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Uno sguardo, la tenerezza di ricevere affetto, senza chiedere niente in cambio...

Negli Stati Uniti, in Francia, in Inghilterra curarsi con gli animali non è più una novità e nessuno si scandalizza se, durante l'attesa nella corsia di un ospedale o nella sala d'aspetto di una clinica, si vedono passare cani, gatti, conigli nani, persino pappagalli, ovviamente accompagnati da operatori estremamente professionali. Si chiamano pet partner e di fatto sono i conduttori di questi meravigliosi animali domestici che aiutano ormai centinaia di persone, solo nel Nord America, a uscire da un momento difficile della loro vita o da una malattia. La cosiddetta pet therapy si sta diffondendo anche in Europa: dopo le antesignane ricerche anglosassoni e francesi è la volta dell'area germanica e latino mediterranea a entrare in fibrillazione per la cura assistita dagli animali. Il termine pet therapy, ormai affermatesi nell'immaginario, ha una traduzione molto semplice: attività o terapia assistita dagli animali, dove la parola "pet" sta per animale da compagnia, ossia "animale da accarezzare". L'espressione tuttavia è un po' imprecisa, perché raccoglie un insieme disomogeneo di pratiche che vanno dal sostegno motivazionale, educativo o ricreativo, a raffinate tecniche di riabilitazione o addirittura a interventi terapeutici. Orientarsi nel labirinto delle tecniche che utilizzano l'animale come
"centro di interesse" non è facile ed è inevitabile che questa confusione faciliti l'uso improprio del termine pet therapy, già generico di suo. A rigore si dovrebbe parlare di Attività assistite da animali (AAA) E di Terapie assistite da animali (TAA): due pratiche molto differenti nelle procedure e negli ambiti di operatività, avendo le prime un obiettivo essenzialmente di sostegno, di socializzazione, di rieducazione, di ricreazione, mentre le seconde una finalità di tipo sanitario.
LA PRATICA DELLA PET THERAPY
A questo punto sono necessarie alcune precisazioni che peraltro valgono per entrambe le pratiche:
1) l'animale non è una persona, non è cioè un "terapeuta", e non è una cosa, ossia un "farmaco", bensì un facilitatore di disposizioni positive grazie al rapporto che si viene a instaurare;
2) la pet therapy non sostituisce, semmai affianca, le prescrizioni mediche tradizionali, non va perciò considerata come terapia alternativa ma piuttosto come co-terapia;
3) sia le TAA che le AAA sono realizzate attraverso precisi protocolli di intervento e team di professionisti di diversa estrazione: veterinari, medici, psicologi, pedagogisti, educatori cinofili;
4) la pet therapy differisce da ogni forma di semplice interazione uomo-animale o da altri progetti di didattica per l'esplicito contenuto assistenziale ed emendativo del suo obiettivo.