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Negli Stati
Uniti, in Francia, in Inghilterra curarsi con gli animali non è
più una novità e nessuno si scandalizza se, durante l'attesa
nella corsia di un ospedale o nella sala d'aspetto di una clinica, si
vedono passare cani, gatti, conigli nani, persino pappagalli, ovviamente
accompagnati da operatori estremamente professionali. Si chiamano pet
partner e di fatto sono i conduttori di questi meravigliosi animali
domestici che aiutano ormai centinaia di persone, solo nel Nord America,
a uscire da un momento difficile della loro vita o da una malattia. La
cosiddetta pet therapy si sta diffondendo anche in Europa: dopo le antesignane
ricerche anglosassoni e francesi è la volta dell'area germanica
e latino mediterranea a entrare in fibrillazione per la cura assistita
dagli animali. Il termine pet therapy, ormai affermatesi nell'immaginario,
ha una traduzione molto semplice: attività o terapia assistita
dagli animali, dove la parola "pet" sta per animale da compagnia,
ossia "animale da accarezzare". L'espressione tuttavia è
un po' imprecisa, perché raccoglie un insieme disomogeneo di pratiche
che vanno dal sostegno motivazionale, educativo o ricreativo, a raffinate
tecniche di riabilitazione o addirittura a interventi terapeutici. Orientarsi
nel labirinto delle tecniche che utilizzano l'animale come |