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L'ANGOLO DEGLI STRUZZI E .. DELL'AMICIZIA

 Quando l'associazione cominciò ad operare nel campo dell'educazione e della sicurezza stradale c'erano molte aspettative. eravamo infatti convinti di poter contare su un sostegno generalizzato, per migliorare la sicurezza e per dare sostegno a coloro che hanno provato sulla propria pelle una tragedia stradale. Purtroppo la realtà cominciò ben presto a manifestarsi mettendo in risalto diffusi episodi di menefreghismo, emarginazione, insofferenza e scaricabarile delle responsabilità. Questo atteggiamento "ispirò" alcuni slogan provocatori tra cui: "Vittime della strada, c'è chi prega e chi se ne frega" e "Tra gli struzzi di Romagna una strage che urla vergogna". Solo pochissime persone ci hanno fornito sostegno effettivo. Sono stati soprattutto i giovani ad incoraggiarci e per questo motivo abbiamo voluto inserire su questa pagina alcune loro emozioni, per meglio fare capire la profondità di certi sentimenti e per indurre certi "struzzi" che non vogliono "vedere" a togliere la testa dalla sabbia. "Non fare lo struzzo e fai la tua parte" è il nuovo slogan. Domani potrebbe essere tardi, perchè tu stesso o un tuo familiare potrebbe entrare nell'elenco dei morti (circa 7000), dei disabili (circa 25.000) o dei feriti (circa 300.000) che ogni anno le strade italiane producono.

Fac-simile denuncia pericolo strade

Guardati allo specchio e sputati in faccia Non ci è stata tolta la voce  Amicizie per sempre

 L'altra qualità della vita   Come devono essere fatte le strade

 Vivremo anche per voi  Fesserie e scellerata disinformazione sull'abuso di alcool

WWF basta con gli insulti  Ciò che succede dopo l'incidente Senza timori reverenziali

Sicurezza stradale festaiola Strade Killer? Un alibi Una vittima su tre per colpa delle strade

 Progetto "giovani di giovedia": Una voce dal passato per migliorare il presente  

Il 30/01/2009, a conclusione di un processo di riflessione sulla natura, sulle prospettive e sulle finalità della nostra associazione, sono venuti alla mente tanti pensieri ed esperienze del passato, più che mai attuali. Si è cercato di raccoglierli nel seguente documento dal titolo provocatorio " GUARDATI ALLO SPECCHIO E SPUTATI IN FACCIA":

SPUTARE SU ALTRE PERSONE RAPPRESENTA UNA DELLE PIU' ISTINTIVE ED ODIOSE MANIFESTAZIONI DI DISPREZZO NEI CONFRONTI DEL PROSSIMO. L'ATTO DI SPUTARSI ADDOSSO ESPRIME INVECE UNA COSTRUTTIVA MORTIFICAZIONE DEL PROPRIO ORGOGLIO, NELLA CONSAPEVOLEZZA DI AVERE COMPIUTO AZIONI PER LE QUALI SUBENTRA SOLO IN UN SECONDO TEMPO UN SENSO DI VERGOGNA, INTESO COME SENTIMENTO NOBILE.

Perciò, con tale chiave di lettura, guardati allo specchio e sputati in faccia:

Ed anche tu specchio della vergogna, così trascurato nel ripulire la tua superficie da quella patina di sudiciume che offusca le immagini rispecchiate, rivendica in modo più determinato il ruolo che ti compete e sostituisciti ai tanti specchi fasulli usati da chi è alla continua ricerca di immagine riflesse più utili e gradite, anche se ottenute con espedienti che distorcono la realtà.

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TRE ANGELI PER AMICHE

...Così mi è venuta la voglia di scriverti una mail... rendendoti partecipe (e non obbligato a pubblicarla) della lettera che io e Pamela abbiamo scritto il giorno prima del funerale... mentre Sara stava male... Una lettera che abbiamo consegnato al nostro prete per poterla leggere in chiesa... al funerale... ma non è stata letta! Eccola qui di seguito:

"Carissime amiche nostre, abbiamo condiviso gioie, dolori, giorni irripetibili che mai nessuno ci farà dimenticare, mai sostituire e mai svaniranno nel nulla...tutto ad un tratto vi abbiamo perse, ancora adesso non riusciamo a capire perchè il destino abbia voluto proprio voi, in questa età raggiante come il sole, splendente come la luna, limpida come l'acqua e immensa più del mare...si proprio voi, care amiche nostre, voi così dolci, così disponibili, così altruiste, così sensibili...

TAMARA, noi le tue amiche più care della tua vita, quelle con cui hai passato i momenti più belli dei tuoi soli 17 anni,
la tua amica Manu con cui hai passato giorni stupendi a giocare con le bambole, i nostri giorni passati a confrontarci i capelli lunghi e a vedere chi li aveva più lunghi interminabili giorni a consolarmi per tutti i problemi famigliari che solo
tu sei stata in grado di capirmi e aiutarmi nel momento giusto e nel modo giusto, i nostri sorrisi, i nostri bigliettini che passavano di continuo tra un compagno all'altro, anche solo per dirci un semplicissimo CIAO, nonostante fossimo vicine un metro...i nostri pomeriggi in camera a ascoltare la musica...

la tua amica Pamy con cui hai passato i giorni più belli della tua adolescenza, quei giorni a parlare interminabilmente, a raccontarci le nostre storie, i nostri giri, i nostri primi ragazzi, le nostre uscite di nascosto per andare a ballare, le sere a dormire nel tuo letto o nel mio dopo quelle sere passate con i nostri amici...

VALE, noi le tue amiche delle medie, i tempi più belli, giorni condivisi sempre insieme durante la ricreazione, durante quei pomeriggi a casa tua a ballare, a studiare, a prepararci per uscire, per incontrarci in piazzetta con tutti gli altri amici, per poi andare in discoteca..... quella che ti piaceva tanto....

FRANCY, noi le tue amiche, quelle che ti volevano bene, quelle con cui hai condiviso sere e pomeriggi al mare, in discoteca, in giro in motore, a piedi, ridendo e scherzando....

ORA DOLCISSIME AMICHE NOSTRE, CONTINUEREMO A PASSARE QUEI GIORNI, ORE, MINUTI INSIEME A VOI. E VOI CON NOI, A CONDIVIDERE GIOIE, DOLORI COME ABBIAMO SEMPRE FATTO UNITE PER SEMPRE DA UN BENE CHE NON RIUSCIREMO MAI A QUANTIFICARE, CHE NESSUNO MAI SAREBBE E SARA' CAPACE DI RIDURRE IN FUMO.
SAREMO FELICI, SE VOI SARETE FELICI... SAREMO TRISTI, SE VOI SARETE TRISTI... VI VOGLIAMO BENE E PER SEMPRE SARA' COSI'."
Manu & Pamy

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Non ci è stata tolta la voce

Ciao,

siamo le vittime della strada e Domenica 21/11 in tutta Europa è stata celebrata una giornata dedicata a noi. Purtroppo in alcune aree geografiche la ricorrenza è stata ignorata, facendo cadere nel vuoto gli appelli dei nostri familiari.

Per noi è stata una giornata molto impegnativa, perchè abbiamo dovuto accogliere tantissime nuove vittime della strada. Erano sorprese, ma soprattutto preoccupate per il dolore straziante in cui erano sprofondati familiari ed amici.

Alcuni personaggi pubblici hanno colto la palla al balzo e si sono sostituiti ai nostri cari per autocelebrare i propri meriti sulla sicurezza stradale. Per motivi facilmente intuibili, è imprudente comportarsi in questo modo.

Anche se siamo in tanti, non ci facciamo troppe illusioni, perchè la maggior parte della gente si è assuefatta all'ignobile strage che si consuma quotidianamente sulle strade. Per fare sentire la nostra voce e per scuotere le coscienze usiamo diversi canali, ma soprattutto ci affidiamo ai nostri cari. Siamo assieme a loro quando sono costretti a sopportare umiliazioni ed indifferenza nelle aule dei tribunali, nelle iniziative di sensibilizzazione e nel loro vivere quotidiano.

Solo un ingenuo può pensare che ci sia stata tolta la voce. Non serve tapparsi le orecchie, perchè noi siamo negli occhi di chi vi guarda e nell'aria che respirate.

Nei giorni scorsi ci siamo sentiti offesi per il messaggio riportato su un poster esposto a Rimini, all'interno della Fiera Internazionale della Sicurezza Stradale. Siamo stati definiti "pirla", con l'apparente intento di indurre gli utenti della strada ad una maggiore prudenza. Sul poster era scritto: "220 cv, 230 km/h, da 0 a 100 in 5,7 - poi la foto di una macchina semidistrutta - e sotto: modello 4 pirla in meno". Attraverso alcuni nostri genitori abbiamo insistentemente richiesto la rimozione di quei posters, ma solo dopo una accesa protesta di fronte al padiglione interessato i manifesti sono stati tolti.

Non dovrebbero più ripetersi simili episodi, poichè offendono la nostra memoria e procurano dolore ai nostri cari. Per questo motivo è stato segnalato l'accaduto a numerosi giornali ed emittenti televisive, però in pochi hanno prestato attenzione. Siamo un po' delusi, perchè è stato dimostrato maggiore interesse per altri argomenti, ma ognuno è libero di fare le proprie scelte secondo coscienza.

Vi sbagliate se pensate che non siamo in grado di dialogare, perchè murati in un loculo, sotterrati o cremati. C'è sempre qualcuno che ci porta fiori o che ci ricorda con affetto. Dovete sapere che riceviamo molte comunicazioni, perchè chi si rivolge a noi, anche solo con un pensiero, sa che riceverà attenzione e risposte.

Non ci è stata tolta la voce, ma c'è chi ha orecchie, cuore e mente foderati con spesse fette di mortadella. Spesso non ci si pensa, ma ogni azione individuale può influenzare la vita di altre persone, anche se assume la forma di inerzia od indifferenza. Ponzio Pilato docet.

La voce del coro

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RIFLESSIONI SULLA QUALITA' DELLA VITA DOVE HA SEDE LA ONLUS PU.RI

Il presidente della Onlus PU.RI Giuseppe Raduano ha pubblicato su Facebook la seguente nota personale: Mettere la testa sotto la sabbia, come fanno gli struzzi, per distogliere l'attenzione dai problemi che dovremmo affrontare è "tranquillizzante", ma serve a poco. Eppure a San Mauro Pascoli c'è ancora chi si ostina a non prendere atto che la qualità della vita, il senso civico e lo spirito di solidarietà sono notevolmente peggiorati in questi ultimi anni. Sagre paesane, iniziative culturali, attività ludiche ed altri eventi festaioli sembrano fare da corollario ad una comunità spensierata e felice, ma è proprio così? Guardandosi attorno con occhio obiettivo salta agli occhi di tutti la cementificazione selvaggia, una viabilità ad alto tasso d'insicurezza, il decentramento di servizi pubblici essenziali, l'aumento della disoccupazione (in particolare giovanile), il numero delle famiglie povere, gli incrementi esagerati delle tariffe, un diffuso senso di insicurezza e tanti altri aspetti negativi del vivere quotidiano. La maggior parte delle famiglie partecipa con entusiasmo a tutto ciò che ha a che fare col divertimento, ma si defila quando è chiamata a collaborare nell'ambito di iniziative aventi finalità sociali o civili. Magari si partecipa a cene di solidarietà per passare una serata in allegria con gli amici, ma ben lungi l'idea di assumere un ruolo attivo ed impegnativo nel contesto sociale. La domanda che dovrebbe sorgere spontanea è: quale futuro aspetta le nuove generazioni sanmauresi? Al di là delle buone intenzioni, sembra di capire che, nei fatti, la risposta prevalente possa riassumersi nella parola "chisenefrega".

Con queste riflessioni non c'è l'intenzione di fare prediche, nè di sputare nel piatto in cui si mangia, perchè il fine ultimo è quello di fare maturare una maggiore e più costruttiva consapevolezza. Non bisogna infatti confondere l'ottimismo con l'incoscienza e/o l'incapacità di affrontare i problemi. Nei momenti di difficoltà è più facile comportarsi come gli struzzi, che mettono la testa sotto la sabbia per non vedere i pericoli, perciò ben vengano quei "pessimisti" che intendono affrontare le situazioni difficili guardando in faccia la realtà.

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ALCOOL ED IPOCRISIA FORMANO UN MIX MICIDIALE

Una nota trasmissione televisiva RAI ci ha chiesto di illustrare il nostro pensiero sulle stragi del sabato sera ed in particolare sull'abuso nel consumo di bevande alcoliche. Secondo alcuni noti esponenti politici ed istituzionali esistono ragioni di ordine economico che devono prevalere sul valore della vita sulle strade. Chi non crede a questa mostruosità legga più in basso la frase in colore rosso. Questi macabri personaggi dicono delle fesserie che molti fessi si bevono, perchè non considerano il costo sociale dell'incidentalità stradale. Non potendo partecipare alla trasmissione televisiva, abbiamo inviato alla redazione il seguente messaggio:

Gentile .... Come richiestoci, trasmettiamo il testo di tre comunicati da noi diffusi nel corso del 2004 sul consumo di bevande alcoliche. Su tale argomento esortiamo vivamente la trasmissione a prendere le distanze dall'ipocrita disinformazione che continua ad alimentare la strage stradale.

Oggetto: Chiusura anticipata discoteche e divieto di vendita bevande alcoliche dopo un certo orario.

