"Come
alleviare i più comuni dolori al collo, alle spalle e alla schiena,
con le manovre dell'antico stretching dei monasteri indiani.
I disturbi che lo stress o una
errata posizione, mantenuta per lungo tempo, possono causare, sono molti
: il più classico è rappresentato da quel fastidioso dolorino
interno che si presenta fra le scapole. Tipica è anche la "somatizzazione"
di tensione sulle spalle o nel collo che determina la contrazione sia
dei "trapezi", i muscoli fra le spalle ed il collo, sia degli
"spinali allungati", muscoli che salgono a lato delle cervicali.
In presenza di tali disturbi si è in genere disorientati, in
quanto molto difficili da rimuovere con semplici esercizi. Talvolta
si ricerca un po' di sollievo con mezzi artificiali come le pillole
antidolorifiche ma, trascorso il loro effetto, riaffiora il dolore.
Naturalmente, ognuno, dovrebbe impegnarsi per comprendere e rimuovere
le cause dei disagi, adottando come conseguenza un nuovo stile di vita
e posizioni più naturali, alternate da esercizi di scioglimento.
Un rimedio naturale ed immediato, tuttavia, potrebbe essere costituito
dall'applicazione di manovre dell'antico stretching dei monasteri indiani.
In alcuni eremi indiani (detti Ashram) dove le lunghe pratiche di preghiera,
concentrazione e meditazione costringono i monaci per ore immobili,
in posizione seduta, dove cioè, per lasciare più spazio
ad un livello contemplativo-ascetico, l'attività fisica è
pressoché assente, si pratica una sorta di stretching a due,
il quale permette al corpo di ritrovare una certa elasticità
e alla colonna vertebrale l'assetto ideale per proseguire nelle pratiche.
Anche ai "meditanti" capita di provare tensione nel collo,
nelle spalle e nella parte alta della schiena o addirittura un fastidioso
dolorino tra le scapole dovuto al mantenimento di una posizione sbagliata,
proprio come all'impiegato che per molte ore sta seduto nella scrivania
del suo ufficio, soprattutto oggi con l'avvento dei computer.
Per vincere il disagio causato
dal dolore, ecco la sequenza che vi consiglio :
collocate il soggetto da trattare in posizione seduta sul pavimento
e con la schiena il più possibile diritta. Massaggiate i trapezi
muovendo i pollici dal basso verso l'alto con insistenza per provocarne
la decontrazione (fotografia
n.1). Aumentando gradatamente la pressione, fate in modo che la vostra
azione possa giungere più in profondità nei muscoli elevatori
delle scapole e in alto, sul collo, nei semispinali.
Dopo aver posizionato il braccio destro in sospensione statica, ripiegato
e parallelo al pavimento, con il taglio della mano, reso morbido dalle
dita aperte e flessibili, percuotete il trapezio (avendo cura di non
percuotere la cuffia dei rotatori), poi il deltoide e il braccio fino
al gomito (fotografia
n.2).
Con la sinistra afferrate la mano destra del soggetto e, se vi è
possibile, portatela sulla colonna vertebrale tra le scapole. Mentre
con la stessa mano spingete decisamente, con la destra tirate con precauzione
(fotografia n.3).
Questa manovra concorre ad eliminare l'indolenzimento talvolta presente
nell'area dorsale.
Sciogliete la posizione precedente e con cautela fate ruotare il braccio
fino a portare il dorso della mano destra in prossimità del centro
fra le scapole. La vostra mano destra spingendo delicatamente sul gomito
aiuta la mano del paziente a raggiungere la posizione (fotografia
n.4). Possiamo considerare questa manovra una estensione e controposizione
della precedente. Mentre la mano sinistra esercita una consistente pressione
sulla mano del soggetto e per conseguenza sulle dorsali, la destra tira
delicatamente il gomito destro (fotografia
n.5).
Il braccio viene ora sollevato e mantenuto fermo, parallelo al pavimento
dalla vostra mano sinistra mentre con la destra fate ruotare l'avambraccio
prima verso l'alto e poi verso il basso (fotografia
n.6). Tale movimento e diretto allo "sblocco" della cuffia
dei rotatori donandole salute, elasticità e scioltezza
Ora, prima di proseguire, le manovre illustrate nelle fotografie 1-2-3-4-5-6
dovranno essere eseguite anche sul lato sinistro del corpo
Appoggiate, in seguito, il ginocchio destro più in alto che potete
sulle dorsali, posizionandolo un po' di sbieco per non far male ( la
colonna vertebrale va collocata a lato della rotula), quindi tirate
verso di voi risolutamente le spalle con entrambe le mani e mantenete
la trazione per almeno 15/20 secondi (fotografia
n.7). Sospingete in avanti il busto per consentire al ginocchio di scendere
di un paio di vertebre e ripetete la trazione mantenendola con rinnovato
vigore. Poi ancora scendete di altre due vertebre e fatelo di nuovo.
Queste trazioni sono un "toccasana" per i disturbi dorsali
e spesso riescono da sole ad annullare i dolori di questa zona. Sedetevi
sul pavimento ad una certa distanza, appoggiate la pianta del piede
destro sulla colonna vertebrale tra le scapole, afferrate i polsi e
tirate, anche in questo caso, almeno per 15/20 secondi, invitando la
persona a rilassarsi completamente verso di voi (fotografia
n.8). Ripetete afferrando prima le braccia ripiegate all'altezza dei
gomiti ed infine, mentre il piede rimane sempre fermo nella stessa posizione,
le spalle.
In conclusione, proponete alla persona di incrociare le braccia e portare
le mani sulle scapole. Mentre collaborate tirando per i gomiti (fotografia
n.9), lo invitate a respirare profondamente e trattenere il respiro.
L'aria contenuta nei polmoni, messa sotto pressione, provocherà
una spinta verso l'esterno che parzialmente compenserà l'effetto
di tutte le manovre di inarcamento fin qui eseguite.
|