CALENDARIO 2012
Cara lettrice, caro lettore,
un nuovo anno è iniziato. Ti auguriamo che tu possa essere benedetto
dal Signore Gesù Cristo e scoprire quanto Egli ti ama. Questo calendario
ha lo scopo di portarti il messaggio della Bibbia che ti incoraggiamo a meditare
quotidianamente. Preghiamo che in quest’anno tu comprenda l’unicità
di Gesù Cristo e quanto Egli ha fatto per te quando ha sparso il Suo
sangue per aprirti la strada a Dio. Ricorda: il messaggio della Bibbia produce
fede, pace e speranza e dà la comprensione dei pensieri di Dio! Pertanto,
se seguirai il riferimento biblico quotidiano, che ti porterà attraverso
tutto il Nuovo Testamento in un anno, ne avrai gran beneficio! Puoi anche ascoltare
uno studio sistematico dell’intera Bibbia via Radio – telefona alla
CRC: Tel. 0362-245400 o consulta il sito www.bibbia.it Oppure puoi ascoltare
l’emittente cristiana live: www.radiorisposta.org
CHIESA EVANGELICA (TRIESTE). Via della Madonnina n.43 Questo calendario è
gratuito, a chi interessa averlo, per gli interessati rivolgersi alla Chiesa.
Cell. 333-5250511 (Matteo)
Possa il Signore parlare al tuo cuore e spingerti a ricercare la Sua presenza
tutti giorni.
Domenica 1 Gennaio 2012
“DIO VI DIA UNO SPIRITO DI SAPIENZA E DI RIVELAZIONE, PERCHÉ POSSIATE
CONOSCERLO PIENAMENTE”. (Efesini 1:17)
L’apostolo Paolo scrive ai cristiani di Efeso che stava pregando per loro.
Erano diversi i motivi per i quali parlava con Dio di queste persone lontane
(mentre scriveva, era “in catene” a Roma), ma il primo motivo era
il loro bisogno di conoscere pienamente la persona di Dio. È bello imitare
l’esempio di Paolo e imparare a parlare con Dio delle persone che ci sono
particolarmente care. Dovremmo farlo ogni giorno. Ma è importante anche
sapere cosa chiedere a Dio per loro. Spesso le nostre preoccupazioni sono riferite
a bisogni che, pur reali, sono in realtà secondari: preghiamo per la
salute, per il lavoro, per la serenità familiare… Vi è però
bisogno che è al di sopra di tutti: la conoscenza di Dio! Soddisfare
questo bisogno condizionerà positivamente il nostro modo di affrontare
tutti gli altri bisogni. L’apostolo Giovanni ci ricorda che “nessuno
ha mai visto Dio” e ci rivela che Gesù “l’ha fatto
conoscere (Giovanni 1: 18). Preghiamo ogni giorno dell’anno che abbiamo
davanti, perché Dio sia sempre più conosciuto e impegniamoci noi
stessi a conoscerLo! p.m.
Lunedì 2 Gennaio 2012
“VENITE, E CAMMINIAMO ALLA LUCE DELL’ETERNO”. (Isaia 2:5)
Che bello poter iniziare questo nuovo anno proponendoci di camminare alla luce.
Camminare e vivere in questo modo non è meccanico ma è il risultato
di una scelta volontaria e precisa. La caratteristica principale della luce
è che, quando arriva, il buio scompare automaticamente, Spesso concentriamo
i nostri sforzi a sconfiggere le tenebre quando, invece, basta un lampo di luce
per farle sparire. Ogni volta che agiamo con amore, spariscono le tenebre dell’odio
e dell’indifferenza; quando perdoniamo di cuore, scompare il buio dell’amarezza
e del risentimento; quando viviamo nell’onestà e nella verità,
sparisce la notte dell’inganno e della menzogna; quando siamo in Gesù,
la luce del mondo, noi stessi diventiamo luce e possiamo invitare gli altri
a venire e camminare alla luce dell’Eterno. Che in questo anno la nostra
vita possa essere una luce che fuga l’oscurità e che possa invitare
col suo splendore altri in questo cammino glorioso! r.b.
Martedì 3 Gennaio 2012
“DIO CI CONSOLA IN OGNI NOSTRA AFFLIZIONE”. (2 Corinzi 1:3,4)
Se stamattina tutti coloro che leggono il foglietto del calendario si potessero
incontrare e poi decidessero di condividere i motivi di afflizione presenti
o passati vissuti, potremmo ascoltare per ognuno una storia diversa, ma ugualmente
coinvolgente. Ebbene, non c’è nessuna di queste situazioni dolorose
da cui Dio, offrendoci la Sua consolazione unica e perfetta, non possa risollevarci,
neppure la più tragica. Ma il modo in cui Dio ci consola è diverso,
così come sono diverse le storie e come siamo diversi noi. La Bibbia
afferma che Dio ci consola in modo così speciale, da equipaggiarci anche
per consolare altri che si trovano in una situazione di sofferenza simile alla
nostra. a.m.
Mercoledì 4 Gennaio 2012
“L’ETERNO ABBASSA E INNALZA”. (1 Samuele 2:7)
È il capriccio di un potente? No, è il piano di grazia. Dio vuole
innalzare te e me. Per questo ci insegna con pazienza per mezzo della Sua Parola,
ci invita a riconciliarci con Lui, accetta di abitare in noi col Suo Spirito,
vuole rinnovarci perché somigliamo a Gesù, addirittura ci accoglie
nel Suo regno eterno. Il messaggio del Vangelo si può riassumere proprio
in questa promessa: Dio ti vuole innalzare sino a Lui! Ma se l’uomo crede
di non aver bisogno di niente e di nessuno,mentre in realtà è
infelice e miserabile (Apocalisse 3:17), se è convinto di avere sempre
ragione mentre ha bisogno di ravvedersi (Romani 2:4), bisogna che Dio gli apra
gli occhi, lo tiri giù dal suo piedistallo, cioè lo abbassi. Anche
Gesù diceva: prima “ravvedetevi”, poi “credete al Vangelo”
(Marco 1:15). Sì, l’uomo deve essere abbassato: è la cura
necessaria per potere poi essere innalzato fino a diventare partecipe della
gloria eterna di Dio. l.p.
Giovedì 5 Gennaio 2012
“CHE SERVE ALL’UOMO GUADAGNARE TUTTO IL MONDO, SE POI PERDE O ROVINA
SÉ STESSO?” (Luca 9:25)
La vera fede implica rinuncia e sofferenza. Non possiamo seguire Cristo se non
siamo disposti a rinunciare a noi stessi e al nostro egoismo. Dobbiamo cedere
a Cristo tutti i diritti sulla nostra vita. Solo se siamo disposti a perdere
la nostra vita per amore di Cristo, la salveremo. Pilliamo MacDonald, nel suo
libro “Il vero discepolo” (Edizioni Centro Biblico, pag. 98), ha
scritto: “Una vita amata egoisticamente è una vita perduta, ma
una vita data per Lui, è una vita trovata, salvata, goduta e conservata
per l’eternità”. Una vita spesa per Cristo è piena
di significato ed è l’unica degna di essere vissuta. Non possiamo
valutare la vita in termini di cose materiali. Essa vale più di tutti
i tesori di questo mondo, ha un valore immenso. “Che giova all’uomo
guadagnare tutto il mondo, se poi perde l’anima sua?”. Nessuna cosa
materiale può compensare una perdita così grave; la salvezza dell’anima
è la cosa più importante e preziosa. p.d.n.
Venerdì 6 Gennaio 2012
“BEATO L’UOMO A CUI LA TRASGRESSIONE È PERDONATA”.
(Salmo 32:1)
In un tempo in cui l’uomo è costantemente alla ricerca della felicità,
le parole del salmista Davide appaiono decisamente anacronistiche. “Godi
la vita finché puoi” è il motto della società di
oggi. In realtà, le gioie di questo mondo si rivelano ingannevoli e di
breve durata, come mai? La risposta è semplice: la gioia, quella vera,
non la si può trovare al di fuori della comunione con Dio. Ecco la ragione
per cui Davide invocava il Signore per ricevere, a tutti i costi, il perdono
dei propri peccati. Il peccato, infatti, è un cancro spirituale, invisibile
e malefico, che toglie vigore alla nostra vita, ci separa dal Signore e ci porta
alla rovina. L’antico re d’Israele con indicibile sofferenza confessò
in preghiera: “Finché ho taciuto, le mie ossa si consumavano, tra
i lamenti che facevo tutto il giorno” (Salmo 32:3). L’unico modo
per giungere alla felicità e alla vera liberazione interiore non può
prescindere in nessun modo dall’aver conseguito con certezza il perdono
di Dio. s.v.
Sabato 7 Gennaio 2012
“DIRETE COSÌ, OGNUNO AL SUO VICINO: CHE HA DETTO IL SIGNORE?”
(Geremia 23:35)
Noi uomini spesso ci sentiamo indipendenti e in grado di affrontare ogni evento
senza problemi; guai a chiedere aiuto a qualcuno: è segno di debolezza!
Mi ricordo che una volta, quando non c’era no i navigatori sulle nostre
auto, dovevo recarmi in una certa città che non conoscevo e pensavo di
sapere come arrivarci, ma mi persi e per un po’ mi rifiutai di chiedere
aiuto a qualcuno del posto. Alla fine fui costretto a farlo e scoprii che il
luogo che cercavo era proprio lì vicino! Allora, l’invito di oggi
è quello di chiedere al proprio vicino, ai credenti che conosciamo: “Che
ha detto il Signore?”. Forse conoscerai un credente, magari colui che
ti ha regalato questo calendario; ebbene, aprigli il tuo cuore affinché
tu possa conoscere le vie di Dio… qualcuno una volta lo ha fatto con me.
Forse ci saranno delle domande esistenziali inquietanti alle quali non sai dare
una risposta. Non aspettare, ma informati su cosa dice il Signore nella Sua
parola! In essa ci sono le risposte che riguardano proprio la nostra esistenza.
Possa il Signore benedirti visitandoti! p.p.
Domenica 8 Gennaio 2012
“TROVERAI L’ETERNO SE LO CERCHERAI CON TUTTO IL CUORE E CON TUTTA
L’ANIMA TUA”. (Deuteronomio 4:29)
È una promessa fatta da Dio agli ebrei tramite Mosè. Egli profetizza
un allontanamento del popolo dal suo Dio e un successivo riavvicinamento. La
promessa è fatta da un Dio che mantiene le promesse: ne ha dato testimonianza
nella Bibbia e ne dà prova continuamente nella vita delle persone che
hanno affidato a Lui la loro vita. Non c’è alcun dubbio: Dio è
fedele alla Sua Parola. La promessa in questione pone l’accento sulla
nostra scelta di cercare l’Eterno. Un atto della volontà che richiede
impegno, convinzione, tenacia, desiderio. Dio legge il tuo cuore, conosce i
tuoi pensieri, sa cosa pensi di Lui e che importanza dai alle cose spirituali.
Dio sa se sei sincero nella tua ricerca di Lui. Non mentirGli! Dio vuole farsi
trovare, aspetta solo che anche tu lo voglia! e.s.
Lunedì 9 Gennaio 2012
“NON CADE UN SOLO PASSERO IN TERRA SENZA IL VOLERE DEL PADRE VOSTRO”.
(Matteo 10:29)
Queste parole, pronunciate da Gesù, ci aiutano a mettere a fuoco una
verità importante: la volontà di Dio è assolutamente sovrana.
In parole più semplici si può dire che Dio fa sempre esattamente
quello che Gli pare. Non vi sembrino irriverenti le mie parole, non sono da
intendersi in dispregiativo perché se è vero che Dio fa sempre
quello che vuole, è altrettanto vero che tutte le Sue azioni sono basate
sulla Sua perfetta giustizia e sul Suo amore infinito. Ancora, è altrettanto
vero che Dio ha voluto lasciare all’uomo la libertà di scelta che
viene da Lui sempre rispettata, perché Dio “vuole” rispettarla.
Sono temi questi che meriterebbero ben altro approfondimento. Qui vi ricordo
soltanto che, se volete conoscere meglio Dio e la Sua volontà, non dovete
far altro che aprire le pagine delle Sacre Scritture facendo della Parola di
Dio la vostra lettura quotidiana. f.a.
Martedì 10 Gennaio 2012
“CHI PUÒ DIRE: SONO PURO DA OGNI PECCATO?” (Proverbi 20:9)
Secondo te, c’è qualcuno che afferma di essere puro da ogni peccato?
Purtroppo, sì. Siamo circondati da persone che pensano e dicono di essere
senza peccato. Dal bambino che afferma di non aver mangiato di nascosto la crema
di nocciole, non sapendo che la mamma ha già notato sulla sua bocca tracce
della dolce crema, al politico che promette grossi benefici per tutti, consapevole
di mentire perché impossibili da realizzare… Purtroppo tanti pensano
di essere puri da ogni peccato, quindi perché si dovrebbero ravvedere?
Attenzione! Lasciamo stare gli altri e ognuno giudichi sé stesso. Pensi
di essere un peccatore o no? Se rifletti per un attimo non puoi che dare una
risposta affermativa. Allora, qual è a soluzione? Ravvedersi e ricevere
il perdono cioè la purificazione dai propri peccati attraverso la persona
e l’opera di Gesù, l’unico che può affermare di essere
puro da ogni peccato. e.m.
Mercoledì 11 Gennaio 2012
“DIO GIUDICHERÀ I SEGRETI DEGLI UOMINI PER MEZZO DI GESÙ
CRISTO”. (Romani 2:16)
Giudizi, segreti svelati, sentenze… Ma è questo il Vangelo? Di
solito sentiamo frasi come “Dio è amore, ci accoglie così
come siamo, vuole darci il meglio” e così via. Tutto ciò
è vero, ma è solo un lato della medaglia. La Buona Notizia è
che Dio ci ama, nonostante siamo peccatori, ma odia il peccato e per questo
ci sarà un giudizio. Il giudizio di Dio è sempre giusto ed è
conforme a un modello preciso: Gesù “Colui che non ha commesso
peccato”. Il versetto 2 dello stesso capitolo dice il giudizio di Dio
è “conforme a verità” (conforme = di forma uguale/identico)
e il versetto 11 indica il principio base: “Davanti a Dio non c’è
favoritismo”. Questi sono ottimi pensieri per aver fiducia nel Suo giudizio
e per confessarGli ogni tipo di peccato di cui siamo consapevoli o no, confidando
nel fatto che possiamo essere giustificati (resi giusti) per la fede posta in
Gesù, unico Salvatore e Redentore. m.f.
Giovedì 12 Gennaio 2012
“NON ABBIATE PAURA, STATE FERMI E VEDRETE LA SALVEZZA CHE IL SIGNORE COMPIRÀ
OGGI PER VOI”. (Esodo 14:13)
Il popolo d’Israele dopo 400 anni di dura schiavitù in Egitto è
finalmente libero, come promesso da Dio. Attraversa il deserto guidato di giorno
da una nuvola e di notte da una colonna di fuoco. Quando il faraone si rende
conto di avere definitivamente perso tutti i suoi schiavi, li insegue col suo
numeroso esercito per ricondurli in Egitto. Raggiunge il popolo proprio mentre
è accampato di fronte al Mar Rosso. Possiamo immaginare il panico e lo
spavento degli israeliti che gridano contro Mosè per averli condotto
a morire nel deserto. Allora si alza forte la voce di Mosè per averli
condotti a morire nel deserto. Allora si alza forte la voce di Mosè:
“Non abbiate paura, state fermi…” Sembra follia in quella
situazione, ma Mosè continua “e vedrete la salvezza che il Signore
compirà oggi per voi”. Ed ecco che il mare si apre e una strada
appare davanti a loro: è la salvezza! Anche per noi oggi c’è
una strada aperta, non per attraversare 50 Km di mare, ma per essere riconciliati
con Dio e questa strada si chiama GESÙ il quale disse: “Io sono
la VIA, la VERITÀ e la VITA, nessuno viene al Padre se non per mezzo
di Me” (Giovanni 14:6). w.g.
Venerdì 13 Gennaio 2012
“O ETERNO, AL MATTINO TI OFFRO LA MIA PREGHIERA E ATTENDO UN TUO CENNO”.
(Salmo 5:3)
Quando ti alzi la mattina, a cosa pensi? Alla spesa che devi fare, al lavoro
che ti aspetta, ad accompagnare il bambino dal dottore, alla bolletta da pagare?
È normale. Ma non è giusto. Il primo pensiero dovrebbe essere
rivolto al Signore per ringraziarLo della nuova giornata da vivere con Lui e
per chiederGli la grazia di viverla secondo il Suo piano. Nella lettera agli
Efesini, dopo averci detto che siamo salvati per grazia, mediante la fede, l’apostolo
Paolo afferma che Dio ha preparato “precedentemente” delle opere
buone, “affinché le pratichiamo” (Efesini 2:8-10). Per me,
questa è una grande consolazione, perché non devo inventarmi io
delle opere buone da compiere. La mia preghiera è che Lui mi aiuti a
riconoscere le mie, a farle e a non cercare di fare e non desiderare quelle
preparate per altri. m.t.s.
Sabato 14 Gennaio 2012
“ASCOLTATE LA PAROLA DEL SIGNORE”. (Isaia 1:10)
Come padre spesso mi lamento del fatto che le mie figlie non mi ascoltano, e
vorrei che facessero di più quello che dico. Ma riflettiamo un attimo:
come figli non ci comportiamo anche noi allo stesso modo con il nostro Padre
Celeste? Quante volte ascoltiamo distrattamente la Parola e poi non la mettiamo
in pratica, non ubbidiamo a ciò che dice! A volte per negligenza, ma
spesso perché le cose che Dio ci chiede di fare sono contrarie ai nostri
interessi. Eppure, non ascoltare e non mettere in pratica la Parola di Dio significa
privarci di esperienze, di insegnamenti e saggezza che ci permettono di diventare
uomini e donne maturi. Prendiamo allora oggi la decisione di ubbidire al nostro
Padre Celeste, di cambiare rotta, abitudine di provare a fare in modo diverso
dai nostri propositi e, con il Suo aiuto, di cercare di mettere in pratica quello
che abbiamo scoperto nella Parola di Dio. g.f.r.
Domenica 15 Gennaio 2012
“C’È UN SOLO DIO, IL PADRE, E UN SOLO SIGNORE, GESÙ
CRISTO”. (1 Corinzi 8:6)
Quasi nessuno oggi, a differenza degli abitanti della Corinto di allora, adora
il dio del vento o la dea dell’amore, a ci sono altri dèi che possono
guidare le nostre scelte, riempire le nostre giornate, determinare come spendiamo
il tempo e il denaro che Gesù ci ha donato. Aspetto fisico, beni materiali,
divertimento, lavoro, lusso, sesso, soldi, sport, stima dagli altri… giusto
per fare qualche esempio. Tantissimi oggi chiamano Gesù “Signore”,
ma in realtà molti cercano in Lui solo il Salvatore, una sorta di pompiere
o supereroe che vada in loro soccorso il momento del bisogno. Rigettiamo i falsi
dèi che ancora regnano nel nostro cuore; vigiliamo che sia DIO, e non
il nostro IO, il Signore della nostra vita; preghiamo che Gesù sia veramente
il nostro unico Padrone (come viene chiamato nella lettera di Giuda) al quale
dobbiamo una fiduciosa, gioiosa, completa obbedienza. m.m.
Lunedì 16 Gennaio 2012
“COME MAI NON SAPETE RICONOSCERE QUESTO TEMPO?” (Luca 12:56)
Dal contesto apprendiamo che Gesù, dopo aver parlato a tu per tu coi
Suoi discepoli, rivolse la propria attenzione alla folla affinché imparasse
a interpretare gli eventi ai quali assisteva. Benché stesse osservando
l’attività che Gesù svolgeva, non era in grado di comprendere
che Egli era veramente il Messia. Gesù ricordò che tutti, senza
alcuna difficoltà, erano in grado di interpretare gli eventi naturali,
ma non riuscivano a discernere quelli spirituali. Avrebbero dovuto cercare di
capire quello che stava succedendo davanti ai loro occhi: egli stava offrendo
loro il Regno dei cieli, ma loro non rispondevano in modo adeguato a questa
offerta. E tu, caro lettore, riconosci “questo tempo”? Il Signore,
proprio oggi, vuole salvarti, vuole offrirti in dono la vita eterna. Non rifiutarla!
Non dire in cuor tuo: “Ci penserò domani!”. Il domani non
ci appartiene, e del Signore. Nella Bibbia è scritto: “Eccolo ora
il tempo favorevole; Eccolo ora il giorno della salvezza!” (2 Corinzi
6:2). n.s.
Martedì 17 Gennaio 2012
“EGLI RISPOSE LA SUA FIDUCIA NELL’ETERNO, SI TENNE UNITO A LUI E
NON CESSÒ DI SEGUIRLO”. (2 RE 18:5,6)
Quando Martin Lutero, il grande riformatore tedesco, parlava della fede che
porta alla salvezza, ne parlava in termini di “fiducia”. Il punto
cruciale della fede non è credere o non credere che Dio esiste. Si può
credere che Dio esiste e non possedere ancora la fede autentica. Si è
in presenza di una vera fede solo quando il credente è disposto ad affidarsi
a Dio e Lo considera il “suo” Salvatore. Sempre Lutero faceva l’esempio
della nave. Per passare all’altra parte del mare non basta credere che
la nave esiste, bisogna anche salirvi su, si deve credere che sia capace di
fare la traversata, bisogna insomma affidarsi a essa. Anche il re Ezechia, del
quale si parla in questo versetto, capì che i suoi rapporti con Dio non
potevano restare a livello teorico o intellettuale, ma doveva “riporre
la sua fiducia nell’Eterno”. E la sequenza delle parole successive
non lascia dubbi. “Fiducia in Dio” vuol dire “tenersi unito
a lui” e “non cessare di seguirLo”. Questo è lo standard
della fede. Non abbassiamolo! t.m.
Mercoledì 18 Gennaio 2012
“SORGERANNO FALSI CRISTI E FALSI PROFETI”. (Marco 13:22)
I profeti biblici annunciavano la venuta del Cristo, di Colui che era completamente
consacrato a Dio per compiere la salvezza dell’uomo, liberandolo dall’unica
causa di tutti i mali del mondo: il peccato. Tutto questo si è perfettamente
realizzato con la venuta di Gesù, infatti: “In nessun altro è
la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro Nome
che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati”
(Atti 4:12). Gesù è l’unica soluzione a tutti i mali dell’umanità.
Molti, purtroppo, sentono la loro anima in grandissimo travaglio, ma ahimè,
non credono alla Bibbia, e sono alla continua ricerca di un “salvatore”.
Queste persone sono le vittime predilette di falsi cristi e falsi profeti, cioè
di quanti, con inganni, frodi e illusioni, a volte usando il nome di Dio, annunciano
e offrono soluzioni seducenti ma inesistenti. Se non hai messo la tua vita nelle
mani di Gesù, fallo adesso e sarai salvato. Se lo hai già fatto,
stai attento, aggrappati fiducioso a Lui e non lasciarti sviare da nulla. d.p.
Giovedì 19 Gennaio 2012
“IL GIUDICE DI TUTTA LA TERRA NON FARÀ FORSE GIUSTIZIA?”
(Genesi 18:25)
Gesù disse: “Se uno Mi ama, osserverà la Mia Parola; e il
Padre Mio l’amerà, e noi verremo da lui e faremo dimora presso
di lui” (Giovanni 14:23). Il genere di comunione che gode un’anima
obbediente è assolutamente sconosciuto da chi segue esclusivamente la
propria volontà. Abrahamo, che pronunciò le parole del versetto
che ci interessa, viveva una comunione intima con Dio e, avendo “piena
certezza di fede”, era in grado di intercedere per gli altri. La nostra
obbedienza a Dio non sarà mai perfetta, ma Dio non ci giustifica per
essa, bensì lo fa per i meriti di Cristo. Dio è amore, perciò
tutti gli uomini possono sperare nella Sua benevolenza; ma Dio è anche
giustizia e, come è vero che ama l’uomo peccatore, è altrettanto
vero che odia il peccato. Un giorno il Signore Gesù ritornerà
e allora il Giudice di tutta la terra farà finalmente giustizia, ma il
favore di Dio, tu ed io, lo conosceremo solo se Cristo è il Signore della
nostra vita. s.b.
Venerdì 20 Gennaio 2012
“TU MI HAI RALLEGRATO CON LE TUE MERAVIGLIE, O ETERNO”. (Salmo 92:4)
Ricordo il viso pieno di meraviglia dei miei figli quando, per la prima volta,
si sono trovati davanti a certi spettacoli della natura, come l’arcobaleno,
le cascate lungo un fiume, o ad animali, come uccelli, insetti o pesci. Lo stesso
stupore l’ho visto anche in persone più grandi davanti a certe
imprese compiute da uomini o da macchine, più o meno sofisticate, usate
per facilitare la vita alle persone. Il salmista parla della sua relazione di
fronte a ciò che Dio ha fatto e continua a fare; si rallegra, e riconosce
in Dio l’autore di tutto questo. Chi riconoscere in un altro delle particolari
capacità potrebbe ingelosirsene, ma se riflette sul fatto che è
Dio l’autore di quella capacità o che lo ha messo in grado di raggiungere
tali livelli di bravura (che la persona in questione ne sia consapevole o no).
Potrà godere pienamente il dono e ringraziare il Donatore per eccellenza.
h.p.
Sabato 21 Gennaio 2012
“DIO NOSTRO, NON SAPPIAMO CHE FARE, MA I NOSTRI OCCHI SONO SU DI TE”.
(2 Cronache 20:12)
Immagino che fra le molte persone (e spero siano proprio tante) che leggono
questi foglietti, qualcuno si trovi in una situazione difficile, di quelle in
cui non sembra esserci via d’uscita. Allora di solito si fa ricorso a
tutte le risorse umane possibili, coinvolgendo parenti, amici e conoscenti,
ma tralasciando l’unico e più importante aiuto, quello che può
venire dal Signore. L’antico re che pronunciò questa frase inserita
in una più ampia preghiera, si trovava in una situazione altamente problematica,
con molti nemici forti e agguerriti da affrontare. Con fede e con semplicità
si mise a raccontare a Dio la propria situazione chiedendone l’aiuto e
il Signore fu pronto a esaudirlo. Nei nostri bisogni di tutti i giorni, grandi
o piccoli che siano, dobbiamo imparare a parlarne prima con il Signore, appoggiandoci
sul Suo intervento. La Sua grazia saprà poi guidarci verso la soluzione
più giusta. s.p.
Domenica 22 Gennaio 2012
“L’ETERNO SI FARÀ CONOSCERE”. (Isaia 19:21)
Quanto hai già lottato e pregato per la salvezza di qualcuno? Una mia
parente mi ha raccontato che una sua amica credente le è stata vicina
per anni parlandole del Signore. Eppure, continua a confondere la fede con la
religione. È convinta che accettare il valore del sacrificio di Cristo
per la sua vita, significhi cambiare religione. Stai pregando che Dio si riveli
a una persona, ma non è ancora accaduto? La promessa di oggi è
un incoraggiamento per me e per te che abbiamo seminato il seme della Parola,
magari soffrendo. Non scoraggiamoci! Ricordiamo che è qualcosa che non
dipende da noi. Solo Dio può farSi conoscere! Continuiamo ad affidare
a Dio in preghiera coloro a cui teniamo: un collega di lavoro, un genitore,
una figlia, un amico che non conoscono ancora il Signore. Lasciamoli nelle Sue
mani, ricordando la Sua promessa: l’Eterno si farà conoscere…
al momento che ha previsto e stabilito. In cielo vedremo i frutti al completo!
a.p.
Lunedì 23 Gennaio 2012
“A TE S’ABBONDONA L’INFELICE”. (Salmo 10:14)
Ti è mai capitato, in momenti di tristezza, di abbandonarti a qualcuno?
Che sollievo! Questo abbandono presuppone una certa intimità che, purtroppo,
in un mondo come quello di oggi, fatto di persone sole, è veramente difficile
da raggiungere, senza il timore di essere giudicati o incompresi. Così
per difesa, ci teniamo sul superficiale. Ringrazio Dio che, da quando ho creduto
in Gesù, sono entrata a far parte di una grande famiglia con diverse
amiche intime. Capitano, comunque, momenti in cui loro non possono essere fisicamente
con me, o momenti in cui la tristezza è così tanta, che solo il
Signore può consolarmi. Se l’angoscia ti assale oggi, abbi fiducia
che Dio, essendo meglio di qualsiasi psicologo, sa già come stai. Rivolgiti
a Lui con parole spontanee, confessaGli il tuo scoraggiamento, e lasciati consolare
con la verità che trovi nella Sua Parola, ad esempio nei Salmi, e vedrai
che sollievo! Questa terapia non è istantanea, spesso va ripetuta e molto
dipende dalla fiducia che mettiamo in ciò che Dio dice. b.s.
Martedì 24 Gennaio 2012
“GESÙ CRISTO, ESSENDO RICCO, SI È FATTO POVERO PER VOI”.
(2 Corinzi 8:9)
Queste preziose parole sono inserite in un lungo discorso, nel quale l’apostolo
Paolo incita dei cristiani a dare per altri cristiani bisognosi. Ma esse riguardano
anche una verità più generale sull’opera di Gesù.
Anche altrove si può leggere: “Cristo Gesù… pur essendo
in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a
cui aggrapparmi gelosamente, ma spogliò Sé stesso, prendendo forma
di servo, divenendo simile agli uomini; trovato esteriormente come un uomo,
umiliò Se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte
di croce” (Filippesi 2:6-8). Queste altre parole servivano a modellare
l’atteggiamento dei cristiani verso di loro fratelli in fede, affinché
fossero più umili e amorevoli. Tutto questo dimostra che non si può
conoscere quanto Cristo ha fatto per noi e poi continuare a vivere la nostra
vita come se nulla fosse accaduto. I primi cristiani modellavano su questo fatto
tutta la loro vita, i loro atteggiamenti, il loro comportamento, l’uso
del proprio portafogli ecc. Seguire Gesù vuol dire “camminare come
Egli camminò” (1 Giovanni 2:6). t.m.
Mercoledì 25 Gennaio 2012
“CHI PUÒ CON LA SUA PREOCCUPAZIONE AGGIUNGERE UN ORA SOLA ALLA
DURATA DELLA SUA VITA?” (Luca 12:25) Nessuno, perché la preoccupazione
non aggiunge ore alla vita, ma le toglie! Ogni volta che ci preoccupiamo, ci
bruciamo momenti preziosi di vita che non ritornano più. Ecco perché
il Signore Gesù vuole farci su questo atteggiamento deleterio e convincerci
ad allontanarlo dalla nostra mente. Non serve preoccuparsi perché la
nostra vita è nella mani di Dio. Certo, non è facile vivere nel
mondo in cui stiamo vivendo perché c’è crisi in tutti i
settori: il lavoro scarseggia, le spese sono tante e il futuro non è
così roseo. Viene naturale preoccuparsi. Ma Dio non vuole che ci facciamo
del male con l’ansia e l’agitazione. Egli vuole che riposiamo sulle
Sue promesse d’amore e di cura che ha fatto a ognuno di noi. Tra queste
ce n’è una in particolare che mi piace: “Io so i pensieri
che medito per voi… pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire
e una speranza” (Geremia 29:11). Buona giornata! r.b.
Giovedì 26 Gennaio 2012
“L’ETERNO VI AMA”. (Deuteronomio 7:8)
“L’Eterno vi ama” dice Mosè, ma chi sono quelli che
l’Eterno ama? Se guardiamo al contesto biblico, la risposta è chiara:
gli ebrei. Qualcuno dirà subito: però non solo gli ebrei. Certo,
però in questo passo l’accento non è posto sull’universalità
dell’amore di Dio, ma sulla particolarità dell’oggetto di
questo amore; “L’Eterno ha riposto in voi la Sua affezione e vi
ha scelti…”. Israele è il popolo a cui Dio ha rivelato per
primo il Suo amore affinché diventasse l strumento di rivelazione del
Suo amore per tutti. Questo è avvenuto nella persona di Gesù che
è la piena di rivelazione dell’amore di Dio per il Suo popolo innanzi
tutto, e poi anche per noi tutti. Israele è presentato nella Bibbia come
la moglie di Dio, e ogni uomo moralmente sano ama prima sua moglie, poi tutti
gli altri. Se Dio avesse smesso di amare il Suo popolo il Suo amore non sarebbe
arrivato fino a me. m.c.
Venerdì 27 Gennaio 2012
“L’ETERNO TI HA SCELTO PER ESSERE IL SUO TESORO PARTICOLARE FRA
TUTTI I POPOLI CHE SONO SULLA FACCIA DELLA TERRA”. (Deuteronomio 7:6)
Nessuno può negare che il popolo ebraico è con la sua storia,
la sua fede e la sua identità un popolo unico. Su esso è stato
riversato l’odio di molti altri popoli: egiziani, babilonesi, romani,
arabi e, nella storia più recente, dal nazismo che ha causato l’olocausto
di cui proprio oggi ricorre il giorno della memoria. Non possiamo dire che questo
odio sia del tutto scomparso. Perché tutto ciò? Qual è
il motivo di tanta avversione? Io condivido il pensiero che l’odio verso
Israele è ‘odio e la ribellione dell’uomo verso Dio, anche
se spesso questa ribellione veste il manto della religiosità. Israele
è il popolo che Dio ha scelto per il Suo piano di salvezza. Ha pagato
e sta pagando duramente il prezzo della propria elezione, anche se non possiamo
chiudere gli occhi di fronte alle sue responsabilità di disubbidienza.
Da questo popolo ci è arrivata la Bibbia, la Parola di Dio e il Cristo,
il Salvatore del mondo. In questo giorno si moltiplicano in tutto il mondo le
iniziative in ricordo del terribile olocausto ma questo non cambierà
della storia. Sicuramente per noi il modo migliore di onorare questo popolo
è di considerare seriamente Gesù e la Sua Parola che attraverso
Israele sono giunti fino a noi. g.b.
Sabato 28 Gennaio 2012
“NON CI SARÀ PIÙ FRUTTO, I CAMPI NON DARANNO PIÙ
CIBO, MA IO MI RALLEGRERÒ NEL SIGNORE”. (Abacuc 3:17,18)
Mi è davvero difficile capire come sia possibile rallegrarsi in tempi
di grave carestia e di bisogno estremo, quali indicati dal profeta Abacuc. È
come dire: “Non riesco più a trovar nulla da mangiare, ma sono
contento e mi rallegro!”. Sembrano le parole di un pazzo, non certo quelle
di un “profeta”, cioè di una persona che parla nel nome del
Signore. Che senso hanno allora queste parole? È opportuno osservare
subito che Abacuc non si rallegra certo per la visione della situazione così
difficile in cui il popolo si troverà, ma si rallegra unicamente “nel
Signore”. Egli sa che quella situazione di giudizio, pur se dura e angosciosa,
fa parte del progetto divino per portare al ravvedimento e alla salvezza il
Suo popolo. Anche noi, come Abacuc, dovremmo imparare a guardare oltre. Infatti,
oltre ogni situazione di prova, vi è il proseguimento del progetto di
Dio per la nostra vita il cui obiettivo unico è sempre il nostro bene.
p.m.
Domenica 29 Gennaio 2012
“NON CESSAVANO DI PORTARE IL LIETO MESSAGGIO CHE GESÙ È
IL CRISTO”. (Atti 5:42)
Perché il fatto che Gesù è il Cristo, era, ed è
ancora oggi, una buona notizia? Perché Egli è l’adempimento
delle speranze e delle promesse dei profeti: gli ebrei stavano aspettando Colui
che, mandato da Dio, avrebbe compiuto la Sua opera di redenzione. Gesù
è quella Persona: il Salvatore di Israele e delle nazioni di tutto il
mondo e di tutte le età. Il lieto messaggio è un messaggio di
perdono e di grazia al condannato, di vita al morto, di guarigione al malato
spirituale di libertà allo schiavo del peccato. Gesù vuole dare
una svolta alla tua vita, darle un senso eterno, vuole darti una pace che il
mondo non dà una gioia che nessuna circostanza può annebbiare.
Egli vuole entrare nel tuo cuore e non lasciarti mai più. La buona notizia
è che Gesù è vivente e quando entra nella tua vita, cambia
tutto. e.s.
Lunedì 30 Gennaio 2012
“GESÙ È POSTO A CADUTA E A RIALZAMENTO DI MOLTI”.
(Luca 2:34)
La presenza di Gesù nel mondo, il Suo farsi uomo nella storia non è
qualcosa che può passare inosservato, non può lasciarci come ci
ha trovati! Gesù è segno di contraddizione: la Sua presenza suscita
una divisione perché obbliga a prendere una posizione. Avviene così
anche tra i due malfattori crocifissi con Gesù: uno Lo riconosce come
Messia e Lo prega, l’altro Lo bestemmia (Luca 23:39-43). Gesù c’interroga,
ci mette a nudo, svela i pensieri e i sentimenti dei nostri cuori, ci rivela
chi siamo veramente, la nostra incoerenza e la nostra contraddizione. Ma alla
croce è possibile trovare la verità e intraprendere un nuovo percorso:
riconoscendo il proprio peccato e scegliendo conseguentemente di cambiare strada,
è possibile rinnovare sé stessi e instaurare una giusta relazione
con il Signore. Di fronte al messaggio di Cristo non puoi restare neutrale:
non respingerLo, accogli Gesù nella tua vita! g.f.r.
Martedì 31 Gennaio 2012
“LA PREGHIERA DEGLI UOMINI RETTI È GRADITA A DIO”. (Proverbi
15:8)
Chi sono gli uomini retti? Quelli che non fanno male a nessuno, che non tradiscono
la moglie, che non hanno vizi, che portano a casa tutto lo stipendio (quando
c’è)? C>erto, di tratta di brave persone che hanno una buona
moralità. Ma, nella Parola di Dio, l’indicatore di rettitudine
è molto più elevato. Quando fu chiesto a Gesù quale fosse
il più grande comandamento Egli rispose: “Ama il Signore Dio tuo
con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente…
e ama il tuo prossimo come te stesso” (Matteo 22:37-39). Allora l’uomo
retto non è colui che non sbaglia mai (perché non esiste), ma
colui che sa amare Dio e il suo prossimo secondo l’indicazione della Parola
di Dio. Non è sempre facile, ma Dio vuole aiutarci anche in questo, in
modo che possiamo vivere una vita piena e abbondante e sapere che le nostre
preghiere sono gradite. Che tipo di vita hai? Quella soddisfacente secondo il
metro umano o quella retta secondo l’indicatore divino? Riflettici su!
w.g.
Mercoledì 1 Febbraio 2012
“ANDARONO DIETRO A COSE VANE, DIVENTANDO VANI ESSI STESSI”. (2 Re
17:15)
Questo passo della Bibbia mostra inequivocabilmente che quello che facciamo
determinerà anche quello che saremo. Il popolo di Israele non fu fedele
al Signore: non esercitò correttamente la fede, rifiutò le Sue
leggi, si ribellò. Non è forse quello che tante volte facciamo
anche noi quando scegliamo volontariamente di seguire le mode malvagie di una
società che non prova più nessuna vergogna? Il peccato, l’immoralità,
il linguaggio volgare l’assenza di pudore sono cose che vengono tollerate
senza alcuna opposizione. In Romani 1:18 sta scritto che l’ira di Dio
si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini…”
e in 2 Re 17:23 leggiamo che “…il Signore mandò via Israele
dalla Sua presenza”. Una condotta irriverente e malvagia non solo ci renderà
colpevoli davanti al Signore, ma ci escluderà anche dalle Sue attenzioni.
Cristo, invece, è stato manifestato per liberarci dal peccato. Sulla
croce ha pagato il prezzo delle colpe ce noi abbiamo commesse. Continueremo
ancora a seguire la via della vanità senza farci scrupoli? s.v.
Giovedì 2 Febbraio 2012
“NELLA CALMA E NELLA FIDUCIA SARÀ LA VOSTRA FORZA”. (Isaia
30:15)
Esistono dei momenti della vita in cui la pressione degli eventi e le preoccupazioni
sono tali che l’ansia e l’inquietudine rendono difficile l’esistenza
e non sappiamo come ritrovare la pace. Se ogni tentativo di risolvere i tuoi
problemi è stato un fallimento, decidi di non agire più e rifugiati
nelle braccia di Dio! Solo Lui può operare nella tua vita. LasciaLo agire
e aspetta fiducioso; non cercare di preoccuparti al posto Suo e di dargli una
mano a risolvere i tuoi problemi. Trasforma tutto quello che ti opprime in preghiera:
porta a Lui tutti i tuoi problemi. Lui sa come affrontarli e ha il potere di
cambiare le situazioni. Abbi fiducia che la Sua volontà è sempre
la migliore e che per te esiste un cammino in tutte le situazioni della vita!
Nutriti delle promesse di Dio attraverso la lettura della Sua Parola e inizierai
ad apprezzare la Sua presenza e consolazione. Vorrei consigliarti la lettura
di un libro di meditazioni giornaliere che mi è stato utile: “L’impegno
per l’Altissimo di O. Chambers, Edizioni G.B.U. Che il Signore ti benedica!
g.f.r.
Venerdì 3 Febbraio 2012
“GESÙ CREA LA FEDE E LA RENDE PERFETTA”. (Ebrei 12:2)
Qualcuno ha detto: “Se tu cerchi Dio, è perché Lui sta già
cercando te”. La Bibbia afferma che “non c’è nessuno
cerchi Dio”, ma che Dio ha messo negli uomini “il pensiero dell’eternità”
(Ecclesiaste 3:11). Questo “pensiero” spinge l’uomo a pensare
alla vita eterna, a sondare i misteri che avvolgono la Sua esistenza. Nel farlo,
si è creato le religioni. Ai filosofi di Atene l’apostolo Paolo
ha detto che gli uomini cercano Dio come a tastoni e non Lo trovano, “benché
non sia lontano da ciascuno di noi” (Atti 17:27). Che vuol dire? Che Dio
ha mandato Suo Figlio, in forma di uomo, perché potessero vedere come
è perché compisse l’opera di salvezza. Lui è l’oggetto
della fede e, in questo senso, crea e rende perfetta la fede. Inoltre lo Spirito
Santo opera nel mondo e convince le persone del loro bisogno di Dio. Se credi,
è Dio che ti ha cercato per primo. Se non credi ancora, lasciati trovare!
m.t.s.
Sabato 4 Febbraio 2012
“QUESTA È LA VITA ETERNA: CHE CONOSCANO TE, IL SOLO E VERO DIO,
E COLUI CHE TU HAI MANDATO, GESÙ CRISTO”. (Giovanni 17:3)
Queste parole di Gesù sono inserite in una lunga preghiera che rivolge
al Padre prima di essere arrestato e messo sulla croce. La conoscenza personale
di Dio, e quindi Gesù, è la chiave per ricevere la vita eterna.
Dio ha usato ogni mezzo per farSi conoscere dalla Sua creatura e in particolare
attraverso la creazione, i profeti e la Bibbia. La creazione: pensa a un cielo
stellato, ai massicci delle Dolomiti, ai fondali marini… Come è
possibile rimanere indifferenti? I profeti: uomini che parlavano per conto di
Dio perché il popolo d’Israele e noi potessimo conoscere la Sua
volontà. La Bibbia: il Libro in cui puoi scoprire che Dio, fin dall’inizio,
ha voluto avere una relazione basata sulla conoscenza personale della Sua creatura.
Ma il modo per eccellenza con il quale Dio decise di farSi conoscere fu attraverso
Suo figlio Gesù, che venne qui sulla terra per morire sulla croce per
i miei e per i tuoi peccati e perché accettando quel sacrificio espiatorio
potessimo ricevere la vita eterna. a.m.
Domenica 5 Febbraio 2012
“ONORATE DIO CON LA VOSTRA LODE”. (Salmo 66:2)
Quando un capo di Stato si reca in visita in un paese straniero, la nazione
che egli rappresenta e la sua stessa persona vengono onorate con un cerimoniale
tutto particolare: sfilata davanti a un picchetto d’onore, banda militare
che suona l’inno nazionale, esposizione della bandiera del suo Paese e,
talvolta, folla lungo le strade ad accoglierlo. Quali onori rendiamo a Colui
che è Sovrano al di sopra di tutte le nazioni? A Colui che non presenta
un Regno che non avrà mai fine, perché “non è di
questo mondo”? Siamo esortati ad “onorarLo” con la nostra
“lode”. Ma non dobbiamo dare a questa parola un significato riduttivo.
Lodare non significa soltanto celebrare e ringraziare una persona con le belle
parole di un vanto o di una preghiera. Lodare Dio significa soprattutto vivere
in piena sintonia con la Sua volontà, onorandoLo con i nostri pensieri,
con le nostre parole, con le nostre scelte. p.m.
Lunedì 6 Febbraio 2012
“QUANDO DICI CHE NON SCORGI DIO, LA TUA CAUSA GLI STA DAVANTI; SAPPILO
ASPETTARE”. (Giobbe 35:14)
Chi conosce, anche un poco, la storia di Giobbe narrata nella Bibbia, non può
non rimanere impressionato dalla serie di gravissime sciagure che hanno sconvolto
tutta la sua vita privandolo, in breve tempo, di tutti i suoi beni, dagli affetti
alla salute, tutto ciò inspiegabilmente. Chi più di lui, e meglio
di lui, poteva arrabbiarsi con il mondo intero e pretendere di conoscere il
perché di tanta sventura? È proprio nei momenti più difficili
della vita che molti alzano gli occhi al cielo chiedendo ragione a quel Dio
che credono onnipotente. Certo Dio è onnipotente e, come dice il versetto
di oggi, la nostra causa non gli è ignota ma gli sta davanti, come qualcosa
che Egli vuole usare per il nostro bene. Non solo la nostra causa gli sta davanti,
ma anche tutta la nostra vita ed esistenza, unica, preziosa e irripetibile,
che Egli vuol redimere dal peccato e dalla morte eterna. Per questo ha inviato
Gesù quale Salvatore. g.b.
Martedì 7 Febbraio 2012
“GUAI A COLUI CHE È AVIDO D’ILLECITO GUADAGNO PER LA SUA
CASA”. (Abacuc 2:9)
La “preoccupazione” per un adeguato benessere economico della propria
casa è qualcosa che la Scrittura raccomanda. Anzi, l’apostolo Paolo
ha espresso un “guai” di segno opposto: “Se uno non provvede
ai suoi, e in primo luogo a quelli di casa sua, ha rinnegato la fede, ed è
peggiore di un incredulo” (1 Timoteo 5:8). Tuttavia, anche questa legittima
aspirazione può degenerare nell’errore, quando ci prende la mano
e ci porta a fare cose che il Signore condanna. Anche il profeta Geremia ha
scritto cose simili: “Guai a colui che costruisce la sua casa senza giustizia
e le sue camere senza equità; che fa lavorare il prossimo per nulla,
non gli paga il suo salario” (Geremia 22:13). Questo comportamento ci
attira dei “guai” anche da parte del Signore e non serve a molto
rivendicare la “buona” finalità… Amare la propria casa
e la propria famiglia vuol dire anzitutto occuparsi del benessere morale e spirituale
dell’ambito domestico. Gesù disse: “Cercate prima il regno
e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più”
(Matteo 6:33). t.m.
Mercoledì 8 Febbraio 2012
“NON AMATE IL MONDO NÉ LE COSE CHE SONO NEL MONDO”.
(1 Giovanni 2:15)
Queste parole, alla luce del versetto di Giovanni 3:16 “Dio ha amato così
tanto il mondo da offrire il Suo unigenito Figlio, affinché chiunque
crede in Lui non muoia, ma abbia vita eterna”, possono sembrare in antitesi.
Bisogna amare il mondo o no? Cos’è “il mondo”? Quando
il figlio prodigo andò via di casa, lo fece perché era attirato
dai piaceri del mondo e accecato da aspettative che, in seguito, l’avrebbero
terribilmente deluso e umiliato. Mi piace la definizione di “mondo”
che c’è in una parafrasi di 1 Giovanni 2:16,17: “Questo è
il mondo” continua l’apostolo Giovanni, “voler soddisfare
il proprio egoismo, accendersi di passione per tutto quel che si vede, essere
superbi di quel che si possiede. Tutto ciò viene dal mondo, non viene
da Dio Padre. Il mondo però se ne va, e tutto quel che l’uomo desidera
nel mondo non dura. Invece chi fa la volontà di Dio vive per sempre”.
Non amare “il mondo”, ma ama fare la volontà di Dio nel mondo.
m.f.
Giovedì 9 Febbraio 2012
“ACCUMULATEVI DEI TESORI NEL CIELO”. (Matteo 6:20)
“Dov’è il tuo tesoro là è anche il tuo cuore”
(versetto 21). Se la cosa a cui tieni di più è qualcosa di concreto,
là sarà anche il tuo cuore. Se desideri avere un’auto lussuosa,
una villa, o speri di riuscire a vincere tanti soldi con qualche gioco “gratta
e vinci”, il tuo cuore sarà completamente avvolto da codesto pensiero.
Quindi per sapere dov’è il luogo del tuo cuore, devi rispondere
alla domanda: dov’è il mio tesoro? Ecco un esempio. Mosè.
Di lui è scritto che rifiutò i beni preziosi dell’Egitto
preferendo qualcosa di molto superiore. Il suo tesoro non era di quaggiù!
Non “aveva l’animo alle cose della terra” (Filippesi 3:19).
Il suo sguardo aveva una portata molto più ampia. Ambiva ai tesori celesti,
eterni. E oggi Gesù ripete questa stessa espressione anche a te: accumula
dei tesori nel cielo; in questo modo sposterai il baricentro del tuo cuore da
questa terra alla dimora celeste, e di conseguenza tutta la tua esistenza terrena
prenderà un’altra ottica, molto più beata! e.m.
Venerdì 10 Febbraio 2012
L’ETERNO BENEDIRÀ QUANTI LO TEMONO, PICCOLI E GRANDI”. (Salmo
115:13)
In questo Salmo l’autore mette a fuoco una realtà importante: afferma
che i falsi dèi non vedono, non sentono, non parlano, in altre parole
sono solo statue costruite dall’uomo. Invece l’Eterno, Dio d’Israele,
è vivente e opera ogni giorno in favore del Suo popolo. Una cosa, nello
specifico, sottolinea il salmista: Dio benedirà quanti Lo temono. A questo
punto a noi non resta che capire bene che cosa significhi temere Dio. Vi rimando
a un testo del libro dei Proverbi che afferma che “il timore di Dio è
odiare il male” (Proverbi 8:13). Questo testo di per sé è
chiarissimo; di nostro possiamo aggiungere soltanto che per odiare il male e,
quindi, per amare il bene, dobbiamo saper ben distinguere cosa è male
e cosa non lo è. Questo non sempre è facile. Ausilio preziosissimo
e unico in questo senso è la Parola di Dio che è fonte inesauribile
di istruzione per il credente; non mancate di leggerla tutti i giorni, fatene
il vostro cibo quotidiano, ne ricaverete enormi benefici. f.a.
Sabato 11 Febbraio 2012
“LA PAROLA DEL SIGNORE È VERITÀ”. (1 Re 17:24)
Questa affermazione la pronunciò una donna vedova, al cui figlio morto
Dio aveva restituito la vita per mano del profeta Elia. La meraviglia della
donna fu così grande, che ogni dubbio sulla verità della Parola
di Dio fu cancellato. Le Sacre Scritture formano il Libro più notevole
che il mondo abbia mai avuto. La Bibbia è stata scritta da uomini che
hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo, per
rivelare il solo vero Dio e Colui che Egli mandò Gesù Cristo.
Ora le Sacre Scritture non richiedono una credulità cieca, ma una fede
intelligente che indaga senza preconcetti. Molte vite umane trasformate confermano
che la Parola di Dio è verità divina; poi la testimonianza tramandata
da Cristo è il suggello di queste affermazioni, perché tutto che
Cristo insegnò, in seguito si è avverato e si avvererà.
s.b.
Domenica 12 Febbraio 2012
“IL PADRE CELESTE NUTRE GLI UCCELLI. NON VALETE VOI MOLTO PIÙ DI
LORO?” (Matteo 6:26)
Recentemente si è avuta notizia che, a motivo dello sciogliersi progressivo
dei ghiacciai al Polo Nord, le navi attrezzate per le ricerche oceanografiche
hanno potuto addentrarsi in tratti di mare ancora inesplorati per studiare la
vita dei fondali. La sorpresa è stata grande! Il fondo di quei mari gelidi
conserva un ecosistema finora sconosciuto e meraviglioso con innumerevoli forme
di vita che nessuno aveva mai visto prima. Quale stupore agli occhi dei ricercatori
scoprire un mondo sconosciuto e di rara bellezza! Quanta fantasia e sapienza
ha espresso il Creatore; quanto amore nel conservare tutte queste cose e quanta
attenzione per ogni minima espressione di vita! Il versetto di oggi ci invita
a una riflessione semplice ma profonda. Gesù fu costretto a rimproverare
i suoi ascoltatori per la loro ansia e preoccupazione per le necessità
quotidiane e la loro poca fede. Questa ansia è ben presente anche nella
nostra società che, nonostante l’opulenza esteriore, nasconde tanti
timori. La nostra vita vale più degli uccelli del cielo e di un, sia
pur meraviglioso, ecosistema marino. È Gesù che ce lo dice. Affidiamogli
la nostra vita. g.b.
Lunedì 13 Febbraio 2012
“L’AMORE È PAZIENTE”. (1 Corinzi 13:4)
“Dopo aver letto, in questo brano dell’apostolo Paolo, tutto quello
che l’amore è e non è, qualcuno forse avrà concluso:
“Ho capito, questa è l’esatta descrizione dell’amore
che io non ho”. E sarebbe una conclusione onesta, che tutti potremmo e
dovremmo fare. Perché qui non si fa psicologia umana, ma si parla di
qualità divine che in Cristo sono state rivelata e per grazia possono
esserci trasmesse se lasciamo operare Cristo in noi. Guardando a Lui, imparo
che l’amore cerca il bene dell’altro, e se l’altro non vuole
farsi amare, ma anzi mi risponde con i calci, non per questo dovrò smettere
di amarlo. Forse il mio amore assumerà un’altra forma, ma non mollerà,
terrà duro, perché l’amore è paziente. Soffre, ma
sopporta. Sopporta, perché spera. Spera, perché l’amore
porta vita e quindi può cambiare le cose. Come ha fatto, in modo perfetto,
l’amore di Gesù per noi. m.c.
Martedì 14 Febbraio 2012
“L’AMORE SIA SENZA IPOCRISIA”. (Romani 12:9)
AMORE: intenso sentimento di affetto, inclinazione profonda verso qualcuno o
qualcosa. IPOCRISIA: capacità di simulare sentimenti e intenzioni lodevoli
e moralmente buone, allo scopo di ingannare qualcuno per ottenerne la simpatia
o i favori. Queste le definizioni del dizionario Zanichelli. È evidente
il contrasto fra l’amore e l’ipocrisia. L’amore è anche
trasparenza e sincerità – l’ipocrisia è apparire ciò
che non si è, significa fingere. Che tristezza quando scopri che qualcuno
si comporta ipocritamente con te! L’ipocrisia era l’atteggiamento
che Gesù detestava e Lui conosceva bene il cuore delle persone per scoprirlo.
“Questo popolo Mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano
da Me. Invano Mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti
di uomini” (Matteo 15:8,9). L’uomo può essere ingannato,
ma Dio no! w.g.
Mercoledì 15 Febbraio 2012
“IO SANTIFICHERÒ IL MIO GRAN NOME CHE È STATO PROFANATO
FRA LE NAZIONI”. (Ezechiele 36:23)
È molto evidente che il Nome del Signore non è preso in considerazione
e, anzi, è profanato dappertutto. Come? Attraverso il lassismo morale,
la perversione sessuale, l’aborto legalizzato, lo sfruttamento dei bambini,
l’uso e l’abuso di droghe, le famiglie rovinate, gli omicidi, ecc.
Ma delle luci sono accese qui e là per santificare il Nome di Dio. Queste
luci sono vite di persone nate di nuovo in Cristo che seguono i Suoi insegnamenti
e il Suo esempio. Attraverso di loro il gran Nome di Dio torna a echeggiare
in tutto il mondo riportando amore, moralità, giuste relazioni, sorrisi
ai bambini, pace nel cuore, soddisfazione, appagamento, gioia, ecc. A quale
gruppo appartieni? A quello che profana il Nome di Dio o a quello che Lo santifica?
Che la nostra preghiera di oggi sia: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato
il Tuo Nome… attraverso di me! r.b.
Giovedì 16 Febbraio 2012
“QUALORA MIO PADRE E MIA MADRE M’ABBANDONINO, IL SIGNORE MI ACCOGLIERÀ”.
(Salmo 27:10)
Uno dei bisogni maggiori dell’uomo è sentirsi amato e amare. Senza
amore non siamo niente, anche se economicamente stiamo bene o abbiamo titoli
e onori. Troppe persone soffrono di solitudine e hanno la sensazione di non
contare per nessuno. Quante testimonianze strazianti. Quanti cuori feriti e
disperati, quante persone hanno gli occhi spenti e un vuoto interiore! Eppure
Dio ama tutti, senza distinzioni sociali o di razza. Egli è venuto dal
cielo per cercare e salvare i perduti, dando la Sua vita quale prezzo di riscatto:
questa è la meraviglia della Grazia di Dio! Se hai sperimentato la fragilità
dei sentimenti umani, se non hai nessuno presso cui trovare calore ed affetto,
allora volgi lo sguardo a Dio. Egli ti ama così come sei! L’ha
dimostrato dando Suo Figlio Gesù a morire sulla croce per te. Vuole riempire
per sempre il tuo cuore. s.g.
Venerdì 17 Febbraio 2012
“DÀ AL TUO SERVO UN CUORE INTELLIGENTE PERCHÉ IO POSSA AMMINISTRARE
LA GIUSTIZIA”. (1 Re 3:9)
Fu il re Salomone a pronunciare queste parole: chiese a Dio la saggezza per
guidare il Suo popolo. Egli era consapevole che Dio è giustizia e solo
Lui può donarla agli uomini. Di quanti scandali riguardanti la giustizia
nel nostro paese siamo testimoni oggi?! I telegiornali ne riportano casi eclatanti
quasi tutti i giorni. Onestamente, quale giustizia troviamo in noi stessi? Quel
poco di giustizia che abbiamo è sempre relativa, condizionata, non obiettiva
e cambia col mutare dei nostri sentimenti. Perciò per discernere il bene
dal male è necessario avere un punto di riferimento comune e perfetto:
Dio e la Sua Parola. Egli è degno di esserLo perché è santo,
puro, giusto, perfetto, non ha riguardi personali, non mente non ruba, non è
egoista, non cambia mai… Attingi alla Sua Parola con umiltà e fiducia,
ricordando che la Sua Parola è una lampada al tuo piede e una luce sul
tuo sentiero (Salmo 119:105). e.s.
Sabato 18 Febbraio 2012
“L’ETERNO È VICINO A QUELLI CHE HANNO IL CUORE AFFLITTO”.
(Salmo 34:18)
Una classica obiezione di chi rifiuta l’idea di un Dio al tempo stesso
infinitamente buono e potente è: “Se un Dio del genere esistesse
nel mondo, non ci sarebbe tutto questo male nel mondo, non ci sarebbero miliardi
di persone che muoiono di farne, né il cancro o i terremoti o i bambini
Down…”. La Scrittura ci spiega che la sofferenza è entrata
nel mondo perché l’uomo si è ribellato a Dio. Non è
dunque imputabile al Signore, ma Egli se ne serve come un megafono per dire
che qualcosa non va, che il peccato fa schifo, che l’uomo ha bisogno di
Dio, che l’unica via di salvezza per l’uomo è Cristo. Gli
afflitti saranno consolati, ma solo se si rivolgono all’unica fonte di
vera consolazione, il Signore Gesù (2 Corinzi 1:3,4). m.m.
Domenica 19 Febbraio 2012
“O ETERNO, LIBERACI… AFFINCHÉ TUTTI CONODCANO CHE TU SOLO
SEI L’ETERNO”. (Isaia 37:20)
Tempo fa mi è capitato di avere un problema con l’auto; in pratica
alla messa in moto tutte le lancette degli indicatori sul cruscotto sembravano
come impazzite, e spesso l’auto si fermava e non ripartiva più.
Sono andato dal meccanico e così ho scoperto che il cavo di massa era
difettoso; un lavoro da poco ed economico. La cosa curiosa è che nel
parlarne con i colleghi erano venute fuori tante di quelle teorie, anche bizzarre,
sull’eventuale causa. Quando poi ho avuto la diagnosi del meccanico, uno
di loro ha detto: “Non per niente è meccanico, chi può saperlo
meglio di lui!”. Cosa voglio dire con questo? Esiste un solo Liberatore
nel creato, e questo è l’Eterno! Solo Lui ci conosce intimamente
e sa come liberarci dalle paure, dalle difficoltà, dai nemici, dalle
ansie, ecc. Quando Lo lasciamo agire come tale, saremo una testimonianza per
gli altri perché avremo portato gloria a Lui e forse ci chiederanno qualcosa
in merito al nostro Dio. Non sprechiamo tempo, anzi approfittiamo delle occasioni
giornaliere per far conoscere agli altri la forza liberatrice del nostro Dio!
p.p.
Lunedì 20 Febbraio 2012
“GUARDATEVI DAL DISPREZZARE UNO DI QUESTI PICCOLI BAMBINI”. (Matteo
18:2,10)
È un avvertimento molto solenne che Gesù rivolge a noi adulti
ancora oggi. Il bambino è una persona in formazione. Quel che sarà
da grande è la somma di ogni piccolo stimolo che ha ricevuto da tutto
ciò che lo circonda, compreso il disprezzo. “Chi disprezza il prossimo,
pecca, ma beato chi ha pietà dei miseri!” dice un proverbio biblico
(Proverbi 14:21). Nel caso si disprezzi un bambino, al peccato si aggiunge anche
l’influenza negativa sulla sua formazione. Bisogna piuttosto apprezzare
ogni piccolo impegno da parte del bambino affinché non si scoraggi, ma
cresca armoniosamente. Il fondatore dello scoutismo afferma: “Fate comprendere
al ragazzo il concetto che a lui è stato dato un corpo meraviglioso,
da custodire e sviluppare come opera e tempio di Dio, un corpo che fisicamente
è in grado di compiere un buon lavoro ed azioni coraggiose, se guidato
dal senso del dovere e da uno spirito cavalleresco, in una parola da un animo
moralmente elevato” (Robert Baden-Powell). e.m.
Martedì 21 Febbraio 2012
“DEMOLIAMO I RAGIONAMENTI E TUTTO CIÒ CHE SI ELEVA ORGOGLIOSAMENTE
CONTRO LA CONOSCENZA DI DIO”. (2 Corinzi 10:4,5)
Questo versetto era il motto che avevamo scelto negli anni ’50 quando
alcuni di noi hanno cercato di gettare le basi dei Gruppi Biblici Universitari
in Italia. È importante confrontare ogni cosa che si legge, si sente
e si studia con la Parola di Dio, per trovare una guida in mezzo alle molte
e diverse filosofie, idee e pratiche di oggi. Sono molte e diverse, è
vero, ma vanno tutte nella stessa direzione e hanno un solo obiettivo: la demolizione
degli assoluti, della morale, del concetto che c’è una verità
obiettiva e che esiste un Dio che si è rivelato, che ha parlato e a cui
un giorno tutti dovranno rendere conto. Dio si è rivelato e ha parlato,
ma l’ubbidienza a ciò che ha detto nella Bibbia non è spontanea.
Ci vuole, anche se siamo credenti, una costante e precisa decisione di sottomettere
a Lui i nostri ragionamenti. È questa la pratica della tua vita? m.t.s.
Mercoledì 22 Febbraio 2012
“LA BENEFICA MANO DEL MIO DIO ERA SU DI ME”. (Neemia 2:8)
“Forse mi sembrava che la “benefica mano” di Dio sia su di
me quando qualcosa mi va bene: un esame superato, una domanda di lavoro accolta,
una malattia guarita. In sostanza, il mio Dio mi appare buono quando si manifesta
come il mio benefattore. Neemia, a cui si devono queste parole, stava invece
già molto bene personalmente: era nientemeno che il coppiere del re di
Persia. Forte della sua alta posizione, fa una richiesta al suo sovrano, ma
non è un aumento di stipendio: gli chiede il permesso di andare a stare
peggio di prima: vuole andare a lavorare, faticare e soffrire a Gerusalemme
per ricostruire le mura abbattute. Il re glielo concede e Neemia vede in questo
la “benefica mano” del suo Dio. In che cosa vedo l’amore di
Dio per me? Nel numero di benefici che mi concede per il mio tornaconto personale
o nelle porte che mi apre per avere l’onore di servirLo? m.c.
Giovedì 23 Febbraio 2012
“RINNEGANO L’ETERNO E DICONO: NON ESISTE”. (Geremia 5:12)
Queste parole del profeta Geremia sono riferite al popolo d’Israele in
un momento buio della sua storia. Infatti il profeta ricorda come i figli d’Israele
avessero abbandonato Dio, alcuni diventano idolatri, altri dandosi a una vita
di piaceri dissoluti, altri ancora addirittura negando l’esistenza di
Dio. Il profeta usa parole molto pesanti dicendo in modo esplicito che quelle
persone avevano tradito e rinnegato Dio. Orbene, non ci vuole molto per capire
che le parole di Geremia sono attualissime. Pare quasi siano state pronunciate
pensando non all’Israele di allora, ma alla nostra società che
ha fatto del denaro e del piacere le proprie divinità, dove l’ateismo
è diventato una religione e dove molti vivono la propria vita senza curarsi
di Dio. Lasciamo dunque risuonare ancora le parole di Geremia: “È
proprio Me che offendono, dice l’Eterno, non offendono forse sé
stessi a loro propria vergogna?” (Geremia 7:19). La triste verità
è esattamente questa: chi vive lontano da Dio lo fa a proprio danno,
presente e futuro. f.a.
Venerdì 24 Febbraio 2012
“IL CUORE DELL’UOMO MEDITA LA SUA VIA, MA L’ETERNO DIRIGE
I SUOI PASSI”. (Proverbi 16:9)
Programmazione: sembra essere questa la parola d’ordine di molte attività
dell’uomo. In una società moderna ed efficiente si programma ovunque:
in politica, in economia, nelle scuole ecc. “Qual è il tuo programma
per questa giornata?”, mi domanda spesso mia moglie al mattino appena
sveglia! Certamente tutto ciò è indispensabile per la nostra vita.
Ci sono anche programmi a più vasto raggio che nascondono aspirazioni
e aspettative importanti. Mi sposerò? Farò questo o questo altro
lavoro? Abiterò in questa o quella città? Ecc. Quasi sempre però
le vicende prendono una piega diversa da quello che avevamo pensato. Chi crede
in Dio sa benissimo che la Sua sovranità prevale su quella dell’uomo,
e questo è un motivo di gratitudine. Ho sentito spesso questa frase da
molti cristiani: “Chissà cosa sarebbe stato della mia vita se il
Signore non l’avesse guidata!”. La cosa migliore per l’uomo
è cercare la volontà di Dio e, senza timore di sbagliare, possiamo
dire che in primo luogo questa è la Sua volontà per noi: “Che
crediamo in Colui che Egli ha mandato” (Giovanni 6:29). g.b.
Sabato 25 Febbraio 2012
“QUESTO POPOLO MI ONORA CON LE LABBRA, MA IL LORO CUORE È LONTANO
DA ME”. (Matteo 15:8)
Il versetto di oggi non ti fa pensare alla nostra Italia? Infatti, la maggior
parte degli italiani si definiscono cristiani con le labbra, ma… la maggior
parte dei cuori sono lontani da Dio. Cosa lo dimostra? I fatti: le cattive notizie
al telegiornale, la perdita dei valori, l’immoralità, l’egoismo,
ecc. Ma io e te possiamo fare la differenza riportando il nostro cuore al Signore
e stando vicini a Lui attraverso una vita di ubbidienza, di preghiera, di lettura
della Bibbia. di amore per il prossimo e per Dio stesso. Non importa quanto
siamo lontani dal Signore, basta solo ritornare a Lui così come ha fatto
il figlio prodigo della parabola raccontata da Gesù e Dio farà
tutto il resto… compresa una festa per il tuo tanto atteso ritorno. La
misericordia e la grazia di Dio non hanno confini: la prima, la Sua misericordia,
ci permette di non ricevere da Lui il castigo che veramente meritiamo, mentre
la seconda, la Sua grazia, ci dona quello che non meritiamo. r.b.
Domenica 26 Febbraio 2012
“SIETE STATI RISCATTATI CON IL PREZIOSO SANGUE DI CRISTO”. (1 Pietro
1:18)
Al tempo in cui l’apostolo Pietro scriveva queste parole, il riscatto
faceva pensare a uno schiavo che aveva alle tante persone vittime di rapimenti,
per la cui liberazione i familiari sono stati costretti a pagare “un riscatto”.
In entrambi i casi chi viene riscattato è una persona che vede finire
le sofferenze per la mancanza di libertà e che può gioire per
il radicale cambiamento di condizione e di vita. Ma da cosa erano “stati
riscattati” i destinatari della lettera scritta da Pietro? Pietro non
parla né di schiavitù (almeno così come normalmente noi
la intendiamo) né di rapimenti, ma del “vano modo di vivere”
tramandato loro “dai padri”. Cosa significa? Significa che ciascuno
di noi ha ricevuto in eredità “dai padri” (dai genitori,
dagli antenati fino a risalire ad… Adamo) una natura che ci porta inevitabilmente
a peccare e che, di conseguenza, ci rende schiavi. Solo “il prezioso sangue
di Cristo” può purificarci e liberarci, consentendoci anche di
vivere non più in modo “vano”, ma utile per noi, per gli
altri, per Dio. p.m.
Lunedì 27 Febbraio 2012
“SE UN UOMO PECCA CONTRO L’ETERNO, CHE INTERCEDERPER LUI?”
(1 Samuele 2:25)
Nel 1948 lo scienziato Einstein scriveva: “Il più grande problema
in ogni tempo si trova nel cuore e nei pensieri dell’uomo. Non si tratta
di un problema fisico, ma morale. È più facile modificare la composizione
del plutonio che lo spirito malvagio di un individuo. Non è la potenza
esplosiva di una bomba atomica che più ci spaventa, ma soprattutto la
potenza della malvagità del cuore umano”. La Bibbia afferma che
tutti sono peccatori e privi della gloria di Dio. La casa di tutti i mali che
travagliano il mondo, le famiglie e gli individui è l’egoismo dell’uomo.
Da quando l’uomo si è ribellato al Suo Creatore e Lo ha escluso
della sua vita, è diventato egoista, ingiusto e violento. Come possiamo
essere perdonati da Dio a scampare al Suo giudizio? 1. Dobbiamo riconoscere
il nostro bisogno spirituale. Non possiamo essere salvati, se prima non riconosciamo
di essere perduti. 2. Dobbiamo ravvederci e cambiare mentalità e modo
di vivere, dobbiamo cambiare direzione. 3. Dobbiamo cedere la nostra vita completamente
a Cristo. p.d.n.
Martedì 28 Febbraio 2012
“CHI HA AUTOCONTROLLO VALE PIÙ DI CHI ESPUGNA CITTÀ”.
(Proverbi 16:32)
La Bibbia ci insegna che padroneggiare, vincere sé stessi è una
virtù di gran lunga superiore al conquistare città. Penso che
ogni persona dovrebbe fare tesoro, nella propria vita, di questo insegnamento.
Gran parte della società odierna manifesta impazienza e di conseguenza
intolleranza verso ciò che le impedisce di soddisfare le proprie voglie.
Ma se la nostra speranza è in Dio, allora manifesteremo coraggio per
vivere nell’autocontrollo ogni aspetto della nostra vita (Salmo 27:14).
Quando lavoriamo sotto stress, quando ci sentiamo oppressi e siamo nella prova,
ma continuiamo a svolgere i nostri compiti quotidiani, questo è ciò
che farebbe Cristo. L’autocontrollo è un frutto dello Spirito Santo
(Galati 5:22): chiediamo dunque a Dio la forza per manifestare ogni giorno questa
virtù e l’autocontrollo, che ci rende sicuramente migliori, non
verrà mai meno! s.b.
Mercoledì 29 Febbraio 2012
“QUANDO SI FA TORTO A QUALCUNO, IL SIGNORE NON LO VEDE FORSE?” (Lamentazioni
3:36)
I bambini piccoli, dopo qualche birichinata, vanno sempre a nascondersi in qualche
angolino o sotto il letto convinti, nella loro ingenuità, di non essere
scoperti dai genitori. Questo è quello che pensano anche agli adulti
nei confronti del Signore. Forse Lo ritengono troppo lontano o troppo occupato
in cose più importanti per essere interessato, ad esempio, a un torto
che abbiamo fatto a un’altra persona. La nostra preoccupazione più
grande è di sottrarci al giudizio degli altri per non perderne la stima,
e crediamo di aver raggiunto l’obiettivo se riusciamo a non farci scoprire
da nessuno dei nostri conoscenti. Il rimprovero sottinteso nelle parole del
versetto di oggi, ci ricorda che agli occhi del Signore non distraggono mai
e che scorgono non solo le nostre azioni, ma anche i pensieri che le hanno originate.
L’attenzione di Dio però non è solo rivolta verso chi ha
commesso il torto, ma possiamo essere certi che anche la persona offesa e ferita
non sarà lasciata sola e sarà da Lui consolata. s.p.
Giovedì 1 Marzo 2012
“AVENDO TRALASCIATO IL COMANDAMENTO DI DIO VI ATTENETE ALLA TRADIZIONE
DEGLI UOMINI”. (Marco 7:8)
Mi colpirono le parole di un uomo che stava predicando il vangelo, il quale
disse: “Molte persone parlano del Signore, ma in realtà vogliono
intendere sé stesse”. I farisei erano un po’ così.
Conoscevano la legge di Dio, le Scritture, avevano una parvenza religiosa, parlavano
del Signore, ma il loro vero scopo era quello di ricevere l’ammirazione
e il denaro del popolo. I farisei commisero un errore molto grave: aggiunsero
alla Legge del Signore così tante tradizioni umane che questa ultima
passò in secondo piano. Oggi le cose non sono molto diverse da come lo
erano nel passato. L’uomo e le sue religioni, nonostante le apparenti
buone intenzioni, non si preoccupano di trasmettere la Parola di Dio come vuole
il Signore, ma hanno aggiunto a essa un’infinità di regole e tradizioni
umane fuorvianti. Ciò dovrebbe indurci a ritornare, come traspare dalle
parole di Gesù, al “comandamento di Dio”. Come riuscirci?
Ritornando alla semplice, attenta, lettura della Bibbia. s.v.
Venerdì 2 Marzo 2012
“TUTTE LE NAZIONI SONO COME NULLA DAVANTI ALL’ETERNO”. (Isaia
40:17)
In questo testo, dove si esalta la maestà e la grandezza di Dio, ci sono
espressioni come questa che a un primo impatto possono lasciarci sgomenti. Altre
simili le troviamo nel versetto 15 dello stesso capitolo: “Le nazioni
(per Dio) sono come una goccia che cade da un secchio, come la polvere minuta
delle bilance; e le isole come un pulviscolo che vola”. Come può
il Dio infinito fare caso a simili minuzie? Ma non è così. Le
nazioni sono come un nulla davanti a Lui, eppure le considera tutt’altro
che un nulla. L’apostolo Paolo, parlando di Gesù, dice: “Non
considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente,
ma spogliò Sé stesso prendendo forma di servo, divenendo simile
agli uomini e si fece ubbidiente fino alla morte di croce” (Filippesi
2:6,8). Gesù è quel Dio davanti al quale le nazioni sono come
il nulla, ma il Suo amore verso queste è stato così grande da
accettare un’umiliazione incommensurabile e morire sulla croce portando
su di Sé il peccato immane di tutti. Questo è il Dio della Bibbia,
il nostro Dio. A Lui sia la gloria! g.b.
Sabato 3 Marzo 2012
“TUTTO QUESTO ALLO SCOPO DI CONOSCERE CRISTO”. (Filippesi 3:10)
Gli uomini si inorgogliscono dei privilegi e delle conquiste conseguite. Ma
l’apostolo Paolo, che apparteneva all’aristocrazia farisaica e che
possedeva quelle caratteristiche delle quali un uomo normalmente si vanta, considerava
invece tutti questi privilegi senza alcun valore in confronto alla conoscenza
di Cristo. Infatti lo scopo del vero credente non è l’affermazione
del proprio io, ma la conoscenza approfondita e reale di Gesù Cristo.
Conoscere il Signore implica un rapporto personale, mediante il quale ci affidiamo
a Lui, basandoci sulle Sue promesse. Vuol anche dire invocare la Sua misericordia
e il perdono dei nostri peccati. Ogni impegno e attività che sto facendo
oggi mi danno modo di conoscerLo? Quali sono le cose a cui tu sei disposto a
rinunciare per poter conoscere Cristo? Sicuramente dedicare qualche minuto ogni
giorno alla preghiera e alla lettura della Parola di Dio è indispensabile.
Vorrei consigliarti la lettura del libro: Conoscere Dio, di J. I. Packer, Edizioni
Voce della Bibbia. g.f.r.
Domenica 4 Marzo 2012
“DIO MI RISTORA L’ANIMA MIA”. (Salmo 23:3)
Invito il lettore a leggere tutto il Salmo 23. È un poema meraviglioso
che Davide ha scritto usando il linguaggio del pastore, lavoro da lui svolto
per molti anni. Inizia dicendo: “Il Signore è il mio Pastore”
e da questa dichiarazione dipende tutto il resto. Davide sa quale è il
compito del Pastore: proteggere e curare il gregge provvedendo al mangiare,
al bere e alla sua crescita. Davide ha svolto bene questo lavoro e ora riconosce
di essere parte del gregge curato da un Pastore molto più eccellente:
Dio stesso. Ristorare l’anima. Ho pensato molto a questa espressione;
ritengo che sia un’affermazione tanto forte quanto reale e profonda che
può sperimentare solo chi ha una giusta relazione con Dio. Quando l’anima
e il cuore sono oppressi da angoscia e dolore, soprattutto morali, nessuno può
aiutare nella maniera appropriata. Infatti il nostro intimo è insondabile
per l’uomo, ma è perfettamente conosciuto e amato da Dio. Quante
volte Dio stesso ha ristorato la mia anima! Quanta disperazione per chi non
ha così grande e generoso PASTORE! w.g.
Lunedì 5 Marzo 2012
“L’ETERNO DIO FA GIUSTIZIA ALL’ORFANO E ALLA VEDOVA”.
(Deuteronomio 10:17,18)
Io so per esperienza personale che questa promessa del Signore è vera.
Non è facile ritrovarsi da un giorno all’altro senza un padre.
Il mondo sembra crollati addosso e anche il cielo! A me e ai miei fratelli mancavano
i suoi abbracci, il suo affetto, i suoi consigli, i suoi incoraggiamenti, il
suo saper ascoltare, la sua fede vivente… ci mancava terribilmente papà!
Tante domande: Come andare avanti? Quanti cambiamenti bisognava fare? Saremmo
riusciti a finire gli studi? A quel punto è intervenuto il Signore con
questa e altre promesse. La mamma avendo fiducia nel Dio che difende gli orfani
e le vedove, è andata avanti coraggiosamente e ha lavorato ogni giorno
con l’aiuto divino. Il Signore è stato fedele dandoci tutto quello
di cui avevamo bisogno ed è stato, ed è ancora per noi, quel padre
che non abbiamo più. Dio ha portato avanti la nostra causa e quando avevamo
bisogno di qualcuno che ci difendesse, tra le ingiustizie e l’indifferenza
di chi un padre ce l’ha e non sa cosa vuol dire no averlo. Egli lo ha
fatto. Sì, Dio difende gli orfani e le vedove! r.b.
Martedì 6 Marzo 2012
“IO, L’ETERNO, SONO IL PRIMO; IO SARÒ CON GLI ULTIMI”.
(Isaia 41:4)
Presentandosi come Colui che è “il Primo”, il Signore ci
ricorda il Suo primato nel tempo (la Sua eternità!), il Suo primato su
tutta la realtà (la Sua sovranità e la Sua onnipotenza), ma anche
il Suo primato nei valori (il Suo amore, la Sua giustizia, la Sua santità).
Se così non fosse, Egli non sarebbe Dio! Ma… chi sono “gli
ultimi” dalla cui parte il Signore dice di schierarsi? Per il nostro comune
modo di pensare, “gli ultimi” sono i poveri, gli emarginati, i sofferenti:
coloro che a causa della loro povertà o della loro malattia sono costretti
a vivere ai margini della società, spesso trascurati e dimenticati. Ma
per il Signore in realtà”gli ultimi” sono coloro che mettono
gli altri sempre prima di loro, mossi da un atteggiamento di umiltà,
da un desiderio di amore, da un impegno di servizio. Sono coloro cioè
che non sono “ultimi” a causa delle circostanze sfavorevoli della
vita, ma sono “ultimi” per scelta. Ecco allora un’indicazione
importante per me: il Signore starà dalla mia parte quando accetterò
di essere “ultimo”. Accettando di essere “ultimo”, avrò
sempre con me Colui che è “il Primo”! p.m.
Mercoledì 7 Marzo 2012
“E TU, CHE DICI DI GESÙ?”(Giovanni 9:17)
Le opinioni su Gesù possono essere tante. Dalle più nobili, come
per chi Lo considera un esempio sublime e un grande Maestro di vita, alle più
degradanti, come Lo ritiene un illuso e un fallito. Su un giornale ho letto:
“Gesù non ha mai detto di essere Dio”. Ma che Vangelo leggono?
Una volta Gesù ha chiesto ai dodici discepoli che cosa dicesse di Lui
la gente, e poi lo ha chiesto direttamente a loro: “E voi chi dite che
Io sia?” La risposta è stata: “Tu sei il Cristo”. Oggi
Gesù non chiede opinioni: ha dimostrato abbastanza CHI è. La Sua
vita senza peccato, i miracoli, le Sue parole, la Sua morte espiatoria e la
Sua resurrezione hanno più che dichiarato la Sua deità e la Sua
potenza. Oggi Egli si offre come oggetto di fede. Dice: “Chi ha visto
Me ha visto il Padre, Io e il Padre siamo uno. Io sono la via, la verità
e la vita: nessuno viene al Padre se non per mezzo di Me. Chi crede in Me ha
vita eterna”. Tu che ne dici? m.t.s.
Giovedì 8 Marzo 2012
“MARIA, SEDUTASI AI PIEDI DI GESÙ, ASCOLTAVA LA SUA PAROLA”.
(Luca 10:39)
Dei genitori non sappiamo nulla, ma sappiamo che Maria e Marta erano sorelle
e avevano un fratello di nome Lazzaro e, come capita ancora oggi, c’era
un certo antagonismo tra di loro. Un legame di amore profondo quello tra fratelli
e sorelle, ma anche motivo di gelosie o litigi perché, come in questo
caso, tra le due sorelle ci sono delle differenze. Una è più pratica,
l’altra più contemplativa, una vede le cose da sbrigare, l’altra
preferisce stare ferma per ascoltare e imparare. Così Marta pensa di
trovare un alleato in Gesù e Gli chiede di rimproverare sua sorella:
“Insomma, Gesù, perché devo fare tutto io mentre mia sorella
sta lì ferma ad ascoltarTi? Qui c’è da lavorare e lei, come
al solito, mi lascia sola!”. Gesù non rimprovera Maria, ma rimprovera
Marta, che, credo, sia rimasta molto delusa. Marta imparò che per servire
bene, senza mormorii e lamentele, bisogna prima predente del tempo per stare
fermi ai piedi di Gesù. a.m.
Venerdì 9 Marzo 2012
“NON FATE LE VOSTRE VENDETTE, MA CEDETE IL POSTO ALL’IRA DI DIO”.
(Romani 12:19)
Questa bella esortazione ci viene rivolta dall’apostolo Paolo che con
queste parole tocca un tasto molto delicato e sempre attuale. Infatti è
quasi impossibile trovare una persona che non abbia mai fatto qualche piccola
vendetta o che, quanto meno, non abbia avuto propositi di vendetta. La domanda
che dobbiamo porci è: perché non è lecito vendicarsi quando
la vendetta, in fondo non è altro che un atto di giustizia? Rispondo
a questa domanda ricordando che l’unico che può veramente fare
giustizia, in quanto Giudice perfetto, è Dio. La nostra povera giustizia
umana lascia tanto a desiderare che il metterla in atto si configura come un’ingiustizia!
Non è ovviamente in discussione la giustizia che viene esercitata nei
tribunali che è necessaria e voluta da Dio. Paolo si riferisce ai rapporti
interpersonali e ci dice di non fare vendetta mai, perché non siamo in
grado di dare la giusta retribuzione. Ricordiamocelo! f.a.
Sabato 10 Marzo 2012
“ESDRA FECE LA LETTURA DEL LIBRO DELLA LEGGE DI DIO OGNI GIORNO”.
(Neemia 8:18)
Provate a immaginare la scena qui raccontata: tutto il popolo radunato a Gerusalemme
che ascolta la Legge; e lo fa in piedi per rispetto davanti alla Parola di Dio!
E noi, ci alziamo in piedi, metaforicamente parlando, davanti alla Parola? Tremiamo
di fronte allo strumento con cui Dio ha scelto di rivelarSi a noi? Oppure siamo
talmente abituati a vedere Bibbie nelle nostre case, chiede o librerie che abbiamo
smesso di stupirci di questo mistero e di apprezzare e lodare per questo dono
prezioso? “Quanto amo la Tua legge! Come sono dolci le Tue parole al mio
palato!” dice il Salmo 119 nei versetti 97 e 103. Possiamo noi dire altrettanto?
La lettura della Parola è il piacere di ogni giorno o è soltanto
un dovere, una abitudine, un rito domenicale, un modo per tacitare la nostra
coscienza? m.m.
Domenica 11 Marzo 2012
“GRANDE È IL NOSTRO SIGNORE, LA SUA INTELLIGENZA È INFINITA”.
(Salmo 147:5)
Quando gli israeliti tornarono nella loro terra, dopo la deportazione, trovarono
desolazione e case distrutte. Dio si prese cura di loro mostrando la Sua grandezza
e la Sua intelligenza nei loro confronti. Molti di essi avevano confessato i
loro peccati ed erano tornati al Signore Dio li consolò mediante la Sua
Parola. Il nostro Dio è così grande che conosce ogni persona,
ogni dolore e dispiacere. Il Dio delle galassie, che conosce il numero delle
stelle, e le chiama tutte per nome, è Lo stesso che guarisce chi ha il
cuore spezzato e che fascia le loro piaghe. Egli ricostruisce Gerusalemme e
aiuta il Suo popolo. Perché per Lui non esiste peso troppo grande né
dolore troppo profondo. Spesso vedo la grandezza e l’intelligenza di Dio
nel modo in cui Egli agisce nella mia vita, e ne rimango meravigliato. A volte
non me ne rendo conto subito, ma solo tempo dopo, guardando indietro. Con la
Sua intelligenza infinita, Lui non sbaglia mai. a.p.
Lunedì 12 Marzo 2012
“IO HO L’ETERNO CHE MI SALVA!”. (Isaia 38:20)
Queste sono le parole pronunciate in preghiera dal re Ezechia, dopo che era
stato guarito da una malattia mortale e aveva avuto la promessa che la sua vita
sarebbe stata prolungata di 15 anni. Tutta la preghiera è bellissima,
accompagnata da promesse di fedeltà, di umiltà e riconoscenza
che, purtroppo, non furono mantenute (leggete tutto il capitolo!). Per di più,
durante quei quindici anni di vita concessi in più, nacque a Ezechia
un figlio, che, divenuto re, compì le peggiori nefandezze, fra cui, pare,
mettere a morte proprio il profeta Isaia che aveva interceduto e curato il padre
malato. È facile fare preghiere e promesse nel momento della crisi, della
malattia, del pericolo. Ma non è sempre facile, anzi spesso è
molto difficile mantenerle. Facciamoci attenzione. m.t.s.
Martedì 13 Marzo 2012
“O DIO, IN TE È LA FONTE DELLA VITA, E PER LA TUA LUCE NOI VEDIAMO
LA LUCE”. (Salmo 36:9)
Questa è l’affermazione di una persona che ha toccato con mano
la bontà di Dio e riconosce che senza di Lui non ci sono né vita
né luce. Dio è fonte della vita, perché l’ha creata
ed è Lui che la sostiene. Il mondo è stato creato in modo meraviglioso
e perfetto, e chi studia la natura non può che stupirsene. Chi non vuole
riconoscere l’esistenza di un Dio creatore, attribuisce tutto al caso,
ma è una teoria molto difficile da sostenere. Il salmista, poi, dice
che la luce di Dio permette all’uomo di vedere la luce, e si intende in
senso spirituale. La Bibbia, infatti è la Parola di Dio e solo chi vi
si avvicina con il vero desiderio di conoscere Dio Lo troverà. Una lettura
intellettuale della Bibbia non porta a Dio. h.p.
Mercoledì 14 Marzo 2012
“È PROPRIO VERO CHE DIO ABITERÀ SULLA TERRA? ECCO, I CIELI
DEI CIELI NON TI POSSONO CONTENERE”. (1 Re 8:27)
Lo spirito religioso ha da sempre spinto l’uomo a costruire edifici e
templi spesso di grande bellezza per onorare le proprie divinità. Anche
il re Salomone, famoso per la sua saggezza e ricchezza, costruì un tempio
magnifico per il suo Dio. Certo, l’uomo ha bisogno di riferimenti concreti
per il suo culto. Ha bisogno di conoscere un luogo o un tempio dove poter incontrare
Dio, quando Israele peregrinava nel deserto Dio venne incontro a questa necessità
con il tabernacolo e in seguito con il magnifico tempio. Salomone, che conosceva
l’immensità di Dio, capiva comunque che qualsiasi tempio sarebbe
stato inadeguato. Le parole del versetto di oggi, che sono di questo famoso
re, costituiscono un preludio alle parole che Gesù rivolse alla samaritana
la quale gli aveva chiesto in quale luogo bisognava adorare: “Dio è
spirito e quelli che Lo adorano bisogna che Lo adorino in spirito e verità”
(Giovanni 4:24). Oggi no c’è più bisogno di nessun tempio,
perché lo Spirito Santo viene ad abitare nei cuori di coloro che credono
in Gesù. È questa la tua realtà? g.b.
Giovedì 15 Marzo 2012
“IO STO ALLA PORTA E BUSSO”. (Apocalisse 3:20)
Queste parole di Gesù mi ricordano le parole dell’apostolo Giovanni
che si trovano nel suo Vangelo: “Egli (Gesù) è venuto in
casa Sua e i Suoi non l’hanno ricevuto” (Giovanni 1:11). È
un versetto molto triste: Gesù era venuto dal Suo popolo, aveva bussato
alla porta dei loro cuori, ma la nazione d’Israele l’aveva respinto,
rifiutandosi di accoglierLo come Dio e Salvatore. Gesù aveva anche bussato
individualmente al cuore delle persone e qualcuno Gli aveva aperto. Conosci
la storia di Zaccheo, esattore della tasse, che, essendo basso di statura, si
arrampicò su un albero per vedere Gesù? Quando Gesù arrivò
sotto l’albero, bussò al cuore di Zaccheo, dicendogli che voleva
essere suo ospite. La Bibbia ci dice che Zaccheo “si affrettò a
scendere e Lo accolse con gioia” (Luca 19:6) e promise al Signore che
da quel giorno avrebbe cambiato vita. Gesù commentò: “Oggi
la salvezza è entrata in questa casa” (Luca 19:9). Zaccheo ha aperto
la porta del suo cuore a Gesù ed è stato salvato. Ed anch’io
un giorno l’ho fatto ed Egli mi ha salvata. Non vuoi farlo anche tu? a.r.m.
Venerdì 16 Marzo 2012
“MARIA DISSE: LO SPIRITO MIO ESULTA IN DIO, MIO SALVATORE”. (Luca
1:47)
Maria esulta Dio perché riconosce in Lui il suo Salvatore. Riconosce
dunque il suo bisogno personale di perdono e di salvezza. L’angelo però
non aveva parlato né di perdono né di salvezza. Da dove aveva
trattato allora Maria la convinzione che l’annuncio significava per le
la salvezza? Risposta: dal fatto che Maria era un’ebrea e come tale sapeva
che il suo destino era collegato a quello del suo popolo. Nel seguito del cantico
proclama il motivo della sua esultanza: “[Dio] ha soccorso Israele, suo
servitore, ricordandosi della misericordia, di cui aveva parlato ai nostri padri,
verso Abraamo e verso la sua discendenza per sempre”. La misericordia
di Dio verso il suo servitore Israele significa salvezza personale anche per
Maria, che accetta di essere la serva di Dio. Se oggi posso accettare Gesù
come mio personale Salvatore è perché un giorno Dio si è
ricordato della sua misericordia verso Abraamo e ha soccorso il suo servitore
Israele. m.c.
Sabato 17 Marzo 2012
“ANDIAMO, ANDIAMO A IMPLORARE IL FAVORE DELL’ETERNO”. (Zaccaria
8:21)
Ci sarà un giorno di benedizione in cui i popoli di tutta la terra si
uniranno ai giudei per via del loro rapporto con Dio (Zaccaria 8:22-23). Il
profeta Zaccaria descrive Gerusalemme come pacifica (da notare che attualmente
Gerusalemme e il popolo d’Israele non godono di pace); poi Gerusalemme
è descritta come prosperosa con le sue strade piene di fanciulli e fanciulle,
vecchi e vecchie felici (Zaccaria 8:3-5)… Leggendo questi versetti ci
troviamo davanti alla descrizione di ciò che accade da venti secoli:
l’influenza che viene da Gerusalemme nel nome della Cristianità,
dovrebbe portare le Nazioni del mondo all’amore verso il Dio degli Ebrei.
In quel giorno la presenza del Messia, il Signore Gesù, attirerà
persone da tutto il mondo e la loro implorazione di salvezza sarà esaudita.
s.b.
Domenica 18 Marzo 2011
“UN GIORNO NEI TUOI CORTILI, O DIO, VALE PIÙ CHE MILLE ALTROVE”.
(Salmo 84:10)
È la qualità che dà valore! Qui il paragone è tra
i “cortili” della dimora di Dio, e “altrove”. I “cortili”
di Dio raffigurano la presenza di Dio. Una presenza rassicurante, amorevole
ma allo stesso tempo per nulla invadente. Il cortile rappresenta l’anticamera
della corte reale. Un luogo aperto nel quale l’ospite possa rilassarsi
e godere la bellezza naturale della vegetazione ben curata. E poi c’è
il palazzo del Re dei re. In esso l’ospite viene invitato a entrare. Spetta
solo a lui la decisione. Il Re invita tutte le persone del mondo alla Sua presenza!
L’”altrove”, di contro, rappresenta tutto ciò che è
lontano da Dio. Benché non ci sia un solo millimetro in tutto l’universo
che non sia riempito della presenza di Dio, ci sono luoghi nei quali vige la
signoria di Satana, il principe di questo mondo (Giovanni 14:30). “Altrove”
è parvenza di divertimento, di scienza, di vita, ma la sostanza è
tristezza e morte, e la fine è la separazione eterna da Dio. Cosa sceglierai?
e.m.
Lunedì 19 Marzo 2012
“GESÙ CHIAMAVA DIO PADRE, FACENDOSI UGUALE A DIO”. (Giovanni
5:18)
La perfetta divinità di Gesù è una dottrina fondamentale
della fede cristiana. Ci sono persone che la negano, ma molti di più
sono quelli che, specie nel passato, hanno cercato di capire e di spiegare alla
ragione umana come in una sola persona possano coesistere perfetta divinità
e perfetta umanità. Il tentativo è assurdo. L’incarnazione
dell’eterno Figlio di Dio resta, per la nostra mente limitata, uno dei
misteri più grandi, ma per il nostro cuore è la verità
più sublime. Dice la Bibbia che per queste Sue caratteristiche Gesù
può “simpatizzare con le nostre debolezze” (Ebrei 4:15),
“conosce le nostre tentazioni e per questo può venire in aiuto
a quelli che sono tentati” (Ebrei 2:18). Questo proprio perché
è stato uomo come noi. Quale aiuto, quale disponibilità, quale
amore, quale vicinanza ha voluto esprimere il Dio onnipotente verso la Sua creatura!
Ma ancora di più il Suo corpo umano è stato trafitto a motivo
del nostro peccato, affinché potessimo ricevere un perdono eterno. Hai
realizzato questo per fede? g.b.
Martedì 20 Marzo 2012
“L’ETERNO NON CI TRATTA COME MERITANO I NOSTRI PECCATI”. (Salmo
103:10)
Per te che pensi: “Ho commesso qualcosa di imperdonabile” , c’è
una buona notizia; “Se confessi i tuoi peccati, Dio è fedele e
giusto da perdonarti da OGNI iniquità” (1 (Giovanni 1:9). Per te
che pensi: “Devo pagare per il mio peccato”, c’è un’altra
buona notizia: Gesù portò i nostri peccati nel Suo corpo, sul
legno della croce” (1 Pietro 2:24). Per te che pensi: “Non sono
degno del perdono e dell’amore di Dio”, c’è un invito:
“Avvicinati con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia
e grazia” (Ebrei 4:16). Per te che pensi: È impossibile dimenticare
quello che ho fatto” c’è una realtà: “E non
Mi ricorderò dei loro peccati e delle loro iniquità” (Ebrei
10:17), dice il Signore. “Gesù, la mia bellezza consiste nella
Tua veste di giustizia che mi copre con la Tua gloria” (John Wesley).
m.f.
Mercoledì 21 Marzo 2012
“PER MEZZO DI GESÙ, CHIUNQUE CREDE È GIUSTIFICATO”.
(Atti 13:39)
Sto male. Amici premurosi mi informano che i miei sintomi sono quelli di una
malattia molto grave, forse mortale. Vado da un medico rinomato. Lui mi visita
e riconosce la gravità della mia malattia, ma mi dice che se prendo subito
un certo medicinale in pochi giorni guarirò. Gli amici premurosi invece
mi avvertono che altri hanno preso lo stesso farmaco e dopo qualche giorno sono
morti. Che fare? A chi credere? L’importante è la fede –
ho sentito dire – non importa in chi e in che cosa, purché sia
fede intensa. Adesso però la cosa non mi convince: la filosofia va bene,
ma la pelle è la pelle. E ho ragione. E se la cosa è vera per
la vita temporale, lo è tanto più per la vita eterna. “Io
so in Chi ho creduto” (2 Timoteo 1:12) dichiara l’apostolo Paolo,
il quale ha anche detto: “Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato”
(Atti 16:31). Questa è la Persona e queste sono le parole in cui credere.
m.c.
Giovedì 22 Marzo 2012
“L’ETERNO È CON VOI, QUANDO VOI SIETE CON LUI”. (2
Cronache 15:2)
Quanto sono belle le promesse del Signore! Il versetto di oggi ce ne propone
una splendida, che si divide in due parti importanti: Dio sarà con te
oggi se tu sarai con Lui. È una promessa a condizione. La parola di Dio
è piena di queste promesse; per esempio Lui perdona i nostri peccati
se li confessiamo sinceramente… Cosa possiamo apprendere della promessa
di oggi? Cari nel Signore, non ci illudiamo di avere il Signore con noi quando
il nostro cuore è lontano da Lui. Quando ero fidanzato abitavo a 800
km dalla mia cara e il mio collega mi diceva spesso: tu sei qui, ma non sei
qui! Io ero lì ma il mio cuore era là dove era la mia amata. Il
Signore non si impone a nessuno perché vuole essere amato e cercato.
Se il nostro cuore desidera e brama il cielo, Lui ci promette che sarà
con noi e non ci abbandonerà mai, anche oggi! La nostra parte è
di sapere se il nostro cuore è innamorato di Lui, e di conseguenza Lui
sarà con noi. p.p.
Venerdì 23 Marzo 2012
“NESSUNO AGISCA SLEALMENTE VERSO LA MOGLIE DELLA SUA GIOVINEZZA”.
(Malachia 2:15)
Dicono che sia il più bel giorno di tutta la vita. In effetti la cerimonia
del matrimonio viene preparata con cura meticolosa perché tutto sia perfetto
e bellissimo. La scena di due giovani felici e sorridenti è presente
nell’immaginario di tutti noi forse per averla vista molte volte o anche
vissuta in prima persona. Eppure, quella che inizialmente sembrava una passeggiata
tutta in discesa può, nel corso del tempo, diventare un cammino faticoso
e in salita. Allora si può assistere al fallimento di tanti bei sogni
di fedeltà per tutta la vita e al diffondersi della tanto attuale piaga
delle separazioni e dei divorzi. Anche se oggi sono molto cambiati la mentalità
e gli stili di vita rispetto al passato, già allora la Bibbia metteva
in guardia contro i pericoli che incombono sul matrimonio. L’elemento
essenziale è l’amore , che deve essere costante e sincero e che
comprende il vincolo di fedeltà e di impegno per sempre. s.p.
Sabato 24 Marzo 2012
“DIO NON HA RIGUARDI PERSONALI”. (Atti 10:34)
Le parole del versetto di oggi sono state pronunciate dell’apostolo Pietro
quando il Signore lo mandò a predicare il Vangelo a Cornelio, un centurione
romano che poi divenne cristiano con tutta la sua famiglia. Fino allora Pietro
aveva pensato che il messaggio di salvezza del Vangelo fosse riservato solo
agli Ebrei, ma Dio gli mostrò con la massima chiarezza che davanti a
Lui non ci sono distinzioni di sorta, la salvezza viene offerta indistintamente
a ogni essere umano. La morte di Cristo sulla croce per l’espiazione del
peccato dell’umanità, ha un valore universale e copre il bisogno
di salvezza di tutti gli uomini del passato, di quelli del presente e anche
di quelli che devono ancora nascere. Lo ripeto, senza distinzioni, ma a un’unica
condizione: la fede sincera che comporta non solo il credere, ma anche l’essere
disposti a sottomettere la propria vita alla volontà di Dio. f.a.
Domenica 25 Marzo 2012
“L’ETERNO DISSE: IL MIO NOME SIA PROCLAMATO SU TUTTA LA TERRA”.
(Esodo 9:16)
Qui il Signore che parla ed è naturale che Egli rivendichi il tributo
che il Suo eccelso “Nome” merita, perché Egli è Dio.
Tuttavia, se si legge l’intero versetto, colpisce il fatto che Dio avesse
detto queste parole del faraone, quando gli annunziò un’altra delle
sue famose “piaghe”. Così dice il versetto: “Io ti
ho lasciato vivere per questo: per mostrarti la Mia potenza perché il
Mio Nome sia proclamato su tutta la terra” (versetto 16). Qui abbiamo
un fatto paradossale: non si trattava di un fedele che offriva un contributo
di lode e adorazione al proprio Dio, ma del faraone, un uomo testardo e orgoglioso,
che sistematicamente aveva disatteso gli ordini del Signore che gli aveva ordinato
di lasciar andare il Suo popolo. Il Signore ha saputo glorificarsi anche in
questa situazione, perché Egli è il Dio che può tutto.
Qui c’è materia di riflessione per chi si oppone al Signore. Niente
è più insensato di ciò. Dio infatti può esaltarsi
anche attraverso tale opposizione e l’oppositore finir male lo stesso!
Meglio dunque essere adoratori di buona volontà! t.m.
Lunedì 26 Marzo 2012
“RIPONI LA TUA SORTE NEL SIGNORE, CONFIDA IN LUI, ED EGLI AGIRÀ”.
(Salmo 37:5)
Se hai già provato, invano, a tirarti fuori da una situazione difficile,
oppure ti sei abbandonato alla disperazione e al dubbio, fai un ultimo tentativo:
riponi la tua sorte nel Signore! Dipende tutto da te: o Gli affidi il tuo destino,
o ti preoccupi per il tuo futuro! O ti affliggi per la montagna insormontabile
che ti sta davanti o alzi gli occhi verso Colui che può spostare la montagna.
Forse non attuerà esattamente ciò che speravi in questo momento,
forse non agirà nel modo in cui ti aspettavi, ma agirà nel solo
modo possibile per la tua fedeltà. Ricordati che il Signore ti può
liberare dalle tue difficoltà presenti, perché Egli si prende
cura di te e non ti abbandonerà mai. Tu gli appartieni e Lui non può
venire meno alle promesse che ti ha fatto. Perciò, non temere nulla oggi
ma raccomandata la tua sorte al Signore! g.f.r.
Martedì 27 Marzo 2012
“SE CERCATE L’ETERNO, EGLI SI FARÀ TROVRE DA VOI”.
(2 Cronache 15:2)
Nella vita siamo tutti alla ricerca di qualcosa, delle cose più importanti
alle più discutibili e superflue. A volte riusciamo, ma spesso restiamo
delusi. Cercare Dio è un’esperienza unica e la Sua Parola è
la nappa che ci guida in questa ricerca “Cercherai il Signore e Lo troverai”
promette Mosè al popolo (Deuteronomio 4:29) e Gesù conferma: “Cercate
e troverete” (Matteo 7:7). Questa ricerca non è vana: scopriremo
Dio, la Sua Persona, la Sua opera per noi, e l’amore indescrivibile che
Gesù Cristo ci offre. Troveremo la perla di gran valore (Matteo 13:45,46)
per cui vale la pena di vendere tutto il resto. E quando troviamo il Signore,
ci accorgiamo che Lui aveva già lasciato le 99 pecore per venire a cercare
proprio noi (Matteo 18:12-14)! Ma se riempiamo la nostra esistenza cercando
solo cose passeggere e illusorie, trascuriamo e abbandoniamo l’unica ricerca
che ci porta alla vera vita. Se è così resteremo davvero frustrati
e abbandonati. l.p.
Mercoledì 28 Marzo 2012
“DIO, QUANDO ERAVAMO MORTI NEI PECCATI, CI HA VIVIFICATI CON CRISTO”.
(Efesini 2:4,5)
La Bibbia afferma che la causa di tutti i mali che travagliano il mondo, le
famiglie e le persone è il peccato, l’egoismo dell’uomo.
Le conseguenze del peccato sono disastrose. L’uomo è morto spiritualmente,
cioè separato da Dio e privo della Sua vita. Il mondo è popolato
da persone morte spiritualmente che camminano. Per questo motivo l’uomo
non è in armonia con Dio, con sé stesso e con gli altri; è
spesso infelice e depresso. Inoltre l’uomo è schiavo di sé
stesso, delle sue passioni e concupiscenze, è schiavo di Satana, il nemico
di Dio. L’uomo è perduto, meritevole del giudizio di Dio. Ma Dio
è intervenuto in suo favore, spinto dalla Sua misericordia e dal Suo
amore. Ha preso l’iniziativa per donare le vita spirituale ai morti, per
vivificare l’uomo perduto. Dio ha fatto tutto per la salvezza dell’uomo,
donando il Suo Figlio a morire per lui. Ora ci chiede solo di porre la nostra
fiducia in Lui.
Giovedì 29 Marzo 2012
“MA TU, RIVOLGI LA TUA PREGHIERA AL PADRE E TE NE DARÁ LA RICOMPENSA”.
(Matteo 6:6)
In questo capitolo del Vangelo di Matteo sono elencate da Gesù tre azioni:
aiutare, pregare, digiunare. Oggi tutti sappiamo che cosa significhi la parola
visibilità e abbiamo incamerato bene il concetto che ci non è
visibile non esiste. È per questo che alcuni sono disposti ad andare
in televisione a raccontare i loro drammi, e altri usano internet per diventare
visibili almeno nel mondo virtuale. Il grande rischio, mentre aiutiamo con i
nostri soldi chi è nel bisogno o mentre preghiamo usando un vocabolario
altisonante o mentre digiuniamo girando con un atteggiamento da martiri, è
quello di compiere queste azioni spinti dalla visibilità. Lo faccio per
essere ammirato, visto e apprezzato da chi mi circonda. Gesù ci mette
in guardia e ci ricorda che Dio vede laddove gli uomini non possono vedere e
ciò che per Lui conta sono le vere motivazioni che ci spingono ad aiutare
chi è nel bisogno, a pregare e a digiunare. a.m.
Venerdì 30 Marzo 2012
“NOÈ FECE TUTTO QUELLO CHE DIO GLI AVEVA COMANDATO”. (Genesi
6:22)
Noè rappresenta il primo esempio di fede autentica riportato dalla Parola
di Dio; la cosa sorprendente è che la dimostra di fronte all’annunzio
da parte di Dio della distruzione del genere umano con il diluvio. Mi ha colpito
che non ha messo in discussione il progetto celeste, mi è divenuto il
costruttore dell’arca. Penso che questo esempio di fede fulgido e forte
non sia messo a caso proprio all’inizio della Parola. Adamo tradì
il suo Dio con la disubbidienza, ma Noè fece rallegrare il cielo con
l’ubbidienza. Per l’uomo c’era ancora speranza. Il disegno
di Dio era troppo grande perché Noè lo capisse completamente,
ma egli fece la sola cosa che è chiesta ai veri figli di Dio: credere
ed ubbidire. Per te che hai davanti questa giornata cosa ti può insegnare
l’esempio di Noè? Tutto ciò che ti accadrà forse
sarà incomprensibile, doloroso, irrazionale, ma non dimenticarti MAI
che sei prezioso agli occhi Suoi e Lui vuole davvero farti del bene, Ma tutto
questo passa per una fede robusta e una ubbidienza totale. Coraggio! Andiamo
avanti fiduciosi. p.p.
Sabato 31 Marzo 2012
“AVETE PREFERITO CIÒ CHE MI DISPIACE, DICE IL SIGNORE”.
(Isaia 65: 12)
Dal contesto del brano apprendiamo che il Signore aveva dimostrato costantemente
il Suo amore a Israele (Isaia 65:2). Essi, invece, Lo avevano rifiutato, il
che rendeva necessario il giudizio in quanto, adorano gl’idoli, avevano
scelto di fare ciò che dispiaceva al Signore. Le conseguenze del peccato
dovevano essere affrontate. Dio avrebbe dato la retribuzione giudicando il loro
peccato di idolatria. Tali persone, dice il Signore, erano destinate a morire
per spada (versetto 12a), perché avevano rifiutato di darGli ascolto
e deliberatamente avevano scelto di perseverare nel peccato. Il comportamento
del popolo di Israele deve servire di esempio per ognuno di noi, affinché
non cadiamo nel medesimo errore facendo ciò che dispiace al Signore.
Impegniamoci a vivere una vita di ubbidienza alla Parola del Signore e ad esserGli
sottomessi per la lode e la gloria del Suo nome. Non dimentichiamo che per ogni
peccato non confessato e non abbandonato si riceverà la giusta retribuzione
(vedi versetti 6 e 7). n.s.
Domenica 1 Aprile 2012
“RICORDATI DEL GIORNO DEL RIPOSO PER SANTIFICARLO”. (Esodo 20:8)
Dio sa che abbiamo bisogno di riposo, Lui si è riposato dopo la creazione
(Genesi 2:2), ha istituito il sabato perché l’uomo si riposasse
dalle sue attività e pensasse a Lui (Esodo 20:8) e ha detto che nella
Terra Promessa la terra avrebbe dovuto riposare un anno su sette (Levitico 25:4).
Un esperto agrario afferma che questo sarebbe il segreto per avere raccolti
abbondanti. Oggi la domenica dovrebbe essere dedicata al riposo del corpo e
all’adorazione del Signore con i fratelli in fede. Un’abitudine
che si sta perdendo. Si va al culto la mattina e poi il resto della giornata
è lasciato alla nostra discrezione. Mare d’estate, gite in montagna
d’inverno, oppure pomeriggi al cinema o in casa a guardare la TV. Non
sarà che stiamo soprattutto trascurando il vero riposo a cui ci invita
il Signore dicendo: “Venite a Me voi tutti che siete stanchi e affaticati
e Io vi darò riposo” (Matteo 11:28)? m.t.s.
Lunedì 2 Aprile 2012
“IL DIGIUNO CHE IO GRADISCO NON CONSISTE FORSE NEL DIVIDERE IL PANE AFFAMATO?”
(Isaia 58:6,7)
Vale la pena leggere questo brano del profeta Isaia dal versetto 3 all’11.
Il digiuno come offerta libera a Dio, come autocontrollo nel cercare maggior
comunione con Lui è cosa buona: i primi cristiani lo praticavano, Gesù
stesso ha digiunato e ha approvato il digiuno. Lo Spirito Santo può guidare
anche noi a praticarlo nella libertà dei figli di Dio. Ma praticare il
digiuno come tanti altri riti esteriori, può diventare un pericolo: può
illuderci, può farci credere di essere a posto, mentre abbiamo bisogno
del perdono di Dio e della Sua grazia che rinnova la nostra vita. È quello
che Isaia annuncia qui Israele. È quello che Isaia annuncia qui a Israele.
È quello che Gesù presenta ancora più chiaramente raccontando
del fariseo che sale al tempio e proclama, pieno di orgoglio e di disprezzo
per gli altri: “Io digiuno due volte la settimana!” (Luca 18:12).
Accontentarsi di una religione fatta di riti e di pratiche diventa un inganno:
Dio vuole il nostro cuore. l.p.
Martedì 3 Aprile 2012
“DI TE MI RICORDO, O DIO, NEL MIO LETTO, A TE PENSO NELLE VOGLIE NOTTURNE”.
(Salmo 63:6)
Spesso mi capita di svegliarmi in piena notte e trovo difficoltà a riprendere
sonno. Non è una bella sensazione, perché di notte tutte le cose
che passano per la mente sembrano più complicate, più difficili…
ma poi comincio a pensare alle promesse del Signore ed è bello come lo
Spirito Santo unisce le Sue promesse alle circostanze che si stanno vivendo.
Così pian piano la pace del Signore mi dona serenità e allora
anche quelle voglie diventano occasione di arricchimento e crescita spirituale.
Poi chiedo al Signore di aiutarmi a dormire: la lezione che mi voleva dare l’ho
ricevuta e ora posso nuovamente risposare. Che meraviglioso Signore è
il mio Dio! Come vive, invece, l’insonnia chi non conosce il Signore?
Forse deve ricorrere a sonniferi, il mattino si alza con borsoni neri sotto
gli occhi e inizia una giornata all’insegna del no. Non lo so; ma una
cosa è certa: con il Signore anche una veglia notturna può trasformarsi
in una bella occasione di chiacchierata con Lui. Ed Egli non dorme, ma si compiace
di stare a parlare con te! w.g.
Mercoledì 4 Aprile 2012
GESÙ DISSE: IN ME DEVE ESSERE ADEMPIUTO CIÒ CHE È SCRITTO:
«EGLI È STATO CONTATO FRA I MALFATTORI». (Luca 22:37)
Queste parole furono pronunciate da Gesù poco prima del Suo arresto.
Il riferimento è a una profezia di Isaia scritta circa settecento anni
prima della nascita di Cristo stesso. Ora, è palese che Scritto non è
stato un malfattore, eppure è stato condannato e ucciso come se lo fosse
e Isaia aggiunge che Egli ha portato i peccati di molti (Isaia 53:12). La cosa
straordinaria è che Gesù ha volontariamente accettato la morte,
proprio per pagare il prezzo del nostro peccato. Gesù stesso ebbe a dire:
“Nessuno Mi toglie la vita, sono Io che la lascio” (Giovanni 10:18).
La logica di Dio è stringente: il peccato è offesa alla Divinità
e in quanto tale merita come punizione la morte. Ma l’amore infinito di
Dio per l’uomo non può permetterne la morte, perciò il Signore
manda Suo figlio a pagare al posto nostro. Semplice e grandioso! Cerchiamo dunque
di non disprezzare il dono della salvezza che Dio ci offre. f.a.
Giovedì 5 Aprile 2012
“HA DATO SÉ STESSO ALLA MORTE”. (Isaia 53:12)
I quattro evangelisti raccontano l’enorme sofferenza fisica e le grandissime
umiliazioni della morte del Signore Gesù Cristo in termini molto scarni;
e solo quando ci documentiamo sugli usi e costumi dell’epoca, possiamo
cominciare a comprendere l’orrore di quanto avvenne. Ma sebbene il Signore
Gesù sia stato vittima di un complotto nefasto da parte di nemici senza
scrupoli (che sicuramente risponderanno a Dio per la loro malvagità),
il versetto di oggi mette in risalto il fatto che Egli si è dato alla
morte. Cioè non è stato vittima del Suo destino. Solo a morte
di un uomo senza peccato poteva soddisfare la giusta ira del Dio “tre
volte santo”. Così, secondo il piano divino, Gesù si è
fatto carico del peccato dell’uomo, ed è morto sulla croce come
un malfattore, per riconciliare l’uomo a Suo Padre. Certo, il Suo sacrificio
è stato enorme, ma non è stato da meno quello di Dio Padre nel
vedere il Figlio soffrire tutto che ha sofferto per realizzare la redenzione
del Suo popolo. h.p.
Venerdì 6 Aprile 2012
“UNO DEI MALFATTORI DICEVA: GESÙ, RICORDATI DI ME!” (Luca
23:40,42)
Non sappiamo praticamente niente del malfattore né della sua storia,
non sappiamo se avesse sentito Gesù predicare, né se avesse chiaro
il messaggio della salvezza. Aveva però capito che Gesù era innocente
e che avrebbe continuato a vivere e a regnare anche dopo la crocifissione. Davanti
al Re non avanza scuse non dice: “Sono innocente, la colpa non è
mia ma “della società” o “degli altri”, ma riconosce
invece la propria malvagità e dice semplicemente al Signore: “Ricordati
di me”, quasi a voler dire: “Fai di me quello che nella Tua sovranità,
misericordia e saggezza ritieni opportuno”. Seguiamo il suo esempio: confessiamo
le nostre colpe, riconosciamoci peccatori davanti a Cristo e affidiamoci alla
Sua misericordia, certi che Egli, come ha fatto col malfattore, si ricorderà
di chi Gli si avvicina con cuore contrito. m.m.
Sabato 7 Aprile 2012
“ESSI GUARDERANNO A ME, A COLUI CHE ESSI HANNO TRAFITTO, E NE FARANNO
CORDOGLIO”. (Zaccaria 12:10)
Domani si festeggerà la Pasqua, ovvero il ricordo del Figlio del Dio
dell’universo che, dopo aver preso forma umana, si offre e muore al posto
mio e tuo su quella croce maledetta dal nostro peccato. Hai mai riflettuto sul
valore di questo sacrificio divino? Gesù ha rinunciato alla Sua gloria
regale nel cielo per fare di me e te dei figli di Dio, Gesù, il Sommo
Sacerdote, è diventato l’Agnello scappato per l’umanità,
affinché io e te potessimo avere una vita abbondante. Gesù, il
Santo e Giusto, è diventato peccato per me e te, affinché potessimo
essere perdonati. Gesù, Colui che ci ha creati, ha subìto le percosse
sul Suo corpo, affinché noi potessimo essere guariti attraverso le Sue
lividure. Guardando a Gesù trafitto per i nostri peccati non possiamo
che fare cordoglio, perché Egli ha sofferto tutto questo per rendere
liberi noi dalle brutture del male. Poi, domani, con questa consapevolezza festeggiamo,
esultiamo e gioiamo perché il nostro Signore non è più
nella tomba: è risuscitato! Felice Pasqua a tutti. r.b.
Domenica 8 Aprile 2012
“GESÙ CRISTO È RISUSCITATO, COME AVEVA DETTO”. (Matteo
28:6,7)
“Egli non è qui”, furono le parole che precedettero quelle
riportate nel nostro versetto. L’angelo annunciò la vittoria alle
donne che recatesi al sepolcro per l’unzione del corpo di Gesù.non
vi trovarono nessuno. La tomba era incredibilmente vuota, il Figlio di Dio era
vivo! Ciò non avrebbe dovuto sorprendere i discepoli, perché Gesù
aveva detto anticipamene e con chiarezza che non sarebbe rimasto chiuso in un
sepolcro, ma nessuno ci credette. La resurrezione di Gesù Cristo è
un fatto storico, inconfutabile, che oggi viene ricordato dalla cristianità
in modo sommario e inadeguato. Si fa festa, si mangia, si beve, ma si tralasciano
gli aspetti veri e profondi di un evento che dovrebbe cambiare la nostra vita.
Gesù è davvero risorto dai morti, come aveva predetto. Avete mai
pensato a quanto un avvenimento del genere dovrebbe condizionare il corso della
nostra esistenza? La vita, infatti, è breve, difficile e incerta. La
resurrezione di Cristo, invece, è una certezza con la quale dovremmo
confrontarci, non solo in questo giorno, ma in tutti i giorni dell’anno.
s.v.
Lunedì 9 Aprile 2012
“I MORTI RISUSCITERANNO INCORRUTTIBILI, E NOI SAREMO TRASFORMATI”.
(1 Corinzi 15:52)
La Parola di Dio è l’unica che ci insegna a capire il passato,
a vivere il presente, a conoscere l’avvenire. In questo luogo capitolo
l’apostolo Paolo guida il nostro sguardo verso il tempo finale, quando
il Regno di Dio sarà manifestato in tutta la Sua gloria. Egli ci rivela
che in quel momento per i credenti in Cristo essere già morti o essere
ancora in vita non farà differenza; il destino benedetto sarà
lo stesso per tutti; saremo trasformati. Gesù stesso “trasformerà
il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della Sua gloria”
(Filippesi 3:21). Se leggiamo nel capitolo di 1 Corinzi 15 i versetti da 35
in avanti, lo capiamo bene: come potremmo entrare nel Regno di Dio con questo
corpo “corruttibile, ignobile, debole”? Solo Dio lo può trasformare
per renderci adatti al Suo Regno eterno. Come ha detto Gesù a Nicodemo,
“se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di
Dio” (Giovanni 3:3). È una verità che riguarda ognuno di
noi, perché questa trasformazione inizia già ora, in questa vita,
per mezzo della nostra fede. l.p.
Martedì 10 Aprile 2012
“L’ETERNO VI METTE ALLA PROVA PER SAPERE SE LO AMATE”. (Deuteronomio
13:3)
La parola “prova” proprio non ci piace e così, quando dobbiamo
affrontarne una, la prima reazione istintiva è: “Perché
proprio a me”? Il Signore, che ci conosce bene, ci dà anche in
questo caso una risposta. La sofferenza infatti è una condizione permessa
da Dio per verificare se siamo veramente sinceri oppure se, al primo scoglio,
la nostra fede svanisce. Il nostro amore verso Dio viene messo in discussione
nei momenti difficili per conoscere fino a che punto abbiamo fede o se, al contrario,
ci comportiamo come quelli che non credono. Le parole di oggi si riferiscono
a un amore profondo, che coinvolge l’anima e il cuore e che è in
grado di resistere a ogni tipo di tempesta. È chiaro che il Signore conosce
già la nostra reazione, ma siamo noi che non possiamo scoprirlo fino
a che non siamo coinvolti nella sofferenza. Se riusciamo a superarle tale esperienza
nel modo giusto, ne usciremo rafforzati e più sicuri. s.p.
Mercoledì 11 Aprile 2012
“I DISEGNI FALLISCONO, DOVE MANCANO I CONSIGLI”. (Proverbi 15:22)
Ho letto un’informazione molto interessante sulla sequoia, un grande albero
sempreverde alto fino a 100 metri, in grado di resistere a intense pressioni
ambientali. Infatti le sequoie piantate insieme resistono, rimangono salde,
diventando più forti dopo ogni prova. Uno dei segreti della forza di
questo albero gigante è ciò che accade sotto la sua superficie.
A differenza di altri alberi, le sequoie spandono le proprie radici mettendole
in collegamento con quelle delle sequoie vicine. In questo modo ogni albero
ottiene forza e vigore da un altro. Il segreto della sequoia può essere
per noi un’indicazione per non fallire: non affrontiamo da soli i nostri
problemi, ma cerchiamo amicizie sane, consigli da altre persone che stimiamo
essere più sagge di noi. Ma, soprattutto, nella nostra lettura biblica,
leggiamo il libro dei Proverbi che è pieno di saggezza. Vi troveremo
molti consigli utilissimi per riuscire nella nostra vita. b.s.
Giovedì 12 Aprile 2012
“NON CESSIAMO DI CHIEDERE CHE ABBIATE PIENA CONOSCENZA DELLA SUA VOLONTÀ”.
(Colossesi 1:9)
Per conoscere la volontà di Dio è necessario avere una mente trasformata
dall’opera dello Spirito Santo (Romani 12:2). Che cosa significa lasciare
che Dio trasformi la nostra mente? Essere resi capaci di comprendere le realtà
spirituali, che riguardano Dio. Chi, se non Dio stesso, può farlo? Nel
momento in cui chiediamo a Gesù Cristo di entrare nel nostro cuore come
Salvatore e Signore, riceviamo “lo Spirito che viene da Dio, per conoscere
le cose che Dio ci ha donate” (1 Corinzi 2:12). “Or noi abbiamo
la mente di Cristo” (1 Corinzi 2:16). Tuttavia la conoscenza della volontà
di Dio non avviene automaticamente. È piuttosto un apprendimento attraverso
una vita vissuta per dar gloria a Dio secondo i Suoi comandamenti, per piacerGli,
per adorarLo e lodarLo con il proprio modo di vivere, “…affinché
conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita
e perfetta volontà” (Romani 12:2). e.s.
Venerdì 13 Aprile 2012
“APPLICATEVI RISOLUTAMENTE A METTERE IN PRATICA TUTTO QUELLO CHE È
SCRITTO NEL LIBRO DELLA LEGGE”. (Giosuè 23:6)
Dio aveva liberato Israele da tutti i suoi nemici e gli aveva provveduto un
territorio dove avrebbe potuto vivere per sempre serenamente. Tutto questo,
però, ad una condizione: che Israele mettesse in pratica scrupolosamente
la Parola di Dio. L’ubbidienza alla Parola faceva entrare il popolo di
Israele in perfetta armonia con il volere di Dio, il quale avrebbe continuato
a benedire il Suo popolo. Oggi le cose non sono cambiate. I figli di Dio, quelli
che credono in Gesù, possono godere di immense benedizioni sempre e solo
alla stessa condizione, cioè essendo in armonia con la perfetta volontà
di Dio, impegnandosi con decisione a conoscere e praticare la Sua Parola. Dio
darà il Suo aiuto determinate a quanti davvero desidereranno raggiungere
questo obiettivo. Non lasciate la Parola di Dio in qualche angolo polveroso
della vostra casa e quello che ascoltate da essa praticatelo immediatamente.
Gioia e pace saranno la naturale conseguenza. d.p.
Sabato 14 Aprile 2012
“O ETERNO, COME SONO PROFONDI I TUOI PENSIERI!” (Salmo 92:5)
Come può l’autore del Salmo dire che i pensieri di Dio sono profondi?
Come lo sa? Lo scopriamo nelle parole che precedono quelle che hai appena letto:
“Come sono grandi le Tue opere o Eterno!” Due esclamazioni colme
di stupore e di ammirazione: la prima che nasce dall’osservazione della
natura intorno a noi, la seconda che nasce dalla riflessione che segue l’osservazione:
opere tanto grandi possono essere generale solo da pensieri profondi! In realtà
nessuno è in grado di conoscere i pensieri di Dio; Egli stesso ce lo
conferma: “I Miei pensieri non sono i vostri pensieri” (Isaia 55:8).
Ma per la Sua grazia, ha deciso di farceli conoscere: “Io so i pensieri
che medito per voi, dice l’Eterno, pensieri di pace e non di male, per
darvi un avvenire e una speranza” (Geremia 29:11). Vorresti conoscere
i pensieri di Dio? Allora leggi la Bibbia: vi troverai tutti i progetti di amore
e misericordia che Dio ha preparato anche per te. a.r.m.
Domenica 15 Aprile 2012
“NELLA PARTE PIÙ INTERNA DEL CARCERE PAOLO E SILA, PREGANDO, CANTAVANO
INNI A DIO”. (Atti 16:24,25)
Qual è la tua prigione oggi? Cosa angustia il tuo cuore sofferente? Tutti
abbiamo della sofferenze, e quando ci troviamo in esse è come essere
in prigione; ciò che più desideriamo è esserne liberati
il prima possibile! In questo passo Paolo e Sila ci danno un’indicazione
importante: ciò che conta veramente agli occhi di Dio non è essere
liberati dall’afflizione, ma essere liberati nell’afflizione, cioè
sperimentare una liberazione intima tale da portarci a cavalcare le situazioni
e non a subirle, con la convinzione che Egli vuole il nostro bene ed è
con noi proprio lì! Pensate a Daniele nella fossa dei leoni, o ai suoi
amici nella fornace di fuoco. Nel primo caso Daniele non fu toccato minimamente
dai leoni e nel secondo caso i suoi amici uscirono dalla fornace con i vestiti
che non avevano odore di fuoco. Questi dono i miracoli dei quali il Signore
vuole farci partecipi. Il Signore è il Dio degli eventi e degli elementi;
noi abbiamo un compito: lodarLo con la certezza di fede che Lui è con
noi con tutte le Sue benedizioni. p.p.
Lunedì 16 Aprile 2012
“SI CONVERTA ORA CIASCUNO DI VOI DALLA SUA MALVAGITÀ, CAMBIATE
LE VOSTRE VIE”. (Geremia 18:11)
Il Signore, per bocca del profeta Geremia, ci esorta a una inversione di rotta,
come quella necessaria a una nave che sta andando contro gli scogli: è
una esortazione rivolta a tutti, alla quale ciascuno di noi deve però
rispondere individualmente, perché non basta nascere in una famiglia
di credenti o frequentare una chiesa, così come non era sufficiente per
gli Ebrei appartenere al popolo eletto. È rivolta a chi non crede, affinché
abbandoni quelle vie che non contemplano Dio e che pertanto lo porteranno alla
distruzione, per imboccare quelle che Dio ha preparato per lui. Ma è
una esortazione rivolta anche a chi crede, che deve continuamente correggere
la rotta per allinearsi con quella indicata dal Signore. E se nostro prossimo
non ha visto in noi un netto cambiamento di rotta al momento della conversione,
o se un fratello non vede continue correzioni di rotta nella nostra vita di
credenti, corriamo a umiliarci davanti a Lui. m.m.
Martedì 17 Aprile 2012
“NON PRENDERE INTERESSE, NÉ USURA; MA TEMI IL TUO DIO”. (Levitico
25:36)
Temere Dio. Sì, solo così si potrà amare il proprio prossimo
senza cercare di arricchirsi attraverso un credito nei suoi confronti. Il punto
di partenza per ogni relazione è Dio, e la Bibbia lo mette bene in chiaro.
Ami Dio? Hai una relazione profonda con Lui? Se la risposta è affermativa,
allora potrai avere anche relazioni di qualità con chi ti circonda. Inoltre,
essere attaccati a Dio sposta il baricentro dei nostri interessi, alzandone
il tiro: non più una visuale prettamente terrena e materialistica, ma
un orizzonte molto più vasto che, partendo dal presente, sconfina nell’eternità,
sì proprio laddove il credente ha risposto la sua speranza e la sua gioia
di vivere; la presenza del suo Dio per tutta l’eternità. Con questo
pensiero ben evidenziato nel tuo cuore, affronta anche oggi tutte le tue normali
attività, e tutto avrà una prospettiva diverse, eterna, gioiosa.
Non avere come desiderio quello di arricchirti. Temi e continua a temere Dio.
e.m.
Mercoledì 18 Aprile 2012
“SIGNORE, IO CREDO CHE TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DI DIO CHE DOVEVA VENIRE
NEL MONDO”. (Giovanni 11:27)
Marta, una delle due sorelle di Lazzaro, accolse l’arrivo di Gesù,
chiamato d’urgenza al capezzale dell’amico malato, con parole di
rimprovero: Gesù era in realtà arrivato troppo tardi; se fosse
arrivato prima – afferma Marta – Lazzaro “non sarebbe morto”.
Il rimprovero nasce da un atteggiamento di fede: Marta credeva infatti che Gesù
avrebbe potuto impedire la morte del fratello. E la sua fede continua a esprimersi
quando dopo aver ascoltato la dichiarazione di Gesù (“Io sono la
risurrezione e la vita: chi crede in Me, anche se muore, vivrà”),
Marta riconosce Gesù come “il Cristo, il Figlio di Dio” la
cui ventura era stata da tempo annunciata dai profeti. Ma quando Gesù
ordina di togliere la pietra che richiudeva il sepolcro del fratello Lazzaro,
Marta si oppone: “Egli puzza già”. In sostanza: “È
assolutamente inopportuno togliere la pietra!”. La sua fede sembra già
svanita. Ed ora è Gesù che rimprovera lei! Una lezione per noi:
la fede non deve essere solo dichiarata, deve essere anche vissuta! p.m.
Giovedì 19 Aprile 2012
“FATE TUTTO ALLA GLORIA DI DIO”. (1 Corinzi 10:31)
Martin Lutero disse che si possono anche mungere le mucche alla gloria di Dio.
Dare gloria a Dio non significa trascorrere la giornata cantando inni di chiesa,
significa anche avere uno stile di vita costante, vissuto in adorazione; cioè
in ogni azione o parole deve essere spesa come se fosse fatta o detta per il
Signore. Rick Warren, famoso per il suo bestseller “La vita con uno scopo”
(edizioni Publielim), ha scritto: “Il lavoro diviene adorazione quando
lo dedichi a Dio e lo compi con la consapevolezza della Sua presenza”.
“C’è un tempo per ogni cosa”, dice la Bibbia. Oggi
è il tempo di vivere per il Signore. offrirGli noi stessi, onorarLo con
i pensieri e le azioni, essere il Suo profumo speciale che si diffonde tra le
persone intorno a noi per poi salire a Lui e compiacerLo. Una vita vissuta in
adorazione 24 ore su 24 Questo è il tempo da sfruttare. Prima che arrivino
le tenebre. m.f.
Venerdì 20 Aprile 2012
“CERCATE DI CAPIRE CIÒ CHE È GRADITO AL SIGNORE”.
(Efesini 5:10)
Abbiamo una responsabilità personale non delegabile a nessuno: capire
ciò che il Signore gradisce e apprezza, quale deve essere il mio comportamento
e quali atteggiamenti Egli disapprova e condanna. Questo è un appello
accorato rivolto dall’apostolo Paolo a uomini e donne che vivevano in
un tempo difficile quanto il nostro in cui idolatria e relativismo si contendevano
gli spazi. Paolo, sotto la guida dello Spirito Santo, avverte che il credente
come figlio di luce, deve necessariamente produrre i frutti della luce, che
sono giustizia, verità e bontà, e deve sempre chiedersi dove finisca
la giustizia e dove inizi l’ingiustizia, dove finisca la verità
e dove inizi la menzogna, dove finisca la bontà e dove inizi la cattiveria.
Chi pensa che per un credente sia automatico e quasi naturale capire sempre
e subito dove si trovi il limite tra bene e male, verità e menzogna,
giustizia e ingiustizia, non ha tenuto conto di questo appello di Paolo che
ci mette in guardia contro qualsiasi faciloneria. Stare dalla parte del Signore
e imitarLo comporterà, necessariamente, dei conflitti con noi stessi
e gli altri. a.m.
Sabato 21 Aprile 2012
“MA TU, SIGNORE, RIALZAMI”. (Salmo 41:9,10)
Penso non ci sia esperienza più amara per un uomo che vedersi tradito
dalla persona che si era mostrata amica e che era l’oggetto del suo affetto.
Questa è stata l’esperienza tristissima vissuta dal re Davide che
conobbe il tradimento addirittura di suo figlio Absalom che, per altro, profeticamente,
rimandava al tradimento più celebre e sconvolgente: quello di Giuda nei
confronti di Gesù. Giuda, uno dei dodici discepoli, si mostrò
un fedele seguace del Maestro e per tre anni condivise la vita, il ministero
e l’amicizia degli altri discepoli e di Gesù stesso. Nessuno poteva
immaginare che nel suo cuore albergassero sentimenti non certo onesti e altruisti.
A un certo punto vide nel suo Maestro che lo amava una merce di scambio per
i suoi interessi e, quando si presentò l’occasione, non esitò
a venderLo per 30 denari. C’è da rabbrividire! Ma non sono le vicende
umane, spesso torbide e meschine, a bloccare il piano di Dio. La speranza si
rinnova ogni giorno coloro che confidano in Lui. Fu il Tradito poi a risultare
vittorioso sul tradimento e sul peccato. g.b.
Domenica 22 Aprile 2012
“PROVATE E VEDRETE QUANTO L’ETERNO È BUONO”. (Salmo
34:8)
Stavo per accingermi a meditare su questo versetto, quando una ragazza, che
si sta avvicinando al Signore è venuta a farci visita. Erano le ore 22,00,
ma lei desiderava tanto parlare con me e mia moglie. Ci ha raccontato di una
sua esperienza con degli ex amici, era andata a trovare per un’occasione
particolare. Man mano che parlava, ci siamo resi conto che questi vecchi arano
fortemente immersi in una mentalità esoterica e occultista, considerandosi
depositari di una particolare “energia” nonché capaci di
elevarsi vero nuove “dimensioni”, fino al punto di considerarsi
“immortali”! La nostra amica ci ha raccontato come lei ha risposto
punto per punto alle loro strane idee, con discorsi sensatamente biblici. Mentre
parlava abbiamo compreso quanto il Signore è buono. Diversi anni fa i
suoi genitori erano disperati perché temevano di averla persa per sempre.
Li incoraggiammo a una rinnovata fedeltà verso il Signore e ci accordammo
per pregare per la loro figlia a orari prestabiliti. E ora sul divano di casa,
potevamo vedere il cambiamento di questa “figlia prodiga” e come
il Signore aveva iniziato a preservarla dalle vecchie e “cattive compagnie”.
t.m.
Lunedì 23 Aprile 2012
“CHI NON AVRÀ CREDUTO, SARÀ CONDANNATO”. (Marco 16:16)
Si racconta di un re che volle fare qualcosa d grande: fece diffondere la voce
che, a una certa ora, a chiunque fosse andato da lui sarebbe stato condonato
tutto il debito. All’ora stabilita tantissime persone si radunarono sotto
il palazzo; la porta era aperta, ma nessuno osava entrare. C’era chi metteva
in dubbio la promessa, chi pensava che fosse una trappola, chi invece era perplesso
sul da farsi. E intanto passava il tempo… All’ultimo momento una
vedova, con i suoi quattro figli, si decise ad entrare, dopo di che la porta
si chiuse alle sue spalle. È facile immaginare cosa successe, vero? Naturalmente
il debito fu condonato solo alla donna che ebbe fiducia in ciò che aveva
detto il re, mentre tutti gli altri rimasero coi loro debiti. Come sarà
spaventoso per chi, oggi non crede che il sacrificio di Cristo sia sufficiente
a lavare da ogni peccato! Il rimedio c’è, ma chi non crede resta
sotto l’ira di Dio. s.g.
Martedì 24 Aprile 2012
“IL NOSTRO DIO È UN DIO CHE LIBERA” (Salmo 68:20)
Domani sarà un giorno da non dimenticare. Molte persone pagarono con
la propria vita il caro prezzo della libertà. Infatti le milizie partigiane
insorsero contro le truppe d’occupazione nazista e i loro spalleggiatori
fascisti, e quando gli alleati giunsero nel nord d’Italia trovano le città
già liberate. La libertà di cui godiamo ora, è stata acquistata
allora attraverso il sacrificio di molti. Tanti sono stati uccisi affinché
l’Italia fosse liberata. La realtà eterna è ancora più
importante e profonda. Anche se l’Italia è libera, moltissimi sono
ancora gli italiani oppressi e tenuti schiavitù (leggi Ebrei 2:15). E
questo vale non solo per il nostro Paese, ma per tutto il mondo. La Scrittura
ti mette davanti la libertà eterna. Anche questa è costata sangue.
Però non quello di molti per molti, ma quello di Uno per tutti! Sì,
la morte di Gesù è sufficiente a liberare dalla morte tutti gli
italiani e tutti gli abitanti del mondo. Questa è la libertà.
Questo è il nostro Dio che libera. Mentre ricorderai il 25 aprile, pensa
anche alla libertà eterna. e.m.
Mercoledì 25 Aprile 2012
“DIO CI HA LIBERATI DAL POTERE DELLE TENEBRE”. (Colossesi 1:13)
Senz’altro conoscete benissimo la vostra casa e la disposizione dei mobili.
Bene, appena fu bio. Provate a spegnere le luci e a chiudere le finestre in
modo che non entri nessuno spiraglio di luce, e poi correte per casa. Cosa succederà
secondo voi? Probabilmente farete molti danni e vi farete molto male. Questa
è un minima rappresentazione di cosa sono le tenebre. Il buio impedisce
all’uomo di riconoscere qualsiasi ostacolo, esponendolo ad ogni sorta
di pericolo. L’uomo è immerso in un pericolosissimi buio che oscura
tutte le sue facoltà morali e intellettuali impedendogli di distinguere
il bene dal male. Questo buio è causato dalla sua lontananza da Dio,
Colui che comando : “Sia la luce”, avviò la vita sulla terra.
In questo buio spaventoso l’omo corre, facendo e facendosi del male. A
te che leggi, Dio dice: sia la luce! Lasciati liberare dalle tenebre, rivolgi
il tuo cuore al Creatore! “Il tuo sole non tramonterà più
la tua luna non si oscurerà più; poiché il Signore sarà
la tua luce perenne, i giorni del tuo lutto saranno finiti” (Isaia 60:20).
d.p.
Giovedì 26 Aprile 2012
“L’ETERNO HA FATTO QUELLO CHE PREDISSE”. (2 Re 10:10)
A convincermi ulteriormente che la Bibbia no è un’invenzione umana
ma la “Parola di Dio” (2 Timoteo 3:16) è stata la sua parte
profetica ( 2 Pietro 1:20-21). La Bibbia è vera autorità. Molte
profezie si sono adempiute altre si manifestano nella vita di coloro che fanno
affidamento alle Sue parole. Per esempio, Gesù ha promesso che sarà
con loro tutti i giorni, e lo è davvero: li guida, li protegge, li sostiene,
li esaudisce. Così come ha fatto in passato, Dio non mancherà
di adempiere anche tutte le profezie ancora inadempiute. Il testo di oggi si
riferisce a una predizione di giudizio. Dio non chiuderà un occhio e
non manderà tutti in paradiso. Chi pensa di poter continuare a farla
franca con i suoi peccati, pensano che Egli non interverrà a giudicare
solo perché al momento sembra prevalere il male, si sbaglia. Dio farà
ciò che ha predetto, Perdonerà le colpe di chi si pente e le confessa,
e giudicherà chi si sarà rifiutato di “venire alla luce”
per rimanere aggrappato alle sue “opere malvagie” (Giovanni 3:19).
a.p.
Venerdì 27 Aprile 2012
“I DEPOSITARI DELLA LEGGE NON MI HANNO CONOSCIUTO, SONO ANDATI DIETRO
A COSE CHE NON GIOVANO A NULLA”. (Geremia 2:8)
L’espressione “depositari della Legge” può essere applicata
per estensione a ogni persona che ha ricevuto da Dio qualche aspetto della Sua
rivelazione. Se in casa abbiamo una Bibbia, anche noi ci rientriamo. Che uso
stiamo facendo del deposito ricevuto? Dio si rivela a noi in modo graduale:
ci fa conoscere qualcosa di Sé stesso e poi aspetta. Aspetta di vedere
la nostra reazione per decidere se è il caso di andare avanti o di fermarsi
lì. Per molti l’arresto avviene quando la rivelazione di Dio si
presenta come sgradevole luce che mette in mostra aspetti vergognosi della loro
persona. Allora decidono che ormai sanno tutto quello che serve su Dio e si
dedicano ad appassionati traffici religiosi in cui giocano una parte di rilievo.
Pensano di fare cose molto importanti, e invece un giorno scopriranno di essere
“andati dietro a cose che non giovano a nulla”, perché non
hanno veramente e intimamente “conosciuto” il Signore. m.c.
Sabato 28 Aprile 2012
“MEDIANTE LE OPERE NESSUNO SARÀ GIUSTIFICATO”. (Romani 3:20)
Tutti colpevoli! Non c’è salvezza nell’osservanza della Legge
di Dio, perché l’uomo peccatore è totalmente incapace di
applicarla. L’essere umano non ha né la capacità né
la tendenza in sé stesso ad obbedire perfettamente a Dio. Chi pensa di
aver fatto tutto quello che poteva per “meritare” la giustificazione
tramite le opere della Legge, è nell’errore e illude sé
stesso. Dobbiamo sapere che la Legge dà soltanto la conseguenza del peccato
e non è un mezzo di salvezza. È come uno specchio che ci mostra
quando abbiamo la facci sporca. Così la Legge ci dice quanto noi esseri
umani siamo miseri e disperati. Soltanto Dio è giusto e, grazie a questa
premessa, noi uomini possiamo sperare nelle risorse infinite della sua Grazia.
È per la Sua misericordia che la salvezza e la vita eterna diventano
possibili per mezzo della fede nel sacrificio di Cristo. s.b.
Domenica 29 Aprile 2012
“LA MOLTITUDINE SI RALLEGRAVA DI TUTTE LE OPERE GLORIOSE COMPIUTE DA GESÙ”.
(Luca 13:17)
È possibile ricevere dei doni da Dio con uno spirito ingrato? Sì,
è possibile! E non mi riferisco solo ai grandi doni spirituali del perdono,
della salvezza, della vita eterna… ma alla cura di Dio ogni giorno nei
minimi particolari delle nostre vicende personali. Dio non pretende che noi
Lo ringraziamo, ma Gli fa piacere quando lo facciamo. A volte ci sembra che
Dio se ne stia lontano, mentre noi Lo vorremmo sentire più vicino. Non
dubitiamo della Sua presenza: Egli non si allontana mai da noi, è alla
nostra destra, ma non sappiamo riconoscerLo. Altre volte, quando ci sentiamo
un po’ depressi, ci appare difficile ringraziare Dio. Non ci scoraggiamo,
ringraziamo Dio perché il Suo amore ci aiuterà a superare qualsiasi
situazione dura e ricordiamoci che Egli sarà il nostro Consolatore nelle
difficoltà. Impegniamoci a vivere in un atteggiamento di ringraziamento
e di gratitudine verso Dio e lodiamoLo per tutto ciò che da Lui riceviamo
ogni giorno. g.f.r.
Lunedì 30 Aprile 2012
“NOI FAREMO TUTTO QUELLO CHE L’ETERNO HA DETTO”. (Esodo 19:8)
Questo è l’impegno solenne che il popolo d’Israele prese
davanti a Mosè, ma al quale purtroppo venne meno. Anche oggi tante persone
professano di credere in Cristo, ma non ubbidiscono alla Sua Parola. Si tratta
di una fede superficiale che non salva e che non ha valore agli occhi di Dio.
Per essere felici non basta leggere la Bibbia, è necessario metterla
in pratica! Quando Dio, parla, dobbiamo ubbidire alla Sua voce e fare interamente
quello che ci comanda. Ecco alcune cose che Dio ci chiama a fare: 1. Abbandonare
ogni peccato e porre la nostra fiducia in Cristo. Respingere menzogna, disonesta
pettegolezzo e piaceri peccaminosi. 2. Chiedere perdono alle persone che abbiamo
offeso e perdonare chi ci ha fatto dei torti. 3. Servire il Signore con zelo
e impegnarci per Lui. 4. Amare la Parola di Dio e viverla con coerenza. La Bibbia
è luce che illumina, verga che corregge, fuoco che purifica, cibo che
nutre, specchio che rivela i difetti. p.d.n.
Martedì 1 Maggio 2012
“L’ETERNO È LA FORZA DEL SUO POPOLO”. (Salmo 28:8)
Questo Salmo di Davide è il grido di aiuto di un uomo che si rivolge
a Dio consapevole della sua debolezza. Davide chiede di essere soccorso, teme
chi vuole sconfitto, ma è certo che l’Eterno lo sta ascoltando
e non lo lascerà, anzi, sarà per lui come una rocca ben fortificata
e come uno scudo di protezione. Affrontare un nemico da un luogo fortificato
e posto in alto come una rocca e possedendo uno strumento di difesa come lo
scudo, poteva cambiare radicalmente l’esito della battaglia. Davide lo
sa molto bene, è un valido guerriero e si rende conto che la posizione
elevata e una giusta protezione sono due elementi determinati. Affidarci a Dio
non ci mette al riparo automaticamente da ogni difficoltà della vita,
ma con il Signore avremo gli strumenti per sperimentare la vera forza proprio
quando ci sentiremo deboli e indifesi. a.m.
Mercoledì 2 Maggio 2012
“NON ACCETTARE NESSUN REGALO: PERCHÉ IL REGALO ACCECA QUELLI CHE
CI VEDONO”. (Esodo 23:8)
Questo comandamento divino è rivolto a coloro che rivestono ruoli di
responsabilità o che rivestono ruoli di responsabilità o che sono
in autorità. È un comandamento estremamente attuale. Quanti giudici,
governanti, responsabili di attività commerciali e industriali, amministratori
pubblici e privati e anche insegnanti “chiudono un occhio e anche due”
davanti a una ricompensa! Nel nostro Paese non c’è settore della
vita sociale che non abbia conosciuto la sua “tangentopoli”. Il
Signore ci ricorda che un “regalo” fa diventare cieche persone che
pur “ci vedono”, persone cioè che sanno bene cosa è
giusto e cosa non lo è. Non sono cioè persone non consapevoli
di quello che stanno facendo: di conseguenza, diventano responsabili per la
loro scelta di lasciarsi accecare da un regalo. Davanti al Signore non esiste
l’equazione assurda proposta dai nostri politici: “Dal momento che
tutti hanno peccato, nessuno può essere considerato peccatore”.
Anzi ognuno porterà il peso della propria responsabilità, della
propria disubbidienza a Dio. p.m.
Giovedì 3 Maggio 2012
“GESÙ DISSE: NON IMPEDITE CHE I BAMBINI VENGANO A ME”. (Matteo
19:14)
I bambini non sono mai stati curati fisicamente quanto lo sono oggi. Pannolini
speciali, cibi omogeneizzati, giochino studiati apposta, per quando sono piccoli.
Poi zainetti, computer e telefonini, quando crescono. In America, fanno reggipetto
imbottiti per le bambine di sei anni! Si cura il loro corpo fino all’inverosimile,
ma alla loro anima chi ci pensa? Gesù voleva che i bambini andassero
da Lui e Lo conoscessero. Ma chi se ne occupa? Chi si occupa di insegnare loro
le storie della Bibbia, di aiutarli a vedere la bellezza di un fiore e di un
insetto, di dire loro che Dio li ha creati, di inculcare loro il timore di Dio
il rispetto per i genitori e i maestri? Chi esige l’ubbidienza? Chi ha
il coraggio di disciplinarli? Pochi, pochissimi. Io vedo che perfino i genitori
credenti ci pensano poco. Ma se aspettano a pensarci quando i figli “capiranno”
e “sceglieranno per conto proprio”, chissà, magari dovranno
andare a trovarli al riformatorio! m.t.s.
Venerdì 4 Maggio 2012
“CON QUALE IMMAGINE RAPPRESENTERESTE DIO?” (Isaia 40:18)
Si racconta che un missionario in Birmania, mentre si trovava in vacanza in
Europa, comprò un cagnolino di bronzo. Tornato sul campo di missione,
pose il cagnolino davanti alla porta della sua abitazione. Gli indigeni furono
incuriositi da questa cosa e gli chiesero spiegazioni. L’uomo di Dio rispose:
“Il motivo è che spesso mi ritrovo da solo e ho proprio bisogno
di qualcuno che faccia la guardia e mi avvisi di notte in caso di pericolo”.
Tutti scoppiarono a ridere e uno di loro disse: “Ma il tuo cane non abbaia,
non morde, non sente… è di bronzo”. “Ah, sì?
– replicò il missionario. - E i vostri idoli di che cosa sono fatti?
Non sono forse di metallo, pietra o legno? Anche loro, come il mio cane, non
sentono e non possono proteggervi, eppure vi inginocchiate davanti a loro!”
Il vero Dio non può essere rappresentato perché è così
immenso che i cieli dei cieli non Lo possono contenere (2 Cronache 2:6) e,infatti
quando Egli ha voluto farsi conoscere, lo ha fatto in un modo speciale: attraverso
Suo figlio Gesù che è venuto proprio qui sulla terra. Leggi i
Vangeli e Lo incontrerai! r.b.
Sabato 5 Maggio 2012
“LA NOSTRA CITTADINANZA È NEI CIELI, DA DOVE ASPETTIAMO ANCHE IL
SALVATORE, GESÙ CRISTO, IL SIGNORE”. (Filippesi 3:20)
“Che cosa ci riserva il futuro? C’è qualcosa dopo la morte?
Esiste l’aldilà?”, ecco alcune delle domande cruciali che,
da sempre, l’uomo si pone con un certo interesse. Alcune persone, attratte
da tali questioni, cercano le risposte nel modo sbagliato: rivolgendosi ai sensitivi,
per esempio, ai chiaroveggenti o leggendo semplicemente l’oroscopo. In
realtà, nessun uomo potrà mai dirci come andranno le cose da qui
a un’ora. Il futuro, infatti, non ci appartiene. La Bibbia, però,
in questo e tanti altri versetti, ha in serbo per coloro che credono nel Signore,
un messaggio che concerne la vita futura. Ci saranno molte anime che, a motivo
della loro incredulità e malvagità, finiranno nella perdizione
eterna, ma ci saranno quelli che saranno salvati attraverso il sacrificio di
Gesù Cristo sulla croce. Per costoro è riservata una speranza
deliziosa: “La nostra cittadinanza è nei cieli” scrive l’apostolo
Paolo. Certo, il futuro non lo possiamo conoscere, ma quelli che osservano la
Parola di Dio guardano al loro domani con sicura fiducia aspettando dal cielo
il loro Signore. s.v.
Domenica 6 Maggio 2012
“L’ETERNO È LA TUA VITA E COLUI CHE PROLUNGA I TUOI GIORNI”.
(Deuteronomio 30:20)
Che cos’è la vita? Questa è una domanda fondamentale che
ogni uomo sulla terra si pone almeno una volta nel corso della sua esistenza.
Hai già trovato una risposta a questa domanda? Ecco come viene definita
la vita in Deuteronomio 30:16 e nei versetti 19,20: “…amare Dio,
camminare nelle Sue vie e osservare i Suoi comandamenti, …ascoltare Dio
e tenersi stretto Lui”. Attenzione, però, a interpretare queste
parole nel modo giusto: la vita non si trova nel rispetto di norme, cerimonie
e pratiche esteriori, ma in Gesù Cristo: solo chi crede in Lui ha la
promessa della vita eterna, mentre chi rifiuta di credere patirà la morte
eterna. O ogni persona deve affrontare la stessa scelta la più importante
di qualunque altra scelta della propria esistenza. Scegli oggi stesso la vita,
metti la tua fiducia nel Signore Gesù, che può darti la Sua pace
e la Sua gioia di vivere. g.f.r.
Lunedì 7 Maggio 2012
“GESÙ DISSE: OGNI UOMO CHE HA UDITO IL PADRE E HA IMPARATO DA LUI,
VIENE A ME”. (Giovanni 6:45)
Diffida di chiunque dice di accedere direttamente al Padre senza andare da Gesù.
Gesù ha detto anche: Affinché tutti onorino il Figlio come onorano
il Padre. Chi non onora il Figlio non onora il Padre che l’ha mandato”
(Giovanni 5:23). Non si può pensare di onorare Il Padre più del
Figlio. Non funziona. Gesù ci fa sapere che bisogna prima passare attraverso
Lui per dare l’onorare al Padre. L’onore per Gesù deve essere
come l’onore riservato al Padre. Coloro che pensano di andare direttamente
da Dio senza la mediazione di Cristo, in realtà non giungono più
in là delle loro idee! Gesù e solo Lui è la Persona da
cui andare per iniziare il proprio cammino di fede. Quindi, ascoltando le parole
di Dio e imparando da Lui (attraverso la lettura della Bibbia), si incontra
Gesù. L’invito è ancora valido oggi. Cosa aspetti? Vai a
Gesù! e.m.
Martedì 8 Maggio 2012
“NON TI VANTARE DEL DOMANI, PERCHÉ NON SAI QUELLO CHE UN GIORNO
POSSA PRODURRE”. (Proverbi 27:1)
Un giorno incontrai un mio parente che non vedevo da tempo. Dopo avermi salutato
affettuosamente, mi invito in casa e non poté fare a meno di mostrarmi
dal balcone alcune opere di edilizia che aveva quasi ultimato. Erano veramente
belle e costituivano per lui motivo di orgoglio e soddisfazione. “Ho investito
così il mio futuro”, mi disse, “che spero sia senza problemi”.
Poco dopo mi accorsi di uno strano atteggiamento schivo e riservato della moglie
che non riusciva a trattenere le lacrime. “Mario non lo sa ancora”,
mi disse poi in disparte, “ma gli è stata appena diagnosticata
una malattia terribile”. Mi tornò in mente la parabola del ricco
stolto narrata nel Vangelo, che accumulò tanti beni per il suo futuro,
ma al quale il Signore disse: “Stolto, questa notte stessa l’anima
tua ti sarà ridomandata; e quello che hai preparato, per chi sarà?
Così è per chi accumula tesori per sé e non è ricco
davanti a Dio” (Luca 12:13,21). È solo in Cristo che possiamo essere
ricchi davanti a Dio. g.b.
Mercoledì 9 Maggio 2012
“DIO ORA A COMANDA AGLI UOMINI CHE TUTTI, IN OGNI LUOGO, SI RAVVEDANO”.
(Atti 17:30)
Queste parole furono pronunciate dall’apostolo Paolo nell’areopago
di Atene, un luogo di cultura del tempo, ma anche di tanta idolatria. Gli fu
chiesto di parlare della nuova dottrina che proponeva. Paolo iniziò il
suo discorso dicendo: “Vedo che siete estremamente religiosi… ho
trovato un altare… al dio sconosciuto… orbene, ciò che voi
adorate senza conoscerlo, io ve lo annunzio”. E così ebbe modo
di presentare loro il Dio creatore, invisibile, ma eterno e onnipotente che
ha un piano ben preciso per l’umanità intera: un Dio vivente e
non una statua. “Essendo dunque discendenza di Dio no dobbiamo credere
che la divinità sia simile a oro, argento o a pietra scolpita dall’arte
e dall’immaginazione umana (v.29). Ma l’atteggiamento dell’uomo
verso Dio deve essere completamente diverso, proprio perché Egli è
vivente e non una statua morta. Egli vuole una relazione personale con Sua creatura
e questo può avvenire solo attraverso il ravvedimento dai peccati e la
conversione a Dio per mezzo di Gesù Cristo. Dio dà un ordine:
sta agli uomini decidere liberamente se ubbidire o no. Ma l’ordine di
Dio, come quello di buon padre terreno, ha come unica finalità il bene
delle Sue creature. w.g.
Giovedì 10 Maggio 2012
“IO PERDONO, COME TU HAI CHIESTO, DISSE L’ETERNO”. (Numeri
14:20)
Un intero popolo incredulo e ribelle viene graziato dall’ira sicura di
Dio di fronte a un solo intercessore, Mosé. Ci sarà una punizione
per il popolo, ma non sarà distrutto. Hai mai pensato all’importanza
della tua funzione di intercessore presso il trono della grazia di Dio per i
tuoi simili? Noi per natura siamo portati a giudicare e condannare chi sbaglia,
e, ancora peggio, ci ‘dilettiamo’ a divulgare l’accaduto ad
altri. Mosè amava il suo popolo come Dio stesso l’amava e, come
una madre per il proprio figlio, si preoccupò di salvarlo. Non andò
in giro a divulgare le ultime notizie, ma si attivò per cercare grazia
agli occhi di Dio, e venne premiato. Quanti intercessori ci sono nelle nostre
Chiese e quanti amanti della ‘notizia’ da sbandierare in giro? È
una questione d’amore. Chi ama protegge gli altri, si preoccupa di coprire
il peccato con l’intercessione. Il risultato per Mosè fu il perdono
accordato al popolo. Sai quanti risultati benedetti potremmo vedere se avessimo
lo spirito dell’intercessore? p.p.
Venerdì 11 Maggio 2012
“DIO ILLUMINI GLI OCCHI DEL VOSTRO CUORE, AFFINCHÉ SAPPIATE A QUALE
SPERANZA VI HA CHIAMATI”. (Efesini 1:18)
Parliamo di cuore e gli occhi. Il cuore rappresenta la parte dove risiedono
le emozioni e i sentimenti dell’essere umano. “Gli occhi servono
per guardare” (direbbe qualcuno). Vero. Avete mai sentito la frase biblica
“concupiscenza degli occhi”? Non è un’espressione bigotta,
è semplicemente un atteggiamento che ognuno di noi assume quotidianamente.
Guardiamo ciò che ci circonda e spesso lo desideriamo, che sia un’automobile,
un paio di scarpe, o qualcos’altro. Questo cocktail di desideri e impulsi
emozionali spesso ci distoglie dall’aspetto spirituale della vita. Per
questo l’apostolo Paolo pregava per i cristiani di Efeso, affinché
il loro sguardo puntasse al cielo, vivendo come seguaci di Cristo, non per cose
e oggetti che si disfano con il tempo, ma per ciò che ha veramente un
valore immenso: ciò che è eterno. Le cose che valgono di più
sono quelle invisibili agli occhi. m.f.
Sabato 12 Maggio 2012
“O ETERNO, CON L’ANIMA MIA TI DESIDERO; CON LO SPIRITO CHE È
DENTRO DI ME, TI CERCO”. (Isaia 26:9)
Nel libro “Non sprecare la tua vita” (edizioni Coram Deo) John Piper
racconta una coppia di coniugi che, andati in pensione anticipata, trascorrono
la giornata andando a pesca e collezionando conchiglie, conducendo dunque uno
stile di vita invidiatissimo da milioni di persone stressate dalla frenetica
vita moderna. Piper però immagina questa coppia nel giorno del giudizio
che dice a Cristo: “Guarda che belle conchiglie abbiamo collezionato!”
e commenta: “Questa è una tragedia!”. Ogni vita non consacrata
a Dio, ogni giorno che non passiamo a cercare il Suo volto, ogni minuto non
vissuto con Cristo è una vita, un giorno, un minuto sprecato. Noi siamo
creati per glorificare Dio e questo coincide anche con la nostra felicità,
quella gioia pura e assoluta che prescinde dalle circostanze, perché
ha il suo fondamento in Cristo. Non sprechiamo la nostra vita! Che il Signore
metta nei nostri cuori quella passione per Lui che aveva anche Isaia. M.m.
Domenica 13 Maggio 2012
“IL CIECO RECUPERÒ LA VISTA E SEGUIVA GESÙ GLORIFICANDO
DIO”. (Luca 18:43)
Il cieco riconobbe in Gesù la persona di Dio e Gli chiese di essere guarito
dalla cecità certo che avrebbe potuto farlo. Per la fede che dimostrò,
Gesù lo guarì. E poi Lo seguì, attribuendo il merito a
Dio. Quante volte sei stato guarito, protetto, salvato da Dio e non Gli hai
riconosciuto il merito? A Lui aspetta il ringraziamento e la lode. Fermati un
momento a pensare a una circostanza in cui è stato palese l’intervento
di Dio e ringraziaLo! ChiediGli di aprirti gli occhi perché tu possa
riconoscere tutto il bene che ti fa e prepara il tuo cuore a ringraziarLo con
l’amore di un figlio verso il Padre che si prende cura di lui. Impegnati
a vedere la mano di Dio nella giornata di oggi. Non è difficile: basta
pensare che se, questo istante respiri, è solo per volontà di
Dio! e.s.
Lunedì 14 Maggio 2012
“IL TUO CUORE PERSEVERI SEMPRE NEL TIMORE DELL’ETERNO, POICHÉ
C’È UN AVVENIRE”. (Proverbi 23:17,18)
La Scrittura ci insegna che temere Dio significa odiare il male (Proverbi 8:13),
e ora il re Salomone, autore del libro dei Proverbi, ci esorta a perseverare
nella ricerca di ciò che è buono, rifiutando sempre categoricamente
tutto ciò che in quanto contrario alla volontà di Dio, può
essere definito male. Le parole del versetto di oggi mettono a fuoco un’ulteriore
verità: se faremo del timore di Dio la regola della nostra vita questo
costituirà per noi una sorta di garanzia per il futuro. Non ci viene
detto che saremo preservati da ogni forma di sofferenza; il dolore fa parte
della vita umana come l’aria che respiriamo e, in una certa misura, è
inevitabile. Ci viene detto però che saremo protetti da tutta quella
parte di sofferenza che ci procuriamo con le nostre stesse mani, perché
conseguenza inevitabile di comportamenti sbagliati quali l’odio, l’egoismo,
la mancanza di amore. In definitiva, nel temere l’Eterno c’è
solo da guadagnarci. f.a.
Martedì 15 Maggio 2012
“IO FACCIO VENIRE SU DI LUI L’ANNO IN CUI DOVRÀ RENDERE CONTO
DICE IL SIGNORE”. (Geremia 48:44)
Viviamo in una società in cui gli standard morali sono quasi stati eliminati.
Violenza, terrorismo, immoralità, corruzione, scandali, ingiustizie sono
sempre più evidenti. Perché Dio tollera tutto questo? Perché
non interviene? Cari lettori, Dio vide ogni cosa, agisce e opera oggi, anche
se ci lascia la nostra libertà e non fa morire tutti i malvagi. La nostra
società è in crisi perché ci siamo allontanati da Dio.
Ma Egli non tollererà per sempre questo stato di cose. La Bibbia dice:
“L’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia
degli uomini” (Romani 1:18). La nostra generazione è sotto il giudizio
di Dio. Presto verrà la resa dei conti, quando Dio giudicherà
gli uomini increduli. Se aspetta ancora è perché è paziente
e vuole che tutti si ravvedano e credano in Lui. Presto Cristo verrà
per giudicare e per mettere fine a ogni malvagità. Allora non sarà
possibile nascondere nulla, perché tutte le cose sono nude e scoperte
davanti agli occhi di Colui al quale dobbiamo rendere conto. p.d.n.
Mercoledì 16 Maggio 2012
“FEDELE È COLUI CHE HA FATTO LE PROMESSE”. (Ebrei 10:23)
L’autore della Lettera agli Ebrei scrive queste parole per incoraggiare
i credenti a non vacillare nella fede. Forse aveva avuto notizia che qualcuno
di loro era sfiduciato e abbattuto. Quale modo migliore per confortarlo se non
rievocando la fedeltà di Dio? Gli Ebrei, avendo conoscenza delle Sacre
Scritture, sapevano che, nel passato, Dio aveva fatto tante promesse e, soprattutto,
che le aveva mantenute. Mai una volta era venuto meno alla parola data e le
Sue promesse si erano sempre realizzate alla lettera. La fedeltà di Dio
alla propria Parola è un Suo attributo indiscutibile e indubitabile.
Ma attenzione! Dio mantiene tutte le Sue promesse. Se ha promesso di benedire,
benedirà, se ha promesso di castigare, castigherà! a.r.m.
Giovedì 17 Maggio 2012
“CHI RISPONDE PRIMA D’AVER ASCOLTATO, MOSTRA LA SUA FOLLIA, E RIMANE
CONFUSO”. (Proverbi 18:13)
Dei bambini giocano insieme in un parco mentre le loro mamme parlano in gruppo
fra di loro. Sembrano impegnate in utile e costruttivo colloquio, in realtà
molto probabilmente si avvicendano in una serie di relazioni in cui una parla
del suo bambino e le altre aspettano il loro turno per fare altrettanto con
il loro. Quello che viene detto sul bambino dell’altra serve come spunto
per quello che si dirà dopo sul proprio. Tutte prima o poi parlano, nessuna
veramente ascolta. È soltanto un esempio, altri se ne potrebbero portare
in cui sono coinvolti gli uomini. Per la Bibbia l’ascolto è importante.
Se mostro di non sapere ascoltare le persone che mi parlano, molto probabilmente
avrò difficoltà ad ascoltare il Signore che mi parla. “Badate
di non rifiutarvi d’ascoltare Colui che parla; perché se non scamparono
quelli, quando rifiutarono d’ascoltare colui che promulgava oracoli sulla
terra, molto meno scamperemo noi, se voltiamo le spalle a Colui che parla dal
cielo”. (Ebrei 12:25). m.c.
Venerdì 18 Maggio 2012
“GESÙ DIVENNE PER TUTTI QUELLI CHE GLI UBBIDISCONO, AUTORE DI SALVEZZA
ETERNA”. (Ebrei 5:9)
Il Signore Gesù, mediante l’incarnazione, la morte, la sepoltura,
la resurrezione e l’ascensione, può essere chiamato “autore
di salvezza eterna” per tutti coloro che Gli ubbidiscono. L’ubbidienza
a Dio testimonia che Gli apparteniamo come figli, perché rivela che lo
Spirito di Dio è all’opera in noi. Chi ha la Parola di Dio nel
proprio cuore, sa come obbedire. Per essere salvati c’è bisogno
anche della fede. In questo caso possiamo chiamarla “l’obbedienza
della fede”. Ma ogni essere umano è totalmente incapace, con le
proprie forze, di soddisfare Dio nel piano dell’obbedienza. Perciò
conviene affidarsi a Dio, fonte di salvezza: soltanto coloro che obbediranno
saranno salvati con il Suo aiuto. s.b.
Sabato 19 Maggio 2012
“HO VOLUTO ISTRUIRTI OGGI, SÌ PROPRIO TE, PERCHÉ LA TUA
FIDUCIA SIA POSTA NEL SIGNORE”. (Proverbi 22:19)
Capita spesso, quando andiamo a distribuire Vangeli con i Gedeoni (un’associazione
cristiana per la distribuzione delle Sacre Scritture), di sentirci rispondere
frasi del tipo: “Non è roba per me, dallo a qualcun altro, adesso
non mi interessa… magari tra qualche anno…”. Come se la Parola
di Dio fosse destinata solo a certe persone, magari quelle più sensibili
o più ingenue o semplicemente più anziane e quindi più
vicine alla “resa dei conti”. Niente di più sbagliato; i
Proverbi. Come ogni libro della Scrittura, sono rivolti a tutti, quindi anche
a te che leggi; anzi, sono stati scritti proprio per te, affinché oggi,
non domani o tra un anno, ma oggi tu possa porre la tua fiducia nel Signore
e non in te stesso o in qualche religione o filosofia o morale. m.m.
Domenica 20 Maggio 2012
“DIO HA RISUSCITATO GESÙ E LO HA INNALZATO CON LA SUA DESTRA. COSTITUENDOLO
PRINCIPE E SALVATORE”. (Atti 5:30,31)
L’apostolo Pietro aveva ricevuto da Gesù “le chiavi del regno
dei cieli”. Questo non significa che egli sia il portinaio del paradiso,
come vorrebbe una diffusa tradizione cattolica spesso ricordata da barzellette
di dubbio gusto. Significa piuttosto che Pietro, dopo il ritorno di Gesù
al Padre, avrebbe avuto il privilegio e la responsabilità di annunciare
per primo l’Evangelo, invitando gli Ebrei prima (Atti 2), e successivamente
anche gli altri popoli (leggi la conversione del centurione romano Cornelio
raccontata in Atti 10), alla fede nel Signore Gesù, aprendo loro in questo
modo le porte “del regno dei cieli”. Questa apertura venne offerta
da Pietro anche davanti alle autorità. Oggi ci vengono ricordate le parole
rivolete al sommo sacerdote e al sinedrio di Gerusalemme. Pietro annuncia dov’è
Gesù (non nella tomba ma, risorto, alla destra di Dio Padre) e chi è
Gesù: il “Salvatore” inviato nel mondo “per dare ravvedimento
ad Israele e perdono dei peccati”. Ecco cosa dobbiamo sapere, o ricordare,
anche noi! p.m.
Lunedì 21 Maggio 2012
“IL MIO POPOLO HA ABBANDONATO ME, LA SORGENTE D’ACQUA VIVA”.
(Geremia 2:13)
Con le parole del versetto di oggi Dio rimprovera il popolo di Israele perché
Lo ha abbandonato e si è rivolto ad altri dèi. Nella sua cocciutaggine
e nella sua presunzione. Il popolo si è convinto di essere in grado di
decidere a chi rivolgersi per soddisfare i propri bisogni più profondi,
ma, in realtà, non ha fatto altro che scegliere sterili alternative che
non possono procurargli alcun bene, come fossero cisterne senza acqua. Sete
d’amore, di sicurezza, di consolazione, di serenità… questi
erano i bisogni del popolo di Dio, questi sono i bisogni dell’uomo contemporaneo.
Chi potrà soddisfare questa sete? Gesù dice: “Chi crede
in Me non avrà ma più sete” e “Chi ha sete venga a
Me e beva” (Giovanni 6:35 e Giovanni 7:37). Io ha accolto il Suo invito.
Vuoi farlo anche tu? a.r.m.
Martedì 22 Maggio 2012
“LA PAROLA DEL SIGNORE RIMANE IN ETERNO”. (1 Pietro 1:25)
Dove posso trovare una parola sicura che non cambia mai? Nelle leggi? Quanti
obblighi sono decaduti, quante disposizioni cambiate, quante novità introdotte
dai nostri legislatori. È difficile raccapezzarsi. Nella politica? Quante
teorie, quanti ideali dati per certi che sembrava dovessero cambiare il mondo,
sono oggi screditati e abbandonati. Nella scienza? Peggio ancora: affermazioni
che erano indiscutibili 50 anni fa, sono oggi completamente sconfessate e ribaltate.
Quante parole che sembravano aver valore assoluto per i nostri nonni, per i
nostri genitori, sono oggi dimenticate! Invece la Bibbia, che ci trasmette il
messaggio di Dio per l’uomo, continua a essere diffusa in milioni di copie,
penetra fra i popoli più diversi, dall’America Latina all’Africa,
in Cina come in Corea e produce on potenza il suo frutto. Il messaggio è
vecchio di millenni ed è sempre lo stesso, eppure ancora oggi trasforma
tante vite: uomini e donne sono riconciliati con Dio. La Parola di Dio è
veramente l’unica che rimane. l.p.
Mercoledì 23 Maggio 2012
“VOI CONOSCERETE CHE IO SONO L’ETERNO”. (1 Re 20:28)
Leggendo tutto il brano (versetti 22-29), apprendiamo che i popoli avevano una
concezione molto limitata del Signore: Lo equiparavano agli “dèi”
dei popoli della terra, che sono opera di mano d’uomo. Mediante il Suo
profeta, Dio informò il re d’Israele che avrebbe vinto quella battaglia,
nonostante l’inferiorità numerica del suo esercito rispetto a quello
della Siria, e così avvenne. Lo scopo del Signore era provare al re,
come pure ai Siri e agli Israeliti, che egli è il Signore. Dio è
l’Eterno, l’Onnipotente, il Creatore del cielo e della terra; non
è un idolo che gli uomini possono manipolare a loro piacimento, ma il
Dio vivente a cui dobbiamo sottomissione e ubbidienza. Qual è la concezione
che tu hai di Dio? Per te chi è Dio? Se non lo sai, leggi la Bibbia ed
Egli si rivelerà anche a te. Conoscerai che Dio, il Dio di Israele, è
l’Eterno, il Signore, l’unico Signore e Salvatore che può
e vuole salvare, se credi in Lui la tua anima dalla condanna eterna. n.s.
Giovedì 24 Maggio 2012
“PADRE NOSTRO, SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ”. (Matteo 6:9,10)
È stato il Signore Gesù Cristo a pronunciare delle parole così
belle che riguardano la preghiera personale. La breve frase “…sia
fatta la Tua volontà” ci comunica tre lezioni spirituali del divino
Maestro. Per prima cosa, occorre conoscere la volontà del Padre per poterla
poi realizzare. È la Bibbia che ci rivela le cose che Dio ha nel cuore.
La preghiera che Dio gradisce, dunque è quella che viene fatta alla luce
della Sua parola. In secondo luogo, è necessario amare la volontà
del Padre. Solo così potremo pregare compiendo con piacere la volontà
di Dio. Questa preghiera fra la creatura e il Creatore. Infine, bisogna vivere
quotidianamente la volontà del Padre. Questo vuol dire che la preghiera
che Dio vede con favore si basa sulla ricerca costante e concreta della Sua
volontà. “…sia fatta la Tua volontà anche in terra
come è fatta in cielo” disse Gesù. Comprendiamo dalle Sue
parole che una tale invocazione ci carica di responsabilità importanti
che ci porteranno fino a Dio. s.v.
Venerdì 25 Maggio 2012
“QUELLI CHE SONO PIANTATI NELLA CASA DEL SIGNORE, PORTERANNO ANCORA FRUTTO
NELLA VECCHIAIA”. (Salmo 92:13,14)
L’agave è la parabola vegetale e vivente di questo passo. È
una pianta grassa. Vive bene in terreni aridi e ha delle foglie carnose e spesse,
che sembravano drappi messi ad asciugare, e orlatie di spine piccole, ma molto
forti. Se ti pungono fanne un male bestiale. Si abbarbica sui pendii terrosi
e rocciosi e si accomoda nelle aiuole dei parchi. Prospera al caldo e al freddo.
Comincia, così piccola e tenera, che può stare in un vasetto sul
balcone e, col tempo, se piantata in terra piena, raggiunge anche un paio di
metri di altezza. Con le fibre delle sue foglie si possono fare delle stuoie.
Sono state usate anche per fare dei tessuti. Verso i 100 anni di età,
fra le sue foglie, nasce una specie di enorme asparago, che poi mette dei tentacoli
fioriti, che lo fanno sembrare un candelabro. Le api sui fiori ci vanno a nozze.
Poi muore e lascia ai suoi piedi un esercito di piccole agavi. Fate voi l’applicazione!
m.t.s.
Sabato 26 Maggio 2012
“IL PADRE VI MANDERÀ UN ALTRO CONSOLATORE, PERCHÉ STIA CON
VOI PER SEMPRE”. (Giovanni 14:16)
È Gesù che parla. Gesù è pieno di amore per i Suoi
e non vuole lasciarli soli. Per questo rassicura i discepoli della sicura presenza
del Consolatore. Egli è Colui che sta accanto, per incoraggiare i discepoli,
per spronarli. Per quanto tempo ci sarebbe stata la Sua preziosa presenza? Per
sempre! La Parola di Dio ha una portata eterna. Questa promessa è completamente
efficace ancora oggi. Il cristiano gode sempre della sicura presenza dello Spirito
Santo. Una presenza colma dell’essenza di Dio stesso: l’amore! Sì,
perché Dio è amore (1 Giovanni 4:8). Infatti altrove è
scritto: “L’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori
mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato” (Romani 5:5). Gesù
prega il Padre, il quale manda il Consolatore nel cuore di colui che crede in
Gesù. La completa Deità all’opera per la redenzione del
credente: il Padre, il Consolatore è Gesù ti amano! Come non possiamo
esclamare, ricolmi di gioia: “Grazie, Dio, per il Tuo amore!”? e.m.
Domenica 27 Maggio 2012
“LO SPIRITO SANTO SCESE SU TUTTI QUELLI CHE ASCOLTAVANO LA PAROLA”.
(Atti 10:44)
Il dono dello Spirito Santo è sicuramente la cosa più bella e
rassicurante che un possa ricevere. Dice l’apostolo Paolo: “Dopo
avere ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza,
e avendo creduto in Lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era
stato promesso (da Gesù) il quale è pegno della nostra eredità
fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della
sua gloria” (Efesini 1:13,14). È il Dono che ci lega per sempre
a Dio, è sigillo e pegno, dice l’apostolo, di eterna salvezza e
che trasforma la nostra vita aprendo i nostri occhi e la nostra mente alla verità
della Parola di Dio. Senza di Lui sarebbe impossibile vivere la vita cristiana
e neppure potremmo chiamarci cristiani. Ma come è possibile ricevere
questo dono straordinario? Il versetto di oggi ce lo indica chiaramente: lo
Spirito scese su quelli che ascoltavano la Parola di Dio e avevano creduto,
cioè avevano aperto il loro cuore a Gesù per accoglierLo. Hai
fatto questa esperienza? Altrimenti non indugiare! g.b.
Lunedì 28 Maggio 2012
“SE STO SEDUTA NELLE TENEBRE L’ETERNO È LA MIA LUCE”.
(Michea 7:8)
Il dualismo fra tenebre e luce attraversa tutta la Bibbia. È un concetto
facile da afferrare per chiunque e comprensibile anche per i bambini piccoli
che hanno un’innata paura del buio, ecco perché, per farli dormire
tranquilli, a volte, è sufficiente una piccola luce. La maggior parte
dei furti e dei crimini di vario genere come violenze, uso di droga, abuso di
alcool, non avviene alle 10 del mattino, ma con la complicità delle tenebre.
Satana stesso è definito il principe delle tenebre. Gesù, nel
Suo cammino terreno, disse più volte di Sé stesso: “Io sono
la Luce del mondo, chi Mi segue non camminerà più nelle tenebre”
(Giovanni 8:12). C’è un voto interiore più tenebroso della
notte più buia, è quello dell’allontanamento da Dio, del
rifiuto di riconoscere Gesù come la vera Luce venuta per illuminare e
rischiare quella notte esistenziale che ci avvolge e ci spaventa. Nell’avvicinarsi
a Gesù sta la nostra salvezza e la possibilità certa di non brancolare
più nel buio. a.m.
Martedì 29 Maggio 2012
“LA VIA DI DIO È PERFETTA”. (2 Samuele 22:31)
È famoso il detto: “Tutte le vie portano a Roma”. Questo
è vero, ma dipende da quanto tempo si ha a disposizione. È inutile
quindi informarsi prima su qual è la strada migliore e possibilmente
più breve. Così è per la nostra vita. Siccome non sappiamo
quanto dura il “viaggio” su questa terra dobbiamo, mentre siamo
ancora in tempo, scoprire dove andremo dopo la morte! Solo la Bibbia ci dà
le risposte alle domande esistenziali, perché Dio stesso è venuto
sulla terra, nella persona di Gesù, e ci ha lasciato tanti insegnamenti,
ma soprattutto ha risolto il grande problema del nostro peccato che ci separa
da Dio, aprendoci l’unica via di accesso per il cielo. Sì, Gesù
è la via perfetta, sia per vivere al meglio la nostra vita su questa
terra, sia per assicurarci la destinazione eterna con Dio. Allora per essere
sicuro di essere sulla via giusta, non fidarti delle religioni, perché
sono vie create dagli uomini, ma scegli Gesù… “la via di
Dio”. b.s.
Mercoledì 30 Maggio 2012
“DIO MANDÒ SUO FIGLIO PER RISCATTARCI, AFFINCHÉ NOI RICEVESSIMO
L’ADOZIONE”. (Galati 4:4,5)
L’adozione da parte di Dio come figli mi ha sempre rallegrato enormemente.
Noi nasciamo come creature di Dio, ma la salvezza ci fa diventare Suoi figli,
non solo salvati dalle pene eterne, ma diventiamo figli! Tutti siamo figli dal
punto di vista umano, e sappiamo il privilegio che ciò comporta: dall’amore
sviscerato dei genitori, alla loro protezione, dal portare quel cognome, al
fatto di essere eredi. Un padre vive una vita in funzione dei figli e il nostro
Dio, sin da quando Adamo decise di staccarsi da Lui, progettò il riscatto
degli uomini per portarli a un livello maggiore di Adamo stesso: diventare figli
Suoi! Oggi cosa mi può dire tutto ciò? Caro fratello, o sorella,
ricordati ancora oggi che nel cielo abbiamo un Padre che si prende cura di noi,
di tutte le situazioni, anche le più dolorose, perché ci ama.
Non ascoltiamo la voce del nemico che cercherà di farci dubitare di questa
verità. Se ancora non sei un figlio di Dio, cosa aspetti? Come diceva
qualcuno: non sai cosa ti perdi! Preghiamo continuamente affinché altri
si aggiungano alla già grande famiglia spirituale dei figli di Dio! p.p.
Giovedì 31 Maggio 2012
“TU NON HAI GLORIFICATO DIO, NELLE CUI MANI È LA TUA VITA E A CUI
APPARTENGONO TUTTE LE TUE VIE”. (Daniele 5:23)
Il re Baldassar di Babilonia, destinatario di queste parole, aveva disonorato
il nome di Dio con atteggiamenti idolatrici. A motivo di questo, subì
gravi conseguenze. Un proverbio umano dice: “Scherza coi fanti e lascia
stare i santi”. Questo proverbio veniva citato quando qualcuno varcava
il confine della miseria sfera umana ed entrava in quella divina con parole
o atteggiamenti irriverenti verso la santità di Dio. Questo timore di
Dio animava anche chi non era propriamente un religioso. Oggi il timore di Dio
è invece completamente scomparso. Dio è sempre più il soggetto
di gag comiche che insultano e deridono la Sua autorità e potenza, e
di fronte alle quali la gente ride con gusto. Che grave inganno pensare che
Dio resterà a osservare inerme l’uomo che non gli rende la gloria
ed il timore che Gli sono dovuti! “Temete Iddio e dategli gloria poiché
l’ora del Suo giudizio è venuta; e adorate Colui che ha fatto il
cielo e la terra e il mare e le fonti delle acque” (Apocalisse 14:7).
d.p.
Venerdì 1 Giugno 2012
“L’ETERNO DICE: IO ONORO CHI MI ONORA E DISPREZZO CHI MI DISPREZZA”.
(1 Samuele 2:30)
In che modo possiamo onorare il Signore? Penso che la risposta a questa domanda
sia abbastanza semplice: onoriamo il Signore quando facciamo ciò che
Gli è gradito. E per sapere ciò che Gli è gradito dobbiamo
sfogliare la nostra Bibbia per conoscere Lui e la Sua volontà. La verità
stupefacente che il brano di oggi ci comunica, però, è questa:
se noi Lo onoriamo, Egli ci onorerà! Non è fantastico? Dio potrebbe
esigere la nostra ubbidienza senza dare nulla in cambio, perché lui è
Dio e avrebbe ogni diritto di farlo. E invece ha deciso di onorare chi Lo onora,
facendolo oggetto del Suo amore e delle Sue cure e preparando per lui una casa
eterna in cui lo accoglierà un giorno. Ma non dimentichiamo che questo
onore non è riservato a tutti. Chi non si cura di Lui, Gli disubbidisce
e Lo offende, non potrà aspettarsi che biasimo e castigo. Pensiamoci!
a.r.m.
Sabato 2 Giugno 2012
“L’ETERNO DÀ FORZA ALLO STANCO E ACCRESCE IL VIGORE DI COLUI
CHE È SPOSSATO”. (Isaia 40:29)
Se hai una Bibbia (e se non ce l’hai la puoi richiedere all’editore
di questo calendario), ti consiglio di leggere tutto il capitolo 40 di Isaia.
È bello perché mette a confronto la fragilità umana con
l’onnipotenza di Dio. Lo fa in maniera da non farci sentire come formiche
di fronte a un elefante, ma con amore e tenerezza. Infatti il capitolo inizia
con le parole: “Consolate, consolate il Mio popolo…” e quante
volte nella nostra vita abbiamo bisogno di consolazione! Al versetto 11 è
scritto: “Come un pastore, Egli pascerà il Suo gregge e prenderà
gli agnellini in braccio…” E al versetto 28: “Non l’hai
mai udito? Il Signore è Dio eterno, il Creatore degli estremi confini
della terra, Egli non si affatica e non si stanca e la Sua intelligenza è
imperscrutabile”. Allora possiamo essere sicuri che Dio può e vuole
dare forza e vigore a chi è stanco e spossato, ma per avere ciò.
È necessario credere in Lui, fidarsi di Lui e chiederglielo. Al versetto
31 è scritto: “Quelli che sperano nel Signore acquistano nuove
forze, sia alzano in volo come aquile, corrono e non stancano, camminano e non
si affaticano”. Vuoi provarci? Io so che è vero! w.g.
Domenica 3 Giugno 2012
“TU SEI L’ARGOMENTO DELLA MIA LODE NELLA GRANDE ASSEMBLEA”.
(Salmo 22:25)
Lodare significa esprimere apprezzamento e ammirazione per quello che qualcuno
è e fa. Il Signore deve essere la Persona a cui rivolgo le mie lodi per
il Suo amore, la Sua santità, giustizia, sapienza, onniscienza, misericordia
e tutte le Sue altre qualità. Lodare significa concentrare i miei pensieri
su quello che Lui è, sulla Sua essenza e le Sue qualità. Ho paura
che spesso ci concentriamo troppo su quello che Lui ha fatto per noi e quello
che noi possiamo ricevere e riceviamo da Lui. Per cui la lode diventa più
che altro un ringraziamento o un’espressione dei nostri sentimenti o una
lista di richieste. Nell’Apocalisse (4:8), una preghiera di lode è:
“Santo, santo, santo è il Signore, il Dio onnipotente che era,
che è e che viene”. È un concentrato di teologia e di ammirazione.
Perché oggi non cerchiamo di concentrarci su Lui, anziché su noi?
Gli farà piacere. m.t.s.
Lunedì 4 Giugno 2012
“CRESCIAMO VERSO COLUI CHE È IL CAPO, CIOÈ IL CRISTO”.
(Efesini 4:15)
Mentre si leggeva la Bibbia in un piccolo gruppo cristiano, rimasi profondamente
colpito dal sorriso sincero di una signora che stava afferrando il significato
del racconto biblico sul quale si stava riflettendo. Le Scritture venivano spiegate
con semplicità e chiarezza e gli occhi di quella donna cominciarono a
illuminarsi. Con soddisfazione disse: “Il Signore è buono con me
perché mi fa crescere nelle Sue vie”. Ringraziò i fratelli,
i quali conclusero quell’incontro con una preghiera. Quella donna evidentemente,
stava vivendo sulla sua pelle ciò che l’apostolo Paolo dice ai
credenti della chiesa di Efeso: “Cresciamo verso Colui che è il
capo, cioè Cristo”. La vita cristiana descritta nella Bibbia non
è povera e monotona come pensano alcuni, al contrario, è varia
ed emozionante, quando acquisiamo nozioni dottrinali e pratiche che ci fanno
giungere alla conoscenza piena del Figlio di Dio, salvandoci dalla seduzione
e dall’errore. C’è nel tuo cuore, come nella vita di quella
dona, il reale desiderio di conoscere il Signore e di crescere nella Sua Parola?
s.v.
Martedì 5 Giugno 2012
“GESÙ DISSE: GENTE DI POCA FEDE, NON CAPITE ANCORA?” (Matteo
16:8,9)
Quando Gesù era qui sulla terra usava molto del Suo tempo per insegnare,
ma non tutto ciò che diceva era sempre facilmente comprensibile. Qui
sono addirittura i Suoi discepoli che non riescono a comprenderLo. Gesù
sta parlando di una piccola quantità di lievito che è sufficiente
per modificare una gran quantità di impasto per il pane e paragona tutto
ciò alle dottrine sbagliate dei farisei, capaci di modificare negativamente
il cuore delle persone. Invece loro pensano che Gesù abbia semplicemente
bisogno di pane. Così ci sembra di vedere il Signore Gesù, che
con loro, così come spesso è costretto a fare con noi, si ferma
e ci rispiega tutto daccapo proprio come si fa con i bambini. Ci ricorda che
Egli è il Signore dei signori, non si preoccupa del pane, perché
è perfettamente capace di sfamare con cinque panini cinquemila persone,
ma si preoccupa di quello ce c’è nel nostro cuore e della nostra
facilità ad accettare, a piccole dosi, cose sbagliate nella nostra vita
e nella società. a.m.
Mercoledì 6 Giugno 2012
“PRELEVATE DA QUELLO CHE AVETE UN’OFFERTA ALL’ETERNO”.