Tantissimi genitori ci confidano che nel fine settimana rimangono svegli fino al mattino, in attesa del ritorno dei propri figli. Poi, quando tutto è andato bene, tirano un sospiro di sollievo e si addormentano. E allora perchè non si ha il coraggio di fare sentire la propria voce, ma si rimane a guardare? Il disegno di Legge sulla chiusura anticipata delle discoteche e sul divieto di vendere alcolici dopo un certo orario sta scatenando un putiferio. Il sindacato dei locali da ballo ed alcune associazioni di commercianti sono sul piede di guerra e parlano di proibizionismo e rischio di bancarotta. I ragazzi che frequentano le discoteche vengono invitati ad inviare degli SMS di protesta. C'è chi denuncia l'incostituzionalità del disegno di Legge, perchè violerebbe l'autonomia decisionale degli Enti Locali. Insomma si sta registrando una intimidatoria levata di scudi da parte di una agguerrita minoranza di cittadini, che mettono in secondo piano lo svalutato valore della vita sulle strade. Invitiamo perciò le persone che la pensano diversamente ad assumere un ruolo attivo per fare sentire la loro voce e per usare ogni possibile strumento a "difesa" della vita dei propri cari. Sarebbe anche utile annotare tutto ciò che sta succedendo e ricordarsene quando si andrà a votare, comunque la si pensi....

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W.W.F. E VALORE DELLA VITA: BASTA CON GLI INSULTI

Non è nostra abitudine interferire nel dibattito politico che si sviluppa tra i vari esponenti locali, ma le lettera della responsabile del WWF sez. Rimini e Valle del Rubicone (pubblicata su un quotidiano locale in data 19/11/2003) ci obbliga ad intervenire per esporre alcune nostre considerazioni in merito all'abbattimento degli alberi posti ai margini di strade molto trafficate.

Nel ribadire che gli incidenti stradali sono quasi sempre imputabili ad errori umani, dobbiamo anche rilevare che la presenza di ostacoli fissi (alberi, pali...) ai margini della strada non lascia scampo ai malcapitati, poichè trasformano in tragedia incidenti che potrebbero invece avere spesso conseguenze banali. Anche sotto il profilo di una ipotetica pari dignità tra vita umana e vita vegetale esiste una assurda penalizzazione della vita umana, poichè in caso di impatto l'uomo può morire o rimanere invalido, mentre la pianta rimane quasi sempre intatta. Sarebbe perciò preciso dovere morale e civile di chi appartiene al genere umano adoperarsi per la prioritaria salvaguardia della vita dei propri simili. E' superfluo rilevare che una pianta radicata al suolo non può commettere errori, mentre invece chi percorre una strada può sbagliare. Questo però non significa che si debba pagare con la vita il proprio o gli altrui errori. Significa invece che bisogna intervenire per tutelare la parte più debole e svantaggiata, cioè il valore della vita umana.

A prescindere da tali considerazioni, riteniamo inaccettabile ed offensivo per le vittime e gli invalidi della strada sostenere, come riporta la lettera della responsabile del WWF, che le piante sono pericolose per "gli automobilisti che prendono le strade per piste di formula uno o per coloro che viaggiano sotto l'effetto di certe sostanze". Basta con gli insulti generalizzati, basta con la demagogia, basta con la banalizzazione della vita umana sulle strade.

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VITTIME: UNA SU TRE PER COLPA DELLE CONDIZIONI DELLE STRADE

Il 27/5/2003 giornali e telegiornali nazionali hanno dato la "sorprendente" notizia. Gran parte delle associazioni aderenti al CNOSS si sono costituite proprio per mettere in sicurezza le strade, ma le coscienze profumano più di pulito se queste responsabilità vengono viste con "benevolenza". Ecco il comunicato stampa diffuso da una "nostra" associazione:

Lo stiamo dicendo da anni, attirandoci le antipatie di molti enti gestori delle strade. In Italia un incidente mortale su tre è imputabile alle condizioni delle strade. Oggi giornali e televisioni hanno dato la notizia "scoop" con grande enfasi ed apparente sorpresa. Dopo il polverone iniziale, temiamo che alle migliaia di morti ammazzati che ogni anno perdono la vita a causa delle vergognose condizioni delle strade italiane (gli altri) si aggiungeranno altre migliaia di ignari utenti della strada che oggi hanno appreso la notizia con fatalismo e senso di impotenza (da sorteggiare tra noi tutti). Alcune domande sorgono spontanee: Se un incidente mortale su tre è dovuto alle condizioni delle strade, perchè le responsabilità di questi omicidi non vengono quasi mai imputate agli Enti gestori? Perchè le forze dell'ordine o gli altri organismi istituiti per garantire la sicurezza sulle strade non denunciano queste situazioni di pericolo senza attendere che ci scappi il morto?

Non si tratta di "gufare", ma di prendere consapevolezza su ciò che può riservarci il futuro (se non si prenderanno seri provvedimenti). Mettere la testa sotto la sabbia, come fanno gli struzzi quando non vogliono vedere il pericolo, o fare gesti scaramantici, non serve. In Italia, se non ci saranno correttivi, una famiglia su dieci avrà un morto o un disabile grave all'interno delle mure domestiche per colpa di un incidente stradale. Lo dicono le statistiche, la cui principale funzione è quella di rappresentarci il futuro con "logica" matematica. Forse questo comunicato non si presta all'incremento degli indici di ascolto o di lettura, ma può servire per sensibilizzare le istituzioni interessate e per far crescere una più responsabile cultura della sicurezza stradale.

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COSA SUCCEDE DOPO IL TRAUMA DI UN GRAVE INCIDENTE STRADALE?

Purtroppo le vittime della strada ed i loro familiari costituiscono una categoria vulnerabile altamente esposta a fenomeni di sciacallaggio ed ad alcune forme di violenza. Qualcuno potrebbe pensare che si tratta di esagerazioni, ma gli esiti di un questionario distribuito da sedici organizzazioni Europee a circa 10.000 famiglie forniscono un quadro della situazione veramente allarmante. L'iniziativa è stata realizzata dalla FEVR (Federazione Europea Vittime Strada) in collaborazione con la Commissione dell'Unione Europea. Eccone una sintesi:

Metodologia: E' stato utilizzato un questionario anonimo composto da 56 domande, suddivise in otto settori. Tuttavia, poiché ogni caso è unico, e una formulazione preventiva troppo rigida avrebbe potuto trascurare questioni importanti, è stata aggiunta ad ogni sezione una richiesta aperta di considerazioni e commenti. Per i fini che potrebbero interessare i lavori di questa giornata dedicata al danno punitivo, vi segnalerò solo una parte di queste elaborazioni statistiche.

Risultati: Delle 1364 risposte, il 59% proviene da parenti di morti per incidenti stradali, il 41% da parenti di vittime rese invalide o dagli stessi invalidi. Il margine di errore è +/- 5%. Nella presentazione dei dati la distinzione tra i due tipi di vittime sarà fatta quando si renderà necessaria.

Una larga maggioranza (il 91% delle famiglie dei morti, e il 78% di quelle degli invalidi) lamenta di non essere stata sufficientemente informata sui propri diritti.

Nonostante i giovani siano le vittime più frequenti di incidenti stradali, solo il 10% delle famiglie è stato contattato per la donazione di organi, a dispetto della scarsità di donatori così spesso pubblicizzata. La maggiore insoddisfazione viene espressa nei confronti dei processi penali: l'89% delle famiglie dei morti e il 68% di quelle degli invalidi ritengono di non aver ottenuto giustizia. Inoltre, quasi il 70% non ha sentito il proprio caso trattato in maniera appropriata, seria, rispettosa. Emerge una diffusa insoddisfazione nei confronti delle compagnie di assicurazione. Circa l'80% delle famiglie non è soddisfatto né dei propri rapporti con le assicurazioni, né del risarcimento da loro offerto. Una schiacciante maggioranza (il 95%) desidererebbe un avvocato di parte civile a rappresentare le vittime e le loro famiglie immediatamente dopo l'incidente.

Le vittime soffrono poi di questi sintomi: problemi di sonno 49%; cefalee 55%; incubi notturni 41%; problemi generali di salute 58%. Non si nota un calo significativo dopo tre anni, indice di una sofferenza psicologica di lunga durata, se non permanente. Una larga percentuale dei parenti delle vittime, morte e disabili, così come gli stessi disabili, soffre di disordini psicologici.

La situazione peggiore è quella dei parenti dei morti. Nei primi tre anni, il 72% ha perso interesse per le attività quotidiane, come l'attività professionale, il lavoro di casa, la cucina o gli studi; il 70% lamenta perdita nelle capacità di guida, il 49% perdita di fiducia in se stesso, il 46% ha attacchi d'ansia, il 37% ha sperimentato propositi suicidi, il 64% soffre di depressione, il 27% di fobie, il 35% di disordini alimentari, il 78% prova rabbia e il 71% risentimento. Dopo tre anni, queste manifestazioni decrescono in media solo del 10%. In particolare il pensiero del suicidio cala solo dal 37% al 26%, lasciando una grande percentuale di soggetti in angoscia estrema. Con l'eccezione dell'aspirazione al suicidio, i parenti degli invalidi presentano un quadro simile a quello dei parenti dei morti.

Circa il 50% dei parenti delle vittime, e le vittime stesse, dichiara di aver consumato per lunghi periodi maggiori quantità di sostanze psicotrope (tranquillanti, sonniferi, tabacco, alcool, droghe) rispetto a prima dell'incidente. Dopo la tragedia il 49% delle famiglie dei morti, il 47% di quelle dei disabili è stata soggetta a profondi mutamenti familiari. Far progetti per il futuro sembra impossibile al 68% dei parenti dei morti durante i primi tre anni. Dopo questo periodo, il 59% resta nello stesso stato. Per i parenti dei disabili le prospettive sono lievemente migliori. Come in altri casi, i disabili stessi sono meno pessimisti.

La capacità di godere la vita come prima dell'incidente scompare tragicamente per il 91% dei parenti dei morti per i primi tre anni. Dopo, la perdita persiste per lunghi periodi per l'84% di loro. Per molti, sarà permanente. Le prospettive per i primi tre anni non sono così tristi per i parenti dei disabili al 68%, per i disabili stessi al 69%. Talvolta dopo questo periodo non c'è cambiamento per i parenti, ma c'è un 15% di guarigione per gli stessi disabili.

Circa il 60% dei parenti dei morti, l'80% dei parenti dei disabili e il 70% dei disabili che hanno cambiato occupazione, l'hanno fatto perché costretti dalle circostanze. Tra coloro che hanno perduto il lavoro il 65%, 33% e 33% rispettivamente l'hanno fatto per ragioni psicologiche; gli altri, per ragioni fisiche.

CONCLUSIONI : La sofferenza evidenziata da questa ricerca mostra una proporzione sempre crescente nelle nostre società di vite devastate a causa della violenza sulle strade. Ciò che difficilmente si riconosce da chi di dovere, incluso il sistema giudiziario, è che quanti sono privati di una persona cara o resi invalidi da un incidente stradale sono spesso colpiti in modo permanente, come le famiglie delle vittime di altri tipi di violenza e di strage.

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STRADE KILLER? UN ALIBI.

A seguito di un articolo pubblicato con questo titolo su un quotidiano, la nostra associazione ha voluto esporre il proprio diverso punto di vista. Si è registrato il solito imbavagliamento.

"Da diversi anni ci occupiamo di sicurezza stradale e l'esperienza ci ha insegnato a prevedere le varie "esternazioni" che vengono fatte dopo i "soliti" gravi incidenti. In un certo senso tutti hanno ragione dal loro punto di vista, ma una visione interessata e parziale del problema può portare a scelte sbagliate con conseguenze tragiche. Ultimamente si parla molto di "pirati della strada" e "strade Killer".

Sembra quasi di leggere il copione di un film di cui si intuiscono le "battute" dei protagonisti.

Responsabili delle strade: La colpa della strage stradale è soprattutto di chi è imprudente. Su una affermazione così ovvia vengono poi ricamate tante altre considerazioni che cercano di spostare l'attenzione e le responsabilità su altri soggetti. E' indubbio invece che le conseguenze tragiche di tanti incidenti vadano imputate a coloro che non hanno adottato le misure necessarie per la messa in sicurezza della viabilità secondo le specifiche di Legge. Buche non segnalate, alberi o pali vicini al ciglio stradale, manto stradale difettoso, assenza di idonei guardrail o reti di protezione, piste ciclabili, marciapiedi, segnaletica inadeguata, flussi di traffico non compatibili con le condizioni strutturali della viabilità ed altre inadempienze trasformano spesso in tragedia ciò che poteva invece costituire un banale incidente. Spesso c'è un aggravante : la ripetitività dei sinistri nello stesso punto.

Forze dell'ordine: Il loro numero è inadeguato e la dotazione di mezzi carente. A loro spetta il tremendo compito di constatare la macellazione stradale e di informare i familiari delle vittime. Tuttavia la diffusa tolleranza dimostrata verso coloro che commettono violazioni riguardanti la sicurezza della persona (casco, cinture...), ha contribuito ad alimentare una pericolosa degenerazione culturale. Quasi sempre dopo un grave incidente c'è la promessa di effettuare controlli massicci sulle strade con tolleranza zero. In Svizzera si fanno meno chiacchere e più fatti, ma i numeri della strage stanno diminuendo notevolmente. Ad esempio ogni utente della strada svizzero viene mediamente sottoposto a controllo autovelox 30 volte in un anno.

