ANEDDOTI STORICI

 

 Il buon umore è in fondo anche esercizio di carità,

Perciò non pochi santi, pur vivendo una vita austera e di sacrifici,

avevano carattere ameno e spirito umoristico,

come si evince dagli aneddoti che seguono.

 

1) San Francesco da Paola (1416-1507), a un tale che  gli domandò se la morale permetteva l'uso del belletto, rispose:

"C'è chi lo condanna e chi lo tollera, prendiamo una  via di mezzo: mettetene pure quanto vi aggrada, ma su una  guancia sola!"

2) San Tommaso Moro (1478-1535), dopo aver posato il capo  sul ceppo per la decapitazione, accorgendosi che la sua lunga  barba si trovava stesa sul collo, per evitare che il carnefice nel  calare il colpo la tagliasse, lo pregò di disporgliela in modo da  non essere toccata dal ferro perché "non è rea di lesa maestà!"

3) Papa Sisto V (1520-1590) al cardinale de' Medici che gli faceva notare l'aspetto molto più florido di quando era cardinale, rispose: "Allora cercavo le chiavi del Paradiso.., ora che le  ho trovate guardo soltanto in alto!"

4) San Filippo Neri (1515-1595) esortava i suoi giovani a star allegri, ad allontanare ogni tristezza e scrupolo e, per seminare

gioia e letizia, a volte passeggiava per le strade di Roma con la  barba fatta su una guancia sola.

5) San Francesco di Sales (1567-1622) soleva avvertire i suoi   fedeli: "Tristezza e malinconia sono brutte compagne che arruginiscono l'anima; un cristiano triste è un triste cristiano!"

6) Papa Luciani (1912-1978) nel suo celebre volume Illustrissimo  scrive: "Il buon umore, se comunicato, può diventare carità  squisita". E a conferma di questa sua affermazione narra la seguente leggenda: Un certo irlandese morto improvvisamente  si avviò al tribunale di Dio molto preoccupato. Davanti a lui  c'era una lunga fila. Incuriosito stette a vedere e a sentire. Gesù Cristo, dopo aver consultato il grande registro, disse al  primo della fila: "Trovo che avevo fame e mi hai dato da mangiare: bravo; in Paradiso!". Al secondo: "Trovo che avevo sete  e mi hai dato da bere: bravo; in Paradiso!". Altrettanto per gli  altri: tutti meritavano il premio eterno per qualche opera di carità. L'irlandese, il cui bilancio della vita gli si rivelava piuttosto  magro, era in grande apprensione: lui non aveva fatto nessuna di quelle opere buone. Venne intanto il suo turno, Mentre il Giudice divino esaminava il grande registro egli tremava di spavento. Ma ecco che  Gesù Cristo alza gli occhi e dice: "Non c'è scritto molto, però  qualcosa l'hai fatta anche tu. Ero mesto, sfiduciato, avvilito, tu  sei venuto, mi hai raccontato delle barzellette, mi hai fatto ridere e ridato coraggio. Bravo, in Paradiso!"

7) Leone X, a un alchimista che si vantava di aver scoperto la  pietra filosofale per fabbricare l'oro e gli domandava una ricompensa, fece consegnare una borsa vuota. "Poiché ormai sapete fabbricare l'oro, non vi occorre più altro che una borsa per mettervelo dentro".

8) Un tale, conosciuto per molto ghiotto, un giorno faceva  notare a papa Benedetto XIV:  "E'  strano che io abbia la barba bianca, mentre ho i capelli ancora neri. Come si spiega ciò?"

"Ve lo spiego io. Voi avete lavorato più con le mascelle che  con il cervello".

9) Negli ultimi giorni della sua malattia, papa Benedetto XIV,  assistito da un certo dottor Ponzio, diceva: "Anche nostro

Signore patì, come me, sotto Ponzio..."

10) Benedetto XIV era gravemente malato. Gli stava portando  la comunione un prete che era stato suo fedele segretario fin da quando era cardinale a Bologna.  Coloro che lo assistevano, lo preparavano a ricevere l'Eucaristia dicendo:

"Sta arrivando Gesù".  E sua Santità: "Me ne sono accorto dalla cavalcatura".

11) "Dammi la benedizione papale", chiese Benedetto XIV al  sacerdote che lo assisteva durante l'agonia.  "Non ho questo potere", rispose.  "Come non ne hai il potere, se io ti ho detto di darmela?  Va', sei un gran minchione: te lo dico in articula mortis".

12) Un pittore mediocre presentò il ritratto a Pio IX pregandolo  di apporvi un motto appropriato.  Pio IX sorrise e scrisse:

"Noi ite iudicare secundum faciem".

13) Il chirurgo pontificio Costantini, dopo aver fatto una dolorosissima operazione a Pio IX, gli domandò se avesse provato

molto dolore:  "Caro Costantini, mi avete fatto vedere più stelle di quante  non ne conosca il padre Secchi" (grande astronomo di quel  tempo).

14) Il cardinale De Angelis chiede la benedizione a don Bosco  (1815-1888) ed egli:

"E’ lei che mi deve benedire!"  "Vede questa borsa? Se mi benedice gliela dono per la sua  opera, altrimenti no".

"Vostra Eminenza non ha bisogno della mia benedizione,  ma io ho bisogno della vostra borsa. Sarà dunque meglio che  la benedica!"

15) Una signora, cacciatrice di autografi, chiede a don Bosco  una riga.  E don Bosco scrive sopra un foglio:  Ricevo dalla signora... la somma di lire duemila per le mie  opere, e firmò la ricevuta con l'autografo.

16) Leone XIII, al pittore di un brutto ritratto, consegnò la scritta:  "Ego sum. No lite timere".

17) Pio X a una signora che gli diceva: "Sento che è santo e fa  miracoli", rispose: "Avete sbagliato di una lettera: io sono Sarto".

18) Pio X incaricò un ebreo, banchiere di Venezia, a portare la  sua benedizione a un vecchio prete veronese, già compagno  di scuola a Castelfranco. L'ebreo:  "Volentieri, Santità, benché io, in quanto sono ebreo, non  sia la persona più adatta a portare la vostra benedizione".  "Non si preoccupi, perché se l'imballaggio è gramo, la  mercanzia è buona".

19) (Enea Silvio Piccolomini), dopo l'elezione a Sommo Pontefice avvenuta nel 1458, era solito dire:

« Allor ch'io era Enea  nessun mi conoscea: ora che sono Pio tutti mi chiamano zio! »

   

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