(Esodo 35:5)
“Ma che bisogno ha il Signore delle nostre offerte?”, potrebbe chiedersi
qualcuno. In fondo, a Lui non manca niente. “Sono io, invece, che ho un
mucchio di necessità. Mi manca questo, mi manca questo altro, e l’ho
anche detto al Signore, in preghiera, ma non ho ottenuto risposta. E adesso
vengo a sapere che sono io che devo prevalere da quello che ho un’offerta
al Signore!”, potrebbe continuare a obiettare l’ipotetico qualcuno.
Probabilmente non abbiamo mai usato parole come queste, ma qualche volta forse
pensieri simili si sono affacciati alla nostra mente. In realtà, quello
che Dio vuole è approfondire un rapporto d’amore fra Lui e noi.
Egli ci ha dato tutto cominciando dalla cosa più importante: il Suo Figlio
unigenito. Attraverso la restituzione volontaria di una piccola parte di quello
che ci ha donato, il Signore vuole avere da noi il permesso di riempirci di
nuovi e maggiori doni. “Date, e vi sarà dato: vi sarà versata
in seno buona misura, pigiata, scossa, traboccante” (Luca 6:38). m.c.
“Giovedì 7 Giugno 2012
“IL NOSTRO DIO, CHE NOI SERVIAMO, HA IL POTERE DA SALVARCI”. (Daniele
3:17,18)
Ogni giorno si presentano davanti a noi delle scelte che mettono alla prova
la nostra fiducia e fedeltà nell’amore di Dio. In queste situazioni,
pensando che sia un vero peccato rischiare la carriera, perdere gli amici pregiudicare
i rapporti con la famiglia… possiamo cedere al compromesso. Si può
pregare Dio e leggere la Bibbia la mattina e poi, durante il giorno, correre
dietro alle proprie ambizioni, al successo, alle vanità, alle cose che
passano… Oppure, come i tre amici del profeta Daniele, possiamo dire che
il nostro Dio, Colui che può ogni cosa e che ha ogni potere sulla terra
e nei cieli, può liberarci ed esaudire le nostre preghiere, se è
la Sua volontà. E anche se questo non accadesse, manterremo la nostra
fede in Lui e la nostra fiducia nella Sua fedeltà. Chi è fedele
al Signore preferisce perdere ogni cosa per l’onore del proprio Maestro,
che ha dato tutto per noi, anche la propria vita. g.f.r.
Venerdì 8 Giugno 2012
“VOI CHE CERCATE DIO, FATEVI ANIMO”. (Salmo 69:32)
Dal contesto del Salmo 69 emerge che il tema prevalente è quello della
richiesta di liberazione dalla sofferenza causata dall’amore per il Signore.
Alcune sezioni di questo Salmo 69 sono state applicate alla vita di Cristo così
che, in parte, è un salmo tipologico di Cristo: Egli è il simbolo
dei giusti che sono perseguitati per il loro zelo nel fare la volontà
di Dio. Il testo di oggi è particolarmente incoraggiante per tutti coloro
che si trovano a dover subire sofferenze ingiuste, poiché il Signore
ascolta i bisognosi e non disprezza tutti coloro che Lo cercano con tutto il
cuore, anzi li incoraggia e promette loro che vedranno la liberazione e ne gioiranno.
n.s.
Sabato 9 Giugno 2012
“DIO CI HA BENEDETTI DI OGNI BENEDIZIONE SPIRITUALE NEI LUOGHI CELESTI
IN CRISTO”. (Efesini 1:3)
Mi chiedono: “Come stai?”. Rispondo: “Non mi posso lamentare”.
Frase convenzionale che può essere parafrasata in diversi modi: “Dovrei
e vorrei lamentarmi, ma non lo faccio per educazione”, oppure: “Sono
appena al di sopra della soglia di sopportazione, al di sotto della quale potrò
cominciare a lamentarmi”. Se questo è il mio atteggiamento, come
potrò convincere qualcuno che “Dio mia benedetto di ogni benedizione
spirituale” e che “nulla mi manca” (Salmo 23:1)? La predicazione
del Vangelo ha diviso le persone in due categorie: quelli che hanno tutto e
quelli che non hanno niente. Se ho Cristo, ho tutto; se non ho Cristo, non ho
niente. Ci sono persone che non hanno niente, ma sono convinte di avere molto.
E ci sono persone che hanno tutto e si lamentano perché dicono di avere
poco. Se non hai niente, preoccupati di avere tutto in Cristo, e non soltanto
molto. E se hai tutto in Cristo, guardati dal credere di avere poco. m.c.
Domenica 10 Giugno 2012
“PARLA, O ETERNO, POICHÉ IL TUO SERVO ASCOLTA”. (1 Samuele
3:9)
Siamo abituati all’idea di un Dio che ascolta le preghiere ma… non
parla! Questo non è il Dio della Bibbia. C’è chi dice che
il Signore non parla più, perché quello che aveva da dire lo ha
detto nella Sua Parola. Io non credo a un Dio che è muto da 2000 anni!
Sicuramente la rivelazione scritta è la guida principale per un cristiano,
ma io so che oggi Dio parla ancora per mezzo dello Spirito Santo che dimora
dentro di noi e ci guida attraverso la Sua Parola. In Isaia 1:18 il Signore
dice: “E poi venite e discutiamo insieme…”. Una discussione
presuppone un dialogo. Dio, oggi, sta parlando al tuo cuore se solo ti disponi
ad ascoltarLo. Tanti non sentono la voce di Dio perché non vogliono ascoltarla,
perché altre voci parlano più forte, perché non hanno abbastanza
umiltà per tacere, perché è più facile vivere con
un Dio muto. Le parole del versetto di oggi sono state pronunciate da Samuele,
un bambino che era al servizio nel tempio e che diventò il grande profeta
che tutti conosciamo. Il segreto? Ha imparato dalla più tenera età
ad ascoltare Dio e a riconoscere la Sua voce. Ascolta…Dio ti sta parlando…ora!
r.b.
Lunedì 11 Giugno 2012
“GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE”. (Matteo 10:8)
Dio ci offre in Cristo una salvezza totalmente gratuita. “È per
grazia che siete stati salvati” (Efesini 2:8), ricordò l’apostolo
Paolo ai cristiani della chiesa di Efeso. E Pietro a Samaria rimproverò
aspramente un certo Simone perché aveva “creduto di poter acquistare
con denaro il dono di Dio”. (Atti 8:20). Purtroppo la religione continua
a nascondere questa verità, insegnando la necessità di buone opere,
di digiuni, penitenze, pellegrinaggi, offerte in denaro (soprattutto per i defunti)
e quant’altro. In realtà le buone opere verso gli altri, nel desiderio
di Dio, dovrebbero avere l’unico obiettivo di testimoniare la certezza
di essere stati salvati gratuitamente. Infatti, se faccio del bene agli altri
con la speranza di acquisire in questo modo dei meriti per la mia salvezza,
non lo sto facendo gratuitamente e, in pratica, non lo sto neppure facendo per
gli altri, lo faccio prima di tutto per me. È il principio della GRAZIA
che dobbiamo riscoprire e vivere, sia nella nostra relazione cn Dio che in quella
con il nostro prossimo! p.m.
Martedì 12 Giugno 2012
“RICORDATI DEL TUO CREATORE NEI GIORNI DELLA TUA GIOVINEZZA”. (Ecclesiaste
12:3)
Sono nato in una famiglia cristiana, ma all’età di 18 anni fui
attratto dalle amicizie mondane e per tre anni abbandonai sia Dio che la chiesa.
I miei amici e la vita che conducevo mi bastavano. Vennero le prime delusioni:
scoprii che dietro a quel mondo fatto di luci colorate e di tanti sorrisi c’era
un vero deserto per l’anima. Una cosa ricordo ancora oggi nitidamente:
quando andavo a letto sentivo solo con me stesso. A 21 anni, a seguito di queste
delusioni, scappai via di casa per una settimana, senza dire niente ai miei,
e mi rifugiai a Torino da mio zio. Sul comodino dove dormivo c’era una
Bibbia. Il settimo giorno la aprii e mi saltò agli occhi il passo di
oggi che continua dicendo: “…prima che vengano i cattivi giorni
e giungano gli anni dei quali dirai: Io non ci ho più alcun piacere”.
Era la mia storia: piansi come un bambino, mi arresi a Dio e m’innamorai
di Lui. Amica, amico, rallegra il cielo donando il tuo cuore a Dio e ricordati
che Lui non ti deluderà mai. p.p.
Mercoledì 13 Giugno 2012
“IO ANNUNZIO MOLTO TEMPO PRIMA LE COSE NON ANCORA AVVENUTE, DICE IL SIGNORE”.
(Isaia 46:10)
Nel contesto di questo versetto Dio dichiara di essere l’unico Dio: “Sono
Dio, e nessuno è simile a Me” (versetto 9). Infatti si presenta
come Colui che parla e comunica con gli uomini, Colui che crea la vita e la
sostiene, Colui che salva, Colui che porta a compimento quello che dice in anticipo
(versetti 10-13). Egli non solo vede il futuro e lo conosce, ma porta anche
ad effetto tutta la Sua volontà (versetto 10). Egli è eterno:
Dio vive tutte le età. Come dire che è onnipresente in ogni secolo,
i ogni anno, in ogni giorno di tutta la storia, anche di quella che deve ancora
venire. Il versetto di oggi ci aiuta a capire un po’ più con chi
abbiamo a che fare ogni giorno: Colui di cui possiamo avere piena fiducia quando,
con certezza, dichiara: “Io vi ho fatti, e Io vi sosterrò: sì,
vi porterò e vi salverò” (versetto 4). e.s.
Giovedì 14 Giugno 2012
“PER QUESTO È STATO MANIFESTATO IL FIGLIO DI DIO: PER DISTRUGGERE
LE OPERE DEL DIAVOLO”. (1 Giovanni 3:8)
Basta aprire un qualsiasi quotidiano, di un qualsiasi giorno dell’anno
per rendersi conto che le opere del diavolo sono quanto mai presenti e numerose
ovunque. Ma allora il versetto di oggi ci presenta solo una pia illusione? Certamente
no, la Parola di Dio è verità. Oggi non vediamo ancora lo spogliamento
delle potenze diaboliche e il trionfo su di esse, ma non dobbiamo dimenticare
che tutto ciò è stato già deciso in maniera irrevocabile.
La condanna e la morte di Gesù non sono stati un incidente o un deplorevole
errore giudiziario come molti credono, ma qualcosa che Dio aveva preordinato
dall’eternità per la salvezza dell’uomo. Mentre attendiamo
il trionfo universale di Cristo su tutte le potenze diaboliche, possiamo dire
che il male fin da subito deve trovare un giusto atteggiamento nella vita di
chi ha creduto in Gesù. Dice infatti l’apostolo Paolo ai cristiani
di Roma: “Il peccato non avrà più potere su di voi, perché…
siete sotto la grazia” (Romani 6:14). E tu, dove ti trovi? g.b.
Venerdì 15 Giugno 2012
“I MIEI OCCHI HANNO VISTO LA TUA SALVEZZA”. (Luca 2:30-32)
Gesù è la salvezza. Infatti questa frase ci porta a Gerusalemme
a circa 2012 anni fa. L’ha pronunciata Simeone davanti al tempio, avendo
Gesù bambino (di circa 40 giorni) tra le braccia! Quello che Simeone
vedeva con i suoi occhi era un bambino indifeso, per nulla differente da un
qualsiasi altro bambino di circa un mese. Eppure, per rivelazione divina, gli
è stato comunicato che non sarebbe morto prima di aver visto la salvezza
di Dio! Non sappiamo per quanti anni Simeone avesse aspettato la realizzazione
di questa promessa, ma la cosa importante è che essa ebbe piena realizzazione!
Adesso Simeone è finalmente qui, di fronte a Giuseppe e Maria, e stringe
tra le braccia Gesù, la salvezza di Dio. E tu, puoi affermare di aver
“abbracciato” la salvezza di Dio? Gesù ha pagato con la Sua
vita la realizzazione della salvezza. Non sciupare questo dono infinito. e.m.
Sabato 16 Giugno 2012
“MEGLIO POCO CON IL TIMORE DEL SIGNORE, CHE GRAN TESORO CON TURBAMENTO”.
(Proverbi 15:16)
Com’è vera questa affermazione! La mia famiglia non ha mai navigato
nell’oro ma, grazie al Signore, non ci è mai mancato il necessario.
Un’atmosfera di ringraziamento e di riconoscenza nei confronti di Dio
avvolgeva la nostra casa e quel poco diventava tanto alla luce della gratitudine.
Ho imparato da allora che la ricchezza vera non è costituita dagli immobili
o dal conto in banca, ma dall’amore di Dio e dei nostri simili insieme
alle Sue manifestazioni pratiche. Forse il conto in banca è in rosso,
forse è difficile arrivare alla fine del mese, forse non puoi comprare
la casa dei tuoi sogni, forse non puoi permetterti una Ferrari, forse non puoi
fare una vacanza alle Maldive, ma puoi sempre essere grato per molto altro:
la vita, i tuoi cari, le amicizie, una carezza, un bacio, un posto libero in
un parcheggio, un tramonto, una luna piena, un bel fuoco scoppiettante. Ringraziamo
il Signore per queste ricchezze… ce ne sono in abbondanza per ognuno di
noi… oggi! r.b.
Domenica 17 Giugno 2012
“L’ETERNO, IL TUO DIO, È UN DIO MISERICORDIOSO”. (Deuteronomio
4:31)
Ecco un pensiero bellissimo e consolante da tenere a mente nel corso di quest’oggi!
Tante volte ci chiediamo, senza per altro trovare una risposta esauriente, come
sia Dio. Ora, fra le molte affermazioni a Lui riferite che si trovano nella
Bibbia, quella di oggi ci presenta un Dio con il volto della misericordia che
ci parla, cioè, di compassione e di amore. Teniamo presente che la misericordia
divina è molto diversa da quel vago sentimento di pietà che a
volte possiamo provare noi davanti alle miserie e alle sofferenze, messe in
evidenza da qualche documentario su qualcuno dei paesi del terzo mondo. Dio
vede la sofferenza ma, alla luce della Sua santità, vede anche il male
che la genera e può quindi intervenire nel modo più appropriato.
Il motivo che ha spinto il Signore ad agire nei confronti dell’uomo è
che Lui conosce profondamente la debolezza e l’incapacità umane
e proprio da lì è scaturita la Sua misericordia. L’esempio
più perfetto di questo attributo di Dio si è manifestato nel Suo
figlio Gesù Cristo, che si è immedesimato nell’umanità
sofferente e ha dato la Sua vita per salvarla. s.p.
Lunedì 18 Giugno 2012
“L’ETERNO HA FATTO RICADERE SU DI LUI (GESÙ) L’INIQUITÀ
DI NOI TUTTI”. (Isaia 23:6)
“Come può il mortale essere giusto davanti a Dio?”, chiese
un giorno Giobbe, un uomo di Dio (Giobbe 4:17). Questa domanda non sembra più
assillare l’uomo moderno, immerso com’è nella frenesia di
una società sempre più convulsa e complicata. Ma è un quesito
cruciale di assoluta importanza per tutti gli uomini e dal quale dipende il
nostro destino eterno. La risposta che se ne deduce è: una impossibilità
assoluta. Con tutti gli sforzi possibili che potremmo fare, nessuno potrebbe
essere considerato giusto davanti a Dio. Ma c’è nella Bibbia una
parola simile a “giusto” che ci dona un conforto indicibile: questa
parola è GIUSTIFICAZIONE. Non possiamo essere giusti, ma possiamo ottenere
in dono per fede la giustizia perfetta che appartiene all’unico Giusto,
Gesù, per essere giustificati. “Giustificati dunque per fede abbiamo
pace con Dio” (Romani 5:1). Questo è stato possibile perché,
come dice il versetto di oggi, Dio ha fatto ricadere su Lui l’iniquità
di noi tutti. Hai mai considerato questo? g.b.
Martedì 19 Giugno 2012
“BISOGNA CHE EGLI CRESCA E CHE IO DIMINUISCA”. (Giovanni 3:30)
Giovanni Battista, scelto da Dio per “preparare la via”, al Signore
Gesù, si era creato un bel numero di seguaci e proprio a una loro domanda
diede questa risposta: “Bisogna che Egli cresca ed io diminuisca”.
Il compito affidato a Giovanni era di grande importanza. Non solo doveva presentare
Gesù al mondo come “l’Agnello di Dio” (Giovanni 1:36),
ma doveva convincere le persone al ravvedimento del peccato e questo non era
certo facile. Infatti la sua fedele predicazione gli costò la testa (Marco
6:14-28). Non si è inorgoglito quando un bel numero di persone lo seguiva,
ma è rimasto umilmente consapevole che la sua era una missione: il vero
Protagonista della storia umana era il Signore Gesù. Che esempio! In
un tempo in cui si vuole emergere a tutti i costi, anche nell’ambito della
chiesa, occorre tornare allo scopo per cui siamo chiamati a servire: per onorare
e glorificare il nome del Signore. A questo fanno eco le promesse: “Dio
resiste ai superbi, ma fa grazia agli umili” (Giacomo 4:6) e “L’umiltà
precede la gloria” (Proverbi 15:33). Non facciamoci imbrogliare dalle
astuzie luccicanti di Satana, ma restiamo fedeli all’eterna Parola di
Dio. w.g.
Mercoledì 20 Giugno 2012
“ECCO, GESÙ VIENE CON LE NUVOLE E OGNI OCCHIO LO VEDRÀ”.
(Apocalisse 1:7)
La venuta di Gesù citata in questo versetto sarà diversa dalla
Sua prima venuta sulla Terra, quando nacque a Betlemme. Egli verrà per
giudicare e regnare. Questa profezia testimonia che Gesù Cristo è
vivente! Il Suo copro non è rimasto nella tomba. Egli è risorto!
Gesù Cristo è Dio! Lo stesso versetto testimonia della Sua provenienza
celeste (verrà con le nuvole) e della Sua onnipresenza (ogni occhio Lo
vedrà). Anche quello successivo contiene della caratteristiche divine
di Gesù: “Io sono l’Alfa e l’Omega – dice il
Signore – Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente”.
Gesù Cristo, il Figlio di Dio, si mostrerà in tutto il Suo splendore,
in tutta la Sua potenza e maestà. Sei pronto a incontrarLo? e.s.
Giovedì 21 Giugno 2012
“I NOSTRI GIORNI SULLA TERRA SONO COME L’OMRA CHE PASSA”.
(1 Cronache 29:15)
Una delle cose che l’uomo fatica ad accettare è la transitorietà
della sua vita. Dovunque si leggono pubblicità di prodotti e interventi
per prolungare il più possibile la vita. Per tanti, invecchiare sembra
quasi inaccettabile, e il pensiero dell’eternità è molto
diffuso. Che contrasto con l’affermazione di oggi! L’autore di queste
parole era ben consapevole della brevità della vita dell’uomo,
specialmente in confronto con Dio, che è eterno. Se un individuo vive
la propria vita senza rapportarsi con Dio anche l’esistenza più
produttiva non ha senso, perché finisce con la morte; inoltre, tranne
che in pochi casi, il ricordo di tale individuo dura poco più di tre
generazioni, quattro al massimo. Chi, invece, ha fatto del Creatore del mondo
il proprio Dio, troverà un senso per la sua vita qui in terra e poi vivrà
eternamente con Dio, dopo la propria morte. h.p.
Venerdì 22 Giugno 2012
“L’ANGELO DEL SIGNORE S’ACCAMPA INTORNO A QUELLI CHE LO TEMONO”.
(Salmo 34:7)
Davide, l’autore di questo Salmo, oltre a essere un pastore e un re, fu
anche un soldato che sperimentò l’’aiuto del Signore tantissime
volte nella sua vita. Qui si esprime con un linguaggio militare paragonando
questo aiuto a un angelo, un inviato da parte di Dio che protegge quelli che
si trovano in difficoltà. Tra le diverse definizioni che dà il
dizionario della parola accampare, mi è piaciuta di più quella
di “alloggio provvisorio”, perché mi fa immaginare questo
angelo che si piazza proprio al fianco di “quelli…”, dovunque
vadano, e si sposta per rimaner sempre accanto a loro. Che bello vivere con
questa protezione potente e… gratuita! Ma attenzione! È solo per
“quelli che temono il Signore”, cioè quelli che Lo conoscono
e rispettano praticamente la Sua volontà. Quando è in corso una
battaglia e dentro di te provi paura sofferenza, scoraggiamento, rabbia amarezza
o delusione e desideri la protezione divina, non rivolgerti né a santi
né a madonne, ma sii uno di “quelli” che chiede aiuto direttamente
e SOLTANTO al Signore! b.s.
Sabato 23 Giugno 2012
“ASCOLTATE LA MIA VOCE E IO SARÓ VOSTRO DIO”. (Geremia 7:23)
Queste parole il Signore le disse al popolo di Israele più volte durante
la sua lunga storia. Era l’invito a prestare attenzione e ubbidire alla
Parola di Dio. Non era, da parte di Dio, una prova di forza e di autorità,
ma a una dimostrazione di interesse e di amore nei confronti del Suo popolo.
Infatti il versetto continua: “Camminate in tutte le vie che Io prescrivo
affinché siate felici”. Il fine dell’ubbidienza era la felicità
del popolo. Quando Gesù, il Figlio di Dio, venne sulla terra, disse la
stessa cosa: “Beati” (cioè felici) “quelli che ascoltano
la Parola di Dio e la mettono in pratica!” (Luca 11:28). Sembra un controsenso,
vero? Forse pensi che saresti più felice facendo di testa tua. Ma non
è così. Lo dimostra proprio la storia del popolo di Dio: quando
era ubbidiente, la nazione prosperava, quando disubbidiva, le capitavano guai
a non finire. Vale anche per noi: l’ubbidienza al Signore ci garantisce
le Sue cure, le Sue attenzioni e il Suo amore, in una parola: la felicità.
a.r.m.
Domenica 24 Giugno 2012
“SIA BENEDETTO L’ETERNO CHE MI HA RESO GIUSTIZIA”. (1 Samuele
25:39)
Davide medita di uccidere Nabal che lo ha oltraggiato ma l’Eterno, attraverso
Abigail, moglie di Nabal, gli impedisce di farsi giustizia da solo; 10 giorni
dopo il Signore colpisce Nabal a morte. Quante volte, come Davide, pensiamo
solo di vendicarci dei torti subiti? E quante volte ignoriamo le “Abigail”
che il Signore ci mette davanti per farci cambiare idea e aspettare il Suo intervento?
Il Signore non lascerà impunito il malvagio e la storia di Nabal ce lo
dimostra: non sappiamo come e quando agirà, se in questa vita o nella
prossima, ma sappiamo che lo farà perché è il re di Giustizia.
Quando subiamo un torto, mettiamo da parte rancore, tristezza, sete di vendetta.
Chiediamo a Dio la capacità di perdonare sino a settanta volte sette
e impariamo a confidare in Lui. m.m.
Lunedì 25 Giugno 2012
“SE UNO È IN CRISTO, EGLI È UNA NUOVA CREATURA”. (2
Corinzi 5:17)
In italiano per introdurre un periodo ipotetico, cioè una frase in cui
è espressa una condizione, si usa spesso un piccolissimo monosillabo:
SE. Tanto piccolo significativo. Per essere una nuova creatura, cioè
una persona rinnovata dalla grazia del Signore, devi avere avuto un incontro
diretto con Cristo e averLo accettato nel tuo cuore come Salvatore e Signore.
A quel punto la condizione espressa da quel SE è soddisfatta e tu potrai
sperimentare giorno dopo giorno che cosa significhi essere una nuova creatura.
Sarà nuovo il tuo modo di intendere la vita, nuovo il tuo modo di relazionarti
con chi ti circonda, nuovo il tuo modo di amare e di perdonare, come pure quello
di scegliere e soffrire. Dal giorno della tua conversione avrai sempre bisogno
di alimentare la tua conoscenza di Cristo per esperimentare questo continuo
rinnovamento in ogni ambito della vita. a.m.
Martedì 26 Giugno 2012
“SARETE ODIATI DA TUTTI A CAUSA DEL MIO NOME, MA CHI AVRÀ PERSEVERATO
SINO ALLA FINE, SARÀ SALVATO”. (Matteo 10:22)
La Parola di Dio in 1 Pietro 4:16 dice: “Se uno soffre come cristiano,
non se ne vergogni, anzi glorifichi Dio”. La vita dei cristiani di tutte
le epoche ha dovuto sopportare gli attacchi diabolici dell’odio e la persecuzione
a motivo della loro fede e della dottrina che professavano. Ma il Signore Gesù
incoraggia i credenti che vivono le difficoltà dicendo: “Se hanno
perseguitato Me, perseguiteranno anche voi…” Giovanni 15:20). Inoltre,
il credente realizza in queste circostanze difficili la sua vittoria personale,
perché è odiato non per le sue cattive azioni, ma per il suo amore
e zelo per il Signore Gesù. Il credente sa che i momenti difficili sono
per lui a scuola del Signore che lo equipaggia a perseverare in obbedienza a
Dio sino alla fine, e ancora Gesù dice ai Suoi figli: “…abbiate
pace in Me. Nel mondo avrete tribolazioni: ma fatevi animo, Io vinto il mondo”
(Giovanni 16:33). s.b.
Mercoledì 27 Giugno 2012
“GUAI A COLUI CHE CONTESTA IL PROPRIO CREATORE”. (Isaia 45:9)
Giobbe ha contestato l’operato di Dio e, apparentemente, ne aveva tutto
il diritto. Ma la sua fu una contestazione proficua perché lo portò
a una nuova consapevolezza della maestà di Dio. L’Eterno vuole
che Giobbe arrivi a considerare la grandiosità della creazione e, per
farlo, gli pone una lunghissima serie di domande alle quali ancora oggi scienziati
ed esperti di astronomia e meteorologia non sanno dare risposta. Quella di Giobbe
fu una contestazione positiva: contestava perché voleva capire a testardamente
ribatteva continuando a rispondere e cercando, però, nello stesso tempo
di capire quello che Dio gli diceva. Il problema è quando contestiamo
tanto per contestare; siamo come degli adolescenti confusi che devono dare la
colpa a qualcuno di come si sentono; così contestiamo Dio, il Suo operare,
la Sua bontà che non è bontà se muoiono i bambini, la Sua
giustizia che non è giustizia se ci sono guerre e discriminazioni. Se
provi tutto questo, ti incoraggio a leggere gli ultimi cinque capitoli del libro
di Giobbe. a.m.
Giovedì 28 Giugno 2012
“CHI PRESTA ATTENZIONE ALLA PAROLA SE NE TROVERÀ BENE”. (Proverbi
16:20)
Una volta ho avuto un cordiale colloquio con un uomo colto che mi ha incoraggiato
a leggere un libro del saggista tedesco P. Thomas Mann, premio Nobel per letteratura
nel 1929. Ciò che mi colpì di quella piacevole chiacchierata,
però, fu la sua opinione intorno alla Bibbia. Egli disse: “È
un buon libro, ma non è tutto… nel mondo ci sono opere umane di
pari valore da cui possiamo attingere per vivere bene”. Sotto certi aspetti
aveva ragione, l’uomo ha prodotto tante opere di rilievo, degne di essere
ricordate offrendo un contributo notevole alla cultura e al progresso. Ma il
punto non è questo. La Bibbia è l’unico Libro che può
essere definito la Parola di Dio. La Bibbia è sacra, vera, autorevole
e sufficiente, perciò colui che l’ascolta con devozione e la mette
in pratica se ne troverà bene. Infatti, lo scopo della Scrittura è
quello di farci conoscere il Dio che ama i peccatori che vanno a Lui. Eco perché
la seconda parte di questo versetto dichiara: “…e beato colui che
confida nel Signore!”. s.v.
Venerdì 29 Giugno 2012
“RIMPROVERA PURE IL TUO PROSSIMO, MA NON TI CARICARE DI UN PECCATO A CAUSA
SUA”. (Levitico 19:17)
Non è stato facile per me scoprire che uno dei miei amici era omosessuale.
Mi sono ritrovata a dover ripensare al tempo trascorso a fare tante cose insieme,
tante risate, tanti discorsi e io… non avevo compreso il suo conflitto
profondo. Mi sentivo fallita… Perché non avevo capito cosa stava
succedendo nella sua anima? Perché ero stata così insensibile?
Perché dopo aver amato una ragazza tutto è precipitato nell’altra
direzione? Cosa potevo fare come cristiana? Sicuramente dovevo continuare a
volergli bene, ma non potevo fare finta di niente. Il bene per lui non è
cambiato e ogni volta che ci vediamo è una festa, ma ho messo le cose
in chiaro: non sarei più andata a trovarlo a casa usa perché non
condividevo la sua convivenza. Gli ho detto quanto era amato dal Signore e che
lo aspetta a braccia aperte, ma Dio chiama questa sua relazione peccato, così
come è peccato tutto quello che io commetto contro Legge divina. Continuiamo
a sentirci, a scriverci e di tanto in tanto riusciamo anche a vederci, ma la
mia posizione è chiara e non è cambiata… e io continuo a
volergli bene. r.b.
Sabato 30 Giugno 2012
“NEGLI ULTIMI TEMPI VI SARANNO SCHERNITORI CHE VIVRANNO SECONDO LE LORO
EMPIE PASSIONI”. (Giuda 18)
Chi prende in giro Dio e le Sue promesse c’è sempre stato. Gli
antidiluviani presero in giro Noè, mentre costruiva l’arca e predicava
che sarebbe venuto il diluvio. Quando cominciò a piovere, capirono che
non erano fandonie, ma era troppo tardi. Annegarono tutti. Gesù ha detto
che lo stesso accadrà quando il Signore verrà a rapire la chiesa
e a giudicare. “Uno sarà preso e uno lasciato…” ha
avvertito. L’apostolo Pietro ha scritto: “Negli ultimi giorni verranno
schernitori beffardi, i quali si comporteranno secondo i propri desideri peccaminosi
e diranno: «Dov’è la promessa della Sua venuta?... Tutto
continua come dal principio della creazione…»” (2 Pietro 3:3,4).
È facile oggi non curarsi di Dio e dei Suoi inviti a ravvedersi, vivendo
come se Dio non ci fosse. Però quando “i cieli infocati si dissolveranno
e gli elementi infiammati si scioglieranno” (2 Pietro 3:12) che cosa diranno?
Gli scherni finiranno. m.t.s.
Domenica 1 Luglio 2012
“SEGUITE L’ETERNO, SERVITELO E STATE UNITI ALUI”. (Deuteronomio
13:4)
La scelta di seguire l’Eterno, di temerLo e di servirLo comporta uno spirito
di ubbidienza e di autodisciplina. Impegnarsi a vivere nell’ubbidienza
ai comandamenti di Dio non è una questione di legalismo formale o di
paura nei confronti dell’ira divina, ma un comportamento che nasce dal
cuore, motivato dalla gratitudine e dall’amore che scaturiscono dalla
grazia di Dio. In altre parole, attraverso l’ubbidienza ai Suoi comandamenti,
nella vita quotidiana si dimostra l’amore sincero e la propria riconoscenza
nei confronti di Dio. Scegli la cosa migliore per te, prendi oggi l’impegno
di avvicinarti all’unico vero Dio, di starGli vicino, anzi di stare stretto
a Lui ed Egli, nonostante tutte le circostanze, non ti farà mai mancare
il Suo amore fedele e si prenderà cura della tua vita. Nel libro del
Deuteronomio il comandamento di amare è spesso collegato a quello di
ubbidire. Per approfondimenti, consiglio la lettura del libro “Deuteronomio”,
di C.J.H. Wright, (Edizioni G.B.U). g.f.r.
Lunedì 2 Luglio 2012
“LA MOGLIE DEL PADRONE DI GIUSEPPE GLI MISE GLI OCCHI ADDOSSO E GLI DISSE:
‘UNISCITI A ME!’ MA EGLI RIFIUTÒ”. (Genesi 39:7,8)
Ai tempi di Giuseppe, l’Eterno non aveva ancora donato la Legge a Mosè.
Allora, chi o cosa ha fatto capire a Giuseppe che l’adulterio con la moglie
dell’ufficiale del faraone sarebbe stato un peccato contro Dio prima ancora
che un torto verso il proprio padrone? Il Signore, creandoci a Sua immagine,
ci ha dato una facoltà, la coscienza, capace di discernere il bene dal
male. Essa funziona come un campanello d’allarme che ci avvisa quando
stiamo per fare o abbiamo fatto qualcosa di sbagliato. Ora, come ogni allarme,
possiamo disattivarla, per esempio illudendoci che non siamo in fondo cattivi
perché facciamo volontariato o beneficenza o assolviamo precetti religiosi,
oppure possiamo renderla più sensibile, attraverso la preghiera e lo
studio della Parola di Dio, per capire sempre più la volontà del
Signore e il Suo piano per la nostra vita. m.m.
Martedì 3 Luglio 2012
CHI È LENTO ALL’IRA HA MOLTO BUON SENSO”. (Proverbi 14:29)
Recentemente ci è capitato di cercare una parcheggio in una zona turistica
e abbiamo avuto grande difficoltà a trovarlo. Mentre eravamo fermi in
attesa che qualcuno uscisse, abbiamo assistito a una scena davvero incredibile:
due uomini hanno cominciato a litigare per un posto. Con loro c’erano
le rispettive famiglie con bambini anche piccoli: in pochi attimi questo litigio
ha coinvolto tutte e due le famiglie, bambini compresi, e anche quando finalmente
dopo parecchio tempo la lite è cessata, ognuno ha continuato a rovinandosi
letteralmente la giornata di vacanza. Certo, a volte accadono cose che non ci
piacciono o magari ci creano anche dei problemi. Ma quando diamo spazio all’ira,
risolviamo forse i problemi? Certamente no, anzi ne mettiamo altri sulla bilancia.
Ecco perché il versetto di oggi sostiene che chi non da spazio all’ira
ha buon senso. Facciamo tesoro di questo consiglio, perché c’è
tanta saggezza nella Parola di Dio! w.g.
Mercoledì 4 Luglio 2012
“SE DIO CONCEDE ALL’UOMO RICCHEZZE, QUESTO È UN DONO DI DIO”.
(Ecclesiaste 5:19)
Gandhi diceva: “Il mondo è diviso in due categorie di persone,
quelli schiavi del denaro e quelli liberi da esso”. Senza alcun dubbio
aveva avuto un intuito notevole su un argomento che da sempre ha creato molti
problemi al genere umano. La Bibbia ha afferma che “…l’amore
per il denaro è la radice di ogni specie di mali” (1 Timoteo 6:10).
Non è forse a motivo dell’amore per il denaro che si dividono le
famiglie migliori? L’avidità e la cupidigia sono dei peccati che
esercitano un potere fortissimo sul cuore dell’uomo, a tal punto da renderlo
schiavo. Nel versetto di oggi, però, l’argomento “ricchezze”
viene visto da un’altra prospettiva: quella dell’uomo saggio che
teme il Signore. Infatti, il benessere e le ricchezze non sono cose, di per
sé, sbagliate, anzi quando viviamo nella prosperità dovremmo riconoscere
che tutto quello che possediamo “è un dono di Dio”. Ecco
la ragione per cui in un altro passo della Bibbia è scritto: “Se
le ricchezze abbondano, si distacchi da esse il vostro cuore” (Salmo 62:10).
s.v.
Giovedì 5 Luglio 2012
“L’ETERNO È IL NOSTRO GIUDICE, IL NOSTRO LEGISLATORE, IL
NOSTRO RE E COLUI CHE CI SALVA”. (Isaia 33:22)
A volte mi stupisco nel vedere che basterebbe anche un solo versetto della Bibbia
per capire un piano di salvezza che attraversa secoli di storia e che un giorno
avrà la sua piena realizzazione. Uno di questi è quello che stai
leggendo ora. Un solo versetto che contiene quattro attributi di Dio perfettamente
completi e di una portata storica e universale. L’eterno è Giudice,
Legislatore, Re e Salvatore. Il re è un sovrano al di sopra di tutti,
il legislatore è colui che promulga le leggi, il giudice colui che controlla
la loro fedele applicazione, il Salvatore è Colui che, vedendo la nostra
assoluta incapacità nel mettere in pratica quanto richiesto, lascia il
Suore regno nel cielo e viene a morire per te e per me per salvarci. Un solo
versetto che è un concentrato di ciò che Dio fin dalla fondazione
del mondo ha progettato nel Suo amore per noi. a.m.
Venerdì 6 Luglio 2012
“GESÙ SI MERAVIGLIAVA DELLA LORO INCREDULITÀ”. (Marco
6:6)
Il fatto che Gesù si sia meravigliato mi ha sempre stupito. Dunque, qualcosa
poteva cogliere Gesù di sorpresa. Ma non sapeva già tutto in anticipo?
Forse dovremmo riflettere più a fondo sulla persona di Gesù come
uomo, perché a volte corriamo il rischio di fargli assumere i tratti
di Superman, che non è proprio la stessa cosa. Solo in due occasioni
Gesù si è meravigliato, e in entrambi i casi c’era di mezzo
la fede. Non l’ha trovata dove era normale che ci fosse, cioè tra
i suoi concittadini di Nazaret, e l’ha trovata dove nulla faceva pensare
che ci fosse, cioè in un centurione romano: “Gesù udito
questo, ne restò meravigliato, e disse a quelli che Lo seguivano: «Io
vi dico in verità che in nessuno, in Israele, ho trovato una fede così
grande!»” (Matteo 8:10). Se abbiamo conosciuto e ricevuto la Parola
di Dio, la fede in Lui dovrebbe essere la cosa più naturale. O saremmo
anche noi capaci di sorprendere Gesù? m.c.
Sabato 7 Luglio 2012
“CHI BEVE DELL’ACQUA CHE IO GLI DARÒ, NON AVRÀ MAI
PIÙ SETE”. (Giovanni 4:14)
C’è chi muore di sete, perché dice di non aver tempo per
pensare a cose spirituali, e c’è chi va in cerca e beve acqua che
non disseta. Trova la sua soddisfazione nei divertimenti, nella droga, nel lavoro
o nell’alcool. E ha sempre più sete. Gesù offre “un’acqua”
che fa bene, che toglie la sete per sempre. Non offre una bevanda materiale,
ma una bevanda spirituale, che soddisfa i desideri più profondi i desideri
dell’anima. Offre Sé stesso come Redentore, Amico e Signore. Ha
visto gli stanchi e ha promesso loro il riposo, ha visto i malati e ha guarito
i loro corpi. A quelli che hanno creduto in Lui, ha guarito anche l’anima
Lui è la vita e l’acqua che offre è il dono della salvezza.
Le ultime Sue parole nell’Apocalisse sono: “Vieni. Chi ha sete,
venga; chi vuole prenda in dono l’acqua della vita” (22:17). Questa
grande verità si capisce leggendo il Vangelo. Te ne manderemo una copia,
se ce la chiederai. m.t.s.
Domenica 8 Luglio 2012
“IO SONO IL DIO ONNIPOTENTE; CAMMINA ALA MIA PRESENZA E SII INTEGRO”.
(Genesi 17:1)L’aggettivo “onnipotente” qualifica Dio come
qualcuno che può fare qualsiasi cosa. Dio potrebbe anche agire nella
mia mente e farmi fare tutto quello che Lui vuole e come vuole, ma non desidera
che l’essere umano sia una marionetta di cui Egli manovra i fili. Egli
invita sempre alla relazione intima e personale. Egli è il Dio onnipotente
che vuole avere comunione con l’uomo. Lo invita: “Cammina alla Mia
presenza”, ossia: “Facciamo la strada insieme, condividiamo la vita.
Io posso fare tutto e vorrei che tu fossi mio amico. Stiamo fianco a fianco”.
Un altro aspetto del carattere di Dio è la santità. In Lui non
ci sono tenebre e non può esserci la presenza del peccato. La buona notizia
è che non c’è peccato troppo grande che Lui non possa perdonare.
Se vuoi fare il cammino insieme al Dio onnipotente, confessagli il tuo peccato,
abbandonalo, e poi sii integro davanti a Lui e godi della Sua presenza Giorno
dopo giorno. m.f.
Lunedì 9 Luglio 2012
“LA PAROLA DEL SIGNORE È DIVENTATA PER LORO UN OBBROBRIO, NON VI
TROVANO PIÙ ALCUN PIACERE”. (Geremia 6:10)
La Parola del Signore, la Bibbia, è paragonata, fra le altre cose, a
uno specchio, oggetto che riflette la nostra immagine in maniera fedele mettendo
in mostra bellezze, ma anche difetti, eventuale sporco o altro che potrebbe
non piacerci. Ma se rompo lo specchio o lo metto via, scompaiono i miei difetti
e le mie bruttezze? Certamente no! E se, dato che non riflette una bella immagine
di me non mi specchio più, divento forse più bella o più
pulita? No, anzi allo sporco di prima ne aggiungerò altro, perché
non avrò un’immagine riflessa in modo fedele davanti ai miei occhi
e mi illuderò di essere in ordine, di essere pulita. Ma non è
così. Mi piace il versetto 16 di questo capitolo: “Fermatevi…
e guardate, domandate quali siano i sentieri antichi, dove sia la buona strada,
e incamminatevi per essa e voi troverete riposo alle anime vostre!”. Riprendiamo
in mano lo “specchio”, avviciniamolo il più possibile al
nostro volto in modo che tutto venga riflesso, poi cerchiamo la buona strada
e incamminiamoci per essa. w.g.
Martedì 10 Luglio 2012
“CHI MI AMA SARÀ AMATO DAL PADRE MIO, DISSE GESÙ”.
(Giovanni 14:21)
Nella Bibbia l’amore non è soltanto affetto, inclinazione, trasporto
verso qualcuno, e non si esprime semplicemente con le parole. L’amore,
nella Bibbia, è azione concreta. L’apostolo Giovanni, l’autore
di questo versetto, in un'altra parte del suo Vangelo scrisse: “Dio ha
tanto amato il mondo che ha dato il Suo unigenito Figlio”…”
(Giovanni 3:16). Dio ha amato e ha dato. In che modo l’uomo può
dimostrare di amare Gesù? Lo dice lo stesso versetto che trovi scritto
in cima a questo foglietto: “Chi ha i Miei comandamenti e li osserva,
quello Mi ama”. Non basta dirGli: “Signore, ti amo”, bisogna
agire, bisogna dimostrare con i fatti, operando concretamente come Lui desidera,
cioè ubbidendo. Gesù stesso ce ne ha dato l’esempio. Poco
più avanti, nello stesso capitolo, infatti, leggiamo: “Io amo il
Padre e opero come il Padre Mi ha ordinato” (versetto 31). Che grande
lezione per noi! a.r.m.
Mercoledì 11 Luglio 2012
“TUTTI COMPARIREMO DAVANTI AL TRIBUNALE DI DIO”. (Romani 14:10)
La richiesta di giustizia è forse tra le più frequenti invocazioni
sollevate dagli uomini di tutti i tempi. Vediamo sotto nostri occhi compiersi,
in nome della giustizia, dei veri e propri crimini. Assassini, terroristi, ladri,
truffatori, violentatori, sono spesso a piede libero al pari delle loro vittime.
Tutto questo accade perché la legge è a volte completamente al
di fuori dal concetto di giustizia. La giustizia appartiene prettamente a Dio,
e un mondo lontano da Lui non sarà mai in grado di coglierla pienamente.
È stabilito un giorno, però, nel quale Dio eserciterà direttamente
la giustizia su tutti gli uomini, nessuno escluso. Quel giorno ogni uomo renderà
conto di sé stesso. Non vi saranno né favoritismi né attenuanti
fantasiose. Il povero, il ricco, il colto, l’ignorante, il furbo…
tutti saranno esaminati attentamente e renderanno conto di ogni azione, pensiero
e parola. Dio non impiegherà molto a scoprire le nostre colpe. Sei pronto
ad affrontare il tribunale di Dio? Leggi la Bibbia e conoscerai il modo per
compiacere perfettamente a Dio. d.p.
Giovedì 12 Luglio 2012
“ABRAAMO PREGÒ DIO E DIO GUARÌ ABIMELEC”. (Genesi
20:17)
Dio ascolta le nostre preghiere: Egli stesso ci chiede di portare a Lui ogni
nostra preoccupazione (1 Pietro 5:7). Questi però non significa che esaudirà
i nostri desideri come fosse il genio della lampada. Dio ha una visione molto
più ampia della nostra. Vede ‘al di là’ delle circostanze
che stiamo affrontando e le considera ‘al di là’ del momento
contingente. A volte risponde con un ‘sì’ alle nostre preghiere.
A volte con un ‘no’. A volte ‘aspetta’. Però
possiamo aver fiducia che le Sue risposte hanno sempre un senso, anche se non
lo comprendiamo. Chiediamo a Dio la mansuetudine per accettare le Sue risposte,
la fede per credere che, qualunque sia la Sua risposta, Egli ha cura di noi.
ChiediamoGli qual è la Sua volontà, cerchiamola nella Bibbia e
mettiamo la nostra volontà in linea con la Sua. Gesù stesso, il
Figlio di Dio, pregò: “…non la Mia volontà, ma la
Tua sia fatta” (Luca 22:42). e.s.
Venerdì 13 Luglio 2012
“HO PAZIENTEMENTE ASPETTATO L’ETERNO ED EGLI SI È CHINATO
SU DI ME”. (Salmo 40:1)
Sei una persona paziente? Gli altri, parlando di te, potrebbero definirti paziente?
Mi chiedo se oggi la pazienza sia ancora considerata una virtù o se,
piuttosto, pensiamo che una persona paziente sia in realtà, passiva priva
di determinazione e senza una spiccata personalità. Oggi, più
di ieri, non riusciamo a esercitare la pazienza, anche Internet ci ha abituati
che per ogni domanda o necessità abbiamo il diritto di ricevere subito
risposte adeguate e veloci. La capacità di pazientare con la giusta attitudine
non va per la maggiore, direi che il “tutto e subito” risponde meglio
alla nostra mentalità. Così, trasportiamo automaticamente questo
modello nella vita spirituale. L’immagine che, invece, evoca questo versetto
è ben diversa. C’è un uomo in difficoltà,Davide,
e c’è un rapporto continuativo di preghiera e attesa potremmo definirla
una pazienza attiva, niente a che vedere con la rassegnazione. Forse oggi è
la giornata giusta per rivalutare il concetto di pazienza e per esercitarla
con chi ti circonda e nel tuo rapporto con il Signore. a.m.
Sabato 14 Luglio 2012
“CERCATE NEL LIBRO DELL’ETERNO E LEGGETE”. (Isaia 34:16)
“Se il tuo Dio è tanto grande, perché non parla la mia lingua”?
fu la domanda che nel 1917 un indio del Guatemala rivolse a Cameron Townsend
, un giovane missionario che cercava di raggiungere le popolazioni indigene
dei Tropici. Townsend comprese che questo popolo aveva la necessità di
leggere la Bibbia nella propria lingua. Fu così che nacque la missione
“Wycliffe”, intitolata in onore del teologo inglese che nel quindicesimo
secolo tradusse per primo la Bibbia in una lingua accessibile a ogni cittadino.
La missione Wycliffe ha come obiettivo quello di tradurre la Bibbia in ogni
lingua. Sulla terra si parlano 6.900 lingue. Di queste, 459 hanno una traduzione
completa della Bibbia, 1.213 possegono il Nuovo Testamento e 2.508 hanno solo
qualche porzione tradotta della Bibbia. Chi conosce il valore della Bibbia sa
quanto sia importante possederne una. Sosteniamo le missioni che se ne occupano.
Possiamo farlo pregando, collaborando di persona e domando. m.f.
Domenica 15 Luglio 2012
“QUESTO È IL MIO FIGLIO DILETTO: ASCOLTATELO”. (Matteo 17:5)
I discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni, chiamati ad accompagnare Gesù
“sopra un alto monte”, videro il Suo corpo cambiare totalmente aspetto.
In realtà Gesù la trasfigurazione l’aveva vissuta a Betlemme,
diventando uomo come noi, Lui – l’eterno Figlio di Dio. Ora rivela
a tre dei Suoi discepoli la Sua vera identità, mostrando per qualche
momento la Sua gloria. Con lui appaiono Mosè ed Elia: la Legge e i Profeti
hanno trovato in Lui il loro comportamento e la loro chiave di lettura. I discepoli
esprimono il desiderio di fare “tre tende”, tre santuari. È
vero che oggi sul “monte della trasfigurazione” vi è santuario,
ma questo è il progetto dell’uomo! Il progetto di Dio è
ben diverso. Egli infatti non è presente nei “santuari”,
ma solo nella Sua Parola. Per questo non incoraggiò la costruzione dei
tre santuari, ma rivolse l’invito solenne ad ASCOLTARE: l’invito
che rivolge ancora oggi a ognuno di noi. p.m.
Lunedì 16 Luglio 2012
“L’ESITO DELLA BATTAGLIA DIPENDE DAL SIGNORE”. (1 Samuele
17:47)
Waterloo, 18 giugno 1815. Napoleone Bonaparte era sicuro di vincere anche quella
battaglia. Aveva progettato di impiegare l’artiglieria pesante come prima
offensiva contro il nemico. Solo che proprio il giorno e la notte precedenti
aveva piovuto moltissimo. Tutto ciò aveva impedito all’esercito
napoleonico di muovere i cannoni perché la terra era troppo inzuppata
d’acqua. Napoleone infatti pensava attaccare con l’artiglieria non
più tardi delle 7, ma gli fu impossibile piazzare i cannoni prima della
mattina inoltrata… Questi e altri fatti “casuali” contribuirono
alla disfatta del grande stratega francese. Così l’esercito della
settima coalizione con a capo il duca di Wellington vinse la battaglia. Pensiamo
forse che sia andata così per caso? No. Il Dio sovrano ha in controllo
la storia. Egli permette le vicende terrene per farle poi confluire nel Suo
eterno disegno. Quello stesso Dio si interessa anche della tua vita personale!
Affidati a Lui per ogni tua battaglia, l’esito sarà sicuramente
secondo i i piani del Signore. e.m.
Martedì 17 Luglio 2012
“IN DIO HO FIDUCIA E NON TEMERÒ; CHE POTRÀ FARMI L’UOMO?”.
(Salmo 56:11)
“Che potrà farmi l’uomo?”. “Niente”, sembrerebbe
essere la risposta a questa domanda apparentemente retorica. E invece non è
così. Se Gesù stesso dice che gli uomini “vi metteranno
in mano ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe” (Matteo
10:17), e addirittura possono “uccidere il corpo” (Matteo 10:28),
vuol dire che l’uomo qualcosa mi può fare. La domanda non è
retorica, ma mi invita seriamente a chiedermi: “In fondo, che cos’è
che l’uomo può arrivare a farmi”?. Le risposte possibili
sono due: o non può togliermi niente o può togliermi tutto. Se
per grazia e mediante la fede ho ricevuto la vita eterna in Cristo, allora l’uomo
non può togliermi niente di quello che è veramente importante
per Dio, e quindi anche per me. Se non è così, allora l’uomo
può togliermi tutto quello che è veramente importante per me,
ma non per Dio. m.c.
Mercoledì 18 Luglio 2012
“L’ETERNO DISSE: IO VIGILO SULLA MIA PAROLA PER MANDARLAAD EFFETTO”.
(Geremia 1:12)
Il capitolo 1 di Geremia parte con la vocazione di questo grande profeta che
darà il nome al libro stesso. Poi, fra le altre cose, Dio lo rassicura
dicendogli che Lui stesso veglia sulla Sua Parola, affinché quello che
aveva decretato per il Suo popolo fosse adempiuto. Io mi sono accorto che spesso
noi non manteniamo quello che diciamo: per esempio qualcuno ci chiede di intercedere
per lui, noi gli diciamo che ci impegneremo a farlo, ma poi dimentichiamo. Quella
persona contava anche sulle nostre preghiere, ma non abbiamo mantenuto fede
all’impegno preso. Dio ci fa sapere che non è un uomo, anzi, ci
dice che Lui stesso vigilerà affinché quello che ha detto venga
mantenuto. Questo deve rallegrare enormemente tutti coloro che hanno creduto
in Lui; le Sue promesse meravigliose non saranno disattese, ma si compiranno.
Ma ci sono anche delle promesse dolorose per tutti coloro che non crederanno
in Lui. Credi nel Signore e scoprirai quante sono le delizie che ti aspettano.
p.p.
Giovedì 19 Luglio 2012
“CHI PERDERÀ LA SUA VITA PER AMOR MIO, LA TROVERÀ DISSE
GESÙ”. (Matteo 16:25)
I credenti, a volte, sembrano dei perfetti falliti. Invece di farsi una posizione
in patria, si vanno a “seppellire” in un villaggio in Medio Oriente
e insegnano agli abitanti del luogo come scavare un pozzo. Hanno studiato medicina,
si sono laureati a pieni voti e, invece di cercare di fare carriera, preferiscono
essere dottori della mutua e curare persone che li chiamano di notte e li scocciano
raccontando i loro mali. Invece di diventare professori in una facoltà
di Teologia, scelgono di insegnare in una piccola Scuola Biblica con quindici
studenti. Ci sono donne che rinunciando alla carriera per curare i loro bambini
e occuparsi della famiglia. Ma chi glielo fa fare? Umanamente sembrano sprecare
la loro vita. Ma Cristo li apprezza. Perché sa che hanno valutato i pro
e contro e hanno scelto, secondi dei valori eterni, di servire Cristo e il prossimo.
Con che metro misuri tu la tua vita? m.t.s.
Venerdì 20 Luglio 2012
“CHI CAMMINA IN FRETTA SBAGLIA STRADA”. (Proverbi 19:2)
Coma viaggiamo oggi? Un bel navigatore satellitare sul cruscotto dell’auto
e… via, tranquilli e sicuri di non sbagliare strada. Ma il navigatore
va impostato correttamente, altrimenti può accadere quello che è
successo a dei miei amici che, dovendo raggiungere per la prima volta il Centro
Evangelico di Poggio Umbertini (Firenze), hanno ritenuta superflua qualsiasi
mia indicazione (“Tanto abbiamo il navigatore!”). Il risultato è
stato che si sono ritrovati in una omonima località della Toscana a un
centinaio di chilometri della loro vera mèta! So che disavventure del
genere sono abbastanza frequenti fra gli utenti del tom-tom. Per non sbagliare
strada è importante raccogliere le informazioni giuste e seguirle poi
con estrema attenzione. Finché è in gioco la mèta di una
nostra vacanza o anche di un nostro viaggio di lavoro, l’errore eventuale
è sempre rimediabile. Ma quando sono in gioco il destino della nostra
vita e la nostra eternità, sarà bene raccogliere le informazioni
giuste. La Bibbia è “un navigatore” unico per questo viaggio,
perché contiene già tutte le istruzioni: Dio le ha poste lì
perché noi possiamo seguirle! p.m.
Sabato 21 Luglio 2012
“QUESTO MI È DI CONFORTO NELL’AFFLIZIONE, CHE LA TUA PAROLA
MI FA VIVERE”. (Salmo 119:50)
“Ho appena ritirato dal concessionario la macchina nuova da lungo tempo
attesa e naturalmente passo il giorno contento e soddisfatto. L’indomani
mattina scendo in strada e trovo la mia bella macchina con un vistoso graffio
sulla portiera. Passo la giornata contrariato e arrabbiato. Un esempio volutamente
banale reale provocata da una casa futile. Ma se l’afflizione è
reale, è vano sperare di consolarsi dicendo che la causa è futile.
Se la mia afflizione è reale, vuol dire che è stato toccato un
tasto che per me è importante. E quello che è importante per me,
è importante anche per Dio. Il momento dell’afflizione, qualunque
ne sia la causa, è precisamente il momento in cui Dio vuole offrirmi
il conforto delle indicazioni e delle promesse contenute nella Sua Parola. Se
queste non sono sufficienti a confortarmi, nient’altro riuscirà
a farlo. Il graffio sulla mia macchina potrà forse sparire, ma non quello
sulla mia anima. m.c.
Domenica 22 Luglio 2012
“L’ETERNO ILLUMINA LE MIE TENEBRE”. (2 Samuele 22:29)
Vivere al buio deve essere una condizione terribile. Non poter apprezzare la
bellezza dei fiori, ma sentirne solo il profumo. Non vedere la bellezza del
mare, dei monti, delle persone care… non vedere i pericoli che si presentano
davanti… Questa cecità fisica viene usata per darci un insegnamento
di grande valore per la nostra vita spirituale. Possiamo avere una vista di
10 decimi per occhio eppure non “vedere” il male, non distinguere
la bellezza di tutto quello che Dio ci ha donato, non individuare il pericolo
che sta davanti a tutti: il giudizio e la condanna di Dio per il peccato. È
scritto: “Il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio
è la vita eterna in Cristo Gesù” (Romani 6:23). L’Eterno
Dio è intervenuto per togliermi da questo stato di condanna, da queste
tenebre spirituali, e lo ha fatto dandomi la Sua Parola e compiendo sulla croce,
nella benedetta persona del Suo Figlio Gesù, l’opera di perdono
e redenzione per tutti coloro che Lo accettano e riconoscono come proprio Salvatore.
La luce avrà allora il sopravvento sulle tenebre. w.g.
Lunedì 23 Luglio 2012
“RITORNATE A ME E IO TORNERÒ A VOI, DICE L’ETERNO”.
(Malachia 3:7)
Si tratta di un avvicinarsi reciproco, vicendevole. Prova a mettere un pezzettino
di ferro vicino a un magnete. Non appena il ferro entra nel campo magnetico
della calamita, inesorabilmente verrà attratto da quest’ultima
e si attaccherà a essa! Noi rappresentiamo il pezzettino di ferro e il
magnete raffigura l’Eterno. È il ferro che si deve avvicinare alla
calamita. Infatti la calamita genera il suo campo magnetico sempre, indipendentemente
della vicinanza o meno del ferro. Ebbene, questo è solo un pallido esempio
di come ci si “attacca” a Dio avvicinandosi a Lui. Ma l’essere
umano non è un metallo, e tanto meno l’Eterno è una calamita!
Tuttavia è vero che Dio è sempre presente e che tocca a noi ritornare
a Lui! L’invito è aperto ancora oggi ed è rivolto a te.
Ritorna a Dio, cerca il Signore come a tastoni, benché Egli non sia lontano
da ognuno di noi (Atti 17:27), ed Egli si farà trovare e diventerà
il tuo buon Padre celeste! e.m.
Martedì 24 Luglio 2012
“IO SONO IL BUON PASTORE E CONOSCO LE MIE PECORE, DISSE GESÙ”.
(Giovanni 10:14,15)
Immaginate la scena mentre Gesù ci guarda e pensa: “Questa pecora
è mia, la conosco, quest’altra la conosco… no, questa non
è una mia pecora!” Sì, Gesù ci conosce tutti e sa
se apparteniamo al Suo gregge, cioè se Gli abbiamo ceduto la guida della
nostra vita, oppure se siamo pecore smarrite e vogliamo vivere come più
ci piace. Pensa al vantaggio di essere conosciuti da una Persona buona, così
tanto buona, da morire per amore delle Sue “pecore”. Quanti mercenari
invece si presentano con la lusinga di prendersi cura di noi, ma quando viene
il “lupo” scappano via! Quante delusioni da certi amici, quanti
inganni sui posti di lavoro, per non parlare delle allettanti filosofie che
le tante religioni propinano! Ma chi ci dà le risposte che soddisfano
a fondo? Chi ci tira fuori dai guai senza interesse? Chi è capace di
soddisfare quel grande bisogno di amore presente in ognuno di noi? Quando ci
troviamo soli nella fossa dei nostri problemi non abbiamo bisogno di qualcosa
di astratto, ma di Qualcuno che sia veramente buono verso di noi: Gesù…
Lui ha dimostrato di esserlo! b.s.
Mercoledì 25 Luglio 2012
“QUESTA SALVEZZA DI DIO È RIVOLTA ALLE NAZIONI”. (Atti 28:28)
Queste parole furono rivolte a dei giudei da parte dell’apostolo Paolo,
mentre si trovava agli arresti domiciliari a Roma. Sicuramente, ai giudei non
faceva piacere sentir parlare delle proprie mancanze come popolo di Dio, e forse
era anche più difficile da digerire il fatto che la salvezza, inizialmente
rivolta a loro, ora era estesa alle altre nazioni, che essi consideravano pagane
e non meritevoli di essere oggetto dell’amore di Dio. In realtà,
primo: nessuno, Israele compreso, ha mai meritato né mai potrà
meritare l’amore di Dio. Secondo: Dio, in ogni caso, non aveva mai limitato
la salvezza esclusivamente al popolo d’Israele. Difatti, anche nell’Antico
Testamento troviamo precise disposizioni perché chi, fra i pagani, fosse
desideroso di avvicinarsi a Lui, potesse farlo. Inoltre, dopo la morte e la
risurrezione del Signore Gesù Cristo, i Suoi discepoli ricevettero l’ordine
specifico di andare “per tutto il mondo” e predicare il Vangelo
“a ogni creatura”. Teniamo presente, però, che la salvezza,
pur essendo completamente gratuita, richiede una totale sottomissione a Cristo
come Signore e Salvatore. h.p.
Giovedì 26 Luglio 2012
“LO SPIRITO DI DIO MI HA CREATO, IL SOFFIO DELL’ONNIPOTENTE MI DÀ
LA VITA”. (Giobbe 33:4)
Uno degli amici, accorsi in casa di Giobbe per “consolarlo” dalle
terribili prove che lo avevano colpito, indica i motivi per i quali, in ogni
riflessione sulla nostra esistenza e sugli eventi che la caratterizzano, occorre
fare riferimento a Dio. Il primo e più importante di questi motivi è
il fatto che Dio ci ha creato. Il Suo “Spirito” ci ha “tratto
dall’argilla”, come è ricordato poco più avanti in
questo stesso discorso, ed il Suo “soffio” ci “dà la
vita”. Viene qui sottolineato che la creazione dell’uomo consisteva
dunque in una doppia azione: la prima per dare forma al nostro corpo, la seconda
per trasmettergli la vita. Ogni seria riflessione su noi stessi, sui nostri
accadimenti e sul nostro destino non può prescindere da questa realtà,
non può cioè escludere dai nostri ragionamenti il Dio che ci ha
creato e che ci ha dato la vita, il Dio che, per di più, ha parlato per
rivelarci chi siamo e chi è Lui per noi. L’aver tenuto Dio sempre
presente, anche nei momenti di acuta sofferenza e di “ribellione”,
ha portato Giobe a ricevere le risposte di cui aveva bisogno. La stessa cosa
potrebbe accadere anche a noi… p.m.
Venerdì 27 Luglio 2012
“BEATO COLUI LA CUI SPERANZA È NELL’ETERNO, IL SUO DIO”.
(Salmo 146:5)
Un uomo di Dio, per tanti anni missionario in India, ha scritto che è
molto difficile tradurre “speranza” in certe lingue orientali perché
è proprio il concetto che non esiste. Infatti, se la ruota della vita
è inesorabile, quale speranza rimane per l’uomo? Solo delusione,
malattia, vecchiaia, morte. È il Vangelo, la buona notizia di Dio, che
dà significato alla speranza: Dio è intervenuto ha cambiato la
situazione umana. Gesù Cristo è venuto, è morto è
risorto per noi: ora è Lui la nostra speranza (1 Timoteo 1:1). Come dice
qui il Salmo, tutto questo vale per noi. Se Dio è il nostro Dio, cioè
se crediamo e facciamo nostro il Suo “dono ineffabile” (2 Corinzi
9:15), la vera speranza diventa allora il più grande tesoro della nostra
vita. Se trascuriamo o, peggio, rifiutiamo il dono di Dio, restiamo “senza
speranza e senza Dio nel mondo” (Efesini 2:12). l.p.
Sabato 28 Luglio 2012
“SIGNORE, TU SOLO SEI IL DIO DI TUTTI I REGNI DELLA TERRA”. (Isaia
37:16)
Non deve essere stato facile per Ezechia far fronte agli insulti minacciosi
di Sennacherib, re d’Assiria. Gli Assiri in quel tempo avevano fama di
essere un popolo violento. Ecco la descrizione suggestiva fatta da uno storico:
“…i re Assiri tormentavano letteralmente il mondo. Gettavano a terra
i corpi dei soldati come mucchi di creta; costruivano piramidi di teste umane;
offrivano olocausti con i figli e le figlie dei loro nemici…”. Israele
non avrebbe avuto nessuna possibilità di vincere quella battaglia, ma
Ezechia pregò il Signore, e più tardi fu liberato miracolosamente.
Egli riconobbe che al di sopra dei sovrani terreni c’era Dio. Che gran
bella fiducia! La preghiera di Ezechia, le sue parole e la sua fede, ci insegnano
che Dio ha il controllo degli eventi, anche quelli che appaiono impossibili
da affrontare e da superare. Dio è sovrano persino quando le circostanze
sono deprimenti e avverse. Ma tutto questo diventerà reale per noi se
sperimenteremo una conoscenza personale del Dio della Bibbia, attraverso la
preghiera, proprio come fece Ezechia. s.v.
Domenica 29 Luglio 2012
“DIO CI HA SALVATI NON PER OPERE GIUSTE DA NOI COMPIUTE, MA MEDIANTE LA
RIGENERAZIONE”. (Tito 3:5)
Albert Einstein affermò questo: “Il vero problema è nella
mente e nel cuore dell’uomo. Non è un problema legato al campo
della fisica, ma a quello dell’etica. È più facile purificare
il plutonio che lo spirito malvagio dell’uomo”. È proprio
vero: possiamo sforzarci più che possiamo per essere migliori, ma non
ci riusciremo mai perché, come dice anche il profeta Geremia nella Bibbia,
il cuore dell’uomo è insanabilmente maligno. La soluzione di Dio
a questo problema è la rigenerazione e cioè la nuova nascita spirituale
che si ottiene semplicemente credendo in Cristo Gesù che sacrificato
Sé stesso per noi. Apri il Vangelo di Giovanni al capitolo tre e leggilo
chiedendo a Dio di parlare al tuo cuore. Poi, prega così: “Signore,
riconosco di essere un peccatore che ha bisogno di Gesù e del Suo sacrificio
per ricevere il Tuo perdono, Ti confesso i miei peccati e mi affido alla Tua
grazia per diventare un Tuo figlio e nascere di nuovo. Grazie per questa salvezza
che mi doni gratuitamente in Gesù e aiutami a seguirTi con tutto il cuore
perché Tu sei il mio Signore. Amen.” r.b.
Lunedì 30 Luglio 2012
“PERCHÉ MI CHIAMATE ‘SIGNORE, SIGNORE!’ E NON FATE
QUELLO CHE DICO?” (Luca 6:46)
La grande differenza che c’è fra l’essere un religioso e
l’essere un figlio di Dio è proprio questa: da un lato tante parole
e promesse, e dall’altro, cuori ubbidienti che si sottomettono al loro
Padre e compiono la Sua volontà. Non servono solo “i buoni propositi”,
e sappiamo come nella nostra società, a tutti i livelli, si viva spesso
di buone intenzioni. I figli di Dio sono persone che hanno rinnegato loro stessi
con la convinzione prodotta dallo Spirito Santo che in loro non abita alcun
bene, e dipendono dal loro Salvatore e Signore. Il nome di Dio, come non mai,
è abusato, ma ciò che conterà agli occhi Suoi è
il desiderio di chi Lo ama, di piacerGli con una vita consacrata a Lui. Oggi
tieni bene aperte le orecchie del cuore perché forse il Signore ti vorrà
usare quando incontrerai qualcuno, o in un’altra situazione specifica
e non basteranno i tuoi buoni propositi, ma l’ubbidienza che glorifica
il tuo Signore. p.p.
Martedì 31 Luglio 2012
“LA MIA CASA È IN ROVINA, MENTRE OGNUNO DI VOI SI DÀ PREMURA
SOLO PER LA PROPRIA CASA”. (Aggeo 1:9)
Per bocca del profeta, il Signore rimprovera agli Ebrei, appena tornati dal
lungo esilio a Babilonia, una mancanza di zelo e di amore nei Suoi confronti
che li portava a trascurare la ricostruzione del tempio; questa fu la causa,
tra l’altro di grosse sventure e problemi economici. Oggi il tempio di
Dio non è un edificio di pietre ma è costituito da coloro che
seguono Cristo (1 Corinzi 3:16). Però, come gli Ebrei di allora, ance
noi oggi rischiamo di pensare prima alla nostra casa, ai beni materiali, al
lavoro, ai piaceri, piuttosto che collaborare con Lui alla edificazione spirituale
della Sua chiesa. Gesù ci ha insegnato a cercare prima il regno di Dio
e tutto il resto ci sarà dato in più (Matteo 6:33). Mettiamo la
nostra crescita, individuale e comunitaria, in cima alla lista delle nostre
priorità! m.m.
Mercoledì 1 Agosto 2012
“LE PAROLE GENTILI SONO DOLCEZZA ALL’ANIMA, SALUTE ALLE OSSA”.
(Proverbi 16:24)
Una signora anziana piangeva su una poltrona in un parco. Era rimasta vedova
da poco e la solitudine era molto pesante. Ogni tanto si asciugava gli occhi
con un fazzoletto. Le si avvicinò una bambina. Le toccò gentilmente
il braccio e le disse: “Vedrai che poi passa!”. Evidentemente, erano
le parole che dicevano a lei quando di faceva male. La donna che piangeva aprì
le braccia e sorridendo strinse a sé la bambina. Da una piccola, forse
di sei o sette anni, le era venuta una parola di conforto. Una parola gentile
può fare miracoli: calmare una lite, fermare una discussione, mettere
a suo agio una persona insicura, ridare forza a un malato. L’apostolo
Paolo ha scritto in Efesini 4:29 “Nessuna cattiva parola esca dalla vostra
bocca, ma se ne avete una buona, che edifica (cioè che fa del bene) ditela,
affinché conferisca grazia a chi l’ascolta”. Ricordiamolo.
m.t.s.
Giovedì 2 Agosto 2012
“NON FATEVI TESORI SULLA TERRA”. (Matteo 6:19)
Personalmente mi colpiscono le interviste fatte a quella gente che è
stata vittima di un terremoto o di un’alluvione, in cui ha perso tutto
quello che aveva messo insieme nell’arco di una vita. Gente smarrita con
le lacrime agli occhi: sono bastati magari solo 20 secondi per perdere tutto.
Gesù è perentorio: “Non fatevi tesori sulla terra”.
Eventi catastrofici e ladri potrebbero vanificare il tutto; ma c’è
di più: anche se vivessimo una intera vita senza questi eventi, quando
lasceremo questa terra, cosa ne sarà dei nostri averi? Il saggio Salomone
spiega il concetto con una frase ricorrente nel libro dell’Ecclesiaste
(4:4) “È un correre dietro al vento”. Tu oggi, vuoi correre
dietro al vento o c’è qualcosa di più per la quale vale
la pena mettere tutto l’impegno e le energie? Grazie a Dio c’è
molto di più della ricchezza provvisoria e precaria: conoscere Gesù
Cristo e vivere in funzione di Lui su questa terra con la promessa certa che
un giorno, quando saremo con Lui, vivremo appieno le ricchezze celesti che sono
durature, intoccabili e stabili. Aggiungi il tuo “mattone” anche
oggi… dipende da te! p.p.
Venerdì 3 Agosto 2012
“CHI SI GLORIA, SI GLORI CHE HA INTELLIGENZA E CONOSCE ME, DICE L’ETERNO”.
(Geremia 9:24)
Per tutti, e specialmente per le persone celebri, è difficile non gloriarsi,
perché è naturale pensare che il merito provenga di sé
stessi. Ma Dio non la pensa così. Infatti dice: “Il saggio non
si glori della sua saggezza, il forte non si glori della sua forza, il ricco
non si glori della sua ricchezza: ma chi si gloria, si glori che ha intelligenza
e conosce Me, dice l’Eterno” (Geremia 9:23,24). Perché dice
questo? Perché le capacità che abbiamo, essendo doni che Lui stesso
ci ha dato, non possono essere motivo di vanto, ma solo di ringraziamento. L’unico
vanto consiste nell’usarle bene, ad esempio usare il dono dell’intelligenza
per conoscere di più il Signore. Questa è un’opera degna
di gloria, il resto è vanagloria. b.s.
Sabato 4 Agosto 2012
“L’ETERNO È GIUSTO IN TUTTE LE SUE VIE”. (Salmo 145:17)
Possiamo affermare con piena convinzione, senza timore di sbagliare, che Dio
è Giusto in tutto il Suo dire e il Suo operato. Egli non sbaglia, non
mente, non imbroglia, non cambia. In Dio c’è rettitudine e perfezione,
nessuna ingiustizia o parzialità. Tanti danno la colpa a Dio per le ingiustizia
sociali, per la malvagità che esiste nel mondo, per le malattie inguaribili
di cui molti soffrono, per la guerra… insomma, colpevolizzano Dio per
tutto ciò che non va. Invece la Scrittura afferma che il cuore dell’uomo
è insanabilmente maligno e che tutti i pensieri del cuore umano non sono
altro che male in ogni tempo; che è dal di dentro del cuore che escono
omicidi, furti, fornicazione, impurità, odio, gelosie… Noi siamo
ingiusti, non Dio! Noi pecchiamo e ci nascondiamo, mentre Dio è Luce
e Santità. L’Eterno è giusto in tutte le Sue vie. Anche
in quelle circostanze che non riusciamo a spiegare, Egli rimane Giusto. s.g.
Domenica 5 Agosto 2012
“GESÙ PUÒ SALVARE PER SEMPRE QUELLI CHE PER MEZZO DI LUI
SI ACCOSTANO A DIO”. (Ebrei 7:25)
La salvezza di cui parla l’autore della lettera agli Ebrei nel versetto
di oggi è ovviamente la salvezza dell’anima, quella che i credenti
realizzeranno nella sua completezza quando, lasciato questo corpo, si ritroveranno
alla presenza di Dio. Orbene, due sono le cose che ci vengono dette: la prima
è che la salvezza dura per sempre, ha cioè le dimensioni dell’eternità,
la seconda è che la salvezza stessa è prerogativa di coloro che
vanno a Dio per mezzo di Cristo. Mi pare risuonino ancora attualissime le parole
dell’apostolo Pietro il quale ebbe a dire che “in nessun altro è
la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro Nome
che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati”.
(Atti 4:12) Quello che era vero al tempo di Pietro rimane vero anche oggi: Cristo
è l’unica via di salvezza e la fede in Lui l’unico mezzo
per essere salvati. f.a.
Lunedì 6 Agosto 2012
“VI SUPPLICHIAMO NEL NOME DI CRISTO: SIATE RICONCILIATI CON DIO”.
(2 Corinzi 5:20)
Se ascolti i dibattiti in TV, se leggi i giornali o se ascolti le persone intorno
a te, noterai che ognuno vuole cambiare la società, la famiglia…
gli altri ma non sé stesso! È difficile trovare qualcuno che voglia
cambiare sé stesso. Noi partiamo dal presupposto che il male sia attorno
a noi e non in noi, perché siamo sempre pronti a scusare noi stessi.
Dio invece ci conosce bene e vuole cambiare l’individuo dal di dentro,
sapendo che così cambierà ogni cosa anche all’esterno. Ha
scelto di fare di ognuno che Galileo chiede una nuova creatura, grazie al sacrificio
di Cristo. Egli si è fatto peccato per te, è morto al posto tuo,
perché tu possa diventare giusto davanti a Dio, anche se non hai fatto
nulla per meritartelo. Dio ha scelto di riconciliare a Sé ogni uomo che
Glielo chiede individualmente. Dio ha scelto di iniziare il cambiamento da noi!
Questa è la Parola della riconciliazione che Dio ti rivolge oggi: non
rifiutarla! g.f.r.
Martedì 7 Agosto 2012
“GURDATEVI DAL FARVI ALCUNA IMMAGINE SCOLPITA DI QUALUNQUE COSA, POICHÉ
L’ETERNO È DIO GELOSO”. (Deuteronomio 4:23,24)
L’importanza che il cristianesimo occidentale e orientale ha sempre attribuito
alle immagini le lotte furibonde avvenute nella storia fra chi voleva e chi
rifiutava le immagini, mostrano quanto questo ordine di Dio sia stato spesso
contestato. Anche oggi basta guardarci attorno per renderci conto di quanto
questo comandamento sia tuttora ignorato. Ma proviamo a scavare più nel
profondo per applicare a noi questa parola del Signore: quali sono le immagini
“di qualunque cosa” che nella nostra mente, nei nostri desideri,
nella nostra vita si scontrano con l’amore appassionato che Dio manifesta
per noi al punto da renderlo “geloso”? Probabilmente non sono sempre
immagini materiali, ma sono altre realtà, altri valori ben più
insidiosi. La Bibbia conferma: lo Spirito che Dio ha fatto abitare in noi “ci
brama fino alla gelosia”(Giacomo 4:5). Per la creatura umana è
questo un onore immeritato, ma è anche una grande responsabilità.
Oggi stesso possiamo metterci con sincerità davanti a Dio, ringraziarLo
per questo amore “geloso” e chiedrGli di rivelarci quali “immagini”
devono sparire dalla nostra vita. l.p.
Mercoledì 8 Agosto 2012
“TUTTE QUESTE COSE LE HO OSSERVATE; COSA MI MANCA ANCORA?”. (Matteo
19:20)
Cosa mancava a questo giovane ricco che si sentiva approvato nel suo rapporto
con Dio? “I comandamenti li ho osservati” diceva, “cosa posso
fare di più per avere la vita eterna?”. La religiosità di
facciata costituisce spesso un paravento che l’uomo usa per tranquillizzare
la propria coscienza, ma è un terribile inganno. Gesù dà
a questo giovane una risposta penetrante che di colpo lo spoglia della sua maschera.
“Se vuoi essere perfetto, va, vendi ciò che hai dallo ai poveri
e avrai un tesoro nei cieli: poi vieni e seguimi”. (Matteo 19:21), ma
il giovane se ne andò rattristato. Dov’era il suo cuore? Dov’è
il nostro? Questo “bravo” giovane, apparentemente ben disposto verso
i comandamenti di Dio, era in realtà un idolatra. Le sue ricchezze erano
il suo dio per il quale non era disposto a cedere nulla. Gesù non è
interessato a ciò che nella nostra vita è solo apparenza, ma è
molto interessato a noi, al nostro cuore, perché ci ama e desidera renderci
felici per l’eternità. Donagli oggi il tuo cuore! g.b.
Giovedì 9 Agosto 2012
“ECCO, ALL’ETERNO TUO DIO APPARTENGONO I CIELI, LA TERRA E TUTTO
CIÒ CHE ESSA CONTIENE” (Deuteronomio 10:14)
Si racconta che un famoso astronomo avesse nel suo studio un globo celeste di
piccole dimensioni, ma di una bellezza e di una esattezza veramente notevoli.
Un giorno che affermava che l’universo si fosse formato da solo, per caso,
come risultato di un processo evolutivo. Questo amico, dopo aver ammirato a
lungo il piccolo globo, domandò: “Chi è l’autore di
questo capolavoro?”. L’astronomo rispose: “Non lo so, deve
essere un prodotto del caso”. Ma l’amico si irritò e disse:
“Tu mi prendi in giro”. Allora l’astronomo rispose: Tu trovi
assurdo che questa piccola sfera dipinta si sia fatta da sola, ma affermi che
i cieli che essa rappresenta provengano dal caso”. È assurdo attribuire
al caso l’esistenza di un mondo strutturato in modo straordinario; è
molto più credibile pensare a un Dio creatore di tutte le cose. L’universo
rivela le perfezioni di Dio (Salmo 19:1). Dio è il Creatore, il Legislatore,
il Sostenitore e il Padrone dell’universo. A Lui appartengono i cieli,
la terra e tutto ciò che essa contiene. p.d.n.
Venerdì 10 Agosto 2012
“TU, TU SOLO SEI L’ETERNO, E L’ESERCITO DEI CIELI TI ADORA”.
(Neemia 9:6)
Molti religiosi concordano sul fatto che Dio meriti rispetto e adorazione. Di
fatto, però, la loro devozione religiosa consiste in una fusione di credenze
pagane unite a pochi elementi di verità bibliche. La preghiera esposta
nel versetto di oggi mostra due assoluti della fede cristiana. Primo, “Tu
solo sei l’Eterno”. Nessun essere vivente o morto che sia, nessuna
creatura, nessun oggetto, astri luminosi o altro possono usurpare la gloria
del Dio che si rivela nelle Sacre Scritture. Secondo, “…l’esercito
dei cieli Ti adora”. Gli angeli, gli esseri celesti adorano soltanto Dio
e lo fanno perfettamente. Ci dice niente tutto questo? Come mai, oggi più
che mai, l’uomo volge la propria attenzione verso le creature e gl’idoli
o confida nelle stelle come molti faranno, per esempio, questa sera? È
tempo che facciamo nostre le parole di questa preghiera unendoci, seppur imperfettamente,
all’adorazione degli angeli: “Tu, Tu solo sei l’Eterno”.
s.v.
Sabato 11 Agosto 2012
“VI SARANNO GRANDI TERREMOTI, CARESTIE, FENOMENI SPAVENTOSI E GRANDI SEGNI
DAL CIELO”. (Luca 21:11)
Una volta, nei tempi dell’ottimismo, si pensava che con il progredire
delle conoscenze scientifiche gli uomini sarebbero riusciti a trasformare il
mondo in una specie di paradiso. Oggi, al contrario, si teme invece che per
gli stessi motivi gli uomini stiano avviandosi a farlo diventare un inferno.
Non avverrà né l’una né l’altra cosa, perché
il governo reale del mondo non è nelle mani degli uomini. La parte finale
della storia del mondo sarà terrificante, ma non sarà l’inferno,
anzi sarà l’ultimo avvertimento e l’ultima possibilità
di scampare al vero inferno, che sarà molto peggiore. Il problema fondamentale
dell’uomo non è né tecnico né politico: è
spirituale, cioè riguarda il suo rapporto con Dio. Tutto quello che accade
nel mondo è sempre un’espressione della Sua misericordia, perché
il Signore “vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza
della verità” (1 Timoteo 2:4). m.c.
Domenica 12 Agosto 2012
“L’ETERNO È GRANDE E DEGNO DI SOVRANA LODE”. (1 Cronache
16:25)
Sono tornata dopo molti anni a vedere la casa dei miei nonni. La ricordavo grandissima,
con una cucina immensa e un pavimento che ai miei occhi, allora di bambina,
sembrava stupendo: turchese, con dei disegni geometrici in rilievo. Da adulta
le dimensioni si erano davvero “ridimensionate”, la cucina era piuttosto
contenuta e la casa non mi appariva più così grande e spaziosa
come la ricordavo. Per avere una percezione appena sufficiente della grandezza
infinita di Dio e della Sua immensa sovranità, abbiamo bisogno di ridimensionarci.
Non siamo noi il centro di tutto, non siamo autosufficienti, né autodeterminati,
noi abbiamo bisogno di un rapporto reale con il nostro Creatore Onnipotente.
Solo avendo un concetto sobrio di noi stessi avremo la possibilità di
avvicinarci a Dio con la giusta attitudine. Non sarà anche per questo
che Gesù disse che dobbiamo essere come de bambini per entrare nel Regno
di Dio? a.m.
Lunedì 13 Agosto 2012
“VOI VEDRETE LA DIFFERENZA CHE C’È FRA IL GIUSTO E L’EMPIO”.
(Malachia 3:18)
A volte è difficile vedere la differenza fra un credente e un incredulo.
I nostri vicini si comportano onestamente. Non farebbero male a una mosca. Sono
come noi. Eppure sappiamo che non sono salvati e che la Bibbia li chiama empi.
Dove sta la differenza? La differenza sta nel cuore e, a volte, la si vede anche.
Per esempio, ai funerali. Quando muore un vero credente, che la Bibbia chiama
“giusto” perché ha accolto nella sua vita Gesù come
unico Salvatore e Signore, c’è dolore, ma c’è anche
una grande certezza fra i parenti credenti che rimangono. Sanno che il loro
caro è in cielo e sanno che lo rivedranno. Non hanno paura che soffra
nelle fiamme del purgatorio, perché il purgatorio non esiste e Gesù
ha pagato ogni peccato. Piangono, ma anche gioiscono. Il loro saluto non è
un “addio per sempre”, ma un sereno “ci vedremo presto”!
Una grossa differenza. m.t.s.
Martedì 14 Agosto 2012
“GESÙ REGNERÀ IN ETERNO E IL SUO REGNO NON AVRÀ MAI
FINE”. (Luca 1:33)
Penso sia comune il sentimento di tristezza e angoscia nel sentire continuamente
dalle cronache fatti di corruzione, di immoralità, delitti e ingiustizie
perpetrati specie a danno dei più deboli. Il male dilaga in modo irrefrenabile
ed è sempre più difficile arginarlo. Nelle conversazioni si sente
spesso esprimere l’esigenza di un potere forte, di pene più severe
verso i malfattori e c’è chi, addirittura, invoca la pena di morte
per i delitti più gravi. Saremmo degli illusi se pensassimo che queste
cose possano costituire dalle soluzioni valide. Il male nel cuore dell’uomo,
dice il Signore, e dal cuore estende la sua influenza ovunque. Il versetto di
oggi ci ricorda che Dio ha preparato un regno eterno che si estenderà
in tutta la terra. Questo fu l’annuncio dell’angelo a Maria. Questo
regno è già presente oggi, anche se invisibile, e il suo dominio
comincia proprio dal cuore dell’uomo, dove si trova la sorgente del male,
per sanarla e renderla sorgente d’amore e di pace. Il Re di questo regno,
Gesù, bussa alla porta di ciascun cuore per stabilirvi la Sua dimora.
Gli hai aperto? g.b.
Mercoledì 15 Agosto 2012
“IL SIGNORE STESSO, CON VOCE D’ARCANGELO, SCENDERÀ DAL CIELO”.
(1 Tessalonicesi 4:16)
Il più grande avvenimento della storia futura sarà il ritorno
in gloria del Signore Gesù Cristo. Io sono convinto, dall’adempimento
delle profezie bibliche, che siamo nella fase finale della storia dell’umanità.
La Bibbia afferma che Gesù Cristo ritornerà con gloria e potenza
non più per essere ucciso sulla croce, ma per governare e regnare. Egli
verrà per mettere al sicuro i credenti, portarli con Sé in cielo
e poi per giudicare gli increduli. Quando tornerà? Non sappiamo né
il giorno né l’ora del Suo ritorno. Perciò siamo chiamati
a vegliare, a essere sempre pronti, perché nell’ora che non pensiamo
Egli verrà. Il suo ritorno è imminente. (Matteo 24:42-44). Come
ritornerà? Il Signore stesso scenderà dal cielo a prendere la
Sua Chiesa. Saranno dati dei segnali precisi: un potente grido, la voce dell’arcangelo
e la tromba di Dio. I morti in Cristo risusciteranno. I viventi credenti saranno
trasformati. L’incontro con il Signore avverrà nell’aria.
Sei pronto? p.d.n.
Giovedì 16 Agosto 2012
“PREPARATI A INCONTRARE IL TUO DIO!”. (Amos 4:12)
Mio marito e io, anni fa, siamo stati sorpresi da un piccolo terremoto. Eravamo
a letto quando improvvisamente abbiamo sentito un boato come se un camion avesse
sfondato la nostra finestra e abbiamo sobbalzato. Nella nostra incoscienza siamo
rimasti coricati. Ma non abbiamo preso subito sonno. Non so cosa abbia pensato
mio marito, ma io ho esaminato un po’ la mia vita, nel caso ci fosse stata
un’altra scossa. L’ultima. La salvezza della mia anima era sicura,
dato che è il dono di Dio, offerto per grazia e io lo avevo accettato
per fede. Perciò niente paura. Ce l’avevo con qualcuno? No. Dovevo
perdonare qualcuno? No. Non avevo debiti, né scuse da chiedere. Il mio
biglietto per il cielo era stato pagato da Gesù sulla croce. E il tuo?
Ti consiglio di leggere il libretto: “Dopo la morte… La vita”.
Chiedilo all’editore di questo calendario. Te lo manderà. m.t.s.
Venerdì 17 Agosto 2012
“SIGNORE, VOLGITI A ME; DÁ LA TUA FORZA AL TUO SERVITORE”.
(Salmo 86:15,16)
Degli uomini superbi e violenti cercano di uccidere Davide (versetto 14). Persone
che non pongono Dio davanti agli occhi, cioè non Lo temono, non sono
interessate a fare la Sua volontà. Persone non disposte a ragionare o
a vedere la questione con altri occhi. Davanti a questa minaccia concreta Davide
si rivolge a Dio. Fa il punto della situazione: da una parte gli uomini violenti
che cercano di ucciderlo; dall’altra il Signore “Dio misericordioso
e pietoso, lento all’ira e ricco in benignità e verità”
(versetto 15). In mezzo a queste due parti un ‘ma’ che serve a contrapporre
Dio ai nemici di Davide e a mettere in risalto la soluzione al problema: Dio.
Davide si rivolge a Dio perché ha la certezza che è da Lui che
verrà l’aiuto: “…da’ la forza al Tuo servo e
salva il figlio della Tua serva” (versetto 16). e.s.
Sabato 18 Agosto 2012
“STO IN SILENZIO, NON APRIRÒ BOCCA, PERCHÉ SEI TU CHE HAI
AGITO”. (Salmo 39:9)
È difficile attraversare un momento complicato della propria vita e scegliere
di rimanere in silenzio, di non aprire la bocca. La tentazione a parlare è
forte. Vorremmo parlare per giustificarci e per dimostrare che, sì, la
situazione è difficile ma non certo per colpa nostra. Vorremmo parlare
per cercare solidarietà e comprensione da parte degli altri; nelle difficoltà
aiuta avere qualcuno che ti capisce, che ti sta vicino. Vorremmo parlare per
denunciare che quello che ci sta accadendo è ingiusto: una situazione
così, proprio non ce la meritavamo! Vorremmo parlare per sfogarci, così
ci sentiremo sicuramente meglio! Ma tutto questo serve? Parlare e, più
spesso, sparlare ci aiuta davvero a stare meglio? Davide, autore del Salmo da
cui sono tratte le parole di oggi, ha una convinzione: è stato Dio ad
agire, perché nulla sfugge al Suo controllo, meglio perciò aspettare
le Sue rivelazioni in silenzio! Anche per noi, nei momenti difficili, la cosa
migliore è aspettare che sia Lui a dirci i motivi e gli obiettivi di
quello che ci è accaduto. Quando Lui avrà parlato, saremo sicuramente
in grado di prendere il cammino… p.m.
Domenica 19 Agosto 2012
“GESÙ DISSE: ‘SEGUIMI!’ ED EGLI, ALZATOSI, LO SEGUÌ”.
(Matteo 9:9)
L’evangelista Matteo, del quale parla questo testo, è una chiara
testimonianza di obbedienza alla chiamata, perché quando il Signore Gesù
lo chiamò, non poté resisterGli. Quando il Signore chiama l’uomo
per seguirLo e servirLo, guarda e conosce il suo cuore e non le apparenze, come
facciamo noi esseri umani, sbagliando sempre il nostro giudizio sul prossimo.
E pensare che Matteo era, fino all’incontro con il Signore, un esattore
delle tasse ed era quindi odiato dai Giudei a causa delle tasse gravose imposte
alla popolazione. Inoltre scriveva gli interessi dell’Impero romano, oppressore
d’Israele. Matteo, alla chiamata del Signore Gesù, fu pronto ad
abbandonare quel lavoro disonesto, ma comodo, redditizio e sicuro. Il Signore
Gesù, un cambio, gli diede l’onore di diventare un Suo discepolo
e lo gratificò ancora dandogli la possibilità di scrivere il Vangelo
che porta il suo nome l’evangelista Matteo non sbagliò quando rispose
con un “sì” alla chiamata del Signore Gesù. s.b.
Lunedì 20 Agosto 2012
“CHI NON RINUNCIA A TUTTO QUELLO CHE HA, NON PUÒ ESSERE MIO DISCEPOLO,
DISSE GESÙ”. (Luca 14:33)
Alcune persone si sentono importanti per i beni materiali che possiedono: una
casa lussuosa, vestiti alla moda, un’auto da schianto, un partner da capogiro,
una famiglia unita. Di solito queste persone non si occupano di come sono dentro:
non credono sia importante. Dio però guarda il cuore, non a ciò
che possediamo. Siamo venuti al mondo nudi, lo lasceremo separandoci proprio
da tutto, perfino dal nostro corpo. Ciò che rimarrà di noi sarà
di natura spirituale e dipenderà da come avremo seguito Gesù sulla
terra facendo la Sua volontà. Dio ci tiene che Lo seguiamo in modo giusto
e vero. Vuole essere la nostra sola guida, il vero bene, l’unico appoggio.
Conosce gli ostacoli del nostro cuore e ci esorta a rinunciare a ciò
che potrebbe mettersi tra noi e Lui. Se c’è qualcosa che si frappone
fra te e Gesù che ti impedisce di guardare a Lui, non riuscirai a seguirLo
e non potrai maturare né manifestare il Suo carattere, che è il
frutto del vero discepolo. a.p.
Martedì 21 Agosto 2012
“SE CONFESSIAMO I NOSTRI PECCATI, EGLI È FEDELE E GIUSTO DA PERDONARCI
I PECCATI E PURIFICARCI DA OGNI INIQUITÀ”. (1 Giovanni 1:9)
Molti desiderano o addirittura sono convinti dell’esistenza di un Dio
misericordioso che, alla fine, nonostante tutto, perdonerà i nostri peccati
e ci purificherà da ogni iniquità. Non tutti sono coscienti però
che è necessario confessarGli i nostri peccati se vogliamo che il Signore
ce li perdoni. Questa confessione potrebbe sembrare superflua perché
Dio conosce perfettamente le nostre azioni e le nostre mancanze, ma è
fondamentale per prendere coscienza di quanto siamo indegni di Dio, per ravvederci
dalle nostre miserie e per dimostrare che abbiamo bisogno di Gesù come
nostro Salvatore. È un passo difficile da compiere perché vuol
dire abbattere la barriera più grande che ci separa da Dio, il nostro
orgoglio, ma è il passo necessario che porta a quel premio che va al
di là di ogni immaginazione: diventare figli di Dio e passare l’eternità
con Lui. m.m.
Mercoledì 22 Agosto 2012
“NON DI PANE SOLTANTO VIVRÀ L’UOMO, MA DI OGNI PAROLA CHE
PROVIENE DALLA BOCCA DI DIO”. (Matteo 4:4)
Il testo di oggi parla della prima tentazione di Gesù da parte del diavolo
dopo quaranta giorni e quaranta notti di digiuno nel deserto. Satana dava per
scontato che, se Gesù era il Figlio di Dio, forse poteva essere persuaso
ad agire indipendentemente dal Padre trasformando le pietre in pani. Questa,
però, non era la volontà del Padre, che voleva che Gesù
patisse la fame nel deserto e non avesse cibo a disposizione. Gesù vinse
la tentazione citando Deuteronomio 8:3. In quel passo si afferma che l’uomo
non vive di solo pane, ma di ogni Parola che proviene dalla bocca di Dio. Questo
episodio della vita di Gesù insegna a coloro che sono diventati figli
di Dio che non possono agire indipendentemente dal Padre. Bisogna ubbidire alla
Parola di Dio piuttosto che soddisfare i propri desideri, se questi sono in
contrasto con la Sua volontà. Se si vuole vivere una vita vera abbondante
e piena di soddisfazioni nel Signore bisogna nutrirsi ogni giorno di un cibo
spirituale: la Sua Parola (vedi Giovanni 6:50-51,58,63). n.s.
Giovedì 23 Agosto 2012
“L’ETERNO FECE AD ADAMO E A SUA MOGLIE DELLE TUNICHE DI PELLE, E
LI VESTÌ”. (Genesi 3:21)
Quando Adamo ed Eva si resero colpevoli disubbidendo a Dio, si nascosero, perdendo
la gioia della Sua presenza e del dialogo che avevano con Lui, e cercano di
coprire la loro vergogna e il loro peccato costruendosi con le loro mani dei
vestiti. In quanti modi le persone oggi cercano di coprire le loro colpe? Ma
le colpe on si possono né nascondere e nemmeno cancellare. Il cammino
di Dio è molto meglio. Dove prese Dio quelle pelli? Dio stava rivelando
qualcosa di molto importante ai nostri antenati: un animale innocente ha dovuto
morire e versare il suo sangue; un sostituto innocente ha dovuto morire, per
pagare il prezzo della disubbidienza di Adamo ed Eva. Questo sacrificio è
simbolo di una realtà futura: un giorno Dio avrebbe dato la morte a un
sostituto per redimere noi poveri peccatori perduti. Il sangue di Cristo ha
coperto i peccati, ed il Suo sacrificio ha portato una giustizia perfetta ed
eterna a chiunque ha posto la fede in Lui. g.f.r.
Venerdì 24 Agosto 2012
“O ETERNO, FAMMI CONOSCERE LE TUE VIE, INSEGNAMI I TUOI SENTIERI”.
(Salmo 25:4)
Nel viaggio della vita a volte vorrei che Dio fosse come il mio navigatore satellitare:
“Gira a destra, gira a sinistra, vai diritto”. Sarei sicuro di non
sbagliare! Dio però agisce in modo diverso. È vero: qualche volta
le Sue indicazioni sono nette e precise; in qualche occasione sembra addirittura
che mi sposti bruscamente dal volante e si metta Lui stesso alla guida. Ma il
modo che preferisce per aiutarmi è un altro: desidera istruirmi. Mi mette
a disposizione una carta stradale del tutto affidabile (la Bibbia), mi spiega
come usarla, s’intrattiene con me amorevolmente (attraverso lo Spirito
Santo) e si aspetta di trovare in me qualcuno che Lo stia ad ascoltare con attenzione
perché ha capito di essere amato e contraccambia questo amore. Dio vuole
che diventi un guidatore esperto, abile e coscienzioso della mia vita, non un
semplice esecutore di ordini impartiti da una macchinetta. m.c.
Sabato 25 Agosto 2012
“IO VIVRÒ, E RACCONTERÒ LE OPERE DEL SIGNORE”. (Salmo
118:17)
“Io non morirò, anzi vivrò, e racconterò le opere
del Signore”. Queste parole sono state dette dal salmista Davide, grande
re d’Israele. Perché tanta sicurezza? Davide non si affidava al
proprio coraggio, alla sua fedeltà, non si appoggiava sui propri sentimenti
o sulle proprie opere, ma la sua forza era nel Signore. Davide credeva fermamente
nel Signore e viveva solo per la fede in Lui e questa fede gli ha dato la vita.
Dio è la sorgente e il Creatore della vita, perché non c’è
vita senza Dio. a vita che è in noi è un dono ce ci viene da Lui,
ma solo chi crede in Cristo può essere certo di avere la vita eterna.
Chi non crede, non ha la vita. È inutile cercarla altrove. “Signore,
io credo e confido interamente in Te, voglio vivere aggrappato a Te, traendo
ogni forza da Te, perché questa è la mia vita”. g.f.r.
Domenica 26 Agosto 2012
“IL VANGELO È POTENZA DI DIO PER LA SALVEZZA DI CHIUNQUE CREDE”.
(Romani 1:16)
Poste all’inizio della lettera ai Romani, queste parole hanno il sapore
di un proclama, che permeerà poi tutta la lettera il cui tema è
infatti il Vangelo. La natura del Vangelo è divina e potente. La finalità
del Vangelo è a salvezza dell’uomo. La condizione per avere tale
salvezza è la fede. Il Vangelo, dunque, non è un messaggio qualsiasi,
ma un annunzio, col quale si dispiega la potenza di Dio. Questa divina potenza
non è diretta alla distruzione come avviene quando Dio giudica, ma mira
a dare salvezza. Per avere tale salvezza non bisogna soddisfare nessuna condizione
di ordine contingente, sociale, razziale, ecc. C’è solo una condizione
di ordine spirituale: bisogna credere. “Chiunque” può sperimentare
questa potenza salvifica di Dio: basta credere. Dicendo così la Scrittura
ha reso evidente la portata universale del Vangelo. Non si pone mai il problema
che qualcuno non “possa” credere. “Chiunque” se crede
può essere salvato, quindi, tutti possono credere per essere salvati.
Semmai esiste il problema di chi non “vuole” credere. La fede è
una scelta tra il peccato e la salvezza! t.m.
Lunedì 27 Agosto 2012
“DIO DICE: PERCHÉ TI GETTI DIETRO ALLE SPALLE LE MIE PAROLE?”
(Salmo 50:16,17)
Tu cosa pensi della Bibbia? 1. Essa è Parola di Dio: è divinamente
ispirata, è il messaggio che Dio ha voluto farci giungere così
com’è. 2. La Bibbia è Parola vivente: scritta nel passato,
ma parla ancora oggi alle coscienze. Credi a queste due affermazioni? Le risposte
sono solo due ed entrambe portano delle conseguenze: 1. Sì. Allora devi
permetterle di influenzarti, di cambiarti. Essa è vincolante. Non basta
conoscerla intellettualmente; è necessario riceverla nel tuo cuore. 2.
No. Non ci credi? Queste non toglie la tua responsabilità: Dio ha parlato,
lo sta facendo anche ora con questo foglietto, e ti chiederà di renderne
conto. Chi si rifiuta di ascoltarLo, verrà giudicato proprio attraverso
la Parola che gli era stata rivolta. Dio ha parlato e parla attraverso la Bibbia
per dare alle persone la possibilità di conoscerLo e di ricevere le Sue
benedizioni. Lo fa per amore, anche verso di te. e.s.
Martedì 28 Agosto 2012
“IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA; CHI CREDE IN ME, ANCHE SE MUORE, VIVRÀ,
DISSE GESÙ”. (Giovanni 11:25)
L’uomo nasce sempre morto, ma può morire vivo. No, non sono impazzito.
Noi siamo abituati a definire ‘morte’ un solo tipo di evento e cioè
la cessazione della vita eterna. La morte fisica, però, altro non è
che la conseguenza terrena di una morte ben più terribile: la morte spirituale,
ovvero, la separazione della nostra anima da Dio a motivo del peccato. L’uomo
nasce già separato da Dio perché naturalmente peccatore, e ha
tremendamente bisogno di essere liberato da questa situazione mortale. Gesù
presentandosi come “la risurrezione e la vita” sta dando all’uomo
la più bella notizia che potrebbe ricevere. Gesù, infatti, ha
il potere di vincere questa morte che separa l’uomo da Dio, ridando vita
spirituale. Credere in Gesù, e seguirLo completamente, è la condizione
indispensabile per rinascere spiritualmente e ristabilire l’armonia con
Dio. Questo uomo, anche se morrà fisicamente, vivrà per sempre,
in attesa che anche il suo corpo risusciti, come promesso da Dio. d.p.
Mercoledì 29 Agosto 2012
“PRESE DEL PANE E RESE GRAZIE A DIO IN PRESENZA DI TUTTI”. (Atti
27:35)
Il passo di oggi è meraviglioso nel suo contesto. Il gesto dell’apostolo
Paolo (cioè quello di prendere il pane e ringraziare Dio) ebbe un vitale
impatto sugli altri 275 naufraghi. Questi si fecero animo e decisero di andare
avanti, non solo per il pane che avevano mangiato, ma perché avevano
visto un uomo ringraziare Dio in mezzo a una situazione disperata. L’esempio
di gratitudine li aveva incoraggiati ad apprezzare ciò che rimaneva loro
ancora in quel momento di grande perdita: la vita! Quando ti sembra che le cose
vadano male e che fai bene a lamentarti, prova a pensare ai tanti motivi per
cui puoi essere riconoscente a Dio. La qualità della tua vita e la tua
felicità dipenderanno più dal tuo atteggiamento che dalle circostanze.
a.p.
Giovedì 30 Agosto 2012
“IO SONO L’ETERNO, IL TUO DIO, TU NON DEVI RICONOSCERE ALTRO DIO
ALL’INFUORI DI ME”. (Osea 13:4)
Non sono poche le persone che lamentano il fatto che non sanno più a
cosa credere. Nel mondo ci sono migliaia di religioni, gruppi e sette che asseriscono
di predicare la pura verità di Dio, ma chi ha ragione? La gente ormai
è stanca di sentire fiumi di belle parole: occorrono certezze, ma chi
può offrirle? In realtà, l’apparente dilemma sollevato in
questa breve riflessione, è più semplice di quanto non sembri.
Se le anime, anziché seguire le sirene delle religioni umane, si rivolgessero
fiduciose alla Parola di Dio, troverebbero le risposte vitali che stanno cercando.
Dio si fa conoscere oggi soltanto attraverso la Bibbia. Ecco che cosa dice il
Signore stesso nella Sua Parola: “Io sono l’Eterno, il tuo Dio,
tu non devi riconoscere altro Dio all’infuori di Me”. Vi pare una
parola incerta, difficile da capire o da credere? In un mondo duro, ostile,
ribelle e idolatra, la Parola del Signore è una lampada che guida con
sicurezza i passi dell’uomo affinché non sbagli strada (vedi Salmo
119:105). s.v.
Venerdì 31 Agosto 2012
“L’ETERNO HA SPEZZATO LO SCETTRO DEI DESPOTI”. (Isaia 14:5)
Sono vissuta abbastanza a lungo per vedere sorgere e cadere molti dittatori:
Stalin, Mussolini, Hitler, Franco, Mao Tse Tung, Tito, Ceausescu e altri. Mentre
vivono, sembrano invincibili e credono di poter tenere fra le mani la sorte
delle nazioni. Quando muoiono, lasciano dietro di sé più disastri
di quanti ne abbiano trovati. E nell’aldilà li aspetta il giudizio
di Dio. Dio è il Signore della storia e, come ha scritto il salmista
Asaf: “Non è dall’oriente né dall’occidente
né dal mezzogiorno che viene la possibilità d’innalzasi,
ma è Dio che giudica; Egli abbassa uno e innalza l’altro”
(Salmo 75:6,7). Teniamolo presente quando ascoltiamo i telegiornali, sentiamo
i proclami dei politici e gli sbandieramenti dei loro programmi. Non muovono
neppure un dito senza il permesso di Dio. m.t.s.
Sabato 1 Settembre 2012
“IL CIECO RECUPERÒ LA VISTA E SI MISE A SEGUIRE GESÙ”.
(Marco 10:52)
Nella mia città presso l’Istituto dei Ciechi, viene da qualche
tempo offerto ai visitatori un percorso, accompagnati da persone non vedenti,
che si svolge completamente al buio, utilizzando gli altri sensi per orientarsi.
In questo modo ci si può rendere conto, per un limitato periodo di tempo
di ciò che prova chi non può vedere, con la differenza, rispetto
a lui, che poco dopo si ritorna alla vita normale e alla luce. Questa era stata
per molti anni la triste condizione che aveva accompagnato la vita del cieco
del racconto odierno, fino all’incontro inaspettato e risolutivo con Gesù.
Fino a quel momento la sua vita era stata quella di un emarginato, eppure, appena
si era presenta l’occasione, egli non aveva esitato e non era scoraggiato
nemmeno di fronte a chi voleva ostacolare il suo incontro con Gesù. La
sua determinata e la sua fede gli concessero il miracolo di riavere la vista
e, da quel momento, il suo cuore riconoscente lo spinse a dedicare tutta la
sua vita a seguire Gesù. Anche a noi Gesù Cristo vuol dare la
vista, la salvezza dell’anima. LodiamoLo e seguiamoLo. s.p.
Domenica 2 Settembre 2012
“IO AMO L’ETERNO. LO INVOCHERÒ PER TUTTA LA MIA VITA”.
(Salmo 116:1,2)
Chi conosce il Signore impara a rispondere con l’amore all’amore
che riceve da Lui e che si manifesta sempre per primo. Il desiderio che ne scaturisce
è quello di dipendere da Lui in ogni circostanza della vita. L’autore
di questo scritto ha sperimentato proprio questo: trovandosi nel bisogno di
essere soccorso, ha invocato il Signore ed è stato ascoltato. Sentirsi
l’oggetto dell’amore e dell’attenzione di Dio ha aperto nel
suo cuore come una nuova strada, una nuova possibilità e un nuovo modo
di affrontare la vita. La preghiera sarebbe divenuta la sua costante, come per
il bambino il dipendere dai genitori. È di questo uomo (che nella sua
fiducia assomiglia a un bambino) che Dio si compiace. Gesù disse: “Chiunque
non accoglierà il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà
affatto” (Luca 18:17). Che il Signore ci aiuti a deporre tutta la nostra
saccenteria, per dipendere dalla Sua grazia. g.b.
Lunedì 3 Settembre 2012
“LE NAZIONI CONOSCERANNO CHE IO SONO L’ETERNO CHE SANTIFICO ISRAELE”.
(Ezechiele 37:28)
“Dio non fa politica” soltanto pensa forse qualcuno; “Dio
s’interessa soltanto della salvezza delle anime”. Non è così.
Dio salva i singoli e regna sulle nazioni. Fin dall’inizio del Suo piano
di salvezza Dio ha parlato di “nazioni” e di “nazione”:
“Io farò di te una grande nazione” (Genesi 12:2). “Ti
servano i popoli e le nazioni s’inchinino davanti a Te” (Genesi
27:29). La politica internazionale di Dio si rivela nel modo in cui giudica
il rapporto tra le nazioni, Israele e Sé stesso. Le nazioni Unite si
sostituiscono a Dio quando continuano a rimproverare Israele di misfatti che
loro stesse compiono, ma un giorno dovranno riconoscere che santificare Israele
è un compito dell’Eterno. Un giorno Egli lo farà. E sarà
in quel giorno che per le nazioni conoscere l’Eterno e riconoscere l’elezione
d’Israele saranno la stessa cosa. m.c.
Martedì 4 Settembre 2012
“AVEVANO CON SÉ IL LIBRO DELLA LEGGE DELL’ETERNO; PERCORSERO
TUTTE LE CITTÀ DI GIUDA E ISTRUIRONO IL POPOLO”. (2 Cronache 17:9)
“Ho finito di studiare il corso per corrispondenza: CAPISCI QUELLO CHE
CREDI?” ha scritto uno dei nostri studenti dell’Istituto Biblico
Bereano. “Mi ha aiutato personalmente e mi aiuta a parlare della fede
ai miei amici”. Niente è tanto importante quanto lo studio della
Parola di Dio per crescere spiritualmente e per parlare in maniera corretta
della propria fede. Ai tempi del popolo d’Israele era necessario che dai
sacerdoti e dei Leviti andassero nelle varie città e villaggi a spiegare
la Legge di Dio alla gente. Oggi la Bibbia è a disposizione di tutti;
nelle librerie e su internet. L’abbiamo in casa e sono a nostra disposizione
molti libri ci aiutano a capirla. Una tale ricchezza ci rende più responsabili
che mai. L’apostolo Pietro ha scritto che dobbiamo essere sempre pronti
a rendere ragione di quello che crediamo, facendolo con dolcezza e rispetto.
Lo fai? m.t.s.
Mercoledì 5 Settembre 2012
“COLUI CHE NON HA RISPARMIATO IL PROPRIO FIGLIO, NON CI DONERÀ
FORSE ANCHE TUTTE LE COSE CON LUI?” (Romani 8:32)
Un’inchiesta condotta anni fa, rivelò che la maggior parte degli
italiani conosceva il significato dell’opera compiuta sulla croce da Gesù
Cristo. Tutti, o quasi, sapevano che il Figlio di Dio un giorno si era incarnato
ed era morto per i peccati dell’umanità. Tale indagine, però,
rivelò anche un aspetto che, certamente, era meno incoraggiante: la conoscenza
degli intervistati era soltanto teorica e culturale. Non c’era nessuna
relazione con l’evento storico più importante che la storia abbia
mai conosciuto. Le parole contenute nella lettera ai Romani, scritte dall’apostolo
Paolo, mirano a verità ben più profonde: Dio, il Padre, “non
ha risparmiato il proprio Figlio…” e ciò implica che è
stata fatta una scelta estrema, sofferta, che no potremo mai capire pienamente.
Quelli che credono in quel sacrificio d’amore, non solo verranno risparmiati
dalla condanna spirituale che grava su tutti i peccatori impenitenti, ma riceveranno,
come leggiamo nella seconda parte del versetto, le cure e le attenzioni di Dio:
“…non ci donerà forse tutte le cose con Lui?”. s.v.
Giovedì 6 Settembre 2012
“RAVVEDETEVI PERCHÉ IL REGNO DEI CIELI È VICINO”.
(Matteo 4:17)
“Ravvedetevi” significa più precisamente “cambiate
mente”, cioè “cambiate modo di pensare e di vivere”.
Sono le prime parole di Gesù che i Vangeli ci riferiscono. Egli ci vuol
dire: uscite da una vita egoista e ribelle; apriteli all’amore per Dio,
per gli altri, alla gioia e alla riconoscenza che vengono dall’ascolto
del Vangelo. Ma perché questo appello così pressante? Perché
quello che Dio ci offre è niente meno che il regno dei cieli: vita eterna,
perfetta, insieme a Lui. E Gesù aggiunge: questo regno non è una
chimera lontana. È vicino, è a portata di mano perché Egli
stesso ce lo ha portato: per questo è morto e risorto per noi. Già
ora noi possiamo entrare in questa nuova vita proiettata verso l’eternità.
l.p.
Venerdì 7 Settembre 2012
“L’ETERNO NON SI AFFATICA E NON SI STANCA”. (Isaia 40:28)
Queste parole del profeta Isaia ci presentano una caratteristica di Dio che
in apparenza può sembrare scontata: Dio non è soggetto alla stanchezza.
Tuttavia il seguito della lettura del testo profetico ci svela la reale portata
delle parole di Isaia. Infatti, poco più avanti, il profeta ci ricorda
che Dio dà forza a chi è stanco e poi aggiunge che quelli che
sperano nel Signore acquistano nuove forze e si alzano in volo come aquile.
Ovviamente si tratta di testi che vanno intesi in senso metaforico, non è
del vigore fisico che si sta parlando, ma delle energie psicologiche e spirituali.
Il Dio dal vigore infinito può sostenerci, consolarci e darci nuove forze
anche nei momenti più bui della nostra vita a condizione, come dice bene
Isaia, che speriamo in Lui cioè che la nostra preghiera fiduciosa sia
rivolta a Lui, al Dio che non si stanca di ascoltarci e di soccorrerci. f.a.
Sabato 8 Settembre 2012
“CHI MI TROVA, INFATTI, TROVA LA VITA E OTTIENE IL FAVORE DEL SIGNORE”.
(Proverbi 8:35)
Ho conosciuto due uomini trasformati dall’incontro con Dio. La vita di
Max, un giovane proveniente dalla Siberia, è passata da una situazione
di degrado, tossicodipendenza e vuoto assoluto, a una vita gioiosa e degna di
essere vissuta. Dopo aver incontrato Dio tutto è cambiato; ora Max è
sposato. Ha due figli, è un pastore della sua chiesa e si sta preparando
per poter servire sempre meglio. Anche Stavri ha sperimentato la grazia di Dio.
Era un malavitoso, pieno di rancori e tristezze. Rubava tutto ciò che
c’era da rubare. Una sera entrò in una chiesa evangelica e lo Spirito
Santo gli parlò chiaramente. Stavri cominciò a piangere come un
bambino e da quel momento decise di vivere con Dio, il suo Salvatore. Ci sono
cuori rotti intorno a noi. Ci sono anime che hanno bisogno di tornare a vivere.
Ogni cristiano può essere un segnale indicatore verso la Vita. m.f.
Domenica 9 Settembre 2012
“DIO VI RIEMPIA DI OGNI GIOIA E DI OGNI PACE NELLA FEDE, AFFINCHÉ
ABBONDIATE NELLA SPERANZA”. (Romani 15:13)
C’è chi attribuisce alle religioni la colpa di rendere gli uomini
vittime di tristezze e di paure. Personalmente, ad esempio, ogni volta in cui,
seppur raramente, ho occasione di entrare in un tempio cattolico, la diffusa
penombra, gli odori di cera e di incenso, la presenza di statue di addobbi e
di ogni tipo di orpelli mi trasmettono un senso di oppressione e di tristezza
che non vedo l’ora di tornare all’aria aperta. Ci sono organizzazioni
religiose che hanno fatto dell’oppressione e della paura dei veri e propri
strumenti di potere. L’errore di tanti è, ahimé, quello
di identificare la religione con Dio. Così: o rifiutano di credere o
si rassegnano a una vita religiosa piena di timori e di paure. Ma, in realtà,
il vero Dio è il grande Assente in tutte le religioni. Il vero Dio, Padre
del Signore Gesù Cristo, desidera infatti che i nostri cuori siano “riempiti
di ogni gioia e di ogni pace”: non certo nella religione, ma “nella
fede”. E “nella fede” si vive quando si sceglie di ascoltare
Lui e soltanto Lui, attraverso la Sua Parola. p.m.
Lunedì 10 Settembre 2012
“O DIO, I MIEI GIORNI SONO NELLE TUE MENI”. (Salmo 31:15)
Questo passo della Parola mi offre la possibilità di portarti a riflettere
sull’importanza di sapere che la nostra vita è nelle mani del Creatore
del cielo e della terra. C’è un proverbio che dice testualmente:
“Chi si ferma è perduto!”. Io l’ho cambiato e oggi
ti dico: “Chi non si ferma è perduto”!. Fermati a riflettere
sul più grande dono che abbiamo sulla Terra: il tempo! Ogni attimo della
vita che diciamo nostro, in realtà è un dono prezioso del Signore
Dio. Nulla accade a caso, caro amico, ma ogni cosa è guidata da Dio,
anche le cose dolorose; e sono lì proprio affinché riconosciamo
che c’è un Dio al quale renderemo conto di come abbiamo spesso
il patrimonio inestimabile della vita! Permettiti allo Spirito Santo, attraverso
la Bibbia, di illuminare il tuo cuore affinché da un lato possa dare
un senso ai giorni che Lui ti dona e dall’altro avere la certezza che
questa vita è solo di passaggio perché c’è una eternità
da vivere con Lui. p.p.
Martedì 11 Settembre 2012
“GRANDE PACE HANNO QUELLI CHE AMANO LA TUA LEGGE. (Salmo 119:165)
Pace… qualcosa che cerchiamo disperatamente. C’è qualcuno
che lascia persino l’impiego perché non riesce a lavorare con serenità
nel sua ambiente lavorativo. Tuttavia la pace determinata dagli eventi, dalle
persone, da tutto ciò che è ‘terreno’ non è
una pace duratura. È qualcosa di secondario, di conseguente alla vera
pace che si può realizzare solo su un piano spirituale. Colui che può
svelarci come averla e mantenerla, è Dio stesso attraverso la Sua Parola.
Si tratta della pace con Dio, che si ha per mezzo della fede in Cristo Gesù
(Romani 5:1). Solo dopo aver fatto pace con Dio possiamo amare la Sua legge
e mettere le nostre priorità in linea con i Suoi comandamenti. Questo
significherà vivere con Dio ha pensato meglio per noi nelle relazioni
con noi stessi, con Dio e con il prossimo e questo ci condurrà a sperimentare
una grande pace. e.s.
Mercoledì 12 Settembre 2012
“L’ETERNO CHIAMÒ L’UOMO E GLI DISSE: DOVE SEI?”
(Genesi 3:9)
Questo uomo, che fu chiamato da Dio nel giardino di Eden, si nascondeva fra
gli alberi perché aveva “paura” di Dio a cui aveva disobbedito.
Tutti sappiamo che questo uomo era Adamo e tutti conosciamo la sua storia. L’errore
che commise gli fatale e condizionò in modo negativo l’umanità
di tutti i tempi. L’uomo non ottiene le benedizioni disobbedendo alla
Parola di Dio. Anche oggi, come allora, Dio chiama l’uomo domandandogli
“Dove sei?”. Sappi però che Dio ha mandato sulla terra l’ultimo
Adamo” (1 Corinzi 15:45), il Signore Gesù Cristo, per compiere
l’opera di redenzione dei tuoi dei miei peccati. Allora, caro lettore,
Dio ti chiama, esci dalla “foresta” dei tuoi peccati! Rispondi:
“Eccomi!” e sarai benedetto. s.b.
Giovedì 13 Settembre 2012
“ALLORA IL DIAVOLO LASCIÒ GESÙ E DEGLI ANGELI SI AVVICINARONO
A LUI E LO SERVIVANO”. (Matteo 4:11)
Al giorno d’oggi pochissimi credono all’esistenza fisica e personale
di Satana; la Scrittura invece afferma che il diavolo è addirittura il
“dio di questo mondo” (2 Corinzi 4:4) e “va attorno come un
leone ruggente cercando chi possa divorare” (1 Pietro 5:8). Nella sua
presunzione e sfrontatezza ha addirittura tentato Cristo nel deserto; le ha
provate tutte per farlo peccare; ma Gesù lo ha sconfitto rispondendo
per tre volte “È scritto…”. Che immagine consolante:
Satana che batte in ritirata! E che insegnamento! Anche noi possiamo vincere
le tentazioni con l’arma più potente “la spada dello Spirito,
la Parola di Dio” (Efesini 6:17). Anche noi possiamo resistere al diavolo
(Giacomo 4:7) se la Sua Parola dimora in noi: “Ho conservato la Tua Parola
nel mio cuore per non peccare contro di Te” (Salmo 119:11). m.m.
Venerdì 14 Settembre 2012
“NON ABBIAMO IMPLORATO IL FAVORE DELL’ETERNO, NON SIAMO STATI ATTENTI
ALLA SUA VERITÀ”. (Daniele 9:13)
Le parole del versetto di oggi sono state pronunciate dal profeta Daniele, nell’ambito
di una preghiera nella quale egli mette a fuoco, senza cercare scuse tutti gli
errori commessi dal popolo d’Israele, chiedendo poi sinceramente perdono
a Dio. La cosa che vorrei far notare è che questa preghiera di umiliazione
e di confessione nasce nel cuore di Daniele mentre lui sta leggendo e meditando
le Sacre Scritture (Daniele 9:2,3). La Parola di Dio, dunque ha, tra le altre,
la funzione di farci vedere chiaramente quello che siamo, cioè dei peccatori
che non sono stati attenti alla volontà e alla verità di Dio.
Come Daniele, perciò, chiniamo il capo confessando la nostra miseria
spirituale. Chiudiamo questa breve riflessione ancora con le parole del profeta:
“Signore, noi umilmente presentiamo la nostra supplica a Te, fondati non
sulle nostre opere giuste, ma sulla Tua grande compassione Signore ascolta,
Signore perdona” (Daniele 9:18). f.a.
Sabato 15 Settembre 2012
“SIETE STATI RIGENERATI MEDIANTE LA PAROLA VIVENTE E PERMANENTE DI DIO”.
(1 Pietro 1:23)
Forse qualche volta sarà capitato anche a te di desiderare di lasciare
tutto, casa lavoro e amici, e di trasferirti in un altro continente per cominciare
una nuova vita sotto altro nome. Qualcosa del genere accade quando uno si converte
a Cristo. Non si rompono tutte le vecchie relazioni, ma si vivono tutte in un
modo nuovo: “Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova
creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove” (
2 Corinzi 5:17). L’analogia con la fuga in un altro continente sta nel
fatto che il passato cessa di essere un elemento schiavizzante. Il paragone
però continua con il fuggiasco che ritorna, come persona nuova libera,
tra le persone che ha lasciato per arricchirle con la sua nuova personalità.
La “Parola vivente e permanente di Dio” ci fa “morire al mondo”
per inviarci al mondo come persone “rigenerate”, capaci di annunciare
e portare agli altri la pace di Cristo. m.c.
Domenica 16 Settembre 2012
“GESÙ CRISTO RISUSCITATO. IN NESSUN ALTRO È LA SALVEZZA”.
(Atti 4:10,12)
L’apostolo Pietro sta qui parlando per difendersi davanti al Sinedrio,
la massima autorità religiosa del tempo, che si sentiva minacciata dalla
rapida diffusione della fede in Cristo. Dovendo spiegare la propria fede, Pietro
inizia a parlare della resurrezione di quel Gesù che loro avevano cercato
di eliminare crocifiggendoLo. Non a caso Pietro introduce per primo proprio
l’argomento della resurrezione perché esso rafforza l’idea
della divinità di Gesù senza di essa non avrebbe alcun senso credere
in una persona morta come tutti gli altri uomini. Come conseguenza Gesù
Cristo risorto può essere presentato come l’unico tramite per ottenere
la salvezza dalla condanna del peccato e dalla morte eterna. Questa non è
una dottrina inventata dagli uomini, ma è un’affermazione di Gesù
stesso quando disse di essere Lui l’unica via per accedere al Padre. Non
cerchiamo nomi diversi o religioni diverse, ma invochiamo con fede il nome di
Gesù Cristo e saremo salvati. s.p.
Lunedì 17 Settembre 2012
“NOI ABBIAMO CREDUTO E ABBIAMO CONOSCIUTO CHE TU SEI IL SANTO DI DIO”.
(Giovanni 6:69)
Quando Gesù parlava non usava certo un linguaggio di adulazione e non
“indorava” la pillola con discorsi fasulli. Il Suo parlare doveva
raggiungere la mente e il cuore delle persone nel più profondo. Questo
comportò un allontanamento perfino di alcuni discepoli. Allora Gesù
disse ai dodici: “Non ve ne volete andare anche voi?” (v.67) e Pietro
diede una risposta meravigliosa: “Signore a chi ce ne andremmo noi? Tu
hai parole di vita eterna” (v.68). È vero, quello che Dio dice
nella Sua Parola non è sempre piacevole perché mette a nudo la
realtà del peccato e del giudizio, ma ignorando questo messaggio peggioriamo
la situazione. Se a un malato il medico diagnostica una malattia grave, ma gli
propone anche l’unica cura efficace, quale sarà la scelta saggia?
Fingere di non essere malato, o prendere le medicine prescritte e lasciarsi
curare? Dio sta parlando anche adesso attraverso queste poche parole. Se non
lo hai già fatto, fermati e rifletti: “Tu solo Signore hai parole
di vita eterna, di salvezza e di perdono”. Non c’è altra
cura per la malattia del peccato che regna nel cuore dell’uomo. w.g.
Martedì 18 Settembre 2012
“COME MAI ONORI I TUOI FIGLI PIÙ DI ME? DICE IL SIGNORE”.
(1 Samuele 2:29)
Amare, stimare e onorare i propri figli è la cosa più legittima
per dei genitori, ma bisogna stare attenti e non amarli e onorarli più
del Signore, perché in quel caso si rischia di farne degli idoli. Gesù
affermò: “Chi ama padre o madre più di Me, non è
degno di Me; e chi ama figlio o figlia più di Me, non è degno
di Me” (Matteo 10:37). Dio vuole tutta la tua attenzione tutto il tuo
cuore; non condivide l’onore con nessuno e nemmeno approva che altri o
altro prenda il Suo posto nella tua vita. Egli è IL SIGNORE e l’autorità
assoluta vuole un posto prioritario nella tua vita. Glielo darai? s.g.
Mercoledì 19 Settembre 2012
“DIO HA PRESTABILITO CRISTO COME SACRIFICIO PROPIZIATORIO MEDIANTE LA
FEDE NEL SUO SANGUE”. (Romani 3:25)
Gesù Cristo, il Giusto, venne giustiziato su di una croce. La Sua fu
l’unica vita senza peccato che mai sia esistita. Visse su questa terra
facendo esclusivamente del bene. “LA Sua esecuzione fu il più grande
omicidio giudiziario della storia del mondo. Ma che cosa fece Dio? Egli cambiò
questa abbietta e diabolica ribellione contro la Sua persona, in espiazione
per la salvezza dei ribelli. Al colpo portato contro il Suo volto sacro, Egli
rispose con il bacio dell’amore riconciliatore! Concepimmo contro di Lui
l’estrema perversità, ma nello stesso momento Egli mostrava verso
di noi la Sua estrema bontà. Così, nello stesso istante, l’azione
vergognosa della crocifissione divenne la svolta salvifica della storia umana”
(da Il trionfo del Cristo crocifisso di E. Sauer, ed. UCEB, un libro che non
dovrebbe mai mancare nelle nostre case). Non posso far altro che ringraziare
Dio con tutto il cuore per avermi salvato attraverso il sangue di Gesù!
E tu? Puoi ringraziare personalmente il Padre eterno per questa verità?
e.m.
Giovedì 20 Settembre 2012
“I MIEI OCCHI ANTICIPANO LE VIGILIE DELLA NOTTE, PER MEDITARE LA TUA PAROLA”.
(Salmo 119:148)
Leggendo questo versetto non posso che pensare al mio papà che puntualmente
ogni mattina, prima di andare a lavorare in campagna, apriva la sua Bibbia per
meditare la Parola di Dio. È un’immagine molto bella che è
stampata ormai nella mia mente da quando ero bambina: papà seduto sulla
sediolina, dietro i vetri della finestra della cucina all’alba, con la
sua Bibbia! Se amiamo qualcuno il pensiero è sempre concentrato su quella
persona, ci svegliamo presto e facciamo dei sacrifici per incontrarla. La maggior
parte di noi afferma di amare Dio e lo spessore di questo amore si vede nella
pratica: sono disposto ad alzarmi presto la mattina per incontrarLo attraverso
la Sua Parola? Sono disposto a sacrificare un po’ di sonno pur di stare
con Lui? Desidero meditare la Sua Parola prima di ogni altra cosa? Che il nostro
cuore si innamori di più del Signore per leggere e rileggere la lettera
d’amore che Egli ci ha lasciato nella Bibbia. r.b.
Venerdì 21 Settembre 2012
“SE VOI NON PERDONATE, NEMMENO IL PADRE VOSTRO VI PERDONERÀ”.
(Matteo 6:15)
Dio desidera che ogni credente viva una vita caratterizzata dal perdono. Infatti
in Efesini 4:31,32 troviamo scritto: “Via da voi ogni amarezza, ogni cruccio
e ira e clamore e parola offensiva con ogni sorta di cattiveria! Siate invece
benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come
anche Dio vi ha perdonati in Cristo”. Il perdono che Dio ci concede per
le nostre colpe non è basato sul perdono che una persona concede a un’altra,
ma si fonda esclusivamente su Cristo e sulla fede riposta in Lui che ha pagato
già la punizione per il nostro peccato. Come siamo stati perdonati da
Dio, così perdoniamo il prossimo che ci ha offeso o ferito. A questo
siamo chiamati. È un comandamento, non un optional. Per perdonare occorre
avere un cuore rinnovato e preparato da Dio: esamina te stesso e vedi se le
tue reazioni e sentimenti sono secondo la volontà di Dio espressa nella
Bibbia, e se hai sbagliato pentiti e chiedi perdono a Dio. Allora chiediGli
amore e forza per perdonare il tuo prossimo. e.s.
Sabato 22 Settembre 2012
“IO ASPETTO IL SIGNORE, IN LUI RIPONGO LA MIA SPERANZA”. (Isaia
8:17)
Nel pregare, spesso succede che l’ansia di conseguire i nostri bisogni
sposta il baricentro della preghiera dalla semplice richiesta alla ricerca affannosa
e spasmodica dell’esaurimento. Essa è focalizzata tutta sul risultato
e l’esaurimento diventa “esaurimento a tutti i costi” e “il
più presto possibile”. L’esaurimento diventa più importante
di Dio e le Sue benedizioni più ricercate della Sua persona. Il “NO”
appare inaccettabile. Questa paura fissa anche i “tempi” dell’esaurimento,
che sono fortemente contratti. L’esaurimento deve avvenire in tempi brevi.
La sollecitudine per i propri bisogni crea un esaurimento a propria immagine
e somiglianza: un “esaurimento sollecito”. L’uomo non può
reggere a lungo l’affanno e la tensione, non può aspettare, i suoi
tempi sono molto corti. Ma poi scopre che talvolta i tempi di Dio sono lunghi
(vedi 2 Pietro 3:8). Questo versetto del profeta Isaia ci indica invece la giusta
prospettiva. Bisogna imparare ad aspettare il Signore. Anche se questo ci fa
sentire talvolta inermi e impotenti, in tali momenti bisogna proprio imparare
a riporre nel Signore tutta la nostra speranza. t.m.
Domenica 23 Settembre 2012
“O ETERNO, TU HAI POSTO LA TUA MAESTÀ NEI CIELI”. (Salmo
8:1)
Quando parliamo di Maestà, pensiamo all’importanza che suscita
riverenza e ammirazione. Il salmista Davide esprime meraviglia verso Dio che
è sovrano in cielo e in terra. Ma Dio, nella Sua grazia, valorizza anche
la dignità dell’uomo (Salmo 8:4-5), perché Dio è
maestoso anche in amore e giustizia. Agli occhi di Dio tutta la natura creata
passa in secondo piano: solo l’uomo, creatura apparentemente insignificante
di fronte alla grandezza dell’universo, gode della particolare cura di
Dio. E se Dio ha concesso all’uomo un così particolare onore, l’uomo
deve essere riconoscente a D>io ed esaltare la Sua maestà. Dio ha
eletto l’uomo e “corona” della Sua creazione, dunque l’uomo
scelga Dio come “corona” della sua vita. s.b.
Lunedì 24 Settembre 2012
“L’ETERNO, CHE VI PRECEDE, COMBATTERÀ EGLI STESSO PER VOI”.
(Deuteronomio 1:30)
È bello e rassicurante avere qualcuno che va davanti a te, che ti indica
il sentiero da percorrere, che ti spiana la strada davanti agli ostacoli, che
affronta, quando necessario, delle situazioni ostili e nemiche e le combatte
per te, donandoti la possibilità di proseguire o di riprendere il cammino.
Migliaia di anni fa Dio si è proposto come questo “qualcuno”
al popolo di Israele e, attraverso la Persona e la Parola di Gesù, si
propone allo stesso modo all’uomo di ogni tempo. Gesù, infatti,
si propone alla nostra vita come “il buon Pastore” che ci precede
e ci guida, come “la luce” che illumina il sentiero, come Colui
che dà “riposo” a chi si presenta a Lui “affaticato
e oppresso” dagli ostacoli e dalle situazioni ostili che la vita ci fa
incontrare. Per ricevere questi doni dobbiamo però accettare la proposta
di Gesù e rimanere dietro a Lui guardando con fiducia a Lui. Molti di
noi purtroppo non vogliono nessuna guida, hanno la presunzione di conoscere
bene il sentiero e di sapere affrontare bene da soli gli ostacoli e le situazioni
nemiche. Ma… con quali risultati? p.m.
Martedì 25 Settembre 2012
“QUESTA È LA VITTORIA CHE HA VINTO IL MONDO: LA NOSTRA FEDE”.
(1 Giovanni 5:4)
Quante vittorie in questo mondo: nello sport, nel lavoro, nella tecnologia,
ecc. Spesso però risultano essere vittorie apparenti o di breve durata.
Ma che dire invece delle tante vittorie nascoste, conosciute solo da chi le
vive e da Qualcuno superiore a noi: Dio! È una vittoria nascosta, ad
esempio, perdonare invece di rimanere arrabbiati, pensare al bene invece che
al male, reagire con fiducia in una grande sofferenza invece che lamentarsi
e rimanere abbattuti. Quest’ultima è la vittoria di una mia cara
sorella in fede, che, trovandosi nella prova per un tumore, ha detto e vissuto
secondo questa verità: “Tu, Gesù, sei nella barca con me!”
Sì, quando poniamo fede in Dio, Lui ci dona una forza, una potenza tale
che ci rende capaci di affrontare tutto e tutti. Questo mondo ha tanto bisogno
di questo tipo di vittorie, vittorie che saranno rivelate tutte nel mondo futuro!
Oggi quale sarà la tua vittoria? b.s.
Mercoledì 26 Settembre 2012
“I MAGISTRATI SI BEFFAVANO DI GESÙ DICENDO: “SE È
IL CRISTO, SALVI SÉ STESSO!”. (Luca 23:25)
Dopo la conclusione del processo che ha portato Gesù davanti al sommo
sacerdote, davanti a Erode e davanti a Pilato, per una condanna già annunciata,
è strana l’apparizione di “magistrati” ai piedi della
croce. Forse si trattava di persone incaricate di controllare che la sentenza
di morte fosse realmente eseguita. Luca ci racconta che il loro comportamento
andò ben al di là dei doveri legati al loro ufficio. Non si limitarono
cioè ad assistere all’esecuzione del condannato: alla condanna
fisica aggiunsero quella dei loro scherni e delle loro beffe, come centinaia
di anni prima lo Spirito di Cristo aveva annunciato parlando attraverso la penna
di Davide: “Chiunque Mi vede si fa beffe di Me…” (Salmo 27:7).
Le loro beffe non rivelano solo la loro insensibilità, ma soprattutto
la loro ignoranza. Infatti “il Cristo”, se avesse “salvato
Sé stesso” scendendo dalla croce, non avrebbe realizzato il progetto
divino per la nostra salvezza. Se Egli non ha voluto salvare Sé stesso,
lo ha fatto per salvare il peccatore che io sono, rivelando così il valore
eterno del Suo sacrificio e la grandezza del Suo amore! p.m.
Giovedì 27 Settembre 2012
“LA SOFFERENZA DEL CUORE ABBATTE L’UOMO, MA LA PAROLA BUONA LO RALLEGRA”.
(Proverbi 12:25)
La sofferenza è un mistero, un problema che non sempre riusciamo a comprendere.
Viviamo in un mondo che geme ed è in travaglio a causa del peccato e
dell’egoismo dell’uomo. Vi sono delle cose che non comprendiamo
e a volte possiamo essere indotti a chiedere: “Perché questa malattia
questa umiliazione, questo lutto… succedono proprio a me?”. A volte
ci lasciamo prendere dall’amarezza e dall’angoscia, proprio perché
non accettiamo le circostanze che Dio permette nella nostra vita. Davanti alla
sofferenza possiamo scegliere due strade: quella del dubbio, dell’incredulità
e della ribellione verso Dio, oppure la via della fede. Dobbiamo affidare a
Dio in preghiera le nostre perplessità, i nostri problemi e le nostre
paure e poi distaccarci da essi e porre il nostro sguardo su Dio che è
perfetto e ha il controllo su ogni cosa. Nella sofferenza una buona parola può
dare conforto e sollievo. Il Vangelo è pieno di buone parole che danno
pace e riposo al cuore. p.d.n.
Venerdì 28 Settembre 2012
“L’ETERNO È UN DIO DI GIUSTIZIA. BEATI QUELLI CHE SPERANO
IN LUI”. (Isaia 30:18)
In più di un’occasione il popolo di Israele si è alleato
con altri popoli per sventare la minaccia degli invasori, nonostante la proibizione
del Signore di contrarre alleanze con popoli stranieri, in quanto non sarebbero
stato per loro un vero aiuto, ma un laccio per ricadere in una nuova schiavitù.
Tuttavia anche se il popolo si era allontanato dal Signore. Egli desiderava
concedere misericordia ed essere pietoso verso di loro perché avevano
fatto un patto con Lui. E poiché il Signore è anche un Dio di
giustizia, Egli benedice coloro che sperano in Lui. Il profeta Geremia nel suo
libro scrive: “Benedetto l’uomo che confida nel Signore, per cui
il Signore è la sua fiducia”. (Geremia 17:7) E tu in chi riponi
la tua fiducia? In te stesso, cioè nella tua capacità di fare
del bene per essere giustificato davanti a Dio, nell’uomo che non può
salvare (vedi Salmo 49:7-8) o nel Dio di giustizia? Infatti nell’epistola
ai Romani leggiamo: “Chiunque crede in Lui non sarà deluso”
(Romani 10:11). n.s.
Sabato 29 Settembre 2012
“QUELLI CHE GUARDANO ALL’ETERNO SONO ILLUMINATI, NEI LORO VOLTI
NON C’È DELUSIONE”. (Salmo 34:5)
La vita non è facile. È piena di belle e, purtroppo, brutte sorprese.
A volte i sogni vengono infranti, le aspettative deluse e la ali tarpate. In
queste situazioni si può perdere la serenità interiore e la gioia
di vivere, ma Gesù ha detto che chi chiede riceve, chi cerca trova e
sarà aperto a chi bussa(Luca 11:10). Ci si può sentire in pericolo,
allora Egli ci dice che ci proteggerà sempre (Salmo 121:8). In situazioni
particolarmente difficili si sentirà perfino l’angoscia della morte,
ma Gesù ha detto di essere la resurrezione e la vita (Giovanni 11:25-26).
Si potrà incontrare la confusione, e allora Egli ci dice che ci insegnerà
la via per la quale dobbiamo camminare (Salmo 32:8). Quando sembrerà
non esserci nemmeno una soluzione, Dio dice di non angustiarci di nulla, ma
di farGli conoscere le nostre richieste (Filippesi 4:6-7). Ci si potrà
chiedere come mai tristi situazioni succedono a noi, ma Dio ci ricorda che tutte
le cose cooperano al bene di quelli che Lo amano (Romani 8:28). Chi sceglierà
di guardare al Signore non sarà deluso! r.b.
Domenica 30 Settembre 2012
“DIO È LA MIA POTENTE FORTEZZA, E RENDE LA MIA VITA DIRITTA”.
(2 Samuele 22:33)
Ho fatto una lunga passeggiata nel parco del Circeo. Alberi secolari, eucalipti
di trenta metri di altezza, lecci, pini,… Un vero bosco, ma con una particolarità:
i percorsi al suo interno sono perfettamente pianeggianti e i sentieri che lo
attraversano perfettamente diritti. Sei in un bosco, ma puoi vedere dove è
l’arrivo perché alla fine di quella strada lunghissima c’è
una luce, un bagliore, per cui capisci che lì il bosco finisce e sei
arrivato fuori dal parco. Una via diritta all’interno di un bosco così
rigoglioso, mi ha fatto pensare a quello che aveva provato Davide mentre cercava
di sfuggire all’ira di Saul. Se Davide è andato avanti nonostante
le difficoltà oggettive arrivando fuori dal “bosco” è
perché vedeva quella Luce e poteva rallegrarsi nel ricordare, ancora
una volta, a sé stesso e a noi, che Dio ci libera, ci protegge e la Sua
presenza è costante; basta aguzzare lo sguardo per vedere lontano. a.m.
Lunedì 1 Ottobre 2012
“CERCATE L’ETERNO E LA SUA FORZA, CERCATE SEMPRE IL SUO VOLTO!”
(Salmo 105:4)
Un noto cantautore italiano, nel testo di una sua canzone, ricerca il senso
della vita. È una ricerca saggia, perché la vita ha valore quando
ha il suo giusto senso, cioè un obiettivo, un significato.. Ora, che
questo lo dica una persona di grande successo fa pensare che oltre al raggiungimento
di traguardi umani, l’uomo abbia bisogno di ottenere “successo”
nel campo spirituale. È scritto nella Bibbia che “Dio ha fatto
ogni cosa bella a suo tempo: Egli ha perfino messo nei loro cuori il pensiero
dell’eternità” (Ecclesiaste 3:11). Avere questo pensiero
nel cuore ci spinge a dovere soddisfare l’esigenza che questo comporta:
la nostra vita ha un seguito dopo la morte e occorre scoprire come e cosa fare
per vivere questa eternità nel modo giusto. Dio ha fatto ogni cosa bella,
ha provveduto l’unico modo per consentirci di vivere l’eternità
con Lui, dandoci il Suo Figlio Gesù sulla croce. Se vuoi dare un senso
alla tua vita, accetta ora il perdono totale dei peccati offerto gratuitamente
dal Signore Gesù morto, ma risuscitato. Non più e mai più
sulla croce! w.g.
Martedì 2 Ottobre 2012
“PERFINO I CAPELLI DEL VOSTRO CAPO SONO TUTTI CONTATI”. (Matteo
10:30)
“Non gli hanno torto un capello”, è un’espressione
usata per dire che non gli hanno fatto alcun male. Nella Bibbia esiste un’espressione
simile. Quando il popolo volle difender Gionatan da Saul che lo voleva uccidere
disse: “Com’è vero che l’Eterno vive, non cadrà
in terra un capello del suo capo” (1 Samuele 14:45). Dicendo che i nostri
capelli sono tutti contati Gesù quindi non vuol dire che Lui si prende
cura anche di tutti più minuti crucci, come potrebbe essere un’incipiente
calvizie, ma che ci invita a proclamare con coraggio e fede quello che abbiamo
imparato da Lui: “quello che udite dettovi all’orecchio, predicatelo
sui tetti” (Matteo 10:27) senza temere “coloro che uccidono il corpo,
ma non possono uccidere l’anima” (Matteo 10:28), perché “quanto
a voi perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati”. Nessun vero
male potrà quindi capitarvi – dice Gesù – perché
in questo caso anche la morte sarà per voi un bene. m.c.
Mercoledì 3 Ottobre 2012
“IMPRIMETEVI NEL CUORE E NELL’ANIMA QUESTE MIE PAROLE”. (Deuteronomio
11:18)
Il popolo d’Israele va verso la Terra Promessa. In questo viaggio è
successo di tutto: interventi miracolosi da parte di Dio, mormorii e disubbidienze
da parte del popolo, Dio per bocca di Mosé, rinnova al popolo la raccomandazione
di ubbidire alle Sue parole perché solo così potrà vivere
bene. Poiché l’uomo facilmente dimentica la Scrittura, qui viene
usato un’espressione forte: “imprimetevi nel cuore e nell’anima”
cioè farle entrare dentro il proprio essere per non disperderle, in modo
che siamo il motore della vita stessa. Il testo prosegue esortando a legare
le parole di Dio sulla mano (azioni), sulla fronte (pensieri), insegnarla ai
figli (famiglia), e scriverle sugli stipiti della casa (testimonianza verso
gli altri). Insomma, tutta la vita guidata dalla Parola di Dio. Non abbiamo
forse la stessa esigenza oggi? Lasciamoci compenetrare dalla Parola di Dio,
affinché la vita abbia il vero senso per cui vale veramente la pena di
essere vissuta. w.g.
Giovedì 4 Ottobre 2012
“VIGILERÒ SULLA MIA CONDOTTA PER NON PECCARE CON LE MIE PAROLE”.
(Salmo 39:1)
Pochi sono quelli che considerano quanto siano importanti le parole: “C’è
chi, parlando senza riflettere, trafigge come spada, ma la lingua dei saggi
procura guarigione” (Proverbi 12:18). Le parole hanno un potere notevole
che spesso sottovalutiamo. Esse possono compromettere o favorire un buon rapporto,
sono in grado di ferire o guarire moralmente una persona. La Bibbia altrove
afferma che “se uno non sbaglia nel parlare è un uomo perfetto”
(Giacomo 3:2). Chi di noi non si è mai rammaricato per aver pronunciato
frettolosamente frasi o parole che hanno finito col rovinare un’amicizia
che durava da tempo? Le parole, dunque, manifestano quello che siamo. Sbagliamo
a parlare perché siamo dei peccatori e non ci preoccupiamo di osservare
quello che Dio insegna nella sua Parola. Queste brevi riflessioni ci fanno comprendere
quanto è grande il Dio a cui dovremo rendere conto del nostro contegno
e perfino delle parole che escono dalla nostra bocca. s.v.
Venerdì 5 Ottobre 2012
“L’ETERNO, IL MIO DIO, VERRÀ E TUTTI I SUOI SANTI CON LUI”.
(Zaccaria 14:5)
Quando pensiamo a Gesù ci è difficile spostare la nostra attenzione
dall’immagine che ne danno i Vangeli. Una stalla la Sua prima camera,
è vissuto in assoluta povertà, l’umiltà e la mansuetudine
sono stati i tratti salienti del Suo carattere. È stato processato e
accusato ingiustamente e, senza reagire, ha accettato la condanna alla morte
della croce. Dopo tre giorni è risorto ed è asceso al cielo per
riconciliarci a Dio. Ci sarà un giorno, però, in cui Gesù
ritornerà e apparirà in un modo ben diverso da come Lo abbiamo
conosciuto nei Vangeli. Si insidierà nel Suo trono in modo glorioso come
Re e tutti verranno a prostrarsi davanti a Lui, dice la Bibbia. Quel giorno
sarà un giorno di splendore in cui tutti coloro che hanno creduto in
Lui, i santi, parteciperanno alla gloria del Suo regno. Ma per chi non ha creduto
e accolto il Suo invito d’amore, la realtà di quel giorno sarà
ben diversa. Da che parte sarai? g.b.
Sabato 6 Ottobre 2012
“LA MATTINA GESÙ SE NE ANDÒ IN UN LUOGO DESERTO; E LÀ
PREGAVA”. (Marco 1:35)
Ho riflettuto spesso sul valore del deserto per un figlio di Dio; i più
grandi uomini di Dio ne conoscono l’importanza vitale. Staccarsi da tutto
e da tutti per vivere un’intimità esclusiva con il proprio Signore.
Pensate a due innamorati: avranno tanti amici, tante conoscenze, ma fondamentalmente
desiderano appartarsi da occhi indiscreti per vivere quei momenti di gioia e
felicità. Nel deserto ascolti il silenzio, e nel silenzio Dio può
parlare al tuo cuore. Spesso troppe voci si intromettono e non riusciamo a distinguere
quella del nostro Padre Celeste. Oggi è iniziata una nuova giornata e
la cosa più importante che potrai fare è isolarti di primo mattino
con Lui come fece Gesù per poter ricevere coraggio, conforto, istruzioni.
Non saprai cosa ti accadrà oggi, ma il solo fatto di averLo cercato prima
di fare alcunché, metterà il tuo Signore nelle condizioni di benedirti,
vegliare su te con amore e guidarti. InvocaLo per piacergli in ogni cosa: questo
rallegra il Padre! p.p.
Domenica 7 Ottobre 2012
“O ETERNO, FA’ CHE OGGI SI SAPPIA CHE TU SEI DIO”. (1 Re 18:36)
Ti è mai capitato di fare questo tipo di preghiera per dimostrare che
tu eri veramente nel giusto, mentre gli altri stavano inesorabilmente sbagliando?
Ti è capitato di trovarti in una situazione, in cui era in gioco la tua
reputazione e, a causa della tua fede, avresti potuto “perdere la faccia”?
Il profeta Elia era in questo frangente, quando sfidato, andò dai profeti
del dio Baal (divinità fenicia) per dimostrare al popolo qual era il
vero e unico Dio. Dio rispose positivamente alle richieste di Elia e non lo
fece per onorare il Suo fedele profeta, ma per glorificare Sé stesso.
La preghiera di Elia non mirava a mettere in risalto la propria posizione di
“uomo di Dio” ricevendone il vanto della vittoria. La sua richiesta
aveva come obiettivo che il popolo si convertisse all’unico, vero Dio
e che Lo seguisse con cuore grato e fiducioso. m.f.
Lunedì 8 Ottobre 2012
“C’È UNA VIA CHE ALL’UOMO SEMBRA DIRITTA, MA FINISCE
CON IL CONDURRE ALLA MORTE”. (Proverbi 16:25)
Non è quello che ti sembra giusto a determinare o meno quanto sia corretto
percorrere una certa strada. Forse all’inizio di un tratto di montagna
tutto appare pianeggiate e gioioso. Sembra proprio di aver imboccato la giusta
via: appare diritta, larga, spaziosa e senza grossi ostacoli. Questo sì
che è il cammino da seguire! Non è segnato sulla cartina, ma …
per intuito ‘sentiamo’ che va bene. Però a un tratto quel
bel sentiero lascia il posto a uno strapiombo. Che pericolo mortale! Il viandante
distratto potrebbe farsi molto male se non si fermasse in tempo! Solo allora
capisce che la cosa da fare è consultare la cartina per orientarsi e
prendere la strada giusta. Così è anche nella vita. La “cartina”
che indica l’unica via da seguire è la Parola di Dio. Non lasciarti
condizionare da quello che senti sia giusto! Affidati all’infallibilità
della Bibbia, la quale ti indica Gesù, l’unico che è la
via, la verità e la vita” e.m.
Martedì 9 Ottobre 2012
“LE LORO AZIONI NON PERMETTONO DI TORNARE AL LORO DIO”. (Osea 5:4)
Il versetto citato termina con parole significative: “Le loro azioni non
permettono di tornare al loro Dio… perché non conoscono il Signore”.
Nel capitolo precedente leggiamo: “Il Mio popolo perisce per mancanza
di conoscenza” (Oseaa 4:6). Queste parole di riferiscono a persone nate
nel popolo di Dio, ma cresciute senza conoscerlo personalmente. Si sono date
ad azioni che non tengono in alcun rispetto la volontà di Dio e il Suo
carattere santo: ubriachezza, adulterio, prostituzione, adorazione di falsi
dèi. La conseguenza: “Egli si è ritirato da loro”
(Osea 5:6). Applicando questo a noi, impariamo che una persona eredita la fede
non perché è nata in una famiglia di persone che hanno accettato
Cristo come personale Salvatore e Signore. Pe essere credente, invece, una persona
deve conoscere Dio e avere un rapporto personale con Lui. E questo è
alla portata di tutti coloro che lo desiderano: per conoscerLo hai a disposizione
la Sua Parola, la Bibbia! e.s.
Mercoledì 10 Ottobre 2012
“QUESTO È IL SUO COMANDAMENTO: CHE CREDIAMO NEL NOME DEL FIGLIO
SUO, GESÙ CRISTO”. (1 Giovanni 3:23)
Tutte le religioni del mondo, diversamente dall’insegnamento biblico,
insegnano che l’uomo per essere salvato deve compiere delle buone opere
davanti a Dio o agli dèi (dèi falsi inventati dall’uomo)
per ottenere il loro favore. I giudei del tempo di Gesù dimostrano di
essere della stessa idea, quando chiesero a Gesù quali opere avrebbero
dovuto compiere per essere salvati. Gesù rispose loro che, semplicemente,
avrebbero dovuto credere in Lui (vedi Giovanni 6:28-29). Dalla Scrittura emerge
chiaramente e senza ombra di dubbio questo concetto: “Credi e vivrai”
o se volete “credi e sarai salvato”. Perciò Giovanni, discepolo
e apostolo di Gesù Cristo, scrive nella sua prima epistola, che se gli
uomini vogliono ottenere il favore di Dio, devono, prima di ogni altra cosa,
mettere in pratica il Suo comandamento: “Credere nel nome del Figlio Suo
Gesù Cristo”. n.s.
Giovedì 11 Ottobre 2012
“GESÙ ENTRATO NEL TEMPIO, COMINCIÒ A SCACCIARE I VENDITORI”.
(Luca 19:45)
È abbastanza diffuso il pensiero che, mentre Gesù è buono,
paziente e comprensivo, Dio è austero e vendicativo. L’episodio
da cui è tratto il versetto per oggi, invece, rivela un Gesù tutt’altro
che mite e accomodante. Indignato, infatti, per l’uso scorretto che si
stava facendo del tempio, Gesù scaccia energicamente tutti quelli che
erano lì per far soldi. Gli altri evangelisti forniscono anche altri
particolare, come ad esempio il fatto che Gesù rovesciò i tavoli
e le sedie di questi mercanti. Un’attenta lettura della Bibbia rivela
che Gesù e Dio non sono per nulla diversi tra loro; infatti, Gesù
stesso disse: “Io e il Padre siamo uno”. Chi legge bene e con attenzione
l’Antico Testamento scoprirà il grande amore e la grande misericordia
che Dio ha verso il Suo popolo; e se leggerà bene il Nuovo Testamento,
scoprirà un Gesù che non tollera il peccato né l’ipocrisia,
e anzi usa un linguaggio molto sferzante nei riguardi delle persone inique.
Perciò, stiamo attenti! Con Dio bisogna fare sul serio: Egli non accetta
chi fa atti formali di sottomissione a Lui, ma con un cuore insincero. h.p.
Venerdì 12 Ottobre 2012
“LA MIA POTENZA SI DIMOSTRA PERFETTA NELLA DEBOLEZZA”. (2 Corinzi
12:9)
Di fronte alla sofferenza talvolta ce la prendiamo con Dio perché non
comprendiamo le ragioni del nostro dolore; altre volte pensiamo che nella nostra
prova Dio non ha alcuna parte e che dobbiamo cavarcela da soli. Ma ci sbagliamo:
Dio è il Sovrano in ogni dettaglio della nostra vita; tutto ciò
che succede è permesso o voluto da Lui ed è parte di un Suo piano
per noi. Dio si serve delle avversità per modellare il nostro carattere:
se non avessimo delle difficoltà penseremmo che siamo in grado di gestire
la nostra vita in ogni dettaglio. Ma quando le cose vanno male ci rendiamo conto
che senza Dio non possiamo far nulla e che abbiamo bisogno della Sua presenza
e del Suo aiuto. Nelle prove della vita la nostra fede e la nostra comunione
con Dio si rinvigoriscono e si irrobustiscono. Scegli: o lasci che le difficoltà
della vita ti sommergano o metti tutta la tua fiducia in Dio! g.f.r.
Sabato 13 Ottobre 2012
“IO, L’ETERNO, AFFRETTERÒ LE COSE A SUO TEMPO”. (Isaia
60:22)
Il capitolo 60 del profeta Isaia è uno dei più grandiosi tutta
la Bibbia. Ci parla della futura gloria di Gerusalemme perché la luce
di Dio sarà giunta fino al Suo popolo (Israele) che, a sua volta, dovrà
risplendere come una luce spirituale per le nazioni che sono nelle tenebre.
(Isaia 60:1-3). Le Nazioni che oggi dimostrano ostilità verso Israele,
in futuro non potranno più farlo, perché Dio dominerà le
Nazioni con una verga di ferro (vedi Salmo 2:7-12) e ribalterà le condizioni
di Gerusalemme. Un tempo odiata essa sarà esaltata per sempre (Isaia
60:15). Il popolo di Dio sarà un popolo di giusti che manifesterà
la gloria di Dio (Isaia 60:21). Forse questi eventi futuri non suscitano interesse
in te, ma sappi che Dio “affretta le cose a suo tempo” anche per
te che vivi il presente, perché desidera il tuo bene. s.b.
Domenica 14 Ottobre 2012
“C’È FORSE QUALCHE COSA D’IMPOSSIBILE PER IL SIGNORE?”
(Genesi 18:14)
È interessante il fatto che a porre questa domanda non sono degli uomini,
ma Dio stesso che la rivolge a un uomo, precisamente ad Abramo. Dio sa benissimo
cosa è in grado di fare, ma vuole sapere da me e da te quanto davvero
crediamo a questa Sua potenza. Questo fatto è di estrema importanza.
È scritto che Gesù “non poté fare molto opere potenti
a Nazaret, a motivo della loro incredulità” (Matteo 13:58). Il
versetto di oggi, quindi, non vuole esortarci a valutare se Dio può davvero
fare ogni cosa, ma invita ognuno di noi a valutare e verificare la concretezza
delle propria fede. Di fronte alla domanda che Dio pone oggi, una fede formale
e che non si nutre costantemente della Parola di Dio rimane silenziosa, disillusa,
quasi imbarazzata. Una fede ferma, attaccata alla Bibbia e sottomessa al Signore,
invece vede la mano potente di Dio operare ogni giorno nella propria vita, e
saprà rispondere, senza alcuna esitazione, per esperienza e con piena
consapevolezza: “Niente è impossibile per il Signore”. Incamminiamoci
per quest’ultima via. d.p.
Lunedì 15 Ottobre 2012
“DISPREZZARONO LE PAROLE DI DIO, FINCHÉ NON CI FU PIÙ RIMEDIO”.
(2 Cronache 36:16)
Dio è amore (1 Giovanni 4:8). La Sua stessa essenza è l’amore!
Questo Suo divino attributo Lo spinge a essere paziente, ad aspettare che la
Sua creatura si ravveda credendo alla Sua santa Parola. In effetti Dio è
paziente ancora oggi con il genere umano, perché “vuole che tutti
gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità”
(1 Timoteo 2:4). Gesù affermò che “la Parola di Dio è
la verità”. Ascolta dunque la Parola di Dio, parola piena di amore
e di verità, la quale ti esorta a ravvederti e a credere in Gesù
per poter “nascere di nuovo”. Non disprezzare le parole di Dio.
Questo è oggi il richiamo di Dio per te che leggi! Che nessuno segua
il cattivo esempio riportato nel versetto di oggi, perché giungerà
il tempo in cui non ci sarà più rimedio! L’amore stesso
di Dio implica che sarà esercitata la giustizia, la divina giustizia.
Credi nella Parola di verità e sarai salvato! e.m.
Martedì 16 Ottobre 2012
“V’È GIOIA DAVANTI AGLI ANGELI DI DIO PER UN SOLO PECCATORE
CHE SI RAVVEDE”. (Luca 15:10)
Sapevi che anche gli angeli fanno festa? Questo versetto ci dice che essi gioiscono
ogni volta che una sola persona si ravvede e nasce di nuovo. Se sei già
un figlio di Dio, no dimenticare che nel cielo c’è stata una festa
proprio per te nel momento in cui hai dato la tua vita a Lui. Se ancora no sei
“nato di nuovo”, sappi che oggi puoi farlo credendo col cuore che
Gesù è venuto sulla terra per morire al posto tuo, per il tuo
peccato, e che Dio Padre Lo ha risuscitato dai morti per darti la vittoria sul
male. Appena lo farai, nel cielo ci sarà una festa e gli angeli gioiranno
proprio per te. Immagina, il Signore del cielo e della terra che festeggia col
suo esercito per te… non è meraviglioso? Ma, forse, pensi che ne
hai combinate di tutti i colori,, che non sei lo stinco di santo che gli altri
credono e che non c’è posto per peccatori come te. Non credere
a questa menzogna, apri ugualmente il tuo cuore a Gesù, perché
Egli è venuto per i peccatori incalliti come me e te. Se Dio ha salvato
me, fidati… salverà sicuramente anche te! Che la festa nel cielo
di oggi sia dedicata a te. r.b.
Mercoledì 17 Ottobre 2012
“O DIO, TU CHE CI HAI FATTO VEDERE MOLTE E GRAVI DIFFICOLTÀ, CI
DARAI DI NUOVO LA VITA”. (Salmo 71:20)
Le difficoltà, i problemi e le prove servono a fortificare la nostra
fede, proprio come fa l’orafo per raffinare l’oro. Nel suo laboratorio
l’orafo pone il pezzo d’oro al centro del fuoco, dove il calore
è maggiore, in modo da eliminare le scorie, e lo fissa con estrema attenzione
fino a quando la sua immagine è rispecchiata in esso. Se l’oro
fosse lasciato nel fuoco un istante più del necessario, si rovinerebbe.
Così fa Dio, il nostro “Orafo Celeste”, per noi. Egli permette
le prove nella nostra vita fino a quando non vede la Sua immagine riflessa in
noi. Le prove servono anche a rafforzare la nostra fede. Il Signore non ha mai
promesso ai credenti di liberarli da ogni sofferenza e difficoltà, ma
li rassicura che sarà con loro nelle prove. Come l’acciaio si indurisce
temprandolo, così anche il credente diventa più forte per mezzo
delle prove che attraversa. Dio vuole fare di noi dei credenti ben temprati,
di cui si può servire per la Sua gloria. p.d.n.
Giovedì 18 Ottobre 2012
“CHE COSA POSSIEDI CHE TU NON ABBIA RICEVUTO?” (1 Corinzi 4:7)
Nel nostro tempo anche l’uomo nella sua essenza e nella sua identità
ha finito per diventare uno strumento della vorticosa macchina consumistica.
L’immagine che ne risulta appare sempre più lontana dalla creatura
fatta a immagine e somiglianza di Dio. L’uomo di successo, sicuro delle
proprie scelte, dotato sia fisicamente che intellettualmente, ben inserito in
un contesto sociale di un certo livello, è il modello che viene proposto
continuamente dai media. Solleticare l’orgoglio è quasi sempre
la chiave vincente per ogni iniziativa pubblicitaria. Quanto diverso è
il messaggio che l’apostolo Paolo, ispirato da Dio, rivolge alla chiesa
di Corinto per ricordare che tutto ciò che abbiamo, dai beni materiali
ai doni spirituali, alle capacità naturali che mettiamo in atto, ogni
cosa è un dono della grazia di Dio che dovrebbero indurre alla gratitudine
e al servizio verso il prossimo! Non lasciamoci vincere dalla logica di questo
mondo, ma ascoltiamo la Parola del Signore. g.b.
Venerdì 19 Ottobre 2012
“O UOMO, EGLI TI HA FATTO CONOSCERE CIÒ È BENE” (Michea
6:8)
Cos’è il bene e, in contrapposizione, cos’è il male?
Quando la prima coppia umana, disubbidendo a una precisa indicazione divina,
mangiò il frutto (non certo una mela!!) dell’albero della conoscenza
del bene e del male, si sottrasse con questa scelta alla sovranità di
Dio sulla sua vita. Dio riconobbe che l’uomo aveva in questo modo acquisito
“la conoscenza del bene e del male”, cioè la possibilità,
che è poi in realtà una vera e propria presunzione, di stabilire
da sé. Senza bisogno di Dio, cosa è bene e cosa è male.
Questa possibilità divenne causa di conflitti già nella vita di
Adamo ed Eva e dei loro figli ed è tuttora a causa che rende precarie
le relazioni interpersonali fra gli uomini. Nella Costituzione di ogni nazione
si è cercato di stabilire cosa è bene e, per contrapposizione,
cosa è male. Ma questa non ha evita tensioni e conflitti. C’è
un solo modo per “conoscere ciò che è bene”: ascoltare
la Parola di Dio. E c’è ancora un solo modo per praticare il bene
dopo averlo conosciuto: lasciarsi guidare dallo Spirito di Dio. p.m.
Sabato 20 Ottobre 2012
“ENTRATE PER LA PORTA STRETTA CHE CONDUCE ALLA VITA”. (Matteo 7:13,14)
I cristiani attuali nel mondo, sommati a quelli di tutti i secoli passati, costituiscono
un numero enorme e incalcolabile. Tuttavia, osservando adesso il nostro mondo,
si nota che solo una esigua minoranza segue Cristo, mentre una grande folla
non si interessa minimamente di Lui. L’invito di oggi comporta una decisione
ben precisa. Il Signore Gesù, usando come spesso fa un linguaggio figurato,
ci porta a immaginare il regno di Dio come una casa con una porta stretta che
non fa entrare la gente come una marea, ma lascia passare solo persona dopo
persona, un individuo alla volta. In un altro brano Gesù afferma di essere
Lui la porta attraverso la quale si raggiunge la salvezza e oltre la quale si
trova la presenza divina. Varcare quella soglia significa ubbidienza volontaria,
non come risultato di una spinta emozionale, ma come scelta convinta per diventare
veramente discepoli di Gesù. veramente discepoli di Gesù. Dobbiamo
per ultimo ricordare che un giorno questa porta verrà chiusa, dopodichè
l’ingresso non sarà più possibile. s.p.
Domenica 21 Ottobre 2012
“L’ETERNO SARÀ UN RIFUGIO INESPUGNABILE PER L’OPPRESSO”.
(Salmo 9:9)
Queste parole sono state pronunciate dal re Davide nel Salmo 9 in cui il re
mette a fuoco una situazione di certo non facile: i suoi nemici stanno causandogli
problemi e sofferenza, ma Davide non dispera. Egli sa bene che Dio può
essere rifugio e salvezza per chi è oppresso, sa che il Signore non abbandona
quelli che confidano in Lui e così eleva a Dio la sua invocazione e,
nell’ultima parte del Salmo, testimonia dell’avvenuta liberazione
da parte del Signore. La morale non è difficile da trarre. Forse noi
non abbiamo nemici come li aveva Davide, ma sicuramente abbiamo problemi e afflizioni
varie. Ebbene, Dio non è cambiato, Egli risponderà alla nostra
preghiera. Questo non significa che ci saranno risparmiate tutte le sofferenze,
ma che quando ci troveremo ad affrontarle, non saremo soli, Cristo sarà
al nostro fianco per darci la Sua pace. f.a.
Lunedì 22 Ottobre 2012
“RITORNERAI ALL’ETERNO, TUO DIO, CON TUTTO IL TUO CUORE E CON TUTTA
L’ANIMA TUA”. (Deuteronomio 30:10)
Molte persone ritengono che il Dio dell’Antico Testamento sia un Dio leghista,
che tiene le distanze dell’uomo peccatore. La verità, invece, è
che Dio ha creato l’uomo per avere comunione con lui. Questo brano parla
del grande amore di Dio per l’uomo, e di ciò che Egli avrebbe fatto
per attrarre il Suo popolo a Sé dopo che il peccato l’aveva separato
da Lui. Poiché Dio ha creato l’uomo con la facoltà di scegliere,
non vuole che l’uomo Lo segua come un autonoma. Ecco perché fa
del bene al Suo popolo a Sé dopo che il peccato l’aveva separato
da Lui. Poiché Dio ha creato l’uomo con la facoltà di scegliere,
non vuole che l’uomo Lo segua come un autonoma. Ecco perché fa
del bene al Suo popolo e agisce per conquistarne l’affetto. Egli desidera
che il ritorno a Lui sia qualcosa che il popolo stesso decide di fare volenterosamente,
“con tutto il cuore” e “con tutta l’anima”. E
tu, vuoi tornare all’Eterno “con tutto il tuo cuore e con tutta
l’anima tua”? h.p.
Martedì 23 Ottobre 2012
“IL PADRE VOSTRO, CHE È NEI CIELI, DARÀ COSE BUONE A QUELLI
CHE GLIELE DOMANDANO”. (Matteo 7:11)
Se io e te siamo capaci di dare cose buone ai nostri cari, quanto più
lo fa il Signore? Egli desidera che noi Gli domandiamo le cose di cui abbiamo
bisogno perché è ansioso di rispondere dandocele! Egli, però,
dona solo cose buone e, a volte, non asseconda alcune nostre richieste perché
non sono buone e non sono secondo la Sua volontà. Sei nella necessità?
Hai bisogno di qualcosa? Piega le tue ginocchia e fai le tue richieste a Dio.
Egli è buono e misericordioso e risponderà e ti darà tutte
le cose buone di cui hai bisogno. Puoi chiedere più di una volta al Signore
perché Egli non si infastidisce, ma è onorato dalla nostra insistenza.
Sì, chiedi e richiedi finché riceverai la tua risposta dal Padre
celeste. Non esitare, la risposta d Dio dista solo lo spazio di una preghiera.
r.b.
Mercoledì 24 Ottobre 2012
“L’ETERNO DISSE: NON È BENE CHE L’UOMO SIA SOLO; IO
GLI FARÒ UN AIUTO CHE SIA ADATTO A LUI” (Genesi 2:18)
Queste parole furono pronunciate dal Signore che, dopo aver creato l’uomo,
stava accingendosi alla creazione dalla donna. Capisco che molti uomini, che
hanno alle spalle matrimoni sbagliati o finiti male, possano sorridere amaramente
al pensiero che la donna venga definita “aiuto adatto”. Però
esattamente questo era nelle intenzioni di Dio, cioè creare una persona
che stesse, con pari dignità al fianco dell’uomo per essere a lui
complementare, per essere, in sostanza, un completamento della sua umanità.
Se poi nella pratica non sempre il rapporto uomo-donna funziona bene, la colpa
non è certo di Dio, ma di noi esseri umani che, disubbidendo alla legge
divina, compiamo scelte e adottiamo comportamenti che sono contrari alla volontà
di Dio. Ricordiamo che uno degli scopi primari dei comandamenti che Dio ci ha
lasciati nella Bibbia, è proprio quello di farci vivere bene, cioè
di far sì che i rapporti interpersonali, e dunque anche quelli di coppia,
siano sempre positivi e felici. f.a.
Giovedì 25 Ottobre 2012
“CIRCONDATEVI PER IL SIGNORE, CIRCONCIDETEI VOSTRI CUORI”. (Geremia
4:4)
È interessante notare che già nell’Antico Testamento un
segno di carattere esteriore come la circoncisione fosse collegato a un concetto
interiore. L’uno poteva avere valore solo se unico strettamente all’altro.
Per un bambino ebreo, la circoncisione simboleggiava la sua separazione dai
non ebrei e il suo indissolubile legame con l’unico e vero Dio. Per esemplificare
potremmo pensare alla fede nuziale che le persone sposate portano all’anulare
sinistro. Quell’anello è un segno che ha senso solo se c’è
una fedeltà vera a livello di cuore: “Sono legato alla persona
che amo, le sono fedele, non la tradirò”. Un anello è un
simbolo esteriore, tutti lo posso vedere, ma echeggia una realtà interiore,
non visibile e che concerne la fedeltà e quell’unica persona. Come
credenti non abbiamo più sul nostro corpo segni esteriori che sono eco
di una realtà interiore, ma la circoncisione del nostro cuore è
valida oggi come allora. Il cuore deve essere stato toccato, e segnato dalla
grazia. Quella realtà interiore deve avere ripercussioni visibili sul
nostro modo di vivere. a.m.
Venerdì 26 Ottobre 2012
“IL GIUSTO FIORIRÀ COME LA PALMA”. (Salmo 92:12)
Secondo il dizionario, giusto è “chi vive rettamente, procedendo
nella via del bene”. Ma la Parola di Dio, nonché la coscienza e
l’esperienza, ci dicono che nessuno può vivere sempre rettamente;
è inevitabile commettere errori, cattive azioni, torti. Chi è
allora il giusto di cui parla la Scrittura? È colui che riconoscendo
di essere ingiusto si appropria della giustizia di Cristo; colui che capendo
che la propria volontà può portare al male, si sottomette alla
volontà divina; colui che conscio di non potere da solo operare il bene
lascia che Gesù, il sommo Bene, operi attraverso di lui. Lasciamo Cristo
vivere in noi, cediamoGli controllo totale della nostra vita e potremo essere
certi di fiorire e portare molti frutti, alla gloria di Dio e per la nostra
felicità. m.m.
Sabato 27 Ottobre 2012
“LA CHIESA AVEVA PACE ED ERA EDIFICATA, CRESCEVA COSTANTEMENTE DI NUMNERO”.
(Atti 9:31)
Dopo la pentecoste, a Gerusalemme, ci fu un’esplosione di fede in Gesù.
Si convertirono in 3.000 e, poco tempo dopo, i credenti diventarono 5.000. I
cristiani stavano insieme, mangiavano insieme, condividevano quello che avevano,
pregavano e ascoltavano la Parola di Dio con gioia. Sembrava il paradiso in
terra! Un particolare è sottolineato: la chiesa aveva pace. Nella pace
si cresce, nella pace si sta bene. La pace, purtroppo, è quella che manca
in molte chiese. Si discute, si obbietta, si critica. E la pace se ne va. L’apostolo
Paolo ha scritto ai credenti di Roma: “Se è possibile, per quanto
dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini” e “Non lasciatevi
vincere dal male, ma vincete il male col bene” (12:18,21) e ai Colossesi:
“La pace di Cristo… regni nei vostri cuori” (3:15). Se io
ho la pace, vivo in pace con gli altri. Altrimenti, litigo. E tu? m.t.s.
Domenica 28 Ottobre 2012
“L’INTELLIGENZA DI DIO È IMPERSCRUTABILE”. (Isaia 40:28)
Nella prefazione di un libro che racconta la storia di un ateo passato al teismo
negli anni finali della sua vita, si legge: “Famoso ateo ora crede in
Dio! Uno dei principali atei del mondo ora crede in Dio basandosi, più
o meno, sull’evidenza scientifica”. In effetti ci sono molte evidenze
che ci inducono a credere che Dio esista, ma chi può dire di conoscerLo?
Chi può affermare con certezza come è fatto Dio, come pensa e
come opera? “L’intelligenza di Dio è imperscrutabile”,
dice la Bibbia. L’uomo, con l propria conoscenza naturale, non può
afferrare le cose che appartengono al mondo spirituale di Dio. Questa è
la ragione per cui necessita la rivelazione soprannaturale della Parola di Dio.
Le Sacre Scritture, la Bibbia, ci consentiranno di immergerci nelle verità
invisibili, spirituali e reali di Dio. Là impareranno a conoscere che
“il Signore è Dio eterno. il Creatore degli estremi confini della
terra; Egli non si affatica e non si stanca; la Sua intelligenza è imperscrutabile”
(Isaia 40:28). E ne rimarremo affascinati. s.v.
Lunedì 29 Ottobre 2012
“I SERVITORI DI SATANA SI TRAVESTONO DA SERVITORI DI GIUSTIZIA”.
(2 Corinzi 11:15)
“Le lettere Berlische” di C.S.Lewis è un piccolo libro che
può insegnare davvero molto su un argomento che ci turba non poco e che
ci procura una sottile paura, cioè l’esistenza di Satana e dei
demoni al suo servizio, come pure di persone disposte a tutto per lui. Sappiamo
che questa è una realtà perché la cronaca nera porta alla
luce storie da brivido di quel mondo di tenebre in cui c’è chi
fa cose abominevoli in nome di Satana. Nel libro di C.S.Lewis, Berlicche è
un diavolo orami esperto di tecniche valide per circuire la gente e che vuole
passare i suoi consigli malefici al nipote Malacoda e così scrive delle
lettere per renderlo edotto sul modo in cui ci si può infiltrare nel
cuore di una persona. Il migliore travestimento consiste nel far credere che
ormai, nel 2012 , il diavolo non esiste più, è solo un retaggio
medievale e quindi c’è alcun bisogno di stare un guardia. La Bibbia,
invece, ne parla diffusamente: è vitale conoscere i travestimenti e le
tecniche che Satana usa per tentarci. a.m.
Martedì 30 Ottobre 2012
“TI HO POSTO DAVANTI LA VITA E LA MORTE, SCEGLI DUNQUE LA VITA!”.
(Deuteronomio 30:19)
“Scegli la vita!” che vuol dire? “È la vita che ha
scelto me!” osserverà qualcuno. “Non ho scelto di venire
al mondo, non ho scelto i genitori, né il sesso, la nazione, l’aspetto
fisico, le attitudini; non ho scelto di vivere e non posso scegliere di non
morire, che cosa mi resta da scegliere?”. “Scegli la vita”
– continua a dire il Signore – perché la vita naturale senza
di Me non è vita, è soltanto possibilità di ottenere la
vera vita che è comunione con Me che ti ho messo al mondo per un Mio
proposito di amore. Sono nato per un’offerta d’amore che aspetta
una risposta d’amore. L’offerta d’amore si è manifestata
pienamente nel dono della vita fatto da Gesù sulla croce per l’espiazione
dei miei peccati. La mia risposta d’amore sta nella scelta di accogliere
umilmente e fiduciosamente questo dono. “In verità, in verità
vi dico: chi crede in Me ha vita eterna. Io sono il pane della vita” (Giovanni
6:47,48). m.c.
Mercoledì 31 Ottobre 2012
“SAUL MORÌ, PERCHÉ AVEVA EVOCATO UNO SPIRITO PER CONSULTARLO.
NN AVEVA CONSULTATO IL SIGNORE”. (1 Cronache 10:13,14)
La situazione alla quale si riferisce il versetto di oggi era piuttosto semplice:
avendo il re Saul abbandonato il Signore rifiutando di ubbidire alla Sua volontà,
Dio gli mandò contro l’esercito dei Filistei e Saul, spaventato,
si recò da un’evocatrice si spiriti, perché questa lo facesse
parlare con lo spirito del profeta Samuele per sapere come avrebbe dovuto comportarsi.
Ora nella legge di Mosè Dio aveva vietato categoricamente ogni forma
di magia e si spiritismo e dunque Saul, richiamando dal regno dei morti Samuele,
commise un altro evidente peccato che, unito a tutto il resto, gli costò
il regno che Dio gli tolse per darlo a Davide e gli costò anche la vita.
Insegnamento per noi: con Dio non si scherza, in particolare tutte le pratiche
legate all’occultismo sono da rifiutare nel modo più assoluto.
Non è detto che Dio si comporti con tutti come ha fatto con Saul, ma
ricordiamo che, se non è oggi, è domani: tutti i nodi vengono
al pettine. f.a.
Giovedì 1 Novembre 2012
“”QUELLI CHE SONO MORTI IN CRISTO RISUCITERANNO PER PRIMI”.
(1 Tessalonicesi 4:16)
Oggi si parla di eutanasia come di una possibilità di porre fine alle
sofferenze di un malato concedendogli o facilitandogli la possibilità
di morire. Stranamente, pochi si chiedono se dopo la morte quella persona andrà
a stare meglio o peggio. Si accetta tacitamente il presupposto che dopo la vita
terrena c’è il nulla. Non è così: “È
stabilito che gli uomini muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio”
(Ebrei 9:27) Tutti gli uomini risusciteranno, ma in tempi diversi. La prima
risurrezione avverrà per coloro che “sono morti in Cristo”,
e sarà come una festa di persone che si ritrovano per passare insieme
un’eternità di gioia con il loro Redentore. E ci sarà una
seconda risurrezione per coloro che in vita si sono mantenuti a debita distanza
da Cristo. Questa distanza sarà aumentata e stabilizzata per l’eternità.
E non sarà piacevole. Oggi è ancora il tempo della scelta: prendere
o lasciare. m.c.
Venerdì 2 Novembre 2012
“QUELLO CHE IMPORTA È L’ESSERE UNA NUOVA CREATURA”.
(Galati 6:15)
L’apostolo Paolo è stato un grande divulgatore del Vangelo e spesso,
nel corso del suo ministero, ha dovuto affrontare problemi relativi all’infiltrarsi
di dottrine errate nelle chiese, che compromettevano la stabilità spirituale
dei cristiani. In modo particolare i giudei avevano difficoltà a rinunciare
alle prescrizioni rituali dell’Antico Testamento, ritenendole necessarie
per la salvezza. Ma non è così! Sopra tutte le cose, sopra tutte
le tradizioni rituali e religiose, si staglia imponente la figura di Cristo
il quale solo ha l’autorità di perdonare i peccati e di fare di
noi delle creature rinnovate nella mente, nei desideri e nello spirito. Questo
è quello che veramente conta. Nicodemo, un fariseo, che probabilmente
aveva molte domande da fare, nel suo famoso incontro notturno con Gesù,
si sentì dire di Lui: “Bisogna che nasciate di nuovo”. Bisogna,
cioè, che attraverso la fede in Lui si innesti nel vostro vecchio uomo
un “nuovo che è creato a immagine di Dio nella giustizia e nella
santità che procedono dalla verità” (Efesini 4:24). Puoi
tu dire di essere una nuova creatura in Cristo? g.b.
Sabato 3 Novembre 2012
“TUTTI MI CONOSCERANNO, DAL PIÙ PICCOLO AL PIÙ GRANDE, DICE
L’ETERNO”. (Geremia 31:34)
Immagina di essere a un congresso ad altissimo livello e che qualcuno ti proponga
di farti conoscere il personaggio più importante presente. Di sicuro
ti sentiresti molto privilegiato. E se ti dicessi che ora ti voglio presentare
la Persona più importante in assoluto?! Sì, voglio parlarti del
Signore Gesù, il Dio Cristo Gesù, Colui che ha lasciato la Sua
gloria per venire a offrirsi quale unico mezzo di salvezza per chi Lo riconosce
come proprio Salvatore. Come ti fa sentire questa notizia? Ti lascio indifferente,
o preferisci non pensarci per non doverti interrogare? Mi è stato detto
che da un sondaggio in merito ai personaggi religiosi più in vista, il
Signore Gesù risulterebbe all’ottavo posto… Evidentemente
non è considerato così importante come ho detto io. Ma il versetto
di oggi dice una cosa molto interessante: Tutti Mi conosceranno… Ma sai,
ci saranno due modi per conoscere il Signore: uno come proprio Salvatore e l’altro
come giusto Giudice. Io Lo conosco già come mio Salvatore. E tu, come
Lo conosci o Lo conoscerai? Sei ancora in tempo per fare la tua scelta. w.g.
Domenica 4 Novembre 2012
“IO CANTERÒ ALL’ETERNO PERCHÉ MI HA FATTO DEL BENE”.
(Salmo 13:5)
Oggi tutti conosciamo il grande musicista J.S. Bach (1685-1750), ma fino all’Ottocento
era un emerito sconosciuto! Non è stato solo un grande compositore, ma
anche un uomo con una fede vivente in Dio e, infatti, terminava o apriva le
sue composizioni con “S.D.G.” (Soli Deo Gloria = A Dio solo la gloria)
oppure “J.j.” (Jesus Juvat = Gesù aiuta). La sua biblioteca
conteneva scritti musicali e cristiani. In ogni sua opera musicale è
evidente o sottintesa la grazia di Dio, il perdono divino e la misericordia
divina. Egli componeva opere originali per ogni servizio domenicale della chiesa
in cui suonava perché era consapevole che il Signore gli aveva fatto
del bene. Negli Stati Uniti è venuta alla luce una sua Bibbia del 1861
in tre volumi (quella tradotta da Martin Lutero) piena di annotazioni fatte
dalla mano di Bach dalla quale emerge tutta la sua riconoscenza al Signore per
il bene che gli aveva fatto. Se hai un innario, aprilo dove c’è
il canto. “Capo una volta pieno” oppure “O Gesù mia
gioia”; leggi le parole e cantale… sono di Bach e sono arrivate
a noi per ricordarci il bene che il Signore ci ha fatto. r.b.
Lunedì 5 Novembre 2012
“MOSÉ DISSE A DIO: «CHI SONO IO…?» E DIO DISSE:
«VA’, PERCHÉ IO SARÒ CON TE…» (Esodo 3:11-12)
È dalla consapevolezza della nostra insufficienza che Dio può
intervenire mostrandoci la Sua perfetta adeguatezza. Noi incapaci. Egli perfettamente
capace, noi limitati, Egli pienamente onnipotente. Ma se non comprendiamo i
nostri limiti, come potremo ricercare e accettare l’aiuto divino? Bisogna
essere almeno capaci di guardarci per quello che siamo, per poi trovare in Dio
le risorse per diventare quello che, invece, dovremmo essere. Mosè è
abbastanza saggio per vedere la sua situazione di incolmabile insufficienza
e la domanda che sgorga sulle sue labbra è la nostra: “Ma, Signore,
hai visto come sono? Io non ce la posso fare, non sono capace”. Come con
Mosè, anche con noi, il Signore usa lo stesso metodo educativo, non ci
abbandona nella realizzazione di quella impresa che, oggettivamente, è
impossibile per noi, ma ci assicura la Sua presenza costante. a.m.
Martedì 6 Novembre 2012
“CREDI TU NEL FIGLIO DI DIO?”. (Giovanni 9:35)
Ecco una delle domande importanti della vita con la quale, prima o poi, dovremo
misurarci Molte persone rimangono scettiche di fronte a questa verità
altre confessioni con la bocca di credere, ma vivono come se Gesù non
esistesse affatto. La Bibbia dichiara con chiarezza che Gesù Cristo è
il Figlio di Dio. “Credi tu nel Figlio di Dio?” chiese Gesù
al’uomo nato cieco a cui gli era stata restituita miracolosamente la vista.
Una domanda del genere riveste un’importanza ancor più grande in
ragione dell’evento miracoloso che era stato appena compiuto. È
solo una storia che riguarda il passato? Tutto altro! Giovanni, l’autore
dell’ononimo Vangelo, scrisse che i segni miracolosi compiuti dal Signore
Gesù, selezionati e messi insieme accuratamente, “…sono stati
scritti, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio
di Dio, e, affinché, credendo abbiate vita nel Suo nome” (Giovanni
20:31). È una parola autorevole che giunge fino a noi. Ecco, dunque,
riproposta la domanda cruciale davanti alla quale nessuno potrà rimanere
neutrale: credi tu nel Figlio di Dio? s.v.
Mercoledì 7 Novembre 2012
“L’ETERNO È CON ME COME UN POTENTE EROE”. (Geremia
20:11)
Chi è il tuo eroe? A chi ti rivolgi quando sei in difficoltà?
Un fratello? Un amico? Un genitore? Ti hanno mai deluso? Probabilmente sì.
A me è successo, e mi è servito per sperimentare che il mio unico
“Eroe” è il Signore. L’aiuto che soddisfa ogni mio
bisogno interiore e pratico viene da Colui che ha un mano ogni cosa e che ha
compiuto il gesto più eroico mai visto nella storia: Dio si è
incarnato e ha dato la Sua vita per ogni di noi sulla croce per salvarci da
ciò che ci incute più terrore, l’inferno. Allora posso fidarmi
di Lui per tutti i miei problemi quotidiani!. Dio ti chiede anche a Te di porre
fiducia in Lui, non nelle persone che hai vicino. Poi Dio userà anche
loro per portarti il Suo aiuto. Ma è su Dio che devi contare: Lui non
ti deluderà mai. E vedrai che dando la giusta importanza a Lui, imparerai
anche a dare la giusta importanza alle persone. e.s.
Giovedì 8 Novembre 2012
“PER MEZZO DILUI GLI UNI E GLI ALTRI ABBIAMO ACCESSO AL PADRE IN UN MEDESIMO
SPIRITO”. (Efesini 2:18)
Se volessi accedere alla presenza del Capo dello Stato dovrei sottostare al
cerimoniale richiesto e ottemperare a tutte le regole, altrimenti la visita
mi verrebbe negata. Ora, quando si parla di Dio e della Sua volontà,
spesso sento dire che ognuno può credere a modo suo, che qualunque fede
porta in cielo. Ma se per un’autorità umana ci sono giustamente
regole scritte dalla stessa autorità, pensiamo forse che per la massima
autorità spirituale, cioè per Dio, per piacerGli possiamo inventarci
un modo a nostro piacimento? Direi proprio di no. Il Signore ha scritto nella
Sua Parola quali sono le regole da seguire per arrivare a Lui e nel versetto
sopra è detto che per mezzo di Lui, cioè di Gesù Cristo,
abbiamo accesso al Padre, a Dio, e non possiamo inventarci nulla perché
è solo quella la strada giusta. Se non segui la via giusta non avrai
alcun diritto di entrare in cielo. Non per mezzo di opere o cerimonie varie,
ma di una Persona: Gesù Cristo. w.g.
Venerdì 9 Novembre 2012
“RICONOSCETE LE LEZIONI DEL SIGNORE, LA SUA GRANDEZZA, LA SUA MANO POTENTE”.
(Deuteronomio 11:2)
Quando si parla di “lezioni”, si pensa immediatamente a una relazione
nella quale c’è una persona che insegna e una persona che impara.
Chi insegna è chiamato a mettere a disposizione di chi impara le sue
conoscenze e la sua capacità di trasmetterle in modo appropriato. Chi
impara deve essere disposto ad ascoltare e deve avere un atteggiamento di totale
fiducia in chi insegna; mettere in discussione e in dubbio ciò gli viene
insegnato rende inutile qualsiasi lezione. Nella vita abbiamo incontrato “insegnanti”
che non abbiamo scelto: alcun si sono rivelati meritevoli di essere ascoltati;
altri, purtroppo, ci hanno soltanto fatto perdere del tempo. Ma c’è
un Insegnante che siamo chiamati noi a scegliere. Dio Infatti non ci obbliga
a frequentare la Sua “scuola” né ad ascoltare le Sue lezioni.
Dobbiamo essere noi a sceglierLo come “Maestro”. Sarà una
scelta che ci porterà ogni giorno a frequentare la Vera scuola di Vita,
nella quale impareremo non soltanto come vivere ora, ma soprattutto come vivere
per l’eternità. p.m.
Sabato 10 Novembre 2012
“SIANO GRADITI I PENSIERI DEL MIO CUORE IN TUA PRESENZA, O SIGNORE”.
