Augustin Hadelich
 
Sei qui: Home > Cultura > Musica classica > Augustin Hadelich
Link collegati
Se vuoi saperne di più visita:
- Il sito ufficiale di Augustin Hadelich  

Unica avvertenza: il sito purtroppo è in tedesco, ma potete comunque apprezzare altre sue immagini, o vedere come sono le copertine dei cd che ha pubblicato se siete interessati all'acquisto.   

Augustin Hadelich
Capelli lunghi e scompigliati
Capelli  lunghi e scompigliati, andatura un po’ goffa e incerta; viso rubicondo, da bravo tedesco; sguardo infuocato, come può averlo un violinista. E diciassette anni. Questo è Augustin Hadelich. Un diciassettenne già diplomato che ha già inciso 5 cd, che ha già effettuato 130 concerti; un diciassettenne che suona la Ciaccona di Bach.

Allievo di Uto Ughi, ha iniziato la sua carriera suonando con il padre e il fratello maggiore per le vie e le piazze d’Italia, Austria e Germania. Ma nel 1993 avviene l’incontro che cambierà la sua vita: Ughi lo prende come allievo, l’anno stesso lo fa suonare al Gran Concerto Finale e gli conferisce il diploma di merito. Assistere al suo concerto del 17 settembre 2001 grazie alla manifestazione "Omaggio a Roma" è stata una vera fortuna. Lui, invece, è stato una scoperta. Mai sentito un giovane mettere tanta personalità nel suonare Bach; in un conservatorio sarebbe stato bocciato su due piedi e molti fanatici dell’interpretazione accademica avranno storto il naso, ma è la prima volta che, ascoltando la Partita n°2, non si rimane immersi nella tecnica ma si esalta l’interpretazione. E’ un piacere sentire suonare Bach senza quella voglia di ostentata precisione, ma con un candore, un trasporto e un’adorazione freschi e sinceri. Le insolite scelte d’andamento, la focosità di alcuni passaggi, l’infinita dolcezza dei ricami, specialmente nella Sarabanda e nella Ciaccona, sommergono con naturalezza le decise architetture bacchiane. Suonando Ravel e Debussy (accompagnato al pianoforte da un paterno e rassicurante Ilio Barontini) ha dimostrato la sua versatilità nei salti di stile, eseguendo con particolare espressività due autori difficili e contorti per un musicista con poca esperienza. Infine, nella straordinaria Sonata a Kreutzer, l’ultima sorpresa: Hadelich perde di colpo il suo candore, diventa un professionista, con un’esecuzione precisa e perfettamente drammatica.

Non ho ancora ascoltato nessuno dei suoi cd (due dei quali contengono, tra l’altro, sue composizioni per pianoforte), ma credo che rimedierò molto presto. Comunque, ve li consiglio a scatola chiusa, soprattutto se avete perso il suo concerto. 
Accettate le sue scelte, senza pregiudizi, accettate il suo punto di vista, la sua visione, ed entrate nel suo mondo: non ve ne pentirete.

Segnala questo articolo ad un amico: inserisci la sua email e