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Il
sistema della bulimica
Questo schema di violento alternarsi tra lo stimolo a soddisfare un bisogno
e il desiderio di negarlo è un sistema che tende anche a estendersi
ad altri settori della vita della bulimica. Un'area interessata è
quella economica. Abbiamo già visto come un'alimentazione eccessiva
possa determinare problemi economici, ma spesso la situazione finanziaria
della bulimica è caotica e instabile per ragioni diverse da quelle
causate dalla spesa per l'acquisto di cibo.
La bulimica si trova ad applicare anche con le sigarette, gli alcolici
e le droghe gli stessi schemi impiegati nel comportamento alimentare,
per cui ogni volta giura che sarà l'ultima e non ci cascherà
più. Alcuni studiosi parlano di assuefazione o di personalità
guidata da numerosi impulsi per descrivere la persona che si lascia dominare
da bisogni e appetiti incontenibili, solo per rammaricarsene o negarli
subito dopo. Talvolta una persona così infelice giunge al punto
di farsi del male ferendosi o graffiandosi, spesso il braccio o la
coscia. Talvolta giunge al punto di scottarsi. Nel momento in cui
la bulimica si provoca il dolore, sembra quasi che non lo percepisca,
ma che anzi quel gesto costituisca un mezzo per liberarsi da tensioni
intcriori divenute insostenibili proprio come quando non resiste all'abbuffata.
Il contrasto tra il sé esterno controllato e il sé nascosto
privo di controllo talvolta si estende, nella vita della bulimica, ad
altri settori della quotidianità. Uno di questi si rivela nel contrasto
tra ordine e disordine dell'ambiente che la circonda.
La quotidiana vita di relazione e la sfera sessuale possono altresì
venire influenzati dal sistema bulimico.Pertanto le parole chiave per
la bulimica, ma anche per l'anoressica, sono: bisogno e controllo.
Un'anoressica vive in un mondo da cui sono banditi bisogni, desideri e
sentimenti. La conclusione logica di questo processo è la morte,
perché per chiunque di noi è impossibile vivere senza accettare
e assecondare le nostre necessità. Per l' anoressica la parte del
proprio "io" non autosufficiente è assolutamente inaccettabile.
Apprezza e approva solo quella parte di sé che non ha necessità.
Tuttavia, una persona bulimica si alterna tra un io "buono"
che approva, e generalmente si tratta di un "io" che è
stato educato ad avere pochi bisogni ben calibrati o poche sensazioni,
e un io "cattivo" che straborda di bisogni opprimenti, di desideri
e sentimenti travolgenti. Ne la bulimica ne l' anoressica si rendono conto
che questi bisogni sono del tutto normali e che se dessero loro lo spazio
dovuto non sarebbero così gravosi. Entrambe ritengono il loro "io"
istintivo una sorta di mostro di bisogni e avidità che deve essere
educato, punito e dominato il più possibile. E, naturalmente, entrambe,
negando i bisogni naturali, li trasformano in una brama, in una voglia
così violenta che divora tempo ed energia.
Il bisogno di aiuto sottosta a questi contrasti. Per l' anoressica è
quasi impossibile riconoscerlo, se non altro fino a quando non comincia
a essere aiutata. La bulimica lo riconosce in uno stato iniziale, ma poi
si pente subito di aver chiesto aiuto.
Come psicoterapeuta mi è capitato più di una volta di essere
contattata da persone affette da bulimia per un appuntamento a cui però
non si presentavano. Tuttavia, con il passare del tempo, una bulimica
di solito capisce di aver bisogno di sapere ciò che le sta accadendo
e convive con questo bisogno finché non decide, almeno inizialmente,
di soddisfarlo.
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