(Salmo 19:14)
La creazione è il libro “senza parole” di Dio. Davide la
osserva con stupore, a occhio nudo, e celebra il Creatore come fa un poeta (leggi
tutto il Salmo 19). La Bibbia invece è la Parola scritta di Dio. Per
il salmista essa è la verità, la ricchezza, il tesoro e la delizia
della sua vita. Questa duplice fonte di comunicazione divina rivela la grandezza
di Dio e allo stesso tempo gli errori umani. Davide chiede di essere purificato
e protetto dal peccare deliberatamente, affinché non diventi schiavo
del peccato. Da vero adoratore di Dio in spirito e verità, egli non rivolge
a Dio una preghiera superficiale né abitudinaria, ma si preoccupa che
Gli sia gradita. Qualcuno ha detto: la qualità di un discorso dipende
da colui che lo inizia. C’è una relazione tra la qualità
delle nostre preghiere e il lasciare che Dio comunichi con noi e si faccia conoscere.
Più ascoltiamo la Sua voce, più pronunceremo preghiere a Lui gradite.
Allora quando preghi, mettiti anche in ascolto. Non cominciare col solito ritornello.
Lascia che sia Dio a iniziare il discorso. a.p.
Domenica 11 Novembre 2012
“CONTEMPLANDO LA GLORIA DEL SIGNORE SIAMO TRASFORMATI NELLA SUA STESSA
IMMAGINE”. (2 Corinzi 3:18)
Il cristiano può contemplare la gloria di Dio, anzi deve contemplarla.
Il suo sguardo è continuamente rivolto alla gloria. Infatti davanti ai
suoi occhi non ha più alcun velo, nient’altro che possa frapporsi
fra lui e il suo amato Padre celeste. E cosa succede? Una trasformazione! Un
rinnovamento giornaliero che modifica il credente, rendendolo sempre più
simile a Gesù, sul quale ha fissato lo sguardo. Che miracolo pieno di
amore da parte di Dio! L’altra faccia della medaglia però, è
che questa verità funziona anche per le cose negative. Ciò che
è l’oggetto della tua contemplazione, cioè della tua ammirazione
e sul quale concentri il tuo sguardo, ti modifica facendoti diventare simile
a lui. Domanda: cosa stai contemplando? La Parola di Dio oggi ti sprona a fissare
il tuo sguardo su una realtà bellissima: la gloria del Signore, assicurandoti
una magnifica conseguenza divina. Cosa sceglierai? e.m.
Lunedì 12 Novembre 2012
“NON SIA MAI CHE IO PECCHI CONTRO L’ETERNO SMETTENDO DI PREGARE
PER VOI.” (1 Samuele 12:23)
Leggendo i Vangeli apprendiamo che il nostro Signore Gesù è stato
un grande uomo di preghiera: trascorreva giorni e notti intere in comunione
con il Padre celeste. Gesù, in più di un’occasione, esortò
i Suoi discepoli a non trascurare questo ministero per non cadere in tentazione.
La preghiera, infatti, è un’arma molto potente nelle mani del credente
per poter vincere le forze spirituali della malvagità (Efesini 6:12).
L’apostolo Paolo ordinava ai credenti delle varie chiese che non cessassero
mai di pregare. Dal testo di oggi, apprendiamo che smettere di pregare equivale
a peccare contro il Signore: cosa che Samuele si guardò dal fare! Secoli
dopo, Geremia parlò del profeta Samuele come di un grande uomo di preghiera
(Geremia 15:1). Possa essere questo il desiderio e l’impegno di ogni credente!
n.s.
Martedì 13 Novembre 2012
“CHI PUÒ PERDONARE I PECCATI, SE NON UNO SOLO, CIOÈ DIO?”
(Marco 2:7)
Avete notato che l’uomo tende sempre di più a rifiutare la colpa
dei propri errori a trasferirla sugli altri? Ma Dio non accetta quelli che cercano
di giustificarsi invece si ammettere le proprie colpe. Al contrario, Dio è
pronto a perdonare laddove c’è l’umiliazione per aver disubbidito,
il senso di colpa e il desiderio di ristabilire dei buoni rapporti con Lui.
Il pentimento è la condizione necessaria per ottenere il perdono. Perciò,
se nel tuo cuore sei convinto di aver commesso peccato, di aver offeso Dio con
un comportamento odioso, di aver fatto del male al tuo prossimo, è bene
che tu dichiari apertamente questa colpa. Solo se confessi il tuo peccato, esso
può essere cancellato per sempre! Abbiamo un Dio che perdona! Allora
torna a Lui immediatamente e diGli tutto quello che pesa sul tuo cuore…
parlaGli sinceramente: le Sue braccia sono aperte e ti spettano per darti il
perdono. g.f.r.
Mercoledì 14 Novembre 2012
“ASCOLTATE, PERCHÉ L’ETERNO PARLA”. (Geremia 13:15)
Quante volte i profeti dell’Antico Testamento hanno esortato il popolo
d’Israele ad ascoltare! Era difficile allora presentare attenzione alle
parole di quegli uomini mandati da Dio ad avvertire, insegnare e correggere,
ma è altrettanto difficile per noi ascoltare quello che Dio vuole dirci
tramite la Sua Parola. Noi, così cioè bersagliati dalle informazioni
e sopraffatti dalle troppe parole, ci comportiamo come se non avessimo più
capacità di ascolto. Le orecchie funzionano benissimo, ma c’è
un’evidente impossibilità di recepire quello che ci viene detto.
Così come gli insegnanti lamentano una scarsa concentrazione dei loro
allievi, altrettanto fa Geremia. Cinque minuti di attenzione ci sembrano fin
troppi e, allora, l’idea di meditare sulle parole di Dio sembra orami
anacronistica e non adatta ai nostri tempi ristretti. Samuele era un ragazzo,
ma fu capace di un ascolto attento (1 Samuele 3:4). La nostra giornata sarebbe
diversa se avessimo la stessa disponibilità all’ascolto e uguale
prontezza nel mettere in pratica quello che Dio ci chiede. a.m.
Giovedì 15 Novembre 2012
“SIAMO SALVATI MEDIANTE LA GRAZIA DEL SIGNORE GESÙ”. (Atti
15:11)
Queste parole furono pronunciate dall’apostolo Pietro il quale alzò
la sua voce per risolvere una controversia nata in seno alla chiesa primitiva.
C’era chi sosteneva che la salvezza dei non ebrei potesse avvenire a condizione
che questi si sottomettessero al rito della circoncisione e osservassero la
Legge di Mosé. Pietro però, che aveva ben capito lo spirito di
libertà del Vangelo, con voce forte dichiara che l’unica vera condizione
per la salvezza dell’uomo è l’accettazione della grazia salvifica
che Dio ci offre in Cristo. Tutto il resto, compresa l’ubbidienza alla
volontà di Dio, è conseguenza della salvezza, non mezzo di salvezza.
Questa è la buona notizia del Vangelo: Cristo è morto per noi
e noi siamo, per mezzo Suo, riconciliati con Dio; la pena che i nostri peccati
meritavano, è caduta sulle spalle di Gesù. Il Suo sacrificio dunque
ci rende giusti, l’unica condizione è crederci. f.a.
Venerdì 16 Novembre 2012
“IN QUEL TEMPO OGNUNO FACEVA QUELLO CHE GLI PAREVA MEGLIO”. (Giudici
17:6)
Davvero, come diceva Salomone, non c’è nulla di nuovo sotto il
sole. Al tempo dei Giudici si adoravano gli idoli. Oggi ognuno ha il suo dio:
il denaro, il corpo, il sesso, il lavoro, il benessere. Allora la legge di Do
non era rispettata. Oggi ognuno è legge a sé stesso, ha la sua
verità. Guai a parlare di assoluti! Sarebbe un segno di intolleranza.
Mai dire che uno sbaglia! Così a scuola dominano i bulli, in famiglia
i genitori ubbidiscono ai figli, e in politica… non ne parliamo. Eppure,
senza assoluti, senza parametri, senza paletti si va in rovina. La Bibbia indica
degli assoluti: “Io sono l’unico Dio”, “In nessun altro
è la salvezza, poiché non vi è sotto il cielo nessun altro
nome che sia stato dato agli uomini per mezzo del quale noi dobbiamo essere
salvati”. “Io sono la via, la verità e la vita” ha
detto Gesù, “nessuno viene al Padre se non per mezzo di Me”.
Prendere o lasciare. È meglio prendere! m.t.s.
Sabato 17 Novembre 2012
“O SIGNORE, GUIDAMI CON LA TUA GIUSTIZIA; CHE IO VEDA DIRITTA DAVANTI
A ME LA TUA VIA”. (Salmo 5:8)
Molte volte nei Salmi leggiamo questa invocazione del re Davide. Lui amava sinceramente
il Signore e desiderava fare la Sua volontà. Ma sapeva, per esperienza,
di non essere in grado di farlo da solo. Gli capitava, infatti, invece di seguire
la “via perfetta” (Salmo 18:30) di Dio, di incamminarsi per un’altra
strada, agendo di propria iniziativa, e quindi commettendo peccati ed errori
a volte irreparabili. Molti anni dopo Gesù disse che esistono solo due
vie, la di Dio “che conduce alla vita” e la “via che conduce
alla perdizione” (Matteo 7:13-14). Quale via ha scelto di percorrere?
a.r.m.
Domenica 18 Novembre 2012
“UN POPOLO NON DEVE FORSE CONSULTARE IL SUO DIO?” (Isaia 8:19)
Cosa ti fa venir in mente la parola “consultare”? Etimologicamente
significa: “Interrogare per avere un consiglio”. Rivolgersi a qualcuno
per ricevere un consiglio richiede due presupposti; il bisogno di un consiglio
e una persona che abbia la capacità (presunte o reali) di dare giudizi
di valore. Il popolo italiano è storicamente un popolo religioso. Il
suo Dio è quello cristiano, contenuto nella Scrittura (Antico e Nuovo
Testamento. Ma quanti italiani consultano Dio ogni giorno? Non c’è
dubbio che ci troviamo nel bisogno di ricevere consigli, ma per quanto riguarda
il secondo presupposto la questione rimane aperta. Chi consultiamo? Perché
tanta confusione? Pare che ognuno abbia un dio personale da consultare all’occorrenza…
La Bibbia ti dice oggi: chiedi aiuto a Dio per ogni tua scelta! Si, proprio
quel Dio di cui hai sentito parlare fin da bambino. Rivolgiti a Lui e sicuramente
saprà i giusti consigli. Spero che da oggi in poi quando sentirai la
parola “consultare” ti venga in mente una sola persona: Dio! e.m.
Lunedì 19 Novembre 2012
“DACCI DI GIONRO IN GIORNO IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO”. (Luca 11:3)
Il Signore Gesù ci insegna come pregare, affinché evitiamo la
vana ripetizione di parole. Il credente, nella preghiera, può esprimere
i propri bisogni. Come esseri umani abbiamo bisogno di essere sostentati fisicamente
e Gesù ci dice di farne richiesta al Padre (Luca 11:2). Dio, per il credente,
è la fonte di ogni bene, perciò è lecito che Egli soddisfi
il nostro bisogno quotidiano di cibo. Del resto, Gesù, dopo il digiuno
ebbe fame, chiese da bere alla samaritana al pozzo di Giacobbe e sulla croce
provò la sensazione della sete. In tutti questi casi Gesù risolse
la necessità anche in senso spirituale perché gli elementi di
questo mondo non potevano soddisfarlo definitivamente. Ma Gesù non vuole
togliere al credente uno dei suoi dolci privilegi: quello di chiedere al Padre
di soddisfare le necessità giornaliere. Ma attenzione la richiesta del
credente deve essere per il necessario e non per il superfluo. s.b.
Martedì 20 Novembre 2012
“SIGNORE, I TUOI DISEGNI, CONCEPITI DA TEMPO, SONO FEDELI E STABILI”.
(Isaia 25:1)
Oggi parliamo sempre di più di progetti, a partire da quelli giornalieri,
a quelli a più lungo termine, fino a quelli più importanti che
influenzeranno tutta la vita. Fare progetti è spesso più entusiasmante
rispetto all’effettivo momento della realizzazione. Tuttavia può
succedere di incontrare talvolta degli imprevisti che mandano all’aria
anche il più studiato dei piani, e questo perché il nostro futuro
non ci appartiene ma è nelle mani di Dio. I disegni del Signore non possono
mai fallire; tutto ciò che accade sulla terra è deciso da Lui
ed è sotto il Suo controllo. Non dovremmo mai dispiacerci se qualcuno
dei nostri piani non si è potuto realizzare, perché più
avanti scopriremo che il Signore aveva per noi un programma migliore del nostro.
Ricordiamoci che sin dall’inizio della storia il Signore aveva preparato
per l’uomo un progetto per la sua salvezza in Gesù Cristo suo Figlio
venuto nel mondo, morto e risorto per dargli la vita eterna. s.p.
Mercoledì 21 Novembre 2012
“UNA RISPOSTA GENTILE CALMA LA COLLERA, MA UNA PAROLA PUNGENTE ECCITA
L’IRA”. (Proverbi 15:1)
Nessuno orami è sorpreso dalle notizie di cronaca quotidiane che ci riportano
fatti gravi, fino all’omicidio, scaturiti da diverbi per futili motivi
nei quali, da un parolina si è passati agli insulti e a causa dell’eccitazione
emotiva si è arrivati là dove, a mente fredda, nessuno avrebbe
voluto arrivare. L’apostolo Giacomo nella sua epistola (3:6) dice: “La
lingua è un fuoco, è il mondo dell’iniquità”.
Ognuno di noi sa perfettamente quali disastri può produrre una lingua
eccitata dal male, ma qui il re Salomone fa notare che “una risposta gentile
calma la collera”, spegne l’emotività la raffredda, disarma
l’interlocutore. Tutti abbiamo bisogno di crescere alle dipendenze di
Gesù: Egli non aperse bocca mentre Lo stavano portando in croce, anzi
ebbe delle parole d’amore per i suoi aguzzini. Lui è il mio Maestro
e nella mia vita ho assistito a dei veri miracoli non rispondendo a ‘tono’,
ma conquistando con il tempo quell’anima, per poi presentare Cristo Gesù.
Oggi, se ti troverai in situazioni emotivamente irritanti, pensa per un attimo
a Gesù e al Suo silenzio. Il silenzio spesso grida più di tante
parole. p.p.
Giovedì 22 Novembre 2012
“SI SONO INFILTRATI FRA DI VOI CERTI UOMINI CHE NEGANO IL NOSTRO UNICO
PADRONE E SIGNORE GESÙ CRISTO”. (Giuda 4)
Gli infiltrati! Che caratteristica ha un infiltrato? È un camuffato.
Si veste, parla e si atteggia come ogni altra persona del gruppo nel quale si
infiltra. Il suo compito però è spiare e danneggiare. Non è
facile riconoscere un infiltrato. Qual però abbiamo un indizio fondamentale
per smascherare l’intruso: ciò che egli pensa di Gesù. Sì,
proprio così, Gesù, sempre e solo Gesù! Egli è la
chiave di volta, o meglio come dice la Bibbia, Gesù è la pietra
angolare. Se l’infiltrato non dichiara (e quindi nega) di avere come UNICO
Padrone e Signore il nostro amato Gesù, significa che non è nato
di nuovo, cioè dall’Alto! Certamente parlerà di tante cose
belle, citerà tanti versetti della Bibbia, affermerà di amare
Dio e altre cose simili, ma fallendo nei confronti di Gesù, si rivelerà
per quel che veramente è. Quanto a noi, vogliamo far parte di coloro
che hanno dichiarato solennemente di avere un unico Padrone e Signore: Gesù
Cristo? Egli ha dato la Sua vita per donarci la salvezza! e.m.
Venerdì 23 Novembre 2012
“GESÙ DOMANDÒ: CHE VUOI CHE IO TI FACCIA?” (Luca 18:41)
Il Signore Gesù fece questa domanda a un cieco che gridava: “Gesù,
Figlio di Davide, abbi pietà di me” (v.38). Quest’uomo aveva
sentito parlare di Gesù il Nazareno, credeva che era il Messia promesso
e credeva che, come Liberatore, poteva intervenire sul suo problema. Una bella
confessione di fede di un uomo semplice che riconobbe Gesù come l’inviato
di Dio e si abbassò fino a implorare pietà per il suo stato di
bisogno. Il Signore fa anche a te la stessa domanda, vuole darti la consapevolezza
del tuo reale stato davanti a Lui, vuole salvarti dalla condanna eterna. Certo,
in una società materialistica come la nostra è difficile vedere
le realtà spirituali prima di quelle temporali. Gesù disse: “Cercate
prima il regno di Dio e la Sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte”
(Matteo 6:33). Ricorda che i bisogni fisici e materiali che potresti chiedere
sono solo per un tempo, ma la salvezza della tua anima è per l’eternità.
Gesù ti dice: “Che vuoi che Io ti faccia?”. s.g.
Sabato 24 Novembre 2012
“NON È L’ETERNO, TUO PADRE CHE TI HA ACQUISTATO?”.
(Deuteronomio 32:6)
Per comprendere bene questo grido che Mosè lancia al popolo di Dio occorre
leggere tutto il contesto in cui vengono ricordati il lavoro, la pazienza e
la misericordia di Dio. In contrapposizione, l’ingratitudine, la disubbidienza,
l’idolatria, l’immoralità, la perversione… del popolo.
Se penso alla sofferenza che un genitore prova quando il proprio figlio disobbedisce,
posso solo vagamente immaginare il dolore di Dio, santo, giusto, e amorevole,
di fronte alla ribellione, la disobbedienza e la malvagità del Suo popolo.
Si sente spesso accusare Dio di mancanza di amore, di giustizia… ma quanto
poco si sente accusare l’uomo di essersi allontanato, essere diventato
indifferente ai richiami che a volte Dio deve fare alzando il “volume”
della Sua Voce. Tu che leggi questo foglietto, che tipo di relazione hai con
Dio? Sei di quelli che Lo accusano continuamente quasi a volersi così
giustificare per ogni peccato commesso, oppure hai una relazione personale con
Dio avendo riconosciuto Gesù come unico Mediatore e Salvatore della tua
anima? Pensaci! w.g.
Domenica 25 Novembre 2012
“ALZATEVI E BENEDITE L’ETERNO, VOSTRO DIO, DI ETERNITÀ IN
ETERNITÀ”. (Neemia 9:5)
Questo incoraggiamento è rivolto al popolo d’Israele dopo la ricostruzione
dalle mura di Gerusalemme, un’opera impegnativa e pericolosa. Tutte le
persone che appartenevano al popolo avevano lavorato sodo e avrebbero avuto
motivo di essere compiaciute di ciò che avevano compiuto. Neemia, senza
nulla togliere alla loro bravura, le invita, però, ad andare oltre la
fatica e a riconoscere la bontà e il favore di Dio verso di loro. Senza
il Suo intervento, infatti, non sarebbero riusciti nella loro impresa. L’invito
di Neemia vale anche per noi per chi oggi si dichiara credente. Per quanto uno
si impegni e agisca in ubbidienza a Dio, non deve mai dimenticare che ciò
che si compie è sempre per la grazia di Dio; Egli quindi, merita sempre
la nostra lode e adorazione. h.p.
Lunedì 26 Novembre 2012
“GUAI A QUELLI CHE NON PONGONO MENTE A CIÒ CHE FA IL SIGNORE”.
(Isaia 11,12)
Non pensiamo che le cosiddette “serate da sballo” che vedono partecipi
molti giovani con musiche assordanti, bevande alcoliche e sostanze stupefacenti,
siano una prerogativa dei nostri giorni. Il profeta Isaia, molti secoli fa,
in questo testo riferisce che nel popolo d’Israele avvenivano più
o meno le stesse cose. Si parla di ore piccole, banchetti, vino che infiamma,
cetra, salterio e tamburelli. Ma la cosa ancora più grave, denuncia il
profeta, è che non si fa attenzione all’opera di Dio che si manifesta
attraverso lo spettacolo della creazione attraverso i richiami che provengono
dalla nostra coscienza e attraverso la Sua Parola. Il Signore ha mandato sulla
terra il Suo Spirito per convincere gli uomini “di peccato, di giustizia
e di giudizio” (Giovanni 16:8); Egli ci addita il Salvatore perché,
credo in Lui, possiamo trasformare la nostra vita immersa nel male e nel peccato
in una realtà gioiosa ed esuberante. Certo, è indispensabile riconoscere
nel peccato quel male che ci allontana da Dio e ci distrugge. “Ravvedetevi
e credete al Vangelo” (Marco 1:15). g.b.
Martedì 27 Novembre 2012
“DIMORATE IN ME, E IO DIMORERÒ IN VOI, DISSE GESÙ”.
(Giovanni 15:4)
Quando siamo accettati dagli altri lo avvertiamo e ci piace stare in loro compagnia,
ma se così non è, ammettiamolo per correttezza, rimaniamo con
loro solo se lo stretto necessario. Allo stesso modo è con Gesù!
Purtroppo tante persone oggi provano addirittura fastidio al solo sentirLo nominare,
figuriamoci quanto possano interessarsi di conoscerLo! Gesù però
ci invita sempre ad andare a Lui, specialmente quando siamo tanto appesantiti
dalle circostanze, per darci il Suo riposo: “Venite a Me…”
(Matteo 11:28) e se rimaniamo con Lui, Egli ha da offrirci ancora di più.
Ma per stare con Gesù bisogna leggere la Sua Parola per sapere cosa ha
da dirci per scoprire se siamo da Lui approvati e poter così gustare
il piacere della Sua compagnia. Infatti, per chi l’ha già provato,
dimorare in Gesù produce una molteplicità di ricchezza spirituale
che Gesù chiama “gioia completa” (versetto 11). Ti incoraggio
a passare del tempo con Gesù… adesso e ogni giorno! b.s.
Mercoledì 28 Novembre 2012
“DIO È COLUI CHE OPERA LA SALVEZZA SULLA TERRA”. (Salmo 74:12)
Sulla terra, questo nostro pianeta che è come un granello di sabbia nel
deserto del Sahara in proporzione alla grandezza incredibile dell’universo,
Dio ha fatto un’opera meravigliosa: ha creato la vita e ha creato l’uomo,
essere intelligente che può conoscerLo e rispondere al Suo amore. Ma
l’opera di Dio sulla terra non si è fermata qui: è la Bibbia,
Parola di Dio, che ce la fa conoscere. L’uomo, creato libero e perciò
responsabile, si è ribellato, ha disubbidito, è diventato nemico
del suo Creatore. È qui che Dio ha compiuto un’opera ancora più
straordinaria: invece di abbandonare l’uomo al suo destino di condanna
e di morte, ha preparato il Suo piano di salvezza. Ha deciso di mandare fra
noi Gesù Cristo, il Suo Figlio unico e amato, a morire e a vincere la
morte per noi. Proprio qui, sulla terra, granellino di sabbia nell’universo,
Dio ha compiuto questa opera di salvezza, anche per te e per me. l.p.
Giovedì 29 Novembre 2012
“TUTTO QUESTO NON TI SUCCEDE FORSE PERCHÉ HAI ABBANDONATO L’ETERNO
IL TUO DIO?”. (Geremia 2:17)
La Parola ci esorta a non abbandonare Dio e a mettere costantemente in pratica
i Suoi comandamenti, non solo perché all’Eterno dobbiamo obbedienza
ma anche perché farlo comporta la nostra felicità. Non vi è
antitesi tra la glorificare il Signore e vivere una vita gioiosa, anzi le due
cose sono coincidenti. Il Signore ci ama e quindi desidera che siamo felici
e, a differenza nostra, sa esattamente quello che ci serve per vivere felici.
Bisogna avere chiaro, però, che gioia non vuol dire necessariamente agiatezza
o che tutti i nostri desideri siano esauditi, ma che tutte le nostre reali necessità
siano soddisfatte e che abbiamo quello che per noi è veramente il meglio.
Non priviamoci allora della vera gioia! Cerchiamola non nei beni materiali,
nei divertimenti, nell’approvazione degli altri, ma nell’unica Persona
che può darcela: seguiamo completamente e fedelmente il Signore Gesù.
m.m.
Venerdì 30 Novembre 2012
“QUESTO VANGELO DEL REGNO SARÀ PREDICATO IN TUTTO IL MONDO…
ALLORA VERRÀ LA FINE”. (Matteo 24:14)
I discepoli trovandosi con Gesù provano spesso a porGli delle domande
sul futuro: “Quando verrà la fine? Quando ritornerai?”. Volevano
delle date, così come le vorremmo noi. Gesù non si è mai
scandalizzato di fronte a quelle domande, ma ha mantenuto un chiaro riserbo
su date specifiche. I discepoli volevano sapere esattamente quando un dato evento
si sarebbe verificato, Egli rispondeva elencando una serie di segni o eventi
che potevano ricordare a loro e a noi che il tempo stringe, che il ritorno del
Signore è vicino, come pure la fine di questo mondo. Se senti qualcuno
che ipotizza date sulla fine del mondo (tutti abbiamo sentito quella del 2012!)
diffida sempre. Se senti qualcuno che ti parla del ritorno del Signore e dell’urgenza
di accetarLo come tuo personale Salvatore, ascolta attentamente! a.m.
Sabato 1 Dicembre 2012
“MI ALZO PRIMA DELL’ALBA E GRIDO; IO SPERO NELLA TUA PAROLA”.
(Salmo 119:147)
Se ti sei alzato prima dell’alba significa che non riuscivi a dormire
tranquillamente; se poi, come il salmista, hai gridato, significa che ti senti
solo, incapace di risolvere quello che ti preoccupa tanto. Eppure chi ha scritto
queste parole dimostra di essere un uomo ancora capace di sperare. La speranza
di chi crede in Dio in modo personale e non in modo “occasionale”
si basa essenzialmente sulle promesse contenute nella Sua Parola. È una
speranza sempre positiva, capace di guardare al di là delle circostanze
contingenti, che affonda le sue radici e trae la sua vera vitalità da
Colui che rimane sempre fedele a ciò che ha promesso. Sperare nella Parola
del Signore significa che, nonostante tu ti senta così preoccupato puoi
affrontare la giornata senza vivere la disperazione di chi, invece, rifiuta
di ascoltare quella Parola. a.m.
Domenica 2 Dicembre 2012
“SAPPIATE CHE AVETE LA VITA ETERNA, VOI CHE CREDETE NEL NOME DEL FIGLIO
DI DIO”. (1 Giovanni 5:13)
“Chissà se riuscirò a fare abbastanza per guadagnarmi il
favore di Dio!” – “Basteranno tutte le mie buone opere per
andare in Paradiso?” – “Quanto devo portare a Dio per ottenere
la salvezza?” – “Mi sto sforzando tanto per essere come Dio
vuole”.. – “Il mio impegno è fare tutto quello che
posso per ricevere il perdono di Dio”. – “Nonostante i miei
sacrifici, mi rendo conto che non riesco a vivere secondo lo standard di Dio”.
Non so in quale o in quali di queste dichiarazioni o domande ti riconosci. Posso
solo dirti che nessuna è corretta agli occhi di Dio e nessuna rispecchia
il Suo pensiero espresso nella Bibbia. Infatti, la vita eterna, la salvezza
e il Paradiso non si conquistano, ma si ricevono in dono dal Signore in seguito
a un sincero atto di fede, cioè credere in Gesù come Colui che
è stato mandato per espiare il nostro peccato e che è risorto
vincendo il peccato e la morte. Credi questo? Se sì, hai la vita eterna.
r.b.
Lunedì 3 Dicembre 2012
“ABRAAMO RIMASE ANCORA DAVANTI AL SIGNORE”. (Genesi 18:22)
Rimanere davanti al Signore. In che modo si può stare davanti a Dio?
E con quale atteggiamento? Sicuramente prostrati in silenzio davanti ai Suoi
piedi. Lo hai mai fatto? Restare in silenzio davanti alla divina maestà
del Creatore. Un silenzio colmo di significato. Una paziente attesa di ricevere
dal Signore la gioia della comunione con Lui, cioè quel rapporto infinitamente
profondo che Egli desidera avere con la Sua creatura. Dio desidera comunicare
con te. Dio ti ama e si vuole rivelare a ogni essere umano disposto ad assumere
questo atteggiamento di umiltà, proprio come Abraamo. E poi rimanere
ancora davanti al Signore. Il termine ‘ancora’ ci parla della continuità
della relazione che Abraamo desiderava mantenere con Dio. Comunione profonda
che dà il senso alla vita. Conoscendo il Signore ed essendo da Lui conosciuti,
si ha la pienezza della vita. Unicamente attraverso questo vicendevole rapporto
si ottiene ogni giorno, ogni istante, la forza per andare avanti con la gioia
della presenza di Dio in noi. Grazie, Signore per la comunione che possiamo
godere con TE! e.m.
Martedì 4 Dicembre 2012
“STRACCIATEVI IL CUORE, NON LE VESTI; TORNATE ALL’ETERNO”.
(Gioele 2:13)
La nostra è la società dell’immagine e, pian piano, ha sostituito
il senso delle cose. In tutti i campi è più importante l’involucro
esterno e non il suo contenuto. Il Signore ebbe già a dire al profeta
Samuele: “l’Eterno non guarda a ciò che colpisce lo sguardo
dell’uomo; l’uomo guarda all’apparenza, ma l’Eterno
guarda al cuore” (1 Samuele 16:7). Al Signore interessa solo una cosa:
il nostro cuore! C’è un posto benedetto, lontano da occhi indiscreti
dove abbiamo la possibilità di avere comunione solo con il Padre: la
nostra cameretta nella quale possiamo chiuderci per pregare! Ho visto spesso
il cielo nella mia cameretta; lì siamo invitati ad aprire il nostro cuore
e a permettere a Lui di intervenire con il Suo perdono, il Suo amore, le Sue
benedizioni. Non atti esteriori che cercano l’approvazione degli altri,
ma un cuore rotto davanti a Lui: solo così possiamo tornare a Lui. Egli
poserà lo sguardo per fare del bene solo su chi ha il cuore rotto. Non
dimentichiamoci oggi di passare del tempo con Lui per farci investigare dalla
Sua Parola; non ha importanza la quantità, ma la qualità del tempo.
p.p.
Mercoledì 5 Dicembre 2012
“PAOLO, QUANDO VIDE I FRATELLI, RINGRAZIÒ DIO E SI FECE CORAGGIO”.
(Atti 28:13)
Quando era ancora in vigore il servizio di leva obbligatorio, “fui costretto”
a uscire fuori dalla città in cui ero nato. Contrariamente a quello che
gli altri dicevano a proposito del servizio militare, feci molte esperienze
utili, belle e incoraggianti delle quali conservo ancora oggi un caro ricordo.
In modo particolare, e non smetto di ringraziare il Signore per questo, conobbi
molti fratelli con i quali ebbi modo di condividere la mia stessa fede in Dio.
Passarono pochi anni e mi ritrovai di nuovo lontano dalla mia città per
fare dei corsi di formazione che mi avrebbero, in seguito, inserito nel mondo
del lavoro. Anche in quel caso feci la conoscenza di altri fratelli che mi aiutarono,
pensate un po’, per un anno intero, facendomi sentire come a casa. È
proprio vero quello che dice la Parola di Dio: quelli che hanno creduto nel
Signore diventano membri della grande famiglia spirituale di Dio con la quale
condividono gioie e difficoltà (confronta Efesini 2:19). Ecco la ragione
per cui l’apostolo Paolo, dovunque si recasse, incontrava i fratelli e
ne riceveva incoraggiamento. s.v.
Giovedì 6 Dicembre 2012
“CHI HA PIETÀ DEL BISOGNOSO ONORA IL CREATORE”. (Proverbi
14:31)
Un’eco perfetto di questo concetto si ritrova nelle parole di Gesù
quando disse: “In quanto lo avete fatto a uno di questi Miei minimi fratelli
lo avete fatto a Me” (Matteo 25:40). Perciò, quando aiutiamo che
è nel bisogno sacrificando il nostro tempo e il nostro denaro, mandiamo
un messaggio di solidarietà a chi aiutiamo direttamente, ma, nello stesso
tempo, onoriamo Colui che ci ha creati. Il messaggio trasversale è: “Tu
sei nel bisogno, io non mi volto dall’altra parte, ma vengo in tuo aiuto
e nel farlo, ricordo a me e a te che abbiamo uno stesso e unico Creatore”.
Il buon Samaritano è un bello esempio di uomo capace di vedere un bisogno
e di rispondervi in maniera ragionata e oculata. Noi tutti dovremmo tenere gli
occhi più aperti sui bisogni delle persone con cui veniamo in contatto.
Non è mai un caso se sulla nostra strada troviamo qualcuno in difficoltà
e, se siamo credenti, il bene che potremo fare andrà molto al di là
delle necessità contingenti di quella persona. a.m.
Venerdì 7 Dicembre 2012
“ECCO, IO SONO LA SERVA DEL SIGNORE, MI SIA FATTO SECONDO LA TUA PAROLA”.
(Luca 1:38)
Mi piace l’esempio di Maria: era la serva del Signore e come tale si è
comportata, con profonda umiltà e saggezza. Mi piacciono tanto le parole
dette di lei quando ha assistito a qualche intervento di Gesù. È
scritto: Maria serbava in cuor suo tutte queste cose”. A lei Dio ha affidato
il compito di dare un corpo fisico al Messia, e niente di più, infatti
è detto di Maria che – era favorita dalla grazia (Luca 1:28) e
non elargitrice di grazia. – sarebbe stata chiamata beata (Luca 1:48)
e non mediatrice o corredentrice. –il suo cuore sarebbe stato trafitto
dal dolore e così fu. –era una peccatrice, infatti chiamò
Dio suo Salvatore (Luca 1:47). –dopo la nascita di Gesù visse una
vita normale e non soprannaturale. Ogni figlio di Dio ha un ruolo da svolgere
più o meno importante: la cosa essenziale è adempiere la volontà
di Dio con umiltà, consapevoli di essere al Suo servizio. Ricordiamoci
che così siamo addirittura considerati Suoi collaboratori. (1 Corinzi
3:9). w.g.
Sabato 8 Dicembre 2012
“GESÙ SARÀ CHIAMATO FIGLIO DELL’ALTISSIMO”.
(Luca 1:32)
Queste parole furono pronunciate dall’angelo Gabriele quando annunciò
a Maria la sua prossima gravidanza e la nascita del Messia. C’è
da notare che per ben due volte l’angelo sottolineò il fatto che
Gesù sarebbe stato Figlio di Dio e questo per ribadire che stava per
verificarsi il miracolo più grande di tutti i tempi: Dio che prendeva
forma di uomo e veniva fra noi per compiere la Sua opera di redenzione e di
espiazione. Il fatto che Gesù sia Figlio di Dio, cioè Dio stesso,
seconda persona della Trinità, è di fondamentale importanza, perché
nessuno, se non Dio stesso, avrebbe potuto fare ciò che Gesù ha
fatto e cioè realizzare un sacrificio che avesse valore espiatorio per
i peccati di tutta l’umanità. Gesù dunque non è un
dio minore, o poco più di un angelo come qualcuno vorrebbe farci credere,
ma è Dio a pieno titolo insieme al Padre e allo Spirito Santo. Attenzione
dunque a non dare il giusto valore a ciò che Lui ha detto e fatto. f.a.
Domenica 9 Dicembre 2012
“CRISTO È LA NOSTRA PACE”. (Efesini 2:14)
Ho dei nuovi vicini di casa. Quasi tutte fanno festa e si divertono con gli
amici fino a tardi, sotto un tetto circondato da preghiere tibetane e un acchiappasogni.
Con tutto il rispetto per le convinzioni e lo stile di vita altrui, non posso
fare a meno di notare la tristezza e la mancanza di serenità sui loro
volti irrequieti quando sono da soli. Cosa manca davvero? In molti modi si cerca
oggi di afferrare e trattenere quella pace che sfugge. C’è chi
pensa che si possa trovare nello svago, nelle amicizie, o dentro di sé.
Ma la pace è Cristo! Una pace non campata per aria! Egli è Dio
diventato uomo. Ha sacrificato sé stesso per noi, espiando le nostre
colpe che ci ostacolano e derubano della pace con Dio, col prossimo e con noi
stessi. È morto e risorto per esser la nostra pace. Credi in Colui che
ti ha dato la vita, che ti protegge, ti sostiene, che ha pietà di te,
ti perdona e ti risparmia dalla morte eterna. a.p.
Lunedì 10 Dicembre 2012
“ABRAMO DISSE A LOT: TI PREGO, NON CI SIA DISCORDIA TRA ME E TE”.
(Genesi 13:8)
Se a un giovane del nostro tempo ponessimo questa domanda: “Cos’è
la mansuetudine?”, probabilmente non saprebbe rispondere tanto il termine
è caduto in disuso, oppure lo assocerebbe alla debolezza o alla inettitudine.
Eppure la Bibbia dà una grande attenzione a questa parola che esprime
una virtù di grande valore. “Beati i mansueti perché erediteranno
la terra” disse Gesù (Matteo 5:5) e Gesù stesso si definì
“mansueto e umile di cuore” (Matteo 11:28). Essere mansueti vuol
dire avere un giusto concetto di sé stesso ed essere umili con gli altri.
Il mansueto non è pretenzioso e non chiede nulla per favorire i suoi
privilegi. Abramo fu un uomo mansueto che, di fronte a una scelta importante
per la sua vita che doveva condividere con Lot, per evitare ogni discordia lasciò
a quest’uomo l’iniziativa senza condizioni. Abramo confidava nel
Dio che lo aveva chiamato e la sua fede fu premiata. Se avete una Bibbia andate
a leggere questa storia che è molto bella. g.b.
Martedì 11 Dicembre 2012
“SIGNORE, MOSTRAMI UN SEGNO DEL TUO FAVORE!”. (Salmo 86:17)
Nei versetti 14-16 di questo Salmo, Davide chiede a Dio di dargli forza, perché
degli uomini superbi erano insorti contro di lui. Chiede anche che gli sia mostrato
un segno del Suo favore: la salvezza, affinché coloro che l’odiavano
potessero vedere sapere che Dio è all’opera. Un giorno alcuni scribi
e farisei chiesero a Gesù un segno ed Egli rispose che nessun segno sarebbe
stato dato a quella generazione malvagia e adultera, tranne il segno del profeta
Giona che stette nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. Così il
Figlio dell’uomo (Gesù) sarebbe stato nel cuore della terra tre
giorni e tre notti (Matteo 12:38-40). Ancora oggi alcune persone, come quegli
scribi e farisei, chiedono un segno del Suo favore: un miracolo per poter credere.
Dio Padre, però, questo segno lo ha già mostrato: per il grande
amore che ha avuto per noi peccatori, ci ha donato il Suo unico Figlio per riscattarci
dai nostri peccati, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia
vita eterna (Giovanni 3:16). n.s.
Mercoledì 12 Dicembre 2012
“L’ETERNO È IL NOSTRO RE”. (Isaia 33:22)
In tante nazioni, oggi, i regnanti non sono altro che figure di rappresentanza.
Storicamente, però, erano come dèi, in quanto erano loro stessi
che dettavano le leggi (buone o cattive che fossero), e tutti dovevano osservarle,
pena la morte. Anzi, i re avevano un potere assoluto e non avevano nessuno a
cui rendere conto del proprio operato. Considerata in questo contesto, la frase
del versetto di oggi assume un significato molto diverso rispetto a quello che
potrebbe avere per noi. Gli Israeliti avevano provato che cosa volesse dire
essere governanti da re malvagi. Con questa affermazione, quindi, dichiaravano
di aver scelto di sottomettersi alla signoria di Dio, perché avevano
capito che, oltre a essere potente, Egli era anche giusto e misericordioso.
Cose di altri tempi? No, vale anche per i Suoi nel mondo di oggi. h.p.
Giovedì 13 Dicembre 2012
“NOI TUTTI ERAVAMO PER NATURA FIGLI D’IRA”. (Efesini 2:3)
La parola ira ha una connotazione negativa perché evoca il ricordo di
episodi spiacevoli in cui per rabbia abbiamo talvolta perso il controllo e abbiamo
magari detto o fatto cose di cui ci siamo successivamente pentiti. Queste reazioni
emotive e incontrollate, di fronte a contrarietà o a situazioni non belle,
fanno parte purtroppo della nostra natura, ma davanti a Dio vengono considerate
come peccato. Nella Bibbia si parla anche, utilizzando una parola presa dal
linguaggio umano, dell’ira di Dio. Tuttavia l’ira divina non è
mai un atto incontrollato ma è piuttosto un atteggiamento imparziale
e costante connesso alla santità di Dio nei confronti del peccato. Abbiamo
visto fino a qui esclusivamente il lato negativo dell’ira, sia essa la
nostra derivante dal peccato, sia quella divina dovuta alla Sua giustizia e
santità. Ma la buona notizia del Vangelo è che, credendo nell’opera
di Gesù Cristo, morto per i nostri peccati sulla croce, siamo liberati
dall’ira di Dio e dal giudizio. s.p.
CALENDARIO 2011
Cara lettrice, caro lettore,
un nuovo anno è iniziato. Ti auguriamo che tu possa essere benedetto
dal Signore Gesù Cristo e scoprire quanto Egli ti ama. Questo calendario
ha lo scopo di portarti il messaggio della Bibbia che ti incoraggiamo a meditare
quotidianamente. Preghiamo che in quest’anno tu comprenda l’unicità
di Gesù Cristo e quanto Egli ha fatto per te quando ha sparso il Suo
sangue per aprirti la strada a Dio. Ricorda: il messaggio della Bibbia produce
fede, pace e speranza e dà la comprensione dei pensieri di Dio! Pertanto,
se seguirai il riferimento biblico quotidiano, che ti porterà attraverso
tutto il Nuovo Testamento in un anno, ne avrai gran beneficio! Puoi anche ascoltare
uno studio sistematico dell’intera Bibbia via Radio – telefona alla
CRC: Tel. 0362-245400 o consulta il sito www.bibbia.it Oppure puoi ascoltare
l’emittente cristiana live: www.radiorisposta.org
CHIESA EVANGELICA (TRIESTE). Via della Madonnina n.43 Questo calendario è
gratuito, a chi interessa averlo, per gli interessati rivolgersi alla Chiesa.
Cell. 333-5250511 (Matteo)
Possa il Signore parlare al tuo cuore e spingerti a ricercare la Sua presenza
tutti giorni.
Sabato 1 Gennaio 2011
“CI SONO STATE ELARGITE LE SUE PREZIOSE E GRANDISSIME PROMESSE”.
(2 Pietro 1:4)
L’attesa è stata sempre una delle caratteristiche peculiari del
popolo di Dio. Abramo attese per molti anni il figlio che Dio gli aveva promesso.
Mosè attese quaranta anni prima che Dio potesse usarlo per liberare il
Suo popolo. Davide attese molto tempo dopo essere stato unto re prima di salire
al trono. Il popolo di Israele attese per molti secoli il Messia promesso. La
Chiesa attende il ritorno di Gesù. Forse anche noi abbiamo atteso il
nuovo anno con la speranza di un futuro migliore. Eccolo, il nuovo anno è
arrivato, ma forse più che della speranza che ci porta il nuovo anno
è prezioso per noi appropriarci delle promesse di Dio che hanno avuto
nel passato e avranno nel futuro di loro compimento con sicurezza assoluta.
In particolare la promessa più grande che Gesù ha fatto a ciascuno
di noi: “Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo
unico Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita
eterna” (Giovanni 3:16). I credenti vivono la gioiosa attesa nella certezza
di incontrare il Signore che li ha riscattati e salvati, e tu? g.b.
Domenica 2 Gennaio 2011
“GIOISCANO E SI RALLEGRINO IN TE QUELLI CHE CERCANO”.
(Salmo 40:16)
La storia dell’uomo è stata sempre contrassegnata da un susseguirsi
di ricerche e di scoperte. Se non ci fosse stata la molla della curiosità
e della sete di conoscenza, non avremmo mai registrato alcun progresso né
miglioramento in nessun campo della nostra esistenza. Probabilmente nessuno
di noi ha mai fatto parte di una squadra di ricercatori, però tutti possiamo
indirizzare il nostro impegno in campo spirituale alla ricerca di Dio e della
Sua comunione. Chi fa ricerca spesso ottiene dei risultati inaspettati, talvolta
quasi per caso, ma nutre sempre la speranza di poter fare una scoperta utile
per l’umanità. Chi ricerca Dio, invece, non nutre solo vaga speranza,
bensì possiede una certezza. Il nostro sforzo non sarà mai inutile,
ma otterrà come risultato una gioia profonda e stabile e un senso di
benessere interiore anche nei momenti di buio e difficoltà. La base di
questa gioia è la fiducia che il Padre celeste ci ama e dirige ogni cosa
verso il bene. s.p.
Lunedì 3 Gennaio 2011
“IN CRISTO SONO NASCOSTI TUTTI I TESORI DELLA SAPIENZA E DELLA CONOSCENZA”.
(Colossesi 2:2,3)
Il mondo intero è pieno di tanti presunti sapienti e dotti, i quali però
nei momenti di difficoltà si sentono persi o brancolano nel buio proprio
come tutti. L’ultima crisi finanziaria mondiale ne è una dimostrazione
evidente. Gesù Cristo rappresenta l’unica fonte della sapienza
e della conoscenza per ogni creatura umana. Perché essendo Figlio di
Dio conosce i veri bisogni dell’essere umano; conosce la sua natura, il
suo destino, i suoi desideri! Un umile figlio di un falegname ha prodotto tanti
figli per Dio Padre. Gesù conosce i nostri cuori, il fulcro vero della
vita, e le risposte che sa dare soddisfano proprio questo e non solo la mente.
Egli è la vera risposta alle domande che più ci inquietano: perché
siamo nati, perché viviamo, dove andremo dopo la morte, ecc... Nessun
dotto di questa terra potrà soddisfare queste domande e, se lo fa, lo
fa con delle ipotesi. Ma sia ringraziato Gesù Cristo perché, per
chi crede in Lui, le Sue parole sono delle certezze. p.p.
Martedì 4 Gennaio 2011
“IL SIGNORE COMPIE QUANTO AVEVA DETTO”.(Geremia 51:12)
Dio annunciò un diluvio. È avvenuto. Dio predisse come sarebbe
nato, vissuto e morto Suo figlio Gesù. Tutto è avvenuto come predetto.
I profeti annunciarono diversi giudizi sulle nazioni, da parte di Dio. Molti
si sono avverati puntualmente e dettagliatamente. Nella Bibbia ci sono ancora
diverse profezie non ancora compiute, ma da una lettura accurata, potremmo renderci
conto che i tempi stanno maturando; ci sono segnali chiari e indiscutibili di
come la storia si stia evolvendo e allora tutte le profezie saranno adempiute.
Se vuoi conoscere il piano di Dio per l’uomo e per la Terra, puoi farlo
leggendo la Sua Parola e così potrai realizzare che facciamo parte di
un piano preciso e che nessuna parola pronunciata da Dio è decaduta senza
avverarsi. Se ciò ti fa sentire sollevato, bene, vuol dire che sei pronto.
Se invece tutto questo ti preoccupa, fai ancora in tempo ad approfondire queste
verità così importanti e metterti al sicuro. m.f.
Mercoledì 5 Gennaio 2011
“FIN QUI L’ETERNO CI HA SOCCORSI”. (1 Samuele 7:12)
In questi ultimi anni ho conosciuto alcune persone con problemi molto seri,
di natura fisica, psicologica o spirituale, che non sempre riescono a risolvere.
Sono reali, difficili da superare, e mettono a dura prova la resistenza e le
capacità umane. La vita dell’uomo è simile a un campo di
battaglia in cui troppo spesso veniamo sopraffatti dalle circostanze, perché?
la strategia che scegliamo di seguire è sbagliata. Anticamente, il popolo
eletto di Dio vinceva le sue battaglie soltanto se combatteva nel nome dell’Eterno,
cioè secondo la volontà di Dio, trasmessa mediante i profeti.
Un giorno Israele vinse contro i Filistei grazie all’intervento soprannaturale
di Dio. Volendo ricordare quell’evento miracoloso, il profeta Samuele
prese una pietra e disse: “Fin qui l’Eterno ci ha soccorsi”.
L’intervento divino fu decisivo per la vittoria finale. Le battaglie della
vita saranno molte e impegnative. Interrogati dunque, con la massima serietà:
quante battaglie continuerai ad affrontare senza cercare la guida spirituale
e il soccorso del Signore? s.v.
Giovedì 6 Gennaio 2011
“PREGO ANCHE PER QUELLI CHE CREDONO IN ME, PER MEZZO DELLA LORO PAROLA”.
(Giovanni 17:20)
Che bello: Gesù ha pregato anche per me! Sì, proprio per me. Infatti
o ho creduto in Lui, non perché Lo abbia visto o udito di persona, ma
ho creduto col cuore e ho confessato con la bocca che Gesù è il
Signore vivente tramite gli insegnamenti che gli apostoli hanno lasciato per
iscritto nel Nuovo Testamento. Questo mi riempie il cuore di gioia e mi fa venire
alla mente le parole che l’apostolo Pietro scrisse ai credenti del 1°
secolo: “…Gesù Cristo, voi Lo amate, pur senza averLo visto,
e ora senza vederLo credete in Lui” (1 Pietro 1:18). Magnifico! Anche
ai tempo del Nuovo Testamento c’erano persone nella nostra stessa situazione.
Non avevano visto Gesù, ma credevano in Lui tramite la parola degli apostoli;
e Gesù aveva già in anticipo pregato anche per loro. E tu? Puoi
affermare di aver creduto in Gesù attraverso la Parola scritta? Sei stato
anche tu oggetto della preghiera di Gesù! e.m.
Venerdì 7 Gennaio 2011
“IL PADRE VI DIA DI ESSERE POTENTEMENTE FORTICATI NELL’UOMO INTERIORE”.
(Efesini 3:16)
Quando preghiamo, tropo spesso di direbbe che abbiamo paura di chiedere. Paolo,
in questa sua preghiera, non ha certo questo timore. Osa chiedere il massimo.
Non misura le cose sui nostri bisogni, ma sulla ricchezza e la potenza di Dio.
Perciò possiamo avere al di là di ogni immaginazione. La forza
di Dio in noi la capacità di abbracciare, cioè di arrivare in
qualche modo a capire la grandezza dell’amore di Dio, la certezza che
per quanto osiamo chiedere Dio ci darà molto di più. Allora, quale
situazione, per quanto difficile e incomprensibile ai nostri occhi, potrebbe
farci paura? La nostra forza interiore non dipende da noi, dalla profondità
della nostra fede, dalla nostra ubbidienza e sottomissione, no, dipende tutto
da Dio e dalla Sua incomparabile perfezione, dal Suo amore che si misura sulla
realtà infinita del Creatore. Ecco perché possiamo avere forza
e rendercene conto nel momento in cui ne abbiamo bisogno. Dio non arriva mai
tardi con le Sue risposte e i Suoi esaurimenti. v.n.
Sabato 8 Gennaio 2011
“L’ETERNO DÀ LA SAGGEZZA; DALLA SUA BOCCA PROVENGONO LA SCIENZA
E L’INTELLIGENZA”. (Proverbi 2:6)
Salomone, al momento di diventare re in Israele, chiese a Dio “un cuore
intelligente… per discernere il bene dal male” e governare bene
il popolo. Dio lo esaudì e, secondo il Suo giudizio è stato l’uomo
più sapiente che sia mai esistito e esisterà (se non ci credi
leggi nella Bibbia 1° Re 3:12). Salomone ha affermato che la fonte della
sapienza vera è il timore del Signore e il suo principio è: “Acquista
la sapienza; si, a costo di quanto possiedi, acquista l’intelligenza”
(Proverbi 4:7). Non dobbiamo mai pensare di saper abbastanza. C’è
sempre da imparare. E ciò che impariamo deve essere sempre valutato alla
luce della Parola di Dio e filtrato dal nostro timore di Dio. Nel Nuovo Testamento
c’è una descrizione delle qualità della saggezza che Dio
è pronto a darci (Giacomo 1:5,6). Essa “innanzi tutto è
pura: poi pacifica, mite, conciliante, piena di misericordia e di buoni frutti,
imparziale, senza ipocrisia” (Giacomo 3:17). Basta chiedergliela! m.t.s.
Domenica 9 Gennaio 2011
“ECCO, L’ETERNO, IL NOSTRO DIO, CI HA FATTO VEDERE LA SUA GLORIA
E LA SUA MAESTÀ”. (Deuteronomio 5:24)
Israele poté vedere la gloria di Dio sul monte Sinai. Può sembrare
un grande privilegio, eppure sta scritto che il non ne fu per niente entusiasta.
Tutt’altro. Furono presi da autentico terrore: temettero seriamente di
lasciarci la pelle. E gridarono atterriti a Mosè: “Ma ora perché
dovremmo morire? Questo gran fuoco ci consumerà; noi moriremo se continuiamo
a udire la voce del SIGNORE, il nostro Dio” (Deuteronomio 5:25). Eppure
a Marta Gesù disse: “Non ti ho detto che se credi, vedrai la gloria
di Dio?” (Giovanni 11:40). Certamente Gesù non voleva che Marta
morisse. Anzi, voleva che avesse vita, e vita eterna. Soltanto credendo in Gesù
possiamo oggi per fede, “vedere la gloria di Dio”, anche se non
Lo possiamo ancora vedere fisicamente. È una gloria che si presenta a
noi come grazia, perché il Signore Gesù un giorno ha pregato:
“Padre, Io voglio che dove sono Io, siano con Me anche quelli che Tu Mi
hai dati, affinché vedano la Mia gloria che Tu Mi hai data” (Giovanni
17:24). m.c.
Lunedì 10 Gennaio 2010
“GESÙ INSEGNAVA LORO COME UNO CHE HA AUTORITÀ”. (Matteo
7:29)
Mi sono più volte chiesto quale aspetto della persona di Gesù
abbia indotto le persone, che avevano ascoltato con attenzione il Suo lungo
“discorso sulla montagna”, ad accreditarlo “come uno che ha
autorità”. Sarà stato il tondo suadente della Sua voce o
il gesticolare delle braccia e delle mani con cui aveva accompagnato le Sue
parole? Non credo che il giudizio della folla sia stato condizionato dalla Sua
oratoria o dalla Sua mimica, ma piuttosto dal contenuto del Suo insegnamento.
Sono le parole di Gesù rivelò: “Noi parliamo di ciò
che sappiamo e testimoniamo di ciò che abbiamo visto” (Giovanni
3:11). Le Sue parole erano frutto e testimonianza della Sua conoscenza diretta
di Dio (Egli stesso era Dio!), non erano frutto, come le parole degli uomini,
di ipotesi o supposizioni. Ma certamente non basta riconoscere l’autorità
di Gesù: occorre anche sottomettersi a essa, prendere sul serio le Sue
parole
credere! p.m.
Martedì 11 Gennaio 2011
“IL SIGNORE TI HA FATTO CONOSCERE CIÒ CHE È BENE”.
(Michea 6:8)
L’intero versetto recita così: “O uomo, Egli ti ha fatto
conoscere ciò che è bene: che altro richiede da te il Signore,
se non che tu pratichi la giustizia che tu ami la misericordia e cammini umilmente
con il tuo Dio?”. Questi uomini a cui si rivolge Michea si domandavano
come poter piacere a Dio in maniera del tutto esteriore. È triste pensare
che Dio aveva operato per loro miracoli di ogni genere aveva inviato profeti
per insegnare loro la via da seguire, eppure erano rimasti nella cecità
spirituale, con il cuore chiuso davanti all’amore del Signore. Anche oggi
che abbiamo nelle mani l’intera Parola di Dio e che viviamo nel tempo
della grazia, iniziato con l’opera di redenzione compiuta dal Signore
Gesù sulla croce, gli uomini inventano religioni per cercare il modo
di compiacere in qualche maniera a Dio. Ma onestamente, di fronte alla perfetta
giustizia e santità di Dio, cosa potremmo mai offrire? Ecco perché
il Signore in Proverbi 23:26 dice: “Figlio mio, dammi il tuo cuore e gli
occhi tuoi prendano piacere nelle Mie vie”. w.g.
Mercoledì 12 Gennaio 2011
“RIDERANNO DELL’UOMO CHE AVEVA FIDUCIA NELL’ABBONDANZA DELLE
SUE RICCHEZZE”. (Salmo 52:6,7)
Questo Salmo descrive due uomini profondamente diversi l’uno dall’altro.
Si muovono su questa terra con motivazioni e speranze opposte. I punti di contatto
fra l’uno e l’altro inesistenti. Uno si muove senza la benché
minima consapevolezza di essere una creatura che dovrà rendere conto
al Creatore, e quindi, fondamentalmente, confida in sé stesso, nella
sua ricchezza, nella sua capacità di cavarsela sempre e comunque. La
fama e i beni materiali di cui dispone gli comunicano una profonda sicurezza.
Forte di ciò che ha accumulato, vive come un super uomo, ha deliri si
onnipotenza che lo portano ad agire in modo perverso, pur di confermare come
valido il suo stile di vita. L’altro pone la sua fiducia in Dio. Si sente
forte come una pianta di ulivo, ma solo perché affonda le sue radici
in quell’amore immutabile, sa di essere una creatura, è consapevole
dei suoi limiti, non mette la sua fiducia nelle cose che si vedono e che si
possono toccare, ma in Dio. a.m.
Giovedì 13 Gennaio 2011
“IL SIGNORE CONOSCE QUELLI CHE SONO SUOI”. (2 Timoteo 2:19)
Molti, tanti, troppi si definiscono cristiani con superficialità. C’è
chi pensa di essere cristiano semplicemente perché i genitori lo sono
o lo erano. Altri credono che il cristianesimo sia una religione e, visto che
santificano le feste e le ricorrenze varie, si sentono a posto. C’è
ancora chi si sforza di diventare degno del nome cristiano e si impone rigide
regole, preghiere fisse, pellegrinaggi, ecc. Ma questo versetto mette in chiaro
che la Bibbia non è né un libro di religione né un libro
di regole da seguire. La Bibbia è la lettera d’amore di Dio Padre
all’umanità ed è basata sulla relazione Padre/figli. Ecco
perché il Signore conosce i Suoi, perché sono figli divenuti tali
con la nuova nascita in Cristo Gesù. Dio non ha un fan-club, Dio non
ha un gruppo religioso a cui attenersi… DIO HA UNA FAMIGLIA! Dio, come
un Buon Padre, conosce i Suoi figli uno a uno. A proposito… Dio non ha
nipoti, ma solo figli e, perciò, devi fare una scelta personale per essere
adottato. Leggi e rifletti sul capitolo 5 di Romani. r.b.
Venerdì 14 Gennaio 2011
“PADRE, HO PECCATO CONTRO IL CIELO E CONTRO DI TE”. (Luca 15:18)
Ciò che fa riflettere in queste parole è che questo “figlio
prodigo” dice di aver peccato contro suo padre. Rileggendo la sua storia
vediamo però un giovane che cerca di vivere la sua vita, si fa dare la
sua parte di eredità e se ne va alla ricerca della sua strada. Quanti
giovani oggi fanno lo stesso! È vero che col suo vivere dissoluto “sperperò
i suoi beni” (versetto 13) tanto che arrivò a desiderare il cibo
dei maiali per potersi sfamare. Ma, così facendo, ha fatto del male a
sé stesso. Perché dice: “Padre ho peccato contro di te”?
La risposta la troviamo nelle parole successive quanto dice: “non sono
più degno di essere chiamato tuo figlio” (versetto 19). Egli non
aveva ricevuto in dote solo beni materiali, ma anche una eredità morale,
quella dignità filiale che era fortemente legata al “buon nome”
del padre. Anche quando pecchiamo noi, non facciamo male solo a noi stessi,
ma disonoriamo Dio. t.m.
Sabato 15 Gennaio 2011
“L’ETERNO VOLGA I NOSTRI CUORI VERSO DI LUI”. (1 Re 8:57,58)
Queste parole furono pronunciate dal re Salomone nella preghiera che rivolse
al Signore al termine della costruzione del tempio, quando esso fu consacrato.
Il grande re Salomone, figlio di Davide, era ben consapevole del fatto che abbiamo
estremamente bisogno di questa azione di Dio volta ad attivare s Sé l’uomo.
Siamo per natura portati a vivere in modo indipendente da Dio, a regolare la
nostra esistenza secondo quello che a noi sembra giusto o sbagliato. Dovremmo
invece ricordarci che solo il Signore, che ci ha creati, sa perfettamente che
cosa per noi è buono e che cosa non lo è. Risuona dunque attualissima
la preghiera di Salomone: “Signore, volgi il nostro cuore verso di Te”.
Questa è la richiesta che dovremmo fare nostra ogni giorno. f.a.
Domenica 16 Gennaio 2011
“IO, IO SONO L’ETERNO, E FUORI DI ME NON C’È SALVATORE”.
(Isaia 43:11)
Da un’auto in fiamme proviene una disperata richiesta d’aiuto. Le
persone accorse girano freneticamente intorno all’auto, accennano ad avvicinarsi,
ma arretrano immediatamente: il calore è troppo elevato. Un senso di
grande frustrazione e impotenza pervade tutti, perché nessuno ha gli
strumenti adatti per salvare il malcapitato dalle fiamme. Arrivano finalmente
i vigili del fuoco che, perfettamente attrezzati, in pochi secondi domano l’incendio
ed estraggono l’automobilista ancora in vita, salvandolo. Ecco cos’è
un salvatore: qualcuno che ha gli strumenti adatti per soccorrere efficacemente.
Allo stesso modo, l’uomo è avvolto dalle fiamme del peccato che
divorano la sua vita e lo condannano alla eterna separazione da Dio. Occorre
un salvatore; ma nessun idolo, nessun uomo, religioso, ateo p filosofo che sia,
ha gli strumenti adatti per salvare l’uomo dal suo peccato. L’Eterno
Dio è il Creatore e l’unico Salvatore. Egli ha provveduto ogni
cosa per scampare l’uomo dal peccato. Rivolgiamo solo a Lui la nostra
invocazione d’aiuto ed Egli interverrà e ci salverà. d.p.
Lunedì 17 Gennaio 2011
“ESAMINAMI, O DIO, E CONOSCI IL MIO CUORE”. (Salmo 139:23)
Sarà capitato a tutti prima o poi di pensare di conoscere bene una persona,
per poi restare sorpresi dal suo comportamento in una certa situazione, e di
commentare: “Non era da lui/lei!”. Ma quanto bene possiamo conoscere
una persone? Probabilmente, scegliamo poche persone a cui rivelare i nostri
pensieri più intimi, perché temiamo di essere respinti se si conoscano
i nostri difetti e le cose di cui ci vergogniamo. Nel versetto suscitato il
re Davide, autore di questo Salmo, si rivolge a Dio innanzi tutto perché
riconosce che solo Lui sa che cosa c’è veramente nel suo intimo.
In secondo luogo, lo fa perché sa di essere accettato da Dio, nonostante
quello che è. Egli desidera camminare in stretta comunione con Dio e
non vuole avere neanche un pensiero che Dio non approvi, perché sa che
i desideri sbagliate, e vuole evitarlo a tutti i costi. h.p.
Martedì 18 Gennaio 2011
“POICHÉ TI SEI UMILIATO DAVANTI A ME, ANCH’IO TI HO ASCOLTATO
DICE L’ETERNO”. (2 Cronache 34:27)
Queste parole sono rivolte al re del popolo di Dio. Giosia. Dietro a esse c’è
tutta una storia. Al re viene presentato un libro, non un libro qualunque: il
Libro della Legge del Signore che in quei tempi difficili era caduto nel dimenticatoio.
Giosia è scosso profondamente dalle parole di questo Libro, si umilia,
piange perché si rende conto della miseria spirituale sua e del suo popolo.
Questo non gli basta ancora: cerca un profeta che abbia per lui una parola da
parte di Dio. La parola a lui rivolta è severa, ma Giosia l’accetta:
ecco perché il Signore può dirgli: “Io ti ho ascoltato”
(2 Cronache 34:14-28). Oggi viviamo in tempi molto diversi, ma la realtà
è sempre questa: dobbiamo scoprire, o riscoprire la Parola di Dio ce
ci sconvolge e tocca il nostro cuore, che si rivolge a noi personalmente con
severità, ma con amore. Se ascoltiamo e ubbidiamo come il re Giosia,
il Signore dirà anche a noi: (Io ti ho ascoltato”, perché
fra Lui e noi si stabilirà una relazione nuova, preziosa ed eterna, da
Padre a figlio. l.p.
Mercoledì 19 Gennaio 2011
“È EVIDENTE CHE NESSUNO È GUSTIFICATO MEDIANTE LA LEGGE
DAVANTI A DIO”. (Galati 3:11)
Provare a osservare la legge di Dio è come costruire un castello di carte:
basta mettere anche una sola carta in maniera maldestra e tutto il castello
crollerà. Potremmo anche osservare quasi tutti i comandamenti divini,
ma se ne manchiamo uno, abbiamo fallito su tutti. Nessuno può essere
dichiarato giusto mediante l’osservanza della Legge, perché anche
l’uomo più onesto prima o poi metterà una carta nella posizione
sbagliata; e firmerà così la sua condanna. Che questa sia una
verità evidente, ce lo dice non solo la Scrittura, ma anche l’esperienza
e la nostra coscienza, che attestano l’impossibilità di soddisfare
completamente quegli standard morali così alti richiesti da Dio. L’unico
modo per comparire legalmente giusti davanti a Dio è credere nel sacrificio
espiatorio della croce, lavare nel Suo sangue tutti i nostri peccati, dire sì
all’offerta gratuita di perdono che ci fa il Signore Gesù Cristo.
m.m.
Giovedì 20 Gennaio 2011
“QUANDO VEDRETE ACCADERE QUESTE COSE, SAPPIATE CHE GESÙ È
VICINO, ALLE PORTE”. (Marco 13:29)
Mentre scrivo queste riflessioni, è in atto una crisi finanziaria ed
economica globale, che non si riesce ancora a risolvere e che è un segno
degli ultimi tempi. Il Signore Gesù sta per ritornare! La Sua prima venuta
è stata in umiltà, la seconda sarà con gloria e potenza
e avrà un carattere così straordinario, da cambiare ogni aspetto
della vita sul nostro pianeta. Ormai siamo nella fase finale della storia dell’umanità.
L’apostolo Paolo afferma che negli ultimi giorni i tempi saranno difficili
e ci descrive quali saranno, prima del ritorno del Signore, i segni caratteristici
della società: l’egoismo, l’amore per il denaro, la disarmonia
nella famiglia, l’arroganza, la ribellione ai genitori, l’apostasia,
la violenza, ecc. (2 Timoeo 3:1-2). Un altro segno della fine è la globalizzazione
in tutti i campi: economico, commerciale, culturale, politico e religioso. Siamo
ormai in un mondo globale senza frontiere. Tutto è pronto per il ritorno
in gloria del Signore Gesù Cristo. Sei pronto? Ti stai preparando? p.d.n.
Venerdì 21 Gennaio 2011
“IO VOGLIO RICORDARE LE BONTÀ DEL SIGNORE, CONSIDERANDO TUTTO CIÒ
CHE IL SIGNORE CI HA ELARGITO”. (Isaia 63:7)
La scontentezza e l’insoddisfazione sono come la nebbia che ci circonda
e ci impedisce di vedere le benedizioni che ogni giorno il Padre celeste ci
elargisce. Ma quando il sole riesce a far evaporare la nebbia, le cose che prima
non si vedevano improvvisamente appaiono intorno a noi e scopriamo le cose belle
e buone della vita. Rifletti, guardati attorno, discerni la realtà, apri
gli occhi su ciò che possiedi, materialmente e spiritualmente, considera
tutto il bene che ricevi ogni giorno dalle mani di Dio, ricorda ciò che
Egli ha fatto per te, riscopri e apprezza le cose alle quali ti sei abituato.
Chiedi a Dio di liberarti dall’abitudine di ricevere, e dall’infelicità
che deriva dal desiderio di avere sempre di più e di paragonarsi agli
altri. Hai tante ragioni per ricordare le Sue bontà e le Sue grazie e
per dimostrarGli la tua riconoscenza con la lode e l’adorazione che Egli
merita! g.f.r.
Sabato 22 Gennaio 2011
“IL MIO POPOLO HA DIMENTICATO ME, DA INNUMEREVOLI GIORNI”. (Geremia
2:32)
Umanamente ci è difficile comprendere come sia possibile associare la
tristezza alla persona di Dio. Pensiamo infatti che la tristezza sia uno di
quei sentimenti che meglio mettono in evidenza i nostri limiti umani. Se Dio
è perfetto, non può essere triste! Eppure, nel rivelarSi all’uomo,
più volte Dio fa riferimento alla Sua tristezza. Ma, mentre la nostra
è provocata dalla nostra condizione di peccatori con tutte le sue conseguenze,
la Sua è provocata esclusivamente dal Suo Amore. Dopo essersi preso cura
del popolo d’Israele, amandolo “come la pupilla del Suo occhio”,
Dio deve prendere atto (possiamo immaginare con quanta tristezza!) che questo
popolo gli ha voltato le spalle, si è dimenticato di Lui e non è
disposto a tornare a Lui, nonostante i Suoi ripetuti richiami. Il Suo Amore
non è stato corrisposto! E noi? Abbiamo corrisposto all’Amore che
Dio ci ha dimostrato donandoci in Cristo un perfetto Salvatore e Signore oppure
“da innumerevoli giorno” ci stiamo dimenticando di Lui? p.m.
Domenica 23 Gennaio 2011
“L’ETERNO HA MESSO NELLA MIA BOCCA UN CANTICO NUOVO A LODE DEL NOSTRO
DIO”. (Salmo 40:3)
Per esperienza Davide può dire che è beato colui che ripone la
sua fiducia nel Signore, perché Egli ascolta il suo grido e se ne prende
cura. La fiducia nel suo Liberatore ha portato Davide ad aspettare pazientemente
il Suo intervento. Anche se è difficile avere pazienza quando si vive
una situazione dolorosa, ne vale sempre la pena, perché si tratta di
aspettare i tempi di Dio, che sono perfetti, e perché la Sua volontà
è il meglio per noi, anche se non riusciamo sempre a vederlo subito.
Il risultato dell’aiuto di Dio nella vita di Davide è stato un
cuore ricolmo di riconoscenza e di lode verso Colui che è stato il suo
aiuto. La lode di Davide non è vuota, non consiste solo in semplici parole
dette ad alta voce. Piuttosto deriva dalla sua esperienza, dall’aver visto
il braccio di Dio all’opera, dal riconoscere le qualità di Dio.
Il suo cuore non può tacere e lo porta a dire: “Nessuno è
simile a Te”(Salmo 40:5) e.s.
Lunedì 24 Gennaio 2011
“SOCCORRICI, SIGNORE NOSTRO DIO, POICHÉ SU DI TE NOI CI APPOGGIAMO”.
(2 Cronache 14:10)
Il testo di oggi fa riferimento a un’accorata preghiera che Asa, re di
Giuda, rivolse al Signore in occasione dall’invasione da parte dell’esercito
etiope. Il risultato fu che, pur con un piccolo esercito (la meta rispetto a
quello etiope), Asa ottenne una schiacciante vittoria. Come Asa anche noi potremmo
trovarci ad affrontare situazioni e circostanze più grandi di noi e con
la consapevolezza di avere poca forza. In tali circostanze prendiamo esempio
da Asa. Umiliamoci davanti al Signore, chiediamo il Suo soccorso e per fede
appoggiamoci a Lui e la vittoria sicuramente verrà. Infatti il salmista
definisce beati coloro i quali trovano la loro forza nel Signore (Salmo 84:5).
n.s.
Martedì 25 Gennaio 2011
“CHIUNQUE CREDE IN LUI, NON SARÀ DELUSO”. (Romani 10:11)
Corrie ten Boom, autrice del libro “Il Nascondiglio” in cui narra
la sua esperienza durante la 2 Guerra Mondiale e la prigionia in un campo di
concentramento, ha scritto che alcune persone non riescono a raggiungere il
cielo solo per la distanza di 18 pollici, più o meno 45 cm. Questa è
la distanza che intercorre fra la mente e il cuore. Non è sufficiente
sapere che Gesù è morto per la nostra salvezza, è indispensabile
che questa conoscenza raggiunga il cuore e sia confessata apertamente. Purtroppo
un inganno ben riuscito del diavolo è quello di far pensare che “credere”
non sia abbastanza per essere salvati, ma occorra anche fare tante opere buone
per meritare la salvezza. Però bisogna prendere Dio in parola e fidarsi
di quello che dice, perché solo facendo così eviteremo di essere
ingannati e non saremo delusi, perché il Signore è fedele a ciò
che promette. o.t.
Mercoledì 26 Gennaio 2011
“GESÙ DISSE: NON TEMERE; SOLTANTO CONTINUA AD AVER FEDE”.
(Marco 5:36)
Parole semplici, rassicuranti, queste pronunciate da Gesù. Mi immagino
la scena: la folla vociante che preme tutto intorno, Gesù che parla,
con calma e autorevolezza, e l’uomo, avvilito e infelice, perché
ha appena saputo che la sua bambina, gravemente malata, è morta. Eppure
le parole di Gesù sono come un balsamo per lui. Non si abbandona alla
disperazione, ma Lo segue fino a casa, suo malgrado fiducioso che qualcosa possa
ancora succedere. E infatti il miracolo avviene: la bambina ritorna in vita.
Una situazione apparentemente senza soluzione, dal punto di vista umano, ma
non dal punto di vista di Dio. Ma perché Egli potesse agire, era necessario
che il protagonista della storia esercitasse la propria fede, riponendola in
Lui. Ti sembra che la tua condizione sia senza speranza? Pensi di aver toccato
il fondo? Il Signore ti dice: “Non disperare, guarda a Me, ti sto togliendo
la mano!”. Afferra la Sua mano e ascolta la Sua voce, e sii certo che
non te ne pentirai mai. a.r.m.
Giovedì 27 Gennaio 2011
“TUTTA LA TERRA RICONOSCERÀ CHE C’È UN DIO IN ISRAELE”.
(1 Samuele 17:46)
Queste parole furono pronunciate da Davide nei confronti di Goliath prima di
ucciderlo. Questo grande, che spaventa l’esercito ebraico, si trovò
ad affrontare non un guerriero, ma un pastorello pieno di fede in quello che
il suo Dio poteva compiere e che, prima di scagliare una pietra con la sua fionda,
fece questa affermazione. Non confidava nelle sue capacità militari,
ma nel fatto che Dio era il Re sovrano di ogni evento. Che grande lezione per
noi! La caratteristica primaria dei figli di Dio è che nel cielo esiste
un Dio potente pronto a intervenire a pro dei Suoi figli. Un giorno tutti gli
uomini piegheranno le loro ginocchia e riconosceranno Dio come il Signore, ma
la domanda è: quanti potranno chiamarLo anche Papà? Questo diritto
è riservato solo a coloro che hanno creduto in Gesù Cristo come
persona Salvatore. C’è un inno a me molto caro che recita: “Ho
un Buon Padre che mi aspetta in ciel!” Lo canterai con me nell’attesa
di abbracciare Dio come “Papà”? p.p.
Venerdì 28 Gennaio 2011
“SE SIETE DI CRISTO, SIETE DUNQUE DISCENDENZA D’ABRAAMO”.
(Galati 3:29)
Essere discendenza di Abraamo in questo caso significa far parte della promessa
di redenzione universale a lui fatta direttamente da Dio (Genesi 12:1-3). Questa
promessa di è compiuta nella persona del Signore Gesù, Messia
d’Israele e Signore e Salvatore del mondo. Se, come Abraamo, esprimiamo
fiducia nella parola che ci rivolge Dio oggi, accettando l’invito a ravvederci
e a credere nel Vangelo, diventiamo figli spirituali di Abraamo, perché
manifestiamo una fede simile alla sua. Questo non significa, come dice qualcuno,
che diventiamo ebrei (se non lo siamo già), e neppure “ebrei spirituali”.
Se siamo “gentili”, tali rimaniamo, e proprio in questo modo si
conferma la promessa fatta ad Abraamo di benedire in lui “tutte le famiglie
della terra”. In Cristo sia ebrei sia “gentili” possono diventare
per grazia eredi del mondo futuro, ma ciascuno nei modi e e nei tempi stabiliti
da Dio. m.c.
Sabato 29 Gennaio 2011
“L’ERBA SI SECCA, IL FIORE APPASSISCE, MA LA PAROLA DEL NOSTRO DIO
DURA PER SEMPRE”. (Isaia 40:8)
L’erba e il fiore nascono per poi appassire rapidamente. La Bibbia porta
alla nostra attenzione questa metafora per dirci che la nostra vita è
effimera, così come l’erba e il fiore: oggi ci siamo, domani non
ci siamo più. Al contrario, Dio non viene meno, così come la Sua
Parola che dura per sempre. Solo le promesse di Dio contenute nella Sua Parola
non appassiscono: nessuna realtà esterna comprometterà la loro
efficacia per il bene delle nostre vite. La vita con Dio può essere paragonata
ai fiori delle alte montagne che per lunghi mesi rimangono sepolti dalla neve:
sono pieni di energia e, quando il sole scioglie la neve, aprono in forma gloriosa
i loro petali di bellezza. Quello che rimane e che non sarà dimenticato,
è tutto ciò che Dio fa per il bene di chi Lo segue. s.b.
Domenica 30 Gennaio 2011
“DIO RISCATTERÀ L’ANIMA MIA, MI PRENDERÀ CON SÉ”.
(Salmo 49:15)
Chi ha fatto pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo esperimenta un gran
sollievo, una piena serenità e una profonda consapevolezza che i propri
peccati sono stati perdonati. La Parola di Dio dice che per coloro che si rifugiano
in Cristo Gesù “non c’è più nessuna condanna”
(Romani 8:1) e in Giovanni 1:12 è scritto che Dio dà loro “il
diritto di diventare Suoi figli”. Questo è stupendo, perché
si entra in un rapporto intimo con Dio: la Sua Parola diventa la guida costante,
una fonte di luce, la rivelazione delle Sue promesse, pane da mangiare, latte
spirituale. Il credente che si lascia trasformare dallo Spirito di Dio ha l’animo
alle cose del cielo, vuole piace a Cristo, aspira ad andare col Signore aspettando
il Suo ritorno, non teme più la morte perché Gesù l’ha
vinta, brama nella casa del Padre (Giovanni 14:1-3) e sa che Dio mantiene sempre
le Sue promesse. s.g.
Lunedì 31 Gennaio 2011
“CHI CERCA TROVA, DISSE GESÙ”. (Luca 11:10)
Questa espressione, diventata proverbiale, spesso viene usata per incoraggiare
o motivare gli altri ad impegnarsi a fondo in qualche attività importante.
Così, per esempio, a volte sentiamo dire: “Se cerchi davvero un
lavoro, prima o poi lo troverai”. Una frase del genere, dunque, non ci
sorprende più di tanto. Il peso di queste parole, però, cresce
a dismisura se pensiamo che a pronunciarle sia stato il Signore Gesù
Cristo e fanno riferimento a una disciplina ben precisa: la preghiera. Il senso
è questo: Gesù incoraggia i Suoi discepoli a pregare con insistenza
perché Lui risponderà prontamente. Prestate attenzione al verso
successivo: “…chi è quel padre fra di voi che, se il figlio
gli chiede un pane, gli dia una pietra?” (Luca 11:11). La preghiera secondo
la volontà di Dio, non solo non è un’inutile e noiosa abitudine
da sbrigare in fretta, ma è un vero e proprio stile di vita che ci consentirà
di avere comunione con Dio. Hai mai provato a cercare Dio in preghiera con il
desiderio e l’audacia di incontrarLo? s.v.
Martedì 1 Febbraio 2011
“PRENDO L’ARDIRE DI PARLARE AL SIGNORE. BENCHÉ IO NON SIA
CHE POLVERE E CENERE”. (Genesi 18:27)
Quando ha pronunciato queste parole, Abraamo stava intercedendo perché
Dio risparmiasse dalla distruzione la città di Sodomia, in cui dilagava
l’immortalità. Lo ha fatto con rispettosa insistenza, sapendo di
avere a che fare con l’Eterno, il Creatore del cielo e della terra; e
riconoscendo di essere polvere. Oggi, mi pare che si sia un po’ perso
il senso della santità e maestà di Dio e Lo si tratti con troppa
famiglia. Lo si chiama “Caro Padre”… Una colta ho perfino
sentito un predicatore che ha iniziato la sua preghiera con un “Buon Giorno,
Dio!” Avvicinarsi a Dio in preghiera è un privilegio straordinario
per i credenti. per mezzo di Cristo, se abbiamo creduto in Lui come Salvatore
e Signore, possiamo andare da Lui “con piena certezza di fede” come
da un Padre amorevole e pieno di misericordia. Senza però dimenticare
che è anche un “fuoco consumante” che detesta il peccato.
E che è Dio. m.t.s.
Mercoledì 2 Febbraio 2011
“COME IL SIGNORE VI HA PERDONATI, COSÌ FATE ANCHE VOI”. (Colossesi
3:13)
Questo è un parlare duro, bisogna ammetterlo. Duro però non significa
difficile, eroico; significa sgradevole, che è un’altra cosa. Che
difficoltà c’è a bere un bicchiere di olio di ricino? Basta
mandarlo giù. Ma non piace. E il dispiacere comincia già all’idea
di doverlo fare. Così è il perdono. Si chiede di farlo, non di
provare gusto a farlo. E nel farlo è bene tenersi lontani dalle raffinatezze
della psicologia mondana: possono solo mettere fuori strada. La parte più
importante della frase è la prima: “Come il Signore vi ha perdonati”.
Il momento in cui è più forte il desiderio di strozzare qualcuno
è il momento più adatto per fare teologia. Me deve essere una
buona teologia. Me deve essere una buona teologia. Devo ricordare allora che
il Signore non solo ha perdonato e, ma mi vuol fare l’onore di essere
ministro del Suo perdono per un altro. È come se Gesù mi dicesse:
“Guarda che prima di tutto lui ha offeso Me. Ma siccome la sua offesa
a Me è passata attraverso di te, va’ tu ad offrirgli il Mio perdono”.
Difficile? No. Sgradevole? Sì. Ma benefico e salutare. m.c.
Giovedì 3 Febbraio 2011
“I FIGLI SONO UN DONO CHE VIENE DALL’ETERNO”. (Salmo 127:3)
Nell’epoca in cui la gravidanza è programmata, determinata e monitorata,
siamo ancora consapevoli che i figli sono un dono dell’Eterno? Noi così
sicuri di evitare questo e quello, tanto da arrivare a toccare i tasti che muovono
i meccanismi della vita, siamo ancora capaci di stupirci sentendo quel primo
vagito? Riteniamo un neonato il prodotto di tutto quello che avevamo programmato,
o è opera della mano dell’Eterno che nutre e fa vivere? A volte
mi rattristo nel vedere come quei nove mesi di gravidanza oggi vengano vissuti
sempre di più come un evento da monitorare, piuttosto che come un gioia
da vivere. Utilissime tutte le conoscenze che abbiamo, fatte di test, analisi,
ecografie e quant’altro, ma anche, a volte, motivo di stress esagerato
per la mamma che si percepisce quasi come se fosse malata. Invece, quei nove
mesi e gli anni che seguono, nei quali ci confrontiamo con il miracolo della
crescita sia fisica che psichica dei nostri figli, se stiamo attenti, possono
insegnarci davvero tanto sui doni perfetti di Dio. a.m.
Venerdì 4 Febbraio 2011
“L’ETERNO DEGLI ESERCITI HA FATTO QUESTO PIANO; CHI POTRÀ
FRUSTRARLO?” (Isaia 14:27)
Sono convinto che per un credente non ci sia dottrina più dolce e rassicurante
che quella relativa alla sovranità di Dio in tutta la realtà.
Certamente, guardandoci intorno e sentendo le notizie che ci giungono da ogni
parte del mondo, le sicurezze e il benessere che ci siamo costruiti, a volte
con fatica e affanno, sembrano veramente effimere ed evanescenti. Terremoti,
guerre, catastrofi ambientali, surriscaldamento del pianeta che desta serie
preoccupazioni per il nostro futuro, per non parlare del terrorismo e della
criminalità che scopriamo sempre più diffusa, agguerrita e vicina.
La Parola di Dio ci conforta con due semplici parole ripetute più volte:
l’Eterno regna (Salmo 47:8, 97:1, 99,1 146:10). Colui che ci ha creati
e ci ama, REGNA! Chi può capovolgere i Suoi piani o rapirGli lo scettro?
Nessuno! Egli è, e resta, il Sovrano assoluto. E per la fede in Cristo,
questo Sovrano onnipotente può e vuole essere anche nostro Padre. Hai
realizzato anche tu questo? g.b.
Sabato 5 Febbraio 2011
“LA SOMMA DELLA TUA PAROLA È VERITÀ”. (Salmo 119:160)
Per un corso di filosofia ho dovuto studiare un autore il quale, tra le altre
cose, scrive: “..converrebbe smettere di considerare la verità
un problema profondo… ‘La natura della verità’ è
un argomento poco proficuo, analogamente alla ‘natura umana ’ e
alla ‘natura di Dio ’”. Questo mondo di pensare e di vivere
mi sembra alquanto misero. Mi pare di capire che il credo di tali persone sia
più o meno il seguente: non importa cosa è la verità, l’importante
è vivere bene possibilmente senza alcun credo, tanto poi moriremo e sarà
tutto finito… Com’è diversa la prospettiva biblica! La verità
assoluta c’è e credere in essa fa tutta la differenza nella tua
vita. La Parola di Dio è il Libro della verità. Essa ci presenta
Gesù, che è la verità e che affermò: Io sono la
verità” (Giovanni 14:6). Credere alla verità significa credere
in Gesù. Cosa ne pensi tu? Oggi Dio ti ha fatto sapere dove si trova
la verità. Apri il tuo cuore all’amore della verità per
essere salvato! (2 Tessalonicesi 2:10). e.m.
Domenica 6 Febbraio 2011
“IL DIO DEL CIELO È COLUI CHE TI DARÀ BUON SUCCESSO”.
(Neemia 2:20)
Quando vogliamo ubbidire a ciò che è la volontà del Signore,
spesso ci troviamo a dover combattere contro ostacoli esterni. Un’aperta
opposizione, una critica strisciante, una presa in giro ironica. Se abbiamo
valutato con cura sotto la guida del Signore quello che ci prefiggiamo di fare,
allora possiamo avere una certezza riposante. Il Dio del cielo ci guiderà
al successo. Non importa quante difficoltà si possono mettere in mezzo.
Lo sapeva Neemia con il suo progetto di ricostruire le mura distrutte di Gerusalemme.
Lo vedeva Gorge Muller giorno dopo giorno, quando il Signore continuava a fargli
avere quello che serviva per mantenere migliaia di orfani. Lo hanno constatato
i grandi missionari che hanno aperto nuovi campi di missione. E lo sappiamo
noi, forse non per progetti altrettanto grandiosi, ma sempre importanti per
noi e fuori dalla nostra portata. Ma stiamo attenti, questa sicurezza dobbiamo
averla per imprese che il Signore ci ordina, non per quelle che nascono da nostre
manie di grandezza e desiderio di visibilità. v.n.
Lunedì 7 Febbraio 2011
“CHI RIFIUTA DI CREDERE AL FIGLIO DI DIO NON VEDRÀ LA VITA”.
(Giovanni 3:36)
Sei sicuro di credere in Gesù? Ecco un test per averne la conferma: -Credi
che Egli è il Cristo per la salvezza dell’uomo? –Credi che
Egli è stato Dio incarnato e uomo senza peccato? –Credi che Gesù
è stato crocifisso al tuo posto? –Credi che Egli è stato
seppellito per vincere la morte? –Credi che Gesù è risuscitato
realmente e ha vinto il diavolo? –Credi che il Figlio di Dio è
stato glorificato nel cielo? –Credi che Egli è seduto alla destra
di Dio e prega per te? –Credi che Gesù sta per tornare e rapire
tutti quelli che credono in lui? –Credi che Egli si manifesterà
ancora in gloria come Re dei re e Signore dei signori? –Credi che Gesù
rimetterà il regno a Dio Padre? Se credi in tutto questo, vuol dire che
credi in Gesù… ma chi non crede non vedrà la vita. r.b.
Martedì 8 Febbraio 2011
“CHI CAMMINA NELLE TENEBRE, PRIVO DI LUCE, CONFIDI NEL NOME DELL’ETERNO”.
(Isaia 50:10)
Quando procediamo nel buio è facile inciampare, ma “se uno cammina
di giorno in giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo”.
(Giovanni 11:9). Chi è la luce di questo mondo? È Gesù,
che ha detto: Io sono la luce del mondo; chi Mi segue non camminerà nelle
tenebre, ma avrà la luce della vita” (Giovanni 8:12). Gesù
è la vera luce; la Sua vita porta luce: grazie a Lui possiamo avere la
luce nel nostro cuore, esaminarci e riconoscere ciò che veramente siamo,
cioè peccatori bisognosi di un Salvatore, e ricevere da Lui il perdono.
Chiedi alla luce di Cristo di illuminare la tua vita, per ricevere in dono la
vita eterna; di illuminare ogni giorno la via che ti sta davanti, per evitare
di cadere in peccato; di illuminare le tue giornate, per vivere una vita con
la pace nel cuore. Hai la luce a tua disposizione, perché non approfittarne?
g.f.r.
Mercoledì 9 Febbraio 2011
“LA SAPIENZA DI QUESTO MONDO È PAZZIA DAVANTI A DIO”. (1
Corinzi 3:19)
Da Adamo a oggi nulla è mutato nel cuore dell’uomo. Nell’illusione
di progredire rifiutando l’autorità di Dio, l’uomo continua
a scegliere presuntuosamente e follemente sé stesso. Eva voleva progredire;
a questo scopo, rifiutò l’autorità di Dio e trascinò
l’umanità nel peccato. Eva voleva progredire; a questo scopo, rifiutò
l’autorità di Dio e trascinò l’umanità nel
peccato. Da allora è stato un susseguirsi di scelte sbagliate che hanno
portato l’uomo sull’orlo dell’autodistruzione. Eppure, nonostante
questo sia evidente come il sole, l’uomo è convinto che questa
drammatica e angosciosa sequenza di errori siano in realtà sapienti passi
verso il progresso del genere umano. Insomma più regredisce più
è convinto di progredire, ma come disse Salomone… “V’è
tal via che all’uomo pare diritta ma finisce col menare alla morte”
(Proverbi 14:12). Questa è la sapienza del mondo: una follia. Oggi ogni
uomo ha l’opportunità di prendere la decisione giusta che non presero
Adamo ed Eva: scegliere di vivere secondo la sapienza di Dio e non secondo la
pazzia dell’uomo. d.p.
Giovedì 10 Febbraio 2011
“LA CONOSCENZA CHE HAI DI ME È TROPPO ALTA PERCHÉ IO POSSA
ARRIVARCI”. (Salmo 139:6)
Nel Salmo 139 il re Davide mette a fuoco un aspetto ben preciso dell’onniscienza
di Dio e cioè il fatto che Dio ci conosce molto meglio di quanto noi
conosciamo noi stessi. Il Signore conosce i nostri pensieri più intimi,
i nostri moventi, e anche quelle realtà inconsce che noi non siamo in
grado di sondare e delle quali non ci rendiamo conto. Di fronte a Dio dunque
non c’è nulla di privato o che in qualche modo possa essere tenuto
nascosto. Forse questo ci mete a disagio perché soprattutto oggi, siamo
abituati a difendere la nostra “privacy”. Davide, pur ammettendo
che una conoscenza di questo genere è per noi incomprensibile, non reagisce
indispettito, ma fa la scelta giusta, chiede cioè che sia il Signore
a rivelargli che cosa in lui non è in armonia con la volontà di
Dio (Salmo 139:23,24), per poter poi camminare ancora di più nell’ubbidienza.
f.a.
Venerdì 11 Febbraio 2011
“VIVI LIETO CON LA SPOSA DELLA TUA GIOVENTÙ”. (Proverbi 5:18)
Per i principi che regolano le reazioni sessuali ai nostri giorni c’è
una parola sbagliata in questo testo biblico. È la parola “sposa”:
oggi si preferisce sostituirla con “donna”, ragazza, “amante”…
Con parole cioè che non facciano pensare a un legame impegnativo, che
duri nel tempo. Oggi ci si sposa sempre di meno e, quando ci si sposa, ci si
separa sempre di più. Ma si è per questo più felici, più
“lieti”? Guardandomi intorno direi proprio di no! Chi si lascia
andare al consumismo del sesso, finisce con l’essere consumato: consumato
nel corpo, consumato nella mente e nel cuore. Chi rifiuta un legame impegnativo
come quello del matrimonio, dovrà ogni giorno confrontarsi con le sue
insicurezze, con la sua incapacità di assumere delle responsabilità.
Chi poi, dopo averlo accettato o subito, spezza il legame del matrimonio, ne
vivrà tutti i traumi conseguenti, nella reazione col coniuge e, soprattutto,
con gli eventuali figli. Il testo biblico di oggi è la, a ricordarci
che la felicità ed il vero Amore, quello con la “A” maiuscola,
non passano attraverso relazioni libere e irresponsabili, ma attraverso la responsabilità
e l’impegno del matrimonio. p.m.
Sabato 12 Febbraio 2011
“HO ADORATO L’ETERNO… CHE MI HA GUIDATO SULLA GIUSTA VIA”.
(Genesi 24:48)
Ti capita di dover prendere delle decisioni e non sapere cosa scegliere? Quale
scuola? Quale lavoro? Quale moglie (o marito)? Quale sarà la scelta giusta?
Dio, che è chiamato il “Consigliere Ammirabile” (Isaia 9:5),
è sempre pronto a offrirci il Suo consiglio e la Sua guida. Ecco alcune
promesse per te: “L’Eterno ti guiderà continuamente”
(Isaia 58:11). “Io sono l’Eterno, il tuo DIO, che ti insegna per
il tuo bene, che ti guida per la via che devi seguire”. (Isaia 48:17).
“Lo Spirito di Verità vi guiderà in ogni verità”
(Giovanni 16:13). “A Me appartiene il consiglio e la vera sapienza; Io
sono l’intelligenza” (Proverbi 8:14). “Gettate su di Lui ogni
vostro peso, perché Egli ha cura di voi” (1 Pietro 5:7). E dopo
aver ricevuto consiglio e guida, prendi anche del tempo per ringraziare, adorare
il Signore e condividere quello che Dio ha fatto per te. m.f.
Domenica 13 Gennaio 2011
“GESÙ GLI DISSE: MI AMI?”.(Giovanni 21:16)
Conosciamo la triste storia di Pietro che, per proteggere la propria incolumità,
rinnegò il Signore Gesù nonostante la sua promessa di seguirLo
fino alla morte, o addirittura di impedirla. Possiamo immaginare il suo dolore
quando, al canto del gallo, il Signore gli rivolse lo sguardo come per dire:
“Vedi, Pietro, quanto erano fragili le tue promesse di amore!”.
Ora Gesù è risorto e si presenta ai Suoi: quale imbarazzo avrà
provato Pietro sapendo di avere fallito. Ma Gesù prende l’iniziativa
per riabilitarlo e gli fa questa domanda: “Mi ami?”. Amare è
spesso una parola usata con troppa superficialità. Quante promesse d’amore
che poi svaniscono ai primi intoppi, quante promesse d’amore non sincere,
ma fatte solo per raggiungere certi scopi… Ma l’amore vero è
quello che dona senza chiedere nulla in cambio, è dono di sé all’altro
o altra, è dedizione totale a qualunque costo. Pietro aveva detto tante
cose belle a Gesù nel suo sincero affetto, ma non aveva capito che cosa
significasse “amare”. Gesù lo porta a scoprirlo, dopo averlo
dimostrato Lui stesso donandosi quale sacrificio perfetto per coloro che Lo
insultavano e Lo inchiodavano sulla croce. w.g.
Lunedì 14 Febbraio 2011
“AMA IL SIGNORE DIO TUO CON TUTTO IL TUO CUORE”. (Marco 12:30)
Diceva Agostino da Ippona: “Ama e fai ciò che vuoi”. Amare
è uno di quei vocaboli più inflazionato della nostra società;
ci sono stati tempi nei quali la frase “peace and love” ha influenzato
intere generazioni. C’è un bisogno di amore e di pace incredibile
nel mondo, vero? L’uomo è un essere che si appassiona comunque
di qualcosa o di qualcuno! Il versetto di oggi ci invita ad appassionarci solo
di Dio, perché aggiunge: con TUTTO il tuo cuore”, non solo con
un parte di esso. Dio vuole essere al centro dell’attenzione del nostro
cuore. Un vero amore è disposto finanche a dare la propria vita per Lui:
ne è degno! Dio lo ha fatto mostrando il Suo grande amore per tutti gli
uomini donando il Suo unigenito Figliuolo a morire per salvarci dal peccato.
Questo è il vero amore; non parole, ma fatti. Se noi ci daremo a Lui,
Lui si donerà a noi con tutte le Sue benedizioni! p.p.
Martedì 15 Febbraio 2011
“TU SEI PREZIOSO AI MEI OCCHI, SEI STIMATO ED IO TI AMO”. (Isaia
43:4)
Quale meravigliosa dichiarazione d’amore! L’amore vero fra due persone,
perché possa resistere alle inevitabili tempeste della vita, deve essere
basato su solide fondamenta e in questo testo sono elencati due punti importanti:
Essere prezioso agli occhi dell’altro. La preziosità è legata
al valore attribuito, pertanto più è alto questo valore più
si ama. Essere stimato: riconoscere delle particolari qualità degne di
grande considerazione, che portano all’amore. Io non so esattamente che
cosa il Signore abbia visto in me per amarmi così tanto, ma so che sono
preziosa agli occhi Suoi e sono stimata da Lui perché il prezzo che è
stato pagato per me è il più alto che possa esistere: il sacrificio
del Suo Figlio perfetto Gesù Cristo, morto e risorto vincitore per la
mia redenzione eterna. Più preziosa di così… Lo stesso vale
anche per te. w.g.
Mercoledì 16 Febbraio 2011
“ASPETTIAMO L’APPARIZIONE DELLA GLORIA DEL NOSTRO GRANDE DIO E SALVATORE,
CRISTO GESÙ”. (Tito 2:13)
Questo versetto manifesta l’attesa dei credenti del ritorno di Gesù
Cristo e dichiara che è Dio e che la salvezza della nostra anima è
in Lui solo. Ho trovato molto interessante il modo in cui il libro “Più
che un falegname” di Josh McDowell, ha affrontato l’argomento. Molti
considerano Gesù una guida morale, ma non è sufficiente. Egli
dichiarò di essere Dio: “Io e il Padre siamo uno” (Giovanni
10:30); “Chi vede Me, vede Dio che Mi ha mandato” (Giovanni 12:45).
Tu cosa pensi di Gesù Cristo? Devi considerare le Sue dichiarazioni e
decidere che atteggiamento avere a riguardo. Lo consideri un bugiardo? Un pazzo?
Oppure credi che Egli è davvero il Figlio di Dio, come sosteneva? Se
è così, non ti rimane che inginocchiarti e chiamarLo Signore e
Dio e attendere anche tu il Suo ritorno. e.s.
Giovedì 17 Febbraio 2011
“DATE LA MANO ALL’ETERNO. VENITE E SERVITE IL VOSTRO DIO”.
(2 Cronache 30:8)
Qualche anno fa mi sono trovata a ricoprire una carica per la quale mi sentivo
inadeguata, anche se la persona che me l’aveva affidata non aveva alcun
dubbio sulle mie capacità. Ero apprensiva per la grande responsabilità
e per tutte le cose nuove che avrei dovuto imparare in poco tempo. e mi sono
sentita molto sollevata dalla presenza di una persona esperta che mi ha gentilmente
accompagnata durante le varie fasi del lavoro, proprio come un genitore accompagna
suo figlio prendendolo per mano. È in questo senso che gli israeliti
sono invitati dal re Ezechia ad arrendersi a Dio e a servirLo. Il Dio della
Bibbia è davvero straordinario: si dichiara l’Onnipotente, il Creatore
dei cieli e della terra, ma allo stesso tempo si presenta come un padre amorevole
che prende per mano i Suoi e i guida. L’invito rivolto oggi a tutti gli
uomini è di riconoscere la sovranità di Dio, per essere guidati
da Lui e servirLo. h.p.
Venerdì 18 Febbraio 2011
“IL PADRE TUO, CHE VEDE NEL SEGRETO, TE NE DARÀ LA RICOMPENSA”.
(Matteo 6:18)
Anche oggi il Signore vuole insegnarci una lezione su come ci dobbiamo comportare
quando preghiamo, quando facciamo elemosina e quando digiuniamo. Gesù
ci fornisce un elenco preciso delle cose da non fare, perché Lui sa qual
è la molla delle nostre azioni, vale a dire l’orgoglio. Siamo molto
sensibili alle lodi degli altri, ci piacciono gli applausi e proviamo disappunto
quando le nostre buone azioni sono ignorate da chi ci sta intorno. Il Signore
capovolge completamenti questi comportamenti! Non per scoraggiarci a fare il
bene, ma per riequilibrare le nostre motivazioni, perché a Lui interessa
l’interiore e non le azioni esterne. Se il nostro intento è quello
di far colpo sugli uomini, tutto il bene che facciamo non ha nessun valore,
perché manca di sincerità e di amore. Il Signore parla di una
ricompensa, senza specificare quale sarà. Ma quando le nostre azioni
sono spinte dal desiderio di ubbidire a Dio, Egli non mancherà di “ricompensarci”
con le Sue preziose benedizioni. s.p.
Sabato 19 Febbraio 2011
“RIVELAMI, SIGNORE, LA MIA FINE… E SAPRÒ QUANTO È
BREVE LA MIA VITA”. (Salmo 39:4)
Tempo fa leggevo in un libro la dichiarazione, piuttosto strana, di un noto
attore e produttore cinematografico americano: “…non ho paura della
morte, solo non vorrei esserci quando verrà”. È ovvio che
un ragionamento del genere non alcun senso perché ciò è
impossibile. La preghiera contenuta nel versetto di oggi è completamente
opposta. Il salmista invoca il Signore della vita: “Rivelami Signore la
mia fine; quale sia la misura dei miei giorni, e saprò quanto è
breve la mia vita”. Indubbiamente trovo questa ultima dichiarazione decisamente
più intelligente della prima, infatti la morte è un nemico ostile
che prima o poi tutti dovremmo incontrare; ignorarla significa arrivare a quel
momento tristemente impreparati. La Bibbia, dunque, ci insegna ad affrontare
i momenti avversi e perfino la morte in modo assennato, così come fece
il salmista. Il famoso attore americano, invece, non si è dimostrato
altrettanto saggio. E tu, in quale posizione ti trovi? s.v.
Domenica 20 Febbraio 2011
“CHIUNQUE INVOCHERÀ IL NOME DEL SIGNORE SARÀ SALVATO”.
(Romani 10:13)
Il verbo invocare, menzionato in questo testo, ha il significato di pregare
con fede per la salvezza. Chi bisogna invocare per essere salvati? Il testo
indica “Il Nome del Signore”. Ai tempi della Bibbia il nome rappresentava
la persona stessa e le sue caratteristiche. Dalla Bibbia apprendiamo che Dio
ha stabilito Gesù Cristo come Salvatore: l’unico nome (persona)
da invocare per essere salvati (vedi Romani 10:9; Atti 4:12). Chi può
essere salvato? Il testo afferma: “Chiunque”. Dio risponde donando,
gratuitamente, la salvezza a ognuno che crede. Egli è un Dio imparziale.
Come tutti quelli che hanno peccato saranno condannati, così tutti quelli
che credono saranno salvati e riccamente benedetti (leggi Romani 3:22-24). n.s.
Lunedì 21 Febbraio 2011
“CAMBIATE LE VOSTRE VIE E LE VOSTRE OPERE, DICE L’ETERNO. (Geremia
7:3)
Nella prima metà del secolo scorso sorse negli Stati Uniti una corrente
psicologica che prese il nome di “comportamentismo”. Essa mise in
campo delle tecniche psicologiche volte a modificare e regolare il comportamento
umano. Il clima euforico che si venne a creare in certi ambienti fu tale che
si pensò di aver trovato la soluzione ai problemi dell’uomo che,
come si sa, sono spesso legati al comportamento. Si credeva insomma che la psicologia
potesse salvarci e traghettarci in un mondo migliore e più giusto. Ma
così non è stato e i quotidiani, fatti di cronaca, ne sono una
triste conferma. La vera salvezza dell’uomo, anche ai fini di una società
più giusta, è quella che indicava il profeta Geremia al popolo
d’Israele: “Cambiate le vostre vie… dice l’Eterno”.
Geremia non fa appello a qualche tecnica psicologica, ma a tutta l’autorevolezza
della Parola del Signore. È in questa Parola che c’è la
forza necessaria per il cambiamento morale e comportamentale dell’uomo.
Fidiamoci di Dio! t.m.
Martedì 22 Febbraio 2011
“IMPARATE CHE COSA SIGNIFICHI: VOGLIO MISERICORDIA E NON SACRIFICIO”.
(Matteo 9:13)
Gesù rivolse l’ammonizione “Imparate” a uomini che
erano “maestri” della legge di Mosè e delle Sacre Scritture.
Essi potevano leggerle e probabilmente ne conoscevano delle parti a memoria.
Nonostante questo, la loro conoscenza di Dio era formale e superficiale, perché
oscurata dalla presunzione e dall’orgoglio. Questi uomini erano infastidito
dall’atteggiamento umile e compassionevole del Signore che non andava
alla ricerca di riconoscimenti e acclamazioni. Al contrario mostrava considerazione
e compassione anche alle persone che erano trattate con disprezzo. Imparare
a essere misericordiosi importante anche oggi, perché l’orgoglio
spirituale e l’autocompiacimento causano gravi incomprensioni fra le persone
. Per questo motivo Dio tratta questi peccati, o li previene, con severità
e determinazione come dovette confessare l’apostolo Paolo che, sebbene
fosse un grande uomo di Dio, ammise: “E perché io non avessi a
insuperbire per l’eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa
una spina nella carne” (2 Corinzi 12:7). o.t.
Mercoledì 23 Febbraio 2011
“LAVATEVI, PURIFICATEVI… POI VENITE E DISCUTIAMO, DICE L’ETERNO”.
(Isaia 1:16-18)
Il popolo d’Israele, nella sua storia, ha avuto dei momenti di risveglio
spirituale e di fedeltà a Dio, ma, in genere, è stato ribelle
e infedele. Dio gli parlava e lo esortava per mezzo di profeti e la Bibbia Lo
descrive con “le mani tese verso un popolo disubbidiente e contestatore”
(Romani 10:21). Dio, addirittura, propone al Suo popolo la discussione. Vuole
aprirgli gli occhi sulla sua religiosità apparente la sua ipocrisia,
le sue cerimonie religiose senza contenuto, la sua infedeltà. Però
a un patto: che il popolo si ravveda, capisca che sta peccando, opprimendo i
deboli, e si umili. Dio era pronto a discutere, ragionare, e convincere. Ed
è pronto a fare lo stesso anche oggi con me e con te. Ma non lo fa con
chi è superbo e orgoglioso. “Prima ravvediti” sembra dire,
“poi il tavolo sarà sgombro per discutere”. m.t.s.
Giovedì 24 Febbraio 2011
“SE DIO NON SI CURASSE CHE DI SÉ STESSO, OGNI CARNE PERIREBBE”.
(Giobbe 34:14,15)
La vita di ogni creatura vivente dipende dalla cura che ne ha Dio. Se Dio cessasse
di preoccuparsene, non esisterebbe sulla terra alcuna forma di vita. Ma non
è soltanto la verità relativa alla Sua sovranità sulla
vita che da questo testo; infatti viene messo in evidenza anche il fatto che
Dio, il VERO Dio, non è il dio descritto dai filosofi che, dopo aver
dato un calcio al mondo per metterlo in movimento, se ne è poi completamente
disinteressato. Il Dio che rivela Sé stesso nella Bibbia si presenta
come l’unico Creatore e datore di vita, ma ci presenta anche la Sua profonda
cura per ogni Sua creatura: cura che Lo ha portato a progettare e a realizzare
in Cristo un perfetto piano di salvezza per liberare l’uomo dalla morte
nella quale è caduto a causa del peccato. Oggi potremmo leggere così
l’antica affermazione di uno degli amici di Giobbe: “Dio non si
è curato solo di Sé stesso, ma ha donato il Suo unigenito Figlio,
affinché chiunque crede in Lui non perisca ma abbia vita eterna”
(Giovani 3:16). p.m.
Venerdì 25 Febbraio 2011
“PREGATE IN OGNI TEMPO”. (Efesini 6:18)
J.E. Haggai racconta che un gruppo di anziani e pastori di chiesa, dopo una
riunione, continuavano a chiacchierare all’entrata dell’edificio
su Efesini 6:18 e 1 Tessalonicesi 5:17 cercando di darne una spiegazione pratica.
La donna addetta alle pulizie, mentre spazzava l’atrio, captò la
conversazione e, chiedendo gentilmente il permesso per esprimere la sua opinione,
disse: “Io prego sempre. Quando la sera vado a letto ringrazio il Signore
per la gioia di riposarmi nelle Sue braccia. Quando mi sveglio la mattina Gli
chiedo di aprirmi gli occhi per vedere le meraviglie della Sua parola. Quando
faccio la doccia chiedo al Signore di pulire anche la mia anima dai peccati.
Quando mi vesto Gli chiedo di rivestirmi di amore e umiltà. Quando accendo
il fornello e metto il pentolino sulla fiamma chiedo a Dio di accendere in me
il fuoco dell’amore per le persone. Quando mangio Gli chiedo di aiutarmi
a crescere cibandomi della Sua Parola”. Impariamo anche noi dalla semplicità
di questa donna, perché è solo quando la vita diventa una preghiera
e la preghiera diventa uno stile di vita ce si può pregare in ogni tempo.
r.b.
Sabato 26 Febbraio 2011
“L’ETERNO HA GUARDATO DAL CIELO PER VEDERE SE VI È UNA PERSONA
INTELLIGENTE, CHE RICERCHI DIO”. (Salmo 14:2)
Si racconta che Diogene, il celebre filosofo greco, passeggiasse in pieno giorno
con una lanterna accesa dicendo: “Cerco un uomo”. Cercava un uomo
vero, a non ne trovò nessuno che fosse degno di portare questo nome.
Tutti coloro che incontrò erano dei peccatori imperfetti. Lo scienziato
Einstein affermò: L’unico vero problema in ogni tempo si trova
nel cuore e nei pensieri dell’uomo. Non si tratta di un problema fisico,
ma morale. Non è la potenza esplosiva di una bomba atomica che ci spaventa,
ma la potenza della malvagità del cuore umano”. Un giorno, circa
2000 anni fa, per le strade d’Israele si è trovato un uomo perfetto,
Gesù Cristo. Egli p l’unico, è il Salvatore del mondo. La
Sua vita fu santa e pura e spesa per gli altri. La Sua morte unica ebbe un significato
diverso: Egli non morì per Sé, ma per i nostri peccati; risuscitò
vincitore sulla morte ed è evidente oggi. p.d.n.
Domenica 27 Febbraio 2011
“GESÙ DISSE: ABBIATE FEDE IN DIO!” (Marco 11:22)
Ai discepoli che, pur avendo per tre anni ammirato le Sue opere, imparato dalle
Sue labbra, ascoltato le dichiarazioni della Sua divinità, si meravigliarono
(vedi Matteo 21:20) perché il fico era diventato sterile come il Signore
aveva comandato, Gesù ordina di avere fede. Facciamo nostra questa esortazione!
Riconosciamo quanto piccola sia la nostra fede di fronte alla infinità
della Sua potenza e della Sua misericordia e chiediamo: “Signore, aumenta
la nostra fede!” (Luca 17:6). Le grazie, le benedizioni spirituali di
Dio sono tutte a nostra espressione, ma ci vengono riversate in misura della
nostra fede; è come un oceano da cui possiamo attingere liberamente l’acqua,
ma siamo noi a decidere la quantità. Cosa vogliamo usare, il bicchiere
o l’autocisterna? m.m.
Lunedì 28 Febbraio 2011
“ECCO, DIO È LA MIA SALVEZZA, IO AVRÒ FIDUCIA E NON AVRÒ
PAURA DI NULLA; L’ETERNO È LA MIA FORZA”. (Isaia 12:2)
Se, come oggi molti affermano, al di là di questo universo non esiste
proprio niente e nessuno, l’uomo è davvero solo e senza speranza.
Frutto del caso, dell’evoluzione: chissà? Ma la Bibbia proclama
che al di sopra di tutto c’è un beato e unico Sovrano che abita
una luce inaccessibile, che nessun uomo ha visto né può vedere:
il Re dei re, il Signore dei signori (1 Timoteo 6:15,16). La scienza scopre
tante cose, ma non può “scoprire” Lui, né il Suo progetto
di grazia. Allora la nostra visione cambia: le vere risposte non può
darcele la scienza, ma Dio stesso che ha voluto svelare il mistero e rivelarSi
a noi. L’uomo non è più abbandonato in un universo ostile,
ma è oggetto dell’amore di Dio. Come abbiamo letto nel libro del
profeta Isaia, solo Dio può essere per noi la salvezza e la forza. Davanti
a noi sta la sfida di accettare la Sua parola, le Sue promesse. Se diciamo sì
a Dio con tutto il nostro cuore, potremo davvero fiducia e non avere paura di
nulla, È Lui che tiene n mano il nostro destino. l.p.
Martedì 1 Marzo 2011
“DIO PERDONA L’INIQUITÀ E IL PECCATO, MA NON LASCIA IMPUNITO
IL COLPEVOLE”. (Numeri 14:18)
Ma Dio perdona o punisce? Come stanno le cose? La giustizia di Dio richiede
la punizione del peccato, il Suo amore vuole perdonare il peccatore. Un problema
senza soluzione agli occhi umani. Ma Dio ha trovato la soluzione. Il peccato
è stato punito ed espiato in Cristo, e il peccatore può essere
giustificato e perdonato. È una soluzione che è costata tantissimo
a Dio, ma che permette a noi, non solo di essere giustificati, ma anche di ricevere
una nuova vita, di vivere in comunione con il nostro Creatore, che ci accoglie
e ci riconosce come figli. È qualcosa di così straordinario e
meraviglioso, che non possiamo comportarci con leggerezza davanti a questa offerta
dell’amore immenso di Dio. Il perdono di Dio copre qualsiasi peccato,
ma passa attraverso il sacrificio di Suo Figlio. Chi lo rifiuta rimane colpevole
e allora non rimarrà impunito. Sarà responsabile davanti alla
perfetta giustizia di Dio. Che cosa scegliamo? v.n.
Mercoledì 2 Marzo 2011
“RIVESTITEVI COME ELETTI DI DIO, SANTI E AMATI, DI SENTIMENTI DI MISERICORDIA”.
(Colossesi 3:12)
Quante volte mi sono trovata davanti allo specchio e ho deciso di cambiare vestiti
perché non mi piaceva come stavo! La Parola di Dio è come uno
“specchio” che ci mostra la nostra “faccia” spirituale
(Giacomo 1:23), cioè il nostro stato davanti a Lui. Oppure è come
una “spada che penetra, divide… giudica i sentimenti e i pensieri
del cuore. E non c’è nessuna creatura che possa nascondersi davanti
ad essa” (Ebrei 4:12-13). Insomma, sottoponendoci alla “radiografia
divina” possiamo vedere come siamo veramente dentro noi stessi! Ma, ahimè…
vogliamo farlo? Quante persone sottovalutano questo bisogno o addirittura hanno
paura e rimangono “vestiti” tanto male… e i risultati li vediamo
ogni giorno! Dio, oggi ti elegge come candidato per specchiarti nella Sua Parola.
Ti prego, non essere simile a “un uomo che guarda la sua faccia naturale
in uno specchio; e quando si è guardato se ne va, e subito dimentica
com’era. (Giacomo 1:23,24). Ma decidi di aver bisogno di essere rivestito
di vestiti migliori, perché sei da Dio tanto amato! b.s.
Giovedì 3 Marzo 2011
“GESÙ DISSE LORO: VOI NON SAPETE QUELLO CHE CHIEDETE”.
(Marco 10:38)
Far parte di un gruppo significa, sostanzialmente, mettere da parte il desiderio
innato che abbiamo di primeggiare. Il nostro egocentrismo, quello che ci fa
credere di avere sempre una carta in più da giocare rispetto all’altro,
deve essere tenuto a freno, altrimenti non c’è vera collaborazione.
L’episodio riportato da Marco ci fa capire che anche in quel gruppo di
dodici uomini scelti da Gesù e formati, giorno dopo giorno, per lavorare
in sinergia, non mancava a voglia di primeggiare. Sono due fratelli, Giacomo
e Giovanni, che chiedono a Gesù una corsia preferenziale per fare “carriera”
nel regno dei cieli. Noi, come gli altri discepoli, siamo indignati per questa
richiesta terra-terra. Gesù, invece, non si scandalizza, ma usa tutto
quello che è successo per insegnare ai discepoli il valore del servizio.
Egli spiega che chi vuol essere grande e ambisce a ricoprire ruoli di responsabilità
deve servire come un schiavo. E noi, come i discepoli, sentiamo svanire quella
giustificata indignazione e ci sentiamo colpiti molto direttamente dalla portata
di questo insegnamento. a.m.
Venerdì 4 Marzo 2011
“LA MANO DEL NOSTRO DIO ASSISTE TUTTI QUELLI CHE LO CERCANO”. (Esdra
8:22)
Dio ha cominciato a cercare il primo uomo chiedendogli: “Adamo, dove sei?”,
dopo che questi e sua moglie avevano peccato e si erano nascosti, impauriti
per ciò che avevano fatto. Avevano disubbidito all’unico divieto
che era stato fatto loro: “Non mangiate dei frutti dell’albero della
conoscenza del bene e del male”. Ne avevano mangiato. Da allora, l’uomo
fugge dal vero Dio e segue migliaia di altri déi. Ma Dio continua a chiamarlo
a cercarlo. Gesù ha detto: “Il Figlio dell’uomo (cioè
il Figlio di Dio incarnato) è venuto per cercare e salvare ciò
che era perito… Venite a Me voi tutti che siete stanchi e oppressi e Io
vi darò riposo. Venite!”. Chi risponde al richiamo e crede in Cristo
come suo Salvatore e Signore, diventa un figlio di Dio. Da quel momento, non
fugge più e cerca, invece, la compagnia, l’aiuto, il sostegno,
il perdono di Dio. Ne sperimenta la compagnia e sa che la Sua mano lo assiste
e lo cura. Tu non stai mica scappando? m.t.s.
Sabato 5 Marzo 2011
“VOLGETEVI A ME E SIATE SALVATI, VOI TUTTE LE ESTREMITÀ DELLA TERRA!”.
(Isaia 45:22)
Che cosa ne vuoi fare oggi di queste parole? Io le voglio mettere in pratica
e conservarle nel mio cuore, affinché mi accompagnino per tutta la giornata!
Ma non è magnifico sapere che il Creatore è il Dio d’amore?
Il Suo profondo desiderio è dare salute eterna (la salvezza) a tutti.
Nessuno escluso! Il Signore dell’eternità proferiva queste parole
d’amore circa 2700 anni fa. E a chi era rivolto l’invito? A tutte
le persone del mondo, concetto espresso in modo così poetico e bello
con le parole “voi tutte le estremità della terra”. Anche
tu ed io siamo abitanti della terra, così come ogni persona che hai incontrato
e incontrerai oggi. Allora, rileggi la prima domanda che ti ho posto. Desideri
rivolgerti oggi a Dio? Ricorda: questo messaggio è per te, e proviene
del Vivente. Ti prego, indirizzati al Dio d’amore: Egli è pronto
a salvarti! e.m.
Domenica 6 Marzo 2011
“IN DIO, DI CUI LODO LA PAROLA, IN DIO CONFIDO, E NON TEMERÒ”.
(Salmo 56:4)
La fiducia in Dio deve avere un fondamento e questo fondamento non sono certo
le nostre emozioni, i nostri sentimenti o le nostre suggestioni religiose. Paolo
ha scritto ai credenti di Roma che la fede viene dall’udire e l’udire
si ha per mezzo della Parola di Cristo” (Romani 10:17). Il fondamento
della nostra fiducia in Dio è l’ascolto della sua Parola, nella
quale Egli ci rivela in modo esauriente la Sua Persona: la Sua giustizia, la
Sua santità, il Suo amore. Davide, in un momento difficile della sua
vita, perché era stato catturato dai nemici Filistei, testimonia la sua
fiducia in Dio: fiducia che lo portava a non temere, cioè a non avere
paura della sua sorte e del suo frutto. Fiducia e liberazione dalla natura erano
conseguenti al suo aver ascoltato la Parola di Dio con le Sue certezza e le
Sue promesse. Ancora oggi siamo chiamati a essere riconoscenti a Dio per la
Sua Parola, perché è il suo ascolto che trasforma e rasserena
la nostra vita. p.m.
Lunedì 7 Marzo 2011
“MARITI, AMATE LE VOSTRE MOGLI, COME ANCHE CRISTO HA AMATO LA CHIESA E
HA DATO SÉ STESSO PER LEI”. (Efesini 5:25)
È sotto gli occhi di tutti il fatto che il matrimonio sta soffrendo una
grave crisi e così i dibattiti su questo argomento si sprecano. Nel matrimonio
di oggi vige la mentalità secondo cui, alla prima difficoltà,
si pensa subito di sostituire il coniuge, come si fa con un qualsiasi apparecchio
difettoso. In queste situazioni i consulenti matrimoniali possono dare dei buoni
consigli, ma il versetto di oggi ci indica Gesù Cristo come termine di
paragone e come unico modello da seguire. Non può esserci esempio più
bello, ma anche più impegnativo. Questo amore del marito verso la moglie
è unico, costante e deve essere dimostrato con i fatti e non solo enunciato
a parole. Parla dell’impegno di prendersi cura del benessere del coniuge
per tutta la vita. Anche se questa raccomandazione dell’apostolo Paolo
è rivolta al marito, entrambi i coniugi devono essere pronti a sacrificare
il proprio io a favore dell’altro. Tutti e due devono essere capaci di
fare un lavoro di paziente “rammendo” degli inevitabili strappi
della loro vita quotidiana. s.p.
Martedì 8 marzo 2011
“GESÙ LE DISSE: FIGLIOLA, LA TUA FEDE TI HA SALVATA; VA’
IN PACE E SII GUARITA DAL TUO MALE”. (Marco 5:34)
Una gran confusione, spintoni a destra e a sinistra per vedere il prossimo miracolo
di Gesù. Stipata tra la gente curiosa, c’è una donna che
non vuole assistere all’ennesimo evento soprannaturale, ma vuole esserne
la protagonista… 12 anni di malattia sono troppi! A nessuno ha confidato
il motivo di quella passeggiata insolita; il cuore batte più forte del
solito e un pensiero le martella il cervello mentre si fa strada tra la folla
disordinata: “Se solo riesco a toccare il Suo vestito sarò guarita”.
Non è facile arrivare dal Maestro con tutti quei curiosi che vogliono
riservarsi a tutti i costi un posto in prima fila! Ma quel pensiero martellante
le dà la forza per non mollare. Finalmente tocca la veste del Messia
accade: 12 anni di malattia svaniti all’istante! Nessuno sa quello che
è successo, ma Gesù lo sa e cerca quella donna per benedirla chiamandola
“figliola”, incoraggiando la sua fede, impartendo la Sua pace e
confermando la guarigione. Egli non vuole lasciare nell’anonimato quel
tocco… quella donna. r.b.
Mercoledì 9 Marzo 2011
“ONORA L’ETERNO CON I TUOI BENI E CON LE PRIMIZIE DI OGNI TUA RENDITA”.
(Proverbi 3:9)
Il messaggio che la Bibbia rivolge all’uomo è pratico e molto concreto.
In molti contesti il Cristianesimo è stato ammantato di una spiritualità
mistica fatta di ritiri spirituali, vita contemplativa, astinenze, digiuni,
ecc. Tutto ciò è stato il tessuto potante della religiosità
medioevale e lo è ancora. Ma nella Parola di Dio non troviamo nulla di
tutto questo. I santi della Bibbia non hanno l’aureola né sono
tali per aver fatto miracoli prodigiosi. Sono uomini e donne inseriti normalmente
nella società che conoscono i problemi della vita quotidiana: il lavoro,
la famiglia, l’educazione dei figli… ma in tutto ciò si impegneranno
a ringraziare, onorare il Signore e rendere buona testimonianza della Sua grazia
anche con i beni onestamente guadagnati, donandoli o rendendoli disponibili
per il Signore. Qualcuno ha detto che il portafoglio è un ottimo termometro
per misurare la nostra spiritualità. g.b.
Giovedì 10 Marzo 2011
“L’EMPIO NON CONSIDERA LA MAESTÀ DEL SIGNORE”. (Isaia
26:10)
L’empio nella Bibbia non è necessariamente un essere malvagio nel
senso sociale della parola. Può anche essere una cosiddetta “brava
persona”; colo che non è interessata al “problema Dio”.
Non ha niente contro di Lui, né contro quelli che credono in Lui, semplicemente
ha altri interessi. Qualcuno potrebbe fargli notare che Dio ha parlato e parla
ancora. “Può essere – risponde lui- ma se anche fosse, a
me interessa approfondire la cosa”. Proprio di una persona come questa
si può dire che è empia, perché non considera la maestà
del Signore. Se è veramente Dio che ha parlato, non si può pensare
di poter trascurare impunemente quello che ha detto. Sarebbe come dire: “A
me, di tutte quelle norme stradali di cui tanto si parla, non interessa proprio
niente. A me interessa soltanto andare dove voglio io con la mia macchina, e
ci vado come mi pare”. Quando si ascoltano certe parole, non basta comprenderne
il significato, bisogna anche considerare bene qual è l’autorità
di chi le ha dette. m.c.
Venerdì 11 Marzo 2011
“CIÒ CHE TU BENEDICI, O ETERNO, È BENEDETTO PER SEMPRE”.
(1 Cronache 17:27)
La parola di Dio non è una parola di uomo che, specialmente oggi, può
essere ritrattata con estrema felicità. Leggendo la Bibbia, ho trovato
spesso queste parole riferite a promesse o a patti fatti da Dio: “per
amore del Tuo nome”. Questo significa che le promesse di Dio sono assolutamente
fedeli e le Sue benedizioni irrevocabili. Volendo ignorare tali meravigliose
certezze, gli uomini si “arrampicano” sugli specchi della religione
o religiosità per invocare momentanee e incerte benedizioni attraverso
riti, cerimonie, idolatria. Tutte cose che Dio ha condannato fin dall’inizio
della vita. Egli desidera invece elargire generosamente benedizioni a tutti
coloro che vogliono diventare Suoi figli attraverso un atto di fede sincera
nell’opera perfetta e irrepetibile compiuta da Gesù sulla croce.
“…ma a tutti quelli che L’Hanno ricevuto (cioè Gesù),
Egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio” (Giovanni 1:12). w.g.
Sabato 12 Marzo 2011
“VEGLIATE, STATE FERMI NELLA FEDE”. (1 Corinzi 16:13)
Chiunque abbia fatto il servizio militare, sa come sia difficile e pesante montare
di guardia, di notte, in una garitta. Dover restare svegli e in piedi, combattendo
contro il sonno, non è per nulla facile. Di notte poi, tutti i rumori
sembrano più minacciosi che di giorno. Le parole succitate compaiono
in una lettera scritta dall’apostolo Paolo ai credenti della chiesa di
Corinto; egli voleva incoraggiarli, sapendo che la loro fede sarebbe stata messa
a dura prova. Gli attacchi contro la chiesa sarebbero stati molteplici e diversificati:
per questo motivo Paolo li incoraggiava a essere vigilanti. Nel corso dei secoli
abbiamo potuto constatare quante eresie siano sorte, e Paolo, che non poteva
ai suoi tempi sapere esattamente quale forma tali eresie avrebbero preso, esortava
comunque i corinzi a stare all’erta e a non discostarsi dalle verità
della fede che avevano imparato. Anche noi siamo esortati da questo versetto
a mantenerci assidui nello studio e nell’ascolto della Parola di Dio,
non soltanto attraverso le spiegazioni di credenti più maturi di noi
nel percorso della fede, ma anche leggendola e meditandola per conto nostro.
h.p.
Domenica 13 Marzo 2011
“TU M’HAI PRESO PER LA MANO DESTRA; MI GUIDERAI CON IL TUO CONSIGLIO
E POI MI ACCOGLIERAI NELLA GLORIA”. (Salmo 73:23,24)
Riflettendo su questi versetti, mi è subito venuto in mente un caro fratello
inglese che ora è nella gloria del Signore e che veniva spesso a farci
visita. Si chiamava Tedd e ogni anno veniva dall’Inghilterra con un fratello
italiano per condividere la sua fede. Era sempre allegro amava Dio e ogni volta
trovava un po’ di tempo per parlare e pregare per noi. Non è stato
mai indifferente alle prove che la mia famiglia ha attraversato e quando suonava
il campanello della nostra casa ci riempiva di gioia. Ricordo con emozione le
sue preghiere perché, mentre ci affidava al Signore, piangeva condividendo
la nostra sofferenza. Sì, Tedd è stato un cristiano guidato dal
consiglio di Dio e poi accolto nella gloria divina, argomento su cui ha predicato
una delle ultime sue volte in Italia ricordandoci, la gloria di Gesù
nella maestà (Ebrei 1:3 e Apocalisse 1:16), la gloria di Gesù
nella grazia (Luca 22:61), la gloria di Gesù nell’umiltà
(Isaia 52:14 e Isaia 50:6). r.b.
Lunedì 14 Marzo 2011
“ENTRERÀ NEL REGNO DEI CIELI CHI FA LA VOLONTÀ DEL PADRE”.
(Matteo 7:21)
Non puoi considerarti discepolo di Cristo per il fatto che stai frequentando
una chiesa o perché sei una brava persona. Non basta parlare di Dio e
del Suo Regno per illudersi di farne parte. Gesù vuole che la nostra
fede in Lui si esprima più con il nostro stile di vita che con le nostre
parole, più con il nostro modo di essere che con il nostro modo di esprimerci.
Non basta un pentimento superficiale dei propri peccati, ma occorre cambiare
il proprio comportamento e agire secondo la Sua volontà. Fare la volontà
di Dio non è un concetto astratto; al contrario, è un modo di
impostare la propria vita quotidiana, chiedendoci che cosa farebbe Gesù
al nostro posto, sia nelle grandi decisioni, dalle quali dipende il nostro futuro,
sia nelle piccole decisioni quotidiane. E tu stai facendo la volontà
del Padre? g.f.r.
Martedì 15 Marzo 2011
“PRIMA CHE IO TI AVESSI FORMATO NEL GREMBO DI TUA MADRE, IO TI HO CONOSCIUTO”.
(Geremia 1:5)
Queste parole che Dio ha rivolte a Geremia quando era ancora un fanciullo, sono
estremamente significative. Il Signore non solo gli dice di averlo conosciuto,
ma gli annuncia pure di averlo fatto profeta. Questo deve insegnare qualcosa
anche a noi. Dio aveva dei progetti ben precisi per la vita di Geremia, e credo
che la stessa cosa si possa dire di ognuno di noi. Certo, non tutti saremo chiamati
a fare le grandi cose che Geremia ha fatto, ma tutti siamo, in primo luogo,
chiamati alla fede e all’ubbidienza alla Parola di Dio. Se ci porremo
in questa ottica, allora scopriremo che anche per la nostra vita il Signore
ha un piano e sarà splendido scoprirlo giorno dopo giorno vivendo la
volontà di Dio. Ricordiamo però che il primo passo è quello
di una fede sincera. f.a.
Mercoledì 16 Marzo 2011
“GESÙ DISSE: NELLA CASA DEL PADRE MIO CI SONO MOLTE DIMORE; VADO
A PREPARARVI UN LUOGO”. (Giovanni 14:2)
Non c’è crisi di alloggi nel cielo. C’è molto posto,
tutto quello che serve per tutti quelli che andranno a passare l’eternità
con il Signore. Dio, che ha creato l’universo infinito, non ha certo problemi
a ospitarci. E il nostro diritto ad andare alla presenza di Dio è garantito
dall’opera di Cristo, che è morto per noi per aprirci la strada
verso il Padre. Infatti è Lui in persona che promette di prepararci un
luogo. Lui ha il diritto e il potere di farlo, non ci possono essere dubbi e
ripensamenti, e la nostra dimora eterna sarà bellissima. L’Apocalisse
la descrive in termini di oro, pietre preziose, un fiume sempre pieno di acqua
e la presenza stessa di Dio e di Cristo che illumina ogni cosa. Vogliamo avere
la sicurezza di queste dimore eterne? Possiamo averla se affidiamo la nostra
vita e la nostra salvezza al Signore Gesù. v.n.
Giovedì 17 Marzo 2011
“C’È UN SOLO DIO, IL QUALE GIUSTIFICHERÀ PER MEZZO
DELLA FEDE”. (Romani 3:30)
“Tutte le religioni sono buone, basta essere sinceri”, oppure: “Io
credo a Dio, ma a modo mio…” e così via. Sono le frasi ricorrenti
che sentiamo. Ma è proprio così? C’è un modo per
sapere se veramente è così? Sì, c’è un solo
modo ed è quello rivelato nella Parola di Dio: dal momento che ogni cosa
esiste perché da Lui creata, allora Dio è l’Unico che ha
voce in capitolo per dirci esattamente quale sia a strada per arrivare a Lui.
Questa strada è la giustificazione per mezzo della fede, in chi? In Gesù
Cristo, Colui che è morto, ma anche risorto per donarci l’unica
possibilità per essere resi giusti davanti al Padre: “In nessun
altro è la salvezza; perché non c’è sotto il cielo
alcun altro Nome che sia dato agli uomini per mezzo del quale noi dobbiamo essere
salvati” (Atti 4:12). w.g.
Venerdì 18 Marzo 2011
“L’ETERNO MI HA LIBERATO DA OGNI ANGOSCIA”. (1 Re 1:29)
Il re Davide, ormai consapevole che era giunta l’ora di lasciare il trono,
si appresta a investire di potere uno dei suoi figli. Questa sua affermazione
suona come una sorta di testamento spirituale, al termine di un incarico importante
e difficile. Era stato un uomo molto coraggioso fin dalla giovinezza, aveva
difeso il gregge del padre da bestie feroci, combattuto e sconfitto il gigante
Golia con una fionda e qualche pietre. In seguito dovette anche affrontare situazioni
angoscianti causate dalla gelosia del suo predecessore e altre come conseguenza
della sua concupiscenza e meschinità. Nonostante la sua natura impavida
non ebbe incertezze a confessare che era stato l’Eterno a liberarlo dalle
sue difficoltà. Nessuno di noi, benché oggi nel pieno delle sue
forze, può prevedere cosa gli riserveranno gli anni a venire. Non sarebbe
molto più saggio imparare ad affidare ora la nostra vita a Colui che
può proteggerci anche quando le nostre deboli forze ci lasceranno? o.t.
Sabato 19 Marzo 2011
“PADRI, NON IRRITATE I VOSTRI FIGLI, AFFINCHÉ NON SI SCORAGGINO”.
(Colossesi 3:21)
I ragazzi sono una ricchezza straordinaria, un patrimonio da proteggere con
molta cura. Spesso si dà la colpa alla scuola e alla chiesa se i figli
non sono educati bene, ma la responsabilità della formazione dei ragazzi
è prima di tutto dei genitori. Educare è un compito difficile.
Le ricette degli educatori cambiano continuamente. Si è passati da un
eccessivo autoritarismo a una notevole rilassatezza e permissività. I
giovani sono disorientati da varie filosofie e ideologie. Hanno visto crollare
i loro miti nei quali avevano posto la loro fiducia, sperando di creare una
società migliore. Non hanno più certezze. I genitori devono presentare
ai figli di Cristo, che può dare un senso alla vita, Devono allevarli
con amore e disciplina, nell’esercitare l’autorità, devono
mostrare comprensione, amore e fiducia. Inoltre devono costituire un buon esempio
in tutti gli aspetti della vit. I figli ci osservano e noi genitori lasciamo
su di loro impronte indelebili. Purtroppo oggi molte famiglie sono rovinate
e divise: separazioni e divorzi sono sempre più frequenti. Come padre,
incoraggi o irriti i tuoi figli? Qual è il tuo rapporto con loro? p.d.n.
Domenica 20 Marzo 2011
“BENEDETTO SEI TU, SIGNORE; MOSTRAMI IL TUO VOLERE”. (Salmo 119:12)
Il Creatore e Signore dell’universo ha un volere per l’uomo. Sa
bene di che cosa abbiamo realmente bisogno e ha un piano per noi. Se vogliamo
ignorare Dio o se Lo riteniamo un freddo legislatore, un giudice inesorabile,
lontano e distaccato, la Sua volontà sarà per poi solo un peso,
un giogo che soffoca la nostra libertà. Ma chi scrive questo salmo parte
da una posizione ben diversa: benedice Dio perché ne conosce la bontà
e vuole manifestarGli riconoscenza, darGli fiducia, amarLo. Allora, capire il
volere di questo Dio diventa per l’uomo un bisogno e una gioia. È
dal cuore grato e rinnovato dalla grazia che sale a Dio la preghiera: “Mostrami
il Tuo volere”! L’apostolo Paolo dice che dobbiamo conoscere per
esperienza la volontà di Dio, che è buona, gradita e perfetta
(Romani 12:2). La Bibbia soltanto ce la rivela, e lo Spirito Santo la applica
alla nostra vita. Veramente, benedetto sia Dio che nella confusione di questo
mondo ci rivela il Suo volere: il punto fermo di cui abbiamo bisogno. l.p.
Lunedì 21 Marzo 2011
“QUEL CHE SI PUÒ CONOSCERE DI DIO È MANIFESTO. L’ETERNA
POTENZA E DIVINITÀ DI DIO SI VEDONO CHIARAMENTE”. (Romani 1:19,20)
Queste parole dell’apostolo Paolo ci rammentano tre capisaldi della fede
cristiana: Dio non può essere eterno; è un essere potente; Dio
è un essere che si fa conoscere, che si “rivela”. L’eternità
è l’elemento che contraddistingue il Suo essere in sé. La
potenza è l’elemento che Lo contraddistingue in quello che fa.
La rivelazione è l’elemento che ce Lo fa conoscere per quello che
è e per quello che fa. Il fatto che Dio si fa conoscere mostra un altro
aspetto della Sua natura: Dio è un essere personale che cerca il contatto
con l’uomo. Sin dalla creazione Egli ha fatto conoscere la Sua “eterna
potenza e divinità”. Egli ha poi continuato a manifestare la Sua
gloria nelle vicende storiche del popolo d’Israele. Ed infine ha rivelato
pienamente Sé stesso con la venuta di Gesù Cristo, il quale potuto
dire: “Io vi farò conoscere il Padre” (Giovanni 16:25). Tutto
questo implica una risposta da parte nostra, altrimenti, dice Paolo, si è
“inescusabili perché non l’hanno glorificato come Dio, né
l’hanno ringraziato” (v.20,21). t.m.
Martedì 22 Marzo 2011
“CHE GIOVA ALL’UOMO, SE GUADAGNA TUTTO IL MONDO E POI PERDE LA PROPRIA
ANIMA?”. (Matteo 16:26)
Qualche anno fa c’è stato negli Stati Uniti un pauroso disastro
finanziario che ha avuto delle ripercussioni negative in tutto il mondo. Alcuni
potenti manager hanno visto i loro capitali ridursi drasticamente. Qualcuno
di loro non ha retto l’impatto del fallimento e si è tolto la vita.
Erano uomini molto ricchi che, improvvisamente e inaspettatamente, hanno perso
tutto. Questo esempio pratico realmente accaduto, benché drammatico e
sconcertante, è poca cosa rispetto a ciò che il Signore Gesù
ha detto riguardo all’eternità delle persone: “Che giova
all’uomo, se guadagna tutto il mondo e poi perde la propria anima?”.
Qui non è in gioco un dissesto economico, ma l’eternità!
Capite? In alcuni casi quaggiù sulla terra possiamo anche rimediare ai
nostri fallimenti, ma nell’aldilà ciò non sarà possibile.
Una questione così importante richiede una valutazione scrupolosa e attenta.
Non pensi che sia necessario che ti fermi un po’ a considerare quanto
gli argomenti spirituali siano di gran lunga più importanti di quelli
materiali? s.v.
Mercoledì 23 Marzo 2011
“STATE SALDI NEL SIGNORE”. (Filippesi 4:1)
Se hai creduto in Gesù come tuo personale Salvatore e Signore, non sei
più schiavo del peccato, e puoi stare saldo nel Signore. Però
c’è ancora un conflitto dentro di te, è vero: la carne ha
desideri contrari allo Spirito (Galati 5:17). Le tue passioni chiedono soddisfazione,
il tuo io affermazione. Ma hai questa certezza: se cammini secondo lo Spirito,
non adempirai affatto i desideri della carne (Galati 5:16). Da quando Dio vive
in te, hai uno spirito di forza e di autocontrollo (2 Timoteo 1:7). Sei perciò
libero di non peccare, ma devi restare saldo nel Signore. “Cristo ci ha
liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciare
porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù”. (Galati 5:1). e.s.
Giovedì 24 Marzo 2011
“IO POSSO OGNI COSA IN COLUI CHE MI FORTIFICA”. (Filippesi 4:13)
Nell’insoddisfazione cronica così tipica del mondo moderno, la
Parola di Dio ci insegna a vivere in modo veramente gratificante, attraverso
l’esperienza dell’apostolo Paolo, che poteva dire con tranquillità
che aveva imparato a essere contento, ad accontentarsi dello stato in cui si
trovava. Egli non aspirava a un grande successo, a possedere dei beni materiali.
Sapeva vivere nella povertà e anche nell’abbondanza. Il segreto?
Egli era reso forte da Gesù. Il segreto della soddisfazione si trova
in Cristo ed è il frutto della Sua ricca presenza interiore nella nostra
vita. La pace consiste nell’aver incontrato Cristo come Salvatore ed essere
soddisfatti di quello che ci dona, prima di tutto il perdono dei peccati e la
vita eterna. Tutte le altre cose acquistano allora la giusta dimensione e sono
utili per sé stesse. In qualsiasi circostanza ci veniamo a trovare possiamo
allora essere contenti, perché Cristo ci fortificherà! g.f.r.
Venerdì 25 Marzo 2011
“IL GIORNO DEL SIGNORE È VICINO PER TUTTE LE NAZIONI”. (Abdia
15)
L’apostolo Paolo, scrivendo ai credenti di Filippi, ricordò loro
che il Signore è vicino (Filippesi 4:5). Quanto più, dopo circa
2000 anni, la venuta del Signore è vicina per noi che viviamo in questo
tempo! Eppure, se ci guardiamo attorno, possiamo constatare che nessuno, né
singoli, né nazioni, sembra prendere in considerazione il fatto che il
Signore, secondo quanto ha promesso, ritornerà e che ogni persona e nazione
dovrà rendere conto a Lui del proprio operato. L’apostolo Pietro
profetizzò che negli ultimi giorni sarebbero venuti degli schernitori
beffardi quali avrebbero messo in dubbio la promessa della Sua venuta (2 Pietro
3:3-4). Il Signore, però, non è un uomo da poter venir meno alle
Sue promesse. Egli è Dio, un Dio fedele, e ciò che ha promesso
avrà il suo pieno adempimento (Numeri 23:19). Se ritarda è perché
Egli desidera che nessuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento (2
Pietro 3:9).
E tu, sei pronto, come disse il profeta Amos, a incontrare il tuo Dio (Amos
4:12)? Il Signore è vicino, sta per ritornare, è alle porte; come
Lo incontrerai? Come il tuo personale Salvatore o come Giudice? n.s.
Sabato 26 Marzo 2011
“CHI CONFIDA NELL’ETERNO SARÀ SAZIATO”. (Proverbi 28:25)
Confidare in Dio è l’azione che permette ad ogni persona, chi si
dispone a farlo, di sperimentare nella propria vita le Sue innumerevoli benedizioni.
Tu ed io abbiamo bisogno di “sazietà” in ogni aspetto della
nostra vita; penso alla salute fisica, che ci “sazia” di forze per
andare avanti nel cammino, agli effetti della serenità, all’amore
degli altri e per gli altri che riempie il cuore di gioia, a una situazione
lavorativa soddisfacente, a una condizione economica tranquilla… E se
anche tutto ciò dovesse finire, coloro che vivono in comunione con Lui
hanno la garanzia che saranno “saziati”, benedetti “di ogni
benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo” (Efesini 1:3). s.b.
Domenica 27 Marzo 2011
“DIO NON VOLGERÀ LA FACCIA LONTANO DA VOI, SE TORNATE A LUI”.
(2 Cronache 20:9)
Questo versetto mi ha fatto venire in mente la storia di quel figlio che dopo
aver sperperato tutto, si trova in miseria e decide di tornare a casa per chiedere
perdono al padre. Leggiamo che egli dunque si alzò e tornò da
suo padre, ma mentre era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione:
corse, gli si gettò al collo e lo baciò e ribaciò”
(Luca 15:20). Sono sicura che il padre vide il figlio non per caso: probabilmente
tutti i giorni andava alla porta di casa e scrutava l’orizzonte nella
speranza di vederlo tornare. E infatti il giovane “era ancora lontano”,
ma suo padre, che vigilava in attesa, lo vide ancora prima di essere visto da
lui, e gli corse incontro. Ecco, io penso che questa paraola sia una bella e
chiara illustrazione del versetto di oggi. Dio ha ogni diritto di essere offeso
e adirato se ci allontaniamo da Lui e scegliamo di vivere la vita a modo nostro,
ma mai e poi mai volterà le spalle quando, consapevoli di aver peccato
nei Suoi confronti, decidiamo di ritornare e di chiederGli perdono. In uno dei
suoi discorsi il Signore stesso dichiarò con forza: “Colui che
viene a Me, Io non lo caccerò fuori” (Giovanni 6:37). Non è
incoraggiante? a.r.m.
Lunedì 28 Marzo 2011
“CHI VUOL VENIRE DIETRO A ME, RINUNZI A SÉ STESSO, PRENDA LA SUA
CROCE E MI SEGUA”. (Marco 8:34)
Una volontà ferma, un obiettivo importante, tre azioni impegnative. Questo
versetto, davvero straordinario, definisce in poche parole la vera scelta di
seguire Cristo. Oggi circa 2 miliardi di persone affermano di essere seguaci
di Cristo, cioè cristiani. Sembrerebbe una notizia favolosa, ma non lo
è, perché molti di essi non supererebbero l’esame di questo
versetto. Quanti “cristiani”, infatti, hanno davvero voglia di seguire
Gesù? Quanti “cristiani” sono davvero disposti a rinunciare,
a dimenticare sé stessi, il proprio tempo, i propri averi, il proprio
successo il proprio divertimento per essere completamente a disposizione di
Cristo? Quanti, ancora, sono pronti a prendere la croce, cioè ad accettare
di esporsi, per Cristo, all’insulto, alla sofferenza, alla discriminazione,
alla morte? Non so quanti dei 2 miliardi di “cristiani” iniziali
resisterebbero all’esame di questo versetto; spero solo con tutto il cuore
che tu non sia un cristiano tra virgolette, ma abbia invece scelto di rispondere
pienamente alle condizioni che Gesù pone a quanti vogliono davvero seguirLo.
d.p.
Martedì 29 Marzo 2011
“DA SEMPRE E PER SEMPRE, TU SEI DIO”. (Salmo 90:2)
Questa affermazione è stata pronunciata in preghiera da Mosè,
uomo di Dio, il quale mette a confronto l’eternità di Dio con la
brevità umana: Dio è eterno e infinito mentre gli esseri umani
sono tutti finiti. Leggendo il resto del salmo si può constatare che
Mosé ammette che i gironi dell’uomo, a causa del peccato, si dileguano
nell’ira divina e prega il Signore affinché il Suo popolo, rifugiandosi
in Lui, possa avere successo nell’ira divina e prega il Signore affinché
il Suo popolo, rifugiandosi in Lui, possa avere successo nell’imprese
e gioia dopo i patimenti. Caro lettore, è il Signore il tuo unico vero
rifugio? È solo in Lui che poni la tua fiducia? Sappi che nessun uomo
ti potrà salvare, perché egli stesso è un essere finito
e i suoi giorni svaniscono come l’erba. L’eterno Dio, invece, essendo
il Creatore di tutte le cose, non ha né principio né fine. Egli
sì che può essere l’unico tuo vero rifugio e l’unico
tuo vero Salvatore. Egli è l’eterno esiste da sempre e non ha limiti
di tempo e di spazio; è anche il Giudice supremo di tutta la Terra ed
è a Lui che ogni uomo dovrà rendere conto del proprio operato.
Perciò non indugiare, affida oggi stesso la tua vita a Lui, confessando
i tuoi peccati; rifugiati in Lui ed Egli ti salverà e ti benedirà.
n.s.
Mercoledì 30 Marzo 2011
“ECCO SU CHI IO POSERÒ LO SGUARDO: SU COLUI CHE È UMILE”.
(Isaia 66:2)
Ecco una preghiera di chi desidera avere l’approvazione di Dio: “Mio
Signore e Padre, quando Ti parlo in preghiera, quando il mio cuore si apre a
Te, vorrei dirTi tutto quello che passa per la mia mente, vorrei essere capace
di esprimere per bene il tutto della mia vita, ma so che Tu mi conosci appieno;
la parola non è ancora sulla mia lingua che Tu, o Eterno, già
lo conosci, Tu intendi da lontano il mio pensiero. Sii Tu a dirigere la mia
vita piuttosto che sia io a farlo. Sono consapevole che Tu hai vegliato con
saggezza sul mio passato, mi conduci amorevolmente giorno per giorno e nelle
Tue mani eterne riposa il mio futuro. Anche se il domani mi riserva incognite
e incertezze, accetto per fede tutte le Tue indicazioni per me. Chinando il
capo al Tuo volere, come Gesù ha fatto, riconosco che è molto
meglio che sia fatto per me ciò che Tu vuoi, piuttosto che ciò
che io voglio.” s.g.
Giovedì 31 Marzo 2011
“L’ETERNO NON LASCIÒ ANDARE A VUOTO NESSUNA DELLE SUE PAROLE”.
(1 Samuele 3:19)
“Te lo prometto”. Quante volte sentiamo questa frase, quante volte
diciamo noi stessi! Promettiamo ricompense o castighi; promettiamo per rassicurare
o per fare bella figura. A volte si tratta di qualcosa che possiamo mantenere,
eppure ce ne dimentichiamo e non facciamo quello per cui ci siamo impegnati.
Altre volte si tratta di cose su cui in realtà non abbiamo nessun controllo
e le nostre promesse sono parole vuote. E siamo tanto abituati al pensiero che
le promesse sono fatte per non essere mantenute, che applichiamo lo stesso metro
alle promesse fatte da Dio che troviamo nella Bibbia. Nel versetto di oggi si
parla delle promesse fatte da Dio riguardo a Samuele. Era ancora un ragazzo
quando Dio lo ha chiamato al Suo servizio e gli ha rivelato che lo avrebbe usato
come profeta per portare la Sua parola. E Dio ha mantenuto le promesse, e per
due ragioni: perché Dio è verità e perché è
onnipotente. Può mantenere quello che promette. E anche le promesse che
nella Bibbia sono rivolte a noi, sue creature, saranno tutte mantenute. Quelle
che promettono disciplina e quelle che promettono benedizioni. v.n.
Venerdì 1 Aprile 2011
“E RIDEVANO DI GESÙ”. (Luca 8:53)
Prendere in giro o deridere gli altri è un vezzo piuttosto diffuso. Sono
molti i primi giorni di aprile che ricordo della mia infanzia. Ricordo con piacere
quelli in cui a scuola dei miei compagni cadevano vittime di scherzi (i famosi
“pesci d’aprile”!) preparati da insegnanti, per la verità
un po’ “sadici”. Era un gran godimento vedere tutta la classe
ridere e il malcapitato a testa china, umiliato per aver fatto suo malgrado
la parte del tontarello. Con molto meno piacere ricordo invece quel primo giorno
di aprile in cui tontarello di turno ero… io! È bello prendere
in giro gli altri, molto meno bello essere decisi dagli altri! Può essere
di incoraggiamento per noi ricordare proprio oggi che Gesù non ha mai
preso in giro nessuno, né con il Suo comportamento né con il Suo
insegnamento. Ma, soprattutto – come ci ricorda il testo di oggi –
quando è stato deriso come gli accadde nel caso del capo della sinagoga
Iairo non si fermò davanti agli schernitori. Fu così che, nonostante
loro, la figlia di Iairo conobbe il miracolo della resurrezione. p.m.
Sabato 2 Aprile 2011
“HO CERCATO L’ETERNO, ED EGLI MI HA RISPOSTO”. (Salmo 34:4)
In queste parole del re Davide è racchiusa tutta la sua testimonianza.
Davide è il mio personaggio proferito dell’Antico Testamento. Non
era perfetto, proprio come tutti noi, ma il suo cuore, cioè il suo desiderio
più profondo, era quello di cercare il Signore. Questo è quello
che conta veramente: desiderare di conoscere l’Eterno. Tu che ne pensi?
Qual è il tuo più profondo desiderio? Per cosa vivi? Cosa cerchi
e rincorri? Beh, la Parola di Dio oggi ti ha messo davanti la testimonianza
di Davide. Lui desiderava la presenza di Dio, e la risposta divina non si è
fatta attendere, ma è arrivata al momento giusto L’Eterno ha risposto
a Davide. Se stati ancora vagando qua e là tra le religioni e le filosofie,
e un tuo amico cristiano ti ha regalato questo calendario, non perdere altro
tempo. Cerca solo e unicamente l’Eterno, Egli ti risponderà colmando
la tua vita della Sua presenza, come ha fatto con il re Davide tanti anni fa!
e.m.
Domenica 3 Aprile 2011
“MEDITATE SU TUTTE LE SUE MERAVIGLIE”. (1 Cronache 16:9)
A 10 settimane di vita, ancora nella pancia di sua madre, benché lungo
25mm e pesante meno di 10 grammi, mio figlio Davide aveva già un cuoricino
che pulsava velocissimo, una manina perfetta in ogni particolare e si distingueva
benissimo la sua bocca che si apriva e chiudeva in continuazione. L’uomo
è una macchina così eccelsa che solo un Creatore perfetto poteva
inventarla. Ma basta guardarci attorno per contemplare tutte le cose meravigliose
che Egli ha creato: un cielo stellato, un fiore di campo, una farfalla, un tramonto…
Facciamo nostra l’invocazione di un altro Davide, il grande re d’Israele,
e impariamo a meditare su tutte le meraviglie, materiali e spirituali, piccole
e grandi, con cui il Signore ci ha grandemente benedetto. m.m.
Lunedì 4 Aprile 2011
“L’ETERNO DICE: VOGLIO FARE DI TE LA LUCE DELLE NAZIONI, LO STRUMENTO
DELLA MIA SALVEZZA”. (Isaia 49:9)
Il testo di oggi parla profeticamente dell’avvento del Servo di Dio, il
Messia, stabilito da Dio per essere la luce delle nazioni e lo strumento di
salvezza per il mondo. Questa profezia ha avuto il suo pieno adempimento nella
persona di Gesù di Nazareth. Infatti, quando Gesù fu presentato
al Tempio, Simeone, mosso dallo Spirito, pronunziò queste parole: “…poiché
i miei occhi hanno visto la Tua salvezza, che hai preparata dinanzi a tutti
i popoli per essere luce da illuminare le genti e gloria del Tuo popolo Israele”
(Luca 2:30-32). Gesù stesso dirà di Sé: “Io sono
la luce del mondo…” (Giovanni 8:12). Perciò Gesù di
Nazareth è il solo e unico strumento stabilito da Dio per essere luce
e salvezza del mondo, non ve ne sono altri. Infatti l’apostolo Pietro,
parlando ai capi del popolo di Israele e agli anziani, disse: “non vi
è sotto il cielo nessun altro nome… per il quale possiamo essere
salvati” (Atti 4:12). n.s.
Martedì 5 Aprile 2011
“LE SOFFERENZE DEL TEMPO PRESENTE NON SONO PARAGONABILI ALLA GLORIA CHE
DEVE ESSERE MANIFESTATA”. (Romani 8:18)
La Bibbia parla molto di sofferenza. La Bibbia parla molto di sofferenza. Il
mondo è decaduto, è immerso nel peccato e questo provoca dolore.
Fisicamente ci sono malattie, lutti disgrazie. Socialmente ci sono miseria,
carestie, guerre, contese, crimini. Spiritualmente ci sono persecuzioni, ingiustizie,
lotte interiori. Finché durerà la terra, ci saranno queste e altre
conseguenze della realtà del peccato. I credenti non sono esenti dalla
sofferenza. Solo un falso vangelo predica che il credente deve vivere nel benessere
materiale e nella gioia continua. È un inganno crudele. Dio spiega perché
permette le sofferenze. Le usa per correggerci, per avvicinarci di più
a Lui, per staccarci da questa terra e farci desiderare il cielo e per insegnarci
la fiducia e la sottomissione a Lui. Le sofferenze non ci piacciono ma, quando
saremo in cielo, capiremo quanto bene ci hanno fatto. m.t.s.
Mercoledì 6 Aprile 2011
“LA GIOIA È SCOMPARSA DAI NOSTRI CUORI, MA TU, SIGNORE, REGNI PER
SEMPRE”. (Lamentazioni 5:15-19)
Vi è mai capitato di prendere un aereo in una giornata grigia e piovosa?
A me è capitato una volta. Il cielo era veramente plumbeo e l’atmosfera
umida e pesante. Ma quanto l’aereo ha preso quota ed è andato al
di sopra delle nubi, tutti i passeggeri si sono lasciati andare a espressioni
di stupore e meraviglia, perché lo scenario è cambiato di colpo.
Un sole sfavillante ha invaso l’abitacolo attraverso gli oblò,
l’aria è apparsa di una trasparenza perfetta, l’orizzonte
terso di un blu intenso. Così è spesso nella nostra esperienza
umana Problemi, preoccupazioni, angosce possono opprimere le nostre giornate,
ma ricordiamoci che al di là delle nubi che sono sopra la nostra testa
c’è lo splendore, la maestà, la gloria del Dio che ci ama
e che è pronto a trasportarci in alta quota. Abbiamo mai pensato che
quelle nubi che ci appaiono così cupe e impenetrabili potrebbero chiamarsi
PECCATO? dice l’apostolo Giovanni: “Se confessiamo i nostri peccati,
Egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni
iniquità” (1 Giovanni 1:9). g.b.
Giovedì 7 Aprile 2010
“È VERO, HO PECCATO CONTRO L’ETERNO”. (Giosuè
7:20)
Un’ammissione che per Acan arriva troppo tardi. È letteralmente
costretto a confessare ciò che ha fatto perché è l’Eterno
stesso che lo toglie dall’ombra. Acan ammetterà il suo peccato
alla luce del sole, ma denti stretti. L’avidità, il desiderio di
possesso e l’uso del bottino di guerra per un vantaggio personale, rappresentano
per questo uomo una tentazione irresistibile. Leggendo questa storia e il suo
tragico finale, si può rimanere colpiti dalla severità esercitata
da Giosuè nella funzione di guida. Ma al di là delle nostre considerazioni
personali, due aspetti dovrebbero farci riflettere seriamente. Il primo: Dio
sa tutto di noi, non c’è niente di così nascosto che Egli
non sia in grado di portare alla luce del sole. Il secondo: C’è
un tempo in cui possiamo spontaneamente ammettere di essere peccatori, bisognosi
di perdono, ma quel tempo finirà. Guai a noi se ci dovessimo trovare
a fare questa confessione perché costretti. Perché un giorno,
anche non volendo, ogni ginocchio si piegherà e ogni lingua confesserà
che Gesù è il Signore. a.m.
Sabato 9 Aprile 2011
“O ETERNO, DIO DEGLI ESERCITI, CHI È POTENTE COME TE?”. (Salmo
89:5)
L’autore di questo Salmo ha di certo conosciuto personaggi potenti, all’apparenza
invincibili, ma che hanno avuto tutti una fine terrena, a volte anche rovinosa.
Ecco perché sostiene con forza che nessuno può essere paragonato
all’Eterno in quanto nessun altro potrà mai avere pari forza e
potenza. Pur senza le conoscenze scientifiche dell’uomo moderno, questa
convinzione si fonda sulla sola contemplazione della bellezza del creato, che
spazia dal cielo al mare, alle montagne, per giungere fino ai fiorellini, piccoli,
ma perfettamente delineati nella forma e nei colori. Inoltre l’osservazione
dell’alternarsi costante fra il giorno e la notte, oppure fra le stagioni,
dimostra che la potenza di Dio non è stata solo una forza creatrice,
ma che è anche continuamente impegnata nel sostenere l’intero universo
con ritmi certi e immutabili. Tuttavia tutta questa grande potenza non ci sarebbe
utile se Dio non l’avesse dimostrata anche nei confronti dell’uomo,
con le tantissime liberazioni e gli innumerevoli interventi miracolosi in suo
favore. Anche noi possiamo dunque affermare con convinzione che niente è
impossibile per il Signore. s.p.
Domenica 10 Aprile 2011
“GRAZIE SIANO RESE A DIO CHE SEMPRE CI FA TRIONFARE IN CRISTO”.
(2 Corinzi 2:14)
Le parole del versetto di oggi sono dell’apostolo Paolo e vanno considerate
e comprese nel loro contesto, per evitare errori o inutili generalizzazioni.
Paolo non vuole assolutamente dire che, visto che siamo cristiani, qualunque
cosa si intraprenda avrà buona riuscita, non ci viene qui data una facile
chiave per il successo. L’ottica di Paolo è quella del servizio
cristiano e in particolare del lavoro di apostolato ed evangelizzazione che
lui stava compiendo; solo ed esclusivamente in questo ambito vanno prese e considerate
le parole dell’apostolo. È come se Paolo stesse dicendo: “Noi
ci adoperiamo per rispondere positivamente alla chiamata del Signore e Lui ci
onora facendo sì che il nostro impegno sia gratificato da buoni risultati”.
Per noi l’insegnamento è palese: adoperiamoci con impegno nel cercare
di vivere la volontà di Dio e non verrà a mancarci l’aiuto
del Signore, mai. f.a.
Lunedì 11 Aprile 2011
“IO, IO SONO COLUI CHE PER AMOR DI ME STESSO CENCELLO LE TUE TRASGRESSIONI”.
(Isaia 43:25)
I primi diciannove anni della mia vita li ho vissuti nell’ignoranza di
Dio. Pur avendo ricevuto una buona educazione in famiglia e pur credendo nell’esistenza
di Dio, non conoscevo né il Suo carattere né la Sua Parola. Chi
è Dio? È solo un grande benefattore, un soccorritore da invocare
o disturbare nell’ora del bisogno? Un essere leggendario? No, non sono
queste le risposte che la Bibbia dà. Ascoltate con attenzione e stupore
quello che il Signore dice di Sé stesso: “Prima di Me nessun Dio
fu formato, e dopo di Me, non ve ne sarà nessuno” (Isaia 43:10).
Frasi o parole come queste mi fecero capire chi è veramente Dio: una
Persona infinitamente più grande e più importante di noi. Siamo
dei peccatori perduti, ma così come ha promesso per Israele, Egli è
pronto a cancellare e dimenticare tutti i nostri peccati. In che modo lo farà?
Impariamo a conoscere il Gesù della Bibbia e dopo aver confessato le
nostre misere trasgressioni crediamo in Lui. Sta scritto: “Chi crede nel
Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà
la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui” (Giovanni 3:36). s.v.
Martedì 12 Aprile 2011
“GUARDATEVI DAI FALSI PROFETI”. (Matteo 7:15)
In questi giorni i muri della mia città sono tappezzati di manifesti
che reclamizzano l’opera di un sensitivo il quale pretenderebbe di risolvere
problemi d’amore o finanziari, di eliminare negatività, malocchio,
ecc. Se uno spende tanto per farsi pubblicità, vuol dire che può
contare su molti clienti e un buon guadagno. E poi, quanti altri falsi profeti
sono di moda! Offrono religioni di tipo più o meno orientale, cure strane,
teorie scientifiche che escludono Dio o, cosa ancora più pericolosa,
hanno la pretesa di un nuovo modo di vivere il cristianesimo. I falsi profeti
ci circondano, ci assillano, fanno promesse mirabolanti, parlano di una nuova
spiritualità. Gesù lo sapeva e ha messo in guardia i Suoi discepoli.
Satana non vuole che siamo senza religione, che siamo senza fede; sa benissimo
che deve riempire il vuoto che la mancanza di Dio può creare in noi.
Basta riempirlo con la menzogna perché la verità non vi trovi
posto. Con che cosa vogliamo riempire il nostro vuote trovare risposta ai nostri
perché? Vogliamo illuderci e lasciarci ingannare, o vogliamo impegnarci
a cercare la risposta giusta che solo Dio ci dà nella Sua Parola? v.n.
Mercoledì 13 Aprile 2011
“DIO CREÒ L’UOMO A SUA IMMAGINE”. (Genesi 1:27)
Quando l’uomo si guarda allo specchio vi vede riflessa tutto altro che
l’impronta del suo Creatore. Vede un uomo, per meglio dire, l’immagine
dell’uomo che pensa di essere o che forse vorrebbe essere. E la cosa strana
è che quella immagine riflessa finisce spesso per essere illusoria di
quella fede che egli ha ridimensionato a una “credenza”. Avendo
dimenticato l’immagine di Dio, finiamo per dimenticare quella che è
la nostra vera immagine. Abbiamo smarrito Dio e stiamo finendo per smarrire
l’uomo! Anche per questo Dio si è fatto uomo affinché attraverso
un Uomo perfetto, noi potessimo contemplare “la gloria di Dio che rifulge
nel volto di Gesù Cristo” (2 Corinzi 4:6). Diventando discepoli
di Gesù noi, non solo “camminiamo com’Egli camminò”
(1 Giovanni 2:6), ma “siamo trasformati nella Sua stessa immagine”
(2 Corinzi 3:18). Così torniamo ad assomigliare a Dio. E quando il processo
sarà terminato, “come abbiamo portato l’immagine del terrestre,
così porteremo anche l’immagine del celeste” (1 Corinzi 15:49).
Che beata speranza! t.m.
Giovedì 14 Aprile 2011
“NOI INFATTI NON PREDICHIAMO NOI STESSI, MA CRISTO GESÙ QUALE SIGNORE”.
(2 Corinzi 4:5)
Qualcuno forse avrà chiesto all’apostolo Paolo: “Ma tu chi
rappresenti? A che titolo parli? Le autorità ebraiche ti hanno disconosciuto;
non sei uno dei dodici apostoli che cono stati con Gesù: nelle chiese
molti ti contestano. Perché continui a parlare del “tuo vangelo”
(Romani 2:16, 16:25,2 Timoteo 2:8)? Vuoi forse crearti una tua religione personale
di cui diventare il capo assoluto?”. Se alla tua luce di queste domande
si rilegge il passo in cui è contenuto il versetto di oggi si capiranno
meglio le parole di Paolo. E forse si capirà anche che nel nostro parlare
agli altri di Gesù dobbiamo stare molto attenti a non “predicare
noi stessi”, cioè a non ricercare la soddisfazione di avere ragione,
o di vincere un contraddittorio, o di trovare finalmente qualcuno che ci prende
in considerazione e ci sta a sentire. Non basta dire che predichiamo Cristo:
dobbiamo stare attenti a predicare “‘soltanto Cristo”, e non
“Cristo e noi stessi”. Perché in realtà questo sarebbe
un “predicare noi stessi”. m.c.
Venerdì 15 aprile 2011
“LE TUE AZIONI TI RICADRANNO SUL CAPO”. (Abdia 15)
Con leggerezza siamo spesso portati a sminuire le nostre azioni sbagliate e
andiamo avanti illusi di averla fatta franca ancora una volta. Ad esempio, quando
non ero ancora credente pensavo che, se non frequentavo le riunioni della chiesa,
non mi sarebbe successo niente. E così è stato, ma in quel caso
a esser sbagliato non era il posto dove mi trovavo, ma il mio cuore davanti
a Dio. Lui che vede tutto, ma proprio tutto quello che facciamo, quasi sempre
pazienza. Spesso però, senza neanche un Suo diretto intervento, lascia
che alle nostre azioni seguano semplicemente le normali reazioni: rapporti rovinati,
malattie, disastri naturali, ecc. Ma un giorno giudicherà… “Infatti
il giorno del Signore è vicino per tutte le azioni e come hai fatto,
così sarà fatto a te: le tue azioni ti ricadranno sul capo”.
(Abdia 15). Un avvertimento per noi: oggi non sottovalutiamo le nostre azioni!
b.s.
Sabato 16 Aprile 2011
“O DIO, IO TI CERCO DALL’ALBA”. (Salmo 63:1)
Leggendo “Le mie prigioni con Dio” (ed. Uomini Nuovi), scritto da
Richard Wurmbrand, detenuto nelle prigioni rumene durante il regime comunista,
sono rimasta profondamente colpita dalla sua esperienza con Dio. Essendo ritenuto
un “pericoloso cristiano” fu rinchiuso in una cella di isolamento
sotterranea per diversi anni. Il buio, il silenzio, il nulla avvolgeva l’esistenza
di questo figlio di Dio che riuscì a sopravvivere grazie alla comunione
continua e costante con il suo Signore. La solitudine non poté inghiottirlo,
perché il suo Salvatore fu con lui ininterrottamente. Il silenzio fu
un’occasione di ricerca e di crescita. Il suo Dio è stata la sorgente
che ha saputo riempire quel vuoto opprimente che ha fatto impazzire diverse
altre persone. Gesù è stata la fonte che lo ha rinfrescato, saziato,
ristorato giorno dopo giorno. Quanto abbiamo bisogno del Salvatore, per vivere
e per sopravvivere! m.f.
Domenica 17 Aprile 2011
“TUTTO IL POPOLO TENDEVA L’ORECCHIO, PER SENTIRE IL LIBRO DELLA
LEGGE”. (Neemia 8:3)
Walter Scott, un celebre scrittore inglese, sul suo letto di morte chiese a
suo figlio di portargli il libro; il figlio, imbarazzato, gli chiese a quale
libro pensasse; Scott rispose: “Vi è un solo libro che si possa
chiamare il libro “LA BIBBIA”. Ogni altro libro storico tramonta,
ogni testo scientifico viene superato da altre scoperte, ma la Parola di Dio
permane in eterno, è sempre la stessa, non tramonta non viene superata
e i suoi insegnamenti rimangono sempre freschi e applicabili, oggi come nel
passato. La Parola di Dio ha modellato milioni di persone, ha cambiato la sorte
eterna a tanti che non si possono contare, ha guidato nelle difficoltà,
ha parlato, ha corretto, ha consolato tanti nel dolore, ha dato forza agli stanchi,
ha rallegrato tanti nella tristezza, ha lenito tante fatiche, è stato
pane per l’affamato, bevanda per l’assetato, latte per i bambini
nella fede, cibo solido per i maturi, ha risposto a qualsiasi bisogno dell’anima.
Può farlo anche per te! Tendi l’orecchio per ascoltarlo? s.g.
Lunedì 18 Aprile 2011
“L’ETERNO È LA MIA PARTE, PERCIÒ SPERERÒ IN
LUI”. (Lamentazioni 3:24)
Non c’è stato profeta più provato, perseguitato e afflitto
di Geremia. Nel suo breve libro delle Lamentazioni, e gli spande il suo dolore
davanti a Dio per le sue sofferenze personali e quelle del suo popolo, vicino
al giudizio a causa della sua infedeltà. Geremia riflette sul fatto che
è una grazia che il popolo non sia stato completamente distrutto, nonostante
il suo peccato. Dio resta sempre misericordioso e fedele… Il profeta dice:
“Il Signore è la mia parte (cioè la mia eredità),
perciò spererò in Lui e continuerò a sperare”. È
un atto di fede preciso. Dio è l’eredità che gli spetta,
che gli appartiene ed è sicura. Un’eredità eterna, perfetta
e intoccabile: è Dio stesso. Sembra un’immaginabile, ma è
una promessa precisa per chi ha creduto in Cristo ed è diventato un figlio
di Dio e coerede con Cristo. Verificalo nella lettera ai Romani (8:17). m.t.s.
Martedì 19 Aprile 2011
“L’IRA DI DIO SI SCATENÒ, PERCHÉ NON AVEVANO CREDUTO
IN LUI”. (Salmo 78:21,22)
Leggiamo tutto questo salmo e resteremo profondamente colpiti: da un lato la
fedeltà di Dio che continua e si rinnova attraverso tutta la storia del
Suo popolo Israele con opere potenti di Dio in suo favore, dall’altro
lato la ribellione, l’incredulità, il “collo duro”
di questo popolo, che sembrano proprio senza speranza. L’ira di Dio si
è scatenata, è vero, e non poteva essere diversamente, ma non
è durata per sempre (Salmo 103:8,9). Invece di dire “basta!”,
Dio ha mandato Gesù per questo Suo popolo ribelle e per tutti i popoli.
Le grandi opere compiute da Dio e raccontate in questo salmo, in Gesù
Cristo si sono sviluppate enormemente e si sono estese a tutti gli uomini, anche
a te e a me. Gesù ci ha detto: “Chi ha visto Me ha visto il Padre”;
è venuto tra noi e per noi, pieno di grazia e di verità. L’incredulità
di Israele ci stupisce, ma quella dell’uomo di oggi? E la nostra, che
al di là di tante pie parole, spesso ci fa rimanere scettici di fronte
alla meravigliosa persona di Gesù, alla Sua opera, alle Sue promesse?
l.p.
Mercoledì 20 Aprile 2011
“GESÙ, ESSENDO IN AGONIA, PREGAVA ANCORA PIÙ INTENSAMENTE”.
(Luca 22:44)
Sono le ore strazianti del Getsemani. Gesù sa che poche ore Lo separano
dalla morte orribile della croce. Intensifica la Sua preghiera chiedendo al
Padre che quel calice amaro sia allontanato da Lui, ma ciò non è
possibile, perché non è questa la volontà di Dio e Gesù
è disposto a seguire la volontà del Padre fino in fondo. Gesù
è Dio, ma qui traspare tutta la Sua umanità fragile e tormentata.
Ancora poche ore e i chiodi trapasseranno la Sua carne; carne vera, umana, come
la nostra. Il suo corpo sarà issato sulla croce; un corpo vero e umano
come il mio e il tuo. Gesù non asconde la Sua angoscia e non affronta
la morte stoicamente, ma trema e suda sangue. In lui non c’è la
tempra dell’eroe impavido, ma una mente pura: la purezza dell’agnello
sacrificale. Grazie a questa purezza, il Suo sangue versato sulla croce può
lavare il mio e tuo peccato. Lo credi? g.b.
Giovedì 21 Aprile 2011
“GESÙ, ACCUSATO DAI CAPI SACERDOTI, NON RISPOSE NULLA”. (Matteo
27:12)
Immaginiamoci la scena. È mattino presto. Il Signore Gesù è
stato arrestato nottetempo da uno stuolo di persone armate di spade e bastoni
e portalo via come un pericolosissimo criminale. Tutti i Suoi discepoli Lo hanno
abbandonato, fuggendo via. Nella notte è stato interrogato nella casa
del sommo sacerdote, subendo angherie e violenze. In seguito è stato
legato e condotto dal governatore romano. E adesso Gesù è lì,
alla presenza di Pilato. I capi sacerdoti desiderano far morire Gesù,
quindi contro di Lui lanciano più accuse possibili, in modo che il governatore
Lo possa condannare a morte. Ma, che incriminazioni possono trovare contro Gesù,
il Principe della Pace, l’Agnello di Dio, il Giusto? Nessuna! Gesù
è completamente puro da ogni colpa. Infatti le accuse sono false e contraddittorie.
Ma perché Gesù è rimasto in silenzio? La risposta è:
per te. Sì, Gesù senza rispondere ha scelto di essere ucciso per
pagare il prezzo della tua salvezza. Grazie, Signore Gesù, per il Tuo
amore! e.m.
Venerdì 22 Aprile 2011
“CRISTO OFFRÌ SÉ STESSO PURO D’OGNI COLPA A DIO”.
(Ebrei 9:14)
“Come per mezzo di un solo uomo è entrato il peccato nel mondo,
e per mezzo del peccato la morte, così la grazia di Dio e il dono della
grazia proveniente da un solo uomo, Gesù Cristo, sono stati riversati
abbondantemente su molti” (Romani 5:12,15). Per realizzare la possibilità
di essere nuovamente in comunione con Dio (persa a causa del peccato) era necessario
un sacrificio perfetto e solo un uomo senza peccato poteva pagare tale prezzo.
Ma la Bibbia dichiara che “non c’è nessun giusto, neppure
uno” (Romani 3:10), e quindi non ci sarebbe stata alcune speranza per
l’uomo. Ed ecco che il cuore giusto e santo ma anche misericordioso di
Dio, provvide un piano meraviglioso attraverso il quale venivano soddisfatte
le esigenze dalla santità e giustizia di Dio, un paino compiuto con l’atto
d’amore supremo che era quello di donare Sé stesso, Dio incarnato,
puro di ogni colpa, offerto per donare all’uomo la via della salvezza.
Ma chi può beneficiare di questo dono? Dio lo offre a tutti gratuitamente,
ma solo coloro che lo accettano per fede possono usufruirne. Hai già
ricevuto tale dono? È sufficiente chiederlo e ti verrà donato!
w.g.
Sabato 23 Aprile 2011
“NELLE TUE MANI RIMETTO IL MIO SPIRITO; TU MI HAI RISCATTATO, O ETERNO,
DIO DI VERITÀ”. (Salmo 31:5).
Sono molte le volte in cui nei Salmi troviamo descrizioni o frasi che si riferiscono
al Messia. Pietro ci rivela che negli scritti dei profeti “lo Spirito
di Cristo che era in loro, anticipatamente testimoniava delle sofferenze di
Cristo e delle glorie che dovevano seguirle” (1 Pietro1:1). Le parole
che Gesù avrebbe pronunciato sulla croce, al momento di morire nel corpo,
erano state rivelate molti secoli prima a Davide, il poeta-cantore di Israele.
Le riporta all’interno di un canto in cui esprime a Dio la sua fiducia
in Lui nei momenti di difficoltà e di prova. Davide sta parlando di sé
stesso e del sofferto momento che attraversava nella sua vita, ma lo Spirito
di Cristo lo guida a scrivere parole che anticipano di secoli il momento drammatico
della morte del Messia. Questa identificazione divina con le nostre esperienze,
soprattutto con quelle più dure e difficili, ci rivelano l’amore
di Dio ed il Suo desiderio di essere sempre accampato a noi per consolarci ed
incoraggiarci. p.m.
Domenica 24 Aprile 2011
“GESÙ È RISUSCITATO DAI MORTI”. (Matteo 28:7)
Qualcuno potrebbe dire che non è la prima persona a risuscitare dai morti:
gli stessi vangeli riferiscono di altre risurrezioni. Dov’è dunque
la differenza? La risposta è condensata in una frase dell’apostolo
Paolo: “…Cristo, risuscitato dai morti, non muore più; la
morte non ha più potere su di Lui” (Romani 6:9). Per tutti gli
altri risuscitati la risurrezione è stata un temporaneo tornare indietro
per ritrovarsi poi di nuovo di fronte allo stesso problema. Per Gesù
invece la risurrezione è stata un andare avanti, oltre la morte, un passare
come vincitore sul cadavere della morte. Gesù ha vinto la morte perché
ne ha annullato la causa prima: il peccato. Se nel tuo pensiero la morte ti
sta davanti come un nemico minaccioso, la cosa migliore è di anticiparla
e di mettersela alle spalle “morendo con Cristo”, cioè identificandosi
per fede con la Sua morte, e quindi con la Sua risurrezione. “Se siamo
morti con Cristo, crediamo pure che vivremo con Lui” (Romani 6:8). m.c.
Lunedì 25 Aprile 2011
“LA MIA BOCCA RACCONTERÀ OGNI GIORNO LA TUA GIUSTIZIA E LE TUE
LIBERAZIONI, PERCHÉ SONO INNUMEREVOLI”. (Salmo 71:15)
Oggi è il 25 Aprile e in tutta l’Italia questa data si collega
ad una parola: libertà. Mio suocero ha 85 anni, ne aveva 21 il giorno
della liberazione. Gli chiedo di raccontare a me e ai suoi nipoti le sensazioni
provate: “Ci fu una grande festa, l’Italia intera era finalmente
libera, ad Anghiari la liberazioni era già avvenuta l’anno prima,
ma il 25 Aprile si respirava nell’aria la libertà e soprattutto
la certezza di non essere più richiamati a combattere. Per me questo
era un motivo di vera gioia, dato che mi ero sposato da un mese!” Uomini
e donne di tutto il mondo hanno lottato, lottano e lotteranno, anche a costo
della loro stessa vita, pur di vedere realizzati due ideali: giustizia e libertà.
Non sappiamo descriverli a parole, ma sappiamo descrivere bene come ci sentiamo
quando il diritto viene negato e la libertà schiacciata. Dio ci fa assaporare
già qui sulla terra il gusto della libertà e della giustizia,
ma ci ricorda anche che solo in Lui possiamo scoprire fino in fondo cosa significhi
essere liberi e essere giustificati. a.m.
Martedì 26 Aprile 2011
“ESSI, UDITO CHE GESÙ VIVEVA ED ERA STATO VISTO DA LEI, NON LO
CREDETTERO”. (Marco 16:11)
Tutti i peccati sono una violazione della legge di Dio e sono egualmente gravi,
anche se con conseguenze diverse, ma il peccato dell’incredulità,
mi permetto di affermare, è quello che provoca più danni nel cuore
dell’uomo. Non dare credito a Dio e alle cose che afferma nella Sua Parola
è la base per il rifiuto del bisogno di Lui, una sorta di autonomia dal
Creatore. In questo passo ci troviamo di fronte ai discepoli che piangevano
ancora la morte di Gesù e, nonostante avesse preannunciato la Sua risurrezione,
non cedettero a Maria Maddalena che affermava di averLo visto vivente. Che vergogna!
Proprio loro non cedettero. Cari lettori, tante volte possiamo essere così
presi dalle vicende della vita che perdiamo di vista il nostro caro Gesù
vivente e potente vicino a noi. Molliamo tutto, e andiamo alla ricerca sincera
della Sua persona! Rifugiamoci in Lui con fiducia e crediamo che Egli ricompensa
coloro che Lo cercano. Confessiamo la nostra stoltezza. Mi piace pensare che
Gesù è con le braccia aperte, pronto a riceverci. p.p.
Mercoledì 27 Aprile 2011
“PERCHÉ SI GIUDICA COSA INCREDIBILE CHE DIO RISUSCITI I MORTI?”.
(Atti 26:8)
Quando vediamo degli splendidi ciuffi d’erba o di fiori, o addirittura
delle piante, crescere con vigore e forza su rocce a picco, o spuntare in mezzo
al cemento o all’asfalto, ci stupiamo nel constatare come la vita biologica
abbia una forza incredibile al punto da spaccare il cemento o la roccia. La
potenza della vita dovrebbe parlarci della potenza e della grandezza del nostro
Creatore, Lo stesso che è morto ed è risorto dopo tre giorni.
Lo stesso che ha detto che tutti quelli che sono morti sentiranno la sua voce
e risusciteranno. Com’è possibile che corpi dei quali non rimangono
che poche cellule o nessuna, possano ritrovare la vita, una vita immortale?
Credere questo è un passo di fede che va oltre la comprensione umana,
ma significa anche avere la certezza di un presente non vuoto e privo di scopo
e di un’eternità futura da passare con il Risorto. g.f.r.
Giovedì 28 Aprile 2011
“NON TI SMARRIRE, PERCHÉ IO SONO IL TUO DIO”. (Isaia 41:10)
Smarrirsi significa, per definizione, perdere coraggio; ma significa anche perdere
l’orientamento, non trovare la strada giusta. Quando abbiamo paura è
così che ci sentiamo, no? In tali circostanze Dio ci garantisce la Sua
vicinanza. Se Lo riconosciamo come Dio della nostra vita, Gli apparterremo per
sempre e Lui apparterrà a noi per sempre. Ciò significa che non
saremo mai soli ad affrontare delle situazioni difficili che ci spaventano che
ci fanno sentire smarriti. In Lui troveremo il coraggio, la guida, la “bussola”
per non perdere l’orientamento nel cammino che sentiamo percorrendo. Il
versetto di oggi prosegue con le parole di Dio: “Io ti fortifico, Io ti
soccorro, Io ti sostengo…”. Se appartieni al Signore, afferra con
piena fiducia queste promesse: Dio le mantiene sempre! e.s.
Venerdì 29 Aprile 2011
“RICORDATEVI PER SEMPRE DEL SUO PATTO, DELLA PAROLA DA LUI DATA PER MILLE
GENERAZIONI”. (1 Cronache 16:15)
Nella società europea odierna assistiamo al rinnegamento delle radici
giudeo-cristiane che ci hanno caratterizzato per molti secoli. Le conseguenze
drammatiche che colpiranno i bambini e i giovani le vedremo negli anni avvenire.
Ho constatato che molte persone si rendono conto di quello che realmente sta
accadendo, ma non sanno cosa fare. Un amico, recentemente, mi chiedeva: “Che
cosa si potrebbe fare?”. Personalmente non ho una soluzione, ma c’è
qualcuno che ha già fatto qualcosa; chi? Il Dio della Bibbia. Egli, incarnandosi
nella persona di Gesù Cristo, è intervenuto concretamente e ci
ha fatto conoscere il Suo volere e la Sua Parola. Anticamente, uomini di Dio
come Davide, Asaf e altri (che cantavano le parole del versetto di oggi), trasmettevano
i valori importanti che avrebbero fatto del bene a tutta la comunità
attraverso degli oracoli che venivano messi per iscritto. Il ricordo di quelle
preziose verità avrebbe preservato il popolo; “Ricordatevi per
sempre del Suo patto”. È incredibilmente bello, nonostante quello
che vediamo intorno a noi, considerare che le promesse di Dio durano per mille
generazioni, cioè per sempre. s.v.
Sabato 30 Aprile 2011
“ESALTERÒ DIO CON LE MIE LODI”. (Salmo 69:30)
Solo pochi uomini ebbero delle visioni soprannaturali di Dio nella Sua dimora
celeste. Uno di questi fu l’apostolo Giovanni, che descrive il Signore
assiso su un trono circondato da angeli, dalle creature che sono in cielo, sulla
terra, e nel mare, che Lo lodano e si prostrano davanti a Lui, come è
scritto nel libro dell’Apocalisse 5:13,14. Noi abbiamo il grande privilegio
di far parte di questa realtà trascendente, anche se ci troviamo in una
stanzetta della nostra casa. La lode è anche una straordinaria opportunità
di vedere avanzare il regno di Dio in una società sempre più corrotta
e immorale. Il Signore abbia in mezzo alle lodi del Suo popolo e dove c’è
il Signore non c’è posto per le tenebre del peccato. Nel Salmo
149:6-9 è scritto: “Abbiamo in bocca le lodi di Dio… per
punire le nazioni.. per eseguire su di loro un giudizio scritto”. Non
pensiamo che la nostra lode sia poca cosa. È un grande onore riservato
a tutti i Suoi fedeli. (Salmo 69:9). o.t.
Domenica 1 Maggio 2011
“ACCOSTATEVI A LUI, PIETRA VIVENTE, RIFIUTATA DAGLI UOMINI, MA DAVANTI
A DIO SCELTAE PREZIOSA”. (1 Pietro 2:4)
Dio che lascia il cielo per intraprendere un lungo “viaggio” fatto
di umiliazione e sofferenza, che culminerà poi con la morte sulla croce.
Tutto questo con un solo scopo: quello di avvicinarsi a noi. Un Dio che non
è lontano, indifferente e sordo ai bisogni miei e tuoi, ma un Dio che
è venuto sulla terra per farSi conoscere dalla Sua creatura. È
successo in un tempo preciso che era già stato stabilito della fondazione
del mondo, Dio si avvicina e attende che da parte nostra facciamo i passi necessari
per accostarci a Lui. Solo così potrà esserci un incontro reale
e significativo. Puoi rifiutare di fare quei passi che ti porterebbero vicino
a Dio, puoi scegliere un’altra strada e altri incontri, Dio però
continuerà, finché tu respiri, a fare dei passi verso di te per
parlarti del Suo amore e di una vita nuova in Lui. a.m.
Lunedì 2 Maggio 2011
“QUESTO POPOLO MI ONORA CON LE LABBRA, MA IL LORO CUORE È LONTANO
DA ME”. (Maro 7:6)
Cosa significa onorare con le labbra ma non con il cuore? È facile da
capire: significa volere apparire senza essere. Questo comportamento era tipico
dei farisei al tempo di Gesù, i quali erano osservanti scrupolosi di
tutto quello che era l’esteriore fino all’esagerazione, ma poi nella
sostanza erano esattamente il contrario. Tante volte Gesù, con parole
anche molto forti, li ha rimproverati definendoli “ipocriti”, “sepolcri
imbiancati”, è così via. E oggi, come vanno le cose? Per
non sfigurare spesso si indossa la maschera della religiosità: osservanza
scrupolosa di riti, cerimonie, opere varie, presenza a tutti gli incontri di
chiesa, pensando di soddisfare le esigenze di un Dio a torto ritenuto lontano
e incontentabile. Ma Dio “conosce i cuori”, e l’ipocrisia
spirituale è proprio ciò che detesta di più. Quanto deve
essere triste per il Signore vedere la falsità di coloro che tentano
di “imbrogliarLo” (se mai fosse possibile) con false labbra e con
cuori indifferenti e lontani da Lui! w.g.
Martedì 3 Maggio 2011
“ONORA LA PERSONA DEL VECCHIO E TEMI IL TUO DIO”. (Levitino 19:32)
Oggi si fa un gran parlare della dignità della persona umana e del rispetto
che si dovrebbe avere per lui. Ma nei fatti sia la dignità sia, di conseguenza,
il rispetto, sono obiettivi difficili da raggiungere. “La persona del
vecchio” è più sfruttata che onorata: sfruttata nelle famiglie,
perché, finché i nonni sono efficienti, fanno comodo nel “guardare”
i nipoti e nello sbrigare tante piccole faccende quotidiane; sfruttata anche
nella società, perché i vecchi, una volta abbandonati dalla famiglie
perché non più utili, diventano un vero affare economico per i
gestori delle tante “case di riposo” che li accolgono. Il timore
che diciamo di avere di Dio deve esprimersi anche nell’onore per le persone
anziane e onorarle significa: incoraggiare i loro interessi, stimolare le loro
residue energie, comprendere i loro bisogni, farle sentire importanti (utili
e non sfruttate!), aiutarle a vivere in modo sereno e proficuo l’ultima
tappa del loro cammino sulla terra. p.m.
Mercoledì 4 Maggio 2011
“NON C’È VERITÀ, NÉ MISERICORDIA, NÉ
CONOSCENZA DI DIO NEL PAESE”. (Osea 4:1)
Che cosa dovrebbe dire Dio del nostro paese? Che cosa di noi e delle nostre
famiglie? Questo giudizio così duro riguarda solo il passato o è
purtroppo terribilmente attuale? Non c’è verità. I nostri
rapporti con gli altri sono caratterizzati dalla trasparenza, oppure viviamo
nascosti dietro una maschera, preoccupandoci di avere un’apparenza socialmente
accettabile, e tale da non ostacolarci nel successo mondano? E la misericordia?
Ci aggrappiamo egoisticamente ai nostri privilegi o siamo disposti a farne parte
agli altri, a lasciare indietro il nostro egoismo e il nostro quieto vivere
per aprire la nostra vita a chi ha bisogno d’aiuto e di sostegno, di interesse
e di affetto? E poi manca la conoscenza di Dio, e questa è la radice
tutto. Senza la vita di Dio in noi, non ci può essere nessuna vittoria
sulla nostra natura che tende alla menzogna e all’egoismo, a volte appena
mascherati da un moderato altruismo. Dio guarda in profondità e vuole
da noi un cambiamento radicale. E ci dà la possibilità di conoscere
questo cambiamento, se lo desideriamo. v.n.
