DISTURBO ALIMENTARE

 

DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE:

BULIMIA, ANORESSIA, DISORDINI ALIMENTARI

 

LA RIEDUCAZIONE DEI DISTURBI ALIMENTARI ATTRAVERSO LA RIELABORAZIONE DEL VISSUTO ALIMENTARE E LA RISTRUTTURAZIONE  DELL’ IMMAGINE CORPOREA

PSICOTERAPIA DELLA E  DEI DISTURBI ALIMENTARI

 

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PSICOTERAPIA DELLA ANORESSIA, DELLA BULIMIA, DEI DISORDINI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE,CON IL METODO DELLA RIEDUCAZIONE ALIMENTARE

PSICOTERAPIA DEGLI SQUILIBRI PONDERALI CON IL METODO DELLA

RISTRUTTURAZIONE DELLA IMMAGINE CORPOREA

 

 

 

Da anni ci occupiamo dei disordini alimentari e dell’obesità , condizioni patologiche correlate ma non riconducibili ad un rapporto di causa ed effetto,  e abbiamo delineato i due fattori che incidono  in modo determinante nel loro trattamento:

La rielaborazione vissuto alimentare

e

La ristrutturazione dell’immagine corporea.

 

 

RIELABORAZIONE DEL VISSUTO ALIMENTARE

 

 

Il rapporto col cibo è di importanza straordinaria nell’evoluzione della personalità e dei rapporti interpersonali: gli squilibri alimentari sono sempre connessi con turbe che riguardano gli aspetti più profondi dell’identità personale ed è questo il motivo per cui sono spesso di difficile approccio terapeutico.

Nell’evoluzione del rapporto  col cibo possiamo distinguere le seguenti fasi:

  1. Fase fetale

L’alimentazione, com’è comunemente intesa, non è ancora presente: i nutrienti sono tratti con l’ossigeno dal sangue materno. L’alimentazione prenatale non è tuttavia  un fatto puramente biologico e pur non manifestando una autonomia evidente rispetto ad altre funzioni vitali, quali la circolazione e la respirazione, è associata ad un complesso vissuto che abbiamo denominato “vissuto del mare amniotico”

Mentre la circolazione e la respirazione non subiranno evoluzioni strutturanti a livello mentale, la nutrizione sarà la più importante via d’incontro tra i processi biologici e quelli psichici, tra l’individuo e il mondo. Possiamo addirittura affermare che è proprio attraverso il rapporto col cibo che si creerà lo “spazio” entro cui emergerà la personalità e si apriranno i rapporti.

 

  1. Fase neonatale fusionale

 Nella fase neonatale le sensazioni,le percezioni, le pulsioni e il corpo stesso del neonato sono, nel suo vissuto, fuse in un “ambiente” indistinto che comprende il cibo e il corpo della “madre”.Per “madre” intendiamo chiunque e in qualunque modo nutra il neonato. È un insieme indistinto e fusionale perché il neonato non è in grado di distinguere se stesso, il proprio corpo, dal corpo della madre e dal cibo che riceve. In questo insieme emerge la prima coppia di esperienze primordiali antagoniste cicliche: richiesta di cibo, che ingloberà mancanza ,assenza, vuoto, pericolo, dolore; il flusso del cibo, che si identificherà con presenza, pienezza, vita, appagamento, piacere, sazietà.

 

  1. Fase relazionale

Rapidamente,entro pochi mesi dalla nascita, il bambino comincia a distinguere in qualche modo se stesso e il proprio corpo, dal cibo, dalle persone e dall’ambiente che lo circonda. Non è certamente ancora una distinzione razionale, consapevole e organizzata ma in qualche modo avverte e impara a cogliere cose ed eventi diversi e a sentire se stesso e i rapporti tra il sé e il non sé.

Le sensazioni legate alla richiesta di cibo e al flusso del cibo cominceranno a “restringersi” e a riferirsi solo all’ aspetto parziale attinente strettamente al cibo, e si connoteranno nella fame e nella sazietà, mentre e lo “spazio psichico” che si forma per questo ridimensionamento del vissuto connesso al cibo viene colmato dall’affettività legata alle relazioni con persone e cose, dalla consapevolezza del proprio corpo, del proprio sé, del proprio esistere come centro attivo di interscambi.

In qualche modo è come se le persone, le cose, le relazioni, emergessero nella coscienza all’interno di una dimensione che prima era esclusivamente del cibo.

 

  1. Fase strutturante

Mentre il cibo, passato attraverso il momento critico dello svezzamento, ridotto ad aspetto parziale, viene sempre più gestito, sottoposto a controllo, masticazione, manipolazione, prendono forza e si strutturano personalità e modalità relazionali. Questa fase evolverà verso la fase adulta dei rapporti col cibo e dei rapporti interpersonali.

