SCUOLE SITUATE IN AREE A RISCHIO
- ex art. 4
C.C.N.I del 31 - 8 - 1999 -
(relazione
a conclusione degli incontri di monitoraggio da parte del Gruppo di
Coordinamento Provinciale – Circ. Provv. N 8404 div. I Uff. Pol. Scol. del
7-3-2001)
grafici --- scheda informativa
Il Gruppo di coordinamento provinciale per il monitoraggio delle Istituzioni Scolastiche situate in aree a rischio (art.4 CCNI/1999), costituito dagli ispettori tecnici V. Marrone, D. Marzano, T. Pazienza e dai docenti comandati presso il Provveditorato agli Studi di Bari R. Ammaturo, T. Gallinari, R. Goffredo, ha effettuato una serie di incontri nel corso dell’anno 2000-2001 con i Dirigenti Scolastici, le Funzioni Obiettivo, lo Staff di Progetto delle Istituzioni Scolastiche coinvolte.
Qui
di seguito si presenta quanto emerso, convinti che la conoscenza delle
considerazioni condivise e delle esperienze maturate all’interno delle Scuole
situate in aree a rischio possa costituire un utile elemento di stimolo e
riflessione.
A
conclusione si riportano alcuni grafici che sintetizzano i dati emersi
dalle schede informative finalizzate al monitoraggio in itinere e
inviate dal Provveditorato agli Studi di Bari alle Scuole situate in aree
rischio nel corso dell’anno 2000-2001.
I dati numerici sono, mediamente, migliorati (evasione, abbandono, frequenza saltuaria); in alcuni casi, sono aumentate le bocciature e le segnalazioni delle situazioni di disagio-svantaggio.
Non
sempre, tuttavia, si attua, da parte delle Scuole, una documentazione
sistematica e basata su precisi indicatori di risultati.
Sono
stati realizzati molteplici questionari, test, griglie di monitoraggio, di
valutazione e di verifica (sia per quanto riguarda il progetto nel suo
complesso, sia per quanto riguarda il gradimento da parte di genitori ed
alunni, sia per quanto riguarda le situazioni dei singoli ragazzi). Tale
materiale andrebbe attentamente considerato e fatto oggetto di analisi e
riflessione da parte del Gruppo di Coordinamento Provinciale.
2.
Strategie, azioni vincenti e processi attivati
Tra
le strategie didattico-pedagogiche vincenti prevalgono in tutte le Scuole i
laboratori (grafico-espressivi, scientifici, di drammatizzazione, di
informatica ecc…), ai quali gli alunni partecipano suddivisi, spesso, in gruppi più ristretti rispetto alla
classe.
Tali
laboratori, solo in taluni casi, (anche se maggiormente rispetto al passato),
sembrano intrecciarsi con il curricolo. Nelle situazioni in cui accade, i vari
progetti (locali e nazionali) vengono “curricularizzati”; i laboratori non si
configurano, allora, come attività aggiuntive, ma come modalità (pratica
laboratoriale) attraverso le quali affrontare determinati contenuti, sviluppare
aspetti attinenti alla strumentalità, aspetti attinenti all’organizzazione del
pensiero ecc..
Gli
Istituti comprensivi sperimentano con efficacia curricoli trasversali.
Molto
diffusa è la flessibilità, sia in rapporto all’organizzazione dei
gruppi-classe, sia in rapporto all’organizzazione dell’orario (in varie scuole,
soprattutto scuole medie, si attua una
riduzione dell’unità oraria, in modo da recuperare il monte-ore residuo per
realizzare laboratori e/o attività di recupero con gruppi più ristretti di
alunni), sia in rapporto all’organizzazione del modulo-team nelle scuole
elementari sia, infine, in rapporto alla riorganizzazione dei curriculi
(introduzione dell’informatica o di una seconda lingua straniera nella maggior
parte dei casi).
In
alcune situazioni si attua una sospensione delle attività curriculari durante
un giorno della settimana per realizzare attività di laboratorio a classi
aperte.
Rara
è la riorganizzazione del calendario.
Utili
si giudicano i percorsi flessibili e personalizzati rivolti ad alunni
particolarmente difficili, con la collaborazione delle agenzie formative
territoriali e previo contratto formativo con i genitori.
Positive
si sono rivelate le esperienze di tutoring realizzate da parte dei docenti e
rivolte a ragazzi difficili.
Interessanti
e piuttosto diffuse sono le esperienze legate a sportelli di ascolto rivolti ad
alunni, genitori e docenti. Un miglior ascolto ed una più accora accoglienza da
parte dei docenti sono giudicati, comunque, elementi determinanti.
