Il favoloso mondo di Amélie
 
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Il sito ufficiale in italiano:
www.amelie.it

Fronte liberazione nani da giardino:
http://members.
xoom.
virgilio.it/
spaino/
home1.htm
(sito sconsigliato ad animi sensibili e privi di umorismo)

 
Contenuti extra

- Un abatjour consigliere per Amélie.

 
Info
Foto1: 
Amélie si rivolge al pubblico.

Foto2:
Mathieu Kassovitz.

Foto3:
Il favoloso metro di Parigi.

Il favoloso mondo di Amélie

Reduce dal successo enorme che ha suscitato in Francia e in Gran Bretagna, č arrivato anche in Italia questo delizioso film della bontŕ minimalista. Candidato a rappresentare la Francia ai prossimi premi Oscar negli Stati Uniti, [sapientemente supportato dalla Miramax, giŕ fautrice dei meritati Oscar a Benigni], dopo aver battuto "La stanza del figlio" ai recenti Oscar Europei svolti in dicembre, "Il favoloso destino di Amélie Poulain" [come recita il titolo originale] sta vivendo echi politico-sociologici, tanto da creare frotte di proseliti spasmodicamente ansiosi di fare opere pie e dalla bontŕ esagerata come la bella francesina. Nel quartiere parigino di Montmartre, immerso in un'umanitŕ sconsolata [un vecchietto che dipinge piů volte da vent'anni un quadro di Renoir, un ragazzo algerino dal sorriso coinvolgente e sfruttato sul posto di lavoro, una donna abbandonata dal marito], la dolce Amélie [l'attrice Audrey Tatou], ventenne cameriera di un bar-tabacchi, scopre di possedere le capacitŕ di utilizzare il proprio innato ottimismo e la propria bontŕ per risollevare e riscattare il morale di chi ha bisogno d'aiuto. Cresciuta in una famiglia distratta e fredda, a tal punto che persino i nani da giardino del padre fuggono per viaggiare il mondo, Amélie trova l'amore in un giovane, stralunato impiegato di un sexy shop [interpretato dal regista de "L'odio", Mathieu Kassovitz]che colleziona fototessere di sconosciuti. Tra quadri e abatjours-maialini che prendono vita dando preziosi consigli, sorride e compie buone azioni la bella Amélie, lieve e leggiadra, dal viso di preziosa porcellana. Un grande strike, economico, di immagine, di "confezionamento" per Jean Pierre Jeunet, regista sottovalutato di Alien - La Clonazione [1997], ma giŕ conosciuto ed apprezzato per il suo precedente e straripante, eccessivo, divertente "Delicatessen" [coregia di Marc Caro, 1990], girato con obiettivi deformanti alla macchina da presa. Girato con una tecnica fuori dalle righe, Amélie non si allontana troppo dalla definizione di "esercizio di stile", come lo intendeva il grande scrittore Raymond Queneau. C'č chi parla di Amélie come la "Zazie nel metro" cresciuta, ma la cattiveria della bambina della provincia che seminava scompiglio nei banlieu parigini non la si ritrova nella simpatica cameriera. L'anarchia che sprigionava Zazie, sia dal racconto di Queneau, sia visivamente dall'omonimo film [1960] dello scomparso Louis Malle, si dissolve in questo film un po' buonista, ma di certo gradevole e dieci spanne al di sopra dei lungometraggi tuttora in circolazione nei grandi networks cinematografici. Una lucciola nella notte. Visionato al Warner Village di Roma, al costo di 7,50 Euro [14.522 lire!!], con mezz'ora di previa, infinita, insopportabile, ignobile pubblicitŕ.

Karlo Dutto

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