<<Mamma, ho paura!!!>>
...è una delle prime espressioni del bambino che comincia a parlare, perchè già a quell'età la paura è un'esperienza più volte sperimentata. La paura è uno stato emotivo di timore o anche di repulsione nei confronti di tutto ciò che è, o viene considerato, dannoso.


 

IL SIGNIFICATO DELLA PAURA

Il "DIFETTO" di emozionarsi.

Nella tradizione filosofica le emozioni, ovvero i turbamenti,in positivo o in negativo, dell'animo umano sono stati considerati , a seconda delle varie correnti, come il fondamento della vita umana o, al contrario, come interferenze indesiderate, il cui unico scopo ed effetto era quello di impedire la capacità di pensiero razionale della mente umana. I filosofi razionalisti del XVIII e XVIII secolo, fra cui Cartesio, appartenevano a qust'ultima scuola di pensiero Essi consideravano la ragione come il più importante attributo umano, in grado di consentire realizzazioni nel campo artistico e scientifico. In Questo contesto , l'emozione veniva accolta come una disgrazia, in quanto di fatto rompeva il processo razionale della mente, ed era dunque considerata come un limite per l'attività umana.

 

 

Le emozioni primarie.

Secondo alcune teorie derivanti da studi specifici sull'argomento, le emozioni si dividono in primarie e secondarie. Le primarie, cioè quelle fondamentali, sono le emozioni originarie, genetiche, dalle quali poi si sviluppano, con l'apprendimento, tutte le altre. Questi stati emotivi "di base" variano a seconda delle ricerche dei vari autori che si sono dedicati all'argomento, ma in genere non raggiungono la decina. E opinione concorde di tutti gli studiosi della materia che le emozioni positive siano assai minori di quelle negative. In particolare vengono riconosciute come positive solo la gioia e l'interesse per qualcosa, mentre negative sono la paura, l'ira, la vergogna eccetera.

PAURA E EVOLUZIONE

L'evoluzione degli organismi animali, sia quella avvenuta nel corso dei secoli, sia quella relativa alle successive trasformazioni individuali, dallo stadio di neonato alla vecchiaia, ha potuto contare sul contributo fornito dall'emozione della paura, elaborata dal sistema nervoso centrale di ogni organismo. Negli animali superiori i sistemi nervosi sono naturalmente più complessi, più evoluti, dotati di recettori a distanza, che consentono loro di utilizzare il senso dell'olfatto, dell'udito e della vista. Attraverso questi sensi viene assicurato un controllo più raffinato dell'ambiente circostante, avendo la possibilità di anticipare, attraverso la paura, i pericoli cui si va incontro. Fiutare o vedere per tempo un animale predatore può consentire infatti alla preda designata di fuggire o di mettersi al riparo, mimetizzandosi nell'ambiente. La natura si preoccupa di fornirci precocemente questo tipo d'emozione, e infatti la possiamo riscontrare già nel comportamento dei neonati di tutte le specie. Si pensi al modo in cui il bambino si aggrappa alla madre per non cadere o si metta a piangere in presenza di un estraneo, verso gli otto mesi di vita. Altri timori classici dell'infanzia sono la paura del buio e dell'abbandono.



 

Paura e risposte fìsiologiche.

 

Il livello di attivazione o di eccitazione dell'organismo può variare improvvisamente da valori estremamente bassi, che si registrano quando l'ambiente è tranquillo, a valori molto alti, in caso di tensione o paura dovuta a qualche minaccia incombente. L'emozione della paura, come altre emozioni, è in grado di attivare il sistema nervoso degli organismi, in modo da produrre quelle risposte fisiologiche in grado di potenziare le loro capacità di attacco o di fuga. Le modificazioni ormonali iniziano con l'attivazione dell'ipolalamo, che comincia a secernere il fattore liberante dell'ormone ACTH; questo viene allora emesso dalla ipofisi, una ghiandola del cervello. Così comincia una reazione ormonale a catena: la corteccia surrenale secerne il cortisolo, che stimola il metabolismo delle proteine e degli zuccheri per una maggiore produzione di energia (il glicogeno infatti si trasforma rapidamente in glucosio e vengono demoliti i grassi depositati nel tessuto adiposo) e l'adrenalina, che agisce sul sistema nervoso simpatico.

In conseguenza di ciò i vasi sanguigni che irrorano la muscolatura si dilatano (facendo affluire una maggiore quantità di sangue,che porta con se ossigeno e altri materiali necessari per liberare ulteriore energia), mentre si restringono quelli dei visceri, che in una situazione di allarme non hanno funzioni importanti da svolgere; il cuore aumenta la forza di contrazione e la frequenza del battito, il ritmo respiratorio si fa più veloce per permettere una migliore ossigenazione e migliora la coagulabilità del sangue, in caso di ferite. Queste modificazioni fisiologiche sono facilmente avvertibili dal soggetto die le vive su se stesso: chiunque può riferire un'esperienza di paura in cui ha sentilo il suo cuore battere all'impazzata, il respiro farsi ansimante, le mani diventare fredde e sudate, lo stomaco contrarsi.

Paura e aspetti cognitivi.

 

Sebbene le risposte fisiologiclie all'emozione della paura siano del tutto automatiche, non si può prescindere dall'influenza che sicuramente andie il pensiero cosciente ha su di esse. Infatti, per determinarsi un'emozione di paura vi dev'essere stato un certo apprendimento, diretto o indiretto. Essa può generarsi in seguito al ricordo di un'altra esperienza personale direttamente vissuta o facendo riferimento agli insegnamenti ricevuti dai genitori, dal gruppo sociale cui si appartiene, dalle tradizioni culturali e religiose eccetera. (Questi aspetti, di carattere cognitivo, che riguardano cioè il processo di pensiero, partecipano in larga misura alla capacita umana di anticipare i pericoli, prevenendoli.

Stress e vulnerabilità dell'uomo
contemporaneo.

Un tempo l'uomo, come gli altri animali, era oppresso dalla paura di eventi drammatici per la sopravvivenza, come il possibile attacco di belve feroci durante i! sonno. Oggi le paure sono diverse, hanno carattere più intellettuale e riguardano principalmente gli insuccessi sociali, le perdite, le novità, gli eventi inattesi, l'insufficiente conoscenza delle situazioni eccetera. Le continue tensioni provenienti dall'ambiente esterno scale-nano nell'individuo forti emozioni, che si trasformano così da normale meccanismo adattivo a fattori patogeni di molte malattie. Situazioni di stress emozionale intenso e continuo producono infatti le malattie psicosomatiche, consistenti in disturbi fun zionali cronici o anche in vere e proprie lesioni organiche, traenti origine non tanto dall'evento stressante in sé, quanto dall'impatto emotivo che esso ha sulla persona. Queste continue tensioni non hanno effetto nocivo solo sul corpo, ma si ripercuotono, seguendo un circolo vizioso, sulla mente stessa, tanto che da effetto

 

Finiscono per divenire causa di spavento: i cambiamenti fisiologici percepiti su se slessi fanno perdere facilmente di vista la situazione reale; la persona si sente confusa, incapace di orientamento, sovrastata da sensazioni difficili da controllare. In conseguenza di ciò le reazioni comportamentali possono mostrarsi inadeguate alla situazione, si può perdere l'equilibrio psichico e diventare facile preda dell'ansia.