Succede
così
Di solito, l'atteggiamento
iniziale di chi viene colpito da mobbing è quello di colpevolizzarsi
e di chiedersi dove ha sbagliato e quali errori sta ancora commettendo
per meritare un trattamento simile. Soltanto dopo comincia a pensare
che il disagio che sta vivendo proviene dai colleghi. Il loro
astio può essere manifestato attraverso pettegolezzi, improvvisi
silenzi, rimproveri ossessivi, che possono trasformarsi in
soprusi o diventare addirittura intimidazioni. Presto,
le persone che vengono "molestate"
1) avvertono un profondo senso di solitudine,
dato che tutti in ufficio sembrano non accorgersi della loro situazione;
2) si sentono incompresi;
3) si sentono perseguitato;
4) non riescono a trovare la forza di reagire
alla situazione.
La
stima scende
II mobbing è presente in ogni regione d'Italia,
anche se in percentuali molto diverse, cioè più elevate al Nord e
meno preoccupanti al Sud. Il fenomeno non emerge in tutta la sua
gravita, perché è difficile da denunciare. Si fonda, infatti, sul sotterfugio,
sulle allusioni e soprattutto sulle parole non dette. Una vita d'inferno
in ufficio, fatta di continue umiliazioni o di derisioni, può
determinare in chi le subisce:
a) stress e ansia;
b) calo del'autostima e profonda insicurezza;
c) depressione;
d) mal
di testa, vertigini;
e) cattiva digestione e "morsa allo stomaco"
;
f) attacchi di panico;
g) insonnia;
h) ipertensione;
i) pensieri ricorrenti di morte;
l) nei casi più seri , suicidio.
Pressioni di questa entità scatenano reazioni psico-emotive tali
da indurre la persona mobbizzata ad allontanarsi se non a fuggire, dal
posto di lavoro e così progressivamente a: 1) collezionare assenze
per motivi di salute, 2) dare le dimissioni, 3) chiedere il pensionamento
anticipato. Se questo accade, la strategia di mobbing ha dato
il suo effetto
Soprattutto
qui
II mobbing si verifica maggiormente in alcuni
ambiti lavorativi: per esempio, quando un'azienda pubblica, ma soprattutto
privata, rinnova la propria struttura interna o si "fonde" con altre
aziende. Ciò può comportare una momentanea confusione nell'organizzazione
del lavoro, una nuova gestione degli incarichi e, qualche volta, anche
un esubero di personale che, dunque, deve essere "smaltito". Il mobbing,
allora, può essere un metodo subdolo, ma efficace per costringere il
personale in eccedenza a dare le dimissioni. A proposito, è stato dimostrato
che alcuni luoghi sono più a rischio di mobbing di altri, in particolare:
a) industrie e servizi
(banche, assicurazioni, grandi aziende,
società di revisione, borsa): 38%;
b) pubblica amministrazione: 22 %;
c) scuola-università: 12 %;
d) sanità (ospedali): 8 %;
e) commercio: 3 %;
f) agricoltura: 2 %.
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Da
su a giù
A seconda di chi ha deciso di esercitarlo, il
mobbing può essere di due tipi:
* verticale: si parla di "bos-sing",
nel caso in cui il terrore psicologico venga esercitato da un superiore
che si accanisce su un sottoposto con sfuriate o continui rimproveri,
non apprezzando il suo lavoro, anzi denigrandolo. Si tratta di un atteggiamento
che progressivamente inibisce il malcapitato, fino a distruggerlo del
tutto a livello professionale;
* orizzontale, se la pressione psicologica
viene esercitata dai colleghi che, anche soltanto per antipatia o per
invidia, emarginano il collega, attentando così alla sua salute mentale.
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