Quando
l'associazione cominciò ad operare nel campo dell'educazione e
della sicurezza stradale c'erano molte aspettative. eravamo infatti
convinti di poter contare su un sostegno generalizzato, per
migliorare la sicurezza e per dare sostegno a coloro che hanno
provato sulla propria pelle una tragedia stradale. Purtroppo la
realtà cominciò ben presto a manifestarsi mettendo in
risalto diffusi episodi di menefreghismo, emarginazione, insofferenza
e scaricabarile delle responsabilità. Questo atteggiamento
"ispirò" alcuni slogan provocatori tra cui: "Vittime
della strada, c'è chi prega e chi se ne frega" e "Tra
gli struzzi di Romagna una strage che urla vergogna". Solo
pochissime persone ci hanno fornito sostegno effettivo. Sono stati
soprattutto i giovani ad incoraggiarci e per questo motivo abbiamo
voluto inserire su questa pagina alcune loro emozioni, per meglio
fare capire la profondità di certi sentimenti e per indurre
certi "struzzi" che non vogliono "vedere" a
togliere la testa dalla sabbia. "Non fare lo struzzo e fai la
tua parte" è il nuovo slogan. Domani potrebbe essere
tardi, perchè tu stesso o un tuo familiare potrebbe entrare
nell'elenco dei morti (circa 7000), dei disabili (circa 25.000) o dei
feriti (circa 300.000) che ogni anno le strade italiane producono.
Il 30/01/2009, a conclusione
di un processo di riflessione sulla natura, sulle prospettive e sulle
finalità della nostra associazione, sono venuti alla mente
tanti pensieri ed esperienze del passato, più che mai attuali.
Si è cercato di raccoglierli nel seguente documento dal titolo
provocatorio "
GUARDATI ALLO SPECCHIO E SPUTATI IN FACCIA":
SPUTARE SU ALTRE PERSONE
RAPPRESENTA UNA DELLE PIU' ISTINTIVE ED ODIOSE MANIFESTAZIONI DI
DISPREZZO NEI CONFRONTI DEL PROSSIMO. L'ATTO DI SPUTARSI ADDOSSO
ESPRIME INVECE UNA COSTRUTTIVA MORTIFICAZIONE DEL PROPRIO ORGOGLIO,
NELLA CONSAPEVOLEZZA DI AVERE COMPIUTO AZIONI PER LE QUALI SUBENTRA
SOLO IN UN SECONDO TEMPO UN SENSO DI VERGOGNA, INTESO COME SENTIMENTO
NOBILE.
Perciò, con tale chiave di
lettura, guardati allo specchio e sputati in faccia:
Tu responsabile istituzionale, che hai
disincentivato od ignorato l'attività di quei sodalizi
giovanili costituitisi a seguito di una tragedia stradale
(spesso riguardante un caro amico) e che hai così alimentato
l'altissimo tasso di mortalità che colpisce tutte quelle
iniziative portate avanti dal mondo giovanile.
Tu utente della strada, che con la tua
imprudenza ed irresponsabilità continui a mettere a
repentaglio la tua ed altrui vita, incurante delle conseguenze che
potrebbero sconvolgere la vita di familiari, amici ed altre persone
innocenti.
Tu che in ambito istituzionale hai
contrastato o scoraggiato le lezioni di educazione stradale svolte
nelle scuole da ragazzi disabili, familiari ed amici di vittime
della strada, mettendo così in secondo piano il valore
della vita per privilegiare quelle iniziative in grado di procurare
un favorevole ritorno d'immagine personale, sostenendo perfino
che tali attività di volontariato dovevano considerarsi
dannose, perchè condizionate da patemi e visioni
catastrofiche della vita.
Tu parlamentare, che nel Marzo 2004 in
Commissione Finanze della Camera hai determinato una battuta
d'arresto nell'approvazione del disegno di Legge che doveva
regolamentare la chiusura anticipata delle discoteche ed il divieto
di vendere alcolici dopo un certo orario, perchè alcuni
divieti di vendita sugli alcolici avrebbero comportato un minor
gettito fiscale ed anche Tu che hai festeggiato trionfalmente
tale decisione foriera di lutti.
Tu semplice cittadino, che ti sei
interessato di sicurezza stradale solo quando il sistema
sanzionatorio è entrato nel tuo portafoglio, assistendo
passivamente all'emarginazione praticata ai danni delle associazioni
di volontariato operanti su tale versante, ritenendo magari che
certe esperienze traumatiche possono succedere solo agli altri e
senza considerare che chi si sottrae all'obbligo d'intervenire per
arginare l'emergenza dell'invalidità e mortalità sulle
strade si rende complice delle conseguenze.
Tu autorità Ecclesiastica, che hai
negato ad alcune mamme la possibilità di celebrare una Santa
Messa in memoria dei tanti ragazzi prematuramente volati in cielo
(nei locali che ospitavano un Convegno organizzato da
un'associazione familiari di vittime della strada), adducendo a
giustificazione il fatto che le funzioni religiose possono essere
celebrate solo nei luoghi di culto, pur sapendo che ciò
non corrispondeva al vero.
Tu che hai adattato e manipolato le
statistiche riguardanti la sicurezza stradale per scaricare su altri
le tue responsabilità, senza pensare che in questo modo
hai causato scelte sbagliate che hanno determinato molte tragedie
stradali evitabili.
Tu giornalista, che hai sacrificato
l'obiettività dell'informazione e la funzione sociale della
stessa per privilegiare gli indici d'ascolto e di lettura,
fornendo così una visione parziale e distorta della realtà,
che purtroppo vede l'Italia ai vertici della classifica Europea
per morti e disabili prodotti dalle strade (circa 1/5 del totale
dei 27 stati membri).
Tu operatore del Diritto, che hai
deluso le aspettative di giustizia delle vittime della strada e dei
loro familiari, sostenendo perfino che il danno patrimoniale
conseguente alla morte di un figlio è più che
compensato da quanto poi si andrà a risparmiare per spese di
istruzione, vitto e mantenimento in genere.
Tu gestore delle strade, che pur essendo
solo parzialmente responsabile dellecause d'incidente sei
invece il principale responsabile delle cause di morte ed invalidità
sulle strade.
Tu pubblico funzionario, che sei
responsabile o che dovresti vigilare sulla corretta destinazione
delle risorse destinate alla sicurezza stradale (proventi da
violazioni al codice della strada eccetera) e che invece sei più
impegnato a privilegiare soluzioni furbesche per dirottare tali
fondi verso altre finalità.
Tu tecnico progettista od esecutore dei
lavori, che con la tua incompetenza o superficialità hai
determinato una vergognosa scia di sangue innocente versato sulle
strade.
Ed anche tu specchio della vergogna, così
trascurato nel ripulire la tua superficie da quella patina di
sudiciume che offusca le immagini rispecchiate, rivendica in modo più
determinato il ruolo che ti compete e sostituisciti ai tanti specchi
fasulli usati da chi è alla continua ricerca di immagine
riflesse più utili e gradite, anche se ottenute con espedienti
che distorcono la realtà.
...Così mi è venuta la voglia di scriverti una
mail... rendendoti partecipe (e non obbligato a pubblicarla) della
lettera che io e Pamela abbiamo scritto il giorno prima del
funerale... mentre Sara stava male... Una lettera che abbiamo
consegnato al nostro prete per poterla leggere in chiesa... al
funerale... ma non è stata letta! Eccola qui di
seguito:
"Carissime amiche nostre, abbiamo condiviso
gioie, dolori, giorni irripetibili che mai nessuno ci farà
dimenticare, mai sostituire e mai svaniranno nel nulla...tutto ad un
tratto vi abbiamo perse, ancora adesso non riusciamo a capire perchè
il destino abbia voluto proprio voi, in questa età raggiante
come il sole, splendente come la luna, limpida come l'acqua e immensa
più del mare...si proprio voi, care amiche nostre, voi così
dolci, così disponibili, così altruiste, così
sensibili...
TAMARA, noi
le tue amiche più care della tua vita, quelle con cui hai
passato i momenti più belli dei tuoi soli 17 anni, la tua
amica Manu con cui hai passato giorni stupendi a giocare con le
bambole, i nostri giorni passati a confrontarci i capelli lunghi e a
vedere chi li aveva più lunghi interminabili giorni a
consolarmi per tutti i problemi famigliari che solo tu sei stata
in grado di capirmi e aiutarmi nel momento giusto e nel modo giusto,
i nostri sorrisi, i nostri bigliettini che passavano di continuo tra
un compagno all'altro, anche solo per dirci un semplicissimo CIAO,
nonostante fossimo vicine un metro...i nostri pomeriggi in camera a
ascoltare la musica...
la tua amica Pamy con cui hai passato i
giorni più belli della tua adolescenza, quei giorni a parlare
interminabilmente, a raccontarci le nostre storie, i nostri giri, i
nostri primi ragazzi, le nostre uscite di nascosto per andare a
ballare, le sere a dormire nel tuo letto o nel mio dopo quelle sere
passate con i nostri amici...
VALE,
noi le tue amiche delle medie, i tempi più belli, giorni
condivisi sempre insieme durante la ricreazione, durante quei
pomeriggi a casa tua a ballare, a studiare, a prepararci per uscire,
per incontrarci in piazzetta con tutti gli altri amici, per poi
andare in discoteca..... quella che ti piaceva tanto....
FRANCY,
noi le tue amiche, quelle che ti volevano bene, quelle con cui hai
condiviso sere e pomeriggi al mare, in discoteca, in giro in motore,
a piedi, ridendo e scherzando....
ORA DOLCISSIME AMICHE
NOSTRE, CONTINUEREMO A PASSARE QUEI GIORNI, ORE, MINUTI INSIEME A
VOI. E VOI CON NOI, A CONDIVIDERE GIOIE, DOLORI COME ABBIAMO SEMPRE
FATTO UNITE PER SEMPRE DA UN BENE CHE NON RIUSCIREMO MAI A
QUANTIFICARE, CHE NESSUNO MAI SAREBBE E SARA' CAPACE DI RIDURRE IN
FUMO. SAREMO FELICI, SE VOI SARETE FELICI... SAREMO TRISTI, SE VOI
SARETE TRISTI... VI VOGLIAMO BENE E PER SEMPRE SARA' COSI'." Manu
& Pamy
siamo le vittime
della strada e Domenica 21/11 in tutta Europa è stata
celebrata una giornata dedicata a noi. Purtroppo in alcune aree
geografiche la ricorrenza è stata ignorata, facendo cadere nel
vuoto gli appelli dei nostri familiari.
Per noi è
stata una giornata molto impegnativa, perchè abbiamo dovuto
accogliere tantissime nuove vittime della strada. Erano sorprese, ma
soprattutto preoccupate per il dolore straziante in cui erano
sprofondati familiari ed amici.
Alcuni personaggi
pubblici hanno colto la palla al balzo e si sono sostituiti ai nostri
cari per autocelebrare i propri meriti sulla sicurezza stradale. Per
motivi facilmente intuibili, è imprudente comportarsi in
questo modo.
Anche se siamo in
tanti, non ci facciamo troppe illusioni, perchè la maggior
parte della gente si è assuefatta all'ignobile strage che si
consuma quotidianamente sulle strade. Per fare sentire la nostra voce
e per scuotere le coscienze usiamo diversi canali, ma soprattutto ci
affidiamo ai nostri cari. Siamo assieme a loro quando sono costretti
a sopportare umiliazioni ed indifferenza nelle aule dei tribunali,
nelle iniziative di sensibilizzazione e nel loro vivere quotidiano.
Solo un ingenuo può
pensare che ci sia stata tolta la voce. Non serve tapparsi le
orecchie, perchè noi siamo negli occhi di chi vi guarda e
nell'aria che respirate.
Nei giorni scorsi ci
siamo sentiti offesi per il messaggio riportato su un poster esposto
a Rimini, all'interno della Fiera Internazionale della Sicurezza
Stradale. Siamo stati definiti "pirla", con l'apparente
intento di indurre gli utenti della strada ad una maggiore prudenza.
Sul poster era scritto: "220 cv, 230 km/h, da 0 a 100 in 5,7 -
poi la foto di una macchina semidistrutta - e sotto: modello 4 pirla
in meno". Attraverso alcuni nostri genitori abbiamo
insistentemente richiesto la rimozione di quei posters, ma solo dopo
una accesa protesta di fronte al padiglione interessato i manifesti
sono stati tolti.
Non dovrebbero più
ripetersi simili episodi, poichè offendono la nostra memoria e
procurano dolore ai nostri cari. Per questo motivo è stato
segnalato l'accaduto a numerosi giornali ed emittenti televisive,
però in pochi hanno prestato attenzione. Siamo un po' delusi,
perchè è stato dimostrato maggiore interesse per altri
argomenti, ma ognuno è libero di fare le proprie scelte
secondo coscienza.
Vi sbagliate se
pensate che non siamo in grado di dialogare, perchè murati in
un loculo, sotterrati o cremati. C'è sempre qualcuno che ci
porta fiori o che ci ricorda con affetto. Dovete sapere che riceviamo
molte comunicazioni, perchè chi si rivolge a noi, anche solo
con un pensiero, sa che riceverà attenzione e risposte.
Non ci è
stata tolta la voce, ma c'è chi ha orecchie, cuore e mente
foderati con spesse fette di mortadella. Spesso non ci si pensa, ma
ogni azione individuale può influenzare la vita di altre
persone, anche se assume la forma di inerzia od indifferenza. Ponzio
Pilato docet.
RIFLESSIONI
SULLA QUALITA' DELLA VITA DOVE HA SEDE LA ONLUS PU.RI
Il presidente della Onlus PU.RI Giuseppe
Raduano ha pubblicato su Facebook la seguente nota personale:
Mettere la testa sotto la sabbia, come fanno gli struzzi, per
distogliere l'attenzione dai problemi che dovremmo affrontare è
"tranquillizzante", ma serve a poco. Eppure a San Mauro
Pascoli c'è ancora chi si ostina a non prendere atto che la
qualità della vita, il senso civico e lo spirito di
solidarietà sono notevolmente peggiorati in questi ultimi
anni. Sagre paesane, iniziative culturali, attività ludiche ed
altri eventi festaioli sembrano fare da corollario ad una comunità
spensierata e felice, ma è proprio così? Guardandosi
attorno con occhio obiettivo salta agli occhi di tutti la
cementificazione selvaggia, una viabilità ad alto tasso
d'insicurezza, il decentramento di servizi pubblici essenziali,
l'aumento della disoccupazione (in particolare giovanile), il numero
delle famiglie povere, gli incrementi esagerati delle tariffe, un
diffuso senso di insicurezza e tanti altri aspetti negativi del
vivere quotidiano. La maggior parte delle famiglie partecipa con
entusiasmo a tutto ciò che ha a che fare col divertimento, ma
si defila quando è chiamata a collaborare nell'ambito di
iniziative aventi finalità sociali o civili. Magari si
partecipa a cene di solidarietà per passare una serata in
allegria con gli amici, ma ben lungi l'idea di assumere un ruolo
attivo ed impegnativo nel contesto sociale. La domanda che dovrebbe
sorgere spontanea è: quale futuro aspetta le nuove generazioni
sanmauresi? Al di là delle buone intenzioni, sembra di capire
che, nei fatti, la risposta prevalente possa riassumersi nella parola
"chisenefrega".
Con queste riflessioni non c'è l'intenzione
di fare prediche, nè di sputare nel piatto in cui si mangia,
perchè il fine ultimo è quello di fare maturare una
maggiore e più costruttiva consapevolezza. Non bisogna infatti
confondere l'ottimismo con l'incoscienza e/o l'incapacità di
affrontare i problemi. Nei momenti di difficoltà è più
facile comportarsi come gli struzzi, che mettono la testa sotto la
sabbia per non vedere i pericoli, perciò ben vengano quei
"pessimisti" che intendono affrontare le situazioni
difficili guardando in faccia la realtà.
