L'approccio farmacologico
Come avvicinarsi ai
farmaci


Sebbene l'emicrania sia estremamente disabilitante e necessiti di adeguata diagnosi e terapia, solo il 10% dei pazienti consulta il medico curante. Ne consegue un'elevata automedicazione che privilegia l'uso, spesso indiscriminato, di antidolorifici. Oggi esistono farmaci specifici e molto efficaci per la terapia dell'emicrania, il cui impiego va però prescritto dal medico.

Solo un decimo dei pazienti con cefalea consulta un medico prima di acquistare un farmaco che lenisca il proprio dolore, mentre il 24% si fa consigliare dal farmacista. La scelta cade quasi sempre sugli analgesici che hanno da sempre rappresentato il rimedio più efficace contro le cefalee, e quindi anche contro l'emicrania. A questa categoria appartengono numerosi farmaci, ma i più usati sono quelli a base di paracetamolo, di acido acetilsalicilico, oppure a base di entrambi i principi attivi. Il paracetamolo agisce sul cervello, inibendo la liberazione delle prostaglandine, responsabili delle sensazioni dolorose. L'acido acetilsalicilico blocca la sintesi delle prostaglandine, ma, a differenza del paracetamolo, agisce a livello periferico. Entrambi i principi agiscono solo negli attacchi lievi di emicrania. Studi recenti tuttavia hanno evidenziato che questi farmaci, se usati in modo non corretto, possono produrre effetti definiti "paradossali". L'assunzione frequente di analgesici, in particolare, causa la cronicizzazione del dolore, rende più difficile l'azione dei farmaci specifici, danneggia diversi organi del corpo, può indurre dipendenza o assuefazione, tanto che il paziente può sperimentare sintomi di astinenza una volta interrotta l'assunzione. Tra i farmaci da prescrizione medica, l'ergotamina è storicamente il farmaco più adatto per curare gli attacchi di emicrania. Agisce inducendo una costrizione dei vasi sanguigni, in particolar modo dell'arteria carotide esterna. Il suo uso è però subordinato al controllo medico perché può provocare effetti collaterali. Quando si verificano l'intorpidimento di un braccio o di una gamba, un crampo alle gambe o un cambiamento di colore delle mani e dei piedi, è meglio sospendere l'assunzione del farmaco e chiamare il medico. Da qualche anno la ricerca farmaceutica ha messo a punto alcuni farmaci specifici, noti come triplani, che hanno un meccanismo d'azione molto mirato e vantano un'elevata efficacia sull'attacco emicranico in toto. Essi, cioè, in una buona percentuale dei casi (dal 70% al 90%), sono in grado di interrompere la crisi emicranica, eliminando o riducendo drasticamente sia il dolore alla testa, sia i sintomi che si accompagnano alla cefalea (nausea, vomito, intolleranza alla luce o ai rumori). Tali farmaci, ormai presenti da qualche anno in diverse formulazioni e dosaggi (compresse, supposte, fiale, spray nasali), devono tuttavia essere prescritti dal medico, l'unico in grado di dare anche tutte le informazioni sul loro uso ottimale per ottenere i migliori risultati e ridurre al minimo i rischi di eventuali effetti collaterali.