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Chiudi gli occhi e non pensarci "

"Se i bambini non riescono a prendere sonno e sono eccessivamente agitati, capricciosi o collerici, un rimedio utilissimo è far loro un bagno caldo serale con l'aggiunta di 2/3 gocce di uno o due dei seguenti oli essenziali: lavanda, arancio amaro, fiori d'arancio (nero!) Naturalmente il consiglio vale anche per i grandi , ai quali si adattano anche gli oli di sandalo e verbena. Contro l'insonnia dei più piccoli, funzionano anche 4 granuli di Chamomilla 9 CH da sciogliere in bocca o in acqua , e l'infuso di fiori d'arancio.

 

La nanna? Un incubo?

Circa il 30-40 per cento dei bambini nella fascia di età da O a 3 anni soffre di risvegli frequenti e difficoltà di addormentamento, oppure di risveglio precoce al mattino, quando non raggiunge una quantità sufficiente di sonno, che varia da bambino a bambino e a seconda dell'età. Dunque anche i più piccoli possono soffrire d'insonnia. Facciamo attenzione, però: i bambini insonni non sono sonnolenti, ma presentano tutt'altri sintomi: iperattività, nervosismo, disturbi dell'umore. Alla base di ciò possono esserci fattori fisici (fame, coliche, dentizione) ma il più delle volte si tratta di atteggiamenti scorretti da parte dei genitori. Per esempio, ci sono mamme che non appena il piccolo piange lo prendono in braccio e così facendo sono loro stesse a svegliarlo definitivamente. I bambini si svegliano normalmente una due volte durante la notte, alcuni piangono e altri no, alcuni si riaddormentano da soli, altri richiedono la presenza del genitore. Dipende da come sono stati abituati. Si può intervenire insegnando alcuni principi di igiene del sonno ed educando il genitore a far addormentare il bambino e a gestire i suoi risvegli notturni, grazie ad alcune tecniche comportamentali. In sintesi, viene insegnato a mamma e papà a far addormentare il bambino in un certo modo, a creare dei rituali specifici in modo da avere ogni volta le stesse condizioni per l'addormentamento. Per esempio, se il bambino si addormenta in braccio, nel corso del risveglio notturno vorrà essere ripreso in braccio per riaddormentarsi. Invece, bisogna fare in modo di instaurare una routine di addormentamento che in seguito il bambino imparerà a gestirsi per conto proprio. Così facendo nella gran parte dei casi si rivolse il problema, ma a volte è necessario un intervento farmacologico. E quando il bambino è più grandicello?
Fino ai dieci anni abbiamo un 15% di "cattivi dormitori", nel senso che faticano ad addormentarsi, si svegliano di frequente o presentano disturbi vari durante la notte, e un 35-40% di soggetti che non hanno un sonno adeguato. Forse, succede perché vanno a letto troppo tardi e al mattino devono svegliarsi presto per andare a scuola, dove poi hanno dei cali di attenzione e concentrazione, o addirittura si addormentano sul banco. Nel corso di un' indagine su tremila bambini, fra O e 6 anni, abbiamo osservato che l'orario di addormentamento medio del bambino italiano è ritardato di circa 2 ore rispetto a quello dei suoi coetanei svizzeri e francesi. È probabile perciò che si instauri una deprivazione di sonno già in età precoce e che questa si mantenga anche nelle età successive, tenendo alla cronicizzazione. Non va dimenticato comunque che l'età scolare è il periodo in cui si raggiunge la migliore qualità di sonno nell'arco della vita. Quindi, se c'è insonnia, c'è sicuramente un problema, che in qualche caso può essere un disturbo fisico (tonsilliti, otiti, difficoltà gastriche ecc.), ma molte volte il problema è di ordine psichico. Nell'adolescenza poi, un disturbo del sonno è sovente associato a un disturbo psicologico o a una depressione, ed è questo che va trattato. Se invece il problema è l'addormentamento ritardato, si tende ad utilizzare farmaci diversi da quelli che si prescrivono agli adulti, e che sono antistaminici, fitoterapici o la melatonina.