Una nota trasmissione televisiva
RAI ci ha chiesto di illustrare il nostro pensiero sulle stragi del
sabato sera ed in particolare sull'abuso nel consumo di bevande
alcoliche. Secondo alcuni noti esponenti politici ed istituzionali
esistono ragioni di ordine economico che devono prevalere sul valore
della vita sulle strade. Chi non crede a questa mostruosità
legga più in basso la frase in colore rosso. Questi macabri
personaggi dicono delle fesserie che molti fessi si bevono, perchè
non considerano il costo sociale dell'incidentalità stradale.
Non potendo partecipare alla trasmissione televisiva, abbiamo inviato
alla redazione il seguente messaggio:
Gentile .... Come richiestoci,
trasmettiamo il testo di tre comunicati da noi diffusi nel corso del
2004 sul consumo di bevande alcoliche. Su tale argomento esortiamo
vivamente la trasmissione a prendere le distanze dall'ipocrita
disinformazione che continua ad alimentare la strage stradale.
Il 05/03/04
abbiamo diffuso il seguente
comunicato stampa ignorato di tutti gli organi d'informazione:
"I
quotidiani locali hanno dato grande risalto alla protesta del
sindacato dei locali da ballo (è stato chiesto ai ragazzi che
frequentano le discoteche di inviare SMS di protesta) ed a quella di
alcune associazioni di commercianti. Abbiamo voluto fare sentire
anche la nostra voce con il seguente comunicato, ma non c'è
stata analoga attenzione. Sulla cronaca locale Riminese nessun
quotidiano ha voluto riportare il nostro punto di vista, alla faccia
della imparzialità ed obiettività dell'informazione.
Non è difficile intuirne i motivi di fondo.
Oggetto: Chiusura anticipata
discoteche e divieto di vendita bevande alcoliche dopo un certo
orario.
Tantissimi genitori
ci confidano che nel fine settimana rimangono svegli fino al mattino,
in attesa del ritorno dei propri figli. Poi, quando tutto è
andato bene, tirano un sospiro di sollievo e si addormentano. E
allora perchè non si ha il coraggio di fare sentire la propria
voce, ma si rimane a guardare? Il disegno di Legge sulla chiusura
anticipata delle discoteche e sul divieto di vendere alcolici dopo un
certo orario sta scatenando un putiferio. Il sindacato dei locali da
ballo ed alcune associazioni di commercianti sono sul piede di guerra
e parlano di proibizionismo e rischio di bancarotta. I ragazzi che
frequentano le discoteche vengono invitati ad inviare degli SMS di
protesta. C'è chi denuncia l'incostituzionalità del
disegno di Legge, perchè violerebbe l'autonomia decisionale
degli Enti Locali. Insomma si sta registrando una intimidatoria
levata di scudi da parte di una agguerrita minoranza di cittadini,
che mettono in secondo piano lo svalutato valore della vita sulle
strade. Invitiamo perciò le persone che la pensano
diversamente ad assumere un ruolo attivo per fare sentire la loro
voce e per usare ogni possibile strumento a "difesa" della
vita dei propri cari. Sarebbe anche utile annotare tutto ciò
che sta succedendo e ricordarsene quando si andrà a votare,
comunque la si pensi....
Il 13/03/2004
abbiamo rilanciato il seguente
comunicato stampa dell'associazione "Paglierini" di
Copparo (FE):Battuta d'arresto per la legge
sulle "stragi del sabato sera". Così titola oggi,
13 Marzo, il Sole 24ore in un articolo a pag. 27. Motivo?
La
Commissione Finanze della Camera ha chiesto di modificare il testo
perchè alcuni divieti di vendita sugli alcolici
comporterebbero un minor gettito fiscale. !!!!!!
Presumiamo che la Commissione
Finanze della Camera sia composta da persone, prima ancora che
parlamentari ovvero rappresentanti del Popolo sovrano nella massima
Assise elettiva, che sappiano di "economia".
Ad essi chiediamo perchè,
anzichè contrastarla, non propongano di legalizzare la
prostituzione? Quale
sarebbe il "gettito" per l'Erario grazie al mestiere più
antico del mondo che, sovvertendo tutte le leggi dell'economia,
nonostante l'offerta superi ampiamente la domanda, i "prezzi"
e, di conseguenza, i "ricavi" non hanno mai conosciuto
periodi di crisi? E,
inoltre, perchè, non propongano altresì la
"monopolizzazione" per lo Stato di tutte le 'droghe':
leggerissime, leggere, medio-leggeri e pesanti? Basta, come per il
provvedimento assunto, turarsi il naso e chiudere gli occhi.
Con due soli provvedimenti non si
risolverebbero tutti i problemi delle nostre eternamente disastrate
casse statali? Cosa
c'è di illegale in questi riferimenti e di legale che dei
giovani, mandati allo sbaraglio dal permissivismo e carenze
legislative muoiano storditi da musica, alcol e droghe?
P.S. INVITIAMO
TUTTI I RICEVENTI DELLA PRESENTE MAIL A VOLERE RILANCIARE IL
MESSAGGIO A TUTTI I
DESTINATARI DI POSTA ELETTRONICA DI LORO CONOSCENZA ED A SOSTENERE
LA PRESENTE PROTESTA, SENSIBILIZZANDO LA
PRESIDENZA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI.
Il Il
29/04/2004abbiamo
lanciato il seguente comunicato stampa destinato ai parlamentari
Italiani: Caro
Onorevole, desidero renderLa partecipe di una mia "bizzarra"
interpretazione sul voto che ha provocato la battuta d'arresto
nell'approvazione del Disegno
di Legge sugli orari di apertura delle discotechee sulla
vendita di bevande alcoliche. Incredibile...c'è
stato un solo decisivo voto di scarto ed il provvedimento non è
passato!! Spesso
chi vota un provvedimento non condiviso, magari per ubbidire ad
ordini di partito, non si pone eccessivi problemi di coscienza,
poichè sa che il singolo voto non è quasi mai in grado
di modificare l'esito della votazione. Per gli orari delle
discoteche invece non è stato così. Al di là
delle motivazioni di schieramento, dei tatticismi e delle pressioni
che stanno caratterizzando il tortuoso percorso del provvedimento,
l'accaduto andrà a determinare tragedie della strada che
probabilmente si potevano evitare. Chissà se qualcuno si
sentirà parzialmente responsabile. Chi poteva prevedere o
avere interesse a rendere determinante il voto del singolo
Parlamentare? Ad
onta dell'incerto sorriso di sufficienza che oscurerà qualche
faccia incredula, non escluderei la possibilità chele
"interessate" vittime della strada abbiano voluto mettere
lo zampino.
Guardando oltre le semplici apparenze, è possibile rilevare
precisi indizi al riguardo. Lo
tenga presente anche chi
ha festeggiato l'esito del voto con sfrontato entusiasmo
trionfalistico. Pirro
docet.
Non è nostra abitudine interferire nel
dibattito politico che si sviluppa tra i vari esponenti locali, ma le
lettera della responsabile del WWF sez. Rimini e Valle del Rubicone
(pubblicata su un quotidiano locale in data 19/11/2003) ci obbliga ad
intervenire per esporre alcune nostre considerazioni in merito
all'abbattimento degli alberi posti ai margini di strade molto
trafficate.
Nel ribadire che gli incidenti stradali sono quasi sempre
imputabili ad errori umani, dobbiamo anche rilevare che la presenza
di ostacoli fissi (alberi, pali...) ai margini della strada non
lascia scampo ai malcapitati, poichè trasformano in tragedia
incidenti che potrebbero invece avere spesso conseguenze banali.
Anche sotto il profilo di una ipotetica pari
dignità tra vita umana e vita vegetale esiste una assurda
penalizzazione della vita umana, poichè in caso di impatto
l'uomo può morire o rimanere invalido, mentre la pianta rimane
quasi sempre intatta. Sarebbe perciò preciso dovere morale e
civile di chi appartiene al genere umano adoperarsi per la
prioritaria salvaguardia della vita dei propri simili. E'
superfluo rilevare che una pianta radicata al suolo non può
commettere errori, mentre invece chi percorre una strada può
sbagliare. Questo però non significa che si debba pagare con
la vita il proprio o gli altrui errori. Significa invece che bisogna
intervenire per tutelare la parte più debole e svantaggiata,
cioè il valore della vita umana.
A prescindere da tali considerazioni, riteniamo
inaccettabile ed offensivo per le vittime e gli invalidi della strada
sostenere, come riporta la lettera della responsabile del WWF, che le
piante sono pericolose per "gli automobilisti che prendono le
strade per piste di formula uno o per coloro che viaggiano sotto
l'effetto di certe sostanze". Basta con gli insulti
generalizzati, basta con la demagogia, basta con la banalizzazione
della vita umana sulle strade.
VITTIME:
UNA SU TRE PER COLPA DELLE CONDIZIONI DELLE STRADE
Il 27/5/2003 giornali e
telegiornali nazionali hanno dato la "sorprendente"
notizia. Gran parte delle associazioni aderenti al CNOSS si sono
costituite proprio per mettere in sicurezza le strade, ma le
coscienze profumano più di pulito se queste responsabilità
vengono viste con "benevolenza". Ecco il comunicato stampa
diffuso da una "nostra" associazione:
Lo stiamo dicendo da anni, attirandoci le
antipatie di molti enti gestori delle strade. In Italia un incidente
mortale su tre è imputabile alle condizioni delle strade. Oggi
giornali e televisioni hanno dato la notizia "scoop" con
grande enfasi ed apparente sorpresa. Dopo il polverone iniziale,
temiamo che alle migliaia di morti ammazzati che ogni anno perdono la
vita a causa delle vergognose condizioni delle strade italiane (gli
altri) si aggiungeranno altre migliaia di ignari utenti della strada
che oggi hanno appreso la notizia con fatalismo e senso di impotenza
(da sorteggiare tra noi tutti). Alcune domande sorgono spontanee: Se
un incidente mortale su tre è dovuto alle condizioni delle
strade, perchè le responsabilità di questi omicidi non
vengono quasi mai imputate agli Enti gestori? Perchè le forze
dell'ordine o gli altri organismi istituiti per garantire la
sicurezza sulle strade non denunciano queste situazioni di pericolo
senza attendere che ci scappi il morto?
Non si tratta di "gufare", ma di
prendere consapevolezza su ciò che può riservarci il
futuro (se non si prenderanno seri provvedimenti). Mettere la testa
sotto la sabbia, come fanno gli struzzi quando non vogliono vedere il
pericolo, o fare gesti scaramantici, non serve. In Italia, se non ci
saranno correttivi, una famiglia su dieci avrà un morto o un
disabile grave all'interno delle mure domestiche per colpa di un
incidente stradale. Lo dicono le statistiche, la cui principale
funzione è quella di rappresentarci il futuro con "logica"
matematica. Forse questo comunicato non si presta all'incremento
degli indici di ascolto o di lettura, ma può servire per
sensibilizzare le istituzioni interessate e per far crescere una più
responsabile cultura della sicurezza stradale.
COSA
SUCCEDE DOPO IL TRAUMA DI UN GRAVE INCIDENTE STRADALE?
Purtroppo le vittime della strada ed i loro
familiari costituiscono una categoria vulnerabile altamente esposta a
fenomeni di sciacallaggio ed ad alcune forme di violenza.
Qualcuno potrebbe pensare che si tratta di esagerazioni, ma gli esiti
di un questionario distribuito da sedici organizzazioni Europee a
circa 10.000 famiglie forniscono un quadro della situazione
veramente allarmante. L'iniziativa è stata realizzata dalla
FEVR (Federazione Europea Vittime Strada) in collaborazione con
la Commissione dell'Unione Europea. Eccone una sintesi:
Metodologia: E' stato utilizzato un
questionario anonimo composto da 56 domande, suddivise in otto
settori. Tuttavia, poiché ogni caso è unico, e una
formulazione preventiva troppo rigida avrebbe potuto trascurare
questioni importanti, è stata aggiunta ad ogni sezione una
richiesta aperta di considerazioni e commenti. Per i fini che
potrebbero interessare i lavori di questa giornata dedicata al danno
punitivo, vi segnalerò solo una parte di queste elaborazioni
statistiche.
Risultati: Delle 1364 risposte, il 59%
proviene da parenti di morti per incidenti stradali, il 41% da
parenti di vittime rese invalide o dagli stessi invalidi. Il margine
di errore è +/- 5%. Nella presentazione dei dati la
distinzione tra i due tipi di vittime sarà fatta quando si
renderà necessaria.
Una larga maggioranza (il 91% delle famiglie dei
morti, e il 78% di quelle degli invalidi) lamenta di non essere stata
sufficientemente informata sui propri diritti.
Nonostante i giovani siano le vittime più
frequenti di incidenti stradali, solo il 10% delle famiglie è
stato contattato per la donazione di organi, a dispetto della
scarsità di donatori così spesso pubblicizzata. La
maggiore insoddisfazione viene espressa nei confronti dei processi
penali: l'89% delle famiglie dei morti e il 68% di quelle degli
invalidi ritengono di non aver ottenuto giustizia. Inoltre, quasi il
70% non ha sentito il proprio caso trattato in maniera appropriata,
seria, rispettosa. Emerge una diffusa insoddisfazione nei confronti
delle compagnie di assicurazione. Circa l'80% delle famiglie non è
soddisfatto né dei propri rapporti con le assicurazioni, né
del risarcimento da loro offerto. Una schiacciante maggioranza (il
95%) desidererebbe un avvocato di parte civile a rappresentare le
vittime e le loro famiglie immediatamente dopo l'incidente.
Le vittime soffrono poi di questi sintomi: problemi
di sonno 49%; cefalee 55%; incubi notturni 41%; problemi generali di
salute 58%. Non si nota un calo significativo dopo tre anni, indice
di una sofferenza psicologica di lunga durata, se non permanente. Una
larga percentuale dei parenti delle vittime, morte e disabili, così
come gli stessi disabili, soffre di disordini psicologici.
La situazione peggiore è quella dei parenti
dei morti. Nei primi tre anni, il 72% ha perso interesse per le
attività quotidiane, come l'attività professionale, il
lavoro di casa, la cucina o gli studi; il 70% lamenta perdita nelle
capacità di guida, il 49% perdita di fiducia in se stesso, il
46% ha attacchi d'ansia, il 37% ha sperimentato propositi suicidi, il
64% soffre di depressione, il 27% di fobie, il 35% di disordini
alimentari, il 78% prova rabbia e il 71% risentimento. Dopo tre anni,
queste manifestazioni decrescono in media solo del 10%. In
particolare il pensiero del suicidio cala solo dal 37% al 26%,
lasciando una grande percentuale di soggetti in angoscia estrema. Con
l'eccezione dell'aspirazione al suicidio, i parenti degli invalidi
presentano un quadro simile a quello dei parenti dei morti.
Circa il 50% dei parenti delle vittime, e le vittime
stesse, dichiara di aver consumato per lunghi periodi maggiori
quantità di sostanze psicotrope (tranquillanti, sonniferi,
tabacco, alcool, droghe) rispetto a prima dell'incidente. Dopo la
tragedia il 49% delle famiglie dei morti, il 47% di quelle dei
disabili è stata soggetta a profondi mutamenti familiari. Far
progetti per il futuro sembra impossibile al 68% dei parenti dei
morti durante i primi tre anni. Dopo questo periodo, il 59% resta
nello stesso stato. Per i parenti dei disabili le prospettive sono
lievemente migliori. Come in altri casi, i disabili stessi sono meno
pessimisti.
La capacità di godere la vita come prima
dell'incidente scompare tragicamente per il 91% dei parenti dei morti
per i primi tre anni. Dopo, la perdita persiste per lunghi periodi
per l'84% di loro. Per molti, sarà permanente. Le prospettive
per i primi tre anni non sono così tristi per i parenti dei
disabili al 68%, per i disabili stessi al 69%. Talvolta dopo questo
periodo non c'è cambiamento per i parenti, ma c'è un
15% di guarigione per gli stessi disabili.