Educazione stradale e valore della vita: Nonostante la Legge imponga l'obbligo d'insegnamento, l'educazione stradale sta entrando nelle scuole con molta difficoltà. Sono soprattutto i Vigili Urbani ad organizzare corsi di insegnamento che riguardano anche la segnaletica. La nostra associazione è stata tra le prime in Italia ad organizzare incontri nelle scuole con giovani disabili e familiari di vittime per sensibilizzare i ragazzi sul valore della propria ed altrui vita, ma il disinteresse dimostrato dalle istituzioni locali e dalle famiglie è stato spesso impressionante. Per questo motivo utilizziamo in Romagna lo slogan provocatorio "Tra gli struzzi di Romagna una strage che urla vergogna" ed altrove lo slogan "vittime della strada c'è chi prega e chi se ne frega".

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CONTROLLI SULLE FORZE DELL'ORDINE CON VIDEOCAMERA

La Onlus PU.RI già dal 1999 ha inviato la seguente lettera a numerosi comandi delle forze dell'ordine:

....Vi invitiamo pertanto a valutare la seguente nostra iniziativa che Vi sottoponiamo con spirito di collaborazione:

Chi è addetto al controllo della circolazione stradale dovrebbe soprattutto assolvere alla funzione primaria della tutela della vita. Invece si contestano frequentemente violazioni che producono maggior gettito, senza invece intervenire adeguatamente in situazioni di potenziale pericolo per l'incolumità della persona ( cinture, casco, ecc.). Le recenti determinazioni degli organi preposti, tese a conseguire una più puntuale applicazione delle norme sanzionatorie previste dal Codice della Strada, dimostrano che esistevano ed esistono comportamenti che non corrispondono ai dettati normativi. Anche a tale situazione deve imputarsi l'evidente e pericolosa degenerazione culturale in atto, che induce gli stessi genitori a considerare le norme di prevenzione per la sicurezza della persona alla stregua di angherie alle quali è giustificabile sottrarsi. La tolleranza che dimostra talvolta una minoranza delle forze dell'ordine, potrebbe configurarsi come omissione di atti d'ufficio? Sulla delicata materia potrebbe essere investita l'autorità giudiziaria competente, per la quale qualche associazione è in procinto di realizzare video documentazione sostenuta dalle necessarie prove testimoniali (alcuni volontari riprenderebbero con videocamera gli episodi di ingiustificata tolleranza).

Nel significarVi la nostra più ampia disponibilità nel ricercare forme utili di collaborazione, ci auguriamo che con un diverso grado di consapevolezza si possa contenere l'intollerabile tributo di sangue versato sulle strade. Potrete esibire la presente comunicazione ai genitori che Vi manifesteranno critiche per le sanzioni comminate ai propri figli in seguito a violazioni del codice della strada.

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SICUREZZA STRADALE TROPPO FESTAIOLA

Il 24/11/2001 le scuole di San Mauro Pascoli (FC) hanno partecipato ad un progetto pilota sulla sicurezza stradale, al quale hanno collaborato la Provincia di Forlì, il Comune di San Mauro Pascoli, l'Osservatorio Regionale per la sicurezza stradale ed il Provveditorato agli studi di Forlì. Nessuna di tali istituzioni aveva accolto il nostro invito per partecipare alla giornata dei lavori sulla sicurezza stradale durante il 3° Convegno "primaepoi", ma naturalmente abbiamo assicurato la nostra presenza alla manifestazione. Giornali ed emittenti locali hanno dato ampio risalto all'evento ed alle dichiarazioni dei rappresentanti istituzionali. Abbiamo cercato di far sentire anche la nostra voce, ma abbiamo provocato reazioni esasperate ed offensive che ci hanno indotti a rivendicare formalmente la dignità civile e morale delle nostre finalità associative. A commento di tale esperienza, abbiamo richiesto alla "Gazzetta del Rubicone" di pubblicare un nostro comunicato, ma il Comune di San Mauro Pascoli ha lamentato la carenza di spazio disponibile. Pertanto provvediamo alla divulgazione della nostra "nota stonata" attraverso il sito associativo.

LA NOSTRA NOTA STONATA

Questo è il ragionamento che sembra essere stato fatto: anche la paura è responsabile dei tanti incidenti che avvengono sulle nostre strade? Allora bisogna vincere la paura.

Si organizza una manifestazione per i ragazzi che frequentano le scuole elementari e medie inferiori invitando anche i loro genitori. Siccome si è consapevoli che l'educazione stradale interessa poco, si decide di richiamare la loro attenzione con argomenti più piacevoli. Viene perciò organizzato un incontro nel quale, oltre a propinare i soliti insegnamenti, si fa un esperimento innovativo: si distribuiscono ai presenti vari oggetti pubblicitari in omaggio; si allestiscono alcuni stand dove vengono esposti i più recenti modelli di ciclomotori e di biciclette in commercio; si espone in posizione privilegiata una autovettura (opportunamente elaborata in chiave corsaiola) che possa richiamare l'attenzione generale; si mettono in palio dei premi per gli studenti che si recheranno a scuola con mezzi propri (anche se è ben nota la carenza di piste ciclabili). Se nonostante ciò fosse rimasto qualche timore nei confronti della strada, c'è un'altra risorsa. Viene organizzata per studenti e genitori una dimostrazione di guida sicura con la partecipazione di un noto campione di rally.

Nessuna delle istituzioni presenti è venuta a porgerci un cenno di saluto o a visitare il piccolo spazio che ci era stato messo a disposizione. Ci siamo trovati a disagio, poiché non ci sentivamo parte integrante di quel "modello educativo". I ragazzi (soprattutto quelli più piccoli) non capivano perché anche noi fossimo lì. Il materiale che esponevamo era soprattutto dedicato ai genitori, ma quasi nessuno di loro si è avvicinato. Il cesto nel quale dovevano essere raccolti suggerimenti o disponibilità alla collaborazione per migliorare la sicurezza stradale sul territorio è rimasto completamente vuoto. E' stata una esperienza estremamente deludente.

Quando abbiamo richiesto al Comune di San Mauro Pascoli di pubblicare il nostro diverso punto di vista sul periodico locale "La Gazzetta del Rubicone", ci è stato risposto che non era possibile.

L'intera vicenda dovrebbe stimolare costruttivi spunti di riflessione. Sembra che alcune "interferenze" del mondo del volontariato sul tema della sicurezza stradale siano guardate con diffidenza o contrastate, ma su questo delicato argomento faremo presto sentire la nostra voce con altre note stonate.

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SENZA TIMORI REVERENZIALI

Arriva anche il momento in cui ci si rende conto che alle parole ed ai buoni propositi devono subentrare i fatti. Ogni timore o titubanza si dissolve, la parola chiedere si trasforma in pretendere, la debolezza si trasforma in forza, le parole si trasformano in azioni, la commiserazione pretende di essere trasformata in considerazione. Dopo l'apparente boicottaggio del 4° convegno "primaepoi", abbiamo deciso di far conoscere alcuni fatti sconcertanti e di dare un preciso volto ai soggetti istituzionali interessati. Naturalmente ricercheremo ogni possibile forma di collaborazione, ma rivendicheremo con forza la dignità che ci deve essere riconosciuta. Siccome i convenzionali organi di informazione spesso ignorano i nostri appelli e le nostre rivendicazioni, affidiamo frequentemente la nostra voce ad internet, alla posta elettronica, a messaggi esposti sulle tombe di giovani vittime della strada, al passaparola ed ad altri strumenti divulgativi non convenzionali. Riportiamo un estratto delle nostre esperienze o offerte di collaborazione rivolte a rappresentanti istituzionali:

Ipocrita risparmio di 49 euro  Basta essere presi per i fondelli ; Avvisi stradali pericolosi?

La piadina con l'indifferenza ; Arrangiatevi ; Li abbiamo fatti indignare ; Le strade che non si incontrano mai ;

Fate sicurezza stradale altrove ; Un silenzio inquietante ; Rivendichiamo rispetto; Forze dell'ordine in videocamera

  Il 13/10/2010 abbiamo inserito nella nostra pagina facebook il seguente messaggio:

NEL 2007 I SINDACI DI SAVIGNANO SUL RUBICONE, SAN MAURO PASCOLI E GATTEO HANNO NEGATO UN CONTRIBUTO SIMBOLICO DI 49 EURO IN FAVORE DELLA ONLUS PU.RI, A PARZIALE RIMBORSO DELLE SPESE VIVE DA SOSTENERE PER L'ATTIVITA' DI VOLONTARIATO PROPOSTA PER MIGLIORARE LA SICUREZZA STRADALE E PER DARE SOSTEGNO AI FAMILIARI DELLE VITTIME E DEI DISABILI DELLA STRADA (educazione stradale nelle scuole, educazione stradale agli anziani, rilevazioni fotografiche dei punti in cui la viabilità è più pericolosa, messaggi di sensibilizzazione attraverso la gazzetta del Rubicone, organizzazione e/o partecipazione a convegni o dibattiti, sostegno ai familiari edi vittime o disabili della strada ed altro ancora).

A fronte di una richiesta formale in tale senso (protocolli del 16/4 e 14/7/2007) l'Unione Comuni del Rubicone ha deciso di NON DARE RISPOSTA E QUINDI DI NON ACCOGLIERE L'OFFERTA DI COLLABORAZIONE.

Cittadini del Rubicone, la Gazzetta del Rubicone ha ben altre cose da divulgare per valorizzare la buona immagine delle amministrazioni comunali. Fate quindi circolare certe informazioni e non fate spallucce se volete diminuire le probabilità di entrare in contatto diretto con una tragedia stradale familiare.  

Ad uno dei messaggi di stupore e solidarietà abbiamo risposto nel seguente modo:

SCARSO RISPETTO PER LE VITTIME DELLA STRADA E PER LE ASSOCIAZIONI CHE LE RAPPRESENTANO.
Grazie Mauro per la costante solidarietà. C'è da essere "schifati" non solo per certi comportamenti delle amministrazioni comunali, ma anche per il mene...freghismo della gente comune che abita nella vallata del Rubicone e che magari ha letto distrattamente l'appello su fb, senza minimamente pensare di rilanciare il messaggio o di assumere un ruolo più attivo. Gli uni e gli altri dimostrano scarso rispetto per le vittime della strada e per coloro che più di altri le rappresentano.

 Il 21/09/2009 abbiamo inserito nella nostra pagina facebook il seguente messaggio: Stragi stradali: Presidente Napolitano, dica qualcosa! Diverse associazioni di volontariato stanno alimentando un costruttivo dibattito in materia di sicurezza stradale, attraverso scambi di posta elettronica con titolo corrispondente a quello di questa nota. La nostra associazione ha voluto esprimere alcune valutazioni col seguente messaggio:
" Ci siamo stancati di ripetere inutilmente le stesse cose da anni, perchè ora non ci sentiamo più gratificati quando un importante rappresentante istituzionale sembra dedicarci un minimo d'attenzione. Quasi sempre dopo essere stati ascoltati e rassicurati non succede assolutamente niente
. Non so come la pensino le altre associazioni, ma la nostra onlus si è spesso sentita presa per i fondelli da mediocri personaggi pubblici non all'altezza della carica che ricoprono.
Dovrebbe essere il mondo del volontariato a pretendere la risoluzione dei problemi con i fatti, impedendo il proliferare di tante inutili chiacchere. Un irriverente slogan satirico delle nostre parti esprimeva tale concetto con queste parole: "vogliamo fatti e non pugnette".
Per coordinare le nostre attività ci si potrebbe incontrare di tanto in tanto, almeno tra i firmatari della Carta Europea della sicurezza stradale, alla quale si dovrebbe però chiedere un'azione di supporto e di coordinamento ben più incisiva". Firmato Onlus PU.RI.

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 Il 27/07/2007 abbiamo protocollato presso il comando dei Vigili Urbani la seguente richiesta d'intervento, poichè il Codice della Strada viene spesso disapplicato quando le responsabilità sono riconducibili agli Enti Gestori delle strade. Oggetto: Cartelli stradali pubblicitari e segnaletica stradale. Richiesta d'intervento per accertare eventuali violazioni dell'art. 23 del codice della strada (in particolare commi 1-4 e 13).

In passato la nostra associazione ha ripetutamente segnalato agli Enti gestori l'opportunità di istituire la figura del "collaudatore delle strade", per verificare periodicamente lo stato di sicurezza della rete viaria ed in particolare il rispetto della vigente normativa.

Con spirito collaborativo e nell'intento di prevenire tragedie stradali prevedibili, sottoponiamo al Vostro comando alcune situazioni che hanno suscitato qualche nostra perplessità:

CARTELLI PUBBLICITARI: Abbiamo notato che in prossimità di molte rotatorie (talvolta anche all'interno) sono stati inseriti pannelli pubblicitari che potrebbero provocare la distrazione degli utenti della strada proprio nei punti in cui è richiesta maggiore attenzione. Si allegano alcune foto esplicative (rotatoria all'ingresso del Comune di San Mauro Pascoli con all'interno la pubblicità di un rally cittadino; rotatoria "Quattro Strade" con all'interno pubblicità aziendale; rotatoria "Iperrubicone" con pubblicità inserita sul perimetro esterno ed in prossimità degli accessi; pubblicità aziendale inserita vicina ad un segnale di "stop" in prossimità del casello autostradale Rimini Nord).

