Il principio di indeterminazione di Heisenberg
afferma che non è possibile misurare contemporaneamente con la massima precisione
la posizione e la velocità di particelle come gli elettroni.
Noi possiamo seguire e sapere in qualsiasi momento la
posizione e la velocità di un pianeta che orbita intorno al sole applicando le leggi
della fisica classica, ma non possiamo sapere la posizione e la velocità di un
elettrone che orbita intorno al nucleo; quanto più precisa determineremo la sua
posizione in un determinanto istante tanto più imprecisa sarà la velocità determinata
nello stesso istante.
Gli elettroni, come sappiamo dalla fisica, sono
delle particelle ed hanno una massa molto piccola (9.11 ·
10-31 kg).
Gli elettroni oltre ad essere delle particelle
hanno un comportamento simile alla luce, infatti se passano attraverso una
fenditura molto stretta subiscono diffrazione, questo fenomeno é una
caratteristica delle radiazioni elettromagnetiche (ad esempio
i fotoni della luce).
Le figure di diffrazione che si vengono a formare
sono molto caratteristici e hanno delle zone più chiare
(massimo di diffrazione) e delle zone più scure
(minimo di diffrazione).
Nelle immagini seguenti si possono vedere delle figure di diffrazione generate dal passaggio di un fascio di elettroni attraverso una fenditura molto stretta.
Dalle immagini riportate sopra si può comprendere,
affinchè si formi il primo minimo di diffrazione
la differenza di cammino () tra il fascio di elettroni
che parte dal punto centrale della finestra, punto B, al punto dove si
forma il primo minimo di diffrazione, punto D
(percorso ) e il
fascio di elettroni che parte dal punto estremo
della finestra, punto A, al punto D (percorso
) deve
essere pari a 1/2 di λ.
La differenza di cammino tra i due percorsi è uguale a:
L'equazione 5) ci sta ad indicare la differenza di cammino tra i due treni
d'onda che partono rispettivamente dal punto A e dal punto B verso il
punto D è a 1/2 · λ ( = 1/2 · λ).
E inoltre sappendo che Δy, l'incertezza
della posizione dell'elettrone, è uguale alle dimensioni
della finestra (Δy = W) sostituendo nella 3) avremo:
Scriviamo un sistema tra le equazioni 5) e 6) :
e quindi per confronto avremo:
Ricordiamo che De Broglie aveva scoperto la doppia natura dell'elettrone e determinata la lunghezza d'onda, λ ad esso associata:
Confrontiamo l'equazione 8) con l'equazione 10) e quindi avremo:
Dove [p · sen(α)] ci sta ad indicare l'incertezza della quantità di
moto lungo l'asse Y (Δpy), l'equazione 12) possiamo
scriverla nel seguente modo:
Il prodotto tra l'incertezza sulla posizione
lungo l'asse Y (Δy ) e l'incertezza sulla quantità di moto
lungo l'asse Y (Δpy) ci dà la costante di Planck
(h).
E, di conseguenza per quanto riguarda le incertezze di tutti e tre i
componenti della quantità di moto (Δpx, Δpy
e Δpz) per le rispettive incertezze sulla posizione lungo gli
assi X, Y e Z (Δx, Δy e Δz) avremo:
Se noi non possiamo sapere esattamente la posizione e la velocità dell'elettrone non possiamo più parlare di orbita dell'elettrone ma parleremo d'ora in avanti di orbitale. L'orbitale ci sta a indicare la zona di spazio dove l'elettrone passa la maggior parte del suo tempo, o la probabilità di trovare l'elettrone ad una certa distanza dal nucleo. L'orbita è una curva ben definita (come l'orbita di un pianeta intorno al sole), l'orbitale rappresenta lo spazio dove possiamo trovare l'elettrone