FONTANE A DOMEGGE

 

Le fontane:testimonianze del nostro passato, fonti storiche

 

Fin dai tempi antichi, dai “Laudi “ del 1565, si apprende dell’esistenza di fontane nella Regola di Domegge e di norme minuziose che ne disciplinavano l’uso. C’erano fontane a Deppo, a Collesello, a Vallesella e a Grea ; le pubbliche riunioni / faule avvenivano proprio “sopra la pubblica piazza, presso la fontana”, che il sindaco / marigo era obbligato a “tener in buon assetto in codauno anno, e tenerle in acconcio a spese del comune…farle restaurar e rinnovar affine l’acqua non abbia a mancare”…che nessun regoliere o forestiero osasse “riponer Riode, getar sassi, lavar Trippe nei Brenti…ne veruna sorte d’inmondicie, ma lavar debba talli cose dietro i Tolpi, ove doverà esser posto un Spinazzo e ciò in pena di quatro Vadie…” Da allora sono passati parecchi anni, la società si è lentamente evoluta, trasformando quell’economia silvo – pastorale in un’economia di tipo industriale e con essa anche le fontane hanno mutato il loro aspetto architettonico e la loro funzione. Nel comune di Domegge, alla fine dell’800, c’erano diverse fontane e lavatoi che ora non esistono più o sono quasi del tutto dimenticate. Fanno parte di un’altra vita, fatta di fatica, di ritmi diversi da oggi, ma anche di contatti umani più stretti e di rispetto reciproco; sono una testimonianza del passato, una fonte storica, forse di una storia non di grandi    avvenimenti, ma pur sempre rappresentativa di come nel Novecento ci siano stati grandi mutamenti sia nel modo di vivere che nell’ambiente. Le fontane di quell’epoca riflettevano l’architettura rurale dei paesi cadorini; erano tutte costruite sfruttando ingegnosamente ed opportunamente l’acqua delle sorgenti, che veniva convogliata per mezzo di sottili tronchi scavati e, successivamente mediante tubature, nei paesi, nei quali, in vari posti venivano dislocate le fontane. Non c’era piazza o borgo del comune di Domegge dove non sorgesse una fontana; soprattutto nelle piazze principali, nel costruirle si teneva conto della parte decorativa, eseguendo sopra ad esse fregi, stemmi, sculture ….le stesse bocchette di ottone da cui sgorgava l’acqua erano cesellate a mano. Di solito la fontana aveva la forma ottagonale, affiancata spesso dal lavatoio;  nelle zone più periferiche  del villaggio, invece avevano una struttura rettangolare più semplice. Tutte erano costruite da muratori, manovali,  scalpellini, falegnami della zona con materiale facilmente reperibile: il legname dei boschi e la pietra da taglio proveniente dalle cave del paese di Castellavazzo.
Ultimamente molte di queste  fontane sono trascurate, come quella che si  trova a Vallesella vicino al lago, anche se lasciate come monumento; altre sono state spostate, come il lavatoio che ora si trova nel cortile delle scuole elementari, per far posto a strade o a parcheggi.    Ai tempi d’oggi le fontane, però, continuano ad attrarre i progettisti che si avvalgono di nuovi materiali e di tecniche idrauliche più sofisticate; le fontane moderne hanno un aspetto completamente diverso dalle precedenti , sono diventate strutture a scopo ornamentale, ma di queste fontane moderne ci occuperemo un’altra volta…