ABETE ROSSO

FAMIGLIA : pineaceae. Nome comune: abete rosso-peccio.

HABITAT : In foreste di montagna con terreno acido e clima umido fino a 2100 m (Alpi e Appennino settentrionale). E’ la pianta più diffusa su tutto l’arco alpino.

FUSTO: l’abete rosso deve il suo nome alla corteccia di colore bruno-ruggine (che negli alberi più vecchi arriva ad assumere il colore violaceo scuro). I rami principali sono orientati verso l’ alto e quelli secondari sono penduli. Il suo legno è simile a quello dell’abete bianco, da cui si distingue per la sua splendida lucidatura, quando piallato di fresco e per il suo leggero odore resinoso; è leggero, elastico e resistente alla compressione e all’attrazione, molto usato in carpenteria.Il legno degli alberi di elevate altitudini, di crescita lenta e regolare, ha una fibra dritta, è spesso privo di nodi per un lungo tratto; le sue proprietà sono eccellenti. Quest’albero fornisce legname di qualità e la corteccia, in gioventù, si sfalda in piccole squame, e poi si fessura dividendosi in placche tondeggianti e regolari.

FOGLIE : Appena nati gli aghi sono verde chiaro , rigidi e acuti , ma diventano molto presto verde scuro. Si inseriscono a spirale sui rametti orientandosi lateralmente e lasciano delle cicatrici sporgenti che rendono ruvidi i rametti. Sono persistenti, solitarie, sessili, lineari, a sezione romboidale e lunghe 2 mm. Questi aghi sono piccoli, così d’inverno hanno bisogno di poco nutrimento e possono rimanere attaccati al ramo.

INFIORESCENZE: i fiori maschili, ovali misurano circa 1 cm, sono disposti all’apice dei rami giovani ed hanno un breve peduncolo. Sono amenti di colore rosso carminio, posti in cima ai rametti dell’anno precedente, riuniti in gruppi da due a sei. I fiori femminili, anch’essi in amenti sono solitari, sessili, in gruppi di tre o quattro di colore rosso vivo, prima eretti e poi pendenti e fioriscono da aprile a giugno.

FRUTTI: le pigne dritte e leggermente incurvate, prima verdi, poi a maturazione color marrone sono lunghe 10-18 cm e larghe 4 cm, pendenti verso il basso.Cadono a disseminazione e hanno squame coriacee, per lo più di forma romboidale che portano due semi.

USI : gli antichi medici facevano uso della resina mescolandola a della cera per darle consistenza e i contadini la usavano come unguento per contusioni, slogature ecc. . In passato dai rametti si ricavava una specie di birra. La corteccia ricca di tannino viene usata per la concia delle pelli. Dalla resina si estrae anche una particolare trementina, detta di Borgogna, utilizzata dai pittori per diluire le tempere a olio. Le tavole di questo legno servono ai fabbricanti di pianoforti per le tavole armoniche e le casse degli strumenti. Il legno di collina serve alla costruzione di aeroplani e per i cantieri navali. Il legno di pianura serve ai lavori di carpenteria (pali, bastoni ecc.)e quello di scarse dimensioni che finisce nelle fabbriche di pasta per la carta. Con le pigne dell’ abete rosso si ricava la grappa (2 litri di grappa:10 pigne, e 4 cucchiaini di zucchero).

LA LEGGENDA DELL’ALBERO DI NATALE

 

Narra la leggenda che il missionario inglese San Bonifacio, recatosi in Germania durante il mese di dicembre per convertire i suoi abitanti, si imbattè in un gruppo di pagani intenti a sacrificare un bambino sotto una grande quercia.

San Bonifacio riuscì a salvare il bambino, decise di abbattere la quercia.

Ai suoi piedi venne trovato un abete, che il santo tagliò e consegnò alla gente del luogo come simbolo di vita. La simbologia del ramo sempre verde cara ai popoli pagani del nord Europa fu così definitivamente annessa al culto del Natale.

L’uso dell’albero di Natale dalla Germania si è poi diffuso in tutta Europa a partire dal 1700.

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MALATTIE DELL’ABETE ROSSO

IL BOSTRICO

Con il bostrico entrano nell’abete degli insetti lunghi 5 mm che assomigliano a coleotteri. Prima entra il maschio e poi due femmine, che scavano due gallerie opposte lunghe 15 cm, dove depongono le uova. Quando le uova dischiudono escono questi minuscoli insetti che già dal primo minuto succhiano la linfa dell’ albero. Anche nei nostri boschi c’è questa malattia. La malattia si riconosce dall’ingiallimento e dall’arrossamento della chioma e dalla caduta delle foglie, da buchi nella corteccia dai quali esce la resina e dal distacco dei pezzi sotto i quali sono scavate le gallerie. Questa malattia può attaccare abeti morti o deperenti (per schianti, fulmini ecc.) ma può colpire anche le piante sane. Per catturare gli insetti si devono mettere le trappole, altrimenti appena morta una pianta, il bostrico volava in un’altra pianta per succhiare la linfa. Una volta catturati gli insetti vengono messi in sacchi e bruciati. Tutti gli alberi colpiti da bostrico devono essere subito abbattuti e scortecciati, la corteccia deve essere completamente raccolta, asportata dal bosco e bruciata per evitare che il bostrico si propaghi.

LA PROCESSIONARIA

La processionaria è una specie di lepidottero molto dannoso allo stadio larvale, quando i bruchi costruiscono tra gli aghi delle piante grandi bozzoli sericei in grado di contenere centinaia di individui che ogni notte escono in lunghe file per nutrirsi defogliando con grande voracità anche interi alberi. La processionaria viene combattuta attraverso:

l’asportazione dei nidi, che non è sempre facile realizzare;

sparando con dei fucili sui nidi al fine di distruggere; questa operazione,  perché sia efficace, deve essere effettuata in pieno inverno;

ricorrere ad un altro insetto: la formica rufa, che costruisce nelle abetaie il suo nido alto fino ad un metro, utilizzando gli aghi delle conifere.

INTERVISTA A MIO NONNO

La resina degli abeti rossi era usata per produrre medicinali e per cicatrizzare le ferite. Le pigne, invece, in primavera venivano messe con l’alcool o con la grappa per produrre liquori e in autunno venivano raccolte nelle gerle ed utilizzate come combustibile. Al tronco, invece, venivano tolti i rami e la corteccia (anch’ essa bruciata in inverno) e poi sezionato alla misura desiderata. Le parti del tronco così ottenute venivano scalate dai boscaioli possibilmente attraverso i ruscelli. Arrivati in strada, venivano trasportate in segheria per mezzo di camion. Lì, poi, venivano segate in tavole dello spessore voluto.

Lara, Federica, Valentina, Erik, Dario, Alex, Luca, Paolo       

classe prima

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