Quanto più il complesso processo che abbiamo rapidamente delineato risulterà alterato nelle varie fasi per arresti e regressioni, tanto più saranno presenti non solo turbe nel rapporto col cibo, ma anche nelle relazioni interpersonali e nel rapporto con il proprio corpo: relazioni, come detto, “emerse” negli “spazi” lasciati liberi in seguito al ridimensionamento del vissuto alimentare. In questo caso il cibo non ha ceduto quasi completamente il suo spazio all’emergere pieno e forte delle realtà soggettive, familiari, sociali e  delle relazioni ma mantiene in misura più o meno grande la sua pregnanza originaria, si mantiene come nucleo centrale dell’individuo, dell’ambiente, delle figure umane, dei rapporti, che restano prive di forza strutturante: è necessario ripercorrere l’evoluzione del vissuto alimentare per dare luogo all’emersione di tutte queste realtà e si strutturi una personalità complessa in grado di interagire con esse nella sua  globalità, che siamo abituati a descrivere come fatta di pulsioni, affettività, sentimenti, volontà, raziocinio.

 

La rielaborazione del vissuto alimentare è finalizzata a rivivere l’evoluzione del rapporto col cibo e a rimuovere i blocchi e le regressioni: questo comporta non solo un superamento dei disordini alimentari ma un rimaneggiamento profondo della personalità ed una evoluzione verso atteggiamenti più ricchi e consapevoli delle relazioni interpersonali .

 

Protocollo delle sedute (individuali e di gruppo)

(Prima serie di sedute)

Rilassamento, induzione della attività eidetica (è la condizione mentale in cui si attiva la visualizzazione), regressione alla fase fetale: vissuto dell “appagamento nel mare amniotico”.

 (Seconda  serie di sedute)

Regressione alla fase neonatale-fusionale: vissuto della “simbiosi col corpo materno”

(Terza  serie di sedute)

Regressione alla fase relazionale: emersione delle individualità separate e delle esperienze primordiali: se stessi, il proprio corpo, gli altri, la richiesta di cibo-distacco-assenza, il flusso di cibo-unione-presenza. La nascita  della fame, della sazietà, dei bisogni, delle realtà familiari e sociali, dei rapporti e delle relazioni dal magma dei rapporti primordiali.

(Quarta serie di sedute)

 Vissuto dei blocchi,degli arresti, delle regressioni relazionali e rielaborazione evolutiva

 

 

 

 

RISTRUTTURAZIONE DELL’IMMAGINE CORPOREA

 

Ciascuno ha una immagine mentale del proprio corpo e lo modella inconsciamente secondo tale immagine. Quasi sempre chi è sovrappeso è legato all’ immagine del corpo “difeso dal grasso”: come una corazza gli accumuli  possono, nelle fantasie inconscie, proteggere dalle ansie, dalle depressioni, dalle innumerevoli difficoltà relazionali. L’obeso nello stesso  tempo respinge la propria immagine e vi si rifugia: essa spesso   si è  fissata nell’età  infantile,  introiettando una figura  familiare ( reale o immaginaria,  veramente obesa o considerato tale in base agli incerti criteri di valutazione infantili)  che dava affetto e sicurezza o dalla quale si è stati particolarmente dipendenti (il “modello”).

Col metodo della visualizzazione si può far emergere la figura “modello” identificarla e capirne il ruolo. Ridurre fino ad annullare la sua azione tuttora attiva a livello mentale ed infine rielaborare la propria immagine corporea, ricostruirne la formazione, comprenderne l’apparente funzione di autoconferma e sicurezza, che in realtà consiste in   una difesa  illusoria, modificarla ritrovando nel profondo l’immagine autentica (la sorgente) facendola emergere per trovare più adeguate vie  di autorealizzazione e di sicurezza.

 

Protocollo delle sedute (individuali e di gruppo)

(Prima serie di sedute)

Rilassamento, induzione della attività eidetica (è la condizione mentale in cui si attiva la visualizzazione)

Emersione del “modello”

(Seconda serie di sedute)

Distacco dal”modello”

(Terza serie di sedute)

Il sentiero. Il percorso. L’ incontro con sé stessi.

Vissuto del proprio corpo: le difese, gli schermi, le corazze.

Le amputazioni, le mortificazioni, le devitalizzazioni.

Le reiezioni, le recinzioni, le paralisi, le anestesie, le rimozioni.

 I rigetti,le deprivazioni, le ripugnanze.

(Quarta serie di sedute.)

Agnizione della sorgente

(Quinta serie di sedute)

Il nuovo sentiero

 

 

La  rieducazione alimentare  e la strutturazione dell’immagine corporea possono essere praticate in modo residenziale durante soggiorni di durata di  una settimana o dieci giorni, associata a dieta ed attività di gruppo.

DIGIUNO DI GRUPPO

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Il metodo può essere praticato anche in modo non residenziale,  con sedute individuali presso lo studio dell’esperto.

 

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