Esploriamo il pianeta emicrania
Una forma di mal di testa molto diffusa.

L' emicrania è una particolare forma di mal di testa molto diffusa. Le donne sono colpite da 2 a 3 volte più frequentemente degli uomini, probabilmente a causa del diverso assetto ormonale: le crisi di emicrania possono manifestarsi in prossimità o in concomitanza del ciclo mestruale. L' emicrania è caratterizzata da un dolore pulsante localizzato ad un lato della testa, della durata variabile da poche ore sino a tre giorni; esso si aggrava con l'attività fisica e il movimento e può essere accompagnato da nausea o vomito. Se i rumori e la luce intensificano il dolore, può rendersi necessario appartarsi in un luogo silenzioso e buio. Spesso l'emicrania limita le normali attività e può costringere il paziente a sdraiarsi a letto. Il dolore emicranico può essere preceduto da sintomi premonitori quali stanchezza, sbadigli o senso di fame. Talvolta invece il dolore è preceduto dall'"aura", disturbo neurologico prevalentemente caratterizzato dalla comparsa di disturbi visivi, come lampi o scintillii di luce.

 

Chi soffre di emicrania, entità del problema, diffusione della malattia.

 

Un dolore forte e martellante. Attacchi ripetuti e imprevedibili. L'emicrania colpisce nel nostro paese una percentuale del 12% della popolazione adulta (4,8 milioni di persone). Eppure, nonostante l'ampiezza della popolazione interessata dal problema, questa patologia è stata per anni sottovalutata. "Sarà la stanchezza"- si diceva - oppure quel bicchierino di troppo bevuto la sera prima. O magari quei cioccolatini, o le troppe sigarette. E, invece, l'emicrania dovrebbe essere considerata come una vera e propria malattia. Fino a qualche anno fa si pensava che l'emicrania interessasse soprattutto le classi sociali di livello più elevato e le persone con attività professionale di tipo intellettuale piuttosto che manuale. Inoltre, si riteneva che gli emicranie! avessero un'intelligenza superiore alla media. Miti questi che sono stati definitivamente sfatati dagli studi che negli ultimi anni sono stati condotti in diversi Paesi. L'emicrania infatti colpisce senza fare discriminazioni di zona geografica, ceto sociale, grado culturale o razza. Al Nord come al Sud, nelle campagne come nelle città, il dolore provocato dall'emicrania si distribuisce uniformemente sul territorio. Nemmeno l'attività lavorativa incide considerevolmente sulla diffusione della malattia: ne sono colpiti insegnanti, operai, impiegati, liberi professionisti, ma anche casalinghe.

 

 



Negli ultracinquantenni la frequenza tende a ridursi progressivamente con l'età. Non si deve sottovalutare il fenomeno neppure nei bambini, soprattutto se sono figli di genitori soggetti ad emicrania: in questo caso la loro probabilità di soffrire della stessa patologia è del 50-70%. L'emicrania non è una malattia ereditaria in senso stretto e non è detto che un bambino che ha uno o entrambi i genitori emicranie, sia destinato a soffrirne. D'altronde però le ricerche epidemiologi-che dimostrano che si può ereditare una predisposizione agli attacchi emicranie!, la tendenza cioè a manifestare il dolore in presenza di particolari fattori scatenanti, altrimenti innocui.

Nei bambini i primi segni dell'emicrania si riscontrano di solito tra i cinque e i dieci anni, quando iniziano i primi impegni scolastici. Gli attacchi tendono poi sempre a peggiorare con l'arrivo della pubertà, momento in cui le differenze fra maschi e femmine diventano evidenti.
Per metà dei maschi, infatti, i disturbi scompaiono proprio in questa fase mentre per quattro femmine su cinque il problema rimane e a volte si intensifica. Ben il 65% dei pazienti emicranici sono donne, contro il 35% di uomini.