REPUBBLICA ITALIANA

Provveditorato agli Studi di Bari


Prot.n. 6176 -Div.I - Uff.Politiche Scolastiche

 Bari, 30/06/2000

AI DIRIGENTI SCOLASTICI DELLE SCUOLE
ED ISTITUTI DI OGNI ORDINE E GRADO
STATALI E NON STATALI DELLA PROVINCIA
LORO SEDI

e, p.c. AL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
Direzione Generale Istruzione Professionale
R O M A

AL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
Direzione Generale Istruzione Tecnica
R O M A

ALL’ASSESSORE
Alla Formazione Professionale Regione Puglia
B A R I

OGGETTO: Iniziative per l’attuazione D.I. 9/8/99 n.323, Regolamento attuativo dell’art.1, L. 20/1/99 n.9, sull’elevamento dell’obbligo d’istruzione.

In data 16/9/99 (G.U. n.218) è stato pubblicato il Regolamento recante norme per l’attuazione dell’art.1 della legge 20/1/999, n.9, contenente disposizioni urgenti per l’elevamento dell’obbligo di istruzione.

Detto regolamento, unitamente alle norme cui nello stesso si fa riferimento, fu trasmesso alle scuole della provincia con nota n.6859 del 4/10/99.

Si tratta di disposizione legislativa di vasta portata e tale da incidere in modo ampiamente innovativo sugli obiettivi e sugli aspetti metodologico - didattici ed organizzativi del sistema scolastico.

Il riferimento è alla scuola media ed all’istruzione secondaria di II grado, ma ne sarà sicuramente influenzata, anche se in maniera indiretta, anche la scuola elementare, se si tiene conto delle necessarie interazioni e dei collegamenti determinati dalla “continuità” con la scuola media, e della nuova definizione e delle nuove forme di arricchimento apportati ai contenuti ed alle finalità di quest’ultima.

Il Ministero della P.I. nel corso dell’a.s.1999/2000 ha promosso attraverso una rete di scuole-polo attività generalizzate di informazione e sensibilizzazione sulle tematiche affrontate dal Regolamento.

SCUOLA MEDIA

L’art.3 del Regolamento comprende tra le finalità istituzionali della scuola media quella di contribuire “al perseguimento degli obiettivi indicati dalla leggi sull’elevamento dell’obbligo, potenziando le valenze orientative delle discipline e le iniziative volte a consentire agli alunni scelte più confacenti alla propria personalità e al proprio progetto di vita”.

Vengono in particolare privilegiate - al fine di realizzare la “formazione orientativa” - attività a carattere trasversale, con il concorso di più discipline, finalizzate a promuovere capacità di lavoro in comune e a sviluppare la conoscenza critica dei principali temi del contesto culturale contemporaneo.

Al comma secondo dello stesso articolo 3, è inoltre espressa la necessità, specie nel terzo anno, di “consolidare le conoscenze disciplinari di base” e di “rinforzare le capacità e le competenze, per favorire il successo formativo e per mettere lo studente in condizione di compiere scelte adeguate ai propri interessi ed alle proprie potenzialità”.

Con il concorso dei docenti delle scuole secondarie superiori e nell’ambito della possibilità di compensazione tra discipline (fino ad un massimo del 15% di ciascuna di esse, v. art.8 D.I. 9/8/99 n.323 , prot.n. 63/VD del 15/6/200, con l’allegato Regolamento recante norme in materia di curricolo dell’autonomia), possono organizzarsi moduli che evidenzino le “caratteristiche essenziali” degli indirizzi delle scuole secondarie superiori.

Inoltre, anche attraverso i consigli di classe, le scuole medie promuovono “iniziative di informazione sulle prospettive occupazionali presenti sul territorio, a sostegno delle scelte relative al percorso formativo successivo”, coinvolgendo alunni, genitori ed organi competenti operanti sul territorio.

ISTRUZIONE SECONDARIA DI II GRADO

Aspetto essenziale è la concezione di un sistema integrato tra istruzione e formazione professionale, cui viene riconosciuta pari dignità, efficacia e spessore culturale.