SEGNALETICA STRADALE: In passato abbiamo segnalato episodi di segnaletica stradale carente, superflua, incoerente ed ingannevole. In questa occasione documentiamo alcune situazioni che potrebbero provocare pericolose incertezze nella condotta di guida degli utenti della strada (foto nuova rotatoria di Savignano per Canonica in cui, a differenza di altre rotatorie, nell'accesso verso monte non è presente nè il segnale di divieto per la direzione sinistra, nè la freccia di indicazione verso destra; all'uscita da Savignano, foto del cartello di indicazione illeggibile per la deviazione verso Sogliano; a San Mauro Pascoli foto di uno dei tanti segnali superflui di fine limite velocità 30 km. posto vicino al segnale che obbliga a dare la precedenza; Gatteo ed Iper segnali pre-rotatoria).

  1. PISTE CICLABILI: Per i lavori in corso a San Mauro Pascoli sulla Via Rimini (foto allegata) si richiama l' Art. 14, comma 2 bis, del Codice della Strada: "gli enti proprietari delle strade provvedono altresì, in caso di manutenzione straordinaria della sede stradale, a realizzare percorsi ciclabili adiacenti purché realizzati in conformità ai programmi pluriennali degli enti locali, salvo comprovati problemi di sicurezza". Come sarà possibile con i nuovi fabbricati costruiti a ridosso della strada?

  2. CONTROLLI: Qualche mese fa suggerimmo di vietare il pericoloso accesso di biciclette e ciclomotori sulla Via Antica Emilia, che collega i Comuni del Rubicone all'A14. La strada si trova in condizioni pietose ed il divieto di circolazione per i mezzi pesanti viene spesso impunemente violato.

Auspicando un Vostro urgente interessamento al riguardo, salutiamo distintamente.

Allegate: 16 foto esplicative delle situazioni descritte.

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 Il 26/11/2002 abbiamo inviato a molti rappresentanti istituzionali ed ai principali organi di informazione locale il seguente comunicato.

Una piadina con l'indifferenza al posto del prosciutto.

Recentemente la trasmissione RAI "Uno mattina" ha ospitato alcuni rappresentanti istituzionali del Riminese per parlare dei prodotti tipici della zona, ma per la piadina è stato trascurato un ingrediente fondamentale: l'indifferenza. Da diversi anni cerchiamo di coinvolgere il Comune e la Provincia di Rimini nelle iniziative che promuoviamo sul territorio, ma non abbiamo mai ricevuto alcun cenno di disponibilità. Nonostante ciò, i nostri giovani docenti disabili hanno incontrato migliaia di studenti per parlare di educazione stradale, abbiamo realizzato quattro convegni nazionali (due a Rimini e due a Bellaria) con il patrocinio di altri Enti Pubblici, abbiamo incontrato diversi familiari di vittime della strada colpiti da lutto recente ed abbiamo svolto una costante opera di sensibilizzazione sul territorio. Purtroppo anche la gente comune sembra disinteressata e poco disponibile ad assumere un ruolo attivo per fermare la strage stradale. Per questi motivi utilizziamo spesso lo slogan provocatorio "Tra gli struzzi di Romagna una strage che urla vergogna", in quanto la nostra regione si trova al vertice della classifica nazionale per numero di vittime (in rapporto alle auto circolanti) e, se non ci saranno correttivi, una famiglia su dieci avrà un morto o un disabile grave all'interno delle mura domestiche a causa di incidenti stradali. Questo non significa gufare, ma prendere consapevolezza dei fatti.

Dovendo programmare l'attività per il 2003, circa un mese fa abbiamo fatto alla Provincia ed al Comune di Rimini la seguente domanda : Se siete intenzionati a collaborare ed a sostenere concretamente le nostre iniziative, fatecelo sapere al più presto. Siamo ancora in attesa di una improbabile risposta.

In Romagna la piadina non ha più il sapore di una volta, ma forse la colpa è dei nuovi ingredienti o dei gusti che sono cambiati.

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 Il 15/11/2002 abbiamo inviato la seguente lettera aperta al Sindaco di Cesena Arch. Conti ed al Presidente della Provincia di Forlì-Cesena Prof. Gallina:

Nonostante le ripetute sollecitazioni al coinvolgimento diretto (per sostenere le nostre iniziative in materia di sicurezza stradale), non abbiamo mai ricevuto alcun Vostro cenno di concreta e significativa disponibilità. L'anno scorso i nostri docenti (ragazzi disabili e familiari di vittime della strada) hanno fatto alcuni incontri nelle scuole di Cesena e siete stati invitati ad assistervi. Non c'è stata alcuna risposta e siamo rimasti molto delusi per l'indifferenza e la scarsa sensibilità nei confronti della nostra attività. Purtroppo simili comportamenti deludono le aspettative dei nostri "docenti" di educazione stradale e con il passare degli anni il loro numero si è sensibilmente ridotto. Fortunatamente avviene esattamente il contrario per le associazioni che in altre zone hanno preso spunti dal nostro "modello educativo". A tale proposito alleghiamo un documento della Fondazione Alessio Tavecchio di Monza (www.alessio.org), nel quale sono stati evidenziati con colore rosso i riferimenti alla nostra associazione. Vale la pena di leggerlo integralmente e vi invitiamo a farlo con mente aperta e molta attenzione.

Dovendo definire il calendario degli impegni per il 2003, Vi facciamo una domanda alla quale potrete rispondere semplicemente con un "sì" o con un "no". Ritenete utile l'attività della nostra associazione e siete disposti a sostenerla ed a collaborare concretamente rispettandone l'autonomia? Siamo consapevoli che spesso la nostra voce è sgradita e fuori dal coro, ma il fine ultimo è sempre quello di fermare la strage stradale e di dare sostegno alle vittime della strada ed ai loro familiari. Non c'è alcun astio personale se negli incontri con gli studenti evidenziamo anche le responsabilità di istituzioni e famiglie, se con un nostro esposto alla Procura abbiamo provocato l'apertura di indagini per la messa in sicurezza delle strade nella provincia di Forlì-Cesena o se gli studenti delle scuole medie di San Giorgio di Cesena hanno protocollato la mappa dei punti più pericolosi della viabilità (segnalando le possibili soluzioni) da consegnare a coloro che in futuro dovessero subire incidenti prevedibili nei punti segnalati.

A titolo di referenza alleghiamo una scheda riassuntiva che descrive ciò che abbiamo fatto nel 2001. Le iniziative più recenti sono riportate sul sito http://digilander,libero.it/puri .

Il Sindaco di Cesena Arch. Conti ha risposto dichiarando che l'Amministrazione Comunale è fortemente impegnata per migliorare la sicurezza stradale e che sia le Istituzioni pubbliche, sia le più diverse associazioni e organizzazioni sociali possono, ciascuno nel proprio ruolo e in piena autonomia, contribuire a rendere più sicura la vita di noi tutti. Bla..bla..bla

In sostanza la risposta alla nostra proposta di collaborazione è stata "no".

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 Il 13/11/2002 abbiamo inviato al Sig. Zoffoli, Sindaco di Gambettola, il seguente messaggio:

Nonostante la conoscenza personale e le ripetute sollecitazioni al coinvolgimento diretto (per sostenere le nostre iniziative in materia di sicurezza stradale), non ho mai ricevuto alcun Suo cenno di concreta disponibilità. L'anno scorso i nostri docenti (ragazzi disabili e familiari di vittime della strada) hanno fatto due incontri con le scuole medie di Gambettola e nell'ultimo di questi Le esposi con estrema franchezza la nostra delusione per l'indifferenza e la scarsa sensibilità nei confronti della nostra attività. Purtroppo simili comportamenti deludono le aspettative dei nostri "docenti" di educazione stradale e con il passare degli anni il loro numero si è sensibilmente ridotto. Chissà se qualcuno proverà sensi di colpa.

Dovendo definire il calendario degli impegni per il 2003, Le faccio una domandina semplicissima alla quale potrà rispondere solo con un "sì" o con un "no": Come Sindaco di Gambettola ritiene utile l'attività della nostra associazione ed è disposto a sostenerla concretamente senza farsi condizionare da valutazioni di convenienza istituzionale?

Se anche questa comunicazione dovesse ricevere una Sua silenziosa risposta, ne prenderò semplicemente atto e ne terrò conto nel programmare la nostra futura attività. Le allego una scheda riassuntiva che descrive l'attività del 2001.

C'è stata una risposta attraverso le pagine di alcuni quotidiani locali: Il Sindaco Zoffoli ed il comandante dei Vigili Urbani Marchi hanno colto la palla al balzo per rivendicare una serie di iniziative che l'Amministrazione Comunale ha assunto per migliorare la sicurezza stradale a Gambettola . Le nostre affermazioni sono state definite "inaccettabili" ed hanno provocato indignazione.

E' il colmo. Alla faccia della semplicità. Il 15/11/2002 abbiamo inviato al Sindaco il seguente messaggio: "...la domandina evidentemente Le è stata formulata in modo confuso. Non Le ho chiesto di illustrare ciò che l'Amministrazione Comunale di Gambettola ha fatto e sta facendo per la sicurezza stradale, ma, dovendo definire il calendario degli impegni per il 2003, se ritiene utile l'attività dell'associazione che presiedo e se è disposto a sostenerla concretamente, senza farsi condizionare da valutazioni di convenienza istituzionale. Prendo atto della Sua risposta che interpreto come "no". Se avessi errato l'interpretazione, me lo faccia sapere". La nostra interpretazione era corretta!!

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 Il 6/11/2002 abbiamo inviato all'assessore Neri del Comune di San Mauro Pascoli il seguente messaggio:

Dobbiamo purtroppo ritornare a parlare del progetto pilota denominato "sulle strade senza paura", tenuto a battesimo circa un anno fa nelle scuole di San Mauro Pascoli, con il sostegno dell'Osservatorio Regionale per la sicurezza stradale, della Provincia di Forlì-Cesena, del Provveditorato agli studi di Forlì e del Comune di San Mauro Pascoli. A seguito delle riserve che esprimemmo su quel modello educativo (lo definimmo troppo festaiolo) ci fu inviata una comunicazione sconcertante, che riscontrammo con il documento allegato. Da allora è calato il silenzio e ci siamo sentiti circondati da una spessa coltre di indifferenza/insofferenza. Per la prima volta, dopo tanti anni, le scuole medie di San Mauro Pascoli non hanno richiesto un incontro con i nostri "docenti" disabili, nonostante le sollecitazioni provenienti da studenti e genitori. Le scuole medie di Savignano, Gatteo e Gambettola hanno assunto un analogo comportamento. Quando poi abbiamo proposto di premiare uno specifico tema sulla sicurezza stradale e di partecipare ad una lezione di educazione stradale durante i lavori del 4° convegno "primaepoi", nessuno ha risposto. La stessa sorte è toccata al Difensore Civico di Cesena, quando ha invitato il Sindaco di San Mauro Pascoli a dare adeguata considerazione alle iniziative promosse dalla nostra associazione. Le nostre critiche al progetto pilota "sulle strade senza paura" riguardarono anche un altro specifico aspetto, poichè segnalammo che mentre da una parte venivano premiati gli studenti che si recavano a scuola con mezzi propri (a piedi o in bicicletta), dall'altra non si era tenuto conto della carenza di idonee piste ciclabili per garantire un percorso in sicurezza. Dopo tale segnalazione furono realizzati alcuni percorsi ciclabili riservati sulle carreggiate stradali già esistenti. La presenza di vigili urbani ed altri ausiliari del traffico negli orari di entrata ed uscita dalle scuole fu comunque capillare e rassicurante . Alla fine dell'anno scolastico, statistiche alla mano, si è enfatizzato il successo dell'iniziativa, dandone ampio risalto sugli organi di informazione locale.

Con l'inizio del nuovo anno scolastico alcune soluzioni estemporanee in materia di piste ciclabili sono state rimosse (sembra non corrispondessero alle norme vigenti) e la presenza dei vigili urbani in prossimità delle scuole si è notevolmente rarefatta. Rispetto all'anno scorso, è quindi notevolmente aumentata la soglia di pericolosità per gli studenti che si recano a scuola con mezzi propri. In passato abbiamo già denunciato i rischi connessi a certi "esperimenti", ma quel che più ci sconcerta è l'irresponsabile disinteresse che diversi genitori sembrano dimostrare verso questo problema. Il 12/11 di cinque anni fa a San Mauro Pascoli il tredicenne Alex Trombini rimase vittima di un incidente stradale, mentre percorreva in bicicletta una strada, priva di pista ciclabile, per recarsi a scuola. All'annuale cerimonia religiosa di commemorazione sono sempre presenti tantissimi ragazzi, ma pochissimi genitori. Forse, come Lei sostiene, abbiamo carenze propositive e siamo condizionati da patemi e visioni catastrofiche della vita. Forse per questo motivo la nostra voce viene soffocata e la nostra attività di volontariato viene spesso scoraggiata o boicottata. Forse abbiamo esagerato quando recentemente nelle trasmissioni televisive "la vita in diretta" e "Maurizio Costanzo Show" abbiamo denunciato l'indifferenza che ci circonda, le responsabilità di natura istituzionale e gli insulti rivolti alle vittime della strada ed ai loro familiari. Forse con questa lettera aperta comprometteremo ogni possibilità di futura collaborazione con il Suo assessorato (al momento inesistente). Quel che è certo è che intendiamo fermare la strage stradale con determinazione e con una costante opera di sensibilizzazione, mettendo a disposizione, nei limiti del possibile, la nostra collaborazione e la nostra "esperienza".