Giovedì 5 Maggio 2011
“L’EMPIO DICE: NON C’È DIO”. (Salmo 10:4)
Per diverse ragioni, molte persone vogliono vivere come se Dio non ci fosse,
vogliono cioè essere assolutamente autonome da Lui, senza rendere conto
a nessuno – tanto meno a Dio – delle proprie azioni. Non accettano
i principi della Bibbia come verità, anzi desiderano un mondo privo delle
Sue leggi morali e spirituali. Se tu sei una di queste persone, voglio chiederti:
sei soddisfatto oppure ti senti vuoto dentro? Se stai cercando qualcosa, ma
non sai esattamente cosa, perché non provi a cercare proprio quel Dio
in cui credi e a chiederGli di rivelarsi a te? Scoprirai che esiste davvero
e che sei oggetto delle Sue attenzioni e del Suo amore. Oggi è il giorno
giusto per cercare Dio nel tuo cuore: Egli risponde sempre quando qualcuno Lo
cerco; anzi Dio sta ancora cercando persone come te a cui donare piena soddisfazione
e una speranza di vita eterna. g.f.r.
Venerdì 6 Maggio 2011
“OSSERVA E ASCOLTA TUTTE QUESTE COSE CHE TI COMANDO, AFFINCHÉ TU
SIA FELICE”. (Deuteronomio 12:28)
Tempo fa ho seguito in tv l’intervista a un noto cantautore italiano.
Al conduttore che gli chiedeva se la sua vita, come la sua musica, fosse divisa
fra il sacro e il profano, ha risposto pressappoco così: “Ci sono
persone che prendono delle cantonate, esagerano a voler fare il bene o il male;
è meglio non essere né troppo santi né troppo peccatori”.
Questo modo di pensare è assai diffuso, però il Signore ordinò
di rispettare le Sue leggi con lo scopo di renderci felici e affinché
prosperassimo. Se decidiamo di non ubbidirGli, ci troveremo prima o poi ad affrontare
delle difficoltà. Anche se le conseguenze delle nostre scelte non sono
sempre prevedibili e immediate, sicuramente nel tempo causeranno sofferenze
emotive, spirituali o fisiche. Il peccato, anche quello nascosto, non è
ma una faccenda privata e finisce per aver conseguenze anche sugli altri. La
Bibbia promette: “Chi Mi (la sapienza di Dio) ascolta starà al
sicuro, vivrà tranquillo, senza paura di nessun male” (Proverbi
1:33). o.t.
Sabato 7 Maggio 2011
“IO, L’ETERNO, NON HO PARLATO IN SEGRETO”. (Isaia 45:19)
La grande differenza fra il Cristianesimo biblico e tutte le religioni, create
dagli uomini, è che presenta un Dio che si fa conoscere, che parla dice
com’è, esprime ciò che pensa, che interagisce con le Sue
creature. Quando ha creato Adamo e Eva, parlava con loro e faceva loro compagna.
Dopo la caduta nel peccato, ha parlato per mezzo di profeti e uomini di Dio.
Ha fatto scrivere i Suoi comandamenti, i Suoi avvertimenti, le Sue promesse.
Più di 2000 anni fa, ha dato la più grande rivelazione di Sé:
ha mandato il Signore Gesù Cristo, la seconda Persona della Trinità,
per farSi conoscere. L’apostolo Giovanni a detto: “Nessuno ha mai
visto Dio; l’unigenito Figlio, che è nel seno del Padre, è
quello che l’ha fatto conoscere”. E Gesù ha detto: “Chi
ha visto Me, ha visto il Padre”. Oggi le Sacre Scritture sono a disposizione
di tutti. Gesù ha detto: “Esse parlano di Me”. Se vuoi conoscere
Dio, leggile. m.t.s.
Domenica 8 Maggio 2011
“ONORA TUO PADRE E TUA MADRE, AFFINCHÉ I TUOI GIORNI SIANO PROLUNGATI”.
(Esodo 20:12)
Questo è un comandamento, non un suggerimento da parte di Dio. È
presente nello stesso elenco in cui si trova il comandamento “non uccidere”
e altri. È evidente che Dio dà molta importanza al rapporto figli-genitori.
È un legame che Egli ha “scritto” nel nostro patrimonio genetico,
che fa parte di noi. Il modo in cui l’affrontiamo determina il nostro
benessere mentale e fisico. La portata che questo rapporto ha per noi non è
una scelta, ma è una scelta affrontarlo nel modo di giusto. Dio stesso
l’ha ideato perché fa parte della Sua natura. Ha voluto farci il
dono di sperimentare che cosa significhi il rapporto padre-figlio in termini
umani, ma desidera che viviamo questa parentela direttamente con Lui. Vuole
essere nostro Padre. Vuole essere Tuo Padre. Onorare i tuoi genitori è
un primo passo per onorare il Genitore per eccellenza. e.s.
Lunedì 9 Maggio 2011
“TUTTI QUELLI CHE AMO, IO LI RIPRENDO E LI CORREGGO; SII DUNQUE ZELANTE
E RAVVEDITI, DICE DIO”. (Apocalisse 3:19)
L’amore di Dio è ben diverso dalle emozioni che gli uomini sono
in grado di esprimere nelle loro relazioni. Si pensa comunemente che esso debba
mostrare il sorriso a tutti, che non debba creare alcun problema al prossimo,
che debba essere accondiscende anche quando gli altri non sono proprio un esempio
di coerenza. Ma questo è vero amore? “Chi ama ferisce, ma rimane
fedele; chi odia dà abbondanza di baci”, dice la Bibbia (Proverbi
27:6). L’amore di Gesù descritto in questo versetto dell’Apocalisse
segue appunto questo modello. Egli stava parlando a una chiesa che non camminava
correttamente secondo i principi del Suo insegnamento. I rimproveri sono molto
duri, severi, eppure la Sua correzione si svolge in uno spirito d’amore
perfetto e salutare: “Tutti quelli che amo, Io li riprendo e li correggo”.
È vero, chi ama davvero a volte ferisce, ma lo fa per il bene e per riportarci
sulla strada giusta. Osserva, infatti, quanto è grande l’opportunità
che si apre di nuovo davanti a noi: “…sii dunque zelante e ravvediti”.
Ti pare, dunque, che l’amore del Signore sia poca cosa? s.v.
Martedì 10 Maggio 2011
“ELIA DUNQUE PARTÌ, E FECE SECONDO LA PAROLA DEL SIGNORE”.
(1 Re 17:5)
Il versetto di oggi deve essere applicato a tutta la via di Elia. Egli era un
servo di Dio, un profeta, vissuto circa 2800 anni fa. Non abbiamo spazio a sufficienza
per conoscere approfonditamente questo personaggio biblico, ma il versetto di
oggi ci illumina circa due aspetti importanti della sua vita. In primo luogo,
Elia non scelse, per la sua vita, di dare retta ai suoi pensieri, né
a quelli del re né a quelli della sua famiglia, degli amici e della società
di allora, ma scelse di stare dalla parte di Dio, ascoltando la Sua Parola.
In secondo luogo, Elia dimostrò di stare davvero dalla parte di Dio nell’unico
modo possibile: agendo secondo la Parola di Dio. Tu che parte stai? Dalla parte
di Dio? Splendido! Allora, dimostraglieLo: fai secondo la Sua Parola. d.p.
Mercoledì 11 Maggio 2011
“”GESÙ DISSE: SEGUITEMI E IO VI FARÒ PESCATORI DI
UOMINI”. (Matteo 4:19)
A chi ha rivolto questo invito Gesù? dei falegnami o muratori, ma a due
fratelli che di professione erano pescatori. Gesù usa sempre un linguaggio
a noi comprensibile. Il cristiano non è un asceta, che dal momento della
conversione, smette di avere relazioni sociali, rinchiudendosi in un mondo di
contemplazione tutto suo. No! Non è così che Dio intende la nuova
nascita. Eppure ancora oggi uomini e donne che si danno a una vita ascetica
suscitano sempre una grande ammirazione dei più, i quali li consideravano
veramente spirituali… La cosa importante è seguire Gesù.
Seguire Gesù significa avere la luce della vita (Giovanni 8:12), cioè
avere la vita eterna. Inoltre Gesù prende le nostre abilità e
le utilizza per il Suo proposito. Se sei un seguace di Gesù, ricordati
anche oggi di impegnarti nel tuo lavoro, svolgendolo alla gloria di Dio per
portare altre anime a Lui. e.m.
Giovedì 12 Maggio 2011
“CHI HA TROVATO MOGLIE HA TROVATO UN BENE E HA OTTENUTO UN FAVORE DALL’ETERNO”.
(Proverbi 18:22)
Questo passo della Bibbia, che a una lettura rapida e superficiale potrebbe
sembrare scontato se non addirittura banale, contiene in realtà lo spunto
per una riflessione profonda. C’è una figura centrale che è
quella del Donatore, Colui che, essendo perfettamente consapevole dei bisogni
spirituali, mentali, emotivi, sociali e fisici dell’uomo, gli fa un “favore”,
va incontro ai suoi bisogni facendogli dono del matrimonio. È il Dio
che ama e si compiace nel benedire, nel donare generosamente ogni bene. Quanti
matrimoni potrebbero essere salvati se solo sapessimo accogliere con gratitudine
il dono di Dio riconoscendolo come tale! Invece oggi, purtroppo, il vincolo
matrimoniale è sempre più visto come una prigione da evitare con
espedienti alternativi, e non sempre leciti, o dalla quale scappare. Questa
sofferenza! Non possiamo conoscere e apprezzare appieno il dono a prescindere
dal Donatore. Egli vuole essere il Signore nel nostro matrimonio come in tutta
la nostra vita. È la tua realtà? g.b.
Venerdì 13 Maggio 2011
“O ETERNO, TU SEI NOSTRO PADRE; NOI SIAMO L’ARGILLA E TU COLUI CHE
CI FORMI”. (Isaia 64:8)
Leggendo questo versetto ho pensato subito a quanto lavoro Dio deve fare in
me per formarmi, modellarmi secondo il Suo desiderio, perché sono tendenzialmente
una persona testarda, tanto che sin da piccola i miei genitori mi hanno sempre
chiamata “capa tosta”. Però, dopo essere diventata una figlia
di Dio, il mio “collo duro” ha incominciato ad ammorbidirsi e credo
che questo sia dipeso dal fatto che, conoscendo Dio come Padre, ho cominciato
a fidarmi di Lui sempre più. Anche quando non capisco e soffro tanto,
ho imparato ad accettare e a sottomettermi a quello che Dio vuole. Avere un
rapporto con Dio come da padre a figlio, ci permette di ricevere le Sue correzioni
senza ribellarci ogni volta. Per il solo fatto che vogliamo piacerGli, riconosciamo
che abbiamo bisogno di essere cambiati, e prima o poi diventiamo più
malleabili. Come il vasaio può formare un vaso a suo piacimento, allo
stesso modo l’Eterno vuole formare la nostra persona… con il nostro
consenso e la nostra collaborazione! b.s.
Sabato 14 Maggio 2011
“LE COSE CHE I TUOI OCCHI HANNO VISTE, FALLE SAPERE AI TUOI FIGLI”.
(Deuteronomio 4:9)
Ricordo i momenti trascorsi insieme alla mamma e alla nonna, quando mi sentivo
cullata dalle parole dei loro racconti, avvolta in un caldo abbraccio di emozioni.
Erano storie popolari o classiche, a volte raccontavano i loro vissuti e spesso
erano le storie della Bibbia. Le ricordo tutte. Hanno fatto radici in me e hanno
intessuto la mia vita di preziosi fili. Ricordo soprattutto un libro che amavo:
Favole della Foresta, di Paul White (ed. UCEB). Prendendo spunto dalle sue avventure
nella savana africana il dottore del villaggio coglieva ogni occasione per spiegare
le verità bibliche. Oggi racconto quelle storie anche ai miei figli.
La mente dei bambini è in grado di assorbire una gran quantità
di nozioni e i pedagogisti affermano che è importantissimo dedicare loro
del tempo, offrendo il dono del racconto. Sono mementi speciali, gesti d’amore
che li accompagneranno per sempre. Abbiamo soprattutto una grande opportunità
di far conoscere ai bambini a noi affidati le meravigliose storie della Bibbia
e le buone notizie che contengono. m.f.
Domenica 15 Maggio 2011
“SIGNORE, CHE VUOI CHE IO FACCIA?”(Atti 9:6)
La domanda posta da Saulo da Tarso a Gesù, che egli era improvvisamente
apparso sulla via di Damasco, impone una riflessione anche a noi. Fino a quel
momento Saulo credeva di sapere bene che cosa fare per Dio; infatti era partito
per Damasco certo che Dio gli avesse chiesto di fare per tutto il possibile
per ostacolare il diffondersi della “nuova Via”. Questo in realtà
non gli era stato chiesto da Dio, ma dalla sua religione. Questo incontra Gesù,
capisce subito che era il Signore (e solo Lui!) ad avere il diritto di dirgli
cosa fare. Quante persone, come Saulo, lasciano che il loro “favore”
sia determinato dalla propria religione da un “signore” sbagliato!
È il Signore che, in quanto tale, può dirci che cosa fare. Abbiamo
perciò anche noi bisogno di incontrarLo in modo personale (la via dove
incontrarLo), oggi, è la Sua Parola) e di decidere le nostre azioni e
le nostre scelte in base a quello che Egli ci dirà di fare. p.m.
Lunedì 16 Maggio 2011
“VEGLIATE E PREGATE, AFFINCHÉ NON CADIATE IN TENTAZIONE”.
(Matteo 26:41)
Queste parole Gesù le ha rivolte ai Suoi discepoli in un momento molto
delicato della sua vita: il Getsemani. In questo giardino nei pressi di Gerusalemme
si è consumata una vera battaglia spirituale, forse non meno difficile
della croce. Se la tentazione della croce era quella di scendere dalla croce,
come anche gridavano gli schernitori di Gesù (Matteo 27:40-44), la tentazione
del Getsemani era quella di non salire sulla croce: “Padre Mio, se è
possibile, passi oltre da Me questo calice” (Matteo 26:39). Anche i discepoli
hanno avuto la loro tentazione! Gesù aveva appena detto loro: “Questa
notte voi tutti avrete in Me un’occasione di caduta; perché è
scritto: «Io percoterò il Pastore e le pecore del gregge saranno
disperse»”. (Matteo 26:31). E così è stato. Pietro
ha rinnegato per tre volte il suo Maestro. E tutti gli altri discepoli si sono
dispersi. Ecco perché era importante “vegliare” e “pregare”.
La preghiera può prevenire le nostre cadute morali e spirituali. t.m.
Martedì 17 Maggio 2011
“GRIDAI AL MIO DIO. IL MIO GRIDO GIUNSE A LUI”. (Salmo 18:6)
Quando siamo nei guai fino al collo il nostro cervello gira al massimo. Pensiamo
giorno e notte al nostro problema, ne parliamo con altri, cerchiamo e chiediamo
aiuto. La stessa cosa accade qui a Davide. Il versetto completo però
è più chiaro: “Nella mia angoscia invocai il Signore”.
Anche il salmista è nei guai, però non chiede aiuto a uno qualsiasi.
“Invocai il Signore, gridai al mio Dio”. Dunque il Signore per lui
non è soltanto un essere potente che può risolvere i suoi problemi
ma è il suo Dio, che già conosce e di cui sa che può fidarsi.
Se nei guai? Non pensare soltanto a come venirne fuori in qualche modo, ma pensa
innanzitutto a qual è la tua relazione con Dio. Perché se Dio
è il tuo Dio, non soltanto adesso che bisogno, ma tutti i giorni della
tua vita, allora puoi essere certo che il tuo grido è già arrivato
ai Suoi orecchi. Non ti resta che stare bene attento alla Sua risposta. m.c.
Mercoledì 18 Maggio 2011
“L’AMORE DEL DENARO È RADICE DI OGNI SPECIE DI MALE”.
(1 Tessalonicesi 6:10)
L’invenzione della moneta è stata certamente una scoperta utile
all’uomo che prima poteva solo usare il baratto. Ma già gli antichi
saggi ammonivano; il denaro, se sai usarlo è il tuo servo, se non sai
usarlo è il tuo padrone. La Bibbia ci dice di più: il denaro,
con la sua illusione di onnipotenza, incanta l’uomo e riesce addirittura
a farsi amare. Questo è il vero pericolo, ancora più attuale oggi
di ieri. Amare è il sentimento più profondo del cuore umano, ma
proprio per questo la Parola di Dio ci mostra a chi deve rivolgersi il nostro
amore: a Dio ci e al nostro prossimo. Tutta la legge è riassunta in questo
comandamento, ci dice Gesù (Matteo 22:40). Dare il nostro amore a cose
ben più vili è un’idolatria che offende il nostro Signore.
Chiediamo a Lui di aprirci gli occhi, di mostrarci i tanti modi in cui può
manifestarsi concretamente nella nostra vita l’amore per il denaro: Lui
ce ne può liberare, perché ci offre tesori ben più preziosi
ed eterni. l.p.
Giovedì 19 Maggio 2011
“SE L’ETERNO È DIO SEGUITELO”. (1 Re 18:21)
Tanti ammettono di credere in Dio, ma pochissimi Lo seguono, perché?
La risposta è in questo versetto: chi non segue il Signore, vuol dire
che non crede fino in fondo che Egli è veramente Dio. Credere che il
Signore è Dio significa riconoscerLo come il Creatore dell’universo
e l’origine di tutte le cose; riconoscerLo come Colui che è, che
era e che sarà, cioè l’Eterno Presente; riconoscerLo come
l’unica soluzione per la salvezza dell’uomo; riconoscerLo come il
Signore e il Sovrano su tutto e su tutti. Io non so cosa è il Dio della
Bibbia per te, ma se solo ammetti di essere cristiano non puoi vivere la tua
fede solo la domenica o due o tre feste all’anno. Non possiamo vivere
la nostra relazione con Dio con la stessa superficialità di un “clic”
con cui abbiamo ridotto le amicizie su facebook! D. Wilkerson ha detto “NON
SONO UN FAN DI DIO, MA SONO UN SUO SEGUACE”. Io sono d’accordo con
lui e tu? r.b.
Venerdì 20 Maggio 2011
“NON AVETE RIFLETTUTO SULLA FONDAZIONE DELLA TERRA?” (Isaia 40:21)
Tempo fa seguivo una trasmissione scientifica sul sistema solare, nella quale
si facevano delle congetture sugli effetti che ci sarebbero sulla terra se il
sole fosse appena più vicino o leggermente più lontano. Nel primo
caso saremmo arsi su tutti, nell’altro ci sarebbero delle temperature
bassissime da ghiacciare ogni cosa. Il servizio si concludeva con una frase
di tipo: “Se è stato il caso a creare questo equilibrio, allora
è stato un caso perfetto!”. Qui in questo passo biblico dice a
noi creature viventi: rifletti un po’ sulla creazione e difficilmente
potrai attribuire tutto al caso! Vi invito a leggere il versetto seguente a
quello citato, nel quale Dio dice di essere seduto sul globo terrestre e gli
uomini sono per Lui come delle cavallette. Questo meraviglioso equilibrio che
regna nell’universo, e che l’uomo sta danneggiando con il suo operato,
è solo opera di un Creatore. Colui che ha creato il cielo la terra ha
anche il potere di creare dei cuori nuovi, purificati dal peccato! C’è
una cosa più bella del creato: sono i figli di Dio, e anche questo può
essere solo opera Sua. p.p.
Sabato 21 Maggio 2011
“L’ETERNO VIENE A GOVERNARE IL MONDO CON GIUSTIZIA”. (Salmo
98:8,9)
Alla fine degli anni ‘40 i comunisti romani, quando vedevano delle ingiustizie
nei governanti italiani, usavano dire nel loro dialetto: “Ha da venì
Baffone!” In italiano: “Arriverà prima o poi Stalin”
a mettere le cose a posto! L’attesa di qualcuno che arrivi a governare
con piena giustizia, dando a ciascuno il suo, è comprensibile. La Bibbia
dice che questo qualcuno un giorno arriverà, e sarà l’Eterno
stesso nella persona di Gesù. Il Suo regno sarà assolutamente
giusto, tanto giusto che solo gli assolutamente giusti vi potranno entrare.
Ti piace l’idea? Sei sicuro che ti farebbero entrare? Poiché si
tratterà del “Regno di Dio”, anche la giustizia richiesta
sarà di natura divina. Come risultato si potrebbe avere un Regno assolutamente
giusto e completamente vuoto, in mancanza di cittadini adeguati. Per questo
Dio ha provveduto mandando Suo Figlio per giustificare tutti coloro che credono
in Lui, i quali fin da ora possono ricevere una “giustizia che viene da
Dio basata sulla fede” (Filippesi 3:9). m.c.
Domenica 22 Maggio 2011
“NESSUNO HA AMORE PIÙ GRANDE DI QUELLO DI DARE LA SUA VITA PER
I SUOI AMICI”. (Giovanni 15:13)
Il massimo che una persona possa fare per il suo amico è di morire per
lui e tale morte è una chiara manifestazione di amore. Ci sono stati
dei casi in cui alcune persone si sono sacrificate per i propri amici. Gesù
Cristo, però, non solo moriva per i suoi amici, ma anche per i suoi nemici.
Egli moriva al posto di Barabba: un sovversivo, ladrone e omicida. Moriva per
coloro che lo hanno condannato, flagellato e crocifisso. Moriva per ciascuno
di noi, empi e peccatori (Romani 5:6-8), nemici a causa dei nostri pensieri
e opere malvagie (Colossesi 1:21), in altre parole moriva per i nostri peccati.
Dunque, se dare la vita per gli amici è l’amore più grande,
dobbiamo concludere che l’amore di Cristo è infinito. Egli ha dato
la Sua vita per noi, suoi nemici a causa delle nostre colpe e dei nostri peccati.
Perciò, caro lettore, non rifiutare questo amore così grande,
anzi infinito, e ravvediti consacrando la tua vita a Lui! n.s.
Lunedì 23 Maggio 2011
“TUTTO CIÒ CHE FU SCRITTO NEL PASSATO, FU SCRITTO PER NOSTRA ISTRUZIONE”.
(Romani 15:4)
Quando ero cristiano solo di nome, consideravo l’Antico Testamento un
testo difficile, datato, scritto per gli ebrei, che parlava di un Dio severo
che mi sembrava così lontano dal Dio amorevole del Nuovo Testamento.
Leggendo la Sua Parola, però, lo Spirito Santo mi ha fatto capire che
anch’esso è stato scritto per me, perché Dio è lo
stesso, ieri, oggi e in eterno, perché l’animo umano è sempre
lo stesso, in ogni epoca e in ogni luogo, e gli errori che io posso fare sono
gli stessi commessi da tanti uomini prima di me. È importante, dunque,
studiare ogni sillaba della Scrittura, tutto ciò che fu scritto nel passato,
per conoscere sempre meglio quel Dio in cui abbiamo riposo la nostra fede, per
istruirci sull’animo umano e sulle miserie di cui esso è capace
e per evitare, per quanto possibile, di ripetere gli stessi errori. m.m.
Martedì 24 Maggio 2011
“TORNATE AL SIGNORE! DITEGLI: PERDONA TUTTA L’INIQUITÀ”.
(Osea 14:2)
Ricordo che alla fine degli anni ’70 la tv trasmetteva una sere di telefilm
per ragazzi nei quali uno dei protagonisti principali era un tipo spavaldo,
sicuro di sé e oltremodo orgoglioso, fino al punto di non riuscire a
pronunciare la frase: “Ho sbagliato”. Questo personaggio è
emblematico, perché assomiglia molto a noi. La maggior parte delle volte,
infatti, ciò che ci impedisce di avere una relazione libera, limpida
e serena con il nostro prossimo, è proprio la nostra incapacità
di ammettere aggiungiamo una lunga serie di giustificazioni, di attenuanti,
di “ma” e “però”. Purtroppo, ci comportiamo così
anche quando dobbiamo ammettere il nostro peccato davanti a Dio. C’è
sempre qualcuno che ci ha provocato e qualcosa che ci ha costretto. Questo vuol
dire che non ci riconosciamo mai una vera colpa. Tutto ciò è falso
e contrario alla Parola di Dio. Torniamo al Signore, ammettiamo il nostro peccato
onestamente e senza scuse. Dio ci perdonerà, e saremo liberi. d.p.
Mercoledì 25 Maggio 2011
“NON LASCIARTI VINCERE DAL MALE, MA VINCI IL MALE CON IL BENE”.
(Romani 12:21)
La vittoria è legata a una gara, una lotta o una guerra. Cosa c’entra
riguardo al male? Noi, come esseri umani, siamo dotati della capacità
di scegliere fra una cosa o un’altra e tutta la nostra vita è fatta
di continue scelte. Nel caso di oggi, si parla di una gara tra il male e il
bene: possiamo soccombere alle insidie del male, tipo la vendetta e la punizione,
oppure vincere il male perdonando e facendo del bene. Capiamo subito che umanamente
è una gara persa in partenza perché l’istinto è quello
di restituire il male ricevuto. Allora come può Dio chiederci di fare
una cosa così difficile? È semplice: a chi lo vuole, Egli dà
anche la forza e l’amore per compiere la Sua volontà: “Io
posso ogni cosa in Colui che mi fortifica” (Filippesi 4:13) disse l’apostolo
Paolo. Come ottenere questo “ogni cosa”? Prima di tutto accettando
il dono della salvezza in Cristo Gesù per il perdono dei peccati e poi
crescendo nella conoscenza della Sua Parola e nella preghiera personale per
ricevere la saggezza per discernere il bene dal male e la forza per mettere
in pratica tali scelte. w.g.
Giovedì 26 Maggio 2011
“SII MOLTO FORTE E CORAGGIOSO; ABBI CURA DI METTERE IN PRATICA TUTTA LA
LEGGE DI DIO”. (Giosuè 1:7)
Giosuè doveva conquistare la terra promessa, verso la quale Dio aveva
guidato il popolo d’Israele, strappandola ai precedenti occupanti anche
con la forza, se necessario. Ma era un uomo di fede e sapeva, perché
Dio glielo aveva promesso di avere il Signore al suo fianco (lo leggiamo al
v. 5: “Io sarò con te, non ti lascerò e non ti abbandonerò”).
Ma Dio gli aveva posto due condizioni: Anzitutto doveva essere forte e coraggioso:
doveva avere determinazione, fermezza, intraprendenza. Dio gli aveva affidato
un incarico e lui doveva svolgerlo senza tentennare o lasciarci sviare. E poi
doveva essere ubbidiente alla Legge di Dio. Se avesse rispettato le regole prescritte
dal Signore, avrebbe avuto la certezza di fare le scelte giuste e di comportarsi
nel modo corretto, gradito a Dio. Nella vita che siamo chiamati a vivere, a
volte ci sembra di dover affrontare imprese gigantesche, di fronte alle quali
ci sentiamo inermi. Ricordarci delle promesse del Signore e seguire le Sue indicazioni
pratiche ci permette di affrontare ogni impresa nella giusta prospettiva, con
fiducia e serenità. a.r.m.
Venerdì 27 Maggio 2011
“GESÙ, DISSE: CHE VOLETE CHE LO VI FACCIA?” (Matteo 20:32)
Il versetto di oggi è tratto da un episodio significativo del Vangelo.
Due ciechi, nella città di Gerico, udendo che stava passando Gesù,
Lo invocano a gran voce chiedendo aiuto. Gesù si ferma e rivolge loro
la domanda: “Che cosa volete che Io vi faccia per voi?”. Non possiamo
pensare che Gesù non sapesse che cosa i due volessero; la domanda di
Cristo ha lo scopo di confermare e accrescere nei due la consapevolezza del
proprio stato di bisogno. Quella di Cristo è una domanda che mette alla
prova, che verifica le reali intenzioni dei due. Ora, al di là della
situazione contingente dei due ciechi, credo che questo approccio di Gesù
abbia valore di insegnamento soprattutto per noi. Provate a immaginare che Dio
rivolga la stessa domanda a voi, che cosa rispondereste? I due ciechi hanno
chiesto di recuperare la vista e poi quella vista l’hanno utilizzata per
seguire Gesù. Che sia così anche per noi quando ritroviamo la
“vista spirituale”. f.a.
Sabato 28 Maggio 2011
“IL SIGNORE È FEDELE, VI RENDERÀ SALDI”. (2° Tessalonicesi
3:3)
Era un film interessante. Parlava di una persona che, nel corso di svariati
mesi, aveva ricevuto molto denaro da una fonte sconosciuta. Di fronte alla possibilità
di perderlo tutto (e, insieme a esso, anche la sua famiglia!) il protagonista
che fino a quel punto era stato sempre onesto nel suo lavoro e nelle sue relazioni
era tentato di comportarsi in modo scorretto. A creare questa situazione era
stata una persona che, anni prima, proprio da lui era stata criticata per la
sua disonestà in circostanze simili, e ora voleva a sua volta metterlo
alla prova. Talvolta fare ciò che è giusto è costoso, o
perché si viene criticati da altri o perché si va contro i propri
interessi. Di conseguenza, facilmente si scende a compromessi. È proprio
a questo tipo di situazione che l’apostolo Paolo faceva riferimento quando
scriveva ai Tessalonicesi che Dio avrebbe fedelmente sostenuto e fortificato
i Suoi nei momenti difficili. Egli infatti ha promesso di venire sempre in aiuto
di chi confida in Lui e vuole onorarLo. h.p.
Domenica 29 Maggio 2011
“SIGNORE, TU ESISTI DALL’ETERNITÀ”. (Salmo 93:2)
Un astronauta russo, dopo una missione nello spazio, affermò con molta
superficialità: “Ho volato lassù, ma non ho trovato Dio”.
Al contrario, un astronauta americano, durante un volo nello spazio, dopo aver
contemplato la bellezza del creato, lesse le parole della Bibbia: “Nel
principio Dio creò i cieli e la terra”. Alcuni negano l’esistenza
di Dio perché dicono, non possono vederLo nell’universo materiale.
Ma che non possiamo vederLo materialmente è logico perché Dio
è Spirito. Non appartiene alla categoria della materia e, perciò,
non possiamo scoprirLo mediante un processo scientifico. Non possiamo spiegare
Dio solo su basi razionali. Il filosofo Pascal affermò: “Il fine
supremo della ragione è quello di riconoscere che vi è un limite
alla ragione umana”. Vi sono delle cose intorno a Dio che non comprenderemo
mai pienamente, perché la nostra mente è finita e limitata, mentre
Dio è infinito. Dobbiamo accettare Dio per fede. Egli non solo esiste,
ma si è rivelato all’uomo. Il Dio nel quale io credo, è
vivente, parla e agisce oggi. p.d.n.
Lunedì 30 Maggio 2011
“RAVEDETEVI, PERCHÉ IL REGNO DEI CIELI È VICINO”.
(Matteo 3:2)
“Dio ora comanda agli uomini che tutti, in ogni luogo, si ravvedano, perché
ha fissato un giorno nel quale giudicherà il mondo con giustizia”
(Atti 17:30-31). Per scampare al giusto giudizio che meritiamo, Dio ordina a
tutti noi di ravvederci, cioè ammettere che siamo colpevoli di aver infranto
la Sua legge, che i nostri peccati ci separano da Lui, che la nostra natura
è corrotta e che tutto il nostro essere è peccaminoso. È
necessario riflettere sulla propria condizione spirituale e riconoscere che
Dio dice il vero di ciascuno di noi, anche se per molti siamo delle brave persone.
Siamo imprigionati in un regno di tenebre e di peccato; è urgente aprire
gli occhi. Il Signore Gesù è venuto per farci grazia, per aprirci
la via che porta al cielo. Lui stesso è la Porta per entrare nel regno
dei cieli. Un giorno si chiuderà questa Porta, ma oggi è ancora
aperta per chiunque si ravvede. Ci incontreremo nel cielo? s.g.
Martedì 31 Maggio 2011
“MANASSE RICONOBBE CHE L’ETERNO È DIO”. (2 Cronache
33:13)
Manasse era un re di Giuda, il cui lungo e sanguinoso regno era stato contrassegnato
dall’idolatria e dal fascino dei culti pagani. Di conseguenza , per punizione
divina, fu deportato a Babilonia e solo allora si ricordò di Dio e ne
ebbe una visione rinnovata. Il Signore, nella Sua giustizia e saggezza, permise
la prigionia di questo re per richiamare la sua coscienza al pentimento. Il
risultato fu la sua liberazione e il suo ritorno in patria. Non sappiamo molto
altro della sua vita, ma di sicuro questo re non viene ricordato come un buon
esempio di fedeltà. Quello che impariamo da questa storia lontana nel
tempo è che, nonostante i nostri errori, possiamo sempre ritornare sui
nostri passi e pentirci davanti al Signore. Egli ha fatto delle promesse di
perdono che non potrà mai infrangere e che sono rese possibili dall’opera
di Gesù Cristo sulla croce. s.p.
Mercoledì 1 Giugno 2011
“SI SCANDALIZZAVANO A CAUSA DI GESÙ”. (Matteo 13:57)
La cristianità intera festeggia in varie occasioni la Persona di Gesù.
A Natale la Sua nascita, a Pasqua la Sua morte e risurrezioni, poi la Sua ascensione
al cielo; ma chiediamoci seriamente se conosciamo veramente il Gesù del
Vangelo. Gesù era un motivo di scandalo per la gente del suo tempo. Il
figlio di un umile falegname che si permetteva di insegnare nel Tempio con autorità
le cose di Dio, meravigliando l’uditorio! Cari amici, fino a quando Lo
considereremo ancora solo figlio del falegname, magari con l’etichetta
di: “brav’uomo”, Gesù continuerà a essere uno
scandalo. Ma se permettiamo al Signore di rivelarci che Gesù era il Figlio
di Dio, sceso in erra come uomo perfetto per salvare l’umanità
intera dal baratro del peccato, allora scaturirà una profonda e sentiva
devozione per Lui. Gesù Cristo vuole essere il tuo Salvatore per non
essere più una pietra d’inciampo, ma una fonte d’acqua viva
per la tua vita! p.p.
Giovedì 2 Giugno 2011
“GESÙ CRISTO STA ALLA DESTRA DI DIO”. (1 Pietro 3:21,22)
“Davvero credete che Gesù Cristo vive ancora”?, fu la domanda
rivolta da una giovane studentessa atea al responsabile di un gruppo cristiano.
Molta gente pensa che la storia del Figlio di Dio appartenga al passato e che
non abbia relazione con i nostri tempi. Ciò è sbagliato! La Bibbia
insegna che Gesù Cristo è risorto con potenza e vive alla destra
di Dio. Egli, dopo la risurrezione dai morti, ha ripreso la gloria del cielo
che aveva lasciato temporaneamente per incarnarsi e dare volontariamente la
Sua vita come prezzo di riscatto per i perduti di questo mondo. Ora, le creature
angeliche sono sottoposte alla Sua indiscutibile e gloriosa autorità.
“…Dio Lo ha sovranamente innalzato e Gli ha dato il nome che è
al di sopra di ogni nome” (Filippesi 2:9). “Certo che Gesù
Cristo vive ancora”, è la nostra risposta a chi mette in dubbio
questa verità. Un giorno, dice la Scrittura (Filippesi 2:10), tutte le
creature si piegheranno e confesseranno che Gesù Cristo è il Signore.
Perché, dunque, non farlo già adesso, in questo momento? s.v.
Venerdì 3 Giugno 2011
“O DIO, MANDA LA TUA LUCE E LA TUA VERITÀ, PERCHÉ MI GUIDINO”.
(Salmo 43:1,3)
Il salmista Davide ha vissuto momenti di grande gloria e successo, ma anche
momenti di grande sofferenza per le ingiustizie subite e anche per le conseguenze
dei suoi peccati. È certamente in un momento di sofferenza per le ingiustizie
da lui subite, che rivolge a Dio questa meravigliosa richiesta! “Manda
la Tua luce e la Tua verità perché mi guidino”. Quando siamo
nel dolore, specie se per torti subiti, i nostri pensieri sono guidati dalla
delusione, dall’amarezza e possono essere alimentati male portandoci a
comportamenti che peggiorerebbero la situazione. È il momento di fermarci
e rivolgere a Dio la stessa preghiera di Davide per essere guidati nella direzione
giusta. Non è facile reprimere l’istinto di ripagare con la stessa
moneta con cui siamo stati trattati, ma mi piace il primo versetto di questo
stesso salmo: “Fammi giustizia o Dio, difendi la mia causa…”.
Allora possiamo veramente lasciarci guidare dalla luce e dalla verità
che Dio ci donerà! w.g.
Sabato 4 Giugno 2011
“ISAIA DISSE A EZECHIA: ASCOLTA LA PAROLA DEL SIGNORE”. (2 Re 20:16)
Isaia era uno dei maggiori profeti del Signore ed Ezechia uno dei migliori re
dell’antico Israele. In un tempo in cui vigeva la teocrazia, cioè
il governo diretto di Dio sul popolo d’Israele, Dio parlava in modo altresì
diretto attraverso i Suoi profeti. E in questo caso, Isaia sta portando a Ezechia
una “Parola del Signore”, il cui contenuto riguarda proprio il futuro
del suo regno. Anche se oggi non viviamo più in una teocrazia, il Signore
ci parla soprattutto attraverso la Sua Parola scritta, che non ha meno valore
di quando un profeta parlava direttamente da parte di Dio. Per cui, l’imperativo:
“Ascolta la Parola del Signore”, ci riguarda molto da vicino. L’apostolo
Paolo dice: “Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare,
a riprendere, a “correggere” (2 Timoteo 3:16). Attraverso le pagine
della Bibbia Dio ci vuole insegnare, riprendere e correggere ancora oggi. Ma
la Sua comunicazione rischia di fallire se noi non prestiamo un ascolto attento
e obbediente. Accogliere nel giusto modo la Parola del Signore è molto
importante. Se non hai una Bibbia, rivolgiti all’editore di questo calendario
per richiederla. t.m.
Domenica 5 Giugno 2011
“VOI MI TROVERETE, PERCHÉ MI CERCHERETE CON TUTTO IL VOSTRO CUORE”.
(Geremia 29:13)
In questo mondo immerso nella confusione spirituale, in cui tante sette e religioni
affermano di parlare per Dio e di portare a Dio, come si fa a conoscere la verità?
Se in noi c’è il desiderio sincero di conoscere la verità,
Dio soddisferà completamente il nostro desiderio. Ma solo se cerchiamo
Dio con tutto il cuore, Lo troveremo. Dio non si impone all’uomo; gli
riconosce libertà e autonomia, ma gli richiede un impegno di ricerca
personale. Egli ricompensa quelli che Lo cercano diligentemente, perché
solo quando ricerchiamo Dio con tutto il cuore, diamo prova che la nostra relazione
con Lui è la cosa più importante, quella che ci sta a cuore più
di ogni altra al mondo. Il segreto del successo nella tua vita è in un
rapporto personale con Dio. CercaLo con tutto il cuore! g.f.r.
Lunedì 6 Giugno 2011
“CHI È COSTUI CHE PERDONA ANCHE I PECCATI?”. (Luca 7:49)
Immagina questa scena. Da un po’ di tempo sei in difficoltà finanziarie.
Hai cominciato a fare debiti. Per pagare i più urgenti ne hai aggiunti
altri. Così i debiti sono aumentati. Ma non sai come pagarli. Diventi
nervoso irascibile. Vai in depressione. Ormai ti consideri un malato, e i malati,
si sa, hanno bisogno di cure. Fai altri debiti e vai da uno psicologo. Pensi
che risolverà il tuo problema? O semplicemente il tuo debito aumenterà?
Non hai bisogno di uno psicologo, ma di qualcuno che paghi i tuoi debiti. Il
peccato è un debito con Dio. E Dio è molto più esigente
del più duro dei creditori. I debiti con Lui devono essere sempre e inesorabilmente
pagati. Ma Dio sa anche che non riusciremo mai a pagarli, e per questo ha provveduto
Egli stesso a pagare i nostri debiti mandando sulla terra Suo Figlio Gesù.
È lui che, identificandosi con noi, ha saldato il nostro conto con Dio.
Se col cuore credi questo, anche tu puoi beneficiarne. m.c.
Martedì 7 Giugno 2011
“NON C’È UOMO CHE NON PECCHI”. (2° Cronache 6:36)
Sicuramente, questa secca dichiarazione della Scrittura è universalmente
riconosciuta. Nessuno avrebbe mai la sfrontatezza di dire: “Io sono senza
peccato”. Molte persone però si attribuiscono una giustizia basata
sul “non far nulla di male, rispettare gli altri, se possibile fare del
bene, vivere in pace con tutti, sentirsi a posto con la propria coscienza…”.
Ma è una illusione pensare di riuscire in tutti questi buoni propositi.
Del resto, ciò che conta non sono le nostre opinioni, ma quello che Dio
dice di noi ed Egli dice: “Non c’è uomo che non pecchi”.
In altre parole, non c’è uomo che possa vantare una sua giustizia
davanti a Dio, non c’è uomo che non abbia bisogno di perdono, non
c’è uomo che non abbia bisogno di essere riconciliato con Dio.
Solo Gesù il Figlio di Dio, in tutto ciò ha fatto eccezione. Egli
veramente non ha mai commesso peccato ed è venuto tra noi, si è
fatto uomo, proprio per risolvere il problema del nostro peccato. È salito
sulla croce offrendosi quale sacrificio espiatorio per la remissione dei peccati
di coloro che si ravvedono. Sei tu fra questi? g.b.
Mercoledì 8 Giugno 2011
“QUELLI CHE CONOSCONO IL TUO NOME, CONFIDERANNO IN TE O ETERNO”.
(Salmo 9:10)
Un amico di famiglia, che stava facendo i suoi primi “passi” con
il windsurf, si è divertito molto quando ha sentito due persone, non
lontane da lui, commentare così i suoi sforzi un po’ maldestri:
“Beh, speriamo che sia assicurato!” riferendosi più ai danni
che essi stessi potevano subire che a quelli che il nostro amico poteva fare
a sé stesso! La gente si affida o confida in cose diverse: compagnie
assicurative, soldi, amicizie, conoscenze, energie fisiche, religione. Il versetto
di oggi parla di persone che hanno conosciuto Dio non in modo superficiale,
come può avvenire con qualcuno che hai visto solo qualche volta e con
cui hai scambiato solo qualche parola. Qui s’intende, piuttosto, una conoscenza
di Dio personale e intima. Se conosci Dio in questo modo, come anch’io
L’ho conosciuto, allora sei anche tu fra quelli di cui parla il versetto
di oggi. h.p.
Giovedì 9 Giugno 2011
“LO SPIRITO DEL SIGNORE LI CONDUSSE AL RIPOSO”. (Isaia 63:14)
In questo brano del profeta Isaia Dio è descritto come un Pastore che
guida il Suo gregge attraverso pericoli e difficoltà, lo protegge e lo
salva, fino a giungere al riposo, al luogo sicuro preparato dalla bontà
di Dio per loro. È una parabola della cura di Dio verso il popolo di
Israele, ma è anche una parabola della cura di Dio per ognuno dei Suoi
figli. Dio non ci dice che raggiungiamo subito il riposo, la pace, la pienezza
della vita spirituale. Ci dice la verità: ci saranno difficoltà
e anche dolore. Ma non dobbiamo dubitare che raggiungeremo il riposo, quello
che possiamo avere in Lui anche in mezzo alle prove, e alla fine il riposo eterno
e glorioso, quando saremo alla Sua presenza per sempre. v.n.
Venerdì 10 Giugno 2011
“GESÙ, CON LA PAROLA, SCACCIÒ GLI SPIRITI E GUARÌ
TUTTI I MALATI”. (Matteo 8:16)
Lo scopo fondamentale di Matteo nello scrivere questo Vangelo è quello
di dimostrare che Gesù è il Messia tanto atteso e di cui avevano
parlato i profeti. I contemporanei di Gesù ebbero una comprensibile difficoltà
a riconoscere la Sua natura divina. In effetti Gesù era figlio di Giuseppe
e Maria (non potevano sapere che era stato concepito dallo Spirito Santo), era
venuto alla luce ed era cresciuto come un qualsiasi bambino, aveva avuto bisogno
di cibo, di acqua e di riposo; inoltre, i Suoi sentimenti, che Lo portavano
ora a gioire alla festa di un matrimonio e ora a soffrire per la morte di un
amico, sembravano tutte prove della Sua umanità. Lo stesso Giovanni Battista,
in un momento di solitudine e sconforto, ebbe dei dubbi e volle sapere se bisognava
aspettare qualcun altro o se Gesù fosse proprio il Messia. La perfetta
autorità esercitata da Gesù, tramite la sola Parola, sulla malattia,
sui demoni, sulla morte, doveva essere segno sufficiente per Giovanni Battista
e deve esserlo anche per noi. a.m.
Sabato 11 Giugno 2011
“VI DARÒ UN CUORE NUOVO E METTERÒ DENTRO DI VOI UNO SPIRITO
NUOVO”. (Ezechiele 36:26)
Tutti gli sforzi di questo mondo non servono a migliorare il nostro cuore perché,
come dice il profeta Geremia, esso è “inesorabilmente maligno”.
La venuta di Gesù è stata necessaria per fare il “trapianto
di cuore” a tutti quelli che credono in Lui! Anche migliorare il nostro
spirito e la nostra anima è uno sforzo inutile, perché sono il
frutto di una natura peccaminosa. Quello che serve è avere uno Spirito
nuovo, quello divino che è disceso alla Pentecoste sui discepoli. Gesù
ha spiegato il perché di tutto questo con un esempio in Marco 2:21, dicendo
che se si mette una stoffa nuova su un vestito vecchio, lo strappo si fa peggiore.
Io, che sono cresciuta in una famiglia di sarti, so che questo è proprio
vero, perché la stoffa nuova, essendo più resistente nella trama,
fa danni sul vestito vecchio che con l’usura ha i fili della trama fini
e facili alla rottura. Allora, non serve sforzarsi per migliorare noi stessi,
ma dobbiamo sottoporci a una “operazione chirurgica divina” che
ci permetterà di avere un cuore nuovo e lo Spirito di Dio stesso dentro
di noi. Come? Leggi il capitolo 3 del Vangelo di Giovanni. r.b.
Domenica 12 Giugno 2011
“DIO VI FA DONO DEL SUO SANTO SPIRITO”. (1 Tessalonicesi 4:8)
Dello Spirito Santo, la terza Persona della Trinità, a volte si parla
troppo e a volte troppo poco. Egli è il vero e unico Vicario di Cristo.
È il Consolatore che vive nei credenti, li guida, li sprona, li corregge,
li aiuta a capire le Scritture, li conforta e li aiuta a servire il Signore.
Viene a dimorare in loro nel momento della loro conversione a Cristo e, in quel
momento, li immerge (battezza) nel copro di Cristo, la Chiesa. Non li abbandona
mai, ma è addolorato quando peccano e può essere messo a tacere
da loro, se il peccato non è confessato. Un pericolo da non correre.
Con i non credenti ha un compito straordinariamente importante. Li cerca per
convincerli che sono peccatori, che hanno bisogno di Gesù e che dovrebbero
credere in Lui, Rivela loro che un giorno ci sarà un giudizio, davanti
al quale dovranno rispondere a Dio, e che la giustizia di Dio trionferà.
Se non sei un vero credente, ascoltaLo. Forse ti sta parlando con questo calendario.
m.t.s.
Lunedì 13 Giugno 2011
“LO SPIRITO DEL SIGNORE T’INVESTIRÀ, E SARAI CAMBIATO IN
UN ALTRO UOMO”. (1 Samuele 10:6)
Già nell’Antico Testamento la discesa dello Spirito di Dio nella
vita di un uomo era indicata come causa di un radicale cambiamento. Però,
con una sostanziale differenza rispetto a oggi: la dimora dello Spirito non
era permanente ma temporanea e, quando lo Spirito veniva “ritirato”
dalla vita di un uomo, avveniva un nuovo cambiamento al contrario, in senso
negativo, così come avvenne al re Saul, il personaggio al quale si riferisce
il testo biblico di oggi e che fece seguire a un inizio brillante del suo regno,
un seguito e una conclusione davvero disastrosi. Oggi per noi la situazione
è ben diversa: infatti, dopo la festa di Pentecoste di circa duemila
anni fa, in cui lo Spirito Santo discese nel mondo (Atti 2), chiunque si rende
disponibile ad accoglierLo nella propria vita, ne conoscerà in modo permanente
la presenza e l’azione. Non solo potremo essere radicalmente trasformati,
conoscendo una vera e propria “nuova nascita”, ma potremo essere
quotidianamente rinnovati, guidati, corretti, incoraggiati, consolati. P.m.
Martedì 14 Giugno 2011
“NON PER POTENZA, NÉ PER FORZA, MA PER IL MIO SPIRITO, DICE L’ETERNO”.
(Zaccaria 4:6)
Fino a circa cento anni fa la gloria di una nazione si esprimeva soprattutto
nella forza militare, cioè nella capacità di vincere le guerre,
a scapito delle nazioni vicine. Da qualche decennio invece, come conseguenza
della cosiddetta “globalizzazione”, tutti dicono di ricercare la
pace, perché si è cominciato a capire che non ci può essere
un bene puramente nazionale, staccato da quello degli altri. Ma costruire la
pace si è rivelato molto più difficile che vincere una guerra.
Questo è tanto più vero nella guerra esistente tra Dio e gli uomini.
Se Dio volesse, non avrebbe nessuna difficoltà a vincere la guerra con
i suoi nemici annientandoli tutti, compresi me e te. Se non lo fa, è
perché vuole “vincere la pace” con noi, vuole conquistarci,
distruggere l’inimicizia tra Lui e noi facendoci diventare Suoi amici.
Questa è un’opera che soltanto lo Spirito Santo può compiere,
e che effettivamente compie in chi accoglie il Signore Gesù come suo
Signore e Salvatore. m.c.
Mercoledì 15 Giugno 2011
“HO CONSERVATO LA TUA PAROLA NEL MIO CUORE PER NON PECCARE CONTRO DI TE”.
(Salmo 119:11)
Mi capita spesso, quando distribuiamo il Vangelo nelle strade o nelle scuole,
di sentirmi rispondere: “Non mi serve, ho già la Bibbia a casa”.
Ma la Scrittura non è un amuleto! Non basta possederla perché
sia efficace, e non è sufficiente neanche leggerla o impararla a memoria.
Lascia vivere la Sua Parola in noi e quindi pensare continuamente a quello che
Lui ha fatto e ha detto, riflettere sulle Sue promesse meditare sulla Sua grande:
questa è la chiave per innamorarci sempre più di Gesù,
per conoscere le Sue vie, per allineare la nostra volontà alla Sua, per
imparare ad affidarci a Lui in ogni istante della nostra giornata. La Parola,
unita alla preghiera, è il potente strumento dello Spirito per la nostra
santificazione. Lasciamola agire sulla nostra volontà, sui nostri sentimenti
e sul nostro intelletto! m.m.
Giovedì 16 Giugno 2011
“QUESTA È LA VOLONTÀ DI DIO: CHE VI SANTIFICHIATE”.
(1 Tessalonicesi 4:3)
Il messaggio che quotidianamente riceviamo dalla televisione e dai media intorno
a noi è: tu puoi fare tutto ciò che il tuo cuore ti dice. Puoi
vivere liberamente, senza costrizioni né tabù: puoi prendere e
lasciare un partner dopo l’altro, finché non troverai quello che
ti renderà davvero felice. Puoi fare uso di sostanze in grado di offrirti
evasione, felicità e sballo; approfittare del tuo prossimo per raggiungere
i tuoi scopi. Puoi fare il furbo: perché spendere soldi per materiale
multimediale se puoi masterizzare e scaricare da internet quello che vuoi? Insomma,
il messaggio della nostra cultura è: vivi come ti pare! Il messaggio
della “cultura celeste” invece è: vivi moralmente. Dio dice:
“Siate santi, perché Io sono santo!” (Levitico 19:2). La
santificazione non è restrizione. È una libera scelta. È
lo stile di vita voluto da Dio che non danneggia nessuno. Né se stessi
e neppure il prossimo. m.f.
Venerdì 17 Giugno 2011
“GESÙ DISSE: «SEGUITEMI» ED ESSI, LASCIATE PRONTAMENTE
LE RETI, LO SEGUIRONO”. (Matteo 4:19,20)
Lasciare qualcosa, per seguire Lui: questo ci propone il Vangelo, oggi come
allora. Lasciare non per renderci miserabili e infelici, ma perché possiamo
scegliere il meglio, la perla di gran prezzo per cui vale la pena di vendere
tutto il resto (Matteo 13:45,46), cioè la persona, l’opera e le
promesse di Cristo. La domanda per te e per me è: cosa ho lasciato, quali
“reti” ho già abbandonato e, soprattutto, quali devo ancora
abbandonare? Spesso non vogliamo rinunciare a trascinarci dietro delle “reti”
che rendono difficile il nostro cammino cristiano. Le mie “reti”
sono forse interessi, abitudini, compromessi, disubbidienze? “Lasciate
prontamente le reti”, quegli uomini hanno avuto il grande privilegio di
essere liberi per seguire Gesù. SeguirLo significa credere in Lui, amarLo,
ubbidirGli, lasciarci trasformare da Lui. È stata l’esperienza
benedetta di quei pescatori, ma è vera ancora oggi per tutti: vale la
pena di lasciare le nostre “reti” per seguire Lui! l.p.
Sabato 18 Giugno 2011
“TI BENEDIRÒ FINCHÈ IO VIVA”. (Salmo 63:4)
Benedire Dio per il resto della propria vita è il piacevole impegno che
si assume un’anima intelligente. Il salmista ha saputo operare una distinzione
netta tra la grandezza, le meraviglie del Creatore e il persistente tentativo
dell’uomo di abbruttire tali meraviglie con il proprio comportamento.
Violenza, sopruso, egoismo, perversione, sofferenza, morte… Tutte queste
cose, che molte volte limitano la nostra azione di lode verso Dio, non sono
farina del sacco di Dio, ma l’amaro frutto del peccato dell’uomo.
Esse non possono e non devono derubare Dio della lode, del rispetto e dell’onore
di cui Egli è sempre degno. Il salmista, guardando solo alla grandezza
di Dio, ha deciso che per nessuna ragione avrebbe smesso di dire bene di Dio.
Seguiamo anche noi il suo esempio! d.p.
Domenica 19 Giugno 2011
“IO, L’ETERNO, TI PRENDO PER LA MANO DESTRA E TI DICO: NON TEMERE!”.
(Isaia 41:13)
Quando soffriamo, due cose aggravano la situazione. La prima è il senso
di solitudine che ci avvolge. È difficile condividere con altri emozioni
profonde, forse per pudore o per non rivelare una certa fragilità. Se
non c’è la certezza di essere capiti, si preferisce tenere il proprio
dolore per sé. L’altra è che spesso si teme di non poter
affrontare quel che ci aspetta. Se però abbiamo affidato la vita la Signore,
questa bella promessa è rivolta anche a noi. Dio ci prende per mano;
anche se ci sentiamo soli, non saremo mai soli, perché Egli sarà
vicino a noi, conoscendo pienamente quello che proviamo. Ci dice inoltre: “Non
temere, Io ti aiuto” (versetti 13,14). È il Signore ancora una
volta a prendere l’iniziativa rassicurandoci e confortandoci con l’offerta
del Suo aiuto. Forse stai passando un periodo difficile nella tua vita. Chissà!
Magari il Signore permette che questo accada proprio per poterti dimostrare
che vuole aiutarti ad affrontare i tuoi problemi! o.t.
Lunedì 20 Giugno 2011
“IO SO CHE IN ME NON ABITA ALCUN BENE”. (Romani 7:18)
Il pensiero comune è che l’uomo sia fondamentalmente buono, ma
questo pensare è subito corretto dalla Parola di Dio. L’apostolo
Paolo, nel fare questa onestà, ma anche lucida analisi di sé stesso,
vive la lotta interiore di colui che desidera fare il bene e non lo fa; anzi,
commette il male che non desidera commettere (Romani 7:19). Il problema di fondo
dell’apostolo è quello che accomuna gli uomini di tutti i tempi:
il peccato. Oggi questo termine ha perso il suo naturale significato nella mente
delle persone ed è questo il motivo per cui lo si commette, anziché
ricercare il bene. Il peccato è ogni disobbedienza alla volontà
rivelata di Dio. L’uomo non è buono, ma può diventare giusto
ed essere giustificato per i meriti di Cristo, che lo conduce verso uno stato
morale in cui, invece di servire il peccato, serve la giustizia e il bene che
è in Cristo. s.b.
Martedì 21 Giugno 2011
“QUESTO VANGELO DEL REGNO SARÀ PREDICATO IN TUTTO IL MONDO…
ALLORA VERRÀ LA FINE”. (Matteo 24:14)
Un giorno, parlando con i Suoi discepoli, Gesù predisse la distruzione
del tempio di Gerusalemme e il Suo ritorno sulla terra. Il versetto di oggi
è la risposta conclusiva alla conclusiva alla loro domanda: “Dicci,
quando avverranno queste cose?”. Gesù cominciò con un avvenimento:
“Guardate che nessuno vi seduca… ci saranno carestie e terremoti
in vari luoghi, ma tutto questo non sarà che principio di dolori…
molti falsi profeti sorgeranno e sedurranno molti. Poiché l’iniquità
aumenterà, l’amore dei più si raffredderà. Ma chi
avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. E questo Vangelo
sarà predicato in tutto il mondo, affinché ne sia resa testimonianza
a tutte le genti; allora verrà la fine”. Qui sorge spontanea la
domanda: Sono questi i segni? Non siamo sempre più vicino alla fine?
Allora, se, come me ti sei già messo in salvo, devi darti da fare per
avvertire gli altri! Se invece non sei sicuro di dove andrai alla fine della
tua vita, l’avvertimento di Gesù è ancora più urgente
per te! Non lasciarti ingannare dalle tante religioni! Leggi la Bibbia e scoprirai
il Vangelo, la Buona Notizia del Signore! b.s.
Mercoledì 22 Giugno 2011
“DAVIDE CONSULTÒ DI NUOVO IL SIGNORE, E IL SIGNORE GLI RISPOSE”.
(1 Samuele 23:4)
Gli uomini dell’Antico Testamento erano in una posizione diversa dalla
nostra: Dio parlava loro ogni tanto, dando ordini e rivelazioni, poi taceva
anche per molto tempo. Noi oggi abbiamo la Parola di Dio, scritta e possiamo
consultarla sempre. Dio ci parla per mezzo di essa ogni volta che l’apriamo.
Essa ci spiega quello che dobbiamo fare e quello che è sbagliato. Ci
guida riguardo alla famiglia, ai soldi, al mondo di lavorare e di comportarci
nella società. Il problema è che la Bibbia la leggiamo poco, la
meditiamo ancora meno e, troppo spesso, non la prendiamo sul serio. Forse è
capitato anche a te di parlare con qualcuno ce, di fronte a un insegnamento
della Parola di Dio ha ribadito: “Si, è vero, la Bibbia dice così,
ma la mia situazione è diversa…”. Un momento: non sei mica
un tipo così anche tu? Perché in quel caso sei in pericolo! m.t.s.
Giovedì 23 Giugno 2011
“SIGNORE, SORVEGLIA L’USCIO DELLE MIE LABBRA”. (Salmo 141:3)
Siamo tanto abituati a sentire proferire parole volgari e sciocche, che quasi
non ci facciamo più caso. “Sono solo parole”, è la
nostra reazione. Ma la Bibbia dà molta importanza alle parole: ci avverte
che quello che diciamo scaturisce da quello che siamo, dalla nostra personalità
più profonda. Allora il continuo intercalare di volgarità che
cosa indica? Che in noi stessi c’è volgarità, o per lo meno
un conformarsi al modo di parlare degli altri, senza riflettere, perché
non vogliamo essere diversi. L’influenza che la società che ci
circonda ha su di noi, è tale che ci modella in profondità. Non
possiamo più scegliere come parlare, come pensare, come sentire. Siamo
privati di noi stessi. Il salmista chiede a Dio di sorvegliare le sue labbra;
e questo dovremmo fare anche noi, cioè mantenere il controllo su noi
stessi, su quello che siamo, con l’aiuto di Dio. Ricordiamo che un certo
modo di parlare non è altro che la spia della nostra schiavitù.
v.n.
Venerdì 24 Giugno 2011
“DIO GETTERÀ IN FONDO AL MARE TUTTI I NOSTRI PECCATI”.
(Michea 7:19)
Forse ci saremmo aspettati che l’autore della frase, per indicare un punto
lontanissimo, invece che riferirsi al “fondo al mare”, avesse usato
l’espressione “la cima del monte più alto”. Forse perché
a quei tempi si conosceva più l’imponente altezza delle montagne,
che la profondità degli abissi marini. Invece non lo fa. In effetti il
fondo del mare è il punto più lontano dal luogo nel quale l’essere
umano normalmente vive. Che bello vedere che la Bibbia è meravigliosa
in ogni suo aspetto! La vetta più alta della terra è l’Everest,
circa 8.850 m. Il fondale oceanico più profondo, invece, lo supera di
2.052 metri. È la Fossa delle Marianne e si trova a 10.902 metri sotto
il livello del mare. È come se i peccati dell’essere umano che
si ravvede chiedendo perdono a Dio, supplicandoLo di essere purificato con il
prezioso sangue di Gesù, fossero scaraventati ‘nella Fossa delle
Marianne’. Se la cima dell’Everest è stata scalata dall’uomo,
non è così per il punto più profondo. Questo indica che
i peccati del credente non vengono più ricordati. Alleluia! e.m.
Sabato 25 Giugno 2011
“IL SIGNORE SARÀ LA TUA LUCE PERENNE, IL TUO DIO SARÀ LA
TUA GLORIA”. (Isaia 60:19)
“Il Signore fa brillare il sole sui giusti e sugli ingiusti” afferma
un versetto della Bibbia, Tutti gli uomini dunque ne beneficiamo indistintamente
sin dal momento della creazione. Ma l’uomo giusto, colui cioè che
teme il Signore e crede in Lui, possiede contemporaneamente due soli che lo
rischiarano, uno per il fisico e l’altro per l’anima. La parola
“luce” ha a che fare con la vita e con la gioia, mentre, in contrapposizione,
“l’oscurità” significa sofferenza e morte. Dio presenta
come la luce che con la Sua presenza illumina ogni angolo della nostra vita,
per spazzare via le tenebre del male. L’uomo, che pur apprezza le giornate
di sole e una bella illuminazione nelle case, in campo spirituale preferisce
nascondersi al buio per sfuggire lo sguardo rivelatore di Dio e per rimanere
nella propria cecità. Il Signore ci invita in ogni momento a permetterGli
di rischiare la nostra anima, perché Gesù Cristo è venuto
per essere la luce di questo mondo. RingraziamoLo dunque per questo Suo desiderio
di essere la nostra luce. s.p.
Domenica 26 Giugno 2011
“L’ETERNO REGNERÀ PER SEMPRE, IN PERPETUO”. (Esodo
15:18)
Queste parole furono pronunciate dal popolo d’Israele dopo che Dio ebbe
aperte le acque del Mar Rosso, affinché gli Israeliti potessero sfuggire
all’inseguimento delle truppe del Faraone, che poi furono sommerse quando
l’acqua del mare si richiuse. In questo evento miracoloso, che nello stesso
tempo è stato anche un giudizio sugli Egiziani, gli Israeliti videro
una dimostrazione del fatto che Dio regna. Egli è il Signore della storia
e sta guidando la sorte dei popoli della terra. Questo non significa che l’andamento
delle cose sia rigidamente predeterminato; c’è spazio anche per
la nostra libertà di scelta, questo non dobbiamo dimenticarlo. L’insegnamento
che possiamo ricevere è il seguente; come Dio è Re e guida la
sorte dell’umanità, allo stesso modo vuole essere Re e guidare
la vita di ognuno di noi. Bisogna però che Gli lasciamo fare la Sua opera
in noi sottomettendo la nostra volontà alla Sua. È una scelta
difficile questa? Sì, è difficile, ma è l’unica giusta.
f.a.
Lunedì 27 Giugno 2011
“CIELO E TERRA PASSERANNO, MA LE MIE PAROLE NON PASSERANNO, DISSE GESÙ”.
(Luca 21:22)
La Bibbia è stato il primo libro stampato da Gutenberg nel 1454 ed è
ancora oggi il libro più letto e tradotto nel mondo. È la Parola
di Dio che dura per sempre ed è di grande attualità anche per
l’uomo oggi, in quanto affronta tutti gli aspetti della vita. Nel corso
dei secoli è stata strappata, bruciata e disprezzata, eppure rimane una
lampada per illuminare il nostro cammino, una spada a doppio taglio che penetra
fin nella profondità del nostro essere, cibo spirituale per gli affamati
e un martello che spezza i cuori più duri. Libro meraviglioso, unico
nella sua ispirazione e formazione, la Bibbia è composta da 66 libri,
scritti da quaranta autori diversi, vissuti in un periodo di 1600 anni circa
e appartenenti ad ambienti sociali diversi. Eppure è l’unica autorità
in una completa armonia. Essa è l’unica autorità in materia
di fede e di condotta. La leggiamo e la mettiamo in pratica? p.d.n.
Martedì 28 Giugno 2011
“SO CHE DIO È PER ME”. (Salmo 56:9)
Chi pronuncia queste parole è Davide, che da ragazzo aveva affrontato
il gigante Goliat. Ora è oppresso da nemici che vogliono ucciderlo, ma
ha fiducia in Dio, nella cura che Egli ha di lui in ogni circostanza della vita
ed esclama: “In Dio ho fiducia e non temerò; che potrà farmi
l’uomo?” (versetto 11). La Bibbia ci attesta che Dio amava Davide,
eppure non gli risparmiò sofferenze e difficoltà. Lo stesso vale
per me e per chiunque si affida a Dio. Egli non ci mette al riparo dalle tempeste
della vita, tuttavia ci dà una certezza importante: è dalla nostra
parte, è al nostro fianco. Si occupa di quel che sta accadendo; lo tiene
sotto controllo, e, anche se forse non li comprendiamo ancora, lo usa per scopi
celesti. Non perdere la fiducia in Dio perché permette che tu soffra.
Piuttosto, rafforza la tua fede, con la certezza che Dio è dalla tua
parte. e.s.
Mercoledì 29 Giugno 2011
“IL CORPO NON È PER LA FORNICAZIONE, MA PER IL SIGNORE”.
(1 Corinzi 6:13)
Viviamo un tempo in cui tutto è permesso: la moralità è
molto discutibile, il male è tollerato, i rapporti prematrimoniali sono
normali, la depravazione sessuale è approvata dalla società e
tanto altro ancora. La Parola di Dio dice che: “negli ultimi tempi gli
uomini saranno egoisti, amanti del danaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori,
disubbidienti ai genitori, ingrati, sleali, irreligiosi, senz’affezione
naturale, mancatori di fede, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore
per il bene, traditori, temerari, gonfi, amanti del piacere anziché di
Dio, aventi le forme della pietà ma avendone rinnegata la potenza”.
Si pensa che tutto quello che procura piacere sia buono. Ma Dio non dice così;
spesso un piacere per il corpo non è un bene per l’anima. Noi viviamo
per onorare Dio anche con il nostro corpo: usiamolo con discernimento! s.g.
Giovedì 30 Giugno 2011
“NON AVRAI CON UOMO RELAZIONI CARNALI COME SI HANNO CON UNA DONNA: È
COSA ABOMINEVOLE”. (Levitino 18:22)
L’epoca in cui viviamo oggi presenta molte assurdità. Ciascun individuo
si è fatto un’idea propria di che cosa sia la verità. “Ognuno
ha la sua verità”, si sente dire. Nessuno, dunque, ha il diritto
di interferire nelle faccende altrui. Questo comportamento, decisione approssimativo,
ha portato a relativizzare il concetto di verità, quindi non è
semplice poter distinguere ciò che è giusto e vero da ciò
che non lo è. Qual è il risultato? La società è
nel caos e le persone sono in crisi. In questo mondo dove non ci sono più
regole, la Parola di Dio continua a diffondere un messaggio che è decisamente
controcorrente. La verità si trova solamente in Dio e in ciò che
ha rivelato. Per queste ragioni, affrontando un argomento scottante come l’omosessualità,
il Signore non usa mezzi termini: essa viene condannata senza riserve perché
non è in linea con ciò che ha decretato. La Bibbia dice che “…è
cosa abominevole”. So benissimo che molti non sono d’accordo con
le conclusioni riportate in questa breve riflessione, ma che cosa cambia? Possiamo
forse contestare il Creatore, che è diventato anche il Salvatore di tutti
quelli che si ravvedono e riconoscono la Sua autorità? s.v.
Venerdì 1 Luglio 2011
“SIETE STATI COMPRATI A CARO PREZZO. GLORIFICATE DUNQUE DIO NEL VOSTRO
CORPO”. (1 Corinzi 6:20)
Il cristiano è una persona che è stata comperata. Il prezzo per
l’acquisto è stato molto, molto alto. Nessun uomo e nessuna banca
potrebbe pagarlo, ma del resto non esiste neppure una moneta adeguata. Il prezzo
pagato è stato il sangue innocente di Gesù versato alla croce.
Nessuno ha mai avuto per l’uomo un amore e una stima così alti.
Il cristiano appartiene a Cristo, è Sua proprietà. È una
gioia appartenere a qualcuno che ci ha tanto amati al punto di dare la Sua vita
per noi. Egli ha acquistato tutto il nostro essere per renderlo libero e felice;
anche il nostro corpo, quel corpo che presto ritornerà nella polvere,
ma oggi prezioso perché è il tempio dello Spirito Santo
(1 Corinzi 3:16,17). Riconosciamo tutto ciò e impegniamoci a glorificare
il nostro Signore con le parole, gli atti, il comportamento e il servizio che
si esprimono proprio attraverso il corpo. g.b.
Sabato 2 Luglio 2011
“L’ETERNO HA FORMATO IL CUORE DI TUTTI E OSSERVA TUTTE LE LORO OPERE”.
(Salmo 33:15)
Nei primi versetti di questo Salmo l’autore invita alla lode contemplando
le qualità morali di Dio: rettitudine, fedeltà, giustizia, benevolenza.
Ma Dio non è solo così, dobbiamo tenere conto anche dalla Sua
onnipotenza che si è manifestata nella creazione: Egli parlò e
la cosa fu; Egli comandò e la cosa apparve. Ma non basta ancora: Dio
ha in mano popoli e nazioni, nulla sfugge al Suo controllo sovrano. Prende decisioni
che saranno portate a compimento. Ma un Dio così potrebbe essere un Dio
lontano. Il salmista aggiunge allora che ha formato il cuore di tutti e sa tutto
quello che facciamo. È un Dio che ci conosce di persona, che ci segue.
La Sua benevolenza e giustizia, la Sua potenza non sono qualcosa di lontano
e astratto. Ci guardano personalmente. È un Dio che può liberarci,
proteggerci e salvarci. Possiamo sperare in Lui e rallegrarci. v.n.
Domenica 3 Luglio 2011
“CONFIDATE PER SEMPRE NELL’ETERNO, PERCHÉ L’ETERNO
È LA ROCCIA DEI SECOLI”. (Isaia 26:4)
Nell’Antico Testamento, prima che la Bibbia fosse tutta scritta, Dio si
serviva di profeti per dare al popolo le istruzioni riguardo al modo di vivere,
alle scelte da fare anche in particolari situazioni di difficoltà. Non
sempre tali indicazioni venivano ascoltate e messe in pratica, infatti leggiamo
di tanti episodi di disfatta proprio a causa della disubbidienza del popolo.
Sappiamo che “Tutto quello che fu scritto nel passato, fu scritto per
nostra istruzione…” (Romani 15:4). Perciò l’invito
che Isaia fa al popolo di Israele è rivolto a noi oggi. “Confidare”
significa fidarsi pienamente e totalmente di ciò che Dio dice nella Sua
Parola e la cosa che mi sembra più urgente è questa: “Questo
è buono e gradito davanti a Dio, nostro Salvatore, il quale vuole che
tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza della verità.
Infatti c’è un solo e anche un solo Mediatore fra Dio e gli uomini,
Gesù Cristo uomo che ha dato Sé stesso come prezzo di riscatto”
(1 Timoteo 2:3-6). Questa verità assoluta è la roccia della mia
salvezza. E tu in chi confidi per la salvezza eterna? w.g.
Lunedì 4 Luglio 2011
“RIFUGGI DA OGNI PAROLA BUGIARDA”. (Esodo 23:7)
Nella sua propensione al male, grazie alla sua capacità di costruirsi
degli alibi, l’uomo ha inventato le “bugie a fin di bene”
o le “mezze verità”; sono quelle che si dicono, o si tacciono,
per esempio a un malato per compassione, a una mamma per non farla preoccupare,
a un amico per non demoralizzarLo, a un fratello per non offenderlo. La Parola
però insegna che il diavolo è il padre della menzogna, dunque
non c’è verità in Lui, e che dire il falso vuol dire comportarsi
come lui, compiere la sua opera. Al contrario, Gesù è la Verità
e lo Spirito Santo è lo Spirito della Verità. Dobbiamo dunque
fuggire da ogni parola bugiarda, da ogni forma di menzogna o di mezza verità
per testimoniare che siamo figli di Dio e non figli del diavolo. m.m.
Martedì 5 Luglio 2011
“GESÙ DISSE: ZACCHEO, OGGI DEVO FERMARMI A CASA TUA”. (Luca
19:5)
Zaccheo era uno che ci sapeva fare. Si era messo coi Romani, faceva l’esattore
delle tasse, rubava ai poveri e per i soldi non guardava in faccia a nessuno.
Era un imbroglione che conosceva l’arte dell’estorsione. Passando
per Gerico dove lui abitava, Gesù lo sorprese dicendogli che voleva fermarsi
a casa sua. Il Signore non aveva paura di avvicinarsi ai peccatori. Era venuto
proprio “per cercare e salvare chi era perduto” e Zaccheo era uno
di quelli. Accolse la proposta del Signore con gioia. Il Vangelo di Luca non
ci racconta le conversazioni fra Gesù e Zaccheo, ma devono essere state
efficaci. Tant’è che Zaccheo decise di dare la metà dei
suoi beni ai poveri e restituire quello che aveva rubato alla gente, quadruplicandolo.
Il Signore affermò: “Oggi la salvezza è entrata in questa
casa”. Quando la professione di fede arriva al portafoglio, state tranquilli
che è genuina. m.t.s.
Mercoledì 6 Luglio 2011
“ESSI FURONO RIBELLI, CONTRISTARONO IL SUO SPIRITO SANTO”. (Isaia
63:10)
Poco prima di questo versetto, nella Bibbia si legge della misericordia di Dio.
Essa viene descritta come “benignità”, “gran bene”,
“grande benevolenza” di Dio nei confronti di Israele. Il Signore
la manifesto liberando gli israeliti da tutte le loro angosce. L’Eterno
stesso li salvò. Nel Suo grande amore per loro li redense e li portò
sulle Sue spalle, proprio come da un padre col proprio figlioletto stanco di
camminare. Davanti a questo bellissimo quadro d’amore, la frase di oggi
stride fortemente. “Essi furono ribelli”. Com’è possibile
che il bene venga contraccambiato con il male? Dio ama profondamente e l’uomo,
allora come oggi, non fa altro che contristare il Signore. Dobbiamo essere onesti,
Quante volte ci siamo ribellati a Dio! Abbiamo rifiutato di ubbidire ai Suoi
comandamenti e questa è ribellione. Così facendoLo abbiamo contristato.
ChiediamoGli perdono, ritorniamo a Lui. l’Eterno non cambia, Egli è
amore. Torna a Lui. Egli non ti mostrerà un viso accigliato, ma sarà
pronto ad accoglierti. e.m.
Giovedì 7 Luglio 2011
“MOLTI DI COLORO CHE AVEVANO UDITO LA PAROLA CREDETTERO”. (Atti
4:4)
Pietro e Giovanni hanno appena compiuto un miracolo: un uomo infermo da 40 anni,
che aveva teso verso di loro la mano per ricevere l’elemosina, riceve,
invece, la guarigione completa e si mette a lodare Dio pieno di gratitudine
e di gioia. Quello che è successo provoca grande stupore fra i presenti
e offre un’opportunità unica a Pietro di predicare nel tempio.
Infatti il miracolo appena visto rende gli ascoltatori attenti e curiosi; si
potrebbe dire che sono “tutti orecchi”. Noi siamo portati generalmente
a mettere molta enfasi sul miracolo, ma quello che cambiò la vita dei
presenti non fu assistere al miracolo, ma ascoltare la predicazione della Parola
fatta con potenza e chiarezza. Molti in qui giorni capirono che Gesù
era veramente risuscitato dai morti e che il miracolo appena compiuto non era
certo opera di Pietro o di Giovanni, ma era avvenuto solo e unicamente nel nome
di Gesù. a.m.
Venerdì 8 Luglio 2011
“O ETERNO, SALVAMI PER LA TUA GRAZIA, E SAPPIAMO CHE QUESTO È OPERA
DELLA TUA MANO”. (Salmo 109:26)
Perché Dio dovrebbe salvarci? Davide, che ha scritto questo Salmo, era
un uomo secondo il cuore di Dio. Era stato scelto da Lui come re; aveva sempre
confidato nel Signore; era un uomo di fede. È per queste ragioni che
chiede a Dio di salvarlo? NO, Davide sa bene che le sue richieste d’aiuto
potevano avere risposta non perché lui era un uomo fedele, ma per quello
che Dio era. “Salvami per la Tua grazia”. Non c’è niente
in noi che possa pretendere aiuto e salvezza. La causa dell’agire di Dio
in nostro favore risiede in Lui stesso in quello che Egli è. Un Dio di
grazia. E questo è la sola base per cui possiamo essere certi dell’intervento
di Dio nella nostra vita. Forse non sarà quello che noi avremmo desiderato,
ma possiamo essere certi che sarà un intervento dettato dalla grazia,
non dalle nostre traballanti virtù. Ma dalla perfezione di Dio. v.n.
Sabato 9 Luglio 2011
“NEL PREGARE NON USATE INUTILI RIPETIZIONI”. (Matteo 6:7)
In alcuni ambienti religiosi la preghiera viene concepita come un rito in cui
certe formule preconfezionate vengono letteralmente recitate come se il destinatario
si compiacesse semplicemente di vedere assolta una pratica religiosa fine a
sé stessa. Ma la preghiera non è questo! La preghiera è
stata definita come “il respiro dell’anima”; pregare significa
spandere il proprio cuore davanti a Dio e riconoscere che come creature abbiamo
bisogno in ogni cosa di mantenere una relazione vitale con il nostro Creatore.
Questo è il nostro bisogno fondamentale! Quando preghiamo Dio ascolta
le nostre parole, ma soprattutto pesa i nostri cuori. Non è dunque dalla
moltitudine delle parole né dalle tante ripetizioni che otteniamo risposta,
ma dalla disposizione del nostro cuore. Siamo disposti a una autentica sottomissione
alla Sua volontà? g.b.
Domenica 10 Luglio 2011
“GIOITE NEL SIGNORE”. (Salmo 97:12)
Era da diversi anni che non ci vedevamo. Così, quando la mia amica è
arrivata in Italia per far visita ai suoi familiari, ci siamo accordate per
uscire insieme una sera. Siamo andate in pizzeria, ma sarebbe andata bene anche
una semplice passeggiata: la cosa importante era essere insieme, e il tempo
che abbiamo trascorso in compagnia è volato! L’esortazione di oggi
fa riferimento a qualcosa di simile. È rivolta a chi conosce Dio e ha
un buon rapporto con Lui. Inoltre, è inserito in un contesto i cui sono
ricordate le grandiose caratteristiche del Dio creatore e governatore sovrano
del mondo. Le opere maestose di Dio sono sotto gli occhi di tutti, ma solo chi
Lo conosce e Lo ama potrà gioire in Lui. Chi non Lo conosce così,
non può gioire in Lui oggi, e un giorno comparirà davanti a Lui
come giusto giudice, e sarà condannato per non averLo riconosciuto in
vita per quello che Egli è. h.p.
Lunedì 11 Luglio 2011
“DI CHE SI LAMENTA L’UOMO CHE VIVE? SI LAMENTI DEI PROPRI PECCATI”.
(Lamentazioni 3:39)
Noi, così incapaci di esaminarci obiettivamente e sempre pronti a trovare
mille giustificazioni al nostro modo di vivere, diventiamo inflessibili e particolarmente
prodighi di particolari quando denunciamo quello che non va intorno a noi. Se
le cose non vanno come vorremmo diamo la colpa a questo e a quello, e nel farlo
abbiamo anche ragione perché è facile elencare tutti i mali che
attanagliano la nostra società. Scelte irresponsabili fatte coloro che
hanno la guida di un paese, ricadono necessariamente sui cittadini che si sentono
oppressi più che tutelati. Abbiamo tutto il diritto di lamentarci e di
operare attivamente; non si può vivere dignitosamente senza un lavoro,
senza una casa senza cure e invasi dai rifiuti che ci soffocano. Prima però,
siamo chiamati a realizzare che il male si trova nel nostro cuore. Il cambiamento
che avrà ricadute positive sulla famiglia, sulla chiesa, sulla società,
inizia dall’interno. a.m.
Martedì 12 Luglio 2011
“HO IMPARATO AD ACCONTENTARMI DELLO STATO IN CUI MI TROVO”. (Filippesi
4:11)
Nel ringraziare i cristiani della chiesa di Filippi per un dono che egli era
stato recapitato a Roma, l’apostolo Paolo ricorda di aver maturato la
capacità di “vivere nell’abbondanza e anche nella povertà”
e di avere imparato “a essere saziato e ad aver fame; a essere nell’abbondanza
e nell’indigenza”. Ma subito dopo aver ricordato questo. Paolo rivela
anche il segreto. Come è possibile infatti passare dall’abbondanza
alla povertà, dalla sazietà alla fame rimanendo comunque sereni?
“Io – scrive Paolo, rivelando il segreto – posso ogni cosa
in Colui che mi fortifica” (Filippesi 4:13). È la presenza di Cristo
nella sua vita che gli trasmetteva la forza per essere forte in ogni situazione.
Ma c’è un’altra riflessione da fare su questo testo. Paolo
non scrive: “Dovete imparare ad accontentarvi…”. Egli si limita
a testimoniare la sua esperienza, come incoraggiamento per gli altri, ma non
la impone. Guardiamoci bene dall’usare quindi le sue parole nei confronti
di persone che dovessero trovarsi in difficoltà. È della nostra
esperienza personale nel cammino con Cristo che dobbiamo prima di tutto preoccuparci!
p.m.
Mercoledì 13 Luglio 2011
“ALLA FINE DELL’ETÀ PRESENTE GLI ANGELI GETTERANNO I MALVAGI
NELLA FORNACE ARDENTE”. (Matteo 13:49,50)
“Io non credo che esista l’inferno”, disse un ateo a un cristiano.
“Sei bellissimo di crederlo”, rispose il cristiano, “sappi
però che questo non diminuirà neppure di un grado la temperatura
dell’inferno”. Come pensate che mi risponderebbe un medico se gli
dicessi: “Io non credo che esista il cancro”? Probabilmente mi darebbe
una risposta dello stesso tipo. Bisogna provare per credere? Non è conveniente.
Meglio accertarsi in anticipo. E provvedere per tempo. Il Vangelo è una
buona notizia, ma contiene un risvolto che non deve essere taciuto: è
un annuncio di salvezza per chi crede, ed è un annuncio di condanna per
chi non crede. Sta scritto: “Chi crede in Lui [Gesù] non è
giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha
creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio” (Giovanni 3:18).
Prendere o lasciare. m.c.
Giovedì 14 Luglio 2011
“IL SIGNORE È IL MIO PASTORE, NULLA MI MANCHERÀ”.
(Salmo 23:1)
Il fatto che il Signore è il nostro Pastore ci rassicura e ci piace molto,
ma vuol dire che noi siamo delle pecore, e questo ci piace un po’ meno!
Eppure la verità è questa: nulla ci mancherà se noi siamo
come le pecore hanno la vista molto corta e, se si allontanano dal gregge, non
sanno ritrovare la strada e si perdono facilmente. È il pastore che trova
il pascolo e l’acqua per loro. È il pastore che le porta fuori
dall’ovile e le riporta all’ovile. È il pastore che le protegge
dai lupi. È il pastore che le guida sui sentieri. Il Signore non ci farà
mancare nulla se riconosciamo il nostro bisogno di Lui e ci affidiamo completamente
a Lui. Infatti Dio vede molto più lontano di noi e sa dove ci sta guidando,
anche se i sentieri su cui camminiamo sono difficili e faticosi. Il Buon Pastore
ci tiene nella Sua mano e nessuno potrà mai portarci via. Lo ha detto
Gesù. r.b.
Venerdì 15 Luglio 2011
“L’ETERNO SI È CERCATO UN UOMO SECONDO IL SUO CUORE”.
(1 Samuele 13:14)
Queste parole, pronunciate dal profeta Samuele, furono rivolte a Saul, il primo
re di Israele, il quale si era macchiato di un grave peccato. Esse gli annunciavano
che l’Eterno aveva deciso di dare al suo popolo un re migliore di lui.
Non uomo intelligente, forte, colto o esperto; l’Eterno infatti non cercava
abilità amministrative o di governo o militari, ma cercava un cuore pronto
ad obbedire e che desiderasse glorificare il Signore con la sua vita. Quanto
preziosi sono uomini così! E dobbiamo dire anche, purtroppo, quanto rari!
La malattia che ci accomuna e l’egocentrismo il desiderio più o
meno forte di esaltarci, di essere riconosciuti in quello che facciamo. Un giorno
Gesù ebbe a dire a certi religioni del suo tempo: “Come potete
credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri e non prendete la gloria
che viene da Dio solo?” (Giovanni 5:44). Religiosi sì, ma increduli,
perché assetati d gloria per loro stessi. Uomini che vengono ricordati
nel Vangelo come campioni di ipocrisia. Dio cerca uomini con cuore aperto e
sincero, disposti a riconoscersi peccatori per dipendere dalla Sua grazia e
pronti a glorificarLo. g.b.
Sabato 16 Luglio 2011
“GESÙ CRISTO HA DATO SÉ STESSO PER I NOSTRI PECCATI”.
(Galati 1:3,4)
Cristo non ha offerto la Sua vita per qualcuno che fosse meritevole di qualsiasi
buona azione. Egli ha donata per gente ingrata, ingiusta, caparbia, deplorevole,
immorale, egoista, malvagia, scorretta. Insomma, Si è immolato al posto
di persone del tutto indegne. Come ha potuto? Chi lo farebbe mai? La Bibbia
dice che forse qualcuno si offrirebbe per persone giuste, ma chi vorrebbe morire
al posto di gente inetta? A quella categoria apparteniamo tutti dall’omicida
al bugiardo. E Gesù ha dato la Sua vita al osto della nostra per sottrarci
alla morte dell’anima che è invaghita e attirata da tutto ciò
che la porta verso la distruzione. Io, peccatrice perdonata, salvata dalla morte
eterna e da me stessa, ringrazio Gesù che si è dato al posto mio,
quando non ero ancora degna. Ma lode a Lui che mi ha resa degna e m ha liberata.
Unisciti al mio canto e attingi alla fonte della salvezza. m.f.
Domenica 17 Luglio 2011
“SIGNORE, NESSUNO È PARI A TE”. (1 Cronache 17:20)
Quest’espressione di elogio proviene dalla bocca del re Davide, che aveva
sperimentato in modo profondo la conoscenza di Dio nella sua vita. Un Dio che
non lo aveva giudicato in base ai suoi peccati di adulterio e omicidio (e per
i quali Davide si era pentito), ma che addirittura benediceva il suo regno per
sempre. Un Dio che aveva compiuto cose grandi e tremende per salvare il Suo
popolo. Questo Dio non è cambiato. Ancora oggi ci viene incontro nei
nostri bisogni più grandi. Lui non guarda solo i nostri peccati, altrimenti
saremmo tutti distrutti, ma guarda il nostro cuore. Davide si era umiliato,
aveva confessato a Dio i suoi peccati; anche noi quando facciamo questo non
trovino giudizio, ma perdono immediato. Ora è giusto chiederci: chi ci
perdona sempre? Chi ha lasciato la gloria e incarnandosi è morto al posto
nostro? Chi ci conosce intimamente e ci ama. Nonostante tutti i nostri difetti?
Chi è pari a questo Dio? Nessuno! Non ci sono né santoni che tengano
il confronto. C’è un solo nome in cielo e sulla terra: il Signore!
Solo LUI… perché ci ama! h.s.
Lunedì 18 Luglio 2011
“IL SIGNORE, SE AFFLIGGE, HA PURE COMPASSIONE”. (Lamentazioni 3:31,32)
Un ragazzo disadattato e apparentemente indomabile era stato mandato per una
settimana in un posto sperduto, in compagnia di un uomo paziente ma severo che
poteva tenergli testa. Ecco come il giovane raccontò al suo consulente
la sua esperienza, con le lacrime agli occhi: “Per la prima volta in vita
mia ho trovato qualcuno che mi ha voluto bene veramente!”. La motivazione?
“Mi ha dato delle regole chiare e ragionevoli e me le ha fatte rispettare!”.
Per la prima volta in vita sua era stato punito per la sua disubbidienza con
coerenza, in modo misurato e senza astio. In piccola misura questo illustra
il tipo di cura che Dio ha per i Suoi. Egli usa le “maniere forti”
quando lo ritiene necessario, ma sempre con lo scopo di recuperare coloro che
si sviano dalla strada buona che Egli ha tracciato per loro mai per vendetta
o per ripicca. h.p.
Martedì 19 Luglio 2011
“SE VI DICO LA VERITÀ, PERCHÉ NON MI CREDETE?” (Giovanni
8:46)
Qualcuno ha detto che da quando l’uomo non crede più a Dio, è
disposto a credere a tutto; di fatto oroscopi, maghi, filtri d’amore,
amuleti, portafortuna hanno grande mercato; crescono gli adepti di filosofie
esoteriche e orientali; trasmissioni televisive ci raccontano di mondi scomparsi,
universi paralleli, relazioni tra extraterrestri e civiltà preistoriche.
L’evangelista Giovanni ci spiega il perché di questo comportamento
che in realtà è antico quanto il mondo: nella sua ribellione a
Dio, l’uomo disubbidendo a Dio, si pone sotto il dominio di Satana, che
è il padre della menzogna, e di conseguenza l’uomo è per
natura attratto da tutto ciò che è falso; ma, nonostante questo,
chiunque vuole veramente conoscere la verità, non rimarrà deluso,
perché a lui lo Spirito della Verità in persona: Gesù Cristo.
m.m.
Mercoledì 20 Luglio 2011
“L’ODIO PROVOCA LITI”. (Proverbi 10:12)
Solitamente viviamo i conflitti come inconvenienti negativi. A volte li reprimiamo,
altre volte facciamo finta che non esistano, oppure ci entriamo a capofitto
con l’intento di uscire vincenti. I conflitti sono un’opportunità
di incontro e di confronto con l’altro, dove si può anche crescere
e maturare. Alcune volte è necessario sostare nel disagio e aspettare
che i tempi per il confronto siano maturi; altre volte è indispensabile
farsi aiutare da persone mature in grado di mediare la situazione. Il conflitto
è negativo solo quando è mosso da emozioni distruttive, come l’odio,
che è diverso dalla rabbia. La rabbia è lecita, è un’emozione
che possiamo gestire ma non soffocare. L’odio è un’emozione
nefasta che, se coltivata nel proprio cuore, porta a rovinose conseguenze. L’odio
provoca litigi, scontri, guerre, morte … L’amore di Dio sparso nei
nostri cuori è l’antidoto contro tali atteggiamenti e lo Spirito
Santo è il “personal trainer” che può aiutarci ad
affrontare e superare ogni conflitto. Se lo vogliamo. m.f.
Giovedì 21 Luglio 2011
“CIÒ CHE DIO AVEVA PREANNUNZIATO, EGLI LO HA ADEMPIUTO”.
(Atti 3:18)
Quando ero ragazzo avevo un certo interesse per le cose misteriose; provavo
piacere nel seguire trasmissioni televisive o leggere libri che trattavano enigmi
o casi irrisolti: profezie, misteri o cose che avevano a che fare con l’occulto.
Più tardi, leggendo la Bibbia, scoprii che molte di quelle cose Dio non
le approvava affatto. Così, chiesi perdono al Signore per quello che
avevo fatto, seppur inconsapevolmente e nella mia ignoranza biblica. Nello stesso
tempo, però constatati che la Bibbia contiene molte profezie che il Signore
stesso ha pronunciato e che si sono avverate sul serio. Con gioia e stupore
mi accorsi che Dio aveva guidato sovranamente la storia e, attraverso molte
vicissitudini, aveva adempiuto le profezie che riguardavano l’incarnazione
e l’opera redentrice del Cristo che doveva venire. Il Figlio di Dio ha
offerto la Sua vita per i peccatori, fra i quali c’ero anch’io.
Così, misi da parte ogni inutili curiosità e applicai a me stesso
le parole dell’apostolo Pietro che pronunciò subito dopo quelle
del nostro versetto: Ravvedetevi dunque e convertitevi, perché i vostri
peccati siano cancellati” (Atti 3:19). s.v.
Venerdì 22 Luglio 2011
“L’ETERNO È LENTO ALL’IRA E GRANDE IN MISERICORDIA”.
(Numeri 14:18)
Riesci a immaginare Dio adirato? Ti sembra possibile che la Sua ira sia arrivata
al punto da lasciar vagare un popolo per quaranta anni nel deserto? Sembra una
punizione esageratamente severa. Un Dio troppo vendicativo per l’idea
che abbiamo di Lui. A noi piace enfatizzare la Sua bontà, la Sua misericordia
e sottovalutare la Sua severità e giustizia. Eppure. Se vai a leggere
questo capitolo dei Numeri, ti accorgerai che bontà e severità,
perdono e disciplina sono in perfetto equilibrio. Dodici uomini esplorano la
terra di Canaan per quaranta giorni; tornati indietro, dieci di loro riferiscono
che è impossibile conquistarla, solo Caleb e Giosué tentano di
convincere il popolo che non è così, ma rischiano addirittura
la lapidazione. Quaranta giorni di perlustrazione si trasformeranno, alla fine,
in quarant’anni di vagabondaggio nel deserto. Quella generazione non assaporerà
il latte, il miele, l’uva, i fichi e le dolci melagrane di Canaan. Giosué
e Caleb, invece, entreranno in quella terra e gusteranno quei cibi, ma con quarant’anni
di ritardo. a.m.
Sabato 23 Luglio 2011
“NESSUNO CONOSCE IL PADRE, SE NON IL FIGLIO E COLUI AL QUALE IL FIGLIO
AVRÀ VOLUTO RIVELARLO”. (Matteo 11:27)
La Trinità, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, esistono da sempre.
Hanno fra loro una perfetta armonia di pensieri, intenti e proponimenti. Nessun
essere umano comprende questa realtà, ma la Bibbia l’afferma. In
una sua preghiera, Gesù ha parlato al Padre dell’amore che esisteva
fra loro e della gloria che li circondava. Alla creazione, le tre Persone hanno
collaborato e, quando si è trattato di creare l’uomo e la donna,
Dio ha detto: “Facciamo l’uomo a nostra immagine”. Il peccato
ha separato le creature da Dio e Gesù è venuto nel mondo per rivelare
l’amore del Padre per i perduti e mandare a effetto il piano eterno della
redenzione. Nessuno conosce il Padre, ma il Figlio dice a te e a me: “Chi
ha visto Me, ha visto il Padre”, “Io sono la via, la verità
e la vita: nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”, “Vieni!”.
E lo Spirito che fa? Ti sta persuadendo, proprio ora. m.t.s.
Domenica 24 Luglio 2011
“A TE SPETTA LA LODE, O DIO”. (Salmo 65:1)
Quanti motivi aveva Davide, l’autore del salmo, per riconoscere che a
Dio, e solo a Lui, spetta la lode? Capita spesso di ascoltare elogi, riconoscimenti
rivolti a uomini che si sono distinti per qualcosa, ma solo a Dio spetta la
lode, l’adorazione e il ringraziamento in senso assoluto, perché
Egli è il Creatore di ogni cosa. Il Salmo 150 inizia con queste parole:
“Ciò che respira (ossia ogni creatura) dia lode al Signore”.
Egli è Colui che porta a compimento le Sue promesse, che perdona, che
sazia l’anima affamata, che stabilisce la giustizia, che fa prodigi, che
si esalta nella magnificenza della creazione, ma soprattutto è Colui
che si è incarnato in Cristo Gesù e sulla croce ha compiuto l’opera
di salvezza per il nostro peccato. Certamente a te, o Dio, spetta la lode! g.b.
Lunedì 25 Luglio 2011
“IL SIGNORE MANIFESTERÀ LE INTENZIONI DEI CUORI”. (1 Corinzi
4:5)
Il Dio della Bibbia è un Dio che vede non solo le azioni ma anche ciò
che c’è di più nascosto nell’intimo dell’uomo.
Il Signore Gesù lo dimostrò in varie occasioni denunciando il
comportamento dei religiosi del suo tempo. Essi cercavano di avere un comportamento
corretto fondamentalmente per difendere la propria reputazione di fronte agli
altri. Pensando di servire Dio in realtà illudevano sé stessi,
preoccupandosi di apparire piuttosto che essere approvati da Dio. Per questo
motivo Gesù smascherò la loro ipocrisia, denunciando l’orgoglio
e la superbia tanto ben celati nei loro cuori. L’opera di Dio non cambia
nel tempo. Ogni persona ha bisogno di permettere alla Parola di Dio illuminare
i sentimenti e i pensieri che sono dentro il proprio cuore, come la concupiscenza,
l’amarezza, la paura, l’ira… e se sono presenti confessarli
e abbandonarli prima che sia il Signore a renderli evidenti. o.t.
Martedì 26 Luglio 2011
“SIGNORE, TU SEI MEZZO A NOI”. (Geremia 14:9)
Il profeta Geremia racconta che la siccità aveva colpito il paese e uomini
e animali ne soffrivano le conseguenze fino morire. Tutti si chiedevano perché
Dio non intervenisse per eliminare il flagello, e alcuni commentavano: “Eppure,
Signore, tu sei in mezzo a noi…” e Lo accusavano di essere indifferente
o lontano e impotente. Avrebbero voluto che risolvesse i loro guai con rapidità
ed efficienza. Perché non lo faceva? Perché non volevano capire
che la siccità era un meritato castigo per essersi allontanati da Dio
ed essersi rivolti a profeti bugiardi che predicavano messaggi piacevoli da
ascoltare, ma falsi e pericolosi. Perché non erano pronti ad accettare
il Suo giusto giudizio, né a umiliarsi davanti a Lui e a pentirsi sinceramente
dei propri peccati. Pretendevano da Lui, senza dare nulla in cambio. Questa
storia mi fa pensare. Mi comporto anch’io così? Quando sono in
difficoltà esigo l’aiuto di Dio, ma quando le cose vanno bene mi
dimentico di Lui e vivo la mia vita come mi pare? Non è questo che il
Signore vuole: Egli vuole da me sincerità, dedizione, accettazione e
disponibilità nei Suoi confronti. Se questo sarà il mio atteggiamento
Egli sarà libero di agire in mio favore. a.r.m.
Mercoledì 27 Luglio 2011
“CON LUI C’È UN BRACCIO DI CARNE, CON NOI C’È
IL SIGNORE”. (2 Cronache 3:28)
Il Signore ci promette e ci garantisce il Suo aiuto per le battaglie che dobbiamo
sostenere e, confidare in Lui per il presente e per il futuro. Dio può,
se giudica necessario, fornirci il Suo aiuto. Ma se ne priva, starà comunque
al nostro fianco. Il Suo aiuto arriva nel momento opportuno, voluto da Lui;
è efficace e intelligente allo stesso tempo, è appropriato alle
circostanze della persona a cui si rivolge. È molto più che un
semplice aiuto; perché il Signore si carica totalmente del nostro peso
e soddisfa completamente i nostri bisogni. Se stai vivendo una prova insostenibile,
se non puoi farcela da solo, se ti sembra di essere senza speranza, fai tua
questa preghiera: “Signore, sii Tu il mio aiuto” (Salmo 30:10) “Perché
ti abbatti, anima mia? Perché ti agiti in me? Spera in Dio…”
(Salmo 42:11). g.f.r.
Giovedì 28 Luglio 2011
“VI HO DETTO QUESTE COSE, AFFINCHÈ ABBIATE PACE IN ME, DISSE GESÙ”.
(Giovanni 16:33)
Quando ho partorito il mio primo figlio, ho passato dei momenti in cui ho pensato
che non avrei mai più ripetuto l’esperienza del travaglio e del
parto, anche se tutto era andato secondo norma. Devo dire, tuttavia, che in
quei momenti mi era stato di grande aiuto sapere che cosa mi aspettava. Gesù
conosceva il grande “travaglio” per il quale sarebbero passati i
Suoi discepoli dopo la Sua morte; perciò, li volle preparare, raccontando
loro molte delle cose che sarebbero successe. Quando poi si avverrò quello
che aveva loro detto, i discepoli ricordarono le Sue parole e si sentirono consolati
e in pace, sapendo che le cose stavano procedendo “secondo programma”
che la situazione non era sfuggita al controllo di Dio. Ma per avere pace in
mezzo alle “tempeste della vita”, bisogna essere discepoli di Cristo,
mon semplicemente persone che credono all’esistenza di Dio e continuano
a vivere a modo loro. h.p.
Venerdì 29 Luglio 2011
“CERCATE IL BENE DELLA CITTÀ DOVE IO VI HO FATTI CONDURRE E PREGATE
L’ETERNO PER ESSA”. (Geremia 29:7)
Sono una docente precaria costretta ogni anno a lavorare in una sede diversa,
in un luogo diverso e con persone diverse. Indipendentemente dal luogo, dai
colleghi e dal tipo di scuola, io mi impegno sempre a dare il meglio lì
dove il Signore mi conduce di anno in anno e prego Dio per ognuna delle persone
con le quali io sarò a contatto, a cominciare dal dirigente scolastico
e a finire con gli alunni. Non perdo occasione per benedire chi mi è
vicino. Mentre i ragazzi sono impegnati in una verifica scritta, io li benedico.
Quando sono al collegio dei docenti, prego e chiedo la benedizione su tutti
i miei colleghi e in primis sul dirigente. Di scuole ne ho visto tante: fatiscenti
e all’avanguardia; di dirigenti e di colleghi pure: tradizionalisti e
innovativi: così come i tanti giovani alunni: facili e problematici.
Il mio approccio però è sempre positivo e così impegno
sempre nel mio lavoro per il bene di tutti. Prego sempre il Signore per tutti
quelli che Egli mi mette accanto e prego di guidare il mio lavoro. E tu? Dai
il massimo nel posto in cui ti trovi? Preghi per tutte le persone che sono in
quel posto? Se lo farai, vedrai la differenza. r.b.
Sabato 30 Luglio 2011
“DIO, IL SIGNORE, È LA MIA FORZA”. (Abacuc 3:19)
Abacuc è noto come “il profeta che interrogò Dio”.
In un tempo di grande angoscia per il popolo d’Israele, Abacuc pose al
Signore tutta una serie di domande, che esprimevano i suoi dubbi sulla persistenza
delle Sue cure e del Suoi amore per il popolo. La guida dello Spirito divino
nella sua vita è evidente dal fatto che le sue domande non avevano lo
scopo di screditare il Signore, ma piuttosto di conoscere le motivazioni del
Suo comportamento nei confronti di realtà e situazioni che egli non comprendeva.
Il Signore gli rispose punto su punto (Egli risponde sempre a chi Gli pone domande
con cuore sincero e ben disposto!) e, proprio alla conclusione del suo breve
scritto, Abacuc pronunciò questa dichiarazione di fede: “Dio è
la mia forza!”. Ancora oggi sono le risposte di Dio ai nostri interrogativi
e ai nostri dubbi e la Sua presenza nella nostra vita che possono renderci forti!
p.m.
Domenica 31 Luglio 2011
“IO CREDO CHE GESÙ CRISTO È IL FIGLIO DI DIO”. (Atti
8:37)
E una dichiarazione di fede chiara, senza ambiguità, senza “ma”
e “forse”. Ed è una dichiarazione che cambia la nostra vita.
Se possiamo affermare che Gesù è il Figlio di Dio significa che
crediamo nella Sua incarnazione, nella Sua opera compiuta alla croce, nel valore
unico della Sua morte per espiare i nostri peccati. In una parola crediamo che
Dio, non solo ha agito per la nostra salvezza, ma ci rivela anche tutto quello
che dobbiamo sapere perché la nostra comunione con Lui sia ristabilita,
perché la nostra vita sia purificata, perché possiamo avere la
possibilità di vincere il male e il peccato. Dichiariamo di riconoscere
che non c’è nessuna altra via di salvezza, che noi non possiamo
fare nulla, ma che Dio può fare tutto. Che ognuno di noi possa affermare
la sua fede con altrettanta sicurezza e chiarezza. v.n.
Lunedì 1 Agosto 2011
“IL POTERE APPARTIENE A DIO”. (Salmo 62:11)
Davide descrive la situazione del suo tempo. Il suo salmo sembra un articolo
scritto per La GAZZETTA di Gerusalemme di allora (o per il MESSAGGERO di Roma
o La STAMPA di Torino di oggi); nemici fra il popolo (ne aveva nella sua stessa
famiglia), gente che cercava di abbatterlo, insidie di ogni tipo; popolo ribelle,
nobili superbi e vanitosi, amore per le ricchezze. Però conclude: “Dio
ha parlato una volta, due volte: ho udito questo: che il potere appartiene a
Dio”. I potenti, i ricchi, i politici possono fare pronunciamenti, discorsi
e accordi; lui stesso, come re, poteva governare e fare del suo meglio. Ma Dio
ha tutto in mano. Il Salmo finisce con un’affermazione bellissima: “A
Te pure, o Signore, appartiene la misericordia; poiché Tu retribuirai
ciascuno, secondo le sue azioni”. Dio è potente, è amorevole
e giusto. Un giorno metterà tutto a posto. Bello, no? m.t.s.
Martedì 2 Agosto 2011
“RIVESTITEVI DELLA COMPLETA ARMATURA DI DIO”. (Efesini 6:11)
Questo aspetto della vita cristiana non ci piace tanto, perché ci richiama
al combattimento che, sebbene, è pur sempre impegnativo, visto che il
nostro nemico, il diavolo, ci attacca continuamente. Ma c’è una
buona notizia: la guerra è già stata vinta da Gesù quando
è morto e risorto. A noi tocca affrontare le singole battaglie il cui
esito dipenderà dall’essere rivestiti dell’armatura di Dio
o meno, descritta in Efesini 6:10-18. Indossare la cintura significa vivere
nella verità: mettere la corazza vuol dire essere ricoperti della Sua
giustizia; indossare i calzari del Vangelo significa avere la Sua pace nel cammino
della vita; impugnare lo scudo vuol dire avere fede in Lui e nella Sua Parola;
mettere l’elmo significa essere protetti della Sua salvezza; avere sempre
pronta la spada vuol dire avere la Parola di Dio a portata di mano; per finire,
dobbiamo invocare l’aiuto divino sapendo che… noi siamo più
che vincitori grazie a Gesù che ci ha amati. (Romani 8:37)
Mercoledì 3 Agosto 2011
“GIONA SI MOSSE PER FUGGIRE LONTANO DALLA PRESENZA DEL SIGNORE”.
(Giona 1:3)
Non sappiamo se Giona era solito tirarsi indietro davanti a compiti “scomodi”,
ma qui leggiamo che davanti all’ordine di Dio di andare a Ninive per proclamare
ai suoi abitanti il Suo messaggio di giudizio per la loro malvagità,
egli decise di fuggire. Inoltre, leggiamo che si mosse per andare lontano dalla
presenza del Signore. Che follia! Egli sapeva bene chi era Dio (più avanti,
egli confesserà di essere sevo del Dio creatore dei cieli e della terra),
quindi doveva sapere che non poteva nascondersi a Lui, neanche andandosene lontano;
eppure ci volle provare! La storia di Giona è bellissima, perché
parla della grande pazienza e del grande amore di Dio per i Suoi. Infatti, davanti
alla disubbidienza di Giona, Egli si mostra paziente e misericordioso, riprendendolo
e concedendogli una seconda possibilità di servirLo. h.p.
Giovedì 4 Agosto 2011
“SE NON MI DATE ASCOLTO… VOLGERÒ LA MIA FACCIA CONTRO DI
VOI”. (Levitico 26:14,17)
Quanti rimpianti si accumulano nella vita per non aver dato ascolto a dei buoni
consigli ricevuti da genitori, amici, e da quanti tenevano al nostro benessere!
Incurante di consigli e ammonimenti, spesse volte l’uomo percorre caparbiamente
la sua strada per andare a vedere di persona se è vero che il fuoco brucia…
e si scotta. Allo stesso modo, Dio ha lasciato alla Sua creatura, attraverso
la Bibbia, preziose indicazioni per percorrere la strada beata della comunione
con Lui, fonte di perfetta pace e felicità. Cosa ne fa l’uomo di
queste indicazioni? Spesso, ahimè, le disprezza, magari non con delle
parole, ma il suo modo di vivere senza Dio non lascia spazio a dubbi. Non aggiungiamo,
ai tanti rimpianti, quello di non aver dato ascolto alla Parola di Dio e non
costringiamo Dio a usare l’ultimo strumento del Suo amore correttivo,
la punizione. d.p.
Venerdì 5 Agosto 2011
“GESÙ SE NE ANDÒ SUL MONTE A PREGARE”. (Marco 6:45,46)
L’evangelista Marco ci racconta che, dopo il miracolo della moltiplicazione
dei pani, Gesù “obbligò i Suoi discepoli” a partire
in barca per raggiungere Betsaida, poi si preoccupò personalmente di
congedare la folla. Cioè fece tutto quanto era necessario per rimanere
solo. Non voleva nessuno con Sé mentre saliva “sul monte a pregare”.
Una solitudine voluta e ricercata! Per ricaricarsi l’Uomo-Gesù
aveva spesso bisogno di momenti in cui essere solo con il Padre, per parlare
con Lui, per verificare con Lui le diverse tappe ed esperienze vissute servendo
fra gli uomini. Gesù aveva suggerito come strategia di preghiera l’appartarsi,
il ritrovarsi soli all’interno della propria cameretta chiusa a chiave,
per non essere disturbati. Sarà bello e costruttivo anche per noi (una
vera e propria ricarica!) seguire la stessa strategia: cercare un luogo dove
poter essere soli perché nella solitudine si vive una più intensa
intimità con il Signore, per parlare con Lui, per aprire davanti a Lui
il nostro cuore e la nostra mente. p.m.
Sabato 6 Agosto 2011
“BEATI COLORO CHE TI LODANO DEL CONTINUO”. (Salmo 84:4)
L’autore di questo bel Salmo era un uomo molto impegnato per il Signore.
Lo testimoniano le parole pronunciate con convinzione al versetto 10: “Un
giorno nei Tuoi cortili vale più che mille altrove. Io preferirei stare
sulla soglia della casa del mio Do che abitare nelle tende degli empi”.
Non c’era cosa che per lui potesse reggere il confronto: Dio era il suo
piacere più grande. Lodare il Signore, essere occupati nel servizio per
Lui, rende felici e appagati i peccatori che si sono ravveduti dal male fatto.
Non pensare frettolosamente che la vita cristiana sia vuota o monotona, lontana
dalla realtà. Tutto altro! Questo mirabile scritto ci fa capire che il
Creatore è una fonte inesauribile di gioia che darà sollievo agli
scoraggiati, e coloro che si disseteranno a quella Fonte saranno ripagati abbondantemente.
La vera gioia non è una conquista, ma un dono ricevuto per grazia. Non
possiamo fare nulla per meritarla, ma Dio la offrirà gratuitamente a
chi si affiderà a Lui. s.v.
Domenica 7 Agosto 2011
“TU MI RIEMPIRAI DI GIOIA CON LA TUA PRESENZA”. (Atti 2:28)
“Dov’è Dio?” chiede l’incredulo, e non bisogna
disprezzare questa domanda, perché il desiderio di Dio è di manifestarsi
agli uomini, non di giocare a nascondino. Nel tempo in cui Gesù è
stato sulla terra si sarebbe potuto rispondere: “È lì, nella
sua persona”. Ma adesso Gesù è tornato in cielo e siede
alla destra del Padre. Il rapporto con i Suoi discepoli avviene oggi mediante
la Sua Parola e il Suo Spirito, ma indubbiamente tutti i veri credenti anelano
al giorno in cui potranno vederLo “faccia a faccia” (1 Corinzi 13:12)
e godere così della Sua presenza. Attenzione però! Non per tutti
la presenza manifesta di Dio sulla terra sarà motivo di gioia, perché
quello sarà anche il tempo della resa dei conti. Il momento della rivelazione
indiscutibile di Dio segnerà anche la fine della possibilità di
scegliere. Per godere un giorno della presenza di Dio, bisogna cominciare oggi
a giusta “la gioia della Sua salvezza”. (Salmo 51:12). m.c.
Lunedì 8 Agosto 2011
“CHI CREDE IN LUI NON È GIUDICATO. CHI NON CREDE È GIÁ
GIUDICATO!”. (Giovanni 3:18)
Queste parole fanno parte della conversazione fra Gesù e Nicodemo, un
dottore della legge, che va di notte da Gesù per avere chiarimenti circa
il Suo insegnamento. In quella occasione Gesù pronuncia un’altra
verità di vitale importanza nella quale è concentrato tutto il
messaggio biblico della salvezza: “Poiché Dio ha tanto amato il
mondo che ha mandato il Suo unigenito Figlio affinché chiunque crede
in Lui non perisca, ma abbia vita eterna”. (Giovanni 3:16). In risposta
a questa rivelazione, a questo dono d’amore, non possono esserci che due
possibilità: accettare l’offerta della salvezza e quindi non essere
più sotto il giudizio di Dio, oppure rifiutarla e quindi rimanere sotto
questo terribile giudizio! Questa è Parola di Dio, non una interpretazione
umana, manipolata. Da che parte stai? Io sono al riparo da questo giudizio avendo
accettato il dono della salvezza offertomi da Gesù con le Sue mani forate
a motivo dei miei peccati. w.g.
Lunedì 8 Agosto 2011
“CHI CREDE IN LUI NON È GIUDICATO, CHI NON CREDE È GIÀ
GIUDICATO!”. (Giovanni 3:18)
Queste parole fanno parte della conversazione fra Gesù è Nicodemo,
un dottore della legge, che va di notte da Gesù per avere chiarimenti
circa il Suo insegnamento. In quella occasione Gesù pronuncia un’altra
verità di vitale importanza nella quale è concentrato tutto il
messaggio biblico della salvezza: “Poiché Dio ha tanto amato il
mondo che ha dato il Suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in
Lui non perisca, ma abbia vita eterna”. (Giovanni 3:16). In risposta a
questa rivelazione a questo dono d’amore, non possono esserci che due
possibilità: accettare l’offerta della salvezza e quindi di non
essere più sotto il giudizio di Dio, oppure rifiutarla e quindi rimanere
sotto questo terribile giudizio! Questo è Parola di Dio, non una interpretazione
umana, manipolata. Da che parte stai? Io sono al riparo da questo giudizio avendo
accettato il dono della salvezza offertomi da Gesù con le Sue mani forate
a motivo dei miei peccati. w.g.
Martedì 9 Agosto 2011
“CHI HA PRESO LE DMENSIONI DEL CIELO CON IL PALMO? (Isaia 40:12)
Nel versetto precedente Do è visto come un Pastore che porta in braccio
un agnellino, che cammina adagio per non forzare le pecore che allattano. E
poi… questa immagine grandiosa di un Dio creatore che, come un costruttore,
prende le misure delle acque e del cielo… Da una parte la grandezza infinita,
dall’altra l’amore più tenero. Questo è il nostro
Dio. Qual è la nostra risposta alla Sua potenza e al So amore? Cerchiamo
di sfuggirGli, troviamo impossibile affidarci a Lui? Dio ha tanto amore da curarsi
di noi, e ha tanta potenza da venire incontro e ogni nostro bisogno. Lasciamo
che ci prenda per mano, accettiamo la salvezza che ci offre, mettiamo in Lui
tutta la nostra fiducia. E davvero conosceremo le tante infinite sfaccettature
del Dio che Si è rivelato a noi nella Sua Parola. v.n.
Mercoledì 10 Agosto 2011
“I CIELI SONO OPERA DELLE TUE MANI”. (Salmo 102:25)
Questa sera: tutti con il naso all’insù per scrutare il cielo alla
ricerca di qualche “stella cadente”, pronti, nel caso in cui ci
accada di vederla sul serio, a esprimere un desiderio e a vivere la speranza
che quella “stella” ci aiuti a realizzarlo! Ma, se fondiamo la nostra
vita su sogni e suggestioni, le nostre fondamenta saranno davvero fragili. Non
sarà certo una “stella cadente” a dare una svolta positiva
alla nostra vita! on voglio con questo scoraggiare chi scruta il cielo. Anch’io
probabilmente sarà questa sera con il naso all’insù: catturare
con lo sguardo una “stella cadente” è sempre motivo di particolare
emozione. Ma, mentre aspettiamo e scrutiamo fermiamoci a contemplare la bellezza
dei cieli e pensiamo all’Autore di tanto splendore! Le Sue perfezioni
invisibili ci sono rivelate anche nell’infinita distesa del firmamento
ed il contemplarle potrà essere per noi motivo di grande consolazione:
sì il nostro Dio è davvero grande e potente! p.m.
Giovedì 11 Agosto 2011
“HAI DIMENTICATO IL SIGNORE CHE TI HA FATTO, CHE HA DISTESO I CIELI?”.
(Isaia 51:13)
Sarebbe davvero imbarazzante sentirsi rivolgere un interrogativo del genere.
Immagino che dopo un momento di giustificabile smarrimento il mio interlocutore
risponderebbe più o meno così: “Beh… ogni tanto mi
ricordo di recitare qualche preghiera, cerco di comportarmi bene, compio le
mie buone azioni verso il prossimo”. Sai bene, però, nel profondo
del tuo cuore, che la tua vita è molto lontana dal Signore. Non Lo conosci,
non sai cosa pensa, né quale sia la Sa volontà. Non sai nulla
di Lui. Considera con interesse le verità importanti che questo esprime.
Primo, il Signore ti ha fatto, è il tuo Creatore. Conosce perfettamente
come sei e quali sono i pensieri che attraversano la tua mente, non quelli che
cerchi di far apparire a chi ti sta intorno, ma quelli reali. Secondo, “…ha
disteso i cieli”. Ciò significa che tutto quello che ti circonda
Gli appartiene ed è sotto l Suo controllo, la Sua autorità. Credo
che a questo punto la posta in gioco sia talmente alta che dovresti approfondire
seriamente la tua conoscenza della Bibbia per non correre il rischio di dimenticare
il Signore che ti ha fatto. s.v.
Venerdì 12 Agosto 2011
“COMBATTI IL BUON COMBATTIMENTO DELLA FEDE”. (1 Timoteo 6:12)
La vita cristiana secondo la Bibbia non è fatta di tavole rotonde o salotti,
ma è un vero combattimento. Dopo essere stati salvati dobbiamo sostenere
un combattimento non contro delle persone, ma contro le potenze malefiche del
Maligno. Guai a sederci a rilassarci dopo aver ottenuto una vittoria in una
battaglia! Qui l’apostolo ci dice anche qual è il combattimento
vincente: quello della fede! Noi saremo sempre sconfitti davanti alle potenze
malefiche, se non confidiamo pienamente in ciò Dio può fare e
sa fare. I veri cristiani sono chiamati a presentarsi ala battaglia con lo spirito
che animava il re Giosafat: “Di fronte al nemico siamo senza forze, e
non sappiamo cosa fare, ma gli occhi nostri sono su di Te” (2 Cronache
20:12). Oggi, sì proprio oggi, su chi sono puntati gli occhi nostri?
Impariamo a non puntare su dei cavalli perdenti come sono le nostre presunte
capacità, ma con pazienza e fiducia puntiamo sulle risorse sempre vincenti
di Dio! p.p.
Sabato 13 Agosto 2011
“GESÙ, FIGLIO DI DAVIDE, ABBI PIETÀ DI ME!”. (Luca
18:38)
Il testo di oggi fa riferimento a un’invocazione rivolta a Gesù
da un uomo cieco, un mendicante emarginato della società, che sedeva
presso, la strada vicino alla città di Gerico, All’udire del passaggio
di Gesù di Nazaret, riconoscendoLo come il Signore, il Messia promesso,
si appellò alla Sua pietà, affinché lo guarisse dalla sua
cecità. Gesù, vista la sua fede, ebbe pietà di lui e lo
guarì. Molto probabilmente tu che stai leggendo questo foglietto del
calendario non hai lo stesso problema di questo uomo, ma, forse senti un vuoto
dentro di te che non riesci a colmare; sei alla ricerca di una verità
che non riesci bene a focalizzare. In questo caso, prendi esempio da questo
uomo, rivolgiti a Gesù ed Egli avrà pietà di te. Egli è
l’unico Signore e Salvatore che possa risolvere il tuo problema; abbi
fede in Lui e vedrai che guarirà la tua cecità spirituale e ti
salverà. Così potrai vivere una vita gioiosa nel Signore. n.s.
Domenica 14 Agosto 2011
“IL TUO REDENTORE È IL SANTO D’ISRAELE, E SARÀ CHIAMATO
DIO DI TUTTA LA TERRA”. (Isaia 54:5)
Chi dobbiamo celebrare? Senza dubbio Colui che ci ha redenti, che ci ha tirati
fuori dal nostro stato peccaminoso e ci ha ridato dignità davanti a Dio
nonostante il nostro passato: Gesù. A chi dobbiamo dare l’onore?
Certamente al Signore che è Santo in tutto quello che fa e che è
fedele a quello che ci ha promesso nella Sua Parola. Chi è degno di ricevere
la gloria? Solo Dio, perché Egli è la massima autorità
su tutta la terra. Non è alla religione che dobbiamo essere consacrati,
ma al Dio Santo della Bibbia. Non è un culto particolare che deve attirare
la nostra attenzione, ma solo Colui che governa su tutta la terra: Dio. Non
è la devozione a qualcuno che ci può salvare, ma solo e soltanto
il Redentore, cioè Gesù Cristo. Mentre, in questi giorni, ci godiamo
le meritate vacanze, ricordiamoci che il Signore soltanto è il nostro
Redentore e che il nostro Dio è Santo. Solo a Lui deve andare la gloria
e l’onore. Solo Dio deve essere celebrato. r.b.
Lunedì 15 Agosto 2011
“MENTRE LI BENEDICEVA, GESÙ SI STACCÒ DA LORO E FU PORTATO
SU NEL CIELO”. (Luca 24:51)
Dal momento della Sua nascita a quello della Sua morte Gesù è
stato visto sulla terra soltanto dai Suoi discepoli. Dopo la Sua ascensione
in cielo nessuno l’ha più visto corporalmente. “Perché
non si fa vedere? – chiederà forse qualcuno con ironico scetticismo
– Se si facesse vedere chiaramente, finirebbero le discussioni sull’esistenza
di Dio e le dispute su quale sia la vera religione”. Questa persona sarà
soddisfatta, perché sta scritto: “Ecco, Egli viene con le nuvole
e ogni occhio Lo vedrà” (Apocalisse 1:7). Ma ahimè, non
sarà una gioiosa festa per tutti, perché sta anche scritto che
“tutte le tribù della terra faranno lamenti per Lui”. Sarà
dunque un tempo di resa dei conti: non ci sarà più la libertà
di credere o non credere, secondo le proprie personali convinzioni, ma ogni
ginocchio si piegherà davanti a Lui (Filippesi 2:10), volente o nolente.
Dimostra di non desiderare di vedere corporalmente Gesù chi oggi si rifiuta
di riconoscerLo, per fede, come suo Signore e Salvatore. m.c.
Martedì 16 Agosto 2011
“DIO HA IL POTERE DI SOCCORRERE E DI ABBATTERE”. (2 Cronache 25:8)
“Soccorrere” e “abbattere”. Anche durante il G8 tenuto
all’Aquila dopo il grave terremoto dell’aprile 2009 che ha sconvolto
l’Abruzzo, si sono affrontate questioni di grande importanza. I “potenti”
si incontrano e, come sempre, parlano di come migliorare il mondo. I “grandi”
della terra stanno ancora decidendo come soccorrere le popolazioni povere e
come diminuire l’inquinamento globale per salvare la terra. Pensano di
poter prendere decisioni senza chiedere la guida al Creatore. Ma domandiamoci:
quante volte anche noi nelle nostre scelte, non ricerchiamo prima la volontà
di Dio in preghiera? In effetti, vogliamo che il Signore benedica quello che
noi abbiamo già deciso. Che Dio ci perdoni! Non giudichiamo solo gli
altri o cosa ancor più facile, chi è in autorità. È
ora che ognuno giudichi sé stesso. Impariamo a prendere decisioni alla
luce della volontà di Dio. Chiedi al Signore di abbattere tutto quello
che in te non va. Egli sicuramente ti guiderà e con amore ti soccorrerà.
e.m.
Mercoledì 17 Agosto 2011
“TUTTI CERCANO I PROPRI INTERESSI, NON QUELLI DI CRISTO”. (Filippesi
2:21)
L’apostolo Paolo era in prigione a Roma, in attesa di giudizio. Nella
sua vita di servizio aveva visto di tutto; sebbene il Signore lo avesse usato
in modo eccezionale, molti lo avevano contestato calunniato, perseguitato. Dei
colleghi lo avevano abbandonato, altri avevano apostato dalla fede. Alcune chiese
che aveva fondato e curato erano minate da falsi insegnanti. A Roma c’era
perfino chi predicava il vangelo per fargli rabbia. Che tristezza! Però
c’era uno che gli stava vicino. “Il Signore!” dite voi. Giusto.
Ma, in genere, il Signore usa delle persone per venirci in aiuto. A Paolo aveva
messo vicino Timoteo, un collaboratore più giovane che lo serviva con
l’affetto di un figlio che serve un padre. Gli avrà lavato la biancheria,
gli avrà portato da mangiare, gli avrà lavato i piedi incatenati:
avrà pregato e cantato con lui. Un bel esempio da imitare quando vediamo
qualcuno che è nel bisogno. m.t.s.
Giovedì 18 Agosto 2011
“SIGNORE, CON LO SPIRITO CHE È DENTRO DI ME, TI CERCO”. (Isaia
26:9)
L’autore di questo versetto era un uomo turbato nell’animo a causa
di situazioni di oppressione, in cui la superbia e le perversione avevano la
meglio. Questi pensieri lo mettevano in agitazione e gli toglievano il sonno.
In questo frangente egli non medita reazioni o vendette, ma cerca Dio. Un comportamento
insolito e a prima vista inutile! Se esaminiamo il contesto, cioè i versetti
da 1 a 10, troviamo ripetuti ben sette volte i termini “giusto”,
“giudizi”, “giustizia”. Da ciò possiamo capire
che il motivo che lo spingeva a ricercare il Signore era la convinzione che,
sebbene gli sembrava che tardasse a intervenire, Dio avrebbe fatto giustizia.
Se Dio sembra ritardare il Suo intervento è perché vuole qualcosa
di meglio che risolvere immediatamente un problema: vuole insegnare la giustizia,
e nel modo più efficace. Per questa ragione Isaia conclude: “Quando
i Tuoi giudizi si compiono sulla terra, gli abitanti del mondo imparano la giustizia”.
o.t.
Venerdì 19 Agosto 2011
“A CAUSA DELLA LORO INCREDULITÀ, NON FECE MOLTE OPERE POTENTI”.
(Matteo 13:58)
Il versetto che è oggetto della nostra attenzione mi riporta alla mente
il comportamento di tante persone da me conosciute: pretendono da Dio, che non
conoscono, ogni sorta di benedizioni, e subito dopo Lo ingiuriano per tutto
ciò che nella loro vita non va. Ora Dio nella Sua Parola ci dice che”senza
fede è impossibile piacerGli” (Ebrei 11:6). Purtroppo la mancanza
di fede in tante persone portò e porterà a non ottenere per grazia
di Cristo la salvezza dell’anima: “Voi non volete venire a Me per
avere la vita” dice Gesù (Giovanni 5:40). Gli uomini preferiscono
credere a ciò che i loro occhi vedono, le loro mani toccano, ma ciò
non soddisfa Dio e per questo motivo Dio non opera nelle loro vite. “La
Fede è certezza di cose che si sperano” (Ebrei 11:1) e così
le opere potenti di Dio non tarderanno a manifestarsi. s.b.
Sabato 20 Agosto 2011
“L’OPERA DI DIO È FONDTA SULLA FEDE”. (1 Timoteo 1:4)
L’uomo, anche il più religioso, ha sempre cercato di compiere a
suo modo l’opera di Dio. Caino fece un’offerta al Signore, ma Dio
“non gradì la sua offerta” e la sua relazione fratricida
manifestò da quali sentimenti e motivazioni fosse animato (Genesi 4:5
e seguenti). Il re Saul volle offrire al Signore un sacrificio indebito e il
profeta Samuele lo ammonì dicendo: “L’ubbidire è meglio
del sacrifico” (1 Samuele 15:22). Anche Giacomo ci ammonisce dicendo:
“L’ira dell’uomo non compie la giustizia di Dio” (Giacomo
1:20). Le qualità e capacità umane hanno certamente un valore
dinanzi a Dio ed Egli le vuole usare per la Sua gloria. Esse, però, non
devono mai prendere il posto della fede. Dio non si serve di noi perché
siamo bravi, ma in risposta alla nostra fede. “Senza la fede è
impossibile essere graditi” (Ebrei 11:6). L’opera di Dio è
la fede è l’atteggiamento che rispetta meglio questa verità.
La fede è anzitutto un atteggiamento di ascolto, poi di fiducia e infine
di ubbidienza. Solo così Dio può operare. t.m.
Domenica 21 Agosto 2011
“SANTO, SANTO, SANTO È L’ETERNO DEGLI ESERCITI!” (Isaia
6:3)
Rileggendo questo capitolo di Isaia, si rimane subito colpiti da questa visione.
Infatti vengono coinvolti vista, udito e tatto. Possiamo facilmente dedurre
che sul profeta tutto ciò ebbe un fortissimo impatto. In primo luogo,
Isaia vede il Signore, l’Eterno, seduto sopra un alto trono e vede il
Suo mantello che riempie ogni spazio del tempio. In secondo luogo, sente gridare
dei serafini: l’uno dice all’altro che l’Eterno è santo,
santo, santo e che tutta la terra è piena della Sua gloria. È
un coro celestiale! Infine, uno di questi serafini gli tocca la bocca: ora egli
pronto per andare e profetizzare con fedeltà, anche rischiando la sa
stessa vita. Tre dei cinque sensi sono coinvolti e Isaia non potrà mai
dimenticare quanto ha visto, sentito e toccato. a.m.
Lunedì 22 Agosto 2011
“DIREMO ALLA GENERAZIONE FUTURA LE LODI DELL’ETERNO LA SUA POTENZA
E LE MERAVIGLIE CHE EGLI HA OPERATE”. (Salmo 78:4)
Forse avrai anche tu un vecchio parente che ricorda nei minimi particolari quello
che gli è capitato cinquant’anni fa, ma non ricorda quante decine
di volte l’ha già raccontato nell’ultimo mese. Ascoltarlo
con doverosa pazienza sarebbe più facile se il racconto fosse la testimonianza
di qualche atto meraviglioso compiuto dal Signore in suo favore. Forse arriveresti
perfino a chiedergli qualche particolare in più, nel desiderio di essere
confermato nella tua fiducia in Dio. È bello avere dei vecchi che hanno
qualcosa di edificante da raccontare della loro via col Signore. Ce ne sono
pochi in giro? Può darsi, ma ci sono anche pochi di quelli vanno a cercare.
Se hai qualche bella esperienza con Dio da raccontare ai più giovani,
fallo. E se hai ancora pochi anni di fede alle tue spalle, vai a cercare chi
ti può raccontare e grandi cose che Dio ha fatto per lui (Luca 8:39).
m.c.
Martedì 23 Agosto 2011
“TI LODI UN ALTRO, E NON LA TUA BOCCA”. (Proverbi 27:2)
Stima, autostima, sotto-stima o super-stima? Quale concetto hai di te stesso?
Sei di quelli sempre al centro dell’attenzione che si vantano continuamente
delle loro performance e di tutto quello che sono in grado di fare? O appartieni
alla categoria di quelli che, quando ricevono un complimento, rispondono con
un “niente, non ho fatto niente, figurati” oppure “non ringraziare
me, ringrazia Dio”? Dio dice di non essere superbi tracotanti, ma piuttosto
umili (Luca 14:11). E nello stesso tempo ci incoraggia ad avere un concetto
“sobrio di noi stessi” (Romani 12:3), cioè una consapevolezza
sana di chi siamo e delle caratteristiche con cui Dio ci ha formati. Infine,
ricordiamo di incoraggiare figli, coniugi, genitori, responsabili, amici, portinai
ecc. e di apprezzare gli sforzi e il lavoro degli altri perché l’apprezzamento
e la gratitudine fanno tanto, tanto bene al cuore e sono una carica di energia
per proseguire il cammino. m.f.
Mercoledì 24 Agosto 2011
“TUTTE LE COSE COOPERANO AL BENE DI QUELLI CHE AMANO DIO”. (Romani
8:28)
Questa è una delle promesse più belle della Bibbia, ma è
anche una delle più difficili da accettare in certi momenti. Finché
tutto va bene, possiamo credere che le cose filino nel verso giusto, ma quando
capitano difficoltà varie – malattie, morte, perdita di lavoro
– come possiamo credere che tutto coopererà al nostro bene? Questa
è solo una delle verità bibliche difficili da comprendere. Poco
prima ci viene detto che lo Spirito Santo intercede per noi, secondo i piani
di Dio. È vero, noi preghiamo, ma no è straordinario che lo Spirito
Santo, una Persona della Trinità, preghi per noi? Interceda per la nostra
situazione? È per quale fine? Perché diventiamo simili all’immagine
del Figlio di Dio, la seconda persona della Trinità. Fra tutte queste
realtà talmente grandi da essere incomprensibili per la nostra mente,
possiamo arrivare a credere anche che ogni cosa coopera al nostro bene. v.n.
Giovedì 25 Agosto 2011
“L’ETERNO È LA MIA FORZA E IL MIO CANTICO”. (Isaia
12:2)
Sappiamo per esperienza che quando si è gioiosi si canta. Questa frase
è l’espressione di un cuore ricolmo di riconoscenza nei confronti
del suo Signore. È un figlio di Dio che egli esprime tutta la sua gratitudine
e adorazione. Qualcuno ha affermato: L’adorazione è un modo per
riflettere su Dio e lo splendore del Suo valore. Il cuore gioioso è lo
specchio che cattura i raggi del Suo splendore e li riflette nell’adorazione”.
Che magnifica illustrazione! Cosa fari oggi? Inclinerai anche tu il tuo cuore
verso Dio per ricevere tutto il Suo splendore, cioè la Sua gloria, e
tramutarla in vera e profonda adorazione? Si, certo, oggi doveri lavorare, relazionarti
con il prossimo, mangiare e magari guidare per un tratto più o meno lungo.
Ma ricordati di fare ogni cosa (compreso mangiare, divertirsi e guidare nel
traffico!), per glorificare Dio. Solo allora avrai gioia completa e potrai affermare:
“L’Eterno è il mio cantico!”. e.m.
Venerdì 26 Agosto 2011
“L’ETERNO È IL DIO MISERICORDIOSO … RICCO IN BONTÀ
E FEDELTÀ”. (Esodo 34:6)
Leggi e rileggi questi aspetti del carattere di Dio tante volte. Sì,
leggili ancora e rifletti su ognuno di essi con attenzione, perché una
volta afferrati correrai solo dal Signore! Il diavolo, il nemico di Dio e nostro,
farà di tutto per seminare i seguenti dubbi nella mente: se Dio è
buono, perché c’è la sofferenza nel mondo? Se Dio è
misericordioso, perché la vita ti ha punito in questo modo? Se Dio è
fedele, perché adesso non fa quello che Gesù fece quando era sulla
terra? La verità è che il diavolo dà la colpa a Dio per
tutte quelle cose brutte che, invece, sono opera sua. In tutto questo sai qual
è la parte di Dio? Ripristinare, attraverso il miracolo della nuova nascita,
il Suo regno qui sulla terra partendo dal nostro cuore. Io so che Dio è
misericordioso perché, invece di punirmi per i miei peccati, mi offre
il perdono per mezzo della croce di Gesù. Io so che Dio è ricco
in bontà, perché ogni cosa bella che ho è un Suo dono.
Sì, Dio è fedele alle Sue promesse perché Egli non è
cambiato e risponde ancora alle preghiere. r.b.
Sabato 27 Agosto 2011
“GESÙ DISSE: HO PREGATO PER TE, AFFINCHÈ LA TUA FEDE NON
VENGA MENO”. (Luca 22:32)
Cristo ci ha dato un esempio davvero importante. In un momento difficile, possiamo
sentirci pieni della forza che la fede ci dà, della consolazione della
Sua presenza. Pietro certo aveva fede, ma il Signore sapeva che c’era
il rischio di una caduta, e aveva pregato che questo non succedesse. E noi dobbiamo
fare lo stesso. Nel momento della prova, quando sentiamo che Dio ci è
vicino con la Sua pace, è importante che preghiamo che questa forza non
venga meno, che questa pace continui ad avvolgerci, che continuiamo a confidare
in Dio e non nella nostra fede, nella nostra capacità, nel nostro coraggio.
“Mi sento forte della Tua forza. Aiutami a continuare su questa strada
con la mia mano nella Tua”. v.n.
Domenica 28 Agosto 2011
“SOLO IN DIO TROVA RIPOSO L’ANIMA MIA”. (Salmo 62:1)
Oggi le persone ansiose e depresse, che sono in forte aumento, tendono a trovare
rimedio al proprio malessere dell’anima nella cura farmacologia pensando
che una buona dose di pastiglie possa loro restituire la tranquillità
perduta. Nel passato, coloro che soffrivano di disturbi psicologici o interiori
spesso si rivolgevano a gente che poteva offrir loro un cero sostegno spirituale,
oggi si preferisce consultare gli esperti in materia: psicoterapeuti, psicologi,
ecc. Pur riconoscendo il lavoro di questi specialisti, riteniamo che essi possano
curare soltanto i sintomi, e che comunque si tratti nella maggior parte dei
casi, di interventi palliativi. Il salmista, nella sua preghiera fiduciosa,
afferma qualcosa di infinitamente superiore: “Solo in Dio trova riposo
l’anima mia”. Che cosa vuol dire? Semplice. Egli trovava il benessere
interiore, la pace e la gioia soltanto nella relazione spirituale con il suo
Salvatore. La Parola di Dio, dunque, può diventare la guida infallibile
che ti porterà ad incontrare il divino Pastore. Egli, infatti, si prenderà
cura della tua anima (cfr. 1 Pietro 5:7). s.v.
Lunedì 29 Agosto 2011
“METTETEMI ALLA PROVA, DICE L’ETERNO”. (Malachia 3:10)
Queste parole sono una vera e propria sfida. Sembra incredibile che sia il Dio
onnipotente a rivolgerle al Suo popolo, vero? Ma è proprio così.
Quanto amore, quanta tenerezza, quanta forza di persuasione per vincere l’infedeltà,
la superficialità, i timori e la mancanza di fede del popolo! Ma non
siamo così anche noi? Abbiamo paura di donare, abbiamo paura di consacrare
la nostra vita al Signore, perché temiamo di perdere il necessario; allora
consacriamo il nostro tempo, il nostro denaro e ogni altro bene alle nostre
necessità e non consideriamo la fedeltà di Dio che vuole essere
onorato e adorato anche attraverso i nostri beni. “MetteteMi ala prova
e- continua il versetto – vedrete se Io non vi aprirò le cataratte
del cielo”. g.b.
Martedì 30 Agosto 2011
“DIO CONSOLA GLI AFFLITTI”. (2 Corinzi 7:6)
Leggendo i versetti 5-7 vediamo che qui si parla esperienze di vita vissuta,
vera e profonda. Tre aspetti ci fanno riflettere: - Il tipo di afflizioni. Spesso
ci convinciamo che le nostre afflizioni sono più gravi di quelle altrui,
perciò ci chiudiamo in noi stessi, convinti che nessuno sia in grado
di capirci e di consolarci. Qui Paolo racconta di “combattimenti di fuori
e di timori di dentro”: un’esperienza durissima e tragica, eppure
la consolazione potente gli arriva dal suo Signore. Qualunque sia la mia afflizione,
c’è consolazione anche per me. – Il tipo di consolazione.
Qui Paolo riceve consolazione dall’arrivo di Tito e dall’amore dei
corinzi che egli gli comunica. Dio manda anche a noi Suoi figli delle consolazioni
tenere, spesso inaspettate: sappiamo riconoscerle, raccoglierle, lasciaci consolare?
– Lo scopo della consolazione. Va al di là di noi stessi: nel capitolo
1:3-6 è scritto che, se ci lasciamo consolare da Dio, possiamo diventare
consolarci efficaci in un mondo che ha disperatamente bisogno di vera consolazione.
l.p.
Mercoledì 31 Agosto 2011
“A COLUI CHE È FERMO NEI SUOI SENTIMENTI TU CONSERVI LA PACE”.
(Isaia 26:3)
La Bibbia dice che la pace non è assenza di problemi, di ansia o di ostilità,
ma è un sentimento di forza e serenità interiore che non dipende
dalle condizioni in cui troviamo, ma da una persona: il Signore Gesù,
e dalla relazione che abbiamo con Lui. Solo da Lui emana quella forza interiore
che avvolge tutta la nostra vita, perché si fonda sulla certezza che
Lui vuole il meglio per noi e provvede a ogni nostro bisogno, anche se apparentemente
le cose sembrano andare in senso contrario. Non puoi perciò trovare la
pace in te stesso o altrove: cerca la vera pace in Gesù e la troverai.
Distogli la tua attenzione dalle circostanze difficili in cui ti trovi e concentrale
sulla Sua persona, e troverai la pace. E se tu tieni fissi i tuoi occhi su Lui,
se sei fermo nei tuoi sentimenti e se rimani concentrato sulla fiducia in Lui,
il Signore ti conserverà nella pace. g.f.r.
Giovedì 1 Settembre 2011
“IL CUORE DEGLI UOMINI CONCEPISCE DISEGNI MALVAGI FIN DALL’ADOLESCENZA”.
(Genesi 8:21)
La cattiveria è nell’essere umano fin dalla tenera età.
Se fino a qualche anno fa l’opinione che andava per la maggiore era quella
d lasciare che i bambini crescessero senza disciplina in modo da poter seguire
il buono che c’è in loro, attualmente v’è una scuola
di pensiero anche tra i pedagogisti che enfatizza l’importanza di correggere
e porre dei limiti ai bambini In questo modo, all’arrivo dell’adolescenza
(“età critica”) il ragazzo saprà contenersi e sarà
in grado di vivere la propria esistenza senza “gravi traumi” dovuti
alla crescita. L’esperienza ci dice che è proprio come la Bibbia
afferma. Ai genitori spetta il compito di educare i propri figli secondo i principi
biblici. Devono essere loro a indirizzare i propri bambini nei sentieri della
vita, prima di tutto dando il buon esempio. Personalmente posso affermare di
aver avuto degli ottimi esempi nei miei genitori e durante la mia adolescenza
ho creduto col cuore nel Signore Gesù per essere salvato. e.m.
Venerdì 2 Settembre 2011
“CHI METTE IN PRATICA LA VERITÀ VIENE ALLA LUCE”. (Giovanni
3:21)
Che cos’è la verità? Dov’è la verità
fra le tante voci che udiamo? Lo scopo di Dio per la nostra vita è che
abbiamo la giusta visione della realtà, e la Bibbia è la lettera
che Dio ci invia perché possiamo conoscere “la verità”,
cioè Gesù Cristo, e – credendo in Lui – passare dalle
tenebre alla luce, dal dolore alla gioia, dalla morte ala vita. Spiritualmente
le tenebre sono le nostre paure, ansie, convinzioni sbagliate, il nostro modo
di vedere le cose e di concepire la vita, il peccato, l’incredulità…
tutte cose che ci avvolgono e ci impediscono di godere la “vera”
luce. Ma grazie a Do c’è una possibilità: Gesù e
venuto dal cielo per liberare l’uomo dalle tenebre del peccato. Egli è
Colui che porta luce e speranza nel buio della nostra vita. Vivi nella Luce
o sei ancora nelle tenebre? Cerca “la verità” e falla diventare
la guida assoluta della tua vita! g.f.r.
Sabato 3 Settembre 2011
“BENEDETTO L’ETERNO, DIO D’ISRAELE, EGLI SOLO OPERA PRODIGI”.
(Salmo 72:18)
Se c’è qualcosa nel mondo che proclama la sovranità di Dio,
quello è il popolo d’Israele. Esso è stato perseguitato,
colpito, ferito. Ma esiste ancora e fa parlare di sé. Oggi, 3 Settembre,
molte sinagoghe sono aperte al pubblico e i visitatori possono ascoltare delle
spiegazioni sulla storia dell’ebraismo. La Bibbia è la storia più
autentica di questo popolo, da Abramo fino alla venuta del Messia, il Signore
Gesù Cristo. L’evangelista Giovanni dice che (2000 anni fa) “Egli
(Gesù) è venuto in casa sua (la Terra promessa) ma i suoi non
l’hanno ricevuto”. Oggi Gesù ancora respinto dal popolo d’Israele,
ma un giorno si adempirà la profezia di Zaccaria 12:10 “Spanderò
sulla casa di Davide… lo Spirito di grazia ed essi guarderanno a Me (il
Cristo), a Colui che essi hanno trafitto e ne faranno cordoglio”. Oggi
la grazia di Dio è offerta a tutti. Tutti quelli che accolgono il dono
della salvezza, acquistata da Gesù sulla croce, ebrei e non ebrei, entrano
a far parte non solo del popolo di Dio, ma anche dalla Sua famiglia. m.t.s.
Domenica 4 Settembre 2011
“RALLEGRATEVI SEMPRE NEL SIGNORE”. (Filippesi 4:4)
L’allegrezza è uno stato interiore fatto di serenità, contentezza
e soddisfazione. Quale essere umano può dichiararsi indifferente a tutto
questo? La società moderna attraverso i suoi profeti più attivi,
televisione e media in genere, offre allegrezza proponendo e alimentando uno
stile di vita improntato alla ricerca ossessiva di cose materiali e divertimento,
a una progressiva perdita dei valori morali e all’assoluto rifiuto di
Dio. Tutto questo, però, non ha prodotto alcuna allegrezza vera e duratura,
anzi, ha lasciato l’uomo più frustrato, insoddisfatto e amareggiato
che mai. La Parola di Dio ci indica una strada alternativa per realizzare un’allegrezza
vera e duratura e ci invita a realizzare la nostra allegrezza nel Signore. Il
Signore libera quelli che si affidano a Lui dalle tremende conseguenza del peccato.
Il Signore prende a cuore i bisogni spirituali morali e materiali di quelli
che Lo cercano. Il Signore, il Creatore di ogni cosa, dà un senso alla
nostra esistenza. È questo che produce vera allegrezza. d.p.
Lunedì 5 Settembre 2011
“FATE TUTTE LE COSE ALLA GLORIA DI DIO”. (1 Corinzi 10:31)
Un tempo la maestra tracciava una linea verticale sulla lavagna e scriveva da
una parte “buoni” e dall’altra “cattivi”, poi
chiamava un bambino che durante la sua assenza, avrebbe dovuto redigere l’elenco
dei nomi… Allo stesso modo siamo portati a immaginare nella nostra vita
una divisione fra attività spirituali e non. Immaginiamo che Dio gradisca
la nostra presenza la domenica n un ambiente “spirituale” dove Lo
si adora; il lunedì però non sentiamo così chiara la consapevolezza
della Sua presenza nell’ambiente di scuola o di lavoro e, forse ci lasciamo
andare più facilmente a dire o fare cose che Egli non gradisce affatto.
Vivere con la consapevolezza che quando mangiamo, acquistiamo, beviamo, partiamo,
torniamo affrontiamo discussioni o operiamo scelte di vario tipo, Dio ci vede
e desidera che facciamo tutto alla Sua gloria, deve necessariamente cambiare
il nostro stile di vita. Non è facilmente intuibile che cosa significhi
fare ogni cosa alla gloria di Dio, e poi noi siamo mancanti e il nostro cuore
è diviso come quella lavagna, ma attraverso l’opera del Signore
Gesù alla croce per noi, possiamo provare di nuovo, ogni giorno, a vivere
con la certezza della Sua presenza. a.m.
Martedì 6 Settembre 2011
“TU SOLO, SIGNORE, CONOSCI IL CUORE DI OGNUNO”. (2 Cronache 6:30)
Tra le storie che il mio papà mi raccontava da piccola c’era la
seguente. Un giorno un tale andò dallo psicanalista per trovare una soluzione
alla sua continua tristezza e insoddisfazione. Il medico, dopo averlo ascoltato,
gli consigliò di non isolarsi e stare a contatto con gli altri. Il paziente
rispose che questo lo faceva già, ma non serviva a risolvere il suo problema.
Il medico allora già allora consigliò di fare un lavoro che gli
piacesse e che lo distraesse, ma il paziente rispose che anche questo faceva
già e il problema rimaneva. Lo psicanalista si fermò a riflettere
qualche minuto e poi disse: “Perché non prova ad andare in teatro
per vedere lo spettacolo di un pagliaccio che fa sbellicare tutti dalle risate?
Ieri sera ci sono andato anche io e le assicuro che è impossibile non
ridere”. Gli occhi del paziente diventarono lucidi e, abbassando il viso,
disse: “Quel pagliaccio sono io”. Solo Gesù conosce il nostro
cuore ci dice: “Venite Me” e solo se andiamo da Lui riceviamo la
pace e il riposo per la nostra anima (Matteo 11:28). r.b.
Mercoledì 7 Settembre 2011
“CRISTO RENDERÀ A CIASCUNO SECONDO L’OPERA SUA”. (Matteo
16:27)
Era una donna di bella presenza e dall’aspetto giovanile, e il giovane
le si avvicinò per “attaccare bottone”. Immaginate l’imbarazzo
del giovane quando scoprì che non si trattava di una matricola come lui,
bensì di una docente! Non sempre ci rendiamo conto di chi abbiamo di
fronte quando incontriamo una persona. Così è stato per la maggior
parte di quelli che hanno conosciuto Cristo, perfino per quelli che vivevano
a stretto contatto con Lui. Chi avrebbe mai pensato che quel Gesù di
Nazareth, nato a Betlemme in condizioni molto umili, falegname di mestiere ì,
condannato come malfattore e poi crocifisso, sarebbe diventato il Giudice di
tutti? Nel giorno del giudizio, ciascuno di noi riceverà da Lui un premio
o una condanna secondo ciò che avremo fatto. Ma attenzione! Le opere
saranno considerate buone solo se in accordo con la Sua volontà, e soprattutto,
se fatte da chi è diventato figlio Suo. h.p.
Giovedì 8 Settembre 2011
“CHI DI VOI MI CONVINCE DI PECCATO? CHIESE GESÙ”. (Giovanni
8:46)
Alcuni credono che il Signore Gesù sia stato solo un grande uomo, straordinario,
al di sopra di tutti gli altri, e fanno paragoni con altri grandi uomini. Però,
nasce spontanea una domanda: come può essere un grande uomo qualcuno
che afferma di essere senza peccato? Sarà pure grande, ma in quanto a
presunzione? Allora, può un presuntuoso, pieno di sé, convinto
di essere perfetto, di non sbagliare mai, di non avere mai nemmeno un pensiero
e un sentimento sbagliato, essere un esempio, una persona da rispettare e venerare?
Solo Dio, onnipotente, onnisciente, eterno, può essere senza peccato.
E allora possiamo arrivare a una sola conclusione: il Signore Gesù era
Dio, con tutte le perfezioni assolute di Dio. Continuare ad affermare che era
solo uomo, per quanto ammirevole, è una contraddizione. O era Dio, e
Lo accettiamo come tale, o era un pazzo. Chiediti seriamente che cosa è
Gesù per te e potrai arrivare alla certezza più importante della
tua vita. v.n.
Venerdì 9 Settembre 2011
“IO, L’ETERNO, AMO LA GIUSTIZIA”. (Isaia 61:8)
Il Dio della Bibbia, a differenza di tutte le altre divinità pagane costruite
dall’uomo, che si presentano con tutti i difetti umani, è un Dio
morale. Le Sue leggi e le Sue prescrizioni sono lo specchio dei Suoi attributi
di moralità e santità assoluta. Egli stesso si rivela come la
sorgente e il fondamento della morale. Dio ama la giustizia e ci sarà
un giorno in cui la stabilirà sulla terra in modo tangibile e visibile
a tutti, mostrando che cosa è veramente la giustizia a un mondo che pur
conoscendola, la calpesta continuamente. Anche oggi possiamo appropriarci della
giustizia di Dio. L’apostolo Paolo dice che “è stata manifestata
la giustizia di Dio… mediante la fede in Cristo Gesù per tutti
coloro che credono” (Romani 3:21,22) Da sempre, in qualunque luogo, Dio
ha messo a nostra disposizione la Sua giustizia perfetta, affinché potessimo
essere accolti come giusti e salvati. g.b.
Sabato 10 Settembre 2011
“L’ANIMA MIA, DAL DOLORE, SI CONSUMA IN LACRIME: DAMMI SOLLIEVO
CON LA TUA PAROLA”. (Salmo 119:28)
Il Salmo 119, dal quale è tratto il versetto di oggi, ha come motivo
di fondo l’enfasi della fondamentale importanza che la Parola di Dio ha
per la nostra vita. Nel caso specifico del versetto di oggi, si ribadisce come
la Parola del Signore sia in grado di aiutarci nei momenti di sofferenza. Questo
avviene in due modi: innanzi tutto, la Parola di Dio ci ricorda che la sofferenza
è fondamentale permessa dal Signore per il nostro bene, per farci avvicinare
a Lui o per impartirci insegnamenti che diversamente non saremmo in grado di
ricevere. In secondo luogo, la Parola ci ricorda che le nostre sofferenze sono
solo per n tempo; un giorno chi avrà creduto in Cristo e vissuto nella
volontà di Dio, vivrà eternamente con il Signore che come ci ricorda
l’apostolo Giovanni, “asciugherà ogni lacrima” e farà
sparire per sempre la morte e ogni forma di dolore. f.a.
Domenica 11 Settembre 2011
“GESÙ PIANSE”. (Giovanni 11:35)
Anche i bambini della scuola domenicale sanno che questo è il versetto
più breve di tutta la Bibbia”. Ma perché Gesù ha
pianto davanti alla tomba di Lazzaro? Io non lo so e i commenti che ho letto
non mi hanno troppo convinta. Piangeva per la morte di un amico? Non ne valeva
la pena, perché stava per risuscitarlo. Piangeva per l’incredulità
della gente? Se fosse stato così, avrebbe dovuto piangere tutto il tempo.
Piangeva di compassione per le sorelle del morto? Stavano per essere consolate.
Piangeva per la realtà della morte, risultato del peccato? Stava per
debellarla alla croce. Sia come sia, questo versetto mi piace perché
mi mostra un Dio incarnato, pieno di compassione. Un Dio che nelle nostre afflizioni
è anche Lui afflitto (Isaia 63:9) e che, come afferma Sofonia, “si
rallegra” nel benedire i Suoi. m.t.s.
Lunedì 12 Settembre 2011
“SE FATE CIÒ CHE È MALE AGLI OCCHI DELL’ETERNO E LO
IRRITATE… VOI BEN PRESTO PERIRETE”. (Deuteronomio 4:25,26)
Nell’immaginario collettivo ci sono due modi di vedere Dio: da una parte
c’è un Dio giudice cos severo che alla prima bugia ti manda all’inferno,
e dall’altra un Dio bonaccione che chiude un occhio o (tutti e due) su
tutto quello che fai come se non Gli importasse nulla. Ma leggendo la Sua Parola.
Documento infallibile troviamo descritto molto bene quello che Egli è:
Dio di AMORE, di GIUSTIZIA e di SANTITÀ e queste Sue caratteristiche
non sono mai disgiunte tra loro. Dio, nel testo di oggi, attraverso Mosé,
dà al Suo popolo gli insegnamenti basilari per vivere bene (se puoi,
leggi tutto il capitolo 4) e al versetto 8 dice: “Qual è la grande
nazione che abbia leggi e prescrizioni giuste com’è tutta questa
Legge che vi espongo oggi?” Scegliere di trasgredire gli ordini di Dio
porta inevitabilmente a subire delle tristi conseguenze a motivo della Sua giustizia
e santità, ma in virtù del Suo amore possiamo andare a Lui, sempre,
per ottenere il perdono dei peccati perché “Il sangue di Gesù
Cristo ci purifica da ogni peccato” (1 Giovanni 1:7). w.g.
Martedì 13 Settembre 2011
“IL DIO DELLA PACE STRITOLERÀ PRESTO SATANA”. (Romani 16:20)
Il verbo “stritolare” stride se indicato come azione di Dio e, soprattutto,
se accostato alla parola “pace”. Lo steso apostolo Paolo ci ricorda
che la pace è possibile solo se si toglie di mezzo “la causa dell’inimicizia”
(Efesini 2:14).
“Cristo è la nostra pace” proprio perché, morendo
per noi sulla croce. Ci ha liberato da questa “causa” sia nelle
nostre relazioni con Dio ce in quelle con gli altri uomini. Se il peccato, il
male, è tolto di mezzo, “abbiamo pace con Dio” e possiamo
vivere “ in pace con tutti gli uomini”. Per lo stesso principio,
finché il mondo avrà come suo “dominatore” Satana,
cioè l’avversario di Dio e degli uomini, l’effetto non potrà
essere che devastante su ogni tipo di relazione. Ma nel momento in cui Satana
sarà stritolato e reso inoffensivo ogni relazione conoscerà la
pace. Pensando a questo il verbo “stritolare” non stride più
con la parola “pace”, infatti, per essere “Dio della pace”,
il nostro Dio deve togliere di mezzo il provocatore di ogni inimicizia. p.m.
Mercoledì 14 Settembre 2011
“TU NON MI HAI INVOCATO, DICE IL SIGNORE”. (Isaia 43:22)
Possiamo chiamare le persone per attirare la loro attenzione. Richiamarle, per
rimproverarle per il loro comportamento. Sgridarle, se è il caso di riprenderle.
Ma la parola “invocare” usata nel versetto è particolare:
indica qualcosa di molto più profondo della semplice comunicazione. L’invocazione
si usa quando intendiamo rivolgerci a qualcuno che è sul un livello più
alto del nostro, per pregare e per chiedere soccorso. Si può invocare
l’aiuto, la grazia, il perdono… Dio mette a disposizione la misericordia
ed è pronto a concederla a chiunque Lo invochi. Sempre. Spero che tu
possa avvalerti di questi doni e che un giorno il Signore non debba dirti con
grande dispiacere: “Tu non Mi hai invocato… e Io non ho potuto fare
niente per te. Era tutto pronto: l’aiuto, il perdono, una nuova vita,
la guarigione… ma tu… non Mi hai invocato”. m.f.
Giovedì 15 Settembre 2011
“A TE, O ETERNO, IO ELEVO L’ANIMA MIA”. (Salmo 25:1)
Sei confuso o disorientato. In questo momento della tua vita ti senti pieno
di dubbi, sai che devi fare delle scelte, ma non sai quali siano quelle giuste.
La sensazione peggiore è la solitudine e, in certi momenti, la consapevolezza
di non poterti fidare di chi ti circonda. Vorresti qualcuno a cui chiedere indicazioni
sicure, perché il disorientamento produce paura. Se ti senti così,
leggi e rileggi il Salmo 25. Davide sta provando sulla sua pelle tutte queste
sensazioni: è confuso depresso, solo, disorientato e circondato dai nemici.
Ma tutti questi sentimenti non lo paralizzano; lo portano, piuttosto, a muoversi
e a elevare la sua anima a Dio. Quando ci sentiamo a terra quando ci sembra
di aver perso la strada e il senso di solitudine ci prende, con le nostre ultime
forze residue possiamo muoverci come si mosse Davide. Dio vuole essere la nostra
guida, riportarci a “casa”, donarci protezione e vera sicurezza.
a.m.
Venerdì 16 Settembre 2011
“MI SARETE UN REGNO DI SACERDOTI, UNA NAZIONE SANTA”. (Esodo 19:6)
Il popolo d’Israele è appena uscito dall’Egitto con la mano
potente di Dio e si ritrova nel deserto del Sinai da dove inizierà il
lungo cammino verso la Terra Promessa. Dio si presenta a Mosè, il condottiero,
e chiarisce subito una cosa: “Tutta la Terra è mia!”. Lui
regna su ogni cosa, è il Signore dei Signori; Lui era ed è tuttora
l’unico vero e grande Dio! Ma il versetto di oggi ci rivela un progetto
grandioso (per gli ebrei di allora e per noi oggi), ed è che nel Suo
regno ci saranno dei regnanti con una caratteristica particolare: saranno santi,
perfetti! E si riferisce a tutti coloro che hanno deciso di entrare a far parte
del Regno dei cieli! L’invito di oggi è: nel nostro quotidiano
non viviamo da poveretti, ma ricordiamoci che Dio vuole che siamo Suoi sacerdoti
e che un giorno potremo regnare con Lui! Sia benedetto il nostro Signore! E
tu, caro amico, perché non vieni a far parte di questo grande Regno eterno?
Nella casa del Padre c’è ancora posto! p.p.
Sabato 17 Settembre 2011
“FATEVI CORAGGIO, IO HO VINTO IL MONDO, DISSE GESÙ”. (Giovanni
16:33)
“Il mondo di oggi fa paura”, furono le parole drammatiche che un
collega di lavoro mi rivolse di fronte alla notizia che un suo giovane amico
padre di due figli, aveva posto fine ai suoi giorni con il suicidio. Perché
oggi accadono certe cose? È difficile poter fare un’analisi accurata
in uno spazio breve come quello contenuto in questo commento. Sta di fatto che
l’affermazione di quel uomo (“il mondo di oggi fa paura”),
non solo è vera, ma è causa di molta preoccupazione fra le persone.
Queste riflessioni mi hanno fatto pensare al privilegio grandissimo che ho come
discepolo di Cristo. Egli incoraggia spiritualmente quelli che osservano la
Parola di Dio con espressioni che mettono in luce la Sua potenza sugli eventi:
Io ho vinto il mondo”. Gesù ha ottenuto sulla croce una vittoria
certa e definitiva, non solo sul peccato, ma anche sul mondo così pieno
di malesseri. Questa dichiarazione mi induce a confidare in Lui per poter resistere
alle avversità della vita certamente, non mancheranno. Chi non ha questa
sicurezza difficilmente sopporterà le ingiustizie o gli attacchi di un
mondo che fa davvero paura. s.v.
Domenica 18 Settembre 2011
“L’ETERNO TI BENEDICA E TI PROTEGGA”. (Numeri 6 24)
“Benedire” significa dire bene di qualcuno perché ha incontrato
il favore e la benevolenza di Dio. Sicuramente non esiste bene più prezioso.
Dio benediceva Israele, Suo popolo, dando raccolti abbondanti, beni materiali,
proteggendolo dai nemici, ma soprattutto con la pace del cuore derivante da
una giusta relazione con Lui. Anche noi uomini possiamo benedire Dio, ma in
questo caso il termine è sinonimo di lode e adorazione riconoscente per
le benedizioni ce abbiamo ricevute a nostra volta. Infatti, scrivendo alla chiesa
di Efeso, l’apostolo Paolo dice: “Benedetto sia il Dio e Padre del
nostro Signore Gesù Cristo che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale
nei luoghi celesti in Cristo” (Efesini 1:3). Certo, Dio benedice anche
la nostra vita terrena con tante cose, ma quanto più grandi e gloriose
saranno le benedizioni che riceveremo nei luoghi celesti! Queste benedizioni,
però, sono riservate soltanto a coloro che hanno fatto di Cristo il Signore
e Salvatore della loro vita. È così anche per te? g.b.
Lunedì 19 Settembre 2011
“IN CRISTO GESÙ, VOI CHE ALLORA ERAVATE LONTANI, SIETE STATI AVVICINATI
MEDIANTE IL SANGUE DI CRISTO”. (Efesini 2:13)
Gesù Cristo. Sì, ma chi era questo Gesù? Un documento datato
intorno al 90 del I secolo afferma: “Ci fu verso questo tempo Gesù…
Questi era il Cristo. Quando Pilato udì che dai principali nostri uomini
era accusato, lo condannò alla croce… Nel terzo giorno apparve
loro nuovamente vivo: perché i profeti di Dio avevano profetato queste
e innumerevoli altre cose meravigliose su di lui” (Antichità Giudaiche
di Flavio Giuseppe). Il Nuovo Testamento Lo chiama il Signore della gloria,
il nostro grande Dio e Salvatore, il Re dei re e il Signore dei signori (solo
per citare alcuni appellativi di Gesù). Ebbene, questi titoli eccelsi
non devono farci dimenticare il sacrificio cruento che Gesù ha subìto
per avvicinarci a Dio e renderci partecipi della Sua salvezza eterna. Gesù
versò il Suo sangue per far sì che la salvezza dell’umanità
fosse possibile. Non trascurare di meditare su questa profonda verità.
e.m.
Martedì 20 Settembre 2011
“CHI PECCA CONTRO DI ME, FA MALE A SÉ STESSO”. (Proverbi
8 36)
La Bibbia va sempre a fondo nelle cose, non si ferma alla superficie, e ci mette
in guardia. Il Signore ci chiede di ubbidire ai Suoi comandamenti perché
possiamo essere felici, non certo per gratificare Sé stesso e di mostrare
un potere capriccioso sulle Sue creature. Quando disubbidiamo, pecchiamo –
è vero – contro di Lui, ma intanto il male, la ferita, la infliggiamo
a noi stessi. Quando mentiamo siamo noi che ci squalifichiamo e ci abbassiamo.
Quando rubiamo ci rendiamo disprezzabili, quando siamo violenti verso qualcuno,
il male ci si ritorcerà contro. Quando non temiamo conto dei diritti
di Dio, non teniamo nemmeno conto della nostra realtà di creature di
Dio. Crediamo di mostrare la nostra indipendenza da Dio, ma non facciamo altro
che stringere le nostre catene. La seconda parte di questo versetto ci dice
da parte di Dio: “Tutti quelli che Mi odiano, amano la morte”. v.n.
Mercoledì 21 Settembre 2011
“SIGNORE, TI SEI GETTATO DIETRO ALLE SPALLE TUTTI I MIEI PECCATI”.
(Isaia 38:17)
In un incontro dove si predicava il Vangelo, era presente un uomo che fu vivamente
impressionato dal messaggio che ascoltò. Alla fine della riunione si
avvicinò all’oratore e gli disse: “È possibile che
Dio possa perdonare un peccatore come me, che ha commesso dei crimini gravi?”.
L’evangelista gli lesse parecchi passi della Bibbia, che parlano del perdono
dei peccati accordato per grazia a tutti quelli che credono in Cristo, mettendo
in risalto che non c’è nessun peccato, per grave che sia, che Dio
non possa perdonare. Poi lo invitò ad andare a Cristo per la fede, così
come era. Quella notte l’uomo si convertì al Signore e la sua vita
fu trasformata completamente. Dio perdona ancora oggi e cambia la vita di coloro
che si ravvedono e credono in Cristo come loro Salvatore e Signore. Se senti
il peso dei tuoi peccati, vai ora a Cristo, per la fede, per ottenere il Suo
perdono. Egli dice ancora oggi: “Venite a Me, voi tutti che siete affaticati
e oppressi, e Io vi darò riposo”. (Matteo 11:28). p.d.n.
Giovedì 22 Settembre 2011
“CIÒ CHE ESCE DELLA BOCCA VIENE DAL CUORE, ED È QUELLO CHE
CONTAMINA L’UOMO”. (Matteo 15:18)
I Farisei, al tempo si Gesù, alle forme ci tenevano molto. Lavarsi le
mani prima di mangiare, preghiere in pubblico, offerte in denaro calcolate al
minimo centesimo, riti. Ma il Signore vedeva dentro di loro e sapeva che la
loro era solo facciata. Il loro cuore era lontano da Dio. Niente crea degli
ipocriti più della religione. In chiesa la mattina e nell’immoralità
la sera. Cerimonie religiose per essere visti e cattiverie fatte in casa dove
nessuno vede. Canti di consacrazione a voce spiegata durante il culto e compromessi
su lavoro. E chi più ne ha. Già Dio, per bocca del profeta Isaia,
aveva detto al popolo d’Israele: “Smettete di portare offerte inutili,
l’incenso Io lo detesto… imparate a fare il bene; cercate la giustizia!”.
Il Signore Gesù ha avuto pazienza con tutti, fuorché con i religiosi
ipocriti. Ce ne sono in tutti i gruppi religiosi, anche negli ambienti cosiddetti
“sani”. Preghiamo: “O Dio, crea in me un cuore puro”.
E agiamo di conseguenza. m.t.s.
Venerdì 23 Settembre 2011
”INVOCO IL SIGNORE DEGNO D’OGNI LODE, E SONO LIBERATO DAI MIEI NEMICI”.
(2 Samuele 22:4)
Quando invochiamo o ricerchiamo l’aiuto di qualcuno non siamo sempre certi
di ottenerlo, ma lo speriamo. Nel testo di oggi invece Davide fa tre affermazioni
di assoluta certezza: • Invoco il Signore: espone al Signore la sua situazione
di estrema gravità; • degno di lode: non lo dice a esaurimento
ottenuto, come potrebbe sembrare più logico, ma lo fa consapevole della
fedeltà e dell’onnipotenza del Signore; • e sono liberato
dai miei nemici: questa liberazione non era ancora avvenuta, ma Davide, nello
stesso istante in cui ha invocato il Signore, ha la certezza dell’intervento
divino. Come si può definire l’atteggiamento di Davide? Fiducia
completa armatura nell’opera del suo Signore. Com’è il nostro
atteggiamento davanti alle difficoltà? Possiamo risposare nel Signore
o ci lasciamo prendere dall’ansa, della Paura? Perché non facciamo
assegnamento su Colui che è degno di ogni lode, piuttosto che sulle nostre
misere risorse? w.g.
Sabato 24 Settembre 2011
“GODI LA VITA CON LA MOGLIE CHE AMI, PER TUTTI I GIORNI DELLA VITA”.
(Ecclesiaste 9:9)
Leggevo da qualche parte una considerazione che un uomo faceva del matrimonio:
“quello è il momento in cui vi fate del bene o vi rovinate”.
Non credo che ciò sia molto lontano dalla realtà di oggi. Conosco
diverse coppie felici, ma anche tante altre il cui matrimonio è un vero
e proprio “inferno!”: conflitti e litigi continui, odio, mancanza
di stima, parole offensive e così via. Quello che più desta preoccupazione
è che questi dati negativi stiano crescendo a dismisura. La Bibbia insegna
che il matrimonio è un’istituzione di Dio. Egli, infatti, ha progettato
il vincolo coniugale fra un uomo e una donna per la loro felicità. Il
marito, secondo il disegno divino, dovrebbe vivere con sua moglie il piacere
fisico ed emotivo di stare insieme tutti i giorni della vita: “…vivi
lieto con la sposa della tua gioventù” (Proverbi 5:18). Questi
pensieri, per alcuni impossibili da realizzare, dovrebbero motivarci moltissimo
nella ricerca di ciò che il Signore insegna nella Sua Parola. Nella Bibbia,
infatti, conosceremo quel Dio che ha pensato anche al bene della nostra relazione
di coppia. s.v.
Domenica 25 Settembre 2011
“FERMATEVI E RICONOSCETE CHE IO SONO IL DIO”. (Salmo 46:10)
Una caratteristica comune all’uomo moderno è che corre continuamente
da una parte all’altra. Non abbiamo mai tempo; siamo presi da mille impegni,
mille luci che ci attraggono, o forse, tanti problemi che non ci lasciano in
pace. FERMATEVI! La prima cosa da fare è fermarsi, perché solo
cos la nostra mente e il nostro cuore potranno iniziare a riflettere sul senso
che abbiamo dato a questa vita. Qualcuno ha detto una volta “Avete forse
tempo per morire? Quando la morte arriva, arriva, punto e basta!”. Allora,
non sarebbe il caso di fermarsi per riconoscere che lassù c’è
un Dio che regna e che ci dispiace nel vederci affannati e carichi di ansie?
Se siamo pazzamente innamorati di qualcuno lo troveremmo il tempo, o no? Certo
che sì! Allora, Dio ci ama e vuole riempire la nostra vita con la Sua
presenza, con le Sue consolazioni. Lasciamoci accarezzare da Colui che è
Dio e che se vuoi, e se tu ancora no l’hai riconosciuto, potrà
diventare il tuo Dio! Ma continuo a dire: è importante fermarsi e riflettere!
p.p.
Lunedì 26 Settembre 2011
“SE DOMANDIAMO QUALCOSA SECONDO LA SUA VOLONTÀ, EGLI CI ESAUDISCE”.
(1 Giovanni 5:14)
“Darei il braccio destro per avere/essere…” Credo che ognuno
di noi, almeno una volta nella vita, abbia cominciato una frase più o
meno allo stesso modo. Ma, come narra la storia immaginaria del re Mida, ciò
non è sempre un bene. Egli aveva espresso il desiderio che tutto ciò
che avrebbe toccato diventasse oro… Fu esaudito. Ma, dopo i primi attimi
di euforia, la cosa si rivelò un incubo per lui, perché oltre
agli oggetti, anche le persone e addirittura il cibo e le bevande che toccava
si trasformano in oro! Perciò, non poté più né mangiare
né bere. Dio, pur essendo onnipotente, non esaudisce qualunque desiderio
di noi esseri umani. Poiché conosce ogni cosa, sa qual è il bene
di ognuno di noi. Ed essendo anche giusto e buono, Dio esaudisce solamente le
richieste che sono secondo la Sua volontà. Ciò è fonte
di grande serenità per i Suoi, perché vuol dire che mai Egli darà
loro cose che possano essere per il loro male. h.p.
Martedì 27 Settembre 2011
“L’ETERNO TI HA UDITA NELLA TUA AFFLIZIONE”. (Genesi 16:11)
Ho visto tanti cristiani indifferenti alla sofferenza dei propri simili, ho
visto molti cristiani giudicare il dolore dei compagni, ho visto schiere di
cristiani parlare dell’amore di Dio e ignorare e bisogni del prossimo,
ho visto troppi cristiani abbandonare i loro amici afflitti, e ho visto perfino
cristiani approfittare della sventura dei fratelli per portare avanti i propri
interessi. Ma Dio non è così! Il capitolo 16 di Genesi dice che
l’Angelo dell’Eterno di sua iniziativa andò da Agar per consolarla
e non per giudicarla. L’unico motivo che spinse il Signore a raggiungere
questa donna sola nel deserto è questo: sentì la sua afflizione.
Gesù non è indifferente alle nostre lacrime. Egli, l’uomo
dei dolori, è vicino ai soffrenti così come lo era 2000 anni fa.
Se tu sei una persona come Agar, sola nel deserto della sofferenza, e se nel
tuo dolore hai conosciuto uno di quei cristiani citati sopra, ho una buona notizia
per te: Gesù non è come loro. Affidati a Lui perché oggi
“…ti ha udita nella tua afflizione” ed è qui per aiutarti.
r.b.
Mercoledì 28 Settembre 2011
“L’ETERNO INSEGNERÀ AGLI UMILI LA SUA VIA”. (Salmo
25:8,9)
Se c’è una cosa che l’uomo moderno rifiuta con forza è
proprio l’umiltà. L’abbassamento di sé di fronte a
certe situazioni è inconcepibile per l’essere umano. Quante volte
avremo sentito: “Lei non sa chi sono io!” Cari amici, tutti gli
uomini solo dei peccatori presuntuosi e arroganti (compreso chi vi parla), e
c’è solo una strada tracciata nei cieli che rallegra il cuore di
Dio: la strada dell’umiltà. Se tutti fossimo così sulla
terra, sapete quante guerre si eviterebbero? Oggi non siamo più disposti
a sopportare un male, a soffrire per delle ingiustizie subite; a un figlio di
Dio ringrazia Gesù Cristo perché, pur essendo giusto, santo e
perfetto. Egli umiliò Sé stesso fino alla morte della croce, perché
ha amato tutti gli uomini e sapeva benissimo che senza il Suo sacrificio noi
saremmo ancora morti nei nostri peccati, senza nessuna possibilità di
salvezza. L’umiltà non ci appartiene, non è nel nostro DNA,
ma questo versetto ci fa sapere che l’Eterno può insegnarcela.
Spero tanto che nel tuo cuore ci sia il desiderio di essere umile. p.p.
Giovedì 29 Settembre 2011
“SIGNORE, MI SI FA VIOLENZA; SII TU IL MIO GARANTE”. (Isaia 38:14)
In qualunque momento e in qualunque situazione veniamo a trovarci: nella malattia,
nella indigenza, nella solitudine, quando tutto sembra andare per il verso sbagliato,
quando le circostanze sembrano accanirsi contro i figli di Dio e sembrano sorridere
a chi non crede quando la nostra fede ci causa problemi in famiglia o sul lavoro…
ricordiamoci che lassù abbiamo Chi, con la Sua potenza e la Sua saggezza,
ci garantisce che tutto coopera al bene di quelli che amano Dio (Romani 8:28).
Io non conosco nessuna altra forma di garanzia con una copertura così
vasta, senza scadenza, senza limitazioni, senza condizioni, senza clausole scritte
a fondo pagina. E soprattutto non conosco nessun garante degno di maggior fiducia.
E voi? m.m.
Venerdì 30 Settembre 2011
“SE UNO MI SERVE, MI SEGUA; IL PADRE L’ONORERÀ”. (Giovanni
12:26)
La domanda che dobbiamo faci, di fronte alle parole di Gesù del versetto
di oggi, è la seguente: in che modo Dio onorerà chi ha seguito
Gesù servendoLo fedelmente? Credo che si possa rispondere a questa domanda
citando tre aspetti diversi: in primo luogo, ci sarà l’intima soddisfazione
di aver fatto il proprio dovere, siglata dalle parole del Signore: “Va
bene, buono e fedele servitore, entra nella gioia del tuo Signore”. In
secondo luogo, Dio onorerà i Suoi servi fedeli facendoli partecipare
alla Sua gloria eterna e in terzo luogo, e questo aspetto possiamo gustarlo
anche nel presente, Egli ci onora accordandoci oggi, mentre siamo ancora viventi
sulla terra, la Sua presenza nella nostra vita, presenza che ci porta consolazione,
gioia, arricchimento profondo. Che dire, se non che vale sempre la pena di seguire
Cristo e servirLo? f.a.
Sabato 1 Ottobre 2011
“ABRAMO CREDETTE ALL’ETERNO, CHE GLI CONTÒ QUESTO COME GIUSTIZIA”.
(Genesi 15:6)
Deve essere stato molto emozionante per Abramo sentire quella voce che lo invitava
ad alzare il capo verso l’alto: “Guarda il cielo e conta le stelle
se le puoi contare… tale sarà la tua discendenza”. Abramo
seguiva il Signore già da diversi anni, ma le promesse che gli erano
state fatte non si erano ancora diminuite. “Io darò questo paese
alla tua discendenza”, gli fu detto. Intanto gli anni passavano e Abramo
e sua moglie, Sara, invecchiavano senza avere figli. C’erano molte ragioni
per essere scoraggiati, ma la Parola del Signore e quel cielo incantevole diedero
un nuovo impulso alla fede del vecchio patriarca: “…credette all’Eterno”.
Cosa c’entra questo racconto antico con la realtà moderna e frenetica
in cui viviamo oggi? C’entra eccome! Dio, infatti, non cambia con il passare
del tempo: Egli è l’Eterno, l’immutabile Signore della storia.
Perciò se leggerai la Bibbia con il desiderio di conoscerLo, presto ti
accorgerai che i racconti storici e gli insegnamenti, benché antichi
e distanti, ti parleranno personalmente. Sarai pieno di stupore, e se il tuo
cuore sarà onesto, non potrai non credere alle Sue promesse, così
come fece Abramo. s.v.
Domenica 2 Ottobre 2011
“SPERA IN DIO… EGLI È IL MIO SALVATORE E IL MIO DIO”.
(Salmo 42:5)
Il salmista stava passando un periodo difficile: aveva dei nemici, era malato,
si sentiva abbandonato anche dagli amici. Dialoga con la sua anima, con la parte
più profonda del suo essere e la sede dei suoi sentimenti, e le chiede:
“Perché ti abbatti, anima mia, perché ti agiti in me? Spera
in Dio!”. Anche il credente più spirituale e maturo può
passare dei momenti (a volte anche dei periodi) di scoraggiamento e di tristezza,
addirittura di depressione. Non ce ne dobbiamo meravigliare né vergognare.
Il salmista è arrivato a chiedere Dio: “Perché mi hai dimenticato?”.
Il Signore non si meraviglia quando Gli chiediamo “perché?”.
Lui ci conosce e ci ascolta con compassione. Nel buio è importante non
dimenticare quello che abbiamo capito e creduto nella luce, e rimanere attaccati
a ciò che sappiamo che Dio ha promesso. Il salmista l’ha espresso
con un buon proposito: “Spererò… Lui è il mio Salvatore
e il mio Dio… Lo celebrerò ancora” Leggi tutto il salmo!
m.t.s.
Lunedì 3 Ottobre 2011
“GUARDATE CHE NESSUNO FACCIA DI VOI SUA PREDA CON LA FILOSOFIA”.
(Colossesi 2:8)
Essere preda. Che significa? Significa essere “sbranati” da false
credenze. Queste bugie si rivestono di un accattivante quanto subdolo manto
di “super sapere”, attirando così colui che non è
saldo nella stabile e immutabile verità biblica. Facciamo un esempio.
Un filosofo del XX secolo ha affermato: “Bisogna abbandonare la religione
del Cristo che vede in Gesù Dio”. Avete notato qual è il
punto? Gesù! Sì perché proprio Gesù è il
centro della fede! Gesù è l’incarnazione dell’Eterno.
Questa verità è la pietra di inciampo sulla quale alcuni ‘cervelloni’
cadono. Incespicano sulla deità di Gesù proprio perché
non riescono a concepirla, a contenerla completamente nella loro mente. Io invece
dico questa è una dimostrazione della infinità grandezza di Dio!
Se la mia mente riuscisse a racchiudere la deità, allora saremmo nei
guai! Significherebbe che Dio è più piccolo di noi! Dio è
l’Eterno. Noi siamo limitati. Non essere preda della falsa filosofia,
ma continua a credere in Gesù perché in Lui abita corporalmente
tutta la pienezza della deità (frase che segue al versetto di oggi).
e.m.
Martedì 4 Ottobre 2011
“NON SI TROVI IN MEZZO A TE CHI INTERROGHI I MORTI, DICE IL SIGNORE”.
(Deuteronomio 18:10,11)
Perché il Signore non vuole che i vivi si rivolgano agli spiriti dei
morti? Nel libro che si intitola “La lieve danza delle tenebre”
di Nicola Martella (Veritas Edizioni) l’autore dà una risposta
biblica al nostro interrogativo con queste parole: “Chi vuole interpellare
i morti, finisce con lo stabilire immancabilmente un legame con le potenze tenebrose.
Biblicamente lo spiritismo è infatti un’infrazione del primo comandamento”.
Due aspetti tanto nocivi quanto deleteri: peccare contro l’Eterno non
dandoGli il primo posto l’importanza assoluta che Egli solo ha e che desidera
e contaminarsi con potenze spirituali negative. Tutto ciò è un
abominio agli occhi di Dio e produce interdetto. Questo è il motivo per
cui tanti sono riluttanti a credere in Gesù! Sono tenuti stretti da legami
spirituali malvagi. Ma Gesù è venuto per sciogliere questi legami.
Egli è il vivente (Ebrei 7:25). Rivolgiti allora a LUI chiediGli perdono
per esserti rivolto ai morti, chiediGli di scioglierti da qualsiasi legame occulto
e diGli che vuoi invece appartenere solo a LUI! e.m.
Mercoledì 5 Ottobre 2011
“SERVO BUONO E FEDELE; ENTRA NELLA GIOIA DEL TUO SIGNORE”. (Matteo
25:21)
Che cosa bisogna fare per sentirsi rivolgere queste parole? Quanti sacrifici,
quanti sforzi, quali capacità dobbiamo avere per potere servire il Signore
in modo da essere approvati? Un servitore della parabola aveva ricevuto cinque,
l’altro due talenti. Il Signore ha definito tutte e due le dotazioni “poca
cosa” e, di fronte alle sue ricchezze, lo sono. Ma non era quello che
contava. Il fatto che i due servitori, chi con più, chi con meno, avevano
servito fedelmente: questo era importante! Non il guadagno e la quantità
di lavoro, ma la fedeltà. E tutti abbiamo la possibilità di essere
fedeli, anche solo con un bicchier d’acqua offerto quando ce n’è
bisogno. E allora sentiremo l’invito: “Entra nella gioia del tuo
Signore”. La ricompensa è massima per tutti, ma il Signore tratta
con ognuno di noi singolarmente. Non guardiamo a cosa fa l’altro, ai doni
che ha, al servizio che ci sembra più importante, ma facciamo quello
che il Signore ci chiede, con ciò che ci mette a disposizione, fedelmente.
v.n.
Giovedì 6 Ottobre 2011
“ABRAMO COSTRUÌ UN ALTARE ALL’ETERNO CHE GLI ERA APPARSO”.
(Genesi 12:7)
Le prime pagine della Bibbia, a partire soprattutto dall’esempio offertoci
da Abele, ci informano che Dio aveva indicato all’uomo il sacrificio si
un animale e lo spargimento del suo sangue come mezzo per l’espiazione
del peccato. La vittima sacrificale veniva uccisa su un cumulo di pietre, costruito
per questo scopo specifico e, per questo, chiamato “altare”. Abramo,
dopo aver ricevuto la chiamata da parte dell’Eterno, sentendosi a disagio,
in quanto peccatore, davanti alla Sua santità, offre un sacrificio. È
importante ricordare che oggi noi non abbiamo più bisogno di costruire
altari perché Gesù, “l’Agnello di Dio che toglie il
peccato del mondo”, è stato offerto in sacrificio per noi “una
volta per sempre”. p.m.
Venerdì 7 Ottobre 2011
“L’ETRNO GIORNO PER GIORNO PORTA PER NOI IL NOSTRO PESO”.
(Salmo 68:19)
Leggendo tutto il salmo si può notare che il salmista rievoca col pensiero
la storia di Israele, dai pellegrinaggi nel deserto all’occupazione e
alla conquista della terra promessa, sottolineando la scelta di Dio a favore
di Gerusalemme come luogo della Sua dimora e, di conseguenza, la sconfitta dei
nemici di Israele. Questo è il motivo per cui il salmista eleva le sue
lodi a Dio. Benedice il Signore poiché è stato Lui che giorno
per giorno ha portato il peso della nazione di Israele. È bello e incoraggiante
sapere che il Signore si fa carico giorno per giorno di portare il nostro peso.
Questo ci dà uno stimolo in più nell’affrontare con maggiori
energie le difficoltà che incontreremo nel corso della nostra vita. Perciò
adoriamoLo e ringraziamoLo, sapendo di poter gettare su di Lui ogni nostra preoccupazione,
perché Egli ha cura di noi (1 Pietro 5:7). n.s.
Sabato 8 Ottobre 2011
“ABBIAMO UN AVVOCATO PRESSO IL PADRE: GESÙ CRISTO”. (1 Giovanni
2:1)
Oggi ti senti abbattuto e scoraggiato perché, in un momento di debolezza,
hai ceduto al peccato e non riesci a gestire questa situazione? È vero
che il peccato può e deve essere sconfitto per mezzo della potenza dello
Spirito Santo, per cui non dovremmo peccare, a spesso cadiamo. L’importante,
dopo essere caduti, è rialzarsi. Se ci capita di peccare (e, purtroppo,
la nostra esperienza ce lo conferma), riconosciamo le nostre mancanze e, invece
di roderci il fegato, confessiamole, chiediamo perdono a Dio per ottenere grazia.
Gesù sapeva che avremmo lottato contro il peccato e per questo Egli interviene
come Avvocato presso il Padre, intercede per noi e ci giustifica, per ristabilire
così la nostra comunione con Lui, ritrovare il Suo perdono e la pace
interiore. Chiedi a Dio la forza di fare ciò che è bene. Impara
a dipendere dalla Sua grazia e dalla Sua forza e così conoscerai la vera
vittoria! g.f.r.
Domenica 9 Ottobre 2011
“O SIGNORE, GRANDE FINO AL CIELO È LA TUA BONTÀ, E LA TUA
FEDELTÀ FINO ALLE NUBI”. (Salmo 57:9,10)
Per indicare un adulterio una volta si usavano parole come “tradimento”
o “infedeltà”. Oggi non sono più di moda perché
il matrimonio è considerato soltanto come una particolare forma di convivenza.
Quello che conta non è la parola pubblica dell’accordo, ma il semplice
fatto di “stare insieme”. E naturalmente il fatto di non stare più
insieme se uno dei due non ne ha più voglia. In questi casi è
chiaro che non ha senso parlare di tradimento o infedeltà, perché
nessuna parola pubblica è stata pronunciata, nessun patto è stato
concluso. L’amore di Dio invece avviene sempre nella cornice di un patto.
E per stabilire un patto bisogna usare la parola. Quando si dice che Dio è
buono, tutti credono di capire, ma per intendere che cosa significa che Dio
è fedele, bisogna conoscere le parole che costituiscono il patto che
Dio ha concluso con gli uomini. E per convincersi che Dio è fedele bisogna
avere fede in quelle parole. Soltanto esercitando la fede si può sperimentare
che Dio è fedele. m.c.
Lunedì 10 Ottobre 2011
“CHI DI VOI PUÒ CON LA SUA PREOCCUPAZIONE AGGIUNGERE UN’ORA
SOLA ALLA DURATA DELLA SUA VITA?” (Matteo 6:27)
Gesù è sul Monte delle Beatitudini dove intrattiene i Suoi discepoli
con il famoso e meraviglioso sermone sul monte (consiglio la lettura dei capitoli
5-7 di Matteo). Fra le tante e preziose verità e principi di vita enunciati,
c’è questa domanda che ha in sé la risposta: nessuno. Oggi
viviamo in modo talmente frenetico, stressante e impegnativo come se dovessimo
rimanere sempre su questa terra. Eppure tutti sappiamo che arriverà un
giorno sconosciuto, ma certo, in cui dovremo morire. Se siamo già ora
così ansiosi e agitati, come saremmo se con la nostra preoccupazione
potessimo aggiungere del tempo alla nostra vita qui? Sarebbe pazzesco, invivibile,
perché ognuno cercherebbe di accaparrarsi un po’ di tempo in più
a qualunque costo! Dio, e non il caso, ha stabilito ogni cosa. Che ci piaccia
oppure no, Egli è il Padrone assoluto della vita umana. E possiamo stare
tranquilli perché è uno stato di totale uguaglianza! w.g.