Interventi di tipo logistico e interventi “macro” di tipo strutturale hanno avuto, mediamente, ricadute positive sul piano della vivibilità del tempo-scuola.
I Progetti Europei, ove attuati, integrano ed arricchiscono le specifiche progettualità.
Particolarmente
utili sono giudicati gli intrecci tra i percorsi Eda ed il “normale fare
scuola”.
Si
ribadisce l’importanza della stabilità del dirigente scolastico e dei docenti.
Per
molte Istituzioni Scolastiche rimane un problema, peraltro molto consapevole,
il collegamento con il contesto territoriale. Pertanto, si esplicita
chiaramente l’intento di colmare i vuoti in questa direzione.
Se i rapporti con le associazioni sono presenti con maggiore frequenza rispetto al passato, permangono difficili, in molteplici situazioni, le relazioni con il Comune e più ancora con le altre scuole. In quest’ultimo caso spesso ci si limita ad aspetti informativi, o a iniziative attinenti il passaggio tra i vari ordini di scuola; solo alcune volte si parla di azioni e di situazioni-laboratorio condivise e realizzate in modo sistematico.
Ancora
più problematici sono i rapporti con le famiglie che, il più delle volte,
vengono solo informate delle iniziative in atto. Una strada che varie scuole
percorrono nella direzione di cointeressare le famiglie è costituita dagli
sportelli di ascolto; da corsi di formazione rivolti ai genitori; da iniziative
di intreccio tra gli adulti che frequentano i corsi Eda ed i loro figli; dalla
cogestione di laboratori da parte di quei genitori formatisi all’interno dei Sottoprogrammi
Europei 14.2.
4.
Difficoltà manifestate
Una
difficoltà molto diffusa attiene all’integrazione tra docenti che hanno aderito
al progetto e docenti che non hanno aderito.
Si
tenta, spesso, da parte delle scuole, di ovviare al problema attraverso la
riduzione dell’unità oraria, in modo tale da coinvolgere tutti i docenti in
attività di recupero o di laboratorio. In una scuola elementare è stata
istituita la figura del docente “mediatore”, presente nei moduli costituiti da
docenti che non aderiscono al progetto.
Il
problema è ancora più rilevante in quelle Istituzioni Scolastiche, che
risultano dal dimensionamento di scuole a cui è stato assegnato il Progetto
art. 4 e scuole a cui non è stato
assegnato.
Si
ricorda, nuovamente, la difficoltà relativa al coinvolgimento delle famiglie.
Nonostante
le molteplici intese tra le scuole e le agenzie istituzionali e non del
territorio, permane, inoltre, la scarsa pratica nel coprogettare percorsi e
progetti, in modo tale da evitare sovrapposizioni, anche temporali, di
iniziative.
Alcune
difficoltà hanno riguardato le operazioni di verifica/valutazione secondo
criteri ed un lessico condivisi e
l’organizzazione della flessibilità oraria. In particolare, alcuni docenti, che
sono subentrati in un secondo tempo, hanno stentato a comprendere
l’articolazione e la logica del Progetto.
Altre
difficoltà riguardano le carenze di strutture e di trasporti (C.D. Cep I di Bari, S.M.S. Dimiccoli di Barletta, S.M.S. Manzoni-Ceglie di Bari),
la mancanza della mensa, l’articolazione delle Istituzioni Scolastiche in più
sedi/plessi (S.M.S. Rogadeo, IPSIA Santarella ecc…), la carenza di
collaborazione da parte dell’Ente Locale, la competitività (spesso molto alta) tra scuole dello stesso
territorio.
Prevale
la consapevolezza che i corsi di formazione con maggior ricaduta siano quelli
relativi agli aspetti affettivo relazionali (metodologie di ascolto e gestione
dei conflitti).
Significative
si ritengono, anche, le iniziative di formazione che riguardano la didattica
multimediale; le didattiche innovative mirate a situazioni di svantaggio;
l’apprendimento cooperativo e la metacognizione.
Si
diffonde l’autoaggiornamento e la ricerca-azione sui saperi essenziali e sui
curriculi.
Poco
frequenti i corsi di formazione rivolti al personale Ata.
Alle
volte, nelle iniziative di formazione, sono stati coinvolti i genitori.
Le
scuole chiedono, in talune situazioni, un maggior confronto e un
accompagnamento più sistematico nella progettazione e, soprattutto, nelle
operazioni di verifica da parte del Gruppo di Coordinamento.
