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Sonniferi e sedativi non vanno assunti insieme con sostanze come alcol, caffè, tabacco" .

ATTENZIONE SE:
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E' controindicato assumere ipnotici in GRAVIDANZA, perchè l'effetto sedativo passa a livello fetale, provocando la riduzione dell'attività elettrica cerebrale.

 

Il meccanismo d'azione

II profilo farmacologico classico comprende: attività ansiolitica, attività ipnoinducente e miorilassante. In altre parole riducono l'ansia, inducono il sonno e fanno sentire l'individuo rilassato anche dal punto di vista muscolare, tanto è vero che che prima delle benzodiazepine , intorno agli anni '50, si adoperava un miorilassante (mepromato) utilizzato impropriamente come ansiolitico. Questi farmaci agiscono su alcune strutture cerebrali: per esempio, vanno ad agire, non direttamente, ma modulando l'attività del sistema gabaergico. Il GABA è un neurotrasmettitore presente in tutte le strutture cerebrali: nella corteccia, nell'ippocampo, nel cervelletto e, a seconda di dove si trova, svolge una funzione diversa. Per esempio, l'effetto miorilsasante è legato ai neuroni gabaergici nel midollo spinale; l'effetto ipnotico è legato all'attività del GABA a livello della corteccia, nelle zone di controllo della veglia e del sonno; l'effetto ansiolitico è legato alle strutture dell'ippocampo. Questo spiega come tutte le benzodiazepine, ma anche alcuni farmaci non benzodiazepinici, che agiscono attraverso il sistema gabargico, hanno un'azione ansiolitica.

A chi sono indicati i farmaci

È difficile trovare un soggetto che sia solo insonne. In genere si tratta di individuo sotto stress o psicolabile, con una depressione latente, disturbi d'ansia, attacchi di panico od ossessivo-compulsivi; oppure può presentare disturbi organici (asma, problenni respiratori) e, pertanto, si sveglia o non riesce ad addormentarsi. Dunque, si prescrive il farmaco, che però deve essere assunto per tempi non eccessivamente prolungati. massimo 4-5 mesi. Se dopo questo periodo di terapia l'insonnia permane, bisognerà indagare e intervenire sulla patologia che causa le notti in bianco. Bisogna anche considerare che, se l'insonnia si protrae nel tempo, subentrano difficoltà di concentrazione, alterazioni della memoria e dell'apprendimento e altri sintomi che possono portare a patologie più gravi e quindi va anch'essa trattata in modo specifico. Per esempio, se l 'insonnia è correlata a una forma di depressione, sarà meglio iniziare iI trattamento con un antidepressivo, che abbia magari anche effetto sedativo, senza però associare un ipnotico o una benzodiazepina. Nel momento in cui si assiste a una remissione della depressione, ma l'insonnia persiste, si dovrà allora intervenire anche sull'insonnia.

E la melatonina??
Sulla melatonina (ormone prodotto dall'epifesi, che ha la funzione di sincronizzare i ritmi biologici) si è molto parlato in questi mesi per la terapia antitumorale. Ma l'ormone ha dimostrato che la sua efficacia nei soggetti che hanno un'alterazione nel ciclo sonno-veglia; in particolare, viene utilizzata neipazienti che hanno una fase di sonno ritardata, i cosidetti "GUFI". In questi casi funziona ed è in grado di anticipare l'inizio del sonno. Nel trattamento delle insonnie, invece, bisogna fare una precisazione: la melatonina di per sè non è un ipnotico, ma è stato dimostrato che è in grado di rendere il sonno più stabile, meno frammentato, di migliore qualità. Questo, però, non è sufficiente per affermare che la melatonina può essere utilizzata come ipnotico e in tutte le insonnie. E' vero che esistono in letteratura studi che ne documentano l'efficiacia come ipnotico nei soggetti anziani, ma si trattava di soggetti con un basso livello di melatonina endogena. Tutte le altre proprietà dell'"ormone di lunga vita" si basano ancora su dati non dimostrati e quindi da prendere con le "pinze". Riguardo, poi, al suo impiego nel "jet lag", effettivamente sembra determinare un più rapido aggiustamento dell'orologio biologico interno rispetto alla modificazione delle condizioni ambientali. Per affrontare il jet lag, per esempio, ci sono soluzioni diverse a seconda che si vada verso OVEST o verso EST, cioè se si va indietro o avanti nel tempo. La regola per favorire l'adattamento al fusoorario è quello di assumere un ipnotico a emivita breve nella prima notte dopo un volo verso ovest e nella seconda e terza notte dopo un volo verso EST