ASPETTI  IDROGEOLOGICI

 

 

CARATTERISTICHE DI PERMEABILITA’ DEI TERRENI AFFIORANTI

 

1 ) Terreni permeabili per porosità caratterizzati generalmente da alti coefficienti di permeabilità.

I depositi detritici presenti alle pendici dei principali rilievi dolomitici ed i depositi alluvionali grossolani localizzati lungo gli alvei dei corsi d’ acqua presentano un elevato grado di permeabilità per porosità, che comporta una facile infiltrazione delle acque superficiali. Fanno parte di questo gruppo anche i conglomerati affioranti nelle zone di fondovalle.

 

2 ) Terreni permeabili per porosità caratterizzati da coefficienti di permeabilità medio-alti.

Comprendono i depositi morenici e fluvioglaciali, compresi quelli eluviali di spessore apprezzabile. Risultano caratterizzati da coefficienti di permeabilità variabili in funzione della distribuzione granulometrica. Le caratteristiche di permeabilità possono diminuire localmente, ove sia presente un’ abbondante matrice fine limoso-argillosa.

 

3 ) Rocce molto permeabili per carsismo.

Le alternanze di gessi, calcari dolomitici e brecce riferibili alla formazione a “ Bellerophon “, che affiorano principalmente sulla destra del fondovalle, risultano frequentemente interessati da fenomeni di dissoluzione, con la conseguente formazione di cavità sotterranee che, associate alla fratturazione degli ammassi rocciosi, danno origine ad una elevata permeabilità secondaria.

 

4 ) Rocce permeabili per fessurazione.

Comprendono le dolomie ed i calcari dolomitici delle formazioni litostratigrafiche della “ Dolomia principale “, della “ Dolomia dello Sciliar “ e della “ Dolomia del Serla “ che costituiscono, come abbiamo visto, i maggiori rilievi montuosi. Anche i calcari ed i calcari marnosi riferibili alle formazioni di “ Werfen “ ed a “ Bellerophon “ sono caratterizzati da una permeabilità per fessurazione.

 

5 ) Rocce poco permeabili per fessurazione.

Una più modesta permeabilità per fessurazione risulta in genere caratteristica delle marne siltose e delle arenarie fini appartenenti alla formazione di “ Werfen “ che affiorano sia sul versante destro che su quello sinistro della valle del Piave.

 

6 ) Rocce poco permeabili per fessurazione od impermeabili.

Vi appartengono le marne e le marne calcaree con intercalazioni calcaree ed arenacee della formazione del “ Raibl “ e le alternanze di tufi, calcari, calcari marnosi e marne delle formazioni di “ Wengen “ e di “ Livinallongo “.

 

 

RETE IDRICA SUPERFICIALE

 

Nel territorio di Domegge la rete idrica superficiale è costituita da numerosi corsi d’ acqua, tutti tributari del bacino artificiale di Pieve di Cadore.

Nel settore nord-occidentale i principali torrenti sono rappresentati dal Rio Baion, affluente di sinistra del Rio Molinà e dal Rio Rin. Sul versante destro, prospiciente il lago, sono presenti i corsi d’ acqua che scendono per la Valle Vizza e la Val Bieggia, mentre il versante sinistro è attraversato dai torrenti Cridola, Peron , Saceido e Talagona., oltre al Rio Prà di Toro, affluente di destra dello stesso torrente Talagona. Sono inoltre presenti corsi d’ acqua minori, a loro volta tributari dei torrenti maggiori.

Corsi d’ acqua effimeri sono caratteristici delle zone dove affiorano terreni o rocce permeabili, particolarmente nei settori di alta montagna. Infatti in tali zone la maggior parte delle precipitazioni si infiltra nel sottosuolo e solo in occasione di piogge abbondanti e prolungate si evidenzia una circolazione idrica di superficie.

 

 

CIRCOLAZIONE IDRICA SOTTERRANEA

 

Nelle zone montane dove affiorano terreni e rocce permeabili, parte delle precipitazioni si infiltra nel terreno, alimentando una circolazione idrica sotterranea che riemerge in superficie lungo gli alvei dei torrenti o lungo i versanti, dando origine a sorgenti.

Negli ultimi anni, anche lungo gli alvei dei torrenti localizzati sul versante destro del fondovalle si rilevano portate modeste o nulle, benché i relativi bacini coprano superfici di qualche kmq e comprendano anche settori dove affiorano rocce poco permeabili.

Si può ragionevolmente presumere che in questi bacini, in corrispondenza del substrato costituito da i gessi, le acque superficiali si infiltrino maggiormente che in passato, con cause che potrebbero farsi risalire alla presenza del lago. Tali acque vanno quindi ad alimentare la circolazione attiva nei condotti carsici presenti nello stesso substrato gessoso, determinando i fenomeni di dissoluzione che sono causa dei ricordati sprofondamenti e cedimenti.

Nel territorio di Domegge sono state rilevate numerose sorgenti, quasi tutte di modesta portata. Tali sorgenti sono in genere localizzate in zone vicine al contatto tra terreni e rocce con differenti caratteristiche di permeabilità, oppure lungo gli alvei dei torrenti.

 

 

ZONE A RISCHIO LEGATE AI CORSI D’ ACQUA

 

Oltre ai fenomeni erosivi, i corsi d’ acqua possono rivelarsi pericolosi in occasione di eventi di piena. Fenomeni di dissesto idrogeologico ed esondazioni lungo i torrenti si verificarono in particolare in occasione dell’ evento di piena del novembre 1966. Durante questa alluvione i maggiori dissesti si manifestarono lungo la Val Saceido, la val Talagona ed il Rio Prà di Toro.

 Nella stessa occasione si verificarono fenomeni alluvionali con trasporto di detriti allo sbocco della Valle Vizza, da Deppo fino a Domegge e lungo la Val Bieggia. In tale località il fenomeno si ripresentò anche in successive occasioni legate ad eventi di piena.

Tra le zone a rischio vengono incluse anche le superfici lacustri, rappresentate dal lago di Pieve di Cadore e da due laghetti, spesso asciutti, il lago d’ Aosto sul versante destro ed il lago di Piduel su quello sinistro.