IL SUOLO

Il suolo è lo strato più superficiale delle terre emerse, adatto a permettere la vita di una vegetazione e deriva dall’ alterazione delle rocce. Il suo spessore è molto limitato e nel suo insieme può essere suddiviso in tre strati.

Il primo strato deriva dalla decomposizione di sostanze organiche ( foglie morte, rametti, resti di piccoli animali ) ed è molto fertile in quanto in esso vengono rimesse in circolo sostanze indispensabili alla vita vegetale. Questo strato presenta una colorazione scura e viene indicato con il nome di humus; il suo spessore è di alcune decine di centimetri.

Lo strato successivo è invece di origine inorganica ( strato minerale ) e deriva direttamente dall’ alterazione delle rocce. Il suo spessore può variare da pochi centimetri ad alcuni metri.

Al di sotto dello strato minerale c’ è la roccia non ancora alterata, detta roccia madre del terreno.

 

 POROSITA’ DEL SUOLO

Il suolo non è un insieme compatto, ma tra le sue particelle esistono degli spazi vuoti, detti genericamente pori. Questi pori sono essenziali per la circolazione dell’ aria e dell’ acqua nel terreno e perciò per la vita stessa della vegetazione. In base alle loro dimensioni ed al comportamento dell’ acqua al loro interno, si distinguono in macropori, mesopori e micropori.

I macropori sono quelli di maggiori dimensioni e sono i più superficiali: in essi l’ acqua generalmente evapora, lasciando il posto all’ aria necessaria per la respirazione delle radici delle piante.

I mesopori hanno dimensioni medie e sono situati sotto lo strato dei macropori: in essi l’ acqua viene trattenuta con una certa forza, comunque inferiore a quella con la quale la assorbono le radici delle piante; costituiscono perciò un serbatoio di acqua a disposizione della vegetazione.

I micropori sono quelli di dimensione minore e sono i più profondi: in essi l’ acqua è trattenuta con una forza molto intensa, tanto che le radici delle piante non sono in grado di assorbirla.

Dopo una pioggia particolarmente intensa tutti i pori del terreno sono saturi di acqua; se le precipitazioni continuano, l’ acqua che non può più essere assorbita scende a valle trascinando con sé le particelle più superficiali del terreno, provocando a lungo andare un sempre maggiore assottigliamento del suolo nel suo complesso, che si saturerà sempre più facilmente. Al cessare della pioggia, la frazione di acqua contenuta nei macropori evapora, lasciando il posto all’ aria.

Le attività del pascolo e l’ apertura al pubblico di vasti tratti di terreno a scopo turistico in montagna e l’ impiego di pesanti macchine agricole negli estesi terreni di pianura sono causa di costipazione della porosità del suolo.

 

AZIONE DELLA VEGETAZIONE SUL SUOLO

Nei confronti del suolo la vegetazione esplica tre azioni diverse, tutte favorevoli alla sua conservazione.

L’ azione più evidente è dovuta alle radici delle piante che, ramificandosi nel terreno, vengono a racchiuderlo in una " gabbia " che si rivela un ostacolo nei confronti delle frane.

La seconda azione della vegetazione sul suolo consiste nell’ aspirazione di acqua da parte delle radici, in quanto l’ acqua è necessaria per la fotosintesi clorofilliana. Tale consumo di acqua è particolarmente elevato e garantisce che parte dei mesopori sia sempre disponibile per assorbire l’ acqua delle precipitazioni.

La terza azione è dovuta all’ intercettazione della pioggia da parte delle foglie, in particolare di quelle delle piante a foglia larga: infatti una certa quantità di quest’ acqua ritorna all’ atmosfera per evaporazione, mentre quella che arriva al suolo vi giunge in modo attenuato , raggiungendo le particelle del terreno senza disaggregarle. Tali azioni sono tutte di importanza fondamentale, in quanto si integrano tra loro.

Pertanto il taglio irrazionale e non programmato di una foresta e gli incendi boschivi vengono a privare il suolo della sua difesa naturale, ciò che diventa causa di dissesti idrogeologici. Il rimboschimento tendente a porre rimedio a tali danni risulta efficace solo dopo un periodo medio di trenta anni.