Annunciata da un narratore fuori campo [Dario Argento stesso], la giovane ballerina americana Susy Bannon [l'attrice Jessica Harper, già vista nel "Fantasma del palcoscenico" di Brian De Palma] giunge all'aeroporto di Friburgo sotto una pioggia incessante. La macchina da presa subito ci convoglia in una situazione inquietante: il particolare sonoro e visivo del meccanismo delle porte automatiche, i capelli lunghi bagnati che oscurano il viso, il tassista burbero, illuminato dal basso, che la accompagna alla esclusiva scuola di ballo. E l'inizio del primo, vero film dell'orrore firmato Dario Argento, uscito nelle sale italiane nel 1977, girato l'anno dopo la clamorosa affermazione del capolavoro del giallo "Profondo Rosso".
Argento ha presentato il film agli studenti della facoltà di lettere della Sapienza nei primi giorni di marzo. Ne è derivata una conversazione incentrata su particolari scene dei film del regista romano. Si è passati dai commenti di eccessivo protagonismo dell'attore Tony Musante [protagonista de "L'uccello dalle piume di cristallo"] all'analisi del complicato ed affascinante piano sequenza nel film "Inferno", con il movimento della macchina da presa che senza stacchi ci fa entrare in varie finestre di un palazzo per poi scendere dal tetto dietro l'edificio stesso [un vero miracolo tecnico, ottenuto grazie ad una gru comandata a distanza]. "Suspiria è nato come una favola nera -ha rivelato il maestro dell'horror nostrano- a cominciare dall'ambientazione, una scuola da ballo per ricche ragazze ancora bambine". Le maniglie delle porte sono molto alte rispetto al normale, come fossero viste dalla prospettiva di una bambina, Susy fa il bagno vestita nella piscina, non esiste la malizia nella casa di Biancaneve ben presto trasformata in casa delle streghe. I delitti nella casa, grazie anche alle musiche dei fedeli Goblin, sono scanditi da piccoli elementi sparsi nell'intreccio narrativo: la paura di un giovane Miguel Bosè, ballerino vagamente efebico, la durezza mitteleuropea della professoressa di ballo, interpretata da Alida Valli, colonna del cinema dei telefoni bianchi e indimenticabile contessa Serpieri in "Senso". Il primo delitto cui assistiamo impotenti avviene in un bagno: il braccio di uno sconosciuto preme il viso di una ragazza sul vetro della finestra fino a farla esplodere. Anche le schegge di vetro di un enorme lampadario uccideranno in seguito.
Ma qui non interessa il voyeurismo della crudeltà: Argento "sposta il baricentro sul dècor, sulla rivisitazione del gotico, sul protagonismo [accecante] delle scenografie". Le scene sono firmate dal bravissimo Giuseppe Bassan che permea la casa-collegio di lenta claustrofobia, il colore rosso acceso e iperbolico delle pareti e dei mobili è abilmente sottolineato dalla fotografia di Luciano Tovoli. Argento rivela che per ottenere quel particolare rosso-sangue intenso sono state eseguite molte prove con diverse pellicole, fino alla scelta di un Technicolor rielaborato su una vecchia pellicola Kodak. Pareti alte per camerette strette, letti di ferro battuto, lunghi corridoi di porte chiuse, una mansarda con cibi andati a male, vermi che, infestanti, cadono dai soffitti nei capelli di Biancaneve-Susy che si pettina. Una favola costellata da riti antichi e sanguinosi, vecchie superstizioni a noi apparentemente lontane. Forse per questo non convince il finale purificatore del fuoco che tutto distrugge e ingloba per sempre. Il sorriso di Susy all'uscita dalla casa delle streghe è il futuro della bambina divenuta ragazza, trasposizione temporale di una crescita in atto, ma a quale prezzo! Il maestro Argento, verso le nove di sera, dopo due lunghe ore di conversazione, chiede stremato di lasciarlo andare, confidando che è in preparazione un nuovo giallo, protagonista, naturalmente, la figlia Asia. Ultima curiosità: il film uscì nel mercato cinematografico giapponese prima del precedente Profondo Rosso, che infatti fu intitolato "Suspiria 2".
Karlo Dutto
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