preparazione, il fatto che fosse illuminato direttamente dallo Spirito Santo
Divino ed il punto fondamentale, che le sue profezie debbono servire da severo
monito, nulla è già scritto.
Due relazioni di Cristina
Aldea e Vittorio di Cesare hanno invece riguardato il cosiddetto “Codice
Genesi”, in particolare si è mostrato come in sole 16 pagine d’Isaia si è
individuato un numero impressionante di riferimenti ai già citati tragici fatti
dell’11 settembre scorso, che rafforzano la convinzione della validità del
codice, a patto di “interrogare” un testo originale esatto alla lettera.
Attesissima la relazione di Mons. Corrado Balducci, non
ha deluso le attese.
In quello che è stato
l’intervento più prolungato, il teologo ha messo a fuoco i principali aspetti
concernenti il segreto di Fatima, in particolare sulla discussa 3° parte, vale
a dire la mancata consacrazione della Russia (mai citata in modo specifico) al
sacro cuore di Maria e soprattutto le parti mancanti nella rivelazione
ufficiale (che oltretutto non contiene alcun’affermazione della Madonna), la
crisi dottrinale e la parte apocalittica, con riferimenti ad almeno un evento
di eccezionale gravità (guerra nucleare e/o caduta di un asteroide).
Ha inoltre insistito sul
fatto che il messaggio di Fatima doveva essere rivelato nella sua integrità da
ormai 40 anni, e parlato dell’allarme lanciato da Lucia costretta al silenzio
imposto dai voti.
Il sempre applauditissimo
Enzo Braschi ha parlato di storia e delle tradizioni profetiche dei nativi
americani, le quali (le profezie degli Hopy), dopo numerosi tentativi senza
risposta, sono finalmente al vaglio molto attento di una commissione
dell’UNESCO.
Ali Hussen, presidente
dell’Associazione Mussulmani Italiani, ha presentato una relazione di grande
buon senso, ha precisato i numerosi punti d’incontro tra islamismo e
cristianesimo, ha evidenziato le tre mine che dividono i popoli (ideologia,
politica e cultura) ed ha concluso parlando dei pilastri del vivere civile.
Dei due sensitivi presenti al
simposio, il belga Pascal Priolo ha illustrato una serie d’impressionanti
“coincidenze” tra i fatti dell’ undici settembre ed il numero 11, mentre Lidia
(di Riccione), anche incalzata da domande del pubblico, ha affermato che la piega che prenderà il
nostro prossimo futuro è legato alle decisioni che saranno prese in determinati
momenti chiave, parla comunque di un periodo critico di circa venti anni.
Da ricordare anche lo
scrittore Franco Cuomo che ha parlato della sindrome dell’attesa, individuo e
società di fronte all’incognita del futuro, ragioni storiche e sociali delle
grandi profezie, Giorgio Galli con la profezia politica, dalla divinazione alla
storia, il saggista Roberto Negrini, che ha inquadrato il profetismo dal punto
di vista dell’antropologia del sacro, la giornalista Selene Ballerini che ha
parlato della tradizione oracolare femminile, e, in conclusione, lo scrittore
tedesco Thomas Ritter che ha parlato della lettura delle foglie di palma
(India).
La conclusione (dal
comunicato stampa) parla di “una visione del futuro non negativa, che guarda
alle profezie come alterabili in funzione di pensieri e azioni positive da
parte dell’uomo”
Personalmente ritengo che si
tratta di una conclusione un po’ troppo semplicistica, ed anche il simposio
stesso, pur interessantissimo, ha risentito di un’impostazione che ha precluso
la possibilità di affrontare altri aspetti dell’argomento trattato.
Nella sostanza, tutti i
principali “canali profetici”, dall’Apocalisse Biblica alle profezie Maya
(quasi del tutto ignorate, se non per l’ormai famosissima data del 22 dicembre
2012, data oltretutto riconosciuta anche dalle profezie degli Hopy, e che oggi
sappiamo corrispondere ad una “ennesima” eclisse totale di Sole), da
Nostradamus ai Nativi Americani, da Fatima alle foglie di palma ai veggenti dei
nostri giorni, ci parlano di un periodo di particolari difficoltà per il genere
umano.
Questo periodo è ormai chiaro
che, al di la di ogni ragionevole dubbio, può essere individuato ai giorni
nostri.
Ritengo che il principale
significato di questi messaggi sia da individuare nella necessità di un
cambiamento profondo da mettere in atto per evitare ulteriori e più gravi
problemi, mi riferisco in particolare allo sviluppo di un nuovo modello di
società, che ponga al centro l’uomo e lo sviluppo della coscienza, individuale
e collettiva, e non come avvenuto finora con l’occupazione e lo sfruttamento
del potere (politico, economico, scientifico e religioso), che da sempre
impedisce di risolvere i problemi alla radice ed anzi è sovente fonte di nuove
tensioni.
Non è per catastrofismo, ma
per evitare il verificarsi della parte peggiore di queste profezie occorrono
fatti concreti, non buone intenzioni e belle parole, e non mi sembra davvero di
notare segnali di un qualsiasi cambiamento…
Che cosa dovrebbe succedere
perché finalmente si decida di mettersi tutti quanti intorno ad un tavolo e
dire le cose come stanno, vuotare il sacco, togliere gli scheletri dagli
armadi?
Già, ma questa è pura utopia,
naturalmente si continua a preferire la solita guerra contro il cattivo di
turno!
Si parla tanto di
globalizzazione ma di quale globalizzazione stiamo parlando, come vorremmo che
fosse?
Credo nella verità e nella
sua ricerca, sempre e in ogni caso, credo che la gente va preparata e informata
seriamente, non presa per i fondelli (e per il portafoglio), a questo proposito
John Fitgerald Kennedy diceva “noi auspichiamo una libera circolazione
dell’informazione.”.
Sappiamo la fine che ha
fatto.
Dobbiamo essere noi stessi
gli artefici della nostra salvezza, fisica e spirituale, al di la di qualsiasi
messaggio e/o aiuto esterno, la vita ha davvero un grande valore, del quale
abbiamo ancora, purtroppo, un’idea molto vaga.
Madre Teresa di Calcutta, in
uno dei contatti con una sensitiva italiana, Maria Morganti, avvenuti dopo la
sua morte, ci dice: “sappiate che molti cambiamenti verranno, ma l’uomo deve cambiare
se stesso, deve amare ogni cosa;…”, ed ancora “la terra avrà dei mutamenti e
credete, giorni “bui” attendono l’umanità.”.
Dopo tanta sofferenza dietro
l’angolo può esserci un futuro meraviglioso, ad iniziare dalla concreta
possibilità di un palese contatto con evolute intelligenze extraterrestri, le
quali cercano il modo migliore per aiutarci e comunque ci stanno aspettando.
Staremo a vedere.