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La ricerca di una causa fisiologica
Seguendo uno schema medico molti specialisti, nel campo dei disturbi dell'alimentazione, si sono impegnati per cercare d'individuare una risposta sia all'anoressia sia alla bulimia in un'eventuale disfunzione che potrebbe esseme la causa. Il problema più rilevante di questa ipotesi è che entrambe le patologie non solo si sono diffuse rapidamente, ma hanno una maggiore incidenza nelle società industrializzate e nei soggetti giovani di sesso femminile. Questi fattori fanno sì che risulti difficile affermare che tali patologie abbiano una causa fisiologica. Fino a oggi i tentativi d'identificare i fattori fisici a cui attribuire la responsabilità di queste malattie, come per esempio l'ipotesi che l'anoressia possa essere provocata da una carenza di zinco, non hanno saputo fornire risposte concrete. Tuttavia dobbiamo tenere ben presente che spesso sono necessari parecchi anni per arrivare a identificare le cause fìsiologiche di una patologia e che nei casi di anoressia e bulimia non si può escludere che fattori fisiologici e soprattutto genetici ne siano parzialmente o interamente responsabili.

Un approccio psicologico
Non si può escludere che fattori fisiologici possano predisporre alcuni soggetti all'anoressia e alla bulimia, ma le attuali conoscenze sembrano riscontrare fattori psicologici nell'insorgere dei disturbi. Questi fattori hanno sicuramente a che vedere con l'individuo e la sua famiglia, ma dobbiamo tenere in considerazione anche fattori di ordine sociale e culturale.
L'idea che sottende il concetto di significato psicologico è che l'anoressia e la bulimia sono malattie funzionali, nel senso che la causa per cui insorgono non è solo quella più ampiamente riconosciuta, è cioè il desiderio della paziente di essere magra. Se chiedete a una ragazza anoressica o bulimica di spiegarvi il perché del suo peculiare comportamento alimentare, ella vi risponderà che il suo unico ideale è la magrezza. È convinta che quando sarà magra, la vita sarà meravigliosa. Ma ciò è palesemente falso. Innanzitutto, lei è già magra, molto magra, e tuttavia insiste nell'affermare, in maniera del tutto irragionevole agli occhi di una persona normale, che è grassa. La bulimica a peso normale mantiene il proprio peso a un livello normale. Se davvero desiderasse dimagrire dovrebbe scegliere un altro sistema per raggiungere il suo scopo perché, nonostante l'angoscia e la sofferenza che si procura, conserva un peso corporeo più o meno normale. In altre parole, da un punto di vista strettamente logico, sia l'anoressica sia la bulimica sono in una posizione da cui non riusciranno mai a ottenere quello che ritengono essere il loro obiettivo. L'anoressica rischia di lasciarsi morire di fame, proclamando fino alla fine che lei desidera solo dimagrire; la bulimica si rovina la salute mirando esattamente allo stesso scopo ma mantenendo invariato il proprio peso, perché vomitando e purgandosi non riesce comunque a eliminare tutte le calorie assorbite. La conclusione è evidente: la bulimia e l'anoressia, nonostante le solenni dichiarazioni delle pazienti, non sono solo il riflesso delle preoccupazioni per il peso e la forma corporea.
Nessuno sceglierebbe di ammalarsi di anoressia o bulimia: si tratta di condizioni patologiche estremamente gravi che causano molta sofferenza. Ne consegue che servono a uno scopo, diverso da quello del dimagrimento, che deve essere estremamente importante e altrimenti irraggiungibile, se non altro agli occhi della malata.