SAN GIUSEPPE SPOSO DELLA BEATA VERGINE MARIA

Ricorrenza onomastico: 19 marzo

Etimologia: dall'ebraico Giuseppe = aggiunto (in famiglia)

San Giuseppe è l'ultimo patriarca che riceve le comunicazioni del Signore attraverso l'umile via dei sogni. E' l'uomo giusto e fedele che Dio ha posto a custode della sua casa.

Egli collega Gesù, re messianico, alla discendenza di Davide. Sposo di Maria e padre putativo, guida la Sacra Famiglia nella fuga e nel ritorno dall'Egitto, rifacendo il cammino dell'Esodo. Di lui sappiamo che era un artigiano che lavorava il legno. Non era affatto vecchio, come la tradizione agiografica e certa iconografia ce lo presentano, secondo il cliché del "buon vecchio Giuseppe" che prese in sposa la Vergine di Nazareth per fare da padre putativo al Figlio di Dio.

Al contrario, egli era un uomo nel fiore degli anni, dal cuore generoso e ricco di fede, indubbiamente innamorato di Maria. Con lei si fidanzò secondo gli usi e i costumi del suo tempo. Il fidanzamento per gli ebrei equivaleva al matrimonio, durava un anno e non dava luogo a coabitazione né a vita coniugale tra i due; alla fine si teneva la festa durante la quale s'introduceva la fidanzata in casa del fidanzato ed iniziava così la vita coniugale. Se nel frattempo veniva concepito un figlio, lo sposo copriva del suo nome il neonato; se la sposa era ritenuta colpevole di infedeltà poteva essere denunciata al tribunale locale. La procedura da rispettare era a dir poco infamante: la morte all'adultera era comminata mediante la lapidazione. Nel Vangelo di Matteo leggiamo che "Maria, essendo promessa sposa a Giuseppe, si trovò incinta per virtù dello Spirito Santo, prima di essere venuti ad abitare insieme. Giuseppe, suo sposo, che era un uomo giusto e non voleva esporla all'infamia, pensò di rimandarla in segreto". Mentre era ancora incerto sul da farsi, ecco che viene l'angelo del Signore a rassicurarlo: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio, e tu lo chiamerai Gesù; egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati".

San Giuseppe avrebbe  potuto anche non accettare il progetto di Dio. Infatti in ogni vocazione che si rispetti, al mistero della chiamata fa sempre da contrappunto l'esercizio della libertà, poiché il Signore non violenta mai l'intimità delle sue creature né interferisce mai sul loro libero arbitrio. M asan giuseppe "fece come l'Angelo del Signore gli aveva ordinato, e prese sua moglie con sé".  per amore di maria egli ubbidì prontamente all'Angelo e in questo modo disse il suo sì all'opera della Redenzione. Perciò quando noi guardiamo al sì di Maria dobbiamo anche pensare al sì di Giuseppe per il progetto di Dio. Forzando ogni prudenza terrena, e andando al di là delle convenzioni sociali e dei costumi del suo tempo, egli seppe far vincere l'amore, mostrandosi accogliente verso il mistero dell'Incarnazione del Verbo.

san Giuseppe è senz'ombra di dubbio il primo devoto di Maria. Una volta conosciuta la sua missione, si consacrò a lei con tutte le sue forze. Fu sposo, custode, discepolo, guida e sostegno: tutto di Maria.

Quello di Maria e Giuseppe fu un vero matrimonio? E' la domanda che affiora più frequentemente sulle labbra sia di dotti che di semplici fedeli. Sappiamo che la loro fu una convivenza matrimoniale vissuta nella verginità, ossia un matrimonio verginale, ma un matrimonio comunque vissuto nella comunione più                 piena e più vera: "una comunione di vita al di là dell'eros, una sponsalità implicante un amore profondo ma non orientato al sesso e alla generazione". Se Maria è vissuta di fede, Giuseppe

non le è stato da meno. Se Maria è modello di umiltà, in questa umiltà si specchia anche quella del suo sposo. Maria amava il silenzio,

ed anche Giuseppe lo amava: tra loro due esisteva, né poteva essere diversamente, una comunione sponsale che era vera comunione dei cuori, cementata da profonde affinità spirituali.

Ha detto Giovanni Paolo II:"La coppia di Maria e Giuseppe costituisce il vertice dal quale la santità si espande su tutta la terra" ,  divenendo in questo modo, già sulla terra, prefigurazione del Paradiso, dove Dio sarà tutto in tutti, e dove solo l'eterno esisterà, mentre l'umano sarà trasfigurato e assorbito nel divino.

"Qualunque grazia si domanda a San Giuseppe verrà certamente concessa, chi vuol credere faccia la prova affinché si persuada", sosteneva Santa Teresa d'Avila. Difficile dubitarne, se pensiamo che fra tutti i santi l'umile falegname di Nazareth è quello più vicino a Gesù e Maria: lo fu sulla terra, a maggior ragione lo è in cielo. Perché di Gesù è stato il padre, sia pure adottivo, di Maria è stato lo sposo. Sono davvero senza numero le grazie che si ottengono da Dio, ricorrendo a san Giuseppe. Patrono universale della Chiesa per volere di Papa Pio IX, è conosciuto anche come patrono dei lavoratori nonché dei moribondi e delle anime purganti, ma il suo patrocinio si estende a tutte le necessità, sovviene a tutte le richieste.

Giovanni Paolo II ha confessato di pregarlo ogni giorno. Additandolo alla devozione del popolo cristiano, in suo onore nel 1989 scrisse l'Esortazione apostolica Redemptoris Custos, aggiungendo il proprio nome a una lunga lista di devoti suoi predecessori: il beato Pio IX, San Pio X, Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI.

Sotto la sua protezione si sono posti Ordini e Congregazioni religiose, associazioni e pie unioni, sacerdoti e laici, dotti e ignoranti.

Forse non tutti sanno che Papa Giovanni XXIII, di recente fatto Beato, nel salire al soglio pontificio aveva accarezzato l'idea di farsi chiamare Giuseppe, tanta era la devozione che lo legava al santo falegname di Nazareth. Nessun pontefice aveva mai scelto questo nome, che in verità non appartiene alla tradizione della Chiesa, ma il "papa buono" si sarebbe fatto chiamare volentieri Giuseppe I, se fosse stato possibile, proprio in virtù della profonda venerazione che nutriva per questo grande Santo.

Grande, eppure ancor oggi piuttosto sconosciuto. Il nascondimento, nel corso della sua intera vita come dopo la sua morte, sembra quasi essere la "cifra", il segno distintivo di san Giuseppe.

Il Nuovo Testamento non attribuisce a san Giuseppe neppure una parola.

Quando comincia la vita pubblica di Gesù, egli è probabilmente già scomparso (alle nozze di Cana, infatti, non è menzionato), ma noi non sappiamo né dove nè quando sia morto; non conosciamo la sua tomba, mentre ci è nota quella di Abramo che è più vecchia di secoli. Il Vangelo gli conferisce l'appellativo di Giusto. Nel linguaggio biblico è detto "giusto" chi ama lo spirito e la lettera della Legge, come espressione della volontà di Dio.

 

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