Emerge,
con frequenza, la necessità di un supporto, sia per quanto riguarda la
costruzione di reti di scuole, sia per quanto riguarda la sollecitazione
all’Ente locale nel dare risposta a urgenze e bisogni particolari.
Diffuse
le richieste relative a maggiori informazioni circa i progetti europei e
l’utilizzo dell’organico funzionale (con riferimento alle scuole medie).
In
un caso si chiede che le economie vadano alle scuole dimensionate (S.M.S. Melo
- Quasimodo di Bari).
Da
più parti si sollecita, infine, una maggiore chiarezza (soprattutto sul piano
lessicale) nelle griglie finali di verifica-valutazione elaborate dal Ministero.
Molte proposte hanno riguardato:
·
un attenzione sempre più
puntuale agli aspetti valutativi e alla specificazione di criteri ed indicatori
per documentare correttamente i processi ed i risultati;
·
la costruzione di un
disegno progettuale che comporti un rapporto sempre più coerente tra il
Progetto di scuola e le singole progettualità all’interno del Pof;
·
un intreccio più
sistematico tra le situazioni-laboratorio ed il curricolo;
·
la necessità di
trasformare, progressivamente, il momento della sperimentazione e
della”giocosità” laboratoriale in consapevolizzazione e interiorizzazione;
·
una riflessione più
dettagliata sul modello del tempo unico;
·
una continua ricerca nel
perseguire gli obiettivi della realizzazione di reti di scuole e delle azioni
di collaborazione con i genitori;
·
la necessità di far
emergere il fenomeno diffuso e sommerso degli alunni giudicati gravemente
svantaggiati e in situazione di disagio psico-affettivo (al di là dei dati
numerici relativi all’evasione, abbandono, bocciature);
·
una maggiore chiarezza
(sia all’interno della scuola, sia all’esterno) in merito al significato dei
dati numerici riportati (riferiti ai fenomeni della dispersione scolastica) per
evitare fraintendimenti derivanti da un lessico, alle volte, non comune;
·
la necessità di
continuare ad attivarsi su più fronti: dai laboratori manipolativi e
ludico-creativi ai percorsi multimediali e attività di tipo cognitivo e
strumentale;
·
un potenziamento di
forme di studio assistito o percorsi personalizzati e mirati di tipo cognitivo
e disciplinare;
·
un atteggiamento più
propositivo da parte delle scuole rispetto al contesto territoriale;
8. Ipotesi di lavoro
·
analisi del materiale
valutativo presentato dalle Istituzioni Scolastiche e di eventuale materiale
relativo all’intreccio tra il curricolo e le situazioni laboratoriali, al fine
di permettere una socializzazione delle esperienze più significative tra le scuole;
·
organizzazione di
incontri con gli Osservatori di Area per la lotta contro la dispersione
scolastica nelle zone in cui sono ubicate le Istituzioni Scolastiche, di cui
all’art.4.
Ciò per favorire
richieste ed impegni in relazione ai rapporti tra la Scuola, l’Ente Locale le
altre Agenzie istituzionali e non e tra le Scuole di un determinato territorio;
·
organizzazione di un
seminario di informazione-formazione in cui:
Þ informare sugli esiti più significativi della attività
di monitoraggio;
Þ stimolare reti
di scuole;
Þ riflettere su alcuni elementi nodali per la
realizzazione degli obiettivi progettuali e già oggetto di forte dibattito
(intreccio tra curricolo e situazioni laboratorio, modalità di organizzazione
della flessibilità; aspetti attinenti al modello di tempo unico e
all’organizzazione dell’organico funzionale; modalità di intreccio con i
percorsi organizzati all’interno dell’Eda; ipotesi di coinvolgimento delle
figure parentali; ipotesi di integrazione
tra i docenti che aderiscono al progetto e quelli che non aderiscono; possibili
sinergie con la progettualità europea
ecc…); favorire la diffusione di esperienze e materiali implementabili;
· programmare ulteriori incontri di supporto, confronto, monitoraggio nelle Istituzioni Scolastiche coinvolte nel Progetto “Scuole situate in zone a rischio”;
· favorire la costruzione di una rete informatica ad uso didattico, attraverso cui far circolare informazioni ed esperienze significative e socializzare problemi e conseguenti soluzioni.
grafici
--- scheda informativa
Elaborazione Web a cura del prof. Giuseppe
Spalierno.
08/08/2001
Ultima modifica: 06/09/2001