Circa il 60% dei parenti dei morti, l'80% dei
parenti dei disabili e il 70% dei disabili che hanno cambiato
occupazione, l'hanno fatto perché costretti dalle circostanze.
Tra coloro che hanno perduto il lavoro il 65%, 33% e 33%
rispettivamente l'hanno fatto per ragioni psicologiche; gli altri,
per ragioni fisiche.
CONCLUSIONI : La sofferenza
evidenziata da questa ricerca mostra una proporzione sempre crescente
nelle nostre società di vite devastate a causa della violenza
sulle strade. Ciò che difficilmente si riconosce da chi di
dovere, incluso il sistema giudiziario, è che quanti sono
privati di una persona cara o resi invalidi da un incidente stradale
sono spesso colpiti in modo permanente, come le famiglie delle
vittime di altri tipi di violenza e di strage.
A seguito di un articolo pubblicato con
questo titolo su un quotidiano, la nostra associazione ha voluto
esporre il proprio diverso punto di vista. Si è registrato il
solito imbavagliamento.
"Da diversi anni ci occupiamo di sicurezza stradale e
l'esperienza ci ha insegnato a prevedere le varie "esternazioni"
che vengono fatte dopo i "soliti" gravi incidenti. In un
certo senso tutti hanno ragione dal loro punto di vista, ma una
visione interessata e parziale del problema può portare a
scelte sbagliate con conseguenze tragiche. Ultimamente si parla molto
di "pirati della strada" e "strade Killer".
Sembra quasi di leggere il copione di un film di cui si intuiscono
le "battute" dei protagonisti.
Responsabili delle strade: La colpa della strage
stradale è soprattutto di chi è imprudente. Su una
affermazione così ovvia vengono poi ricamate tante altre
considerazioni che cercano di spostare l'attenzione e le
responsabilità su altri soggetti. E' indubbio invece che le
conseguenze tragiche di tanti incidenti vadano imputate a coloro che
non hanno adottato le misure necessarie per la messa in sicurezza
della viabilità secondo le specifiche di Legge. Buche non
segnalate, alberi o pali vicini al ciglio stradale, manto stradale
difettoso, assenza di idonei guardrail o reti di protezione, piste
ciclabili, marciapiedi, segnaletica inadeguata, flussi di traffico
non compatibili con le condizioni strutturali della viabilità
ed altre inadempienze trasformano spesso in tragedia ciò che
poteva invece costituire un banale incidente. Spesso c'è un
aggravante : la ripetitività dei sinistri nello stesso punto.
Forze dell'ordine: Il loro numero è
inadeguato e la dotazione di mezzi carente. A loro spetta il tremendo
compito di constatare la macellazione stradale e di informare i
familiari delle vittime. Tuttavia la diffusa tolleranza dimostrata
verso coloro che commettono violazioni riguardanti la sicurezza della
persona (casco, cinture...), ha contribuito ad alimentare una
pericolosa degenerazione culturale. Quasi sempre dopo un grave
incidente c'è la promessa di effettuare controlli massicci
sulle strade con tolleranza zero. In Svizzera si fanno meno
chiacchere e più fatti, ma i numeri della strage stanno
diminuendo notevolmente. Ad esempio ogni utente della strada svizzero
viene mediamente sottoposto a controllo autovelox 30 volte in un
anno.
Educazione stradale e valore della vita: Nonostante
la Legge imponga l'obbligo d'insegnamento, l'educazione stradale sta
entrando nelle scuole con molta difficoltà. Sono soprattutto i
Vigili Urbani ad organizzare corsi di insegnamento che riguardano
anche la segnaletica. La nostra associazione è stata tra le
prime in Italia ad organizzare incontri nelle scuole con giovani
disabili e familiari di vittime per sensibilizzare i ragazzi sul
valore della propria ed altrui vita, ma il disinteresse dimostrato
dalle istituzioni locali e dalle famiglie è stato spesso
impressionante. Per questo motivo utilizziamo in Romagna lo slogan
provocatorio "Tra gli struzzi di Romagna una strage che urla
vergogna" ed altrove lo slogan "vittime della strada c'è
chi prega e chi se ne frega".
La Onlus PU.RI già dal 1999 ha
inviato la seguente lettera a numerosi comandi delle forze
dell'ordine:
....Vi invitiamo pertanto a valutare la seguente
nostra iniziativa che Vi sottoponiamo con spirito di collaborazione:
Chi è addetto al controllo della circolazione
stradale dovrebbe soprattutto assolvere alla funzione primaria della
tutela della vita. Invece si contestano frequentemente violazioni che
producono maggior gettito, senza invece intervenire adeguatamente in
situazioni di potenziale pericolo per l'incolumità della
persona ( cinture, casco, ecc.). Le recenti determinazioni degli
organi preposti, tese a conseguire una più puntuale
applicazione delle norme sanzionatorie previste dal Codice della
Strada, dimostrano che esistevano ed esistono comportamenti che non
corrispondono ai dettati normativi. Anche a tale situazione deve
imputarsi l'evidente e pericolosa degenerazione culturale in atto,
che induce gli stessi genitori a considerare le norme di prevenzione
per la sicurezza della persona alla stregua di angherie alle quali è
giustificabile sottrarsi. La tolleranza che dimostra talvolta una
minoranza delle forze dell'ordine, potrebbe configurarsi come
omissione di atti d'ufficio? Sulla delicata materia potrebbe essere
investita l'autorità giudiziaria competente, per la quale
qualche associazione è in procinto di realizzare video
documentazione sostenuta dalle necessarie prove testimoniali (alcuni
volontari riprenderebbero con videocamera gli episodi di
ingiustificata tolleranza).
Nel significarVi la nostra più ampia
disponibilità nel ricercare forme utili di collaborazione, ci
auguriamo che con un diverso grado di consapevolezza si possa
contenere l'intollerabile tributo di sangue versato sulle strade.
Potrete esibire la presente comunicazione ai genitori che Vi
manifesteranno critiche per le sanzioni comminate ai propri figli in
seguito a violazioni del codice della strada.
Il 24/11/2001 le scuole di
San Mauro Pascoli (FC) hanno partecipato ad un progetto pilota sulla
sicurezza stradale, al quale hanno collaborato la Provincia di Forlì,
il Comune di San Mauro Pascoli, l'Osservatorio Regionale per la
sicurezza stradale ed il Provveditorato agli studi di Forlì.
Nessuna di tali istituzioni aveva accolto il nostro invito per
partecipare alla giornata dei lavori sulla sicurezza stradale durante
il 3° Convegno "primaepoi", ma naturalmente abbiamo
assicurato la nostra presenza alla manifestazione. Giornali ed
emittenti locali hanno dato ampio risalto all'evento ed alle
dichiarazioni dei rappresentanti istituzionali. Abbiamo cercato di
far sentire anche la nostra voce, ma abbiamo provocato reazioni
esasperate ed offensive che ci hanno indotti a rivendicare
formalmente la dignità civile e morale delle nostre finalità
associative. A commento di tale esperienza, abbiamo richiesto alla
"Gazzetta del Rubicone" di pubblicare un nostro comunicato,
ma il Comune di San Mauro Pascoli ha lamentato la carenza di spazio
disponibile. Pertanto provvediamo alla divulgazione della nostra
"nota stonata" attraverso il sito associativo.
LA NOSTRA NOTA
STONATA
Questo è il ragionamento
che sembra essere stato fatto: anche la paura è responsabile
dei tanti incidenti che avvengono sulle nostre strade? Allora bisogna
vincere la paura.
Si organizza una manifestazione
per i ragazzi che frequentano le scuole elementari e medie inferiori
invitando anche i loro genitori. Siccome si è consapevoli che
l'educazione stradale interessa poco, si decide di richiamare la loro
attenzione con argomenti più piacevoli. Viene perciò
organizzato un incontro nel quale, oltre a propinare i soliti
insegnamenti, si fa un esperimento innovativo: si distribuiscono ai
presenti vari oggetti pubblicitari in omaggio; si allestiscono alcuni
stand dove vengono esposti i più recenti modelli di
ciclomotori e di biciclette in commercio; si espone in posizione
privilegiata una autovettura (opportunamente elaborata in chiave
corsaiola) che possa richiamare l'attenzione generale; si mettono in
palio dei premi per gli studenti che si recheranno a scuola con mezzi
propri (anche se è ben nota la carenza di piste ciclabili). Se
nonostante ciò fosse rimasto qualche timore nei confronti
della strada, c'è un'altra risorsa. Viene organizzata per
studenti e genitori una dimostrazione di guida sicura con la
partecipazione di un noto campione di rally.
Nessuna delle
istituzioni presenti è venuta a porgerci un cenno di saluto o
a visitare il piccolo spazio che ci era stato messo a disposizione.
Ci siamo trovati a disagio, poiché non ci sentivamo parte
integrante di quel "modello educativo". I ragazzi
(soprattutto quelli più piccoli) non capivano perché
anche noi fossimo lì. Il materiale che esponevamo era
soprattutto dedicato ai genitori, ma quasi nessuno di loro si è
avvicinato. Il cesto nel quale dovevano essere raccolti suggerimenti
o disponibilità alla collaborazione per migliorare la
sicurezza stradale sul territorio è rimasto completamente
vuoto. E' stata una esperienza estremamente deludente.
Quando abbiamo richiesto al Comune
di San Mauro Pascoli di pubblicare il nostro diverso punto di vista
sul periodico locale "La Gazzetta del Rubicone", ci è
stato risposto che non era possibile.
L'intera vicenda dovrebbe
stimolare costruttivi spunti di riflessione. Sembra che alcune
"interferenze" del mondo del volontariato sul tema della
sicurezza stradale siano guardate con diffidenza o contrastate, ma su
questo delicato argomento faremo presto sentire la nostra voce con
altre note stonate.
Arriva anche il momento in cui ci si
rende conto che alle parole ed ai buoni propositi devono subentrare i
fatti. Ogni timore o titubanza si dissolve, la parola chiedere si
trasforma in pretendere, la debolezza si trasforma in forza, le
parole si trasformano in azioni, la commiserazione pretende di essere
trasformata in considerazione. Dopo l'apparente boicottaggio del 4°
convegno "primaepoi", abbiamo deciso di far conoscere
alcuni fatti sconcertanti e di dare un preciso volto ai soggetti
istituzionali interessati. Naturalmente ricercheremo ogni possibile
forma di collaborazione, ma rivendicheremo con forza la dignità
che ci deve essere riconosciuta. Siccome i convenzionali organi di
informazione spesso ignorano i nostri appelli e le nostre
rivendicazioni, affidiamo frequentemente la nostra voce ad internet,
alla posta elettronica, a messaggi esposti sulle tombe di giovani
vittime della strada, al passaparola ed ad altri strumenti
divulgativi non convenzionali. Riportiamo un estratto delle nostre
esperienze o offerte di collaborazione rivolte a rappresentanti
istituzionali:
Il
13/10/2010 abbiamo inserito nella nostra pagina facebook
il seguente messaggio:
NEL 2007 I SINDACI DI SAVIGNANO SUL RUBICONE,
SAN MAURO PASCOLI E GATTEO HANNO NEGATO UN CONTRIBUTO
SIMBOLICO DI 49 EURO IN FAVORE DELLA ONLUS PU.RI, A
PARZIALE RIMBORSO DELLE SPESE VIVE DA SOSTENERE
PER L'ATTIVITA' DI VOLONTARIATO PROPOSTA PER
MIGLIORARE LA SICUREZZA STRADALE E PER DARE SOSTEGNO
AI FAMILIARI DELLE VITTIME E DEI DISABILI DELLA STRADA
(educazione stradale nelle scuole, educazione stradale
agli anziani, rilevazioni fotografiche dei punti in cui la
viabilità è più pericolosa, messaggi
di sensibilizzazione attraverso la gazzetta del Rubicone,
organizzazione e/o partecipazione a convegni o dibattiti,
sostegno ai familiari edi vittime o disabili della strada
ed altro ancora).
A fronte di una richiesta formale in tale senso
(protocolli del 16/4 e 14/7/2007) l'Unione Comuni del
Rubicone ha deciso di NON DARE RISPOSTA E QUINDI DI
NON ACCOGLIERE L'OFFERTA DI COLLABORAZIONE.
Cittadini del Rubicone, la Gazzetta del
Rubicone ha ben altre cose da divulgare per
valorizzare la buona immagine delle amministrazioni
comunali. Fate quindi circolare certe informazioni e
non fate spallucce se volete diminuire le probabilità
di entrare in contatto diretto con una tragedia
stradale familiare.
Ad uno dei messaggi di stupore e solidarietà
abbiamo risposto nel seguente modo:
SCARSO RISPETTO PER LE VITTIME DELLA STRADA E PER LE
ASSOCIAZIONI CHE LE RAPPRESENTANO. Grazie Mauro per la
costante solidarietà. C'è da essere "schifati"
non solo per certi comportamenti delle amministrazioni
comunali, ma anche per il mene...freghismo della gente comune
che abita nella vallata del Rubicone e che magari ha letto
distrattamente l'appello su fb, senza minimamente pensare di
rilanciare il messaggio o di assumere un ruolo più
attivo. Gli uni e gli altri dimostrano scarso rispetto per le
vittime della strada e per coloro che più di altri le
rappresentano.
Il
21/09/2009 abbiamo inserito nella nostra pagina facebook il seguente
messaggio: Stragi stradali:
Presidente Napolitano, dica qualcosa! Diverse
associazioni di volontariato stanno alimentando un costruttivo
dibattito in materia di sicurezza stradale, attraverso scambi di
posta elettronica con titolo corrispondente a quello di questa nota.
La nostra associazione ha voluto esprimere alcune valutazioni col
seguente messaggio: " Ci siamo stancati di ripetere
inutilmente le stesse cose da anni, perchè ora non ci sentiamo
più gratificati quando un importante rappresentante
istituzionale sembra dedicarci un minimo d'attenzione. Quasi sempre
dopo essere stati ascoltati e rassicurati non succede assolutamente
niente. Non so come la pensino le altre
associazioni, ma la nostra onlus si è spesso sentita presa per
i fondelli da mediocri personaggi pubblici non all'altezza della
carica che ricoprono. Dovrebbe
essere il mondo del volontariato a pretendere la risoluzione dei
problemi con i fatti, impedendo il proliferare di tante inutili
chiacchere. Un irriverente slogan
satirico delle nostre parti esprimeva tale concetto con queste
parole: "vogliamo fatti e non pugnette". Per
coordinare le nostre attività ci si potrebbe incontrare di
tanto in tanto, almeno tra i firmatari della Carta Europea della
sicurezza stradale, alla quale si dovrebbe però chiedere
un'azione di supporto e di coordinamento ben più incisiva".
Firmato Onlus PU.RI.
Il
27/07/2007 abbiamo protocollato presso il comando dei Vigili Urbani
la seguente richiesta d'intervento, poichè il Codice della
Strada viene spesso disapplicato quando le responsabilità sono
riconducibili agli Enti Gestori delle strade. Oggetto:
Cartelli stradali pubblicitari e segnaletica stradale. Richiesta
d'intervento per accertare eventuali violazioni dell'art. 23 del
codice della strada (in particolare commi 1-4 e 13).
In passato la nostra associazione ha ripetutamente segnalato agli
Enti gestori l'opportunità di istituire la figura del
"collaudatore delle strade", per verificare periodicamente
lo stato di sicurezza della rete viaria ed in particolare il rispetto
della vigente normativa.
