Esploriamo il pianeta emicrania
Emicrania: vita pessima e costi elevati

 

Non si tratta certo di una malattia drammatica o pericolosa per la vita, ma sicuramente è un disturbo che avvelena l'esistenza. Eppure, ai pazienti che ne soffrono, vengono di solito dedicati poco tempo e poca attenzione. Del resto, i risultati dei loro esami, il più delle volte, sono del tutto normali. Chi soffre di emicrania rappresenta, spesso, un caso "banale" e al tempo stesso "disperato". "Quante storie per un semplice mal di testa!", sembra essere l'espressione preferita di parenti, amici o colleghi. Ma chi ne è vittima non può accettare che, a un disturbo tanto opprimente da costringere addirittura a rimanere al buio, immobili a letto, venga attribuito scarso significato. L'emicrania, infatti, è una malattia estremamente disabilitante che comporta una sofferenza difficilmente descrivibile. Non solo il paziente deve sopportare il dolore ma si trova a sperimentare, durante le fasi acute degli attacchi, una sorta di emarginazione sociale, di esclusione dalle gratificazioni della vita, di incapacità di far fronte anche alle piccole attività della vita quotidiana.La qualità della vita di questi pazienti è messa a dura prova: a causa del dolore il 76% dei pazienti sente l'assoluto bisogno di sdraiarsi, il 90% deve rimandare i lavori domestici, 1'85% non può rinunciare ad isolarsi.

Chi soffre di emicrania sa quanto questa sia una malattia invalidante, con un forte impatto sulla qualità di vita propria e dei suoi familiari e amici. A tutto ciò si deve aggiungere il costo sociale dovuto alla minore produttività indotta dalla malattia.


 

Infine, nel 67% dei casi i pazienti dichiarano che la loro vita è disturbata e in più della metà si denuncia la compromissione delle relazioni con familiari e amici . Sono così a rischio l'indipendenza del paziente, la sua mobilità, la partecipazione a qualsiasi tipo di attività sociale e, nei casi più gravi, vengono messe a dura prova anche le funzioni intellettive come la memoria, la vigilanza, le capacità di decisione e di giudizio . In più, questa condizione può influenzare negativamente il suo umore (irritabilità, ansia e depressione sono tutti sintomi caratteristici del paziente emicranico) mettendo a dura prova i rapporti sociali. Si crea quindi una specie di circolo vizioso a causa del quale la condizione di isolamento del paziente non fa che accentuarsi. La condizione di disagio non scompare neanche quando il dolore si allontana. Il paziente infatti si sente particolarmente vulnerabile poiché gli attacchi di emicrania sono imprevedibili: fra una crisi e l'altra egli è quindi timoroso e preoccupato tanto da limitare le sue normali attività.

 

 

 

Confrontando l'effetto invalidante dell'emicrania con quello di altre patologie croniche come l'infarto del miocardio, l'artrite e i disturbi gastrointestinali, la gravita di questa malattia risulta evidente, soprattutto per quel che riguarda gli effetti sul piano sociale e del dolore.

 

Ogni patologia invalidante ha un costo sociale, calcolabile in soldi spesi per le diagnosi, le cure ma anche in giornate lavorative perse. I costi dell'emicrania sono assai elevati.

 

Una stima epidemiologica riferita al nostro Paese ha messo in evidenza che, su una popolazione di 50 milioni di abitanti, 1.700.000 lavoratori soffrono di emicrania. Considerando le giornate di assenza e la ridotta produttività, si perdono 12 milioni di giorni lavorativi, con un costo totale di oltre 2.000 miliardi.

 

Più recentemente, un'approfondita analisi (studio Meteor) effettuata dalla SIMG (Società Italiana di Medicina Generale) presso gli ambulatori sul territorio nazionale ha valutato in oltre 6.000 miliardi il costo complessivo della malattia, laddove si considerino, oltre ai citati costi indiretti (dovuti a perdita di produttività), anche quelli diretti, assorbiti da visite, ricoveri, test diagnostici e farmaci .

 

 


Vissuto del paziente emicranico: LIMITAZIONE nei COMPORTAMENTI duranti gli attacchi:
TIMORE di deludere gli altri
58%
INTERFERENZE nelle relazioni sociali
45%
INTERFERENZE nei rapporti familiari
53%
INTERFERENZE nei rapporti fisico col partner
41%
PERDITA di controllo
51%
PREOCCUPAZIONE di un nuovo attacco
38%

Vissuto del paziente DURANTE GLI ATTACCHI:
Necessità di rimandare i lavori di casa
90%
Ridotta efficacia lavorativa
87%
Necessità di isolarsi
85%
Necessità di sdraiarsi
76%
Difficoltà di guidare
51%