IL PRESEPE VIVENTE A SUTERA

 

Ultimo aggiornamento

    12-Dicembre-2004

 

Volete conoscere (o anche ricordare) come si svolgeva la vita in un'epoca non molto lontana quando non si parlava ancora di informatica e l'ambiente non era inquinato dallo smog e dal rumore dei motori delle macchine? venite a sutera! nei giorni: 25, 26, 29, 30-dicembre-2004; e il due, cinque, e sei-gennaio-2005 dalle ore 16,30alle ore ventidue; per visitare il presepe vivente.

Il biglietto d'ingresso di sole cinque euro a persona, è gratuito per i bambini fino al 12° anno d'età.

 

A Sutera da qualche anno si rinnova la rappresentazione del

presepe vivente).

Dapprincipio un gruppo di parrocchiani della madrice, coadiuvati dal loro parroco (arciprete Giuseppe Carruba) sfruttando la bellezza naturale del più vecchio (e antichissimo) quartiere del paese il Rabbato, ha voluto sistemare il presepe in una vecchia casa che dà l’impressione di essere  una vera grotta. E successivamente per rendere la rappresentazione più vicina alla realtà  , le statuine del presepe sono state sostituite da personaggi viventi.

Molti abitanti del paese collaborano alla realizzazione del presepe vivente secondo le proprie capacità e disponibilità di tempo essi preparano le postazioni che nei giorni stabiliti, durante il periodo natalizio possono essere visitate da tutti coloro che hanno voglia di fare questa nuova esperienza.

Lungo il percorso, che lo tiene impegnato per un’oretta circa, il visitatore viene a trovarsi in un intrigo di viuzze come in un labirinto dove attorno alla grotta della natività, dentro case antiche costruite con pietre e gesso, sono state realizzate delle postazioni per poter riproporre con la simulazione di ambienti e lavori alcuni dei momenti tipici di quella civiltà contadina che il tempo e il progresso ormai hanno cancellato. 

Vi si possono incontrare: Lavandaie intente a sciorinare i panni, donne che sedute attorno a un telaio tessono “cuntri e frazzati,” filatrici con cunocchia e fusu, e lu scarparu, lu conzapiatta, lu stagna-padeddri, lu Masciu d’ascia, e  l’arrotino, l’impagliatore, il pellaio, il fabbro-ferraio, e il fornaio davanti al forno a paglia, e ancora, i pastori con le pecore che preparano la ricotta e il formaggio. e non poteva di certo mancare l’antica osteria dove tra canti e schiamazzi vengono distribuiti fave, zuppa di ceci e qualche bicchiere di vino. La visita è allietata da un gruppo di cantori che accompagnatoda una zampogna e altri strumenti tradizionali intona nenie paesane.      

 

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