Con spirito collaborativo e nell'intento di prevenire tragedie
stradali prevedibili, sottoponiamo al Vostro comando alcune
situazioni che hanno suscitato qualche nostra perplessità:
CARTELLI PUBBLICITARI: Abbiamo notato che in prossimità di
molte rotatorie (talvolta anche all'interno) sono stati inseriti
pannelli pubblicitari che potrebbero provocare la distrazione degli
utenti della strada proprio nei punti in cui è richiesta
maggiore attenzione. Si allegano alcune foto esplicative (rotatoria
all'ingresso del Comune di San Mauro Pascoli con all'interno la
pubblicità di un rally cittadino; rotatoria "Quattro
Strade" con all'interno pubblicità aziendale; rotatoria
"Iperrubicone" con pubblicità inserita sul perimetro
esterno ed in prossimità degli accessi; pubblicità
aziendale inserita vicina ad un segnale di "stop" in
prossimità del casello autostradale Rimini Nord).
SEGNALETICA STRADALE: In passato abbiamo segnalato episodi di
segnaletica stradale carente, superflua, incoerente ed ingannevole.
In questa occasione documentiamo alcune situazioni che potrebbero
provocare pericolose incertezze nella condotta di guida degli utenti
della strada (foto nuova rotatoria di Savignano per Canonica in cui,
a differenza di altre rotatorie, nell'accesso verso monte non è
presente nè il segnale di divieto per la direzione sinistra,
nè la freccia di indicazione verso destra; all'uscita da
Savignano, foto del cartello di indicazione illeggibile per la
deviazione verso Sogliano; a San Mauro Pascoli foto di uno dei tanti
segnali superflui di fine limite velocità 30 km. posto vicino
al segnale che obbliga a dare la precedenza; Gatteo ed Iper segnali
pre-rotatoria).
PISTE CICLABILI: Per i lavori in corso a San Mauro
Pascoli sulla Via Rimini (foto allegata) si richiama l' Art. 14,
comma 2 bis, del Codice della Strada: "gli enti proprietari
delle strade provvedono altresì, in caso di manutenzione
straordinaria della sede stradale, a realizzare percorsi ciclabili
adiacenti purché realizzati in conformità ai programmi
pluriennali degli enti locali, salvo comprovati problemi di
sicurezza". Come sarà possibile con i nuovi fabbricati
costruiti a ridosso della strada?
CONTROLLI: Qualche mese fa suggerimmo di vietare il
pericoloso accesso di biciclette e ciclomotori sulla Via Antica
Emilia, che collega i Comuni del Rubicone all'A14. La strada si
trova in condizioni pietose ed il divieto di circolazione per i
mezzi pesanti viene spesso impunemente violato.
Auspicando un Vostro urgente interessamento al
riguardo, salutiamo distintamente.
Allegate: 16 foto esplicative delle situazioni
descritte.
Il
26/11/2002 abbiamo inviato a molti rappresentanti istituzionali ed ai
principali organi di informazione locale il seguente comunicato.
Una
piadina con l'indifferenza al posto del prosciutto.
Recentemente la
trasmissione RAI "Uno mattina" ha ospitato alcuni
rappresentanti istituzionali del Riminese per parlare dei prodotti
tipici della zona, ma per la piadina è stato trascurato un
ingrediente fondamentale: l'indifferenza. Da diversi anni
cerchiamo di coinvolgere il Comune e la Provincia di Rimini nelle
iniziative che promuoviamo sul territorio, ma non abbiamo mai
ricevuto alcun cenno di disponibilità. Nonostante ciò,
i nostri giovani docenti disabili hanno incontrato migliaia di
studenti per parlare di educazione stradale, abbiamo realizzato
quattro convegni nazionali (due a Rimini e due a Bellaria) con il
patrocinio di altri Enti Pubblici, abbiamo incontrato diversi
familiari di vittime della strada colpiti da lutto recente ed abbiamo
svolto una costante opera di sensibilizzazione sul territorio.
Purtroppo anche la gente comune sembra disinteressata e poco
disponibile ad assumere un ruolo attivo per fermare la strage
stradale. Per questi motivi utilizziamo spesso lo slogan provocatorio
"Tra gli struzzi di Romagna una strage che urla vergogna",
in quanto la nostra regione si trova al vertice della classifica
nazionale per numero di vittime (in rapporto alle auto circolanti) e,
se non ci saranno correttivi, una famiglia su dieci avrà un
morto o un disabile grave all'interno delle mura domestiche a causa
di incidenti stradali. Questo non significa gufare, ma prendere
consapevolezza dei fatti.
Dovendo programmare
l'attività per il 2003, circa un mese fa abbiamo fatto alla
Provincia ed al Comune di Rimini la seguente domanda : Se siete
intenzionati a collaborare ed a sostenere concretamente le nostre
iniziative, fatecelo sapere al più presto. Siamo ancora in
attesa di una improbabile risposta.
In Romagna la
piadina non ha più il sapore di una volta, ma forse la colpa è
dei nuovi ingredienti o dei gusti che sono cambiati.
Il
15/11/2002 abbiamo inviato la seguente lettera aperta al Sindaco di
Cesena Arch. Conti ed al Presidente della Provincia di Forlì-Cesena
Prof. Gallina:
Nonostante le ripetute
sollecitazioni al coinvolgimento diretto (per sostenere le nostre
iniziative in materia di sicurezza stradale), non abbiamo mai
ricevuto alcun Vostro cenno di concreta e significativa
disponibilità. L'anno scorso i nostri docenti (ragazzi
disabili e familiari di vittime della strada) hanno fatto alcuni
incontri nelle scuole di Cesena e siete stati invitati ad assistervi.
Non c'è stata alcuna risposta e siamo rimasti molto delusi per
l'indifferenza e la scarsa sensibilità nei confronti della
nostra attività. Purtroppo simili comportamenti deludono le
aspettative dei nostri "docenti" di educazione stradale e
con il passare degli anni il loro numero si è sensibilmente
ridotto. Fortunatamente avviene esattamente il contrario per le
associazioni che in altre zone hanno preso spunti dal nostro "modello
educativo". A tale proposito alleghiamo
un documento della Fondazione Alessio Tavecchio di Monza
(www.alessio.org),
nel quale sono stati evidenziati con colore rosso i riferimenti alla
nostra associazione. Vale la pena di leggerlo integralmente e vi
invitiamo a farlo con mente aperta e molta attenzione.
Dovendo definire il calendario degli impegni per
il 2003, Vi facciamo una domanda alla quale potrete rispondere
semplicemente con un "sì" o con un "no".
Ritenete utile l'attività della nostra associazione e siete
disposti a sostenerla ed a collaborare concretamente rispettandone
l'autonomia? Siamo consapevoli che spesso la nostra voce è
sgradita e fuori dal coro, ma il fine ultimo è sempre quello
di fermare la strage stradale e di dare sostegno alle vittime della
strada ed ai loro familiari. Non c'è alcun astio personale se
negli incontri con gli studenti evidenziamo anche le responsabilità
di istituzioni e famiglie, se con un nostro esposto alla Procura
abbiamo provocato l'apertura di indagini per la messa in sicurezza
delle strade nella provincia di Forlì-Cesena o se gli studenti
delle scuole medie di San Giorgio di Cesena hanno protocollato la
mappa dei punti più pericolosi della viabilità
(segnalando le possibili soluzioni) da consegnare a coloro che in
futuro dovessero subire incidenti prevedibili nei punti segnalati.
A titolo di referenza alleghiamo una scheda
riassuntiva che descrive ciò che abbiamo fatto nel 2001. Le
iniziative più recenti sono riportate sul sito
http://digilander,libero.it/puri.
Il
Sindaco di Cesena Arch. Conti ha risposto dichiarando che
l'Amministrazione Comunale è fortemente impegnata per
migliorare la sicurezza stradale e che sia le Istituzioni pubbliche,
sia le più diverse associazioni e organizzazioni sociali
possono, ciascuno nel proprio ruolo e in piena autonomia, contribuire
a rendere più sicura la vita di noi tutti.
Bla..bla..bla
In
sostanza la risposta alla nostra proposta di collaborazione è
stata "no".
Il
13/11/2002 abbiamo inviato al Sig. Zoffoli, Sindaco di Gambettola, il
seguente messaggio:
Nonostante la conoscenza personale e le ripetute
sollecitazioni al coinvolgimento diretto (per sostenere le nostre
iniziative in materia di sicurezza stradale), non ho mai ricevuto
alcun Suo cenno di concreta disponibilità. L'anno scorso i
nostri docenti (ragazzi disabili e familiari di vittime della strada)
hanno fatto due incontri con le scuole medie di Gambettola e
nell'ultimo di questi Le esposi con estrema franchezza la nostra
delusione per l'indifferenza e la scarsa sensibilità nei
confronti della nostra attività. Purtroppo simili
comportamenti deludono le aspettative dei nostri "docenti"
di educazione stradale e con il passare degli anni il loro numero si
è sensibilmente ridotto. Chissà se qualcuno proverà
sensi di colpa.
Dovendo definire il calendario degli impegni per
il 2003, Le faccio una domandina semplicissima alla quale potrà
rispondere solo con un "sì" o con un "no":
Come Sindaco di Gambettola ritiene utile l'attività della
nostra associazione ed è disposto a sostenerla concretamente
senza farsi condizionare da valutazioni di convenienza istituzionale?
Se anche questa comunicazione dovesse ricevere una
Sua silenziosa risposta, ne prenderò semplicemente atto e ne
terrò conto nel programmare la nostra futura attività.
Le allego una scheda riassuntiva che descrive l'attività del
2001.
C'è stata una risposta attraverso le pagine di alcuni
quotidiani locali: Il Sindaco Zoffoli ed il comandante dei Vigili
Urbani Marchi hanno colto la palla al balzo per rivendicare una serie
di iniziative che l'Amministrazione Comunale ha assunto per
migliorare la sicurezza stradale a Gambettola .
Le nostre affermazioni sono state
definite "inaccettabili" ed hanno provocato indignazione.
E' il colmo. Alla faccia della semplicità. Il
15/11/2002 abbiamo inviato al Sindaco il seguente messaggio: "...la
domandina evidentemente Le è stata formulata in modo confuso.
Non Le ho chiesto di illustrare ciò che l'Amministrazione
Comunale di Gambettola ha fatto e sta facendo per la sicurezza
stradale, ma, dovendo definire il calendario degli impegni per il
2003, se ritiene utile l'attività dell'associazione che
presiedo e se è disposto a sostenerla concretamente, senza
farsi condizionare da valutazioni di convenienza istituzionale.
Prendo atto della Sua risposta che
interpreto come "no".
Se avessi errato l'interpretazione, me lo faccia sapere".
La nostra interpretazione era corretta!!
Il
6/11/2002 abbiamo inviato all'assessore Neri del Comune di San Mauro
Pascoli il seguente messaggio:
Dobbiamo purtroppo ritornare a
parlare del progetto pilota denominato "sulle strade senza
paura", tenuto a battesimo circa un anno fa nelle scuole di San
Mauro Pascoli, con il sostegno dell'Osservatorio Regionale per la
sicurezza stradale, della Provincia di Forlì-Cesena, del
Provveditorato agli studi di Forlì e del Comune di San Mauro
Pascoli. A seguito delle riserve che esprimemmo su quel modello
educativo (lo definimmo troppo festaiolo) ci fu inviata una
comunicazione sconcertante, che riscontrammo con il documento
allegato. Da allora è calato il silenzio e ci siamo sentiti
circondati da una spessa coltre di indifferenza/insofferenza. Per la
prima volta, dopo tanti anni, le scuole medie di San Mauro Pascoli
non hanno richiesto un incontro con i nostri "docenti"
disabili, nonostante le sollecitazioni provenienti da studenti e
genitori. Le scuole medie di Savignano, Gatteo e Gambettola hanno
assunto un analogo comportamento. Quando poi abbiamo proposto di
premiare uno specifico tema sulla sicurezza stradale e di partecipare
ad una lezione di educazione stradale durante i lavori del 4°
convegno "primaepoi", nessuno ha risposto. La stessa sorte
è toccata al Difensore Civico di Cesena, quando ha invitato il
Sindaco di San Mauro Pascoli a dare adeguata considerazione alle
iniziative promosse dalla nostra associazione. Le nostre critiche al
progetto pilota "sulle strade senza paura" riguardarono
anche un altro specifico aspetto, poichè segnalammo che mentre
da una parte venivano premiati gli studenti che si recavano a scuola
con mezzi propri (a piedi o in bicicletta), dall'altra non si era
tenuto conto della carenza di idonee piste ciclabili per garantire un
percorso in sicurezza. Dopo tale segnalazione furono realizzati
alcuni percorsi ciclabili riservati sulle carreggiate stradali già
esistenti. La
presenza di vigili urbani ed altri ausiliari del traffico negli orari
di entrata ed uscita dalle scuole fu comunque capillare e
rassicurante . Alla fine dell'anno scolastico, statistiche alla mano,
si è enfatizzato il successo dell'iniziativa, dandone ampio
risalto sugli organi di informazione locale.
Con l'inizio del nuovo anno
scolastico alcune soluzioni estemporanee in materia di piste
ciclabili sono state rimosse (sembra non corrispondessero alle norme
vigenti) e la presenza dei vigili urbani in prossimità delle
scuole si è notevolmente rarefatta. Rispetto
all'anno scorso, è quindi notevolmente aumentata la soglia di
pericolosità per gli studenti che si recano a scuola con mezzi
propri. In passato abbiamo già denunciato i rischi connessi a
certi "esperimenti", ma quel che più ci sconcerta è
l'irresponsabile disinteresse che diversi genitori sembrano
dimostrare verso questo problema.
Il
12/11 di cinque anni fa a San Mauro Pascoli il tredicenne Alex
Trombini rimase vittima di un incidente stradale, mentre percorreva
in bicicletta una strada, priva di pista ciclabile, per recarsi a
scuola. All'annuale cerimonia religiosa di commemorazione sono sempre
presenti tantissimi ragazzi, ma pochissimi genitori.
Forse, come Lei sostiene, abbiamo
carenze propositive e siamo condizionati da patemi e visioni
catastrofiche della vita. Forse per questo motivo la nostra voce
viene soffocata e la nostra attività di volontariato viene
spesso scoraggiata o boicottata. Forse abbiamo esagerato quando
recentemente nelle trasmissioni televisive "la vita in diretta"
e "Maurizio Costanzo Show" abbiamo denunciato
l'indifferenza che ci circonda, le responsabilità di natura
istituzionale e gli insulti rivolti alle vittime della strada ed ai
loro familiari. Forse con questa lettera aperta comprometteremo ogni
possibilità di futura collaborazione con il Suo assessorato
(al momento inesistente). Quel che è certo è che
intendiamo fermare la strage stradale con determinazione e con una
costante opera di sensibilizzazione, mettendo a disposizione, nei
limiti del possibile, la nostra collaborazione e la nostra
"esperienza".
L'assessore Neri ha
risposto rilevando che se la collaborazione con l'Assessorato alla
Scuola del Comune di San Mauro, è, come si sostiene,
attualmente inesistente, ciò deriva dal fatto che, pur
perseguendo le stesse finalità, si seguono modalità e
percorsi diversi e per questa ragione i
sentieri non si incontrano. Nella
risposta vengono poi descritte le diverse iniziative promosse
dall'Amministrazione Comunale per migliorare la sicurezza stradale
con l'invito a guardarle con occhio meno prevenuto.
