L'approccio
farmacologico
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Il rapporto tra medico
e paziente. |
C'è bisogno di una collaborazione
fra il paziente e il suo medico di modo che al paziente sia data la
possibilità di partecipare alla gestione della sua malattia. L'emicrania
può essere una condizione cronica quindi la cura della malattia deve
essere a 360 gradi: curarsi non vuoi dire solo prendere delle medicine
ma educare se stessi ad uno stile di vita appropriato e a saper riconoscere
il proprio stato di salute.
IL. RAPPORTO FRA MEDICO E PAZIENTE DEVE ESSERE QUINDI DI STRETTA COLLABORAZIONE E DI FIDUCIA. |
Purtroppo la realtà è che solo un paziente su tré fra quelli che soffrono di emicrania consulta il proprio medico di famiglia. Questo disturbo è infatti notevolmente sottovalutato e lo si ritiene "comune" al punto da non considerarlo una vera e propria malattia. Sembra quindi un'esagerazione disturbare un professionista e si decide semmai di seguire la cura consigliata da un amico o un parente che soffre dello stesso disturbo. Ma fra coloro che consultano il medico uno su quattro preferisce quello di base. Perché? Prima di tutto perché è quello più facilmente rintracciabile in qualsiasi momento e quindi al momento dell'attacco di emicrania. Inoltre, tramite il medico di famiglia il costo dei tarmaci è meno oneroso per il paziente ed è possibile farsi rilasciare la certificazione per il datore di lavoro. Il paziente si rivolge al medico al primo scatenarsi della patologia o dopo una crisi particolarmente violenta. In questi casi la diagnosi del medico è molto importante e deve essere accurata. L'attacco infatti potrebbe nascondere una patologia di rilievo, come un aneurisma cerebrale, un'arterite o una condizione ipertensiva. Il ricorso allo specialista deve essere consigliato dallo stesso medico generico nel caso in cui si sospetti una patologia più grave, se la cura prescritta, sebbene seguita correttamente e adeguata al disturbo, non ha sortito gli effetti desiderati, se il mal di testa tende a ripresentarsi ogni giorno, se esistono altre patologie concomitanti. Non ultimo, il medico di famiglia, proprio per la lunga conoscenza che ha del paziente, può consigliare una visita specialistica quando si renda conto che in questo modo, ascoltando il parere di un esperto competente in materia, il paziente si sentirebbe maggiormente rassicurato. |