L'assessore Neri ha risposto rilevando che se la collaborazione con l'Assessorato alla Scuola del Comune di San Mauro, è, come si sostiene, attualmente inesistente, ciò deriva dal fatto che, pur perseguendo le stesse finalità, si seguono modalità e percorsi diversi e per questa ragione i sentieri non si incontrano. Nella risposta vengono poi descritte le diverse iniziative promosse dall'Amministrazione Comunale per migliorare la sicurezza stradale con l'invito a guardarle con occhio meno prevenuto.

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 Il 5/11/2002 abbiamo inviato al Presidente della Regione Emilia Romagna ed all'Osservatorio Regionale il seguente messaggio:

Entro la fine di Novembre, la nostra associazione elabora (nelle linee essenziali) il programma di attività per il nuovo anno, sulla base delle esperienze acquisite, delle risorse disponibili e della disponibilità di tempo dei propri associati. Purtroppo alcuni giovani "docenti" disabili non potranno più accordarci la loro collaborazione per l'insegnamento dell'educazione stradale nelle scuole e saremo quindi costretti a ridimensionare notevolmente questo settore di attività. Probabilmente ciò non sarebbe successo se le istituzioni alle quali abbiamo rivolto ripetuti ed accorati appelli ci avessero concesso maggior sostegno e collaborazione. In queste ultime settimane abbiamo ricevuto numerose proposte per sviluppare la nostra attività di volontariato in altre Regioni, ma ciò comporterebbe una profonda revisione di tutto il nostro apparato organizzativo. Dovremo comunque operare delle scelte al più presto e per tale motivo intendiamo verificare la vostra disponibilità per una concreta ed incisiva collaborazione operativa. Ci è stato in particolare proposto di realizzare il prossimo 5° convegno "primaepoi" (educazione e sicurezza stradale, dopo incidente, terapie di guarigione non convenzionali, indecente mercato dell'occulto, esiste l'aldilà?) in altre città (Roma, Milano...) con il convinto e determinante sostegno di istituzioni ed associazioni del luogo. Prima di assumere delle decisioni al riguardo, vorremmo sapere se la Regione Emilia Romagna è interessata a sostenere una simile manifestazione, nel caso decidessimo di riproporla a Rimini. In caso di interesse, si potrebbero ipotizzare alcune particolari iniziative da organizzare congiuntamente, come ad esempio la ricerca di possibili forme di collaborazione tra la Regione Emilia Romagna e le varie associazioni familiari vittime della strada operanti sul territorio, una lezione di educazione stradale impartita da ragazzi (disabili e non) a studenti ed adulti, la premiazione dei migliori temi su specifici temi riguardanti la sicurezza stradale, un confronto costruttivo per ricercare obiettivi condivisi con le compagnie di assicurazione.... Probabilmente in passato ci sono state delle incomprensioni e probabilmente ne siamo in gran parte responsabili. Voltiamo pagina e facciamo assieme ogni possibile sforzo per cercare di fermare l'assurda strage stradale che si consuma quotidianamente sulle nostre strade. In attesa di un Vostro urgente cenno di disponibilità, salutiamo con distinta stima.

L'Osservatorio Regionale ha risposto proponendo un incontro interlocutorio con le varie associazioni di familiari vittime della strada operanti nella Regione Emilia Romagna. L'incontro non c'è mai stato.

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 L'1/11/2002 abbiamo inviato al Sindaco di Rimini Ravaioli ed all'assessore provinciale Nando Piccari il seguente messaggio (ne riportiamo uno stralcio), con preghiera di inoltrarne una copia al Presidente della Provincia di Rimini Fabbri:

....Mi fu manifestata sorpresa ed incredulità, ma nel contempo ricevetti assicurazione che sarei stato contattato al più presto per sviluppare una costruttiva collaborazione. Ha invece fatto seguito un inaspettato silenzio. Nel mese di Luglio ho ripetutamente cercato di mettermi in contatto con Voi, Vi ho richiesto un aiuto per coinvolgere le scuole nella lezione di educazione stradale che alcuni giovani "docenti" disabili avrebbero tenuto nella prima giornata del convegno e Vi ho invitati a partecipare al dibattito "nonsolochiacchere", pregandovi di estendere l'invito a tutti i consiglieri comunali e provinciali ed alla polizia municipale. Ancora una volta ha fatto seguito un silenzio assordante, ma mi rifiuto di pensare che ciò significhi insensibilità o scarsa considerazione nei confronti delle vittime della strada e dei loro familiari. Al dibattito "nonsolochiacchere" non era presente alcun rappresentante istituzionale e, per una serie di altre strane situazioni di contorno, è stato ipotizzato il boicottaggio di un evento giudicato "scomodo". Relatori e convegnisti sono rimasti stupefatti. Quest'anno il convegno "primaepoi" ha approfondito il tema dell'indifferenza e nella trasmissione RAI "La vita in diretta" del 23/10 (nel corso di un collegamento da Rimini) è stato divulgato lo slogan della manifestazione appena conclusa: Vittime della strada - c'è chi prega e chi se ne frega.

... Per questo motivo intendo "giocare" a carte scoperte, prospettandoVi le scelte che mi accingo a fare:

Ho già ricevuto numerose proposte per sviluppare la nostra futura attività di volontariato altrove. Mi è anche stato proposto di realizzare il prossimo convegno "primaepoi" in altre città (Roma, Milano...) con il convinto e concreto sostegno di istituzioni ed associazioni del luogo. Se siete intenzionati a collaborare ed a sostenere concretamente le nostre iniziative, fatemelo sapere al più presto.... poichè chiunque si trovi nelle condizioni di intervenire per arginare l'emergenza dell'invalidità e mortalità sulle strade ha il dovere morale e civile di farlo, altrimenti si rende complice delle conseguenze.

A completa disposizione per una fattiva collaborazione ed in attesa di urgente riscontro, saluto con distinta stima.

Stiamo ancora aspettando una improbabile risposta.

 Il 25/6/2002 è stato inviato ai Presidenti della regione e della giunta regionale Emilia Romagna il seguente messaggio che non ha ricevuto risposta:

Stim.mi Presidenti,

Gli organi di informazione stanno riportando notizie allarmanti sulla strage stradale nella nostra Regione. Si moltiplicano gli incontri (ai quali normalmente non siamo neppure invitati), le elaborazioni statistiche ed i comunicati, ma la voce delle vittime e dei loro familiari viene spesso soffocata. Nel rivendicare la dignità ed il ruolo che ci compete, sollecitiamo un incontro chiarificatore e propositivo, inoltrandoVi ancora una volta la richiesta del 19/3/2002, mai riscontrata. A prescindere da ogni altra considerazione, facciamo appello al sentimento di "rispetto" che dovrebbe essere dovuto verso chi ha provato direttamente sulla propria pelle il trauma di una tragedia stradale. L'Associazione per la sicurezza stradale di Ferrara vorrà dare divulgazione al presente documento attraverso i principali organi di informazione.

Per il coordinamento regionale delle associazioni familiari e vittime della strada: Giuseppe Raduano

 Il 17/3/2002 si sono incontrate a Modena diverse sedi di associazioni di familiari vittime della strada operanti in Regione. Si sono assunte decisioni congiunte ed è anche stato deciso di richiedere un incontro al Presidente della Regione Emilia Romagna, richiamando la risoluzione delle Nazioni Unite 40/30 (1985) nella parte in cui si raccomanda ai paesi membri di trattare le vittime con sensibilità e rispetto della propria dignità, adoperandosi affinchè sia loro concessa l'opportunità di esprimere e comunicare l'impatto che il trauma ha causato.

Troppo spesso la responsabilità degli incidenti viene imputata al destino, alla nebbia, alla pioggia, alla condotta di guida o ad una serie di altri motivi. E' una verità parziale, poiché si tende a sottovalutare l'aspetto della prevedibilità, con ogni conseguente implicazione sul piano delle responsabilità. Troppo spesso le vittime della strada ed i loro familiari subiscono mortificazioni e violenze intollerabili dopo aver sofferto un gravissimo trauma. Con questo consapevolezza e con questo spirito sono stati chiesti adeguati ed urgenti interventi per la miglior tutela degli utenti della strada.

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 Il 24/8/2004 abbiamo cercato di sensibilizzare gli organi di stampa sulle responsabilità degli Enti gestori delle strade con il seguente comunicato:

Consapevoli dell'eccessiva lunghezza del testo, non vi chiediamo di pubblicare il presente documento, ma con spirito di costruttiva collaborazione crediamo però possano esserVi utili alcune delle informazioni che abbiamo selezionato (tratte da una direttiva divulgata dal Ministero dei Lavori Pubblici nell'anno 2000) per un più esauriente servizio informativo.

Con la segnaletica si avvertono gli utenti che percorrono la strada dei pericoli presenti, si prescrive il modo di comportarsi, si danno informazioni e indicazioni per le scelte d'itinerario.

Sulla base di tale autorevole premessa, rileviamo, a titolo esemplificativo, che il centro abitato del Comune di .. ha un limite di velocità di 30 Km. orari, che nello stesso comune sono presenti spazi di sosta (delimitati con segnaletica orizzontale) che non rispettano le distanze minime dagli incroci previste dal Codice della Strada, che dopo la costruzione della nuova rotatoria in località... non sono stati rimossi i vecchi e contradditori segnali di precedenza, che all'uscita dell'autostrada Cesena Nord la condotta di guida può diventare incerta e pericolosa perchè non è indicata la direzione Forlì/Bologna, che a Case Castagnoli sull'immissione alla Via Emilia in direzione Rimini è stato collocato un segnale di "stop" in corsia di accelerazione.....

Per migliorare la credibilità e la dignità della segnaletica (a tutela dell'incolumità degli utenti della strada), auspichiamo immediati interventi ed una più attenta verifica dell'intera rete viaria. Non si tratta di facoltà, ma di obbligo. Le forze dell'ordine dovrebbero segnalare agli Enti gestori delle strade la presenza di segnaletica pericolosa od incoerente, imponendone comunque il rispetto. Anche se può sembrare una provocazione, dovrebbe essere utilizzato l'autovelox sulle strade con limite di velocità di 30 km. orari (soprattutto se periferiche), dovrebbe essere sanzionato chi non rispetta lo "stop" in corsia di accelerazione e così via.... omissis...

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AMICIZIE PER SEMPRE

Abbiamo ricevuto innumerevoli lettere da parte di genitori e ragazzi che hanno provato la sofferenza della perdita di un caro amico. Quasi tutte raccontano episodi particolari, che hanno avuto il merito di lasciare un ricordo nostalgico di chi non è più visibile ai nostri occhi, ma sempre presente nei nostri pensieri, soprattutto quando i fatti della vita ci procurano emozioni profonde. Non avrebbe alcun senso redigere una graduatoria di merito per scegliere le lettere da pubblicare sul sito. Abbiamo deciso di inserire su questa pagina due messaggi che a volte i nostri "docenti" di educazione stradale richiamano negli incontri con gli studenti. Essi vogliono rappresentare l'affetto e l'amicizia che tante persone continuano a provare verso chi ha percorso assieme a loro solo un breve tratto di strada terrena.

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COME RICHIEDERE LA MESSA IN SICUREZZA DELLE STRADE

Esistono situazioni di pericolo che mettono a rischio l'incolumità degli utenti della strada. Esistono anche casi di segnaletica stradale ingannevole di cui nessuno sembra preoccuparsi. In questi casi bisognerebbe porsi un interrogativo che molti Enti gestori delle strade sottovalutano: in caso d'incidente cosa succede? La risposta è ovvia: gli Enti gestori delle strade assumono precise responsabilità che vanno valutate tenendo conto di eventuali circostanze aggravanti, come ad esempio la presenza di specifiche segnalazioni alle quali non viene dato alcun seguito. Per salvaguardare la nostra ed altrui incolumità, suggeriamo a chiunque interessato di presentare formale segnalazione con richiesta d'intervento. Alleghiamo a titolo esemplificativo alcune istanze da adattare alle specifiche circostanze.

 Segnaletica ingannevole: Denuncia al sindaco  Buche stradali: Denuncia al sindaco

Insidie stradali: Denuncia al Ministero dei trasporti

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Oggetto: pericolo per buche presenti sul manto stradale.

In qualità di presidente dell'Associazione intestata (o di utente della strada) comunico quanto segue, affinchè, nella Sua qualità di Ufficiale di Governo e/o di pubblico Ufficiale, intervenga con tutta urgenza per rimuovere la detta situazione ovvero, ove la rimozione non sia di Sua competenza, a darne notizia e sollecito all'Ufficio competente. Abbiamo appreso che a ...... è in corso una raccolta firme per mettere in sicurezza le strade, con particolare riferimento alle tante buche presenti sul manto stradale (oppure "si allega una fotografia che dimostra la situazione di pericolo denunciata"). Si ritiene utile segnalare al riguardo un commento tratto dal sito http://cnoss.135.it :

" Chi dovesse incappare o è già incappato nella triste disavventura di avere un incidente a causa di buche sulle strade mal segnalate o non segnalate affatto sappia che con sentenza n° 2963 del 29 Marzo 1999 la terza sezione civile della Cassazione ha rigettato il ricorso del Comune di Desio (MI) che, appunto, si rifiutava di riconoscere le proprie responsabilità verso un utente incappato in una di queste buche. Sulla cronaca di Rimini del quotidiano Il Resto del Carlino del 29/5/2004 si legge che il direttore dell'AMIA è stato condannato a sei mesi per omicidio colposo, nonostante l'assicurazione della società avesse già provveduto a risarcire i familiari della vittima. Il caso riguarda il decesso di P.B. Mentre si trovava alla guida del proprio ciclomotore, la ruota anteriore si trovò davanti uno scalino dell'asfalto a causa di un rattoppo sull'asfalto che aveva lasciato un repentino dislivello. La conseguente caduta provocò il decesso (avvenuto dopo circa 15 giorni dall'incidente). L'AMIA aveva precedentemente segnalato la necessità di un intervento straordinario per la messa in sicurezza, ma l'intervento non fu mai eseguito. Secondo il Giudice, il direttore dell'AMIA sarebbe stato obbligato a controllare che la manutenzione ordinaria non provocasse situazioni di pericolo e per questo motivo ha emesso una decisione di condanna per omicidio colposo. Con altra sentenza n. 13974/2005 la Corte di Cassazione stigmatizza l'apodittica convinzione che nel centro cittadino la velocità particolarmente moderata consenta comunque l'avvistamento di una buca, non evidenziando il fatto che comunque l'utente della strada faccia proprio affidamento sulle buone condizioni del manto stradale proprio perchè si trova in un centro cittadino e non in un luogo disagevole. Inoltre la Corte ha contestato la motivazione del giudice di prime cure in quanto non ha tenuto conto delle risultanze probatorie acquisite agli atti di causa, alla cui disamina il Giudice non può sottrarsi... diversamente opinando risulterebbe impossibile il "controllo logico" della decisione".