Il
5/11/2002 abbiamo inviato al Presidente della Regione Emilia Romagna
ed all'Osservatorio Regionale il seguente messaggio:
Entro la fine di Novembre, la
nostra associazione elabora (nelle linee essenziali) il programma di
attività per il nuovo anno, sulla base delle esperienze
acquisite, delle risorse disponibili e della disponibilità di
tempo dei propri associati. Purtroppo alcuni giovani "docenti"
disabili non potranno più accordarci la loro collaborazione
per l'insegnamento dell'educazione stradale nelle scuole e saremo
quindi costretti a ridimensionare notevolmente questo settore di
attività. Probabilmente ciò non sarebbe successo se le
istituzioni alle quali abbiamo rivolto ripetuti ed accorati appelli
ci avessero concesso maggior sostegno e collaborazione. In queste
ultime settimane abbiamo ricevuto numerose proposte per sviluppare la
nostra attività di volontariato in altre Regioni, ma ciò
comporterebbe una profonda revisione di tutto il nostro apparato
organizzativo. Dovremo comunque operare delle scelte al più
presto e per tale motivo intendiamo verificare la vostra
disponibilità per una concreta ed incisiva collaborazione
operativa. Ci è stato in particolare proposto di realizzare il
prossimo 5° convegno "primaepoi" (educazione e
sicurezza stradale, dopo incidente, terapie di guarigione non
convenzionali, indecente mercato dell'occulto, esiste l'aldilà?)
in altre città (Roma, Milano...) con il convinto e
determinante sostegno di istituzioni ed associazioni del luogo. Prima
di assumere delle decisioni al riguardo, vorremmo sapere se la
Regione Emilia Romagna è interessata a sostenere una simile
manifestazione, nel caso decidessimo di riproporla a Rimini. In caso
di interesse, si potrebbero ipotizzare alcune particolari iniziative
da organizzare congiuntamente, come ad esempio la ricerca di
possibili forme di collaborazione tra la Regione Emilia Romagna e le
varie associazioni familiari vittime della strada operanti sul
territorio, una lezione di educazione stradale impartita da ragazzi
(disabili e non) a studenti ed adulti, la premiazione dei migliori
temi su specifici temi riguardanti la sicurezza stradale, un
confronto costruttivo per ricercare obiettivi condivisi con le
compagnie di assicurazione.... Probabilmente in passato ci sono state
delle incomprensioni e probabilmente ne siamo in gran parte
responsabili. Voltiamo pagina e facciamo assieme ogni possibile
sforzo per cercare di fermare l'assurda strage stradale che si
consuma quotidianamente sulle nostre strade. In attesa di un Vostro
urgente cenno di disponibilità, salutiamo con distinta stima.
L'Osservatorio
Regionale ha risposto proponendo un incontro interlocutorio con le
varie associazioni di familiari vittime della strada operanti nella
Regione Emilia Romagna. L'incontro non c'è mai stato.
L'1/11/2002
abbiamo inviato al Sindaco di Rimini Ravaioli ed all'assessore
provinciale Nando Piccari il seguente messaggio (ne riportiamo uno
stralcio), con preghiera di inoltrarne una copia al Presidente della
Provincia di Rimini Fabbri:
....Mi fu manifestata sorpresa ed
incredulità, ma nel contempo ricevetti assicurazione che sarei
stato contattato al più presto per sviluppare una costruttiva
collaborazione. Ha invece fatto seguito un inaspettato silenzio. Nel
mese di Luglio ho ripetutamente cercato di mettermi in contatto con
Voi, Vi ho richiesto un aiuto per coinvolgere le scuole nella lezione
di educazione stradale che alcuni giovani "docenti"
disabili avrebbero tenuto nella prima giornata del convegno e Vi ho
invitati a partecipare al dibattito "nonsolochiacchere",
pregandovi di estendere l'invito a tutti i consiglieri comunali e
provinciali ed alla polizia municipale. Ancora una volta ha fatto
seguito un silenzio assordante, ma mi rifiuto di pensare che ciò
significhi insensibilità o scarsa considerazione nei confronti
delle vittime della strada e dei loro familiari. Al dibattito
"nonsolochiacchere" non era presente alcun rappresentante
istituzionale e, per una serie di altre strane situazioni di
contorno, è stato ipotizzato il boicottaggio di un evento
giudicato "scomodo". Relatori e convegnisti sono rimasti
stupefatti. Quest'anno il convegno "primaepoi" ha
approfondito il tema dell'indifferenza e nella trasmissione RAI "La
vita in diretta" del 23/10 (nel corso di un collegamento da
Rimini) è stato divulgato lo slogan della manifestazione
appena conclusa: Vittime della strada - c'è chi prega e chi se
ne frega.
... Per questo motivo intendo
"giocare" a carte scoperte, prospettandoVi le scelte che mi
accingo a fare:
Ho già ricevuto numerose
proposte per sviluppare la nostra futura attività di
volontariato altrove. Mi è anche stato proposto di realizzare
il prossimo convegno "primaepoi" in altre città
(Roma, Milano...) con il convinto e concreto sostegno di istituzioni
ed associazioni del luogo. Se siete intenzionati a collaborare ed
a sostenere concretamente le nostre iniziative, fatemelo sapere al
più presto.... poichè chiunque si trovi nelle
condizioni di intervenire per arginare l'emergenza dell'invalidità
e mortalità sulle strade ha il dovere morale e civile di
farlo, altrimenti si rende complice delle conseguenze.
A completa disposizione per una
fattiva collaborazione ed in attesa di urgente riscontro, saluto con
distinta stima.
Stiamo
ancora aspettando una improbabile risposta.
Il
25/6/2002 è stato inviato ai Presidenti della regione e della
giunta regionale Emilia Romagna il seguente messaggio che non ha
ricevuto risposta:
Stim.mi Presidenti,
Gli organi di informazione stanno
riportando notizie allarmanti sulla strage stradale nella nostra
Regione. Si moltiplicano gli incontri (ai quali normalmente non siamo
neppure invitati), le elaborazioni statistiche ed i comunicati, ma la
voce delle vittime e dei loro familiari viene spesso soffocata. Nel
rivendicare la dignità ed il ruolo che ci compete,
sollecitiamo un incontro chiarificatore e propositivo, inoltrandoVi
ancora una volta la richiesta del 19/3/2002, mai riscontrata. A
prescindere da ogni altra considerazione, facciamo appello al
sentimento di "rispetto" che dovrebbe essere dovuto verso
chi ha provato direttamente sulla propria pelle il trauma di una
tragedia stradale. L'Associazione
per la sicurezza stradale di Ferrara vorrà dare divulgazione
al presente documento attraverso i principali organi di informazione.
Per il coordinamento regionale
delle associazioni familiari e vittime della strada:
Giuseppe Raduano
Il
17/3/2002 si sono incontrate a Modena diverse sedi di associazioni di
familiari vittime della strada operanti in Regione. Si sono assunte
decisioni congiunte ed è anche stato deciso di richiedere un
incontro al Presidente della Regione Emilia Romagna, richiamando
la risoluzione delle Nazioni Unite 40/30 (1985) nella parte in cui si
raccomanda ai paesi membri di trattare le vittime con sensibilità
e rispetto della propria dignità, adoperandosi affinchè
sia loro concessa l'opportunità di esprimere e comunicare
l'impatto che il trauma ha causato.
Troppo spesso la responsabilità
degli incidenti viene imputata al destino, alla nebbia, alla pioggia,
alla condotta di guida o ad una serie di altri motivi. E' una verità
parziale, poiché si tende a sottovalutare l'aspetto della
prevedibilità, con ogni conseguente implicazione sul piano
delle responsabilità. Troppo spesso le vittime della strada ed
i loro familiari subiscono mortificazioni e violenze intollerabili
dopo aver sofferto un gravissimo trauma. Con questo consapevolezza e
con questo spirito sono stati chiesti adeguati ed urgenti interventi
per la miglior tutela degli utenti della strada.
Il
24/8/2004 abbiamo cercato di sensibilizzare gli organi di stampa
sulle responsabilità
degli Enti gestori delle stradecon
il seguente comunicato:
Consapevoli
dell'eccessiva lunghezza del testo, non vi chiediamo di pubblicare il
presente documento, ma con spirito di costruttiva collaborazione
crediamo però possano esserVi utili alcune delle informazioni
che abbiamo selezionato (tratte da una direttiva divulgata dal
Ministero dei Lavori Pubblici nell'anno 2000) per un più
esauriente servizio informativo.
Con la segnaletica
si avvertono gli utenti che
percorrono la strada dei pericoli presenti, si prescrive il modo di
comportarsi, si danno informazioni e indicazioni per le scelte
d'itinerario.
Da un calcolo fatto risultano
inutili circa il 30% dei segnali stradali installati. Fare
quindi una buona segnaletica non vuol dire riempire la strada di
cartelli, quanto piuttosto mettere solamente quelli che servono;
aumentare a dismisura il numero, di messaggi dati all'utente è
un'operazione non conveniente sia sotto il profilo economico che di
efficienza.
La disciplina della
circolazione stradale è stabilita, in virtù dell'art.
5 del codice, dall'ente proprietario della strada attraverso
ordinanze motivate, che sono rese note all'utenza attraverso
i segnali stradali. Motivare un'ordinanza significa che ogni volta
che si dispone un sistema segnaletico, si devono fare delle indagini
o delle ricerche per dimostrare la validità dell'atto. A
volte vengono invece scritte delle ordinanze, con palese difetto di
motivazione.
I segnali di lavori in
corso e le barriere di testata devono essere corredati di
lampade a luce rossa fissa per la visibilità notturna.
Lampade gialle lampeggianti devono essere utilizzate sugli imbocchi
in diagonale, mentre sul lato longitudinale si possono adottare luci
gialle fisse. Quando si delimita un cantiere urbano è
necessario porre in opera luci rosse fisse o catarifrangenti rossi
lungo il perimetro, in modo da renderlo più evidente ai
pedoni e alle auto. Nei cantieri mobili si possono utilizzare grandi
dispositivi luminosi. Il cantiere mobile si può però
utilizzare solamente se si hanno strade con almeno due corsie per
senso di marcia. In questo caso il cantiere può ridursi a
soli due cartelli, che hanno però grandi dimensioni e con
sistemi luminosi che funzionano anche di giorno, in modo da causare
negli utenti un impatto visivo molto forte.
Il codice della strada
prevede di fare rimanere ai comuni tutti i proventi
delle verbalizzazioni
accertate dagli organi di polizia municipale sul proprio territorio,
e quindi anche su strade non comunali. Se le amministrazioni
avessero utilizzato questi fondi come dice l'art. 208, si sarebbe
potuto certamente sistemare in questi ultimi anni, tutta la
segnaletica. Questi fondi non devono necessariamente essere
utilizzati solo per la segnaletica, ma si possono impiegare anche
per il miglioramento della circolazione e della viabilità. Si
possono quindi spendere queste risorse in tutti i modi possibili per
migliorare l'efficienza del servizio per la tutela delle strade, ma
non si può sopportare che le amministrazioni continuino ad
utilizzarli per tappare buchi di bilancio.
Molti limiti
di velocità sono
scaturiti da abitudini del passato e non da riflessioni o da calcoli
precisi. La segnaletica non può quindi essere intesa come un
qualcosa di statico, ma va adeguata all'evoluzione dei tempi. Spesso
gli utenti della strada viaggiano sopra i limiti, non perché
vogliono intenzionalmente trasgredire le regole, ma perché si
rendono conto che la tecnologia e le prestazioni dei veicoli, a
parità di condizioni di sicurezza, sono maggiori di quelle di
un tempo.
Quando si vuole imporre un
limite massimo di velocità localizzato e particolarmente
adatto alla circostanza, non si può imporlo a tavolino,
perché bisogna prima studiare la situazione di quella strada.
Se si adotta un limite
di velocità di 30 km/h
si deve prima dimostrare la
necessità di quel limite, in seguito, se questo non è
sufficiente a far ridurre la velocità, si possono impiegare i
dossi. Ci sono amministrazioni che pongono limiti di velocità
di 30-40 km/h, su strade scorrevoli e dove non è mai successo
un incidente, che nessuno riconosce come idonei.
Per fare un'operazione intelligente, converrà quindi imporre
come velocità massima quella che non è superata dalla
maggior parte dei veicoli; perché se l'85-90% degli utenti
percorre quella strada, in condizioni normali, senza superare, quel
limite, significa che quella è la velocità adatta per
quel posto. Un'operazione
del genere si è fatta in Italia rarissime volte, infatti si
criticano frequentemente i limiti di velocità che sono spesso
ignorati. Gli utenti della strada devono avere più rispetto,
ma si deve anche ridare al segnale il significato e la dignità
che meritano. Collocando
un segnale solo con lo scopo di scaricare le proprie responsabilità,
è certo che si fa un pessimo servizio.
Siamo stati purtroppo capaci
in questi anni di distruggere la coerenza
dei sistemi segnaletici,
perché si è sempre pensato di risolvere i problemi
della circolazione aggiungendo nuovi segnali stradali. Quando i
segnali rappresentano un pericolo individuato devono essere
utilizzati senza alcun commento.
Tutti i segnali nella loro collocazione fisica devono rispettare due
criteri essenziali: l'avvistamento e il posizionamento. L'aspetto
più importante è sicuramente l'avvistarnento,
che significa avere un tratto di
strada libero da ostacoli per permettere una facile visibilità
e lettura del cartello stradale. La distanza d'avvistamento deve
quindi servire per riconoscere il cartello come tale, deve
consentire la lettura dello stesso e quindi attuare il comportamento
o la scelta conseguente. E' importante ed indispensabile garantire
questa distanza; segnali messi dietro ad una curva o coperti da rami
rappresentano una disattenzione imperdonabile. Non si può
infatti pretendere che l'utente della strada rispetti segnali che
vede all'ultimo momento.
Se
si ha un preavviso che indica una certa destinazione, che non viene
però ripetuto durante l'itinerario, si crea nell'utente unaindecisione
che, assieme alla distrazione, è oggi la prima causa
d'incidentalità e la seconda di mortalità, dopo
l'eccesso di velocità.
Molte volte capita infatti di
arrivare ad un incrocio senza sapere quale direzione prendere, o di
svoltare, frenando all'ultimo momento, perché si è
letto il cartello troppo tardi. Sono queste indecisioni, causate da
una segnaletica inesistente o fatta male, cui bisogna porre rimedio
con tempestività, se non altro a scanso di responsabilità.
Essendo il passo carrabile
soggetto ad autorizzazione, ci deve essere da parte di chi lo
rilascia, I'accortezza e il buon gusto d'accertare che sia anche
godibile, come nel caso di strade strette. In molti casi il comune
rilascia l'autorizzazione senza preoccuparsi di vedere cosa succede
sul lato opposto della strada. Può capitare infatti che, non
essendoci il divieto di sosta, le persone parcheggino regolarmente
sul lato opposto della strada, provocando disagi a chi deve uscire
dal passo carrabile. Sempre in tema di sosta, un richiamo doveroso è
nei confronti delle facilitazioni
per gli invalidi.
Nel momento in
cui si autorizzano posti per invalidi, bisogna stare attenti a non
prenderli in giro, perché un posto per invalido non è
semplicemente una striscia gialla, ma è qualcosa di più.
Si deve infatti prima di
tutto verificare se la persona interessata è davvero
invalida, perché ci sono ancora tanti falsi invalidi che
continuano a circolare sulle strade avvantaggiandosi di misure di
favore che non gli competono. Bisogna poi ricordarsi, quando si
delimita uno stallo di sosta per invalidi, che se c'è un
marciapiede, si deve anche costruire uno scivolo adeguato,
riservando poi anche uno spazio laterale, affinché l'invalido
possa aprire lo sportello.
Sulla base di tale
autorevole premessa, rileviamo, a titolo esemplificativo, che il
centro abitato del Comune di .. ha un limite di velocità di 30
Km. orari, che nello stesso comune sono presenti spazi di sosta
(delimitati con segnaletica orizzontale) che non rispettano le
distanze minime dagli incroci previste dal Codice della Strada, che
dopo la costruzione della nuova rotatoria in località... non
sono stati rimossi i vecchi e contradditori segnali di precedenza,
che all'uscita dell'autostrada Cesena Nord la condotta di guida può
diventare incerta e pericolosa perchè non è indicata la
direzione Forlì/Bologna, che a Case Castagnoli sull'immissione
alla Via Emilia in direzione Rimini è stato collocato un
segnale di "stop" in corsia di accelerazione.....
