Bulling
o burn out?
Ci sono altri luoghi apparentemente fuori da ogni sospetto, ma in realtà
non immuni da vessazioni o da ripicche. In questi casi, però, non si
parla di "mobbing", ma di "bulling" (bullismo), di "nonnismo"
o di "burn out" .
A
scuola
II bulling, che in Inghilterra viene usato per indicare il mobbing,
in Italia viene tradotto con il termine "bullismo". Esso non riguarda
gli adulti, ma soltanto i bambini o gli adolescenti che vengono
presi di mira a scuola. Ha come caratteristica il fatto che:
1) vi è un solo aggressore che agisce
verbalmente, ma anche fisicamente contro una o più vittime;
2) le pressioni psicologiche o le
botte sulla "pecora nera" di turno durano nel tempo;
3) il bambino o l'adolescente, venendo
accerchiato e isolato, non ha alcuna possibilità di difendersi.
In caserma
II nonnismo, invece, si verifica in caserma ed è caratterizzato
da comportamenti di superiorità, di derisione, di sfida, di disprezzo
e, nei casi più seri, di vendetta, esercitati dai militarari più anziani
verso le reclute.
Nel
"pubblico"
II burn out, infine, è una sindrome da "sfiancamento",
che si verifica soprattutto negli addetti allo sportello dei posti pubblici
(sanità, poste, banche). E' tipica, infatti, a chi sta per troppo tempo
a contatto con il pubblico. Lo "sfiancamento" non dipende dall'eventuale
difficoltà di relazione degli operatori, ma dal fatto che le loro mansioni
sono:
1) ripetitive;
2) monotone;
3) poco gratificanti.
Al senso di svuotamento interiore,
dunque, si aggiungono l'apatia, la svogliatezza e l'aggressività.
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