Si riporta al riguardo anche un estratto del D.L.tivo 267 / 2000 (Attribuzioni del sindaco nei servizi di competenza statale):
- Il sindaco, quale ufficiale del governo, sovraintende allo svolgimento, in materia di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria, delle funzioni affidategli dalla legge; alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l'ordine pubblico, informandone il prefetto.

- Il sindaco, quale ufficiale del Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico, provvedimenti contingibili e urgenti al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l'incolumità' dei cittadini;

- per l'esecuzione dei relativi ordini può richiedere al prefetto, ove occorra, l'assistenza della forza pubblica. Ove il sindaco non adotti i provvedimenti di cui al comma 2, il prefetto provvede con propria ordinanza.

Resto in attesa di Sua assicurazione e comunque di riscontro e Le invio intanto i migliori saluti.

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(Modello predisposto dal Coordinamento Nazionale Camperisti)

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per salvare almeno una vita

RACCOMANDATA

Al Sindaco del Comune di ................................................................

inviare per posta raccomandata in: ........................................................

oppure inviare per telefax al numero: .........................................

oppure presentare documento all'Ufficio Protocoloo

(trovi l'indirizzo e numero telefax del Comune aprendo http://www.comuni-italiani.it/alfa/ )

(inserire il seguente destinatario solo nel caso di AUTOSTRADA)

All'Amministratore Delegato

(trovi l'indirizzo aprendo http://www.aiscat.it/ass_effettive.htm?ck=1&sub=1&idl=2&nome=associate&nome_sub=associate%20effettive

sotto l'esempio del gestore più importante perchè copre 2854,6 chilometri di rete in concessione)

Autostrade per l'Italia SpA

inviare per posta ordinaria in: Via Bergamini 50 - 00159 Roma

oppure inviare per telefax al numero: 06 43634090

(inserire il seguente destinatario solo nel caso di STRADA FUORI DAI CENTRI ABITATI)

Alla Direttore Centrale ANAS SpA

inviare per posta ordinaria in: Via Monzambano, 10 - 00185 Roma

oppure inviare per telefax al numero: 841148

Al Prefetto di ......................................

(trovi l'indirizzo del Prefetto della provincia ove ha sede il Comune aprendo http://www.sodipo.it/elenco_pref_ab.php )

(inviare per posta ordinaria)

Al. Direttore della Divisione VIII

Direzione Generale per la Motorizzazione

Dipartimento per i trasporti terrestri

Ministero dei Trasporti

via Caraci Giuseppe nc 36 - 00157 ROMA

(inviare per posta ordinaria)

e per conoscenza

Alla rivista inCAMPER

invio per e-mail a: info@perlasicurezzastradale.org

oppure inviare per posta ordinaria in: via San Niccolò, 21 - 50125 Firenze

oppure inviare per telefax al numero: 055 2346925

Oggetto: Insidia stradale, richiesta di sopralluogo e conseguente messa in sicurezza.

..l.. sottoscritt .... .....................................................................................................................

telefono ........................ telefax ..................................... e-mail ................................................

residente in .................................... via/piazza ............................ Numero civico .......

Il giorno ................................................................... circa alle ore ............................

proveniente da ................................................... e diretto a .............................................................

nel comune di ............................................................. in provincia di ....................................

percorrendo ......................................................................................................

(autostrada numero ...... a pedaggio, autostrada numero ... gratuita, Strada Statale numero ..., Superstrada numero ..., Strada Provinciale numero ... , Strada Comunale, Strada vicinale, altro)

precisamente .............................................................................................................

(nome della strada, numero della strada, denominazione della strada, altro )

alla altezza del ........................................ (chilometro, numero civico, altro)

riscontrava la seguente insidia stradale:

01) stato della strada .............................................................................................................

(cunette non segnalate, pietrisco, dosso pericoloso, solchi, buca, frana, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, effetto aquaplaning, liquidi scivolosi sulla sede stradale, oggetti abbandonati sulla sede stradale, passaggio di animali non segnalato, altro)

02) presenza di dissuasori .............................................................................................................

(troppo alti, troppo ripidi, deformati, mal segnalati, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, altro)

03) presenza di cordoli .............................................................................................................

(deformati, mal segnalati, poco visibili, sdrucciolevoli, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, altro)

04) presenza di segnaletica stradale orizzontale .............................................................................

(poco visibile, troppo liscia, troppo spessa, confondente, non prevista dal Codice della Strada, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, altro)

05) presenza di segnaletica stradale verticale .................................................................................

(poco visibile, coperta da vegetazione, con supporto inadeguato, in posizione errata, confondente, priva sul retro dei dati previsti all'articolo 77 del Regolamento di esecuzione del Codice della Strada e in particolare essendo prescrittiva della ordinanza istitutiva, non prevista dal Codice della Strada, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, altro)

06) presenza di barriera .............................................................................................................

(inesistente, danneggiata, pericolosa, non raddoppiata, inutile, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, altro)

07) presenza di curva .............................................................................................................

(non segnalata, senza visibilità, con visibilità limitata, con illuminazione laterale confondente, con sede stradale con poca aderenza, con pubblicità laterale confondente, altro)

08) presenza di incrocio .........................................

(difficile da percepire, con segnaletica che impone di fermarsi per comprenderla, con scarsa visibilità, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, altro)

09) presenza di tombino .......................................................

(deformato, troppo profondo, scivoloso, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, altro)

10) presenza di spartitraffico .......................................................

(con scarsa visibilità dei catarifrangenti, vegetazione invadente, segnaletica con scarsa visibilità, illuminazione scarsa, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, altro)

11) presenza di lavori in corso .............................................................................................................

(sospesi ma con limitazioni in atto, mal segnalati, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, con avvisatori di velocità non previsti dal Codice della Strada, cunette non segnalate, pietrisco, dosso pericoloso, solchi, buca, frana, altro)

12) presenza di rotatoria / rotonda ...................................................................................................

(mal segnalati, con illuminazione laterale confondente, con pubblicità laterale confondente, con dimensioni tali da impedire la corretta immissione del mio veicolo ...................... , altro)

12) presenza di ..................................................................................................

Per quanto sopra chiede

al gestore della strada in indirizzo

un tempestivo intervento per ripristinare la sicurezza stradale, ricordando che, in caso di incidente con morti e/o feriti a causa di detta insidia, invierà istanza/denuncia alla Autorità Giudiziaria chiedendo di accertare l'esistenza obiettiva di pericolo o di insidie della strada, dovuti a condotta colposa omissiva o commissiva dell'ente proprietario e l'eventuale nesso di causalità tra tale condotta e danni subiti dagli utenti (CASSAZIONE CIVILE, Sezione III, n° 2131 del 6 aprile 1982, n° 10654 del 4 Giugno 2004, n° 5445 del 14 marzo 2006, n° 14456 del 22 giugno 2006).

al PREFETTO

l'invio della Polizia Stradale per verificare l'esistenza della insidia segnalata;

alla Direzione VIII del Ministero dei Trasporti

ai sensi dell'articolo 45 del Codice della Strada, un tempestivo intervento per far eliminare tempestivamente dal gestore della strada l'insidia segnalata ripristinando così la sicurezza stradale.

(Se hai scattato foto, fatto disegni o relazione tecnica inserire quanto segue)

Segue numero .................. fotografie

oppure Segue numero .................. disegni

oppure Segue numero pagine .......... relazione tecnica

Grazie per l'attenzione e a presto leggervi, ..........................................................

(firma leggibile)

.......................... , .............................

(luogo e data)

 

ECCO PERCHE' PER SALVARE UNA VITA

E' INDISPENSABILE CHE L'UTENTE DELLA STRADA

SEGNALI UNA INSIDIA STRADALE.

IL DANNO PER INSIDIA STRADALE E LA RESPONSABILITA' DELL'ENTE PROPRIETARIO DELLA STRADA.

In caso di incidente cagionato da insidia stradale, per poter affermare la responsabilità dell'Ente proprietario e/o concessionario della strada, l'attore deve provare non solo che l'eventus damni sia riferibile ad un pericolo oggettivamente non visibile e soggettivamente non prevedibile, ma anche che l'insidia si trovava sulla carreggiata da tempo sufficiente a rendere esigibile un intervento di messa in sicurezza da parte dell'Ente proprietario e/o concessionario della strada. Tale posizione è quella assunta dal Tribunale Civile di Varese nella sentenza n. 149/2005, concernente una fattispecie di danno da insidia stradale causato dalla presenza di una macchia d'olio sulla carreggiata. Il dispositivo di tale sentenza - ultima di una lunga serie - non conferisce alcuna certezza assoluta ad una fattispecie che è stata ed è tuttora molto controversa, di cui sia la stessa giurisprudenza che la dottrina non hanno tuttora raggiunto una interpretazione univoca. Difatti, basta citare come esempio la sentenza n. 5965 del 3 marzo 2004 del Tribunale di Milano che, nel valutare un contenzioso per incidente stradale causato dalla presenza di una macchia d'olio, si è pronunciato rilevando che in tali casi si applica l'art. 2051 c.c, relativo alla responsabilità di colui che ha la cosa in custodia - nella specie l'ente gestore dell'autostrada in cui è avvenuto il sinistro - e che in mancanza di prova del caso fortuito, e proprio il gestore della strada a rispondere dei danni a colui che ha subito l'incidente. Viceversa, non è andato a buon fine il tentativo di un autotrasportatore di farsi riconoscere da una società autostradale, una richiesta di danni subito causati da una macchia di gasolio presente sul fondo stradale. Nel caso in esame, il Tribunale di Monza con sentenza n. 116/04, non ha ritenuto sussistere alcun tipo di responsabilità a carico della concessionaria, in quanto, l'evento che ha provocato il danno non rientrerebbe tra quelle situazioni di pericolo strettamente correlate alle pertinenze dell'autostrada. Difatti, nel caso in esame, il Tribunale ha stabilito che l'evento dannoso - la chiazza di gasolio - era inevitabile ed imprevedibile, essendosi verificato prima che l'ente potesse rimuoverlo o quanto meno segnalare la situazione di pericolo. In sintesi, la parte ricorrente non è riuscita a dimostrare che l'evento dannoso fosse presente molto tempo prima rispetto a quando si è verificato l'incidente; in tal modo non è riuscito a comprovare una assunzione di responsabilità dell'ente proprietario della strada per l'imperizia o la negligenza, per non aver provveduto in tempi rapidi a rimuovere la macchi di gasolio. Quindi, in base alle sentenze sopra citate, non è assolutamente consolidato l'indirizzo secondo il quale l'utente che subisca danni in seguito all'utilizzazione della strada pubblica, può invocare a sostegno delle proprie pretese risarcitorie, unicamente la disciplina di cui all'art. 2043 c.c.; norma di chiusura dell'ordinamento posta a tutela del generale principio del nemienm ledere. Ma trova, tuttora, ancora applicazione a tali fattispecie la presunzione aggravata di responsabilità sancita dall'art. 2051 c.c. che regolamenta la responsabilità del custode per i danni cagionati dalle cose in custodia.

Presupposto indispensabile dell'art. 2051 c.c. è il rapporto che lega il custode alla cosa che ha cagionato il danno. In base a tale norma infatti, custode è colui che avendo la gestione della res ha la possibilità nonché l'obbligo di prevenire in ogni momento che la stessa possa arrecare danni a terzi. In virtù di tale rapporto parte della giurisprudenza nonché della dottrina, ha attribuito a carico del custode una presunzione iuris tantum di responsabilità, con la conseguenza che in tali ipotesi per il danneggiato è sufficiente provare il mero nesso causale fra cosa e danno, rimanendo egli esonerato dalla dimostrazione della colpa del custode. Quest'ultimo potrà eventualmente liberarsi da tale presunzione fornendo la prova liberatoria che il danno è ascrivibile al caso fortuito e cioè ad un evento naturale o umano oggettivamente imprevedibile e non controllabile, idoneo ex se a provocare l'evento.

L'interpretazione di cui sopra potrebbe- quasi certamente - non applicarsi nel caso in cui venissero coinvolti gli enti proprietari e/o concessionari di strade pubbliche senza l'obbligo di pagamento di alcun pedaggio. Difatti, tali soggetti non possono considerarsi custodi di esse nell'accezione sopra specificata. La notevole estensione della rete stradale pubblica, impedisce infatti al proprietario e/o concessionario di esercitare su di esse quel potere gestionale che costituisce il presupposto imprescindibile della custodia sancita dall'art. 2051 c.c.