Per migliorare la
credibilità e la dignità della segnaletica (a tutela
dell'incolumità degli utenti della strada), auspichiamo
immediati interventi ed una più attenta
verifica dell'intera rete viaria.
Non
si tratta di facoltà, ma di obbligo.
Le forze dell'ordine
dovrebbero segnalare agli Enti gestori delle strade la presenza di
segnaletica pericolosa od incoerente, imponendone comunque il
rispetto. Anche se
può sembrare una provocazione, dovrebbe essere utilizzato
l'autovelox sulle strade con limite di velocità di 30 km.
orari (soprattutto se periferiche), dovrebbe essere sanzionato chi
non rispetta lo "stop" in corsia di accelerazione e così
via.... omissis...
Abbiamo ricevuto innumerevoli lettere da parte
di genitori e ragazzi che hanno provato la sofferenza della perdita
di un caro amico. Quasi tutte raccontano episodi particolari, che
hanno avuto il merito di lasciare un ricordo nostalgico di chi non è
più visibile ai nostri occhi, ma sempre presente nei nostri
pensieri, soprattutto quando i fatti della vita ci procurano emozioni
profonde. Non avrebbe alcun senso redigere una graduatoria di merito
per scegliere le lettere da pubblicare sul sito. Abbiamo deciso di
inserire su questa pagina due messaggi che a volte i nostri "docenti"
di educazione stradale richiamano negli incontri con gli studenti.
Essi vogliono rappresentare l'affetto e l'amicizia che tante persone
continuano a provare verso chi ha percorso assieme a loro solo un
breve tratto di strada terrena.
Ciao. Mi chiamo
Roberto Bartolini e voglio parlarvi del mio amico Andrea, rimasto
vittima di un incidente stradale. Avevo con Lui un rapporto
bellissimo e di autentica amicizia, quella con la "A"
maiuscola. Penso che l'esperienza che sto per descrivervi non abbia
bisogno di commenti o spiegazioni: Dopo la correzione di un compito
in classe la prof ci ha messi di fronte ad una scelta, dicendo che
il compito meritava un ottimo voto, ma l'uno era troppo uguale
all'altro. Ciò significava che uno di noi aveva svolto
correttamente il compito in classe, mentre l'altro l'aveva
semplicemente copiato. Per questo motivo ad un compito avrebbe dato
il voto "otto" ed all'altro "quattro", ma
dovevamo essere noi a decidere chi doveva avere il voto buono e chi
quello cattivo. Ebbene, alla fine abbiamo avuto entrambi un bel
"quattro". Qualche volta incontro Andrea in sogno. Alcuni
di questi sogni sono stati particolarmente reali e coinvolgenti,
perchè ero perfettamente cosciente di quanto stava
succedendo. La canzone che ascolterete descrive uno di questi sogni
ed ogni volta che la canto (solo quando facciamo gli incontri sulla
sicurezza stradale) mi si stringe lo stomaco, perchè riprovo
la fortissima emozione di quei momenti.
Ciao. Mi chiamo Anna Abbondanza e voglio
parlarvi del profondo rapporto di affetto e complicità che
c'era tra Elisa e Gianpaolo, i miei due figli volati in cielo. La
prima a spiccare il volo è stata Elisa, proprio il giorno del
compleanno di Gianpaolo. I miei figli sono ora indissolubilmente
uniti attraverso una data del calendario ed un "giubbino".
A loro fa sicuramente piacere che io vi racconti questo episodio:
Elisa, come tutte le ragazzine della sua età, teneva molto al
modo di vestire, ma la paghetta non era sufficiente per soddisfare
tutti i suoi desideri. Faceva il filo per un giubbino, ma nonostante
le moine che sfoggiava in certe circostanze non era riuscita a farci
scucire il denaro per l'acquisto. Gianpaolo non navigava certamente
nell'oro, ma era il cocco dei nonni. Approfittando di questo fatto,
riuscì a farsi donare dai nonni la somma necessaria per
comprare il giubbino, lo stesso che Elisa indossava il giorno in cui
rimase vittima di un incidente stradale. Quel giubbino, anche se
lacerato, ha poi continuato ad indossarlo Gianpaolo, soprattutto nei
momenti che considerava importanti, come ad esempio quando ha
sostenuto l'esame per la patente di guida per autocarri.
COME
RICHIEDERE LA MESSA IN SICUREZZA DELLE STRADE
Esistono situazioni di
pericolo che mettono a rischio l'incolumità degli utenti della
strada. Esistono anche casi di segnaletica stradale ingannevole di
cui nessuno sembra preoccuparsi. In questi casi bisognerebbe porsi un
interrogativo che molti Enti gestori delle strade sottovalutano: in
caso d'incidente cosa succede? La risposta è ovvia: gli
Enti gestori delle strade assumono precise responsabilità che
vanno valutate tenendo conto di eventuali circostanze aggravanti,
come ad esempio la presenza di specifiche segnalazioni alle quali non
viene dato alcun seguito. Per salvaguardare la
nostra ed altrui incolumità, suggeriamo a chiunque interessato
di presentare formale segnalazione con richiesta d'intervento.
Alleghiamo a titolo esemplificativo alcune istanze da adattare
alle specifiche circostanze.
Al signor
Sindaco del Comune di ... e per conoscenza al locale Comando
Stazione Carabinieri.
Oggetto:
pericolo per segnaletica stradale ingannevole.
Nella mia qualità di
presidente dell'Associazione intestata (o di utente della strada)
comunico che nello svincolo della SS 16 Adriatica uscita S. Mauro
Mare (provenienza da Cesenatico) esiste una grave situazione di
pericolo consistente in un cartello stradale che indica la
possibilità di svolta a sinistra per raggiungere il Centro
Commerciale. Tale possibilità è invece preclusa e chi
non conosce la viabilità locale si trova improvvisamente in
una situazione di incertezza che può risultare estremamente
pericolosa. Trattasi quindi di segnaletica ingannevole, poichè
spesso è motivo di pericolose manovre da parte di tanti
automobilisti che imboccano il senso vietato. Allego la copia di un
nostro recentissimo comunicato stampa, che è stato
parzialmente riportato sulla cronaca locale dei quotidiani "Corriere
di Romagna" e "La Voce" in data 27/07/2005 (oppure
una fotografia della segnaletica ingannevole). La invito, nella Sua
qualità di Ufficiale di Governo e/o di pubblico Ufficiale, ad
intervenire provvedendo con tutta urgenza a rimuovere la
detta situazione ovvero, ove la rimozione non sia di Sua competenza,
a darne notizia all'Ufficio competente. Resto in attesa di Sua
assicurazione e comunque di riscontro e Le invio intanto i
migliori saluti.
* Nel caso specifico, dopo pochi giorni la
segnaletica è stata modificata.
Oggetto:
pericolo per buche presenti sul manto stradale.
In qualità
di presidente dell'Associazione intestata (o di utente della strada)
comunico quanto segue, affinchè, nella Sua qualità di
Ufficiale di Governo e/o di pubblico Ufficiale, intervenga con
tutta urgenza per
rimuovere la detta situazione ovvero, ove la rimozione non sia di Sua
competenza, a darne notizia e sollecito all'Ufficio competente.
Abbiamo appreso che a ...... è in corso una raccolta firme per
mettere in sicurezza le strade, con particolare riferimento alle
tante buche presenti sul manto stradale (oppure "si allega una
fotografia che dimostra la situazione di pericolo denunciata").
Si ritiene utile segnalare al riguardo un commento tratto dal sito
http://cnoss.135.it:
" Chi dovesse incappare o
è già incappato nella triste disavventura di avere un
incidente a causa di buche sulle strade mal segnalate o
non segnalate affattosappia che con sentenza n°
2963 del 29 Marzo 1999 la terza sezione civile della Cassazione ha
rigettato il ricorso del Comune di Desio (MI) che, appunto, si
rifiutava di riconoscere le proprie responsabilità verso un
utente incappato in una di queste buche. Sulla cronaca di Rimini del
quotidiano Il Resto del Carlino del 29/5/2004si
legge che il direttore dell'AMIA è stato condannato a sei mesi
per omicidio colposo, nonostante l'assicurazione della società
avesse già provveduto a risarcire i familiari della vittima.
Il caso riguarda il decesso di P.B. Mentre si trovava alla guida del
proprio ciclomotore, la ruota anteriore si trovò davanti uno
scalino dell'asfalto a causa di un rattoppo sull'asfalto che aveva
lasciato un repentino dislivello. La conseguente caduta provocò
il decesso (avvenuto dopo circa 15 giorni dall'incidente). L'AMIA
aveva precedentemente segnalato la necessità di un intervento
straordinario per la messa in sicurezza, ma l'intervento non fu mai
eseguito. Secondo il Giudice, il direttore dell'AMIA
sarebbe stato obbligato a controllare che la manutenzione ordinaria
non provocasse situazioni di pericolo e per questo motivo ha emesso
una decisione di condanna per omicidio colposo. Con altra sentenza n.
13974/2005 la Corte di Cassazione stigmatizza l'apodittica
convinzione che nel centro cittadino la velocità
particolarmente moderata consenta comunque l'avvistamento di una
buca, non evidenziando il fatto che comunque l'utente della strada
faccia proprio affidamento sulle buone condizioni del manto stradale
proprio perchè si trova in un centro cittadino e non in un
luogo disagevole. Inoltre la Corte ha contestato la
motivazione del giudice di prime cure in quanto non ha tenuto conto
delle risultanze probatorie acquisite agli atti di causa, alla cui
disamina il Giudice non può sottrarsi... diversamente opinando
risulterebbe impossibile il "controllo logico" della
decisione".
Si riporta al riguardo anche un
estratto del D.L.tivo 267 / 2000 (Attribuzioni del sindaco nei
servizi di competenza statale): - Il sindaco, quale ufficiale del
governo, sovraintende allo svolgimento, in materia di pubblica
sicurezza e di polizia giudiziaria, delle funzioni affidategli dalla
legge; alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza
e l'ordine pubblico, informandone il prefetto.
- Il sindaco, quale ufficiale del
Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi
generali dell'ordinamento giuridico, provvedimenti contingibili e
urgenti al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che
minacciano l'incolumità' dei cittadini;
- per l'esecuzione dei relativi
ordini può richiedere al prefetto, ove occorra, l'assistenza
della forza pubblica. Ove il sindaco non adotti i provvedimenti di
cui al comma 2, il prefetto provvede con propria ordinanza.
Resto in attesa di Sua
assicurazione e comunque di riscontro e Le invio intanto i
migliori saluti.
(autostrada numero ...... a pedaggio, autostrada
numero ... gratuita, Strada Statale numero ..., Superstrada numero
..., Strada Provinciale numero ... , Strada Comunale, Strada
vicinale, altro)
(nome della strada, numero della strada,
denominazione della strada, altro )
alla altezza del
........................................ (chilometro, numero civico,
altro)
riscontrava la seguente insidia stradale:
01) stato della strada
.............................................................................................................
(cunette non segnalate, pietrisco, dosso pericoloso,
solchi, buca, frana, con illuminazione laterale confondente, con
pubblicità laterale confondente, effetto aquaplaning, liquidi
scivolosi sulla sede stradale, oggetti abbandonati sulla sede
stradale, passaggio di animali non segnalato, altro)
02) presenza di dissuasori
.............................................................................................................
(troppo alti, troppo ripidi, deformati, mal
segnalati, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità
laterale confondente, altro)
03) presenza di cordoli
.............................................................................................................
(deformati, mal segnalati, poco visibili,
sdrucciolevoli, con illuminazione laterale confondente, con
pubblicità laterale confondente, altro)
04) presenza di segnaletica stradale orizzontale
.............................................................................
(poco visibile, troppo liscia, troppo spessa,
confondente, non prevista dal Codice della Strada, con illuminazione
laterale confondente, con pubblicità laterale confondente,
altro)
05) presenza di segnaletica stradale verticale
.................................................................................
(poco visibile, coperta da vegetazione, con supporto
inadeguato, in posizione errata, confondente, priva sul retro dei
dati previsti all'articolo 77 del Regolamento di esecuzione del
Codice della Strada e in particolare essendo prescrittiva della
ordinanza istitutiva, non prevista dal Codice della Strada, con
illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale
confondente, altro)
06) presenza di barriera
.............................................................................................................
(inesistente, danneggiata, pericolosa, non
raddoppiata, inutile, con illuminazione laterale confondente, con
pubblicità laterale confondente, altro)
07) presenza di curva
.............................................................................................................
(non segnalata, senza visibilità, con
visibilità limitata, con illuminazione laterale confondente,
con sede stradale con poca aderenza, con pubblicità laterale
confondente, altro)
08) presenza di incrocio
.........................................
(difficile da percepire, con segnaletica che impone
di fermarsi per comprenderla, con scarsa visibilità, con
illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale
confondente, altro)
09) presenza di tombino
.......................................................
(deformato, troppo profondo, scivoloso, con
illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale
confondente, altro)
10) presenza di spartitraffico
.......................................................
(con scarsa visibilità dei catarifrangenti,
vegetazione invadente, segnaletica con scarsa visibilità,
illuminazione scarsa, con illuminazione laterale confondente, con
pubblicità laterale confondente, altro)
11) presenza di lavori in corso
.............................................................................................................
(sospesi ma con limitazioni in atto, mal segnalati,
con illuminazione laterale confondente, con pubblicità
laterale confondente, con avvisatori di velocità non previsti
dal Codice della Strada, cunette non segnalate, pietrisco, dosso
pericoloso, solchi, buca, frana, altro)
12) presenza di rotatoria / rotonda
...................................................................................................
(mal segnalati, con illuminazione laterale
confondente, con pubblicità laterale confondente, con
dimensioni tali da impedire la corretta immissione del mio veicolo
...................... , altro)
12) presenza di
..................................................................................................
Per quanto sopra chiede
al gestore della strada in indirizzo
un tempestivo intervento per ripristinare la
sicurezza stradale, ricordando che, in caso di incidente con morti
e/o feriti a causa di detta insidia, invierà istanza/denuncia
alla Autorità Giudiziaria chiedendo di accertare l'esistenza
obiettiva di pericolo o di insidie della strada, dovuti a condotta
colposa omissiva o commissiva dell'ente proprietario e l'eventuale
nesso di causalità tra tale condotta e danni subiti dagli
utenti (CASSAZIONE CIVILE, Sezione III, n° 2131 del 6 aprile
1982, n° 10654 del 4 Giugno 2004, n° 5445 del 14 marzo
2006, n° 14456 del 22 giugno 2006).
al PREFETTO
l'invio della Polizia Stradale per verificare
l'esistenza della insidia segnalata;
alla Direzione VIII del Ministero dei Trasporti
ai sensi dell'articolo 45 del Codice della Strada,
un tempestivo intervento per far eliminare tempestivamente dal
gestore della strada l'insidia segnalata ripristinando così la
sicurezza stradale.
(Se hai scattato foto, fatto disegni o relazione
tecnica inserire quanto segue)
Segue numero .................. fotografie
oppure Segue numero .................. disegni
oppure Segue numero pagine .......... relazione
tecnica
Grazie per l'attenzione e a presto leggervi,
..........................................................
IL DANNO PER INSIDIA STRADALE E LA RESPONSABILITA'
DELL'ENTE PROPRIETARIO DELLA STRADA.
In caso di incidente cagionato da insidia stradale,
per poter affermare la responsabilità dell'Ente proprietario
e/o concessionario della strada, l'attore deve provare non solo che
l'eventus damni sia riferibile ad un pericolo oggettivamente
non visibile e soggettivamente non prevedibile, ma anche che
l'insidia si trovava sulla carreggiata da tempo sufficiente a rendere
esigibile un intervento di messa in sicurezza da parte dell'Ente
proprietario e/o concessionario della strada. Tale posizione è
quella assunta dal Tribunale Civile di Varese nella sentenza n.
