FONTANE A DOMEGGE

GLI ALUNNI DELLA CLASSE V° DI DOMEGGE INTERVISTANO I TESTIMONI

 

“Andavamo alla fontana per…era un luogo di aggregazione”

 

 Fino a circa cinquant’ anni fa l’acqua, soprattutto nei paesi, nelle case non c’era, perciò le fontane erano importantissime,  infatti servivano per vari usi come lavare gli indumenti, gli attrezzi, far bere gli animali, attingere l’acqua per il mangiare, per bere e per  tutti gli usi  domestici. Ogni vasca aveva la propria funzione: la fontana per attingere, il lavatoio per lavare i panni, l’abbeveratoio per far bere le mucche, le capre o le pecore. La fontana era molto importante per la vita del paese, infatti era per i nostri testimoni   un luogo di aggregazione, di chiacchiere: c’erano le donne che lavavano e che cantavano, i contadini che abbeveravano gli animali, i bambini che giocavano, si bagnavano e… cadevano nella fontana…

“Una volta c’erano molte fontane; alcune servivano per l’acqua potabile, altre per lavare i panni, altre ancora per abbeverare gli animali…una era vicino alla famiglia Vielmo (che poi è atata spostata), una a Deppo, una a Gei, una a Collesello, una in piazza del Santo, una proprio davanti a casa nostra (dove ora c’è un giardino privato) e la principale, che è la più antica, vicino al Municipio. A prendere acqua andavano le donne e i ragazzi, anche  4 o  5 volte al giorno e naturalmente a piedi; si usavano i secchi di rame e, per far meno fatica, si usava il “zampedon”, che era un lungo bastone ricurvo  con due ganci all’estremità ai quali si appendevano i secchi; questo strumento si teneva sulle spalle Altre volte si andava alla fontana con il bruschin”, il sapone di Marsiglia e tanto  “olio di gomito”(energia delle braccia, perché si faceva molta fatica a fare il bucato). Una cosa curiosa che ricordo è quando si faceva la “lisciva” cioè si lavavano le lenzuola senza detersivo e la lavatrice. Si faceva così: si mettevano le lenzuola in una grande tinozza di legno sulla cui sommità veniva steso un telo che si legava saldamente in modo che non cadesse dentro e potesse reggere la cenere che vi veniva versata: Nel frattempo si mettevano varie pentole piene d’acqua sul focolare o sulla cucina economica, finchè l’acqua bolliva. Quindi si versava l’acqua bollente sulla cenere, che filtrando attraverso la tela, portava sulle lenzuola sottostanti il potassio che ha un’azione sbiancante. Poi, tolto il telo si agitavano le lenzuola, con un bastone e si lasciavano in ammollo.Dopo  si risciacquavano alla fontana ed il risultato era soddisfacente; infine si stendevano ad asciugare appesi ad una corda o stesi sui prati. Si chiacchierava molto aspettando il proprio turno. A volte c’erano dei bambini che giocavano, ma di solito venivano allontanati. Qualcuno in estate entrava a bagnarsi, ma le donne si arrabbiavano perché sporcavano l’acqua che a loro serviva per risciacquare il bucato.                                 

 Milda, anni 91,  Nella, anni 89

 

“C’erano molte fontane dove le persone si riunivano per lavare i panni, intanto parlavano e cantavano delle canzoni come:  “Fiorellin del prato”“Su e giù per le valli”Quando arrivava l’ inverno l’ acqua si ghiacciava perciò si portava da casa una pentola di acqua calda per sciogliere il ghiaccio e poterla usare.

Lea Da Vià, 80 anni

 

“Le fontane di una volta erano molto caratteristiche, servivano sia per lavare che per risciacquare la biancheria, per abbeverare le bestie e soprattutto per avere l’acqua per la casa. Si andava a prendere l’acqua con il “zampedon” ed i secchi di rame…c’era la fontana grande per lavare i panni, una in Gei piccolo, una dove ora c’è Via Udine, una in cima a Deppo e una proprio davanti alle nostre case dove ora c’è la casa di Marcello Da Deppo, il fratello del nostro sindaco, una a Collesello, una in Piazza del Santo ed una, la più antica in piazza di Domegge. Erano molto caratteristiche e fungevano anche da ornamento al paese; ora con il progresso abbiamo tutti l’acqua in casa e così una bella nota del paese è sparita.” 

Nice Sonaggere,  anni 79

 

“Nel mio paese c’ era una fontana per ogni borgata con getti d’ acqua pulita e fresca.  Le donne con i secchi di rame andavano due volte al giorno alla fontana portando l’ acqua in casa per gli usi domestici, poiché poche erano le famiglie che avevano l’ acqua in casa, i più ricchi. 

Nelle fontane andavano a lavare la biancheria ,perché a quel tempo la lavatrice non esisteva . Le fontane servivano anche per abbeverare le mucche che a Domegge erano circa duecento. L’acqua corrente ,nelle case ,è stata portata attorno al1 1920. Di tutte le fontane oggi rimane quella in piazza del municipio”.