Chiarito quanto sopra, è evidente che la disciplina di cui all'art. 2051 c.c. per questa tipologia di strade, non può trovare applicazione in materia insidia stradale, ma solamente la più generale responsabilità di cui all'art. 2043 c.c., norma di chiusura dell'ordinamento posta a tutela di tutte le situazioni che non siano disciplinate da norme speciali, con tutte le conseguenze sul piano probatorio che ne conseguono. Il danneggiato da insidia stradale infatti, dovrà provare oltre al nesso causale fra la strada e l'evento, anche la responsabilità dell'Amministrazione proprietaria e/o concessionaria della strada dell'"eventus damni", ogni qualvolta che l'insidia generatrice del danno era oggettivamente non visibile e soggettivamente non prevedibile.

Un discorso diverso si dovrebbe affrontare per le cosiddette " strade con pedaggio" - per es. le autostrade -. Difatti la sentenza n. 298 del 13 gennaio 2003 della Corte di Cassazione, ha riconosciuto il "pedaggio stradale ", nella sua natura giuridica, un contratto e non un tributo. Tale interpretazione, quindi, obbligherebbe il fornitore del servizio - inteso come obbligo nascente dal contratto - a fare tutto quanto è in suo potere affinché il cliente possa utilizzarlo al meglio, dimostrando di aver agito correttamente nei casi di emergenza. Il presupposto logico-giuridico a sostegno di tale interpretazione, è quello che il pedaggio costituisce la controprestazione del servizio costituito dalla messa a disposizione del proprietario e/o concessionario della strada a pagamento, nell'ambito di un rapporto sillagmatico.

Alla luce della posizione sopra esposta, quindi, potremmo affermare che, in caso di danno provocato da insidia stradale nelle tratte a pagamento, dovrebbe essere riconosciuta la responsabilità degli enti proprietari/concessionari sia ai sensi dell'art. 2043 c.c, che ai sensi dell'art. 2051 c.c, nonché l'inversione dell'onere della prova a carico degli stessi soggetti, con la conseguente ed inevitabile esclusione dell'obbligo da parte del ricorrente di provare la non visibilità ovvero la non prevedibilità dell'insidia stradale.

Posto quanto sopra, suggerisco comunque a tutti i soggetti interessati ad instaurare un contenzioso per danno da insidia stradale, di valutare attentamente la sussistenza dei seguenti tre requisiti di fondatezza della domanda : tipologia di strada; natura, visibilità, prevedibilità dell'insidia e tempo trascorso fra l'insorgere dell'insidia e l'incidente.

 

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IL PROGETTO " I GIOVANI DI GIOVEDIA" E' UN SEME ANCORA VIVO

L'associazione PU.RI onlus è stata formalizzata nell'Agosto 1998, raccogliendo dal passato un'eredità molto importante. Ecco uno dei più significativi "reperti" a testimonianza di una irresponsabile mortificazione attuata ai danni di iniziative provenienti dal mondo giovanile.

MOLTI PROGETTI APPARTENGONO AL MONDO DEI SOGNI, MA SPESSO, QUANDO I SOGNI RISCHIANO DI DIVENTARE REALTA', SE NE HA PAURA.

IL PROGETTO "I GIOVANI DI GIOVEDIA" RISALE AL 1995 ED E' STATO PORTATO FINO ALLA SOGLIA DELLA REALIZZABILITA' NEL CORSO DEL 1996, DOPO PIU' DI UN ANNO DI LAVORO. TRATTANDOSI DI UN PROGETTO CHE POTREBBE DEFINIRSI "ESECUTIVO" NON LO SI PUO' DESCRIVERE IN POCHE RIGHE. PROPRIO PER QUESTO MOTIVO VI SI POSSONO TROVARE IDEE E SUGGERIMENTI PRATICI MOLTO UTILI. ALCUNE IDEE DEL MONDO GIOVANILE DI ALLORA SONO PIU' CHE MAI ATTUALI. CHI AVRA' LA PAZIENZA DI LEGGERE QUESTO DOCUMENTO POTRA' QUINDI TRARRE UTILI IDEE E SPUNTI DI RIFLESSIONE.

Nei primi mesi del 2009, dopo ben 14 anni di letargo, è stato rispolverato il progetto "Giovani di Giovedia, che all'epoca determinò un'incredibile coinvolgimento del mondo giovanile residente nella vallata del Rubicone. Lo schematico resoconto di quell'incredibile esperienza è stato recentemente trasmesso ad alcuni sodalizi operanti in altre Regioni Italiane messisi in contatto con l'associazione PU.RI, al fine di ottenere consigli e collaborazione per la realizzazione di alcuni progetti in favore del mondo giovanile.

Quanto sottoriportato rappresenta una sorta di diario di viaggio del progetto denominato "i giovani di Giovedia" nei vari aspetti propositivi ed attuativi:

Configurazione giuridica:
Per le attività con fini di lucro è ipotizzabile una società di capitali con capitale sociale tra 1 e 10 miliardi sottoscritto da 5/15 Comuni tra Rimini e Cesena in percentuale compresa tra il 5 ed il 50% ,da versarsi in 1/5 rate annuali.
La partecipazione societaria potrebbe essere realizzata, anzichè direttamente, attraverso una struttura non-profit. Potrebbe cioè ipotizzarsi un organismo giuridico analogo a quello adottato da tante Casse di Risparmio, nelle quali una fondazione detiene quote azionarie molto significative della società di capitali . In questo modo verrebbe garantito anche il sostentamento futuro della struttura no-profit, che potrebbe contare sugli utili conseguiti dalla società di capitali.
La natura delle risorse finanziarie destinate all'iniziativa in discussione, potrebbe essere costituita da elargizioni o da investimenti mobiliari. Ciò significa, ad esempio, che un Istituto bancario potrebbe ritenere opportuno investire le proprie disponibilità finanziarie, nell'ambito della propria politica di gestione, acquisendo una partecipazione nella società no-profit o nella società di capitali. Lo stesso Istituto bancario potrebbe anche decidere, nella fase di destinazione dei propri utili, di assegnare alla società no-profit una elargizione per la realizzazione di alcune iniziative meritevoli.
Il capitale della società di capitali, oltre che dalla società no-profit, dovrebbe essere sottoscritto da aziende e privati, attraverso l'acquisto delle azioni da parte di alcune Banche, per la successiva loro ricollocazione attraverso i propri sportelli. E' già stata verificata una certa disponibilità in proposito da parte di alcuni Istituti Bancari.
Per le attività no-profit, dovrebbe essere istituita o valorizzata una fondazione o una associazione riconosciuta , composta da Enti Pubblici, privati ed altre associazioni o fondazioni non necessariamente operanti sul territorio.
Le Casse di Risparmio, le Banche di Credito cooperativo ed altri soggetti pubblici e privati potrebbero fornire le risorse necessarie. Questo organismo dovrebbe trovare sede in appositi spazi all'interno del compendio ed eventualmente in altri immobili che si rendessero disponibili.
E' già stata verificata una certa disponibilità da parte di alcuni soggetti che potrebbero essere coinvolti nell'operazione.

Ultimazione dei lavori di restauro del compendio La Torre:

Il Comune di San Mauro Pascoli potrà provvedere al completamento delle opere di restauro mediante richiesta di contributi ad Enti Pubblici di grado superiore, sulla base di un progetto di destinazione che verrebbe fatto proprio anche dagli altri Comuni.
Altre risorse potrebbero venire destinate dalle fondazioni delle Casse di Risparmio, dalle Banche di Credito Cooperativo, da altri soggetti pubblici e privati e dalla stessa società di capitali appena costituita, quale anticipo in conto canone. Infatti il Comune di San Mauro Pascoli dovrebbe affittare una parte del compendio alla nuova società di capitali con apposita convenzione, che prenderà in considerazione numerosi aspetti, con specifica regolamentazione della gestione pubblicitaria connessa alla struttura.

Possibili destinazioni del compendio:

Le possibili destinazioni dovranno essere perseguite dalla società di capitali o dall'ente no profit, in funzione dell'oggetto delle rispettive attività. Sono state provvisoriamente ipotizzate le seguenti destinazioni, che dovranno essere realizzate in funzione di un progetto unitario, anche se logicamente si dovrà tenere conto di un certo ordine di priorità:
Scuola e sede Cercal, Centro Regionale controllo inquinamento acque e comitato La Torre rappresentano le destinazioni già deliberate. Ad esse potrebbero affiancarsi i seguenti indirizzi:
Scuola per Ciceroni ed animatori turistici, altri corsi di studio, spazi per complessi musicali e altre forme di spettacolo, attività culturali, convegni, cicloturismo, ristorante e/o ritrovo tipico romagnolo, spettacoli e manifestazioni, vendita di prodotti tipici, emittente radio televisiva, centro sportivo plurifunzionale, attività agroturistiche, fattorie scuola, volontariato, attività e cultura musicale, parco fluviale, itinerari ciclabili, viabilità e controllo della stessa, trasporti ed interconnessioni con le varie società di trasporto, attività di gestione burocratica e sindacale in favore di associazioni o fondazioni, attività informative, cogestione di attività senza fini di lucro, assistenza per l'avviamento al lavoro, altre attività ipotizzabili per associazioni o fondazioni di grado superiore. Quest'ultimo aspetto potrebbe costituire la parte più qualificante del progetto, poichè oltre a rispondere ad una esigenza molto avvertita dalle varie associazioni locali (sportive, culturali, volontariato ecc.), rappresenterebbe una iniziativa certamente "innovativa".
L'indirizzo generale dovrebbe riguardare le esigenze del mondo giovanile con il coinvolgimento di giovani appartenenti a diverse fasce di età.

Associazioni turistiche, APT ed altri organismi locali dovrebbero essere coinvolti per valorizzare e qualificare queste attività.
Nell'ambito del proprio oggetto sociale, la società di capitali potrebbe subaffittare parte dell'immobile osservando specifiche condizioni.
In ogni caso ogni possibile utilizzo dovrebbe essere mirato alle esigenze del mondo giovanile , le cui aspirazioni sono state meglio dettagliate in precedenti elaborati di testo che prevedevano, tra l'altro, la loro presenza nei vari organi di gestione sin dall'inizio.
Sarebbe auspicabile organizzare inizialmente alcuni spettacoli finalizzati a finanziare la partecipazione giovanile all'interno della società no-profit. Diversi ragazzi contatteranno prossimamente alcuni noti personaggi dello spettacolo per richiedere la loro collaborazione in proposito.

Procedure operative:

Dovrà essere articolato un progetto complessivo, con l'assistenza di tecnici, per predisporre le più opportune deliberazioni da parte dei Comuni. Sulla base di tali deliberazioni dovranno essere coinvolti gli Enti Pubblici di grado superiore, gli Istituti bancari ed altri organismi. Dovrà essere nominato un organismo operativo delegato a risolvere ogni problema dovesse ostacolare o ritardare l'attuazione del progetto. Si dovranno formalmente costituire i nuovi soggetti profit e non-profit. Dovranno essere realizzate apposite convenzioni per sburocratizzare le attività di restauro. Dovranno essere disciplinate ed indirizzate le disponibilità di collaborazione provenienti da giovani ed adulti, opportunamente catalogate in funzione dei diversi rami operativi.
Un qualificato gruppo aperto di professionisti in data 3/10/1995 si è incontrato nella sede Municipale di San Mauro ed ha già manifestato la propria disponibilità civile nel mettere a disposizione le proprie capacità in favore di un'iniziativa che dovrebbe coinvolgere i ragazzi di Cesenatico, Bellaria, S. Mauro Pascoli, Savignano, Gatteo, Longiano, Roncofreddo, Gambettola, Borghi, Sogliano, Sant'Arcangelo, Poggioberni, con i cui Sindaci è già stata informalmente verificata una certa disponibilità nell'aderire al progetto.
Quasi tutti i Sindaci potenzialmente interessati al progetto, hanno convenuto che il "problema giovani" deve essere considerato prioritario e che lo stesso deve essere affrontato collegialmente tra tutti i Comuni per perseguire un adeguato dimensionamento e suscitare interesse.
Le potenzialità economiche e non profit ipotizzate nel compendio " La Torre ", farebbe confluire in quel luogo una massa di turisti provenienti da tutta la Riviera e ciò rappresenterebbe una gigantesca operazione di marketing per divulgare la nostra cultura ed i nostri valori, anche nella più recente veste di divertimentificio più conosciuto in Europa.

Questo ambizioso progetto aveva tutti i presupposti per diventare operativo, ma proprio nel momento in cui la sua fattibilità era a portata di mano, guarda caso, hanno cominciato a manifestarsi campanilismi e defezioni da parte di alcuni Comuni. La voglia di fare e l'entusiasmo dei ragazzi furono irresponsabilmente mortificati nella più assoluta indifferenza.

Ecco la cronistoria di quel progetto:

CRONISTORIA DEL PROGETTO "LA TORRE"

Primavera 1995: Incontri con alcuni gruppi di ragazzi.

Primavera 1995: Stesura di un progetto iniziale sottoposto preliminarmente ad alcuni gruppi di giovani e di un questionario. Incontro con il Sindaco di San Mauro Pascoli.