149/2005, concernente una fattispecie di danno da insidia stradale
causato dalla presenza di una macchia d'olio sulla carreggiata. Il
dispositivo di tale sentenza - ultima di una lunga serie - non
conferisce alcuna certezza assoluta ad una fattispecie che è
stata ed è tuttora molto controversa, di cui sia la stessa
giurisprudenza che la dottrina non hanno tuttora raggiunto una
interpretazione univoca. Difatti, basta citare come esempio la
sentenza n. 5965 del 3 marzo 2004 del Tribunale di Milano che, nel
valutare un contenzioso per incidente stradale causato dalla presenza
di una macchia d'olio, si è pronunciato rilevando che in tali
casi si applica l'art. 2051 c.c, relativo alla responsabilità
di colui che ha la cosa in custodia - nella specie l'ente gestore
dell'autostrada in cui è avvenuto il sinistro - e che in
mancanza di prova del caso fortuito, e proprio il gestore della
strada a rispondere dei danni a colui che ha subito l'incidente.
Viceversa, non è andato a buon fine il tentativo di un
autotrasportatore di farsi riconoscere da una società
autostradale, una richiesta di danni subito causati da una macchia di
gasolio presente sul fondo stradale. Nel caso in esame, il Tribunale
di Monza con sentenza n. 116/04, non ha ritenuto sussistere alcun
tipo di responsabilità a carico della concessionaria, in
quanto, l'evento che ha provocato il danno non rientrerebbe tra
quelle situazioni di pericolo strettamente correlate alle pertinenze
dell'autostrada. Difatti, nel caso in esame, il Tribunale ha
stabilito che l'evento dannoso - la chiazza di gasolio - era
inevitabile ed imprevedibile, essendosi verificato prima che l'ente
potesse rimuoverlo o quanto meno segnalare la situazione di pericolo.
In sintesi, la parte ricorrente non è riuscita a dimostrare
che l'evento dannoso fosse presente molto tempo prima rispetto a
quando si è verificato l'incidente; in tal modo non è
riuscito a comprovare una assunzione di responsabilità
dell'ente proprietario della strada per l'imperizia o la negligenza,
per non aver provveduto in tempi rapidi a rimuovere la macchi di
gasolio. Quindi, in base alle sentenze sopra citate, non è
assolutamente consolidato l'indirizzo secondo il quale l'utente che
subisca danni in seguito all'utilizzazione della strada pubblica, può
invocare a sostegno delle proprie pretese risarcitorie, unicamente la
disciplina di cui all'art. 2043 c.c.; norma di chiusura
dell'ordinamento posta a tutela del generale principio del nemienm
ledere. Ma trova, tuttora, ancora applicazione a tali fattispecie
la presunzione aggravata di responsabilità sancita dall'art.
2051 c.c. che regolamenta la responsabilità del custode per i
danni cagionati dalle cose in custodia.
Presupposto indispensabile dell'art. 2051 c.c. è
il rapporto che lega il custode alla cosa che ha cagionato il danno.
In base a tale norma infatti, custode è colui che avendo la
gestione della res ha la possibilità nonché
l'obbligo di prevenire in ogni momento che la stessa possa arrecare
danni a terzi. In virtù di tale rapporto parte della
giurisprudenza nonché della dottrina, ha attribuito a carico
del custode una presunzione iuris tantum di responsabilità,
con la conseguenza che in tali ipotesi per il danneggiato è
sufficiente provare il mero nesso causale fra cosa e danno, rimanendo
egli esonerato dalla dimostrazione della colpa del custode.
Quest'ultimo potrà eventualmente liberarsi da tale presunzione
fornendo la prova liberatoria che il danno è ascrivibile al
caso fortuito e cioè ad un evento naturale o umano
oggettivamente imprevedibile e non controllabile, idoneo ex se
a provocare l'evento.
L'interpretazione di cui sopra potrebbe- quasi
certamente - non applicarsi nel caso in cui venissero coinvolti gli
enti proprietari e/o concessionari di strade pubbliche senza
l'obbligo di pagamento di alcun pedaggio. Difatti, tali soggetti non
possono considerarsi custodi di esse nell'accezione sopra
specificata. La notevole estensione della rete stradale pubblica,
impedisce infatti al proprietario e/o concessionario di esercitare su
di esse quel potere gestionale che costituisce il presupposto
imprescindibile della custodia sancita dall'art. 2051 c.c.
Chiarito quanto sopra, è evidente che la
disciplina di cui all'art. 2051 c.c. per questa tipologia di strade,
non può trovare applicazione in materia insidia stradale, ma
solamente la più generale responsabilità di cui
all'art. 2043 c.c., norma di chiusura dell'ordinamento posta a tutela
di tutte le situazioni che non siano disciplinate da norme speciali,
con tutte le conseguenze sul piano probatorio che ne conseguono. Il
danneggiato da insidia stradale infatti, dovrà provare oltre
al nesso causale fra la strada e l'evento, anche la responsabilità
dell'Amministrazione proprietaria e/o concessionaria della strada
dell'"eventus damni", ogni qualvolta che l'insidia
generatrice del danno era oggettivamente non visibile e
soggettivamente non prevedibile.
Un discorso diverso si dovrebbe affrontare per le
cosiddette " strade con pedaggio" - per es. le autostrade
-. Difatti la sentenza n. 298 del 13 gennaio 2003 della Corte di
Cassazione, ha riconosciuto il "pedaggio stradale ", nella
sua natura giuridica, un contratto e non un tributo. Tale
interpretazione, quindi, obbligherebbe il fornitore del servizio -
inteso come obbligo nascente dal contratto - a fare tutto quanto è
in suo potere affinché il cliente possa utilizzarlo al meglio,
dimostrando di aver agito correttamente nei casi di emergenza. Il
presupposto logico-giuridico a sostegno di tale interpretazione, è
quello che il pedaggio costituisce la controprestazione del servizio
costituito dalla messa a disposizione del proprietario e/o
concessionario della strada a pagamento, nell'ambito di un rapporto
sillagmatico.
Alla luce della posizione sopra esposta, quindi,
potremmo affermare che, in caso di danno provocato da insidia
stradale nelle tratte a pagamento, dovrebbe essere riconosciuta la
responsabilità degli enti proprietari/concessionari sia ai
sensi dell'art. 2043 c.c, che ai sensi dell'art. 2051 c.c, nonché
l'inversione dell'onere della prova a carico degli stessi soggetti,
con la conseguente ed inevitabile esclusione dell'obbligo da parte
del ricorrente di provare la non visibilità ovvero la non
prevedibilità dell'insidia stradale.
Posto quanto sopra, suggerisco comunque a tutti i
soggetti interessati ad instaurare un contenzioso per danno da
insidia stradale, di valutare attentamente la sussistenza dei
seguenti tre requisiti di fondatezza della domanda : tipologia di
strada; natura, visibilità, prevedibilità dell'insidia
e tempo trascorso fra l'insorgere dell'insidia e l'incidente.
IL
PROGETTO " I GIOVANI DI GIOVEDIA" E' UN SEME ANCORA VIVO
L'associazione PU.RI onlus è stata
formalizzata nell'Agosto 1998, raccogliendo dal passato un'eredità
molto importante. Ecco uno dei più significativi "reperti"
a testimonianza di una irresponsabile mortificazione attuata ai danni
di iniziative provenienti dal mondo giovanile.
MOLTI PROGETTI APPARTENGONO AL MONDO DEI
SOGNI, MA SPESSO, QUANDO I SOGNI RISCHIANO DI DIVENTARE REALTA', SE
NE HA PAURA.
IL PROGETTO "I GIOVANI DI GIOVEDIA"
RISALE AL 1995 ED E' STATO PORTATO FINO ALLA SOGLIA DELLA
REALIZZABILITA' NEL CORSO DEL 1996, DOPO PIU' DI UN ANNO DI LAVORO.
TRATTANDOSI DI UN PROGETTO CHE POTREBBE DEFINIRSI "ESECUTIVO"
NON LO SI PUO' DESCRIVERE IN POCHE RIGHE. PROPRIO PER QUESTO MOTIVO
VI SI POSSONO TROVARE IDEE E SUGGERIMENTI PRATICI MOLTO UTILI. ALCUNE
IDEE DEL MONDO GIOVANILE DI ALLORA SONO PIU' CHE MAI ATTUALI. CHI
AVRA' LA PAZIENZA DI LEGGERE QUESTO DOCUMENTO POTRA' QUINDI TRARRE
UTILI IDEE E SPUNTI DI RIFLESSIONE.
Nei primi mesi
del 2009, dopo ben 14 anni di letargo, è stato rispolverato il
progetto "Giovani di Giovedia, che all'epoca determinò
un'incredibile coinvolgimento del mondo giovanile residente nella
vallata del Rubicone. Lo schematico resoconto di quell'incredibile
esperienza è stato recentemente trasmesso ad alcuni sodalizi
operanti in altre Regioni Italiane messisi in contatto con
l'associazione PU.RI, al fine di ottenere consigli e collaborazione
per la realizzazione di alcuni progetti in favore del mondo
giovanile.
Quanto sottoriportato rappresenta una sorta di diario di viaggio
del progetto denominato "i giovani di Giovedia" nei vari
aspetti propositivi ed attuativi:
Configurazione
giuridica: Per le attività con fini di lucro è
ipotizzabile una società di capitali con capitale sociale tra
1 e 10 miliardi sottoscritto da 5/15 Comuni tra Rimini e Cesena in
percentuale compresa tra il 5 ed il 50% ,da versarsi in 1/5 rate
annuali. La partecipazione societaria potrebbe essere realizzata,
anzichè direttamente, attraverso una struttura non-profit.
Potrebbe cioè ipotizzarsi un organismo giuridico analogo a
quello adottato da tante Casse di Risparmio, nelle quali una
fondazione detiene quote azionarie molto significative della società
di capitali . In questo modo verrebbe garantito anche il
sostentamento futuro della struttura no-profit, che potrebbe contare
sugli utili conseguiti dalla società di capitali. La natura
delle risorse finanziarie destinate all'iniziativa in discussione,
potrebbe essere costituita da elargizioni o da investimenti
mobiliari. Ciò significa, ad esempio, che un Istituto bancario
potrebbe ritenere opportuno investire le proprie disponibilità
finanziarie, nell'ambito della propria politica di gestione,
acquisendo una partecipazione nella società no-profit o nella
società di capitali. Lo stesso Istituto bancario potrebbe
anche decidere, nella fase di destinazione dei propri utili, di
assegnare alla società no-profit una elargizione per la
realizzazione di alcune iniziative meritevoli. Il capitale della
società di capitali, oltre che dalla società no-profit,
dovrebbe essere sottoscritto da aziende e privati, attraverso
l'acquisto delle azioni da parte di alcune Banche, per la successiva
loro ricollocazione attraverso i propri sportelli. E' già
stata verificata una certa disponibilità in proposito da parte
di alcuni Istituti Bancari. Per le attività no-profit,
dovrebbe essere istituita o valorizzata una fondazione o una
associazione riconosciuta , composta da Enti Pubblici, privati ed
altre associazioni o fondazioni non necessariamente operanti sul
territorio. Le Casse di Risparmio, le Banche di Credito
cooperativo ed altri soggetti pubblici e privati potrebbero fornire
le risorse necessarie. Questo organismo dovrebbe trovare sede in
appositi spazi all'interno del compendio ed eventualmente in altri
immobili che si rendessero disponibili. E' già stata
verificata una certa disponibilità da parte di alcuni soggetti
che potrebbero essere coinvolti nell'operazione.
Ultimazione
dei lavori di restauro del compendio La Torre:
Il Comune
di San Mauro Pascoli potrà provvedere al completamento delle
opere di restauro mediante richiesta di contributi ad Enti Pubblici
di grado superiore, sulla base di un progetto di destinazione che
verrebbe fatto proprio anche dagli altri Comuni. Altre risorse
potrebbero venire destinate dalle fondazioni delle Casse di
Risparmio, dalle Banche di Credito Cooperativo, da altri soggetti
pubblici e privati e dalla stessa società di capitali appena
costituita, quale anticipo in conto canone. Infatti il Comune di San
Mauro Pascoli dovrebbe affittare una parte del compendio alla nuova
società di capitali con apposita convenzione, che prenderà
in considerazione numerosi aspetti, con specifica regolamentazione
della gestione pubblicitaria connessa alla struttura.
Possibili
destinazioni del compendio:
Le possibili destinazioni dovranno essere perseguite dalla società
di capitali o dall'ente no profit, in funzione dell'oggetto delle
rispettive attività. Sono state provvisoriamente ipotizzate
le seguenti destinazioni, che dovranno essere realizzate in funzione
di un progetto unitario, anche se logicamente si dovrà tenere
conto di un certo ordine di priorità: Scuola
e sede Cercal, Centro Regionale controllo inquinamento acque e
comitato La Torre rappresentano le destinazioni già
deliberate. Ad esse potrebbero affiancarsi i seguenti
indirizzi: Scuola per Ciceroni ed animatori turistici, altri corsi
di studio, spazi per complessi musicali e altre forme di spettacolo,
attività culturali, convegni, cicloturismo, ristorante e/o
ritrovo tipico romagnolo, spettacoli e manifestazioni, vendita di
prodotti tipici, emittente radio televisiva, centro sportivo
plurifunzionale, attività agroturistiche, fattorie scuola,
volontariato, attività e cultura musicale, parco fluviale,
itinerari ciclabili, viabilità e controllo della stessa,
trasporti ed interconnessioni con le varie società di
trasporto, attività di gestione burocratica e sindacale in
favore di associazioni o fondazioni, attività informative,
cogestione di attività senza fini di lucro, assistenza per
l'avviamento al lavoro, altre attività ipotizzabili per
associazioni o fondazioni di grado superiore. Quest'ultimo aspetto
potrebbe costituire la parte più qualificante del progetto,
poichè oltre a rispondere ad una esigenza molto avvertita
dalle varie associazioni locali (sportive, culturali, volontariato
ecc.), rappresenterebbe una iniziativa certamente "innovativa".
L'indirizzo generale dovrebbe riguardare le esigenze del mondo
giovanile con il coinvolgimento di giovani appartenenti a diverse
fasce di età. Associazioni turistiche,
APT ed altri organismi locali dovrebbero essere coinvolti per
valorizzare e qualificare queste attività. Nell'ambito del
proprio oggetto sociale, la società di capitali potrebbe
subaffittare parte dell'immobile osservando specifiche condizioni. In
ogni caso ogni possibile utilizzo dovrebbe essere mirato alle
esigenze del mondo giovanile , le cui aspirazioni sono state meglio
dettagliate in precedenti elaborati di testo che prevedevano, tra
l'altro, la loro presenza nei vari organi di gestione sin
dall'inizio. Sarebbe auspicabile organizzare inizialmente alcuni
spettacoli finalizzati a finanziare la partecipazione giovanile
all'interno della società no-profit. Diversi ragazzi
contatteranno prossimamente alcuni noti personaggi dello spettacolo
per richiedere la loro collaborazione in proposito.
Procedure
operative:
Dovrà essere articolato un progetto
complessivo, con l'assistenza di tecnici, per predisporre le più
opportune deliberazioni da parte dei Comuni. Sulla base di tali
deliberazioni dovranno essere coinvolti gli Enti Pubblici di grado
superiore, gli Istituti bancari ed altri organismi. Dovrà
essere nominato un organismo operativo delegato a risolvere ogni
problema dovesse ostacolare o ritardare l'attuazione del progetto. Si
dovranno formalmente costituire i nuovi soggetti profit e non-profit.