Lunedì 11 Ottobre 2011
“DIO UDÌ LA VOCE DEL RAGAZZO”. (Genesi 21:17)
Ismaele, il ragazzo citato in questo versetto, era stato vittima di una grossa
ingiustizia. Sara, non vedendo arrivare il figlio promesso ad Abramo tanti anni
prima, aveva dato la sua serva Agar a suo marito; dalla loro unione era nato
Ismaele. Quando, poi nacque suo figlio, Sara cacciò Agar e Ismaele, perché
non voleva che il ragazzo fosse coerede con suo figlio Isacco. Lasciati soli
a vagare nel deserto e disperati madre e figlio invocarono l’aiuto di
Dio. È a questo punto che leggiamo che Egli “udì la voce
del ragazzo”. Nella vita possiamo trovarci varie volte in situazioni difficili
o pericolose a causa degli errori o della cattiveria di altre persone. In quei
momenti occorre scegliere come reagire. Alcuni se la prendono con tutti, Dio
compreso. Chi conosce Dio, invece, invocherà il Suo aiuto, come fecero
Agar e Ismaele, perché Egli è giusto e fedele e non abbandonai
mai chi confida in Lui. h.p.
Mercoledì 12 Ottobre 2011
“CHI È STATO CONSIGLIERE DEL SIGNORE PER INSEGNARGLI QUALCOSA?”
(Isaia 40:13)
A volte ci sentiamo molto saccenti nei confronti di Dio. Pensiamo di avere le
giuste soluzioni per ogni problema del mondo. Una volta ho sentito questo ridicolo
esempio che un caro amico usava come metafora. Un branco di scarafaggi studiavano
l’uomo, ne osservavano i comportamenti: cosa mangiava, come viveva e,
come in un reportage documentaristico, ne commentavano lo stile di vita. Ti
fa sorridere l’idea che degli scarafaggi potrebbero studiare la tua giornata
tipo? Cosa potrebbero veramente realizzare? Esseri piccoli, insignificanti e
anche abbastanza inutili che si ergono a studiosi dell’uomo… Ridicolo?
Pensa alle volte che noi facciamo la stessa cosa con Dio. Siamo infinitamente
piccoli e nello stesso tempo infinitamente presuntuosi. Pensiamo di conoscerLo
e di poter comprendere gran parte delle verità in Lui racchiuse, e ci
sentiamo perfino abbastanza in grado di darGli consigli. Faremmo bene a stare
attenti a non cadere nella trappola dell’arroganza, rispettando il nostro
ruolo di creature. Preziosi sì, ma pur sempre creature! m.f.
Giovedì 13 Ottobre 2011
“SERVITE CRISTO, IL SIGNORE!” (Colossesi 3:24)
Servire Gesù Cristo è indubbiamente il compito più nobile
che un essere umano possa avere. Questo non vuol dire che il cristiano trascurerà
quelle attività che fanno parte della vita quotidiana: la famiglia, il
lavoro, le relazioni umane sociali. Anzi, tutte le opere che intraprenderà
saranno caratterizzate da una buona testimonianza verso il prossimo, questo
perché il servizio terrà conto del santo rispetto che si deve
a Dio: “Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come per il Signore
e non per gli uomini” (Colossesi 3:23). Servire il Signore è un
impegno che ci mette di fronte a delle responsabilità molto grandi. Qualcuno
forse, potrà ritenersi autosufficiente davanti a queste cose? La risposta
ovviamente è no! Ma c’è un altro aspetto del servizio che
merita di essere approfondito con entusiasmo: il privilegio. Occorre sì
servire Gesù Cristo con devozione sapendo che è un impegno molto
serio, ma, come dice la prima parte del versetto, abbiamo l’opportunità
di servire “sapendo che dal Signore riceverete per ricompensa l’eredità”.
Quando rifletto su queste parole prego Dio dicendo: “Chi sono io che posso
addirittura servirti?”. s.v.
Venerdì 14 Ottobre 2011
“E VOI, PERCHÉ TRASGREDITE IL COMANDAMENTO DI DIO A MOTIVO DELLA
VOSTRA RELAZIONE?” (Matteo 15:3)
La nostalgia del passato è comune a molti dei nostri paesi rurali e dei
nostri borghi medioevali. Capita spesso di assistere a rievocazioni storiche
o sagre contadine che ci riportano indietro nel tempo per rivivere quelle atmosfere,
quelle tradizioni che sono alla base della nostra storia e della nostra cultura.
Sono senza dubbio aspetti belli e significativi della vita che meritano di essere
custoditi e conservati. Nel campo della fede, però, rispettare le tradizioni
può essere addirittura pericoloso. Gesù stesso ce lo dice nel
passato di oggi. Stiamo bene attenti, dunque, a non permettere che con il tempo
una tradizione accolta possa trasformarsi in precetto e quindi in autorità
e possa prendere il poso della sola vera autorità che il Signore ci ha
lasciato: la Sua Parola. g.b.
Sabato 15 Ottobre 2011
“COME SACRIFICIO OFFRI A DIO IL RINGRAZIAMENTO”. (Salmo 50:14)
Quando non hai dormito una notte intera, perché non c’è
soluzione al tuo problema, ringrazia il Signore che è ancora il Dio dell’impossibile.
Quando ti ritrovi triste e abbandonato nel deserto della solitudine, ringrazia
Dio perché è sarà con te ogni giorno. Quando temi il tuo
futuro perché il presente è diventato instabile, allora ringrazia
Dio che ha cura di te più dei fiori dei campi e più degli uccelli
del cielo. Quando non riesci più a sognare o a fare progetti, ringrazia
Dio che ha per te piani di felicità e di speranza. Quando anche gli amici
più cari ti hanno voltato le spalle e ti hanno rubato la tua dignità,
ringrazia il Signore perché tu sei prezioso come la pupilla del Suo occhio.
Quando le tu gote sono bagnate da lacrime e nessuno comprende il tuo dolore,
ringrazia Dio che è vicino a chi è nella sofferenza e considera
le lacrime così preziose da conservarle nel Suo otre. Ringraziare Dio
nelle difficoltà è un sacrificio, ma se decidi di farlo ugualmente,
i cieli si apriranno e la Sua benedizione si riserverà su di te in modo
miracoloso. r.b.
Domenica 16 Ottobre 2011
“ELEVIAMO LE MANI E I NOSTRI CUORI A DIO NEI CIELI!”. (Lamentazioni
3:41)
Il versetto che precede il passo di oggi dice: “Esaminiamo la nostra condotta,
valutiamola, e torniamo al Signore”. Abbiamo bisogno di ravvederci e tornare
a Dio con tutto il nostro cuore, perché siamo peccatori e colpevoli di
fronte a Lui. Da quando l’uomo si è ribellato al suo Creatore e
ha scelto di porsi al centro dell’universo al posto di Dio, la sua vita
è diventata vuota e senza senso. La Bibbia afferma che l’uomo è
morto nei suoi peccati. Anche se è fisicamente vivo, ha perso la ragione
della sua esistenza, ha fallito il bersaglio (nel senso che non riesce a ubbidire
a Dio), ed è incapace di conseguire il suo vero bene e quello della società.
Ma c’è una via d’uscita? Il Vangelo ha un messaggio di speranza
e una proposta vera. Il Vangelo è la buona notizia che Dio ama l’uomo
e gli offre la vera gioia e il vero riposo interiore. Dio è intervenuto
in favore dell’uomo; Egli è venuto nella persona di Cristo per
salvare l’uomo peccatore. All’uomo che si ravvede e crede offre
una nuova vita; una nuova qualità di vita piena di significato. p.d.n.
Lunedì 17 Ottobre 2011
“GIONATAN ANDÒ DA DAVIDE E FORTIFICÒ LA SUA FIDUCIA IN DIO”.
(1 Samuele 23:16)
La Bibbia narra della meravigliosa amicizia fra questi due giovani, Davide e
Gionatan, e lo fa indicando questo rapporto come uno splendido esempio di vera
amicizia, perché alla base del loro stretto legame non c’era soltanto
affetto umano e stima reciproca, ma una comune e profonda fede in Dio. È
di fondamentale importanza che ogni vero e stabile rapporto di amicizia sia
fondato su legami spirituali forti e duraturi. Avere una stessa fede vuol dire
coinvolgere Dio nel rapporto di amicizia e questo dà maggiore sicurezza
riguardo alla sincerità dell’affetto reciproco. Non sarebbe meraviglioso,
anche oggi, trovare dei “veri” amici che possano darci un affetto
profondo, un appoggio sincero e consolazione nei momenti di sconforto? Se gli
amici ti hanno deluso e sei alla ricerca di una sincera amicizia disinteressata,
ricorda quanto amore ha dimostrato per te Gesù. Lui è il vero
Amico che ti ama profondamente! g.f.r.
Martedì 18 Ottobre 2011
“OGNUNO DI NOI RENDERÀ CONTO SI SÉ STESSO A DIO”.
(Romani 14:12)
Tante sono le cose intorno a noi che ci coinvolgono, ci condizionano, ci influenzano
e che ci caratterizzano, ma una cosa è certa: ognuno di noi renderà
conto a Dio solo delle sue azioni. Di fronte a un nostro comportamento sbagliato,
spesso siamo portati a giustificarci dando la colpa agli altri o alle circostanze.
Ma, sebbene a volte sia vero che siamo stati in qualche modo provocati, la realtà
è che dovremo rendere conto a Dio di ciò che abbiamo e non abbiamo
fatto. Non ci sono scuse dietro cui possiamo nasconderci. Allora è meglio,
prima che sia troppo tardo, pesarci con la bilancia di Dio: ci troveremo mancanti,
e questo ci indurrà a umiliarci davanti a Lui per trovare grazia. Dunque,
non guardare agli altri, ma rifletti, solo sulla tua vita! s.g.
Mercoledì 19 Ottobre 2011
“VEDI LA MIA AFFLIZIONE E IL MIO AFFANNO. PERDONAMI TUTTI I MIEI PECCATI”.
(Salmo 25:18)
Durante il regime comunista in Russia, Nikolai Khamara era detenuto in carcere
con l’accusa di futuro. Nel periodo di prigionia conobbe dei cristiani
condannati per la loro fede. Li ammirava per come riuscivano a manifestare gioia
nonostante le sofferenze e il carcere duro. Condividevano il pane con i più
deboli e avevano sempre una buona parola da offrire. “Io sono un uomo
perduto!” ammise Nikolai un giorno a uno di loro, dopo avergli raccontato
la sua misera storia. “Ascolta” gli chiese il cristiano “quanto
vale un anello d’oro, dopo essere stato perso?”. “Un anello
d’oro è sempre un anello d’oro, anche quando è stato
perso, il suo valore non cambia”, rispose Nikolai. “Hai risposto
bene” continuò il cristiano “la stessa cosa vale per te.
Tu hai un valore tale per il quale, Gesù, ha lasciato il cielo per venire
sulla terra a offrire la sua vita per te”. Commosso, Nikolai comprese;
accettò Gesù nella sua vita e fu consolato, ristorato, perdonato.
Questo meraviglioso perdono è a disposizione di chiunque si pente e crede
nel Salvatore. m.f.
Giovedì 20 Ottobre 2011
“DOVRÀ FORSE DIO RENDERE LA GIUSTIZIA A MODO TUO, PERCHÉ
TU LO CRITICHI?”. (Giobbe 34:33)
“Non è giusto!” È forse una delle prime frasi che
pronunciamo da piccoli, dopo un’altra che, credo, preceda: “È
mio!”. I bambini hanno una chiara idea della proprietà, per cui,
se qualcuno strappa loro di mano un gioco, avvertono subito che ne sono i proprietari;
ma se quel gioco, poi, viene rotto, si ribellano e sentono che è accaduto
qualcosa di profondamente ingiusto. Crescendo, il concetto di giustizia si amplia
a seconda delle nostre conoscenze, del periodo storico in cui viviamo e della
nostra personale sensibilità. Tutto quello che stava accadendo a Giobbe
a livello psicologico, fisico e materiale non era giusto e lui lo ribadiva,
lo urlava ai suoi amici e a Dio. Egli non arriverà mai a rinnegare Dio,
ma assumerà un ruolo molto pericoloso: quello di giudice. La creatura
che diventa pubblico ministero del Creatore. È qui che Giobbe supera
il limite, ed è qui che Dio lo ferma. Dio vuole che discutiamo con Lui,
ma questo non ci autorizza mai a metterci al Suo posto. a.m.
Venerdì 21 Ottobre 2011
“NON SI VANTI IL RICCO DELLE SUE RICCHEZZE, MA SI VANTI DI CONOSCERE ME”.
(Geremia 9:23)
Anni fa ho avuto un piccolo incidente stradale. Avendo ragione, avrei dovuto
essere indennizzato per alcuni giorni di inattività. L’assicuratore
mi ha chiesto: “Lei quanto vale al giorno?” Voleva avere informazioni
sul mio reddito, perché questo, secondo lui, era l’autentica misura
del mio valore. Dire quindi oggi a un ricco, in una società in cui il
successo sociale si misura con la cifra del proprio conto in banca, di non vantarsi
dalle sue ricchezze, è davvero un “parlare duro”. E tuttavia,
sia pure con un certo sforzo, si potrebbe anche capire. Ma che significa “vantarsi
di conoscere il Signore?” Significa sottolineare con compiacimento l’unica
cosa veramente buona e sensata che forse abbiamo fatto nella nostra vita: accettare
il sono gratuito del perdono dei peccati e della salvezza in Cristo. E non è
male se, vantandoci di questo, arriviamo a provocare una certa gelosia negli
altri, una benefica “invidia” che spinga qualcuno a desiderare di
fare la medesima esperienza. m.c.
Sabato 22 Ottobre 2011
“AFFIDA AL SIGNORE LE TUE ATTIVITÀ E I TUOI PROGETTI RIUSCIRANNO”.
(Proverbi 16:3)
Questo Proverbio fa parte di una serie di detti, dove l’enfasi cade sul
Signore e la Sua sovranità, contrapposta alla capacità umana.
– “All’uomo spettano i disegni del cuore; ma la risposta della
lingua viene dal Signore” (versetto 1); - “Tutte le vie dell’uomo
a lui sembrano pure, ma il Signore pesa gli spiriti” (versetto 2); - “Affida
al Signore le tue attività e i tuoi progetti riusciranno” (versetto
3); - “Il cuore dell’uomo medita la sua vita, ma il Signore dirige
i suoi passi” (versetto 9). Questa sequenza mostra che Dio non è
uno fra tanti, al quale ricorrere più per scaramanzia che per vera fede,
dopo aver servito gli dèi del materialismo, del successo, del protagonismo
ecc. Dio è “il Signore”, al Quale dobbiamo sottoporre le
nostre attività e i nostri progetti sin dal loro concepimento nei meandri
della nostra mente. La Sua volontà rivelata nella Scrittura deve essere
il primo criterio di valutazione delle nostre scelte. Poi dobbiamo confidare
sulla Sua potenza per la buona riuscita delle cose. Dobbiamo affidarGli ogni
cosa e fidarci di Lui. t.m.
Domenica 23 Ottobre 2011
“ACCOLSERO LA PAROLA CON GRANDE ENTUSIASMO”. (Atti 17:11)
La Parola di Dio definisce nobili i sentimenti di questi giudei che vivevano
nella città di Berea perché accolsero la predicazione di Paolo
e Sila con entusiasmo, e non solo, infatti andarono anche a verificare nelle
Scritture dell’Antico Testamento se la predicazione udita fosse aderente
alla rivelazione di Dio. Essi vengono spesso citati come esempio di zelo e amore
per la verità. Uomini aperti, ma vigili, attenti a non farsi trarre in
inganno, perché desiderano conoscere la verità. Giustamente, sono
definiti uomini dai sentimenti nobili, perché nel loro cuore non c’era
l’intenzione di nascondersi dietro banali scuse né il tentativo
di compiacersi della loro posizione religiosa o di autogiustificarsi, ma, consci
dell’importanza che la Parola di Dio aveva nella loro vita, erano sinceri
e pronti ad accogliere con gioia la verità che veniva loro annunciata.
Dice l’apostolo Giovanni: “Chi mette in pratica la verità
viene alla luce, affinché le sue opere siano manifestate, perché
sono fatte in Dio” (Giovanni 3:21). g.b.
Lunedì 24 Ottobre 2011
“TI SIA FATTO SECONDO LA TUA FEDE, DISSE GESÙ”. (Matteo 8:13)
Il concetto di fede non è poi così distante dal modo di vivere
di ognuno: ogni giorno poniamo la nostra fiducia nelle persone che ci circondano,
pur senza avere la certezza matematica che avverrà quello in cui speriamo.
Ad esempio, confidiamo nell’autista dell’autobus, perché
ci porti fino alla nostra fermata sani e salvi. Confidiamo persino nella sedia
su cui siamo seduti perché sostenga il nostro peso. Gli uomini e i oro
prodotti, però, non ci possono offrire garanzie assolute. Infatti le
sedie e i mezzi di trasporto si rompono e gli incidenti avvengono. La fede riposta
in Gesù, invece, ha il fondamento: Egli è la garanzia delle promesse
fatte da Dio Padre. Dunque, credi con tutto il tuo cuore, ed Egli ti risponderà.
e.s.
Martedì 25 Ottobre 2011
“GUAI ALL’EMPIO! IL MALE RICADRÀ SUL SUO CAPO”. (Isaia
3:11)
In questo versetto il profeta mette in guardia l’empio, cioè colui
che si comporta come se Dio non esistesse, disubbidendo alle leggi, calpestando
e prevaricando i diritti altrui, nella convinzione di poter agire impunemente,
incoraggiato in ciò da una giustizia umana debole e lenta a compiere
il suo dovere. Quando riterrà che il tempo opportuno sia giunto, il Signore,
il Dio dell’autore e della compassione, si farà avanti come Giudice
e tutti dovranno presentarsi a Lui per essere giudicati. In quel giorno il male
ricadrà sul capo dell’empio, cioè egli sarà giudicato
da un Giudice giusto e imparziale, le sue colpe saranno rivelate ed egli sarà
condannato e punito. Non illudiamoci pensando che alla fine Dio sarà
indulgente e accoglierà tutti in un abbraccio collettivo: Dio non smentisce
le Sue parole e quel che ha promesso manterrà. Andiamo da Lui oggi stesso,
confessandoGli i nostri peccati e chiedendoGli perdono! Questo è l’unico
modo per scampare al Suo giusto giudizio ed evitare la Sua giusta punizione.
a.r.m.
Mercoledì 26 Ottobre 2011
“GUARDATI DALL’ACCOGLIERE NEL TUO CUORE UN CATTIVO PENSIERO”.
(Deuteronomio 15:9)
Credo che i pensieri siano un mondo fantastico che ciascuno di noi ha, un mondo
in cui è difficile addentrarsi veramente e scoprirne tutta la ricchezza
e meraviglia, ma anche il pericolo. Essendo il risultato di ci che immettiamo
nel nostro cervello e ance di ciò che ci circonda, i pensieri influenzano
tutte le nostre emozioni e azioni. Perciò dobbiamo stare attenti alla
nostra mente. La Parola di Dio ci consiglia come pensare Filippesi 4:8-9 (che
incoraggio a leggere e meditare) descrive ciò che deve essere oggetto
dei nostri pensieri. Alleniamo la nostra mente ad accogliere questo tipo di
pensieri, in modo che quando arrivano quelli cattivi li sappiamo riconoscere
e tenere alla larga. Il Signore, che desidera solo il nostro bene, vuole che
siamo sempre in guardia, perciò, pericolo numero uno: “Guardati”
da… te stesso! b.s.
Giovedì 27 Ottobre 2011
“DIO NON È LONTANO DA CIASCUNO DI NOI”. (Atti 17:27)
“Sono stato nello spazio, ma non ho visto né Dio né gli
angeli”, fu la celebre dichiarazione del cosmonauta russo Yuri Gagarin
(il primo essere umano a orbitare attorno alla terra, subito dopo il suo ritorno
nel 1961. Non solo quel uomo si sbagliava di grosso, perché Dio è
spirito e non può essere visto con i mezzi umani che abbiamo, ma la Bibbia
insegna anche che Dio non è lontano da ciascuno di noi. Se stamattina
ti sei svegliato e puoi svolgere le tue consuete attività, è solo
perché il Signore lo rende possibile. La Bibbia afferma, infatti, che
Dio “…nelle generazioni passate, ha lasciato che ogni popolo seguisse
la propria vita, senza però lasciare Sé stesso privo di testimonianza,
facendo del bene, mandandovi dal cielo pioggia e stagioni fruttifere, dandovi
cibo in abbondanza, e letizia nei vostri cuori” (Atti 14:16-17). Tutto
ciò ti sembra troppo teorico? Allora fa’ attenzione a quello che
ti dirò: in questo istante il tuo Dio ti sta parlando per mezzo di questo
foglietto e, soprattutto, per mezzo della Bibbia, dandoti ampia dimostrazione
che ti sta cercando, non essendo lontano da te. Ti pare poco? s.v.
Venerdì 28 Ottobre 2011
“COLUI CHE VEGLIA SU DI TE NON LO SA FORSE?”. (Proverbi 24:12)
Nei momenti in cui avevo più bisogno d’aiuto ho visto le persone
di cui più mi fidavo voltarmi le spalle e non solo, li ho anche visti
approfittare della mia sofferenza per portare avanti i propri interessi e raccontare
in giro cose non vere. Sola, con le mie lacrime e le mille domande che ogni
persona si fa nelle prove della vita, avevo con me l’Unico che non mi
hai abbandonata: Gesù. Cosa dovevo fare? Difendermi a spada tratta per
smascherare le bugie? No, io ho scelto di affidarmi a Dio che veglia su di me
e sa ogni cosa nei minimi dettagli. Certo, questa strada è stata la più
lunga e la più dolorosa, perché nel frattempo le bugie continuano
a circolare, la gente ti giudica in base ad esse e il diavolo rincara la dose
aggiungendo sofferenza a sofferenza… FINO A CHE DIO, AL MOMENTO GIUSTO,
AGISCE E FA GIUSTIZIA. Anche tu stai attraversando un periodo così? Cosa
ti è stato tolto? LA dignità, l’amicizia, il lavoro, l’espressione
dei tuoi talenti e dei tuoi doni, la voglia di vivere? Confida nel Signore e
nella Sua giustizia e Dio ti benedirà il doppio, perché Egli veglia
su di te e sa proprio tutto. r.b.
Sabato 29 Ottobre 2011
“SIETE STATI COMPRATI A CARO PREZZO. GLORIFICATE DUNQUE DIO NEL VOSTRO
CORPO”. (1 Corinzi 6:20)
Ogni giorno ci ritroviamo con conti da pagare e prezzi aumentati. Qui abbiamo
la buona notizia di un conto già saldato. È chiaro che non si
parla di denaro materiale ma piuttosto della croce, dove Cristo è morto
per i nostri peccati e ha pagato, con la Sua via, il debito che avevamo nei
confronti di Dio. L’azione di Dio è qualcosa che appartiene al
passato, ma le parole che seguono nel versetto riguardano invece il nostro presente
quotidiano, vale a dire l’impegno del nostro essere. Molti pensano di
essere liberi di fare tutto ciò che vogliono con il proprio corpo, altri
invece lo ritengono qualcosa da disprezzare. Per il Cristianesimo, gli esseri
umani sono una combinazione di corpo e spirito. Il Signore ci ha scelti e ci
ha chiamati perché la nostra motivazione sia la Sua gloria e perché
possiamo dimostrare, con tutto il nostro essere, che siamo stati veramente riscattati.
s.p.
Domenica 30 Ottobre 2011
“CHI È PARI A TE FRA GLI DÈI, O ETERNO?”. (Esodo 15:11)
L’assoluta e perfetta superiorità di Dio rispetto ai falsi dèi
che vivevano adorati dai popoli vicini, è un punto fermo sul quale si
basa la storia del popolo di Israele. Ogni volta che Israele cade è perché
vuole uniformarsi e rifiuta la diversità. Ma ci sono degli episodi storici
di una tale portata che non si possono proprio dimenticare e grazie ai quali
il popolo è incoraggiato a riconfermare la sua fedeltà all’unico
e vero Dio. Uno di questi è il passaggio del Mar Rosso: un gruppo di
persone inermi ha la meglio sull’esercito del Faraone, un mare asciutto
per gli uni, onde altissime per gli altri. Come si può dimenticare tutto
ciò? Non si può! E subito la riconoscenza viene fermata nella
memoria attraverso le parole di un canto. Per noi è lo stesso: credere
in Dio, mentre intorno a noi ci si rivolge a tanti dèi, è una
sfida, Dio entra nella nostra storia personale, ci libera e vuole che, nei momenti
in cui la fede vacilla, recuperiamo quei ricordi di liberazione per continuare
ad esserGli fedeli. a.m.
Lunedì 31 Ottobre 2011
“TU, SIGNORE, HAI ABBANDONATO IL TUO POPOLO, PERCHÉ… PRATICANO
LE ARTI OCCULTE”. (Isaia 2:6)
La Bibbia condanna severamente ogni pratica occulta. Oggi l’uomo “moderno”
manifesta la sua caratteristica più saliente: l’inibizione a ogni
principio o regola che lo allerta a non commettere peccato. La realtà
è che le arti occulte erano ricercate sia dai popoli dell’antichità
sia dall’uomo “moderno”. Oggi, infatti, spiritismo, magia,
cartomanzia, chiromanzia, astrologia etc. evidenziano spregiudicatezza, ma anche
senso di vuoto in tante vite. Chi si avvicina a queste pratiche, o con fede
o per scherzo, deve sapere che Dio lo abbandona, perché le pratiche occulte
appartengono a Satana. Chi pone la sua fiducia in Dio, non avrà più
bisogno di inseguire le pratiche occulte, ma riceverà speranza sul proprio
avvenire e certezza per ciò che è necessario per la vita. s.b.
Martedì 1 Novembre 2011
“IO, IO SONO COLUI CHE VI CONSOLA”; CHI SEI TU CHE TEMI L’UOMO
CHE DEVE MORIRE?”. (Isaia 51:12)
Uno dei nomi di Dio è il “Consolatore”. Se Lo conosciamo
sotto questo aspetto, sappiamo che sa farlo molto bene. Quando il dolore, lutto,
lo scoraggiamento vogliono inghiottirci e annientarci, Dio è pronto a
venire in nostro aiuto. Nelle beatitudini, Gesù pronuncia queste parole:
“Beato chi piange, perché sarà consolato”. Non vorremmo
mai soffrire, né attraversare “la valle dell’ombra della
morte”, eppure, se non dovessimo affrontare questi momenti, che fanno
parte della vita, non avremmo mai l’opportunità di esperimentare
la consolazione del Signore, una medicina benefica che, anche se non necessariamente
immediata per la soluzione del problema, sa fare del bene e curare a fondo.
Dio è un aiuto sempre pronto, è una roccia stabile, è il
Buon Pastore, è il Consolatore. Affida a Lui i tuoi dolori: ti curerà
fedelmente. m.f.
Mercoledì 2 Novembre 2011
“SIGNORE, FARAI FORSE QUALCOSA PER I MORTI? LA TUA BONTÀ SARÀ
NARRATA NEL SEPOLCRO?” (Salmo 88:10,11)
Ho un nonno di 97 anni ancora in vita, e io sono il nipote più grande.
Io abito in Emilia, lui sul Gargano e quindi vado a trovarlo una volta all’anno.
Ho un’ammirazione profonda per lui. Faccio un’altra premessa: mia
nonna morì all’età di 37 anni, e non l’ho mai conosciuta.
Perché questa premessa? Perché lei era una figlia di Dio e poi,
tramite lei, lo sono diventati anche mia madre, mio padre e tutti noi figli!
Di recente sono andato a trovare mio nonno. Parlando con lui gli ho detto: “Nonno,
hai dato il tuo cuore a Gesù? Il Signore è stato paziente con
te fino a ora e il tempo che hai avuto ti è stato donato per conoscerLo
come ha fatto la nonna”. Mi ha guardato e mi ha detto: “Io credo
solo in Dio e in nessun altro (vive nel paese di Padre Pio) e ho dato il mio
cuore a Lui; la bontà di Dio l’ho vista tante volte nella mia vita
e Lo ringrazio per questo!”. Il mio cuore si è rallegrato tanto
di questa sua confessione! È una testimonianza che vorrei portasse ognuno
di voi a riflettere sul grande dono del tempo che Dio ci dà in vita e
ce lo dona solo per conoscerLo e poi trascorrere l’eternità con
Lui. p.p.
Giovedì 3 Novembre 2011
“SE CRISTO NON È RISORTO, VANA È LA VOSTRA FEDE”.
(1 Corinzi 15:17)
“Su questo ti ascolteremo un’altra volta” dissero alcuni ateniesi
quando l’apostolo Paolo annunziò la resurrezione di Cristo dai
morti. Per quei pagani il pensiero che un uomo possa ritornare in vita dopo
la morte non era degno della minima considerazione. Eppure Paolo, annunziando
loro il Vangelo, sebbene in maniera semplice ed essenziale, non poté
fare a meno di parlarne. Senza la resurrezione il cristianesimo non sarebbe
nulla di più che una bella storia ricca di insegnamenti morali; non avrebbe
né vita né potenza. “Non era possibile che Egli fosse trattenuto
dalla morte” (Atti 2:24) dice l’apostolo Pietro nella sua prima
predicazione. Sì possiamo dirlo con certezza, Gesù è risorto
e vivente a garanzia del nostro perdono per darci la forza per vincere sul peccato,
sul male e donarci una vita piena e vittoriosa nella potenza della Sua resurrezione.
g.b.
Venerdì 4 Novembre 2011
“NON RICORDATE PIÙ LE COSE PASSATE. ECCO, IO FACCIO UNA COSA NUOVA,
DICE L’ETERNO”. (Isaia 43:18,19)
Il peso delle esperienze negative vissute ne passato condiziona il nostra presente.
Primo Levi fu uno dei pochi sopravvissuti al campo di concentramento di Auschwitz,
ma dopo diversi anni, pur avendo assaporato la bellezza di una vita normale,
sembra che si sia suicidato. Una storia al limite, ma che ci aiuta a riflettere
su quanto il passato possa essere un fardello così pesante non farci
più vivere la gioia del presente. Siamo liberi, ma ci sentiamo prigionieri
di ciò che abbiamo visto, sentito ed esperimentato sulla nostra pelle.
L’invito che ci viene rivolto con questo testo di Isaia è quello
di farci ancora stupire dal “nuovo” che L’Eterno prepara per
noi. In questi giorni la mia nipotina è con me e posso vedere ancora
che cosa sia lo stupore dei bambini. Si esprime attraverso una mimica tutta
speciale, che la porta ad allargare gli occhi e a portarsi le manine sulla bocca.
Il passato non dovrebbe mai impedirci di guardare, con lo stupore di un bambino,
tutto ciò che il Signore sta preparando per noi. a.m.
Sabato 5 Novembre 2011
“COSÌ PARLA L’ETERNO: CHI, COME ME, PROCLAMA L’AVVENIRE?”.
(Isaia 44:7)
Quanti profeti ha conosciuto il mondo! Ancora oggi si studiano le profezie di
Nostradamus o quelle dei Maya. Oppure si cercano le previsioni di quell’esercito
di “profeti”, falsi e furbacchioni, pronti sempre a sfruttare l’ingenuità
della gente che si chiamano in tanti modi diversi a seconda degli strumenti
usati per esercitare il loro squallido mestiere: chiromanti, cartomanti, astrologhi,
indovini, maghi… Non si può dire che gli uomini non desiderino
conoscere l’avvenire, anzi! Eppure per ottenere questa conoscenza, continuano
a tenersi lontani dall’unica fonte in cui l’avvenire è “proclamato”
in modo certo e sicuro. Nella Bibbia non è un uomo o un popolo che “proclama
l’avvenire”, è Dio stesso che desidera in questo modo offrire
agli uomini la possibilità di farsi trovare preparati al momento in cui
i Suoi progetti si realizzano. È bello pensare all’esempio di Simeone
che aveva letto le profezie bibliche relative alla prima venuta del Messia,
e, come ci racconta Luca nel suo Vangelo, “aspettava la consolazione di
Israele”. Quali sono gli annunci relativi al futuro che stiamo prendendo
sul serio? E, soprattutto stiamo aspettando di veder realizzare i progetti di
Dio? p.m.
Domenica 6 Novembre 2011
“L’ETERNO VEGLIA SUI PASSI DEI SUOI FEDELI”. (1 Samuele 2:9)
La vita pratica dell’uomo nella Bibbia è rappresentata spesso come
un cammino che si compie a piedi. È bello pensare allora che il Signore
veglia sul mio viaggio e sta attento a dove metto i piedi. Ma è proprio
così? Qualcuno forse dirà che non si è accorto di questa
vigilanza, perché diverse volte ha messo il piede in fallo o è
andato a sbattere su ostacoli imprevisti. Bisogna allora ricordate che il Signore
non promette la Sua protezione a tutti, ma solo ai Suoi fedeli, cioè
a coloro che non soltanto aprono la bocca per chiedere aiuto mentre camminano,
ma a aprono anche le orecchie per ascoltare quello che Dio da dire sulla direzione
da prendere. La via protetta è quella che Dio indica non quella che decido
io. Il versetto di oggi continua così: “…ma gli empi periranno
nelle tenebre”. ATTENZIONE AL BIVIO è il cartello che la Parola
di Dio fa comparire ogni tanto sul nostro percorso. m.c.
Lunedì 7 Novembre 2011
“IO SONO LA LUCE DEL MONDO, DISSE GESÙ”. (Giovanni 9:5)
Tutti conosciamo la straordinaria capacità della luce di portare la vita.
Ricordo di aver notato, durante una visita in una grotta carsica nei pressi
di Trieste, che l’unica vegetazione presente erano delle piccole piantine
di felce cresciute proprio sotto il faretto utilizzato per illuminare il sentiero
dei turisti. La vita era sorta solo lì dove c’era la luce. Gli
uomini hanno bisogno di una luce che illumini e dia vita alla propria anima
che vive immersa nel peccato ed è separata da Dio. Questa separazione
la Bibbia la chiama “morte”. Occorre una luce speciale per far rinascere
le anime di tutti quelli che sono nelle tenebre del peccato. Gesù è
questa luce straordinaria. Egli illumina gli uomini con il Suo grande amore
che li salva. Lasciamoci illuminare da Gesù che ci dà vita. Viviamo
sempre alla luce di Gesù che ci guida. Leggiamo e mettiamo in pratica
la Sua Parola di Luce, la Bibbia. d.p.
Martedì 8 Novembre 2011
“O DIO, NON LASCIARE CHE ALCUNA INIQUITÀ MI DOMINI”. (Salmo
119:133)
Chiedere al Signore, come il salmista, che nessun peccato domini nella nostra
vita è un desiderio nobile che rallegra il Signore, in quanto dimostriamo
il buon proposito di voler vivere una vita in ubbidienza ai Suoi comandamenti.
Purtroppo, se siamo onesti dobbiamo ammettere che spesso dominati dal peccato.
Un giorno il Signore disse a Caino che il peccato lo stava spiando alla porta,
ma egli avrebbe dovuto dominarlo (Genesi 4:7). Il pensiero di Dio era che se
Caino avesse voluto piacerGli facendo quello che era giusto, tutto sarebbe andato
bene; non facendolo, il peccato lo avrebbe spiato alla porta e lo avrebbe sopraffatto.
Quindi facendo la volontà di Dio, è possibile dominare il peccato.
E la volontà di Dio è che ogni uomo creda nel Suo Figlio Gesù
Cristo il quale è morto per i nostri peccati ed è risorto, affinché
potessimo ottenere il perdono e la liberazione dalla schiavitù del peccato
(vedi Giovanni 8:31-36). n.s.
Mercoledì 9 Novembre 2011
“COLORO CHE NON UBBIDISCONO AL VANGELO SARANNO RESPINTI DALLA PRESENZA
DEL SIGNORE”. (2 Tessalonicesi 1:8,9)
Che cos’è il Vangelo? La parola “Evangelo” significa
“Buona Novella”. Ma qual è questa buona notizia? È
l’annuncio della grazia di Dio. Immaginiamo, per intenderci, un condannato
a morte a cui viene comunicato, dal direttore del penitenziario, di aver ottenuto
la grazia e quindi di essere libero; non c’è dubbio che questa
è una buona notizia per lui. Supponiamo, però che rifiuti la grazia…
Chi non penserebbe che agito in modo molto sconsiderato, disprezzando una così
grande opportunità. La stessa cosa è per il Vangelo; in esso troviamo
le chiare indicazioni da parte di Dio per ottenere il Suo perdono e vivere alla
Sua presenza, ma se non ubbidiamo a quello che ci viene annunciato allora è
colpa nostra. “In verità, in verità vi dico: Chi ascolta
la Mia Parola e crede a Colui che Mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene
in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Giovanni 5:24).
Vuoi la grazia o vuoi essere respinto per sempre da Dio? w.g.
Giovedì 10 Novembre 2011
“IN SEI GIORNI IL SIGNORE FECE I CIELI, LA TERRA E IL MARE”. (Esodo
2:11)
Le parole di questo versetto le troviamo inserite nel quarto comandamento, che
ci esorta ad osservare il giorno del riposo. Dio ci dà l’esempio:
in sei giorni compì la Sua opera creatrice e il settimo giorno si riposò,
benedicendolo. Ogni lavoro ha come obiettivo il compimento di un’opera.
Dio, nell’atto creativo, operò in modo meraviglioso, “perché
con le Sue mani ha steso i cieli” (Isaia 45:12) “ed è il
Creatore degli estremi confini della terra” (Isaia 40:28). Dio creò
con la Sua Parola il nostro pianeta terra che è bellissimo, soddisfacente
e creato dal niente. Dio appoggia la terra sopra il niente, (Giobbe 26:7) così
è anche per la luna, il sole, le stelle: dal niente furono create e nel
niente sono appoggiate. Chi ha riposto la sua fede in Dio, non dubita dalla
Sua mano potente nel creato ed entra con gioia nel Suo riposo; del resto, Dio
i Suoi comandamenti ce li ha dati non per discuterli, ma per osservarli. s.b.
Venerdì 11 Novembre 2011
“VEGLIATE ATTENTAMENTE SU VOI STESSI, PER AMARE L’ETERNO”.
(Giosuè 23:11)
Guardo il nostro piccolo Giosuè, che dal suo seggiolone ci largisce dei
bellissimi sorrisi ogni volta che incrocia il nostro sguardo. Non ha ancora
i dentini, ma il suo sorriso riempie il nostro cuore di grande gioia e riconoscenza
verso il Signore, e accompagna la nostra preghiera a Dio per la sua vita. Penso
al grande Giosuè della Bibbia. A lui Dio aveva affidato il grande compito
di condurre il popolo di Israele nella Terra Promessa. Vinse battaglie e sconfisse
molti eserciti. Tutto questo perché aveva fiducia nelle promesse dell’Eterno:
“Sarò con te, non ti lascerò. Solo abbi cura di mettere
in pratica tutta la legge di Dio” (vedi Giosuè 1:5-9). Ed ora,
verso il termine della sua vita, questo saggio uomo di Dio, dopo aver lui stesso
vissuto una vita di ubbidienza a Dio (che è amore verso Lui), esorta
il popolo a fare altrettanto. Questo è anche il mio desiderio. Ubbidire
e amare l’Eterno, affinché anche il nostro piccolo Giosuè
possa crescere con questo desiderio. e.m.
Sabato 12 Novembre 2011
“GESÙ DISSE: IO SONO VENUTO NON PER ABOLIRE, MA PER PORTARE A COMPIMENTO”.
(Matteo 5:17)
Fin dalle prime pagine della Bibbia è evidente che Dio cerca un rapporto
con la Sua creatura. Tale rapporto si basa essenzialmente sulla comunicazione.
Dio parla in modo chiaro, comprensibile e trasparente, mentre il primo tentativo
di Satana sarà proprio quello di distorcere le parole dette da Dio ad
Adamo ed Eva. L’operazione fatta dai Farisei riguardo alla Legge data
a Mosè è abbastanza simile per cui non si ubbidisce più
a quello che Dio aveva effettivamente chiesto, ma se ne distorce il senso aggiungendo
altre prescrizioni per opprimere e schiacciare il popolo. Gesù cercò
in mille modi di far capire ai Suoi contemporanei e ai Farisei il vero spirito
della Legge, ma ogni volta veniva accusato di trasgredirla piuttosto che adempierla.
Per noi è molto consolante sapere che neppure una virgola di quella Legge
può cambiare e che tutte le parole dette da Dio rimangono valide sempre
e comunque. a.m.
Domenica 13 Novembre 2011
“GIUSTIFICATI PER FEDE, ABBIAMO PACE CON DIO PER MEZZO DI GESÙ
CRISTO”. (Romani 5:1)
Nella vita si può avere successo. Lo sportivo, sottoponendo il proprio
corpo all’allenamento con disciplina, ottiene risultati sorprendenti.
Il musicista, con l’esercizio e la pratica costante del proprio strumento,
diventa un concertista. Il manager arriva a quel incarico dirigenziale grazie
a una vita fatta di rinunce e dedicata al lavoro. Nella vita si possono vedere
i propri sogni realizzati. Il bambino che giocava col pallone insieme ai ragazzi
del suo quartiere può diventare un giocatore di serie A. La ragazzina
timida e riservata che legge sempre può diventare un astrofisico di fama
internazionale. Quanti racconti del genere conosciamo, vero? Tanti hanno raggiunto
il successo e sono oggetto di ammirazione da parte degli altri. Tanti si divertono
a più non posso! Molti hanno realizzato felicemente i propri sogni. Altri
vivono con passione una reazione bella e profonda. Eppure nel cuore di tutte
queste persone molto probabilmente non c’è la pace perché?
Perché come ha detto J. E. Haggai: “Una vita senza Cristo è
una vita senza pace. Senza di lui ci possono essere gioia, successo, sogni realizzati,
divertimento, passioni soddisfatte, “MA MAI LA PACE!” R.B.
Lunedì 14 Novembre 2011
“STA’ IN SILENZIO DAVANTI AL SIGNORE, L’ETERNO”. (Sofonia
1:7)
Una delle cose che noi tutti sappiamo fare benissimo è scusarci, trovare
mille ragioni per giustificare il nostro comportamento. Uno è vissuto
in un ambiente degradato, l’altro non è stato amato nel modo giusto,
un altro ancora ha una personalità difficile, ma non certo per colpa
sua. Il principio di responsabilità individuale è stato seppellito
sotto un cumulo di spiegazioni psicologiche, sociologiche e in certi casi…
anche dietetiche. Certi giovani sono violenti perché… mangiano
male. Tutto va bene purché non si debba ammettere di aver fatto una scelta
sbagliata, di aver pensato solo al proprio tornaconto, di aver rifiutato ogni
consiglio e insegnamento. Eppure verrà il momento in cui a ciascuno di
noi sarà ordinato di stare in silenzio: nessuna scusa davanti a Dio,
nel giorno del Signore. Allora solo una cosa conterà: o saremo protetti
dal sangue di Cristo e di conseguenza non andremo affatto in giudizio, o ci
andremo e l’unica possibilità sarà la condanna. Ma ciò
che è consolante è che nessuna situazione negativa può
impedirci di fare questa scelta giusta: per quanto sprofondati nel male possiamo
essere, Cristo ci è tanto vicino che solo allungando una mano possiamo
essere afferrati da Lui e tratti fuori. v.n.
Martedì 15 Novembre 2011
“PROCLAMERÒ I PRODIGI DI DIO, L’ETERNO”. (Salmo 71:16)
La nostra vita non lascia tempo per la meditazione sulla grandezza di Dio e
per la riconoscenza per ogni cosa che riceviamo della Sua mano e in modo abbondante.
L’uomo moderno non sa cosa sia la riconoscenza per Dio: possiede tutto
ciò di cui ha bisogno per vivere e non sente la necessità di dire
grazie a nessuno, tanto meno a Dio. È forse necessario che Dio ci ritiri
per breve tempo qualcuna delle Sue benedizioni perché impariamo a considerare
tutta la Sua bontà? E tu, ti sei ricordato di lodare e ringraziare Dio
per tutte le cose che possiedi e che puoi condividere con gli altri? Stai meditando
sul fatto che non sei perduto e senza speranza nel mondo perché Gesù,
morendo sulla croce per i tuoi peccati, ti ha salvato per dare un senso alla
tua vita? Stai facendo conoscere le Sue meraviglie e i Suoi prodigi alle persone
che ti circondano? g.f.r.
Mercoledì 16 Novembre 2011
“PILATO ABBANDONÒ GESÙ ALLA LORO VOLONTÀ”.
(Luca 23:24,25)
Pilato aveva appurato che le accuse contro Gesù erano false; quindi,
non voleva condannarLo. Eppure, anche se aveva il potere legale e il dovere
morale di liberarLo, ebbe paura della reazione del popolo. Forse sperava nella
bontà dell’uomo… ma è chiaro che sottovalutò
l’odio dei giudei per Gesù. Essi Lo volevano morto. Così,
assecondando la loro richiesta, Pilato ordinò che Gesù fosse crocifisso.
Questi sono i fatti storici. Certamente, sia Pilato sia i giudei saranno giudicati
da Cristo stesso per l’enorme ingiustizia commessa nell’ucciderLo.
Ricordiamoci, però, che tutto ciò avvenne sotto lo sguardo vigile
di Dio Padre, al fine di permettere all’uomo di essere riconciliato con
Lui. Sì, la riconciliazione tra l’uomo e Dio è possibile
soltanto attraverso la morte di Gesù e la Sua successiva risurrezione.
h.p.
Giovedì 17 Novembre 2011
“MA IL NOSTRO DIO CONVERTÌ LA MALEDIZIONE IN BENEDIZIONE”.
(Neemia 13:2)
Supponi ce qualcuno ti dica: “Quella persona ti odia e ha pagato una fattucchiera
per operare un malefico contro di te”. Cosa pensi che faresti? Possibili
reazioni: 1) ti spaventi a morte e cadi in depressione; 2) giuri di fargliela
pagare e organizzi una vendetta; 3) vai anche tu da una fattucchiera per scongiurare
il maleficio e farlo ricadere sul tuo avversario. Bene, in ognuno di questi
modi non faresti altro che rendere più efficace il maleficio contro di
te, anche se poi si venisse a sapere che la storia della fattucchiera era tutta
inventata. Il vero antidoto si trova nelle parole di Gesù: “…fate
del bene a quelli che vi odiano; benedite quelli che vi maledicano, pregate
per quelli che vi oltraggiano” (Luca 6:27,28). “È difficile!”,
dirà subito qualcuno. Perché difficile? Magari sgradevole, penoso
per l’orgoglio, ma non difficile. È facile invece, per chi vuole
farlo. E funziona: la maledizione si trasforma in benedizione. Provare per credere.
m.c.
Venerdì 18 Novembre 2011
“SIGNORE, TU SEI STATO UNA FORTEZZA PER L’INDIFESO NELLA SUA ANGOSCIA”.
(Isaia 25:4)
Quella che il profeta Isaia mette a fuoco nel versetto di oggi è una
realtà che ognuno di noi può sperimentare. Quando ci troviamo
in grave difficoltà perché le vicissitudini della vita ci sono
contrarie, quando la sofferenza, nelle sue forme più svariate, bussa
alla nostra porta, allora nessuno può aiutarci e consolarci come può
farlo il Signore! Una delle caratteristiche di Dio è che Egli mantiene
sempre le Sue promesse, e il Suo aiuto, al momento opportuno, non mancherà.
Certo, non dobbiamo aspettarcelo sempre nelle forma che a noi piacerebbe di
più. Spesso Dio interviene in modi che non ci aspettiamo, a volte non
farà scomparire la sofferenza, ma ci accompagnerà attraverso essa,
ci sarà vicino e ci donerà la Sua consolazione. Una cosa è
certa: se la nostra fede e la nostra fiducia sono in Lui, Egli non ci lascerà
soli. f.a.
Sabato 19 Novembre 2011
“IL TIMORE DELL’ETERNO È IL PRINCIPIO DELLA CONOSCENZA”.
(Proverbi 1:7)
La conoscenza è una bella cosa che richiede impegno, ma basta nella vita?
La Bibbia parla di due conoscenze. La prima è intellettuale e dà
informazioni su un certo argomento, ma ha il rischio di farci gonfiare d’orgoglio
se non segue la seconda che è sapienziale, cioè istruisce sul
come applicare nella vita pratica l’informazione acquista. Ma qual è
la più importante? Il versetto ci dice che il timore dell’Eterno
è il principio della conoscenza. Se non abbiamo quel atteggiamento di
timore e rispetto verso quello che conosciamo del Signore leggendo la Sua Parola,
per poi ubbidirGli, potremo sì applicarci alla conoscenza di tante altre
cose, ma non avremo la saggezza di riuscire nella vita. Un esempio: avere conoscenza
di Dio attraverso quello che Gesù ha fatto sulla croce per salvarci dal
Suo giusto giudizio, porta l’uomo a una vera trasformazione interiore
e quindi a una conoscenza sapienziale che ha come scopo la vera felicità
sia oggi che nell’eternità. b.s.
Domenica 20 Novembre 2011
“SE DARAI ASCOLTO ALLA VOCE DELL’ETERNO TUO DIO, SARAI BENEDETTO”.
(Deuteronomio 28:2,3)
L’Eterno, il Creatore, il Signore dei signori, è un Dio personale:
vuole essere il tuo Dio. Dio non è una forza astratta, ma un Essere vivente
ed eterno. Ha una personalità alla cui immagine siamo stati creati per
interagire con Lui. Vuole avere una relazione giornaliera con te. Vuole amarti
ed essere amato, vuole parlarti e ascoltare cosa hai da dire tu; vuole che Gli
apri il tuo cuore pieno di preoccupazioni e di sentimenti che altre persone
non possono capire. Egli vuole essere il tuo Dio e benedirti. Per questo devi
credere che Egli esiste: “Or senza fede è impossibile piacerGli;
poiché chi si accosta a Dio deve credere che Egli è, e che ricompensa
tutti quelli che Lo cercano” (Ebrei 11:6). e.s.
Lunedì 21 Novembre 2011
“GESÙ CRISTO È IL SIGNORE DI TUTTI”. (Atti 10:36)
L’apostolo Pietro ha detto queste parole in casa di Cornelio, un centurione
romano e pagano, dopo avere compreso che Dio voleva aprire le porte della Chiesa
anche a chi non era Giudeo. Fino a quel momento i credenti Giudei pensavano
che ciò fosse riservato solo a loro, in quanto membri del popolo eletto.
La grazia della salvezza, invece era offerta a tutti. Ma in che senso, “Gesù
Cristo è il Signore di tutti”? È Signore di tutti gli uomini,
in quanto è Dio. È Lui che regge la creazione, che sostiene ogni
cosa; il Padre Gli ha dato tutto in mano. È Signore dei credenti in un
altro senso meraviglioso. Chi ha creduto in Lui e nella Sua opera di redenzione,
Gli appartiene. Egli lo tiene stretto nella Sua mano forte e nulla lo può
strappare da Lui. Anche nel giorno del giudizio sarà riconosciuto come
Signore da tutti. Ogni bocca lo ammetterà e ogni ginocchio si piegherà.
Però, chi non Lo riconosce come Signore oggi, non sarà nella gioia,
ma nella disperazione della perdizione. Pensaci. m.t.s.
Martedì 22 Novembre 2011
“ALLORA GLI APOSTOLI DISSERO AL SIGNORE: AUMENTACI LA FEDE”. (Luca
17:5)
“Vorrei credere, ma non ci riesco!”. Con queste parole una signora
esprimeva il suo desiderio e allo stesso tempo l’incapacità di
vivere una vita di fede in Dio. In qualche modo essa assomiglia alla richiesta
che i discepoli fecero a Gesù di accrescere la loro fede. Cosa fa nascere
e crescere in una persona la vera fede? Essa non viene da ciò che si
vede, per quanto straordinario possa essere, infatti i discepoli erano abituati
a vedere miracoli e prodigi. La vera fede si basa e cresce con l’ascolto
della Parola di Cristo. Infatti in Romani 10:17 è scritto: “La
fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla
Parola di Cristo”. Attraverso la lettura attenta della Bibbia impariamo
a conoscere Gesù, il Suo carattere, i Suoi insegnamenti e comandamenti.
Più Lo conosceremo personalmente, più realizzeremo che è
affidabile della nostra fiducia. o.t.
Mercoledì 23 Novembre 2011
“IO NON MI COMPIACCIO DELLA MORTE DELL’EMPIO, MA CHE SI CONVERTA
DALLA SUA VIA E VIVA, DICE DIO”. (Ezechiele 33:11)
Anni fa con un gruppo di giovani decidemmo di fare un sondaggio con un questionario
molto semplice nel quale venivano posti alcuni interrogativi che riguardavano
la persona di Dio. I risultati di quella inchiesta furono interessanti ma tristi.
Alcune persone, infatti, anziché credere nel Dio vivente e vero descritto
nella Bibbia preferivano “seguire”, seppur inconsapevolmente, un
“dio” che era piuttosto il frutto della propria immaginazione. Ecco
alcune impressioni discordanti raccolte in quella indagine: “Dio è
austero e insensibile ai problemi dell’uomo”, “Dio è
così buono da perdonare alla fine tutti gli esseri umani”. Il testo
biblico di oggi, invece, dichiara come stanno davvero le cose. Dio è
vero, non prova piacere nel giudicare le persone, non è né austero
né insensibile. Egli vuole che si ravvedano e si convertano per ricevere
la vita. D’altro canto non possiamo nemmeno pensare che alla fine dei
tempi tutti gli uomini saranno perdonati senza convertirsi a Cristo nostro Salvatore.
Infatti, molti empi rimarranno increduli e moriranno senza la conoscenza di
Dio. s.v.
Giovedì 24 Novembre 2011
“PRESENTATE VOI STESSI A DIO, COME DI MORTI FATTI VIVENTI”. (Romani
6:13)
Adamo ed Eva si nascondono dalla presenza di Dio fra gli alberi (Genesi 3:8),
Giona si imbarca su una nave per andare lontano dalla presenza del Signore (Giona
1:3). Oggi come allora, l’uomo è imbarazzato di fronte a Dio alla
Sua Parola, perché si sente messo a nudo e cerca di sfuggire il confronto
con Lui. Ma la Bibbia ci dice che questo imbarazzo e questa fuga devono finire:
ora possiamo essere riconciliati con Lui (2 Corinzi 5:18,19), cercare la Sua
presenza senza timore. Come? “Come morti fatti viventi”: “morti”
perché senza Cristo siamo tagliati fuori dalla sorgente della vita vera
mentre, salvati e rinnovati da Lui, possiamo per fede dalla morte spirituale
alla vita eterna. Per chi crede in Cristo, la situazione cambia: basta fughe,
basta paura. Possiamo godere della presenza di Dio nella pace e nella riconoscenza
(Romani 5:1). Si realizzano per noi le parole profetiche del Salmo 16:11: “Vi
sono gioie e sazietà in Tua presenza”. l.p.
Venerdì 25 Novembre 2011
“ORA SI MOSTRI, TI PREGO, LA POTENZA DELL’ETERNO NELLA SUA GRANDEZZA,
COME TU HAI PROMESSO”. (Numeri 14:7)
Pochi mesi prima di scrivere questo breve commento, sulle pareti degli autobus
di alcune nazioni europee vi è stata una campagna degli atei contro l’esistenza
di Dio. Alcune scritte dicevano: “La cattiva notizia è che Dio
non c’è: la buona notizia è che non ne hai bisogno. Ora
smettila di preoccuparti e goditi la vita”. Cari amici, la buona notizia
del Vangelo, invece, è che Dio c’è e possiamo godere la
vita in Cristo. Solo Cristo soddisfa pienamente il cuore dell’uomo. Siamo
stati creati da Dio e non saremo felici fino a quando non torneremo a Lui. Abbiamo
bisogno di Dio nella nostra vita. Non ne possiamo fare a meno. La Bibbia ci
rivela la grandezza e la potenza di Dio. Non vi è nessuno pari a Lui.
Il creato ci parla di Lui e della Sua potenza. Dio manifesta la Sua potenza
e la Sua grandezza, anche nel salvare l’uomo peccatore che si ravvede
e pone la sua fiducia in Cristo. p.d.n.
Sabato 26 Novembre 2011
“GESÙ DISSE LORO: PERCHÉ SIETE COSÌ PAUROSI? NON
AVETE ANCORA FEDE?”. (Marco 4:40)
La barca è sballottata dalle onde e la riva, troppo lontani, non si vede
ancora. I discepoli non sono inesperti, conoscono il lago e le sue insidie e
per di più eseguono un ordine di Gesù. Eppure sono pieni di paura
e di ansia. Questo episodio non ci è raccontato per caso o tanto per
aggiungere un’altra storia nei Vangeli, ma perché anche noi, nella
nostra vita, “navighiamo” spesso in mezzo a raffiche di avversità
e a pericoli. Le bufere giungono spesso improvvise, senza segnali preventivi
di avvertimento e a volte sono anche incomprensibili, perché non solo
la conseguenza di una disubbidienza. Quando affrontiamo questi eventi abbiamo
due possibilità: o lasciarci prendere dall’ansia e dalla paura
oppure avere fede in Dio. Il racconto termina con un lieto fine. Gesù
salva i discepoli, nonostante la loro mancanza di fede.
E a noi il Signore rivolge lo stesso invito a non dubitare mai della Sua protezione
e del Suo amore. s.p.
Domenica 27 Novembre 2011
“L’AMORE SOFFRE, CREDE, SPERA E SOPPORTA OGNI COSA”. (1 Corinzi
13:7)
Quattro verbi collegati all’amore: soffrire, credere, sperare, sopportare.
Il primo e l’ultimo già sembrano stonare: vogliamo amare ed essere
riamati non certo con la prospettiva di dover soffrire, eppure non esiste copia
che non abbia esperimentato insieme ala gioia e alla passione, una componente
di sofferenza dovuta in primo luogo, all’incapacità di parlarsi
e di capirsi. Sopportare, poi, non ci piace proprio… si pensa sia meglio
troncare subito una relazione se deve esserci una componente di sopportazione
dell’altro… Così assistiamo al triste fenomeno dell’usa
e getta” con tutte le conseguenze gravissime che ne derivano a livello
di relazioni familiari. Sembra più facile capire che i due concetti centrali.
Ci ricordano che dovremmo sempre dare fiducia all’altro, rimanendo in
attesa di vedere cambiamenti insperati e inattesi. Una “ricetta”
troppo semplice? No, non esistono ricette semplici. Tanto meno quando si parla
di questo tipo di amore che non ha niente a che vedere con quello di cui sentiamo
parlare tutti i giorni e al cui modello, senza accorgercene, se non siamo attenti,
pian piano, ci uniformiamo. a.m.
Lunedì 28 Novembre 2011
“O DIO, LA TUA BONTÀ VALE PIÙ DELLA VITA”. (Salmo
63:1,3)
Le parole di questo Salmo le ha pronunciate il re Davide. Quando le scrisse
per lui non doveva essere un momento felice. Infatti dice pure: “Quanti
cercano di togliermi la vita sprofonderanno…” (versetto 9). Un grave
pericolo incombe sulla sua vita, ma egli non si lascia sgomentare dalla paura.
Piuttosto si sofferma a considerare qualcosa che ha più valore della
sua stessa vita, considera la bontà di Dio. Davide aveva già questa
bontà, e ora la “riscopre”: Tu sei stato il mio aiuto, io
esulto all’ombra delle Tue ali” (versetto 7). Quando avevo 21 anni,
anch’io ho dovuto decidere se dare più valore alla vita terrena
o alla bontà del Signore. Mio padre era appena morto per un incidente
sul lavoro lasciando moglie e cinque figli, quasi tutti minorenni. Io combattei
tutta la notte, agitato da sentimenti di rabbia verso Dio. Dov’era la
Sua bontà in questo che era accaduto? Ma alla fine considerai che proprio
in questa terribile vicenda potevamo scoprire l’aiuto e la bontà
di Dio. E così è stato. A Lui sia la gloria! t.m.
Martedì 29 Novembre 2011
“O ETERNO DEGLI ESERCITI, A TE IO AFFIDO LA MIA CAUSA”. (Geremia
20:12)
Generalmente, quando abbiamo un problema di una certa entità andiamo
da un buon avvocato per chiedere consigli ed eventualmente essere difesi davanti
al giudice. Noi tutti abbiamo un grave problema con Dio: siamo inclini al male,
abbiamo una natura peccaminosa che Lo disonora, violiamo la Sua legge e siamo
dichiarati colpevoli dalla Sua santità. Però la Bibbia ci rivela
che Dio stesso ci ha provveduto un Avvocato di fiducia, accreditato santo e
giusto al quale possiamo portare la nostra causa: Gesù. Egli è
stato trafitto a causa dei nostri peccati, ha subito la condanna che spettava
noi, si è caricato volontariamente delle nostre colpe affinché
fosse fatta giustizia. In virtù della Sua morte e risurrezione, noi tutti
abbiamo la possibilità di essere salvati. Chiunque riconosce la gravità
dei propri peccati e crede nel sufficiente sacrificio di Cristo sarà
salvato. Caro lettore, se tu non l’hai ancora fatto, puoi affidare adesso
la tua causa a Cristo. Sperimenterai un riposo assoluto. s.g.
Mercoledì 30 Novembre 2011
“È COSÌ, AFFINCHÉ LE OPERE DI DIO SIANO MANIFESTATE
IN LUI”.
(Giovanni 9:3)
Il testo di oggi è uno di quelli che, ogni volta in cui lo rileggo o
lo ricordo, mi fa venire la pelle d’oca per l’emozione provocata
dalla certezza che quello che Dio dice è vero. Quando, oltre venti anni
fa, ricevetti la notizia della nascita di un nipote con la sindrome di Down,
pensai davanti al Signore quale parola avrebbe potuto consolare mia cognata
e mio fratello. Non ricordo le parole che scrissi su un biglietto; ricordare
le mie parole avrebbe davvero molto poco valore, ma ricordo bene che le feci
precedere proprio da queste parole di Gesù. Davanti a un futuro che si
presentava denso di difficoltà e di problemi, quale “Parola”
avrebbe potuto incoraggiare meglio di questa promessa del Signore?! Certo, le
difficoltà e i problemi ci sono stati e ci sono ancora. Ma Dio ha manifestato
“in lui” le Sue opere!? Dio si è infatti servito “di
lui” per condurre a Cristo una sua insegnante con tutta la sua famiglia
e per sensibilizzare decine di ragazzi e di adulti alla realtà della
diversa abilità, stando accanto “a lui”. p.m.
Giovedì 1 Dicembre 2011
“BADATE BENE A QUELLO CHE FATE”. (2 Cronache 19:6)
In questi momenti ultimi anni la scena politica italiana si è spesso
confrontata (e scontrata) sulla riforma della giustizia. Politici, giudici,
cittadini sono stati coinvolti in dibattiti accessi e controversi. Almeno su
un punto tutti erano d’accordo: la giustizia è importante! Anche
per un regnante di Giuda rinomato per la sua integrità nei confronti
di Dio, il re Giosafat, che pronunciò le parole del versetto di oggi,
era importante amministrare bene la giustizia. Infatti introdusse delle riforme
nel regno, rendendo i giudici consapevoli della grande responsabilità
a loro affidata. Li mise in guardia dal farsi corrompere con doni e “bustarelle”
varie. Come buoni amministratori di un Dio veramente giusto, dovevano nello
stesso modo compiere il compito a loro affidato. Giosafat (versetto 9) li ammonì
dicendo: “Voi agirete nel timore dell’Eterno, con fedeltà
e con cuore integro”. Che responsabilità! E come funzionerebbe
meglio la giustizia umana se si agisse con questi principi. m.f.
Venerdì 2 Dicembre 2011
“FINO ALLA VOSTRA VECCHIAIA IO SONO, IO VI PORTERÒ, IO VI HO FATTI,
E IO VI SOSTERÒ”. (Isaia 46:4)
Il contesto di questo versetto è un confronto molto forte che Dio, per
bocca del profeta Isaia, fa tra Sé stesso e gli idoli, che non hanno
in sé ne vita né forza neanche per camminare, tanto che devono
essere trasportati su carri. Da una parte la totale impotenza davanti alla quale
gli uomini si inchinano, nonostante il chiaro e assoluto divieto di Dio, e dall’altra
l’onnipotenza e onnipresenza di Dio. Il termine “IO SONO”
rafforza ancora di più la sovranità di Dio e poi seguono tre meravigliose
certezze: “IO vi porterò…, IO vi ho fatti…, IO vi sosterrò
fino alla fine”. Che meravigliosa promessa fatta dal Signore che si prende
tenera cura dei Suoi! Io, che sono avanti negli anni, so che queste parole sono
verità assoluta perché ampiamente esperimentate, e mi fa stare
bene sapere che lo saranno fino alla fine dei miei giorni. w.g.
Sabato 3 Dicembre 2011
“COME SCAMPEREMO NOI SE TRASCURIAMO UNA COSÍ GRANDE SALVEZZA?”.
(Ebrei 2:3)
Dio è amore e lo ha dimostrato dandoci Suo Figlio. E questo dono è
stato così grande che deve indurci a riflettere seriamente. Più
il dono è grande, più grande è il donatore; più
la Sua offerta gli è già qualcosa di brutto, perché denota
maleducazione e sgarberia, cosa sarà allora rifiutare il dono immenso
di Dio? Quale pensate che sia la conseguenza? “Come scamperemo noi?”,
si chiede l’autore della lettera agli Ebrei. Dove troveremo un’altra
possibilità, dopo un tale rifiuto? Eppure l’uomo può essere
presuntuoso fino a questo punto e arrivare ad affermare di non avere bisogno
di Dio e del Suo dono. E Dio rispetterà questa scelta per stato il dono
offerto dall’amore di Dio, più grande sarà l’orrore
di averLo rifiutato. v.n.
Domenica 4 Dicembre 2011
“L’ANIMA MIA ANELA A TE, O DIO”. (Salmo 42:1)
Il mio capo ha un tale passione per il golf che ci pensa continuamente, si compra
le mazze più belle, legge riviste specializzate, non parla d’altro,
aspetta con ansia le partite della domenica, non rinuncia a giocare neanche
se ci sono 40°C all’ombra o sta piovendo a dirotto, e se incontra
un altro appassionato di golf, entra subito in sintonia con lui. Credo che Davide
avesse lo stesso tipo di passione quando scrisse “l’anima mia anela
a Te; ed è a questa passione che anche noi dobbiamo ispirarci; una passione
per Dio che si esprime col leggere la Sua Parola, pensare a Lui in ogni momento,
parlare con Lui, parlare agli altri di Lui, aspettare con gioia i momenti di
comunione con la Sua chiesa. Torniamo al primo amore, a quel fuoco che riscaldò
i nostri cuori al momento della conversione, e uniamo la nostra voce a quella
del salmista. m.m.
Lunedì 5 Dicembre 2011
“DOMANDATE E NON RICEVETE, PERCHÉ DOMANDATE MALE PER SPENDERE NEI
VOSTRI PIACERI”. (Giacomo 4:3)
Un nostro grande problema è senz’altro l’egoismo: ci piace
una cosa, la vogliamo e di solito facciamo di tutto per ottenerla. Penso che
ci siano almeno due verità da considerare quando preghiamo. Prima di
tutto per ottenerla. Penso che ci siano almeno due verità da considerare
quando preghiamo. Prima di tutto, dobbiamo pregare solo Dio e nessun altro,
altrimenti le nostre richieste non oltrepasseranno neanche il soffitto della
nostra “cameretta”. Secondo, dobbiamo analizzare la nostra richiesta
affinché non sia egoista e imparare ad aspettare fiduciosi la risposta.
Dio risponde sempre, sta a noi capire come e quando. A volte lo fa in un modo
completamente diverso da come noi pensiamo o immaginiamo, ma dobbiamo imparare
che è la risposta migliore: per quel momento, per quella circostanza…
per noi! Questa è una lezione sempre attuale per la mia vita. Il Signore
ci ama. Lui sa e vuole che riceviamo solo il nostro vero bene! b.s.
Martedì 6 Dicembre 2011
“IN PACE MI CORICHERÒ E IN PACE DORMIRÒ”. (Salmo 4:8)
Sono tante le ragioni che possono rendere le notti insonni: età, malattie,
problemi finanziari, difficoltà nei rapporti interpersonali. Per questo
motivo trovo il versetto di oggi attuale e incoraggiante. Gesù disse
con chiarezza che nella vita avremmo incontrato “tribolazioni”,
ma fece anche una bella promessa: “Vi do la Mia pace”. La pace non
è assenza di problemi, ma deriva dalla consapevolezza che questi sono
sotto il controllo di Dio. Se durante una veglia ci concentriamo sulle nostre
difficoltà, probabilmente ci sembreranno ancora più grandi e insormontabili,
ma se riportiamo alla mente le volte che il Signore ci ha aiutato (versetto
1), ritroveremo la serenità di cui abbiamo bisogno. Le ore della notte
possono diventare preziosi momenti di riflessione e di preghiera. “Sui
vostri letti ragionate in cuor vostro e tacete” (versetto 4). o.t.
Mercoledì 7 Dicembre 2011
“TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DEL DIO VIVENTE”. (Matteo 16:16)
Che bella dichiarazione di fede! La fece l’apostolo Pietro alla domanda
di Gesù: “Cosa dice la gente che Io sia?”. E CHI È
GESÙ PER TE? Se credi che Gesù è stato un bravo uomo che
ci ha lasciato un bel esempio da seguire e che è morto da martire, sei
sulla strada sbagliata, perché Egli non è un uomo qualsiasi, ma
è il Cristo, cioè il Messia, l’Unto scelto da Dio per salvarci
della perdizione eterna conseguente al nostro stato peccaminoso. Gesù
è Dio stesso che prese un corpo umano per manifestare il carattere del
Padre sulla terra e per risolvere una volta per tutte la questione del peccato
davanti alla santità e alla giustizia di Dio mediante il sacrificio di
Sé stesso sulla croce. Non basta credere che Gesù è morto
sulla croce… questa è storia documentata a cui chiunque può
credere. Devi credere che la Sua morte è per te personalmente: questa
è salvezza che Dio dona di diritto ai Suoi figli. r.b.
Giovedì 8 Dicembre 2011
“CRISTO È L’IMMAGINE DI DIO”. (2 Corinzi 4:4)
Il bisogno di rappresentare tramite immagini la divinità è primordiale.
Se abbiamo dipinti, affreschi, sculture e monumenti di valore inestimabile ciò
dipende da questo anelito che, da sempre uomini di ogni latitudine hanno sentito
dentro di loro. Noi siamo stati creati ad immagine di Dio! C’è
chi ha adorato e adora immagini di animali, chi il sole e la luna, chi ha provato
a rappresentare Dio e poi Gesù, generalmente appena nato nella mangiatoia
o in croce. Non so se in Italia la più rappresentata sia Maria o Padre
Pio. La nostra società poi, è diventata la società dell’immagine:
esisto e ho un valore se mi vedono in televisione, sul cellulare, su facebook.
Se la mia immagine “gira” allora sono qualcuno. Il culto dell’immagine
è tutto questo e molto di più. Forse è buono ricordare
che Gesù camminò per un tempo su questa terra, non sappiamo di
che colore avesse gli occhi o i capelli o la pelle, sappiamo però che
alcuni dei Suoi contemporanei Lo riconobbero per quello che è: Dio. E
la nostra adorazione e devozione deve essere rivolta solo a Lui e a nessun altro.
a.m.
Venerdì 9 Dicembre 2011
“NOI ASPETTIAMO L’ETERNO, EGLI È IL NOSTRO AIUTO E IL NOSTRO
SCUDO”. (Salmo 33:20)
L’umanità è al collasso ed è in perenne attesa di
qualcosa o di qualcuno che sani tutte le sue ferite e doni, finalmente, pace
e prosperità a tutti. Verso chi volgere le proprie speranze? Sul pianeta
si alternano personaggi più o meno affidabili, ognuno dei quali assicura
di avere la soluzione pronta in tasca, ingannandosi ed ingannando miliardi di
persone. La storia infatti insegna che le soluzioni dell’uomo hanno sempre
avuto una costante: il fallimento. L’uomo non sarà mai in grado
di risolvere i suoi veri problemi. “Se grida per le molte oppressioni,
si alzano lamenti per la violenza dei grandi; ma nessuno dice: «Dov’è
Dio, il mio Creatore»” (Giobbe 35:9-10). Già D>io il Creatore;
gli uomini sono pronti a seguire l’ultimo dei ciarlatani, piuttosto che
Dio. Dio, però, è l’unico vero aiuto per l’uomo, perché
conosce l’origine di tutto il suo malessere: il peccato, e Lui solo ha
la soluzione per sconfiggerlo definitivamente: Gesù Cristo. Davide ha
fatto la scelta giusta: si è affidato completamente a Dio. Facciamo anche
noi allo stesso modo! d.p.
Sabato 10 Dicembre 2011
“IO SONO L’ETERNO, COLUI CHE TI GUARISCE”. (Esodo 15:26)
La Bibbia è piena di racconti di guarigioni fisiche miracolose. Morti
risuscitati, malati sanati, indemoniati liberati e guariti. Oggi, se vuole,
Dio guarisce ancora chi è malato fisicamente, ma, di solito, usa dottori
e medicine. Non ha mai fatto e non fa miracoli inutili o per farsi pubblicità.
Quello che invece continua a fare (e che solo Lui può fare) è
guarire i mali spirituali. Ci guarisce dalla malattia del peccato, con cui tutti
nasciamo, se ci rendiamo conto di essere senza speranza, come i malati terminali,
se ci pentiamo del male che abbiamo fatto e ci affidiamo a Cristo come unica
fonte di salvezza. Allora la guarigione penetra fino alle parti più profonde
del nostro essere e ci fa sentire, come mi ha detto uno dei nostri figli quando
ha chiesto a Gesù di salvarlo, “bello e pulito dentro”. Ed
è proprio così. m.t.s.
Domenica 11 Dicembre 2011
“IL POPOLO CHE MI SONO FORMATO PROCLAMERÀ LE MIE LODI”. (Isaia
43:21)
Solitamente, i genitori, pur con tutti loro limiti, si impegnano a dare il meglio
ai propri figli, sacrificando tempo, denaro ed energie. È triste, perciò,
quando i figli non riconoscono tutto il bene ricevuto. Il versetto di oggi parla
di come Israele, che Dio aveva scelto come Suo popolo, avrebbe reagito di fronte
alle cose grandiose fatte da Dio in suo favore. Si potrebbe pensare che la frase
succitata appartenga a una persona egocentrica, che fa le cose per un proprio
tornaconto. Ma non è così: essa parla di Colui che ha creato il
mondo e l’universo intero, e che interviene in favore del Suo popolo anche
quando esso mostra ingratitudine nei Suoi confronti. Nella Sua grande bontà,
Dio fa del bene anche a chi non è figlio Suo: ma chi Gli appartiene riceve
sicuramente un’attenzione tutta particolare e non sarà mai abbandonato
da Lui. h.p.
Lunedì 12 Dicembre 2011
“COME GIUSTIFICARCI? DIO HA SCOPERTO LA COLPA”. (Genesi 44:16)
Immaginiamo una scena come questa. Vado a prendere la mia macchina sotto casa
e non la trovo più. Qualche ora dopo la ritrovo nei paraggi. Evidentemente
qualcuno me l’ha presa per usarla temporaneamente. Qualche giorno dopo
mi arriva una multa per eccesso di velocità. Vado all’ufficio apposito
e spiego la cosa. Dico di non essere stato io a commettere l’infrazione,
ma il temporaneo ladro. Quelli non mi credono: dicono che devo pagare. A me
però non sembra giusto che io debba pagare per la colpa di un altro e
lo faccio presente con insistenza all’impiegato. Alla fine lui mi chiede:
“Ma lei, non li ha mai superati i limiti di velocità?”. A
fatica ammetto che sì, più di una volta li ho superati. “E
la polizia l’ha mai fermato?” “No, mai”. “Allora
paghi. La giustizia non ne soffrirà, anzi, verrà solo parzialmente
soddisfatta”. E davanti a Dio “come potremo giustificarci?”.
L’unico modo è poter ripetere con l’apostolo Paolo: “Giustificati
per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore”.
(Romani 5:1). m.c.
Martedì 13 Dicembre 2011
“TRAMITE GESÙ CRISTO ABBIAMO RICEVUTO LA RICONCILIAZIONE”.
(Romani 5:11)
Con le parole del versetto di oggi l’apostolo Paolo autore della lettera
ai Romani, sintetizza mirabilmente il cuore del messaggio evangelico di salvezza.
Gli uomini, separati da Dio in quanto peccatori, possono ricevere la riconciliazione
con Dio in virtù dell’opera redentrice di Cristo che, morendo sulla
croce, ha pagato di persona il prezzo che noi avremmo dovuto pagare. Ha subito
Lui la condanna che il peccato ci aveva fatto meritare, è morto al posto
nostro permettendo ora a noi di essere riconciliati con Dio, cioè di
ricevere il perdono dei peccati, avendo perciò libero accesso alla vita
eterna. Tutto ciò è automatico? No, la salvezza e la riconciliazione
che ci vengono offerte devono essere accettate e segni di accettazione sono
la fede pura e semplice in Cristo e l’adesione gioiosa alla volontà
di Dio. f.a.
Mercoledì 14 Dicembre 2011
“NON È TORNATA A ME CON TUTTO IL SUO CUORE, MA CON FINZIONE, DICE
L’ETERNO”. (Geremia 3:10)
Questo versetto parla di ravvedimento, o meglio di falso ravvedimento. Di cosa
si tratta? Ravvedersi significa rivalutare le proprie azioni, intenzioni, scelte,
sentimenti… e riconoscere che stanno andando nella direzione opposta a
quella di Dio, cioè non sono secondo la Sua volontà. Non basta.
Dopo aver riconosciuto di aver peccato, ci sono due possibilità tra cui
scegliere: pentirsi e fare marcia indietro oppure continuare per quella strada.
Restare fermi è impossibile: significa rimanere sulla strada che Dio
non gradisce e che si trova lontano da Lui. Tornare a Dio significa proprio
lasciare tutto ciò che Dio ci ha fatto capire che è sbagliato
e iniziare a vivere nel modo in cui Egli vuole. Nel mezzo di tutto questo c’è
il perdono che l’uomo pentito chiede a Dio che Dio nella Sua misericordia
gli concede togliendogli il peso degli sbagli del passato. Se ti ravvedi Dio
lo farà anche con te! Abbi fede! Egli è il Dio dei nuovi inizi!
e.s.
Giovedì 15 Dicembre 2011
“INSEGNACI A CONTAR BENE I NOSTRI GIORNI, PER ACQUISTARE UN CUORE SAGGIO”.
(Salmo 90:12)
È saggio, visto che la nostra vita è così breve e passa
in un attimo, chiedere a Dio di insegnarci a valorizzare il nostro tempo, a
non sprecarlo per fare cose che non hanno alcun valore, a trarre vantaggio da
ogni opportunità senza lasciarcela sfuggire. È saggio dare a Dio
una giusta porzione del nostro tempo, riservandone una parte per leggere e riflettere
sulla Sua Parola, la Bibbia, e per pregare. È saggio fare di Dio la nostra
guida, affinché Egli ci mostri come fare uso di questo bene prezioso
che è la vita. Indipendentemente da Lui ogni nostro desiderio di usare
bene il nostro tempo è vano. Al contrario, se la nostra anima cammina
in comunione con Dio ed è Lui a determinare le nostre azioni, le nostre
giornate acquisteranno un grande valore, perché saranno spese bene e
porteranno frutto non solo in questa vita, ma anche per l’eternità.
g.f.r.
Venerdì 16 Dicembre 2011
“IL SIGNORE GRADISCE FORSE I SACRIFICI QUANTO L’UBBIDIRE ALLA SUA
VOCE?”. (1 Samuele 15:22)
Il versetto di oggi continua così: No, l’ubbidire è meglio
del sacrificio, dare ascolto vale più che il grasso dei montoni”.
Dio giudicò il re Saul, che aveva disubbidito ai Suoi ordini e poi aveva
cercato di giustificare il suo peccato offrendo dei sacrifici di animali. Anche
oggi vi sono tante persone che fanno sacrifici, opere buone, penitenze, pellegrinaggi,
ma non sanno forse che la cosa migliore che possiamo fare per piacere a Dio
è credere in Lui e ubbidire alla Sua Parola. Credere significa prendere
Dio in parla e seguirLo. Si racconta di un giovane missionario che Dio usò
molto per la salvezza di tante persone. Una mattina presto fu trovato da un
suo amico mentre leggeva la Bibbia nella sua camera e la sottolineava con cura.
“Che cosa stai facendo a questa ora?”, gli chiese l’amico.
La risposta fu molto forte: “Sto percorrendo tutta la Bibbia per essere
sicuro di non dimenticare nessuno dei suoi comandamenti”. Il vero cristiano
serve e ubbidisce al Signore, spinto dall’amore e dalla riconoscenza.
p.d.n.
Sabato 17 Dicembre 2011
“IL POPOLO CHE CAMMINAVA NELLE TENEBRE, VIDE UNA GRAN LUCE”. (Isaia
9:1)
Il vangelo di Matteo cita precisamente questo passo di Isaia applicandolo alla
persona di Gesù (Matteo 4:16). La prima interpretazione da dare, dunque,
è di carattere storico. Il “popolo che camminava nelle tenebre”
è Israele e la “gran luce” è il suo Messia. Nelle
tenebre però non c’è solo Israele, ma tutto il mondo, e
sul piano politico sia l’uno che l’altro hanno respinto la Luce,
scegliendo di rimanere nelle tenebre. Per questo il mondo continua ad andare
così male. Ma Dio ha permesso questo rifiuto storico affinché
rimanesse aperta la possibilità individuale di “prendere posizione”,
cioè di rispondere alla precisa domanda: “Chi credi tu che sia
Gesù di Nazaret?” Se credi davvero che Gesù è “la
Luce che illumina ogni uomo” (Giovanni 1:9) permetterai a questa luce
di illuminare il tuo stato di peccato, ed essa ti convincerà della verità
della promessa di Dio: “…a tutti quelli che L’hanno ricevuto
Egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio: a quelli cioè, che
credono nel Suo nome” (Giovanni 1:12). m.c.
Domenica 18 Dicembre 2011
“FEDELE È DIO DAL QUALE SIETE STATI CHIAMATI ALLA COMUNIONE DEL
FIGLIO SUO GESÙ CRISTO”. (1 Corinzi 1:9)
Molte volte, nel mio rapporto di comunione con Dio, riconosco di non essere
all’altezza dei compiti che mi vengono affidati. Vorrei piacerGli di più
e con maggiore fedeltà. Spesso ho pregato il mio Dio dicendo: “Signore,
da oggi, voglio servirTi come Tu desideri”. Quali sono stati i risultati
di una tale richiesta? Aimè, ho sperimentato sulla mia pelle l’incapacità
di ripagare in modo adeguato quello che il Signore ha fatto per me. Qualcuno
forse si sta chiedendo: “Dio è adirato, è inaccessibile
o è pronto a infliggere le Sue punizioni dal cielo?”. Niente affatto!
La Bibbia attesta, come viene ribadito in questo versetto, che il Signore rimane
fedele anche quando i Suoi figli non lo sono. Questa preziosa verità
mi ha fatto ripensare con maggiore sensibilità all’immensità
dell’amore di Dio per i perduti. Non solo il Signore chiama a Sé
i peccatori affinché si ravvedono e si convertano a Cristo, ma li rende
anche capaci di entrare nella Sua comunione per godere già qui sulla
terra molte benedizioni del cielo. La domanda veramente importante che dovresti
porti è questa: sei diventato davvero un Suo figlio? s.v.
Lunedì 19 Dicembre 2011
“SIGNORE, SE VUOI, TU PUOI SANARMI”. (Matteo 8:2)
Un lebbroso pronunciò queste parole dirette a Gesù egli conosceva
la Sua fama e probabilmente aveva realizzato nel suo cuore che Egli era Dio.
Se leggi il brano per intero, vedrai che spiega molto bene quali sono le tappe
per avere un incontro con Gesù. Innanzitutto c’è scritto
che il lebbroso andò da Gesù. La cosa che Dio desidera più
di tutte è l’incontro personale con Lui, per condividere momenti
di comunione. Quando l’hai incontrato l’ultima volta? La seconda
tappa del lebbroso è l’adorazione. L’uomo non si perde in
sterili lamenti di commiserazione per il suo stato di malato e reietto dalla
società in cui viveva, ma prende del tempo per adorare Gesù. Quand’è
l’ultima volta che l’hai adorato per chi Egli è? Infine,
dopo aver incontro Gesù e dopo averLo adorato realizza che Egli può
davvero tutto se vuole. Il lebbroso è fiducioso nel sottomettersi alla
Sua volontà, chiedendo la guarigione. Gesù lo sana. Ogni volta
che chiedi a Dio di agire, ricordati queste tappe: comunione, adorazione e poi
azione. m.f.
Martedì 20 Dicembre 2011
“VENITE, TORNIAMO ALL’ETERNO, PERCHÉ EGLI HA PERCOSSO, MA
CI FASCERÀ”. (Osea 6:1)
Queste sono le parole che il popolo d’Israele dirà in un tempo
di ravvedimento futuro. Riconosceranno di essersi allontanati dal Signore, l’Eterno.
Riconosceranno che le sciagure che li hanno colpiti erano un giudizio del Signore.
Ma soprattutto capiranno che è molto meglio stare dalla parte del Signore,
perché, quand’anche Egli “ci ha percosso”, pure “ci
fascerà”. Parole simili le troviamo anche nella bocca del “figlio
prodigo”. L’evangelista Luca ci racconta: “Allora, rientrato
in sé, disse: «Quanti servi di mio padre hanno pane in abbondanza
e io qui muoio di fame! Io mi alzerò e andrò da mio padre»”.
(Luca 15:17,18). Anche queste parole illustrano quanto sia meglio vivere in
armonia col Signore. Capiamo dunque che il ravvedimento, secondo la Scrittura,
non è il soccombere del più debole (l’uomo) davanti alla
legge del più forte (Dio), ma prendere coscienza di quella perdita che
realmente esiste quando si vive lontani da Dio. Paradossalmente, ravvedersi
vuol dire scorgere, anche quando Dio ci giudica, “la bontà di Dio”
che “ti spinge al ravvedimento” (Romani 2:4). t.m.
Mercoledì 21 Dicembre 2011
“O ETERNO, TU MI HAI TRATTO DAL GREMBO DI MIA MADRE”. (Salmo 71:6)
La vita è un dono di Dio. Tutto quello che ha vita in sé è
un dono di Dio e l’uomo e la donna lo sono in maniera speciale. Davide
lo sapeva! Certamente pensiamo ai nostri genitori che ci hanno dato la vita
con affetto, amore, ma il nostro pensiero deve andare ancora più in alto,
a Colui che è il vero donatore di vita. È come se ci avesse letteralmente
fatti nascere con le Sue proprie mani. Pensando a questo, il mio cuore non può
fare altro che commuoversi: le mani di Dio che mi hanno tratto dal grembo di
mia madre… Non solo un’ostetrica specializzata, ma Dio stesso senza
il Quale nulla sarebbe possibile. Eppure quanta poca considerazione c’è
oggi della vita. Da un lato, un’esagerata cura dell’apparire, ma
dall’altro un totale disprezzo del vero valore della vita. Ma la termine
di questa vita fisica Dio ce ne chiederà conto. Come usiamo e apprezziamo
ciò che Egli ci ha donato? Soprattutto ci preoccupiamo di conoscere quali
siano i Suoi pensieri verso di noi? “Io so i pensieri che medito per voi,
dice il Signore, pensieri di pace e non di male, per darvi un avvenire e una
speranza” (Geremia 29:11). w.g.
Giovedì 22 Dicembre 2011
“ECCO IL SIGNORE, DIO, VIENE CON POTENZA, CON IL SUO BRACCIO EGLI DOMINA”.
(Isaia 40:10)
Dio ha guidato i Suoi profeti ad annunciare agli uomini la Sua venuta nel mondo
con potenza per esercitare un pieno dominio su di loro. Le pagine della Bibbia
– e quelle del profeta Isaia in modo particolare – e sono ricche
di testi che fanno riferimento a questo straordinario avvenimento futuro. Dio
scenderà di nuovo sulla terra, nella persona del Suo Figlio, per regnare.
Le stesse pagine ci indicano in quale modo possiamo prepararci a questo evento.
Possiamo scegliere di essere fra coloro che il Figlio di Dio dominerà
“con verga di ferro”, cioè che saranno costretti con la forza
a piegare le loro ginocchia davanti a Lui e a esserGli sottomessi. Oppure possiamo
scegliere di essere fra coloro che, avendoLo già eletto come Signore
e Salvatore della loro vita, piegheranno le loro ginocchia con gioia e vedranno
realizzarsi la promessa di regnare con Lui. p.m.
Venerdì 23 Dicembre 2011
“GLORIA A DIO NEI LUOGHI ALTISSIMI E PACE IN TERRA AGLI UOMINI CHE EGLI
GRADISCE!”. (Luca 2:14)
Sono convinto che molti sanno chi pronunciò questa frase. Sono infatti
parole di un canto celestiale rivolto ai terrestri. È un inno di benedizione
che giunge non ai grandi o ai potenti di questo mondo, ma a chi quelle parole
sa come accoglierle e riceverle nel cuore: gli umili. A quelli Dio dà
pace. Sono queste le persone che Dio gradisce. Mentre il coro angelico si fa
sempre più potente, come un maestoso crescendo di una paradisiaca sinfonia,
ad ascoltarlo ci sono dei pastori nel buio della notte. Questi umili uomini
vivono un momento eccezionale e unico: vedono un angelo del Signore; ascoltando
la lauda dell’esercito celeste; ma soprattutto vengono a sapere della
notizia più bella e più importante di tutta la storia dell’umanità:
la nascita del Salvatore! A questo punto cosa fanno i pastori? Vanno in fretta
a vedere l’adempimento di queste parole. Quella notte cambiò la
loro vita! Hanno incontrato Gesù, il Salvatore del mondo. e.m.
Sabato 24 Dicembre 2011
“DIO HA ATTUATO IL DISEGNO ETERNO MEDIANTE IL NOSTRO SIGNORE, CRISTO GESÙ”.
(Efesini 3:10,11)
Per la cristianità in generale stanotte si festeggia la nascita di Gesù
Cristo. Non voglio soffermarmi sulla reale data di nascita, ma una cosa è
certa: tutta la cristianità afferma che in un dato momento della storia
Gesù Cristo è nato: il Figlio di Dio è venuto nel mondo!
La Sua nascita era già stabilita nei disegni divini; la Sua venuta era
necessaria, altrimenti nessun uomo avrebbe potuto avere una possibilità
di salvare la propria anima dall’inferno. Il solo mezzo in grado di salvare
l’uomo era rappresentato da Gesù! Ci deve far riflettere quanto
sia stato grande l’amore di Dio per la Sua creatura, l’uomo. Dio
non si è rassegnato dopo la sua caduta nel peccato! Ha cercato una strada
per riconciliarlo con Lui. E la risposta al dilemma del peccato è venuto
dall’unico in grado di farlo: Gesù Cristo. Lode a Lui che non ci
ha lasciati in balìa del nostro peccato, ma ci ha offerto una strada!
p.p.
Domenica 25 Dicembre 2011
“IO SONO VENUTO A CHIAMARE I PECCATORI A RAVVEDIMENTO”. (Luca 5:32)
Gesù, l’Eterno Figlio di Dio, si è fatto uomo ed è
venuto tra noi. L’incarnazione che tutti gli anni è ricordata e
celebrata nella cristianità in questo periodo, è il fatto più
straordinario e significativo della storia umana. È l’atto d’amore
di Dio che non dovrebbe mai cessare di suscitare ammirazione e riconoscenza.
Dio è venuto tra noi. Lo abbiamo potuto vedere, toccare, ascoltare. La
Sua Parola e il Suo insegnamento sono di una bellezza e di una profondità
incomparabili. In una celeberrima parabola, quella del figlio prodigo, raccontata
nel Vangelo di Luca, si parla di un giovane che, dopo aver dissipato senza ritegno
l’eredità del padre e dopo essersi abbandonato alla dissolutezza,
rientra in sé (Luca 15:17), cioè prende coscienza della sua posizione,
della qualità delle sue scelte; si rende conto che la sua vita è
vuota, sulla china della disperazione. Allora decide di fermarsi e tornare indietro
verso la casa del padre. Gesù è venuto proprio perché coloro
che si riconoscono peccatori rientrino in sé e tornino pentiti alla casa
del Padre per ottenere perdono e salvezza. g.b.
Lunedì 26 Dicembre 2011
“GESÙ HA FATTO OGNI COSA BENE”. (Marco 7:37)
Recentemente è stata pubblicata la biografia di Henri Dunant, l’uomo
che, commosso dalle sofferenze dei feriti sul campo di battaglia di Solforino,
ha dedicato tutte le sue energie a fondare la Croce Rossa, riuscendo a portare
a livello mondiale, anche negli orrori delle guerre, uno spirito nuovo di compassione
e di rispetto per chi soffre. Mi ha molto stupito però che un uomo di
tale valore ha commesso nella sua vita un sacco di pasticci: ha agito disavvedutamente,
è fallito, ha dovuto scappare per sfuggire ai creditori. E non è
il solo: quanti altri grandi hanno avuto degli scheletri nell’armadio!
Ho subito pensato a Gesù e mi è venuto spontaneo tentare un confronto:
Gesù non si è mai ricreduto, non ha mai dovuto pentirsi, scusarsi,
riconoscere di avere sbagliato, non ha mai avuto nulla da nascondere anche di
fronte ai più scaltri e spietati oppositori. È venuto come perfetto
e umile Servitore, ma ha saputo tenere alta la Sua dignità e la Sua gloria.
Frughiamo pure tra le pieghe della storia: un uomo come Lui non si è
mai visto. Veramente “Gesù ha fatto ogni cosa bene”: questo
è il nostro Salvatore e Signore. l.p.
Martedì 27 Dicembre 2011
“VOI, CHE VI TENESTE STRETTI AL SIGNORE, SIETE OGGI TUTTI IN VITA”.
(Deuteronomio 4:4)
Mosè sta ricordando a Israele quello che era avvenuto in un dato momento
della loro traversata del deserto verso la terra promessa. Il popolo, non tenendo
conto dell’idolatria dei popoli circostanti e nemmeno dell’espresso
rigore di Dio nel giudicare severamente ogni forma religiosa idolatrica, aveva
peccato contro l’Eterno dandosi a passioni infami, partecipando ai sacrifici
offerti al dio “Bahal” e prostrandosi per adorarlo (Numeri cap.
25). L’ira di Dio si accese contro di loro e in un solo giorno morirono
24.000 persone colpite da un flagello, mentre la vita fu risparmiata a tutti
gli altri perché si tennero stretti al Signore. È vero ancora
oggi che coloro i quali si arrendono a Cristo, riconoscendoLo come Signore e
Salvatore, sono liberati dall’ira a venire. Gesù dice: “Chi
ascolta la Mia Parola e crede a Colui che Mi ha mandato, ha vita eterna, e non
viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita”. s.g.
Mercoledì 28 Dicembre 2011
“NON SI TROVI IN MEZZO A TE CHI ESERCITA LA DIVINAZIONE, NÉ ASTROLOGO,
NÉ CHI PREDICE IL FUTURO… PERCHÉ L’ETERNO DETESTA
CHIUNQUE FA QUESTE COSE”. (Deuteronomio 18:10-12)
Oggi, come non mai, l’astrologia in generale influenza la nostra società,
e pure in un’epoca iper tecnologica e razionalistica, non conosce crisi!
Perché? Fondamentalmente perché nessuno è contento dello
stato in cui vive e tutti sperano in un futuro migliore. Ma Dio detesta chi
si appoggia a queste cose. Perché? Perché dimentichiamo che Dio
regna sugli eventi di ognuno di noi ed è inutile cercare delle soluzioni
a dei piani già stabiliti nei cieli. Dimentichiamo che siamo dei viandanti
destinati a un futuro eterno ben più importante. Dio nasconde agli uomini
il proprio ben più importante. Dio nasconde agli uomini il proprio futuro
perché vuole che viviamo per fede, considerando tutto ciò che
ci accade come un’occasione per riflettere sulla precarietà di
questa vita, da una parte, e sul fatto che c’è qualcosa di molto
migliore dall’altra parte: la vita eterna con Lui! Cari amici, nel mondo
c’è un detto: “Chi si ferma è perduto”, ma io
vi dico che è perduto chi non si ferma per riflettere sul senso reale
della vita. Fermati e considera che oltre questa esistenza c’è
la vera vita: soddisfacente, gloriosa, durevole, senza sorprese. p.p.
Giovedì 29 Dicembre 2011
“LA GRAZIA DEL SIGNORE GESÙCRISTO E L’AMORE DI DIO E LA COMUNIONE
DELLO SPIRITO SANTO SIANO CON TUTTI VOI”. (2 Corinzi 13:13)
In poche parole questa frase significa: l’Eterno sia con voi. Che meravigliosa
preghiera di benedizione. Le tre divine Persone della Trinità sono la
fonte di questa salutare compagnia. Grazia. Gesù è Colui che ha
abitato per un tempo su questa terra, pieno di grazia. Chiunque crede in Lui
riceve grazia su grazia (Giovanni 1:14-17). Che magnifica parola: esprime la
salvezza eterna che il credente riceve in dono dall’Eterno attraverso
il sacrificio di Gesù (Romani 5:15). Amore. Concetto più soave
non esiste. Dio è amore (1 Giovanni 4:16). Che bello sapere che il Creatore
ha un cuore pieno di amore. Questo amore così grande si è spiegato
a favore di tutti attraverso la morte di Gesù (Romani 5:8). Comunione.
Lo Spirito Santo crea la comunione tra quelli che hanno ricevuto la grazia che
scaturisce dall’amore divino. Ai credenti spetta realizzare la comunione.
Che questa frase ti accompagni sempre! È la mia preghiera per te. e.m.
Venerdì 30 Dicembre 2011
“SIGNORE, SONO INDEGNO DI TUTTA LA BENEVOLENZA CHE HAI USATO VERSO IL
TUO SERVO”. (Genesi 32:10)
Con queste parole Giacobbe cambia il proprio atteggiamento verso Dio. Capisce
che il Signore è stato buono con lui, anche quando cercava di ottenere
tutto con la propria abilità e persino con l’inganno, e riconosce
la fedeltà del Signore nel mantenere puntualmente le Sue promesse. Nessuno
di noi, così come questo personaggio del passato, ha dei meriti tali
da poter accampare diritti o pretese, ma tutto ciò che abbiamo è
solo il risultato della grazia di Dio. Dobbiamo riconoscere la nostra indegnità
e apprezzare la benevolenza del Signore. A volte invece, per orgoglio, riteniamo
che tutto ci sia dovuto oppure, per invidia, vediamo solo i benefici ottenuti
dagli altri. Ciò che ha veramente valore per la nostra vita non è
un elenco più o meno lungo di benedizioni materiali o spirituali, ma
è importante ciò che siamo in grado di apprezzare di quello che
Dio ci dona. Possiamo oggi imparare che non è mai la nostra forza quella
che ci aiuta, ma è il Signore stesso che porta a buon fine il Suo scopo,
perché è sempre fedele e mantiene le Sue promesse. s.p.
Sabato 31 Dicembre 2011
“ECCO, IO VENGO PRESTO, IO SONO L’ALFA E L’OMEGA, IL PRIMO
E L’ULTIMO”. (Apocalisse 22:12,13)
La Bibbia è la Parola ispirata di Dio. Dio spiritualmente guidò
ogni scrittore biblico nella stesura del testo sacro. Non troviamo in essa contraddizioni
e tutto ciò che fu predetto tramite la Parola ispirata si è avverato,
sia per il bene sia per il male dell’umanità di ogni tempo. Quando
giungiamo a leggere il libro dell’Apocalisse, l’ultimo della Parola
di Dio (cioè la Bibbia), dobbiamo sapere che Dio ha parlato e che tutto
il Suo consiglio è stato annunciato. Ora Gesù ci dice che presto
ritornerà, e che sarà trovato beato colui che ha serbato nel suo
cuore le Sue parole. Perché quando il Signore Gesù ritornerà,
ricompenserà ciascuno secondo quella che sarà stata l’opera
sua. La speranza del ritorno di Cristo sostiene la vita di ogni credente che
attende la promessa del Signore Gesù… “Io vado a prepararvi
un luogo… poi tornerò e vi accoglierò presso di Me”
(Giovanni 14:2-3). Un anno è finito e un nuovo anno sta per iniziare.
Gesù è l’Inizio e la Fine. Egli ritornerà presto…
tu Lo stai aspettando? s.b.
UNA RIFLESSIONE FINALE
Dopo quello che hai letto questo anno, forse senti il peso dei tuoi peccati
e hai il desiderio di essere perdonato e di dare la tua vita a Gesù Cristo,
ma non sai come farlo. Allora fermati qualche minuto proprio ora e prega così:
“Signore Gesù, so di essere un peccatore e mi dispiace per i peccati
che ho commesso col pensiero, a parole e fatti. Mi pento e Ti chiedo sinceramente
perdono. Grazie che sei morto sulla Croce e hai pagato per me la giusta punizione
che avrei dovuto subire io. Ti chiedo di entrare nella mia vita in questo momento
e di essere il mio Salvatore, il mio Signore e il mio Amico. Riempimi del Tuo
Spirito e aiutami da ora in avanti a seguirTi e a ubbidire alla Tua Parola.
Grazie, Signore Gesù, Amen”. Se ti sei rivolto così a Dio
prendendo la decisione di seguirLo, ti incoraggiamo a scriverci per testimoniare
di aver fatto questo passo. Vogliamo aiutarti a crescere nella fede e magari
metterti in contatto con credenti nella tua città che hanno fatto questo
passo. Oppure possiamo mandarti altro materiale. In attesa di tue notizie tu
salutiamo e, Buon Anno nel Signore!
VI AUGURIAMO UN FELICE ANNO NUOVO 2012
CALENDARIO 2010
Cara lettrice, caro lettore,
un nuovo anno è iniziato. Ti auguriamo che tu possa essere benedetto
dal Signore Gesù Cristo e scoprire quanto Egli ti ama. Questo calendario
ha lo scopo di portarti il messaggio della Bibbia che ti incoraggiamo a meditare
quotidianamente. Preghiamo che in quest’anno tu comprenda l’unicità
di Gesù Cristo e quanto Egli ha fatto per te quando ha sparso il Suo
sangue per aprirti la strada a Dio. Ricorda: il messaggio della Bibbia produce
fede, pace e speranza e dà la comprensione dei pensieri di Dio! Pertanto,
se seguirai il riferimento biblico quotidiano, che ti porterà attraverso
tutto il Nuovo Testamento in un anno, ne avrai gran beneficio! Puoi anche ascoltare
uno studio sistematico dell’intera Bibbia via Radio – telefona alla
CRC: Tel. 0362-245400 o consulta il sito www.bibbia.it Oppure puoi ascoltare
l’emittente cristiana live: www.radiorisposta.org
CHIESA EVANGELICA (TRIESTE). Via della Madonnina n.43 Questo calendario è
gratuito, a chi interessa averlo, per gli interessati rivolgersi alla Chiesa.
Cell. 333-5250511 (Matteo)
Possa il Signore parlare al tuo cuore e spingerti a ricercare la Sua presenza
tutti giorni.
Venerdì 1 Gennaio 2010
“IL SIGNORE TI SIA PROPIZIO”. (Numeri 6:24)
Non credo ci siano parole migliori di queste per cominciare un nuovo anno: “Il
Signore ti sia propizio”, cioè “il Signore sia dalla tua
parte” o “…ti guardi con favore”. In un mondo in cui
è diventato sempre più difficile vivere e che non fa altro che
deluderci con notizie sconfortanti, questa buona parola tratta dalla Bibbia
sembra un’oasi in mezzo al deserto. “Davvero ciò si concretizzerà
per me?”, “Davvero il Signore si occuperà di me e mi benedirà?”.
Vedo molte persone porsi questi interrogativi con la prospettiva, terribile,
di vivere l’ennesima delusione. Aspetta prima di giungere a conclusioni
affrettate. Ascolta quello che dice la Parola del Signore in un altro versetto:
“Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e vengano alla conoscenza
della verità” (1 Timoteo 2:4). “Dio vuole”, capisci?
A partire da oggi, dunque, 365 riflessioni bibliche ti accompagneranno a comprendere
meglio la volontà di Dio per la tua vita. Egli, come abbiamo visto, vuole
stare dalla tua parte; e tu, da che parte vuoi stare? s.v.
Sabato 2 Gennaio 2010
“L’ETERNO DISSE: IO SARÒ CON TE”. (Deuteronomio 31:23)
Il problema della solitudine è oggi molto sentito, e, paradossalmente,
ancora di più nelle grandi città dove si vive gomito a gomito
con migliaia di nostri simili. È sempre più difficile stringere
amicizie che siano veramente tali, è sempre più difficile essere
aiutati e compresi nei momenti difficili. È quasi impossibile sentirsi
dire “io sarò con te” quando i problemi sembrano insormontabili.
“Io mi prenderò cura di te, io sarò con te nella prova,
io condividerò il peso della tua paura, lo porteremo assieme, io ti sarò
vicino per aiutarti”. Occorre veramente una persona speciale, un amico
straordinario per sentirsi dire queste cose. Questa persona, questo amico esiste:
è Dio. Le parole del passo di oggi sono rivolte a Giosuè che si
preparava a svolgere un arduo compito, ma valgono anche per noi. Dio ci ha inviato
Gesù, il cui nome è Emmanuele che significa proprio “Dio
con noi”. Dio si è fatto uomo, è morto per i nostri peccati
ed è risorto, non solo per esserci vicino, ma addirittura per vivere
in noi. Lo credi tu? g.b.
Domenica 3 Gennaio 2010
“O ETERNO, INSEGNAMI LA TUA VIA, IO CAMMINERÒ NELLA TUA VERITÀ”.
(Salmo 86:11)
Da qualche giorno è cominciato un nuovo anno. Come te lo immagini: bello
o brutto? Cosa ti aspetti: sorprese o delusioni? Come lo affronti: con serenità
o con ansia? Vuoi viverlo o subirlo? Hai fatto dei progetti o vivi alla giornata?
Ma, soprattutto: ti lascerai guidare da Dio o dal buon senso? Per avere di fronte
un anno bello e pieno di sorprese, un anno da vivere con serenità e con
dei traguardi davanti, segui il sentiero che il Signore ha tracciato nella Sua
Parola e lascia entrare Cristo nella tua vita; scoprirai sempre di più
Sua verità. Ogni giorno potrai dire: “La luce di Dio mi circonda,
l’amore di Dio mi riempie, la potenza di Dio mi protegge, la presenza
di Dio mi accompagna. Dovunque io sia, Dio c’è”. r.b.
Lunedì 4 Gennaio 2010
“SIGNORE, I TUOI OCCHI NON CERCANO FORSE LA FEDELTÀ?” (Geremia
5:3)
La fedeltà è uno degli attributi di Dio. Egli mantiene le promesse,
adempie la Sua Parola, non cambia mai ed è degno della nostra fiducia.
Dio cerca la fedeltà anche dal credente, perché è un aspetto
del frutto dello Spirito Santo (Galati 5:22), una qualità che rende una
persona attendibile, fidata e leale. La fedeltà indica anche sottomissione,
fiducia e ubbidienza a Dio, santità e perseveranza. Siamo chiamati a
essere fedeli a Dio fino alla morte. Il credente fedele mantiene le promesse
fatte a Dio. Cosa abbiamo promesso al Signore quest’anno? Forse ci siamo
impegnati a leggere la Bibbia e a pregare con regolarità. O abbiamo promesso
di servire maggiormente nella nostra comunità. Magari ci siamo impegnati
ad amare il Signore con tutto il cuore e a stabilire le giuste priorità
nella nostra vita. O abbiamo promesso di essere testimoni fedeli sul posto di
lavoro e nella nostra famiglia. Stiamo mantenendo le promesse che abbiamo fatto
a Dio? Ringraziamo il Signore poiché Egli resta sempre fedele, anche
quando noi siamo infedeli. p.d.n.
Martedì 5 Gennaio 2010
“SIATE IMITATORI DI DIO”. (Efesini 5:1)
Un giorno notai un ragazzino che aveva un braccialetto con su scritto la sigla:
“WWJD”. Incuriosita, gli chiesi di spiegarmi il significato. Essendo
mamma di 3 figli al di sotto dei 15 anni, sento la necessità di informarmi
per stare al passo on i tempi e per non rischiare di essere trattata come una
Matusalemme! A quanti fanno fatica ad avere dimestichezza con il linguaggio
tecnologico, do una dritta: SMS,MMS, MP3, WAP, ecc. non sono un idioma alieno,
ma sigle con dei significati precisi. Comprenderti non è di vitale importanza,
ma aiuta a essere considerati dalla generazione tecnologica! Tornando al braccialetto,
“È una sigla che significa What Would Jesus Do”, mi rispose
il ragazzo, “significa: Cosa Farebbe Gesù?” “Dove si
compra?” gli chiesi entusiasta, pensando subito di indossarlo per ricordarmi
in qualsiasi momento che, davanti a ogni scelta o comportamento, posso avere
la possibilità di valutare come si comporterebbe Gesù al posto
mio e agire di conseguenza. m.f.
Mercoledì 6 Gennaio 2010
“NEL GIORNO CHE TI HO INVOCATO TI SEI AVVICINATO”.
(Lamentazioni 3:57)
Un bambino che sia allontana correndo sulle gambe ancora malferme, un minimo
avvallamento del terreno ed ecco la caduta! Con il ginocchio sbucciato arriva
l’invocazione di aiuto: “Mamma, papà, correte!”. Nessun
genitore sarebbe così occupato per girarsi dall’altra parte e non
accorrere subito ad aiutare e consolare il piccolo. Noi siamo adulti, sappiamo
muoverci, siamo consapevoli delle nostre capacità, ma arriva il giorno
in cui gridiamo a Dio, invochiamo quel Dio che abbiamo immaginato sempre lontano
e del tutto indifferente ai nostri bisogni ed Egli si avvicina. Non siamo noi
che facciamo dei passi verso di Lui, ma è Dio, l’Onnipotente, l’Onnisciente
e Creatore di tutto l’universo che sceglie di accorrere in nostro aiuto.
Non ci abbandona a noi stessi, perché Egli aspetta quell’invocazione
di aiuto da parte nostra. a.m.
Giovedì 7 Gennaio 2010
“SE UNO NON È NATO DI NUOVO NON PUÒ VEDERE IL REGNO DI DIO”.
(Giovanni 3:3)
È notte e un uomo si dirige verso la dimora di Gesù. È
Nicodemo, un fariseo, membro del sinedrio, un capo dei giudei, un pezzo grosso
incuriosito dagli avvenimenti legati a Gesù: l’acqua cambiata in
vino, la sua ira nel tempio, quando aveva detto: “Avete fatto della casa
di Mio padre una spelonca di ladroni”. Perciò decide di avere delle
spiegazioni. A questo custode della Legge e della sua osservanza, Gesù
dà la risposta: “SE UNO NON È NATO DI NUOVO non può
vedere il regno di Dio”. Tutto quello che sei, che sai e che fai non ti
serva a niente! Ma cosa significa nascere di nuovo? Nicodemo pensa a una rinascita
fisica, ovviamente impossibile. Allora Gesù chiarisce il concetto: si
tratta di una nascita spirituale e consiste nel riconoscersi peccatore morto
spiritualmente e separato da Dio, ma desideroso di essere con Lui riconciliato
attraverso il sangue di Gesù. Sei nato di nuovo? Se no, è urgente
per te farlo, altrimenti non potrai entrare nel regno di Dio. Non ci sono altre
strade. w.g.
Venerdì 8 Gennaio 2010
“LORO DANNO ASCOLTO AGLI ASTROLOGI E AGLI INDOVINI. A TE, INVECE, L’ETERNO
NON LO PERMETTE”. (Deuteronomio 18:14).
Non c’è quotidiano o settimanale né canale televisivo che
non abbiano la loro rubrica dedicata alle previsioni del futuro, fatte da “astrologi”
ed “indovini”. Alcune indagini statistiche rilevano che il fatturato,
in chiaro e soprattutto in nero, ha reso l’astrologia una delle “industrie”
più fiorenti del nostro Paese. Ricordo che, qualche tempo fa, per documentare
una riflessione sull’argomento, confrontai le previsioni pubblicate lo
stesso giorno su dieci quotidiani nella rubrica “oroscopo”. Non
ce ne erano due in sintonia fra di loro! Eppure le persone, nonostante l’evidente
infondatezza di queste previsioni, continuano a “dare ascolto”,
rilevando in questo modo la loro follia! Nel testo biblico di oggi si fa riferimento
al giudizio di Dio che sarebbe caduto sulle nazioni che avevano dato ascolto
“agli astrologi e agli indovini”. Lo stesso giudizio si manifesta
nella vita di chi all’ascolto della Parola di Dio preferisce quello dei
tanti venditori di fumo e di illusioni. p.m.
Sabato 9 Gennaio 2010
“PERCHÉ AVETE PAURA, O GENTE DI POCA FEDE?” (Matteo 8:26)
I discepoli erano in barca, nella tempesta. Chiesero aiuto al Signore con parole
precise: “Signore, salvaci, siamo perduti!”. Chiamandolo “Signore”
hanno dimostrato che credevano che non fosse un uomo qualsiasi. Infatti, nella
loro barca c’era Dio, il Creatore del mare e dei venti. Hanno capito di
non avere scampo: “Siamo perduti!”. Nessuno sforzo umano li avrebbe
salvati. L’unica risorsa era Lui, perciò Gli hanno chiesto di salvarli.
Il Signore ha rimproverato solo la loro poca fede. Questo episodio è
un quadro della nostra condizione spirituale, se siamo lontani da Dio. Siamo
in pericolo, siamo perduti, condannati alla morte e alla perdizione eterna.
Solo Gesù ci può aiutare. Dobbiamo rivolgerci a Lui e riconoscere
che solo in Lui c’è la salvezza. Poca o tanta, la fede dobbiamo
metterla in Lui. Hai letto il libro “CHI MI CAPISCE?”. Parla di
Gesù che ti capisce e aiuta in ogni situazione. m.t.s.
Domenica 10 Gennaio 2010
“IN CRISTO ABBIAMO LA LIBERTÀ DI ACCOSTARCI A DIO”. (Efesini
3:11,12)
Le parole del versetto di oggi, che l’apostolo Paolo ha scritto ai credenti
della città di Efeso, vogliono ricordarci il ruolo di unico e insostituibile
mediatore che Cristo ha nel piano di Dio per la salvezza dell’uomo. In
altre parole, è solo tramite Cristo e la Sua opera di redenzione che
noi possiamo andare a Dio senza subire la Sua giusta condanna. Dio, infatti,
è santo e la Sua perfetta santità non può ammettere il
peccato, ma solo condannarlo. Però, nel Suo amore, Dio ha dato alla morte
il Suo unigenito Figlio Gesù, il quale è stato condannato al nostro
posto. Lui, giusto, ha pagato il prezzo che noi, ingiusti, avremmo dovuto pagare.
In virtù di questo sacrificio espiatorio, possiamo accostarci a Dio se
adempiamo un’unica condizione, quella della fede. Ci viene cioè
richiesto di credere in Cristo e nella Sua opera di salvezza aderendo a questa
realtà in modo totale e profondo sottomettendo, di conseguenza, la nostra
vita alla perfetta volontà di Dio. f.a.
Lunedì 11 Gennaio 2010
“CHIUNQUE FA LA VOLONTÀ DI DIO È MIO FRATELLO, DISSE GESÙ”.
(Marco 3:35)
Ma qual è la volontà di Dio? Potremmo dare molte risposte e forse
anche giuste: Dio vuole che facciamo il bene, che amiamo gli altri, che diciamo
sempre la verità . . . e tante tante altre cose. Ma c’è
qualcosa che Dio vuole prima di ogni altra. Vuole che siamo salvati e abbiamo
vita eterna. E per questo, dobbiamo accettare il giudizio di Dio su di noi e
credere che solo Cristo, con la Sua morte sulla croce, può salvarci dalla
nostra situazione di peccato. Questa fede ci rende figli di Dio e poi potremo
obbedire ai Suoi comandamenti. La prima cosa da fare, perciò, è
credere che il Signore Gesù è venuto per salvare i peccatori e
accettare questa salvezza. Ciò ci dà il diritto di diventare figli
di Dio, fratelli di Cristo. v.n.
Martedì 12 Gennaio 2010
“CHI CONFIDA NELLE SUE RICCHEZZE CADRÀ”. (Proverbi 11:28)
“Una cosa ti manca, va’ vendi tutto quello che hai, dallo ai poveri
e avrai un tesoro in cielo, poi vieni e seguiMi. Ma egli, rattristato da quella
parola, se ne andò deluso perché aveva molti beni (Marco 10:20-22).
È il celebre episodio dell’incontro fra Gesù e il giovane
religioso, osservante dei comandamenti di Dio, ma il suo cuore era totalmente
occupato da un altro dio: il denaro. Con poche parole, Gesù lo ha spogliato,
ha messo in luce la sua vera fede. Dove se ne sarà andato quel giovane?
Cosa ne sarà stato della sua vita e delle sue ricchezze, quale sarà
stato il suo futuro? Non lo sapremo mai, il Vangelo non va oltre quel breve
incontro. Una cosa però possiamo dirla con certezze: quel giovane ha
perduto la più preziosa occasione della sua vita, facendo la scelta più
infelice. Ha respinto Gesù, la salvezza, la vita eterna in cambio di
una misera, temporanea, fragile ricchezza. Non sia così per noi. g.b.
Mercoledì 13 Gennaio 2010
“NON VI RIBELLATE ALL’ETERNO”. (Numeri 14:9)
Dio aveva promesso di dare a Israele, Suo popolo, la terra di Canaan in eredità.
Ma la momento di prenderne possesso, scoraggiati dal resoconto degli esploratori
che Dio per mezzo di Mosè aveva inviati, ebbero paura a motivo degli
abitanti di questo paese: gente potente e di alta statura. Per il timore di
perire tutti quanti, si ribellarono al Signore, mormorando contro di Lui. Così
Dio minacciò di distruggere il popolo d’Israele e di dare inizio
a una nuova nazione per mezzo di Mosè. Solo in seguito alla sua intercessione,
Dio accettò di perdonare Israele, ma annunciò che tutta la generazione
adulta non sarebbe entrata nella Terra Promessa. (Numeri 13:27 a 14:25). Non
meravigliamoci del comportamento di questo popolo, poiché per ogni uomo
verrà il momento della prova: anche per te che leggi questo foglietto
di calendario. Il Signore prova gli uomini per vedere se sono ubbidenti alla
Sua Parola, se credono fino in fondo alle Sue promesse. Quando la prova viene,
non ribellarti all’Eterno; le conseguenze del peccato sarebbero inevitabili
e ti priveresti di tantissime benedizioni che il Signore invece con gioia vuole
elargirti. n.s.
Giovedì 14 Gennaio 2010
“SE DICIAMO DI ESSERE SENZA PECCATO, INGANNIAMO NOI STESSI”. (1
Giovanni 1:8)
Questo passo è un inno all’autenticità. Come cristiani crediamo
di sapere quale etica e stile di vita Dio, e anche gli altri, si aspettano da
noi. Per questa ragione non vogliamo deluderli. Di conseguenza, guai ad ammettere
un peccato! Se proprio siamo costretti, diciamo che abbiamo una debolezza, che
siamo tra i tanti che hanno questo problema, o cerchiamo di nasconderci dietro
un’altra scusa. Ma, volendo far buona impressione sugli altri, ci priviamo
dell’autenticità e quindi non progrediamo. Dio non ci chiede di
fingere di esser persone perfette. Non ci invita nemmeno ad ammettere i nostri
peccati per poi punirci, ma affinché troviamo perdono e impariamo a temerLo
(leggi il versetto successivo e anche Salmo 130:4). Dio vuole liberarci dall’autoinganno;
vuole che costruiamo una vita giusta non basandoci sul nostro comportamento
impeccabile, ma sulla Sua grazia. Ecco il beneficio di dire la verità
a noi stessi e su di noi. La verità ci farà liberi. a.p.
Venerdì 15 Gennaio 2010
“L’ETERNO CI HA DATO QUESTA VITA”. (Geremia 38:16)
Nessuno di noi ha chiesto di nascere e in genere non siamo contenti della vita
che viviamo eppure sul letto di morte non vogliamo lasciare questa terra. Come
esseri umani siamo proprio strani. La risposta a questa contraddizione è
solo in Dio. Se non accettiamo Cristo, non possiamo dare un senso a questa vita!
In genere ci lamentiamo di tutto; non siamo mai contenti e non troviamo di meglio
che accusare qualcuno. Le mie esperienze personali più dolorose mi hanno
portato ad aggrapparmi solo a Cristo. Alla domanda del faraone a Giacobbe su
quanti anni avesse, il vecchio patriarca rispose: “Sono pochi e cattivi”
…ed aveva centotrent’anni!! Chi crede in Dio, in questa vita di
pellegrinaggio ha come obiettivo unico quello di incontrarLo per condividere
con Lui l’eternità di gioia. Possa essere oggi, per te leggi, il
giorno accettevole nel quale ti arrendi a Lui e Gli consegni il tuo cuore. Egli
ti darà la vera vita. p.p.
Sabato 16 Gennaio 2010
“IL CIELO E LA TERRA PASSERANNO, MA LE MIE PAROLE N ON PASSERANNO”.
(Marco 13:31)
È vero. Infatti, in un altro passo della Parola di Dio, è scritto
che i cieli e la terra del tempo presente passeranno per lasciare il posto a
“nuovi cieli e nuova terra”. È pure altrettanto vero che
tutte le creature viventi, dopo un ciclo più o meno lungo di vita terrena,
muoiono. Cosa c’è allora di eterno e di immutabile nel tempo? Sicuramente
Dio, e anche la Sua Parola, che Egli ci mette a disposizione. È per mezzo
della Sua Parola che Dio si rivela a noi e ci fa sapere che è possibile,
anche a noi, creature mortali, ricevere il dono prezioso e meraviglioso della
vita eterna. Una vita che possiamo ricevere ora, accogliendola per fede e gratuitamente
dalle mani di Gesù Cristo. Una vita che sarà vissuta in tutta
la sua pienezza accanto a Dio e nella gloria del cielo. a.r.m.
Domenica 17 Gennaio 2010
“IO SALMEGGERÒ AL NOME DELL’ETERNO, L’ALTISSIMO”.
(Salmo 7:17)
Quando sei colpito dall’ingiustizia, dalla persecuzione, dal disprezzo
cagionato dagli altri, pensi alla vendetta o, come il re Davide, salmeggi a
Dio? In questo Salmo, scritto in momenti di gravi difficoltà, Davide
ci insegna che con l’aiuto della fede, anche in momenti difficili, si
può lodare Dio! Egli sapeva che Dio è giusto e che quei momenti
che stava vivendo erano una prova che Dio permetteva, affinché potesse
esperimentare l’amore di Dio verso di lui. Il Signore nella sua Parola
ci dà quattro esortazioni: 1) fuggi dalla vendetta, 2) vivi in pace,
3) riconosci a Dio il diritto della vendetta, 4) non essere vinto dal male,
ma vinci il male con il bene (vedi Romani 12:17-21). Davide non aveva ancora
ricevuto giustizia da Dio, ma il suo cuore contava con gioia a Lui. Riflettiamo
prima di attuare la vendetta e impariamo a lodare il nome dell’Eterno!
s.b.
Lunedì 18 Gennaio 2010
“AMATE IL BENE E RISTABILITE NEI TRIBUNALI IL DIRITTO”. (Amos 5:15)
Queste parole furono pronunciate da Dio per bocca del profeta Amos 760 anni
prima di Cristo. Questo profeta, pastore di Tecoa, città vicino a Gerusalemme,
era stato inviato da Dio per scuotere il Suo popolo della situazione di idolatria
e allontanamento della Sua legge. Nel paese c’era una grande prosperità
economica, ma anche un grande degrado morale: “Io so quanto sono numerose
le vostre trasgressioni… opprimete il giusto, accettate regali e danneggiate
i poveri in tribunale…” (Amos 5:12).
In questa situazione, Dio si preoccupa di inviare qualcuno che li faccia tornare
a Lui e con insistenza ricorrono i verbi: “Ascoltate … tornate…
cercate…”. Dio poteva mandare il giudizio senza preavviso, ma non
lo fa mai: dà sempre allora, la Sua voce si ode anche oggi con questo
semplice foglietto. Egli vuole il bene e anche la giustizia per tutti, ma per
realizzare questo occorre ricercare il Suo aiuto e la sottomissione alla Sua
perfetta volontà. w.g.
Martedì 19 Gennaio 2010
“L’AMORE MIO NON SI ALLONTANERÀ DA TE, DICE IL SIGNORE”.
(Isaia 54:10)
Le parole del versetto di oggi costituiscono una promessa di Dio, forse la più
bella che Egli ci abbia fatto. Non esiste nulla al mondo e fuori dal mondo che
possa cambiare questa splendida realtà. Possiamo essere i peccatori più
incalliti: Dio ci ama e ci offre perdono. Possiamo ritrovarci nella sofferenza:
Dio ci ama ed è pronto a consolarci. Qualunque sia la nostra situazione,
Dio ci offre il Suo amore, la Sua pace e la Sua misericordia. Accettiamo la
Sua offerta con gioia e umiltà, andiamo a Lui con fede, solo Lui può
renderci felici e dare un vero significato alla nostra vita. f.a.
Mercoledì 20 Gennaio 2010
“CERCATE PRIMA IL REGNO E LA GIUSTIZIA DI DIO”. (Matteo 6:33)
Partendo dal presupposto che Dio si occupa e si preoccupa per i nostri bisogni
materiali e spirituali, e dal fatto che con la nostra preoccupazione non possiamo
aggiungere un’ora sola nostra vita (versetto 27), il Signore ci mostra
il mondo in cui vuole che impieghiamo i nostri giorni. Egli desidera che prima
di tutto seguiamo le orme del Suo Figlio Gesù Cristo che, quando era
su questa terra, predicava il regno e la giustizia di Dio. Egli vuole che ogni
persona venga a sapere che il Suo regno è a portata di mano e che Lui
stesso è desideroso di accogliere chi si riconosce peccatore e vuole
una nuova vita. Il regno di Dio rappresenta tutto ciò che Gesù
ha conquistato sulla croce per l’uomo che accetta di non potersi meritare
l’incontro con Dio e agisce di conseguenza. e.s.
Giovedì 21 Gennaio 2010
“IL PRINCIPIO DELLA SAGGEZZA È IL TIMORE DELL’ETERNO”.
(Proverbi 9:10)
“Non c’è più timor di Dio!”. Questa verità
viene espressa spesso da chi è scandalizzato dal male dell’evoluzione,
che viene insegnata nel nostro paese “cristiano”, ha escluso Dio,
l’Eterno Creatore. Il risultato è fiducia nella saggezza umana.
Ma la nostra intelligenza è inutile, se non l’applichiamo a conoscere
Colui che è Santo, separato, nascosto. Senza “il timore che Gli
è dovuto”, non avremo la saggezza di mettere in pratica ciò
che conosciamo intellettualmente. Allora, se vuoi essere intelligente (conoscere
ciò che più valore nella vita) e saggio (dimostrare l’intelligenza
nella vita pratica), la prima cosa da fare è iniziare dal “principio”:
includi Dio nella tua vita, leggendo la Bibbia e desiderando di conoscerLo in
un modo personale e avrai… il timore dell’Eterno! b.s.
Venerdì 22 Gennaio 2010
“IL PROCONSOLE CREDETTE, COLPITO DALLA DOTTRINA DEL SIGNORE”. (Atti
13:12)
Il proconsole romano era un “uomo intelligente” (v. 7). Aveva certamente
assistito ai sortilegi del mago che era con lui, ma poi anche all’opera
potente compiuta da Paolo pieno dello Spirito Santo. Ma quest’uomo da
cosa è stato colpito e condotto alla fede? Dalla “dottrina del
Signore”! Non da una serie di rispostine da imparare a memoria: la “dottrina
del Signore” è l’annunzio potente dell’amore di Dio
per ognuno di noi, che si è manifestato nella persona meravigliosa di
Gesù Cristo. Dio può concedere anche oggi alla Sua chiesa di compiere
prodigi a conferma della Sua Parola, e noi Lo benediciamo per questo. Ma per
credere non possiamo aspettare di vedere il miracolo. La nostra fede è
matura e ben fondata se si basa su tutto il messaggio del Vangelo rivelato nella
Bibbia: questo è il più grande miracolo. Se abbiamo trovato la
“perla di gran prezzo”, il Cristo vivente, non abbiamo bisogno di
andare alla ricerca del sensazionale. l.p.
Sabato 23 Gennaio 2010
“OFFRIAMO CONTINUAMENTE A DIO UN SACRIFICIO DI LODE”.
(Ebrei 13:15)
Sacrificio. Che cosa pensi quando senti questa parola? Sicuramente ai primi
cristiani, ai quali erano indirizzate queste parole, il termine sacrificio ricordava
tutto l’apparato sacrificale che Dio aveva stabilito per il Suo popolo
prima della venuta di Gesù. Grazie a Gesù, non c’è
più bisogno di fare sacrifici di animali per avvicinarsi a Dio. Gesù
è il sacrificio per eccellenza. Lui si è donato completamente
per tutti gli esseri umani, affinché possano avvicinarsi a Dio. Quello
che il credente deve fare, è adorare e lodare Dio continuamente. Questo
è il tipo di sacrificio che Dio gradisce. Allora? Cosa penserai da oggi
in poi quando sentirai la parola sacrificio? Principalmente due cose: il sacrificio
di Gesù per la salvezza del credente e il sacrificio del credente per
la salvezza ricevuta da Dio attraverso Gesù. Quindi, anche oggi ricordati
di offrire il tuo sacrificio di lode a Dio, continuamente! e.m.
Domenica 24 Gennaio 2010
“IL DIO ETERNO È IL TUO RIFUGIO”. (Deuteronomio 33:27)
Sono cresciuta in una città di mare e mi sono familiari certe immagini
di nuvole che improvvisamente appaiono all’orizzonte nel cielo sereno,
il vento che diventa più forte, le onde che da lieve increspatura diventano
alte e si infrangono con forza contro le rocce sollevare, come se fossero di
carta, le barche nel porto. In quei momenti, quando il vento ti rende instabile
e la pioggia colpisce forte, l’unico desiderio è mettersi al riparo
e aspettare che la tempesta passi. La vita è un po’ così.
All’improvviso si presentano situazioni che ti fanno vacillare emotivamente.
In questi casi non serve un luogo particolare dove ripararsi, ma Qualcuno che
ti aiuti a trovare pace e forza per andare avanti. Questo è il Dio che
esiste da sempre e conosce ogni particolare delle nostre circostanze, i sentimenti
che proviamo come la paura, la preoccupazione e la delusione e che ha promesso
di sostenere chi si affida a Lui. o.t.
Lunedì 25 Gennaio 2010
“QUANDO PREGATE, NON SIATE COME GLI IPOCRITI”. (Matteo 6:5)
Una favola di La Fontane, racconta di un asino che, trovando una pelle di leone,
pensò di indossarla per diventare il re della foresta. Gli riuscì
fino a quando “… cadde il giubilo (mantello) e ragliò”.
Tutti allora si accorsero della sua vera identità! L’appellativo
greco della parola “attore” è ipocrita! Giù la maschera!
Dio non Lo si può ingannare. Egli è Colui che conosce i nostri
pensieri prima che si formino e le parole prima che le pronunciamo. Come possiamo
pensare di ingannare Dio con le nostre recite? Possiamo apparire degli uomini
giusti e retti solo a chi ci osserva dall’esterno e non può vedere
oltre la maschera che l’attore (l’ipocrita) indossa, per sembrare
quello che in realtà non è. Gettiamoli via, spogli della nostra
ipocrisia, e rivolgiamoci a Dio. Le nostre preghiere siano vere ed essenziali,
perché Egli conosce noi e i nostri bisogni. m.m.
Martedì 26 Gennaio 2010
“ISRAELE, TU NON SARAI DA ME DIMENTICATO”. (Isaia 44:21)
Molti dicono: “Crederei in Dio se ci facesse vedere”. “Se
fossi vissuto al tempo di Gesù, e avessi visto i Suoi miracoli, avrei
creduto”. Se vuoi una prova che Dio c’è, che ha parlato e
continua a parlare, basta che tu accenda la TV. Ogni telegiornale parla di Israele
e del popolo di Dio. Di solito ne parla con odio e disprezzo. Me ne parla, perché
è una realtà importante, che tanti hanno voluto distruggere senza
riuscirci. L’hanno perseguitato, ma non lo hanno annientato. Dio l’ha
scelto e ha deciso che da Israele sarebbe venuto il Salvatore. Infatti, Gesù
è nato da una donna ebrea. Per mezzo di Ebrei, avrebbe dato al mondo
un libro che parla di Lui: la Bibbia è stata scritta da Ebrei e non è
mai stata smentita. Anzi, rivela Dio come nessun altro libro di religione. Dio
non ha dimenticato Israele e ne ha fatto un segno per tutta l’umanità.
m.t.s.
Mercoledì 27 Gennaio 2010
“L’ETERNO CONSOLA IL SUO POPOLO E HA PIETÀ DEI SUOI AFFLITTI!”
(Isaia 49:13)
La sofferenza è un mistero che non sempre riusciamo a comprendere. Spesso,
di fronte al male e alla sofferenza, gli uomini si pongono delle domande: Dio
ha davvero il mondo sotto il Suo controllo? Perché i buoni soffrono e
i malvagi prosperano? Dio non ha visto il campo di concentramento nazista di
Auschwitz? Perché ha sopportato la distruzione sei milioni di Ebrei nei
lager nazisti? Cari lettori, Dio vede, agisce e opera oggi, anche se ci lascia
la nostra libertà e non fa morire tutti i malvagi. Ma Dio non è
la causa della violenza e del male che ci sono nel mondo. Da quando l’uomo
si è ribellato al Suo Creatore e Lo ha escluso dalla sua vita, è
diventato egoista, violento e ingiusto. Lo sterminio praticato ad Auschwitz
era la manifestazione del peccato, che controllava i cuori di Hitler e dei suoi
collaboratori e che praticava crudeltà e distruzione nei campi di sterminio.
Dio non è lontano da noi quando siamo nel dolore e nella prova, non è
assente. Egli soffre con noi ed è pronto a consolarci, a confortarci
e a fortificarci nella fede. p.d.n.
Giovedì 28 Gennaio 2010
“DIO È FEDELE A NON PERMETTERÀ CHE SIATE TENTATI OLTRE LE
VOSTRE FORZE”. (1 Corinzi 10:13)
A cosa servirebbe essere tentati oltre le nostre forze? Sottolineerebbe unicamente
la nostra fragilità e impotenza e ciò non onorerebbe Dio nella
Sua fedeltà. Dio è fedele, questa promessa è Sua, quindi
se la faremo nostra, avremo la forza di sopportare qualsiasi difficoltà
o tentazione. Nell’affrontarla, portiamo a Lui in preghiera col confronto
della Sua Parola tutto quello che ci turba. In questo modo ci darà la
certezza di sopportarla, e con essa la via per uscirne. Solo nella consapevolezza
che Dio è fedele, accetteremo questa verità. RiconosciLo in tutte
le vie e sperimenterai la Sua sovranità in ogni circostanza, come l’apostolo
Paolo scrisse ai suoi fratelli nella città di Filippi: “Io posso
ogni cosa in Colui che mi fortifica” (Filippesi 4:13). m.m.
Venerdì 29 Gennaio 2010
“VEGLIATE E PREGATE, PER NON CADERE IN TENTAZIONE”. (Matteo 14:38)
Quante tentazioni vengono dall’esterno e sovente non siano capaci di resistervi!
Per questo Gesù ci esorta a vegliare, cioè a “stare all’erta”,
a non contare sulle nostre capacità personali e a non pensare di farcela
da soli, ma ad avere fiducia nell’aiuto e nella guida del Padre. Come
nella preghiera del “Padre nostro”, Gesù ci invita a pregare
il Padre per chiedere umilmente la Sua protezione, per non essere messi in circostanze
in cui corriamo il rischio di essere dominati e vinti dalle tentazioni. Quindi,
se sei tentato e non riesci a vincere con le tue forze, cerca la presenza di
Gesù, tieniti in costante contatto con Lui, con la lettura della Bibbia
e la preghiera. La tentazione deve avere l’effetto di farci stare più
vicini a Gesù, per essere protetti e guidati ala vittoria sul peccato.
g.f.r.
Sabato 30 Gennaio 2010
“O DIO, GUIDAMI PER LA VIA ETERNA”. (Salmo 139:24)
Quando si visita per la prima volta una località turistica, è
molto utile avere una buona guida che ci aiuti a riconoscere le cose più
belle, le più interessanti e le più ricche per storia e arte,
che altrimenti potrebbero sfuggire alla nostra attenzione. Naturalmente, se
abbiamo deciso di avere una guida, dobbiamo seguirla con attenzione e non tentare
altre strade, facendo di testa nostra. Accade lo stesso con il Signore, dal
momento che Gli abbiamo chiesto di guidare la nostra vita. Il Signore ha preparato
per ciascuno di noi un itinerario ben preciso con un programma ben definito,
per ogni giorno della nostra esistenza. Il nostro unico compito è quello
di seguirLo senza avere paura di percorrere talvolta anche sentieri difficili.
Così come quando si cammina in montagna il paesaggio può cambiare
a ogni svolta, anche nella nostra vita il futuro può presentarci aspetti
che non conosciamo e mostrarci panorami sempre diversi l’uno dall’altro.
Dal canto nostro, dobbiamo sempre avere fiducia che Dio cammina al nostro fianco
e che la Sua mano può togliere via ogni ostacolo. s.p.
Domenica 31 Gennaio 2010
“NON C’È ROCCA PARI AL NOSTRO DIO. (1 Samuele 2:2)
Vivo nelle Marche con un entroterra ricco di fortezze e castelli medioevali.
Andando a visitare questi luoghi, non si può fare a meno di notare che
sono tutti costruiti su alture rocciose; luoghi scelti perché più
sicuri per diversi motivi: stabilità del terreno, possibilità
di avvistare subito il nemico facilità di difendersi da una posizione
più elevata. Guardando queste vecchie ma ancora resistenti costruzioni,
non posso fare altro che pensare alla mia vita: ho posto le fondamenta su un
suolo roccioso o friabile? Se sono sulla roccia, allora avrò stabilità,
sicurezza e difesa; ma dove trovare un terreno così resistente e sicuro?
Forse nelle ideologie umane, magari quelle di grande spessore? Nel volontariato,
quello di grande utilità umana? O altro? Tutto questo ha una grande fragilità.
La vera roccia è il Signore! Io ho posto le mie fondamenta su di Lui:
sono passate tante tempeste e insidie, tante ne passeranno ancora, ma la mia
sicurezza è garantita. w.g.
Lunedì 1 Febbraio 2010
“I SAGGI HANNO RIGETTATO LA PAROLA DEL SIGNORE; QUALE SAGGEZZA POSSONO
AVERE?” (Geremia 8:9)
Quanto spesso le costruzioni di pensiero dei cosiddetti esperti crollano come
castelli di carta! Per un certo tempo sembra che abbiano trovato la soluzione
a qualche importante problema, e poi… tutto si rivela illusorio e ingannevole.
Il fatto è che, se ci si basa su presupporti che non tengono conto di
Dio e della Sua rivelazione, non si può far altro che giungere a conclusioni
sbagliate. Si vuol contrapporre una cultura laica a quella che si definisce
religiosa, ma in molti casi la cultura laica è semplicemente una cultura
senza limiti morali, senza regole fondamentali a frenare i nostri istinti. È
saggio e giusto quello che mi va bene, e si ammette che quello che sembra giusto
in un certo periodo, possa non esserlo più dopo un certo tempo. Esiste
un bene provvisorio. Ma questo non è affatto un bene e questa saggezza
limitata al nostro punto di vista orizzontale non è affatto saggezza.
Non c’è niente di più stolto agli occhi di Dio della saggezza
del mondo. L’apostolo Paolo dice che la pazzia di Dio è più
saggia della saggezza degli uomini, ed è vero. v.n.
Martedì 2 Febbraio 2010
“SATANA SI TRAVESTE DA ANGELO DI LUCE”. (2 Corinzi 11:14)
Quando a 12 anni per la prima volta fui invitato nel bosco per raccogliere i
funghi, uno fra i tanti raccolti mi rendeva particolarmente fiero perché
era bello, sano, profumato, con un aspetto elegante con il cappello bianco e
con venature rosate, non vedevo l’ora di mostrarlo ai miei amici. Poco
dopo sul margine del bosco incontrai due agenti del Corpo Forestale. Uno di
essi, gettando uno sguardo sul mio cestino, prese il mio bel fungo e mi disse:
“Se mangi questo, domani verremo a trovarti al cimitero!”. Seppi
in seguito che era tra le specie più velenose in assoluto. Eppure aveva
un aspetto così attraente e innocente, che non riuscivo a immaginarmelo
pieno di veleno mortale. Così, dice la Bibbia, è di Satana, l’essere
spirituale più malvagio che esista, il “padre della menzogna”.
Sa spesso mostrarsi sotto le forme più attraenti, addirittura angeliche
e sa presentare la sua merce (il peccato) nel mondo più seducente e accattivante
che si possa pensare. Ma “il peccato quando è compiuto produce
la morte” (Giacomo 1:15). Signore, donaci il discernimento che ci è
necessario! . g.b.
Mercoledì 3 Febbraio 2010
“IO TI HO AIUTATO SENZA CHE TU MI CONOSCESSI, DICE IL SIGNORE”.
(Isaia 45:5)
Le richieste d’aiuto a Dio vengono spontanee anche a chi ha sempre affermato
di non credere. Dipende dalla gravità della situazione in cui si trova
e dalla raggiunta consapevolezza di non essere più in grado di trovare
una via d’uscita da soli. Allora, improvvisamente, ci ricordiamo che dentro
di noi c’è l’idea di Dio e non può essere altro che
così, perché Dio stesso afferma nella Sua Parola, che nel crearci
ha fatto sì che ogni essere umano avesse questa scintilla divina che
lo differenzia dagli animali. Dio ci permette di vivere lontani da Lui, aggrappati
alle nostre sicurezze, confidando solo nelle nostre forze, ma oggi, ci ricorda
che come Ciro, governatore dell’impero Persiano e Medio, ricevette nelle
sue conquiste, senza saperlo, un aiuto che andava aldilà delle sue capacità
di stratega e delle contingenze cosiddette “fortunate”, lo stesso
accade per te. Ritorna con la memoria a certi episodi della tua vita e leggili
sotto la giusta luce: non è stato un “caso”, non è
stata “fortuna”, è stato l’intervento di Dio. a.m.
Giovedì 4 Febbraio 2010
“IL GIOVANE LASCIATO A SÉ STESSO DISONORA SUA MADRE”. (Proverbi
29:15)
“Sono ragazzi… è stato il commento di un genitore, il cui
figlio tredicenne aveva dato un pugno nello stomaco a un professore. “Sono
ragazzi…” è la giustificazione con la quale di cerca di scusare
atteggiamenti che sfidano le autorità, danneggiano le persone fisicamente
ed emotivamente, rovinano irrispettosamente ambienti e strutture. Sfogliando
un qualsiasi quotidiano, ci si rende conto che la generazione attuale di adolescenti
ha un urgente bisogno di figure di riferimento. Allevare ed educare i figli
è una delle più ardue della vita e l’attuale struttura sociale
rende il compito ancora più difficile. Cosa fare e come? Come genitore
sto imparando che è impossibile non sbagliare mai. Mi rendo conto, a
volte, di andare avanti per tentativi e per grazia… Di una cosa sono certa:
che non butterò la spugna e non lascerò i figli a sé stessi,
perché li amo. Ho trovato buoni spunti di riflessione nel libro “Pascere
il cuore del fanciullo” di Tedd Tripp (Edizioni Alfa e Omega). m.f.
Venerdì 5 Febbraio 2010
“GESÙ DOMANDÒ: VOI, CHI DITE CHE IO SIA? PIETRO GLI RISPOSE:
TU SEI IL CRISTO”. (Marco 8:29)
Dai quattro vangeli si sono tratte tante storie edificanti e tante istruzioni
morali, ma non tutti si sono accorti che sostanzialmente i Vangeli intendono
rispondere a una domanda, e a loro volta pongono al lettore una domanda. La
domanda fondamentale a cui i Vangeli vogliono rispondere è: “Chi
è Gesù?”. E la domanda che pongono al lettore è:
“E tu, chi dici che Gesù sia?”. Attenzione, la seconda domanda
non è: “Chi è Gesù per te?”. Non si tratta
di esprimere un’opinione personale, cosa che tutti sono disposti a fare,
pensando di avere diritto a essere rispettati. Si tratta di prendere posizione
davanti a una precisa domanda che Dio stesso pone, e di essere convinti che
alla risposta seguiranno conseguenze, in questa vita e nell’altra. Se
rispondi: “Gesù è il Signore”, dici bene, ma sulla
coerenza di questa tua dichiarazione ti chiederanno conto i tuoi simili. Se
rispondi in altro modo, un giorno sarà Dio a chiedertene conto. m.c.
Sabato 6 Febbraio 2010
“LA TESTIMONIANZA DEL SIGNORE È VERITIERA, RENDE SAGGIO IL SEMPLICE”.
(Salmo 19:7)
“La testimonianza” è la Parola di Dio, la Bibbia. Viene da
Dio, il quale non può mentire, perciò dice sempre la verità.
Parla del peccato dell’uomo e della salvezza che Dio ha provveduta per
mezzo di Cristo. Rivela il carattere santo, giusto e buono di Dio. Spiega come
la grazia di Dio si è manifestata e come accoglierla nella propria vita.
Chi la legge scopre dei tesori impagabili. “Il semplice” non è
uno stupido, ma è uno abbastanza umile da essere pronto a essere istruito
da essa. Può essere un alfabeta o un professore d’università.
Tutto dipende dal suo atteggiamento. Per questo, l’apostolo Giacomo dice
che la Parola deve essere ricevuta con mansuetudine. L’apostolo Pietro
dice che la dobbiamo desiderare come un neonato desidera il latte. L’apostolo
Giovanni afferma che ci può rendere forti e l’apostolo Paolo la
chiama “la spada dello Spirito”. Tu, la leggi per imparare, per
diventare savio o per criticarla? m.t.s.
Domenica 7 Febbraio 2010
“NESSUNO È PARI A DIO NELLA SUA MAESTÀ”. (Deuteronomio
33:26)
È un po’ sorprendente che queste parole siano rivolte agli israeliti,
cioè a persone che avevano sperimentato direttamente le opere potenti
di Dio in loro favore. È vero che il Dio della Bibbia è un Dio
personale e che il Signore Gesù Cristo ci invita a rivolgerci a Lui con
la parola “Abbà”, che vuol dire “Papà”,
ma ciò non ci autorizza minimamente a trattarLo con la superficialità
che tanti usano. Basti pensare al modo poco rispettoso in cui il Suo nome viene
usato in certe espressioni di stupore, o al modo di scherzare sulla Sua persona
in certe barzellette… L’autore di queste parole c’invita invece
a riflettere sulla maestà di Dio, che è il Creatore dei cieli
e della terra. Egli merita il nostro pieno rispetto, e chi è diventato
un figlio Suo non potrà fare a meno di offrirGli la lode e l’adorazione
di cui Egli è degno. h.p.
Lunedì 8 Febbraio 2010
“GESÙ HA UN SACERDOZIO CHE NON SI TRASMETTE”. (Ebrei 7:24)
Il “cristianesimo costantiniano” (quello del tragico Chiesa-Impero,
Evangelo-Paganesimo per cui la fede divenne religione) portò nella vita
della Chiesa alcune radicali trasformazioni: i due segni-simboli lasciati da
Gesù (battesimo e cena) divennero sacramenti (riti sacri capaci di conferire
grazie divine indipendentemente dalla volontà dell’individuo),
mentre gli anziani o presbiteri, chiamati a guidare le chiese locali, divennero
sacerdoti o preti, accreditati dal potere ecclesiastico per l’amministrazione
dei sacramenti. Questa doppia trasformazione fu portata avanti, nonostante che
l’Evangelo e tutto il Nuovo Testamento insegnassero tutt’altro.
La Chiesa cessò in questo modo di essere organismo divino e vivente e
divenne un’istituzione umana, viva sul piano politico e del potere, ma
morta sul piano spirituale e del servizio. Nel corso dei secoli ci sono stati
uomini di Dio che, riscoprendo le verità dell’Evangelo, hanno ricordato
che Cristo è stato l’ultimo Sacerdote, l’ultimo Mediatore
fra Dio e l’uomo. Ed il “Suo sacerdozio non si trasmette”
proprio perché non possono né devono esserci più mediatori
umani. p.m.
Martedì 9 Febbraio 2010
“POTREBBE UNO NASCONDERSI SENZA CHE IO LO VEDA? DICE DIO”. (Geremia
23:24)
La domanda contenuta nel versetto di oggi non mette in dubbio la validità
del concetto che si vuole esprimere, anzi lo pone ancor più in evidenza.
Si tratta di un espediente letterario che richiama con maggiore efficacia la
nostra attenzione. In altre parole, è come se Dio dicesse: “C’è
qualcuno che pensa davvero di nascondersi davanti a Me?”. Un interrogativo
del genere dovrebbe inevitabilmente spingerci verso un approfondimento serio
e responsabile delle verità bibliche. Ad esempio, dovremmo chiederci:
fino a che punto Dio è in grado di osservare e controllare quello che
accade nel mondo o quello che poi facciamo? Credo che quesiti di questo tipo
ci indirizzino verso i temi fondamentali della vita. Nell’incoraggiarti
ad approfondire le tue ricerche personali, ti lascio un ultimo interrogativo
che troviamo nella seconda parte del nostro testo: “…Io non riempio
forse il cielo e la terra? Dice il Signore”. s.v.
Mercoledì 10 Febbraio 2010
“CAINO SI ALLONTANÒ DALLA PRESENZA DEL SIGNORE”. (Genesi
4:16)
Le storie di Caino e di Abele sono apparentemente molto simili: anche Caino
comincia da persona religiosa e sembra tenere Dio. In seguito, però,
le differenze tra i due fratelli diventano evidenti nelle loro opere, nei sacrifici
offerti, nei differenti modi di essere. Dopo l’omicidio di suo fratello,
quando Dio gli offre la possibilità di ravvedersi e di ritornare in pace
con Lui, Caino la rifiuta. Si ostina a stare lontano dalla Sua presenza e, continuando
per la sua via malvagia, finisce ribelle, senza Dio e senza speranza. Caino
diventa così capostipite di una società, la cui mancanza di fede
si dimostra con il rifiuto delle proprie responsabilità, con atti delittuosi
e con il rifiuto di accettare il giudizio di Dio. Anche noi, pur senza giungere
a tali crimini estremi, se non cambiamo strada prima che sia troppo tardi, possiamo
seguire la via di Caino; se rifiutiamo l’instancabile pazienza di Dio
che vuole, fino all’ultimo, recuperarci e portarci sulla giusta via. g.f.r.
Giovedì 11 Febbraio 2010
“LE COSE VISIBILI SONO TEMPORANEE, LE INVISIBILI SONO ETERNE”. (2
Corinzi 4:18)
Sopra una porta del Duomo di Milano c’è un’iscrizione nel
marmo che dice: “Le cose che ci piacciono sono temporali”. Sopra
un’altra c’è una croce con la scritta: “Le cose che
ci disturbano sono temporali”. Sull’ingresso principale un’iscrizione
più grande dice: “Le cose importanti sono eterne”. Esistono
cose temporanee e cose eterne. Ciò che è temporaneo è visibile
e ha poco valore. Ciò che conta è eterno e invisibile ai sensi.
Su che cosa è fondato il nostro progetto di vita? Sulle cose temporanee
o sulle cose eterne? Il primo investimento da fare in prospettiva eterna è
cedere la nostra vita a Gesù per ricevere la Vita eterna. Poi, altre
tre realtà eterne dovrebbero motivare la nostra esistenza: la fede, la
speranza e l’amore. La fede nelle promesse di Dio, per affrontare le sfide
della vita. La speranza nell’attesa del Suo ritorno e del nostro futuro
nel cielo col Signore. L’amore verso Dio, verso i nostri simili e verso
la vita stessa. r.b.
Venerdì 12 Febbraio 2010
“AVVICINATEVI E ASCOLTATE LE PAROLE DEL SIGNORE”. (Giosuè
3:9)
Il Signore di tutta la terra ha delle parole da rivolgere a tutti. Egli ci chiede
di avvicinarci e predisporre il nostro cuore all’ascolto. Vuole che ascoltiamo
in modo completo, saggio, con l’intenzione di vivere le cose udite; con
l’atteggiamento di sottomissione, dovuto a Colui che ci ha dato la vita.
Le Sue parole sono Parole di vita eterna, parole che dissetano la nostra sete
interiore. Gesù Cristo disse: “Sta scritto: Non di pane soltanto
vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”
(Matteo 4:4). Egli ha per noi parole che arrivano dirette al cuore, perché
conosce i nostri bisogni. Quando sono attenta a quello che Dio ha da dirmi,
posso constatare che il Signore usa momenti e situazioni diverse, persino persone
inaspettate per il mio bene. Egli “incastra” perfettamente i Suoi
messaggi divini, perché lavorino sul mio cuore e lo cambino. e.s.
Sabato 13 Febbraio 2010
“NON AMIAMO A PAROLE MA CON I FATTI”. (1 GIOVANNI 3:18)
Oggi molti si accingono all’acquisto frenetico di un regalo per la persona
amata e sono alla ricerca di parole, come si suol dire, ‘che facciano
effetto’, sull’altra parte. Addirittura abbiamo dei cioccolatini
con tanto di pensieri di famosi poeti che possono aiutarci in questo! Ma una
cosa sono le parole e una cosa sono i fatti! Nella stessa epistola Giovanni
dice: “Dio è amore”, e non ha solo parlato, ma l’amore
per le sue creature l’ha dimostrato con i fatti: ha dato il Suo Unigenito
Figlio per amor nostro. Pensate, dare il proprio figlio per delle persone che
non meritano! Tu lo faresti? Io no! Dio la ha fatto! Poche parole, e grandi
fatti che hanno spaccato la storia in due. Nutri un affetto spassionato per
la persona amata? Bene, ma vorrei che riflettessi sull’importanza di amarla
sempre e di amarla donandoti a lei, o lui, con tutto il cuore. Le parole siano
il frutto di questo amore e non la radice. Possa ogni giorno essere come il
primo giorno del vostro amore, senza aspettare la ricorrenza. p.p.
Domenica 14 Febbraio 2010
“L’ETERNO, IL TUO DIO, TI AMA!” (Deuteronomio 23:5)
L’amore è uno dei temi ricorrenti nel nostro linguaggio comune,
soprattutto in un giorno come questo. Ma di quale amore si parla oggi? Le statistiche
purtroppo non sono incoraggianti. Nella nostra società un matrimonio
su tre finisce con un divorzio. Il fidanzamento poi, quello vero e che ha valore,
non esiste praticamente più. Ecco quello che spesso si sente dire in
giro: “Il tuo partner non ti soddisfa più?... È ora di cambiarlo!”.
Pensate forse che questo sia amore vero? Il versetto di oggi ci offre un esempio
d’amore ben diverso: quello di Dio. Questo genere d’amore non è
egoista e non cerca l’autocompiacimento o l’appagamento personale
non ha nulla a che fare con la cultura del “mordi e fuggi”, diffusasi
tristemente nei nostri tempi. L’amore di Dio, altruista e sincero, si
manifesta perfettamente in Cristo i ribelli e i peccatori, lasciando un modello
valido ed efficace per guidare anche le relazioni fra gli uomini. s.v.
Lunedì 15 Febbraio 2010
“NON ESSERE INCREDULO, MA CREDENTE”. (Giovanni 20:27)
Tommaso era discepolo di Gesù, vissuto con Lui durante i 3 anni di predicazione.
Aveva visto i miracoli, ascoltando le Sue parole. Poi Gesù venne crocifisso
e per lui, come per gli altri, sembrò che quella bella “avventura”
fosse finita! Ma arrivò una notizia: GESÙ È RISORTO! Un
giorno Gesù si presentò ai discepoli, lì, vivente, e parlò
con loro. Ma Tommaso non era presente; e quando gli raccontavano li disse: “Io
non sono un credulone, voglio vedere coi miei occhi e mettere il dito nelle
ferite: solo così potrò credere!”. Otto giorni dopo Gesù
entrò nuovamente in casa a porte chiuse e si rivolse direttamente a Tommaso:
“Eccomi, guarda le Mie ferite, toccale e non essere incredulo, ma credente”,
poi continuò: “Beati quelli che non hanno visto ed hanno creduto!”.
Credere significa ritenere vero qualcosa non visto ne toccato, così quando
Dio dice di avere fede, intende dire: fidarsi di Lui, della Sua Parola. È
scritto: “Senza fede è impossibile piacere a Dio”. (Ebrei
11:6). w.g.
Martedì 16 Febbraio 2010
“IL SIGNORE È BUONO CON CHI LO CERCA”. (Lamentazioni 3:25)
“Se uno fa questa affermazione, vuol dire che le cose gli vanno bene”.
Questo è quello che istintivamente potremmo pensare. Ma questo versetto
si trova nelle Lamentazioni di Geremia, il quale piange sulle rovine di Gerusalemme.
Non è affatto un momento bello, anzi il momento più brutto della
storia del regno di Giuda. Allora perché Geremia dice così, e
parla delle compassioni di Dio, della Sua fedeltà, della Sua grazia?
Perché si rende conto che, davanti al peccato, alle nostre ribellioni,
al nostro rifiuto di ogni avvertimento e correzione, Dio avrebbe il diritto
di distruggerci senza pietà. Ma non lo fa. Certo, a volte deve punirci,
ma nel Suo amore ha mandato Suo Figlio, che è morto per noi, per la nostra
salvezza, per restaurare la nostra comunione con il nostro Creatore. Se rispondiamo
a questo amore, ci renderemo conto di quanto Dio sia buono verso di noi e di
quanto le Sue benedizioni possano colmare la nostra vita. v.n.
Mercoledì 17 Febbraio 2010
“POICHÉ HAI DETTO: “TU SEI IL MIO RIFUGIO”, DIO COMANDERÀ
AI SUOI ANGELI DI PROTEGGERTI”. (Salmo 91:9,11)
Il desiderio di protezione è radicato in noi esseri umani. La più
spontanea che ci viene da fare, è cercare la protezione di altri esseri
umani. E cosa non si fa per riceverla! Sul lavoro e nella via sociale si cerca
l’amicizia di chi ha maggiore influenza. A scuola ci si sforza di essere
accettati dagli amici più forti. E forse questo modo di pensare non è
estraneo nemmeno nell’ambiente di chiesa. Ma questo tipo di protezione
si paga spesso col compromesso, una falsa lealtà, o con dei legami nei
quali si rimane sempre debitori. E, prima o poi, l’aiuto umano viene meno.
Perché allora diventare schiavi degli uomini, quando possiamo mantenere
la piena libertà, trovando la protezione perfetta che dà il rifugiarsi
in Dio? Né Dio né i Suoi angeli chiedono qualcosa in cambio. “Signore,
sii tu per me l’unico vero rifugio, desidero affidarmi solo a Te!”
a.p.
Giovedì 18 Febbraio 2010
“NESSUNO RAPIRÀ LE MIE PECORE DALLA MIA MANO, DISSE GESÙ”.
(Giovanni 10:28)
Tante persone vivono nel dubbio e nell’incertezza circa il loro destino
eterno e affermano che, prima di comparire davanti a Dio, non possiamo sapere
di avere la vita eterna. Alla domanda: “Siete salvati?”, molti rispondono:
“Lo spero”, e si mostrano sorpresi e irritati di fronte quei credenti
che affermano di essere certi della loro salvezza. Il Vangelo ha un messaggio
di certezza e non fa dipendere che nessuno lo strapperà dalla mano di
Cristo (vedi 1 Giovanni 5:13). Cosa dobbiamo fare per avere la certezza e la
sicurezza della salvezza? Dobbiamo riconoscere il nostro bisogno spirituale
(non possiamo essere salvati, se prima non riconosciamo che siamo colpevoli
davanti a Dio), accettare il rimedio che Dio ha provveduto per la nostra salvezza
e porre in Cristo la nostra fiducia. La fede che salva riceve Cristo come Salvatore
e Signore. p.d.n.
Venerdì 19 Febbraio 2010
“È UNA GLORIA PER L’UOMO L’ASTENERSI DALLE CONTESE”.
(Proverbi 20:3)
Il libro dei Proverbi è ricchissimo di consigli e insegnamenti anche
molto pratici, volti a rendere la nostra vita degna di essere vissuta. L’affermazione
del versetto di oggi è molto importante. Infatti, in un’epoca nella
quale spesso trionfano l’arroganza e la prevaricazione dove viene tenuto
in considerazione chi fa sfoggio della propria forza, dove molte volte la ragione
è di chi fa la voce più grossa, è più fondamentale
ribadire l’importanza della ricerca della pace nei rapporti sociali. Il
re Salomone, autore del libro dei Proverbi ci insegna che ciò fa veramente
onore all’uomo è l’avere uno spirito pacifico, che sa evitare
il litigio e la contesa. Certo il far valere le proprie ragioni facendo la voce
grossa è più facile che esseri mansueti e cercare la pace! Ma
riflettiamo un attimo; chi urla e litiga, non fa altro che mostrare la propria
debolezza, perché l’uomo veramente forte è quello che sa
fare la cosa più difficile. f.a.
Sabato 20 Febbraio 2010
“NESSUNA PAROLA DI DIO RIMARRÀ INEFFICACE”. (Luca 1:37)
Le profezie di Dio che si sono adempiute, sono garanzia che nessun altra Sua
parola rimarrà inefficace. Fina dalla Genesi, Dio aveva promesso un Salvatore
per l’uomo peccatore e l’ha mandato nella persona di Gesù.
Altre promesse future della Parola di Dio aspettano ancora di adempirsi: Gesù
tornerà, stavolta per portare con Sé nella gloria celeste tutti
i salvati, frutto dei Suoi tormenti e della Sua sofferenza. Coloro che durante
la vita terrena non hanno accettato la salvezza per grazia mediante i meriti
di Gesù, saranno eternamente separati da Dio e vivranno una costante
e infinita condizione di sofferenza (vedi 1 Giovanni 5:12 e Giovanni 3:36).
Scegli dunque oggi, prima che sia troppo tardi, quale futuro eterno vivere!
E ricorda che nessun altro può scegliere per te! Perciò, mentre
sei in vita, scegli di appartenere alla famiglia dei salvati per grazia. Se
non lo farai, il tuo futuro eterno è già decretato, perché
tutti gli uomini sono peccatori (Romani 3:23).
Domenica 21 Febbraio 2010
“CHI ASCOLTA LA MIA PAROLA E CREDE A COLUI CHE MI HA MANDATO, HA VITA
ETERNA”. (Giovanni 5:24)
Possiamo ben dire che la società odierna vive nel mondo della multimedialità.
In pochi minuti si può comunicare da un continente all’altro via
radio, telefono, internet.
Si spera sempre di ricevere buone notizie e vivere in un mondo migliore in cui
regni per sempre la pace fra i popoli. Mai conflitti fra vari popoli, etnie,
nazioni sono all’ordine del giorno. Eppure, c’è un messaggio,
unico, che può arrecare all’uomo vera pace, grande allegrezza e
una speranza eterna. Quello di un uomo vissuto circa duemila anni fa: Gesù
di Nazaret, l’eterno Figlio di Dio. Egli è morto per i peccati
dell’intera umanità ed è risorto affinché, credendo
in Lui, si possa essere giustificati (salvati). Egli invita ogni uomo a non
prestare ascolto ai messaggi di false speranze e aspettative, ma a disporsi
all’ascolto della Parola di Dio. Poiché chi crede nel Suo messaggio
riceve, già nel tempo presente, la vita eterna e, in futuro, non sarà
condannato, essendo già passato da uno stato di morte spirituale a uno
stato di vita spirituale. Perciò, caro amico/a, non temporeggiare, leggi
la Bibbia, e il Signore ti benedirà! n.s.
Lunedì 22 Febbraio 2010
“NON CONFORMATEVI A QUESTO MONDO”. (Romani 12:2)
Quando ho letto la prima volta questo versetto, mi è subito piaciuto,
perché ho pensato che Dio desidera persone che si distinguono. Sicuramente
ci vuole un grosso sforzo per conformarci alla volontà di Dio piuttosto
che a quella di questo mondo! Perché, come segue la frase, nella nostra
mente corrotta deve avvenire una “trasformazione”, un “rinnovamento”,
o meglio (per usare il termine greco) una vera e propria metamorfosi. Ma che
benedizione conoscere “la volontà di Dio, l buona, gradita e perfetta
volontà”, scritta nelle nostre Bibbie! Leggendola, impariamo cosa
vuole il Signore e non siamo confusi. Oggi non conformarti agli altri: leggi,
decidi e prendi il coraggio per distinguerti. b.s.
Martedì 23 Febbraio 2010
“CONSIDERA LA TUA CONDOTTA, RICONOSCI QUELLO CHE HAI FATTO”. (Geremia
2:23)
Nel corso di uno scalo, due marinai si recarono a terra con una scialuppa. Dopo
aver bevuto esageratamente, pensarono di ritornare a bordo. Trovata con difficoltà
la loro barca, vi salutarono dentro e si misero a remare, ma stranamente, pur
remando con forza, non avanzavano mai. Ormai stanchi, si addormentarono. Quando
si svegliarono, si accorsero che la loro barca era rimasta solidamente legata
a riva tramite la corda che essi avevano precedentemente annodato a un anello
della banchina. Proprio così, molti credenti non fanno progressi nella
vita spirituale, non vanno avanti, sono sempre allo stesso punto. Il diavolo
li acceca per impedire loro di vedere la corda che li trattiene e non li lascia
avanzare: una cattiva abitudine, dei legami mondani, un peccato che si cerca
di nascondere o una cattiva coscienza. Chiediamo al Signore di aprirci gli occhi
per discernere ciò che costituisce un ostacolo al nostro progresso spirituale.
Confessiamo ciò che ci paralizza e chiediamo la forza di rialzarci. s.g.
Mercoledì 24 Febbraio 2010
“L’ETERNO ACCOGLIE LA MIA PREGHIERA”. (Salmo 6:9)
Perché Dio non risponde? Forse perché non preghiamo! A questa
conclusione viene T. Hansel in una sua poesia intitolata: “MI SONO ALZATO
PRWSTO”. “Mi svegliai presto e mi buttai a capofitto nella giornata.
Avevo così tanto da fare che non ebbi il tempo di pregare. I problemi
mi caddero addosso e ogni impegno divenne più pesante: “Perché
Dio non mi aiuta?” dissi e Lui rispose: “Non me lo hai chiesto!”.
Io volevo vedere la gioia e la bellezza, ma quel giorno grigio diventò
nero. Mi chiesi perché Dio non si mostrava a me ed Egli disse: “Tu
non mi hai cercato!”. Mi forzai di essere alla presenza di Dio, usando
tutte le chiavi per aprire quella porta. Dio con gentilezza e amore mi rimproverò
dicendo: “Caro figlio, perché non hai bussato?”. Questa mattina
mi sono alzato presto e mi sono fermato prima di cominciare la giornata. Avevo
così tanto da fare che ho preso del tempo per pregare”. r.b.
Giovedì 25 Febbraio 2010
“SE QUALCUNO VUOL ESSERE IL PRIMO, SARÀ L’ULTIMO DI TUTTI”.
(Marco 9:35)
Gesù l’Unico a cui è stato dato il potere e ogni autorità
sulla terra e nei cieli, capovolge il concetto comunemente accettato di grandezza
di preminenza dell’uomo, basato sull’onore e il potere. No, non
è chi prevarica gli altri o chi ambisce ai posti di superiorità
per mettersi in mostra, come fanno le autorità terrene, a essere grande
nel regno di Dio, ma chi umilmente ama e serve gli altri. Perciò chi
vuol seguire Cristo, che sulla croce è esempio di sacrificio e servizio,
deve imparare a ragionare in modo diverso, dando priorità al servizio
e non al potere, all’umiltà e non all’autorità. Quanto
è difficile per l’uomo rinunciare a quei privilegi che ci si affanna
a conquistare nella società! Con quale metro misuri la tua grandezza?
Con quello dei tuoi successori personali o con quello della tua disponibilità
a dare e a servire? g.f.r.
Venerdì 26 Febbraio 2010
“TEMI L’ETERNO, SERVILO, TIENITI STRETTO A LUI”. (Deuteronomio
10:20)
“Con tutte le paure che abbiamo, ci mancherebbe altro che dobbiamo avere
paura anche di Dio”, penserà qualcuno. Abbiamo paura di ammalarci,
di non guarire, di non trovare lavoro, di perdere quello che abbiamo, di non
poter arrivare alla fine del mese, di non sposarci, ecc. Solo di Dio non abbiamo
paura. Con Lui, se crediamo nella Sua esistenza, pensiamo sempre di poterci
arrangiare in qualche modo. Tragico errore. Temere Dio significa prenderLo in
seria considerazione. Dio non è un fanfarone, come tanti uomini politici:
quello che dice, Lui lo mantiene, sia che si tratti di promesse, sia che si
tratti di minacce. Visto che ci sono tante buone promesse di Dio, tra cui quella
della vita eterna in Cristo, perché trascurarle? Perché esporsi
alla tremenda realizzazione della Sue minacce? “Tieniti stretto a Lui,
serviLo”, sia questo il tuo timore di Dio. E dormirai sonni tranquilli.
m.c.
Sabato 27 Febbraio 2010
“NON FATE POSTO AL DIAVOLO”. (Efesini 4:27)
Il Diavolo è paragonato nella Bibbia a un leone ruggente, che cerca chi
può divorare, e a un angelo di luce ingannatore. Come leone ruggente,
divora alla grande i non credenti. Se li mangia in un boccone con l’aiuto
della TV, degli esperti psicologi e della propaganda laica. Come leone, di solito
i credenti lo riconoscono e lo scansano. Ma con angelo di luce, molto meno.
La sua arma seduttrice è il compromesso. Un piccolo strappo alle regole
del Vangelo che male farà? Una visita in certi locali, per una volta,
non nuoce. Dopo tutto si deve pur vedere se quello che ne dicono è proprio
così terribile. Una guardatina a una rivista porno… per una volta…
e l’affare è fatto. Gli arabi dicono: “Lascia che il cammello
metta il naso nella tenda, e finirà per entrarci del tutto”. Davanti
all’angelo di luce, funziona solo il comando dato dall’Apostolo
Paolo a Timoteo: “Scappa!”. m.t.s.
Domenica 28 Febbraio 2010
“DIO È SPIRITO E QUELLI CHE L’ADORANO BISOGNA CHE LO ADORINO
IN SPIRITO E VERITÀ”. (Giovanni 4:24)
Un giorno un’anziana e distinta signora, entrando in un locale di culto
evangelico e vedendolo completamente privo di immagini e rappresentazioni sacre,
esclamò: “Ma cosa fate qui dentro, chi adorate? Non vedo alcun
riferimento per la preghiera e il culto”. Evidentemente quella signora
religiosa era abituata a pregare davanti a un qualche simulacro capace di trasmetterle
un senso di concretezza e di sicurezza. Questo è sbagliato! Sappiamo
che la Parola di Dio proibisce l’uso di qualsiasi immagine a scopo culturale
(Esodo 20:4-5). Chi adora Dio non può farlo se non attraverso lo Spirito
Santo che Dio dona e che viene a dimorare in modo stabile nel cuore di tutti
coloro che accettano Gesù, ossia i veri credenti. Dio è Spirito
e la comunione che possiamo godere con Lui non passa certo attraverso rappresentazioni
mediatiche, ma attraverso il Suo Spirito e la Sua verità. Hai permanete
creduto in Gesù per ricevere lo Spirito Santo promesso? g.b.
Lunedì 1 Marzo 2010
“NELLA MOLTITUDINE DELLE PAROLE NON MANCA LA COLPA”. (Proverbi 10:19)
Le parole di questo proverbio affermano una realtà innegabile. Gli uomini,
infatti, quando vogliono scagionarsi di fronte agli altri di qualche misfatto,
che hanno realmente commesso, ma che vogliono coprire, spesso cercano argomenti
a proprio favore. Pensano che con la “moltitudine delle loro parole”
riusciranno a convincere gli altri della propria innocenza. A volte si comportano
in questo stesso modo anche con Dio. Tutti probabilmente ricordiamo il fariseo
della parabola di Gesù, il quale pronuncia molte parole per esaltare
di fronte a Dio i propri meriti e farsi riconoscere giusto, senza però
fare il minimo cenno alle proprie colpe. Al contrario, il pubblicano non riesce
a fare altro che implorare Dio dicendo semplicemente: “O Dio, abbi pietà
di me, peccatore!” “Questo”, aggiunge Gesù, “tornò
a casa sua giustificato, piuttosto che quello”. (Luca 18:9-14). In un’altra
occasione, Gesù disse di non usare troppe parole “come fanno i
pagani” nel pregare, pensando “di essere esauditi per il gran numero
delle parole”. E aggiunse: “Non fate come loro!” (Matteo 6:7,8).
a.r.m.
Martedì 2 Marzo 2010
“HANNO ABBANDONATO L’ETERNO, HANNO DISPREZZATO IL SANTO D’ISRAELE”.
(Isaia 1:4)
Quattro passi verso l’inferno:
1.Abbandonare Colui che vive in eterno, ignorando la dimostrazione della Sua
eterna potenza, visibile nel creato. 2.Disprezzare il Santo d’Israele,
che non si trova in un Panteon, ma è il Dio del Suo popolo, che è
stato chiamato a manifestare le Sue uniche perfezioni e qualità. 3.VoltarGli
le spalle, come conseguenza del disprezzo, anziché ascoltarLo leggendo
la Bibbia “…si sono dati a vari ragionamenti, mutando la Sua incorruttibile
gloria, in una corruttibile, con idee e rappresentazioni umane” (Romani
1:21-23). 4.Allontanarsi da DIO. È il risultato ultimo dell’irriconoscenza
e dell’ingratitudine. Prendere le distanze da Lui significa allontanarsi
dalla luce, da ciò che è vero, ingannando sé stessi, corrotti
dalle proprie convinzioni, anziché convinti dalla Sua Parola e dalla
dimostrazione d’amore e di salvezza: Cristo Gesù. m.m.
Mercoledì 3 Marzo 2010
“IL SALARIO DEL PECCATO È LA MORTE”. (Romani 6:23)
Il salario, anche al tempo in cui fu scritta la lettera ai Romani, costituiva
la ricompensa alla quale un lavoratore aveva diritto in cambio delle sue prestazioni
professionali. È forte e significativo il fatto che l’apostolo
Paolo usi proprio “il salario” come metafora della morte. È
come se egli volesse dire: “Ogni uomo ha pieno diritto di morire come
ricompensa del suo peccato”. E la morte non è qui intesa semplicemente
come cessazione della vita del corpo, cioè come more fisica, ma come
eterna separazione della Vita che è Dio, cioè come morte spirituale.
Ogni uomo che non sentirà il bisogno di porre rimedio alla sua vita di
peccato conoscerà, come inevitabile conseguenza-ricompensa, la morte
fisica e la morte spirituale. Ma chi avrà accettato “il rimedio”
offertogli da Dio, conoscerà sì la morte fisica ma non quella
spirituale e, al ritorno di Cristo, vivrà anche la risurrezione del corpo.
Qual è questo “rimedio di Dio”? Lo stesso Paolo ce lo dice
nelle parole che seguono quelle riportate sul foglietto di oggi: “…ma
il dono di Dio è la vita eterna IN CRISTO GESÙ”. p.m.
Giovedì 4 Marzo 2010
“A DIO OGNI COSA È POSSIBILE”. (Matteo 19:26)
“Signore, ho le Bibbie nella macchina”, pregava Fratello Andrea.
Quando Tu sei stato sulla terra hai dato la vista ai ciechi; per favore, adesso
acceca temporaneamente le guardie, fa che non vedano le Bibbie”. Questa
era la preghiera dei “contrabbandieri di Dio” che, dopo la seconda
guerra mondiale, portavano carichi di Bibbie nei paesi comunisti che ne avevano
vietato la lettura. Era il periodo in cui la Cortina di Ferro divideva il mondo
in due. Prima di oltrepassare le dogane di questi paesi, fratello Andrea faceva
sempre questa preghiera, rischiando di essere arrestato se fosse stato scoperto.
Non aveva paura, sapeva che Dio lo aveva chiamato a serirLo in questo modo,
raggiungendo tanti cristiani che erano privi della Bibbia. Andrea amava Dio
e la Sua Parola e ha servito a lungo la Chiesa sofferente in questo modo La
preghiera del “contrabbandiere” è sempre stata esaudita,
a volte in modo incredibile, perché a Dio ogni cosa è possibile!
m.f.
Venerdì 5 Marzo 2010
“DIO NON DEGNA DI UNO SGUARDO CHI SI CREDE SAGGIO”.
(Giobbe 37:24)
Oggi viviamo in un mondo dove si punta tutto sulla sapienza umana. Dal momento
in cui Adamo decise di intraprendere la strada della conoscenza del bene e del
male, l’umanità intera è stata sulla condotta a fare della
conoscenza l’obiettivo primario della sua esistenza. Quali sono i risultati
tangibili sotto gli occhi di tutti? Da un lato abbiamo un uomo sempre più
evoluto, ma sempre più dal Signore. Dall’altro lato, vediamo un
uomo sempre più sprofondato nell’abisso del male, che vede da lontano
il bene senza però mai raggiungerlo. L’umanità intera considera
la sapienza come una conquista in grado di rispondere alle aspettative più
intime dell’uomo, ma si assiste a una realtà totalmente diversa:
la gente è sempre più sola e piena di paure. Nel cuore dell’uomo
c’è un vuoto che ha la forma di Dio. Il profeta Osea ci invita
a sforzarci di conoscere l’Eterno. Solo la conoscenza intima del Signore
è in grado di liberare il cuore dell’uomo dai legami dalla schiavitù
di una conoscenza supponente e velenosa, per dare, a chi la cerca, una gioia
e un senso alla propria vita. p.p.
Sabato 6 Marzo 2010
“OH, SE IL MIO POPOLO VOLESSE ASCOLTARMI, DICE L’ETERNO”.
(Salmo 81:13)
Si può dire che Dio sta facendo riflessioni ad alta voce. Sta pensando
a Israele, il Suo popolo. Ma perché Israele è il Suo popolo? Che
cos’ha di particolare? Niente, in sé stesso. La particolarità
sta in una relazione unica con Dio: a Israele Dio ha parlato, alle altre nazioni
no. E che cosa fa Israele? Non ascolta. E lì sta non soltanto il suo
peccato, ma anche la sua rovina. Il Signore si amareggia, ma rispetta la volontà
del popolo perché desidera una risposta d’amore, e questa non può
essere forzata. Dopo la venuta di Gesù la parola d’amore di Dio
si è rivolta a tutti gli uomini, anche a me e te, e questo mi ha aperto
uno spazio di libertà che prima non avevo. Posso dire “sì”
all’amore di Dio ascoltando la Sua Parola che mi invita al ravvedimento
e alla fede. Che il Signore non sia costretto a dire di te: “Oh, se …volesse
ascoltarMi!”. m.c.
Domenica 7 Marzo 2010
“L’UOMO SI INCHINÒ E ADORÒ L’ETERNO”.
(Genesi 24:26)
Adorare, ringraziare, glorificare Dio è una cosa meravigliosa per i credenti.
L’uomo del versetto di oggi era un servo di Abramo di cui non conosciamo
neppure il nome e si trovava a svolgere una missione delicata per conto del
suo signore. Vedendo che il suo compito stava avendo buon esito, l’uomo
si fermò, si inchinò e adorò riconoscendo che la grazia
di Dio aveva guidato i suoi passi. C’è un altro brano nella Bibbia
di segno contrario che amo spesso ricordare, in primo luogo a me stesso, in
cui l’apostolo Paolo parla di uomini che, in cui l’apostolo Paolo
parla di uomini che, pur trovandosi di fronte allo spettacolo straordinario
della creazione e al miracolo della vita, non hanno ringraziato Dio, né
l’hanno glorificato, ma si sono dati a vani ragionamenti. (Romani 1:21).
Evitare l’ostacolo di Dio significa per l’uomo trovare la strada
aperta per ogni sorta di male. Che non sia così per noi! g.b.
Lunedì 8 Marzo 2010
“DONNA, GRANDE È LA TUA FEDE; TI SIA FATTO COME TU VUOI, DISSE
GESÙ”. (Matteo 15:28)
Immaginiamo la scena: da una parte Gesù e i discepoli, che si sono “ritirati”
in Fenicia, fuori dalla Galilea (questo verbo ci dice che probabilmente volevano
un momento di tranquillità fra di loro, non assediati da gente che chiedeva
miracoli); dall’altra una donna pagana afflitta da un grave dolore: una
bambina posseduta, “gravemente tormentata”, come dice lei stessa.
È una straniera, una pagana: può osare chiedere un miracolo per
la sua bambina? La tratteranno male, con disprezzo. Ma la sua bambina ha bisogno
di aiuto, e allora si avvicina, pronta a tutto. Accetta un rifiuto e anche di
essere paragonata a un cagnolino che non ha diritti. Del resto, anche i cagnolini
mangiano le briciole che cadono sotto la tavola! E Gesù esclama: “Grande
è la tua fede…”. Non si è tirata indietro, ha continuato,
a chiedere e ha avuto la risposta: la guarigione della sua bambina. La sua è
stata una fede umile e sincera e Gesù risponde a questo tipo di fede.
v.n.
Martedì 9 Marzo 2010
“COSÌ PARLA L’ETERNO: PERCHÉ, QUANDO HO CHIAMATO,
NESSUNO MI HA RISPOSTO?” (Isaia 50:2)
Dio ci ha creati come esseri liberi e responsabili, capaci in altri di “rispondere”
a Lui; prima di tutto per appartenerGli e poi per poter svolgere il compito
che Egli vuole affidarci. Da notare che Dio non chiama soltanto pochi eletti,
ma il suo appello si rivolge indistintamente a tutti. Udirlo dipende solo dalla
nostra predisposizione d’animo. L’uomo è molto abile a mettere
ostacoli tra sé e la Parola di Dio, arrivando spesso anche a chiedersi:
“Ma sarà poi proprio la Sua voce?” Per poter rispondere,
deve esserci sintonia con la volontà del Signore e deve esistere una
relazione d’amore con Lui che spinge all’ubbidienza. Altrimenti
ci sarà una sorta di rivalità tra il nostro egoismo e ciò
che il Signore desidera. Ecco, perché, davanti al richiamo di Dio, c’è
tanta indifferenza e nessuna risposta. Anche oggi, come ai tempi del profeta,
Isaia, Dio chiama e soffre perché nessuno o solo pochissimi rispondono.
Egli non obbliga né costringe, ma c’è grande gioia e benedizione
quando la Sua creatura è pronta a dare una risposta affermativa. s.p.
Mercoledì 10 Marzo 2010
“NON TI PERDERE D’ANIMO QUANDO SEI RIPRESO DAL SIGNORE”.
(Ebrei 12:5)
Disciplinare i nostri figli in maniera equilibrata, senza lasciarci trascinare
dall’ira, è un esercizio che ci lascia, a volte, esausti e perplessi
sulle nostre capacità genitoriali. Può capitare che nel disciplinare
ci lasciamo andare a frasi inutili che non dovremmo dire: “tanto tu sei
sempre così… Possibile che non cambi mai?”. Critichiamo e
offendiamo la persona, invece di criticare l’atteggiamento sbagliato.
Il Signore, invece, agisce come un Padre perfetto: si interessa, ci riprende,
ci educa, ci disciplina, ma allo stesso tempo ci ricorda il So amore e se chiediamo
il Suo perdono ci accoglie nella Sua braccia paterne. Ecco perché non
dobbiamo perderci d’animo, gettare la spugna e pensare che non ce la faremo
mai se siamo ricaduti nello stesso peccato e siamo disciplinati da Dio. a.m.
Giovedì 11 Marzo 2010
“VOI AVETE VISTO TUTTO CIÒ CHE L’ETERNO HA FATTO SOTTO I
VOSTRI OCCHI”. (Deuteronomio 29:1)
Ronald Dunn, scrittore e predicatore itinerante, negli anni ’70 prese
la buona abitudine di scrivere in un diario tutte le risposte di Dio alle sue
preghiere. Una volta lo conservò così bene, che per diversi anni
non riuscì più a trovarlo! Poi, un giorno, in un periodo in cui
la sua fede vacillava, lo ritrovò e, incuriosito, cominciò a leggerlo.
Fu sorpreso dalle tante risposte di Dio alle sue preghiere e, mentre continuava
a leggere, accadde qualcosa: “La mia memoria sulla fedeltà di Dio
si ravvivò e la mia debole fede cominciò a rinforzarsi. Il ricordo
ha restaurato la mia fiducia nel Signore”. Oggi R. Dunn incoraggia i cristiani
a tenere un diario su cui annotare gli interventi di Dio nella propria vita,
perché “un giorno”, dice, “potrebbe significare la
differenza tra la vittoria e la sconfitta!”. In fondo era proprio era
proprio questo che il Signore richiedeva al Suo popolo circa le Sue azioni elencate
nel capitolo 29 del Deuteronomio. Infatti al capitolo 30:1,2 dice: “…tu
le richiamerai alla mente… e ti convertirai all’Eterno, il tuo Dio.”
Il ricordo di quello che il Signore ha fatto, preserva dal dubbio. r.b.
Venerdì 12 Marzo 2010
“NON CI SARÀ PIÙ LA MORTE, NÉ CORDOGLIO, NÉ
GRIDO, NÉ DOLORE”. (Apocalisse 21:4)
Nel mondo in cui viviamo, pieno di travagli e di sofferenze, a chi non fa piacere
conoscere questa prospettiva futura? Credo che essa rappresenti il sogno di
qualunque persona, perché non c’è nessuno al mondo che non
sia stato toccato da almeno una delle quattro cose elencate nel versetto citato.
La situazione cui fa riferimento quel capitolo del libro dell’Apocalisse,
riguarda ciò che avverrà alla fine del mondo, allorché
Dio farà nuovi cieli e nuova terra. Purtroppo, però, questa realtà
non sarà vera per tutti. Dio, essendo santo, non può avere a che
fare con coloro che si credono brave persone, e quindi vivono senza mai riconciliarsi
con Lui e sottomettersi a Lui. Lo splendido destino evocato dalle parole di
questo versetto riguarderà, perciò, solamente coloro che avranno
accolto Gesù come Salvatore e Signore della propria vita. A tutti gli
altri è riservato un destino molto diverso (vedi Apocalisse 20:15). Perciò,
non aspettare più; riconciliarsi con Lui e arrenditi alla Sua signoria.
h.p.
Sabato 13 Marzo 2010
“È PREZIOSA AGLI OCCHI DEL SIGNORE LA MORTE DEI SUOI FEDELI”.
(Salmo 116:15)
Nel Salmo da cui è tratto questo versetto si cantano gli interventi del
Signore, che hanno protetto nei pericoli, hanno strappato il salmista dai legami
della morte. Egli afferma che il Signore lo ha rialzato da uno stato di miseria
e disgrazia. Per questo ora può parlare della grandezza di Dio. Ma se
Dio non interviene davanti alla morte, nostra o di un nostro caro? Che cosa
vuol dire? Che si è distratto? Che è stato incapace di intervenire?
No, questo versetto ci rassicura. Dio conosce il nostro destino e ha un piano,
ma noi siamo sempre e dovunque nelle mani amorose del Signore, se gli abbiamo
affidato la nostra vita e abbiamo accettato la Sua salvezza. v.n.
Domenica 14 Marzo 2010
“SIGNORE, MIA FORZA, MIA FORTEZZA, MIO RIFUGIO NEL GIORNO DELL’AVVERSITÀ”.
(Geremia 16:19)
Le avversità sono situazioni o avvenimenti contrari ai nostri legittimi
desideri e aspettative. Sono considerati negativi perché causano ansia,
debolezza, insicurezza. Dal punto di vista di Dio hanno una valenza diversa:
esse sono delle opportunità, seppure mantengano tutto il loro carico
di sofferenza. Quando siamo troppo stanchi per andare avanti e non sappiamo
a chi rivolgerci, allora scopriamo la forza che Dio dà. Quando le persone
che ci danno sicurezza vengono a mancare, possiamo scoprire che Dio è
sempre presente ed è affidabile. Quando siamo esposti all’insensibilità
delle persone che ci circondano, capiamo la portata della protezione e della
difesa di Dio. Queste verità potremmo già conoscerle intellettualmente,
ma le sperimenteremo solo vivendole. o.t.
Lunedì 15 Marzo 2010
“DIO VIDE… E SE NE PRESE CURA”. (Esodo 2:25)
“Dio vede e provvede” dice un adagio popolare a cui poi magari fa
seguito un “…ma se veramente Dio esistesse, non dovrebbe…”.
Questo dimostra chiaramente quanto poco si conosca Dio! –Dio vide le condizioni
del popolo d’Israele sotto la schiavitù d’Egitto e se ne
prese cura… liberandolo! Conosci la storia di Mosè? Altrimenti
puoi leggerla in Esodo, uno dei primi libri della Bibbia. –Dio vide anche
la condizione di tutte le sue creature, uomini e donne di ogni tempo, prigionieri
di un’altra schiavitù, quella del peccato e della condanna eterna;
e se ne prese cura… come? Mandando non un eroico condottiero umano, ma
il Suo unigenito Figlio, Gesù, per liberarci da questa condanna, attraverso
il Suo sangue sparso sulla croce. Gli israeliti che volevano essere liberti
dovettero lasciare tutto e seguire Mosè. Gli uomini e donne che vogliono
scampare al giudizio divino, devono lasciarsi liberare dall’unico Salvatore,
il Signore Gesù Cristo, morto e risorto per riprendersi, cura dei Suoi.
w.g.
Martedì 16 Marzo 2010
“LE VIE DELL’UOMO STANNO DAVANTI AGLI OCCHI DEL SIGNORE”.
(Proverbi 5:21)
Quando ero piccolo, mi recai, di nascosto dai miei genitori, in campagna con
degli amici per raccogliere degli asparagi. Era una bella giornata di sole;
tutto sembrava promettere bene, quando, scoppiò tutto a un tratto un
forte temporale con lampi e tuoni. Non essendoci alcun riparo, decidemmo di
ritornare a casa correndo sotto l’acqua. Arrivammo in paese completamente
bagnati. Non mi recai subito a casa, ma andai prima a casa di uno dei miei amici,
dove ci asciugammo. Mi prestò anche dei vestiti asciutti e tornai a casa
portando in mano i miei abiti bagnati. Per paura di essere punito,, dissi ai
miei genitori che ero caduto in una pozzanghera. Ovviamente non ci cedettero!
Così è per il peccato: anche se commesso nel segreto, è
noto al Signore. Dio vede e conosce le vie dell’uomo, osserva la sua condotta
e non si può sfuggire al Suo attento esame, in quando Egli è onnisciente
e onnipresente (Ebrei 4:13; Proverbi 15:3). n.s.