Estate 1995: Incontri diretti con vari Sindaci (San Mauro, Savignano, Gatteo, Gambettola,Longiano, Borghi, Sant'Arcangelo, Bellaria, Poggioberni).I Sindaci di Cesenatico, Sogliano e di Roncofreddo dovevano essere coinvolti rispettivamente dal Sindaco di San Mauro, Borghi e Longiano.
Incontri con vari Istituti bancari ( Direzione Fondazione Cassa Risparmio di Cesena e quasi tutte le Casse Rurali operanti sui territori dei Comuni) e coinvolgimento di numerosi professionisti disposti a prestare una consulenza gratuita.
La bozza di progetto trovò una quasi unanimità di consensi, vincendo ogni prevenzione di tipo campanilistico. Comuni e Banche erano disponibili ad un impegno organizzativo e finanziario sul territorio di San Mauro. Alcuni Sindaci avevano suggerito di incontrarsi nei primi giorni di Settembre.

19/8/1995: Consegna al Sindaco di San Mauro Pascoli della Comunicazione N° 4 con la quale veniva ritenuta esaurita la parte preliminare.

13/9/1995: Consegna al Sindaco di San Mauro della Comunicazione N° 5 per relazionare sugli ulteriori contatti in corso e sull'eventuale coinvolgimento della fondazione della Cassa di Risparmio di Rimini.

3/10/1995: Incontro nella sede municipale con numerosi professionisti dell'area del Rubicone disposti a collaborare gratuitamente in favore del progetto. Discussione sulle linee essenziali del progetto e sulle procedure operative.

4/10/1995: Relazione inviata a tutti i Sindaci contattati direttamente sulla evoluzione del progetto "La Torre".

Ottobre e Novembre 1995: Divulgazione dei contenuti del progetto attraverso la stampa locale.

6/11/1995: Comunicazione al Prefetto di Forlì per esporre il progetto e per richiedere una collaborazione in proposito.

6/11/1995: Richiesta rivolta a tutti i gruppi consigliari per discutere in Consiglio Comunale l'iniziativa ,al fine di prevenire qualunque strumentalizzazione politica.

17/11/1995: Richiesta al Consigliere Regionale Andrea Gnassi di inviare ai vari Comuni interessati materiale informativo sugli incentivi Regionali in favore dei giovani.

17/11/1995: Comunicazione da parte del Comune di Sogliano per manifestare il proprio interesse all'iniziativa.

18/11/1995: Richiesta alla fondazione della Cassa di Risparmio di Rimini di congelare qualsiasi eventuale decisione di contributo in favore del progetto, a causa dei ritardi.

28/11/1995: Comunicazione del Sindaco di San Mauro Pascoli che anticipava una imminente adozione di una eventuale delibera d'intenti da parte del Consiglio Comunale.

Dicembre 1995: Richiesta del Prefetto rivolta al Comune di S. Mauro Pascoli di essere informato in proposito.

Gennaio 1996: Sollecito del Prefetto al Comune di San Mauro Pascoli.

18/1/1996: Partecipazione ai lavori preparatori del Consiglio Comunale di San Mauro Pascoli attraverso le apposite Commissioni.

Successivamente : Approvazione all'unanimità di una delibera da parte del Consiglio Comunale di San Mauro Pascoli, istituzione di un gruppo di lavoro politici/giovani, contatti dei vari gruppi politici con i corrispondenti gruppi politici degli altri Comuni, studio di una struttura giuridica adeguata alle finalità da perseguire, definizione delle possibili risorse finanziarie e dei più importanti aspetti operativi, acquisita disponibilità al coinvolgimento da parte di scuole, aziende, istituzioni e personaggi dello spettacolo, collegamenti con altre associazioni giovanili.

BREVI CONSIDERAZIONI FINALI

Il progetto deve essere valutato quale risposta ad alcune esigenze provenienti dal mondo giovanile. Per coinvolgere tutti i Comuni, deve necessariamente trattarsi di una iniziativa che il singolo Comune difficilmente potrebbe condurre a termine singolarmente. Deve inoltre trattarsi di soluzioni "nuove" ed integrate, che richiamino l'interesse dei giovani, opportunamente orientati dalle singole Amministrazioni Comunali, in alcune delle quali si stanno organizzando specifici assessorati mirati alla soluzione dei problemi giovanili. E' stato consigliato di istituire un apposito assessorato od una sezione di un assessorato esistente per affrontare i problemi dei giovani. E' stato anche consigliato di istituire un organismo collegiale, composto da giovani ed adulti motivati da autentici valori civili e morali, per la realizzazione operativa del progetto.
L'iniziativa, dopo essere stata delineata negli aspetti generali con apposita delibera consigliare, dovrebbe immediatamente trovare esecuzione nelle parti attuabili, cosicchè siano costantemente verificabili le parti realizzate, quelle in corso di realizzazione e quelle da realizzare.
La attuazione disarticolata di singole parti ,causerebbe la disgregazione del progetto complessivo. Sarebbe perciò opportuno istituire immediatamente i soggetti giuridici che dovranno gestire l'operazione. Se invece fosse ritenuto necessario perfezionare immediatamente alcuni accordi riguardanti aspetti parziali, si dovrebbe prevedere una durata limitata ed in ogni caso la possibilità di subentro della società di capitali o della fondazione non ancora costituiti. Un diverso comportamento svuoterebbe il progetto dei propri contenuti e ne decreterebbe la distruzione.
Ogni strumentalizzazione politica dovrebbe essere bandita. Non a caso la richiesta di trattare l'argomento in Consiglio Comunale è stata rivolta a tutti i gruppi politici. Non a caso sono stati intrattenuti contatti con alcune organizzazioni giovanili e culturali, rifiutando comunque la "sponsorizzazione" o la identificazione in ciascuna di esse. Nell'iniziativa dovrebbero sentirsi rappresentato il maggior numero possibile di giovani.
Le finalità del progetto riguardano essenzialmente un miglior inserimento dei giovani nel mondo scolastico e del lavoro da una parte e l'impiego del loro tempo libero dall'altra.
Un inadeguato coinvolgimento dei giovani, un deprecabile disinteresse verso possibili contributi finanziari e di idee provenienti dall'esterno, una incapacità soggettiva nell'assumere decisioni adeguate, un eccessivo condizionamento da parte dei convenzionali centri di potere ed una equivoca inerzia nella soluzione dei problemi che inevitabilmente si presenteranno, rappresenterebbero comportamenti colpevoli a cui dovrà rispondere ogni coscienza verso quelle famiglie e quei giovani che nel frattempo saranno costretti a subire situazioni a cui il progetto avrebbe potuto fornire qualche risposta.
La posta in gioco per la comunità è molto alta e per tale motivo chi dovesse ritenere, con apprezzabile umiltà, di non essere all'altezza dei propri compiti , dovrebbe delegare ad altri i propri poteri. Chi invece ritenesse di poter altruisticamente fornire un proprio significativo contributo, dovrebbe essere messo in condizione di inserirsi in uno schema organizzativo che dovrebbe collaborare o confrontarsi , senza timori reverenziali, con chi è deputato ad esercitare le scelte. Già da qualche mese è stata assicurata all'Amministrazione Comunale la disponibilità di alcuni professionisti per collaborare gratuitamente nella fase iniziale di realizzazione. E' stato suggerita l'istituzione di alcuni gruppi di professionisti da affiancare ai singoli assessorati, che potranno così contare su preziosi consigli nel prendere le decisioni che li riguardano. Altri professionisti hanno confermato la propria disponibilità ad essere coinvolti.
Sotto il profilo operativo è stato suggerito il seguente percorso:
Adozione di una delibera di intenti sul progetto generale già descritto (comunque modificabile nell'ambito delle finalità previste), affinchè siano rese possibili alcune indispensabili verifiche preliminari con altri Enti Pubblici, privati, istituti bancari ed altre organizzazioni operanti sui territori interessati entro termini prestabiliti. Adozione successiva di una delibera concertata con gli altri Enti Pubblici e privati per formalizzare le scelte effettuate. Realizzazione delle singole parti del piano in funzione del progetto generale.
Il progetto "La Torre", se ritenuto meritevole, dovrà essere ulteriormente ampliato ed arricchito nei contenuti in un contesto unitario, che tenga conto degli effettivi bisogni, degli aspetti economici e finanziari, dei riflessi sull'ordine pubblico, della viabilità , della sistemazione del verde e di ogni altro elemento collegato alla realizzazione dell'iniziativa.
Non è indispensabile che l'iniziativa trovi collocazione alla "Torre", nè sul solo territorio del Comune di San Mauro Pascoli. Sono più importanti i contenuti che i luoghi in cui l'iniziativa sarà attuata.
Per tale motivo, anche se il compendio rappresenterebbe un contenitore ideale , che potrebbe far pulsare di nuova vita una struttura che merita di essere restaurata , sarebbe opportuno studiare ubicazioni alternative o integrative sui territori dei Comuni interessati, con i quali si dovranno definire spazi aggiuntivi da coinvolgere nel programma generale.
Sono stati avviati alcuni contatti per verificare la ripetibilità del progetto in altre aree geografiche (Puglia e Marche) . L'esperienza che eventualmente sarà acquisita potrebbe comportare una evoluzione inimmaginabile, a vantaggio di altre realtà territoriali.
Purtroppo nel corso del 1997 la biasimevole inerzia ed incapacità operativa di alcune Istituzioni Pubbliche ha provocato il congelamento dell'iniziativa, che ha comunque trovato realizzazione in alcune parti in funzione di valutazioni campanilistiche.
G.R.

Ed ecco la lettera di commiato a seguito della verificata impossibilità di portare a termine l'ambizioso progetto:

i giovani di giovedia
Sede provvisoria: Assessorato alla Cultura
COMUNE DI SAN MAURO PASCOLI (FO)

Oggetto: Progetto unitario in favore dei giovani residenti nei Comuni delle vallate del Rubicone e dell'Uso, inizialmente denominato "Progetto La Torre".

Nel ringraziarVi per la lettera che avete inviato ai "Giovani di Giovedia", a sostegno della loro iniziativa, mi sento in dovere di relazionarVi in proposito attraverso una breve cronistoria dei principali avvenimenti:
Nella primavera del 1995 un piccolo gruppo di ragazzi decise di assumere un ruolo propositivo per un progetto in favore dei giovani che avrebbe coinvolto coetanei, famiglie, scuole, aziende, banche, associazioni, Amministrazioni Comunali ed altri enti pubblici e privati. L'idea era nata durante le frequenti visite che gli amici di mio figlio ci facevano da quando eravamo entrati a far parte di quel crescente numero di genitori rimasti orfani di un figlio. Nel corso di quegli incontri i ragazzi ci facevano sentire la loro comprensione ed il loro affetto, confidandoci i sogni e le preoccupazioni della loro età.
Cominciò così a prendere forma un articolato piano operativo, anche finanziario, per realizzare le aspirazioni provenienti dalla generalità del mondo giovanile. Venne ipotizzato un sistema di interventi che avrebbe fornito risposte concrete ad esigenze quali : inserimento nel mondo del lavoro, centro sportivo polivalente, rapporti con la scuola, corsi professionali per attività giovanili, sicurezza viaria, ambiente, turismo, gestione del tempo libero, spettacoli, divertimenti, trasporti, emittente radio-televisiva, ed altre attività economiche o senza fini di lucro congeniali alla cultura delle nuove generazioni, alle quali doveva essere riservato un potere privilegiato di gestione ed indirizzo. Si sarebbero dovuti fissare gli obiettivi di ogni singolo settore ed una scala di priorità compatibili con le potenzialità del momento, pur nel rispetto di una logica ed una visione unitaria.
Essendo indispensabile coinvolgere tutti i Comuni delle vallate dell'Uso e del Rubicone, nell'estate 1995 incontrai quasi tutti i Sindaci interessati , ottenendo dagli stessi consensi e stimoli per la realizzazione di una politica giovanile unitaria. Una decina di professionisti si rese subito disponibile a collaborare gratuitamente per la buona riuscita dell'iniziativa ed i principali Istituti bancari operanti sui territori interessati, manifestarono la disponibilità ad un coinvolgimento. Finalmente il 25/3/1996, in una sala gremita di giovani, il Consiglio Comunale di San Mauro Pascoli deliberò di aderire all'iniziativa.
Ben presto l'apparente disinteresse dimostrato da alcuni Amministratori Pubblici raffreddò gli entusiasmi, provocando un profondo senso di delusione tra i ragazzi. Qualche Comune non si presentò agli incontri collegiali programmati, qualche altro cominciò a realizzare alcuni aspetti dell'iniziativa in maniera campanilistica, il lavoro svolto e le occasioni che si erano prospettate sembravano dissolversi. Con la collaborazione dei ragazzi fu redatto un opuscoletto, le cui fotocopie vennero distribuite a numerose aziende, associazioni, scuole e famiglie, che fecero pervenire lettere di sostegno (andate parzialmente smarrite. Sic!!), suggerimenti e disponibilità al coinvolgimento. Dimostrando uno scarso senso di responsabilità, alcuni di coloro che dovevano prendere o agevolare le decisioni sono rimasti a guardare, compromettendo opportunità irripetibili. Il sottoscritto, i Giovani di Giovedia ed altre persone motivate, pur rammaricati di non poter utilizzare la stupefacente solidarietà ricevuta, ritengono di aver provvisoriamente esaurito il loro ruolo con risultati estremamente positivi, i cui effetti si faranno sentire soprattutto nel prossimo futuro.
Un ringraziamento ed un arrivederci a presto, se aiutati da un energico scossone.
Giuseppe Raduano
 
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