          Antonietta Gatto di anni 82. 

“…un tempo andavo alla fontana due o tre volte al giorno per gli usi domestici. L’acqua corrente e’ arrivata in casa molti anni dopo; ci andavamo soprattutto noi donne e i bambini, perché gli uomini dovevano lavorare. Ci trovavamo alla fontana per scambiarci quattro chiacchiere, mentre i bambini giocavano. Mi ricordo che un giorno mentre attingevo l’acqua mi arrivavano le pallottole dei tedeschi sopra la testa…furono attimi di panico”.        Maria di anni 78

 

C’erano molte fontane qui a Domegge: a Rin, a Deppo, a Collesello, in  piazza e vicino al cimitero. Le fontane erano molto importanti  perché da esse si attingeva l’acqua potabile, che in casa mancava; l’ acqua corrente è arrivata nel 47-48, così dopo la costruzione degli acquedotti, le persone si sono recate di meno alla fontana . Le fontane servivano a tutti, erano luoghi di aggregazione e tutti vi si recavano… donne, uomini e bambini…due, tre volte al giorno: avevano quasi tutti in spalla il “zampedon” e si andava con gli amici, i parenti, fratelli e sorelle.  Attorno alla fontana si parlava, mentre i bambini giocavano; non si sa quanti ragazzi siano caduti dentro la fontana.

Marengon Annetta; Stuffo Caterina

 

“Una volta c’erano tante fontane ed erano indispensabili, perché non c’era l’acqua corrente in casa. Una si trovava a Rin, qui a Domegge e un in fondo a Vallesella, dove adesso c’è il lago; si andava a prender l’acqua a “Neme”, una sorgente nei pressi del fiume. Alla fontana si andava per usi domestici e al lavatoio per lavare i panni dove ci si incontrava per chiacchierare. Era divisa a metà: da una parte c’era l’acqua da usare in casa e dall’altra per lavare i panni; si recavano soprattutto le donne e i bambini più di una volta al giorno col “zampedon”. Attorno alla fontana si parlava e si scherzava; l’acqua corrente nelle case è arrivata tra il 1925 e il 1930, ma non tutti se la potevano permettere. 

Lidia Frescura, di anni 79

 

“…ce n’erano diverse…una grande sotto il Bar Vecchio, un’altra in Via Udine e una vicina al cimitero, però andavamo anche a “Neme” una sorgente che si trova sopra il lago. L’acqua corrente è arrivata circa nel 1960, prima di allora si lavava in casa e si faceva la “lisciva”: si mettevano le lenzuola nel mastello, poi un po’ di cenere e sopra l’acqua calda, si lasciava riposare e si risciacquava alla fontana. L’acqua per lavare i panni si prendeva ai lavatoi, mentre quella per abbeverare le bestie si prendeva con i secchi alle “pompanine”. Alla fontana ci andavano le donne, una volta o due al giorno; per lavare le lenzuola si andava anche in due con i secchi…”

    Norma Vielmo di anni 78

 

“La fontana aveva una funzione molto importante: per l’uso domestico, per dare da bere agli animali, per l’agricoltura e per lavare i panni . Alla fontana andavamo tutti, vecchi e giovani a secondo del bisogno quotidiano: carichi di panni da lavare, pentole e mestoli. Si andava con i vicini di casa;  attorno alla fontana si passavano ore, perché non essendoci acqua in casa si trascorrevano molte ore per lavare gli attrezzi e per fare il bucato. Era un modo anche per sentirsi in compagnia.     Mi ricordo anche di un episodio accaduto nel 1993 in piazza Lucio Da Vià; fu  un grave incidente accaduto ad un ragazzo di 12 anni proprio durante la festa del Patrono  San Vigilio.     Di fontane a Vallesella ce n’ erano tante, una in piazza Maestro Antonio Masi.    A Villa c’è una fontana ancora attiva dal 1886 ; un’ altra è situata in Villapiccola nella ex piazza vecchia o piazza Lucio Da vià era situata una fontana ad una sola spina,ora scomparsa, sempre in Villagrande. Tuttora attiva posta, in via Lavaredo, c’ è una fontana  In via Piduel c’è un’altra fontana ancora attiva: Erano molto importanti perché la popolazione  ne faceva molto uso 

Katina Stuffo, anni 95 

 

       “Una volta qui a Domegge c’erano molte fontane,  che servivano per prendere l’acqua, per allevare gli  animali, per usi domestici, per lavare e per lavarsi. Le fontane erano  situate in molti posti, due a Deppo, una a Collesello, una in via Gei, una in via Udine che adesso è davanti alle scuole, una in piazza che adesso c’è ancora, una in via Roma. L’acqua è arrivata circa cinquanta anni fa nelle case;  si andava alla fontana tre quattro volte al giorno con il “zampedon” e i “secie” di rame. Di solito andavano le signore e certe volte anche i bambini. Le fontane erano importanti per giocare e per fare riunioni. I bambini giocavano a spruzzare acqua alla gente che attingeva l’acqua”             Irene De Bernardo