Mercoledì 17 Marzo 2010
“MALEDETTO L’UOMO CHE CONFIDA NELL’UOMO”. (Geremia 17:5)
Dal profeta Geremia mentre stava stigmatizzando il peccato del popolo di Dio,
sono solo una piccola parte di un discorso più ampio nel quale, come
contrapposizione. Geremia dice pure: “…benedetto l’uomo che
confida nel Signore…”. Le parole del profeta sono chiaramente legate
a un certo contesto storico, a situazioni ben precise, ma l’insegnamento
che egli ci trasmette tutta la sua attualità. C’è un richiamo
ad aver fiducia nel Signore e nel Suo intervento al momento giusto. Chi fiducia
soltanto nelle proprie forze o, al limite, nell’aiuto di altri esseri
umani, prima o poi resterà deluso. Attenzione, però! Prendiamo
le parole del profeta nel loro giusto significato: esse non vogliono essere
un invito alla sfiducia nel nostro prossimo,ma, lo ribadisco, un invito alla
fiducia nel Signore che, in certi casi, è l’unico capace di aiutarci.
f.a.
Giovedì 18 Marzo 2010
“IO SO CHE IL MESSIA DEVE VENIRE. GESÙ DISSE: SONO IO, IO CHE TI
PARLO!”. (Giovanni 4:25,26)
Il Signore ci sorprende! A un religioso di riguardo come Nicodemo, ha parlato
della necessità di nascere di nuovo e della salvezza. A una donna che
non aveva una vita esattamente limpida, ha parlato di come di deve adorare e
si è rivelato come il Messia che doveva venire. A un esattore delle tasse,
ladro e traffichino, ha detto che voleva andare ad abitare da lui. Il Signore
non aveva riguardo alle qualità e alla posizione sociale delle persone.
Trattava ricchi e poveri, schiavi e padroni, buoni e cattivi, secondo i loro
bisogni. Vedeva nel cuore e andava dritto al nocciolo dei problemi. Giacomo
ha scritto nella sua lettera: “Fratelli miei, la vostra fede nel Signore
Gesù Cristo sia priva di riguardi personali” (Giacomo 2:1) e parla
delle differenze che si possono fare nel trattare un ricco, vestito bene e un
poveraccio. Facciamo attenzione a non lasciarci sedurre dalle apparenze. m.t.s.
Venerdì 19 Marzo 2010
“DAVIDE RITROVÒ FORZA E CORAGGIO NEL SIGNORE”. (1 Samuele
30:6)
I nemici avevano saccheggiato e bruciato un’intera città, facendo
prigionieri tutte le donne e i bambini. Quando Davide e la sua gente arrivarono
e videro che anche le loro mogli e i loro figli erano stati catturati, alzarono
la voce e piansero, finché non ebbero più forza di piangere. Era
proprio un momento di profonda tristezza! Cosa ne avrebbero fatto dei prigionieri?
Li avrebbero uccisi? Oppure fatti schiavi? Inoltre, tutta la gente che era con
Davide, per placare l’ira e l’amarezza, considerava di lapidare
Davide! Sembrava che non ci fosse più alcuna speranza. Ma anche quando
si è toccato il fondo, Dio è lì e, con la Sua mano, è
pronto a tirarti fuori dalla fossa. Davide aveva tutti i “buoni motivi”,
per deprimersi e sprofondare nell’angoscia più profonda…
ma non lo fece! Sapeva bene che il Signore è potente e buono. Lo aveva
già sperimentato in passato. Quindi, si fortificò in Dio e riprese
coraggio. Prendiamo esempio da Davide. Grande uomo di Dio, eppure debole e normale
come ognuno di noi. e.m.
Sabato 20 Marzo 2010
“LA FEDELTÀ DELL’ETERNO TI SARÀ SCUDO E CORAZZA”.
(Salmo 91:4)
La fedeltà è una delle virtù più stimate tra gli
uomini, ma umanamente non è mai veramente sicura e affidabile. Il nostro
migliore amico un giorno ci può deludere o addirittura tradire. Quante
volte noi stessi ci dimostriamo incapaci di rimanere fedeli ai nostri obblighi
o alle promesse date! Dio, invece, non ci deluderà mai: Egli è
fedele e vero, non può mentire, né ingannare, non ritira la Sua
Parola, è affidabile e attendibile. Nonostante la nostra infedeltà,
Dio rimane fedele, perché non può rinnegare Sé stesso,
e farà quello che ha promesso. Ha promesso di provvedere a ogni nostro
bisogno: per questo non ci mancherà mai nulla e, nel momento della necessità,
non ci abbandonerà mai. Egli è sempre pronto a proteggerci, perché
ci ama! La fedeltà di Dio riempie il nostro cuore di fiducia. Non dimentichiamoci
mai di ringraziarLo, perché Egli è fedele. g.f.r.
Domenica 21 Marzo 2010
“L’ETERNO È DEGNO DI LODE ECCELSA”. (Salmo 145:3)
Lodare Dio significa riconoscere chi Egli è e cosa fa, e darGli il giusto
posto nei nostri pensieri. L’autore di questo salmo cita alcuni dei motivi
per cui Dio è degno di lode: la Sua grandezza e potenza, la Sua bontà
e misericordia, ecc. Tutte caratteristiche che il salmista aveva sperimentate
con mano. Poiché Dio non cambia, anche io oggi posso lodarLo per i medesimi
motivi e trovarne altri, grazie alla mia esperienza personale e alla Sua presenza
costante nella mia vita. E tu? Trovi ogni giorno delle ragioni per dar lode
a Dio? Fermati e rifletti che sei nelle mani di Dio e non dare per scontato
nulla di quello che hai, inclusa la tua stessa vita! e.s.
Lunedì 22 Marzo 2010
“ECCO, LA TUA INIQUITÀ È TOLTA E IL TUO PECCATO È
ESPIATO”. (Isaia 6:7)
Il profeta Isaia ebbe la visione della maestà e della santità
di Dio, seduto sul trono di gloria, oggetto dell’adorazione delle creature
celesti. Di fronte a questa visione, il profeta fu preso da timore ed esclamò:
“Guai a me, sono perduto! Poiché io sono un uomo dalle labbra impure
e i miei occhi hanno visto il Re, il Signore degli eserciti”. Isaia aveva
bisogno di essere perdonato e purificato da Dio. Anche noi, di fronte alla gloria
e alla santità di Dio, siamo peccatori perduti. Abbiamo bisogno del perdono
di Dio, per l’espiazione dei nostri peccati. Egli così ha provveduto
per noi il rimedio perfetto: il sacrificio di Suo Figlio, Gesù Cristo.
Cristo non morì per Sé, ma per gli altri. Quando morì sulla
croce, pagò la pena del nostro peccato, morì al nostro posto.
L’opera di salvezza è ormai compiuta per tutti quelli che pongono
la propria fiducia in Cristo. Ma come la calamità attira solo il ferro,
così il sacrificio di Cristo ha efficacia solo per quelli che credono
in Lui e si riconoscono colpevoli al Suo cospetto. p.d.n.
Martedì 23 Marzo 2010
“I MARITI DEVONO AMARE LE LORO MOGLI, COME LA LORO PROPRIA PERSONA”.
(Efesini 5:28)
Oggi la nostra società si trova a vivere molti problemi legati alla crisi
della famiglia. I valori morali, spesso ritenuti fondamentali, oggi sono considerarti
sorpassati e certe regole comportamentali sono trascurate e ignorate. Ma la
Parola di Dio, sempre valida e attuale, sa puntare il dito sulla causa dei problemi
e sa proporre il modello giusto e corretto per una sana società e una
felice vita personale. Il versetto di oggi offre un valido consiglio per i mariti:
se vogliamo avere una buona famiglia, dobbiamo basare i nostri rapporti sull’amore
e sul rispetto di ciascun ruolo all’interno di essa. Ma l’amore
che il marito deve avere verso la moglie non può trarre forza da sé
stesso, perché sarà sempre e comunque insufficiente. La sorgente
deve essere l’amore per Dio, riconosciuto personalmente come Signore.
Solo l’uomo rigenerato e sottomesso a Dio, può avere la garanzia
di saper amare e vivere i giusti rapporti con tutti nella società. Un
libro molto utile a riguardo è: “Ruoli e responsabilità
nel matrimonio” di Marco Distort. s.b.
Mercoledì 24 Marzo 2010
“DIO È UN AIUTO SEMPRE PRONTO NELLE DIFFICOLTÀ”. (Salmo
46:1)
Questa verità mi consola tantissimo. La vita cristiana non ci rende immuni
dalle sofferenze, ma comporta gioie e dolori. Sono grata per la mia vita; so
che, nel Suo piano eterno, Dio mi ha voluta. Quando tutto va bene, sono contenta
e apprezzo i doni dell’amore e della serenità. Ma a volte le cose
vanno male; ci sono difficoltà che arrivano sempre in compagnia di altre
difficoltà, c’è il dolore, la sofferenza… Allora penso
che questi avvenimenti siano il termometro della nostra vita spirituale; infatti
è proprio nelle difficoltà che viene fuori il nostro vero carattere,
è lì che se stiamo facendo sul serio con Dio o se viviamo ingannandoci.
Ho letto di recente una frase che diceva “se le difficoltà non
ti uccidono, ti renderanno più forte”. È vero, nelle difficoltà
Dio ci dà l’occasione di sperimentare la Sua vicinanza, forza e
potenza. Ci sta accanto per sorreggerci, proteggerci e fortificarci. Ricordiamoci
che questo versetto non è una teoria, è una promessa! m.f.
Giovedì 25 Marzo 2010
“SE UNO MI AMA, OSSERVERÀ LA MIA PAROLA, DISSE GESÙ”.
(Giovanni 14:23)
Credere in Dio, conoscerLo, sono esperienze importantissime. Ma il punto centrale
nella nostra relazione con Lui, da cui tutto il resto dipende, qual è?
Gesù dà la risposta: “Ama il Signore Dio tuo… Questo
è il grande e il primo comandamento” (Matteo 22:37). Infatti, per
quelli che Lo amano, tutte le cose cooperano al bene (Romani 8:28) e per loro
Dio ha preparato cose sublimi (1 Corinzi 2:9). Dio ha promesso loro la corona
della vita (Giacomo 1:12) e l’eredità del Suo Regno (Giacomo 2:5).
Inoltre chi Lo ama è conosciuto da Lui (1 Corinzi 8:3) e Dio gli largisce
le Sue ricchezze immaginabili. Qui però bisogna essere chiari, perché
vediamo dare alla parola “amore” tanti significati diversi, vaghi
e a volte contradditori. Come avere la prova che Lo amiamo davvero e che il
nostro amore è genuino? È semplice: osservando la Sua Parola.
Per osservarla, bisogna prima di tutto conoscere la Bibbia. Così, conquistati
da questa Parola, desidereremo sempre di più ubbidire a Gesù,
piacerGli, servirlo con gioia. Allora si realizzeranno per noi le promesse che
Gesù rivela nel seguito del versetto di oggi: “il Padre mio l’amerà
e noi verremo a lui e faremo dimora presso di lui”. l.p.
Venerdì 26 Marzo 2010
“LA MIA CASA SARÀ CHIAMATA UNA CASA DI PREGHIERA PER TUTTI I POPOLI”.
(Isaia 56:7)
Quante scolarette stanno in una cabina telefonica inglese? Per battere un record,
delle ragazze scozzesi sono riuscite a starci in sedici. Quanto erano grandi
per rimanere insieme in questo spazio limitato? Il versetto di oggi dice che
il Dio infinito ha una dimora sulla piccola terra. Ma dov’è la
casa di cui scrive Isaia? Gli apostoli ci rivelano che Dio non abita in edifici
fabbricati dall’uomo (Atti 7:48). Piuttosto è Lui che costruisce
un edificio spirituale, la Sua chiesa, inserendovi tutti coloro che hanno accettato
Gesù come Salvatore e Signore nella loro vita (1 Corinzi 3:16). Sei già
entrato a far parte di questa “casa”? È una casa spirituale
che prega rivolgendosi esclusivamente al Dio vivente, anche se spesso, in questa
casa, la preghiera è tra le cose più trascurate. Le ragazze scozzesi
non hanno usato il telefono nella cabina. Ma tu che fai parte della dimora di
Dio, puoi usare il collegamento gratuito con Dio tramite la preghiera. Non entrerai
per questo nel libro dei record, ma sperimentai la presenza e le risposte di
Dio. a.p.
Sabato 27 Marzo 2010
“DIO È STATO MOLTO BUONO CON ME”. (Genesi 33:11)
Anche se molti accusano Dio del male che c’è nel mondo, si sente
dire spesso che Dio è buono, ma raramente che Lui è molto buono!
Questa affermazione scaturisce soltanto da chi ha ricevuto una benedizione particolare
dal Signore o ha riconosciuto di esser scampato a qualcosa di brutto, oppure
da chi si è fermato a considerare la bontà di Dio. È una
considerazione che spinge al ravvedimento e fa accendere nel cuore, spesso innato,
un senso di gratitudine. Fermiamoci ora, per qualche minuto, a pensare QUANTO
Dio è buono! Un suggerimento? Io voglio pensare alla libertà che
Dio mi ha dato, anni fa, quando ho gestito la mia vita senza curarmi affatto
di Lui: quando poi ho capito di sbagliare, Lui non mi ha neanche punita, perché
aveva già “punito” Gesù al posto mio! Sì, “Dio
è stato molto buono con me!”. b.s.
Domenica 28 Marzo 2010
“OGNI LINGUA CONFESSI CHE GESÙ CRISTO È IL SIGNORE”.
(Filippesi 2:11)
Paolo rivela un importante evento che riguarderà tutte le creature “nei
cieli, sulla terra e sotto terra”. Per realizzare il paino di salvezza
dell’uomo peccatore richiestogli dal Padre, Gesù aveva accettato
di “prendere forma di servo” e di “divenire simile agli omini”,
rivelandosi totalmente “ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce”,
perciò il Padre “lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il
nome che è al di sopra di ogni nome”. Perché “al di
sopra di ogni nome”? Perché, avendo accettato di essere un perfetto
Salvatore morendo per noi sulla croce, è solo nel suo nome possiamo essere
salvati. Non c’è un altro nome! Solo “Gesù”!
Quel “sovranamente” ci rivela che Gesù sarà il Sovrano
unico di tutta la realtà e che “ogni ginocchio” si piegherà
davanti a lui ed “ogni lingua” lo riconoscerà come Signore.
Vi saranno ginocchia costrette a piegarsi dal giudizio di Dio e lingue costrette
a parlare: le ginocchia e le lingue di chi si rifiuta ora di riconoscere Gesù
come Salvatore e Signore. Molto meglio piegare ora spontaneamente le proprie
ginocchia, confessare ora spontaneamente con la propria lingua piuttosto che
essere costretti a farlo un giorno! p.m.
Lunedì 29 Marzo 2010
“LE PAROLE CHE VI HO DETTE SONO SPIRITO E VITA”. (Giovanni 6:63)
Tutte le parole di Gesù sono piene di significato e hanno una portata
eterna. Infatti le folle che seguivano Gesù erano affascinate dalla profondità
dei Suoi insegnamenti, che toccavano i loro cuori proprio come una spada ben
affilata, ma nel contempo erano di grande conforto e consolazione. Le parole
di Cristo erano come un faro che illuminava gli angoli più nascosti della
loro vita, metteva a nudo le loro intenzioni, rivelava i loro pensieri, giudicava
le loro coscienze e nondimeno erano come un balsamo. Gesù è venuto
per risolvere il nostro più grande problema spirituale, il peccato, perciò
le Sue parole sono le parole che Dio indirizza a tutti noi. Sono ispirate dallo
Spirito di Dio e hanno vita in sé. L’apostolo Pietro ben disse:
“Signore, a chi ce ne andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna”!
Il mio augurio è anche tu, caro lettore, possa dire così. s.g.
Martedì 30 Marzo 2010
“ESSI VEDRANNO LO ZELO CHE HAI USATO PER IL TUO POPOLO”. (Isaia
26:11)
Chi ha letto la Bibbia si sarà reso conto del ruolo di assoluta preminenza
di Israele. Dio ha eletto questo popolo, lo ha liberato dalla schiavitù
in Egitto, lo ha guidato nel corso dei secoli. Il versetto di oggi ci mostra
che la storia di Israele non si è conclusa e che un giorno si realizzerà
appieno il grido di esultanza qui espresso. Ma c’è un particolare
che è degno di essere ricordato oggi e che rivela in modo brillante l’amore
di Dio: “…lo zelo che hai usato per il Tuo popolo”. Israele
forse meritava una tale attenzione da parte di Dio? Assolutamente no! Quanta
infedeltà troviamo nella sua condotta! Eppure il Signore è stato
misericordioso. Questo aspetto del carattere di Dio, ci fa comprendere in modo
più ampio lo zelo che ha per tutti gli uomini: “Dio ha tanto amato
il mondo che ha dato il Suo unigenito Figlio…” (Giovanni 3:16).
Come pensi di ripagare l’amore che Dio nutre per te? Con la fede o con
l’incredulità? s.v.
Mercoledì 31 Marzo 2010
“E PILATO A LORO: CHE FARÒ DUNQUE DI GESÙ DETTO CRISTO?
TUTTI RISPOSERO: SIA CROCIFISSO”. (Matteo 27:22)
Queste parole sono state pronunciate da Ponzio Pilato, dopo che il Signore Gesù
Cristo fu arrestato dai capi sacerdoti. Egli si stava rivolgendo a quello stesso
popolo che, solo qualche giorno prima, aveva accolto Gesù gridando: “Osanna
al Figlio di Davide! Benedetto Colui che viene nel nome del Signore!”,
mentre ora Lo voleva morto… Benché in apparenza sul banco degli
imputati ci fosse Gesù, in realtà quel posto lo stava occupando
Pilato, perché ciò che egli avrebbe fatto di Gesù, avrebbe
determinato il suo destino eterno. Pilato non voleva far morire Gesù,
perché Lo riteneva innocente, eppure, a causa di interessi personali,
decise di accontentare la folla. Alla fin fine, dunque, Pilato riteneva Gesù
semplicemente un “uomo innocente”, ma non il Figlio di Dio, il Cristo.
La domanda che fece Pilato al popolo, dovremmo tutti farla a noi stessi, e,
come per Pilato, anche per noi la risposta che daremo determinerà il
nostro destino eterno. h.p.
Giovedì 1 Aprile 2010
“CELEBRA LA PASQUA IN ONORE DELL’ETERNO, TUO DIO”. (Deuteronomio
16:1)
La Pasqua ebraica ricorda l’uscita e la liberazione del popolo d?Israele
dalla schiavitù d’Egitto. Gli Israeliti scamparono al giudizio
di Dio che si abbatte sugli Egiziani, perché ogni famiglia uccise un
agnello e asperse col sangue gli stipiti e l’architrave della porta della
sua casa. L’agnello ucciso era un simbolo di Cristo, ucciso al nostro
posto alla croce. Egli è l’Agnello di Dio che toglie il peccato
del mondo (Giovanni 1:29). Cristo è la nostra Pasqua, immolata per noi
(1 Corinzi 5:7). Quando giunse la pienezza dei tempi, Dio mandò Suo Figlio
sulla terra per salvare l’uomo peccatore e stabilì che non fossero
più offerti sacrifici di animali, ma il sacrificio della persona di Cristo.
In Lui tutti i sacrifici dell’Antico Testamento hanno trovato il loro
adempimento. Cristo è venuto dal cielo non solo per essere un esempio,
ma per morire sulla croce al posto nostro. La Sua morte non fu un incidente
o un fatto causale. Era prevista nel piano di Dio sin dall’eternità,
per offrirci la salvezza. Ci credi? p.d.n.
Venerdì 2 Aprile 2010
“GESÙ GRIDÒ: DIO MIO, DIO MIO, PERCHÉ MI HAI ABBANDONATO?”
(Matteo 27:46)
“Perché Mi hai abbandonato?”. È il grido straziante
di Gesù inchiodato e sanguinante sulla croce del Golgota. La Bibbia ci
fornisce a questa domanda. Ma la semplicità e la spontaneità della
risposta, non devono indurci a un atteggiamento superficiale di fronte alla
drammaticità e alla grandezza di quel evento. Dovremmo umiliarci e inginocchiarci
in adorazione di fronte a tanto amore. Gesù, che godeva una perfetta
comunione con il Padre Celeste, che respirava come profumo il timore del Signore
(Isaia 11:3), in quelle terribili ore è stato abbandonato da Dio, lasciato
solo nel tormento della croce. Tutto ciò perché si era fatto carico
dei nostri peccati, anzi Lui stesso era stato fatto peccato “essendo divenuto
maledizione per noi” (Galati 3:13). Era il giorno terribile e grandioso,
ma benedetto per noi, dell’espiazione dei nostri peccati. In quella croce
Gesù ha preso il mio e il tuo posto, Lui vero uomo e vero Dio che non
conobbe mai peccato! Cosa dire di più? Come rimanere muti e insensibili
di fronte a tanto amore? Se hai capito queste verità, come puoi non aprire
il tuo cuore a Gesù? g.b.
Sabato 3 Aprile 2010
“DIO CI DÀ LA VITTORIA PER MEZZO DEL NOSTRO SIGNORE GESÙ
CRISTO”. (1 Corinzi 15:57)
Queste parole sono le conclusive di quel capitolo dell’epistola ai Corinzi
nel quale l’apostolo Paolo parla della risurrezione e ne parla come di
qualcosa di straordinario, che succederà a tutti i figli di Dio e che
siglerà il definitivo affrancamento dell’uomo dalla sua condizione
di essere mortale e corruttibile. La vittoria di cui parla l’apostolo,
è quella sulla morte e Paolo sottolinea che essa è stata possibile
soltanto per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo. Nel contesto ci viene
anche spiegato che la morte è il risultato del peccato. Proprio per espiare
i nostri peccati, Cristo è salito sulla croce e ha versato il Suo sangue
preziosissimo. L’Autore della nostra vittoria è Cristo, l’Autore
della nostra salvezza è Cristo, il nostro Creatore è Cristo, a
Lui dobbiamo la vita w ogni cosa. Pieghiamo dunque le nostre ginocchia e chiniamo
il capo davanti a Lui. f.a.
Domenica 4 Aprile 2010
“IL SIGNORE È VERAMENTE RISORTO”. (Luca 24:34)
La Pasqua ci ricorda che Gesù è veramente vivo. La vittoria sulla
morte ebbe un costo molto alto per Lui: lasciare la gloria in cielo, prendere
un corpo umano e arrivare sulla croce. Tanti paradossi segnarono la Sua vita
in terra: Ebbe fame … Lui, che ha sfamato le moltitudini, Ebbe sete…
Lui, che è l’acqua della vita, Si sentì stanco… Lui,
che è il nostro riposo, Pregò… Lui, che ascolta ed esaudisce
le preghiere, Pagò il tributo… Lui, che è il Re dei Re,
Pianse.. Lui, che asciuga le nostre lacrime, Fu venduto per 30 denari…
Lui, che diede la vita come riscatto per noi, Fu condotto allo scannatoio come
una pecora… Lui, che è il Buon Pastore, Fu messo a morte…
ma risuscitò perché Egli è la risurrezione e la vita. r.b.
Lunedì 5 Aprile 2010
“VI DO LA MIA PACE. IO NON DO COME IL MONDO DÀ, DISSE GESÙ.
(Giovanni 14:27)
La pace del cuore è qualcosa a cui tutti aneliamo. Tuttavia è
irraggiungibile attraverso mezzi umani. Ad esempio, la vita non fila mai completamente
liscia in modo tale che il nostro cuore stia tranquillo e quieto. La pace non
può esserci trasmessa dalle circostanze, né da un’altra
persona, perché nessuno la possiede. Solo il Signore Gesù può
darci la vera pace. Egli ci giustifica davanti a Dio Padre (Romani 5:1), ci
provvede pace con Lui, ci dona la possibilità di avere un dialogo libero
con Lui, un rapporto personale. Ci fa il dono di diventare Suoi figli e di appartenerGli
per sempre. Egli prende i nostri pesi, le nostre preoccupazioni, le nostre paure
e ansie e in cambio di dà una pace che supera ogni intelligenza (Filippesi
4:7). Alla base ci deve essere un atto di fede da parte nostra. Gesù
disse: “Il nostro cuore non sia turbato: abbiate fede in Dio, e abbiate
fede anche in Me” (Giovanni 14:1). e.s.
Martedì 6 Aprile 2010
“CRISTO CI HA RISCATTATI DALLA MALEDIZIONE”. (Galati 3:13)
In Dio risiedono contemporaneamente tanti attributi, alcuni apparentemente contrastanti
alla mente dell’uomo, come per esempio l’amore e la giustizia. Spesso
si preferisce pensare all’amore infinito di Dio ed, erroneamente, si finisce
col pensare che alla fine perdonerà tutti, perché un Dio di amore.
Ma questo accade perché l’uomo preferisce illudersi e, davanti
alla realtà del peccato, fa come lo struzzo che nasconde la faccia. Dio
è anche giustizia, perciò non lascia il peccato impunito. In virtù
del Suo grande amore, ha riversato la Sua ira per il peccato sull’unico
sostituto per gli uomini che vogliono essere perdonati: Suo Figlio Gesù.
Tutti coloro che accettano per fede il Suo sacrificio espiatorio, diventano
di conseguenza figli di Dio, riscattati dalla maledizione della legge, cioè
dalla morte e dalla separazione eterna da Dio. s.b.
Mercoledì 7 Aprile 2010
“GESÙ, DOPO AVERE OFFERTO UN UNICO SACRIFICIO, E PER SEMPRE, SI
È SEDUTO ALLA DESTRA DI DIO” (Ebrei 10:12)
Quando il capo di un esercito torna vittorioso da una grande battaglia, in patria
ci sono festeggiamenti, onorificenze e gratificazioni di ogni genere. Quando
il Signore Gesù, vincitore della più grande battaglia di tutti
i tempi, quella contro satana ed il peccato, è tornato in cielo, non
sappiamo cosa sia successo lassù! Se quando Gesù è nato
gli angeli hanno fatto grande festa, e quando un’anima si converte c’è
grande festa nel cielo, allora credo che possiamo immaginare quale accoglienza
Gli sia stata riservata. Un ingresso trionfale al Suo ritorno nella Sua gloria
e, come ben sappiamo, un posto speciale: alla destra del Padre. Quando sulla
croce gridò: “È compiuto!”, confermò di avere
portato a termine la missione che era venuto a compere quaggiù e la Sua
resurrezione ne è stata l’approvazione. Ora Gesù che cosa
fa? È scritto: “…è alla destra di Dio e anche intercede
per noi” (Romani 8:34) È il nostro Avvocato e Mediatore ed è
solo nel Suo nome che possiamo andare direttamente al Padre. w.g.
Giovedì 8 Aprile 2010
“LO STOLTO HA DETTO IN CUOR SUO: DIO NON C’È”. (Salmo
53:1)
Il giovane Josh McDowell decise di scrivere un libro che si prendesse gioco
di Cristo e del cristianesimo. Quale fu il risultato? Gesù Cristo era
davvero il Figlio di Dio! Le evidenze trovate in anni di ricerche erano schiaccianti.
Ecco il racconto concitato dell’inchiesta fatta: “Mi resi conto
che non ero onesto intellettualmente. La mia mente mi diceva che le dichiarazioni
di Cristo erano proprio vere, ma la mia volontà era spinta in un’altra
direzione”. Più tardi non solo diventò un vero cristiano
ma scrisse numerosi libri in difesa della fede il più famoso dei quali
è: “Nuove evidenze che richiedono un verdetto” (Edizioni
Centro Biblico”). La Bibbia dichiara inequivocabilmente che colui che
nega l’esistenza di Dio è uno stolto. Lo stolto non crede, non
perché non può, ma perché non vuole. Dio, infatti, ha lasciato
molte prove della Sua esistenza, ma lo stolto le nega tutte. L’esperienza
di McDowell dovrebbe motivarci nel farci intraprendere una ricerca di Dio, seria
e onesta. In fondo, c’è un argomento più importante di quel
che ha a che fare con la nostra eternità? s.v.
Venerdì 9 Aprile 2010
“O ETERNO, PERDONA”. (Deuteronomio 21:8)
Fra le tante caratteristiche di Dio, una di quelle che dovrebbe portarci a riflettere
di più, è proprio la Sua disponibilità al perdono. Dio,
santo e perfetto, si avvicina all’uomo, tende il Suo orecchio e aspetta
questa richiesta. Attende che uomini e donne, consapevoli del loro errore, giungano
alla consapevolezza che solo Dio è Colui che può, attraverso quel
perdono totale e definitivo, donare una nuova prospettiva alla loro vita. Dio
ci ricorda che ricevere quel perdono non dipende né dalla quantità
e neppure dalla qualità dei nostri peccati, ma piuttosto dalla nostra
resa totale. Noi, invece, fallibili e imperfetti, pensiamo che ci siano tipi
di peccati ce non possiamo perdonare agli altri e che ci sia una misura oltre
la quale non si posso transigere. Il perdono di Dio è a nostra disposizione
per farlo nostro. Accettandolo per fede siamo liberati e possiamo cominciare
ad esercitare l’arte del perdono, pensando di più a come siamo
stati perdonati da Dio. a.m.
Sabato 10 Aprile 2010
“CANTATE AL SIGNORE UN CANTICO NUOVO”. (Salmo 149:1)
Sin dall’adolescenza sono stato un appassionato di musica rock. Non davo
molta importanza ai testi delle canzoni, ma provavo un immenso piacere per il
ritmo e le sanzioni che quella musica mi trasmetteva. All’età di
19 anni, entrando per la prima volta in una chiesa evangelica, ascoltai un modo
nuovo di fare musica e di cantare. Le parole e i cori erano molto belli. Le
composizioni musicali, poi, comunicavano un senso profondo di gioia, pace e
serenità. Qual era il “segreto” di quella armonia fatta di
musica e parole? Il Signore stesso aveva cambiato la vita di quelle persone,
con la Sua Parola e con lo Spirito Santo. Le motivazioni di coloro che cantavano
erano diverse da quelle di prima. Stavano semplicemente mettendo in pratica
l’ordinamento esposto in questo versetto: “Cantate al Signore un
cantico nuovo”. Qualche tempo dopo, il messaggio del Vangelo fece breccia
nella mia vita, fui rinnovato dalla potenza del Signore e potei anch’io
far parte di quel magnifico coro. s.v.
Domenica 11 Aprile 2010
“DIO È LA MIA FORZA”. (Isaia 49:5)
Queste parole il profeta Isaia le ha pronunciate nel contesto di un discorso
ben preciso: egli, riferendosi alla missione che il Signore gli aveva affidato,
ha ricordato il fatto che Dio era la sua forza. Il concetto che sta dietro alle
parole del profeta credo sia il seguente: se Dio ci chiede di fare qualcosa
e se noi abbiamo intenzione di ubbidirGli, ci darà anche la forza e la
capacità per farla. Questa realtà deve suonare come un invito
ad avere fiducia nel Signore, rivolto a tutti coloro che, di fronte alle pressanti
richieste di impegno che la vita riserva, si sentono inadeguati. Coraggio! Quel
Dio che è stato la forza di Isaia vuole esserLo anche per tutti quelli
che oggi sperano in Lui. f.a.
Lunedì 12 Aprile 2010
“CAMMINIAMO NON SECONDO LA CARNE, MA SECONDO LO SPIRITO”. (Romani
8:4)
Per camminare bisogna essere nati. Per camminare secondo la carne basta essere
nati da donna all’ospedale; per camminare secondo lo Spirito bisogna invece
essere nati dallo Spirito attraverso la Parola di Dio. Solo a chi si trova in
questa seconda condizione si può applicare il versetto di oggi, che non
è un comando o un’esortazione, ma è anzitutto una constatazione.
Nei versetti successivi l’apostolo Paolo usa diversi “se”:
“Vuoi però non siete nella carne ma nello Spirito, se lo Spirito
di Dio abita veramente in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli
non appartiene a Lui… Ma se Cristo è in voi… Se lo Spirito
di Colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi”. La prima
cosa da fare dunque è verificare se lo Spirito di Dio abita veramente
in me. Se è così, non mi resta che lasciarmi guidare da quello
stesso Spirito che mi ha fatto nascere di nuovo. m.c.
Martedì 13 Aprile 2010
“SE VOI NON PERDONATE, NEPPURE IL PADRE VOSTRO CHE È NEI CIELI
PERDONERÀ LE VOSTRE COLPE”. (Marco 11:26)
Se avessi letto questo versetto ieri, avrei avuto un sentimento di approvazione,
perché ero in pace con tutti. Ma l’ho letto oggi e proprio oggi
mi provoca una fitta interiore, perché mi seno molto ferita da una persona
che, prepotentemente, mi ha fatto del male. Non voglio vederla neppure dipinta!
Questo è il sentimento d’ira che mi pervade. Però questo
mi mette davanti ad una realtà che mi fa stare ancora più male,
lo percepisco quasi come una violenza, ma so che Dio è amore e voglio
leggerlo con questo sentimento. Dio mi ama e mi perdona, e se io sono tanto
amata posso anche amare, se sono tanto perdonata posso anche perdonare. Il Cristianesimo
non è religione, è azione. Se non riesco ad agire come Dio vuole,
probabilmente c’è un intoppo spirituale. Voglio riflettere, affidare
a Dio le mie emozioni e chiederGli la grazia di poter perdonare, come Lui perdona
me, ancora… e ancora… m.f.
Mercoledì 14 Aprile 2010
“NON ANDRETE VAGANDO DIETRO AI DESIDERI DEL VOSTRO CUORE”. (Numeri
15:39)
Siamo abituati a consigli che dicono esattamente l’opposto: va’
dove ti porta il cuore, segui il tuo cuore, lasciati guidare dal cuore. Il cuore
è visto come la sede dei sentimenti, di quello che c’è in
noi di più genuino, di non sofisticato, e perciò seguire il cuor,
nel nostro linguaggio, ci parla di scelte spontanee, non viziate da ragionamenti
di comodo, da considerazioni di convenienza. Ma La Bibbia ci parla in modo molto
diverso. La Parola di Dio è legata alla realtà, non è romantica
e visionaria e ci dice senza mezzi termini che il nostro cuore è ingannevole,
e che dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi, inimicizie, immoralità
e tutto quanto c’è di peggio. E chi ha detto questo non è
un profeta dell’Antico Testamento, ispirato da un’idea di Dio rigida
e punitiva; no, lo ha detto il Signore Gesù, l’espressione più
alta dell’amore, della comprensione e del perdono. Ma ci dice la verità.
E solo dicendoci la verità, può davvero metterci in guardia e
condurci sulla strada buona della salvezza. v.n.
Giovedì 15 Aprile 2010
“INCLINA IL MIO CUORE VERSO I TUOI INSEGNAMENTI E NON ALLA CUPIDIGIA”.
(Salmo 119:36)
Si racconta che un uomo ricco aveva bisogno di assumere un uovo autista personale.
Dopo aver analizzato diversi candidati, restrinse a tre la selezione finale.
A ognuno di
essi rivolse questa ultima domanda: “Quanto pensa di riuscire ad avvicinarsi
a un profondo strapiombo?” Il primo rispose: “Penso di riuscire
ad arrivare a un metro di distanza”. Il secondo disse mezzo metro. Il
terzo rispose: “Cercherei di stare il più lontano possibile dal
bordo del burrone”. Fu lui a ricevere il posto. Questo deve essere il
nostro atteggiamento nei confronti del peccato in generale e della cupidigia
in particolare. È legittimo desiderare qualcosa di buono, ma quando il
desiderio diventa voglia sfrenata, allora ci siamo avvicinati troppo al burrone
e c’è rischio di caderci dentro. L’unico modo per tenerci
alla larga dal precipizio, è essere attaccati agli insegnamenti divini.
Anche oggi focalizza il tuo sguardo verso gli insegnamenti biblici, affinché
il tuo cuore possa esserne ripieno a tal punto da non riservare alcuno spazio
alla cupidigia. e.m.
Venerdì 16 Aprile 2010
“SE È POSSIBILE, PER QUANTO DIPENDE DA VOI, VIVETE IN PACE CON
TUTTI”. (Romani 12:18)
Queste parole indicano certamente quanto sia importante impegnarsi a vivere
in pace con tutti, ma ci dicono anche che la pace non è da ricercarsi
a tutti i costi. Mi spiego. I seguaci di Cristo non devono cercare la pace chiudendo
un occhio di fronte al male e ai soprusi. Ricordiamoci che Cristo difendeva
i deboli e parlava in modo molto forte e deciso contro chi faceva il male. Lo
scopo di questo versetto è di mettere in evidenza l’importanza
di non avere un carattere litigioso e di essere pronti a non scattare per qualsiasi
cosa che ci sembra essere un torto. Il che significa che dobbiamo comprendere
quali sono le cose su cui possiamo sorvolare e quali, invece, dobbiamo contestare.
Ricordo sempre alcune parole molto incisive riguardo all’importanza d’impegnarsi
per il bene della società in cui viviamo: “A volte, per far trionfare
il male, basta semplicemente che i gisti non intervengano”. h.p.
Sabato 17 Aprile 2010
“GENTE, CONSIDERATE LA PAROLA DEL SIGNORE!” (Geremia 2:31)
È sconcertante osservare quante persone siano pronte a prendere in considerazione
tanti messaggi, ma la Parola del Signore. Si è pronti a dare credito
alle più stravaganti e fantasiose ideologie spiritual-religiose, ma non
a dare credito alla Bibbia. E, anche in ambito solo nominalmente “cristiano”,
si è pronti a “considerare” i cosiddetti santi e altre figure
considerate carismatiche, ma non ad aprire la Bibbia per considerarne il contenuto
e il messaggio. Non è difficile comprendere perché questo accada.
Infatti “considerare la Parola del Signore” richiede un atteggiamento
impegnativo e responsabile, perché il suo messaggio ci coinvolge direttamente,
ci chiama in causa. Non tutti siamo disposti a riconoscere, considerando questa
Parola, che “in noi non abita alcun bene” e che fra di noi “non
c’è nessun giusto, neppure uno”! Per questo si preferisce
seguire altri percorsi per le proprie esperienze “spirituali”: percorsi
che ci fanno sentire “sani” e non “malati”. E tutti
sappiamo bene a quale fine è destinata una persona che, pur essendo in
realtà profondamente “malata”, pensa di essere “sana”.p.m.
Domenica 18 Aprile 2010
“ADORATE IL SIGNORE CON SANTA MAGNIFICENZA”. (Salmo 29:2)
Quanto è grande e meraviglioso il Signore del cielo e della terra, che
ha dato ordine e bellezza all’universo, e lo tiene nelle Sue mani. Cos’è
l’uomo, con la sua piccolezza infinitesimale, paragonato a questo Dio
grandissimo e potentissimo? Di fronte a tanta magnificenza e a tanto splendore,
noi possiamo solo cadere in ginocchio e adorarLo e lodarLo con esultanza per
ciò che Egli è. Eppure questo Dio immenso e magnifico, che ha
creato il cielo e la terra, è anche un Essere capace di tanta compassione
per le Sue creature, al punto da prendersi cura di ognuna di noi, interessarsi
delle nostre difficoltà e aiutarci personalmente! Tutto ciò è
veramente stupendo e merita che Gli esprimiamo tutta la nostra gioia e riconoscenza.
g.f.r.
Lunedì 19 Aprile 2010
“COME POTERI FARE QUESTO GRANDE MALE E PECCARE CONTRO DIO?” (Genesi
39:9)
Il versetto di oggi ci porta a riflettere sul valore del peccato. Assistiamo
come il peccato dilaghi in maniera impressionante al punto da imporsi, in molti
casi, come comune di stile di vita. Ciò che ieri era censurato, oggi
è visto come una conquista in nome della libertà. Ascoltavo un’intervista
a un noto attore italiano, il quale affermava che la trasgressione lo faceva
sentire ‘vivo’. Che tragico inganno! A Giuseppe, uomo prestante
e di bello aspetto, che pronunciò le parole di oggi, la trasgressione
fu offerta su un piatto d’argento dalla moglie del suo datore di lavoro.
Ma la cosa interessante è che egli rifiutò di cadere nel peccato
d’adulterio. Prima di tutto perché aveva timore di Dio e poi di
Potifar, il suo datore di lavoro, che rispettava e al quale non voleva fare
alcun torto. Quando pecchiamo, trasciniamo la santità di Dio nel fango,
ma Giuseppe fuggì da quella donna tentatrice. Anche noi spesso siamo
chiamati a fuggire dalle tentazioni, per rifugiarci nel santuario della santità
di Dio dove regnano la giustizia, la pace e la vera gioia eterna. p.p.
Martedì 20 Aprile 2010
“CHI MI RESPINGE HA CHI LO GIUDICA: LA PAROLA CHE HO ANNUNZIATA, DISSE
GESÙ”. (Giovanni 12:48)
Ricordo che in un film di Vittorio De Sica del 1961 una voce tonante dal cielo
a un certo punto esclama: “Alle 18 comincia il Giudizio Universale…
in ordine alfabetico”. Immaginate il trambusto! Felicissimo è un
tizio che si chiama Buzzurro, perché pensa di avere più tempo
degli altri per cercare di salvarsi, essendo il suo nome in fondo alla lista!
Il giudizio universale non è solo il titolo del film, ma è una
realtà futura. Sì, l’ultimo giorno, nel giorno di Dio, non
ci saranno appelli, ricorsi o scappatoie. Rifiutare la Parola di Cristo e il
Suo invito a seguirLo, equivale a respingerLo, ed è l’atto più
grave e scellerato che l’uomo possa compiere. Non sarà possibile
trovare nessun espediente, perché la Parola che abbiamo ascoltato (anche
attraverso questo calendario), ci giudicherà a salvezza o a perdizione.
Ma ora, in questa vita, Gesù t’invita a crederGli. m.m.
Mercoledì 21 Aprile 2010
“SIATE TRASFORMATI MEDIANTE IL RINNOVAMENTO DELLA VOSTRA MENTE”.
(Romani 12:2)
La trasformazione di cui si parla qui, investe la nostra mente e quindi tutto
il nostro modo di essere. Letteralmente si potrebbe tradurre con la parola “metamorfosi”.
Ma c’è una differenza sostanziale fra la metamorfosi che avviene
in natura, ad esempio quella di un girino che si trasforma in una rana, e quella
del credente. Nel caso del credente la metamorfosi è volontaria. Non
avviene automaticamente, ma è coinvolta la nostra volontà in maniera
attiva giorno dopo giorno. Inoltre in natura la metamorfosi è definitiva
e non occasionale; invece, a volte, il credente tende ad assumere “forme”
diverse a seconda delle circostanze in cui si trova e da questo deriva una pericolosa
mancanza di coerenza. Nella mitologia greca si racconta di Proteo che, per sfuggire
a chi lo interrogava, poteva assumere qualsiasi forma. Certamente il processo
di metamorfosi vedrà la sua conclusione definitiva solo nel cielo, ma
ogni giorno che trascorriamo qui sulla terra, sarà utile per la nostra
crescita spirituale, nella misura in cui vivremo una metamorfosi costante, continuativa
e non occasionale. a.m.
Giovedì 22 Aprile 2010
“L’ETERNO HA FATTO COSE GRANDIOSE; SIANO ESSE NOTE A TUTTA LA TERRA”.
(Isaia 12:5)
Si racconta che un giovane stava cercando disperatamente di vedere Dio. Così
andò da un uomo vecchio e saggio che viveva lì vicino e gli chiese:
“Come posso vedere Dio?”. Il vecchio, che aveva imparato a conoscere
Dio attraverso tante difficoltà nella sua vita. Si fermò a pensare
e poi disse: “Caro ragazzo, non so se ti posso aiutare perché io
ho un problema molto diverso dal tuo: IO NON RIESCO A NON VEDERLO!”. Di
fronte a una montagna imponente o a un tramonto colorato ogni essere umano,
in ogni parte della terra, può vedere Dio. Davanti al miracolo della
nascita o al sorriso di un bambino in ogni parte della terra la grandezza di
Dio è manifesta. La forza di una tempesta e la pace di una nevicata,
anche loro testimoniano le cose grandiose che Dio fa. Ma Dio fa cose meravigliose
nelle nostre vite e anche quelle dobbiamo far conoscere. Sì, Dio è
venuto tra di noi sulla terra nella persona di Gesù e ha dato la Sua
vita per scamparci dal giudizio di Dio. Questo è straordinario e tu devi
saperlo! r.b.
Venerdì 23 Aprile 2010
“SAPPIATE CHE IL VOSTRO PECCATO VI RITROVERÀ”. (Numeri 32:23)
Hai mai provato a immergere del sughero nell’acqua e cercare a farlo stare
sotto? Beh, per quanto tu tenti di sommergerlo, appena la tua mano lo lascia,
torna a galla. Così raffigurò l’affermazione biblica di
oggi. Generalmente si è, purtroppo, abituati a considerare la legge,
quella degli uomini, un ostacolo da raggirare, più che regole da osservare.
“È andata bene se i carabinieri erano occupati con qualcun altro
e non hanno visto quel sorpasso un po’ azzardato! L’ufficio delle
tasse non ha fatto in tempo a controllare la mia dichiarazione dei redditi,
per cui è andata bene! Quella bugia non è mai stata scoperta,
meno male!”. Ma c’è una legge, quella di Dio, che è
al di sopra di tutte le leggi umane e che non può essere MAI raggirata.
Ogni sua trasgressione, cioè il peccato, viene annotata e deve essere
giudicata. Come l’esempio del sughero. Ma Qualcuno è riuscito a
“sommergere” definitivamente la questione del peccato con la Sua
Morte e resurrezione: Gesù Cristo. Se vuoi che il tuo peccato non ti
ritrovi, chiedi l’intervento di Dio. Egli lo farà una volta per
sempre. w.g.
Sabato 24 Aprile 2010
“LA FEDE VIENE DALL’UDIRE, E L’UDIRE VIENE DALLA PAROLA DI
DIO!” (Romani 10:17)
Quando un credente testimonia della sua fede nel Signore, talvolta si sente
dire: “Beato te che sai tante cose! Non poteva il Signore metterle anche
nella mia testa”? A questa domanda il credente risponde chiedendo: “Hai
una Bibbia”? La risposta è: “Si”! Poi chiede ancora:
“La leggi”? A questa seconda domanda generalmente riceve la risposta:
“Ma… sai, lavoro, mi ritiro tardi a casa e… non ho tempo”!
Il testo di oggi, invece, dice chiaramente che se una persona vuol essere beata
e possedere la fede, deve disporsi all’ascolto della Parola di Dio, quindi
deve impegnarsi a leggere la Bibbia. Solo attraverso la Parola di Dio, potrà
crescere nella fede e suscitare, a sua volta, in ogni uditore ubbidiente, quella
fede che conduce a salvezza e fa ricevere in dono la vita eterna. Sappi, però,
che senza la fede è impossibile piacere al Signore (Ebrei 11:6). Caro
lettore, prendi oggi stesso la decisione di disporti all’ascolto e alla
lettura della Sua Parola e il Signore susciterà anche in te quella fede
che ti condurrà a salvezza. n.s.
Domenica 25 Aprile 2010
“CONOSCERETE LE VERITÀ E LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI”.
(Giovanni 8:32)
In questo giorno, in Italia, si ricorda il giorno della liberazione da un’epoca
che ha segnato profondamente con dolore, guerra e sofferenze atroci la storia
del nostro popolo e non solo. È stato, ed è sicuramente bello
sentirsi di nuovo un popolo libero, unito intorno a valori di giustizia e di
rispetto reciproco che appaiono preziosissimi soprattutto in coloro che hanno
sofferto l’assenza. Anche i giudei, proprio al tempo di Gesù, non
erano liberi, ma erano da alcuni decenni sotto la dittatura nella venuta del
Messia promesso, che avrebbe liberato il paese e ridato dignità al popolo
di Dio (Luca 24:21). Ma Gesù attira l’attenzione su un altro tipo
di libertà che non si ottiene con la rivoluzione né con le armi.
È la libertà più preziosa, quella che ci permette di vincere
il male, la concupiscenza, le passioni che si agitano nel cuore dell’uomo
e che lo rendono infelice e schiavo dei vizi e del peccato e lo rendono infelice
e schiavo dei vizi del peccato e lo condannano a morte eterna. Questo tipo di
libertà si chiama GESÙ. Lo hai accolto nella tua vita? g.b.
Lunedì 26 Aprile 2010
“TU MI ACCOGLIERAI ALLA TUA PRESENZA PER SEMPRE”. (Salmo 41:12)
“Dove andresti se Dio ti chiamasse oggi”? Se tu facessi questa domanda
ai passanti sotto casa tua, parecchi farebbero le corna e accelererebbero il
passo. Tutti ti direbbero che non si può sapere. Infatti, qualunque fosse
la loro religione non potrebbero avere nessuna sicurezza, perché ogni
religione si basa sullo sforzo umano per piacere a Dio, per arrivare a Lui.
E nessuno sa se i suoi sforzi sono sufficienti. La Bibbia afferma il contrario:
dato che tutti siamo macchiati dal peccato e non potremmo mai raggiungere la
perfezione richiesta da Dio per andare ad abitare con Lui, è Lui stesso
che è sceso in terra, nella persona di Gesù, che si è caricato
dei nostri peccati, li ha espiati e pagati con la morte ed è risuscitato.
Per i Suoi (e non i nostri) meriti, ci offre la salvezza in dono. Davide, che
ha scritto il versetto di oggi, era adultero e omicida, ma si era pentito profondamente
e Dio lo aveva perdonato. Come il ladrone sulla croce e come ognuno di noi che
si riconosce peccatore e condannato, ma chi chiede la grazia. Se Dio ti chiamasse,
dove andresti? m.t.s.
Martedì 27 Aprile 2010
“COSÌ PARLA L’ETERNO: IO CONOSCO LE COSE CHE VI PASSANO PER
LA MENTE”. (Ezechiele 11:5)
Ricordo che nel luglio 2008 si fece un gran parlare di intercettazioni telefoniche,
di come impedire il loro uso e abuso nel rispetto della privacy. Discussioni
a non finire per arrivare a una legge che regolasse tali strumenti: chi ha paura
di essere intercettato evidentemente ha effettuato conversazioni telefoniche
piuttosto “equivoche”. Quindi meglio non intercettarle e tanto meno
pubblicarle o usarle a suo danno! Ma che dire del versetto di oggi? C’è
da rabbrividire! Il Signore non solo “intercetta” liberamente tutte
le conversazioni sia dirette che telefoniche, ma intercetta perfettamente i
nostri pensieri, sia quelli buoni che quelli malvagi e, da come vanno le cose,
direi che questi hanno il sopravvento. Quanto timore deve incuterci questa verità!
Ogni parola, ogni pensiero saranno giustamente giudicati in base alla Legge
perfetta del Signore. AffidiamoGli, allora, ogni giorno il controllo dei nostri
pensieri affinché siano guidati nella giusta direzione. Egli lo farà!
w.g.
Mercoledì 28 Aprile 2010
“I BENI DEL RICCO SONO LA SUA ROCCAFORTE… NELLA SUA IMMAGINAZIONE”.
(Proverbi 18:11)
Alcuni vedono i soldi soprattutto come una possibilità per procurarsi
dei piaceri. Di solito queste persone non godono di grande considerazione. Altri
invece, e sono la maggior parte, vedono i soldi soprattutto come possibilità
per assicurarsi il futuro. Più che il piacere, ai soldi chiedono sicurezza.
Di solito queste persone sono considerate “sagge”. La Bibbia invece
le considera stolte, e più delle prime. Perché se è indubbiamente
vero che con i soldi si possono ottenere momentanei piaceri, una cosa che invece
i soldi non possono mai dare è proprio la sicurezza. Il presente può
essere comprato, il futuro no. L’uomo è l’unico essere creato
che può soffrire o gioire non per la realtà di oggi, ma per il
pensiero del domani. Questo dipende dal fatto che Dio stesso ha messo nel cuore
dell’uomo “il pensiero dell’eternità” (Ecclesiaste
3:11). Il senso di sicurezza sopraggiunge in noi soltanto quando siamo certi
di avere ottenuto per grazia un futuro davvero stabile: l’eternità
in un rapporto d’amore con Dio. m.c.
Giovedì 29 Aprile 2010
“DIO VIDE TUTTO QUELLO CHE AVEVA FATTO, ED ECCO ERA MOLTO BUONO”.
(Genesi 1:31)
Il racconto biblico della creazione si sofferma, alla conclusione di ogni giornata
dell’opera di Dio, a sottolineare la contemplazione da parte di Dio stesso
di quanto da Lui compiuto, riportando di giorno in giorno la Sua valutazione
positiva: “Dio vide che questo era buono”, fino al “molto
buono” finale. Non si tratta certo di un autocompiacimento da parte di
Dio, ma di valutazione che dobbiamo comprendere alla luce dell’obiettivo
che Dio si pone attraverso le pagine della Bibbia: rivelare la Sua Persona e
la Sua Opera. In questo contesto il racconto non ha solo lo scopo di rivelarci
la potenza di Dio che ha creato dal nulla “i cieli e la terra”,
ma anche di rivelarci la “bontà”, cioè la perfezione
della Sua opera. Dio ha affidato all’uomo un ambiente naturale “molto
buono”. “I cieli e la terra” continuano ancora oggi a “raccontarci
la gloria di Dio” (Salmo 19:1), pur se per colpa degli uomini, che “hanno
adorato la creatura invece del Creatore” (Romani 1:25), gran parte di
questa “bontà” è stata deturpata. p.m.
Venerdì 30 Aprile 2010
“RIVESTITEVI DEL SIGNORE GESÙ CRISTO”. (Romani 13:14)
Nel versetto di oggi abbiamo una bella immagine del processo di santificazione
per mezzo del quale, coloro che sono stati salvati mediante la fede in Cristo
Gesù, sono trasformati a immagine e somiglianza di Cristo. La condotta
del cristiano consiste nello spogliarsi della vecchia natura peccaminosa e nel
rivestire l’uomo nuovo che è creato a immagine di Dio (Efesini
4:22-24). Si racconta che a un imperatore cinese piacevano i maiali. Così
prese un maialino e lo collocò nel suo palazzo. L’animale mangiava
in piatti d’argento e dormiva su un tappeto di velluto. Non usciva mai
di casa per non sporcarsi. I servi lo lavavano ogni giorno con cura e lo profumavano.
Un giorno decise di portarlo a passeggio nel parco. Improvvisamente il maialino
diede uno strattone al guinzaglio, corse nello stagno che era nel parco e poi
si rotolò nel fango. Nonostante la pulizia e le cure ricevute quel maialino
era rimasto un maialino. Così la vecchia natura peccaminosa non cambia
mai. Abbiamo bisogno di una nuova natura, di una nuova vita che Dio dona a quella
che credono in Lui. p.d.n.
Sabato 1 Maggio 2010
“DAVIDE CONSULTÒ IL SIGNORE”. (1 Samuele 23:2)
Se sei come me, situazioni come quella vissuta dal re Davide mi provocano un
pizzico d’invidia. Certo, non ho le stesse responsabilità di Davide,
che era capo di un esercito numeroso e non poteva rischiare di prendere una
decisione avventata. Tuttavia, nel mio piccolo, so che certe mie decisioni possono
influenzare anche la vita di tanti altri; perciò, sarebbe bello poter
parlare con Dio faccia a faccia, come faceva Davide. Anche se oggi non risponde
solitamente come rispondeva a Davide, Dio fa però conoscere la Sua volontà
ai Suoi figli. Il che significa che il principio di ricercare la volontà
di Dio è valido anche oggi, e nessuno dovrebbe confidare nelle proprie
capacità. Da un punto di vista umano, Davide non aveva bisogno di consultare
Dio, perché il suo esercito era molto forte. Eppure egli aveva capito
che, se Dio non era dalla Sua parte, non avrebbe sconfitto neanche un esercito
minuscolo e male addestrato. Una lezione davvero molto importante per tutti!
h.p.
Domenica 2 Maggio 2010
“GRANDE È LA SAGGEZZA DEL SIGNORE”. (Isaia 28:29)
Il profeta Isaia, nel brano dal quale è stato tratto il versetto di oggi,
parla prima del giudizio al quale sarà sottoposto il suo popolo per aver
confidato in altri déi e non nel Signore. Poi parla di come è
perfetta la creazione, anche per quello che riguarda l’agricoltura che
dà sostentamento all’uomo, poi conclude affermando, appunto, che
grande è la saggezza del Signore. L’insegnamento che dobbiamo trarne
è il seguente: così come è perfetto ciò che Dio
ha creato, altrettanto sono perfetti i Suoi giudizi o qualunque altra cosa Egli
permetta o voglia per la nostra vita. Troppo ho sentito persone che si ergono
a giudici di Dio, ma non c’è atteggiamento più sbagliato
di questo, Isaia ce lo ricorda: “Grande è la saggezza di Dio”!
Egli vede ciò che noi non vediamo e sa ciò che noi non sappiamo,
perciò merita tutta la nostra fiducia. f.a.
Lunedì 3 Maggio 2010
“È BUONA LA PAROLA DETTA A SUO TEMPO”. (Proverbi 15:23)
Se siamo onesti, bisogna ammettere che tante volte diciamo delle cose, magari
giuste, ma nel momento sbagliato. Altre volte, quando siamo chiamati a dire
qualcosa di importante restiamo in silenzio. Invece le parole hanno spesso un
gran valore se dette nel momento giusto, con saggezza e con autorevolezza. Leggendo
la Bibbia, sempre più mi ritrovo a fare questa considerazione: quando
Dio parla, non c’è nulla da aggiungere e nulla da togliere: ma
quando parla l’uomo, il suo pensiero diventa opinabile, se non è
Dio ad averlo mandato. Tutto questo mi ha riportato a dare sempre di più
credito a Lui e meno agli uomini. Ci sono stati momenti nella mia vita dove
nessuna parola mi sembrava adeguata alla situazione del momento, ma aprendo
la Sua Parola ho trovato conforto, consolazione e incoraggiamento. Ho fatto
mia la dichiarazione dell’apostolo Pietro: “Dove ce ne andremmo
noi? Solo Tu hai parlato di vita eterna!”. Le Parole di Dio sono la nostra
vita, e senza di esse sperimentiamo la morte! p.p.
Martedì 4 Maggio 2010
“SE QUALCUNO MANCA DI SAGGEZZA, LA CHIEDA A DIO”. (Giacomo 1:5)
Sono tante le volte in cui abbiamo bisogno di saggezza, ma il contesto di questa
frase è riferito alla gioia nelle prove. Quante volte, nella sofferenza,
questo mi ha messo in crisi! Soffrire e avere gioia… e chi ne è
capace? Il segreto è vedere la prova come l’occasione di Dio per
farci diventare più maturi e più belli ai Suoi occhi. Purtroppo
solo attraverso i problemi, scopriamo se la nostra fede è ferma in Lui
e non dubita e solo così “il muscolo” della costanza cresce.
Se resistiamo nella costanza, diventiamo “perfetti e completi di nulla
mancanti” (versetto 4). Facile a dirsi! Appunto: “Se non sai come
fare tutto ciò, chiedilo a Dio”, ma fallo con la convinzione di
ricevere la saggezza che ti equipaggia del giusto atteggiamento per sopportare
la prova. Se dimostriamo di amare Dio in questo modo, saremo addirittura “beati”
(versetto 12). b.s.
Mercoledì 5 Maggio 2010
“STRETTA È LA PORTA E ANGUSTA LA VIA CHE CONDUCE ALLA VITA”.
(Matteo 7:14)
Spesso Gesù, per spiegare bene la verità importanti del cielo,
ha usato nei Suoi discorsi il linguaggio figurato; ha parlato in parabole, ha
fatto uso di metafore e similitudini. Oltre a essere un linguaggio piacevole
all’orecchio di chi ascolta e all’occhio di chi legge, ha il pregio
di illustrare con efficacia maggiore i concetti che si vogliono esprimere. La
“porta stretta”, ad esempio indica in modo suggestivo la via della
salvezza che, purtroppo, la maggior parte della gente rifiuta di imboccare,
eppure “…è la via che conduce alla vita”, dice il Signore.
Le persone, invece, preferiscono entrare attraverso la “porta larga”
delle religioni ingannatrici o percorrere la “via spaziosa” delle
filosofie illusorie che conducono tristemente alla perdizione dell’anima.
Forse ti stai domandando dove poter trovare “la porta stretta” e
la “via che conduce alla vita”. Non temere, leggi la Parola del
Signore e troverai la risposta che cerchi. Gesù più volte ha detto:
“Io sono la parola”, “Io sono la via, la verità e la
vita”. s.v.
Giovedì 6 Maggio 2010
“ANCHE NOI SERVIREMO L’ETERNO, PERCHÉ LUI È IL NOSTRO
DIO” (Giosuè 24:18)
Non possiamo servire Dio, se prima non abbandoniamo il peccato. Il popolo d’Israele
era “pronto” a servire Dio, ma non era altrettanto pronto ad abbandonare
gli idoli e il proprio modo di pensare e vivere, che era spesso in contrasto
con i comandamenti divini. Dio è santo e, di conseguenza, richiede santità
ai suoi servitori. Per servire Dio dobbiamo essere attaccati a Lui: “La
mia anima s’attacca a Te per seguirTi; la Tua destra mi sostiene”
(Salmo 63:8). Dobbiamo vigilare sui nostri cuori, affinché il peccato
non indebolisca la nostra affezione per Dio. Poi non possiamo dimenticare la
grazia di Dio nella nostra vita! Come figlio Suo in Cristo Gesù, questa
grazia mi chiama, mi illumina, mi fortifica, affinché io Lo possa servire
con potenza, perché Lui è il mio Dio! s.b.
Venerdì 7 Maggio 2010
“L’ETERNO TI HA FORMATO FIN DAL SENO MATERNO”. (Isaia 44:24)
Quanto discutere sull’origine della vita! Unicamente perché non
si vuole dare credito a quanto afferma la Parola di Dio, cioè la Bibbia.
In essa è chiaro il concetto che Dio è il Creatore non solo dell’inizio
della vita come descritto in Genesi, ma anche di ogni piccolo embrione che viene
a formarsi miracolosamente nel grembo materno. Quanto maggiore dovrebbe dunque
essere il rispetto verso la sacralità della vita! Si sente spesso dire:
“La vita è mia e ne faccio quello che voglio”. Non è
così. La vita ci è donata e dobbiamo viverla pensando al suo Donatore,
perché a Lui dovremo rendere conto di come l’abbiamo vissuta. La
vita è troppo bella per essere sottovalutata o peggio ancora, disprezzata,
sciupata, l’Eterno forma ogni essere umano con un proprio DNA irrepetibile
e per ognuno ha un progetto meraviglioso: l’obiettivo di ciascuno dovrebbe
essere quello di scoprire questo progetto e viverlo in piena comunione e dipendenza
dal suo Creatore. w.g.
Sabato 8 Maggio 2010
“DIO, COS’È L’UOMO PERCHÉ TU TE NE PRENDA CURA?”
(Salmo 8:4)
Un bravo scrittore è chi riesce a tradurre in parole ciò che la
gente comune sente e pensa dentro di sé. Davanti allo spettacolo di un
cielo stellato, (sempre più raro purtroppo per chi vive in città),
tutti abbiamo sicuramente provato gli stessi sentimenti che il re Davide ha
espresso così bene in questo suo Salmo. Il primo pensiero che questa
visione suscita in lui, è la bellezza e la grandiosità della creazione.
La seconda riflessione che gli viene in mente è che l’uomo, di
fronte a uno spazio tanto immenso, non è altro che un piccolo e insignificante
puntino, perso nell’universo a lui del tutto ignoto. La terza considerazione
infine, riguarda la domanda di oggi. Se Dio è tanto grande e potente,
com’è possibile che possa notare e addirittura interessarsi a qualcosa
di così minuscolo? Non soltanto siamo piccoli come dimensioni, ma anche
insignificanti per la nostra debolezza e fragilità. Tuttavia, al di là
del nostro stato presente, il Signore vede ciò che potremmo diventare,
con il Suo aiuto e con la nostra fede in Lui come nostro Salvatore e Signore.
Ed è proprio questo che rende l’uomo tanto prezioso ai Suoi occhi.
Domenica 9 Maggio 2010
“IO SONO IL PANE DELLA VITA, DISSE GESÙ” (Giovanni 6:35)
Nella Bibbia, fin dalla prima volta in cui ricorre la parola pane (Genesi 3:19),
esso indica il nutrimento per la vita di tutti i giorni. Anche Gesù,
in un’altra occasione, ci insegnò a chiedere a Dio in preghiera
il pane quotidiano (Matteo 6:11). Nella frase di oggi però, Gesù
va al di là del semplice significato alimentare. Infatti Gesù
dichiara di essere il pane della vita! Quella vita abbondante ed eterna di cui
Gesù è il solo detentore e donatore! Detentore perché in
Gesù “è la vita “ (Giovanni 1:4). Donatore perché
Lui stesso affermò di donare la vita a tutti coloro che Gli appartengono
(Giovanni 10:28). Cibarsi di Gesù è indispensabile per la nostra
vita spirituale. Attenzione, però! Il significato di questa frase è
spirituale. Al versetto 63 di questo capitolo di Giovanni, Gesù ci dà
la chiave di lettura: “È lo Spirito che vivifica… le parole
che vi ho dette sono spirito e vita”. e.m.
Lunedì 10 Maggio 2010
“CAMMINATE IN TUTTO PER LA VIA CHE L’ETERNO VI HA PRESCRITTA”.
(Deuteronomio 5:33)
Queste parole che Mosè rivolse al popolo d’Israele, pur vecchie
di migliaia di anni, mantengono inalterato tutto il loro enorme spessore, fatto
di verità e di potenzialità positive. Esse sgombrano il campo
da un equivoco nel quale sono cadute e cadono tantissime persone, cioè
che la vita cristiana, con relativi comandamenti a cui obbedire, sia qualcosa
di gravoso e di pesante. Non è così! Certo l’ubbidienza
ai comandamenti non è sempre facile, ma una cosa è certa: non
può esservi felicità vera al di fuori della vita che Dio ha tracciato
per la nostra vita. Lontano dal Signore, possiamo forse trovare qualche momento
passeggero di piacere, ma mai quella felicità profonda e appagante capace
di farci dire: “Io sto bene, non ho bisogno di altro, sono soddisfatto
della vita che mi è stata data, perché nella gioia e nella sofferenza
so che Dio è con me e ogni cosa che Lui fa, la fa per il mio bene, perciò
Lo benedico e Lo ringrazio”. f.a.
Martedì 11 Maggio 2010
“DARÒ LA SALVEZZA A CHI LA BRAMA, DICE IL SIGNORE”. (Salmo
12:5)
Oggi oso concedermi un momento di sincerità totale. Che cosa bramo, che
cosa desidero ardentemente nel segreto del mio cuore? Certo, cose buone: serenità,
salute, affetti familiari… Poi cose discutibili: altro reddito, fitness,
vacanze favolose… Ma anche, quante cose negative, che nascondono nel mio
cuore! Qui si tratta di bramare una cosa completamente diversa: la salvezza
di Dio. Cos’è? Perché bramarla? Dio sa che io, come te,
come tutti se lasciato a me stesso, sprofondo nel male e vado in rovina. Perciò
ha agito, nel mandare Gesù, Suo Figlio, a vivere fra noi e a morire per
noi, per darci l’unica via d’uscita dalla situazione disperata del
nostro cuore. Questa è la “salvezza di Dio”. Se ne ho capito
il valore, è certo che la bramo: è per me il più grande,
anzi l’unico vero tesoro della mia vita. E se invece, preso dalle tante
“brame” che riempiono il mio cuore, fino a oggi l’ho ignorata
o trascurata? Non c’è tempo da perdere: si tratta della salvezza
eterna che Dio solo è in grado di offrirti nel Suo amore. “Che
giova all’uomo guadagnare tutto il mondo se poi perde l’anima sua?”.
(Marco 8:36). l.p.
Martedì 11 Maggio 2010
“DARÒ LA SALVEZZA A CHI LA BRAMA, DICE IL SIGNORE”. (Salmo
12:5)
Oggi oso concedermi un momento di sincerità totale. Che cosa bramo, che
cosa desidero ardentemente nel segreto del mio cuore? Certo, cose buone: serenità,
salute, affetti familiari… Poi cose discutibili: altro reddito, fitness,
vacanze favolose… Ma anche, quante cose negative, che nascondono nel mio
cuore! Qui si tratta di bramare una cosa completamente diversa: la salvezza
di Dio. Cos’è? Perché bramarla? Dio sa che io, come te,
come tutti se lasciato a me stesso, sprofondo nel male e vado in rovina. Perciò
ha agito, nel mandare Gesù, Suo Figlio, a vivere fra noi e a morire per
noi, per darci l’unica via d’uscita dalla situazione disperata del
nostro cuore. Questa è la “salvezza di Dio”. Se ne ho capito
il valore, è certo che la bramo: è per me il più grande,
anzi l’unico vero tesoro della mia vita. E se invece, preso dalle tante
“brame” che riempiono il mio cuore, fino a oggi l’ho ignorata
o trascurata? Non c’è tempo da perdere: si tratta della salvezza
eterna che Dio solo è in grado di offrirti nel Suo amore. “Che
giova all’uomo guadagnare tutto il mondo se poi perde l’anima sua?”.
(Marco 8:36). l.p.
Mercoledì 12 Maggio 2010
“L’ETERNO È IL VERO DIO, EGLI È IL DIO VIVENTE E IL
RE ETERNO”. (Geremia 10:10)
C’era un insegnamento essenziale che ogni profeta cercava, in tutti i
modi possibili, di passare al popolo d’Israele: solo l’Eterno è
il vero Dio, gli altri sono solo idoli. Era difficilissimo, nel contesto di
idolatria in cui viveva Israele, rimanere fedeli a questo insegnamento e, più
volte, abbiamo testimonianza che il popolo cadde, si costruì degli idoli,
pensò addirittura con una sorta di sincretismo, oggi molto attuale, di
poter adorare Dio e, allo stesso tempo, gli idoli del momento e assimilati con
la conquista dei popoli vicini. Operazione impossibile. Dio è vivo, gli
idoli sono morti. Dio parla, gli idoli sono muti. Dio è Spirito, gli
idoli sono di materiale corruttibile. Dio è vero. Gli idoli sono falsi.
a.m.
Giovedì 13 MAGGIO 2010
“IL SIGNORE GESÙ FU ELEVATO IN CIELO E SEDETTE ALLA DESTRA DI DIO”.
(Matteo 16:19)
Due sono gli eventi straordinari che fecero seguito alla crocifissione di Gesù.
Il primo fu la risurrezione del Suo corpo, cioè l’interruzione
della normale decomposizione che segue la morte e il ritorno a una vita piena.
Il secondo fu l’ascensione di quello stesso corpo al cielo, vincendo la
forza di gravità e andando a vivere là, “in cielo”,
dove la rarefazione dell’aria rende impossibile qualsiasi forma di vita.
È evidente che la credibilità di entrambi questi eventi chiama
direttamente in causa la nostra fede nell’onnipotenza di Dio. È
per la potenza di Dio infatti che Gesù ha vinto la morte ed è
per la stessa potenza che è tornato là da dove era disceso per
compiere l’opera di salvezza dell’uomo peccatore. Entrambi gli eventi
hanno avuto dei testimoni, che li hanno raccontati e descritti con ricchezza
di particolari. La loro testimonianza ci consente di credere che la potenza
di Dio è diventata storia. Ed è questa storia che oggi ci interpella,
perché risurrezione e ascensione sono eventi senza i quali la fede cristiana
non ha ragione di esistere. p.m.
Venerdì 14 Maggio 2010
“GESÙ RITORNERÀ”. (Atti 1:11)
Questo disse l’angelo al gruppo disperato di discepoli rimasti a guardare
le nuvole, quando Gesù fu assunto in cielo dopo la Sua gloriosa risurrezione.
I discepoli si sentivano orfani, insicuri, perplessi. Realizzavano con dolore
la perdita del loro amato Signore. L’angelo ricordò loro che non
si trattava di perdita, bensì vittoria, perché il Vivente sarebbe
tornato. Gesù tornerà! È una promessa, e certezza che si
avvererà. Colui che è venuto una volta per salvare, tornerà
per vincere, regnare e giudicare. Se hai bisogno di consolazione, ricordati
di questa promessa e vivi in vista di essa. Non come un orfano, ma come principe
ereditario. Se, invece, non sei ancora pronto per il ritorno di Cristo, è
bene che ci pensi e ti prepari. m.f.
Sabato 15 Maggio 2010
“RICONCÌLIATI DUNQUE CON DIO; AVRAI PACE”. (Giobbe 22:21)
Il consiglio che era stato dato a Giobbe è saggio, ma in realtà
l’uomo non può fare nulla per riconciliarsi con Dio; nella sua
posizione di morte e di degradazione, cominciata con la rottura fra Dio e la
Sua creatura peccatrice, non può prendere l’iniziativa di una riconciliazione.
Purtroppo la storia dell’uomo è una storia di guerra, che, a causa
del peccato, come un virus, si è esteso a tutti gli aspetti della vita,
e non solo quella dell’uomo. Anche la natura è in travaglio e geme
come conseguenza del peccato. Eppure il tema della riconciliazione percorre
tutta la Bibbia. Ma la cosa meravigliosa è che il Dio che è stato
offeso nel Suo amore e nella Sua santità, ha preso, Lui, l’iniziativa
per colmare il baratro. Ha cercato l’uomo, lo ha attratto verso di Sé,
ha preparato la soluzione a questo stato di guerra che ci rende infelici e perduti.
Il Suo amore è culminato nell’opera di Cristo che ha reso possibile
la riconciliazione. E in Romani 5:1 l’apostolo Paolo può scrivere:
“Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù
Cristo, nostro Signore”. v.n.
Domenica 16 Maggio 2010
VENITE, SALIAMO ALLA CASA DI DIO, EGLI CI INSEGNERÁ LE SUE VIE.
(Isaia 2:3)
Andare e salire: due verbi che implicano movimento. Imparare: un verbo che richiede
necessariamente qualcuno che accetti di fermarsi per ascoltare gli insegnamenti
che verranno impartiti. Isaia è un profeta e sta parlando di tempi futuri
in cui questo slancio di seguire il Signore si estenderà a tutti i popoli
della terra. Una risoluzione che cambierà radicalmente le sorti delle
nazioni, non più impegnate a distruggersi a vicenda con armi letali e
sempre più sofisticate, ma impegnate a collaborare. Vorremmo subito sapere
come e quando potremo assistere ad un rovesciamento epocale di questo tipo.
Nel frattempo abbiamo l’occasione di impegnarci, come singoli, a realizzare
questa risoluzione. Se saremo allievi attenti che seguono gli insegnamenti del
Pedagogo per eccellenza, Gesù Cristo, inizierà una rivoluzione
epocale della trasformazione dei nostri rapporti interpersonali e del nostro
stile di vita. a.m.
Lunedì 17 Maggio 2010
“IL PADRE VOSTRO SA LE COSE DI CUI AVETE BISOGNO PRIMA CHE GLIELE CHIEDIATE”
(Matteo 6:8)
“Ma se Dio sa tutto quello che mi serve, che bisogno ho di pregarLo? –
si chiederà qualcuno – Potrebbe pensarci Lui a procurarmi il necessario,
senza che io mi scomodi a chiederGlielo!”. Sarebbe così se Dio
fosse quello che forse vorrei: un potente fornitore di servizi per mio uso e
consumo. Ma non è così. Dio è una Persona che vuole avere
un rapporto d’amore con me. Ogni vero rapporto d’amore si fonda
sul colloquio; e il livello minimo di un colloquio d’amore sta nel chiedere
all’altro ciò di cui si ha bisogno, nella fiducia che l’altro
ascolta, perché ama. La parola di oggi non mi invita dunque a tacere
invece di pregare, ma a non usare tante parole nelle mie richieste, perché
Dio mi ama e sa tutto di me. Quello che desidererà è una richiesta
che testimoni il mio amore per Lui e, prima ancora, la mia fiducia nel Suo amore
per me. m.c.
Martedì 18 Maggio 2010
“NON RISPARMIARE LA CORREZIONE AL BAMBINO”. (Proverbi 23:13)
Educare è un compito difficile ed è una responsabilità
primaria dei genitori. Non si può delegare l’educazione dei figli
alla scuola o alla chiesa. Le ricette degli educatori cambiano continuamente.
Dall’autoritarismo si è passati ad una eccessiva permissività.
Il padre di questo cambiamento è stato il noto pediatra americano B.
Spock, autore di un libro che fu tradotto in circa trenta lingue e venduto in
cinquanta milioni di copie. Egli insegnava a non esercitare la disciplina sui
figli, per non interferire sullo sviluppo della loro personalità. Le
conseguenze di questo tipo di insegnamento sono state disastrose. I critici
del dott. Spock gli imputarono lo scoppio della contestazione negli anni ’60,
la rivoluzione sessuale, la droga e altri mali. Negli ultimi anni della sua
vita, il noto pediatra ha ammesso con amarezza: “Abbiamo rovinato una
generazione”. La Bibbia ha insegnamenti precisi validi per tutti i tempi
e le circostanze e ha sempre ragione. Essa condanna sia l’autoritarismo,
che l’educazione permissiva. Disciplina e amore devono procedere insieme;
educare vuol dire anche correggere. p.d.n.
Mercoledì 19 Maggio 2010
“NULLA PUÒ IMPEDIRE ALL’ETERNO DI SALVARE”. (1 Samuele
14:6)
Spero che questo versetto serva oggi di incoraggiamento proprio a te che, forse
in questo momento, ti trovi davanti a ostacoli e a problemi della vita che non
riesci a superare e che ti sembrano invalicabili; l’incertezza ti paralizza,
preferisci stare seduto ad aspettare gli eventi. Intanto, se escludi Dio dalle
difficoltà e prove della tua vita, penserai e agirai sempre in modo sbagliato.
Allora, comincia a pensare in modo corretto e positivo e a basare la tua fede
sulla promessa di oggi: per Dio non esistono ostacoli! Egli ha promesso il Suo
aiuto e la Sua consolazione; e Dio non fallisce. Perciò, volgi il tuo
sguardo su di Lui e prova ad avere una fede viva, che si appoggia sempre sulle
promesse di Dio ed efficace, che va avanti coraggiosa e dà fiducia a
Dio. g.f.r.
Giovedì 20 Maggio 2010
“LE AUTORITÀ CHE ESISTONO SONO STABILITE DA DIO”. (Romani
13:1)
Ecco un brano della Parola di Dio intorno al quale (anche per la mia esperienza)
riflettiamo poco. I dibatti politici fra un partito e l’altro, tra maggioranza
e opposizione ai quali siamo abituati, molto spesso si colorano di tinte fonti
per non dire offensive. Ciascuno vantando la bontà delle proprie idee
e del proprio operato, denigra senza pietà quello della sponda avversaria.
I confronti aperti e pacati da più parti auspicati, restano spesso una
chimera. La Bibbia ci esorta come cristiani a essere rispettosi e sottomessi
alle autorità, anche spesso tale rispetto lo giudichiamo tutt’altro
che meritato, perché sono ministri di Dio (Romani 13:6) per il nostro
bene. Dice ancora la Bibbia: “Chi resiste all’autorità si
oppone all’ordine di Dio” (Romani 13:2). Il cristiano dunque, dietro
le autorità umane, deve sapervi scorgere l’Autorità assoluta
che ha voluto e stabilito questo ordine: quella di Dio. Per questo ancora la
Parola di Dio ci dice di pregare per le autorità perché dia possibile
vivere e professare la nostra fede in modo sereno e dignitoso (1 Timoteo 2:2).
Lo faremo? g.b.
Venerdì 21 Maggio 2010
“I RISCATTATI DELL’ETERNO OTTERRANNO GIOIA E LETIZIA”. (Isaia
35:10)
Nessun uomo ha la possibilità e i mezzi per pagare il prezzo del suo
riscatto dalla schiavitù del peccato e dalla condanna eterna che ne consegue.
Solo l’Eterno ha pagato questo alto prezzo per mezzo del sacrificio compiuto
dal Suo Figlio Gesù Cristo che morì sulla croce del Golgota. Tutti
coloro che accettano questo meraviglioso dono che Dio offre, sono liberati dal
potere e dalle conseguenze eterne del peccato e, già ora, gioiscono e
innalzano lodi e ringraziamenti a Dio per la grazia ricevuta. L’apostolo
Pietro scrive che quando pensiamo al ritorno di Gesù Cristo, il Salvatore
che noi amiamo pur senza vederLo, già ora esultiamo “di gioia ineffabile
e gloriosa”. Riusciamo perciò a immaginare quanto grande sarà
la nostra gioia quando, entrando nel cielo, Lo vedremo a tu per tu e saremo
accolti dal Suo caloroso benvenuto: “Entra nella gioia del tuo Signore”
(Matteo 25:21)? a.r.m.
Sabato 22 Maggio 2010
“VENITE E ASCOLTATE. IO VI RACCONTERÒ QUEL CHE DIO HA FATTO PER
L’ANIMA MIA”. (Salmo 66:16)
Come il salmista, vi voglio raccontare cosa ha fatto il Signore per me. Sono
cresciuta in una famiglia di credenti, ma non mi ero mai occupata della fede.
Penavo di non averne bisogno Pensavo di poter fare da me. Quando è scoppiata
la seconda guerra mondiale, ho visto morire dei miei amici sotto le bombe e
ho cominciato a pensare a Dio e ad avere paura di incontrarLo. “Signore,
se ci sei, aiutami!” ho pregato. Ho cominciato a leggere la Bibbia per
conto mio. Nei vangeli ho scoperto Gesù e la Sua tenerezza, amore e serenità.
Ho capito il valore della Sua morte e il trionfo della Sua resurrezione. Ho
creduto in Lui come Colui di cui avevo bisogno. È stato l’inizio
di una vita nuova e di scoperte che, ora che sono molto vecchia, non finiscono
ancora. Quello che ha fatto per me, lo vuole fare anche per te. Provaci! m.t.s.
Domenica 23 Maggio 2010
“TUTTI FURONO RIEMPITI DELLO SPIRITO SANTO, E ANNUNZIAVANO LA PAROLA DI
DIO CON FRANCHEZZA”. (Atti 4:31)
Un mio conoscente, i cui genitori vivono lontani, era appena tornato dalle vacanze
con l’auto piena di provviste del suo paese d’origine. Tra queste
c’era una grossa damigiana di vino. Ma, prima che potesse sistemarla in
casa, la damigiana esplose inondando l’intero portabagagli. Anche se non
avesse voluto raccontarlo, era impossibile passare vicino alla sua auto e non
sentire l’intenso e delizioso profumo… La stessa cosa avviene quando
una persona è ripiena del “nuovo vino” del Vangelo. Il Signore
ha “versato” il suo Spirito nel cuore di chiunque abbia accettato
Gesù Cristo come Salvatore e Signore della sua vita. Chi ha lo Spirito
del Signore, non può tenerlo nascosto. Volendo o meno, farà partecipe
anche gli altri del profumo della sua ricchezza con la sua vita, e anche con
le sue parole. “L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore tira
fuori il bene; e l’uomo malvagio, dal malvagio tesoro tira fuori il male;
perché dall’abbondanza del cuore parla la sua bocca” (Luca
6:45). a.p.
Lunedì 24 Maggio 2010
“DIO HA DATO LO SPIRITO SANTO A QUELLI CHE GLI UBBIDISCONO”. (Atti
5:32)
Pietro e gli altri apostoli predicano il Vangelo in mezzo a mille difficoltà.
Il messaggio che annunciano non viene apprezzato dai religiosi presenti a Gerusalemme,
eppure continuano a parlare di Gesù. Perché? Dove trovano una
franchezza tale da resistere alle ingiurie, alle percosse e alla religione?
Qualche tempo prima, il Signore Gesù fece questa promessa ai Suoi discepoli:
“…riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di
voi, e Mi sarete testimoni…” (Atti 1:8). Ecco il “segreto”:
lo Spirito Santo avrebbe cambiato per sempre a vita di quei uomini. Pur essendo
semplici e imperfetti, pur non avendo un’istruzione religiosa formale,
avrebbero tenuto testa agli scribi e ai farisei. Ma quel che mi colpisce di
più di questo versetto è la sua incredibile attualità!
Difatti, ancora oggi il Signore dona amorevolmente il Suo Spirito a coloro che
Gli ubbidiscono. Non credi che sia il caso di approfondire, studiare e investigare
le Scritture, per capire cosa dice la Sua Parola in merito a questa verità?
Martedì 25 Maggio 2010
“MA IL CONSOLATORE, LO SPIRITO SANTO, VI INSEGNERÀ OGNI COSA”.
(Giovanni 14:26)
Qualche giorno fa abbiamo ricordato la Pentecoste, cioè la discesa dello
Spirito Santo sulla terra e nei nostri cuori. La Bibbia dice che lo Spirito
Santo è Dio, come lo è Gesù e come lo è il Padre;
ecco perché può insegnarci ogni cosa. Ma in pratica, cosa fa e
cosa ci insegna lo Spirito Santo? Ecco solo un piccolo elenco:
Ci insegna la Verità (è lo Spirito di verità, Giovanni
14:17); ci conforta con la Sua divina Consolazione (è lo Spirito di consolazione,
Giovanni 14:26); ci guida alla Santità (è lo Spirito di santità,
Romani 1:4); ci dà la Vita di Dio (è lo Spirito di vita, Romani
8:2); ci sostiene nella Preghiera (è lo Spirito di preghiera, Romani
8:26); ci riempie d’Amore (è lo Spirito d’amore, II Timoteo
1:7); ci mantiene nella Fede (è lo Spirito di fede, II Corinzi 4:13);
ci dona la Sapienza (è lo Spirito di sapienza, Efesini 1:17).
Mercoledì 26 Maggio 2010
“L’ETERNO È DIO LASSÙ NEI CIELI E QUAGGIÙ SULLA
TERRA” (Deuteronomio 4:39)
Cosa ti fanno pensare queste parole? A me riempiono il cuore di gioia! E mi
fanno considerare la grandezza di Dio, e la Sua amorevole vicinanza. Infatti
i cieli rappresentano la vastità dell’universo. In questa immensità
ci sono le stelle. Il nostro pianeta dista dal sole più di 148 milioni
di chilometri. Il sole è più di un milione di volte del sole,
e che il numero delle stelle (considerando solo il nostro sistema solare) è
superiore a 100 miliardi, riusciamo ad avere un pallido esempio della grandezza
dell’universo. Tutte queste stelle sono corpi celesti luminosissimi. E
la Bibbia ci fa sapere che Dio abita una luce inaccessibile (1 Timoteo 6,16).
Eppure questo Dio tanto grande – così immenso da essere infinitamente
più grande dell’universo da Lui creato – si degna di prendersi
cura di questo piccolissimo granello di polvere (ma dal magnifico colore azzurro!),
che ruota e si muove indifeso nel sistema solare seguendo la traiettoria che
Dio gli ha assegnato! Lui è vicino a te anche oggi. e.m.
Giovedì 27 Maggio 2010
“O ETERNO, POICHÉ HO CONFIDATO IN TE, FA’ CHE IO NON SIA
MAI CONFUSO”. (Salmo 31:1)
Nel corso della vita, succede, di sentirsi confusi e smarriti, senza avere un’idea
chiara della propria identità. Ci si sente poco amati dal mondo, anzi
si sperimenta il disprezzo, la diffamazione, la calunnia e, talvolta, anche
la persecuzione. Quando tutto questo succede, è facile essere colti dallo
scoraggiamento e dallo sconforto, fino al punto di cadere in uno stato di profonda
angoscia e depressione. Il testo di oggi si rivolge proprio alle persone afflitte,
esortandole ad amare il Signore e ad affidarsi completamente e costantemente
a Lui. Egli promette che le proteggerà da ogni male e da ogni pensiero
negativo che possa insinuarsi nelle loro menti. Davide, l’autore di questo
testo, testimonia di aver imparato questa verità proprio quando ha deciso
di voler affidare, totalmente, la sua vita nelle mani del Signore. E, nel momento
di maggior bisogno, il Signore lo ha liberato. n.s.
Venerdì 28 Maggio 2010
“SIGNORE, IO SO CHE NON È IN POTERE DELL’UOMO IL DIRIGERE
I SUOI PASSI”. (Geremia 10:23)
Dio è sovrano. Egli ha in Suo potere la vita di ogni essere vivente.
Tutto ciò che accade è permesso da Lui, per motivi che spesso
non riusciamo a comprendere. È importante prendere in considerazione
la fragilità della nostra vita, la limitatezza del nostro corpo e del
nostro corpo e del nostro cuore. Non siamo onnipotenti. Non siamo immortali.
Queste sono caratteristiche divine. Dio decide la durata della nostra vita.
Non ci fa piacere riflettere su questo argomento, ma è fondamentale per
riconoscere che c’è una relazione fra noi e Dio, e per apportare
dei cambiamenti nel nostro modo di affrontare la vita: vogliamo continuare a
far finta che essa sia in nostro potere, o decidiamo umilmente di affidarla
a Dio? e.s.
Sabato 29 Maggio 2010
“DIO ANNUNZIA LA PACE PER CHI RITORNA A LUI CON TUTTO IL CUORE”.
(Salmo 85:8)
“Peace and love” dice un slogan moderno. “Pace e amore”,
parole che denotano buone intenzioni! Soffermiamoci sulla pace. Questo desiderio
di risolvere i conflitti è sovente proclamato dagli organi d’informazione.
Accorati inviti di leader religiosi e politici ci esortano alla pace razziale
e religiosa. In risposta a questi appelli, molti tingono i balconi con bandiere
colorate che, ricordandoci l’impegno comune di lottare per un mondo migliore,
parlano di pace! Ma, la pace nel loro cuore, non c’è, PROPRIO COME
dice la Bibbia. Vogliamo veramente la pace? La Parola di Dio ci esorta ad andare
dal nostro Creatore, spogliandoci della nostra arroganza e lasciando che sia
Lui a indicarci la Via. Vogliamo veramente risolvere il problema della pace?
Risolviamo prima quello del nostro cuore, facendo pace con Dio, per mezzo di
Gesù Cristo. m.m.
Domenica 30 Maggio 2010
“LA RIVELAZIONE DELLE TUE PAROLE ILLUMINA, RENDE INTELLIGENTI I SEMPLICI”.
(Salmo 119:130)
Questo Salmo, con tutti i suoi 176 versetti, dichiara molto chiaramente le caratteristiche
della Parola di Dio e attribuisce tale conoscenza sia alla sperimentazione nella
vita reale, sia allo studio della Sua Parola. Essa, per lui, non è semplicemente
un documento storico-informativo, ma rivela e illumina. Che cosa rivela? Rivela
chi è Dio e, di conseguenza, chi è l’uomo. La vera conoscenza
di sé, infatti, non può prescindere dalla conoscenza di Dio. E
cosa illumina? Illumina la mente dell’uomo. Chiaramente, non tutti sono
in grado di comprendere, perché chi si avvicina alla Bibbia considerandola
solo un documento storico, non vi troverà la ricchezza di cui parla il
salmista. Per essere illuminati, occorre mettersi con sincerità e sottomissione
all’ascolto di tale Parola, che non è parola d’uomo, ma di
Dio. h.p.
Lunedì 31 Maggio 2010
“IL REGNO DI DIO È GIUSTIZIA, PACE E GIOIA NELLO SPIRITO SANTO”
(Romani 14:17)
Probabilmente ti sono familiari le parole della preghiera del Signore: “Padre
nostro che sei nei cieli…, venga il Tuo regno, sia fatta la Tua volontà
anche in terra come è fatta in cielo”. (Matteo 6:10). Ma cosa significa
questa richiesta? Le caratteristiche del regno di Dio, non sono di natura materiale,
infatti lo stesso versetto dice anche che “il regno di Dio non consiste
in vivanda né in bevanda”. Le benedizioni che esso porta sono di
carattere spirituale: giustizia, pace e gioia, che sono qualità del carattere
di Dio stesso. Queste si manifestano ovunque è presente lo Spirito di
Dio e attraverso delle persone che sono state perdonate e purificate dai propri
peccati. Chiunque abbia ricevuto Gesù Cristo come Signore e Salvatore,
ha il grande privilegio e la responsabilità di mostrare queste caratteristiche
attraverso la sua vita e di realizzare così fin da ora la volontà
di Dio. o.t.
Martedì 1 Giugno 2010
“L’ETERNO RISPOSE: LA MIA PRESENZA ANDRÀ CON TE E IO TI DARÒ
RIPOSO”. (Esodo 33:14)
Il Signore assicurò al Suo servo Mosè la Sua presenza nel condurre
il popolo d’Israele nel deserto verso la terra promessa. Mosè considerava
la presenza del Signore indispensabile per la buona riuscita del viaggio verso
la meta. Abbiamo bisogno di Dio nella nostra vita e nelle nostre famiglie. Ai
suoi contemporanei Gesù rivolse un invito straordinario: “Venite
a Me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo”
(Matteo 11:28). Possiamo trovare pace, gioia e riposo solo in una relazione
personale con Cristo mediante la fede. Molti oggi sono afflitti da un’angosciosa
solitudine. Gesù Cristo offre a coloro che si affidano a Lui la Sua compagnia.
Si racconta che David Livigstone, un medico missionario che aveva consacrato
la sua vita a servire il Signore in Africa, all’età di 70 anni,
parlando a degli studenti di una Scuola Biblica in Inghilterra, disse: “Sapete
che cosa mi ha sostenuto in cinquanta anni di servizio in Africa, nel mezzo
ai pericoli e alle difficoltà? La promessa del Signore: “Ecco,
io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente”.
p.d.n.
Mercoledì 2 Giugno 2010
“LA SAGGEZZA VALE PIÙ DELLE PERLE”. (Proverbi 8:11)
“Le perle valgono molto più della saggezza” cioè:
meglio essere ricchi che saggi. È questo il messaggio che riceviamo dai
mezzi mediatici di oggi (televisione, giornali, siti internet…), messaggio
che è esattamente il contrario di quello che la Parola di Dio ci propone.
Una prima verifica per la nostra “saggezza” si realizza quando ci
poniamo la domanda: ha più valore per la nostra vita cercare le ricchezze
oppure cercare la saggezza? Vogliamo essere cercatori di “perle”
o cercatori di “saggezza”? Mentre ci poniamo la domanda e mentre
cerchiamo di dare una risposta che orienti le nostre scelte, dobbiamo soprattutto
essere consapevoli delle conseguenze. “Le perle” sono solo per un
tempo il loro valore è limitato alla vita qui sulla terra e la loro ricerca
è spesso legata a espressioni del nostro essere peccatori (egoismo, arrivismo,
corruzione, sfruttamento, truffa…). “La saggezza” invece prepara
la nostra vita all’eternità e favorisce l’espressione dei
valori che davvero contano (amore, giustizia, pace…). Ma ovviamente non
“la saggezza” qualunque, ma solo “la saggezza che viene da
Alto”, che viene cioè da una ritrovata intima relazione con Dio.
p.m.
Giovedì 3 Giugno 2010
“DOPO AVER DATO LA SUA VITA IN SACRIFICIO PER IL PECCATO, EGLI VEDRÀ
UNA DISCENDENZA”. (Isaia 53:10)
Non è facile capire il valore del sacrificio di Gesù, forse perché
si sottovaluta il nostro peccato. Incoraggio a leggere tutto il capitolo 53
di Isaia. Ogni volta che leggo queste parole non posso fare a meno di collegarle
con Ebrei 12:2 “…per la gioia che Gli era posta dinanzi Egli sopportò
la croce”. È sorprendente che Gesù, nella Sua onniscienza,
quando morì sulla croce pensava già a me e, nel dolore, provava
gioia… che profondità di amore! Gioia perché sapeva che
un giorno avrei capito il motivo del Suo grande gesto di amore nei miei confronti
e mi sarei pentita dei miei peccati, diventando così una figlia di Dio
e Sua discendenza, per diritto su quel Suo sacrificio e non per le mie opere.
Che vittoria quel giorno al Golgota! Per questo Lui sopportò la sofferenza
e si sacrificò… per me ! Se ancora non ti sei pentito/a, oggi sei
ancora in tempo e se non lo farai, che tristezza… Gesù non potrà
vederti come Sua discendenza. b.s.
Venerdì 4 Giugno 2010
“QUANTO ALLO ZELO, SIATE FERVENTI NELLO SPIRITO, SERVITE IL SIGNORE”.
(Romani 12:11)
È evidente che l’esortazione di oggi riguarda coloro che, per la
loro fede personale in Cristo, hanno vissuto la benedetta esperienza della nuova
nascita e vivono di conseguenza la presenza del Suo Spirito nella loro vita.
Infatti non si può essere “ferventi nello Signore” se Egli
non abita in noi e non si può neppure “servire il Signore”
se ancora la nostra vita è sottomessa ad altri “signori”
(il nostro Io, Satana…). Quindi, se vogliamo che questa esortazione ci
riguardi, dobbiamo prima di tutto aprire le porte del nostro cuore allo Spirito
Santo di Cristo perché venga ad abitare in noi e dobbiamo decidere di
seguirLo e obbedirLo come unico Signore della nostra vita! Per chi ha già
la presenza dello Spirito Santo nella propria vita e ha già confessato
Gesù come suo “Signore”, il richiamo è forte e preciso:
questa divina presenza va vissuta in modo intenso e vivo e, per testimoniare
che Gesù è il nostro Signore, non c’è che un modo
ed uno solo: servirLo! p.m.
Sabato 5 Giugno 2010
“NESSUNO HA MAI VISTO DIO; IL FIGLIO LO HA FATTO CONOSCERE”. (Giovanni
1:18)
Hai mai visto da vicino il Presidente della Repubblica? Hai mai visto la regina
d’Inghilterra? Non in fotografia o alla televisione, ma di persona. Ben
pochi risponderanno sì, forse nessuno tra i lettori di queste pagine.
Immaginiamo allora che qualcuno dica: “Sul nostro Presidente ci sono opinioni
diverse: c’è chi dice una cosa, chi ne dice un’altra. Voglio
andare a parlare con lui per di vedere di persona come stanno le cose”.
Credi che ci riuscirà? Certamente no, a meno che qualcuno molto importante
per il Presidente non si presti a fungere da mediatore. Così è
di Dio: tutti ne parlano, ma chi Lo conosce? Quale uomo può accedere
direttamente alla Sua presenza? Nessuno, ed è un bene, perché
Dio è un giudice inflessibile, e una vicinanza immediata con Lui significherebbe
inevitabile condanna. Gesù è quello che l’ha fatto conoscere.
Se accettiamo la Sua opera di mediazione, conosceremo Dio come un Padre amorevole
e misericordioso. m.c.
Domenica 6 Giugno 2010
“TU SEI VERAMENTE IL FIGLIO DI DIO!” (Marco 14:33)
Quante volte, come una barca costretta a fronteggiare all’improvviso la
tempesta e i venti contrari, anche a nostra vita deve fare affrontare contrarietà
e opposizioni che tendono a intralciare il cammino e a impedire l’approdo
alla destinazione! In mezzo alla tempesta, chiediamo a Cristo di entrare nella
barca della nostra vita per far cessare la tempesta e condurci miracolosamente
all’altra riva. Egli veglia su di noi e intercede per noi. Se Gli permettiamo
di tenere il controllo della nostra vita, in qualsiasi circostanza, Gesù
è pronto a soccorrerci e a darci la pace e la calma con la Sua presenza.
Non lasciamoci assalire dalla paura, ma agiamo per fede: una fede concentrata
sulla potenza del Signore e che si esprime nella fiduciosa preghiera: “Signore
salvami!”. E alla fine, dopo aver riconosciuto ancora una volta chi è
Gesù, esprimiamoGli la nostra lode e gratitudine. g.f.r.
Lunedì 7 Giugno 2010
“GUARDATI DAL DIMENTICARE L’ETERNO”. (Deuteronomio 8:11)
Per tutta la notte il tuo cuore ha battuto, i tuoi polmoni hanno respirato e
il tuo sangue ha circolato nelle tue vene e arterie. Il sonno ha rinnovato le
tue forze. Hai ricordato di ringraziare Dio che ti ha fatto in modo così
meraviglioso? Oggi ti sei alzato. Hai fatto la doccia e ti sei vestito. Hai
fatto colazione. Se c’era caldo, hai acceso il ventilatore o l’aria
condizionata. A pranzo e a cena mangerai. Hai ricordato di ringraziare Dio per
le Sue benedizioni materiali? Hai creduto in Cristo e sei salvato. Hai letto
la Bibbia. Hai pregato. Godi la presenza e il conforto del Signore. Hai ricordato
di ringraziarLo per le Sue benedizioni spirituali? Ti hanno regalato questo
calendario e, forse è la prima volta, sei in contatto con le realtà
della Bibbia. Contatta chi te lo ha regalato per saperne di più. Non
dimenticare che Dio ti ama e ti sta cercando. La dimenticanza è gemella
dell’ingratitudine, un peccato che fa adirare Dio. m.t.s.
Martedì 8 Giugno 2010
DICONO: “DIO NON VEDE, NON SE NE PREOCCUPA”. STOLTI! (Salmo 94:7,8)
“Davanti ai campi di concentramento, Dio è morto” canta Guccini
e poi elenca una serie di situazioni analoghe, che sembrano autorizzarci a dire:
“Dio non c’è, Dio non vede, Dio non vede. Dio non se ne cura”.
Il male è sotto ai nostri occhi, fatto di ingiustizie terribili, soprusi,
violenze dell’uomo sull’uomo. Talvolta pensiamo di avere conosciuto
il culmine del male, ma poi scopriamo che assunte forme ancora più devianti
e raccapriccianti. Allora diamo la colpa a Dio. “Se Dio ci fosse, i bambini
non morirebbero di fame e di stenti” mi disse una volta un uomo a cui
stavo parlando dell’amore di Dio. Come si concilia quell’amore perfetto
e totale con le malattie, le violenze, le cattiverie, la mancanza di cibo o
acqua? Troppo semplicistico puntare il dito contro Dio e tirarci fuori da tutto
ciò che è male, come se non ci riguardasse e non lo macchinassimo,
ogni giorno, anche noi in modo diretto e non. Dio vede, Dio sa, Dio se ne cura,
Dio non è lontano, Dio è vivente e vuole aiutarci a non fare ragionamenti
scontati e da stolti, ma a ricercare la Sua luce anche laddove sembra che ci
siano solo tenebre. a.m.
Mercoledì 9 Giugno 2010
“LA NOSTRA CAPACITÀ VIENE DA DIO”. (2 Corinzi 3:5)
Quando Paolo scrisse le parole di questo versetto stava, evidentemente, alludendo
alla sua chiamata specifica di apostolo del Signore. Dio lo aveva salvato e
lo aveva anche reso idoneo per il servizio e l’annuncio del Vangelo. Quindi,
potremmo concludere che un’affermazione del genere abbia poco a che fare
con noi e ciò, in un certo senso, è vero. Provate, però
a riflettere ancora un momento su quello che la Parola del Signore dichiara
altrove: Egli “…ci fa più intelligenti delle bestie dei campi
e più saggi degli uccelli del cielo” (Giobbe 35:11), “impartisce
all’uomo la conoscenza” (Salmo 94:10). Dio stesso dice: “…tutte
le vite sono Mie” (Ezechiele 18:4).
Io credo che alla luce di queste verità dovremmo rivedere molte delle
nostre convinzioni. Abbiamo ricevuto talenti e qualità di cui ci vantiamo?
Ci reputiamo saggi e intelligenti e gli altri ci apprezzano? Allora dovremmo
ricordare, con umiltà, che tutto quello che tutto quello che abbiamo
o siamo, in fondo, viene da Dio.
Giovedì 10 Giugno 2010
“L’ETERNO VIDE IL NOSTRO TRAVAGLIO E LA NOSTRA AFFLIZIONE”.
(Deuteronomio 26:7)
Una vedova allevava con molta fatica quattro bambini. Una sera non aveva nulla
da mangiare e si mise a pregare. Quand’ebbe finito, il figlio maggiore
le disse: “Mamma, ci hai raccontato la storia di Elia a cui Dio mandò
dei corvi per nutrirlo, credi che possa mandarne anche a noi?”. “Senza
dubbio, mio caro; il nostro Dio è sempre lo stesso”. “Ebbene,
disse il figlio, vado ad aprire la porta, se no i corvi non potranno entrare!”.
La spalancò completamente e, n istante dopo, passò il Sindaco
del paese il quale, vedendo la porta aperta, si fermò gettando uno sguardo
all’interno. La poveretta si alzò un po’ confusa, dicendo:
“È il mio bambino che ha avuto questa idea, signor Sindaco, perché,
come nella storia di Elia, possano entrare i corvi e portarci del pane”.
Il Sindaco, che stava tornando da una cerimonia, ed era vestito elegantemente
di nero, esclamò tutto divertito: “È vero, questo ragazzo
ha ragione, oggi il corvo sono io!”. Così Dio vide e intervenne.
s.g.
Venerdì 11 Giugno 2010
“ASPIRATE ALLE COSE DI LASSÙ NON A QUELLE CHE SONO SULLA TERRA”.
(Colossesi 3:2)
È nota la storia del ciabattino che nella sua modesta bottega lavorava
cantando e fischiettando. Un giorno un benefattore gli donò 500 lire,
all’epoca una cifra considerevole. Il ciabattino, che prima aveva solo
il necessario per vivere, cominciò a pensare cosa fare con quei soldi.
La sua mente era così occupata che non cantava e non fischiettava più,
aveva perso la serenità. Così chiamò il benefattore e glieli
restituì, ringraziandolo e spiegandogli il motivo senza offenderlo. Questo
non è certo un inno alla povertà o alla precarietà, tutt’altro!
È giusto che abbiamo una vita dignitosa e la ricchezza in sé non
è peccato, ma il problema nasce quando il cuore è così
preso dalle cose materiali, di quaggiù, da quelle che abbiamo intorno,
da non vedere e ricercare quelle che veramente contano perché hanno valore
eterno. Si dice che oggi non ci siano più valori; direi che i valori
ci sono; il problema è in che direzione stiamo conducendo la nostra esistenza
e a quali cose aspiriamo! w.g.
Sabato 12 Giugno 2010
“C’È UN DIO NEL CIELO CHE RIVELA I MISTERI”. (Daniele
2:28)
Gli uomini di ogni tempo hanno sempre cercato di conoscere il futuro. E questo
anche nella nostra era supertecnologica. Lo dimostra il dilagare di maghi e
indovini di ogni genere. Lo stesso succedeva al tempo del re Nabucodonosor.
E anche allora i maghi fallirono. Daniele allora proclama che solo Dio, che
è eterno, onnipotente e onnisciente, conosce il nostro futuro. E se vuole,
in certi casi può rivelarlo, come ha fatto in quella occasione. E nella
Bibbia abbiamo molte cose che ci sono rivelate. Una è importante in modo
particolare: il Signore Gesù verrà per prendere i Suoi; ma non
ci deve interessare quando questo succederà. La cosa importante è
sapere se saremo fra quelli che andranno con Lui o quelli che saranno lasciati.
E questo dipende dalle scelte che facciamo ora. Non cercare di sapere che cosa
succederà domani o dopo domani, ma chiediti se sei pronto ad andare con
il Signore, quando Egli tornerà per prendere i Suoi. v.n.
Domenica 13 Giugno 2010
“O SIGNORE, TU SEI DIO, LE TUE PAROLE SONO VERITÀ”. (2 Samuele
7:28)
Ancora oggi tante persone, come Pilato all’incirca duemila anni fa, si
pongono la medesima domanda: “Che cos’è la verità”?
La risposta che si dà a questo interrogativo è che la verità
è relativa e pluralistica. In ogni filosofia e religione vi sono degli
elementi di verità. Perciò chiunque afferma che la verità
è una e assoluta, viene immediatamente additato come un fanatico integralista:
una persona da cui guardarsi e da evitare. Ma dal testo di oggi apprendiamo
che Davide, servo di Dio, confessa che le parole del Signore sono verità.
Gesù stesso confermò, quando pregò il Padre affinché
i Suoi discepoli fossero santificati nella verità, che la Parola del
Signore è l’unica e assoluta verità (Giovanni 17:17). Caro
amico/a, vuoi conoscere la verità? Leggi la Bibbia! In essa troverai
tutte le risposte ai tuoi perché. n.s.
Lunedì 14 Giugno 2010
“HO GIURATO PER ME STESSO: OGNI GINOCCHIO SI PIEGHERÀ DAVANTI A
ME, DICE L’ETERNO. (Isaia 45:23)
“Ciascuno di noi renderà conto di sé stesso a Dio”
(Romani 14:12). Nessun essere umano escluso: chi crede che Dio esiste e chi
non ci crede; chi Lo lascia in un angolino, interpellan-doLo saltuariamente
o ricordandosi di Lui solo la domenica. Poiché “tutti hanno peccato
e sono privi della gloria di Dio” (Romani 3:23), nessuno potrebbe scampare
all’analisi che Dio farà quel giorno, e al Suo conseguente giudizio.
“Ma sono giustificati gratuitamente per la Sua grazia, mediante la redenzione
che è in Cristo Gesù” (Romani 3:24). Ciò significa
che chi ripone la propria fede nel sacrificio che Cristo Gesù ha compiuto
per perdonare tutti i nostri peccati, è reso giusto agli occhi di Dio
Padre e non subirà il Suo giudizio. e.s.
Martedì 15 Giugno 2010
“PERCHÉ TI ABBATTI, ANIMA MIA? SPERA IN DIO”. (Salmo 42:5)
Per ogni cosa si fa, deve esserci un motivo. Qui il salmista domanda a sé
stesso qual è la causa del suo incoraggiamento. Molte volte, è
vero, si attraversano momenti difficili e si è afflitti per vere ragioni.
Ma troppo spesso una vera motivazione non c’è. Ci sentiamo tristi
e depressi senza sapere perché. Stiamo attenti! Se non c’è
una vera ragione, significa che abbiamo dimenticato di curare la cosa più
importante: la comunione personale con Dio! Sì, abbiamo trascurato il
tempo insieme al nostro Dio e ci siamo affaticati e immersi nelle ‘cose
di questa vita’. Ricordiamoci, non v’è alcuna situazione
nella quale Dio non sia presente. Se siamo Suoi, gli apparteniamo 24 ore su
24. Ma tante volte lasciamo Dio da parte. Pensiamo di riuscire a fare qualcosa
da soli. Almeno le cose facili. E, sperando nelle nostre forze, ci accorgiamo
ben presto che anche nelle minime cose abbiamo un disperato bisogno dell’aiuto
di Dio! Allora? Spera in Dio e non in te stesso! E questa giornata avrà
successo. e.m.
Mercoledì 16 Giugno 2010
“GESÙ DISSE: UOMO DI POCA FEDE, PERCHÉ HAI DUBITATO?”
(Matteo 14:31)
Tante volte ci chiediamo perché Dio permetta le ingiustizie e il male!
Poco tempo fa ho incontrato un credente al quale è stato di recente diagnosticato
un cancro. Nel mezzo del dolore, si è affidato a Dio e ha seguito le
cure mediche. Molti hanno pregato per lui. Ora, grazie al Signore, tutto è
finito bene. L’intervento ha avuto buon esito e lui guarito, vivo e vegeto
si è chiesto: “Ma perché Dio permette il bene? Perché
Dio ha permesso proprio a me di guarire e di gustare ancora la vita?”.
C’è chi chiede “perché dovrei crederci?”. Questa
tipica domanda umana fa eco a quella del serpente della Genesi: “Ma è
vero che Dio ha detto così?”. La domanda di Gesù è
invece: “Perché hai dubitato?”. Forse Dio non è abbastanza
potente, non ti ama abbastanza? Egli che fa del bene pur non essendo obbligato!
Impara a conoscere Dio! È la miglior cura contro il dubbio. E guarda
bene nella tua vita. Sicuramente scoprirai delle ragioni per fare eco alle parole
di quel credente: “Perché Dio permette il bene?”. a.p.
Giovedì 17 Giugno 2010
“CRISTO ABITI PER MEZZO DELLA FEDE NEI VOSTRI CUORI”. (Efesini 3:17)
La preghiera dell’apostolo Paolo per i cari credenti di Efeso, era che
fossero potentemente fortificati nella fede e che il Signore Gesù dimorasse
appieno in loro, regnando nei loro cuori. Cristo viene ad abitare in ogni credente
al momento stesso in cui si ravvede, quando per fede si appropria dei benefici
del sacrificio di Gesù. Dio Padre stesso viene a far dimora in chi crede
(Giovanni 14:23), e anche lo Spirito Santo lo suggella come un figlio di Dio
(Romani 8:9-11) dimorando per sempre nel credente (Giovanni 14:16,17): questa
è la salvezza! Nondimeno, il Signore regnerà appieno solamente
in un cuore sensibile ai richiami dello Spirito; in un cuore pronto a lasciarsi
perdonare confessando le proprie cadute, non coprendo il peccato; in un cuore
che si lascia trasformare, ricercando la pienezza dello Spirito. Tutto questo
per mezzo della fede. Che il Signore ti dia di realizzare la piena dimora in
Cristo nel tuo cuore! s.g.
Venerdì 18 Giugno 2010
“MI OPPRIME IL PESO DELLE MIE COLPE, MA TU PERDONERAI I MIEI PECCATI”.
(Salmo 65:3)
Confessare qualcuno le proprie colpe non è facile, perché non
sempre si è sicuri di essere capiti, e quindi perdonati. Le parole del
salmista, invece, esprimono la certezza di ricevere il perdono di Dio. Non si
tratta di presunzione da parte sua, bensì di un rapporto consolidato
con Lui, fondato sulla fiduciosa certezza che Dio tratta i Suoi con misericordia,
cioè non secondo quello che essi meritano, e mantiene fede alle promesse
fatte. Il Signore ha promesso che chiunque si pente sinceramente dei propri
peccati, sarà perdonato. Ciò però, non significa che si
può vivere una vita senza freni di alcun genere, pensando che alla fine
Dio perdonerà tutti. Nella Bibbia è scritto che Dio perdona colui
che ha riconosciuto in Lui l’autorità suprema della propria vita
e che s’impegna a piacerGli in ogni cosa. h.p.
Sabato 19 Giugno 2010
“IO SONO IL SIGNORE CHE TI CHIAMA PER NOME”. (Isaia 45:3)
Se siete per strada e qualcuno vi chiama per nome, sicuramente non indugiate
per chiedervi chi è, ma vi girate perché hanno pronunciato il
vostro nome e quindi rispondete. Vi è mai capitato di vedere una persona
da lontano, di averla chiamata e poi dopo che questa si è girata, vi
siete accorti che non era la persona che avevate pensato che fosse? A me spesso!
Sembrava il vostro amico, ma non era lui! Che bello questo versetto! Il Signore
desidera chiamare per nome ognuno di noi, ma, affinché questo avvenga,
bisogna che ci conosca intimamente! Molti si presenteranno davanti a Lui e diranno
di aver fatto opere potenti nel nome Suo, ma Egli dichiarerà: “Non
vi conosco, non so chi siete!” Il Signore vuole chiamare per nome anche
te, ma, affinché questo avvenga, bisogna che Gli doni il tuo cuore e
diventi Suo figlio. Mio figlio si chiama Stefano, ma solo io che sono il padre
lo chiamo Teti. Perché? Perché “Teti” ha una storia;
da piccolo diceva di chiamarsi così e io ho adottato questo nomignolo.
Dietro al tuo nome, permetterai a Dio di scrivere la tua storia? p.p.
Domenica 20 Giugno 2010
“AVVICINATEVI E ASCOLTATE LE PAROLE DELL’ETERNO VOSTRO DIO”.
(Giosuè 3:9)
La nostra società è basata più sulla vista e sulle immagini,
che non su ciò che si ascolta. Molti suoni arrivano al nostro uditi alla
rinfusa, senza controllo, ma siamo molto bravi a non ascoltarli completamente
e a escludere tutto quanto non ci interessa. Allo stesso modo, per sentire la
voce di Dio, occorre averne il desiderio e, come ci viene oggi suggerito, occorre
anche compiere tutti quei passi necessari per avvicinarsi a Lui. Non si può
ascoltare il Signore da lontano, interponendo tra Lui e noi degli ostacoli,
quali le nostre attività e i nostri pensieri o le nostre convinzioni.
Spesso ci accontentiamo di aver ascoltato la Parola del Signore una volta, pensando
che ciò ci possa essere sufficiente anche per il futuro. Il nostro ascolto
invece deve essere costante, anzi deve essere quotidiano, perché ne abbiamo
bisogno in ogni istante della nostra vita. Infine è importante che all’ascolto
facciamo seguire l’azione dell’ubbidienza, altrimenti è come
se Dio non avesse parlato. s.p.
Lunedì 21 Giugno 2010
“CREDI NEL SIGNORE GESÙ, E SARAI SALVATO TU E LA TUA FAMIGLIA”.
(Atti 16:31)
Ho sentito una volta una giovane dire: “Seguirò il Signore quando
anche il mio fidanzato sarà disposto a farlo”. Per questa sua strana
convinzione stava ritardando la decisione più importante della sua vita
e si stava privando delle benedizioni del Signore. Credo che questa ragazza
non conoscesse questo bellissimo versetto, altrimenti avrebbe immediatamente
dato la sua vita a Gesù. Inoltre, davanti a Dio ognuno è responsabile
per sé stesso. Infatti, la porta del cielo è una porta stretta,
perché bisogna passarci uno alla volta e non c’è nessun
passaggio per coppie o gruppi. Ovviamente, il Signore vuole che le coppie e
le famiglie si salvino interamente, ma questo non deve essere un ostacolo per
una decisione personale. Ognuno deve cercare Dio personalmente perché
“l’uomo che non cerca Gesù, danneggia sé stesso più
di quanto il mondo e tutti i suoi nemici potrebbero mai nuocergli” (Thomas
Von Kempen). Allora, se ti trovi sul punto di fare la decisione di seguire Gesù,
non esitare, darGli la tua vita, ora, in questo momento. Poi, afferra questa
promessa del Signore: prega per quelli della tua famiglia che ancora non sono
salvati. r.b.
Martedì 22 Giugno 2010
“PADRE MIO, NON COME VOGLIO IO, MA COME TU VUOI”. (Matteo 26:39)
Il Signore Gesù sapeva di essere vicino al processo e alla morte. Da
tutta l’eternità sapeva che avrebbe dato la Sua vita e sparso il
Suo sangue per riscattare l’umanità peccatrice. Si era incarnato
per questo. Era un prezzo terribile da pagare, ma era l’Unico capace di
provvedere la salvezza eterna a chi non lo poteva in nessun modo guadagnare
o meritare. Un peccato infinito, commesso contro un Dio infinito, poteva essere
pagato solo con un sacrificio infinito: il Suo. Perciò Gesù si
sottomise alla volontà di Suo Padre e lo fece con gioia. “Dio ha
tanto amato mondo che ha dato il Suo unigenito Figlio, affinché chiunque
crede in lui, non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). “Dio
mostra la grandezza del Suo amore per noi, in quanto che, mentre eravamo ancora
peccatori, Cristo è morto per noi” (Romani 5:8). Hai ringraziato
Dio per il Suo amore? Hai accolto nel tuo cuore il Figlio che ha dato la Sua
vita per te? m.t.s.
Mercoledì 23 Giugno 2010
“IO, L’ETERNO, TI HO CHIAMATO E TI PRENDERÒ PER LA MANO”.
(Isaia 42:6)
Si era preparata per mesi e, nella prova finale della recita, la sua esecuzione
era stata impeccabile… Ma la sera della rappresentazione ufficiale, la
bambina era come “bloccata”. Comprendendo la sua paura, l’insegnante
la prese per mano e l’accompagnò sul palco. Con la sua rassicurante
presenza, la bambina recitò la propria parte in modo egregio, fra gli
applausi di un pubblico entusiasta. Le parole del versetto di oggi erano rivolte
a Israele o, come alcuni credono, riferite al Messia, ma valgono anche oggi
per tutti coloro che sono figli di Dio. L’azione divina, in questo caso,
è duplice: nella Sua infinita saggezza, Dio prepara bene i Suoi figli
per i compiti che affida loro. E quando arriva per loro il momento di entrare
in azione, Egli li rassicura con la Sua presenza. La promessa contenuta nel
versetto per oggi è molto rincuorante, ma è efficace solamente
per chi è figlio Suo ed è stato effettivamente chiamato da Dio
a servirLo. h.p.
Giovedì 24 Giugno 2010
“AMATE L’ETERNO, VOI TUTTI I SUOI SANTI! EGLI CUSTODISCE I FEDELI”.
(Salmo 31:23)
Bellissimo questo Salmo che Davide scrive come una preghiera durante la prova.
Ma chi sono i santi che devono amare il Signore? Non sono i santi a cui sono
stati dedicati i giorni dell’anno, ma tutti coloro i cui nomi sono scritti
nel Libro della vita. (Apocalisse 3:5; 20:12-12-15; 21:27) tenuto regolarmente
aggiornato da Dio. Chi sono dunque? Tutti coloro che: -riconoscono di essere
peccatori e quindi separati da Dio, -riconoscono di non avere in sé alcuna
capacità di operare in modo sufficiente per essere riconciliati con Dio,
-riconoscono che Gesù Cristo, morto e risorto, è l’unica
Via di salvezza, -accettano con la mente e soprattutto col cuore il dono della
riconciliazione col Padre. Quale meravigliosa ricompensa! Oltre la salvezza
eterna, Dio custodisce i Suoi, cioè se ne prende cura come un tenero
e perfetto Padre. Ti sembra poco? A me no! w.g.
Venerdì 25 Giugno 2010
“NON SONO PIÙ IO CHE VIVO, MA CRISTO VIVE IN ME!”. (Galati
2:20)
Per molti “essere cristiani” è un fatto culturale, un’apparenza
a un gruppo religioso con simboli e cerimonie condivise. Essere cristiani è,
invece, accettazione profonda e personale delle verità insegnate da Cristo,
al punto tale che tutta la mia vita ne venga sensibilmente plasmata e condizionata.
Essere cristiani è più che rapportarsi a Lui come Signore, Salvatore,
Maestro. È un “coinvolgimento esistenziale” che mi porta
a dire di no al mio ego, affinché Lui possa dimorare in me, la Sua vita
“scorrere nelle mie vene” e condizionare talmente il modo in cui
penso, parlo e mi comporto, che c’è una profonda identificazione
fra me e il Cristo, e gli altri se ne accorgono! Riesaminiamoci, per considerare
se veramente Cristo vive in noi, o se abbiamo accettato solo “intellettualmente”
la salvezza in Cristo, senza che nulla cambiasse nella nostra vita! g.f.r.
Sabato 26 Giugno 2010
“COLUI CHE VIENE A ME, IO NON LO RESPINGERÒ, DISSE GESÙ”.
(Giovanni 6:37)
Gesù è venuto una prima volta sulla terra per volontà del
Padre, lasciando il cielo e prendendo sembianze umane. Fin dalla Genesi, quando,
per disubbidienza dell’uomo, il peccato è entrato nel mondo, Dio
aveva progettato un piano di salvezza perfetto e definitivo. Quindi, se riconosciamo
di essere schiavi del peccato, chiediamo perdono a Dio e accettiamo il dono
della Sua grazia che salva per i meriti di Cristo. Lo Spirito di Dio verrà
ad abitare in noi, ci rigenererà e ci permetterà di vivere una
vita nuova, non più sotto il dominio del peccato, ma sotto la potente
mano di Dio. Andiamo a Lui con piena fiducia per ricevere in dono questa nuova
vit. Egli non respinge nessuno e il sangue di Gesù purifica da ogni peccato
( 1 Giovanni 1:7). s.b.
Domenica 27 Giugno 2010
“RACCONTA LE GRANDI COSE CHE DIO HA FATTE PER TE”. (Luca 8:39)
Gesù rivolse le parole del versetto di oggi a un uomo che, essendo stato
da Lui liberato dagli spiriti maligni che lo tormentavano, chiese di poter rimanere
con Gesù. Il Signore non glielo permise, ma lo rimandò a casa
sua raccomandandogli di non tenere la bocca chiusa, ma di raccontare i grandi
benefici che aveva ricevuto da Dio. La vicenda è emblematica, perché
Gesù, parlando a quell’uomo, mette a fuoco con grande semplicità,
ma anche con enorme efficacia, uno dei compiti prioritari della Chiesa: la testimonianza
del Vangelo, cioè dell’offerta di salvezza che il Signore fa all’uomo.
Un’altra considerazione che è utile fare è la seguente:
l’uomo che fu liberato da Gesù, non fece alcuna fatica a ubbidire
alle parole del Cristo e raccontò a tutti ciò che gli era successo.
L’insegnamento per noi è semplice: solo che ha veramente incontrato
Cristo e ha ricevuto da Lui salvezza e liberazione, può dare autentica
testimonianza della propria fede. Non si predica il Vangelo per mestiere, ma
lo si vive e lo si trasmette come esperienza di vita. f.a.
Lunedì 28 Giugno 2010
“NON VI FARETE INCISIONI NELLA CARNE… NÉ VI FARETE TATUAGGI
ADDOSSO”. (Levitino 19:28)
Questo ordine, contenuto nell’antico libro del Levitino, vale ancora per
noi? In un certo senso, vista la moda dilagante dei tatuaggi e dei piercing,
si direbbe di sì. Ma qualcuno potrebbe obiettare che la pratica vietata,
se teniamo conto del contesto, era chiaramente legata a riti religiosi pagani
e alla magia. Dunque non ci riguarda più? Ma che cosa spinge tante persone
a ricoprirsi di tatuaggi e ad “ornarsi” di ferraglia varia? Ce lo
siamo mai chiesti? La risposta che viene data da psicologi e sociologi, è
il desiderio di sentirsi parte di un gruppo e di non essere soli. Ma l’uomo
è solo da quando ha peccato e ha interrotto la sua comunione con il Creatore
e ogni tentativo di colmare la propria solitudine di colpa e perdizione. Perciò
anche un tatuaggio o un piercing, che può sembrare qualcosa di innocente
e poco significativo profondo. Faremo meglio a pensarci. v.n.
Martedì 29 Giugno 2010
“NON AVETE MAI LETTO CHE IL CREATORE DA PRINCIPIO LI CREÒ MASCHIO
E FEMMINA?” (Matteo 19:4)
I farisei, volendo mettere in difficoltà il Signore Gesù, Gli
domandano: “È lecito mandare via la propria moglie per un motivo
qualsiasi?” Come sempre, Gesù non dà una risposta superficiale,
un “sì” o un “no”, ma va all’origine del
problema che genera la domanda, cioè: “Nel principio…”,
le prime autorevoli parole della Bibbia. DIO HA CREATO OGNI COSA con la Sua
Parola: “Dio parlò e la cosa fu”. Che solennità e
che certezza! È Dio che ha voluto la coppia, l’unione fra due esseri,
creati alla Sua immagine, complementari fra di loro per formare la coppia, base
della famiglia e, a sua volta, base della società. Questo era e rimane
il pensiero di Dio. Il peccato rovinò questo meraviglioso progetto e
purtroppo continua a farlo ancora oggi. Dio li creò maschio e femmina
perché avessero la potenzialità della riproduzione. Se hai la
Bibbia (e se non l’hai richiedila all’editore), leggi i primi due
capitoli della Genesi: vi sono descritti la creazione e l’inizio di ogni
cosa. Sarà una lettura affascinante! w.g.
Mercoledì 30 Giugno 2010
“SE UNO HA RAPPORTI SESSUALI CON UN UOMO COME CON UNA DONNA, TUTTI E DUE
HANNO COMMESSO UN ABOMINIO; DOVRANNO ESSERE MESSI A MORTE”. (Levitico
20:13)
La sessualità è un dono di Dio, da godere soltanto nell’ambito
del matrimonio fra marito e moglie. Nel passato alcuni valori e principi morali
venivano accettati dalla maggior parte delle persone. Oggi, purtroppo, viviamo
in una società “post-cristiana”. Assistiamo al crollo dei
valori tradizionali. Tutto è relativo, ognuno ha la sua morale, il suo
codice di comportamento. Ci troviamo di fronte a una nuova morale della sessualità,
della famiglia e di vari aspetti dell’esistenza. E così molti difendono
l’omosessualità come un modo diverso di vivere la propria sessualità.
Oggi addirittura si parla di orgoglio omosessuale e, chi contrasta la pratica
omosessuale, viene accusato di essere retrogrado, integralista e omofobo. I
valori del regno di Dio, però sono completamente diversi. Nel progetto
divino la relazione fra i sessi deve essere esclusivamente eterosessuale; la
relazione omosessuale non è prevista da Dio (Genesi 1:27; Romani 1:26,27).
L’omosessualità è per il Signore una cosa abominevole e
un disordine interiore che Dio può completamente guarire, mediante la
potenza del Vangelo che salva e trasforma (1 Corinzi 6:9-11). p.d.n.
Giovedì 1 Luglio 2010
“MI FARÒ CONOSCERE AGLI OCCHI DI MOLTE NAZIONI, ED ESSE SAPRANNO
CHE IO SONO L’ETERNO”. (Ezechiele 38:23)
Fin dall’antichità, in molti popoli e nazioni si adoravano le manifestazioni
della potenza del Dio creatore sulla natura: il sole, la luna, il tuono, il
fuoco… confondendo certi fenomeni naturali con Dio stesso. Sicuramente
nei loro culti avranno provato delusione, tanto è che, per propiziarsi
i loro déi, alcuni giungevano ad adorarli con sacrifici umani, anche
cruenti. Eppure questi loro déi non rispondevano, non esaudivano le loro
richieste, perché erano falsi déi. Ma da sempre, se l’uomo
cerca con cuore sincero il vero Dio dell’universo, Egli si fa trovare
e conoscere (1 Cronache 28:9). Ancora oggi il Signore, usando situazioni o eventi
particolari per ciascuna persona che si mette alla Sua ricerca, per prima cosa
smaschera i fasi idoli che segue, poi si rivela a lui in tutta la Sua potenza.
Sta a noi ascoltare e cercare con cuore sincero e con il desiderio di sottometterci
alla Sua sovranità e autorità. In Lui possiamo trovare ogni sorta
di benedizione: la vera vita che dura in eterno! s.b.
Venerdì 2 Luglio 2010
“ESSI HANNO ZELO PER DIO, MA ZELO SENZA CONOSCENZA”. (Romani 10:2)
Le persone che si danno da fare per aiutare gli altri, generalmente attirano
l’ammirazione. Se lo fanno per piacere a Dio, se pensa che Egli debba
esserne gratificato. Si sente dire che certo stanno guadagnandosi il paradiso,
non importa se quello che credono non è proprio giusto. Dio capirà.
Ma qui abbiamo un’affermazione che fa crollare questo modo di ragionare.
Si può avere zelo per Dio, e pensare di fare la Sua volontà. L’apostolo
Paolo conosceva bene questa possibilità, perché anche lui era
stato pieno di zelo nel perseguitare la chiesa cristiana, pensando di fare così
il volere di Dio. Se Dio non lo avesse fermato, sarebbe andato avanti e sarebbe
stato perduto. Se siamo pieni di zelo religioso, ma non ci curiamo di sapere
che cosa vuole Dio veramente, corriamo un grosso rischio. v.n.
Sabato 3 Luglio 2010
“LA GIOIA DEL SIGNORE È LA VOSTRA FORZA”. (Neemia 8:10)
Da ragazzo mi affascinava l’argomento di forze e poteri paranormali. Ci
raccontavano di gente capace di piegare oggetti di metallo con la forza del
pensiero. Questa curiosità mi spinse a leggere dei libri sull’argomento.
Ero convinto che non esistesse una forza maggiore di queste forze che in realtà
erano occulte. Ma più entravo nell’argomento e più mi indebolivo.
La mia vita diventava sempre più triste, cupa, fino a diventare vuota
e priva di significato. Un giorno, tornando dalle superiori, alzai gli occhi
e guardando il cielo azzurro, mi balenò nella mente la parola “Dio”.
Cominciai allora a domandarmi se esistesse Dio. Poco tempo dopo conobbi un pastore
evangelico e, malgrado fossi giovane, iniziai a studiare con lui la Bibbia.
Mentre scoprivo le verità della Parola di Dio, nel mio cuore entrò
una gioia molto forte, mai provata prima. Questa gioia diventò per me
una nuova forza, mentre la mia vita si rinnovava. Oggi ringrazio il Signore
perché, a distanza di anni, la forza più grande della mia vita
è ancora la gioia che viene dal conoscere Lui e la Sua grazia è
il motivo più grande della mia felicità. a.p.
Domenica 4 Luglio 2010
“TU SEI IL DIO CHE OPERA MERAVIGLIE”. (Salmo 77:14)
La Bibbia ci presenta un Dio che agisce. Dio crea; Dio salva e redime l’uomo
per mezzo di Gesù Cristo; Dio accoglie l’uomo rigenerato nel suo
Regno eterno. È la “storia della salvezza”: ne sentiamo parlare
spesso e ci sembra scontata. Ma non lo è: si tratta di una rivelazione
straordinaria che nessuna delle religioni umane conosce. Dio è il Signore
assoluto di questa “storia” e vuole portarla a compimento. Per questo,
è il Dio che “opera meraviglie”. Solo la Bibbia ci racconta
le meraviglie che Egli ha compiuto nel passato, quelle che sta compiendo oggi,
quelle che compirà in avvenire. Ma noi conosciamo il Dio che “opera
meraviglie” o ne conosciamo soltanto uno lontano, indifferente, astratto?
Non è certo questo il Dio che Gesù Cristo ci ha fatto conoscere.
Anche oggi Egli è potente, per compiere meraviglie nella tua e nella
mia vita. Sta a noi saper riconoscere i segni della Sua opera, capirne il valore,
adorarLo riconoscenti. (l.p.)
Lunedì 5 Luglio 2010
“GESÙ DISSE: CHI CREDE IN ME NON AVRÀ PIÙ SETE”.
(Giovanni 6:35)
Sete di giustizia, sete di libertà, sete di amore, sete di conoscenza,
sete vera e propria… quella dovuta alla mancanza di acqua. Fame e sete,
due bisogni primari che l’uomo per vivere deve soddisfare. Non esiste
un solo uomo sulla faccia della terra che possa affermare di rimanere in vita
se non è in grado di saziare entro alcuni giorni, la sua fame e se non
può ancor prima soddisfare il proprio bisogno di acqua. Gesù conosce
questi due bisogni essenziali dell’uomo e ne parla proprio dopo aver sfamato
una folla di oltre cinquemila persone. Lo fa usando solo cinque pani d’orzo
e due pesci. Possiamo immaginare in parte la gioia e lo stupore di tutte quelle
persone che videro la straordinaria moltiplicazione di quel poco cibo messo
a disposizione. È proprio in quel contesto che Gesù tenta di spostare
l’attenzione delle persone dalla fame e dalla sete appena soddisfatte,
definendo Sé stesso Pane della vita che può sfamare in maniera
definitiva e affermando di avere un’acqua che placa la sete per sempre
(vedi Giovanni 7:37,38). a.m.
Martedì 6 Luglio 2010
“NESSUNO PUÒ FERMARE LA MANO DI DIO”. (Daniele 4:35)
Potremmo parafrasare questo versetto e asserire insieme al salmista: “l’Eterno
regna”. Tutto si muove in Dio, nulla accade per caso. È ostico
per l’essere umano accettare questa realtà, ma è la verità.
Tutto questo, invece, rallegra il cuore di chi crede, perché confida
in una mano onnipotente in grado di compiere prodigi. D’altro canto, in
un qualche modo spaventa chi vive lontano da Lui. Cari lettori, permettendomi
di fare una riflessione importante: Dio è misericordioso, benigno, compassionevole,
ma allo stesso tempo è un Dio santo e giusto. Egli non ha riguardi personali,
ma una cosa è certa, ed è che ama la Sua creatura prediletta,
l‘uomo, e cerca in tutti i modi e in tutti i momenti di fargli del bene.
Il vero problema è come ci poniamo nei Suoi confronti. La mano di un
padre terreno sa accarezzare il proprio figlio, ma sa anche disciplinare; dipende
dal figlio. La mano di Dio oggi è pronta per darti coraggio, per accarezzarti
e per farti del bene. Il tuo cuore sarà in sintonia con quello di Dio,
o ti comporterai da ribelle portandoLo ad usare la Sua mano per disciplinarti?
p.p.
Mercoledì 7 Luglio 2010
“SCEGLIETE OGGI CHI VOLETE SERVIRE… NOI SERVIREMO IL SIGNORE”.
(Giosué 24:15)
Giosuè era un uomo occupatissimo. Doveva governare Israele, era spesso
in guerra e doveva fare rispettare la Legge del Signore a un popolo difficile
e sempre scontento. Tant’è che ha dovuto dire proprio al popolo
di scegliere chi voleva servire: Dio o gli idoli dei pagani. Personalmente Giosuè
aveva scelto per sé e anche per la sua famiglia: avrebbero tutti insieme
servito l’Eterno. La responsabilità di un capo famiglia è
grande oggi è troppo spesso delegata alla scuola, agli insegnanti di
supporto, alla chiesa. Non è giusto. Un padre, che voglia essere un vero
padre, ha il compito di provvedere materialmente e moralmente ai figli; ma soprattutto
deve essere la guida spirituale della sua casa, dando un esempio coerente, esercitando
amore e disciplina, insegnando la Parola di Dio e pregando per e con i figli
e, cosa importantissima, cominciando a farlo quando sono piccolissimi e seguendoli
via via che crescono. Aspettare fino a quando saranno adolescenti, spesso equivale
a perderli. Hai letto i libri: “Figli piccoli, gioie grandi” e “Piccoli
e Preziosi” di M.T. Standrige? Ti aiuterebbe! m.t.s
Giovedì 8 Luglio 2010
“INCLINATE IL VOSTRO CUORE AL SIGNORE”. (Giosue 24:23)
Ieri abbiamo visto che Giosuè mise il popolo d’Israele davanti
a una scelta: “Scegliete oggi chi volete servire; quanto a me alla mia
casa, serviremo il Signore”. E tu, caro lettore, quale scelta farai? Dio
ci invita a inclinare il nostro cuore a Lui, ad ubbidirGli e a servirLo. Spesso,
però, vi sono alcune cose che ci impediscono di sottometterci a Lui,
degli idoli nella nostra vita. Alcuni anni fa un’organizzazione scientifica
ha promosso un’indagine per definire una classifica dei cervelloni di
tutti i tempi. Il primo posto è stato assegnato a Leonardo da Vinci,
il secondo ad Albert Einstein, e soltanto al quinto posto troviamo Gesù
Cristo. È veramente triste che Colui che è il Salvatore del mondo
sia stato relegato al quinto posto. E noi, quale posto abbiamo dato al Signore
nella nostra vita? Lo ascoltiamo e Gli ubbidiamo nelle
nostre scelte e nella nostra condotta? Egli ha il diritto di essere al centro
della nostra vita come Signore e Salvatore. p.d.n.
Venerdì 9 Luglio 2010
“SE DIO È PER NOI CHI SARÀ CONTRO DI NOI? (Romani 8:31)
Il versetto successivo rafforza la verità che la cura che Dio ha per
chi affida la propria vita nelle Sue mani, è perfetta: “Colui che
non ha risparmiato il proprio Figlio, ma Lo ha dato per noi tutti, non ci donerà
forse anche tutte le cose con Lui?” (v.32)
Dio si cura dei minimi particolari. Nel Vangelo di Matteo troviamo una conferma:
“Due passeri non si vendono per un soldo? Eppure non ne cade uno solo
in terra senza il volere del Padre vostro. Quanto a voi, perfino i capelli del
vostro capo dono tutti contati. Non temete dunque; voi valete più di
molti passeri” (Matteo 10:29-31). Nulla di ciò che ci accade sorprende
il nostro Dio. Nessuna ostilità nei nostri confronti è fuori dal
Suo controllo. Niente ci può “separare dall’amore di Dio
che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 8:39). e.s.
Sabato 10 Luglio 2010
“IL MIO SERVO, IL GIUSTO, RENDERÀ GIUSTI I MOLTI”. (Isaia
53:11)
Il capitolo 53 di Isaia è un capitolo straordinario, non solo per la
visione profetica delle sofferenze del Messia talmente dettagliata da far pensare
di essere stata scritta da un testimone oculare della crocifissione e non da
un uomo vissuto seicento anni prima, ma anche perché rivela il motivo
e l’obiettivo di quelle sofferenze. Molti secoli prima della venuta sulla
terra del Signore Gesù, Dio ha rivelato al Suo popolo che Egli sarebbe
morto “a causa delle nostre trasgressioni” e “delle nostre
iniquità”, perché su di Lui sarebbe caduto “il castigo
per cui abbiamo pace”. Dio “ha fatto cadere su di Lui l’iniquità
di tutti noi” con l’obiettivo di purificarci dalla nostra condizione
di peccatori e di renderci giusti davanti a Lui. Oggi noi possiamo presentarci
davanti a Dio come peccatori perdonati e giustificati (=resi giusti, soltanto
credendo nel Cristo crocifisso ed accettando le motivazioni e gli scopi della
Sua morte. p.m.
Domenica 11 Luglio 2010
“LA VIA DI DIO È PERFETTA”. (Salmo 18:30)
Un giorno, mentre stavo camminando con mia moglie in uno dei tanti sentieri
di una zona boscosa, incontro un uomo che mi ferma e mi chiede: “È
giusta questa direzione?”. “Ma dove vuole andare?”, chiedo.
“Proprio in questa direzione”, risponde, e continua sorridendo il
suo cammino. Era un burlone, ma il suo scherzo mi ha fatto riflettere. Molti
camminano spediti nel sentiero della vita, ma quando le cose cominciano ad andare
male si chiedono, o chiedono ad altri: “C’è qualcosa di sbagliato
nel mio procedere?”. Se però si chiede loro dove vogliono andare,
non sanno rispondere. E se fossero sinceri forse dovrebbero rispondere: “Voglio
andare proprio nella direzione in cui sto andando”. E di più non
saprebbero dire. La via indicata da Dio invece è perfetta perché
è sicura nella mèta e chiara nel percorso. “Io sono la via”,
dice Gesù. m.c.
Lunedì 12 Luglio 2010
“CHIUNQUE MI RINNEGHERÀ DAVANTI AGLI UOMINI, ANCH’IO RINNEGHERÒ
LUI DAVANTI AL PADRE MIO”. (Matteo 10:33)
Gesù rivolse queste parole ai discepoli in occasione della loro missione
fra il popolo d’Israele. Il termine rinnegare, fra gli altri significati
vuol dire: “dichiarare di non conoscere, respingere”. Gesù
è venuto per un obiettivo preciso: salvare le creature di Dio da morte
eterna. Egli si è sostituito all’uomo davanti a Dio, caricandosi
di tutti i peccati per espiare la colpa di tutti e per mettere l’umanità
intera nelle condizioni di essere riconciliata con Dio. Il punto è che
tutto questo ha una validità effettiva solo se si crede col cuore, cioè
se si riconosce Gesù come proprio personale Salvatore e si dà
credito all’opera espiatoria della croce. Molti andranno in perdizione
eterna perché nella loro vita terrena avranno dichiarato di non riconoscere
Gesù e Lo respingeranno. Gesù afferma che ci sarà un giorno
nei cieli nel quale respingerà e non riconoscerà molti uomini
che hanno rifiutato il dono della salvezza. Quale sarà il loro destino?
Morte eterna! Dove non c’è la presenza di Dio, c’è
morte. Possa essere oggi il giorno accettevole per nell’accogliere l’invito
di Dio che ti chiama a salvezza. p.p.
Martedì 13 Luglio 2010
“I SUOI FIGLI SI LASCIAVANO SVIARE DALL’AVIDITÀ, ACCETTAVANO
REGALI E PERVERTIVANO IL GIUDIZIO”. (1 Samuele 8:3)
Molto moderno, non pensate? La corruzione non è una novità, ma
è vecchia come il mondo. In questo caso, purtroppo, si trattava dei figli
di Samuele, che era stato un giudice e profeta di indiscussa onestà e
sottomissione a Dio. Davanti a questo versetto possiamo lasciarci andare ai
lamenti e alle recriminazioni per quello che accade nel nostro mondo, ma non
sarebbe allora un insegnamento per noi. Pensiamo piuttosto possiamo imparare
di pratico. Primo: come educhiamo i nostri figli? Samuele, è chiaro,
in qualche cosa ha mancato come padre, forse troppo impegnato nei suoi doveri
religiosi e politici. Anche l’uomo migliore e più onesto può
sbagliare in questo campo, e allora riflettiamo seriamente sul nostro compito
di genitori. Secondo: esaminiamo noi stessi con cura per scoprire se non ci
lasciamo andare a piccole disonestà, a piccole deviazioni. Siamo sempre
assolutamente limpidi nel nostro comportamento? Ecco due lezioni che possiamo
prendere per noi e con cui confrontarci. v.n.
Mercoledì 14 Luglio 2010
“SMETTIAMO DI GIUDICARE GLI UNI GLI ALTRI”. (Romani 14:13)
Quando il Signore era sulla terra, è stato giudicato molto male. Hanno
detto che frequentava i peccatori, che non insegnava la legge giustamente, che
se fosse stato un profeta avrebbe capito che certe persone che Lo avvicinavano
avevano una condotta riprovevole e che non le avrebbe dovute ascoltare. Sono
arrivati a dire che faceva i miracoli per opera del diavolo. Lo giudicavano
secondo i loro preconcetti, accecati dall’invidia e dai loro pregiudizi.
Come hanno potuto essere così cattivi? Ma noi non siamo molto meglio:
giudichiamo le sorelle della chiesa per come si vestono. Critichiamo i fratelli
per come predicano. Parliamo male dei vicini perché rientrano tardi a
casa (dove saranno mai andati?). Troviamo da dire su come altri educano i loro
figli e su come lavoravano i colleghi. E con le nostre chiacchiere facciamo
del male alla chiesa, al prossimo e a noi stessi. Smettiamola! m.t.s.
Giovedì 15 Luglio 2010
“I MIEI PENSIERI NON SONO I VOSTRI PENSIERI, NÈ LE VOSTRE VIE SONO
LE MIE VIE, DICE IL SIGNORE”. (Isaia 55:8)
“Signore, desidero tantissimo gli occhi azzurri! Fa che possa svegliarmi
domani mattina con questo desiderio avverato, io so che tu puoi tutto!”.
Così prego Amy Carmichael una sera prima di addormentarsi. La mattina
seguente si svegliò, corse a guardarsi allo specchio e restò molto
delusa, perché i suoi occhi avevano mantenuto un bel colore nocciola.
Dopo molti anni, mentre si trovava in India come missionaria, si ricordò
di quella preghiera e fu tanto riconoscente a Dio per non averla esaudita. Con
gli occhi azzurri non avrebbe mai potuto mescolarsi alla popolazione del luogo
e sarebbe stata oggetto di troppe attenzioni. Le caratteristiche del suo aspetto
fisico erano proprio quello che ci volevano e Dio lo sapeva. Aveva tracciato
una strada per lei con tutti i dettagli giusti. Noi non conosciamo il futuro,
né i piani di Dio, ma possiamo imparare a fidarci di Lui, accettando
anche le risposte che ci sembrano negative. È una questione di fiducia.
m.f.
Venerdì 16 Luglio 2010
“IMPARATE DA ME, PERCHÉ IO SONO MANSUETO E UMILE DI CUORE”.
(Matteo 11:29)
I bambini imparano ciò che vedono e vivono: gli studenti imparano ciò
che viene loro insegnato; si deve imparare a essere mogli, mariti, mamme, papà…
la vita è una scuola continua. Viviamo la sofferenza, l’ingiustizia…
e non è sempre facile sapere vivere bene certe situazioni. È proprio
in riferimento a questo, che Gesù disse: “imparate da Me…”.
Le parole che precedono sono “Venite a Me voi tutti che siete affaticati
ed oppressi e Io vi darò riposo”. La mansuetudine e l’umiltà
hanno veramente caratterizzato la vita di Gesù: vero Dio si è
incarnato in vero uomo attraverso un’umile fanciulla, ha vissuto in una
famiglia certo non ricca, ha lavorato umilmente nella bottega paterna. A 30
anni ha iniziato la Sua vera opera: presentare il regno di Dio in parole e opere.
È stato tentato da Satana, accusato continuamente dai farisei, tradito
e rinnegato dai Suoi seguaci, accusato ingiustamente, insultato, flagellato,
crocifisso. Eppure ha avuto verso i Suoi aguzzini parole di perdono. È
morto, ma poi è risorto e ora è vivente alla destra del Padre
e può dire ancora oggi: “Imparate da Me!”. w.g.
Sabato 17 Luglio 2010
“DIO ASCIUGHERÀ OGNI LACRIMA DAI LORO OCCHI”. (Apocalisse
21:4)
Mio fratello, dopo una brutta malattia, è andato a vivere col Signore…
cioè, è morto! Ha sopportato tante sofferenze, diverse operazioni
chirurgiche, chemioterapia, radioterapia ecc. Una delle cose più difficili
da affrontare è stata l’asportazione delle corde vocali. Non poteva
più comunicare e suo figlio, di soli sette anni, sempre a caccia di risposte
ai suoi mille perché, non capiva il motivo per cui il papà non
poteva più dargli risposte. Credo che il dolore più grande per
mio fratello non fosse la malattia in sé, pur essendo stata veramente
dolorosa e difficile, ma le umiliazioni che essa aveva portato a livello umano.
Eppure, ha sempre onorato il Signore vivendo con dignità ogni momento
e dando gloria a Dio, così come testimoniano i suoi tanti biglietti scritti
per rimediare alla carenza di linguaggio. Non sono mancate le lacrime che, nei
momenti più carichi di emozione, gli rigavano il viso. Ma ormai tutte
quante sono state asciugate dal Signore Gesù nel cielo. È la certezza
del credente! r.b.
Domenica 18 Luglio 2010
“CONCEDIMI, O DIO, SENNO E INTELLIGENZA”. (Salmo 119:66)
Nel versetto di oggi abbiamo una preghiera che anche Salomone, un grande re
del passato, fece a Dio: “Dà dunque al Tuo servo un cuore intelligente,
perché io possa amministrare la giustizia per il Tuo popolo e discernere
il bene dal male” (1 Re 3:9). Dio rispose a questa preghiera, dando a
Salomone un cuore saggio. Anche noi abbiamo bisogno di pregare per ricevere
da Dio sapienza spirituale (Giacomo 1:5). Abbiamo bisogno di questa saggezza
per discernere bene la volontà di Dio per la nostra vita. Si tratta di
una sapienza pura, pacifica, mite, conciliante, piena di misericordia e di buoni
frutti, imparziale e senza ipocrisia (Giacomo 3:17). Essa ci viene concessa
in vari modi: 1) Mediante la Scrittura, che dobbiamo leggere e mediante regolarmente.
Essa trasforma e rinnova la nostra mente. 2) Mediante lo Spirito Santo, che
abita nel credente e lo guida nel fare la volontà di Dio. (Romani 8:14).
3) Mediante una comunione costante con Dio, ravviva da una preghiera fiduciosa.
p.d.n.
Lunedì 19 Luglio 2010
“CONFESSATE LA VOSTRA COLPA AL SIGNORE E FATE LA SUA VOLONTÀ”.
(Esdra 10:11)
Qualche tempo fa un giovane volle incontrarmi per un colloquio riguardo alla
fede. “Ho un problema”, mi disse”. “Leggo a Bibbia desidero
conoscere il Signore, prego, ma non succede nulla di quello che tu mi hai detto”.
Come vivi la tua vita?”, replicai. Dopo tanto indugiare mi rispose con
un certo imbarazzo: Mi piace la bella vita, le donne e il divertimento…
però so che Dio esiste e vorrei avere comunione con Lui”. Quel
giovane voleva diventare un cristiano, ma senza permettere al Signore di cambiare
la sua vita e le sue abitudini peccaminose. In altre parole dettava a Dio le
sue condizioni, anziché lasciarsi condizionare dalla Parola di Dio. Il
sacerdote Esdra, invece, c’insegna in che modo possiamo ripristinare la
nostra relazione con Dio: “Confessate la vostra colpa al Signore e fate
la Sua volontà”. Se avremo cura di osservare questo decreto biblico,
saremo liberati dall’inquietudine e dai dubbi che caratterizzavano la
vita di quel giovane. s.v.
Martedì 20 Luglio 2010
“RAVVEDETEVI E CREDETE AL VANGELO”. (Marco 1:15)
Questa frase rappresenta un eccellente riassunto del messaggio di salvezza.
Sono le parole di Gesù, il Signore della gloria. Che cosa significano
queste parole? Almeno tre cose. 1) Ogni essere umano deve riconoscersi peccatore,
e quindi separato da Dio. 2) Per avvicinarsi a Dio c’è bisogno
del ravvedimento, cioè provare rimorso per la propria situazione e fare
inversione di marcia. 3) Credere al Vangelo! Il Vangelo è la buona notizia
di Dio. Esso ci rivela la giustizia di Dio: Gesù ha sacrificato la Sua
vita per salvarci dalla morte. Il Vangelo è la potenza di Dio! Infatti
attraverso il Vangelo la salvezza eterna è giunta a tutti gli esseri
umani. Per far propria questa grande salvezza, bisogna credere al Vangelo. Hai
fatto anche tu questi tre passi? Hai riconosciuto davanti a Dio di essere un
peccatore? Hai preso la decisione di ravvederti? Credi nel Vangelo di Dio con
tutto te stesso? e.m.
Mercoledì 21 Luglio 2010
“SE UNO NON HA LO SPIRITO DI CRISTO, EGLI NON APPARTIENE A LUI”.
(Romani 8:9)
Leggo e studio al Bibbia da circa 33 anni e la mia conversione a Cristo risale
a circa 31 anni fa. Per i primi due anni questo Libro, sebbene mi affascinasse,
mi pareva difficile, complicato da comprendere e ancora più da interpretare.
Attraverso una lettura attenta, però, compresi una cosa fondamentale:
ero un peccatore separato da Dio, bisognoso del Suo soccorso e del Suo perdono.
Quando accettai Cristo nella mia vita, tutto cambiò quasi improvvisamente.
Quel Libro, prima chiuso, si aprì come per miracolo ed ebbi la sensazione
di averlo compreso tutto all’improvviso, scoprii che era lo specchio della
mia vita e che non avrei potuto più separarmi da esso. Nelle sue parole
trovavo conferma alla certezza che avevo nel cuore: appartenevo orami a Cristo
per sempre. Che cosa era accaduto? Da dove venivano tante meravigliose certezze?
Dice l’apostolo Giovanni: “Da questo conosciamo che rimaniamo in
Lui ed Egli in noi: dal fatto che ci ha dato del Suo Spirito” (1 Giovanni
4:13). Se non hai questa certezza, è tempo di andare a Gesù per
donarGli la tua vita! g.b.
Giovedì 22 Luglio 2010
“SIGNORE, TU CI DARAI LA PACE”. (Isaia 26:12)
Il messaggio del testo biblico di oggi è, in sostanza, questo: “Se
vogliamo vivere in pace, dobbiamo lasciare il Signore libero di agire nella
nostra vita!”. Una persona è tranquilla, serena e vive in pace,
quando si trova in una condizione di sicurezza, in una condizione in cui tensioni
e conflitti sono assenti o ridotti al minimo, in cui non esistono ansie per
il futuro. Qualcuno – giustamente – osserverà subito che
una situazione del genere è irrealizzabile. Come è possibile vivere
una condizione di sicurezza fra le tante incertezze della vita di oggi? Come
è possibile non avere conflitti e tensioni? E come è possibile
pensare senza alcuna preoccupazione al nostro futuro? Il Signore stesso ci assicura
che tutto questo è possibile se siamo pronti a ricevere “la pace”
che Lui vuole darci: una pace che si realizza quando affidiamo a Lui le nostre
incertezze, i nostri conflitti, le nostre tensioni, le nostre preoccupazioni
e quando lasciamo che sia Lui a operare “l’opera nostra”!
p.m.
Venerdì 23 Luglio 2010
“CHI CREDE NEL FIGLIO DI DIO HA VITA ETERNA”. (Giovanni 3:36)
Un uomo a cui avevo spiegato già diverse volte il significato del Vangelo
mi disse: “Che cosa vuol dire credere?... Io credo in Gesù, ma
non sento di avere la vita eterna!”. Risposi più o meno in questo
modo: “Credere in Gesù, nel nostro linguaggio comune, può
significare almeno due cose. Da un lato possiamo limitarci a credere nella Sua
esistenza storica, senza per questo vivere con Lui una relazione personale e
spirituale. Dall’altro, possiamo credere nel Signore molto più
intensamente: la sua Parola ci convince, avvertiamo il bisogno irresistibile
di pregare, non possiamo più fare a meno di Lui”. È evidente
che la Bibbia usa il verbo “credere” nel suo secondo significato.
Perciò, credere vuol dire: “prestare fede”, “dare ascolto
con fede”, “fidarsi di Lui”. Soltanto chi si pente e accoglie
il Salvatore nel proprio cuore, dunque, riceverà e “assaporerà”
immediatamente la benedizione e la vita eterna. s.v.
Sabato 24 Luglio 2010
“O DIO, IO TI LODO E TI RINGRAZIO, PERCHÉ MI HAI DATO SAGGEZZA
E FORZA”. (Daniele 2:23)
Molte volte il nome di Dio entra facilmente nelle nostre conversazioni quotidiane.
“Che Dio ce la mandi buona!” si dice, oppure Grazie a Dio, tutto
è andato bene”. Normalmente, però, la nostra mente e il
nostro cuore sono lontani da Lui. Non era così per il profeta Daniele
che si trovava a Babiloni, circondato da un ambiente ostile e pericoloso per
lui che era giudeo. In quella città Daniele testimoniava del vero Dio,
lottando per resistere a una forza diabolica che tentava di annullare la sua
identità e la sua fede in Dio. Daniele conosceva veramente l’Eterno
e questo gli comunicava saggezza e forza. Le sue non erano parole di circostanza,
ma era profondamente convinto che la lode e la gratitudine vanno a Dio che circonda
con la Sua grazia tutti coloro che confidano in Lui. g.b.
Domenica 25 Luglio 2010
“TU SEI DAVVERO GRANDE, SIGNORE!” (2 Samuele 7:22)
“Che caldo insopportabile!” esclamai un pomeriggio estivo. “Mamma”,
mi rispose mio figlio che camminava accanto a me, “la settimana scorsa
ti lamentavi della pioggia, e avresti voluto il sole, oggi ti lamenti del sole
e vorresti la pioggia… insomma non si è mai contenti.” Riccardo,
con la semplicità dei suoi nove anni, mi fece notare una grande verità.
Il versetto di oggi contiene la gratitudine di un uomo. Davide, il quale ebbe
sempre tanti stimoli per glorificare Dio. Pur essendo un semplice pastore, Dio
lo scelse per divenire re del Suo popolo, lo protesse e lo aiutò in tantissime
occasioni. Quando sbagliò, lo perdonò e lo ristabilì e
tutte le promesse che Dio gli fece, si adempirono. Davide contemplava spesso
il creato e non perdeva occasione per lodare Dio che lo aveva fatto. Tanti e
bellissimi sono i canti di apprezzamento per tutto ciò che osservava.
Che il cuore si svuoti del lamento e si riempia di lode e contemplazione per
un Dio davvero meraviglioso! m.f.
Lunedì 26 Luglio 2010
“CRISTO CON LA SUA VENUTA HA ANNUNZIATO LA PACE A VOI CHE ERAVATE LONTANI”.
(Efesini 2:17)
Gesù Cristo ha proclamato e ha donato la pace, una pace che, come Lui
stesso ha detto, “il mondo non dà”. È un bene prezioso
che, nonostante tutti i suoi tentativi, l’uomo non riesce a realizzare
né conservare. Due sono gli aspetti principali della pace che Gesù
ci ha donato: la “pace con Dio” e la “pace di Dio”.
La “pace con Dio” è la cessazione dello stato di inimicizia
e di ostilità esistente tra ognuno di noi e Dio, a causa dei nostri peccati.
Questo sorprendente cambiamento avviene nel momento in cui, per fede, accettiamo
di essere giustificati e riconciliati con Dio, grazie all’alto prezzo
pagato da Gesù in croce per soddisfare la giustizia divina. La “pace
di Dio” è quella che scende nei nostri cuori tutte le volte che,
angosciati e addolorati per qualche triste vicenda (e ciò succede spesso),
ne parliamo al Signore in preghiera, con fiducia e sottomissione. Vogliamo tutti
accettare questo dono straordinario dalle mani di Gesù? a.r.m.
Martedì 27 Luglio 2010
“EGLI È STATO TRAFITTO A CAUSA DELLE NOSTRE TRASGRESSIONI”.
(Isaia 53:5)
Davanti a monumenti dedicati a valorosi eroi caduti per la difesa della nostra
patria oppure per debellare attività criminali o caduti per difendere
il diritto di uguaglianza di tutti gli uomini o per annunciare con amore il
Vangelo della grazia, mi sento particolarmente commossa, ma anche triste; infatti
come posso manifestare l’ammirazione e la riconoscenza per questi atti
eroici che hanno un effetto benefico verso tutta l’umanità? Sono
ormai morti e non ho alcuna possibilità di dire loro: “Grazie”.
Ma c’è un “Eroe” che si è offerto per debellare
un male ancora più grande della guerra, della mafia, del razzismo, dell’aggressività…
e questo “Eroe” è Gesù; e Lo posso ringraziare perché
è morto sì, ma è risorto. Solo così poteva dimostrare
di avere veramente vinto il nemico, cioè il peccato e la sua diretta
conseguenza, la morte. Non solo posso ringraziarLo, ma devo farlo. Grazie, Signore
Gesù, per essere morto a causa del mio peccato ed essere risorto per
garantirmi il perdono totale. w.g.
Mercoledì 28 Luglio 2010
“MA A CHI SI VANTA, SI VANTI NEL SIGNORE”. (2 Corinzi 10:17)
“Mio figlio direttttore (con quattro T per sottolineare il titolo di studio),
l’altro giorno ha incontrato il suo professore. I complimenti che gli
ha fatto!”. “Non ti piace il fegato? Se tu lo mangiassi come lo
cucino io… ti piacerebbe”. “Io non penso mai a me stessa…
ho sempre vissuto per gli altri…” Parliamo e, fra una frase e l’altra,
ci infiliamo qualche parola che accarezza il nostro orgoglio: ci vantiamo della
famiglia, del lavoro, delle nostre capacità; e dei nostri mali e delle
nostre debolezze. Il Signore dice che ci dobbiamo vantare di un vanto diverso:
di ciò che ha fatto Lui per noi. Tipo? Ero lontano da Dio e Gesù
mi ha salvato. Non riuscivo a trovare lavoro e il Signore mi ha aiutato. Non
capivo il compito in classe, ho pregato e il Signore mi ha aiutato a ricordare
la formula. In noi stessi non abita alcun bene, dice la Bibbia. Ricordarlo ci
aiuterà a ridimensionarci. m.t.s.
Giovedì 29 Luglio 2010
“EGLI ONORA QUELLI CHE TEMONO L’ETERNO”. (Salmo 15:4)
Il Salmo di oggi inizia con una domanda che può apparire quasi retorica:
“Chi abiterà nella casa dell’Eterno?” Nei quattro versetti
seguenti vengono elencate le caratteristiche di quest’uomo. È integro,
lavora per la giustizia, in lui non c’è discordanza fra parole
e azioni, non è maldicente, si comporta da vero amico, non aspetta la
prima occasione per infrangere la reputazione di chi viene in contatto con lui
e, infine, rispetta coloro che dimostrano di temere l’Eterno. Il timore
nei confronti di Dio e della Sua Parola, non è la paura che fa tremare
le gambe e battere il cuore all’impazzata, ma è la consapevolezza
di essere davanti al Dio tre volte santo, di fronte al quale è giusto
sottometterci, consapevoli della nostra punizione. a.m.
Venerdì 30 Luglio 2010
“IL DIO DI QUESTO MONDO HA ACCECATO LE MENTI DEGLI INCREDULI”. (2
Corinzi 4:4)
Il nostro Creatore ha messo nel cuore delle Sue creature un desiderio di qualcosa
che trascende le realtà materiale. Questo desiderio, se seguito, ci può
portare alla scoperta che Dio ci ama, si rivela a noi, e vuole salvarci. Questo
non può piacere a Satana, il dio di questo mondo, che fa di tutto per
soffocare quel barlume di anelito verso Dio che abbiamo in noi. E questo accecamento
comincia proprio della nostra intelligenza. Quanti sono gli uomini che proprio
perché rifiutano anche l’idea di Dio, si ritengono particolarmente
acuti, intelligenti e sapienti! La nostra incredulità ci rende sempre
più ciechi e il nemico può manipolarci come burattini. Ti senti
intelligente perché non credi in Dio? Vuol dire che sei manovrato e dominato
da un altro dio. v.n.
Sabato 31 Luglio 2010
“IO, L’ETERNO, INVESTIGO IL CUORE”. (Geremia 17:10)
La Bibbia mette il cuore al centro di ogni attività umana, sia intellettiva
che emozionale, e ne fa il motore della volontà. Lo sguardo dell’Eterno,
che penetra fin dentro il cuore degli uomini, trova in alcuni di loro orgoglio,
follia, durezza, ribellione, malvagità, incredulità mentre in
altri vede al contrario fede, lode, gratitudine, ubbidienza, sincerità,
purezza, amore. E queste non sono tutte, ma solo alcune delle condizioni in
cui si può trovare il cuore umano. Ora, come il cuore fisico può
ammalarsi e deve essere curato e a volte ai giorni nostri pure sostituito, così
anche il cuore spirituale può soffrire di differenti patologie e l’unica
cura può venirgli solo dal Signore. Lui conosce a fondo tutto il nostro
essere e non si lascia ingannare dalle apparenze. Sta a noi darGli la “password”
o parola d’ordine necessaria, per entrare nel nostro intimo e togliere
così via ogni malvagità, sostituendo il nostro cuore malato con
un nuovo, rigenerato dall’opera del Signore Gesù Cristo. s.p.
Domenica 1 Agosto 2010
“RICONOSCI L’ETERNO IN TUTTE LE TUE VIE ED EGLI APPIANERÀ
I TUOI SENTIERI”. (Proverbi 3:6)
Riconoscere l’Eterno in tutte le proprie vie significa principalmente
due cose. 1) Dio è presente nelle scelte che ogni giorno siamo chiamati
a fare. 2) Anche quando sembra che ci “capiti” qualcosa di triste
o di difficile, Dio è partecipe con noi in quella difficoltà.
Egli non ti ha abbandonato! A noi spetta il compito di riconoscere Dio in tutte
le circostanze della vita. Chiedi a Dio di guidarti ogni volta che sei chiamato
a fare delle scelte? Non pensare di “scomodare” Dio solo per le
questioni importanti. Invoca Dio per ogni esigenza! Se lo farai, Egli ha promesso
che ti starà vicino per consigliarti (Salmo 32:8). Hai la consapevolezza
che Dio è lì accanto a te anche quando attraversi dei momenti
difficili? Oppure pensi che in alcune situazioni Dio non c’entri niente?
Che gioia poter riconoscere l’Eterno in ogni ambito della nostra vita!
Se questo sarà il nostro atteggiamento, allora potremo far nostra la
Sua promessa “ed Egli appianerà i tuoi sentieri”. e.m.
Lunedì 2 Agosto 2010
“COME UN UOMO CORREGGE SUO FIGLIO, COSÌ DIO CORREGGE TE”.
(Deuteronomio 8:5)
Bisogna diventare padri, per capire realmente l’amore che un padre nutre
verso i propri figli. Tutti però, anche se non siamo padri, siamo stati
o siamo figli e dobbiamo riconoscere che non sempre siamo stati sensibili verso
l’amore dei nostri genitori. Molte volte non lo abbiamo riconosciuto né
compreso addirittura lo abbiamo contestato. Il versetto di oggi ci richiama
a un atto di onestà. “Riconosci dunque in cuor tuo”, sono
le parole che lo precedono. Riconoscere con il cuore, la sede dei nostri sentimenti
più profondi, dove nessuno vede, significa poter dire: “Grazie
Signore che per la fede in Cristo mi ha adottato come tuo figlio e posso chiamarti
Padre”. Un Padre che non si stanca di me, che non mi abbandona e mi corregge.
Questa è la meravigliosa realtà del credente. È anche la
tua? g.b.
Martedì 3 Agosto 2010
“IL PADRE È CON ME, PERCHÉ FACCIO SEMPRE LE COSE CHE GLI
PIACCIONO”. (Giovanni 8:29)
Il rapporto padre/figlio non è sempre facile, perché non sempre
si condividono le scelte fatte dall’altro. Ciò significa che a
volte, davanti a certe scelte, si prendono le distanze (anche fisicamente!).
Per un figlio, avere l’approvazione dei genitori è molto importante;
e non era diverso per Gesù, il Figlio di Dio. È impossibile per
l’uomo a causa dei suoi limiti, comprendere appieno la realtà della
Trinità, ma è bello poterne comprendere almeno alcuni aspetti.
Nel versetto succitato abbiamo infatti un aspetto di questa grande realtà:
Dio Padre e Dio Figlio sono in completa sintonia nei pensieri e nelle azioni.
Nessun uomo sarà mai in grado di fare sempre le cose che piacciono a
Dio, altrimenti egli stesso sarebbe Dio. Però, chi si dichiara cristiano
dovrebbe impegnarsi ad avere pensieri e azioni più conformi possibile
alla volontà di Dio. h.p.
Mercoledì 4 Agosto 2010
“LE VOSTRE INIQUITÀ VI HANNO SEPARATO DA DIO”. (Isaia 59:2)
Il popolo d’Israele pregava e non riceveva risposta da Dio (è questo
anche tuo problema?). Il Signore spiega il perché: i loro peccati avevano
innalzato fra il popolo Dio un muro che impediva una comunicazione amorevole.
Il problema di fondo dell’uomo è proprio il peccato con cui nasce.
Non è vero che nasciamo innocenti e diventiamo peccatori perché
impariamo a peccare dagli altri: la tendenza a peccare è nel nostro DNA.
Ma c’è un rimedio perfetto. Gesù è morto per espiare
i nostri peccati e per abbattere quel muro. Nel cuore di chi crede in Lui e
si affida totalmente a Lui, esso cade. Gesù è l’unica via
che porta al Padre celeste. Chi si affida a Lui ha libero accesso, per mezzo
della fede, alla presenza del Padre. Lui ora è il nostro Mediatore e
Avvocato. m.t.s.
Giovedì 5 Agosto 2010
“CRISTO HA DATO SÉ STESSO PER NOI”. (Efesini 5:2)
Tante persone (gente comune, scrittori, poeti, filosofi) hanno dato una loro
definizione di amore. Gesù Cristo, invece, non ha semplicemente parlato
di amore, dicendo: “Nessuno ha amore più grande di quello di dar
la sua vita per i suoi amici” (Giovanni 15:13), ma ha anche messo in pratica
quello che diceva: ha dato volontariamente la Sua vita per noi (Efesini 5:25).
Nel donare la Sua vita, Egli non solo morì per i Suoi amici, ma anche
per i Suoi nemici: per coloro che Lo odiavano. Lo disprezzavano, per coloro
che Lo hanno condannato, flagellato e crocifisso. Il Cristo morente sulla croce
è la dimostrazione più eccelsa e sublime dell’amore di Dio
per noi peccatori! Caro lettore, non rifiutare il Suo amore, ma, oggi stesso,
vai a Gesù confessando i tuoi peccati. Presso di Lui troverai perdono.
Egli ti ama ed è morto anche per te, per tutti i tuoi peccati, anche
i più terribili. Se ti si affidi a Lui, riceverai in dono la vita eterna.
n.s.
Venerdì 6 Agosto 2010
“QUESTA È LA TUA SORTE, PERCHÉ TU MI HAI DIMENTICATO, DICE
IL SIGNORE”. (Geremia 13:25)
C’è stato un momento doloroso nella mia vita, in cui pensavo che
non sarei più riuscita a vivere serenamente, portandomi dietro per il
resto dei miei anni l’amarezza del rancore di un torto subito. Un giorno
m’immaginai proiettata qualche decennio più in là: non andavo
più in chiesa, non leggevo la Bibbia e non avevo comunione con Dio, ero
triste, amara e arida. Questa possibilità mi rese molto triste. Cominciai
a riflettere sulle cause: la mia razionalità mi avrebbe portata ad allontanarmi
da Dio. Realizzai che, se non avessi perdonato pienamente, non avrei potuto
che vivere una vita cristiana di facciata. Se avessi lasciato il posto al rancore,
probabilmente mi sarei allontanata da Dio. Per grazia Sua ho scelto di non dimenticarLo,
anzi di darGli un posto centrale nella mia devastazione. In quel momento tutto
è cambiato. Stiamo attenti a quanto potrebbe farci dimenticare Dio; non
ne vale mai la pena. m.f.
Sabato 7 Agosto 2010
“IO CAMMINERÒ ALLA PRESENZA DEL SIGNORE”. (Salmo 116:9)
Camminare anche solo per quindici minuti al giorno, sembra sia veramente salutare.
Il nostro corpo non è stato creato per stare sempre fermo su una sedia
davanti a un computer, ma per muoversi in modo che tutti i muscoli siano tonificati
e usati. Camminare non significa correre. Quando camminiamo possiamo ammirare
ciò che ci circonda, possiamo parlare con chi ci sta vicino, possiamo
essere guardati e riconosciuti da chi ci passa accanto. Per camminare, in una
società come la nostra che va di fretta e ama accorciare sempre di più
tempi e distanze, bisogna fare una scelta e decidere dia alzarci per muovere
finalmente le gambe. Anche per camminare alla presenza del Signore bisogna fare
una scelta: accettare di essere guidati nelle strade che Lui ci indica, accettare
la Sua Parola come Luce sul nostro sentiero, essere consapevoli che non conosciamo
tutto il percorso, ma che il Signore ci guiderà sulla strada migliore
per noi. a.m.
Domenica 8 Agosto 2010
“GESÙ DISSE: IO SONO LA VIA, LA VERITÀ E LA VITA; NESSUNO
VIENE AL PADRE, SE NON PER MEZZO DI ME.” (Giovanni 14:6)
Per poter accedere alla presenza del Padre celeste, l’uomo peccatore,
indegno di accostarsi a Dio santo e puro, ha un unica “via”, un
unico mezzo a cui ricorrere: Gesù Cristo che, con la Sua morte in croce,
ha espiato e quindi cancellato i nostri peccati. Quando accettiamo questa meravigliosa
offerta di grazia che Gesù ci offre, ciò significa che crediamo
alla Sua Parola che ci rivela che Egli è l’unico mezzo per arrivare
al Padre e che tutto quello che dice è “verità” assoluta,
da accettare senza riserve. Gesù dichiara anche di essere la “vita”,
nella sua massima espressione di perfezione assoluta. Egli la possiede per la
Sua stessa natura divina, ma si compiace di offrirla e di renderla accessibile,
grazie al sangue versato sulla croce, a tutti coloro che l’accettano per
fede. È mai possibile che molte persone trascurino questa e altre dichiarazioni
di Gesù sul dono della salvezza e della vita eterna, ostinandosi a voler
raggiungere questi traguardi seguendo altre vie? Qualunque esse siano, si riveleranno,
purtroppo, completamente inadeguate. a.r.m.
Lunedì 9 Agosto 2010
“LE COMPASSIONI DI DIO SI RINNOVANO OGNI MATTINA”. (Lamentazioni
3:22,23)
Questa affermazione è ancora più preziosa perché si trova
uno degli scritti più cupi, più pieni di sconforto di tutta la
Bibbia. In mezzo alla rovina del suo popolo, dove si trova lo scrittore il motivo
per scrivere queste parole? Ha appena detto: “in questo voglio sperare”
(v. 21). Ha capito che era ancora possibile sperare e ha scelto di farlo. Ci
sono momenti e situazioni nella vita in cui le compassioni di Dio (cioè
la tenerezza, il Suo amore, il Suo buon progetto per noi) ci sembrano lontani
e non riusciamo a vederli. Anche per noi è il momento di scegliere la
speranza che “non rende confusi” (Romani 5:5). Cristo Gesù,
risorto e vivente è la nostra speranza (1 Timoteo 1:1): “sperare”
solo in Lui ha veramente significato. Così ritroviamo le compassioni
di Dio, dolci e preziose. Non solo: scopriamo che esse si rinnovano ogni mattina.
Ogni giorno Dio ha in serbo per noi qualcosa di nuovo nella nostra relazione
con Lui. Anche il malato, anche l’anziano, per cui tutti i giorni trascorrono
uguali e monotoni, può scoprire nella preghiera di lode e di intercessione
le compassioni di Dio, sempre fresche, sempre nuove. l.p.
Martedì 10 Agosto 2010
“L’ETERNO CONTA IL NUMERO DELLE STELLE E LE CHIAMA TUTTE PER NOME”.
(Salmo 147:4)
Chissà quante persone hanno ammirato le stelle in una notte d’estate.
Chissà quanti innamorati hanno ingenuamente aspettato che qualche stella
cadesse la notte di San Lorenzo, per esprimere un desiderio e chissà
quanti hanno provato a contare tutte quelle luci nel cielo. Io una volta ho
provato a contare le stelle col mio nipotino e vi assicuro che si perde il conto!
Alcuni astronomi americani hanno scoperto un ulteriore “grande numero”
di galassie che è lungo 500 milioni di anni luce, largo 200 milioni di
anni luce e profondo 15 milioni di anni luce!!! E un anno luce corrisponde a
63241 volte la distanza fra la terra e il sole ! Eppure. Dio sa quante stelle
ci sono e conosce tutti i loro nomi! Ma non è ancora più sorprendente
il fatto che il Signore di questo universo smisurato è venuto sulla nostra
terra, piccolo puntino nel cosmo? Egli conosce ognuno di noi e ha cura di noi
così come dice il versetto precedente: “Egli guarisce quelli che
anno il cuore rotto e fascia le loro ferite”. Se Dio conosce tutte le
stelle e le chiama per nome, vuoi che non sappia il tuo nome, il tuo indirizzo…
e il tuo problema? Gesù ti ama. Affidati a Lui! r.b.
Mercoledì 11 Agosto 2010
“I CIELI RACCONTANO LA GLORIA DI DIO” (Salmo 19:1)
Hai mai sentito parlare della “teoria del Big bang”? Secondo questa
falsa congettura l’universo avrebbe avuto origine da un’immensa
esplosione e tutto quello che esiste e che vediamo sarebbe, semplicemente, frutto
del caso. Qualcuno ha definito questo modo insensato di ragionare con la seguente
formula: “Nessuno moltiplicato per niente uguale tutto”. In altre
parole la teoria del Big bang è un’assurdità, pura follia.
La Bibbia, invece, ci presenta un’alternativa ben più convincente:
“I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera
delle Sue mani”. Dio è il Creatore di tutto quello che i nostri
occhi vedono e anche delle cose invisibili. Le sue opere, se considerate onestamente
e con uno spirito umile, racconteranno splendidamente le perfezioni e la creatività
di Dio. Ecco, dunque, una buona ragione per leggere e studiare la Bibbia con
la passione di un esploratore. s.v.
Giovedì 12 Agosto 2010
“VADO FORSE CERCANDO IL FAVORE DEGLI UOMINI, O QUELLO DI DIO?” (Galati
1:10)
“Che figura!” diciamo qualche volta quando ci accorgiamo di aver
fatto qualcosa di sbagliato di cui gli altri si sono accorti. Poiché
nella maggior parte dei casi la figura fatta rivela esattamente quello che siamo,
non dovremmo preoccuparci, se amassimo la verità. Ma poiché più
che la verità amiamo noi stessi, il pensiero di una valutazione negativa
da parte degli altri non ci lascia tranquilli. Se questo atteggiamento persiste
e non è combattuto, non si può essere servi di Cristo. L’apostolo
Paolo lo dice chiaramente in seguito. Il servo deve essere preoccupato del giudizio
del suo padrone, non di altri. Se poi questi altri sono anche nemici del suo
padrone, tanto meno. Se sono servo di Cristo, prima o poi il mio Padrone mi
metterà alla prova esponendomi al giudizio falso e malevolo di qualche
Suo nemico. E resterà lì ad osservare l’effetto che fa.
m.c.
Venerdì 13 Agosto 2010
“A DIO VORREI ESPORRE LA MIA CAUSA; A LUI CHE FA COSE GRANDI E IMPERSCRUTABILI”.
(Giobbe 5:8,9)
Un grande uomo di Dio chiamato gorge Muller, era certo della verità di
questo versetto. Lui e il suo amico Henry Craik aprirono diversi orfanotrofi,
nei dintorni di Bristol, per aiutare tanti orfani che non possedevano nulla
al mondo. Quando cominciarono questo ministero, lo fecero con l’unica
consapevolezza di poter contare sull’aiuto di Dio. Pregavano per qualsiasi
necessità: per il latte, per la caldaia rotta, per più letti,
coperte, tavoli… E Dio puntualmente rispondeva alle loro richieste. “Non
riceviamo concessioni e non accettiamo prestiti” diceva Gorge, “non
inviamo lettere di richiesta fondi, né facciamo appelli per raccoglierli,
non diciamo nemmeno alle persone di cosa abbiamo bisogno”. In questo modo
sperimentava la grandezza di un Dio vivente e attento, che fa cose grandi, in
maniera sorprendente e puntuale. E tu a chi esponi le tue cause? m.f.
Sabato 14 Agosto 2010
“IL NOSTRO REDENTORE È IL SANTO D’ISRAELE”. (Isaia
47:4)
Le parole di questo versetto suonano come un canto di vittoria nei confronti
dal nemico invasore. L’impero Babilonese, ben organizzato, potente e violento,
presto sarebbe caduto in rovina ai piedi di Israele. Non certo a motivo della
forza o delle capacità militari del popolo di Dio. La salvezza, infatti,
sarebbe venuta da fuori in modo soprannaturale. Molto tempo dopo, un uomo di
nome Simeone, stringendo fra le sue braccia il bambino Gesù, disse: “…i
miei occhi hanno visto la Tua salvezza, che hai preparata dinanzi a tutti gli
uomini” (Luca 2:30,31). Due canti vengono rivolti alo stesso Dio, ma il
secondo presenta alcune varianti significative. In primo luogo, la redenzione
operata da Gesù è di natura spirituale. Egli ci libera per sempre
dal peso insopportabile dei nostri peccati. In secondo luogo, la redenzione
operata da Gesù non è limitata soltanto al popolo eletto., Israele,
ma a tutti i popoli della terra e in qualunque epoca della storia. Il Santo
d’Israele, oggi stesso, può diventare il tuo personale Redentore,
se solo tu ti rivolgi a Lui con pentimento e con fede. s.v.
Domenica 15 Agosto 2010
“SI VEDRÀ IL FIGLIO DELL’UOMO VENIRE SULLE NUVOLE CON GRANDE
POTENZA”. (Marco 13:26)
Si racconta che una bambina ascoltò la mamma e alcune amiche che conversavano
del ritorno di Cristo. Poi scomparve, costringendo la madre a girare per tutta
la casa per trovarla. Era salita in mansarda e, davanti alla finestra, ammirava
il cielo. La madre le domandò che cosa stesse facendo davanti alla finestra
e la bambina rispose: “Mamma, vi ho sentito dire che Gesù presto
ritornerà e che ci porterà con Lui nel cielo, così ho messo
il vestito più bello e sono venuta qui, perché voglio essere la
prima a vederLo”. E tu, caro lettore, stai aspettando il ritorno del Signore?
Sei pronto per incontrarLo? Egli si è fatto uomo, è vissuto fra
noi ed è morto su una croce per i nostri peccati. Poi è risorto
dai morti vincitore ed è asceso al cielo, da dove presto ritornerà
per prendere quelli che hanno posto in Lui la propria fiducia, per portarli
con Sé nella gloria del cielo e poi per stabilire il Suo regno di giustizia
e di pace sulla terra. La Bibbia afferma ripetutamente che Gesù Cristo
ritornerà. Questo sarà il più grande avvenimento della
storia futura. p.d.n.
Lunedì 16 Agosto 2010
“CHI NON ONORA IL FIGLIO, NON ONORA IL PADRE CHE LO HA MANDATO”.
(Giovanni 5:23)
Molti movimenti religiosi, anche di ispirazione “cristiana”, hanno
difficoltà a riconoscere nella persona di Gesù “il Figlio
di Dio”. “Dio è Unico, non può avere figli”,
è quanto vi dirà un seguace della religione islamica. “Figlio
di Dio è una metafora”, è quanto vi dirà un seguace
della Torre di Guardia negando la Trinità divina e la possibilità
che Dio possa avere un figlio, uno cioè della Sua stessa natura e sostanza.
Ma chi fa scaturire la propria fede dell’ascolto della Parola di Dio –
e come ci ricorda Paolo, scrivendo ai Romani (10:17), “la fede viene da
ciò che si ascolta e ciò che si ascolta viene dalla Parola di
Cristo”, - sa che è attraverso il Figlio di Dio si è reso
visibile, udibile, contemplabile agli uomini, sa che il Figlio è stato
mandato dal Padre perché l’uomo potesse conoscerLo ed essere per
mezzo di Lui salvato dal peccato. Chi, quindi, non riconosce e non onora Gesù
come Figlio (della stessa sostanza e della stessa natura del Padre) non riconosce
e non onora Dio e la Sua opera di rivelazione e di salvezza! p.m.
Martedì 17 Agosto 2010
“NON VI RIVOLGETE AGLI IDOLI”. (Levitino 19:4)
Quando disubbidiamo a Dio e facciamo ciò che non gradisce, è perché
c’è qualcosa nella nostra vita che è più importante
di Dio stesso. L’idolo più pericoloso siamo noi, con la nostra
avidità, bramosia, orgoglio, ecc. per poi spaziare in altri idoli, compresi
quelli di tante religioni. Nel “grande comandamento” Dio ha ordinato
di adorare Lui solo (Matteo 22:37). L’uomo ha bisogno di dipendere dal
suo Creatore e di stare in stretta comunione con Lui. Se però l’idolo
prende il sopravvento nella nostra vita, la relazione con Dio ne è compromessa.
Affinché ciò non avvenga. Dio ci esorta ancora così nella
Sua Parola: “Ricordati del tuo Creatore nei gironi della tua giovinezza”
(Ecclesiaste 12:3). Allora, caro lettore, se è l’idolo a dominare
la tua vita è giunto il tempo di gridare a Dio con pentimento, iniziando
a toglierlo via e dando a Dio il primo posto. s.b.
Mercoledì 18 Agosto 2010
“IL SIGNORE TI HA FATTO CONOSCERE CIÒ CHE È BENE”.
(Michea 6:8)
L’albero biblico della conoscenza del bene e del male è quello
il cui frutto attirò l’attenzione e il desiderio di Eva a indurre,
prima lei e poi Adamo, a disubbidire all’ordine impartito da Dio di non
mangiarlo. Con questa scelta tragica l’uomo decise di sottrarsi alla signoria
di Dio e diventò libero di determinare da solo ciò che è
bene e ciò che male. Ma con quali risultati? Un altro testo della Parola
di Dio ci ricorda che l’uomo, in questo cammino, ha finito di chiamare
“bene” ciò che è male! Ecco perché Dio nella
Sua pazienza e nel Suo amore per l’uomo, gli ha parlato e gli parla per
fargli “conoscere ciò che è bene”, per donargli cioè
quel discernimento che egli ha perduto dal momento in cui ha preteso di essere
libero e autonomo. Il cammino che egli deve ora percorrere per conoscere il
bene e allontanare da sé il male è quello dell’ascolto della
voce di Dio che gli parla attraverso le pagine della Bibbia, per affidarsi poi
alla guida del suo Spirito in modo che “il bene” non sia solo conosciuto,
ma anche vissuto! p.m.
Giovedì 19 Agosto 2010
“LA FEDE È CERTEZZA DI COSE CHE SI SPERANO”. (Ebrei 11:1)
Le speranze umane sono sempre delle possibilità, mai delle certezze.
Il tempo può vanificarle. E anche se siamo convinti di una cosa con tutte
le nostre fragili che basta niente a mandarle in frantumi. Ma c’è
tutta un’altra categoria di speranze: quelle che nascono dalle promesse
di Dio e che si incarnano in una persona: il Signore Gesù. Egli è
la nostra speranza. E allora possiamo essere sicuri che non ci saranno delusioni.
Questa certezza è la fede, quella donata da Dio. Non è qualcosa
di evanescente, di campato in aria. È una certezza di cui Dio è
il garante. Chiediamoci onestamente: in che cosa abbiamo fede? Nelle costruzioni
dei nostri desideri o nelle promesse divine? v.n.
Venerdì 20 Agosto 2010
“NEPPURE UN PASSERO È DIMENTICATO DAVANTI A DIO”. (Luca 12:6)
Che onore appartenere all’unico vero Dio di amore e di misericordia che
ci viene presentato nella Bibbia! In essa troviamo scritte un’infinità
di promesse per il bene di coloro che amano Dio e vogliono vivere sottomessi
ala Sua sovranità e alla Sua volontà. Un Dio che si prende cura
anche della vita di una piccola creatura insignificante come un passero, quanto
più amerà e curerà l’uomo che è stato creato
con un’anima eterna e per la cui salvezza, Egli stesso ha provveduto,
in Cristo, a un sostituto perfetto, capace di ristabilire la comunione con Lui,
interrotta a causa del peccato. Sia lode e gloria a Dio per tutto quello che
ha fatto, che fa e che farà ancora per ciascuno dei Suoi figli! r.b.
Sabato 21 Agosto 2010
“L’ETERNO È LO SCUDO CHE LO PROTEGGE”. (Deuteronomio
33:29)
Mosè prosegue dicendo: “l’Eterno è la spada che ti
fa trionfare”. La nostra relazione personale con Dio, così necessaria
per la vita di ogni cristiano, è ricca e benedetta proprio se si fonda
su entrambi questi elementi. Scudo: quanto abbiamo bisogno di sentirci protetti
in questo modo pieno di pericoli, di tentazioni, di sofferenze! Rifugiarsi all’ombra
delle Sue ali è un’esperienza dolcissima (Salmo 36:7). Ma il rapporto
fra Lui e noi non si evince qui: non possiamo ricordarci di Dio e ricorrere
a Lui solo quando sentiamo bisogno di protezione. Spada: l’Eterno è
anche la nostra spada, che ci rende forti, coraggiosi, pronti a combattere per
Lui. Così dobbiamo conoscerLo: è Lui che ci guida nella lotta
contro Satana, nelle vittorie e nelle conquiste per il Suo Regno. Questa è
la vocazione che ci ha affidata. Paolo conferma che “Dio ci conduce sempre
in trionfo in Cristo” (2 Corinzi 2:14). “Grazie, mio Dio, che anche
per me Tu vuoi essere scudo e spada!” l.p.
Domenica 22 Agosto 2010
“IL POTENTE, DIO, L’ETERNO HA PARLATO E HA CONVOCATO LA TERRA DA
ORIENTE”. (Salmo 50:1)
Come abbiamo letto, questo Salmo ha una maestosa espressione introduttrice che
trasmette il senso della solennità di un momento. Dio, nella Sua onnipotenza
e sovranità, convoca a Sé in giudizio tutta la terra. La Bibbia
non ci autorizza a considerare certe espressioni in senso autorizza a considerare
certe espressioni in senso metaforico, come magari saremmo portati a pensare;
possiamo star certi che nessuna sentenza rimarrà in sospeso e nulla rimarrà
occulto agli occhi di Dio. Il profeta Amos, dopo aver appassionatamente ricordato
tutte le prove che Dio aveva inviato, esclama: “Preparati Israele ad incontrare
il tuo Dio” (Amos 4:12). È spaventoso cadere sotto il giudizio
di Dio. Ma nel Suo grande amore Dio ha inviato per noi il Suo Figlio, perché
il giusto giudizio sul peccato cadesse su di Lui, risparmiandoci. Sia però
ben chiaro che non tutti indistintamente saremo risparmiati dal Suo giudizio,
ma solo coloro che, riconoscendosi peccatori meritevoli di tale giudizio, hanno
aperto il loro cuore a Gesù per ricevere perdono e salvezza. g.b.