La formazione professionale è considerata, in alternativa alla prosecuzione degli studi secondari, una possibile e parallela forma di prosecuzione dell’iter formativo dopo l’assolvimento dell’obbligo scolastico e fino all’assolvimento dell’obbligo formativo (18 anni : v. legge 17 maggio 1999, n.144, art.68 ed “Accordo tra Governo, Regione ed autonomie locali in materia di obbligo di frequenze delle attività formative”, trasmesso - quest’ultimo - con nota di questo ufficio n.456 del 5/5/200), nel caso in cui i giovani decidano di non proseguire gli studi nell’istruzione superiore fino al conseguimento del diploma, conseguimento che - com’è noto - assolve anche all’obbligo formativo ( v. C.M. n.109, prot. n.3563/B/I/A del 7/4/200, trasmessa da questo ufficio con nota n.4118 del 28/4/2000).

Prende corpo quindi un nuovo modo di considerare, in particolare, il primo anno dell’istruzione superiore e, di conseguenza, la necessità di raccordare e riorganizzare anche i contenuti formativi degli altri quattro anni (o due anni per i diplomi di qualifica o di maestro d’arte) dell’istruzione secondaria di secondo grado.

Quanto sopra in attesa della piena attuazione della riforma dei cicli, aspetto questo ultimo che, insieme al completo riassetto della formazione professionale, condiziona l’ulteriore elevamento dell’obbligo scolastico a 10 anni di frequenza (v. art.1 della legge n. 9 del 20/1/1999).

Gli istituti superiori dovranno quindi riorganizzare le loro attività in modo da garantire agli studenti di primo anno percorsi didattici validi e concludenti ( da certificare, v. D.M. n.70 del 13/3/2000, trasmesso con nota di questo ufficio n.3001/C 41 del 21/3/2000 ), anche in riferimento ai casi di successiva prosecuzione nella formazione professionale, non perdendo però di vista le necessità complessive delle classi.

Tornando al contenuto del Regolamento, all’art.4, vengono individuate molteplici e complesse modalità operative ed iniziative di natura organizzativa e didattica che le istituzioni scolastiche sono chiamate a realizzare per combattere la dispersione, garantire il diritto all’istruzione e alla formazione, consentire agli alunni le scelte più confacenti alla propria personalità e al proprio progetto di vita e per agevolare, ove necessario, il passaggio dell’alunno dall’una all’altro degli specifici indirizzi della scuola secondaria superiore (v. art. 3 legge 20/1/1999, n. 9).

Al fine di perseguire il successo formativo devono cioè essere sviluppati -nel primo anno di scuola secondaria superiore - iniziative di accoglienze, di orientamento e di ri-orientamento verso percorsi formativi diversi da quello scelto dall’alunno (altri indirizzi scolastici o sistema della formazione professionale) o verso l’inserimento nel mondo del lavoro (svolgimento all’attività di apprendistato).

Sempre nel corso del primo anno di istruzione secondaria superiore dai consigli di classe sono progettati, non oltre i primi due mesi dell’anno scolastico, interventi formativi da svolgersi anche in convenzione con i centri di formazione professionali riconosciuti.

Si tratta di iniziative specificamente previste dall’art.8 del Regolamento finalizzate al potenziamento delle capacità di scelta e ad offrire allo studente, i cui genitori ne facciano richiesta, strumenti di conoscenza e di orientamento tra le diverse opportunità formative, incluse quelle del sistema della formazione professionale.

I predetti interventi, da progettarsi d’intesa con gli operatori degli enti coinvolti costituiscono parte integrante del curricolo del primo anno e della valutazione conclusiva.

In definitiva dalle precedenti considerazioni emerge in modo inequivocabile la necessità che da parte di ciascuna scuola venga ripresa, qualora iniziative in tal senso non siano già in atto, l’attività di approfondimento dei contenuti e delle complesse implicazioni che la legge sull’elevamento dell’obbligo ed il regolamento applicativo comportano, affinché le attività didattiche, educative e formative possano implementarsi in base alle potenzialità innovative ivi espresse e possano promuoversi e progettarsi, sia nella definizione del POF che nella fase di programmazione delle attività per il prossimo anno scolastico 2000/2001, proposte operative per la realizzazione dei processi e delle iniziative ivi previste, nel sostanziale intento di garantire risultati scolastici adeguati ed efficaci, attraverso la focalizzazione dell’azione educativa e formativa sulle specifiche e differenziate esigenze e sulle problematiche espresse dagli utenti, con particolare riferimento al periodo della frequenza obbligatoria.

IL PROVVEDITORE AGLI STUDI
G. IMBRICI

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