Dovranno essere realizzate apposite convenzioni per sburocratizzare
le attività di restauro. Dovranno essere disciplinate ed
indirizzate le disponibilità di collaborazione provenienti da
giovani ed adulti, opportunamente catalogate in funzione dei diversi
rami operativi. Un qualificato gruppo aperto di professionisti in
data 3/10/1995 si è incontrato nella sede Municipale di San
Mauro ed ha già manifestato la propria disponibilità
civile nel mettere a disposizione le proprie capacità in
favore di un'iniziativa che dovrebbe coinvolgere i ragazzi di
Cesenatico, Bellaria, S. Mauro Pascoli, Savignano, Gatteo, Longiano,
Roncofreddo, Gambettola, Borghi, Sogliano, Sant'Arcangelo,
Poggioberni, con i cui Sindaci è già stata
informalmente verificata una certa disponibilità nell'aderire
al progetto. Quasi tutti i Sindaci potenzialmente interessati al
progetto, hanno convenuto che il "problema giovani" deve
essere considerato prioritario e che lo stesso deve essere affrontato
collegialmente tra tutti i Comuni per perseguire un adeguato
dimensionamento e suscitare interesse. Le potenzialità
economiche e non profit ipotizzate nel compendio " La Torre ",
farebbe confluire in quel luogo una massa di turisti provenienti da
tutta la Riviera e ciò rappresenterebbe una gigantesca
operazione di marketing per divulgare la nostra cultura ed i nostri
valori, anche nella più recente veste di divertimentificio più
conosciuto in Europa.
Questo
ambizioso progetto aveva tutti i presupposti per diventare operativo,
ma proprio nel momento in cui la sua fattibilità era a portata
di mano, guarda caso, hanno cominciato a manifestarsi campanilismi e
defezioni da parte di alcuni Comuni. La voglia di fare e l'entusiasmo
dei ragazzi furono irresponsabilmente mortificati nella più
assoluta indifferenza.
Ecco la
cronistoria di quel progetto:
CRONISTORIA
DEL PROGETTO "LA TORRE" Primavera
1995: Incontri con alcuni gruppi di ragazzi.
Primavera 1995:
Stesura di un progetto iniziale sottoposto preliminarmente ad alcuni
gruppi di giovani e di un questionario. Incontro con il Sindaco di
San Mauro Pascoli.
Estate 1995: Incontri diretti con vari
Sindaci (San Mauro, Savignano, Gatteo, Gambettola,Longiano, Borghi,
Sant'Arcangelo, Bellaria, Poggioberni).I Sindaci di Cesenatico,
Sogliano e di Roncofreddo dovevano essere coinvolti rispettivamente
dal Sindaco di San Mauro, Borghi e Longiano. Incontri con vari
Istituti bancari ( Direzione Fondazione Cassa Risparmio di Cesena e
quasi tutte le Casse Rurali operanti sui territori dei Comuni) e
coinvolgimento di numerosi professionisti disposti a prestare una
consulenza gratuita. La bozza di progetto trovò una quasi
unanimità di consensi, vincendo ogni prevenzione di tipo
campanilistico. Comuni e Banche erano disponibili ad un impegno
organizzativo e finanziario sul territorio di San Mauro. Alcuni
Sindaci avevano suggerito di incontrarsi nei primi giorni di
Settembre.
19/8/1995: Consegna al Sindaco di San Mauro Pascoli
della Comunicazione N° 4 con la quale veniva ritenuta esaurita la
parte preliminare.
13/9/1995: Consegna al Sindaco di San Mauro
della Comunicazione N° 5 per relazionare sugli ulteriori contatti
in corso e sull'eventuale coinvolgimento della fondazione della Cassa
di Risparmio di Rimini.
3/10/1995: Incontro nella sede
municipale con numerosi professionisti dell'area del Rubicone
disposti a collaborare gratuitamente in favore del progetto.
Discussione sulle linee essenziali del progetto e sulle procedure
operative.
4/10/1995: Relazione inviata a tutti i Sindaci
contattati direttamente sulla evoluzione del progetto "La
Torre".
Ottobre e Novembre 1995: Divulgazione dei
contenuti del progetto attraverso la stampa locale.
6/11/1995:
Comunicazione al Prefetto di Forlì per esporre il progetto e
per richiedere una collaborazione in proposito.
6/11/1995:
Richiesta rivolta a tutti i gruppi consigliari per discutere in
Consiglio Comunale l'iniziativa ,al fine di prevenire qualunque
strumentalizzazione politica.
17/11/1995: Richiesta al
Consigliere Regionale Andrea Gnassi di inviare ai vari Comuni
interessati materiale informativo sugli incentivi Regionali in favore
dei giovani.
17/11/1995: Comunicazione da parte del Comune di
Sogliano per manifestare il proprio interesse
all'iniziativa.
18/11/1995: Richiesta alla fondazione della
Cassa di Risparmio di Rimini di congelare qualsiasi eventuale
decisione di contributo in favore del progetto, a causa dei
ritardi.
28/11/1995: Comunicazione del Sindaco di San Mauro
Pascoli che anticipava una imminente adozione di una eventuale
delibera d'intenti da parte del Consiglio Comunale.
Dicembre
1995: Richiesta del Prefetto rivolta al Comune di S. Mauro Pascoli di
essere informato in proposito.
Gennaio 1996: Sollecito del
Prefetto al Comune di San Mauro Pascoli.
18/1/1996:
Partecipazione ai lavori preparatori del Consiglio Comunale di San
Mauro Pascoli attraverso le apposite Commissioni.
Successivamente
: Approvazione all'unanimità di una delibera da parte del
Consiglio Comunale di San Mauro Pascoli, istituzione di un gruppo di
lavoro politici/giovani, contatti dei vari gruppi politici con i
corrispondenti gruppi politici degli altri Comuni, studio di una
struttura giuridica adeguata alle finalità da perseguire,
definizione delle possibili risorse finanziarie e dei più
importanti aspetti operativi, acquisita disponibilità al
coinvolgimento da parte di scuole, aziende, istituzioni e personaggi
dello spettacolo, collegamenti con altre associazioni
giovanili.
BREVI CONSIDERAZIONIFINALI
Il
progetto deve essere valutato quale risposta ad alcune esigenze
provenienti dal mondo giovanile. Per coinvolgere tutti i Comuni, deve
necessariamente trattarsi di una iniziativa che il singolo Comune
difficilmente potrebbe condurre a termine singolarmente. Deve inoltre
trattarsi di soluzioni "nuove" ed integrate, che richiamino
l'interesse dei giovani, opportunamente orientati dalle singole
Amministrazioni Comunali, in alcune delle quali si stanno
organizzando specifici assessorati mirati alla soluzione dei problemi
giovanili. E' stato consigliato di istituire un apposito assessorato
od una sezione di un assessorato esistente per affrontare i problemi
dei giovani. E' stato anche consigliato di istituire un organismo
collegiale, composto da giovani ed adulti motivati da autentici
valori civili e morali, per la realizzazione operativa del
progetto. L'iniziativa, dopo essere stata delineata negli aspetti
generali con apposita delibera consigliare, dovrebbe immediatamente
trovare esecuzione nelle parti attuabili, cosicchè siano
costantemente verificabili le parti realizzate, quelle in corso di
realizzazione e quelle da realizzare. La attuazione disarticolata
di singole parti ,causerebbe la disgregazione del progetto
complessivo. Sarebbe perciò opportuno istituire immediatamente
i soggetti giuridici che dovranno gestire l'operazione. Se invece
fosse ritenuto necessario perfezionare immediatamente alcuni accordi
riguardanti aspetti parziali, si dovrebbe prevedere una durata
limitata ed in ogni caso la possibilità di subentro della
società di capitali o della fondazione non ancora costituiti.
Un diverso comportamento svuoterebbe il progetto dei propri contenuti
e ne decreterebbe la distruzione. Ogni strumentalizzazione
politica dovrebbe essere bandita. Non a caso la richiesta di trattare
l'argomento in Consiglio Comunale è stata rivolta a tutti i
gruppi politici. Non a caso sono stati intrattenuti contatti con
alcune organizzazioni giovanili e culturali, rifiutando comunque la
"sponsorizzazione" o la identificazione in ciascuna di
esse. Nell'iniziativa dovrebbero sentirsi rappresentato il maggior
numero possibile di giovani. Le finalità del progetto
riguardano essenzialmente un miglior inserimento dei giovani nel
mondo scolastico e del lavoro da una parte e l'impiego del loro tempo
libero dall'altra. Un inadeguato coinvolgimento dei giovani, un
deprecabile disinteresse verso possibili contributi finanziari e di
idee provenienti dall'esterno, una incapacità soggettiva
nell'assumere decisioni adeguate, un eccessivo condizionamento da
parte dei convenzionali centri di potere ed una equivoca inerzia
nella soluzione dei problemi che inevitabilmente si presenteranno,
rappresenterebbero comportamenti colpevoli a cui dovrà
rispondere ogni coscienza verso quelle famiglie e quei giovani che
nel frattempo saranno costretti a subire situazioni a cui il progetto
avrebbe potuto fornire qualche risposta. La posta in gioco per la
comunità è molto alta e per tale motivo chi dovesse
ritenere, con apprezzabile umiltà, di non essere all'altezza
dei propri compiti , dovrebbe delegare ad altri i propri poteri. Chi
invece ritenesse di poter altruisticamente fornire un proprio
significativo contributo, dovrebbe essere messo in condizione di
inserirsi in uno schema organizzativo che dovrebbe collaborare o
confrontarsi , senza timori reverenziali, con chi è deputato
ad esercitare le scelte. Già da qualche mese è stata
assicurata all'Amministrazione Comunale la disponibilità di
alcuni professionisti per collaborare gratuitamente nella fase
iniziale di realizzazione. E' stato suggerita l'istituzione di alcuni
gruppi di professionisti da affiancare ai singoli assessorati, che
potranno così contare su preziosi consigli nel prendere le
decisioni che li riguardano. Altri professionisti hanno confermato la
propria disponibilità ad essere coinvolti. Sotto il profilo
operativo è stato suggerito il seguente percorso: Adozione
di una delibera di intenti sul progetto generale già descritto
(comunque modificabile nell'ambito delle finalità previste),
affinchè siano rese possibili alcune indispensabili verifiche
preliminari con altri Enti Pubblici, privati, istituti bancari ed
altre organizzazioni operanti sui territori interessati entro termini
prestabiliti. Adozione successiva di una delibera concertata con gli
altri Enti Pubblici e privati per formalizzare le scelte effettuate.
Realizzazione delle singole parti del piano in funzione del progetto
generale. Il progetto "La Torre", se ritenuto
meritevole, dovrà essere ulteriormente ampliato ed arricchito
nei contenuti in un contesto unitario, che tenga conto degli
effettivi bisogni, degli aspetti economici e finanziari, dei riflessi
sull'ordine pubblico, della viabilità , della sistemazione del
verde e di ogni altro elemento collegato alla realizzazione
dell'iniziativa. Non è indispensabile che l'iniziativa
trovi collocazione alla "Torre", nè sul solo
territorio del Comune di San Mauro Pascoli. Sono più
importanti i contenuti che i luoghi in cui l'iniziativa sarà
attuata. Per tale motivo, anche se il compendio rappresenterebbe
un contenitore ideale , che potrebbe far pulsare di nuova vita una
struttura che merita di essere restaurata , sarebbe opportuno
studiare ubicazioni alternative o integrative sui territori dei
Comuni interessati, con i quali si dovranno definire spazi aggiuntivi
da coinvolgere nel programma generale. Sono stati avviati alcuni
contatti per verificare la ripetibilità del progetto in altre
aree geografiche (Puglia e Marche) . L'esperienza che eventualmente
sarà acquisita potrebbe comportare una evoluzione
inimmaginabile, a vantaggio di altre realtà
territoriali. Purtroppo
nel corso del 1997 la biasimevole inerzia ed incapacità
operativa di alcune Istituzioni Pubbliche ha provocato il
congelamento dell'iniziativa, che ha comunque trovato realizzazione
in alcune parti in funzione di valutazioni campanilistiche. G.R.
Ed ecco la
lettera di commiatoa seguito
della verificata impossibilità di portare a termine
l'ambizioso progetto:
i
giovani di giovedia Sede provvisoria: Assessorato alla
Cultura COMUNE DI SAN MAURO PASCOLI (FO) Oggetto:
Progetto unitario in favore dei giovani residenti nei Comuni delle
vallate del Rubicone e dell'Uso, inizialmente denominato "Progetto
La Torre".
Nel ringraziarVi per la lettera che avete
inviato ai "Giovani di Giovedia", a sostegno della loro
iniziativa, mi sento in dovere di relazionarVi in proposito
attraverso una breve cronistoria dei principali avvenimenti: Nella
primavera del 1995 un piccolo gruppo di ragazzi decise di assumere un
ruolo propositivo per un progetto in favore dei giovani che avrebbe
coinvolto coetanei, famiglie, scuole, aziende, banche, associazioni,
Amministrazioni Comunali ed altri enti pubblici e privati. L'idea era
nata durante le frequenti visite che gli amici di mio figlio ci
facevano da quando eravamo entrati a far parte di quel crescente
numero di genitori rimasti orfani di un figlio. Nel corso di quegli
incontri i ragazzi ci facevano sentire la loro comprensione ed il
loro affetto, confidandoci i sogni e le preoccupazioni della loro
età. Cominciò così a prendere forma un
articolato piano operativo, anche finanziario, per realizzare le
aspirazioni provenienti dalla generalità del mondo giovanile.
Venne ipotizzato un sistema di interventi che avrebbe fornito
risposte concrete ad esigenze quali : inserimento nel mondo del
lavoro, centro sportivo polivalente, rapporti con la scuola, corsi
professionali per attività giovanili, sicurezza viaria,
ambiente, turismo, gestione del tempo libero, spettacoli,
divertimenti, trasporti, emittente radio-televisiva, ed altre
attività economiche o senza fini di lucro congeniali alla
cultura delle nuove generazioni, alle quali doveva essere riservato
un potere privilegiato di gestione ed indirizzo. Si sarebbero dovuti
fissare gli obiettivi di ogni singolo settore ed una scala di
priorità compatibili con le potenzialità del momento,
pur nel rispetto di una logica ed una visione unitaria. Essendo
indispensabile coinvolgere tutti i Comuni delle vallate dell'Uso e
del Rubicone, nell'estate 1995 incontrai quasi tutti i Sindaci
interessati , ottenendo dagli stessi consensi e stimoli per la
realizzazione di una politica giovanile unitaria. Una decina di
professionisti si rese subito disponibile a collaborare gratuitamente
per la buona riuscita dell'iniziativa ed i principali Istituti
bancari operanti sui territori interessati, manifestarono la
disponibilità ad un coinvolgimento. Finalmente il 25/3/1996,
in una sala gremita di giovani, il Consiglio Comunale di San Mauro
Pascoli deliberò di aderire all'iniziativa. Ben presto
l'apparente disinteresse dimostrato da alcuni Amministratori Pubblici
raffreddò gli entusiasmi, provocando un profondo senso di
delusione tra i ragazzi. Qualche Comune non si presentò agli
incontri collegiali programmati, qualche altro cominciò a
realizzare alcuni aspetti dell'iniziativa in maniera campanilistica,
il lavoro svolto e le occasioni che si erano prospettate sembravano
dissolversi. Con la collaborazione dei ragazzi fu redatto un
opuscoletto, le cui fotocopie vennero distribuite a numerose aziende,
associazioni, scuole e famiglie, che fecero pervenire lettere di
sostegno (andate parzialmente smarrite. Sic!!), suggerimenti e
disponibilità al coinvolgimento. Dimostrando uno scarso senso
di responsabilità, alcuni di coloro che dovevano prendere o
agevolare le decisioni sono rimasti a guardare, compromettendo
opportunità irripetibili. Il sottoscritto, i Giovani di
Giovedia ed altre persone motivate, pur rammaricati di non poter
utilizzare la stupefacente solidarietà ricevuta, ritengono di
aver provvisoriamente esaurito il loro ruolo con risultati
estremamente positivi, i cui effetti si faranno sentire soprattutto
nel prossimo futuro. Un ringraziamento ed un arrivederci a presto,
se aiutati da un energico scossone. Giuseppe Raduano Home
Page..
Torna
all'inizio