Lunedì 23 Agosto 2010
“QUELL’UOMO CREDETTE ALLA PAROLA CHE GESÙ GLI AVEVA DETTA”.
(Giovanni 4:50)
Oggi si dicono così tante parole che spesso si perde credibilità.
L’uomo cui fa riferimento questo versetto, era un ufficiale del re, un
militare e sicuramente un uomo di parola. Sapeva chi era Gesù; uno che
faceva miracoli. Quando andò da Lui, Gli chiese di guarire il figlio
malato e credette all’istante alla parola di Gesù. Consiglio di
leggere l’intero brano, per capire come la fiducia in Gesù porti
ad agire e rechi benedizione anche a chi ci circonda. È importante sapere
la differenza tra Gesù e i tanti santoni e ciarlatani che pullulano nel
nostro pianeta, perché solo Lui, essendo Dio in persona, che parlato,
promesso e agito, è di conseguenza degno della nostra fiducia. Gesù
parla ancora oggi, attraverso la Sua Parola, la Bibbia, e si aspetta la nostra
fede. b.s.
Martedì 24 Agosto 2010
“O DIO, TU TIENI CONTO DEI SORPRUSI”. (Salmo 10:14)
Dio rovescia le scale umane di valori e sta dalla parte di coloro che sono più
deboli e indifesi perché, in quanto tali, sono votati all’umiltà
e alla fede, hanno bisogno di protezione e sono obbligati a sperare. Essi hanno
seriamente bisogno di Dio si manifesta come il Misericordioso e il Giusto. Dio
considera con bontà quelli che hanno poca fortuna, pochi talenti, poca
influenza, poca importanza, e li cura teneramente. Egli accoglie chi, riconoscendosi
un nulla davanti a Dio, si rivolge a Lui con semplicità e fiducia. Dio
ascolta il grido degli afflitti e dei bisognosi, delle vittime di malvagità
e soprusi, e difende la loro causa! Egli chiederà conto ai malvagi delle
loro azioni e punirà chi opprime coloro che hanno fiducia in Lui. g.f.r.
Mercoledì 25 Agosto 2010
“SIGNORE, TI PERGO, APRIGLI GLI OCCHI, PERCHÉ VEDA!” (2 Re
6:17)
Cari amici, il significato spirituale di questo versetto è di importanza
basilare per la vita di ogni credente. Tante sono le afflizioni del giusto e
spesso Satana ci fa porre l’attenzione solo su di esse, a tal punto d’animo,
cominciamo a dubitare della potenza liberatrice di Dio e, come risultato ultimo,
cominciamo a essere ansiosi e solleciti. Nel testo di oggi abbiamo il profeta
Eliseo che di fronte all’esercito nemico, invita il suo servo ad aprire
gli occhi spirituali che hanno la capacità di guardare al di là
dell’impossibile. E infatti egli vide una schiera di cavalli e carri dell’Eterno
pronta a difenderli. Per chi crede, Dio è l’Onnipotente, al quale
non sfugge nessun aspetto della nostra vita, anzi permette ogni cosa affinché
impariamo a diffidare della nostra ragione e impariamo a vivere solo per fede.
La fede agisce nel campo dell’impossibile, e solo lì si hanno occhi
per vedere angeli, carri, cavali celesti e liberazioni. Intercediamo l’uno
per l’altro, affinché possiamo avere gli occhi della fede ben aperti,
per imparare a gioire nelle liberazioni divine. p.p.
Giovedì 26 Agosto 2010
“NON VI STIMATE SAGGI DA VOI STESSI”. (Romani 12:16)
Viviamo in un mondo dove ognuno vanta le proprie capacità e qualità
e, poi, critica gli altri. Praticamente si fa tutto il contrario di ciò
che Dio dice nella Sua Parola. Da sempre l’essere umano si comporta così
perché cerca la saggezza, non la trova negli altri e pensa di essere
l’unico ad averla! La filosofia greca diceva che la saggezza stava nel
conoscere sé stessi: la cultura romana antica diceva che la saggezza
era governare sé stessi: la cultura cinese vede la saggezza nello sforzo
di migliorare sé stessi; il buddista dice che il saggio è colui
che annulla sé stesso; il bramano suggerisce al saggio di immergersi
nel tutto; la nostra cultura occidentale considera saggi coloro che praticano
la convivenza pacifica. Questa è saggezza umana è fine a sé
stessa. Sapete cosa dice Gesù? “Senza di me non potete fare nulla”.
Allora, se fino a ora hai creduto di essere abbastanza saggio, ricordati delle
parole di Gesù e rivedi la tua vita perché come dice il Signore,
l’unica cosa di cui possiamo vantarci è di conoscere Lui (Geremia
9:23,24). r.b.
Venerdì 27 Agosto 2010
“LA TUA MANO DELL’ETERNO SI FARÀ CONOSCERE IN FAVORE DEI
SUOI SERVI”. (Isaia 66:14)
“… con le mani sbucci le cipolle… con le mani se vuoi puoi
dirmi di sì…” sono versi di una famosa canzone. Le mani!
Sono veri e propri mezzi di comunicazione: costruttive, offensive, difensive,
protettive o caritatevoli. Con le mani possiamo accarezzare un bambino, con
le stesse possiamo fare del male. La Bibbia parla molto della mano di Dio (tanti
avranno visto un famoso affresco che raffigura la creazione e che mostra la
mano di Dio tesa verso Adamo). Questo antropomorfismo rende bene l’idea
di Colui che è l’Assoluto e vuole stabilire un contatto con le
Sue creature.
Dio offre, a color che vogliono servirLo, la Sua mano di benedizione. Ma saranno
accolti al servizio solo coloro che credono in Gesù e nella Sua Parola.
Per scoprirne l’eterne benedizioni, devi credere in Lui e nel Suo figlio.
m.m.
Sabato 28 Agosto 2010
“LA LEGGE DELLA TUA BOCCA VALE PIÙ CHE MIGLIAIA DI MONETE D’ORO”.
(Salmo 119:72)
Questa affermazione può sembrare un po’ strana perché con
il denaro si può avere una vita più facile, confortevole e si
possono soddisfare tanti bisogni. Ciò che ci permette di comprendere
l’assoluta verità di questo versetto è la prospettiva, perché,
se è vero che il denaro può rendere più facile il presente,
esso però non ha alcuna influenza riguardo a ciò che sarà
di noi nell’eternità. Quello che invece conta è il nostro
rapporto personale con Dio, che comincia in questa vita ma durerà per
sempre. L’unica base certa sulla quale costruire questo rapporto è
la Parola di Dio, la Bibbia. In essa, il Signore ci fa capire cosa vuole dagli
uomini ed è un grande vantaggio per la nostra vita riflettere Sui comandamenti
divini e ubbidire a essi. o.r.
Domenica 29 Agosto 2010
“L’ETERNO È IL NOSTRO LEGISLATORE”. (Isaia 33:22)
Il concetto di legge è stato stabilito da Dio fin dal principio. Mentre
regnava il caos, Lui ha stabilito l’ordine e l’armonia fissando
leggi che regolano e sostengono l’intero universo. Il concetto di rodine
è molto importante; serve a mettere ogni cosa al suo posto, a creare
un sistema armonico che mon manda in confusione chi osserva o chi cerca qualcosa.
Il caos, al contrario, destabilizza e provoca disagio. Le motivazioni che hanno
spinto Dio a fissare delle leggi che regolano il nostro rapporto con Lui e con
gli altri, sono dettate dall’amore per noi Sue creature. Sono leggi che
si prefiggono di proteggere noi e il nostro prossimo, ci incoraggiamo ad amare
Dio, di conseguenza, noi stessi e gli altri. Non sono mai leggi restrittive
e tiranniche, partono dal Suo cuore e si propongono di offrire amore, ordine
e armonia. m.f.
Lunedì 30 Agosto 2010
“IL SIGNORE CORREGGE QUELLI CHE EGLI AMA”. (Ebrei 12:6)
Certo, quando si parla di correzione, ci vengono i brividi, ripensando al dolore
e alle ferite che, forse, abbiamo ricevuto da bambini. I nostri genitori ci
hanno corretti secondo quello che pensavano opportuno fare; lo hanno fatto bene
o in un modo esagerato, ma sicuramente col cuore in gola, mossi dal forte desiderio
di vederci seri, educati, gentili, ubbidienti, corretti. Forse non sopportavano
di vederci mentire o rubare, o usare un linguaggio sporco e offensivo. È
vero, i momenti di correzione erano motivo di tristezza e ribellione ma, col
passare del tempo, ci rendiamo conto che, in fondo, quelle correzioni ci hanno
fatto del bene. Nel Salmo 23 il salmista Davide afferma che il bastone e la
verga del Signore lo consolavano. Mio padre, invece, non aveva né verga
né bastone, ma la cintura dei pantaloni sempre pronta. Perciò,
non temiamo quando Dio, nel Suo amore intenso per noi, ci corregge o permette
delle situazioni che ci fanno soffrire. Egli lo fa per l’utile nostro,
per prepararci per il cielo! s.g.
Martedì 31 Agosto 2010
“SE UNO VUOL VENIRE DIETRO A ME, RINUNZI A SÉ STESSO, PRENDA LA
SUA CROCE E MI SEGUA”. (Marco 16:24)
L’interpretazione che spesso viene data per spiegare questo versetto,
è quella di paragonare la croce di Cristo alla sofferenza causata dalle
prove che tutti abbiamo su questa terra, ma non è cosi. Dopo averci ragionato
parecchio, ho capito che queste parole sono riferite solo a chi “vuole”
seguire Gesù come Suo discepolo, che ha compreso bene il perché
e ha calcolato il costo, ma anche i vantaggi, sia ora su questa terra, che dopo
in cielo, e infine fa delle conseguenti scelte di vita quotidiane. È
qualcosa di molto razionale, niente di allegorico o di mistico. Ogni volta che
ci viene voglia di pensare o fare qualcosa che Dio non vuole, non dobbiamo assecondare
quel desiderio, ma rinunciarvi, affinché non eserciti più potere
sulla nostra volontà. Spesso la rinuncia a noi stessi è una vera
liberazione! Siamo liberi di seguire Gesù oppure di rimanere schiavi
di noi stessi. Cosa hai scelto tu? b.s.
Mercoledì 1 Settembre 2010
“FATE LA VOLONTÀ DI DIO DI BUON ANIMO”. (Efesini 6:6)
Dio non ci fa sempre conoscere la Sua volontà mandandoci dei messaggi
dal cielo per mezzo di angeli, ma ci ha lasciato dei principi e delle condizioni
precise nella Sua Parola. Si racconta che una zingara si fermò a un incrocio,
gettò il bastone in aria più volte e guardò dove cadeva.
Un passante, incuriosito, le chiese: “Perché butta il bastone in
aria più volte?”; e lei rispose: “Mi serve per vedere quale
strada devo prendere. Prendo quella che mi indica lui. Ho buttato il bastone
in aria più volte, perché lui mi indica questa strada, ma io voglio
prendere l’altra”. A volte non facciamo anche noi così? Dio
ci indica la strada da seguire, la Sua volontà, ma a noi non piace. Vorrei
ricordare alcune condizioni e principi per conoscere la volontà di Dio
per noi. 1. Essere disposti a ubbidire a quello che Egli ci indica. 2. Abbandonare
a Lui tutta la nostra vita. 3. Passare del tempo nella lettura della Bibbia
e nella preghiera. 4. Ricercare la guida dello Spirito Santo e saper aspettare
con pazienza. P.d.n.
Giovedì 2 Settembre 2010
“MOSÈ FECE INTERAMENTE COME L’ETERNO GLI AVEVA ORDINATO”.
(Esodo 40:16)
Nei quindici versetti che precedono quello di oggi, sono riportati ben ventinove
ordini che Dio dà e a cui Mosè deve rispondere ubbidendo. Una
lunga lista all’imperativo, il modo che mamme e papà usano di più
con i loro figli e che richiede qualcuno pronto a mettere in atto quanto richiesto.
Difficile? Sì! automatico? No! Per Mosè ubbidire “interamente”
agli ordini ricevuti da Dio non fu facile; la tentazione di pensare che uno
fra i tanti fosse troppo restrittivo o superfluo, c’era, ma egli si sottomise
alle parole dette da Dio. La stessa tentazione di pensare che si possano eliminare
certe parole e sostituirle con altre, meno antiquate o restrittive, è
sempre dietro l’angolo. Ma per Mosè, come per noi, ubbidienza parziale
significa, in realtà, disubbidire e fare di testa nostra, con tutte le
conseguenze gravi che questo comporta. a.m.
Venerdì 3 Settembre 2010
“RICONOSCETE CHE È DIO CHE CI HA FATTI E NOI SIAMO SUOI”.
(Salmo 100:3)
Nella nostra comunità prima dell’inizio di ogni anno scolastico
abbiamo l’abitudine di affidare i bambini a Dio in preghiera. Nell’ultima
festa di inizio anno abbiamo letto ai presenti, piccoli e grandi, una bella
storia tratta dal libro “Tu sei mio!” di Max Lucado. Non voglio
svelarti tutto il contenuto, ma il succo del messaggio di quel giorno mi p rimasto
impresso, ed è questo. Gli abitanti di un certo paese (dei burattini
di legno), hanno perso la vista il senso della loro vita e credono che la felicità
consista nell’accumulare più cose possibili. La loro vita è
movimentata. Ne succedono di tutti i colori. Ma in cima al paese abita il loro
“costruttore”. Egli, mentre aspetta che qualcuno si ricordi di lui,
osserva come tutti corrono e si agitano. Ha un messaggio importante da dare
a ciascuno di loro: “Tu sei speciale non per quello che hai, ma per quello
che sei, perché sei mio!”. Questo messaggio è anche per
te. a.p.
Sabato 4 Settembre 2010
“O ETERNO, LA MATTINA LA MIA PREGHIERA TI VIENE INCONTRO”. (Salmo
88:13)
Riflettiamo su come affrontiamo la giornata sin dal mattino. Non sappiamo cosa
ci aspetta oggi, e in genere tutti i giorni. Quando penso all’11 Settembre
del 2001, nessuno avrebbe mai immaginato quello che poi è successo. La
nostra giornata è come un foglio bianco, sul quale man mano che passano
le ore viene registrata la nostra storia. Allora, iniziare la giornata incontrando
il Signore è la cosa più saggia e remunerativa che si possa fare.
Essere coscienti di non essere in grado da soli di affrontare le vicende della
vita, e quindi affidare la giornata alla benignità del Signore. Dio è
Colui che guida ogni cosa e sa prendere in mano le redini della nostra giornata,
ma bisogna che Gliela consegniamo con fiducia fin dal mattino. Un altro motivo
non meno importante di questo versetto, è che iniziare la giornata ringraziandoLo
per avercela donata è un segno di grande maturità spirituale.
Non chiedere, ma dire: “Grazie, Signore, perché nella Tua benignità
mi fai dono di questo giorno; non so cosa Tu hai preparato per me, ma nulla
potrà separarmi dal Tuo amore”. p.p.
Domenica 5 Settembre 2010
“MAGNIFICATE IL NOSTRO DIO”. (Deuteronomio 32:3)
Mosè, giunto al termine della sua vita terrena e in procinto di passare
a Giosuè la conduzione del popolo d’Israele, rivolge alla sua gente
un appello, invitando tutti a “magnificare” il loro Dio, cioè
a esaltarLo, a celebrarLo, a servirLo, a pregarLo. Come quel popolo cocciuto
e disubbidiente, spesso anche noi che ci reputiamo cristiani, voltiamo le spalle
al nostro Dio che ci ama, che ci ha salvati offrendo il Suo unico Figlio, Gesù
Cristo, a morire per noi e che ora continua a prendersi cura della vita di ciascuno
di noi. Gli voltiamo le spalle per “magnificare” qualche altra divinità,
un idolo che con prepotenza domina il nostro cuore, e in questo modo offendiamo
e rattristiamo Dio. Vogliamo ascoltare l’invito di Mosè e sgombrare
il nostro cuore da qualunque cosa impedisca il nostro cuore da qualunque cosa
impedisca a Dio di occupare il posto di onore che merita e rivolgere a Lui solo
il nostro culto? a.r.m.
Lunedì 6 Settembre 2010
“DAVANTI A TE HO AMMESSO IL MIO PECCATO”. (Salmo 32:5)
Queste parole, pronunciate dal re Davide, sono le parole di un uomo onesto e,
se noi volgiamo essere altrettanto onesti, non possiamo fare a meno di riconoscere
i nostri errori e la nostra condizione di peccatori davanti a Dio. La conseguenza
diretta di ciò, è l’ammissione di aver bisogno di essere
perdonati. Non è sempre facile, sapete, riconoscere la propria pochezza,
ma, se vogliamo ricevere il perdono dal Signore, questa è la prima condizione
da soddisfare, Davide non ha esaltato ad ammettere i propri errori e, se continuate
nella lettura del Salmo 32, troverete che egli riceve il perdono di Dio. L’ultima
cosa da dire è che per il re israelita, come per noi, il perdono divino
è possibile solo in virtù della grazia acquistarci da Gesù
con la Sua morte espiatoria sulla croce. A noi dunque l’onestà
prima e la fede poi. f.a.
Martedì 7 Settembre 2010
“GESÙ DISSE: IO SONO VENUTO NEL MONDO PER TESTIMONIARE DELLA VERITÀ”.
(Geremia 18:13)
È abbastanza frequente ascoltare in televisione e nelle conversazioni
quotidiane frasi del tipo: “Ha raccontato la sua verità”.
La cosa mi meraviglia particolarmente quando viene usata in riferimento a situazioni,
come i processi, in cui è fondamentale conoscere il reale svolgimento
dei fatti. Mi dà invece molta sicurezza questa affermazione di Gesù,
che presenta la verità come qualcosa di stabile e certo, identificandola
con la Parola di Dio scritta (Giovanni 17:17) e con Sé stesso (Giovanni
14:6) e anche l’apostolo Giovanni si riferì a Gesù definendolo
la Parola fatta carne (Giovanni 1:14). Se non vogliamo illuderci o ingannarci
sulla condizione dell’uomo e sul suo futuro, ascoltiamo ciò che
il Signore ho detto. Infatti le Sue sono parole, rispetto a quelle dell’uomo,
che non saranno mai smentite, né passeranno mai. o.t.
Mercoledì 8 Settembre 2010
“IL SIGNORE DIRIGA I VOSTRI CUORI ALLA PAZIENTE ATTESA DI CRISTO”.
(2 Tessalonicesi 3:5)
Gloria a Dio! Gesù ritornerà! Si, su questa terra, per prendere
con Sé quelli che Gli appartengono. Che gloria indescrivibile avere la
certezza di essere tra quelli che fanno parte dei salvati! Puoi affermare anche
tu di essere salvato? Se la risposta è negativa, oggi è ancora
giorno di salvezza. In preghiera chiedi a Dio di lavarti dai tuoi peccati, attraverso
il sacrificio di Gesù, e lo Spirito Santo verrà ad abitare nel
tuo cuore. Solo così si può avere la certezza di appartenere alla
famiglia dei salvati. E adesso? Il credente deve vivere la sua vita terrena
con l’unico scopo di piacere al suo Salvatore. Un atteggiamento di paziente
attesa, fa parte del modo di vivere di chi ha la certezza di appartenere a Dio.
Questo comportamento glorifica Dio. Prenditi un attimo per rifletterci su! Che
il tuo cuore possa lasciarsi dirigere dal Signore alla paziente attesa di Cristo.
e.m.
Giovedì 9 Settembre 2010
“ESSI DICONO: PACE, PACE, MENTRE PACE NON C’È”. (Geremia
6:14)
Davvero non c’è pace in questo mondo? Certo, in Medio Oriente e
in alcuni Paesi dell’Africa non si può dire che si va tranquilli,
ma non occorre andare così lontano. Un noto cantante rock italiano ha
detto: “…io sono un’anima in pena. Mai contento, mai felice,
mai sereno. Mai soddisfatto. Eternamente alla ricerca di qualcosa…”.
La maggior parte della gente è infelice, scontenta. Io stesso per molti
anni ho vissuto nell’incertezza di una vita che non mi dava gioia. Che
cosa ha cambiato la mia vita? Il Vangelo di Gesù Cristo. Sentite in che
modo gli angeli del cielo accolsero l’ingresso del Figlio di Dio nel momento
dell’incarnazione: “Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in
terra agli uomini ch’Egli gradisce!” (Luca 2:14). Gesù è
venuto per dare la vera pace, ma chi se ne rende conto? Pochi purtroppo. Al
tempo del profeta Geremia, molte guide e religiosi dicevano: “Pace, pace…”,
ma la pace non c’era. Presta attenzione a quello che la Bibbia dice e
troverai il Dio della pace. s.v.
Venerdì 10 Settembre 2010
“DIO È UN GIUSTO GIUDICE”. (Salmo 7:11)
Vedersi superato a destra sulla corsia d’emergenza quando da ore in autostrada
si procede in colonna a passo d’uomo, è una cosa irritante che
grida vendetta. Ingiuriare, urlare contro invettive, non è propriamente
evangelico, quindi di solito mi trattengo. Una volta però mi è
venuta l’idea di gridargli dietro: “Possa tu prendere una multa
da 300 euro!”. In fondo, pensavo, non sarebbe un’espressione di
odio vendicativo, ma solo un legittimo desiderio di giustizia retributiva. Poi
però ho pensato che forse il Signore, sollecitato dal mio mobile desiderio
di giustizia, potrebbe decidere di cominciare proprio da me. E ho ripensato
quella volta che se la polizia mi avesse beccato mi avrebbero ritirato la patente.
Allora ho taciuto. Siamo proprio certi di voler vedere all’opera “un
giusto Giudice”? “Se confessiamo i nostri peccati, Egli è
fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità”
(1 Giovanni 1:9). Forse questa è l’unica espressione di giustizia
divina che possiamo onestamente desiderare. m.c.
Sabato 11 Settembre 2010
“GUAI A QUELLI CHE CHIAMANO BENE IL MALE, E MALE IL BENE”.(Isaia
5:20)
Un segno evidente del decadimento morale di questi ultimi anni, è la
tendenza a giustificare il male e a sminuire la gravità del peccato.
Commettere il male è spesso scusato a tal punto che sembra non ci siano
più responsabilità personali, né il dovere di renderne
conto a qualcuno. La causa prima di tutto ciò è il male che ci
attornia, e l’abbandono dell’idea di Dio e il rifiuto del fatto
che, nei Suoi confronti, ogni uomo ha delle responsabilità. Smettiamola
di credere di essere fondamentalmente buoni! L’uomo è un peccatore
davanti a Dio, e ognuno di noi sarà chiamato in giudizio e dovrà
rendere conto a Lui di ogni sua opera. Per Dio il male è male, il peccato
è peccato; Egli odia il peccato. La consapevolezza di essere peccatori
e l’accettazione del perdono ch’Egli offre per mezzo della fede
in Gesù Cristo, sono l’unico rimedio perché l’uomo
abbia vita eterna e non venga in giudizio. g.f.r.
Domenica 12 Settembre 2010
“DIO È IL PADRE DEGLI ORFANI E DIFENSORE DELLE VEDOVE”. (Salmo
68:5)
Questa verità risuona più volte nella Sacra Scrittura e un passaggio,
in particolare, mi sembra molto forte: “…Poiché è
il Dio grande, forte e tremendo che non ha riguardi perdonali e non accetta
regali, che fa giustizia all’orfano e alla vedova, che ama lo straniero
e gli dà pane e vestito…” (Deuteronomio 10:17-18). Il concetto
della giustizia di Dio evocato talvolta dagli uomini, ma spesso per proprio
uso e consumo (“se ci fosse Dio…”), è così assoluto
e totale che comprende ogni aspetto della vita umana. I rapporti interpersonali
più disparati sono presi in considerazione dal Signore e per ognuno di
essi Egli ha stabilito delle regole ben precise affinché tutto sia realizzato
per il bene e la felicità dell’uomo. Peccato che non se ne tenga
più alcun conto! I governi avrebbero una maggiore facilità a governare:
le leggi sono già scritte, e dal miglior Legislatore esistente! w.g.
13 Settembre 2010
“L’ETERNO LO SA”. (Giosué 22:22)
Coloro che pongono la loro mano in quella dell’Eterno e Gli affidano completamente
il compito di dirigerli, sono come un cieco che, non trovando il cammino, cerca
una guida al suo fianco. Noi siamo “ciechi” per natura, per ciò
che riguarda la via della salvezza, ed è l’Eterno che ci guida
in quella direzione, verso di Lui, poi ci apre gli occhi affinché Lo
vediamo. Siamo “ciechi” nella prova, perché non possiamo
sapere quando verrà la liberazione, ma l’Eterno lo sa e ci condurrà
fino a quando saremo al sicuro e avremo scampato ogni pericolo. Siamo “ciechi”
per ciò che riguarda il futuro, incapaci di vedere l’ora successiva,
ma l’Eterno ci condurrà fino al termine del nostro viaggio. “O
Eterno, ho bisogno di Te, conduci oggi il tuo povero figlio “cieco”,
perché non sa la strada che deve percorrere”. g.f.r.
Martedì 14 Settembre 2010
“COSÌ PARLA COLUI CHE ABITA L’ETERNITÀ E CHE SI CHIAMA
IL SANTO. IO STO VICINO A CHI È OPPRESSO”. (Isaia 57:17)
Dio, il vero Dio che la Bibbia ci rivela, si presenta così alto, così
eccelso che più eccelso non si può neanche immaginare, eppure
è pronto ad abbassarsi al nostro misero livello senza perdere nulla della
Sua maestà. È il grande miracolo che solo la fede cristiana ci
rivela. Questo contrasto risalta fortemente anche qui. Dio è da sempre
e per sempre, abita l’eternità, mentre noi passiamo come l’erba
dei campi (Salmo 103:15,16). Dio si chiama il Santo, in opposizione totale ala
corruzione e all’impurità del nostro mondo. Eppure proprio Lui,
eterno e santo, non si isola in una sprezzante superiorità: vuole stare
vicino all’oppresso. Non lo disprezza, lo comprende, soffre con lui, come
è scritto in Isaia: “in ogni loro distretta Egli fu in distretta”
(Isaia 63:9). Il nostro testo continua ripetendo due volte “per ravvivare”.
Nel Suo amore, Dio vuol starci vicino, non per darci una pacca sulla spalla
e dirci “fatti coraggio”, ma per ridare vita al nostro spirito e
al nostro cuore. Solo Lui può farlo. l.p.
Mercoledì 15 Settembre 2010
“GESÙ DISSE: A ME, PERCHÉ DICO LA VERITÀ, VOI NON
CREDETE”. (Giovanni 8:45)
Chi si occupa di televisione sa che nel decidere il palinsesto bisogna offrire
ciò che la gente chiede, non importa se i programmi siano culturalmente
validi o eticamente corretti, quello che conta è l’audience e questo
la dice lunga sulla qualità di ciò che ci viene proposto. Gesù,
nel confrontarsi con i Suoi contemporanei, spesso si ritrovò isolato,
proprio perché diceva cose che i Suoi ascoltatori non avevano nessuna
voglia di sentire. Il modo di argomentare di Gesù era diretto e toccava
i cuori. Davanti a Lui che si definisce “La Verità”, non
c’erano possibilità di rimanere neutrali: o si ascoltavano le Sue
parole lasciandosi penetrare dalla profonda verità che racchiudevano,
o ci si allontanava pieni di rabbia accusandoLo di essere un falso profeta i
addirittura di essere posseduto da un demone. a.m.
Giovedì 16 Settembre 2010
“NON TI AFFANNARE PER DIVENTAR RICCO… VUOI FISSARE LO SGUARDO SU
CIÒ CHE SCOMPARE?” (Proverbi 23:4,5)
L’esortazione, accompagnata dalla domanda che la segue, ci permette di
trarre questa conclusione: chi si dà da fare per accumulare ricchezze
non vede al di là del proprio naso: la sua vista è limitata nel
tempo, ma soprattutto egli è inesorabilmente destinato a perdere i frutti
del suo affannarsi. Le parole di un Salmo ci ricordano che vi sono uomini i
quali “pensano che le loro cause dureranno per sempre e che le loro abitazioni
siano eterne” e concludono che “questo loro modo di comportarsi
è falla” (Salmo 49:11,13). Eppure, se ci guardiamo intorno, troviamo
molti più folli che saggi, molti più uomini intenti ad accumulare
proprietà e ricchezze, che uomini serenamente consapevoli che tutto ciò
che possiedono e hanno a loro disposizione è solo per questa vita. Gesù
raccontò la storia di un uomo che concentrò in modo esclusivo
e sue preoccupazioni sulle proprie ricchezze e che, quando fu chiamato a lasciare
tutto quello che possedeva per affrontare la morte e l’eternità,
si trovò del tutto impreparato. La sua fine è un esempio eloquente
per ciascuno di noi! p.m.
Venerdì 17 Settembre 2010
“SICCOME NON SI SONO CURATI DI CONOSCERE DIO, DIO LI HA ABBANDONATI”.
(Romani 1:28)
“Troppo giovane…” - “Troppo felice…” –
“Troppo stanco” – “Troppo impegnato… per pensare
a Dio”… E il tempo passa in fretta e al momento della morte è
ormai “…troppo tardi per pensare a Dio”. È molto difficile
e triste trovare parole di commento alla frase di oggi, perché l’abbandono
dell’uomo da parte di Dio ha una condizione che sembra definitiva e che
non dà spazio alla speranza. Eppure il Signore non arriva a questo punto,
prima di aver lanciato avvertimenti e richiami e senza aver fatto passare lunghi
periodi di pazienza. Oggi c’è molta confusione tra ciò che
è bene e ciò che è male. Ognuno tende a fissare da sé
i limiti della propria condotta. Gli uomini hanno fatto grandi progressi, ma
sono sordi al pensiero di quando dovranno rendere conto a Dio di come hanno
vissuto. Si illudono che, allontanando Dio dalla propria vita e non curandosi
di conoscerLo, Dio possa scomparire. Il Signore non vuole essere un problema
per nessuno, ma vuole offrire una soluzione per tutti quelli che accettano l’opera
di salvezza di Gesù Cristo. s.p.
Sabato 18 Settembre 2010
“SE TU CERCHI L’ETERNO, EGLI SI LASCERÀ TROVARE DA TE”.
(1 Cronache 28:9)
Le raccomandazioni sono importanti, specialmente se fatte da chi ci conosce
bene! Davide rivolse queste parole al figlio Salomone, il quale si trovava nella
fase più importante della sua vita, come re che aveva l’onore di
costruire il tempio dedicato alla presenza di Dio. Il rischio era che, non conoscendo
l’Eterno in un modo intimo come suo padre, se non si umiliava a cercare
Dio, il potere lo avrebbe portato a gloriarsi. Anche oggi il pericolo è
di cercare Dio in santuari vari, invece che nella Sua Parola e con cuore umile.
Solo se tu cerchi il Signore così, Egli si lascerà trovare anche
da te e allora saprai di aver trovato Lui e non una religione! E ora, mi raccomando…
cercaLo! Altrimenti, come segue il versetto, “…se tu l’abbandoni,
Egli ti respingerà per sempre”. b.s.
Domenica 19 Settembre 2010
“SE CAMMINIAMO NELLA LUCE, IL SANGUE DI GESÙ CI PURIFICA DA OGNI
PECCATO”. (1 Giovanni 1:7)
Riflettendo bene, ci si accorge che ogni crimine richiede, prima, dopo o durante
l’esecuzione, qualche forma di nascondimento. La menzogna è indispensabile
per compiere, coprire e mantenere il peccato. Camminare nelle tenebre allora
non significa soltanto cadere occasionalmente in qualche peccato, ma manifestare
la volontà di coprirlo e quindi di difenderlo e mantenerlo. Non si può
avere comunione con Dio finché si mantiene questo atteggiamento. Viceversa,
camminare nella luce non significa non cadere mai in qualche forme di peccato,
ma manifestare continuamente la volontà di lasciarlo illuminare dalla
luce, cioè di riconoscerlo e confessarlo onestamente al Signore. Se questo
è il nostro modo di camminare, vale anche per noi la consolante promessa:
“Il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato”. m.c.
Lunedì 20 Settembre 2010
“NON DIRE: RENDERÒ IL MALE; SPERA NELL’ETERNO ED EGLI TI
SALVERÀ”. (Proverbi 20:22)
I figli di Dio non devono ricambiare il male con il male, piuttosto si devono
adoperare in tutte quelle situazioni di vita che portano alla pace, vivendo
in modo irreprensibile e pacifico, riproduca l’esempio di Cristo. Se il
cristiano cerca di farsi giustizia da sé, non dà un buon esempio
al mondo, mette a repentaglio la pace che Dio ordina di mantenere e usurpa un
diritto che Dio si è riservato. Infatti Dio dice: “…a Me
la vendetta, Io darò la retribuzione” (Romani 12:19). Anche il
cristiano nella vita incontra la malvagità umana sotto forma di offese,
torti, calunnie, persecuzioni… è una dura scuola. Ma egli sa che,
con l’aiuto del Signore, può vincere il male con il bene, lasciando
a Dio il giusto intervento, Perché Lui è la nostra salvezza! s.b.
Martedì 21 Settembre 2010
“IL SIGNORE È GIUSTO IN TUTTO QUELLO CHE HA FATTO”. (Daniele
9:14)
Trovate facile accettare una punizione e dire che è giusta e ce la siamo
meritata? Non lo facciamo da bambini e ancora meno lo facciamo da adulti. Il
nostro problema con Dio è tutto qui. Dio ci ama, ma non può accettare
il nostro peccato e noi affermiamo che non siamo peccatori, che non facciamo
niente di male, o per lo meno niente di tanto cattivo da meritarci il castigo
divino. In questo modo, diciamo a Dio che è Lui a essere ingiusto. Il
profeta Daniele ci dà l’esempio di quello che è il comportamento
corretto. Dobbiamo riconoscere la giustizia di Dio che ha tutto il diritto di
punire il peccato, e riconoscere che ha ragione Lui quando ci dice che siamo
peccatori. Questo riconoscimento apre la strada al perdono e alla riconciliazione.
v.n.
Mercoledì 22 Settembre 2010
“IO SONO CON VOI TUTTI I GIORNI, DISSE GESÙ”. (Matteo 28:20)
Che bella promessa sperimentano i credenti che, attraverso la conversione e
la fede in Gesù, sono divenuti figli di Dio! Sentire di non essere mai
soli, ma sentirsi circondati dalle premure e tenere cure del Signore, è
la certezza che Dio dà a coloro che hanno fatto di Suo Figlio Gesù
il loro personale Salvatore. Anche tu puoi essere beneficiato dalle innumerevoli
compassioni di Dio e sperimentare tutto il Suo amore, se solo riconosci che
Dio è giusto e santo e che tu hai una natura peccaminosa che ti separa
da Lui. Egli non può avere comunione con te, fin quando non ti ravvedi
e credi nel sufficiente sacrificio di Cristo per lavarti da ogni peccato. Gesù
ha detto: “Chi ascolta la Mia Parola e crede a Colui che Mi ha mandato,
ha vita eterna e non viene più in giudizio, ma è passato dalla
morte alla vita” (Giovanni 5:24). s.g.
Giovedì 23 Settembre 2010
“LA PREGHIERA DEL GIUSTO HA UNA GRANDE EFFICACIA”. (Giacomo 5:16)
La preghiera che Dio approva e che si basa sulla conoscenza della Sua Parola
vale molto più di quello che si crede comunemente. Non è inutile,
non rimane inascoltata, e soprattutto, non è ininfluente. “La preghiera
del giusto ha una grande efficacia”, dice il passo biblico. Qualcuno forse
obietterà alla spiegazione proposta qui dicendo: “Okay, ma chi
è giusto davanti a Dio?”. È vero, la Bibbia insegna che
nessun uomo è giusto in sé stesso, ma Dio è “…Colui
che giustifica l’empio” (Romani 4:5), cioè rende giusti i
peccatori mediante la fede in Cristo. La preghiera del giusto, quindi, ha un
grande valore per Dio. Vuoi una dimostrazione pratica che attesti la validità
di questa verità? Allora ti incoraggio a riflettere attentamente sulle
parole dell’apostolo Giacomo: “Ella era un uomo sottoposto alle
nostre stesse passioni, e pregò intensamente perché non piovesse
e non piovve sulla terra per tre anni e sei mesi. Pregò di nuovo, e il
cielo diede la pioggia e la terra produsse il suo frutto” (Giacomo 5:17,18).
s.v.
Venerdì 24 Settembre 2010
“L’ETERNO OPERÒ SOTTO I NOSTRI OCCHI MIRACOLI E PRODIGI GRANDI”.
(Deuteronomio 6:22)
Le parole del testo di oggi si riferiscono alla missione di testimonianza che
Mosè raccomanda ai padri israeliti di svolgere nei confronti dei loro
figli. Per proseguire un rapporto di sottomissione a Dio era infatti necessario
che le nuove generazioni ne concessero la motivazione: Israele era schiavo in
Egitto e Dio lo aveva liberato “con mano potente”. La sottomissione
a Dio doveva nascere dalla fiducia in Dio e la fiducia sarebbe stata provocata
ed alimenta dalla conoscenza dell’amore di Dio verso il Suo popolo e della
Sua potenza di liberazione. Questo vale anche per noi, oggi! La fede nasce della
conoscenza dell’amore che Dio ci ha rivelato in Cristo e si rafforza vedendo
prodursi nella nostra vita il miracolo della liberazione dal peccato e del radicale
rinnovamento. Anche noi, se lasceremo operare Dio nel nostro cuore e nella nostra
mente, vedremo realizzarsi “sotto i nostri occhi miracoli e prodigi grandi”.
p.m.
Sabato 25 Settembre 2010
“CONOSCIAMO IL SIGNORE, SFORZIAMOCI DI CONOSCERLO!” (Osea 6:3)
Dio è infinito ed è la sorgente di tutto ciò che è
buono. ConoscendoLo, per mezzo di ciò che è detto di Lui nella
Sua Parola, diventiamo maturi e la Sua sapienza è a nostra disposizione.
Salomone dà un consiglio importante. È nel libro dei Proverbi,
capitolo 3: “Acquista sapienza”. Ci vuole impegno per conoscere
Dio. “Non te ne dimenticare e non te ne sviare”. Ciò che
imparò su Dio, lo devo ripassare e applicare. “Non abbandonarla,
essa ti custodirà”. La conoscenza di Dio è un tesoro e una
protezione. Devo aumentarla. “Amala. Essa ti proteggerà”.
Più conosco Dio e più Lo amo. Più Lo amo e più vorrò
starGli vicino. Più Gli starò vicino e più sarò
protetto. La persona saggia non si accontenta mai di quello che sa. Vuole migliorare.
m.t.s.
Domenica 26 Settembre 2010
“IO SONO L’ETERNO, CHE HA FATTO TUTTE LE COSE”. (Isaia 44:24)
Gagarin, il primo cosmonauta russo che andò nello spazio, al suo ritorno
disse: “Sono stato nello spazio, al suo ritorno disse: “Sono stato
nello spazio e non ho incontrato Dio”. Gordon Cooper gli ripose: “Durante
i miei voli, pure io non ho visto l’Onnipotente con i miei occhi, ma ho
scoperto alcune delle meraviglie che Egli ha creato”. Neil Armstong, che
per primo pose il piede sulla luna, nello spazio lesse dal Salmo 8: “O
Signore, quanto è magnifico il Tuo nome in tutta la terra! Quand’io
considero i Tuoi cieli, opera delle Tue dita, la luna e le stelle che Tu hai
disposte, che cos’è l’uomo perché te lo ricordi?”.
È assurdo affermare che la creazione sia il frutto del caso o il risultato
di un processo evoluzionistico. L’universo rivela le perfezioni di Dio.
“I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l’opera
delle Tue mani” (Salmo 19:1). Il famoso scienziato Pasteur affermò:
“Io prego Dio durante il mio lavoro in laboratorio”. Keplero, il
grande astronomo, esclamò: “Nella creazione, quasi afferro Dio
con le mie mani”. p.d.n.
Lunedì 27 Settembre 2010
“RENDETE A DIO QUELLO CHE È DI DIO”. (Luca 20:25)
Alla provocazione di alcuni religiosi sul fatto se fosse giusto o meno pagare
il tributo a Cesare, Gesù dette questa risposta: “Rendete a Cesare
quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio”. In definitiva
Gesù voleva dire: non mischiate il celeste col terrestre. Bene o male,
conosciamo i doveri da cittadini di questo mondo, ma non confondiamoli con quelli
divini. Per quanto riguarda il rapporto con Dio, Gesù ci invita a renderGli
qualcosa. Forse ci sentiamo sempre in credito con gli altri e con Dio stesso,
ma qui Gesù ci dice che siamo debitori! Anche chi non crede. Quante volte
ringraziamo Dio per la vista, per il cibo, per il lavoro, per la salute, per
tetto che abbiamo? Spesso ci si rivolge a Dio solo per chiedere e non per rendere
grazie per tutti i benefici che abbiamo e diamo per scontati. Il ringraziamento
è solo il primo passo, per poi passare alla lode e per ultimo all’adorazione,
la forma più eccelsa di riconoscimento di un Dio meraviglioso e degno.
p.p.
Martedì 28 Settembre 2010
“I FEDELI VENGONO A MANCARE TRA I FIGLI DEGLI UOMINI”. (Salmo 12:1)
Il versetto 1 di questo Salmo afferma anche: “non ci sono più giusti”.
Non c’è giustizia, né fedeltà. È un’affermazione
pesante. Ma di cosa parla poi il salmista, quali esempi di ingiustizia e infedeltà
presenta? Ebbene parla della menzogna, di labbra che adulano, di un cuore doppio
e di arroganza. È la lingua e come la usiamo senza sincerità,
che manifesta la nostra infedeltà e ingiustizia agli occhi di Dio. Abbiamo
mai considerato la menzogna come una manifestazione così grave di peccato?
La nostra cultura ci porta a minimizzare la bugia, come qualcosa di veniale,
se non addirittura come qualcosa di utile e consigliabile: la bugia e fin di
bene. Ma Dio è di tutt’altro parere: la bugia è un peccato
e la nostra lingua manifesta il male che c’è dentro di noi. Ci
rendiamo conto di quante cose non vere possiamo dire quasi senza accorgercene?
Ricordiamoci qual è il giudizio divino sulla menzogna: mancanza di fedeltà
e giustizia. v.n.
Mercoledì 29 Settembre 2010
“CHI SA FARE IL BENE E NON LO FA, COMMETTE PECCATO”. (Giacomo 4:17)
“Con un NO ti spicci, con un SI ti impicci”. È un proverbio
pugliese che rende bene l’idea di non rispondere positivamente a una richiesta
di aiuto, perché soccorrere gli altri comporta sempre un prezzo da pagare,
un certo “impiccio”. Dio ci chiede il contrario. Il rifiuto del
bene che possiamo fare, è peccato. L’accusa non sarà: “Cosa
avresti dovuto fare o come lo dovevi fare”, ma “Perché non
l’hai fatto?”. Questo NON FARE IL BENE, è un rifiuto ad assomigliare
al carattere di Colui che ci ha amato e che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
È un vero atto di ricusazione dell’amore divino. Come potremo dire
di amare Dio che non vediamo, se non amiamo, coloro che vediamo? L’amore
per eccellenza è quello di Gesù, che ci amò, soffrì
per offrirci il bene. m.m.
Giovedì 30 Settembre 2010
“L’ETERNO TI CHIEDE CHE TU L’AMI CON TUTTO IL CUORE”.
(Deuteronomio 10:12)
Sono parole rivolte a tutti, indistintamente. Anche a chi non è interessato
o non si sente chiamato in causa. Non è una giustificazione pensare:
“Io non ho fatto dell’Eterno il Dio, perciò non sono chiamato
ad amarLo”. L’Eterno è Creatore di ogni creatura, perciò
si rivolge a tutti. Ti sei mai fermato a riflettere che c’è un
Dio a cui deve rendere conto? Con le parole di oggi, Egli ti sta chiamando in
causa. Si sta rivelando in causa. Si sta rivelando come Amore, come desideroso
di avere un rapporto personale con te. Vuole essere riconosciuto proprio da
te per chi Egli è: il Dio Creatore che merita tutto il cuore. Colui che
ha dato Suo Figlio Gesù Cristo per pagare con la morte il caro prezzo
delle tue colpe, per darti vita eterna e per permetterti di chiamare Dio Padre.
e.s.
Venerdì 1 Ottobre 2010
“DOV’È IL VOSTRO TESORO, LÌ SARÀ ANCHE IL VOSTRO
CUORE”. (Luca 12:34)
Si racconta che, scavando nei dintorni di Pompei, la città sepolta sotto
la lava del Vescovo nel 79 d.C., alcuni operai abbiano trovato il cadavere fossilizzato
di una donna con le mani piene di gioielli. Di fronte al pericolo questa donna
corse a salvare quello che aveva di più prezioso e fu sepolta dalla pioggia
di cenere. Anche oggi, tante persone hanno il cuore rivolto ai beni terreni
e trascurano le ricchezze eterne. Il Signore, ci invita a non farci tesori sulla
terra, ma in cielo, perché dov’è il nostro tesoro, lì
sarà anche il nostro cuore. La Bibbia denuncia la preoccupazione eccessiva
per il denaro, l’attaccamento alle cose materiali, l’avarizia. Non
dimentichiamo che spesso l’amore per il denaro è radice di ogni
specie di mali. Inoltre, i tesori sulla terra sono precari e provvisori; durano
solo per un tempo e non soddisfano pienamente il cuore dell’uomo. Le vere
ricchezze sono quelle spirituali, che Dio dona a quelli che si affidano a Lui,
e sono permanenti. Dobbiamo vivere in vista dell’eternità e costruire
la nostra vita con materiale di valore. Dobbiamo ricercare i tesori veri, che
hanno un valore eterno. p.d.n.
Sabato 2 Ottobre 2010
“LA LEGGE DELL’ETERNO RISTORA L’ANIMA”. (Salmo 19:7)
Beauty-farm, cliniche di bellezza, terme e centri benessere… Quante proposte
allettanti per curare il proprio corpo! Ormai, tutte le agenzie di viaggi propongono
diverse soluzioni comprensive di alloggio in ville termali, massaggi, diete
depurative, saune e quant’altro possa contribuire a coccolare e far sentire
bene le persone che scelgono questo tipo di meta. È giusto occuparsi
del proprio corpo, avere una corretta alimentazione e curare l’attività
fisica, perché il nostro corpo è l’involucro che Dio ci
ha affidato per vivere su questa terra. Per i credenti, è anche il Suo
tempio, il luogo dove si compiace di vivere. Anche la nostra anima necessita
di cure: ha bisogno di essere nutrita, curata, lenita, coccolata. La Bibbia
è la vera beauty-farm dell’anima e inoltre è assolutamente
gratuita. Che uso ne facciamo? m.f.
Domenica 3 Ottobre 2010
“DIO CI HA RICONCILIATI CON SÉ PER MEZZO DI CRISTO” (2 Corinzi
5:18)
Quando c’è una riconciliazione fra due persone, di conseguenza
c’è un riavvicinamento, e regna la pace. Il piano del maligno,
nel noto giardino dell’Eden, era quello di separare per sempre la creatura
dal Creatore, ma non aveva messo in conto il grande amore del Creatore per le
Sue creature, a tal punto da donare il proprio unico Figlio per salvarle dall’inferno.
Oggi ogni uomo può avere la possibilità concreta di riavvicinarsi
a Dio, attraverso l’opera grandiosa della croce di Cristo Gesù.
Non ci sono opere da fare, ma c’è bisogno solo di un cuore disposto
a credere in maniera completa e sufficiente a ciò che Dio ha fatto! Questo,
affinché chiunque possa entrare a far parte del Regno di pace e di comunione
di Dio, col quale era per natura nemico. Non una riconciliazione armata come
fanno le grandi potenze mondiali, ma una pace della croce della propria vita
e sul riconoscimento del peccato come fonte assoluta dell’inimicizia con
Dio. Non aspettare domani per riconciliarti con Dio; Egli è lì
che aspetta con pazienza la tua invocazione. p.p.
Lunedì 4 Ottobre 2010
“L’ORGOGLIO DELL’UOMO LO PORTA IN BASSO”. (Proverbi
29:23)
Il proprietario di un lussuoso albergo di Miami Beach si confidò con
il predicatore Billy Graham: “Ho tutto quello che può avere materialmente
un uomo. Pensavo di essere arrivato al vertice, ma poco tempo fa ne ho avuto
abbastanza di tutto. Ho sempre voluto queste cose, ma ora che le ho mi appaiono
molto minori di quello che cedevo. Credo che la vita sia qualche cosa di più”.
Quell’uomo era ambizioso e pieno di sé. Aveva trovato il successo
ma non la felicità, perché? L’orgoglio dell’uomo lo
porta in basso”, dice la Bibbia. L’orgoglio è un peccato
che ci spinge a ricercare e soddisfare esclusivamente i nostri bisogni, non
ci aiuta nelle relazioni con il prossimo e non ci rende migliori. L’albergatore
non si sentiva appagato. La persona orgogliosa scivola sempre più in
basso “…ma”, dice la seconda parte del versetto “…chi
è umile di spirito ottiene gloria”. Spero tanto che tu giunga alla
stessa conclusione di quell’uomo insoddisfatto e dica: “Credo che
la vita sia qualche cosa di più”. s.v.
Martedì 5 Ottobre 2010
“IO CERCHERÒ LA PECORA PERDUTA, DICE DIO”. (Ezechiele 34:15,16)
Nel cercare il significato di un versetto della Bibbia è buona regola
non staccarlo mai dal suo contesto, anche se le applicazioni personali possono
essere molte. La parola di oggi riguarda le “pecore perdute della casa
d’Israele” (Matteo 15:24), cui il Signore Gesù si era inizialmente
rivolto nel Suo ministero. È vero che la nazione d’Israele ha respinto
il Messia nella Sua prima venuta, ma questo rientrava nei piani di Dio affinché
la salvezza arrivasse a tutti coloro che credono in Cristo, anche ai non israeliti.
Un giorno Dio manterrà le promesse fatte al Suo popolo, e questo rassicura
anche noi che non siamo ebrei, perché Gesù ha detto: “Ho
anche altre pecore, che non sono di quest’ovile; anche quelle devo raccogliere
ed esse ascolteranno la Mia voce” (Giovanni 10:16) “e nessuno le
rapirà dalla Mia mano” (Giovanni 10:16,28). Dio è fedele,
e come manterrà le promesse che riguardano Israele, così manterrà
quelle che riguardano noi. m.c.
Mercoledì 6 Ottobre 2010
“NON DESIDERARE LA MOGLIE DEL TUO PROSSIMO”. (Esodo 20:17)
Questo è l’ultimo comandamento che ci vieta di desiderare o concupire
ciò che appartiene ad altri. Se poi l’oggetto della concupiscenza
è la moglie del mio prossimo, ho infranto non solo il decimo, ma anche
il sesto comandamento che dice: “non commettere adulterio” (versetto
14). Il giudizio di Dio non comincia dalle azioni, ma dalle intenzioni e dai
pensieri del cuore che nessuno vede e nessuna legge umana può giudicare.
Nel sermone sul monte Gesù ci ricorda che chiunque guarda una donna per
desiderare ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore (Matteo 5:28).
La legge del Signore è perfetta e rivela la santità assoluta del
Legislatore di fronte alla quale nessuno può essere trovato giusto. Ma
grazie siano rese a Dio che in Cristo ci ha provveduto un perfetto Salvatore.
È solo per la fede nella Sua opera espiatrice alla croce che otteniamo
perdono, salvezza e la forza di resistere alla tentazione. g.b.
Giovedì 7 Ottobre 2010
“SE TU CONOSCESSI IL DONO DI DIO”… (Giovanni 4:10)
Che belo! Dio, il Creatore di ogni cosa, il più ricco dei ricchi di tutta
la terra, desidera che tu conosca il Suo dono per te! Ricevere un regalo fa
sempre piacere, ma sapere che è di Dio che desidera donarci qualcosa,
ci riempie il cuore di gioia ineffabile. Ma cos’è che Dio desidera
regalare? Qual è il dono di Dio? Il dono di Dio è la vita eterna
in Cristo Gesù, nostro Signore (Romani 6:23). Gloria a Dio! Nel Suo infinito
amore di Dio dona la cosa più importante per tutti colore che credono
e che sono in Gesù: la salvezza! Recentemente ho letto e apprezzato molto
il libro dal titolo: Salvezza, chimera o realtà?” (di Rinaldo Di
prose). In esso l’autore spiega, attraverso un’accurata riflessione
biblica, la realtà della salvezza di Dio offerta in dono a chiunque crede.
Allora? Non ti resta altro che credere e ricevere il dono di Dio! e.m.
Venerdì 8 Ottobre 2010
“NON C’È SAGGEZZA, NON INTELLIGENZA, NON CONSIGLIO CHE VAGLIA
DI FRONTE AL SIGNORE”. (Proverbi 21:30)
Ogni giorno l’intelligenza dell’uomo manifesta tutta la sua fertilità
nel bene e, purtroppo, anche nel male. Tutto diventa più perfetto, scaltro,
raffinato, efficiente. La tecnologia ha rivoluzionato tutto, la ricerca medica
ha debellato malattie incurabili anche se, d’altro canto, il livello di
moralità è notevolmente peggiorato. L’uomo si sente sempre
più autore e padrone della vita: indubbiamente bisogna riconoscere la
sua grande abilità! Ma da dove proviene tanta intelligenza? Forse dalla
materia che si è evoluta? No di certo, perché dovremmo avere tutti
lo stesso grado e quantità di sapienza, ma così non è.
E allora? Per potere funzionare bene e scandire con precisione il tempo, l’orologio
non si è costruito da solo, ma ha avuto bisogno di un bravo orologiaio.
L’uomo, per essere intelligente, ha avuto bisogno che Qualcuno più
intelligente di lui lo creasse e gli desse tutte le capacità di cui aveva
bisogno. Ad esempio pensiamo alla varietà di professioni: ognuno fa la
sua parte per il bene comune. Tutto ciò può provenire solo dalla
somma intelligenza del Dio creatore. w.g.
Sabato 9 Ottobre 2010
“TUTTE LE PROMESSE DI DIO SONO GIUNTE A COMPIMENTO PER VOI”. (Giosuè
23:14)
Giosuè è ormai vecchio e ha la consapevolezza di essere arrivato
alla fine della sua vita. Così decide di convocare tutto Israele, gli
anziani, i capi, i giudici e gli ufficiali. Cosa dice un uomo davanti a una
grande assemblea, quando capisce che non ha più molto tempo a disposizione?
Non lo spreca a parlare di cose superflue e banali, sa che può contare
sull’attenzione di chi lo circonda come non può accadere in altre
circostanze e sa che tutto quello che comunicherà acquisterà un
valore unico e irripetibile. Giosué dà molte indicazioni importanti,
ma l’enfasi è posta sul carattere di Dio e sulla perfetta corrispondenza
tra le Sue parole e le Sue azioni. Infine Giosuè fa leva sulla memoria
storica del popolo e vuole che tutti si impegnino a ricordare il passato alle
promesse fatte da Dio e avere fede che si realizzeranno sempre e comunque! a.m.
Domenica 10 Ottobre 2010
“VENITE CANTIAMO CON GIOIA AL SIGNORE”. (Salmo 95:1)
Perché dobbiamo lodare il Signore con i nostri canti? Il Salmo prosegue
dicendocelo. Perché il Signore è grande, ha fatto la terra, ha
nelle Sue mani il mare, i monti, e ha creato noi così come siamo, con
tutte le nostre capacità. Ci ha fatti a Sua immagine e somiglianza. Per
questo dobbiamo lodarLo e adorarLo. Quando guardiamo la natura, ci ricordiamo
del Creatore? Troppo spesso ci fermiamo ad ammirare la bellezza, senza curarci
di chi l’ha creata. Se non vogliamo inchinarci davanti a Dio, allora siamo
creature ribelli e ingrate che non sanno vedere le benedizioni del Signore,
e rischiamo di perdere quanto c’è di più importante: il
Suo amore, la Sua offerta di salvezza, la possibilità di comunione con
Lui. Che nessuno fra quelli che leggono questo invito oggi trascuri di lodare
Dio per quello che ha fatto e fa per noi. v.n.
Lunedì 11 Ottobre 2010
“CERCATE DI BEN CAPIRE QUALE SIA LA VOLONTÀ DEL SIGNORE”.
(Efesini 5:17)
Nella vita pratica, quanto è importante “ben capire”! Dai
segnali stradali, alle istruzioni per l’uso di un apparecchio, ai regolamenti
che ci viene chiesto di osservare… Capir male ci può costare molto
caro. Infinitamente più importante è capire la volontà
di Dio. La Bibbia ci rivela che Dio ha una volontà precisa per ognuno
di noi, perché vuole condurci verso il nostro vero bene. Nella Bibbia
troviamo le basi sicure, le regole fondamentali sulle quali impostare la nostra
vita. Ma abbiamo bisogno di applicare le verità della Parola di Dio alle
situazioni precise, alle scelte concrete di ogni giorno. Per questo, Dio ci
ha dato un mezzo prezioso: lo Spirito Santo, presenza continua nella vita di
ogni credente. Con la Sua guida, anche nei casi più difficili, possiamo
capire bene come agire, per restare fedeli agli insegnamenti della Parola di
Dio. Se non viviamo in comunione intensa con il Signore, se lasciamo condizionare
dalla nostra testardaggine, richiamo di non capire bene la volontà di
Dio per noi. È un pericolo serio e ne vediamo spesso le conseguenze nella
vita dei credenti. l.p.
Martedì 12 Ottobre 2010
“LA MIA RICOMPENSA È PRESSO IL MIO DIO”. (Isaia 49:4)
Queste parole sono state pronunciate dal profeta Isaia in relazione al Messia
e al compito che Gli sarebbe stato affidato da Dio. Compito che era no soltanto
impegnativo, ma anche molto doloroso. Eppure, Gesù accettò quel
ruolo, spogliandosi della gloria divina per prendere un corpo mortale e compiere
interamente il piano di redenzione. L’atroce sofferenza fisica della flagellazione
prima, e della crocifissione poi, era inferiore soltanto ala sofferenza spirituale
della separazione dal Padre, quando fu condannato per il peccato degli uomini.
Eppure Gesù acconsentì a tutto questo, “per la gioia che
gli era posta dinanzi” (Ebrei 12:3). Infatti la Sua ricompensa era di
tornare presso il Padre, e di vedere per l’eternità tutti coloro
che sarebbero stati salvati attraverso la fede in quel Suo sacrificio. Quando
Dio ci chiede di fare qualcosa di difficile, ci sarà di conforto sapere
che Dio ce ne darà la ricompensa al momento giusto. h.p.
Mercoledì 13 Ottobre 2010
“C’È CHI OFFRE LIBERAMENTE E DI VENTA RICCO, E C’È
CHI RISPARMIA PIÙ DEL GIUSTO E NON FA CHE IMPOVERIRE”. (Proverbi
11:24)
Arlette è una mia amica francese che serve il Signore in Normandia. Lei
e suo marito hanno sempre dovuto fare attenzione a ogni soldo che spendevano.
“Una volta eravamo proprio ridotti a zero” mi ha raccontato. “Avevamo
solo pochi spiccioli per comprare il cibo”. Sono andata al mercato e ho
trovato dei carciofi a buon prezzo. Col pane, ci avrebbero nutriti per la giornata.
Tornando a casa, sono passata a visitare una vedova con tre bambini. La poveretta
piangeva perché aveva dovuto mandare i bambini a scuola senza colazione…
Che potevo fare? Le ho lasciato tutti i miei carciofi… e pure il pane.
Appena entrata dalla porta, mio marito mi dice: ‘Guarda in cucina!’
Un amico contadino ci aveva portato patate, legumi e un bel pollo appena ammazzato”.
È proprio vero: chi offre generosamente diventa più ricco! m.t.s.
Giovedì 14 Ottobre 2010
“IO CREDO, VIENI IN AIUTO ALLA MIA INCREDULITÀ”. (Matteo
9:24)
Le parole del versetto di oggi, sono state pronunciate da un uomo che aveva
portato il proprio figlio da Gesù, perché fosse liberato da uno
spirito maligno. L’uomo si presentò a Gesù con un fare dubbioso,
dicendo al Signore: “Tu, se puoi, aiutaci”. Di rimando, Gesù
gli disse che con la fede si può ottenere qualunque risposta da Dio,
ed ecco allora le belle parole di quel padre: “Credo, aiutami a credere”.
Penso che questa dovrebbe essere la preghiera di ognuno di noi, perché
nei nostri cuori permane sempre una porzione nascosta di incredulità
che impedisce alla nostra fede di essere così grande da farci vedere
le risposte anche alle preghiere più ardite. Abbiamo bisogno di riconoscere
la nostra povertà spirituale, perché i nostri cuori siano aperti
a ricevere l’aiuto dello Spirito di Dio. f.a.
Venerdì 15 Ottobre 2010
“AVVICINATEVI E ASCOLTATE LE PAROLE DEL SIGNORE”. (Giosué
3:9)
Il Signore di tutta la terra ha delle parole da rivolgere a tutti. Egli ci chiede
di avvicinarsi e predisporre il nostro cuore all’ascolto. Vuole che ascoltiamo
in modo completo, saggio, con l’attenzione di vivere le cose udite. Con
l’atteggiamento di sottomissione, dovuto a Colui che ci ha dato la vita.
Le Sue parole sono Parole di vita eterna, parole che dissetano la nostra sete
interiore. Gesù Cristo disse: “Sta scritto: Non di pane soltanto
vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”
(Matteo 4:4). Egli ha per noi parole che arrivano dirette al cuore, perché
conosce i nostri bisogni. Quando sono attenta a quello che Dio ha da dirmi,
posso constatare che il Signore usa momenti e situazioni diverse, persino persone
inaspettate per il mio bene. Egli “incastra” perfettamente i Suoi
messaggi divini, perché lavorino sul mio cuore e lo cambino. e.s.
Sabato 16 Ottobre 2010
“IO SONO L’ETERNO CHE TI INSEGNA PER IL TUO BENE”. (Isaia
48:17)
L’Eterno aveva continuamente istruito e guidato Israele nella Sua legge,
ma il popolo non era stato attento, Se avesse ubbidito, non avrebbe sperimentato
l’esilio, ma pace e giustizia e nessuno della sua discendenza sarebbe
perito (Isaia 48:17-19). Il comportamento di Israele mi fa pensare a quello
di alcuni ragazzi che vanno a scuola. Talvolta, in classe, non sono pienamente
attenti alle lezioni e a casa non spendono molto tempo nello studio. Una volta
diventati grandi, quando ormai sono maturi, si rendono conto di ritrovarsi con
qualche lacuna. Così è per la vita spirituale. Il Signore ha donato
all’uomo la Sua Parola per fargli conoscere il Suo piano di salvezza,
per ammaestrarlo e istruirlo affinché, mettendola in pratica e sottomettendosi
alla Sua volontà, possa sperimentare la gioia di una vita vissuta per
la gloria del Signore (Giacomo 1:22-25). Trascurando la lettura della Sua Parola
e non mettendo in pratica i Suoi insegnamenti, si priverebbe della salvezza
eterna e conseguentemente delle gioie di una vissuta col Signore. Purtroppo,
un giorno, quando sarà sottoposto al giudizio di Dio, non potrà
rimediare (Ebrei 2:1-3; 9:27). n.s.
Domenica 17 2010
“O ETERNO, TU HAI POSTO LA TUA MAESTÀ NEI CIELI”. (Salmo
8:1)
L’indicazione dello spazio dove è collocata “la Maestà”
di Dio è estremamente significativa. Il riferimento ai “cieli”
ci rivela infatti che non esiste un luogo al di sopra, un luogo più alto
di quello in cui “abita” Dio. Se in altri Salmi Dio viene definito
“l’Altissimo” (ad esempio, 91:1), ciò significa che
non c’è nessuno al di sopra di Lui, che tutta la realtà
è sotto di Lui. Ma l’enorme distanza che separa Dio dall’uomo
non è una distanza fisica, è una distanza spirituale e morale
provocata dal peccato che rende Dio “inaccessibile”. Questa distanza,
incolmabile per l’uomo, è stata colmata da Dio che, nel Suo amore,
ha scelto di rivelarsi all’uomo, parlandoGli attraverso le pagine della
Bibbia e inviando sulla terra il Suo unico Figlio, Gesù Cristo. In Cristo
“la Maestà” divina posta “nei cieli” è
scesa sulla terra e, soprattutto, ogni uomo che ripone in Lui la propria fiducia,
vede annullata la distanza che lo separa in lui e un giorno egli sarà
rapito “nell’aria” (1 Timoteo Tessalonicesi 4:17) per essere
per sempre alla presenza della “Maesta”! p.m.
Lunedì 18 Ottobre 2010
“NOÈ TROVÒ GRAZIA AGLI OCCHI DEL SIGNORE”. (Genesi
6:8)
Dio aveva deciso di salvare Noè e la sua famiglia dalla generale distruzione
dell’umanità che stava per compiere. Perché lui sì
e gli altri no? La Bibbia non risponde direttamente alla domanda, perché
Dio non si lascia sottoporre a interrogatori, ma invita a considerare attentamente
quello che dice e quello che fa. Dio avrebbe potuto creare una cima inaccessibile
all’acqua in cui collocare il suo prediletto. Dio invece diede un ordine
a Noè: costruisciti un’arca. Noè dunque trovò grazia
agli occhi del Signore, ma lui, per appropriarsene, dovette usare la fede. Se
non avesse creduto alla Parola di Dio, sarebbe perito insieme agli altri. Il
giudizio di Dio si abbatterà di nuovo un giorno, in forma diversa, se
tutti gli uomini peccatori. Puoi essere certo però che anche tu hai trovato
grazia presso il Signore. Ma per appropriartene devi credere alla Parola di
Dio: “Credi nel Signore Gesù, e sari salvato” (Atti 16:31).
m.c.
Martedì 19 Ottobre 2010
“ESAMINIAMO LA NOSTRA CONDOTTA, VALUTIAMOLA E TORNIAMO ALL’ETERNO”.
(Lamentazioni 3:40)
Alcune persone cercano, con i propri sforzi, di raggiungere Dio e guadagnarsi
la Sua approvazione osservando una serie di regole. Ma, grazie al sacrificio
di Cristo sulla croce, la via per giungere a Dio è già aperta.
Possiamo diventare Suoi figli semplicemente avendo fede in Lui e, quanto più
vivremo in comunione con Gesù, tanto più diventeremo simili a
Lui. Non è sufficiente seguire Gesù solo con la testa o col cuore:
una fede vera viene dimostrata da un comportamento trasformato dal vangelo di
Cristo. Dobbiamo perciò, giorno dopo giorno, fare il possibile per permettere
alla nostra condotta, cioè ai nostri modi, ai nostri discorsi, a tutto
il nostro comportamento, di essere sempre più in accordo con ciò
che Lui desidera per noi. Se vuoi essere onesto con Dio e, in ubbidienza a Lui,
diventare una persona migliore, quali cambiamenti devi operare nella tua vita
con l’aiuto dello Spirito Santo? g.f.r.
Mercoledì 20 Ottobre 2010
“CONFESSATE I VOSTRI PECCATI GLI UNI AGLI ALTRI”. (Giacomo 5:16)
Ci troviamo di fronte a un’esortazione veramente ardua da mettere in pratica.
Non è facile ammettere davanti ad altri i propri errori, chiedendo poi
perdono. Questo ferisce il nostro orgoglio e richiede un sincero desiderio di
svelare gli intimi segreti del proprio cuore. D’altra parte, anche chi
riceve queste confidenze deve trovarsi in una disposizione d’animo di
amore e di comprensione. Deve esserci, in altre parole, un reciproco vincolo
di fiducia e di preghiera. Sull’argomento, la Parole di Dio ci dice che
possiamo avvicinarci direttamente a Dio per la confessione, perché siamo
sempre perdonati per l’opera di salvezza di Gesù Cristo; ma in
alcuni casi di peccato in cui sono coinvolte altre persone, come ad esempio
in cui sono coinvolte altre persone, come ad esempio genitori, coniugi, fratelli
o altri credenti, dobbiamo confessare anche a loro il peccato per ricevere il
perdono e ottenere la riconciliazione. La confessione reciproca ha poi anche
lo scopo di procurarci conforto o di ricevere consiglio per riuscire a superare
dei peccati che, da soli, non saremmo capaci di abbandonare. Ecco quindi che
questa esortazione è il vero modo per guarire, per essere liberati e
per mantenere le nostre relazioni pure e sincere. s.p.
Giovedì 21 Ottobre 2010
“CERCATE IL SIGNORE, MENTRE LO SI PUÒ TROVARE”. (Isaia 55:6)
Si racconta che un letterato prima di morire scrisse: “Come ho sprecato
la mia vita! Sono andato dietro a ombre e mi sono intrattenuto con sogni. Ho
fatto tesoro di polvere e ho giocato con il vento. Se avessi brucato con le
bestie dei campi e se avessi cantato con gli uccelli dei boschi, avrei raggiunto
scopi più elevati di quelli per cui ho vissuto”. Che tristezza
giungere alla fine dei propri giorni terreni, quando il tempo per trovare il
Signore è quasi finito, e avere l’amaro in bocca! Morendo in questo
stato, l’amarezza sarà eterna. Ma per te oggi è ancora giorno
di salvezza. Puoi ancora trovare il Signore! Non aspettare domani. Cerca oggi
il Signore con tutto il tuo cuore, ed Egli avrà pietà di te e
ti prenderà! Leggi anche i versetti seguenti di questo capitolo di Isaia.
Dio è amore e non si stanca di perdonare. Alleluia! e.m.
Venerdì 22 Ottobre 2010
“NEL GIORNO DELLA PAURA, IO CONFIDO IN TE”. (Salmo 56:3)
Nessuno è esente dalla paura, perché il nostro cammino quotidiano
è spesso disseminato di difficoltà, sofferenze, ostacoli e pericoli,
che minacciano la nostra serenità e quella di coloro che amiamo. Se il
Signore, il mio amato Pastore, spesso “mi fa riposare in verdeggianti
pascoli e mi guida lungo le acque calme”, come afferma il bene noto Salmo
23, a volte, però, permette anche che io percorra la “valle dell’ombra
della morte”. Mentre cammino in questa valle, la morte mi segue alle spalle
con insistenza, proiettando su di me la sua ombra orribile e minacciosa. Sia
lodato però il Signore, perché, al mio fianco, bene avvertibile,
sento la presenza vigile e premurosa del mio Pastore che mi è accanto
per proteggermi e che mi sussurra parole di conforto come quelle dette a suo
tempo a Giosuè: “…non ti spaventare e non ti sgomentare,
perché il Signore, il tuo Dio, sarà con te dovunque andrai”
(Giosuè 1:9). a.r.m.
Sabato 23 Ottobre 2010
“QUELLO CHE DIO HA UNITO, L’UOMO NON LO SEPARI”. (Matteo 19:6)
L’istituzione familiare è oggi sempre più in crisi. Molti
si sposano senza avere la convinzione che il matrimonio è per sempre.
Spesso si arriva al matrimonio senza una preparazione adeguata. E non si pensa
più all’amore come a un comandamento che ci impegna a essere, sempre
e comunque, un dono per l’altro coniuge. Così, appena i rapporti
cominciano a non funzionare, non si è disposti a lottare e a soffrire
per mantenere il matrimonio in vita: ci lascia e ci si dispone a vivere nuove
esperienze. Eppure la vera consistenza dell’amore si vede proprio nelle
difficoltà e nella determinazione a superarle. Due persone che si sposano,
senza avere la convinzione del “Sarà per sempre”!, stanno
provando attrazione, ma non amore! L’Amore con la “A” maiuscola
è quello che Dio ha avuto in Cristo per ciascuno di noi, cioè
è dono totale di noi stessi all’altro o all’altra. E quest’Amore
che dobbiamo prendere come esempio. È quest’Amore che ha istituito
il matrimonio e lo ha voluto come relazione che unisce per sempre. p.m.
Domenica 24 Ottobre 2010
“SOTTO DI TE STANNO LE BRACCIA ETERNE DI DIO”. (Deuteronomio 33:27)
Sapere di essere custoditi, protetti e al sicuro, è una delle certezze
che Dio dà a coloro che fanno di Lui il proprio Rifugio. È bello
sentirsi amati, compresi, accettati! Penso che molti, anche se in mezzo a tanta
gente, vivono invece soli, hanno una tristezza dentro perché sanno di
non essere amati da nessuno, si sentono vuoti, disorientati e senza nessuna
sicurezza. Solo il Signore dà una pace profonda e una serenità
unica. È proprio stupendo sentirsi circondati dalle premure di Dio, sentirsi
nelle Sue mani e sperimentate le Sue consolazioni. Questa sicurezza non avviene
sforzandosi di credere che avvenga. Non è chiudendo gli occhi e pensando
che possa accadere in modo automatico, ma è un atto deliberato di chi
sente tutto il peso dei propri peccati e crede che solo Dio è questo
Rifugio eterno. È la precisa volontà di chi non vuole nascondersi
più dietro le prospettive umane, ma si arrende ponendo piena fiducia
in Colui che vuole dare tali certezze. s.g.
Lunedì 25 Ottobre 2010
“LE MIE PECORE ASCOLTANO LA MIA VOCE E IO LE CONOSCO”. (Giovanni
10:27)
A causa nostra siamo in sei. Sederci tutti puntualmente a tavola (quando a casa
non manca nessuno) è un’arte. Al primo richiamo risponde una parte,
poi, dopo aver chiamato più volte, si può cominciare tutti insieme.
Un giorno mio figlio al mio ennesimo “a tavola!” rispose “ho
sentito!”, continuando a occuparsi dei suoi giochi. “No, non hai
sentito! Avrai davvero sentito quanto ti sarai deciso a venire!£, aggiunsi.
Quando la Parola ci dice di ascoltare la voce di Dio, include l’ubbidienza.
Mai come oggi abbiamo una Bibbia, si può ascoltare alla radio, trovare
in internet (ad esempio: www.radiorisposta.org), via satellite anche in Tv,
ecc. Eppure, possiamo dire che il nostro ascolto si traduce davvero in conoscenza
di Dio e in ubbidienza? Forse ascoltare ci piace, ma sorvoliamo come api che
volano da un fiore all’altro, attratti da nuovi colori, senza mai fermarsi.
Altre volte invece non ascoltiamo davvero, perché distratti dalle nostre
cose. Quante volte lasciamo che il Signore ci dica la stessa cosa, finché
la facciamo nostra e la seguiamo? a.p.
Martedì 26 Ottobre 2010
“GRAZIE SIANO RESE A DIO PER MEZZO DI GESÙ CRISTO”. (Romani
7:25)
L’uomo redento dal peccato, ha ricevuto una nuova vita nella quale regna
lo Spirito Santo. Ora il credente vive sotto la legge di Dio, si compiace del
bene e vuole fare la volontà del Padre. La natura carnale, però,
continua a vivere e convivere con quella nuova spirituale e combatte per farci
tornare schiavi del male. Certo, continuiamo a peccare perché facilmente
compiamo il male che non volgiamo, mentre il bene che vogliamo lo compiamo solo
con forza. Ma, grazie a Dio, possiamo contare sulla mediazione del nostro Salvatore
Cristo Gesù che ha pagato per noi: “Se confessiamo i nostri peccati,
Egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni
iniquità” (1 Giovanni 1:9). Che stupenda realtà e che peso
tolto! s.b.
Mercoledì 27 Ottobre 2010
“L’ETERNO CI HA FATTO CONOSCERE LA SUA SALVEZZA”. (Salmo 98:2)
“Cantate all’Eterno…” comincia così questo Salmo,
e continua “…perché ci ha fato conoscere la Sua salvezza,
ha manifestato la Sua giustizia”. L’idea più comune che si
ha di Dio, è quella di un vecchio, con una lunga barba, seduto su un
grande trono in alto, che guarda bonariamente con occhi dolci tutti ed è
comprensivo verso chiunque perché, in fondo, tutti hanno una buona giustificazione
per le azioni che compiono, anche per quelle meno oneste, meritano comunque
la salvezza. Purtroppo, però, la Bibbia non parla di un Dio simile anzi,
come dice il nostro testo, Egli è Colui che fa conoscere la salvezza,
MANIFESTANDO la Sua giustizia a tutte le genti. Alla croce la giustizia di Dio
è stata ampiamente soddisfatta, e solo chi ha creduto nel Figlio Suo,
Gesù Cristo, può unirsi a questa “canto di salvezza”.
m.m.
Giovedì 28 Ottobre 2010
“GESÙ DISSE: CHI NON È CON ME, È CONTRO DI ME”.
(Luca 11:23)
“Chi non è con Me, è contro di Me”. Molti sono stati
gli uomini che, nel corso della storia, con parole simili e quasi sempre con
la forza, hanno imposto i propri ideali agli altri. Pensiamo, ad esempio, ai
dittatori o ai governi totalitari succedutici negli anni in molte nazioni. Quanto
male hanno fatto al prossimo! Il Signore Gesù, naturalmente, si pone
su un piano completamente differente. Perché? Perché Egli è
il Creatore e, in quanto tale, è giusto, compassionevole e buono. È
Lui che stabilisce nella Sua Parola i principi morali, i valori che devono regolare
la condotta di qualunque essere umano. Ne consegue che chi non Lo ama e non
osserva la Sua Parola, sceglie volontariamente di vivere ciò che è
male, e quindi, s oppone ai disegni e ai propositi di Dio. Perciò, su
questo punto, non esiste nessuna neutralità, non c’è alcuna
possibilità di scegliere la via di mezzo: o siamo con il Signore o siamo
contro di Lui. E tu, da che parte stai? s.v.
Venerdì 29 Ottobre 2010
“GLORIFICATE IL CRISTO COME IL SIGNORE NEI VOSTRI CUORI”. (1 Pietro
3:15)
Dopo due anni abbiamo ancora negli occhi le immagini delle Olimpiadi di Pechino.
La gioia perfetta degli atleti sul palco che ricevevano la medaglia d’oro
e la gloria, l’onore che veniva loro tributato in maniera pubblica da
tutti coloro che avevano creduto e lottato insieme agli atleti, fino al raggiungimento
di un traguardo così ambito. Qui, invece, il concetto di gloria è
legato all’intimità del cuore e può sembrare un accostamento
un po’ strano. Ma per glorificare il Signore e renderGli tutto l’onore
che Gli è dovuto, dobbiamo iniziare dalla parte più nascosta e
meno visibile di noi stessi: il cuore, quella parte di noi più inaccessibile
al nostro prossimo, ma non sconosciuta a Dio. Allora sarà più
facile a livello “pubblico”, quando ci troveremo a spiegare le ragioni
della nostra fede, farlo con dolcezza e rispetto, così come si legge
nel versetto successivo (versetto 16). a.m.
Sabato 30 Ottobre 2010
“NON VI RIVOLGETE AGLI SPIRITI, NÉ AGLI INDOVINI; NON LI CONSULTATE”.
(Levitico 19:31)
La nostra bella Italia, paese così detto “cristiano”, sicuramente
non conosce questo comandamento di Dio perché le statistiche dicono che
tanti per risolvere i loro problemi o avere delle risposte ai quesiti esistenziali
si rivolgono a maghi, indovini e spiritisti. Strano che tante persone religiose
non tengano conto di quello che la Bibbia dice a riguardo. Mi rendo conto che
nella disperazione, ma non per questo bisogna andare da chiunque promette guarigione!
Per quale motivo Dio ci mette in guardia da queste pratiche? Perché le
conseguenze spirituali sono deleterie. Quando ci rivolgiamo a coloro che operano
con l’aiuto degli spiriti, ci esponiamo all’influenza del male ed
entriamo nella sfera dell’occulto, che ci allontana da Dio. Ascoltiamo
il consiglio che Dio ci dà in Isaia 8:19: “Se vi dicono: Andiamo
a consultare gli indovini e quelli che evocano gli spiriti… rispondete:
Un popolo non deve forse consultare il suo Dio? Perché si rivolgerebbe
ai morti per i vivi?”. r.b.
Domenica 31 Ottobre 2010
“BEATI I MORTI CHE MUOIONO NEL SIGNORE”. (Apocalisse 14:13)
Il culto dei morti è vecchio come la civiltà. Gli uomini hanno
sempre creduto che dopo la morte ci fosse qualcosa, che i loro cari avessero
bisogno di loro anche dopo avere esalato l’ultimo respiro. Dall’urna
di terracotta che contiene le ceneri del corpo cremato, alla piramide che protegge
un corpo imbalsamato, tutto ci parla di questa fede confusa nell’aldilà
e nella credenza che noi vivi possiamo fare qualcosa per rendere la vita dopo
la morte più facile. E questo modo di pensare continua anche nella nostra
civiltà che si dice “cristiana”. Ora sappiamo qualcosa di
più, perché la Bibbia ce lo rivela: sappiamo che i corpi risusciteranno
e che la persona sarà di nuovo integra in tutte le sue componenti, o
per la gioia eterna o per la condanna eterna. Ma quello che la maggior parte
della gente non ha ancora capito, è che i morti non hanno più
bisogno di noi. Non c’è cerimonia di suffragio, né rito
funebre che possa cambiare il destino di una persona. Bisogna credere prima
di morire. Dopo non c’è più niente da fare. Se non avete
ora la certezza di essere salvi in Cristo, credete ora, perché non c’è
cerimonia che dopo possa portare alcun risultato. V.n.
Lunedì 1 Novembre 2010
CHIUNQUE CREDE NEL FIGLIO, IO LO RIUSCITERÒ NELL’ULTIMO GIORNO”.
(Giovanni 6:40)
Cari amici, questo versetto mi dà l’opportunità di fare
delle brevi considerazioni sull’alto valore che comporta il credere in
Dio. L’uomo naturale nasce una volta e muore due volte, perché,
se non ha accettato il dono della salvezza in Cristo Gesù, muore sia
fisicamente che spiritualmente. Ma ringraziato sia Dio che sulla terra, ci sono
delle persone che nascono due volte e muoiono una sola volta! Sono quelli (ed
io sono uno di questi), che hanno creduto col cuore alla Buona notizia, al Vangelo
della Grazia e lo hanno accolto nel cuore. Questi conosceranno solo la morte
del proprio corpo, ma nell’ultimo giorno, quando verrà la fine
di questo mondo, risusciteranno e vivranno con il loro Salvatore. Non saranno
più spaventati per l’eternità dalle tre ‘M’:
Morte, Miseria, e Malattia, ma godranno con i santi la gioia di una Vita piena
di Dio stesso. Non desideri anche tu far parte di questa schiera di persone?
Oggi stesso grida al Signore e passerai dall’inferno al paradiso, dalla
morte eterna alla Vita eterna. p.p.
Martedì 2 Novembre 2010
“DIO VI HA RICONCILIATI, PER FARVI COMPARIRE DAVANTI A SÉ SANTI”.
(Colossesi 1:22)
Due persone che sono in conflitto fra di loro difficilmente giungeranno a un
accordo pacifico se non ricaveranno dei vantaggi personali. Così, due
popoli nemici che si fanno guerra firmeranno l’armistizio solo a condizione
che vedranno salvaguardati i propri interessi. L’amore di Dio, invece,
si distingue, ci sorprende. “Dio vi ha riconciliati… per farvi comparire
davanti a Sé santi”. Dio prende l’iniziativa verso i peccatori
che Lo hanno offeso e deluso continuamente. Non solo, addirittura li rende santi,
salvandoli e rinnovandoli per la Sua grazia. Come è avvenuto tutto questo?
“…per mezzo della Sua morte”. Il prezzo pagato per ottenere
la riconciliazione con Dio è stato altissimo: la morte di Suo Figlio,
Gesù Cristo. Quanto dovrebbero interessarci queste verità bibliche
così edificanti! La strofa di un vecchio inno cristiano ci aiuta a capire
meglio quello che questo versetto dovrebbe suscitare in noi: “Per il sangue
del Signore, a Te siamo avvicinati per Gesù che ci ha lavati, Padre,
noi veniamo a Te”. s.v.
Mercoledì 3 Novembre 2010
“IL SIGNORE È LA MIA LUCE E LA MIA SALVEZZA; DI CHI TEMERÒ?
(Salmo 27:1)
Questa dovrebbe essere l’esclamazione gioiosa di ogni persona che ha posto
in Dio la sua fiducia. Se Dio è il nostro Salvatore, la nostra guida,
Colui che ci protegge, di che cosa dovremmo avere paura? In tutto il Salmo,
Davide proclama questa certezza. Salvezza vuol dire sicurezza , protezione,
conforto. La luce ci mostra chiaramente la strada, non nasconde i pericoli,
non ci fa temere agguati. La nostra vita, come quella di Davide, ha conosciuto
e conosce problemi, dolori, attacchi dei nemici. Non è detto che le battaglie
da combattere siano battaglie letterali; ci sono altri tipi di difficoltà
che possono farci sentire in pericolo, insicuri, in balia degli aventi. Ma se
abbiamo la luce del Signore e siamo nella Sua mano, possiamo superare le difficoltà,
sentirci tranquilli nei momenti di pericolo, riposare sulla speranza. Possiamo
non avere timore, perché Dio, il Creatore, è con noi. v.n.
Giovedì 4 Novembre 2010
“L’ETERNO NON REVOCA LE SUE PAROLE”. (Isaia 31:2)
“Nel nostro paese c’è bisogno di stabilità!”
Quante volte nei dibattiti politici abbiamo sentito questa affermazione? Certamente
le cose stabili e i punti di riferimento sicuri costituiscono un’esigenza
irrinunciabile, in qualunque ambito delle attività umane. Chi ha un lavoro
precario, ad esempio, sa bene come sia arduo fare progetti o programmi e gettare
uno sguardo sul futuro. È possibile contare su qualcosa che non sia soggetto
a mutamenti continui e che sia veramente stabile? Sì, questo qualcosa
è anche la cosa più importante: la Parola di Dio. Il Salmo 119,
che è un inno alla Parola di Dio, dice al versetto 89: “Per sempre,
Signore, la Tua Parola è stabile nei cieli”. Possiamo state sicuri:
quello che Dio ha detto è ciò che ha fatto, che fa o che farà.
Ha preparato un progetto di salvezza per l’uomo mandando il Suo diletto
Figlio a morire sulla croce per garantire, a chi crede, il perdono dei peccati
e una redenzione eterna. Tale progetto è compiuto! Ma tu lo conosci?
Lo hai fatto tuo? g.b.
Venerdì 5 Novembre 2010
“CONSIDERATE LE GRANDI COSE CHE L’ETERNO HA FATTE PER VOI”.
(1 Samuele 12:24)
Per fare tua questa parola, anzitutto devi essere convinto che l’Eterno
“ha fatte cose grandi” per te. Puoi dirlo? Se sì, allora
hai soltanto una cosa da fare: considerare queste grandi cose, pensare a esse
giorno e notte, invece che ai tuoi problemi. Se invece fai fatica a rispondere
perché nella tua esperienza non ti sembra di aver incontrato queste “cose
grandi”, la Bibbia stessa può venirti in aiuto. Dio ha fatto una
“cosa grande” anche per te: ha dato il Suo unigenito Figlio, affinché
anche tu possa essere riconciliato con Lui e avere vita eterna (Giovanni 3:16).
Se questo non fa parte delle tue esperienze del passato, può diventare
oggi stesso un’esperienza del presente: “Credi nel Signore Gesù
e sarai salvato” (Atti 16:31). Non c’è cosa più grande
di questa. Considerala. m.c.
Sabato 6 Novembre 2010
“TROVA LA TUA GIOIA NEL SIGNORE”. (Salmo 37:4). Fermati a rifletter
per un attimo e prova a ricordare almeno un momento di gioia perfetta che hai
vissuto negli ultimi mesi. Operazione non facile. Ci tornano in mente, più
facilmente, periodi tristi e difficili. La gioia, per sua stessa natura, ci
appare fugace, limitata a un istante, mentre la tristezza, da un punto di vista
temporale, sembra durare sempre tropo a lungo. Il salmista sa dove cercare per
trovare il senso di appagamento completo e cui tutti aneliamo e si muove nella
giusta direzione. Egli va verso il Signore, ricercando uno stretto rapporto
di comunione con Lui; non è gioioso perché ha ottenuto tutto quello
che desiderava o perché i suoi problemi siano stati risolti, ma perché
può contare sull’amore di Dio. Accade qualcosa di simile anche
in famiglia. I nostri figli non sono felici in basa ai generi di consumo da
cui li circondiamo, ma nella misura in cui possono contare sul nostro amore
incondizionato. a.m.
Domenica 7 Novembre 2010
“DIO L’ETERNO NON CAMBIA”. (Malachia 3:6)
Dio è immutabile e nessuna delle parole da Lui pronunciate cadrà
nel vuoto. È un giusto vendicatore contro i ribelli e gli increduli,
come è il rimuneratore di chi Lo cerca con tutto il cuore. Questo da
sempre! Anche se la sentenza contro le tante opere malvagie che si commettono
sotto il sole non è sempre eseguita prontamente, sarà sicuramente
eseguita. Stiamone certi, il giusto giudizio di Dio non cadrà in prescrizione
e nessuno può sperare in un indulto. Proprio perché nulla cambia
della Sua Persona, anche le Sue promesse rimangono stabili per sempre, i Suoi
progetti di amore verso tutti gli uomini sono inalterabili. L’immutabile
chiede a noi di mutare, di accostarci umilmente al trono della Sua santità
per ricevere quel perdono dal valore inestimabile che Gesù ha acquistato
per noi sulla croce. Risponderai a questa offerta? g.b.
Lunedì 8 Novembre 2010
“BEATO COLUI CHE NON SI SARÀ SCANDALIZZATO DI ME, DISSE GESÙ”.
(Matteo 11:6)
Un giorno, dopo aver sfamato cinquemila uomini moltiplicando i pani, Gesù
fece un discorso molto forte riguardo alla Sua Persona, affermando di essere
il Pane vivente disceso dal cielo. Dopo averlo udito, molti dei Suoi discepoli
si duro; chi può ascoltarlo?”. Per molti oggi, Gesù è
solo un personaggio storico, nato in Israele, vissuto come carpentiere fino
a trenta anni; poi per tre anni predicatore e protagonista di una nuova religione
e infine morto su una croce sotto Ponzio Pilato. Per i veri credenti Gesù
Cristo è più di un personaggio storico, e più di un uomo.
Egli è l’Eterno Figlio di Dio, venuto sulla terra per salvare l’uomo
peccatore. Un giorno un insegnante cristiano chiese a una classe di bambini
di scrivere su un foglio che cosa pensassero di Gesù. Tutti scrissero
diverse cose, ma solo una bambina scrisse queste parole: “È il
mio Salvatore”. pd.n.
Martedì 9 Novembre 2010
“QUANTO DIO HA PROMESSO, È ANCHE IN GRADO DI COMPIERLO”.
(Romani 4:21)
Gli uomini, a volte, per ostentazione o per leggerezza, fanno delle promesse
che sanno di non essere in grado di rispettare, forse sperando che non si presenti
mai il momento di doverle mantenere. Proprio per evidenziare il diverso comportamento
di Dio, rispetto a quello dell’uomo, il versetto afferma che Dio promette
solo cose che sa di poter adempiere. E non solo. Mentre l’uomo, anche
quando promette cose che rientrano nelle sue possibilità, si dimostra
inaffidabile, di Dio la Bibbia afferma: “Fedele è Colui che ha
fatto le promesse” (Ebrei 10:23). Dio promette, dunque, solo cose che
è in grado di compiere, assicurando che, al momento giusto, le manterrà.
Tenendo ben presenti queste certezze, il versetto 23 nell’epistola agli
Ebrei, appena citato, esorta solennemente tutti i credenti con queste parole:
“Manteniamo ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare”.
a.r.m.
Mercoledì 10 Novembre 2010
“RICONOSCI LA TUA COLPA DI ESSERE STATA INFEDELE DI FRONTE AL SIGNORE”
(Geremia 3:13)
Si racconta la storia di una ragazza scozzese che lasciò la sua casa
per vivere in modo immorale. La madre la cercò invano, e infine decise
di far appendere la sua fotografia vicino a una Missione Cristiana che accoglieva
donne di difficoltà e abbandonate. Sotto la foto aveva scritto: “Torna
a casa! Io ti spetto e ti amo ancora”. Una sera ci fu una ragazza che
si fermò a osservarla attentamente, perché in essa aveva riconosciuto
il viso che tante volte era stato chino su di lei durante la sua fanciullezza.
Anche se lei era ormai una prostituta, la sua mamma non l’aveva dimenticata.
In quel momento si pentì dei suoi peccati e, con il cuore addolorato
e pieno di vergogna, ritornò a casa dove l’aspettava la mamma che,
nonostante tutto, l’amava ancora. Il Signore ti vuole molto più
bene di quella mamma, e ti aspetta a braccia aperte… quelle braccia che
sono state aperte 2000 anni fa sulla croce per te. Quella croce è “la
Sua fotografia” e sotto c’è scritto: “Dio ti ha tanto
amato che ha dato il Suo Unigenito Figlio, affinché tu, credendo in Lui,
non perisca ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16). r.b.
Giovedì 11 Novembre 2010
“NON ADIRARTI; CIÒ SPINGEREBBE ANCHE TE A FARE IL MALE”.
(Salmo 37:8)
Ci sono situazioni nelle quali è istintivo arrabbiarsi, ma – come
la vita più volte ha insegnato a ciascuno di noi – non sempre ci
arrabbiamo con ragione e spesso, davanti alle conseguenze delle nostre arrabbiature,
ci chiediamo se ne sia valsa la pena. Ci sono fra noi persone con il carattere
focoso che si accendono per un nonnulla, come un cerino. Indipendentemente dal
carattere che abbiamo ci sono due verità che dobbiamo tenere ben presenti.
La prima è che l’invito-comandamento che ci viene dal Signore è
quello di non arrabbiarsi mai perché l’ira può inevitabilmente
trascinarci a compiere il male. La seconda verità ci ricorda che è
da stolti nasconderci dietro frasi autogiustificatrici o autocommiseratore del
tipo: “Io sono fatto così e il carattere non si può cambiare!”.
Il Signore non ci dà solo il comandamento, ma anche la forza per metterlo
in pratica. Egli vuole e può cambiare il nostro carattere, a patto ovviamente
che noi lo vogliamo. p.m.
Venerdì 12 Novembre 2010
“TOGLIETE VIA GLI DÈI E SERVITE L’ETERNO”. (Giosuè
24:14)
“Mi alzo o rimango a letto? Vado a lavorare a scuola o mi do ammalato?
Preparo questa pietanza o un’altra?”. La nostra giornata è
piena di scelte dalle più insignificanti alle più impegnative
e, dal tipo di scelta che facciamo, può certamente cambiare la giornata
e addirittura la vita; pensiamo per esempio alla scuola, al lavoro, al matrimonio:
grosse tappe che determinano tutta l’esistenza. Ma c’è una
scelta che è ancora più determinante perché coinvolge tutti
gli aspetti della nostra esistenza terrena ed eterna. Giosuè, dando questo
ordine agli Israeliti, indica loro la scelta giusta da fare: “Togliete
gli dèi della vita e servite l’Eterno”. Gli dèi non
sono le statue davanti alle quali ci si prostra, ma anche tutte quelle passioni
che occupano il primo posto nella nostra vita: successo, sport, soldi, aspetto
fisico… Il vero valore che avrà la vita di ognuno, sarà
in relazione a questa scelta: servire gli dèi. gli idoli o il Dio vivente?
w.g.
Sabato 13 Novembre 2010
“PER SEMPRE, SIGNORE, LA TUA PAROLA È STABILE NEI CIELI”.
(Salmo 119:89)
Mai come oggi la società nella quale siamo inseriti vive di comunicazione:
discorsi, congressi, tavole rotonde ai più alti livelli. Fiumi di parole
che indirizzano la massa, oggi verso una convinzione, e domani verso quella
opposta; mai una parola stabile, certa, valida negli anni, ma sempre camaleontica,
cioè adattabile ala situazione del momento. Tutto questo porta ogni individuo
a relativizzare ogni cosa. Qualche anno fa un cantautore sudamericano cantava:
“Dipende, tutto dipende!”. Grazie a Dio non è così
con le Parole che provengono dal cielo che sono stabili per sempre: è
la più grande garanzia della fedeltà di Dio. A differenza dell’uomo,
Egli è immutabile e ogni parola che proferisce è un assioma, una
certezza. Tutto questo mi dà sicurezza incredibile nell’affrontare
le vicende della vita, perché posso confidare senza dubitare nelle innumerevoli
promesse del Signore che mi riguardano. Permettiamo a Dio di influenzare la
nostra vita di tutti i giorni, credendo non solo con la mente, ma col cuore
e tutto l’essere nostro, a ogni Sua Parola che è purificata sette
volte col fuoco. p.p.
Domenica 14 Novembre 2010
“CRISTO È IL TERMINE DELLA LEGGE, PER LA GIUSTIFICAZIONE DI TUTTI
COLORO CHE CREDONO”. (Romani 10:4)
Nessuno è in grado di osservare perfettamente tutti i comandamenti della
Legge morale di Dio; una sola violazione della stessa è sufficiente per
attirare la Sua maledizione. Ognuno di raggiungere la giustizia attraverso l’osservanza
della Legge, conduce al giudizio divino e alla condanna. Perché allora
Dio, pur sapendo che non avremmo mai potuto osservarla, ha dato la Legge? La
Legge ci rivela la Sua natura e volontà, mostrandoci come dobbiamo vivere,
e ci permette di conoscere il nostro peccato, ovvero l’inosservanza della
norma divina (vedi Romani 7:7). Ma la fede in Cristo, che ha dato la Sua vita
come prezzo di riscatto per i nostri peccati e per le infrazioni della Legge,
pone fine all’inutile tentativo da parte del peccatore di ottenere la
salvezza per mezzo del suo rispetto della Legge. Chi crede in Cristo riceve
il perdono dei peccati e il dono della salvezza. g.f.r.
Lunedì 15 Novembre 2010
“NON FARTI SCULTURA E IMMAGINE ALCUNA. NON TI PROSTRARE DAVANTI A LORO!”.
(Esodo 20:4)
I popoli antichi non erano così sprovveduti come alcuni pensano. Se costruivano
un totem, non era perché pensassero di aver fabbricato un dio in persona.
Credevano invece che, attraverso quella immagine, potevano riuscire a stabilire
un contatto reale con la divinità. Che cosa c’è di diverso
da oggi? Il divieto delle immagini nasce da un problema di potere. Con la costruzione
di un’immagine l’uomo vuole mettere le mani su Dio, costringerLo
al suo servizio. Dice di voler adorare Dio nell’immagine, e invece vuole
arrivare a possedere Dio attraverso l’immagine. È Dio che ha creato
un’immagine di Sé nell’uomo. Se l’uomo cerca di fare
un’immagine di Dio, il risultato sarà soltanto un’altra immagine
di sé stesso. E adorando l’immagine, non farà altro che
adorare sé stesso. “Figlioli guardatevi dagl’idoli”
(1Giovanni 5:21).m.c.
Martedì 16 Novembre 2010
“IN QUEL GIORNO, L’UOMO VOLGERÀ LO SGUARDO VERSO IL SUO CREATORE”.
(Isaia 17:7)
Ogni volta che la natura manifesta la sua forza negativa, scatenando calamità
e distruzione, l’uomo avverte tutta la sua impotenza, la sua nullità,
e di colpo si ricorda del Creatore che governa ogni cosa. È in queste
gravi condizioni o in situazioni personali difficili, che ci si rende conto
della nullità dei nostri “idoli personali”, siano essi frutto
delle nostre opere, fatte con le nostre mani, o frutto del nostro orgoglio,
come si legge al versetto 8 di questo capitolo. Che lo si voglia riconoscere
o no, comunque il Dio Creatore è il Dio al di sopra di ogni cosa; in
Lui risiedono la forza, la saggezza e la pienezza della deità. Che onore
quando sappiamo di appartenerGli! E meglio, infatti, riconoscerLo oggi come
Signore e Creatore. g.b.
Mercoledì 17 Novembre 2010
“QUELLO CHE È ECCELSO FRA GLI UOMINI È ABOMINEVOLE DAVANTI
A DIO”. (Luca 16:15)
Potenza, ricchezza, gloria, fama, eterna giovinezza, visibilità…
Un giorno Satana tentò il Signore Gesù. Lo condusse in un luogo
elevato e Gli propose una sorta di baratto: Ti darò potenza e gloria
su tutti questi regni… se mi adori”. In un attimo Gesù abbracciò
con lo sguardo tutti quei regni e non ebbe nessun problema a calcolare l’immensità
della proposta. Nel momento di estrema debolezza fisica di Gesù, Satana
fece leva sull’ottenimento di ciò che è ritenuto eccelso
fra gli uomini. Essere padroni assoluti della propria vita, essere liberi da
limitazioni legate alla malattia o all’invecchiamento e padroni di tutto
ciò che possiamo abbracciare con lo sguardo. Nella favola del “pesciolino
d’oro” si legge della ricerca spasmodica che porta la moglie del
pescatore a chiedere sempre di più: da un pezzo di pane a essere zarina.
Gesù, invece, un giorno prese un bambino in braccio e davanti ai discepoli
che volevano essere grandi, potenti, autodeterminati, spiegò dove è
racchiusa la vera grandezza (scoprila leggendo Luca 9:46-50). a.m.
Giovedì 18 Novembre 2010
“L’ETERNO SOSTIENE TUTTI QUELLI CHE CADONO”. (Salmo 145:14)
Scrivo queste righe al termine di una giornata un po’ movimentata, che
mi ha lasciato scoraggiato e direi anche abbattuto. Il versetto di oggi, ho
pensato, mi è di aiuto e di sostegno. È stato proprio così..
è questa la meravigliosa realtà dei figli di Dio che sanno di
avere un porto sicuro fra le braccia del Padre Celeste, che desidera sostenere
e rialzare chi è curvo sotto il peso delle proprie responsabilità
e del proprio peccato. L’unica condizione è di andare a Lui in
preghiera, confessando senza scuse i propri errori. Il Signore sa benissimo
quanto sia facile cadere sotto situazioni angosciose che spesso non riusciamo
a sopportare. Per questo ha detto: “Venite a Me voi tutti che siete affaticati
e oppressi e Io vi darò riposo” (Matteo 11:28). La pace e il riposo
sono il risultato di una ritrovata comunione con il nostro Creatore e il frutto
della salvezza. g.b.
Venerdì 19 Novembre 2010
“TU SEI UN DIO LENTO ALL’IRA E DI GRANDE BONTÀ”. (Neemia
9:17)
Cosa significano per te queste parole? Cosa diresti al riguardo dell’ira
e della bontà parlando di te stesso? Quanto facilmente ti adiri e per
quali motivi? E la bontà? Facendo un auto-esame, che voto ti daresti
da uno a dieci sulla tua bontà? Dalla Parola di Dio sappiamo che il Signore
non si adira facilmente. Il Suo immenso amore lo induce a essere paziente e
ad aspettare che tutti gli uomini si riconoscano peccatori davanti a Lui. Nel
momento in cui il peccatore si umilia e chiede perdono per i suoi peccati, Dio
nella Sua grande bontà gli fa grazia e gli dona la vita eterna. Grazie,
Signore, per la Tua grande bontà nei nostri confronti e per la Tua pazienza!
Inoltre, queste caratteristiche di Dio sono assicurate. Sapete perché?
Perché Dio stesso ha affermato di essere “l’Eterno, l’Eterno
Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco in benignità
e fedeltà” (Esodo 34:6). Egli stesso ci garantisce di essere così!
e.m.
Sabato 20 Novembre 2010
“IN CHI PONI LA TUA FIDUCIA?” (Isaia 36:5)
Nel Vangelo, il Signore Gesù ha raccontato la storia di un riccone che
aveva i granai pieni e faceva i suoi piani. “Costruirò dei granai
più grandi, e poi mi godrò la vita. Mangerò e berrò
quanto mi pare…” Poi, venne la voce di Dio che gli disse: “Stolto,
questa notte stessa morrai!” (Luca 12:13-21). La sua fiducia era stata
riposta nei risultati del suo lavoro, nelle sue ricchezze che gli avrebbero
garantito la felicità. Molti oggi si vogliono premunire per il futuro
e fanno investimenti e mettono la loro fiducia nelle cose che possiedono. È
giusto essere buoni amministratori, ma è importante ricordare che potremmo
perdere tutto, che non esistono sicurezze umane e che, una volta o l’altra,
la finisce. La nostra fiducia deve essere in ciò che dura e non cambia:
Dio e le Sue promesse, Gesù che ci offre in dono la salvezza, se crediamo
in Lui e viviamo per farGli piacere. In chi o che cosa metti la tua fiducia?
m.t.s.
Domenica 21 Novembre 2010
“DIO HA PARLATO A NOI PER MEZZO DEL FIGLIO”. (Ebrei 1:1,2)
Oggi è abbastanza diffuso il pensiero che tutte le religioni portano
a Dio, il quale, anche se viene chiamato con nomi diversi, è pur sempre
il medesimo Essere supremo per tutti. Il problema è che questo pensiero
è completamente contrario a ciò che si legge nella Bibbia, in
cui è scritto che c’è un solo Dio, che si è rivelato
all’uomo attraverso la Sua Parola e attraverso i Suoi profeti. Fin dal
momento dell’entrata del peccato nel mondo, la Bibbia parla della figura
di un Salvatore che avrebbe riconciliato l’uomo con Dio. Nessuna altra
religione proclama questo messaggio, e nessuna altra religione parla di un Dio
trino, composto da tre persone distinte che formano un’unica Divinità.
I versetti succitati ci ricordano che Dio ci ha parlato attraverso Suo Figlio,
il Salvatore promesso, il Signore Gesù Cristo. Quante persone ascolteranno
oggi il Figlio di Dio e accetteranno il dono della salvezza che Egli offre?
h.p.
Lunedì 22 Novembre 2010
“SIGNORE, INSEGNACI A PREGARE”. (Luca 11:1)
Gesù era costantemente in comunione con il Padre e, ogni volta doveva
affrontare una situazione particolare, si rivolgeva a Lui in Preghiera. Uno
dei Suoi discepoli, impressionato dalla vita di preghiera di Gesù, gli
chiese: “Signore, insegnaci a pregare”. Che bella richiesta! Il
Signore l’esaudì immediatamente (Luca 11:2-4). Certamente quel
discepolo era conscio di non saper pregare come si conviene (Romani 8:26), perciò
chiese l’aiuto al Signore affinché lo ammaestrasse nella preghiera.
Un giorno un uomo mi disse: “Non è necessario scomodare il Signore
per delle piccole cose per te quali possiamo farcela da soli; per problemi di
più ampia portata e complessi, allora sì!”. Garbatamente
gli risposi che si sbagliava. Il Signore desidera ardentemente prendersi cura
di ogni uomo e vuole che cresca in tutti gli aspetti della sua vita spirituale,
come la preghiera. Egli vuol prendersi cura anche di te! Sei consapevole di
non saper pregare come si conviene? Chiedi l’aiuto al Signore ed Egli
sarà ben lieto di esaudirti (Luca 11:9-10). n.s.
Martedì 23 Novembre 2010
“PRIMA CHE M’INVOCHINO IO RISPONDERÒ, DICE IL SIGNORE”.
(Isaia 65:24). Le parole del versetto di oggi, pronunciate dal Signore per bocca
del profeta Isaia, sono profetiche e si riferiscono a un tempo futuro, descrivendoci
una realtà ideale di vita sulla terra. Rimane però il fatto che
anche noi, oggi, possiamo da queste parole trarre un insegnamento: esse ci parlano
di un Dio che risponde alla preghiera prima che sia soltanto un’intenzione
dei nostri pensieri. Ora questa realtà, oltremodo affascinante, ha però
come base una situazione ben precisa, che ci viene descritta nel primo versetto
di questo capitolo 65, dove Dio dice testualmente: “…sono stato
ricercato da quelli che prima non chiedevano di me…”. Queste parole
mettono in evidenza come ci sia stato un deciso cambiamento di atteggiamento,
lo stesso cambiamento che Dio chiede a noi: dall’incredulità alla
fede, dal disinteresse per Dio all’amore per Lui. Se vogliamo che le nostre
preghiere trovino risposta, questa è la condizione. f.a.
Mercoledì 24 Novembre 2010
“L’ETERNO COMBATTERÁ PER VOI E VOI VE NE STARETE TRANQUILLI”.
(Esodo 14:14)
Se hai una Bibbia, leggi tutta la storia in cui se trova questo versetto (Esodo
capitoli 13-15). È magnifica. Il popolo d’Israele, uscito dall’Egitto,
era in una situazione umanamente disperata: il mare davanti, l’esercito
egiziano alle spalle, pronto a distruggerlo. Come reazione normale, inveisce
contro Mosè, il quale risponde con grande fiducia: “Non temete…
L’Eterno vi libererà… questi Egiziani non li vedrete mai
più… il Signore combatterà per voi”. E Dio lo ha fatto:
con un forte vento ha diviso le acque del mare: una nuvola densa ha reso invisibile
il popolo di Dio all’esercito nemico e ha permesso agli Ebrei di continuare
il cammino. La liberazione è stata trionfale. Ma Dio ha richiesto anche
ubbidienza, Mosé ha dovuto alzare il suo bastone e stenderlo verso il
mare con fede. Il popolo ha dovuto mettersi in marcia e entrare nella strada
che Dio aveva creata attraverso le acque con due muri d’acqua, alla loro
destra e alla sinistra. Una fede vera agisce ubbidendo ai comandi di Dio. La
tua com’è? m.t.s.
Giovedì 25 Novembre 2010
“NON SIATE IN ANSIA PER LA VITA VOSTRA”. (Luca 12:22)
Queste parole sono state rivolte da Gesù ai Suoi discepoli, per insegnare
loro la cura amorevole che Dio ha per i Suoi figli. nei versetti seguenti Gesù
parla di cibo e vestiti, e di come i Suoi non devono “affannarsi”
per procurarseli. Certo, Egli non intendeva dire che i Suoi non devono lavorare
per guadagnare il denaro necessario per vivere, aspettandosi magari che tutto
“piova dal cielo”. La parola-chiave qui è “ansia”.
Gesù voleva che i Suoi capissero l’importanza della fiducia nella
provvidenza di Dio, il quale si occupa premurosamente persino degli uccelli
del cielo e dei fiori del campo. Nella Sua generosità, Dio va anche oltre
alle strette necessità. Quindi, una volta che i Suoi figli hanno fatto
tutto quello che possono, se ciò sembra non bastare, devono confidare
che Dio provveda il necessario. h.p.
Venerdì 26 Novembre 2010
“DIO MI HA CHIAMATO PER LA SUA GRAZIA”. (Galati 1:15)
La Grazia è il favore immeritato di Dio verso gli uomini peccatori e
colpevoli. La salvezza è un dono di Dio, indipendente da ogni sforzo
o merito umano. Dio chiama ogni uomo a salvezza mediante la predicazione del
Vangelo. Il Suo invito è per rispondere alla chiamata del Signore. Gesù
dice: “Ecco, Io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la Mia voce
e apre la porta, Io entrerò da Lui” (Apocalisse 3:20). Un noto
artista, Holman Hunt, nel 1853 ha illustrato questo versetto con un quadro,
intitolato “La luce del mondo”. Sul lato sinistro del quadro vi
è la porta dell’anima umana. È chiusa con una sbarra e dei
chiodi arrugginiti. Cristo si avvicina alla porta, vestito di un manto regale
e con la corona di spine in testa, e tiene nella mano sinistra una lanterna.
Con la mano desta sta per bussare alla porta. Potrebbe forzare la porta, ma
non lo fa perché rispetta la nostra volontà e dignità.
La maniglia è all’interno; solo noi possiamo aprire la porta della
nostra vita a Lui. p.d.n.
Sabato 27 Novembre 2010
“CONFIDA NEL SIGNORE CON TUTTO IL CUORE”. (Proverbi 3:5)
Era pieno inverno e la riserva dei fiocchi d’avena di una vedova era esaurita.
La donna andò a letto fiduciosa nel Signore. Però il mattino seguente
fuori imperversava una tempesta di neve che bloccava le strade. La donna accese
il fuoco, mise l’acqua e il sale nella pentola, poi disse: “Adesso
vado a chiedere il resto al Signore”. Andò nella sua camera, si
mise in ginocchio e, dopo aver ringraziato Dio della cura che aveva sempre avuto
di lei, gli presentò il so bisogno. Mentre pregava ebbe la sensazione
che qualcuno bussasse alla porta, L’aprì e riconobbe, tutta ricoperta
di neve, la figlia dell’agricoltore suo vicino. “Non so cosa sia
capitato questa mattina a mio padre, le disse, ma non mi ha lasciata tranquilla
fino a quando non sono partita per portarle questo sacco di provviste, e…”.
Si interruppe improvvisamente vedendo con stupore la donna che, senza ascoltarla,
estasiata e con le mani giunte, ringraziava Dio ad alta voce! s.g.
Domenica 28 Novembre 2010
“RALLEGRATEVI NEL SIGNORE”. (Filippesi 3:1)
Qualcuno di voi dirà: “È impossibile essere felici dopo
aver visto il telegiornale o dopo aver letto il quotidiano! E poi, come posso
essere felice col mutuo da pagare, con le malattie, con i problemi dei figli,
con il coniuge che mi ha mollato, con la mia solitudine, con la mia depressione,
con la mia disoccupazione, ecc.?”. È vero, tutto questo allontana
la felicità. Ma questo versetto, tratto da una lettera scritta dall’apostolo
Paolo mentre era in prigione (…bel posto in cui essere felici!!!), non
si riferisce al sentimento che scaturisce da situazioni positive, ma alla gioia
che nasce dalla relazione con il Signore del cielo e della terra. Quando tutto
intorno a noi diventa tenebroso e non abbiamo niente per cui essere felici,
possiamo sempre alzare gli occhi e guardare a Colui che ha ogni cosa sotto controllo
e che può cambiare ogni situazione, e rallegrarci in Lui che è
a nostro favore. Certamente non possiamo essere felici nelle difficoltà
che la vita ci presenta, ma è possibile sempre gioire nel Signore che
ci accompagna per mano fino a quando non le abbiamo superate. La felicità
non dipende dalle circostanze, ma dalla relazione col Signore. r.b.
Lunedì 29 Novembre 2010
“RICORDATEVI, MENTRE SIETE ANCORA LONTANO, DELL’ETERNO”. (Geremia
51:50)
Conoscete il detto: “Lontano dagli occhi, lontano dal cuore”? Beh,
spesso è così: chi è lontano da una persona, è facile
che la dimentichi. Anche il popolo d’Israele mentre era in esilio (lontano
da Gerusalemme, quindi dal tempio, luogo dove Dio garantiva la Sua presenza),
aveva bisogno di ricordarsi dell’Eterno. Oggi Dio non è più
in un tempio “fatto da mani d’uomo”, ma nel cuore di chi è
diventato il Suo tempio (2 Corinzi 6:16). All’epoca, perché ci
si ricordasse di Dio, usava i profeti. Oggi si serve anche del foglietto di
questo calendario per te che leggi, Forse la tua religiosità ti porta
in un santuario che ti fa illudere di essere vicino a Dio, mentre in effetti
sei lontano. Allora fermati e rifletti! Se invece, nonostante i problemi, ti
accompagnano una profonda pace e gioia costanti perché sei certo che
sei e sarai vicino a Dio per sempre, anche nell’eternità, allora
fermati per ringraziarLo e godere sempre più della Sua presenza. b.s.
Martedì 30 Novembre 2010
“SAMUELE PREGÒ A GRAN VOCE ALL’ETERNO TUTTA LA NOTTE”.
(1 Samuele 15:11)
Nella storia di Israele, Samuele è l’ultimo dei giudici d’Israele
e ha consacrato il primo re, Saul. Aveva avvertito il popolo dei rischi di scegliere
un re umano, ma non fu ascoltato. Saul, dopo un buon inizio, si rivelò
malvagio e infedele a Dio. Dopo una sua disubbidienza, Samuele passò
una notte esprimendo irritazione e dolore a Dio. Il giorno seguente, andò
a riprenderlo e gli annunciò il giudizio di Dio. Di notte, molte volte,
mille pensieri attraversano la mente. Si ricordano cose sbagliate che si sono
fatte, parole che avremmo dovuto dire e altre che vorremmo non aver dette. Peccati
confessati e perdonati riaffiorano e spesso l’immaginazione li trasforma
in preoccupazioni. Che fare? Parlarne con Dio dicendoGli tutto quello che sentiamo,
come ha fatto Samuele. Ricordare le promesse di Dio. Trasformare le nostre preoccupazioni
in suppliche e lodi. Pregare finché non si prende sonno. m.t.s.
Mercoledì 1 Dicembre 2010
“BISOGNA UBBIDIRE A DIO ANZICHÉ AGLI UOMINI”. (Atti 5:29)
I primi seguaci di Cristo si sono dovuti confrontare con un’opposizione
e una persecuzione sempre più crescenti. Le coraggiose parole che l’apostolo
Pietro riesce qui a pronunciare, fanno seguito alla sua precedente esperienza
di gran paura, da lui provata, davanti alla prospettiva di essere arrestato
come il suo Maestro Gesù. Adesso il pericolo è lo stesso, ma è
cambiato il suo atteggiamento che lo porta ad affermare con coraggio la sua
appartenenza incondizionata a Cristo. Le circostanze avverse tentano ancora
una volta di impedirgli di parlare, ma ora può contare sull’aiuto
dello Spirito Santo, cosciente di ubbidire a una legge più importante
di quella umana, cioè di ubbidire alla legge di Dio, senza pensare alle
conseguenze. Il suo comportamento ci insegna che, a volte, non possiamo evitare
il conflitto fra queste due leggi, quella umana e quella divina, e che non possiamo
conciliare la posizione del mondo con quella del Signore. Dobbiamo allora chiedere
a Dio la forza per essere sempre pronti a ubbidirGli e a pagarne anche le conseguenze.
s.p.
Giovedì 2 Dicembre 2010
“ABRAMO INVOCÒ IL NOME DELL’ETERNO”. (Genesi 13:4)
Abramo, dove invoca il Nome dell’Eterno, costruisce un altare o pianta
un albero (Genesi 21:33). Suo figlio Isacco, dove invoca il Nome dell’Eterno,
non solo costruisce un altare, ma pianta la tenda e fa scavare un pozzo (Genesi
26:25). Sono chiari segni che, fin da quei tempi così remoti, invocare
l’Eterno è un’esperienza importante che lascia un segno nella
vita di chi invoca. Non è certo una litania da ripetere, né una
serie di parole da pronunciare per abitudine, con superficialità. Ecco
perché ci sono promesse preziose per chi invoca il Signore: “Egli
Mi invocherà ed Io gli risponderò; sarò con lui nello distretta;
Io libererò e lo glorificherò” (Salmo 91:15). “L’Eterno
è presso a tutti quelli che Lo invocano” (Salmo 145:18). Nel libro
degli Atti, i credenti vengono definiti proprio “quelli che invocano il
Tuo nome” (Atti 9:14,21). Anch’io voglio invocarLo per tutto il
corso dei miei gironi, non con leggerezza, ma per esprimerGli dal profondo del
cuore la mia fiducia, la mia riconoscenza, la mia adorazione, il mio amore,
perché invocarLo mi tiene in stretta comunione con Lui! l.p.
Venerdì 3 Dicembre 2010
“SIGNORE, CORREGGIMI, MA CON GIUSTA MISURA”. (Geremia 10:24)
Colui che ricevuto il dono della grazia di Dio, che salva per i meriti di Cristo,
identificandosi nella Sua morte e resurrezione, segue, per amore, la via indicata
da Dio nella Sua Parola, la Bibbia. Purtroppo però, la natura del peccato
rimane nell’uomo. Infatti il male che non vogliamo, facilmente lo compiamo
e il bene che desideriamo, lo possiamo compiere solo con la forza dello Spirito
Santo (Romano 7:15-21). Pertanto c’è bisogno di essere corretti
e guidati da Lui ogni giorno e la Sua correzione è sempre giusta e piena
d’amore, perché finalizzata al nostro bene. Quindi possiamo essere
sicuri di essere corretti in giusta misura. Per mantenere una coscienza sensibile
al male e, di conseguenza, ricercare la correzione di Dio, è necessario
però desiderare tutti i giorni di piacerGli e di fare la Sua volontà,
che possiamo conoscere solo con un’attenta lettura della Sua Parola e
con un tempo di preghiera e intima comunione con il nostro Signore. s.b.
Sabato 4 Dicembre 2010
“LODATE L’ETERNO, VOI TUTTI I POPOLI”. (Salmo 117:1)
Ogni creatura è invitata a lodare l’Eterno perché ha fatto
cose stupende; meravigliose sono tutte le opere Sue! Guardando il cielo e la
terra, l’universo intero, dal macrocosmo al microcosmo tutto parla ed
esalta le perfezioni di Dio, la Sua eterna sapienza, la Sua onnipotenza, l’unicità
della creazione che rispecchia la gloria dell’Iddio vivente e vero. Anche
guardando l’uomo il capolavoro di Dio, non si può che magnificare
il Creatore. Il salmista stesso afferma di essere stato “intessuto”
nel seno della madre in un modo meraviglioso. Dio ci ha fatti in un modo stupendo
e, anche se non siamo stati formati con materiali pregiati come oro, argento
polvere di diamanti, bensì da un impasto di terra, siamo stati creati
a immagine e somiglianza di Dio! Perciò è doveroso lodare l’Eterno
perché gli spetta! s.g.
Domenica 5 Dicembre 2010
“RICORDATI DI QUELLO CHE L’ETERNO, TUO DIO, FECE”. (Deuteronomio
24:9)
Nei discorsi al popolo d’Israele, liberato dalla schiavitù egiziana,
Mosè è costretto più volte a fare appello alla loro memoria,
ricordando l’opera e le grandi gesta di Dio. Questo invito al ricordo
evidenzia la debolezza della mente umana, tendente a obliare quanto bene Dio
ha fatto. Sembra impossibile potersi dimenticare della Sua opera nella propria
vita, eppure è vero! Per questo motivo la Bibbia ci esorta a non tralasciare
quello che Egli ha fatto per noi, né le Sue promesse. Ogni domenica,
durante il culto al Signore. i cristiani ricordano i benefici e la grazia che
Dio ha concesso loro mediante l’incarnazione, la morte e la resurrezione
di CRISTO. Ricordando la Sua fedeltà, essi aspettano il Suo ritorno,
non dimenticando ciò che Egli ha fatto. m.m.
Lunedì 6 Dicembre 2010
“QUELLI CHE SPESSO NELL’ETERNO ACQUISTANO NUOVE FORZE”. (Isaia
40:31)
A differenza della maggior parte degli uccelli che costruiscono i loro nidi
esposti e tute le intemperie, l’aquila fabbrica la sua dimora sulle alte
sommità. Essa è dotata di una forza superiore a quella degli altri
uccelli, così, non appena vede avvicinarsi la tempesta, s’innalza
con un colpo d’ali e vola, sempre più alto, al di sopra del temporale.
Se sei scoraggiato e depresso per la situazione che stai vivendo, l’unico
segreto per acquistare nuove forze è di sperare nell’Eterno: se
ti rivolgerai a Lui, il peso che ti sentirai togliere di dosso, sarà
paragonabile a sentirti come un’aquila che si alza in volo”. Non
lasciamoci assoggettare dalle circostanze! Confidiamo nell’Eterno ed Egli
ci trasmetterà il vigore dell’aquila per poterci elevare al di
sopra delle tempeste della vita e gioire del riposo della fede. Proviamo a prendere
il nostro volo! g.f.r.
Martedì 7 Dicembre 2010
“C’È UN SOLO MEDIATORE FRA DIO E GLI UOMINI, CRISTO GESÙ”.
(1 Timoteo 2:5)
Molte persone accettano affermazioni dogmatiche su tanti argomenti ma non sulle
religioni. Il pensiero comune, infatti, è questo: se sei sincero, non
importa quale strada prendi, né il nome che scegli di dare alla potenza
divina, perché tutte le religioni portano a Dio. Il ragionamento è
bello, ma rivela di essere una grossa illusione che oscura la verità,
perché in effetti esiste una sola strada che porta a Dio. La Bibbia dice
categoricamente che Gesù Cristo è l’unico mediatore fra
Dio e gli uomini, e anche se questa affermazione non dovesse piacerci, la realtà
non cambia: altre “vie” NON portano affatto a Dio! Tu sei sulla
strada giusta? Il tuo mediatore è Gesù, o ti affidi a qualcun
altro? h.p.
Mercoledì 8 Dicembre 2010
“ADORA IL SIGNORE DIO TUO E A LUI SOLO RENDI IL CULTO”. (Matteo
4:10)
Il passo di oggi mi è particolarmente prezioso: mi ha insegnato a credere
veramente in Dio. Sono cresciuto in un ambiente religioso, nel quale il culto,
chiamalo adorazione, oppure venerazione, non era rivolto a Dio solo. Molte personalità
maschili o femminili, esseri umani elevati all’altezza di dèi,
si imponevano nelle mie preghiere. Leggendo il Vangelo, mi colpì la frase
del versetto di oggi. Da allora iniziai a rivolgere le mie preghiere soltanto
a Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo. Di colpo era come se un peso mi fosse
caduto dal cuore e mi sentivo più libero di incontrare il Dio vivente.
È come in una relazione d’amore funzionante: alla persona amata
si dona un posto esclusivo senza concorrenti. Così è nella relazione
con Dio: non è possibile pregarLo, se la nostra devozione a Lui non è
esclusiva. Ogni altro “idolo” appesantisce e ostacola questo rapporto
e rende vana e sterile la nostra religiosità. a.p.
Giovedì 9 Dicembre 2010
“CRISTO È L’IMMAGINE DI DIO”. (2 Corinzi 4:4)
Dio non può essere visto dall’essere umano. Infatti l’evangelista
Giovanni esclamò: “Nessuno ha mai visto Dio” (Giovanni 1:18).A
questa frase fanno eco le parole: “A chi vorreste assomigliare Dio? Con
quale immagine Lo rappresentereste?” (Isaia 40:18). Allora, qual è
la risposta a queste domande? Gesù il Cristo! “Egli è l’immagine
del Dio invisibile” (Colossesi 1:15). Egli è Colui che è
disceso dal cielo per farci conoscere l’Eterno! Da sempre l’uomo
ha bramato di conoscere Dio. La storia delle religioni ci mostra quanto questo
desiderio sia forte e radicato nell’essere umano. Infatti è Dio
stesso, il nostro Creatore, che ha messo in noi il pensiero dell’eternità
(Ecclesiaste 3:11). Ed è questo che spinge l’uomo a cercare l’Eterno!
Ma Dio non può essere visto dall’occhio umano. Qualsiasi tentativo
di approccio a Dio resterà un fallimento se non si passa attraverso Gesù!
Lui stesso dichiarò “Io sono la via, la verità la vita,
nessuno viene al Padre se non per mezzo di Me”. e.m.
Venerdì 10 Dicembre 2010
“IL DONO DI DIO È LA VITA ETERNA IN CRISTO GESÙ” (Romani
12:3)
Di che dono si tratta? Il dono gratuito che Dio fa ai peccatori che nulla meritano
e tuttavia credono che Gesù, morendo sulla croce al posto loro, ha preso
su di Sé la pena che giustamente avrebbero meritato per i loro peccati.
Gesù li ha riabilitati davanti a Dio, ha dato loro una nuova possibilità
di vita attraverso il ravvedimento, e ha donato loro la vita eterna. Cos’è
la vita eterna? Una nuova dimensione di vita con Dio, spirituale, che comincia
qui sulla terra e continuerà per l’eternità insieme a Lui.
Non è possibile meritarla, perché è un dono. Vuoi ricevere
questo dono? Credi che Cristo è il mezzo donato da Dio per il tuo perdono
e per la tua salvezza: prega subito, chiedendoGli umilmente perdono e affermando
con fiducia che solo il Suo sacrificio ti può salvare e donare la vita
eterna. E ringraziaLo con tutto il tuo cuore! g.f.r.
Sabato 11 Dicembre 2010
“CHI HA VISTO ME, HA VISTO IL PADRE, DISSE GESÙ”. (Giovanni
14:9)
Vedere Dio. Tanti uomini lo hanno desiderato, ma la Bibbia ci dice che questo
è impossibile: nessuno può vedere Dio e vivere. C’è
un contrasto troppo violento fra la santità perfetta di Dio e la peccaminosità
dell’uomo. Dio deve giudicare il peccato. Ma vuole nello stesso tempo
portare l’uomo alla Sua presenza. Ha mandato Suo Figlio, Dio in terra,
incarnato in un corpo mortale, per potersi avvicinare all’uomo, senza
essere costretto a giudicarlo e a distruggerlo. E così Gesù può
dire ai Suoi discepoli e a noi: “Chi ha visto Me, ha visto il Padre”.
E noi incontriamo Gesù nei Vangeli, nella testimonianza di coloro che
hanno vissuto, camminato con Lui, Lo hanno ascoltato. E conoscendoLo così,
conosciamo anche il Padre. È una possibilità e una promessa nello
stesso tempo. v.n.
Domenica 12 Dicembre 2010
“IL CASTIGO, PER CUI ABBIAMO PACE, È CADUTO SU DI LUI”. (Isaia
53:5)
Anzitutto una domanda: perché mai un castigo dovrebbe portare la pace?
Spesso un genitore preferisce far finta di non aver visto la disubbidienza di
suo figlio, piuttosto che rovinare la “pace” in famiglia con sgridate
e castighi. Questa però non è pace, ma pigra copertura del disordine.
La pace biblica invece è rodine all’interno dell’opera di
Dio. Il peccato dell’uomo turba questo ordine, e il rimedio non può
che essere l’espiazione mediante castigo. E il castigo promesso da Dio
per il peccato è la morte. Ma se muoio, come potrò poi godere
la pace? Qui risponde la Bibbia: “Gesù… è stato dato
a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione”
(Romani 4:25). Attraverso il castigo subito da Gesù per me, l’ordine
di Dio è stato ristabilito ed io, se credo in Cristo, sono risuscitato
con Lui ed ho pace con Dio. m.c.
Lunedì 13 Dicembre 2010
“FORTIFICATEVI NEL SIGNORE”. (Efesini 6:10)
Inquinamento, stress, ritmi, sempre più sostenuti, fiumi di informazione
ogni giorno, logorano le nostre forze e spesso ci sentiamo esausti. Oltre a
questi nemici, delle forze spirituali malvagie lottano contro di noi. Dove trovare
la forza per resistere a difenderci? L’apostolo Paolo ci esorta a fortificarci
nel Signore. Come vitamine che fortificano la nostra vita interiore. Dio mette
a disposizione tutti gli elementi necessari per fortificarci. Le chiamerò
per una volta “vitamine” (l’apostolo le paragona a componenti
di un’armatura da soldato). La vitamina “V”, la verità,
mantiene agili e protegge dal virus della menzogna. La vitamina “G”,
la giustizia di Dio, ci fortifica. La vitamina “Z”, lo zelo, ci
rende pronti a far risaltare la bellezza e la verità del Vangelo, tutte
le volte che ci capita l’occasione. La vitamina “S” rende
grati e sicuri nella salvezza. La vitamina “F”, la fede, ci riporta
a Dio, tutte le volte che ci siamo allontanati. E hai a disposizione ancore
altre “vitamine” (le trovi in Efesini 6:10-18). Che ne dici di prendere
le tue vitamine o, se preferisci, di “rivestire l’armatura di Dio”?
a.p.
Martedì 14 Dicembre 2010
“DIO È POTENTE DA FAR ABBONDARE SU DI VOI OGNI GRAZIA”. (2
Corinzi 9:8)
Alcuni anni fa, visitai la chiesa della natività a Betlemme. Entrai con
grande emozione pensando che, forse non proprio lì, ma almeno in quella
zona, oltre 2000 anni prima era nato Gesù. Adorazione e commozione pervasero
il mio cuore, non per il luogo ma per l’evento straordinario ricordato.
Una calca di gente quasi impediva l’ingresso; poi mi ritrovai in un locale
attiguo con pareti piene di quadri con raffigurazione umane, tanti soldi e tanta
gente in fila per baciare questi quadri, pensando di ingraziarsi qualcuno. Che
contrasto terribile: da una parte il Creatore umiliato in una piccola creatura
per offrirsi in dono all’umanità perduta, dall’altra la stessa
umanità che, ignorando e disprezzando tale dono, vuole comprare con i
propri mezzi il favore divino. Questo stesso atteggiamento è anche in
chi vuole risolvere il problema del peccato con i propri meriti oppure rimane
indifferente rifiutando ugualmente il dono della grazia. LA GRAZIA è
un dono che Dio offre a tutti: sta a noi accettarla o rifiutarla! Io ho accettato
il dono! Tu cos’hai fatto? w.g.
Mercoledì 15 Dicembre 2010
“LA GLORIA DEL SIGNORE SARÀ RIVELATA, E TUTTI, ALLO STESSO TEMPO,
LA VEDRANNO”. (Isaia 40:5)
“Meglio essere il primo al paese che il secondo a Roma”, recita
un proverbio popolare. Il sindaco di un piccolo paese ha una sua gloria sul
posto: è riconosciuto per strada, salutato, invitato a parlare in diverse
occasioni, onorato dai suoi concittadini. Va a Roma, e nessuno lo conosce. E
se infrange il codice stradale il vigile gli dà pure la multa, cosa che
difficilmente accadrebbe al suo paese. Si può dire allora che Dio è
il primo concittadino del pianeta terra, ma quanti sono quelli che Lo onorano?
Alcuni parlano di Lui; qualcuno dice che non l’ha mai visto e che per
lui quindi non è nessuno; sarà forse un’autorità
per i credenti, ma non per lui. La Scrittura allora avverte che un giorno la
gloria del Signore sarà rivelata, ma in modo diverso da ora, perché
tutti, allo stesso tempo, la vedranno. E per chi non l’ha vista prima,
la scoperta non sarà piacevole. m.c.
Giovedì 16 Dicembre 2010
“CERTO, IL SIGNORE AMA I POPOLI”. (Deuteronomio 33:3)
L’amore di Dio per tutti gli uomini è rivelato fin dai tempi più
antichi. Le parole della “benedizione con la quale Mosé, uomi di
Dio, benedisse i figli d’Israele prima di morire” ricordano che
la scelta di Dio di avere un Suo popolo non era una scelta esclusiva ma inclusiva,
non era una scelta discriminante ma semplicemente strumentale. Dio si era infatti
riproposto di usare il Suo popolo come strumento di testimonianza del Suo nome
e della Sua legge fra tutti i popoli. In questo modo a tutti gli uomini sarebbe
giunta la rivelazione del Suo amore e della Sua giustizi. Israele, nel progetto
di Dio, doveva essere cioè il canale che avrebbe portato le Sue benedizioni
a tutti i popoli. Purtroppo sappiamo che, per la sua disubbidienza, non fu lo
strumento fedele che Dio avrebbe desiderato. Egli comunque, nella Sua grazia,
proprio attraverso la discendenza di Abramo, ha benedetto tutte le famiglie
della terra donando a Israele e a tutti gli uomini un perfetto Salvatore nella
persona di Gesù. Questo Dono è la dimostrazione che Dio “ama
(davvero) i popoli! p.m.
Venerdì 17 Dicembre 2010
“SAPPIATE CHE IL SIGNORE CONOSCE IL SERVO A LUI FEDELE”.
(Salmo 4:3)
Non era una decisione facile. La coppia aveva appena avuto la notizia che il
bimbo atteso, che andava formando nel grembo materno, probabilmente sarebbe
nato con la Sindrome di Down. Ricordo ancora quanto era commosso il padre della
futura mamma, quando ci raccontava che la figlia e il genero avevano deciso
di non interrompere la gravidanza e di accettare il bambino in ogni caso, rimanendo
fedeli ai sani principi che entrambi imparato nella propria famiglia. Nel corso
dei secoli, Dio si è servito di innumerevoli persone per far progredire
la Sua opera, ma Uno soltanto ha fatto ogni cosa esattamente secondo i piani
di Dio: il Signore Gesù Cristo. Egli è il Servo per eccellenza.
Ci sono, però, tanti altri fedeli servitori di Dio che anche oggi portano
avanti la Sua opera, benché in modi non sempre evidenziati. Non dobbiamo
dunque preoccuparci, se il nostro servizio non è visto da altri; la cosa
importante è che restiamo fedeli al compito che Dio ci ha chiamati a
svolgere. Ma, innanzi tutto, occorre diventare Suoi servitori… h.p.
Sabato 18 Dicembre 2010
“LA PAROLA DI DIO È VIVENTE ED EFFICACE”. (Ebrei 4:12)
“Che cos’è la Parola di Dio”?, “In che senso
è vivente e in che modo è efficace?”, sono soltanto alcuni
degli interrogativi che il lettore, giustamente, dovrebbe porsi. Proverò
a rispondere a queste domande, che reputò basilari, con la massima semplicità.
Primo: Dio ha deciso, sovranamente, di parlare agli uomini usando la parola
come mezzo di comunicazione. La Sua Parola, nel corso di circa 1500 anni, è
stata messa per iscritto da alcuni uomini sospinti e guidati dallo Spirito Santo
(2 Pietro 1:21), rivelando chiaramente il pensiero e la volontà del Signore.
Così oggi abbiamo la Bibbia. Secondo: la Bibbia possiede le qualità
del Suo Autore Divino. È vivente, cioè trasmette la vita stessa
di Dio, con un messaggio diretto e personale. È efficace, cioè
penetra nelle parti più intime del nostro essere: “…essa
giudica i sentimenti e i pensieri del cuore” (Ebrei 4:12). Terzo: tutte
le persone hanno, per le ragioni esposte sopra, la grande responsabilità
di ascoltare e mettere in pratica quello che Dio ha voluto rivelare. s.v.
Domenica 19 Dicembre 2010
“BENEDETTO SIA L’ETERNO… CHE NON HA CESSATO DI ESSERE BUONO
E FEDELE”. (Genesi 24:27)
Queste parole furono pronunciate dal servo che Abraamo aveva mandato nel suo
paese natio, perché cercasse una moglie per suo figlio Isacco. Quando
arrivò sul posto, il servo si rese conto che Dio stava guidando le cose
e che la ragazza che gli stava dinanzi sarebbe stata una buona moglie per Isacco.
Così pronunciò le parole del versetto di oggi. Per noi possiamo
prendere due insegnamenti: in primo luogo, come il servo di Abraamo si è
costantemente preoccupato di fare la volontà di Dio e di seguire la Sua
guida, così dovremmo fare anche noi, certi che la volontà divina
per la nostra vita è sempre la miglior cosa che possa capitarci. In secondo
luogo impariamo a ringraziare: Dio elargisce le Sue benedizioni, a noi spetta
di saperle vedere e avere un cuore sempre riconoscente e sulle labbra una parola
di lode e un grazie sincero. f.a.
Lunedì 20 Dicembre 2010
“GESÙ RISPOSE: VOI NON SAPETE QUELLO CHE CHIEDETE”. (Matteo
20:22)
La madre di Giacomo e Giovanni chiede, a nome loro, un posto d’onore nel
futuro regno di Cristo. Il Signore non rimprovera né la madre né
i figli, per le loro pretese, ma rivolge loro questa osservazione. Prima dell’onore,
c’è la prova: si sentono d’affrontarla? La stessa cosa il
Signore la dice a noi. Se vogliamo seguirLo da vicino, dobbiamo essere pronti
a subire le prove che Lui ha sopportato. Il Signore non rimprovera perché
chiediamo, ma ci avverte. Non vuole ingannarci, non ci dice che essere discepoli
Suoi sarà facile e sempre soddisfacente e gratificante. Parla di croce
e di giogo. A differenza di tanti predicatori che annunciano un Vangelo facile
e comodo, il Signore Gesù non lo fa mai. Vuole che chiediamo, ma sapendo
che cosa chiediamo e pronti a pagare il prezzo, e allora conosceremo la bellezza
della comunione con Lui.. v.n.
Martedì 21 Dicembre 2010
“QUANTO A ME, IO CONFIDO NELLA TUA BONTÀ; IL MIO CUORE GIOIRÀ
PER LA TUA SALVEZZA”. (Salmo 13:5)
L’autore di questo Salmo ha sperimentato l’aiuto di Dio e al versetto
successivo dice: “Io canterò all’Eterno, perché mi
ha trattato con grande magnanimità”. Quando mi sono ritrovata in
situazioni in cui mi è venuto a mancare o a essere insufficiente il sostegno
umano, ha potuto sperimentare che l’Unico che non delude mai, è
il Signore. L’Unico che ha le capacità e la volontà di prendersi
cura totalmente di ogni singola creatura. Dio vuole da noi una fiducia totale,
che si mostra nella sottomissione alle Sue scelte per la nostra vita e nel riconoscere
che ciò che Egli fa è il meglio per noi. Una fiducia che non si
tiene aggrappata al dolore o alla paura, ma lascia ogni peso Colui che ha le
spalle abbastanza grandi da portare i pesi di tutto il mondo. “Nel tornare
a Me e nello stare sereni sarà la vostra salvezza; nella calma e nella
fiducia sarà la vostra forza” (Isaia 30:15). e.s.
Mercoledì 22 Dicembre 2010
“TU, ETERNO, SEI NOSTRO PADRE, IL TUO NOME, IN OGNI TEMPO, È SALVATORE
NOSTRO”. (Isaia 63:16)
Padre e Salvatore, quanto dolci e pieni di significato sono questi due appellativi
con i quali Dio si fa chiarire in questa preghiera! Dio è il nostro Creatore,
il Creatore di tutto ciò che esiste, di tutti gli uomini, ma non tutti
gli uomini posso chiamarlo Padre, come molti erroneamente credono. L’evangelista
Giovanni, presentando Gesù dice: “È venuto in casa Sua ma
i suoi non l’hanno ricevuto; ma a tutti quelli che Lo hanno ricevuto Egli
ha dato il diritto di diventare i figli di Dio; a quelli, cioè, che credono
nel Suo nome” (Giovanni 1:11,12). È solo i Cristo che possiamo
chiamare Dio “Padre”, Colui che mi guida, mi ammaestra, mi corregge
e veglia su di me. È solo accettando Gesù, il Suo sacrificio espiatorio
sulla croce per i nostri peccati, che possiamo conoscerLo come Salvatore. È
così per te? g.b.
Giovedì 23 Dicembre 2010
“ELLA PARTORIRÀ UN FIGLIO, E TU GLI PORRAI NOME GESÙ”.
(Matteo 1:21)
C’è stato un atteggiamento che ha accomunato sia Maria che Giuseppe
nell’accogliere la notizia che sarebbero diventati i genitori del Figlio
di Dio: la sottomissione. Maria non ipotizzava certo di rimanere incinta, ma
pensava piuttosto all’organizzazione del suo matrimonio e Giuseppe non
pensava certo di diventare marito e padre in maniera così veloce. Nessuno
dei due poté scegliere il nome del bambino e fantasticare, come fanno
tutti i genitori, su quello che a loro sarebbe piaciuto di più. I loro
programmi e i loro progetti presero altre direzioni e comprendendo solo una
piccola parte, si sottomisero e accettarono un ruolo che mai avevano ricercato
e neppure voluto. A Maria l’annuncio fu fatto da un angelo di nome Gabriele;
lei ascoltò, fece le sue giuste obiezioni, memorizzò e poi si
sottomise. Giuseppe dovette credere addirittura a ciò che gli venne rivelato
in un sogno; ebbe indicazioni chiare su come doveva comportarsi nei confronti
della sua fidanzata e poi anche a lui venne indicato il nome del bambino. Niente
è scontato o prevedibile in questa storia, tutto è stato scritto
perché possiamo riflettere personalmente sul significato di quel Nome
che non poterono scegliere: “L’Eterno è la salvezza”.
a.m.
Venerdì 24 Dicembre 2010
“LA VERA LUCE CHE ILLUMINA OGNI UOMO STAVA VENENDO NEL MONDO”. (Giovanni
1:9)
Fai conto di essere cresciuto in un appartamento splendido, pulito in ogni angolo,
pieno di oggetti preziosi e senza la minima cosa fuori posto. E poi immagina
di dover andare ad abitare per 33 anni in un posto puzzolente, sporco, polveroso,
fra gente sgarbata che non ti si fila per niente. E che, alla fine, ti ammazza.
Ti piacerebbe? Eppure Gesù lo ha fatto. È stato rinchiuso per
9 mesi nell’utero di Maria al buio. È nato in una stalla e, invece
di un bel materassino ha avuto come letto la paglia. Lui che era Dio, si è
autolimitato: ha imparato a camminare, a parlare. Hai imparato un mestiere.
Quando è cresciuto non aveva una casa. Veniva ospitato qua è là.
Predicava l’amore e riceveva odio e scherno. Guariva i malati e pochi
Lo ringraziavano. Alla fine Lo hanno messo su una croce come un criminale. In
questi giorni, mentre i negozi sono addobbati e tutti pensano ai regali, cerchiamo
di pensare un po’ di più al terribile sacrificio dell’incarnazione.
E ringraziamo il Salvatore che si è incarnato per noi. m.t.s.
Sabato 25 Dicembre 2010
“CRISTO GESÙ È VENUTO NEL MONDO PER SALVARE I PECCATORI”.
(1 Timoteo 1:15)
Come è chiaro, semplice e immediato questo passo della Bibbia! Eppure
il diavolo riesce ancora a creare tante incomprensioni e diffondere tante false
interpretazioni riguardo a questa verità che è centrale nella
Scrittura. Perché Gesù è venuto al mondo? Perché
ha preso un corpo in carne e ossa come il nostro? A queste domande possiamo
sentire le risposte più disparate… per lo più si crede che
sia venuto per insegnarci l’amore, il perdono, la tolleranza; per indicarci
la via della salvezza, la via della pace, l’umiltà ecc. Tutto ciò
è vero, ma se ci sfugge la verità centrale questo serve a poco.
Gesù è venuto per morire! È venuto come l’Agnello
sacrificale puro e immacolato per prendere su di Sé i peccati del mondo.
Il Suo corpo era necessario perché doveva essere versato quale prezzo
di riscatto per i peccatori. È venuto per salvare noi tutti, perciò
tutti dovremmo riconoscerci peccatori, perché tali siamo! g.b.
Domenica 26 Dicembre 2010
“TU, DUNQUE, TORNA AL TUO DIO, PRATICA LA MISERICORDIA E LA GIUSTIZIA,
E SPERA SEMPRE NEL TUO DIO”. (Osea 12:7)
Finché sei in vita non è mai troppo tardi per tornare a Dio e
non ci sono peccati troppo grandi per il Suo perdono amoroso. Da oggi puoi fare
quello che non ha fatto fino a questo momento e praticare la misericordia e
la giustizia nel Signore, tua speranza. Cosa devi fare? Leggi il capitolo 3
del Vangelo di Giovanni per intero e poi accetta Cristo come tuo Signore e Salvatore.
Per mezzo del Suo Spirito Egli ti farà “nascere di nuovo”.
Accetta il perdono di Dio, perdona gli altri, impara dai tuoi errori, accetta
ciò che non puoi cambiare, lascia il passato alle tue spalle, alzati
e inizia da capo. r.b.
Lunedì 27 Dicembre 2010
“NESSUN UOMO PUÒ PAGARE A DIO IL PREZZO DEL SUO RISCATTO”.
(Salmo 49:7)
Un illustre scienziato, James Simpson, che aveva introdotto in chirurgia l’uso
del cloroformio come anestetico, a una festa organizzata in suo onore, ringraziò
i presenti per le attestazioni di stima e di affetto che aveva ricevuto e aggiunse:
“Io ho fatto una scoperta ancora più grande di quella per la quale
mi onorate. Nella Bibbia ho scoperto che ero un peccatore e che avevo bisogno
di un Salvatore. Questo Salvatore l’ho trovato in Cristo Gesù,
il quale, con il Suo sangue sulla croce, ha cancellato i miei peccati e mi ha
perdonato”. Il sacrificio di Cristo ha valore di riscatto. L’uomo
è schiavo del peccato, di Satana e delle passioni peccaminose. Cristo
è sceso nel “mercato degli schiavi” e ci ha liberati da ogni
schiavitù. Ma, per liberarci, ha pagato un prezzo elevato: la Sua vita,
il Suo sangue (1 Pietro 1:18,19). La salvezza è un dono della grazia
di Dio; non possiamo guadagnarla con i nostri sforzi o con i nostri mercati.
Dobbiamo solo riconoscere il bisogno che abbiamo di Dio e ricevere Cristo come
Salvatore e Signore. p.d.n.
Martedì 28 Dicembre 2010
“PERCHÉ HAI DISPREZZATO LA PAROLA DEL SIGNORE?” (2 Samuele
12:9)
Il re Davide, sempre pronto a riconoscere le colpe degli altri e a condannare
i trasgressori, stenta invece ad ammettere la sua gravissima colpa, cioè
aver “disprezzato la Parola del Signore”. È purtroppo tipico
della nostra natura umana riuscire a scoprire e a rivelare, a volte con piacere,
i difetti degli altri e a chiudere invece gli occhi sui nostri errori, sulle
nostre mancanze, sulle nostre offese, che arrechiamo al prossimo e soprattutto
a Dio, dimostrando disprezzo per la Sua Parola. Il seguito della storia di Davide
ci fa riflettere e ci insegna non solo a individuare le nostre colpe, ma soprattutto
a pentirci, a confessarle e a chiedere perdono sia a chi abbiamo offeso sia
a Dio, pregandoLo di “renderci la gioia della Sua salvezza”, che
era andata persa a causa del peccato commesso (Salmo 51:12). a.r.m.
Mercoledì 29 Dicembre 2010
“RICORDATI DI QUANTO HAI RICEVUTO E UDITO; SERBALO E RAVVEDITI”.
(Apocalisse 3:3)
Markus pensava spesso alla nonna e alle vacanze invernali che trascorreva nella
sua casa di montagna. Durante le serate, accanto al caminetto scoppiettante,
disegnava
Splendidi paesaggi innevati e la nonna, mentre sferruzzava, gli raccontava storie
avventurose, della Bibbia e rispondeva a tutte le domande che le rivolgeva.
A 16 anni Markus cominciò a fare la sua vita. Voleva divertirsi alla
grande, provare forti emozioni, impasticciandosi con eccitanti e droghe. La
mente annebbiata e il fisico assuefatto, permisero che commettesse reati per
cui stava pagando le conseguenze. Il versetto preferito della nonna era “invocaMi
nel giorno dell’avversità, Io ti libererò” (Salmo
50:15). In uno dei giorni più bui della sua vita in carcere, Markus lo
ricordò e invocò Dio. Sapeva che Egli lo avrebbe ascoltato e accolto.
Il tempo del ricordo è ricco di significati. Lo Spirito Santo aiuta a
ricordare quanto è stato seminato nei cuori. Forse ti viene in mente
qualcuno in particolare che sta attraversando un momento di ribellione: prega
per lui che possa ricordare ciò che sa della Parola di Dio, e ravvedersi.
m.f.
Giovedì 30 Dicembre 2010
“QUESTE COSE SONO SCRITTE, AFFINCHÉ CREDENDO, ABBIATE VITA”.
(Giovanni 20:31)
Per salvare gli uomini, Dio è intervenuto in un preciso momento della
storia degli uomini. Solo poche persone hanno potuto incontrare il Figlio di
Dio ha fatto uomo quando era sulla terra. Tutti noi che siamo venuti dopo non
avremmo saputo niente di Gesù, se Dio stesso non avesse ispirato gli
scrittori del Nuovo Testamento. Giovanni ci ricorda il motivo per cui ha scritto
il suo Vangelo; affinché chi legge – quindi anche tu ed io –
possa avere la vita. Questa è l’intenzione di Dio. Basta dunque
leggere per avere la vita? No, c’è una condizione: bisogna credere
che Gesù è il Cristo, con tutto quello che questa fede significa.
L’intenzione che ha spinto Dio a far scrivere il Libro dunque è
chiara. E l’intenzione di te che leggi? Se un giorno hai sinceramente
creduto in Gesù, ora hai la vita eterna. Ma ricordati per averla “in
abbondanza” (Giovanni 10:10), la fede deve continuamente essere esercitata.
m.c.
Venerdì 31 Dicembre 2010
“VI ABBIAMO FATTO CONOSCERE LA POTENZA E LA VENUTA DEL NOSTRO SIGNORE
GESÙ CRISTO”. (2 Pietro 1:16)
Oggi sono in molti a parlare di Gesù e di Dio, ma tutto questo non basta.
Il Vangelo è la potenza di Dio, rivelata per la salvezza di ogni credente.
Per l’intero anno, caro amico, hai letto i foglietti di questo calendario;
essi ti hanno accompagnato e parlato, ti hanno fatto riflettere, ti avranno
fatto meditare sull’importanza della vita con Dio. Il mio desiderio è
che abbiano parlato al tuo cuore e non solo alla mente. Dire alla fine di una
lettura di uno di essi: “È molto bello!” è poco; non
serve a nulla. Ciò che conta è se, tramite le parole scritte,
hai permesso a Dio di rivelarti il bisogno estremo di conoscere Gesù
Cristo intimamente. Non serve solo sapere delle cose intorno a Gesù,
ma conoscerLo, nel proprio cuore. Se non avviene un “matrimonio”
con Gesù, a poco servirà sapere tanto o poco in merito a Lui.
Dio ti ha chiesto in vari modi la mano per potersi fidanzare e poi sposare con
te. Oggi è il 31 dicembre! Vuoi ancora far aspettare il Dio d’amore?
Dio ti benedica nella scelta per Lui! p.p.
UNA RIFLESSIONE FINALE
Dopo quello che hai letto quest’anno, forse senti il peso dei tuoi peccati
e hai desiderio di essere perdonato e di dare la tua vita a Gesù Cristo,
ma non sai come farlo. Allora fermati qualche minuto proprio ora e prega così:
“Signore Gesù, so di essere un peccatore e mi dispiace per i peccati
che ho commesso col pensiero, a parole e fatti. Mi pento e Ti chiedo sinceramente
perdono. Grazie che sei morto sulla Croce e hai pagato per me la giusta punizione
che avrei dovuto subire io. Ti chiedo di entrare nella mia vita in questo momento
e di essere il mio Salvatore, il mio Signore e il mio Amico. Riempimi del Tuo
Spirito e aiutami da ora in avanti a seguirTi e a ubbidire ala Tua Parola. Grazie,
Signore Gesù, Amen”. Se ti sei rivolto così a Dio prendendo
la decisione di seguirLo, ti incoraggiamo a scriverci per testimoniare di aver
fatto questo passo. Vogliamo aiutarti a crescere nella fede e magari metterti
in contatto con credenti nella tua città che hanno fato questo passo.
Oppure possiamo mandarti altro materiale. In attesa di tue notizie ti salutiamo
e, Buon Anno nel Signore!
CALENDARIO 2009
Cara lettrice, caro lettore,
un nuovo anno è iniziato. Ti auguriamo che tu possa essere benedetto
dal Signore Gesù Cristo e scoprire quanto Egli ti ama. Questo calendario
ha lo scopo di portarti il messaggio della Bibbia che ti incoraggiamo a meditare
quotidianamente. Preghiamo che in quest’anno tu comprenda l’unicità
di Gesù Cristo e quanto Egli ha fatto per te quando ha sparso il Suo
sangue per aprirti la strada a Dio. Ricorda: il messaggio della Bibbia produce
fede, pace e speranza e dà la comprensione dei pensieri di Dio! Pertanto,
se seguirai il riferimento biblico quotidiano, che ti porterà attraverso
tutto il Nuovo Testamento in un anno, ne avrai gran beneficio! Puoi anche ascoltare
uno studio sistematico dell’intera Bibbia via Radio – telefona alla
CRC: Tel. 0362-245400 o consulta il sito www.bibbia.it Oppure puoi ascoltare
l’emittente cristiana live: www.radiorisposta.org
CHIESA EVANGELICA (TRIESTE). Via della Madonnina n.43 Questo calendario è
gratuito, a chi interessa averlo, per gli interessati rivolgersi alla Chiesa.
Cell. 333-5250511 (Matteo)
GENNAIO 2009
(1) O DIO, FAMMI CONOSCERE LE TUE VIE AFFINCHÉ IO TI CONOSCA.(Esodo 33:13)
Soprattutto all’inizio di un anno nuovo di solito abbiamo dei desideri
nel nostro cuore, dei progetti: forse il matrimonio, forse la nascita di un
figlio, nel 1992, facevo il conto alla rovescia nell’attesa della sua
nascita e, quando quel giorno arrivò, fummo ripieni d’allegrezza
nel vedere questa creatura che ci veniva affidata da Dio. In questo passo Mosè
fa a Dio una richiesta di vitale importanza. Doveva ancora entrare nella Terra
Promessa col suo popolo, un obiettivo importante davanti a sé, ma sapeva
perfettamente che non c’è progetto che possa essere realizzato
e benedetto se prima non c’è la ricerca delle vie che Dio ha stabilito
per noi. Non sarà importante quante cose faremo per Dio quest’anno,
ma piuttosto quante cose Dio potrà fare in ognuno di noi. Preoccupiamoci
di conoscere le Sue vie. Nel cuore di Dio ci sono dei progetti per noi…
a noi scoprirli! Possa essere questo il vero e unico desiderio del nostro cuore
per quest’anno. p.p.
GENNAIO
(2) PER CERTO IO TI RISERVO UN AVVENIRE FELICE, DICE IL SIGNORE.(Geremia 15:11)
“Spero che il nuovo anno sia migliore di quello passato”, fu il
messaggio telefonico mandato da una ragazza a suo fratello per il nuovo anno.
Avevano vissuto delle circostanze tristi in famiglia. In effetti non è
piacevole constatare così diverse fra loro in un momento di festa che
dovrebbe essere comune. Mentre alcuni gioiscono per il nuovo anno iniziato,
altri vivono nel lutto e nella sofferenza, sanno già che non sarà
molto diverso da quello precedente. Nessuna festa sembra apparirgli. Il profeta
Geremia, nel contesto di questo versetto, soffre per la sua fede in Dio. Tutti
lo odiano e lo perseguitano. Niente, dal punto di vista psicologico e spirituale,
gli concede tregua e pace. Eppure non è solo, la Parola del Signore o
sostiene nei momenti difficili: “Io ti riservo un avvenire felice”.
In un mondo in cui non sono previste feste per i sofferenti, Dio ha una parola
opportuna di speranza. Tutti gli uomini, anche quelli che vivono una gioia che
la Bibbia definisce ingannevole, di breve durata, hanno bisogno di ravvedersi
e convertirsi a Cristo. Sei fra quelli che desiderano un avvenire migliore?
Comincia il nuovo anno cercando nella Bibbia il Dio che fa e mantiene le promesse.
s.v.
GENNAIO
(3) DIO È FEDELE, GIUSTO E RETTO. (Deuteronomio 32:4)
Il mio nonno paterno morì davanti ai miei occhi quando avevo solo 4 anni
e la mia nonna materna morì addirittura accanto a me mentre io dormivo
nel suo lettone: avevo 6 anni. Crebbi con il ricordo sempre vivo di questi dolori.
Avevo appena finito il liceo, quando mio padre fu colpito da un cancro e morì
consumato da esso. Ho sofferto moltissimo e mi manca ancora adesso. L’università,
finalmente la laurea e il primo lavoro… ma non passò molto tempo
e mia madre ebbe un ictus e fu costretta alla sedia a rotelle per tanto tempo.
Quando sembrava essersi rimessa un po’, fu colta da una serie di problemi
cardiaci. Poi mio fratello si è ammalato di cancro ed è morto
prematuramente, lasciando la moglie e un bambino di soli 7 anni che stravedeva
per il suo “papi”. Dio è fedele, giusto e retto in tutto
quello che fa e in tutto quello che accade nella nostra vita? Anche quando tutto
quando sembra così assurdo? Sì! Io non comprendo, il dolore è
grande, ma Gesù, “l’uomo dei dolori” è qui …
me lo ha promesso. Dio è fedele, giusto e retto e lo sarà ancora
in questo nuovo anno… nonostante tutto. r.b.
GENNAIO
(4) LE SCRITTURE RENDONO TESTIMONIANZA DI ME, DISSE GESÙ. (Giovanni 5:39)
Gesù è il nucleo, il principio di tutta la storia dell’universo,
e allo stesso tempo ne costituisce il termine. “Tutte le cose sono state
create per mezzo di Lui e in vista di Lui” (Colossesi 1:16). Quindi era
impossibile che la Scrittura stessa non testimoniasse di Gesù. La Scrittura
è la Parola di Dio in parole umane. Il messaggio di Dio è giunto
fino a noi in modo intelligibile, affinché conoscessimo Gesù e,
attraverso la nostra fede in Lui, potessimo ricevere per grazia il regalo della
salvezza eterna. Che magnifica realtà! Hai la Bibbia (cioè la
Sacra Scrittura) a casa tua? Se ancora non ne possiedi una, puoi richiederla
alla redazione di questo calendario (vedi il foglietto delle offerte dopo il
31 agosto). Se non hai una, leggila spesso. La Bibbia è la voce di Dio
che ti parla di Gesù. Il versetto di oggi continua con una frase tanto
triste quanto vera e attuale. Gesù continuò dicendo: “…eppure
non volete venire a Me per avere la vita!”. L’invito è ancora
valido oggi: vai a Gesù e avrai la vita! e.m.
GENNAIO
(5) COME È PREZIOSA LA TUA GRAZIA, O DIO. (Salmo 36:7)
Avevo solo 11 anni. Una cara sorella missionaria, residente nella nostra città,
mi portò, insieme ad altre 4 o 5 bambine, in un campeggio evangelico.
Avevo conoscenza del Vangelo, essendo cresciuta in una famiglia di credenti,
ma non avevo ancora realizzato la preziosità della grazia di Dio. Una
sera il messaggero era basato sul testo di Romani 6:23 “Il salario del
peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo
Gesù”. Benché molto giovane, realizzai pienamente l’abisso
esistente fra le due realtà: la “paga” dello stato di peccato
in cui tutti gli uomini si trovano fin dalla nascita e il “dono”
della vita eterna, della grazia attraverso l’opera compiuta da Gesù
sulla croce per coloro che accettano dio lasciarsi perdonare da Dio. Avevo capito
bene che tutto dipendeva dalla scelta che avrei fatto; ma come rifiutare una
simile offerta? La “GRAZIA” mi era offerta e l’accettai quella
sera stessa. Tu, in quale posizione sei? Aspetti la paga o accetti la grazia?
w.g.
GENNAIO
(6) DOVRESTE DIRE: SE DIO VUOLE, FAREMO QUESTO O QUEST’ALTRO. (Giacomo
4:15)
Belle, importanti e molto attuali queste parole che l’apostolo Giacomo
ci rivolge oggi! Giacomo le rivolse a persone che avevano la tendenza a pianificare
la propria vita e a fare progetti senza tener conto del fatto che, come dice
un noto proverbio: “L’uomo propone, ma Dio dispone”. È
come se Giacomo dicesse: “Non tenete Dio fuori dai vostri progetti; in
primo luogo chiedeteGli di guidarvi nel fare le vostre scelte e poi siate disponibili
anche a modificare i vostri piani a seconda di come Dio guiderà le circostanze.
Siate, in altre parole, consapevoli della presenza di Dio nella storia del mondo
e nella vostra storia in particolare”. Ho definito attuali le parole di
Giacomo e lo ribadisco con forza. Noi, oggi più che mai, abbiamo bisogno
di non dimenticarci di Dio, di saper riconoscere la Sua mano e la Sua presenza.
f.a.
GENNAIO
(7) L’ETERNO DISSE: FINO A QUANDO NON AVRANNO FEDE IN ME? (Numeri 14:11)
Non avere fiducia nei confronti di una persona che non abbiamo ancora ben conosciuto
è comprensibile, ma non averla nei confronti di una persona che ci ha
già mostrato in modo evidente le sue attenzioni e le sue premure per
noi, non solo non è comprensibile, ma ingiustificabile. Il popolo d’Israele
aveva conosciuto la potenza di Dio: una potenza manifestata non con fini spettacolari
ma con l’unico scopo di manifestare l’amore che Egli aveva verso
la discendenza di Abramo d’Isacco e di Giacobbe. Un popolo amato, un popolo
liberato, ma… un popolo ingrato! Molti uomini non sono forse ancora oggi
proprio come Israele? Sanno che Dio li ama, hanno conosciuto l’amore profondo
che Egli ha avuto per loro donando il Suo unico Figlio (Gesù) a morire
al loro posto sulla croce, sanno che Dio è potente perché Gesù
Cristo è risuscitato dai morti, sanno che quella stessa potenza Dio vuole
un giorno rivelarla risuscitando anche loro, eppure… continuano a non
credere! Questa mancanza di fede avrà tragiche conseguenze eterne! p.m.
GENNAIO
(8) TRE VOLTE AL GIORNO DANIELE SI METTEVA IN GINOCCHIO E RINGRAZIAVA IL SUO
DIO. (Daniele 6:10)
In campo spirituale le abitudini sono una cosa buona? Quante volte abbiamo sentito
dire o abbiamo detto noi stessi: “Se prego solo perché devo, a
che vale? L’amore verso Dio, il servizio verso di Lui deve essere qualcosa
di spontaneo, altrimenti non ha valore” Le storie bibliche di persone
che hanno amato Dio e Lo hanno servito ci dimostrano il contrario. Daniele aveva
l’abitudine di pregare tre volte al giorno. È arrivato il momento
che questa abitudine poteva costargli la vita. Che cosa avrebbe fatto? Se fosse
stato uno di quelli che pensava che bisogna pregare e rendere culto a Dio solo
quando ci si sente spinti a farlo, avrebbe saltato la sua preghiera giornaliera:
Dio avrebbe capito. Ma non lo ha fatto: l’abitudine di incontrarsi con
Dio era troppo preziosa Ha rischiato la vita e ha continuato a pregare come
era solito farlo. E la risposta di Dio non si è fatta attendere. Le buone
abitudini onorano Dio e Dio onora chi Gli rende onore. v.n.
GENNAIO
(9) SE QUALCUNO AMA DIO, È CONOSCIUTO DA LUI. (1 Corinzi 8:3)
Dio sa leggere ogni pensiero. Vede se quando diciamo che Lo amiamo, diciamo
la verità., Il suo sentiero è semplice e viene direttamente e
solo dalla Parola di Dio. “Chi osserva i Miei comandamenti, quello Mi
ama” disse Gesù. E per essere ancora più preciso, ha detto:
“Chi non Mi ama, non osserva le Mie parole”. E l’apostolo
Giovani ha scritto: “Non amiamo a parole, ma a fatti e in verità…
Chi ama Dio ami anche suo fratello”. La prova del nostro amore è
data dalla nostra ubbidienza a quello che Dio dice. Se diciamo di amarLo, facciamo
di conseguenza quello che Gli fa piacere. Ma c’è di più:
il nostro amore per Dio è anche dimostrato da quanto amiamo il nostro
prossimo. Un marito che ama la moglie, non parla male della moglie. Un figlio
disubbidiente dimostra di non onorare i suoi genitori. Una chiesa che litiga
dimostra di non amare Dio. anche se la sua dottrina non fa una piega. M.t.s.
GENNAIO
(10) SOTTOMETTETEVI A DIO, MA RESISTETE AL DIAVOLO. (Giacomo 4:7)
Penso che Adamo ed Eva, ripensando a tutta la loro esperienza nel giardino dell’Eden,
si saranno chiesti più volte perché fosse stato così difficile
sottomettersi ad un’unica indicazione del Creatore, e tanto facile cadere
poi nella trappola del diavolo. Resistere è difficile quanto sottomettersi.
In entrambi i casi facciamo violenza alla nostra natura ribelle che non è
incline né a piegarsi, né a mantenere una decisione resistendo
alle pressioni che ci vengono da ogni parte. Ma è proprio nella misura
in cui ci sottomettiamo alle indicazioni della Parola di Dio che potremo essere
capaci, nonostante tutto di resistere. Gesù stesso sperimentò
nella sua vita terrena sotto varie forme, e l’unico modo in cui poté
resistere, fu ricorrendo alla Parola scritta. Resistere, come per maratoneta,
significa fare allenamento ogni giorno, sudare, cadere, farsi male, ricominciare
e, considerando le vittorie già ottenute, guardare con fede il “traguardo”.
a.m.
GENNAIO
(11) DIO È LA MIA PARTE DI EREDITÀ, IN ETERNO. (Salmo 73:26)
Quando mio marito apre la cassetta postale, la sua fervida fantasia gli fa immaginare
di ricevere una lettera che gli annuncia di aver ereditato un’importante
somma di denaro da qualche lontano parente, di cui non conosce nemmeno l’esistenza!
Si diverte a fantasticare sugli investimenti che potrebbe fare, poi apre la
lettera… e scopre che è solo la pubblicità. Eppure noi credenti
dovremmo gioire ogni volta che pensiamo all’immensa eredità spirituale
ricevuta dal Signore, una rendita eterna e non solo per questa vita. Da Lui
abbiamo ricevuto: - paternità: ci ha adottati come Suoi figli (Efesini
1:5) – liberazione: dalla morte e dal peccato (Romani 6:22) – un
cuore nuovo: curato dalle ferite, rinnovato e purificato dal peccato (Ezechiele
36:26) – ricchezze spirituali: tutte quelle che ci servono davvero (1
Corinzi 1:5) – grazia: ogni volta che ne abbiamo bisogno (Romani 5:20)
…E così via. La lista è davvero lunga ed è entusiasmante!
m.f.
GENNAIO
(12) “NON HO LA FORZA DI POTER SALVARE? DICE L’ETERNO”. (Isaia
50:2)
“Signore, che cosa devo fare?”, Signore, ti ho chiesto aiuto, perché
non mi rispondi?”. Sono domande che facilmente rivolgiamo a Dio quando
siamo nei guai. Sembra che sia uno stile dei rabbini quello di rispondere a
una domanda con un’altra domanda. Probabilmente l’hanno imparato
da Dio stesso, perché in effetti anche Gesù spesso rispondeva
in questo modo. Nella circostanza di questo versetto Israele era nei guai con
i suoi nemici. Il Signore si fa vivo con il Suo popolo, ma con una serie di
domande imbarazzanti: “Perché, quando ho chiamato, nessuno Mi ha
risposto? La Mia mano è davvero troppo corta per liberare, oppure non
ho la forza di poter salvare?”. Anche tu puoi rivolgere al Signore richieste
di aiuto, ma, prima di farlo, preparati a rispondere onestamente alle domande
che Lui ti farà. m.c.
GENNAIO
(13) “ANNUNZIATE OGNI GIORNO LA SALVEZZA DI DIO. (1 Cronache 16:23)
Nel versetto di oggi abbiamo due inviti speciali per ogni credente: “Cantate
al Signore un cantico nuovo, annunziate ogni giorno la Sua salvezza!”.
Siamo chiamati a lodare il Signore per le Sue meraviglie e per le Sue opere
potenti e a proclamare la Sua grande salvezza. La Bibbia parla di salvezza perché
l’uomo è perduto, lontano da Dio. Ha bisogno di essere perdonato
e liberato dal suo peccato e dal suo egoismo. Dio dà ai credenti il privilegio
di annunciare la Sua salvezza. Il grande mandato, affidato a tutti i veri cristiani,
è quello di annunziare il Vangelo che salva (Matteo 28:19). Siamo chiamati
ad andare, fare discepoli di Gesù Cristo, battezzati e insegnare loro
tutte le cose comandate dal Signore. Nel Nuovo Testamento abbiamo il quadro
di una Chiesa in movimento, che va incontro alla gente che perisce. Tutti i
credenti erano attivi e impegnati nel proclamare il Vangelo; tutti erano testimoni
di Gesù Cristo. E noi, sentiamo il peso delle persone perdute e infelici
che non conoscono ancora il Signore Gesù Cristo? p.d.n.
GENNAIO
(14) “SIATE PAZIENTI NELLA TRIBOLAZIONE”. (Romani 12:12)
Un giorno lessi in un annuncio funebre: “…si è spento dopo
una lunga malattia sopportata con cristiana rassegnazione…”. Ma
la rassegnazione è una virtù cristiana? È paragonabile
alla pazienza di cui parla il testo biblico? Direi di no! La rassegnazione è
la disposizione d’animo di chi è pronto ad accettare a malincuore
una cosa spiacevole. È un atteggiamento passivo che non conduce a nulla
di buono. Non è così per la pazienza di cui parla la Bibbia. Dice
l’apostolo Paolo: “Noi ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo
che l’afflizione produce pazienza e la pazienza speranza” (Romani
5:3). Nella prospettiva cristiana, le prove e le afflizioni che incontriamo
nella vita sono viste in un’ottica di crescita e di vittoria sulla miseria
della nostra condizione di uomini caduti e salvati. Certamente la fonte della
pazienza cristiana non è in noi, ma in Colui che ci chiama a essere partecipi
della Sua gloria. Hai accolto il Suo invito? g.b.
GENNAIO
(15) “DALL’ABBONDANZA DEL CUORE LA BOCCA PARLA”. (Matteo 12:34)
Ti è mai successo di vergognarti di ciò che hai detto in un momento
di grande tensione, frustrazione o dolore? A me sì, e, parlandone in
un secondo momento, ho osservato: “Non era proprio da me!”. E invece,
le parole di Gesù nel versetto succitato spiegano che è il cuore
a determinare ciò che diciamo. La Bibbia dice anche che il cuore dell’uomo,
senza l’intervento di Dio, è “ insanabilmente maligno”
(Geremia 17:9). Vigilare sul nostro comportamento e sulle nostre parole è
doveroso; ma se non “custodiamo” il cuore più di ogni altra
cosa, come dice il saggio Salomone (Proverbi 4:23), la malvagità che
è in esso prima o poi si rivelerà. Se ci dichiariamo figli di
Dio, allora dobbiamo impegnarci ad arrenderci sempre di più a Lui, così
che Egli ci trasformi sempre di più nella Sua immagine! h.p.
GENNAIO
(16) “I VIVENTI SAPPIANO CHE L’ALTISSIMO DOMINA SUL REGNO DEGLI
UOMINI”.
(Daniele 4:17)
La sovranità di Dio è estesa su tutta la terra. Egli è
il Creatore dell’universo e dell’uomo, perciò tutto Gli è
sottoposto. L’uomo incredulo è convinto di autogovernarsi e gli
uomini potenti impongono la loro egemonia su altri, istituendo regni e domini
che comunque finiscono. La storia ci insegna che nessun uomo è sovrano
sulla propria vita: prima o poi sopraggiunge la morte che lo annienta. Anche
sui grandi regni, sulle grandi potenze mondiali, la natura può, con la
sua forza, distruggere e ridimensionare tutto. Ricordiamoci del nostro Creatore
e facciamoLo diventare anche Signore della nostra vita. Solo sotto il Suo giusto
dominio possiamo essere sicuri, perché Egli è il Dio della vita
e dona la vita eterna a chiunque Lo accetta come personale Salvatore, riconoscendosi
bisognoso del Suo perdono dai peccati, attraverso il sacrificio di Gesù
alla croce. Entra anche tu a far parte della schiera di coloro che appartengono
e adorano il Dio vivente, l’Altissimo! s.b.
GENNAIO
(17) “O DIO, TU MI HAI MESSO PIÙ GIOIA NEL CUORE, CHE NON PROVINO
ESSI QUANDO IL LORO GRANO E MOSTO ABBONDA”. (Salmo 4:7)
Cos’è che ti dà gioia? (come nel versetto di oggi: “grano
e mosto in abbondanza”), oppure godere la vera pace, sapendo di essere
al sicuro nelle mani di Dio? Proprio questa è la differenza che Davide
esprime in questo Salmo. Certo, avere il necessario per vivere è importante
e fa piacere, ma la gioia, quella vera e duratura che ha sede nel ‘cuore’,
ha origine solo dalla risposta divina ala preghiera dei Suoi fedeli. Analizziamo
brevemente alcune asserzioni di questo Salmo e facciamole nostre, e anche noi
potremmo affermare di avere la gioia di Dio nel nostro cuore. Davide testimonia:
“Quand’ero in pericolo Tu m’hai liberato” (versetto
1). Davide è sicuro: “L’Eterno m’esaudirà quando
griderà a Lui” (versetto 3). Davide è tranquillo: “In
pace io mi coricherò e in pace dormirò, perché Tu solo,
o Eterno mi fai abitare al sicuro” (versetto 8). e.m.
GENNAIO
(18) “GESÙ CRISTO È LO STESSO IERI, OGGI E IN ETERNO”.
(Ebrei 13:8)
Chi di noi non cerca un punto di riferimento stabile nelle persone vicine? Una
persona su cui contare in ogni circostanza, che ci ami qualunque cosa accada,
che non ci tradisca mai. Una persona che non cambia i suoi sentimenti per noi.
Nonostante le nostre aspettative, le persone ci deludono, perché tutti
gli esseri umani sono imperfetti. Neanche noi riusciamo a essere sempre fedeli
ai nostri propositi! Tuttavia c’è Qualcuno che non ci deluderà
mai: il Signore Gesù Cristo che, nella Sua perfezione, non muta mai.
In Lui possiamo riporre tutte le nostre speranze, aspettative, desideri; in
Lui possiamo riposare: davanti a Lui possiamo essere fiduciosi e star certi
che non solo ci ascolterà, ma anche si prenderà cura di noi. Diamo
il giusto peso alle persone e ricerchiamo la vera stabilità in Lui solo,
mettendoLo al centro della nostra vita. e.s.
GENNAIO
(19) GUARDATI DAL DIMENTICARE L’ETERNO. (Deuteronomio 6:12)
Nella vita dimentichiamo tante cose, ma ce ne sono tante altre che assolutamente
non vogliamo dimenticare. Forse ce le “leghiamo al dito” o mettiamo
il promemoria sul cellulare per essere avvertiti. Dovremmo fare proprio così
per non dimenticare la bontà del Signore nel rinnovarci giorno per giorno
la Sua cura, le Sue benedizioni, la Sua guida e il Suo sostegno. Non è
bello dimenticare chi ci ha fatto del bene: è un segno di disprezzo della
benevolenza accordataci, ma il non voler riconoscere il proprio stato di bisogno
è anche un segno di orgoglio. Tutti dipendiamo da Dio. Dall’esistenza
al nutrimento, dall’aria che respiriamo a ogni facoltà del nostro
organismo; ogni bene ci viene dal Signore. Perciò è saggio chi
cerca di esserGli grato e vuole dipendere da Lui. La Parola di Dio dice che
“è una grazia dell’Eterno il non essere stati interamente
distrutti perché le Sue compassioni non sono esaurite, si rinnovano ogni
mattina. Grande è la Sua fedeltà!” (Lamentazioni 3:22,23).
s.g.
GENNAIO
(20) “CUSTODISCI IL TUO CUORE PIÙ DI OGNI ALTRA COSA”. (Proverbi
4:23)
Che cos’è il cuore? Certamente è il posto dove circola il
sangue, quindi di vitale importanza per la nostra vita. Per gli ebrei era la
sede della volontà, quindi nella Bibbia è sempre riferito a qualcosa
di molto razionale. Ma come custodirlo? Secondo un famoso libro: “Va’
dove ti porta il cuore”, il sentimento è la guida consigliata nelle
scelte di vita e questo, purtroppo, riflette l’opinione di molte persone
oggi. Ma il consiglio di Dio è di non fidarsi affatto del cuore, perché
“è ingannevole più di ogni altra cosa e insanabilmente maligno”
(Geremia 17:9) e “ concepisce soltanto disegni malvagi” (Genesi
6:5). Quindi non dobbiamo “appoggiarci sul nostro discernimento”
(Proverbi 3:5), ma sulla Parola di Dio selezionando tutto quello che passa attraverso
la nostra mente, per valutarlo con cura. Come si fa per un tesoro, così
dobbiamo custodire il nostro cuore che è importante, perché “da
esso provengono le sorgenti della vita” (Proverbi 4:23). La vera vita!
b.s.
GENNAIO
(21) “CHI MI RICONOSCERÀ DAVANTI AGLI UOMINI, ANCH’IO RICONOSCERÒ
LUI DAVANTI AL PADRE”. (Matteo 10:32)
La mancanza del timore di Dio negli uomini, l’odio provato verso Cristo
dal mondo, dalle religioni e le ideologie di Stato, mettono a dura prova l’autenticità
della fede cristiana. Confessare Cristo ha sempre significato rischiare tutto.
Ma un giorno ogni sofferenza avuta, ogni lacrima versata per amore del Vangelo,
sarà un monile di gioia. “Anzi, rallegratevi in quanto partecipate
alle sofferenze di Cristo, perché anche al momento della rivelazione
della Sua gloria possiate rallegrarvi ed esultare” (1 Pietro 4:13). Per
il credente la sofferenza, l’abbandono e la morte sono poca cosa rispetto
all’onore e la ricompensa che riceverà, quando Cristo, suo unico
Signore, lo riconoscerà davanti al Padre Suo. Se soffriamo per la testimonianza
di Cristo, non scoraggiamoci, perché, amati da Lui, regneremo e gioiremo
con Lui. m.m.
GENNAIO
(22) “DIO, CON LA SUA POTENZA, HA FATTO LA TERRA”. (Geremia 51:15)
L’immagine di un globo sospeso che gira su sé stesso e compie con
regolarità la sua orbita è ormai diventata familiare per la generazione
che ha vissuto lo sbarco sulla luna e per le generazioni successive. Questa
prospettiva del nostro pianeta mette davanti a una scelta di fede: credere che
siamo venuti a vivere per caso su di un pianeta venuto all’esistenza a
causa di un grande incidente, anch’esso avvenuto per caso, oppure credere,
come dice la Bibbia, che la terra sia stata progettata da una saggezza superiore,
che ne ha regolato e ne mantiene i movimenti e le traiettorie, e che sia stata
prodotta da una incalcolabile potenza. Più di duemila anni fa, nel libro
di Giobbe scritto: “Egli (il Signore) distende il settentrione sul vuoto,
sospende la terra sul nulla” (Giobe 26:7). Benché la Bibbia non
sia un libro di scienza, ciò che vi è scritto è degno della
massima fiducia. o.t.
GENNAIO
(23) “LA VOLONTÀ DEL SIGNORE SUSSISTE PER SEMPRE, I DISEGNI DEL
SUO CUOREDURANO D’ETÀ IN ETÀ”. (Salmo 33:11)
Non è meraviglioso pensare che la volontà di Dio, che si adempie
sempre, è prima di tutto una volontà d’amore? Dio vuole
il nostro bene e, ancora prima della creazione del mondo, ha preparato tutto
quello che serviva per la nostra salvezza e la nostra comunione con Lui. Nella
Sua onniscienza sapeva bene che cosa avrebbe scelto la Sua creatura: la ribellione
contro di Lui con tutte le sue conseguenze. Ma nulla, nemmeno la nostra rivolta,
poteva cambiare il disegno di Dio. Se ci ricordiamo di questo, la nostra vita,
gli avvenimenti più o meno tristi o gioiosi, le difficoltà, tutto
potrà essere valutato sotto un punto di vista diverso. Nessuna di queste
cose, “né morte, né vita” dice Paolo (Romani 8:38),
possono separarci dall’amore di Dio. v.n.
GENNAIO
(24) “VENITE E AMMIRATE LE OPERE DI DIO”. (Salmo 66:5)
Nella prima parte del Salmo l’autore invita i suoi ascoltatori a rievocare
e riflettere sulle opere meravigliose di Dio. In modo particolare ricorda che
Dio separò le acque del mar Rosso e del fiume Giordano, permettendo al
popolo di Israele di passare sulla terra asciutta, e che liberò il popolo
dalla mano dei nemici che minacciavano di distruggerlo. Nella seconda parte
lo scrittore parla di sé e di ciò che Dio ha fatto per lui. Il
poeta ha invocato il Signore quando era in difficoltà e il Signore l’ha
ascoltato e ha risposto alla sua preghiera elevata con fede. Abbiamo qui l’invito
a rivolgerci con fiducia a Dio. Colui che con straordinaria potenza guidò
un intero popolo a superare ostacoli all’apparenza insormontabili, sarà
anche perfettamente in grado di prendersi diligente e amorevole cura del singolo
individuo che, con sincerità e onestà, si rivolge a Lui in preghiera.
a.r.m.
GENNAIO
(25) “CHI È DIO AL DI FUORI DELL’ETERNO?” (2 Samuele
22:32)
Davide pronunciò queste parole, pensando certamente al confronto con
gli déi dei popoli stranieri: confronto che egli era stato costretto
ad affrontare fin dal suo primo apparire sulla scena della storia di Israele.
Infatti, quando aveva accettato di sfidare il gigante Goliat, aveva accettato
di sfidare anche il suo dio, il dio dei Filistei. Il confronto, iniziato senza
avere umanamente alcuna speranza di vittoria si era trasformando in un trionfo:
il trionfo suo personale, ma soprattutto il trionfo del suo popolo. La fiducia
che Davide aveva risposta nell’Eterno, nel Dio d’Israele, era stata
premiata al di là di ogni previsione. Davide aveva così scoperto
(e fatto scoprire anche ai pavidi soldati dell’esercito del re Saul) che
l’Eterno guida alla vittoria i deboli sui forti, gli umili sui superbi,
i piccoli sui grandi. Goliat, un gigante di forza e di prepotenza, si era presentato
in nome del falso e inesistente “dio” dei Filistei. Davide, un fanciullo
debole e inerme, si era affidato al Dio vero reale del suo popolo. E la vittoria
fu sua, proprio perché non c’è Dio al di fuori dell’Eterno!
p.m.
GENNAIO
(26) “TU CI HAI MESSI ALLA PROVA, O DIO, CI HAI PASSATI AL CROGIUOLO COME
L’ARGENTO”. (Salmo 66:10)
Per raffinare un pezzo d’argento, l’orafo lo pone al centro del
fuoco in modo da eliminare tutte le scorie. Si siede davanti al fuoco rovente,
fissa quel pezzo incandescente e lo tira fuori non appena vede la sua immagine
riflessa in esso. Questo fa Dio, il nostro “Orafo celeste”, per
noi. A volte permette che passiamo attraverso il fuoco della sofferenza per
purificare la nostra fede. Non dimentichiamo che Dio è seduto davanti
a noi e posa i Suoi occhi su noi, fino a quando non vede la Sua immagine riflessa
in noi. La sofferenza è un mistero e costituisce un problema che non
sempre riusciamo a comprendere. A volte fa parte della disciplina di Dio per
i Suoi figli (Ebrei 12:5-6). Si tratta di una disciplina di amore: il Signore
corregge chi ama. Si tratta di una disciplina esercitata dal Signore per il
nostro vero bene, affinché siamo partecipi della Sua santità.
Le prove servono a purificare e a rafforzare la nostra fede. p.d.n.
GENNAIO
(27) “L’ETERNO TI HA SCELTO PER ESSERE IL SUO TESORO PARTICOLARE
FRA TUTTI I POPOLI”. (Deuteronomio 7:6)
Dio ha scelto Israele. Perché proprio lui? Si chiederà subito
qualcuno. Nel seguito del passo c’è una spiegazione: “Il
Signore si è affezionato a voi e vi ha scelti… perché il
Signore vi ama”. Ma allora Dio fa delle preferenze! Penserà di
nuovo qualcuno. Ma ragioniamo. Perché un uomo chiede a una donna di sposarla?
Perché la ama, è la risposta naturale. Ma questo non significa
che quell’uomo non debba amare, anche se in modo diverso, gli altri esseri
umani. Al contrario, proprio se mostrerà di saper amare in modo corretto
la sua legittima moglie, si potrà credere che è capace di amare
anche gli altri. Nella Bibbia Israele viene spesso presentato come la “moglie”
di Dio. Nel rapporto d’amore con questa moglie così spesso infedele,
Dio mi fa capire che è capace di amare anche me. E lo ha fatto, andando
a morire per me il Suo prediletto Figlio Gesù Cristo. m.c.
GENNAIO
(28) “BEATI QUELLI CHE SONO AFFAMATI ED ASSETATI DI GIUSTIZIA, PERCHÉ
SARANNO SAZIATI”. (Matteo 5:6)
Questo versetto fa parte del famoso “sermone sul monte”. Nell’utilissimo
libro “Più che un falegname” è riportata un’affermazione
della psichiatra J.T. Fisher che, riassunta, dice “…questo meraviglioso
discorso di Gesù supera notevolmente tutti i testi di psichiatria e psicologia
esistenti”. Credo che in molti ci sia questo desiderio di essere “affamati
e assetati di giustizia”! Ma forse si cercano fonti inquinate che non
risolvono il problema. Cerco di immaginare la scena: il Signore Gesù
attorniato da una folla che rimane affascinata dal Suo modo di parlare dolce,
ma anche autorevole, che getta le basi per una sana convivenza tra gli uomini
e una perfetta tra relazione con Dio. Oserei dire, se è consentito, che
Gesù sta presentando lo “Statuto” del regno dei cieli da
vivere già qui sulla terra. Spero tu sia curioso e vada a leggere i capitoli
5-7 del Vangelo di Matteo. Vi troverai il segreto della vera pace e gioia sulla
terra, l’uguaglianza e il benessere per tutti. Ma non è questo
il sogno di tutti noi? Non occorrono trattati, difficili da concludere. C’è
già la base: basta viverla nella sua integrità! w.g.
GENNAIO
(29) “LO ZELO SENZA CONOSCENZA NON È COSA BUONA”. (Proverbi
19:2)
Tutti conosciamo quei tipi pieni di zelo che vogliono sempre fare, che partono
in quarta in ogni situazione, pronti a rovesciare montagne di ostacoli, ma…
che per disgrazia loro e nostra, non riflettono mai. Si lasciano dietro rovine
e problemi. E, se una cosa simile avviene in campo spirituale, è ancora
peggio. Iniziative che si rivelano castelli in aria, decisioni prese scambiando
per volontà di Dio” la propria volontà, attribuendo al Signore
le proprie manie di grandezza e visibilità. In genere le persone di questo
tipo hanno un vago disprezzo per la conoscenza, giudicandola un vuoto intellettualismo.
Nella Bibbia la conoscenza è la saggezza stessa di Dio, e di questa abbiamo
bisogno se vogliamo fare le cose secondo la Sua volontà e non secondo
le nostre “buone” intenzioni. Non siamo noi che possiamo convincere
alla conversione le persone, non siamo noi che possiamo decidere quale sia la
cosa migliore per l’altro o anche per noi stessi, non siamo noi che posiamo
decidere il futuro. Ricordiamoci che, insieme all’entusiasmo, dobbiamo
avere la saggezza e la guida di Dio. v.n.
GENNAIO
(30) “POICHÈ IO DESIDERO LA CONOSCENZA DI DIO PIÙDEGLI OLOCAUSTI”.
(Osea 6:6)
Ti stai sforzando di piacere a Dio? È una buona cosa, ma quello che il
Signore gradisce è il nostro impegno a conoscerLo ogni giorno di più.
Come mai Egli desidera questo? Perché, se Lo conosci realmente, non ti
sforzerai di fare quello che Gli piace, ma spontaneamente sarai come a Lui piace.
