Nuovo portale per disturbi
da attacchi di panico, ansia, fobie, depressione, medicina naturale, terapie
alternative, disturbi psicosomatici, alimentazione, medicina olistica, Yoga,
new age... |
|
La nanna? Un incubo? Circa il 30-40 per cento
dei bambini nella fascia di età da O a 3 anni soffre di risvegli
frequenti e difficoltà di addormentamento, oppure di risveglio
precoce al mattino, quando non raggiunge una quantità sufficiente
di sonno, che varia da bambino a bambino e a seconda dell'età.
Dunque anche i più piccoli possono soffrire d'insonnia. Facciamo
attenzione, però: i bambini insonni non sono sonnolenti, ma presentano
tutt'altri sintomi: iperattività, nervosismo, disturbi dell'umore.
Alla base di ciò possono esserci fattori fisici (fame, coliche,
dentizione) ma il più delle volte si tratta di atteggiamenti scorretti
da parte dei genitori. Per esempio, ci sono mamme che non appena il piccolo
piange lo prendono in braccio e così facendo sono loro stesse a
svegliarlo definitivamente. I bambini si svegliano normalmente una due
volte durante la notte, alcuni piangono e altri no, alcuni si riaddormentano
da soli, altri richiedono la presenza del genitore. Dipende da come sono
stati abituati. Si può intervenire insegnando alcuni principi di
igiene del sonno ed educando il genitore a far addormentare il bambino
e a gestire i suoi risvegli notturni, grazie ad alcune tecniche comportamentali.
In sintesi, viene insegnato a mamma e papà a far addormentare il
bambino in un certo modo, a creare dei rituali specifici in modo da avere
ogni volta le stesse condizioni per l'addormentamento. Per esempio, se
il bambino si addormenta in braccio, nel corso del risveglio notturno
vorrà essere ripreso in braccio per riaddormentarsi. Invece, bisogna
fare in modo di instaurare una routine di addormentamento che in seguito
il bambino imparerà a gestirsi per conto proprio. Così facendo
nella gran parte dei casi si rivolse il problema, ma a volte è
necessario un intervento farmacologico. E quando il bambino è più
grandicello? |