Solo attraverso la Bibbia potrai scoprire che Dio è paziente (Salmo 78:35-39),
sensibile (Luca 8:40-48), tenero (Giovanni 12:1-8), gentile (Giovanni 4:7-27),
pronto al perdono (Giovanni 8:1-11), generoso (Matteo 14:13-21), potente (Marco
4:35-41), pieno d’amore (Luca 6:27-36), santo (Giovanni 2:13-22), amico
(Geremia 3:4), Colui che provvede (Matteo 7:11), difensore e liberatore (Salmo
91:1-3), consigliere (Salmo 73:24), giusto (Deuteronomio 32:4) ecc. La conoscenza
di Dio non finisce. Perciò ti invito a leggere ogni giorno la Bibbia
per scoprire sempre e di più quello che Egli è, perché
questo è gradito a Lui più di tutto il resto. r.b.
GENNAIO
(31) “NON C’È NESSUN GIUSTO, NEPPURE UNO”. (Romani
3:10)
Non ci piace essere definiti ingiusti. Fin da piccoli lottiamo per la giustizia:
“Quel gioco era mio… non è giusto!”. E poi continuiamo
a ricercarla e ci facciamo, crescendo, un’idea di cosa sia e di come la
si possa ottenere e mantenere. Per amore della giustizia si può arrivare
a mettere tutto in gioco, anche la vita stessa, e ci sembra proprio ingiusto
essere dichiarati, senza mezzi termini, colpevoli. Ma finché ci riteniamo
sufficientemente giusti (“io non ho mai fatto questo o quello…”),
non ci arrenderemo per chiedere la grazia. Non è facile guardarci per
quello che siamo e mettere da parte quelle buone opere per le quali gli altri
ci ammirano tanto e che ci fanno sentire un pizzichino più giusti di
Tizio o di Caio. “In me non abita alcun bene” diceva l’apostolo
Paolo e anche noi dobbiamo arrivare a quest’amara, ma realistica considerazione,
per iniziare un nuovo percorso affidandoci a Colui che è l’unico
Giusto ed è l’unico in grado di renderci giusti davanti a Dio.
a.m.
FEBBRAIO
(1)”CONSACRATEVI OGGI ALL’ETERNO”. (Esodo 32:29)
Il popolo d’Israele aveva peccato mentre Mosè era sul monte Sinai
per ricevere da Dio i 10 comandamenti. Aveva trasgredito proprio il secondo
comandamento, che ordina di non farsi immagini e di non usarle come oggetti
di culto. Tornato fra il popolo, Mosè dovette esercitare una terribile
disciplina. Poi, pronunciò questa frase che contiene dei concetti importanti.
“Consacratevi”. Con Dio si fa sul serio. Non si può lodarLo
con le labbra e fare, allo stesso tempo, i propri comodi. Bisogna dedicarsi
interamente a Lui, costi quello che costi. Anche Gesù ha detto: “Non
potete servire due padroni, Dio e il denaro”. Chi servi tu? “Oggi”.
Dio non è come alcuni genitori che contano fino a cinque, aspettando
che il loro bambino ubbidisca. Se dice “oggi”, vuol dire “adesso”.
“All’Eterno”. È importante scegliere. Chi vogliamo
servire? Il lavoro, la carriera, il benessere, la famiglia? O Dio, il Signore?
E la cosa meravigliosa (e terribile) è che Dio ci lascia scegliere. m.t.s.
FEBBRAIO
(2) “GESÙ SI RITIRÒ VERSO UN LUOGO DESERTÒ”.
(Matteo 14:13)
Nel racconto della vita di Gesù che troviamo nei Vangeli capita spesso
di imbattersi in frasi di questo tenore, che ci mostrano il Signore da solo
“in disparte…sul monte… in un luogo deserto”. Strano
questo desiderio di solitudine da parte di Chi era venuto sulla terra per andare
incontro all’uomo, a OGNI UOMO. Ma non era desiderio di starsene in pace
da solo, senza vedere nessuno e senza essere disturbato da nessuno, come può
capitare a noi in situazioni particolarmente stressanti. I momenti di solitudine
fisica di Gesù non erano cercati per stare solo con sé stesso,
ma piuttosto per trascorrere del tempo da solo con il Padre, in intima comunione
con Lui. Per un tempo Egli voleva godere soltanto la presenza del Padre, ascoltare
soltanto la Sua voce e parlare da solo con Lui. Da questi momenti Gesù
usciva rinfrancato, incoraggiato, con nuove energie e con la conferma della
visione di quanto doveva compiere sulla terra. Ancora in questo Gesù
è stato un esempio per noi. Il nostro cammino ha bisogno di conoscere
momenti di solitudine con Dio: nella lettura della Bibbia per ascoltare la Sua
voce e nella preghiera per parlare con Lui. p.m.
FEBBRAIO
(3) “DIO MIO, DESIDERO FARE LA TUA VOLONTÀ, LA TUA LEGGE È
DENTRO IL MIO CUORE”. (Salmo 40:8)
“Beato l’uomo che ripone nel Signore la sua fiducia, e non si rivolge
ai superbi né a chi segue la menzogna!” (versetto 4). Io ho riposto
la mia fiducia in Dio e posso dire che desidero fare la Sua volontà perché
sono convinta che essa sia il meglio per me, ciò che mi garantisce la
vera gioia, il vero bene. Sta a me assecondare i piani di Dio per la mia vita,
goderne, lasciarLo operare in me perché mi possa cambiare. La presenza
di Dio si può veramente toccare con mano, se si predispone il cuore al
Suo intervento, se si nutre la propria fiducia in Lui leggendo la Sua Parola,
ricordando tutte le Sue opere nella propria vita, fermandosi a riconoscere che
Egli è Dio e ha tutto sotto controllo. Tu sei consapevole di chi è
Dio, di cosa può fare nella tua vita e di quanto sia degno di fiducia?
e.s.
FEBBRAIO
4) “SIGNORE, SII LA NOSTRA FORZA OGNI MATTINA”. (Isaia 33:2)
Quanto vorremmo, in circostanze particolarmente pesanti e difficili, che la
risposta a questa preghiera si concretizzasse per noi! A volte siamo disperati,
non riusciamo a dormire, le ore della notte sembrano non passare mai con i problemi
che diventano grossi come macigni. Inizia un altro giorno e, ahimè, viviamo
gli stessi momenti di angoscia. Quante persone vivono in questo circolo vizioso
e non trovano la via di uscita! Ebbene, le verità della Bibbia sono state
per essere vissute. La preghiera, come avrai notato, è alla portata di
tutti, ma presuppone la conoscenza personale di Dio. In altri termini, chi eleva
al cielo queste parole dimostra di vivere un rapporto di comunione con Dio.
Lo ha ringraziato e lodato in molte occasioni passate ed ora, nelle situazioni
più complesse, può dire per sé e per il popolo: “Signore,
sii la nostra forza ogni mattina”. Ti stai chiedendo: “Come posso
sperimentare una relazione con Dio?”. Nello stesso libro è contenuta
la risposta: “Cercate il Signore, mentre Lo si può trovare; invocateLo,
mentre è vicino” (Isaia 55:6). s.v.
FEBBRAIO
(5) “CRISTO HA SOFFERTO UNA VOLTA PER CONDURCI A DIO”. (1 Pietro
3:18)
Se un creditore ha due debitori poco importa che uno debba 500€ e l’altro
50€, di fatto sono entrambi debitori e ciò che conta è che
se siano in grado di rimborsare il loro debito. Non è importante se siamo
piccoli o grandi peccatori, ciò che conta è che i nostri peccati
siano perdonati. Come possiamo rispondere dei nostri peccati davanti a Dio?
Noi abbiamo un debito e non siamo in grado di pagarlo! Davanti a Dio siamo insolventi.
Ma Cristo si è accollato il nostro debito e ha pagato al posto nostro.
Egli sulla croce ha sofferto per i nostri peccati, ha espiato la nostra colpa,
ha pagato il prezzo del nostro riscatto allo scopo di riconciliarci con Dio,
di renderci graditi a Lui e di condurci alla gloria eterna. Il merito e il valore
del sacrificio di Cristo sono tali che, per espiare tutti i peccati del mondo,
è bastato che soffrisse una sola volta. g.f.r.
FEBBRAIO
(6) “CERCATE IL BENE, NON IL MALE, AFFINCHÈ L’ETERNO SIA
CON VOI”.
(Amos 5:14)
L’azione del cercare richiede un impegno e una determinazione totali.
Non si cerca mai qualcosa per cui non si prova interesse. Pensiamo alle molte
storie sui cercatori d’oro; gente che passava tutta la vita, a volte perdendola
anche, nella speranza di trovare un po’ di quel prezioso metallo. Oppure,
più banalmente, pensiamo a noi stessi e a come siamo capaci di mettere
sottosopra tutta la casa alla ricerca di qualche prezioso oggetto perduto, ad
esempio le chiavi di casa. La Parola di Dio ci incita a indirizzare la nostra
ricerca verso il bene anziché verso il male. Infatti il male non necessita
di ricerche, perché è sempre a portata di mano. Si tratta in ogni
caso di una scelta personale e quotidiana; così, quando individuiamo
quale sia la volontà di Dio, tocca solo a noi scegliere se essere d’accordo
con Lui o, al contrario, se disubbidirGli. Il consiglio dell’Eterno non
ci viene rivolto in modo autoritario, ma allo scopo di evitarci le sofferenze
e le limitazioni che conseguirebbero alla scelta, del male, indirizzandoci,
come Suoi figli, verso una vita di spendere nel bene e verso uno stato di benessere
spirituale. s.p.
FEBBRAIO
(7) “GESÙ DISSE: TORNERÒ A VOI”. (Giovanni 14:18)
“Stai tranquilla, non piangere, tornerò presto” disse un
giovane, costretto a partire per motivi di lavoro per una città lontana,
alla fidanzata in lacrime. L’abbraccio, salì in macchina e partì.
Appena due chilometri dopo, un terribile schianto e il giovane morì sul
colpo. Nel cuore e nella mente di quella giovane rimasero le parole di quella
promessa che non si sarebbe mai adempiuta. Quando Gesù disse ai discepoli:
“Tornerò a voi!” sapeva che da lì a pochi giorni l’attendeva
la croce, dove avrebbe deposto la Sua vita per i nostri peccati. L’attesa
dei non andò delusa: Gesù risuscitò e si presentò
a loro vittorioso sulla morte, che è la prima causa di separazione tra
gli uomini e tra gli uomini e Dio. Sì, Gesù tornerà ancora.
Lo vedranno tutti coloro che in Lui hanno sperato, Lo vedranno trionfante sulla
morte e sul peccato, Lo vedranno tornare in gloria (Tito 2:11-14). Sei tu fra
questi? g.b.
FEBBRAIO
(8) “VIVA L’ETERNO! SIA BENEDETTA LA MIA ROCCA”. (2 Samuele
22:47)
Questo canto celebra la liberazione di Dio da tutti i nemici di Davide. Egli
riconosce la grandezza e la gloria del Signore con espressioni molto forti:
il Signore viene presentato come fortezza, liberatore, scudo, potente Salvatore
e alto rifugio. Dio è anche “la rocca della nostra salvezza”.
Egli non cambia mai, è l’Eterno; un fondamento saldo e sicuro per
coloro che confidano in Lui. Il Signore libera e salva pienamente quelli che
Lo invocano con sincerità. Davide descrive in questo canto la sua profonda
angoscia: i legami della morte lo avevano spaventato, i lacci della morte lo
avevano sorpreso. Nella sua angoscia invocò il Signore, gridò
a Lui e fu liberato pienamente (vedi versetti 5-7 e 18-20). Non possiamo essere
salvati, se prima non riconosciamo il bisogno che abbiamo di Dio e del Suo perdono.
Cristo è venuto dal cielo a chiamare a ravvedimento non coloro che si
considerano giusti, ma quelli che riconoscono il loro peccato e pongono la loro
fiducia in Lui, la Rocca della nostra salvezza. p.d.n.
FEBBRAIO
(9) “È MEGLIO RIFUGIARSI NELL’ETERNO, CHE CONFIDARE NELL’UOMO”.
(Salmo118:8)
“Bisognerebbe avere qualche santo in paradiso”, si dice qualche
volta per indicare che farebbe comodo avere una persona altolocata in grado
di dare una forte raccomandazione. Il versetto di oggi continua così:
“È meglio rifugiarsi nell’Eterno che confidare nei principi”.
E i principi sono proprio le persone potenti, quelle che possono decidere. Dicendo
“è meglio”, la Parola di Dio non vuole dire soltanto che
è più onesto, più apprezzabile, più lodevole, vuol
proprio dire che “è meglio” nel senso che è più
conveniente, più realistico, più vantaggioso. E quindi anche più
saggio. Perché, se è una questione di potere, allora bisogna rendersi
conto che non esiste “in paradiso” nessuno che sia potente del Signore.
Il problema sta nell’aver fede. Cioè nel crederci. Tu, ci credi?
m.c.
FEBBRAIO
(10) “PERSEVERATE NELLA PREGHIERA, CON RENDIMENTO DI GRAZIE”. (Colossesi4:2)
Di solito quando prego non dico quasi mai il “Padre nostro” perché,
conoscendolo a memoria, rischierei di recitare, anziché di parlare con
Dio, che è ciò in cui consiste il pregare! La Bibbia, infatti,
contiene molti esempi di preghiere spontanee: Dio condanna la recitazione meccanica,
perché vuole che parliamo con Lui con tutta la concentrazione possibile.
Ora, stabilito cos’è la preghiera la domanda è: come pregare?
Durante un periodo molto difficile della mia vita, ho imparato il valore del
“rendimento di grazie”, che mi piace definire la “terapia
del ringraziamento”, cioè ringraziare prima di ricevere e farlo
anche se non se ne ha voglia. Non è facile, e spesso è proprio
un sacrificio che bisogna imparare, ma i risultati saranno: la pace interiore,
per aver ubbidito al modo in cui Dio vuole che preghiamo, vale a dire la preghiera
“accompagnata da ringraziamenti” (Filippesi 4:6), la fiducia per
perseverare e infine la gioia nel godere la Sua presenza. Hai mai pregato così?
b.s.
FEBBRAIO
(11) “AVVERRÀ CHE, PRIMA CHE M’INVOCHINO, IO RISPONDERÒ”.
(Isaia 65:24)
Il contesto di questo versetto parla della situazione dell’uomo disubbidiente
a Dio e le ovvie conseguenze. È scritto: “Ho steso tutto il giorno
le mani verso un popolo ribelle, che cammina per una via non buona, seguendo
i propri pensieri”. (Isaia 65:2) ed ancora: “Poiché Io ho
chiamato, e voi non avete risposto… ma avete fatto ciò che è
male ai Miei occhi e anche avete preferito ciò che Mi dispiace”
(Isaia 65:12). Che tristezza! Eppure questa è la realtà nella
quale viviamo anche oggi. Pochi ascoltano e desiderano sinceramente fare la
volontà di Dio. Abbiamo sotto gli occhi le ovvie conseguenze! Ma grazie
a Dio e alla Sua pazienza e misericordia, le Sue benedizioni non sono esaurite.
Infatti dal versetto 17 in poi leggiamo una serie di promesse meravigliose per
coloro che Gli appartengono e una è proprio il versetto di oggi: “Prima
che M’invochino, Io risponderò”. Un soccorso non “pronto”
ma addirittura “anticipato”. Non pensi che sia il caso di metterti
dalla parte giusta, se non lo hai ancora fatto? w.g.
FEBBRAIO
(12) “HO GRAVEMENTE PECCATO IN QUEL CHE HO FATTO. O SIGNORE, PERDONA,
PERCHÉ HO AGITO CON GRANDE STOLTEZZA”. (2 Samuele 24:10)
Il capitolo 24 di 2 Samuele racconta che il re Davide commise un peccato che
Dio punì severamente. Di fronte alle conseguenze del suo atto, il re
si rese conto della gravità di ciò che aveva compiuto e chiese
perdono a Dio. Cosa ci insegna questa storia che ti invito a leggere per intero
1) Spesso i nostri peccati coinvolgono persone innocenti e lo danneggiano. Prima
di agire dovremmo riflettere per cercare di prevedere gli effetti delle nostre
azioni. 2) Il re si assunse la piena responsabilità del suo gesto, senza
cercare attenuati. Se siamo in colpa, dobbiamo ammetterlo francamente. 3) Al
pentimento seguì la richiesta di perdono a Dio. Non è sufficiente
mostrarsi dispiaciuti, bisogna chiedere perdono, al Signore anzitutto, e poi
a chi abbiamo fatto del male. 4) Davide costruì un altare per offrire
un sacrificio a Dio e chiederGli di cessare la punizione. Per quanto ci è
possibile, dobbiamo cercare di rimediare al male commesso. a.r.m.
FEBBRAIO
(13) “AMA IL SIGNORE IDDIO TUO CON TUTTO IL CUORE, L’ANIMA E LA
MENTE”.
(Matteo 22:37)
È l’espressione più eccelsa di un amore completo. Non un
amore parziale, ma un amore che rinunzia a sé stesso e si dona all’altro.
Un amore esclusivo, senza interferenze. Un coinvolgimento totale del cuore,
dell’anima e della mente. Quando ero fidanzato, la mia amata abitava a
700 km di distanza e il mio collega fissandomi mi diceva: “Tu sei qui,
ma non sei qui”. Era vero. Ciò che è importante non è
quante cose facciamo per il Signore, ma se l’amiamo in maniera totale.
Per essere espresso, l’amore vero non ha bisogno di parole, perché
parte da un atteggiamento intimo del cuore; come due innamorati che si guardano
intensamente negli occhi senza proferir parola. Il Signore cerca degli innamorati
di Lui, perché Lui per primo ci ha amati donando il Suo Figlio sulla
croce come prezzo di riscatto dalla condanna eterna, a causa del peccato. L’amore
vero genera dei frutti, il dovere solo delle sterili opere. Mi risuona nel cuore
la domanda di Gesù all’apostolo Pietro: “Mi ami tu?”.
Tu cosa rispondi oggi? p.p.
FEBBRAIO
(14) “IO TI AMO DI UN AMORE ETERNO, DICE IL SIGNORE”. (Geremia 31:3)
Chissà se fra qualche anno sarà ancora di moda promettersi amore
“eterno” prendendo un lucchetto da fermare a un povero lampione
(già carico di promesse!) e poi, baciandosi, buttando via la chiave.
Strano, si è disposti a fare un patto che si fonda sulla bellezza della
continuità di un amore, al giorno d’oggi, in cui imperversa il
concetto dell’usa e getta. Forse significa che, in fondo al cuore, aneliamo
proprio a questo? Qualcuno che ci ami anche quando non siamo amabili, con le
nostre debolezze, limitazioni, con le rughe e il mal di schiena? Oggi in molti
getteranno quella chiave, altri si scambieranno messaggi in Chat o con SMS,
qualcuno riceverà un regalo (spero non virtuale!), altri si sentiranno
più soli. In ogni caso l’essenza dell’amore vero si trova
andando a Colui che può definirsi “AMORE”. Sì, Dio
è amore, ti ama di un amore eterno e ti ha amato a tal punto da offrire
la Sua stessa vita per te in Cristo Gesù. Forse non hai mai pensato a
Lui, neppure per un attimo. a.m.
FEBBRAIO
(15) “L’AMORE NON TIENE CONTO DEL MALE RICEVUTO”. (1 Corinzi
13:5)
Questo versetto mi fa venire in mente la parola riabilitazione. Quando fu tradito
da Pietro, Gesù non lo mise in un cantuccio a scontare la sua colpa per
anni infiniti, anzi, proprio dopo pochi giorni, gli affidò il grande
compito di prendersi cura dei membri della Sua preziosa e amata Chiesa. Gesù
ha agito così con tante, tante persone e lo fa anche oggi. Non conta
quello che hai combinato. Se chiedi perdono, l’amore di Dio basta a riabilitarti
dandoti subito un’altra occasione. Mi chiedo come mai l’atteggiamento
di noi uomini, invece, sia quello di lasciare le persone che sbagliano a “scontare”
la loro pena per anni, anni e anni… E se Gesù avesse fatto così
con Pietro? m.f.
FEBBRAIO
(16) “L’ONESTO, SE CADE, NON È PERÒ ABBATTUTO, PERCHÉ
IL SIGNORE LO SOSTIENE PRENDENDOLO PER MANO”. (Salmo 37:23,24)
L’onesto non è una persona perfetta, ma piuttosto colui che è
retto, integro. L’atteggiamento di tale individuo esclude doppiezza di
pensiero e di intenti. Un’altra caratteristica dell’onesto è
che cammina con la sua mano nella mano del Signore. Ciò significa che
ha scelto di vivere in ubbidienza ai comandamenti di Dio, anche se deve rinunciare
a una vita incentrata sui propri desideri e diventare impopolare o controcorrente.
Facile? Certamente no! Al contrario, è possibile sbagliare, ma il versetto
contiene una promessa straordinaria. Anche se dovesse cadere, potrà sempre
essere certo che Dio l’aiuterà a risollevarsi e riprendere a camminare
dal punto in cui è caduto. o.t.
FEBBRAIO
(17) “MA VOI, NON SIETE FORSE COLPEVOLI VERSO L’ETERNO”? (2
Cronache 28:10)
Attraverso il profeta Obed, Dio parlò agli Israeliti che avevano appena
battuto l’esercito di Giuda, non per esaltare il valore della loro vittoria,
ma per sgridargli, in quanto, pur essendo stati usati come verga per correggere
i propri fratelli, avevano esagerato nell’eseguire gli ordini di Dio.
L’abuso del potere che Dio aveva dato loro è denunciato dal profeta.
La carneficina fatta e la crudeltà usata, sapeva di furiosa e barbara
vendetta di uomini sanguinari, esecutori di una volontà che voleva distruggere,
non punire. La loro azione rabbiosa e vendicativa li rendeva detestabili, “…perché
l’ira dell’uomo non mette in opera la giustizia di Dio” (Giacomo
1:20). Tutti siamo peccatori e quindi non esenti da giudizio. Chi serve Dio
non può essere spavaldo e orgoglioso, sapendo che sarà giudicato
per le sue azioni. Dio nota le azioni e il parlare degli uomini ma prima ancora
le loro intenzioni. Il fatto di aver ragione su qualcuno non ci dà il
diritto di calpestarlo, facendo ciò che vogliamo (Matteo 7:2). m.m.
FEBBRAIO
(18) “ABBIAMO CREDUTO IN CRISTO GESÙ PER ESSERE GUSTIFICATI DALLA
FEDE IN CRISTO”. (Galati 2:16)
Era una registrazione bellissima, perfetta. Gli strumentisti avevano fatto un
ottimo lavoro, i cantanti pure… ma la canzone non poteva essere accettata
per il concorso. Perché? Perché le regole erano molto chiare:
il brano era più lungo del limite di tempo stabilito. La stessa cosa,
in un certo senso, è per la giustificazione davanti a Dio: se non seguiamo
le Sue regole, saremo “squalificati”, indipendentemente dalle tante
cose buone che potremmo aver fatto. Dio ha stabilito davanti a Lui. Il che non
significa che non dobbiamo poi fare anche delle buone opere; anzi, ciò
è doveroso per chi si professa seguace di Cristo. E Giacomo nella sua
Epistola dimostra proprio l’importanza e la rilevanza di una fede che
si dimostra nelle opere. Ma altrove nella Bibbia si legge che senza fede è
impossibile piacere a Dio (Ebrei 11:6). Chiaro, no? h.p.
FEBBRAIO
(19) “CHI NON È CON ME È CONTRO DI ME, DISSE GESÙ”.
(Matteo 12:30)
C’era un professore di filosofia ateo che ogni anno, durante le sue lezioni,
faceva di tutto per dimostrare che Dio non esiste. Poi, alla fine dell’anno,
concludeva sempre in questo modo: “Se c’è qualcuno che crede
in Dio, è pazzo. Se Dio esisterebbe, questo gesso, cadendo a terra, non
si romperebbe”. Quindi, gettava il gesso per terra che puntualmente si
rompeva. In venti anni nessuno aveva avuto il coraggio di alzarsi per contraddirlo.
Ma uno studente, sinceramente credente e costretto a frequentare quel corso,
pregò tutto l’anno il Signore affinché quando arrivava quel
momento avesse il coraggio di mettersi dalla parte di Gesù. Il momento
arrivò è, quando si alzò, vide gli occhi scioccati di 300
studenti che lo guardavano mentre il professore arrabbiato gridava: “Sei
pazzo!” e lasciava cadere il gesso che, invece di andare a terra, si infilò
nella manica della sua camicia, attraversò i pantaloni giù per
una gamba e, rotolando dolcemente sulla scarpa, toccò terra senza rompersi.
Indignato, il professore abbandonò l’aula, lo studente raggiunse
la cattedra e per mezz’ora parlò di Gesù ai suoi colleghi.
r.b.
FEBBRAIO
(20) “VOI AVETE TUTTO PIENAMENTE IN CRISTO”. (Colossesi 2:10)
Avete tutto, secondo la logica umana, significa avere un buon conto in banca,
una macchina lussuosa, una bella casa, bei vestiti, una perfetta salute…
Secondo la logica divina ci sono valori molto più alti e duraturi. Joni,
una giovane donna, piena di vita e di agi, a causa di un disgraziato tuffo in
acqua, si ritrovò completamente immobilizzata per la rottura della spina
dorsale. Non credo sia una condizione facile da accettare a soli 18 anni e infatti
non lo fu. Ma, proprio nella sua totale immobilità, sofferenza e completa
dipendenza dagli altri, questa ragazza ebbe modo di riflettere seriamente sul
senso e sul valore della vita. Dopo un tempo di ribellione, scoprì la
bellezza dell’amore di Dio che era al di là di avere gambe e braccia
efficienti, ma usate solo per la propria soddisfazione. Dio le diede nuovi talenti
e soprattutto la sta usando in tutto il mondo per portare altre anime al Signore.
Lei stessa scrive: “Preferisco essere quadriplegica col Signore nel mio
cuore, che essere perfettamente sana, ma senza il Signore”. Questo mi
sembra uno dei significati di “avere tutto pienamente in Cristo”.
Se ti interessa la sua storia, richiedi il suo libro “Joni” all’editore.
w.g.
FEBBRAIO
(21) “L’ETERNO È L’OGGETTO DELLE TUE LODI, È
IL TUO DIO”. (Deuteronomio 10:21)
E perché mai dovremmo lodare Dio? Tanti si fanno questa domanda, almeno
inconsciamente, e si rivolgono a Dio solo per insultarLo, criticarLo, chiamarLo
in causa quando qualcosa non va come vorrebbero. Questo succede perché
non si sono mai fermati a riflettere su quello che l’Eterno ha fatto per
loro. Se Dio ritirasse la Sua mano, dove saremmo? Chi dà la vita? Chi
ha creato un mondo che ci permette di sostenerci, di lavorare, di godere della
Sua bellezza? Quando non piove, quando fa troppo caldo o troppo freddo, quando
il ciclo del clima e delle stagioni è disturbato, allora ci rendiamo
conto di che cosa significhi l’equilibrio che Dio ha creato e che noi
facciamo del nostro meglio per distruggere. Quanto le cose ci sono favorevoli,
ci ricordiamo della grandezza e dell’onnipotenza di Dio per lodarLo? v.n.
FEBBRAIO
(22) “QUANDO VAI ALLA CASA DI DIO, AVVICINATI PER ASCOLTARE, ANZICHÉ
OFFRIRE IL SACRIFICIO DEGLI STOLTI” (Ecclesiaste 5:1)
Soprattutto nel giorno dedicato a Dio (la domenica), ci riuniamo per portare
a Lui lode, adorazione, ringraziamento. Cantiamo inni di lode, alziamo a Lui
la voce in preghiera, e poi ricordiamo la morte e la risurrezione di Cristo.
Parlando appunto di preghiera, Salomone ci mette in guardia dal pronunciare
tante parole davanti a Dio, promesse o voti che poi, molto probabilmente, non
riusciremo a mantenere. Quindi avviciniamoci presentando a Dio le sincere espressioni
di un cuore contrito e pentito davanti alla Sua santità. Ringraziamo
Dio Padre per il piano perfetto, che tramite il sacrificio del Suo Figlio, ha
prodotto la salvezza di quanti credono in Lui. Ma soprattutto impariamo ad ascoltare
la voce di Dio! r.s.
FEBBRAIO
(23) “VOGLIO MISERICORDIA E NON SACRIFICIO, DICE DIO”. (Matteo 12:7)
Queste parole furono pronunciate da Gesù quando i Farisei contestarono
il fatto che i discepoli di Cristo, in giorno di sabato, cioè un giorno
per gli Israeliti non lavorativo, avevano strappato delle spighe di grano per
mangiarne i chicchi. Gesù rigetta la critica dei Farisei, spiegando con
chiarezza che l’istituzione del sabato da parte del Signore, non aveva
avuto lo scopo di rendere gli uomini schiavi di una regola, bensì quello
di ricordar loro che non ci si può dimenticare di Dio, e che è
giusto trovare un momento da dedicare a Lui per ringraziarLo e lodarLo per quello
che fa per noi. Con le parole “voglio misericordia e non sacrificio”,
Gesù poi vuole sottolineare che da noi non si aspetta la sterile osservanza
di regole e riti, ma in primo luogo amore e misericordia. In altre parole, se
l’osservanza di un rito è espressione di quell’amore per
Dio che si esprime in mille altri modi, allora tutto va bene, ma se si riduce
a essere l’unica manifestazione esteriore del nostro rapporto con Dio
allora abbiamo molto da rivedere. f.a.
FEBBRAIO
(24) “IL PADRE FARÀ CONOSCERE AI SUOI FIGLI LA TUA FEDELTÀ”.
(Isaia 38:19)
Quand’ero bambino ricordo che mia madre o mio padre, per farmi addormentare,
a volte mi canticchiavano degli inni cristiani. Che bei ricordi! Quei canti
servivano come ‘ninna nanna’ ma, allo stesso tempo, mi insegnavano
la fedeltà e la grandezza di Dio! La pedagogia ha evidenziato quanto
sia difficile dimenticare le cose imparate da bambino. La Bibbia, però,
l’afferma già da diversi secoli! Infatti è scritto: “Ammaestra
il fanciullo sulla via da seguire, ed egli non se ne allontanerà neppure
quando sarà vecchio” (Proverbi 22:6). Ecco perché oggi la
parola di Dio sprona i genitori a far conoscere la Sua fedeltà all’interno
delle loro famiglie. Sì, perché la famiglia è alla base
di tutta la società. Famiglie sane significa società onesta. Iniziamo
quindi a coltivare la fedeltà nella nostra casa imparando dalla Parola
di Dio. Solo così potremo influenzare positivamente la società
nella quale viviamo. e.m.
FEBBRAIO
(25) “O DIO, TU DESIDERI CHE LA VERITÀ RISIEDA NELL’INTIMO”.
(Salmo 51:6)
A tutti capita di andare in supermercato e sentire il rumore di qualcosa che
cade degli scaffali e si rompe. È successo anche a me. Ero con mia moglie
e la bambina di due ani e ci eravamo intrattenuti presso uno scaffale per osservare
degli specchietti rotondi che presentavano un lato semplice e l’altro
a lente d’ingrandimento. All’improvviso un rumore, ed ecco uno specchio
rotto per terra. Nel prenderne uno, la bambina aveva toccato quello a fianco,
facendolo cadere. Pensai fra me: “Pazienza, è successo”!
Però era stata mia figlia a farlo cadere: così presi il cerchietto
di plastica che era rimasto e andai dalla commessa alla cassa spiegando l’accaduto.
M’aspettavo che dicesse anche lei: “Pazienza, si è rotto,
non si preoccupi”, invece replicò: “E lei lo paga!”.
Così portai a casa solo il cerchietto, pur avendo pagato tutto lo specchio!
La verità spesso ci fa male, perché tocca il nostro intimo o i
nostri interessi. Dirla può comprometterci, però vale la pena
essere sinceri fino in fondo, perché rivela che abbiamo timore di Dio.
s.g.
FEBBRAIO
(26) “DIO HA SCELTO LE COSE PAZZE DEL MONDO PER SVERGOGNARE I SAPIENTI”.
(1 Corinzi 1:27)
A volte Dio sceglie coloro che vengono ritenuti deboli, semplici, senza valore
dagli uomini per predicare il Suo piano di salvezza a tutta l’umanità
e per mostrare ai cosiddetti “sapienti” che la loro sapienza è
vuota, se non conoscono Gesù Cristo come loro Signore e Salvatore. L’uomo
Dio hanno due parametri di misura opposti. Infatti Dio dice: “Il principio
della saggezza è il timore dell’Eterno e conoscere il Santo è
l’intelligenza” (Proverbi 9:10). Ma per l’uomo i saggi, i
sapienti sono tutt’altra cosa. Sono coloro che possono vantare un’ampia
conoscenza del mondo e della vita. Questo non basta per il Signore. È
importante ricordare che quello che conta di più è il punto di
vista di Dio, il Suo giudizio, perché ha un peso eterno. Chiediamo al
Signore di aiutarci a vedere ogni cosa, inclusi noi stessi, attraverso i Suoi
occhi, fiduciosi che ci risponderà perché non aspetta altro! e.s.
FEBBRAIO
(27) “GESÙ DISSE: TU, SEGUIMI”. (Giovanni 21:22)
I Vangeli sono pieni di inviti a seguire Gesù. Infatti, non troviamo
mai che qualcuno cammini insieme a Lui prendendoLo confidenzialmente a braccetto
o Lo preceda. L’uomo che ha messo la sua fede in Lui, chiunque egli sia,
non può che seguirLo. Tutta la Scrittura insegna che seguire Gesù
vuol dire riconoscerLo come Signore, amarLo, ubbidirGli, vivere la vita nuova
che Egli dona insieme a innumerevoli altri benefici spirituali. Ma questo invito,
che troviamo alla fine del Vangelo di Giovanni, è particolare, perché
sottolinea che la chiamata che Gesù rivolge è diretta e personale:
non esistono regole fisse per tutti, non si possono fare confronti. Il Signore
chiama altri in modi e tempi diversi da noi, affida loro altri doni, altri talenti,
li fa passare per altre strade, ma questo non ci riguarda. L’appello i
Gesù “Tu seguiMi” è così potente che coinvolge
tutta la nostra vita e non ci lascia il tempo per discutere o valutare le chiamate
altrui. l.p.
FEBBRAIO
(28) “ENOC CAMMINÒ CON DIO”. (Genesi 5:24)
Ogni giorno Enoc, settimo patriarca dopo Adamo, cercava il Signore e camminava
con Lui. Cosa significa camminare con Dio? Chi non crede, non cammina con Lui,
ma contro di Lui; vive per sé stesso e per il mondo. Enoc invece camminava,
non seguendo Dio, ma con Dio e viveva per Lui: il che significa, prima di tutto,
essere riconciliati con Dio e avere con Lui una relazione intima. Significa
vivere ogni giorno una vita di comunione con Dio; trovare sicurezza non nelle
persone, né alcuni luoghi, né nelle cose, ma in Dio. Fare della
Parola di Dio la regola di vita e della Sua gloria il fine di ogni atto; cercare
di piacerGli in ogni cosa e non fare nulla che Gli dispiaccia; essere Suoi collaboratori
nel promuovere l’amore di Dio fra gli uomini. Non solo questo tipo di
vita è possibile, ma, se lo vuoi, la puoi cominciare da oggi! g.f.r.
MARZO
(1)”È TEMPO DI CERCARE L’ETERNO”. (Osea 10:12)
Nella storia dell’uomo il “tempo di cercare l’Eterno”
è sempre stato un tempo presente. In ogni epoca, in ogni situazione infatti
l’uomo ha sentito il bisogno di sviluppare questa ricerca. Ma… con
quali risultati? Per alcuni la ricerca è terminata con insuccesso e hanno
concluso che ciò che non si può trovare non può esistere:
è nato così l’ateismo. Altri invece, pur di avere una realtà
soprannaturale alla quale riferirsi e aggrapparsi, hanno concluso la loro ricerca
costruendo una loro immagine di “dio” e attribuendogli leggi e regole
da usare più che per servire “dio”, per servire sé
stessi e il proprio potere: sono nate così le religioni. Ma un “dio”
che possa essere cercato e trovato dall’uomo non sarebbe più “dio”,
ma sarebbe suo pari. L’insuccesso dell’uomo nella sua ricerca di
Dio, sta quindi prima di tutto nei metodi piuttosto che nelle conclusioni. L’uomo
infatti deve riconoscere la sua incapacità (quindi: impossibilità)
di trovare Dio. La sua ricerca avrà buon fine solo quando riconoscerà
che nella Bibbia, Dio si è rivelato e, in Cristo, si è fatto conoscere.
È solo la ricerca che accetta la Rivelazione ad avere successo. p.m.
MARZO
(2) “DIO RENDE, A CHI LO ODIA, CIÒ CHE SI MERITA!” (Deuteronomio
7:10)
Ti sei mai chiesto perché l’Eterno abbia creato l’essere
umano? Dio ci ha creati per amore! Sì, perché Dio è amore
(1 Giovanni 4:16) e desidera per le Sue creature la vita invece della morte,
la gioia invece della tristezza. Qualche capitolo più avanti, lo scrittore,
ispirato della Spirito di Dio, afferma: “Certo l’Eterno ama i popoli”
(Deuteronomio 33:3). Se Dio ci ama così tanto, deve forse essere amato
meno da noi? Parlando francamente, ti sarebbe possibile nutrire odio verso una
persona che ti ama e fa di tutto per il tuo vero bene? La divina frase di oggi
ti mette in guardia. Qual è il tuo atteggiamento nei confronti di Dio?
Egli ti ama di un amore infinito, ma nella Sua giustizia è pronto di
rendere a chi Lo odia, ciò che si merita. Dio non rimane mai debitore
nei confronti dell’uomo. A te la scelta! Amare Dio (ed essere protetti
da Lui, Salmo 145:20), oppure odiarLo (ricevendo la meritata conseguenza). e.m.
MARZO
(3) “PARLIAMO IN MODO DA PIACERE NON AGLI UOMINI, MA A DIO”. (1
Tessalonicesi 2:4)
Le parole sono necessarie per nominare oggetti concreti, ma possono essere usate
anche per definire concreti astratti, come la felicità o la disperazione.
A volte ci stupiamo della notevole capacità che abbiamo con gli stessi
organi fonatori di usare parole d’amore dolcissime e, poche ore dopo,
parole piene di sarcasmo e cattiveria. E poi siamo anche capaci di “addomesticare”
il linguaggio: davanti a un certo uditorio (ad esempio quello domenicale) usiamo
solo certi vocaboli ed esprimiamo concetti spirituali, il giorno dopo davanti
a un altro uditorio cambiamo registro e usiamo termini terra terra, tanto per
sentirci parte del gruppo. Triste… perché il linguaggio dovrebbe
ricordarci che siamo stati creati da Dio e la parola, che ne è l’elemento
fondamentale, dovrebbe farci venire in mente quel primo capitolo del Vangelo
di Giovanni, con tutte le implicazioni che ne derivano. Parlare come piace a
Dio è una sfida; facciamola nostra, una volta di più, in questa
giornata. a.m.
MARZO
(4) “DISTOGLI GLI OCCHI MIEI DAL CONTEMPLARE LA VANITÀ”.
(Salmo 119:37)
La vanità è tutta intorno a me, proprio come dichiara la pubblicità
di certi prodotti: creata tutta intorno a te! Tutto è presentato in maniera
così attraente, facile da ottenere, indispensabile per vivere bene, essenziale
per “apparire”. Facilmente, anche le persone più equilibrate
e sobrie, possono cadere nel tranello di Satana, perché il vero agente
pubblicitario è lui. Ecco che allora, per avere discernimento e non cadere
nella trappola del “bello e buono a tutti i costi”, è necessario
un aiuto superiore. Ovviamente non tutto è negativo e da scartare, ma
non tutto è da “contemplare”, cioè ammirare fino a
esserne attratti. C’è, invece, qualcosa che dobbiamo contemplare
e di cui non dobbiamo mai stancarci. È l’amore di Dio e la Sua
grazia nei nostri confronti. Guardando le vanità di questo mondo attraverso
il filtro dell’amore e della grazia di Dio, avremo la saggezza necessaria
per riconoscere quello che è buono da ciò che è pura vanità.
w.g.
MARZO
(5) “FATEVI UN TESORO INESAURIBILE NEL CIELO”. (Luca 12:33)
Tutti gli uomini sono perfettamente consapevoli della fugacità della
vita e della caducità dei beni materiali. Nonostante questo continuano
a lavorare affaticandosi per acquistare e accumulare beni e ricchezze in modo
non sempre onesto ed equilibrato, come se questo fosse il solo scopo della vita.
C’è un Salmo nella Bibbia che ben fotografa e giudica questo modo
di essere: “Pensano che le loro case dureranno per sempre e le loro abitazioni
siano eterne… questo loro modo di comportarsi è una follia”
(Salmo 49:11,13). Gesù è venuto in questo mondo e ci ha ricordato
che l’esistenza terrena è soltanto una breve parentesi, ma una
parentesi determinante nella quale ci giochiamo tutto. Se abbiamo accolto Gesù
come Salvatore nella nostra vita, potremo costruire su questo fondamento un
tesoro inesauribile ed eterno, che né ladri né incendi né
svalutazioni potranno intaccare. Diversamente, avremo perso tutto. Gesù
dice: “Chi non raccoglie con Me, disperde” (Matteo 12:30). g.b.
MARZO
(6) “GUAI AI FIGLI RIBELLI CHE FORMANO DEI DISEGNI, MA SENZA DI ME, DICE
IL SIGNORE”. (Isaia 30:1)
Alcuni millenni fa con queste parole Dio rimproverò il popolo di Israele
che si era ribellato a Lui: “Il Mio popolo infatti ha commesso due mali:
ha abbandonato Me, la sorgente dell’acqua viva, e si è scavato
delle cisterne, cisterne screpolate, che non tengono l’acqua” (Geremia
2:13). Questi sono due mali anche della nostra generazione. L’uomo è
infelice e depresso, proprio perché si è allontanato dal Suo Creatore,
la sorgente della gioia, ed è andato alla ricerca di surrogati, di cose
alternative che non soddisfano pienamente. E le conseguenze dall’esclusione
di Dio della sua vita sono disastrose. La violenza dilaga nelle città;
l’uomo si scaglia con una facilità incredibile contro il suo simile.
Molte famiglie sono in crisi; spesso non vi è armonia fra marito e moglie
e fra genitori e figli. L’infelicità aumenta; molte persone sono
colpite da ansietà, preoccupazione, tensione e depressione. Abbiamo bisogno
di Dio nella nostra vita; senza di Lui non possiamo far nulla. p.d.n.
MARZO
(7) “PARLA, SIGNORE, PERCHÉ IL TUO SERVO ASCOLTA”. (1 Samuele
3:9)
Leggendo soltanto questo versetto si potrebbe avere l’impressione che
sia Samuele a prendere l’iniziativa e chiedere a Dio di parlare. Sembrerebbe
allora che sia l’uomo a dover fare pressioni su un Dio silenzioso per
indurLo a farsi sentire. Ma non è così! Per tre volte Dio aveva
chiamato per nome il piccolo Samuele, senza essere da lui riconosciuto. Ma alla
fine Samuele, riconosciuta la voce del Signore, ha risposto. È così
anche per te. Forse dirai: “Ma io non ho sentito nessuna voce”.
Ebbene, se sei arrivato a leggere oggi un passo della Parola di Dio, sappi che
questo non è una tua autonoma decisione. Dio vuole dirti qualcosa. RispondiGli,
ma non come si fa al telefono: “Chi è?”. RispondiGli nel
modo giusto:; “Parla, Signore, perché sono pronto a ubbidire a
quello che vorrai dirmi!”. m.c.
MARZO
(8) “LA TUA FEDE TI HA SALVATA, VA’ IN PACE, DISSE GESÙ”.
(Luca 7:50)
Gesù è a tavola con diverse persone: stanno tranquillamente discorrendo
fra un boccone e l’altro. Arriva una donna che provoca un gran disagio
tra i commensali, ma lei, noncurante, va dritta ai piedi di Gesù, si
inginocchia e bacia e ribacia i Suoi piedi, li massaggia con olio profumato
e li asciuga con i suoi capelli. Il disagio dei commensali era dovuto soprattutto
al fatto che, secondo la maggior parte delle persone, si trattava di una donna
indegna, una prostituta che non avrebbe dovuto stare in quel luogo. Gesù
vede in tutt’altro modo: vede una donna pentita, dispiaciuta, affranta
dal disgusto della sua misera vita; vede una donna che adora Dio offrendo semplicemente
sé stessa e ciò che ha. Vede una donna che ha bisogno di essere
perdonata e riabilitata; vede una fede viva. Gesù non vede nient’altro.
Ora, la donna, può andare in pace. Mi chiedo quanti dei “pii”
commensali abbiano potuto godere della stessa pace. m.f.
MARZO
(9) “RINGRAZIATO SIA DIO PER IL SUO DONO INEFFABILE”. (2 Corinzi
9:15)
Il dono a cui si fa riferimento è la persona di Gesù Cristo e
il sacrificio della Sua vita alla croce. L’uomo peccatore che riconosce
l’impossibilità di salvarsi attraverso opere meritorie e che accetta
per fede il sacrificio purificatore di Cristo, ottiene il più grande
dono: la salvezza per grazia, il perdono dei peccati; la vita eterna e la riconciliazione
con Dio Padre. Tale dono è ineffabile, cioè che non si può
spiegare a parole. Non è possibile spiegare esaurientemente con un linguaggio
umano tutta la grandezza e tutta la ricchezza inesauribile del dono gratuito
di Dio. Chi esperimenta la profondità dell’amore e della grazia
di Dio non può fare a meno di ringraziare, lodare e glorificare il suo
Dio. s.b.
MARZO
(10) “BEATO L’UOMO CHE HA CURA DEL POVERO”. (Salmo 41:1)
Un noto regista americano, anni fa in un film, documentò i disagi del
suo Paese in termini di sanità. Nell’inchiesta risultava che gli
Stati Uniti sono all’avanguardia in molti campi, ma non tutti i cittadini
ricevono le cure adeguate quando si trovano nel bisogno. I ricchi, ad esempio,
hanno diritto a ogni genere di assistenza, mentre i poveri vengono abbandonati
a sé stessi. Naturalmente il film denunciava le incertezze della classe
politica americana. In una società egoista come la nostra, la Bibbia
ci ricorda che ci saranno delle benedizioni per chi si prenderà cura
dei poveri: “Beato l’uomo che ha cura del povero”. Non possiamo,
certamente, risolvere i problemi dei poveri del mondo, ma possiamo aiutare qualche
bisognoso che incontriamo sul nostro cammino. Mentre pensavo a questo versetto,
mi colpiva l’esempio d’altruismo del Signore Gesù Cristo
per i poveri peccatori del mondo: “Essendo ricco, si è fatto povero
per voi, affinché, mediante la Sua povertà, voi poteste diventare
ricchi” (2 Corinzi 8:9). s.v.
MARZO
(11) “L’ETERNO SAZIERÀ LA TUA ANIMA”. (Isaia 58:11)
“Io sono una donna soddisfatta”. Quando l’ho detto a una mia
parente in visita, mi ha guardata come un animale raro. Lei non lo era e non
poteva immaginare che qualcuno dicesse di esserlo. La contentezza sembra spesso
una mèta irraggiungibile. Ma tutto dipende da che punto di vista si guarda
la propria situazione e che cosa si vuole nella vita. Se si vuole essere ricchi,
si bramerà possedere sempre un po’ di più. Se si vuole essere
beli, si correrà da un beauty center all’altro e il nostro specchio
ci dirà sempre la sua verità. Se si vuole raggiungere la perfezione
per meritare il cielo, non si sarà mai sicuri di avere fatto abbastanza.
Ma se si crede alla Bibbia, la soddisfazione è assicurata. Dio ci ha
donato Suo Figlio e ci dona ogni cosa con Lui. L’apostolo Paolo diceva
ai credenti in Cristo: “Ogni cosa è vostra… il mondo, la
vita, la morte, le cose presenti e quelle future, tutto è vostro. E voi
siete di Cristo e Cristo è di Dio” (1 Corinzi 3:22,23). Ti basta?
m.t.s.
MARZO
(12) “FORTIFICATI NELLA GRAZIA CHE È IN CRISTO GESÙ”.
(2 Timoteo 2:1)
Le parole del versetto di oggi sono state rivolte dall’apostolo Paolo
a Timoteo con lo scopo di far sì che il giovane servitore del Signore
non si scoraggiasse, ma continuasse a portare avanti il suo ministero con costanza
e dedizione. Dietro alle parole dell’apostolo però non dobbiamo
mancare di vedere anche altri significati: l’esortazione a essere forti
nella grazia sottintende un ragionamento ben preciso. È come se Paolo
dicesse a Timoteo:“È la grazia di Dio ha fatto di te prima un cristiano
e poi un servitore del Signore, perciò, per portare avanti l’incarico
che Dio ti ha affidato, devi continuare a confidare nella stessa grazia. Non
contare sulle tue forze, ma guarda a Dio. Non ti scoraggiare, sapendo che, se
il Signore ti ha dato un compito da svolgere. Egli ti darà anche la forza
e le capacità per portarlo a termine”. Un’esortazione dunque,
quella di Paolo, a una fede solida e incrollabile in Dio, esortazione che mantiene
tutta la sua validità anche per noi oggi. f.a.
MARZO
(13) “IL VOSTRO CUORE NON SIA TURBATO, ABBIATE FEDE IN DIOE ABBIATE FEDE
ANCHE IN ME”. (Giovanni 14:1)
È impossibile che il nostro cuore (sede delle nostre emozioni) non sia
turbato: Gesù stesso fu turbato (vedi Giovanni 13:21). La vita ci mette
di fronte alle occasioni più diverse di turbamento, dalle più
piccole facilmente superabili a quelle più grandi di noi, che sconvolgono
tutta la nostra persona. I rimedi? Molti dicono: “Pensa positivo, abbi
piena fiducia in te stesso!”. Altri consigliano: “Ti ci vuole una
buona polizza di assicurazione o un piano di pensione sicuro”. Ma Gesù
sa che spesso le cause dei nostri turbamenti sono ben più profonde e
ci dice: “Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in Me!”. Credete
in qualcosa non basta, anzi diventa una tragica illusione: solo Dio può
essere l’oggetto vero della nostra fede. È il Dio di Gesù
Cristo, che è sceso fino a noi perché ci ama, si vuole prendere
cura di noi e vuol farci vivere con Lui per sempre. Egli desidera che Lo riconosciamo
come nostro Signore e Salvatore. Perché “se Dio è per noi,
chi sarà contro di noi? (Romani 8:31). Questa è la vittoria sui
nostri turbamenti: la nostra fede. l.p.
MARZO
(14) “SOTTO TUTTI I CIELI, OGNI COSA È MIA”. (Giobbe 41:3)
Il tentativo degli uomini in ogni tempo, in ogni civiltà, è stato
quello di riuscire a dare qualcosa a Dio: sacrifici cruenti, templi splendidi,
buone opere… sempre, perché possiamo illuderci che Dio sia nostro
debitore. Noi abbiamo dato, ora Dio deve darci. Questo versetto del libro di
Giobbe spazza via questa pretesa. Il Signore dice: “Chi Mi ha anticipato
qualcosa perché Io gliela debba rendere? Sotto tutti i cieli, ogni cosa
è Mia. Non solo sono già Sue tutte le ricchezze del mondo che
potremmo pensare di offrirGli in sacrificio, ma sono Suo io, con le mie capacità
mentali, emotive, pratiche. Se faccio qualcosa, ho tanto diritto di chiedere
una ricompensa quanto l’avrebbe uno schiavo, che è costretto a
lavorare per il padrone. Tutto è di Dio e Gli appartiene, eppure nel
Suo amore, Dio ci offre questo tutto perché ne godiamo, lo usiamo, lo
facciamo fruttare. RingraziamoLo per questa generosità e non facciamoci
neppure balenare l’idea che siamo noi a dare qualcosa a Lui. v.n.
MARZO
(15) “L’ETERNO REGNA; IL MONDO QUINDI È SALDO E NON POTRÀ
VACILLARE”. (Salmo 96:10)
Questo versetto ci rivela molte cose su Dio. Anzitutto ci dice che Dio c’è.
Poi dice che Dio “regna”. Ciò significa che non si limita
a esistere, ma si occupa di ciò che ha creato. Egli non ha abbandonato.
“Il mondo” a sé stesso, ma lo governa con mano sicura. Se
consideriamo ciò che accade intorno a noi, ci sembra che la natura stia
subendo sconvolgimenti senza fine; non passa giorno che non si sappia di terremoti,
incendi, inondazioni e così via. C’è chi si chiede se la
terra non si stia avvicinando a una tragica fine. Ma la Bibbia ci assicura che
“il mondo è saldo e non potrà vacillare”, perché
Dio ha fermamente in mano il controllo della situazione, e questa è una
certezza che ci conforta. Per quanto sta a noi, possiamo collaborare attivamente
con Lui prendendoci della natura che ci sta intorno, evitando di danneggiarla
e ricordando che non appartiene a noi, ma a Dio, che è Signore di tutto
ciò che esiste. a.r.m.
MARZO
(16) “LA MORTE È STATA SOMMERSA NELLA VITTORIA”. (1 Corinzi
15:54)
Ecco un argomento che crea disagio. La morte, evento assolutamente non evitabile,
colpisce tutti senza distinzione e però si preferisce evitare di pensarci
e di parlarne. Così anche quando essa ci tocca da vicino, usiamo spesso
per definirla degli eufemismi, come “passare a miglior vita”, lasciare
questo mondo”, “esalare l’ultimo respiro”, ecc. Questa
è la morte fisica, la separazione materiale, che ben conoscono tutti
coloro che sono passati attraverso un lutto. Nelle intenzioni di Dio il Suo
rapporto con l’uomo doveva essere eterno, ma il peccato ha spezzato quella
relazione duratura. Allora, come mai oggi abbiamo letto delle parole di vittoria?
Esse si riferiscono alla risurrezione di Cristo, che ci ha permesso di essere
riscattati dalla morte spirituale. Non avremo più paura della morte,
perché la fede in Gesù Cristo, morto per i nostri peccati e successivamente
risuscitato, ci dà la sicurezza che, anche attraverso la nostra morte
fisica, Egli ci guiderà verso il Padre che ci attende in cielo. s.p.
MARZO
(17) “CERCATE IL SIGNORE, VOI TUTTI UMILI DELLA TERRA, CERCATE LA GIUSTIZIA,
CERCATE L’UMILTÀ”. (Sofonia 2:3)
Queste parole sono rivolte agli israeliti come richiamo per il loro modo sbagliato
di vivere. Si erano sviati dalle vie chiaramente indicate dal Dio che avevano
dichiarato come loro Dio. Il richiamo del profeta Sofonia ha dunque questa motivazione:
“…prima che vi piombi addosso l’ardente ira del Signore!”.
L’idea di un Dio incollerito non è assolutamente attraente; si
preferisce pensare a Dio solo per la Sua bontà, la Sua misericordia,
il Suo amore. Ma pensare a queste Sue caratteristiche senza tener conto, nello
stesso tempo, della Sua santità e della Sua giustizia, significa avere
un’idea sbagliata e falsa di chi Egli è veramente. Riconoscere
i propri errori, a volte fatti anche in buona fede, è qualcosa che richiede
umiltà, non è facile. Eppure è l’unico modo per riavvicinarsi
a Dio.h.p.
MARZO
(18) “GUARDATI DAL DIRE: LA MIA FORZA M’HA ACQUISTATO RICCHEZZE.
(Deuteronomio 8:17)
Un uomo si vantava della sua casa, affermando che era di gran valore. Ovviamente
voleva sottolineare che con la sola forza era stato capace di fare un grande
progresso. Di cose simili se ne sentono molte. È raro sentir dire: “Il
Signore è stato la mia forza e mi ha benedetto grandemente!”. Un’esclamazione
che può essere pronunciata solo da un cuore riconoscente, che ha esperimentato
quanto il Signore sia buono e misericordioso verso di noi uomini peccatori e
senza forza. Perciò il testo di oggi ci esorta a non avere in cuor nostro
un tale vanto: “La mia forza mi ha acquistato ricchezze”. Infatti
se leggiamo il versetto, successivo, constatiamo che la forza viene solo dal
Signore e nel libro dei Proverbi Salomone afferma: “Quel che fa ricchi
è la benedizione del Signore…” (Proverbi 10:22). n.s.
MARZO
(19) “NON SIATE IN ANSIA PER IL DOMANI, BASTA A CIASCUN GIORNO IL PROPRIO
AFFANNO”. (Matteo 6:34)
La ricetta che Gesù offre ai Suoi discepoli per affrontare i momenti
di ansia non ha niente di accattivante. Gesù non sta dicendo che essendo
discepoli non sperimenteranno più le difficoltà riguardanti le
necessità vitali: fame, sete, vestiario. Piuttosto, sta indicando una
visione della situazione più ampia e li incoraggia ad alzare lo sguardo
per considerare gli uccelli del cielo e poi ad abbassarlo verso i gigli dei
campi. Infine Gesù tocca il problema del futuro, che può afferrare
chiunque, tanto chi vive nell’abbondanza come chi conosce la povertà.
Gesù ci sta chiamando ad un’operazione inversa e cioè a
restringere la visuale, ad usare un “macro” e a non zoomare più
su fiori e piante. Essendo discepoli non saremo liberati automaticamente dall’ansia
del futuro, ma la dose di preoccupazione di oggi deve assolutamente sommarsi
a quella di domani. È una medicina un po’ amarognola, ma curativa
al 100%! a.m.
MARZO
(20) “L’ANIMA MIA È ASSETATA DEL DIO VIVENTE”. (Salmo
42:2)
Come esseri umani siamo coscienti che il nostro corpo ha bisogno dell’aria,
dell’acqua e del cibo, elementi indispensabili per la sua sopravvivenza.
Facciamo fatica invece a riconoscere che anche la nostra anima ha bisogno di
aria, acqua, e cibo: l’aria è la presenza di Dio, l’acqua
viva sono le parole di Gesù, il cibo è fare la Sua volontà.
Abbiamo “sete” di Dio, perché siamo immersi in un mondo che
non ci soddisfa; il Dio vivente è l’unico in grado di ridare vita
alla nostra anima, di rigenerarla, di dissetarla dopo l’arsura giornaliera;
senza di Lui non possiamo far nulla e non abbiamo alcuna forza e saggezza. Se
hai fame e sete di qualcosa di più delle cose materiali e umane, devi
cercare Dio, nella persona di Gesù! Per mezzo di una relazione personale
con Gesù, il tuo bisogno di Dio sarà colmato, e Lui risponderà
anche a tutti gli altri bisogni della tua vita! g.f.r.
MARZO
(21) “CHE FARETE IL GIORNO CHE DIO VI VISITERÀ?” (Isaia 10:3)
Ricevere una visita da parte di Dio? Forse non ci abbiamo mai pensato…
Sarà una visita di circostanza? Sarà una visita di cortesia? Sarà
una visita in “veste” ufficiale oppure sarà una visita privata?
No! Non è la forma che deve preoccuparci! Devono piuttosto preoccuparci
l’obiettivo della visita e quello che noi faremo nel momento in cui la
riceveremo!Partiamo dall’obiettivo della visita: la Bibbia ci racconta
che nel corso della storia Dio ha già più volte visitato gli uomini:
vi sono state visite di salvezza e di liberazione, ma anche visite di giudizio
e di condanna. Sempre la Bibbia ci rivela che vi sarà una prossima visita,
più vicina di quanto possiamo pensare. Dio manderà Suo Figlio
per “rapire” la Sua Chiesa. Questa visita provocherà una
selezione, un giudizio: i veri credenti saliranno alla Sua presenza, gli altri
rimarranno sulla terra. Cosa faremo quando riceveremo questa visita? Saremo
rapiti sulle nuvole a “incontrare il Signore nell’aria” (1
Tessalonicesi 4:17) o saremo lasciati sulla terra, separati da Lui per sempre?
Sarà bene cominciare a pensarci fin da ora. p.m.
MARZO
(22) “DOVE DUE O TRE SONO RIUNITI NEL MIO NOME, LÌ SONO IO IN MEZZO
A LORO, DISE GESÙ”. (Matteo 18:20)
John Paton, missionario nelle Nuove Ebridi, nella sua avvincente autobiografia
ricorda con affetto l’esempio di integrità e fedeltà a Dio
lasciatogli dal padre: “Il timore di Dio fece maturare in lui il concetto
di meditazione di famiglia… mio padre non interruppe tale consuetudine
se non alla sua morte, al settantesimo anno di vita… La chiesa locale
da noi frequenta si trovava a Dunfries e distava altre sette chilometri da casa.
Durante i decenni passati, mio padre non era mancato più di tre volte
agli appuntamenti sacri della sua chiesa”. Perché quel buon padre
aveva consacrato buona parte del suo tempo e degli incontri spirituali privati
e pubblici? Perché credeva nella promessa di Gesù: “dove
due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono Io in mezzo a loro”!
Al di là del contesto storico di queste parole (vedi Matteo 18:15-20),
colpisce il principio secondo il quale la presenza spirituale del Signore e
verrà in mezzo ai Suoi. Ciò caratterizza e distingue il cristianesimo
biblico da qualsiasi altra religione umana. Occorre, tuttavia, per beneficiare
della promessa, essere riuniti nel Suo nome, cioè vivere in armonia con
il pensiero e la volontà di Gesù rivelati nella Bibbia. s.v.
MARZO
(23) “DIO CI HA CHIAMATI A VIVERE IN PACE.” (1 Corinzi 7:15)
Trovo interessante che questo versetto debba trovare la sua applicazione, non
in un contesto generico, nell’ambito familiare, nei rapporti fra marito
e moglie. Infatti, anche se lo si desidera, non è sempre facile vivere
in armonia: frizioni, insofferenze e incomprensioni possono, nel tempo turbare
anche i rapporti più stabili. Vedere la vocazione a “vivere in
pace” come stile di vita può rendere perplessi, perché spesso
è necessario rinunciare a ciò che si considera un proprio delitto,
come quello di essere accettati, di esprimere i propri pensieri senza essere
attaccati, di gestire il proprio tempo, ecc. Se abbiamo affidato la vita al
Signore, anche i nostri diritti appartengono a Lui. Egli non ci chiede di rinunciarvi,
ma di crederGli. Sapere di avere un Padre che si prende cura di ogni aspetto
della nostra vita, ci libera dell’ira e rende mansueti. Allo stesso tempo
ci prepara a sperimentare la fedeltà del Signore. o.t.
MARZO
(24) “IO RICONOSCO CHE TU PUOI TUTTO, DISSE GIOBBE A DIO.” (Giobbe
42:1,2)
A nulla valeva il conforto che cercavo di offrire a mio figlio in quel momento
di delusione. Si era preparato per quella gara di velocità da settimane.
Era stato scelto dalla classe per rappresentare la scuola nell’annuale
competizione cittadina e quel giorno era concentratissimo, ma nel momento del
“VIA”, dopo uno slancio scattante… perse una scarpa. Lorenzo
si fermò, tornò indietro, si infilò la scarpa e terminò
la gara tra le lacrime. “Mamma, io avevo pregato” mi disse con un
tono interrogativo di chi ha bisogno di risposte. È facile credere che
Dio possa fare tutto quando risponde alle nostre richieste, ma è più
difficile crederlo quando siamo delusi. “Sai, Lorenzo – risposi
– forse un giorno dovrai aiutare qualcuno che si trova a vivere un’esperienza
come la tua, e avendola già vissuta, potrai capire cosa prova davvero
e incoraggiarlo di cuore”. A volte Dio dice sì, altre volte dice
no, resta il fatto che può fare qualsiasi cosa con finalità che
non immaginiamo. m.f.
MARZO
(25) “ABBI CURA DI ME COME LA PUPILLA DELL’OCCHIO”. (Salmo
17:8)
Pensiamoci: non c’è una parte del nostro corpo che sia protetta
dell’occhio. Se la luce è troppo forte, chiudiamo la palpebre e
proteggiamo istintivamente la nostra pupilla. Se si alza un polverone, lo stesso.
Se tira vento, idem. Dio tiene il nostro occhio con il liquido lacrimale. Se
necessario, ce lo lava con le lacrime. Se un po’ di pulviscolo entra nell’occhio,
ce ne pensiamo subito conto e ci sembra di avere una pietra. Così facciamo
di tutto per liberarcene. Dio, nella Sua Parola, dice che i Suoi figli sono
per Lui come la Sua pupilla e guai a chi li tocca! Lui li cura, non li perde
mai di vista. Nel Salmo 32:8 promette di guidarci e di tenere il Suo sguardo
su noi. Ma aggiunge: “Non siate come il cavallo e come il mulo che non
hanno intelletto…”. Troppe volte ci impuntiamo come muli e ci nascondiamo
dal Suo sguardo. Accettiamo piuttosto di essere “pupille” bisognose
di prenotazione e lasciamoci curare! m.t.s.
MARZO
(26) “L’EFFETTO DELLA GIUSTIZIA SARÀ LA PACE”. (Isaia
32:17)
È proprio vero che solo quando si fa chiarezza e viene fatto ciò
che è giusto, si calmano le acque, viene la pace e la serenità.
Così è anche nel rapporto con Dio: quando si è disposti
ad accettare l’opinione di Dio sul nostro stato di peccato, credendo che
Cristo si caricò della condanna che spettava al peccatore, si sperimenta
la pace con Dio. Qualcuno ha detto: “Se desideriamo essere miserabili,
guardiamo in noi stessi; se desideriamo essere distratti, guardiamoci attorno;
se desideriamo essere in pace, guardiamo in alto!”. La Scrittura afferma
che “per le opere della legge nessuna carne sarà dichiarata giusta
davanti a Dio”, ma Dio stesso ha fatto giustizia dei nostri peccati mettendoli
sopra Suo Figlio Gesù e “Lo ha fatto essere peccato per noi, affinché
noi diventassimo giustizia di Dio in Lui”. Il sacrificio di Cristo ha
soddisfatto appieno la giustizia e la santità di Dio, perciò chi
crede che il proprio debito con Dio è stato pagato alla croce, sperimenterà
piena pace con Dio e il perdono dei peccati. s.g.
MARZO
(27) “TUTTI HANNO PECCATO E SON PRIVI DELLA GLORIA DI DIO”. (Romani
3:23)
Per mezzo di Adamo ed Eva l’umanità è sprofondata nel peccato
e rimane lontana dalla gloria di Dio, ma il nostro versetto prosegue dicendo:
“…ma sono giustificati gratuitamente per la Sua grazia mediante
la redenzione che è in Cristo Gesù”. La nostra indole è
protesa verso il peccato e la disubbidienza a Dio; anche se cerchiamo di migliorare,
non possiamo riuscirci da soli. Come ottenere la giustificazione? Attraverso
la grazia di Dio ci redime dal nostro terribile e irrisolvibile stato di peccato.
Allora non saremo più privi della gloria di Dio! E tu?! Vuoi continuare
a sprecare il tuo tempo, cercando un’impossibile perfezione, o vuoi decidere
di mettere la tua vita nelle mani dell’unico Redentore e ricevere una
nuova vita?! Ora è il tempo accettevole per prendere una decisione! r.s.
MARZO
(28) “CHI DUNQUE PUÒ ESSERE SALVATO?” (Matteo 19:25)
L’espressione “dunque” che troviamo nel versetto di oggi,
ci fa capire che siamo all’epilogo di un incontro e di un dialogo: quello
celeberrimo di Gesù con il giovane ricco dove il Figlio di Dio rivolgendosi
ai discepoli pronunziò quella sentenza altrettanto famosa: “È
più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un
ricco entrare nel regno dei cieli” (Matteo 19:24). Certo, i discepoli
saranno rimasti non solo sbalorditi, ma anche ripresi nell’intimo, perché,
come avevano dimostrato in altre occasioni, erano bramosi di onori, di primi
posti e di ricchezze. “Chi dunque può essere salvato?”, chiedono.
La risposta sembrava ovvia: sulla base di ciò che siamo, nessuno! Non
c’è forza non c’è filosofia, non c’è
religione che possa cambiare la natura umana. La salvezza è opera di
Dio, è una resurrezione, è una nuova creazione che solo Dio si
può realizzare nella vita di uomo (vedi 2 Corinzi 5:17). È un
miracolo che il Signore è pronto a compiere quando riconosciamo e confessiamo
il nostro peccato affidandoGli poi fiduciosi la nostra vita. g.b.
MARZO
(29) “SE CONFESSI CON LA TUA BOCCA CHE GESÙ È IL SIGNORE
E CREDI IN CUOR TUO, SARAI SALVATO”. (Romani 10:9)
Il risultato di ciò che esorta a fare questo versetto è la salvezza.
Per raggiungere questo obiettivo sono richieste due condizioni: 1. La confessione.
Un fatto pubblico, nel quale dichiariamo apertamente e senza vergogna la nostra
relazione e dipendenza assoluta da Cristo in ogni sfera della vita. Questo è
il prodotto della grazia divina che richiede coraggio e decisione, soprattutto
quando, professarsi cristiani, mette in pericolo tutto ciò che abbiamo
di più caro nella vita. 2. Credere col cuore. Un fatto privato, forza
della confessione pubblica. È molto più che credere con la mente;
è l’adesione sincera del cuore al Vangelo in ogni volontà,
desiderio e aspirazione. La forza trova la sua radice nel Cristo risuscitato
da Dio, come grazia per coloro che sperano in Lui. Non essendo Gesù una
creazione di Dio, ma il Signore, l’Eterno, consustanziale al Padre, può
garantire, a chi lo confessa e crede in Lui, una salvezza certa basata sulla
Sua giustizia. m.m.
MARZO
(30) “FARETE ATTENZIONE A TUTTE LE COSE CHE VI HO DETTO”. (Esodo
23:13)
Quando Dio parla, dobbiamo credere e ubbidire. La vera fede, quella che salva,
afferra e riceve Cristo come Salvatore e Signore e ubbidisce. Essere discepoli
di Cristo significa permetterGli di sedere sul trono della nostra vita e implica
l’ubbidienza della Sua Parola. A volte pensiamo che i comandamenti del
Signore siano facoltativi. Ma non deve essere così. La Bibbia ha qualcosa
da dirci di fronte a temi come matrimonio, relazioni coniugali, aborto, sessualità,
educazione dei figli, impegno politico, scuola, lavoro, oppure ognuno può
comportarsi come vuole? Sono convinto che nelle Scritture troviamo principi
che regolano tutti gli aspetti della nostra vita, che sono validi per tutti
i tempi e tutte le culture. Il nostro vero bene e la nostra felicità
dipendono solo dall’ubbidienza totale ai comandamenti del Signore. Una
cosa è giusta non perché la fanno tutti, ma solo perché
è in armonia con la Parola di Dio. p.d.n.
MARZO
(31) “DIO DARÀ PACE ALL’ANIMA MIA”. (Salmo 55:16,18)
Oggi non si fa altro che parlare di pace. È il termine più inflazionato
dei nostri giorni. Cosa vuole farci sapere Dio attraverso la Sua Parola, oggi?
Fondamentalmente due cose. La prima è che il cuore dell’uomo, essendo
insanabilmente maligno e ingannevole più di ogni altra cosa (Geremia
17:9), non può produrre la pace. in esso c’è il peccato
che odia la pace. L’uomo ne parla, la desidera, ma fino a quando cercherà
in sé stesso, sarà destinato continuamente a fallire l’obiettivo.
La seconda è che la pace affonda le radici nel cuore di Dio, e non nel
cuore dell’uomo. Gesù dice: “Io vi do la Mia pace. Io non
vi do come il mondo dà”. (Geremia 14:27). Amico, fratello, sorella,
se sei turbato, afflitto per qualcosa e cerchi ristoro all’anima tua,
lascia tutto e corri da Gesù, aprirGli il cuore; troverai una spalla
sulla quale poggiare il tuo capo e una pace come quella di un bambino sulle
ginocchia della propria mamma. Allora il segreto è non la pace nel mondo,
ma la pace nel cuore! p.p.
APRILE
(1)”VI SIETE CONVERTITI DAGL’IDOLI A DIO PER SERVIRE IL DIO VIVENTE
E VERO”. (1 Tessalonicesi 1:9)
Poco prima della distruzione di Gerusalemme, Dio rivelò al profeta Ezechiele
lo stato d’animo degli anziani d’Israele: “…questi uomini
hanno eretto idoli nel loro cuore e si sono messi davanti l’intoppo che
li fa cadere nella loro iniquità” (Ezechiele 14:3). Qualunque sia
la forma esterna che assume, l’idolo viene eretto nel cuore. Può
anche essere un qualcosa di molto buono in sé, ma la sua gravità
sta nel fatto che assume il posto di Dio e quindi costituisce un intoppo che
fa cadere nell’iniquità. L’idolatria non è un peccato
singolo, ma un atteggiamento di dipendenza del cuore da qualcosa che non è
Dio e quindi inevitabilmente spinge a peccare. Chi si è davvero “convertito
dagli idoli a Dio per servire il Dio vivente e vero”, deve ricordare sempre
l’ammonimento chiaro della Parola di Dio: “Figlioli, guardatevi
dagli idoli” (1 Giovanni 5:21). m.c.
APRILE
(2) “SIATE PERFETTI COME È PERFETTO IL PADRE VOSTRO NEI CIELI”.
(Matteo 5:48)
“Dio è troppo esigente!” mi ha detto qualcuno quando gli
ho citato questo versetto. “Pensi che un chirurgo lascerebbe entrare in
sala operatoria un assistente perfettamente vestito con la tuta sterile, ma
con una scarpa infangata? – Ho insistito. – Il cielo è un
luogo perfetto in cui abita un Dio che, come ha detto un profeta, ‘ha
gli occhi troppo puri’ per guardare il peccato. Perciò come potrebbe
farci entrare dei peccatori?” In cielo non entreranno “i vigliacchi,
gli increduli, gli abominevoli, gli omicidi, i fornicatori, gli stregoni, gli
idolatri e tutti i bugiardi” (Apocalisse 21:8). Dio è esigente,
ma è anche misericordioso e lo ha dimostrato provvedendo un rimedio per
chiunque lo vuole accettare: la salvezza per grazia mediante il sacrificio di
Cristo sulla croce. Chi si pente sinceramente del suo peccato, crede in Cristo
come Salvatore e decide di fare sul serio con Lui, “non viene in giudizio,
ma è passato dalla morte alla vita” (Giovanni 5:24). A te la scelta!
m.t.s.
APRILE
(3) “CHI CAMMINA IN FRETTA SBAGLIA STRADA”. (Proverbi 19:2)
Sembra quasi di trovarsi davanti al nostro ben noto proverbio: “Chi va
piano va sano e va lontano”. In realtà il contesto biblico ci permette
di sapere che non è un a velocità lenta e misurata a essere garanzia
di salute e di sicurezza, quanto piuttosto la conoscenza. “Chi cammina
in fretta” è la persona che non si preoccupa di informarsi, di
sapere dove lo conduce la strada che sta percorrendo: la sua unica preoccupazione
è di arrivare; quello che incontrerà durante il cammino o che
troverà alla mèta non lo interessa più di tanto, così
come non si preoccupa di sapere se quella che sta percorrendo è la strada
giusta oppure no. Questo è purtroppo un quadro rappresentativo della
gran parte degli uomini: camminano il più in fretta possibile per non
pensare, vanno avanti senza alcuna preoccupazione. Spesso quando si accorgono
di aver sbagliato strada o di aver seminato solo macerie lungo il cammino, è…
troppo tardi! p.m.
APRILE
(4) “RICORDATEVI DEL SIGNORE”. (Neemia 4:14)
Il popolo di Israele aveva subìto la deportazione e la città di
Gerusalemme era stata distrutta. Ora con il profeta Neemia, tornato in città
con il permesso del re dei Persiani (i dominatori dopo i Babilonesi), il popolo
stava ricostruendo le mura di recinzione, ma era ostacolato dai nemici. In questo
contesto si inseriscono le parole del versetto di oggi: Neemia incoraggiava
i suoi compagni di lavoro, riportando la loro mente alle infinite benedizioni
di Dio. Sì, è vero, avevano subìto una deportazione, frutto
della loro infedeltà e dei loro peccati, ma, nonostante tutto questo
il Signore non aveva permesso il loro sterminio. Il Signore ci ama e, anche
se nella vita spesso viviamo delle difficoltà, dobbiamo ricordarci delle
Sue promesse. Chiunque si affida con fede a Dio e lascia che Egli diventi il
suo Salvatore, potrà scoprire ogni giorno il Suo amore e la Sua bontà
e ogni benedizione ricevuta sarà un ulteriore aiuto per ricordarsi del
Signore. s.b.
APRILE
(5) “TI RINGRAZIO, SIGNORE. TU MI HAI CONSOLATO”. (Isaia 12:1)
Quando si vivono esperienze particolarmente dolorose, dalle quali non è
facile o addirittura impossibile uscire, una morsa attanaglia il nostro cuore
e siamo consapevoli dell’incapacità totale di risolvere la situazione
al meglio. Allora si moltiplicano le relazioni: dalla rabbia, alla disperazione,
alla depressione. Tutto crea intorno a noi un vortice senza via d’uscita.
Ma chi ha il Signore Gesù come Suo Salvatore, sa dove e a chi dare i
suoi problemi anche quelli più disperati. Il cuore è addolorato,
ma consolato dalla certezza che Dio ha il controllo della situazione e che guiderà
le cose per il meglio di coloro che Lo amano. Quanto è bello rifugiarsi
in questa consolazione e protezione! Posso confermarti che quelle di Gesù
non sono le nostre “vane” parole di conforto, ma quelle che danno
il vero riposo! w.g.
APRILE
(6) “NON ABBATERTI, PERCHÉ L’ETERNO È CON TE”.
(1 Cronache 28:20)
Spesso questa vita è molto dura e, in momenti difficili, anche a te sarà
capitato di sentirti dire parole vuote, del tipo: “Non abbatterti…
dai su… coraggio…!”. Sicuramente ti sarai sentito ancora più
abbattuto e per di più solo e sconsolato. Ma c’è Qualcuno,
Gesù Cristo, che ti capisce molto bene. Senza che neanche ti sforzi di
spiegarGli quanto sia difficile non essere scoraggiato, Lui fa una promessa:
la Sua presenza. Per realizzarla c’è una condizione, però:
credere in Lui! Non come a un’idea astratta, ma come Persona reale, capace
di essere veramente lì con te. Fidarsi di Lui, non come una perdona qualsiasi,
ma come l’Amico più speciale, capace di comprenderti, di sostenerti
e donarti nuove forze di fiducia e speranza. Il segreto è spostare, con
un forte atto di volontà, l’oggetto della nostra attenzione: dell’afflizione
al Signore. Colui che è più GRANDE in assoluto. Questa verità
ci darà il coraggio di ubbidire al comandamento: “Non abbatterti”
e ci farà sperimentare le benedizioni della Sua presenza… Altro
che pacca sulla spalla! Hai mai provato? È una promessa anche per te!
b.s.
APRILE
(7) “NON RESPINGERMI NEL TEMPO DELLA VECCHIAIA”. (Salmo 71:9)
Il salmista che rivolse a Dio questa preghiera temeva di essere abbandonato
dal Signore. mentre la sua vita fisica declinava, era angosciato nel vedere
le sue forze venir meno e pensava che Dio non si curasse più di lui.
Quante persone vacillano nella fede e, pur credendo che Dio è lì,
davanti alla sofferenza vengono meno nell’animo, dubitano dell’amore
di Dio e forse anche Lo accusano! Caro lettore, ricorda che il Signore non viene
mai meno alle Sue promesse. Egli non è un uomo perché possa mentire;
ciò che ha detto, quello sarà. Infatti è scritto: “Fino
alla vostra vecchiaia io sono lo stesso, fino alle vostre canizie Io vi porterò;
vi ho fatti ed Io vi sosterrò; si, vi porterò e vi salverò”
(Isaia 46:4) Che grande consolazione per chi vive particolari momenti di cedimento
dalle proprie forze! Coloro che hanno fatto di Dio la loro forte Rocca, il Rifugio
della propria anima e si sono arresi a Lui riconoscendoLo come il Signore della
loro vita, possono ben godere questa promessa: “Io non ti lascerò
e non ti abbandonerò” (Ebrei 13:5). s.g.
APRILE
(8) “MALTRATTATO, SIA LASCIÒ UMILIARE E NON APRÌ LA BOCCA”.
(Isaia 55:37)
Giacomo, il fratello del Signore Gesù, nella sua Epistola scrive: “Ogni
uomo sia pronto ad ascoltare, lento a parlare, lento all’ira; perché
l’ira dell’uomo non compie la giustizia di Dio” (Giacomo 1:19,20).
Davanti ai Suoi accusatori Gesù tacque; poteva difendersi, ma non lo
fece e, nonostante fosse stato accusato ingiustamente (vedi Marco 14:55,56;
Isaia 53:9), si lasciò umiliare, perché aveva davanti a Sé
un obiettivo: adempiere la giustizia di Dio, Gesù si lasciò immolare
come un agnello che viene condotto al macello per espiare i nostri peccati,
le nostre iniquità, affinché, mediante la fede in Lui, nel Suo
sacrificio unico e perfetto, potessimo avere, per la Sua Grazia, il perdono
dei peccati e la pace dei nostri cuori (Isaia 53:5). n.s.
APRILE
(9) “SAPPIATE CHE NON TROVO IN LUI NESSUNA COLPA, DISSE PILATO”.
(Giovanni 19:4) La moglie di Pilato cercò di convincere suo marito dell’innocenza
di Gesù. E Pilato sapeva che stava per condannare arbitrariamente un
uomo, ma la pressione esercitata dalla moglie con i suoi funesti presagi, fu
insignificante, se paragonata a quella dei capi giudei della folla. Pilato,
alla fine, dopo aver compiuto il gesto tanto noto quanto inutile di lavarsi
le mani, si convinse che quello poteva essere un sistema sbrigativo, ma plateale,
per far ricadere sulla folla inferocita la colpa derivante dall’uccisione
di un innocente. Non prendere posizione, fare un passo indietro, quando per
coerenza e amore della verità dovremmo agire e farne uno avanti, trovare
una scappatoia onorevole quando ci sentiamo alle strette, ci fa assomigliare
a quest’uomo che ci viene così spontaneo e facile detestare. Eppure,
Pilato aveva una sua opinione e non la tenne per sé, ma la espressione
pubblicamente; però tutto questo, nella successione degli eventi, fu
assolutamente insignificante. Gesù, nella più completa innocenza,
andò verso il Golgota prendendo su di Sé tutto lo squallore, il
cinismo, il sincretismo dell’umanità. a.m.
APRILE
(10) “GESÙ GLI DISSE: OGGI TU SARAI CON ME IN PARADISO”.
(Luca 23:43)
Le parole del versetto di oggi sono state pronunciate da Gesù già
inchiodato sulla croce e sono state rivolte a uno dei malfattori che insieme
a Lui furono crocifissi. Costui, ormai in punto di morte, ebbe il coraggio e
l’onestà di confessare il proprio peccato e chiedere perdono a
Gesù, che accolse il suo pentimento sincero, rimettendogli i peccati
e aprendo per lui le porte del cielo. Qual è la lezione che questo episodio
ci insegna? Innanzitutto che per aprire il nostro cuore alla fede non è
mai troppo tardi; in secondo luogo che non c’è peccato, per grave
che sia, che non possa essere perdonato dal Signore; in terzo luogo che Dio
ci chiede onestà: l’onestà di riconoscere la nostra posizione,
cioè quella di uomini e donne che, a causa del proprio peccato, hanno
bisogno di essere perdonati da Dio. Probabilmente non siamo malfattori, delinquenti
o assassini, ma il nostro bisogno di ricevere perdono non è meno grande.
Gesù è sempre pronto ad accogliere il nostro pentimento e la nostra
fede. f.a.
APRILE
(11) “LA PREDICAZIONE DELLA CROCE È LA POTENZA DI DIO”. (1
Corinzi 1:18)
La crocifissione era un metodo di esecuzione fra i più crudeli della
storia dell’uomo. la ragione, secondo antiche testimonianze storiche,
era dovuta al fatto che ritardava deliberatamente la morte al fine di infliggere
la massima tortura. Eppure Paolo non esitò a definire il Vangelo che
annunciava come il messaggio o la predicazione della croce. Ma c’è
di più! Egli era convinto che la predicazione della croce fosse “la
potenza di Dio”. “È assurdo!” direbbe qualcuno, “perché
mai una croce dovrebbe essere considerata la potenza di Dio?”. Duemila
anni fa, in luogo detta Golgota, il Figlio di Dio donò la Sua vita in
croce per noi, ma la storia non finisce qua: tre giorni dopo risuscitò
tornando in vita. la parola della croce, purtroppo, oggi come allora, suscita
sentimenti e reazioni contrastanti: scandalo, pazzia, indifferenza, ribellione.
L’apostolo dichiara: “ma per noi, che veniamo salvati è la
potenza di Dio”. Chiunque crede nel Salvatore Gesù e nell’opera
compiuta sulla croce sarà salvato. Che ne pesi tu del messaggio della
croce? s.v.
APRILE
(12) “GESÙ IL CROCOFISSO, È RISORTO”. (Marco 16:6)
Gesù, il crocifisso, cioè quello morto sulla croce, è risorto,
è tornato a vivere! Che notizia meravigliosa! I discepoli videro Gesù
risorto e presero vigore per andare nel mondo a predicare la buona notizia che
Gesù è il Salvatore! La fede del cristiano ha valore perché
Cristo non è rimasto nella tomba. Se Cristo fosse rimasto nel sepolcro,
sarebbe stato come un qualsiasi altro grande uomo del passato morto per i suoi
ideali. Gesù Cristo invece è chi diceva di essere: Dio, e risuscitando
ha dimostrato che era vero. Ha provato che il prezzo da Lui pagato sulla croce
per tutti gli errori dell’umanità, è stato ritenuto sufficiente
dal Padre Celeste. Quindi la Sua predicazione era verità. E lo è
ancora. Chi crede nell’intera opera di salvezza di Gesù Cristo,
non si identifica solo con la Sua morte, ma anche con la Sua risurrezione per
ricevere una nuova vita spirituale ora, e un nuovo corpo celeste quando si compiranno
i tempi di Dio nell’eternità. e.s.
APRILE
(13) “VEDUTO GESÙ, LO ADORARONO”. (Matteo 28:17)
Dopo la Sua resurrezione, Gesù si fece vedere più volte dai discepoli
e fu adorato da loro. La resurrezione di Cristo è il fondamento della
fede cristiana. Vi è una differenza sostanziale fra il Cristianesimo
e le altre religioni mentre i fondatori di queste sono morti e rimasti nella
tomba. Gesù Cristo è risorto vittorioso. La tomba dove Cristo
fu sepolto fu trovata vuota. Quello che rese i primi cristiani diversi dagli
altri, fu la certezza che Gesù era vivo in mezzo a loro. Questa è
la certezza dei cristiani di tutti i tempi. Abbiamo diverse apparizioni del
Risorto. Queste non furono invenzioni o allucinazioni. Il Signore veramente
risorto apparve ai Suoi discepoli. Colui che aveva il potere di deporre la Sua
vita e di riprenderla dopo, risuscitò vincitore sulla morte! Quando Gesù
fu arrestato, i discepoli scapparono impauriti. Pietro Lo rinnegò tre
volte. Ma subito dopo la resurrezione, lì vediamo completamente cambiati;
uomini nuovi, pronti a rischiare la vita, pur di proclamare il Vangelo. Che
cosa era successo? Avevano visto il Signore risorto! p.d.n.
APRILE
(14) “RICORDATI DI GESÙ CRISTO, RISORTO DAI MORTI”. (2 Timoteo
2:8)
Certamente in questi giorni ci siano ricordati della resurrezione di Gesù
per diversi motivi: 1. Finalmente abbiamo avuto qualche giorno di ferie dopo
la lunga tirata dopo un lungo periodo di lavoro. 2. Siamo andati in chiesa a
Pasqua, anche se, forse, non ci andavamo da tempo. 3. Abbiamo fatto un pranzo
speciale e ieri una bella scampagnata. Sicuramente, però, non ci sono
questi i motivi per cui il versetto di oggi ci esorta a ricordarci di Gesù
Cristo. Il motivo principale è che avere presente un Dio vivente, cambia
il modo di vivere le nostre giornate. Sapere e ricordarci di Gesù Cristo
risorto dai morti, fa tutta la differenza. “Ogni giorno possiamo scegliere
il modo in cui usare il tempo che Dio ci dona. Possiamo vivere come se Cristo
fosse morto ieri, fosse risorto oggi e stesse per tornare domani. Oppure possiamo
vivere come se Cristo fosse morto, punto!” (B. Johnson) r.b.
APRILE
(15) “LO STOLTO MEDITA COSE VANE PER DIRE ERRORI RIGUARDO AL SIGNORE”.
(Isaia 32:6)
Stolto è, secondo questo versetto, colui che, con le proprie riflessioni,
si crea un Dio “sbagliato”, un Dio, cioè, diverso da quello
che la Bibbia ci presenta. Un Dio, ad esempio, lontano, che non si cura degli
uomini, oppure Dio estremamente buono, che alla fine perdonerà tutti
e accoglierà tutti presso di Sé. Né l’uno né
l’altro sono il Dio della Scrittura. D’altro canto lo stolto può
perfino arrivare a dire in cuor suo: “Non c’è Dio”
(Salmo 14:1)! Nella loro presunzione gli stolti ingannano sé stessi e
ciò non può che arrecare loro un grave danno: “Gli stolti
muoiono per mancanza di senno” (Proverbi 10:21). Chi è, invece,
“saggio”, secondo la Bibbia? Saggio è chi cerca di conoscere
Dio utilizzando lo strumento che Egli stesso ha messo a disposizione, la Sua
Parola scritta. Il salmista scrive, infatti, che “la testimonianza del
Signore è veritiera e rende saggio il semplice” (Salmo 19:7), e
aggiunge: “I Tuoi comandamenti mi rendono più saggio…”
e “Ho più saggezza dei vecchi, perché ho osservato i Tuoi
precetti” (Salmo 119:98 e 100). Di chi seguiremo l’esempio? Dello
“stolto” o del “saggio”? a.r.m.
APRILE
(16) “NON AVETE AVUTO FIDUCIA IN ME PER DAR GLORIA AL MIO SANTO NOME,
DISSE IL SIGNORE”. (Numeri 20:12)
Questo versetto narra di una circostanza in cui Mosè, stanco e scoraggiato,
non segue perfettamente le indicazioni di Dio. Si lascia dominare dai suoi diritti
e colpisce una roccia invece di parlarle, per far uscire da essa l’acqua
che sarebbe servita a dissetare il popolo d’Israele nel deserto. A volte
anch’io faccio come Mosè. Me la prendo con “rocce”
inermi, per scaricare tutta la mia irritazione. Un calcio alla porta, una risposta
acida alla prima persona che mi passa accanto, una frecciata velenosa al coniuge,
un gesto stizzoso verso il mondo… Come poter gestire la frustrazione e
la stanchezza? Forse ricordandoci che abbiamo un Dio santo che ci osserva e
che desidera sostenerci. Affidarci a Lui è l’unico modo di gestire
qualunque emozione, evitando così di “mietere vittime”. m.f.
APRILE
(17) “CERTO VI È UNA RICOMPENSA PER IL GIUSTO”. (Salmo 58:11)
Strano, ma vero: una mia amica è stata quasi derisa dalla cassiera del
supermercato e dagli astanti per essere tornata in negozio a pagare un articolo
che era “sfuggito” al controllo della cassiera. Davanti ai profitti
ingiusti è facile reagire “rubando” quando si può,
ma senza esagerare. Tante volte le persone oneste sono considerate ingenue o
addirittura stupide. Fra quelli che difendono la giustizia, alcuni credono che
solamente in cielo ci sarà una ricompensa per i giusti. Invece, la seconda
parte del versetto su citato sostiene che Dio “fa giustizia sulla terra”
(anche se non sempre Egli fa giustizia quando o come vorremmo noi…). Chi
ama Dio, però, troverà gratificazione nel comportarsi rettamente
agli occhi Suoi, indipendentemente da ciò che gli altri possano dire
o pensare. h.p.
APRILE
(18) “RIPONI LE PAROLE DI DIO NEL TUO CUORE”. (Giobbe 22:22)
Nella meravigliosa parabola del seminatore narrata nei tre Vangeli sinottici
Matteo, Marco e Luca, assistiamo a una sorta di progressioni in coloro il cuore
viene definito una buona terra, cioè la terra in cui il seme della Parola
di Dio può germogliare, crescere e portare frutto. Dice Matteo: “Quello
che ha ricevuto il seme in buona terra è colui che ODE la parola e la
COMPRENDE” (Matteo 13:23). Marco dice: “Coloro che hanno ricevuto
il seme in buona terra ODONO e L’ACCOLGONO” (Marco 4:20). Luca dice:
“…dopo aver UDITO la parola la RITENGONO”(Luca 8:15). La Parola
di Dio dunque si ode, si comprende, si accoglie e si ritiene nel proprio cuore,
perché produca frutti di immenso valore per la nostra vita. Ricordiamoci
che la vera fede in Dio che porta a salvezza non è generata dal seguire
un qualche movimento o dalla pratica di riti o cerimonie religiose, ma dall’ascolto
attento e umile di quelle parole che Dio ci trasmette attraverso la Bibbia.
g.b.
APRILE
(19) “CHI CI SEPARERÀ DALL’AMORE DI CRISTO?” (Romani
8:35)
Ruth A. Tucker, nel libro “Verso le estremità della terra”,
documenta, attraverso la testimonianza storica di Eusebio, il martirio di Policarpo:
“Il governatore insisté: «Giura e ti libererò: maledici
Cristo». Policarpo rispose: «Per ottantasei anni sono stato Suo
servo, Ed egli non mi ha mai fatto del male; come posso bestemmiare il mio Re
che mi ha salvato?»”. Subito dopo quell’uomo venne condannato
al rogo. “Chi ci separerà dall’amore di Cristo?”, scrisse
fiducioso l’apostolo Paolo “…sarà forse la tribolazione,
l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la
spada?”. C’è una sola risposta a questi interrogativi: “Niente
e nessuno potranno separarci dall’amore di Dio!”. Così commenta
la scrittrice la fede di Policarpo: “Questa fiducia assoluta in un Dio
invisibile era un fatto mai visto prima. Qual era la fonte di tanto coraggio?
Molte persone cominciarono a interessarsi alla fede, ponendosi proprio queste
domande”. Questi esempi di vita vissuta dovrebbero incoraggiarti ad approfondire
il contenuto della Bibbia, affinché tu giunga a conoscere il Cristo dal
quale né Paolo né Policarpo potevano essere separati. s.v.
APRILE
(20) “L’ETERNO NON REVOCA LE SUE PAROLE”. (Isaia 31:2)
Una cosa che, come madre, ho imparato dalle educatrici dell’asilo nido
è che bisogna sempre dire al bambino cosa si ha intenzione di fare. Quindi,
non si deve sgattaiolare dalla porta senza avvisarlo della separazione. Il bambino
ha bisogno di essere salutato, rassicurato del ritorno e in questo modo elabora
il distacco. Così si costruisce la fiducia nel genitore; il bambino sa
che la mamma deve andare e, siccome ha detto che sarebbe tornata, lo farà.
E infatti la mamma torna e il bimbo l’accoglie con una grande festa. Momenti
preziosi. Anche Dio fa così con noi: ci fa delle promesse e poi le mantiene
sempre. Un attributo di Dio è la fedeltà, e questo è un
punto stabile della mia esistenza, una roccia su cui appoggiarmi e in cui credere
sempre, anche nei momenti in cui mi sembra che non sia così. m.f.
APRILE
(21) “RICONOSCI CHE L’ETERNO È DIO”. (Deuteronomio
7:9)
C’è modo e modo di riconoscere qualcuno o qualcosa. Mi servo di
un esempio per farmi capire. L’anno scorso sono andato in Spagna in aereo
e, mentre sorvolavamo la città, oltre all’emozione suscitata dalla
vista dei monumenti, delle piazze, dalla grandezza del panorama, c’era
una partecipazione emotiva più profonda da parte mia, perché dall’alto
vedevo dei luoghi che erano legati a fatti ed episodi personali, ecc.. Voglio
dire che da quell’aereo vedevo non una città qualunque, ma la mia
città. Questo è valido anche per le persone: ciò che provo
quando parlo di mio figlio, è sicuramente molto diverso da quello che
prova chi parla di lui conoscendo solo dall’esterno. Siamo chiamati a
riconoscere l’Eterno come il nostro Dio, il nostro Padre; Colui che è
fedele alle promesse per noi; che è misericordioso continuamente con
noi. Colui del quale possiamo testimoniare ad altri delle opere Sue a nostro
favore. Non serve riconoscere che Dio esiste, ma ciò che è importante
è se quel Dio è veramente il mio Dio nella quotidianità
attimo dopo attimo. Tu, Signore, sarai il mio Dio anche oggi. Gloria a Lui!
p.p.
APRILE
(22) “COSA POTRÒ RICAMBIARE AL SIGNORE PER TUTTI I BENEFICI CHE
MI HA FATTO? INVOCHERÒ IL SUO NOME”. (Salmo 116:12,13)
Nonostante la nostra indegnità e le nostre lacune nella preghiera, Dio
vuole benedirci. Ma se siamo distratti, come possiamo essere riconoscenti per
i Suoi benefici nei nostri confronti, per i numerosi gesti di misericordia ricevuti?
Come possiamo apprezzarne il giusto valore e soprattutto ricambiare Dio con
qualcosa a Lui gradito, di cui si possa compiacere? Non pensiamo di poterGli
rendere qualcosa di proporzionato o di fare qualcosa che possa eguagliare il
valore dei benefici ricevuti. La Sua volontà è che preghiamo di
continuo, che ci rallegriamo in ogni circostanza e che Gli rendiamo grazie.
Ciò che conta nella vita, non è ciò che accumuliamo, ma
ciò che apprezziamo. Dio ascolta ed esaudisce le nostre preghiere, affinché
siamo incoraggiati a continuare a pregare. Con la preghiera noi glorifichiamo
il Signore, perché Gli diamo la fiducia, l’amore e la lode che
Egli chiede alle Sue creature e che appartengono solo a Lui. g.f.r.
APRILE
(23) “CERCANDO DI STABILIRE LA PROPRIA GIUSTIZIA, NON SI SONO SOTTOMESSI
ALLA GIUSTIZIA DI DIO”. (Romani 10:3)
Due tipi di giustizia: la propria (cioè umana) e quella di Dio. Due tipi
di atteggiamenti: stabilire la propria giustizia oppure sottomettersi a quella
di Dio. Qual è la giustizia umana? In parole semplici è lo sforzo
che il peccatore compie per accattivarsi il perdono di Dio. Potrà mai
essere possibile per l’uomo “guadagnarsi” la grazia di Dio
in base alla propria giustizia? La verità è che bisogna smettere
di essere orgogliosi pensando di farcela con le proprie forze. Il mondo stesso
nel quale viviamo ci attesta che non c’è completa giustizia. La
soluzione è umiliarsi e credere in Dio! Si, proprio come fece il patriarca
Abraaamo. “Egli credette al Signore, che gli contò questo come
giustizia” (Genesi 15:6). Ecco, la giustizia di Dio che si ottiene per
mezzo della fede in Gesù Cristo, disponibile per tutti coloro che credono
(Romani 3:22). Allora? Da quale parte vuoi stare? Continuare a cercare di stabilire
la tua giustizia, oppure sottometterti a Dio credendo in Gesù? e.m.
APRILE
(24) “IO SONO CON TE PER LIBERARTI, DICE L’ETERNO”. (Geremia
1:19)
Anni fa, mentre guardavo la TV, la trasmissione fu interrotta all’improvviso
per comunicare la liberazione di un ragazzo rapito qualche tempo prima. Che
gioia ho provato! Il ritorno dalla prigionia alla libertà è un
momento forte, emozionante, carico di allegrezza. Produce un turbino d’emozioni
e accresce fiducia in coloro che hanno operato a questo scopo. La Bibbia insegna
che siamo schiavi e prigionieri del peccato, senza possibilità di emancipazione.
La promessa del Signore di liberarci è stata adempiuta in Cristo, garanzia
della fedeltà di Dio alla Sua Parola “…conoscerete la verità
e la verità vi farà liberi” (Giovanni 8:32). Non possiamo
essere veramente affrancati prescindendo dalla verità su noi stessi,
illudendoci di essere liberi. Medita sulla persona di Gesù e sulla Sua
opera: l’immensa promessa di Dio di libertà e nel Suo Figlio Gesù.
Non puoi liberarti da solo. Egli ti è vicino; credi in Lui. “Io
sono con te per liberarti, dice l’Eterno”. m.m.
APRILE
(25) “SE IL FIGLIO VI FARÀ LIBERI, SARETE VERAMENTE LIBERI”.
(Giovanni 8:36)
La libertà è un ideale agognato e cercato. Quanti uomini si sono
sacrificati in nome della libertà! E spesso si trattava di un’idea
di libertà parziale e difettosa. Quando la Bibbia parla di libertà,
invece, si riferisce a qualcosa di profondo e totale. In questo stesso discorso
il Signore Gesù ha detto che la verità ci farà liberi e
Lui stesso è la verità. Pensate alla profondità di questa
affermazione. Immaginiamo di essere liberi da un punto di vista sociale, politico
o altro (se mai fosse davvero possibile!). Ma se le nostre conoscenze sono errate,
le nostre idee sono distorte da pregiudizi ed errori, possiamo dire di essere
veramente liberi? Solo conoscendo la Verità lo saremo, e la Verità
è Cristo. Per questo è basilare che ci sforziamo di conoscerLo
e non è nemmeno difficile: Dio ci ha fatto scrivere la verità
su Sé stesso e su Suo Figlio nella Bibbia. La Verità è
alla nostra portata, se la vogliamo veramente. v.n.
APRILE
(26) “O DIO, TU M’INSEGNI LA VIA DELLA VITA”. (Salmo 16:11)
Durante la seconda guerra mondiale un pilota americano si salvò per miracolo
dopo che il suo aereo era stato abbattuto. Si ritrovò nella giungla della
Birmania e chiese aiuto a un indigeno per ritrovare la via. Il superstite seguì
l’uomo che abilmente, con la sua rudimentale ascia, si apriva un sentiero
nella folta vegetazione in mezzo a mille pericoli. Un po’ preoccupato,
l’aviatore chiese all’indigeno: “Sei sicuro di conoscere la
direzione? Io non vedo nessuna via!”. L’uomo lo guardo e con determinazione
rispose: “La via sono io!”. Infatti in breve tempo il pilota arrivò
a destinazione sano e salvo. L’indigeno avrebbe potuto dirgli delle indicazioni
e poi salutarlo e augurargli buona fortuna, ma chissà se il pilota avrebbe
mai raggiunto la destinazione. Dio ci ha insegnato la via della vita. Non ci
ha salutato per augurarci un buon viaggio, ma ci ha dato la Via stessa: Gesù.
Egli è la via che dà vita e di Lui ci possiamo fidare, perché
egli è anche la Verità (Giovanni 14:6). r.b.
APRILE
(27) “L’ETERNO DISSE: HO SCELTO ABRAAMO PERCHÉ ORDINI AI
SUOI FIGLI DI OSSERVARE LA VIA DELL’ETERNO”. (Genesi 18:19)
“Mamma, come fa Dio a tenere sospese le nubi del cielo, col vento che
soffia e che le fa muovere e cambiare di forma?” La domanda era venuta
dal mio pericolo di quattro anni, il quale, il giorno prima, con la faccia pensierosa,
mi aveva chiesto: “Tu pensi davvero che Dio abbia creato anche le zanzare?”.
La risposta era stata un po’ più difficile: “Certamente sì,
ma forse al principio le zanzare erano gentili e non pizzicavano. All’inizio,
Dio aveva fatto tutto bellissimo e buonissimo”. I bambini sono curiosi
e vogliono sapere. Sono interessati a tutto e troppo spesso li mettiamo a tacere
dicendo la frase classica: “Ora sei piccolo, da grande capirai”.
Ma loro vogliono capire ora e le loro domande sono un’occasione d’oro
per inculcare nella loro mente cose buone, principi morali e, soprattutto, le
verità della Parola di Dio. Lo fai coi tuoi bambini? Coi tuoi nipoti?
m.t.s.
APRILE
(28) “OGNUNO DI NOI SEGUIVA LA PROPRIA VIA”. (Isaia 53:6)
Il versetto di oggi mette in risalto la tendenza innata dell’uomo a voler
fare ciò che gli pare e piace, e non volere imposizioni. Come un gregge
senza guida, gli uomini vagano per strade senza meta e di conseguenza si tirano
addosso la propria pena! Al peccato dell’uomo contro Dio, corrisponde
la giusta punizione. Ma, per il Suo grande amore, questa punizione Dio l’ha
fatta ricadere su un sostituto: il Suo unigenito Figlio Gesù Cristo,
il quale volontariamente decise di abbassarsi, diventare uomo e seguire la via
del Calvario fino alla croce, morendo per i peccati di tutti gli uomini, affinché
chiunque crede in Lui possa essere salvato. Gloria a Dio per questo! ma non
finisce qui, perché Gesù è risuscitato vincendo la morte
e Satana, ora siede alla destra di Dio Padre, ed è l’Avvocato di
chiunque ha posto la fede in Lui! E tu cosa vuoi fare: proseguire per la tua
strada? O seguire la via di Gesù Cristo e diventare Suo discepolo? r.s.
APRILE
(29) “VOI ERRATE PERCHÉ NON CONOSCETE LE SCRITTURE”. (Matteo
22:29)
Un’anziana signora mi raccontava come cominciò a leggere la Bibbia
nell’ormai lontano 1940. Suo marito ricevette il Libro in regalo da una
zia, ma lei, che non voleva averlo in casa, gli disse di buttarlo via. Egli
però rispose deciso che non gli interessava leggerlo, la Bibbia sarebbe
rimasta nel suo comodino e lei non doveva toccarla. Quando il marito non c’era
però, spinta dalla curiosità, prendeva quel Libro e lo leggeva.
Più leggeva e più aumentava il desiderio di saperne di più.
Quello che imparava le piaceva e le sembrava giusto. Dopo due anni di attenta
lettura, riconobbe che ciò che era scritto nella Bibbia era la verità
e credette in Gesù come il suo personale Signore e Salvatore. o.t.
APRILE
(30) “CREDETE NELL’ETERNO, VOSTRO DIO, E SARETE SALDI”. (2
Cronache 20:20)
Oggi l’uomo può stipulare assicurazioni che lo proteggono dai rischi
più diversi, dispone di medicine contro tante malattie, riesce a controllare
parecchi fenomeni naturali, eppure è meno “saldo” di prima
e non si sente affatto “al sicuro” (come dice un’altra traduzione).
Certo se, come molti oggi, anche noi pensiamo di trovarci per caso in un universo
senza valori e senza scopi, non potremo che vivere sballottati qua e là
senza alcun appoggio sicuro. Ma anche se siamo fra quelli che debba esserci
una “causa prima”, un essere lontano che probabilmente ha creato
il mondo, ma resta sconosciuto e assente, siamo lo stesso soli, abbandonati
in un universo ostile. Il punto fermo che ci rende saldi e sicuri è soltanto
il Dio rivelato nella Bibbia, il Dio di Gesù Cristo, che ci cerca, che
vuol diventare il “nostro Dio”. “Il Figlio di Dio mi ha amato
e ha dato Sé stesso per me” (Galati 2:20). Da questa fede la vera
sicurezza per la nostra vita. l.p.
MAGGIO
(1)”AVVICINATEVI A DIO ED EGLI SI AVVICINERÀ A VOI”. (Giacomo
4:8)
Dio ama l’uomo e lo cerca; ma anche l’uomo deve cercare Dio, che
non delude mai chi si avvicina a Lui: “Se tu Lo cerchi, Egli si lascerà
trovare da Te” (1 Cronache 28:9). Dobbiamo, però, cercarLo con
tutto il cuore: dobbiamo avvicinarci a Dio senza pregiudizi, con una mente aperta
e disposta ad accettare quello che vuole dirci. Bisogna cercare Dio con impegno
e serietà. Molti, invece, si accostano a Lui con superficialità;
magari hanno una religione superficiale ed esteriore, che, però, non
trasforma a vita. È necessario, inoltre, avvicinarsi a Dio con umiltà.
L’orgoglio è un grosso ostacolo a una buona relazione con Lui.
Se riconosciamo che non siamo nulla e che Dio è tutto, ci avvicineremo
a Lui come dei piccoli fanciulli. Avviciniamoci a Lui con uno spirito di ubbidienza,
essendo disposti a cambiare vita e a cedere a Lui il controllo della nostra
esistenza. Sei pronto ad affidare completamente la tua vita a Gesù Cristo?
p.d.n.
MAGGIO
(2) “O ETERNO, SII PER ME UNA ROCCA IN CUI TROVO SCAMPO”. (Salmo
71:3)
Questa famiglia del re Davide, fatta tanti secoli fa, mostra lo stesso desiderio
di sicurezza che ha l’uomo di oggi. Nell’invocazione a Dio ci sono
due parole chiave: “Eterno” e “rocca”. Davide sottolinea
il fatto che Egli non cambierà mai, e sarà sempre giusto e buono
verso i Suoi figli. La “rocca” è simbolo di forza e protezione,
e il salmista parla di Dio come di una “rocca” perché sa
che Egli è potente per proteggerlo dagli attacchi dei nemici. Non è
l’invocazione di un disperato che si aggrappa a qualunque cosa, ma è
la scelta ponderata di chi si rivolge a una persona fidata, sapendo che soltanto
quella persona sarà in grado di proteggerlo. Dio è buono verso
tutti gli uomini, ma solamente chi è figlio Suo e vive ubbidendo a Lui
potrà essere al sicuro al 100% di essere SEMPRE oggetto del Suo favore.
h.p.
MAGGIO
(3) “RACCONTATE LA GLORIA DI DIO FRA LE NAZIONI”. (1 Cronache 16:24)
L’altro giorno ero nella metropolitana di Roma. C’era gente di tutte
le nazioni: asiatici, africani, europei dall’est, sudamericani. Probabilmente
ognuno avrebbe potuto raccontare lunghe storie di sofferenze, di disagi e di
difficoltà ad adattarsi. Ho ripensato a quando ero bambina: chi vedeva
una persona di colore, lo andava a raccontare come se avesse visto la settima
meraviglia del mondo. E gli unici cinesi che circolavano, vendevano le “cravatte”
agli angoli delle strade. Ora abbiamo gente di mille nazioni sotto casa, ma
quanto raccontiamo loro la gloria di Dio? Se siamo credenti, quanto mostriamo,
con la nostra vita e la nostra condotta, la gloria di Dio? Quanto cerchiamo
di accoglierli e di raggiungerli col Vangelo? Quanto la nostra chiesa è
pronta ad aprirsi a loro? Probabilmente non sappiamo parlare la loro lingua,
ma possiamo dare un foglietto o un calendario che possono capire. Se vuoi informazioni,
contatta l’editore di questo calendario a riguardo. m.t.s.
MAGGIO
(4) “SIGNORE, QUANTE VOLTE DOVRÒ PERDONARE MIO FRATELLO?”
(Matteo 18:21)
“Signore, quante volte mio fratello mi deve perdonare?”. Se siamo
onesti, ci rendiamo subito conto che la valutazione della quantità cambia:
quando siamo noi a doverlo fare, ci sentiamo particolarmente bravi e virtuosi;
se ci riusciamo, è sempre solo con l’aiuto del Signore. Quando
sono gli altri a doverlo fare, perché li abbiamo offesi e danneggiati
in qualche modo, allora siamo portati a sminuire notevolmente la gravità
di ciò che abbiamo fatto o detto o addirittura colpevolizziamo l’altro,
dicendo che ci ha provocati. Meno male che lo standard del Signore è
totalmente diverso. Egli non conta quante volte deve perdonare: ci perdona sempre
a patto che confessiamo sinceramente a Lui e alla persona offesa, il nostro
peccato. È scritto: “Se confessiamo i nostri peccati, Egli è
fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità”
(1 Giovanni 1:9). La risposta di Gesù alla domanda nel versetto di oggi
è 70 volte 7, cioè praticamente sempre. w.g.
MAGGIO
(5) “LA LINGUA DEL MUTO CANTERÀ DI GIOIA”. (Isaia 35:6)
Il peccato ha infettato tutta la creazione e noi lo vediamo con i nostri occhi.
L’uomo sembra essere capace di ogni malvagità, sa distruggere,
ferire, e uccidere. Nonostante il progresso della scienza, dobbiamo affrontare
la realtà della malattia menomazione. Il peccato significa in tutti i
suoi aspetti, e in tutti gli ambiti. Ma non sarà sempre così:
un giorno il Signore prenderà in mano la natura rovinata. Questo capitolo
di Isaia non parla solo di muti che cantano, ma anche di ciechi che vedono,
di sordi che sentono e di deserti che fioriscono. Non potremo fare altro che
cantare di gioia e lodare la grandezza del nostro Dio. Ma chi vedrà queste
cose meravigliose? Quelli che mettono la loro fiducia in Dio e si affidano a
Lui credendo nelle Sue promesse. Siamo noi che possiamo tagliarci fuori dalle
meraviglie operate da Dio, se siamo increduli ribelli. Lasciamoci convincere
dall’opera potente del Dio che vuole salvarci. v.n.
MAGGIO
(6) “CALEB HA PIENAMENTE SEGUITO IL SIGNORE”. (Deuteronomio 1:36)
La storia antica di Israele è ricca di avvenimenti significativi. A causa
della sua disubbidienza, il popolo fu costretto a vagare per quarant’anni
prima di poter entrare nelle Terra Promessa. Il Signore attese che tutta una
generazione fosse scomparsa e poi introdusse nella terra di Canaan i figli,
ma non i padri. A questa regola fece eccezione Caleb che, nonostante appartenesse
ala vecchia generazione. Poté entrare nella Terra Promessa, e anzi, contribuì
attivamente alla sua conquista. Il Signore gli accordò questa possibilità
perché, come ci dice il versetto di oggi, Caleb seguì pienamente
Dio e non disobbedì come il resto del popolo, ma mantenne salda e ferma
la sua fede nel Signore. L’insegnamento per noi non può che essere
questo: la fede, l’ubbidienza a Dio e la sottomissione alla Sua volontà
premiamo sempre. In certi casi l’apparenza potrà essere diversa,
ma al momento giusto la fede perseverante sarà premiata. Dio è
fedele e vale sempre la pena di seguirLo pienamente. F.a.
MAGGIO
(7) “SIAMO STATI RICONCILIATI CON DIO MEDIANTE LA MORTE DEL FIGLIO SUO”.
(Romani 5:10)
Ci sono almeno sei aspetti che ci illustrano la morte di Gesù e che dovrebbero
riempirci di meraviglia e di gratitudine. La morte di Gesù è stata:
* VOLONTARIA: “Io depongo la Mia vita per riprenderla poi” (Giovanni
10:17). * VICARIA: è morto al nostro posto. “Non ha risparmiato
il proprio Figlio, ma Lo ha dato per tutti noi” (Romani 8:32). * PENALE:
ci ha liberati dalla maledizione che la trasgressione della legge prevede per
i peccatori. “Ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo
divenuto maledizione per noi” (Galati 3:13). *REDENTRICE: ci ha liberati
dal potere del male e perdonati “In Lui abbiamo la redenzione, il perdono
dei peccati” (Colossesi 1:14).
* RICONCILIATRICE: Il peccatore ha pace con il Dio santo e giusto. “Dio
ci ha riconciliati con Sé per mezzo di Cristo” (2 Corinzi 5:18).
* VITTORIOSA: è perfettamente efficace per sostituire al peccato la giustizia.
“Colui che non ha conosciuto peccato, Egli ha fatto diventare peccato
per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in Lui” (2
Corinzi 5:21). Tutto ciò si può tradurre in una sola parola: SALVEZZA.
g.b.
MAGGIO
(8) “SPERA NEL SIGNORE! SII FORTE, IL TUO CUORE SI RINFRANCHI”.
(Salmo 27:14)
Nemici, falsi testimoni, malvagi, avversari, violenti… Davide si dente
assalito da ogni parte e tutto il Salmo è un alternarsi di due sentimenti:
da una parte la paura di non farcela, dall’altra la fiducia ferma in Dio.
La paura è un sentimento che proviamo a più riprese nel corso
della nostra vita. Iniziamo da piccoli con la paura del buio, per poi passare
a esperimentare tante altre forme di paura reali o legate al futuro incerto.
Ma, forse, la paura più diffusa che accomuna uomini e donne di paesi
lontanissimi e strati sociali differenti, è quella relativa alla sofferenza
e alla morte. Davide, in realtà, ha paura di essere ucciso; scrive di
nemici che vogliono assalirlo per divorare la sua carne, ma, nello stesso tempo,
ricorda a sé stesso quale sia il mezzo per superare quella paura che
immobilizza e attanaglia la gola: sperare nell’Eterno. Non una speranza
condita con il dubbio, ma quella che sa vedere al di là dei nemici e
sa scorgere quel Dio pronto a proteggerlo da ogni avversità. a.m.
MAGGIO
(9) “TU SEI GIUSTO, SIGNORE, QUANDO DISCUTO CON TE”. (Geremia 1:21)
Conosco un uomo che si rapporta a Dio come se fosse il suo grande amico. Passa
molto tempo con Lui e desidera conoscerLo profondamente e intimamente. Mi piace
ascoltarlo quando condivide quello che il Signore gli ha messo nel cuore, perché
capisco che è frutto della sua relazione personale con Dio. Ma quello
che più mi piace di questa persona è il rapporto autentico che
ha con Dio; rapporto fatto di dialogo, condivisione, legame, connessione ma
anche di discussione, confronto e qualche volta contrasto… proprio come
con un vero amico. Alla fine, la pazienza e la grazia di Dio si rivelato sempre
in modo nuovo e lui non può fare a meno di dire “Signore, sei giusto
quando discuto con Te!”. È bello poter esporre a Dio il disappunto
che a volte proviamo riguardo a situazioni che riteniamo ingiuste. Dio ascolta
e condivide la nostra sofferenza, anche se non sempre ci risponde come vorremmo.
m.f.
MAGGIO
(10) “L’ETERNO HA DATO, L’ETERNO HA TOLTO; SIA BENEDETTO IL
NOME DELL’ETERNO”. (Giobbe 1:21)
Giobbe, al colmo della disperazione per l’incredibile serie di tragedie
che hanno travolto la sua famiglia e la sua stessa persona, non perde la lucidità
della sua fede. Davanti al fatto che Dio aveva permesso che quasi tutto quello
che aveva gli fosse “tolto”, non dimentica quanto lo stesso Dio
gli aveva “dato” in precedenza! Certo noi preferiamo che ci sia
dato piuttosto che ci sia tolto, perché pensiamo che il nostro bene e
la nostra ricchezza siano effetti del nostro ricevere e non del nostro essere
costretti a restituire. Ma questo non era, evidentemente, il pensiero di Giobbe.
La sua esclamazione rivela, infatti, che egli era convinto che il dare e il
togliere, pur essendo azioni opposte e contrastanti, facessero parte entrambe
del progetto di Dio per la sua vita. Egli aveva cioè la convinzione che
Dio desiderava comunque il suo bene, sia dando che togliendo: una convinzione,
frutto della fede, che conosce la sua verifica soprattutto quando Dio ci toglie
piuttosto che quando Dio ci dà. p.m.
MAGGIO
(11) “LE COSE CHE VOLETE CHE GLI UOMINI VI FACCIANO, FATELE VOI A LORO”.
(Matteo 7:12)
“Se vuoi che gli altri siano gentili con te, comincia tu a essere gentile
con loro”, disse un maestro di morale al discepolo. “Ma se io comincio
a essere gentile con gli altri, loro risponderanno in modo gentile?”.
“Non è detto – rispose il maestro – comunque tu prova”.
Il discepolo ci provò, e dopo aver ricevuto per tre volte una risposta
villana, reagì con una parolaccia. Fine della parabola. Quel maestro
non era Gesù, perché Gesù non è un maestro di morale.
La morale può essere anche molto buona, ma ha un difetto: non dà
la forza di metterla in pratica. Gesù invece ha cominciato Lui stesso
a dare agli uomini quello di cui hanno maggiore bisogno: il perdono dei peccati.
E a chi è stato perdonato, Dio ha dato anche una promessa che la morte
non può dare: “Il peccato non avrà più potere su
di voi, perché non siete sotto la legge, ma sotto la grazia”. (Romani
6:14). m.c.
MAGGIO
(12) “LA PAROLA DI CRISTO ABITI IN VOI ABBONDANTEMENTE”. (Colossesi
3:16)Quali parole abitano in noi? Forse dovremmo tutti rivolgerci questa domanda.
Sono le parole vuote di certi programmi televisivi? Sono le chiacchiere inconcludenti
che si scambiano in certi incontri? Sono le parole amare e risentire che rimuginiamo
nella nostra mente e nel nostro cuore, perché ce l’abbiamo con
qualcuno? Tanti tipi di parole e sentimenti, di reazioni e di emozioni, e spesso
non buoni. L’augurio di Paolo ai credenti di Colosse è che essi
siano invece ripieni di una parola buona, positiva, vera e portatrice di salvezza:
la Parola di Cristo. Possiamo leggerla nella Bibbia, dove troviamo la rivelazione
che Dio ci ha dato di Sé stesso, del Suo amore e della Sua opera in nostro
favore. Possiamo aiutarci a vicenda a conoscerla parlando del Signore e della
Sua verità. Questa Parola ha conseguenza incalcolabili nella nostra vita.
Ci mostra quello che siamo, ci dice come possiamo essere salvati da quello che
siano, ci rivela le promesse di Dio, ci consola, ci incoraggia, si corregge
e ci esorta. Facciano in modo di esserne ripieni; cuore, mente, personalità.
v.n.
MAGGIO
(13) “IO TI AMO, O SIGNORE, MIA FORZA”. (Salmo 18:1)
Chi scrisse queste parole, era un uomo pieno di riconoscenza per l’intervento
di Dio in un momento estremamente difficile della sua vita. Come lui, anche
noi siamo resi capaci di amare, perché Dio ci ha amati per primo. Egli
ci ha amati al punto da donarci il Suo proprio Figlio per darci la possibilità
di essere liberati dal peccato che ci domina: Dio “mostra la grandezza
del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo
è morto per noi” (Romani 5:8). Che amore inconcepibile che hanno
conosciuto quest’amore, lo hanno anche ricevuto per spargerlo intorno
a sé. Un amore senza condizioni, che accetta l’altro con tutte
le sue debolezze, che si dà senza chiedere il contraccambio. Un amore
che non cerca nell’altro di cui ha bisogno per colmare le lacune della
sua vita. Un amore così, tira fuori il meglio dalle altre persone. Il
tuo amore da dove trae la sua natura e la sua forza? e.s.
MAGGIO
(14) “CHI MI SEGUE, NON CAMMINERÀ NELLE TENEBRE, MA AVRÀ
LA LUCE DELLA VITA”. (Giovanni 8:12)
“Io sono la luce del mondo”, disse Gesù, ecco perché
chi Lo segue non camminerà nelle tenebre. Il Signore, spesso, usava un
linguaggio figurato. Non era, infatti, una lampada luminosa, ma una persona
che illuminava con la Parola la vita dei bisognosi. Subito dopo, per dimostrare
la potenza delle Sue parole, guarì un uomo cieco fin dalla nascita (Giovanni
9:1-41). La vita interiore di quel sofferente cambiò nel momento in cui
incontrò Gesù; egli passò spiritualmente e fisicamente
dalle tenebre alla luce. Il Vangelo attesta che “…la luce è
venuta nel mondo e gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce” (Giovanni
3:19). Gesù si è incarnato e ha dato Sé stesso per il mondo
intero; come mai, dunque, solo poche persone scelgono di onorarLo e amarLo?
Semplice. Preferiscono vivere nei piaceri e nelle passioni del peccato. Il peccato
costringe a vivere nelle tenebre, cioè in una condizione in cui non si
gode né pace né gioia. Il Signore oggi ti rivolge un invito personale:
“Vuoi seguirMi?”. Se la tua risposta è: “Si, lo voglio!”,
allora avrai in te stesso, come disse Gesù, “la luce della vita”.
s.v.
MAGGIO
(15) “IO ABBATTERÒ L’ARROGANZA DEI TIRANNI, DICE IL SIGNORE”.
(Isaia 13:11)
Oggi, come non mai, viviamo in una realtà improntata all’arroganza,
la presunzione di essere. L’uomo si sente un semidio, soprattutto se poi
tutto viene supportato da una posizione sociale eminente. Questa arroganza genera
soprusi nei confronti dei più deboli. Chi di noi non conosce situazioni
dolorose di persone vittime di angherie da parte di qualcuno? La Parola è
chiara al riguardo e ricca di passi come quello di oggi. C’è un
giorno stabilito nei cieli nel quale il Signore del cielo e della terra agirà
contro ogni arroganza umana. Egli permette dei disastri terribili esseri umani
per portarli a riflettere che c’è un Dio nel cielo che domina gli
eventi, al quale nulla sfugge e al quale renderemo conto. Vi inviterei a leggere
il capitolo 4 di Daniele, nel quale è raccontato come il re Nabucodonosor
fu portato a riconoscere che “l’Altissimo (Dio) domina”. Di
contro, concludo con la promessa del Signore: “Egli è con colui
che ha il cuore rotto e lo spirito contrito”, cioè con gli umili.
p.p.
MAGGIO
(16) “O DIO NOSTRO, SALVACI, AFFINCHÈ TUTTI I REGNI DELLA TERRA
RICONOSCANO CHE TU SOLO SEI DIO”. (2 Re 19:19)
Questa richiesta si suddivide in due distinti aspetti: il primo legato all’incolumità
fisica di un re e del suo popolo e l’altro all’onore e alla gloria
di Dio. Ezechia, il re che pronuncia questa preghiera, sa che il terribile nemico
che lo sta assediando è un grande pericolo per la sua vita e per quella
di molti altri suoi sudditi, ma è anche consapevole che la propria sconfitta
rappresenterebbe il fallimento della potenza dell’unico Dio, in cui lui
crede, nei confronti di tutti gli altri dèi, venerati dai suoi nemici
e avversari. Entrambe le preoccupazioni sono veramente sincere, e ciò
è confermato dalla pronta e miracolosa risposta di Dio che, secondo la
narrazione biblica, annienta il nemico. Questa vicenda ci insegna come le nostre
preghiere non debbano tenere conto solo del problema contingente e personale
che ci riguarda più direttamente, ma anche dell’impianto che l’esaudimento
potrebbe avere per la gloria di Dio e per la testimonianza sulle persone che
ancora non credono. s.p.
MAGGIO
(17) “C’È UN SOLO SIGNORE, UNA SOLA FEDE”. (Efesini
4:5)
La Parola di Dio è il Libro degli assoluti. Non c’è spazio
per il relativismo – cioè quel modo di pensare che dice: “Tu
hai la verità, io ho la mia verità, e non importa se sono in contrasto”.
A volte mi capita di parlare con persone che la pensano così. Allora
porto il discorso su evidenze logiche. Affermare che ci possano essere diverse
verità, anche se in contrasto fra loro, è un sofisma (cioè
un ragionamento falso). Oppure, sostenere ce “la verità non esiste”
è un argomento che si smentisce da solo. Se è vero che la verità
non esiste, anche l’affermazione “la verità non esiste”
è un asserzione falsa. A rigor di logica, la verità esiste ed
è una sola. La Parola di Dio è la verità (Giovanni 17:17),
e ci fa sapere che c’è un solo Signore: Gesù; e c’è
una sola fede: quella che bisogna avere in Gesù Cristo. Infatti le Sacre
Scritture conducono alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù (2
Timoteo 3:15). e.m.
MAGGIO
(18) “IO SONO LA PORTA, DICE GESÙ”. (Giovanni 10:7)
Come possiamo giungere a Dio? Solo attraverso Gesù. Non è vera
l’idea che tutte le strade portano al cielo. Dio stesso ha aperto tutti
gli uomini una porta verso il cielo: Gesù è la sola porta che
conduce alla salvezza, perché solo Lui è morto per i nostri peccati
e ci ha resi giusti agli occhi di Dio. Attraverso questa porta, gli uomini hanno
la possibilità di passare dal buio del peccato alla luce della grazia
di Dio. Attraverso questa porta, Dio ci invita ad avere una relazione intima
e personale con Lui, una relazione Padre-figlio/figlia, in cui trovare la vera
gioia. La via per giungere alla vita eterna non è incerta. Ma il tuo
ingresso in questa realtà dipende dalla tua fede in Lui. Scegli di entrare
da questa porta e di credere in Gesù: così potrai ricevere tutti
i benefici di cui godono i figli di Dio. g.f.r.
MAGGIO
(19) ”L’UOMO ACCORTO VEDE IL MALE E SI METTE AL RIPARO”. (Proverbi
27:12)
Certamente le migliaia di giovani che oggi si trovano nella morsa della tossicodipendenza
hanno iniziato a drogarsi semplicemente per provare un qualcosa di nuovo per
una volta. Senza che se ne rendessero conto, il male stava già tessendo
la propria ragnatela per stringerli in una trappola fatale. Quello di poter
vincere il male con la forza della propria volontà, è uno dei
più subdoli inganni che il nemico dell’uomo e di Dio tende continuamente.
La grande lezione ci viene proprio dalle prime pagine della Bibbia, dove Eva
accetta con il nemico un colloquio che aveva tutta l’aria di essere cordiale
e amichevole, ma che ha portato a conseguenze terribili. Ecco perché
l’uomo accorto vede il male e il peccato e lo evita. “Fuggire il
male è intelligenza”, dice la Bibbia. (Giobbe 28:28). Ma sia ringraziato
Dio, perché il male non avrà l’ultima parola sul destino
di questo mondo. Salendo sulla croce, Gesù l’ha affrontato e vinto
definitivamente per me e per te. Lo credi tu? g.b.
MAGGIO
(20) “TU SAI TUTTO, O SIGNORE, RICORDATI DI ME”. (Geremia 15:15)
A volte nella vita ci troviamo a vivere periodi difficili in cui ci sentiamo
soli, scoraggiati e sconfitti. In quei momenti di delusione e di depressione,
dobbiamo alzare lo sguardo del nostro cuore e della nostra mente verso Dio.
Infatti, Egli è il Signore della vita e ci conosce profondamente; se
quali sono i nostri pensieri, i problemi ci attanagliano ed è sempre
lì vicino a noi, pronto a tenderci la Sua mano per risollevarci. Siamo
noi che ci dimentichiamo di Lui e ci lasciamo sommergere dai problemi della
vita. Ma non è mai troppo tardi, perché Lui ci ama profondamente
e vuole donarci una vita piena, soddisfacente, di pace e tranquillità,
anche in mezzo alle difficoltà. Solo dobbiamo riconoscerLo come Signore
della nostra vita, decidere di seguire i Suoi consigli scritti nella Bibbia,
e fidarci che Egli non si dimentica mai di noi. s.b.
MAGGIO
(21) “OSSERVA LE LEGGI DI DIO, AFFINCHÉ SIATE FELICI TU E I TUOI
FIGLI”. (Deuteronomio 4:40)
Sottostare ad una serie di norme per ottenere la felicità? Eppure ci
viene detto da ogni parte e a più riprese, nel corso della vita, che
è proprio liberandoci dalle regole che possiamo trovare la chiave per
aprire la porta della felicità. Ecco perché rimaniamo un po’
perplessi davanti a questa promessa di felicità che non riguarda solo
noi, ma che si riserva, come un’eredità legittima, anche sui nostri
figli. Ci si chiede se la felicità dipenda dai soldi o dalla salute,
se la si possa ottenere con esercizi ascetici o forse, facendo un bel viaggio
dall’altra parte del mondo… Non sembra che tutto ciò ci dia
una sensazione prolungata di felicità, ma solo uno sprazzo troppo fuggevole
per essere assaporato fino in fondo e non certo tale da passare alle generazioni
seguenti. Ma quando leggiamo testi come quelli di oggi, dovremmo almeno provare
a confrontarci con le promesse contenute in queste righe e a rifletterci sopra.
Sì, la felicità si racchiude nel sentirci voluti dal nostro Creatore,
liberati dal nostro Salvatore, sottomessi al nostro Signore. a.m.
MAGGIO
(22) “DIO NON HA RIGUARDI PERSONALI”. (Galati 2:6)
A differenza degli uomini, Dio non fa preferenze: vuole che tutti siano salvati
e vengano alla conoscenza della verità e non si compiace della morte
dell’empio. È mosso a compassione verso il peccatore, non perché
veda in lui qualcosa di buono o qualche merito, ma solo per pura grazia. Dio
non fa preferenze: come ha rinchiuso tutti sotto condanna per la disubbidienza
commessa da un solo uomo (Adamo) e quindi la morte ha regnato su ognuno, così,
con un solo atto di giustizia e per l’abbondanza della grazia mediante
Cristo Gesù, la giustificazione che dà Vita si è estesa
a tutti gli uomini (Romani 5:17-19). Davanti alla santità di Dio ognuno
è mancante; Egli non chiude un occhio sul peccato perché “tutti
hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Romani 3:23). Ma chi
si rifugia in Cristo, non sarà più dichiarato colpevole. s.g.
MAGGIO
(23) “LA CONOSCENZA DELL’ETERNO RIEMPIRÀ LA TERRA”.
(Isaia 11:9)
Questo versetto si riferisce a un avvenimento futuro che si sta avvicinando
più velocemente di quanto tu possa immaginare. Per tutti coloro che,
come dice la Scrittura, “…hanno amato e atteso la Sua apparizione…”,
sarà un gran giorno. Essi beneficeranno del privilegio di vedere Gesù
operare con giustizia ed equità e di regnare con Lui un tempo di pace.
Esperimenteranno la pienezza della gioia promessa, il coronamento di una fede
basata sulla Parola di Dio e della piena fiducia riposta nel Suo Figlio Gesù.
Coloro che saranno esclusi da questo evento, avranno un terrificante incontro
futuro con Dio. È importante che tu Lo conosca oggi come tuo personale
Salvatore, perché se no, alla fine, dovrai incontrarLo comunque. Rifiutare
di credere in Lui e nel Suo Figlio vorrà dire incontrarLo come Giudice
e non come Signore e Salvatore. m.m.
MAGGIO
(24) “CONSULTA OGGI LA PAROLA DEL SIGNORE”. (1 Re 22:5)
Due re si incontrano dopo tre anni: il re di Israele e Giosafat il re di Giuda.
Il re d’Israele, delle 10 tribù del re nord, propone al suo alleato,
re delle due tribù del sud, di unirsi a lui nella guerra contro il re
di Siria per riprendersi la città di Ramoth. Giosafat accetta, ma pone
una condizione: consultare la volontà del Signore, per sapere cosa è
giusto o sbagliato. Quale saggia e importanza condizione: ricerca la volontà
del Signore! Si può pensare che questo vada bene nelle grandi decisioni
(lavoro, matrimonio, scuola ecc.), ma c’è bisogno di scomodare
Dio per le piccole cose quotidiane? Ha già tanto da fare! Questo pensiero
è un’astuzia di Satana: Dio desidera essere consultato per ogni
decisione, perché solo così avremo la certezza di avere fatto
la scelta giusta. Tornando ai re… Quanti conflitti in meno, sofferenze
e stermini risparmiati, se a qualcuno dei grandi della terra venisse in mente
di consultare la volontà del Signore. w.g.
MAGGIO
(25) “CRESCETE NELLA CONOSCENZA DEL NOSTRO SIGNORE E SALVATORE GESÙ
CRISTO”. (2 Pietro 3:18)
Sono curiose le apparenti contraddizioni presenti nella Bibbia. Nella sua prima
Epistola ai Corinzi l’apostolo Paolo dichiara che la conoscenza gonfia,
ma l’amore edifica. Qui, invece, l’apostolo Pietro comanda di “crescere
nella conoscenza”. I due apostoli sono forse in disaccordo su quest’argomento?
No! Nella sua lettera ai Corinzi Paolo parla di coloro che studiano solamente
per dimostrare quanto sanno o per sentirsi importanti. Pietro, invece, si riferisce
all’importanza di conoscere bene il Signore Gesù Cristo e la Sua
opera, così da non essere sviati da eresie. Quindi, non soltanto le motivazioni,
ma anche il soggetto dello studio erano diversi! Per crescere nella conoscenza,
occorre leggere attentamente meditare la Bibbia, che è la Parola di Dio.
Chi lo fa con il sincero desiderio di trovarvi Dio, non resterà deluso,
perché Egli stesso ha promesso di non respingere mai nessuno che Lo cerchi
con tutto il cuore. h.p.
MAGGIO
(26) “O SIGNORE, TU SEI COLUI CHE CONVERTE IL CUORE”. (1 Re 18:37)
Purtroppo è facile illudersi di essere migliori di quanto in realtà
non sia perché, come dice il Signore, “Il cuore è ingannevole
e malvagio” (Geremia 17:9). Spesso ci si sente a posto, perché
si tiene un comportamento fondamentalmente corretto. Ma l’esame che il
Signore fa di noi, non si limita a ciò che diciamo o facciamo. Egli esamina
le motivazioni che sono alla base delle azioni. Per esempio, si può non
rubare per paura di essere scoperti e perdere la stima della famiglia e dei
conoscenti. Il desiderio di mantenere una buona reputazione può essere
un buon deterrente, ma la volontà del Signore è che l’uomo
giunga a detestare ogni forma di ingiustizia e di iniquità proprio come
Lui la detesta. Rendersi conto della malvagità che c’è nell’intimo
può, a volte, essere un’esperienza sconcertante, ma è il
solo punto di partenza da cui il Signore può cominciare la Sua opera
di conversione nella vita di una persona. o.t.
MAGGIO
(27) “CHI NON AVRÀ CREDUTO SARÀ CONDANNATO”. (Marco
16:16)
Parole, quelle di oggi, pronunciate da Gesù dopo la Sua risurrezione
quando, prima di ascendere al cielo, si presentò ai discepoli lasciando
loro il grande comandamento di andare per tutto il mondo a predicare il Vangelo.
Ora il termine “Vangelo” significa letteralmente “buona notizia”.
I discepoli dunque vennero incaricati di predicare a tutti la buona notizia
che Gesù, il Figlio di Dio, è morto sulla croce al posto nostro,
pagando Lui per i peccati che noi abbiamo commessi. Chi crede con fede fa propria
questa verità, riceve la salvezza da parte del Signore e il perdono dei
peccati, ma chi non crede, come dice il versetto di oggi, sarà condannato.
Non credere alle parole del Signore, significa considerarLo un bugiardo e questa
è un’offesa che non può essere perdonata, se si mantiene
questa posizione fino all’ultimo dei nostri giorni. Ma ringraziato sia
Dio, perché non è mai troppo tardi per ravvedersi, credere e aprire
il nostro cuore alla fede. Quindi, se non l’hai ancora fatto, fallo oggi.
f.a.
MAGGIO
(28) “IO CONFESSO IL MIO PECCATO, SONO ANGOSCIATO PER LA MIA COLPA”.
(Salmo 38:18)
Questa frase presenta almeno tre verità sul problema di cui l’autore
del Salmo era ben consapevole. 1) La causa: il mio peccato. Davide sapeva di
essere un peccatore. 2) La conseguenza: sono angosciato per la mia colpa. Davide
sapeva anche la sua angoscia derivava della sua colpa. 3) La soluzione: Io confesso.
Egli sapeva cosa fare e anche verso chi farlo: l’Unico che ha il potere
di perdonare di perdonare, cioè a Dio! Ma quanti oggi sono d’accordo?
Per esempio, tu sai di essere un peccatore? Sai riconoscere la causa della tua
angoscia? A chi ti confessi? Pensa ora almeno a un tuo peccato, decidi di confessarlo
a Dio e sperimenterai la pace e la gioia che solo il Suo perdono può
dare. Altrimenti rimarrai in un’angoscia sempre più profonda. b.s.
MAGGIO
(29) “DIO CI HA DESTINATI AD OTTENERE SALVEZZA PER MEZZO DI CRISTO”.
(1 Tessalonicesi 5:9)
Gli individui destinati a ottenere salvezza per mezzo di Cristo sono quelli
che l’autore, più volte in questo capitolo, definisce “fratelli”,
ossia uomini che, come lui, hanno accettato il Signore Gesù come loro
Signore e Salvatore, i quali aspettano di vedere realizzata appieno a loro condizione
di salvati quando Cristo. tornerà sulla terra. La frase citata contiene
però un utile insegnamento anche per altri, in particolare per quelli
che ritengono di potersi guadagnare la salvezza con i propri sforzi si adoperano
in tal senso cercando di compiere che li rendano meritevoli di raggiungere tale
ambita méta. Qui è chiaramente detto che la salvezza si ottiene
“per mezzo di Cristo, il quale è morto per noi, affinché
viviamo insieme con Lui”. Non c’è altro modo o mezzo. Gesù
stesso disse di Sé: “Io sono la via, la verità e la vita;
nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Qualsiasi
altra convinzione in merito al raggiungimento della salvezza è contraria
all’insegnamento biblico e, quindi, del tutto incapace di portare gli
uomini a quel traguardo. a.r.m.
MAGGIO
(30) “ACQUISTA VERITÀ E NON LA VENDERE”. (Proverbi 23:23)
Queste parole si trovano, nel testo biblico, fra l’esortazione ad ascoltare
i consigli dei genitori, anche se sono vecchi, e l’esortazione ad acquistare
sapienza, istruzione e intelligenza. Ogni giorno ci sono cose nuove da imparare,
sapienza da scoprire. Nella Bibbia ci sono verità profonde in cui scavare
per comprenderle meglio. Salomone, autore da buona parte dei Proverbi, esortava
suo figlio a capire che il segreto della scienza è “acquistare
la sapienza”. Cioè non credere mai di essere arrivato, perché
c’è sempre qualcosa che non sai e che deve diventare un tesoro
per la tua mente e il tuo cuore. Ma perché non si deve vendere la verità?
Quando si possiede un tesoro, non bisogna diventare né avrai né
sperperarlo. Bisogna condividerlo. E Gesù ha detto del Vangelo che si
deve dare via gratuitamente perché così lo abbiamo ricevuto. Guai
a chi fa della fede un mercato! m.t.s.
MAGGIO
(31) “LO SPIRITO DELLA VERITÀ VI GUIDERÀ IN TUTTA LA VERITÀ”.
(Giovanni 16:13)
Nel tempo di confusione morale e spirituale in cui viviamo, il Vangelo ha la
sua rilevanza fondamentale, in quanto dà un contributo decisivo per la
conoscenza della verità. Che cos’è la verità e dove
possiamo trovarla? Oggi vi sono tante religioni e filosofie e molti affermano
di possedere aspetti della verità. Questa però in ultima analisi,
non è una parola astratta o filosofica, ma una Persona unica al mondo,
Gesù Cristo, Egli poteva dire ai Suoi contemporanei: “Io sono la
via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre non per mezzo di Me”
(Giovanni 14:6). Non una verità, ma la verità in senso assoluto.
Colui che riceve Cristo per la fede, afferra la verità e trova la chiave
per la soluzione dei problemi del nostro tempo, perché il Signore risorto
dona a quelli che credono in Lui lo Spirito Santo, che li guida in tutta la
verità e insegna ogni cosa che Gesù ha detto. Dobbiamo riaffermare
l’unicità di Cristo in un mondo sempre più pluralista. Egli
è il solo Salvatore e il solo che ci guida alla verità; le religioni
non lo fanno. p.d.n.
GIUGNO
(1)”NESSUNO PUÒ DIRE: “GESÙ È IL SINGORE!”
SE NON PER LO SPIRITO SANTO”. (1 Corinzi 12:3)
La scorsa estate volevo acquistare un giornale per leggerlo tranquillamente
in spiaggia, ma il venditore all’edicola non volle accettare i miei soldi.
Quella che a prima vista sembrava una comune banconota da 5 euro, in realtà
era priva della striscia argentata al lato destro, che la rende autentica. Ciò
che rende autentica la nostra fede, è la presenza dello Spirito Santo
nella nostra vita. Certo, chiunque può pronunciare la parola “Signore”
o dire “Gesù è il Signore”, ma queste parole, di vasta
portata, sono una testimonianza verace soltanto in chi – ricevendo Cristo
nella sua vita – si è sottomesso completamente a Lui, facendoLo
diventare il Signore della propria vita. Questo è il vero momento in
cui lo Spirito di Dio scende in una persona. Lo Spirito Santo ci fa dire: “Cristo
è il Signore”, perché è Lui che rende presente Cristo
nei nostri cuori. a.p.
GIUGNO
(2) “O ETERNO, TUTTI QUELLI CHE TI ABBANDONANO SARANNO CONFUSI”.
(Geremia 17:13)
Le parole del versetto di oggi sono state pronunciate dal profeta Geremia nell’ambito
di un discorso più ampio nel quale il profeta stigmatizza in modo molto
preciso il peccato del popolo e mette ben a fuoco quali siano le conseguenze
cui va incontro chi si allontana dal Signore. Quando il profeta parla dell’essere
confusi, cita una realtà che anche oggi abbiamo sotto gli occhi tutti
i giorni. Tante sono le persone che vivono senza che la loro vita abbia un indirizzo
preciso, passando da un’esperienza a un’altra senza mai essere soddisfatti,
cercano e non trovano, si entusiasmano, ma per breve tempo, poi abbandonano
ciò che hanno intrapreso. La loro esperienza riflette la crisi di valori
della nostra epoca. La risposta è semplice: non serve cercare qualcosa
di nuovo, serve invece tornare all’antico, a quel Dio che ha saputo essere
una guida per il popolo d’Israele e può esserla anche per noi oggi;
serve tornare alla Parola di Dio, unica fonte di verità. I Suoi insegnamenti
sapranno darci il giusto indirizzo. f.a.
GIUGNO
(3) “NON ANDRAI IN GIRO A SPARGERE CALUNNIE”. IO SONO L’ETERNO”.
(Levitico 19:16)
Forse conosci già la storia dell’anziano servitore di Dio il cui
ministero fu distrutto dalle false accuse di un calunniatore. Quest’ultimo,
dopo molto tempo, riconobbe il suo errore e, con le lacrime agli occhi, andò
a chiedere perdono al Pastore il quale glielo accordò, ma portando un
cuscino sotto il braccio, gli chiese di seguirlo sul campanile della chiesa.
Quando furono in cima, il vecchio servitore di Dio aprì la federa, lasciò
volare giù le piume e disse: “Ora voglio giù e raccoglile
tutte”. L’uomo rispose: “Oh, ma è impossibile; il vento
le ha disperse tutte!”. Il Pastore concluse: “La stessa cosa è
accaduta con le tue parole calunniose. Il male è stato fatto e, purtroppo
si è diffuso in modo irreparabile”. Nel sentire questa storia,
sicuramente ti metterai dalla parte del Pastore, ovvero di colui che venne offeso;
ma, attraverso questo versetto, la Parola di Dio ci sta avvisando di non essere
noi tra coloro che spargono calunnie. Che il Signore ci aiuti a essere pieni
di compassione verso gli altri. r.b.
GIUGNO
(4) “NON TEMERE, SOLO ABBI FEDE”. (Luca 8:50)
Nello scompartimento di un treno, un giovane era molto agitato. Si alzava, guardava
dal finestrino, si sedeva, si rialzava. Poi, improvvisamente, si rivolse a un
passeggero: “Signore, sto per arrivare a destinazione, potrebbe fare qualcosa
per me? A diciotto anni, dopo una violenta lite con mio padre, ho lasciato casa
e da allora non ci sono più tornato e ho vissuto come ho voluto. Poi
ho provato rimorso per aver spezzato il cuore dei miei genitori e ho deciso
di ritornare a casa. Così ho scritto una lettera per annunciare il mio
ritorno oggi. Ho chiesto di appendere un panno bianco al melo dell’orto,
vicino alla ferrovia: se non vedrò quel panno, ripartirò. Ci stiamo
avvicinando e ho paura. Ci sarà quel sull’albero? Potrebbe guardare
per me?”. Mentre il giovane rimaneva seduto con la testa fra le mani,
quell’uomo guardò dal finestrino e a un tratto gridò: “Venga,
presto, guardi, su ogni albero del giardino c’è un lenzuolo bianco!”.
Il giovane scoppiò in lacrime: era atteso con impazienza. Gesù
ha detto: “Colui che viene a me, Io non lo caccerò fuori”.
s.g.
GIUGNO
(5) “VI È PIÙ GIOIA NEL DARE CHE NEL RICEVERE”. (Atti
20:35)
L’apostolo Paolo attribuisce queste parole al Signore Gesù stesso,
anche se non vengono ricordate in nessuno dei quattro Vangeli. È possibile
che facessero parte di una qualche tradizione orale che Paolo aveva raccolto
a cui aveva dato evidentemente pieno credito. È vero che non sappiamo
in quale occasione specifica Gesù le abbia pronunciate, sicuramente che
queste parole esprimono il messaggio che Egli ci ha lasciato con tutta la Sua
vita. Egli è venuto dal Cielo sulla Terra non per ricevere ricchezze,
onori, gloria, (anche se ne era pienamente degno!). Anzi a tutto questo Egli
ha rinunciato, non vergognandosi di diventare Uomo e non rinunciando allo stesso
tempo al Suo essere Dio, e lo ha fatto per donare la Sua vita in offerta, in
sacrificio “quale prezzo di riscatto per molti”. L’autore
della lettera agli Ebrei (12:2-3) ci racconta che Gesù sopportò
l’infamia della croce, per la gioia che gli era posta davanti: la gioia
che provava nell’essere un dono per gli altri, la gioia che pregustava
nel vedere gli altri salvati per mezzo del dono della Sua vita. Quella stessa
gioia possiamo gustarla anche noi, compiendo lo stesso cammino. p.m.
GIUGNO
(6) “STÀ IN SILENZIO DAVANTI ALL’ETERNO E ASPETTALO”.
(Salmo 37:7)
Una donna, piuttosto chiacchierona, mi diceva: “Io prego tanto chiede
a Dio di guidarmi… Prego e prego, ma Lui non mi risponde… Perché?”.
Le ho chiesto: “Ma la Bibbia la leggi?”. “Poco, perché
ho poco tempo” ha risposto. “Ma come fa Dio a parlarti se non leggi
la Sua Parola? Vuoi che ti mandi una e-mail?”. Mi ha guardata come se
avessi detto una cosa mai sentita. Ho notato i chiacchieroni, spesso, leggono
poco la Bibbia, ma pregano molto, perché vogliono dire a Dio quello che
deve fare. Invece, con Dio bisogna imparare a stare zitti e aspettare in silenzio
le Sue risposte, che vengono dalla Sua Parola e dalle circostanze. Impariamo
a leggere, meditare, assorbire le Scritture e ad applicarle alla nostra vita.
I principi di vita morale e spirituale sono tutti lì. Ma se la Bibbia
rimane chiusa, Dio non parla. m.t.s.
GIUGNO
(7) “O SIGNORE, TU SEI SOVRANAMENTE SUPERIORE A TUTTE LE COSE”.
(1 Cronache 29:11)
Essere “re” significa avere un “regno”, e ogni regno
ha dei confini. Il re Davide, che pronunciò le parole del versetto succitato,
benché stesse preparando tutto per la grande impresa della costruzione
di un tempio in cui il popolo d’Israele potesse adorare il suo Dio, era
ben consapevole dei propri limiti e riconosceva l’abisso che c’era
fra lui e Dio. Il materiale che aveva raccolto era indice della sua ricchezza
e testimonianza della lealtà del popolo, ma Davide riconosceva che tutto
questo era comunque frutto della bontà di Dio nei suoi confronti e non
qualcosa che dipendeva dalla sua “bravura” come re. Tuttavia, non
è necessario essere “re” per rendersi conto della grandezza
di Dio. Basta ammirare il creato e studiare la Bibbia per riconoscere la sovranità
di Dio. E conviene farlo presto e volentieri, perché comunque un giorno
dovremmo farlo tutti, volenti e o no… h.p.
GIUGNO
(8) “PERCHÉ DOVREI LASCIARE PROFANARE IL MIO NOME? DICE IL SIGNORE”.
(Isaia 48:11)
Sembrerebbe che questo intento del Signore sia completamente dimenticato o non
realizzabile, perché il nome del Signore è ampiamente profanato
in tanti modi da chi rifiuta la Sua rivelazione attraverso la creazione, la
Sua Parola e soprattutto il sacrificio di Suo Figlio sulla croce. Certamente
ci sono tanti che amano il Signore e vogliono onorarLo, ma, da come vanno le
cose nel mondo, sono molti di più quelli che profanano il Suo Nome, anche
semplicemente ignorandoLo e dando ad altri esseri umani la gloria che appartiene
solo a Dio. Ma tutto quello che Dio dice avrà compimento e quindi anche
il giudizio su chi ignora o apertamente trasgredisce questo desiderio di Dio:
Egli non dà la Sua gloria a un altro! A chi do gloria io? w.g.
GIUGNO
(9) “O SIGNORE, TU HAI REDENTO LA MIA VITA”. (Lamentazioni 3:58)
Solo chi è stato salvato da una situazione di estremo pericolo, può
capire a che cosa è scampato e rallegrarsi per la nuova condizione. La
Bibbia contiene la notizia più clamorosa che ogni persona dovrebbe sapere:
la possibilità di essere salvati, redenti, ovvero di scampare al giusto
giudizio di Dio che infatti “vuole che tutti gli uomini siano salvati
e vengano a conoscenza della verità” ( 1 Timoteo 2:4), mentre sono
in vita. C’è un esempio molto forte e chiaro nel Vangelo di Luca
16:19-31) (che incoraggio a leggere), nel quale Gesù parla di due condizioni
opposte dopo la morte: la gloria nel cielo o le pene dell’inferno. Anch’io,
quando non avevo questa conoscenza, non solo la sottovalutavo, ma anche la deridevo.
Ma, grazie al Signore, un giorno ho capito di essere seriamente in pericolo
davanti a quel Dio che neanche conoscevo e ho accettato la Sua soluzione. Ora,
trovandomi per la Sua grazia in una condizione, posso dire anch’io: “O
Signore, tu hai redento la mia vita”. Puoi dirlo anche tu? b.s.
GIUGNO
(10) “DAVIDE CERCÒ LA FACCIA DELL’ETERNO”. (2 Samuele
21:1)
Cercare la “faccia dell’Eterno” significa voler conoscere
più profondamente Dio e la Sua volontà per esser ricoperti dalla
Sua benedizione. Prendiamo esempio da Davide. Per lui era una priorità
assoluta conoscere e praticare la volontà di Dio. L’Eterno si è
rivelato attraverso la Sua Parola, e oggi possiamo avere la Bibbia nelle nostre
mani. Ed è nella Bibbia che, con atteggiamento di preghiera, possiamo
ricercar il Suo volto, conoscere la sua volontà, cioè la scelta
più giusta e buona che ognuno di noi deve fare sia nelle piccole, sia
nelle grandi decisioni della vita. Domanda: quanto spesso ricerchi il volto
dell’Eterno prima di intraprendere qualsiasi cosa? Infatti il punto essenziale
è mettere in pratica la volontà di Dio. Nella lettera di Giacomo
leggiamo: “Mettete in pratica la Parola e non ascoltatela soltanto, illudendo
voi stessi” (Giacomo 1:22). e.m.
GIUGNO
(11) “INCULCA AL FANCIULLO LA CONDOTTA CHE DEVE TENERE; ANCHE DA VECCHIO
NON SE NE DIPARTIRÀ”. (Proverbi 22:6)
Imprimi nella mente di tuo figlio buoni insegnamenti, perché anche da
vecchio – quando tu non ci sarai più – li ricorderà,
e sarà quella la vera eredità che gli avrai lasciato. Quando i
figli sono piccoli, è nostro dovere ammaestrarli, con insistenza e serietà,
affinché abbiano un buon comportamento e il giusto modo di vivere; ma,
per farlo, c’è bisogno di dedicare loro del tempo, di far sentire
loro il nostro amore incondizionato. Soprattutto, è importante che percepiscano
che quegli insegnamenti non sono frutto delle nostre intuizioni, ma provengono
dalla Bibbia, la Parola di Dio, alla quale ci sottomettiamo anche noi. Poi arriva
il momento in cui non possiamo più educare i nostri figli usando questo
sistema di “riempimento”, ma solo verificare se quello che abbiamo
insegnato può davvero indirizzarli nelle scelte della vita, via via che
aumenta la loro autonomia. a.m.
GIUGNO
(12) “CHIUNQUE SI INNALZERÀ, SARÀ ABBASSATO”. (Matteo
23:12)
Gesù rivela ai Suoi discepoli il Principio della vera grandezza, affermando
che il maggiore tra loro doveva essere il servitore di tutti. Altrove, mette
in risalto il valore dell’umiltà. Leggiamo nei Proverbi: “L’umiltà
precede la gloria. La superbia precede la rovina e lo spirito altero precede
la caduta” (Proverbi 18:12 e 16:18). L’orgoglio è un grosso
ostacolo per avvicinarsi a Dio per essere usati da Lui; l’umiltà,
invece, è il segreto per ottenere le benedizioni di Dio. Non possiamo
essere salvati, se prima non riconosciamo il nostro bisogno spirituale e la
nostra umiltà. Il Signore dice: “Ecco su chi poserò lo sguardo:
su colui che è umile, che ha lo spirito afflitto e trema alla Mia parola”
(Isaia 66:2). Dobbiamo guardare a Gesù e imitare Lui che poteva dire:
“Imparate da me, poiché io sono umile e mansueto di cuore”
(Matteo 11:29). Inoltre, l’umiltà è necessaria non solo
per avere la giusta relazione con Dio, ma anche buoni rapporti con gli altri.
p.d.n.
GIUGNO
(13) “SIGNORE, TU MI CONOSCI, TU MI VEDI, TU PROVI QUALE SIA IL MIO CUORE
VERSO DI TE”. (Geremia 12:3)
La preghiera del profeta rivela i sentimenti di un uomo onesto e sensibile.
Geremia ama il Signore, sa che è giusto, ma non capisce perché
avvengono certe cose: “Perché prospera la via degli empi? Perché
sono tutti al loro agio quelli che agiscono perfidamente?” (Geremia 12:1).
Certamente è legittimo porsi certi interrogativi; in fondo lo facciamo
tutti, non è vero? Ciò che ci sorprende, però, è
l’atteggiamento del profeta: non si ribella, non abbandona l’Eterno.
Che cosa fa? Parla con il Suo Dio, apre il cuore, espone le ragioni e i dubbi
che lo tormentano. È la preghiera di un uomo che non comprende tutto
quel che accade e, tuttavia, sa che il Signore fa sempre la cosa giusta. Dio
è il Suo riferimento sempre e comunque! Come ci comportiamo quando non
c’è risposta alle nostre domande: accusiamo il Signore o ci avviciniamo
a Lui in preghiera, anche se non capiamo tutto? Le parole di Geremia c’insegnano
il rispetto e il timore che dobbiamo avere di Colui che, come abbiamo letto,
conosce e vede perfettamente nel profondo del nostro animo. s.v.
GIUGNO
(14) “IN CRISTO GESÙ, VOI SIETE STATI AVVICINATI MEDIANTE IL SANGUE
DI CRISTO”. (Efesini 2:13)
Lontananza. Quali associazioni di parole e idee ci vengono in mente? Solitudine,
mancanza di comunione e d’aiuto, tristezza, voto…. e possiamo andare
avanti. Essere lontano da qualcosa o qualcuno è un concetto che in genere
ci trasmette qualcosa di negativo. E poi uomini, a causa del peccato, siamo
per natura lontani da Dio e lontani fra noi. Ci sforziamo di avvicinarci, ma
la triste realtà è che è più facile che siamo non
solo lontani, ma nemici. Questo succede nelle famiglie, negli stati, fra gli
stati. Mille cose ci dividono e ci portano troppo spesso all’odio. In
questa situazione Gesù Cristo è intervenuto; con la Sua morte
ha espiato il peccato, ci ha dato la possibilità di perdono, giustificazione,
comunione. Non saremo più ontani da Dio e fra di noi, se accettiamo che
il Signore ci salvi e ci trasformi. Non è una possibilità meravigliosa?
v.n.
GIUGNO
(15) “QUANDO TI CONVERTIRAI ALL’ETERNO TUO DIO, EGLI AVRÀ
PIETÀ DI TE”. (Deuteronomio 30:1,3)
Il peccato non è come una calamita inattesa che ci piomba addosso all’improvviso,
ma è la conseguenza di nostre scelte deliberate verso ciò che
è male oppure di un nostro atteggiamento di distaccata indifferenza verso
ciò che è bene. Forse non a tutti è chiaro il significato
che la Bibbia dà alla parola conversione. Si tratta di un cambiamento
radicale, che inizia nella nostra mente, e che ci permette di fare una diversa
scelta di vita, cancellandone il passato; in altre parole, di lasciare la strada
sbagliata per percorrere quella giusta che riconduce a Dio. Non a caso una diversa
traduzione usa la parola “ritorno”, che rende bene il concetto di
rifare in senso inverso il cammino che ci riporta in contatto con l’Eterno.
In quel momento, come conseguenza del nostro atteggiamento di sincera trasformazione,
ci vengono incontro la pietà e il perdono divino. Il perdono, come dice
il nostro versetto, è assolutamente immediato, perché, se ci convertiamo
a Lui di tutto cuore, Dio non aspetta nemmeno un minuto per regalarci la Sua
misericordia. s.p.
GIUGNO
(16) “CHIEDETE E VI SARÀ DATO; CERCATE E TROVERETE; BUSSATE E VI
SARÀ APERTO. (Matteo 7:7)
Queste parole sono un incoraggiamento alla preghiera. Essa è allo stesso
tempo l’omaggio della creatura verso la maestà di Dio, suo Creatore
e Redentore, e l’espressione della Sua dipendenza da Lui. Qui la preghiera
è vista come espressione dei bisogni, della propria debolezza e della
dipendenza dell’uomo da Dio. Noi CHIEDIAMO ciò che desideriamo,
CERCHIAMO ciò di cui abbiamo bisogno, BUSSIAMO per ottenere che ci sia
aperta la porta. Gesù qui sottintende a chi dobbiamo rivolgere le nostre
preghiere, perché i Suoi uditori sapevano che non è lecito pregare
la creatura, ma soltanto il Padre che è nei cieli (Matteo 6:8-9). Sia
che il Signore ci esaudisca, sia che non risponda subito alle nostre richieste,
non dobbiamo mai stancarci di pregare, perché la preghiera è il
respiro dell’anima. s.b.
GIUGNO
(17) “IL TUO CUORE NON È RETTO DAVANTI A DIO”. (Atti 8:21)
La Bibbia ha tante cose da dire sul nostro cuore che è la sede dei pensieri
e dei sentimenti. Eccone alcune: - L’INVITO: Custodisci il tuo cuore,
più di ogni altra cosa” (Proverbi 4:23); - L’UBBIDIENZA:
“Questi comandamenti ti staranno nel cuore” (Deuteronomio 6:6);
- LA PREGHIERA: “Dio, crea in me un cuore puro” (Salmo 51:10); -
LA CONSOLAZIONE: “Il Signore è vicino a quelli che hanno il cuore
rotto” (Salmo 34:18); - LA PROMESSA: “Darò loro un cuore
per conoscere Me” (Geremia 24:7); - L’INCORAGGIAMENTO: “State
di buon cuore, sono Io” (Marco 6:50); - IL CONSIGLIO: “Se le ricchezze
abbondano, non vi mettete il cuore” (Salmo 62:10) e infine – LORDINE
FONDAMENTALE che riassume tutto il resto: “Ama il Signore, Dio tuo, con
tutto il tuo cuore!” (Luca 10:27). Avere il cuore retto davanti al Signore
influenza e trasforma tutta la nostra vita. l.p.
GIUGNO
(18) “NON TEMERE, O UOMO MOLTO AMATO. LA PACE SIA CON TE”. (Daniele
10:19)
Forse sarà capitato anche a te di incontrare qualche ragazzo di cui si
potrebbe dire che è “molto amato” in famiglia. La mamma gli
cucina i pasti, gli lava i panni, gli mette a posto la stanza; il papà
gli dà tutti i soldi che chiede, e lui, come risposta, a casa non fa
niente, esce ed entra quando gli pare e si lamenta perché non tutto fila
liscio come vorrebbe. Bene, l’amore di Dio non è di questo tipo.
Il profeta Daniele, a cui queste parole sono state rivolte, si era precedentemente
umiliato davanti a Dio invocando il perdono per i suoi peccati e per quelli
del suo popolo. Se sei in questa posizione di umiliazione e di ricerca della
volontà del Signore, queste parole sono anche per te. E anche tu potrai
rispondere, come Daniele: “Parla, o mio Signore, perché Tu mi hai
fortificato”. m.c.
GIUGNO
(19) “O DIO CREA IN ME UN CUORE PURO”. (Salmo 51:10)
Il re Davide, autore del Salmo 51, e quindi del versetto di oggi, scrisse questo
Salmo dopo essere stato rimproverato dal profeta Natan per essersi macchiato
di un duplice grave peccato. Davide non nascose la propria colpa: piangendo,
confessò a Dio il peccato e poi chiese di poter avere un cuore puro.
Questa richiesta di Davide, che dovremmo fare nostra, ha un significato ben
preciso: a Dio dobbiamo chiedere di purificare i nostri desideri e i nostri
movimenti, perché dai nostri pensieri derivano poi le nostre azioni.
Se nell’intimo del nostro cuore ameremo la volontà di Dio più
della nostra, allora poi anche il nostro agire potrà, di conseguenza,
che essere in armonia con il divino volere. Il re Davide commise i suoi errori,
ma seppe pentirsi sinceramente abbandonando il peccato, tant’è
che venne definito: “un uomo secondo il cuore di Dio” (Atti 13:22).
Che sia così anche per noi. f.a.
GIUGNO
(20) “TENETEVI STRETTI ALL’ETERNO”. (Giosuè 23:8)
L’esortazione di Giosuè al popolo d’Israele, che aveva preso
possesso della Terra Promessa, nasceva dalla considerazione che il buon successo
della loro impresa doveva essere attribuito interamente all’intervento
di Dio, come adempimento delle Sue promesse. Giosuè dichiarò al
popolo che Dio l’avrebbe sostenuto e guidato anche in futuro, se si fosse
tenuto stretto all’Eterno. In che modo? Impegnandosi a ubbidire alle Sue
parole (versetto 6) e amandoLo con tutto il cuore (versetto 11). Secoli e secoli
ci separano da quell’antico popolo, ma le esigenze degli uomini di oggi
non sono cambiate: anche noi sentiamo la necessità di essere sorretti
e condotti nel nostro cammino quotidiano, disseminato di difficoltà e
preoccupazioni di ogni tipo. Tenersi stretti all’Eterno, nel modo indicato
al popolo d’Israele, e a noi oggi, è l’unico modo per sperimentare
il Suo aiuto e vedere realizzata ogni Sua buona promessa a nostro favore. a.r.m.
GIUGNO
(21) “CHI DISPORREBBE IL SUO CUORE AD AVVICINARSI A ME? DICE L’ETERNO”.
(Geremia 30:21)
L’amore di Dio è come quello di un innamorato che fa di tutto per
la sua amata: la coccola, sostiene, incoraggia, stima, onora, protegge; desidera
stare con lei; gli piace fare le cose insieme a lei ed essere corrisposto in
modo spontaneo. Allo stesso modo Dio desidera tantissimo che anche tu lo ami
e provi piacere a stare con Lui. L’amore di Dio è meraviglioso,
perché non costringe nessuno, ci lascia liberi di “innamorarci”
di Lui, perché, conoscendoLo, non si può fare a meno di amarLo
e desiderare la Sua compagnia più di qualsiasi altra cosa al mondo. Nel
versetto di oggi, Dio, l’Eterno, offre un invito nel quale manifesta tutto
il Suo desiderio di stare proprio con te! Una nuova chance per avvicinarti o
riavvicinarti a Lui, per amarLo e lasciarti amare del più perfetto e
meraviglioso amore. Come farne a meno? m.f.
GIUGNO
(22) “SMETTETE DI CONFIDARVI NELL’UOMO”. (Isaia 2:22)
Il richiamo che ci viene da Isaia è assolutamente valido per noi oggi,
come per l’uomo di allora. Ci potremmo porre una domanda: “Quando
smetto di confidare nell’aiuto che mi può venire dagli uomini?”.
Generalmente, quando non c’è più speranza o, almeno, essa
sembra essersi ridotta a un lumicino. Solo allora l’uomo si ritrova stranamente
religioso e scopre risvolti spirituali nel suo carattere. È davanti a
una sala operatoria, durante i cataclismi, i terremoti o altro, cioè
nei momenti in cui teniamo più sotto controllo la situazione, che, come
ultima spiaggia, ci rivolgiamo a Dio. Improvvisamente Egli diventa l’unico
che può aiutarci e che: “Deve aiutarci!”, diciamo a noi stessi.
A volte penso a Dio mentre ci vede in questa nostra meschina ricerca del Suo
aiuto e mi immagino quali dovrebbero essere le Sue razioni… Invece no,
Dio non agisce così come agiremmo noi, ma accetta di ascoltarci se ci
rivolgiamo a Lui con fede. Dio vuole avere con noi un rapporto personale e continuativo,
non frutto di un infantile sentimentalismo; perciò, anche se il nostro
rapporto con il Signore è iniziato così, non permettiamo che rimanga
tale. a.m.
GIUGNO
(23) “IL CIELO E LA TERRA PASSERANNO, MA LE MIE PAROLE NON PASSERANNO”.
(Matteo 24:35)
“Verba volant, scripta manent” (cioè: “Le parole volano,
gli scritti rimangono”) dicevano gli antichi latini, e questo è
tuttora riscontrato nel fatto che gli accordi più vincolanti si mettono
per iscritto e sono controfirmati anche davanti a testimoni. Gesù, quando
pronunciò la frase citata nel versetto che stiamo considerando, dichiarò
che le Sue parole avevano un valore eterno e quindi non sarebbero passate. Non
si riferiva tanto al fatto che qualcuno le avrebbe messe per iscritto; intendeva,
piuttosto, che le Sue parole erano vere e non sarebbero state MAI smentite.
Stava parlando di ciò che avverrà nel futuro, così come
stabilito da Dio Padre. Il quadro da Lui rappresentato è piuttosto sconcertante
per chi non crede, ma non per questo possiamo sentirci autorizzati a scartarlo;
conviene, piuttosto, interrogarsi su come evitare la giusta condanna di Dio,
quando saranno passati cielo e terra. h.p.
GIUGNO
(24) “HAI DIMENTICATO IL DIO CHE TI HA FORMATO”. (Deuteronomio 32:18)
Alcune cose si dimenticano con facilità. Altre, invece, è quasi
impossibile dimenticarle. Per esempio il proprio nome, la data e il luogo di
nascita, sono cose che normalmente non si dimenticano mai. Sì, in genere
è difficilissimo scordare le informazioni che riguardano più da
vicino la nostra vita. Ma, allora, è mai possibile che l’essere
umano riesca a dimenticare un dato di fatto così importante, vale a dire
che ogni cosa, compreso l’uomo, è stata creata da Dio? La Parola
di Dio ci ammonisce anche oggi, e lo fa ricordando a ognuno di noi che nessuno
è su questo pianeta per caso. Il Signore oggi ti ricorda di non dimenticare
che si prezioso agli occhi Suoi, perché è Lui che ti formato.
Che gioia sapere che non abbiamo avuto origine dal caso o dal caos primordiale!
Abbiamo la vita perché è Dio che ci ha creati. Siamo qui perché
Dio ci ama! Vivi questa giornata senza escludere o dimenticare il Dio che ti
ha incluso nella Sua magnifica creazione! e.m.
GIUGNO
(25) “L’ETERNO TI RISPONDA NEL GIORNO DELL’AVVERSITÀ”.
(Salmo 20:1)
Il giorno dell’avversità è il dì della solitudine.
Il più triste, il più infausto, quello in cui non vedi speranza,
dove sei importante, dove tutto sembra perduto. Chi non ha passato un momento
così angosciante, in cui cercava risposte? Il giorno dell’avversità
è il dì del bisogno! A coloro che Lo invocano e Lo cercano con
tutto il cuore, il Signore ha promesso di rispondere, secondo il particolare
bisogno. È anche il giorno in cui potrai vedere Dio chiaramente operare,
perché la tua impotenza sarà evidente. Prestagli attenzione! Dopo
la Sua risposta, non dimenticare la condizione in cui trovavi. Che non ti avvenga
ciò che accade all’ubriacone, quando, una volta liberato dall’alcolismo,
andò al bar per bere e festeggiare la libertà e ricadde nella
sua dipendenza. Sii grato al Signore per le risposte che certamente ti darà,
Lo avrai cercato invocandoLo con tutto il cuore! “Benedici, anima mia,
il SIGNORE e non dimenticare nessuno dei Suoi benefici” (Salmo 103:2).
m.m.
GIUGNO
(26) “S’INSEGNERÀ FORSE A DIO LA SCIENZA? A LUI CHE GIUDICA
QUELLI DI LASSÙ?” (Giobbe 21:22)
Ma perché Dio non interviene? Perché permette la guerra? Perché
non ferma i malvagi? Certe domande le abbiamo sentite (o fatte) tutti. Le parole
di Giobbe dovrebbero spingerci a meditare. Dio è in cielo, sa tutto,
vede tutto, capisce quello che ogni persona pensa, vede le nazioni e, come un
regista sapiente, muove e guida gli avvenimenti secondo il Suo piano. Nessun
politico Lo può contrastare e fermare, neppure quelli che Lo rinnegano
e che apparentemente lottano contro di Lui. Il salmista Davide diceva che le
nazioni sono in tumulto e che Dio si ride di loro, perché sa che, alla
fine, il vincitore sarà Lui e che manderà Gesù a stabilire
il Suo regno sulla terra. La parte più interessante è che la Bibbia
lo dice da sempre. Ma chi ci crede? C’è un libro che spiega molte
cose. È “Il ritorno di Gesù Cristo” di R. Pache. Lo
conosci? m.t.s.
GIUGNO
(27) “CHI CREDE IN LUI, NON SARÀ CONFUSO”. (Romani 9:33)Tante
persone oggi sono confuse e si chiedono in cosa credere. Il fatto è che
non si tratta di credere IN QUALCOSA, ma IN QUALCUNO. Infatti la fede è
prima di tutto fiducia in Dio. Non è il fatto di conoscere una certa
verità o di osservare una certa legge, ma di avere fiducia in Cristo
Gesù e in ciò che Egli ha fatto, e di affidarGli le redini della
propria vita. Questo significa credere in Gesù. Tanti sanno chi è
Gesù, hanno sentito l’annuncio del Vangelo della grazia, del perdono
dei peccati, della salvezza eterna… ma quanti hanno creduto che questo
riguardasse proprio loro? Quanti hanno detto: “Padre, ho fiducia in Te,
in quello che mi offri… Ti chiedo perdono e vengo a Te per mezzo del sacrificio
di Tuo Figlio, Gesù Cristo, per ricevere la Tua grazia e la Tua salvezza”?
Se non vuoi più essere confuso, di’ a Gesù che hai fiducia
in Lui e vivi per fede. g.f.r.
GIUGNO
(28) “SIGNORE, IO TI LODO SETTE VOLTE AL GIORNO”. (Salmo 119:164)
Mi piace osservare le piante che ho sul terrazzo. In questo periodo dell’anno,
circa la metà di giugno, la maggior parte di esse è in fiore e
la chiarezza della luce sembra rendere i colori ancor più vivaci. Guardando
con attenzione e le sfumature dei fiori degli oleandri, delle rose, le forme
bizzarre delle piante grasse con i loro fiori che sbocciano all’imbrunire
tutti insieme, sentire il loro profumo delicato, o quello più deciso
del gelsomino, non posso che rimanere stupita. Lodare il Signore è esprimere
meraviglia di fronte alle Sue opere che rivelano un’intelligenza straordinaria,
un’incredibile potenza e una bellezza talmente raffinata da lasciare senza
fiato. Basta guardare con più attenzione a tutto ciò che ci circonda,
che si dà per scontato, per scoprire una lunga lista di motivi per lodare
Dio. o.t.
GIUGNO
(29) “NON C’È NESSUNO PARI A TE, SIGNORE. TU SEI GRANDE”.
(Geremia 10:6)
Mentre guardavo alcuni libri esposti su di uno scaffale di una libreria, la
mia attenzione è stata attirata da un titolo un po’ insolito: “L’amore
è un dio”. Anche se non usiamo più gli stessi nomi che usavano
i latini, i greci o popoli dell’antichità, sono tante, ancora oggi,
le cose o le persone oggetto di culto, per le quali si è disposti a sacrificare
tempo ed energie; l’amore, la bellezza, il successo, il denaro. Per non
parlare poi della venerazione riservata ai personaggi dello spettacolo e dello
sport o a statue che raffigurano persone vive o morte. Il profeta geremia che,
ispirato dal Signore, scrisse il brano in cui si trova il versetto di oggi,
ci mette in guardia perché questo modo di fare è vanità
(versetto 3) e paragona tali “dei” a degli spauracchi in un campo
di cocomeri (versetto 5). Benché abbiano l’apparenza di “dèi”,
non hanno alcun potere. Uno solo è Dio, il Signore solo Lui è
veramente potente e può intervenire in favore dell’uomo e soddisfare
le sue necessità. o.t.
GIUGNO
(30) “NON AVRAI CON UN UOMO RELAZIONI CARNALI COME SI HANNO CON UNA DONNA:
È COSA ABOMINEVOLE”. (Levitico 18:22)
Sono convinto che fra i doni che il Creatore ha voluto elargire alle Sue creature,
quello della sessualità sia fra i più belli e gratificanti. Sentirsi
attratti dall’altro sesso, sentire il desiderio di stringere un rapporto
profondo e duraturo d’amore tra marito e moglie, dal quale poi generare
altre vite da curare ed amare, è l’aspetto più sublime dell’amore
e dell’ordine che Dio ha voluto dare all’uomo e alla donna. Purtroppo
il peccato non ha trascurato di gettare confusione e perversione anche nella
sessualità. Oggi l’omosessualità viene spesso ostentata.
In questi ultimi anni abbiamo assistito a un escalation di questa ostentazione;
si sono usate le piazze, mezzi di comunicazione, TV, giornali, ecc. Paolo, nella
lettera ai Romani, scrive che il male ha una sua tragica progressione che porta,
dopo averlo commesso, anche ad approvare, a esaltare, chi lo commette: “essi…non
soltanto lo fanno, ma anche approvano chi lo commette” (Romani 1:32).
È l’apologia del male, frutto di un progressivo allontanamento
da Dio. Il Signore definisce l’omosessualità con un’espressione
forte, che fa quasi rabbrividire: una cosa ABOMINEVOLE!! g.b.
LUGLIO
(1)“ERAVAMO SCHIAVI DI PASSIONI E PIACERI, MA DIO CI HA SALVATI”.
(Tito 3:3,5)
George Muller visse nel 19° secolo ed è noto come il fondatore di
grandi orfanotrofi di Bristol in Inghilterra. Nella bella biografia redatta
da Basil Miller, si legge: “George Muller può essere definito,
a pieno titolo, un uomo formato da Dio. In giovinezza non ricevette alcuna educazione
religiosa… fino a quando non maturò la necessità di un incontro
personale con Dio. Da ragazzo volle assaporare fino in fondo l’amaro sapore
del peccato, per poi scoprire più avanti nel tempo che Dio è in
grado di fare infinitamente al di là di quanto egli pensasse o chiedesse”.
Muller, prima di diventare il grande uomo di fede che, conosciamo, era, anch’egli,
schiavo delle sue passioni e piaceri. Fu forse in grado di soddisfare la giustizia
di Dio mediante i suoi meriti? Assolutamente no! Il seguito del nostro versetto
dichiara: “Egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma
per la Sua misericordia”. Spero che la storia di George Muller e soprattutto
la Parola del Signore facciano maturare in te il desiderio sincero di realizzare
un incontro personale con Cristo Gesù, il Salvatore. s.v.
LUGLIO
(2) “GESÙ DISSE A PIETRO: TU NON HAI IL SENSO DELLE COSE DI DIO,
MA DELLE COSE DEGLI UOMINI”. (Matteo 16:23)
Cosa aveva fatto di tanto grave, Pietro da meritarsi un rimprovero così
aspro e forte da parte di Gesù, preceduto addirittura da un “Vattene
via da me, Satana”? Aveva semplicemente espresso il suo desiderio che
nessuna sofferenza, nessun male colpissero il suo Maestro durante la visita
ormai imminente a Gerusalemme. Pietro amava Gesù, perciò desiderava
che nulla di male gli accadesse. Fossimo stati noi, l’avremmo elogiato:
che bello trovare un discepolo così attaccato al suo Maestro e così
preoccupato per Lui! In cosa, allora, aveva sbagliato Pietro? Non si era preoccupato
di sintonizzare il suo amore per Gesù con la volontà di Dio che
doveva compiersi, per la salvezza dell’uomo, proprio attraverso quelle
sofferenze e quella morte di cui Gesù stava parlando. Se l’amore
di Pietro fosse stato ascoltato, il piano di Dio non si sarebbe realizzato!
Impariamo così che l’amore, non sostenuto dalla conoscenza e dalla
sottomissione alla volontà di Dio, è un amore distruttivo. p.m.
LUGLIO
(3) “L’UOMO GUARDA ALL’APPARENZA, MA L’ETERNO GUARDA
AL CUORE”. (1 Samuele 16:7)
L’apparenza ha la sua importanza, nessuno può negarlo. Quante volte
una prima impressione può negarlo. Quante volte una prima impressione
può influenzare positivamente o negativamente! Per questa ragione, si
dà sempre più importanza al proprio aspetto. In sé non
ci sarebbe niente di male, se la cura della forma fisica non stesse diventando
u genere di idolatria, che richiede sacrifici, fatica, tempo. E tutto a scapito
della valorizzazione di altri pregi. Si può dire che conosciamo altrettanto
tempo, denaro e fatica a sviluppare la nostra mente a coltivare il nostro cuore,
a controllare il nostro carattere? Dio ci ricorda che Lui non si ferma all’apparenza.
Samuele, che doveva ungere il nuovo re, rimase impressionato dalla forza e dalla
bellezza dei figli di Isai, ma Dio voleva qualcosa di diverso. In Davide non
c’era solo una bella apparenza (v.12), ma soprattutto un buon rapporto
con Dio. Davide era “un uomo secondo il cuore di Dio”. Quando ci
guardiamo allo specchio, ci fermiamo a quello che vediamo o ci chiediamo com’è
la nostra personalità? v.n.
LUGLIO
(4) “RAVVEDITI E PREGA IL SIGNORE, AFFINCHÉ TI PERDONI IL PERNSIERO
DEL TUO CUORE”. (Atti 8:22)
Queste parole furono rivolte a un certo Simon, un mago che seguivano agli apostoli
nel loro cammino di evangelisti, ai quali un giorno chiese di poter comperare
il dono e l’autorità che avevano ricevuto direttamente da Gesù.
Pietro gli rispose: “Il tuo denaro vada con te in perdizione, perché
hai creduto di potere acquistare con denaro il dono di Dio” (versetto
20) “…Ravvediti e prega il Signore, affinché ti perdoni”.
È veramente una pazzia pensare di poter comperare con denaro o con opere
il regno di Dio, il cui valore è inestimabile: neanche tutto l’oro
del mondo sarebbe sufficiente per ottenerlo. Ecco perché si è
reso necessario il sacrificio di Gesù. Lo stesso Pietro dice ancora:
“Sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati
riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri pari, ma con il prezioso
sangue di Cristo” (1 Pietro 1:18,19). w.g.
LUGLIO
(5) “LODATE IL SIGNORE, FATE CONOSCERE LE SUE OPERE TRA I POPOLI”.
(Isaia 12:4)
Il famoso violinista Fritz Kreisler (1875-1962), con i suoi concerti fatti in
tutto il mondo, guadagnò una fortuna, ma era così generoso che
dava via il denaro per i più sfortunati. Durante una delle sue tournée,
trovò un violino eccezionale e così cominciò a mettere
da parte i soldi per comperarlo. Quando ebbe tutto il denaro, si recò
dal venditore che, purtroppo lo aveva già venduto a un collezionista.
Kreisher non si arrese e trovò il novo proprietario che, però,
non aveva nessuna intenzione di venderlo e privare la sua collezione di questo
esemplare così prezioso. Deluso, il violinista stava uscendo, quando
ebbe un’idea e disse: “Posso, per favore, suonare almeno una volta
il violino, prima di consegnarlo per sempre al silenzio?”. Il collezionista
acconsentì e, quando il virtuoso riempì la casa con quella musica
così perfetta e toccante, disse: “Non ho nessun diritto di tenere
questo violino per me. È suo, signor Kreisler. Lo porti in tutto il mondo
e lo faccia sentire a ogni persona”. Se sei un figlio di Dio, anche tu
devi far conoscere agli altri quello che Egli ha fatto per te. Il Cristianesimo
ha bisogno di “musicisti”, non di “collezionisti!”.
r.b.
LUGLIO
(6) “LE COSE IMPOSSIBILI AGLI UOMINI SONO POSSIBILI A DIO”. (Luca
18:27)
Non ricordo bene se si trattava di uno slogan o semplicemente di una battuta,
ma mi aveva fatto sorridere. Diceva: “Le cose difficili le facciamo subito;
quelle impossibili richiedono più tempo; per i miracoli ci stiamo attrezzando!”.
Quasi tutte le scoperte scientifiche sono state conseguite da persone che non
si erano arrese davanti a ciò che umanamente e ragionevolmente sembrava
impossibile. Eppure, con tutti i progressi della scienza e della tecnica, rimangono
ancora cose che all’uomo sono impossibili da fare. Per Dio, invece, non
esistono limiti; Egli è onnipotente, onnipresente e onnisciente. Il contesto
in cui sono state pronunciate le parole del versetto succitato, appartiene a
un discorso sulla salvezza. Infatti, a nessun essere umano è possibile
salvare l’anima di un altro, neppure la propria. L’unica possibilità
si trova nell’invocare intervento di Dio. h.p.
LUGLIO
(7) “NON DISPREZZARE LA CORREZIONE DEL SIGNORE”. (Proverbi 3:11)
La maggior parte delle persone si rivolge a Dio soprattutto per chiedere aiuto
quando si trova nel bisogno. La cosa di per sé non è sbagliata,
come non è sbagliato chiedere aiuto al medico quando stiamo male fisicamente.
Dopo le opportune visite, però, il medico potrebbe rivolgerci una frase
come questa: “Nelle sue condizioni lei rischia di arrivare ad avere un
cancro ai polmoni. Deve assolutamente smettere di fumare”. L’aiuto
arriva dunque in forma di correzione, e, se non siamo insensati, seguiamo l’indicazione
del medico. Con Dio invece ci comportiamo diversamente: Gli chiediamo aiuto,
ma pretendiamo anche di dettarGli la forma in cui questo deve arrivare. Dio
è pronto ad aiutarci, ma qualche volta decide di farlo nella forma di
una scomoda parola di correzione. E spesso noi la “disprezziamo”,
anche se sappiamo che il Signore è molto più esperto di ogni altro
medico. m.c.
LUGLIO
(8) “TU, O SIGNORE, SEI BUONO E PRONTO A PERDONARE”. ( Salmo 86:5)
Le parole del versetto di oggi sono state pronunciate dal re Davide che, visto
l’accanimento con il quale i suoi nemici si levavano contro di lui, si
rivolge a Dio per ricevere aiuto. Da notare in primo luogo la fede di Davide,
il quale, pur essendo uomo di guerra e potendo contare su un esercito ben armato,
decide di cercare aiuto presso il Signore, piuttosto che confidare nelle proprie
forze. In secondo luogo, egli rende conto che, in quanto uomo peccatore, non
poteva meritare l’aiuto divino, ma che questo era possibile solo contando
sulla bontà e sul perdono del Signore. Così è per noi.
Il nostro peccato può anche essere grande, ma se il pentimento è
sincero, possiamo contare su di un Dio buono e pronto a perdonarci, così
buono da aver mandato Suo Figlio a morire per noi. f.a.
LUGLIO
(9) “NON C’È UOMO CHE NON PECCHI”. (1 Re 8:46)
Queste parole ci aiutano a fare un esame di coscienza. Troppo spesso ci sentiamo
a posto con Dio, senza aver lasciato che Egli ci esamini per mettere in evidenza
i nostri errori, affinché poi li abbandoniamo. Tutti ci troviamo mancanti
davanti al Signore. Ad esempio, nel versetto 61 di questo capitolo, Dio dice:
“Il vostro cuore sia dunque dedito interamente al Signore, al nostro Dio,
per seguire le Sue leggi e osservare i Suoi comandamenti…”. Davanti
a queste parole chi può dire di essere a posto?! Il Signore accoglie
il cuore rattristato dalla consapevolezza dei propri sbagli e lo libera, donandogli
il Suo perdono, perché Gesù Cristo ha già pagato il prezzo
del peccato. E allora, cogliamo quest’occasione per rafforzare il nostro
desiderio di piacere a Dio di fare ciò che Lui vuole, di eliminare ogni
ostacolo alla nostra comunicazione con Lui riconoscendo e abbandonando ciò
che nella nostra vita Lo onora. e.s.
LUGLIO
(10) “CHIUNQUE CREDE CHE GESÙ È IL CRISTO, È NATO
DA DIO”. (1 Giovanni 5:1)
Prima di questa frase, Giovanni aveva appena affermato: “Ogni spirito
che confessa pubblicamente che Gesù Cristo è venuto nella carne,
è da Dio” (1 Giovanni 4:2). In questa società confusa e
superficiale abbiamo bisogno assoluto di una parola certa, di un criterio sicuro.
Eccone uno. Per questo dobbiamo spiegare alle persone che chi non confessa Cristo,
come per esempio fanno i Testimoni di Geova, purtroppo non fa parte della Chiesa
di Cristo. E per questo dobbiamo anche dire chiaramente che cercare di unificare
le religioni, come per esempio quando si parla delle “tre religioni di
Abramo”, è sbagliato, dato che “Chi non onora il Figlio,
non onora il Padre che Lo ha mandato” (Giovanni 5:23). Solo Gesù
Cristo è il Figlio, è Dio stesso che si è fatto uomo per
noi uomini e per la nostra salvezza: ecco la base della fede! O si accetta o
si rifiuta: una terza strada non esiste. Il Signore ci dia la grazia di portare
oggi a tutti questo messaggio, più grande di noi, con rispetto, con umiltà,
ma con totale chiarezza. l.p.
LUGLIO
(11) “LE TUE PAROLE SONO STATE LA MIA GIOIA, LA DELIZIA DEL MIO CUORE”.
(Geremia 15:16)
Queste parole esprimono il desiderio di leggere e meditare la Parola di Dio,
la gioia di conoscere il Signore Gesù, il Salvatore, il piacere di ubbidire
ai Suoi comandamenti, la felicità e di camminare nelle Sue vie. Infatti
la Bibbia non è un libro qualunque, ma è il mezzo con cui Dio
si rivolge a noi per farci conoscere la via della salvezza e vivere una relazione
intima e personale con Lui, confidando più in Lui in noi stessi; per
farci scoprire la Sua volontà per la nostra vita, perché le Sue
vie ci colmano di felicità. E tu, vuoi essere felice? Leggi e medita
la Parola del Signore, imposta la tua vita in armonia con la Sua volontà,
cerca di far coincidere i tuoi pensieri, le tue parole e le tue azioni con i
Suoi insegnamenti. Molti libri ti possono informare, ma solo la Bibbia ti può
trasformare! g.f.r.
LUGLIO
(12) “HO DETTO A DIO: TU SEI IL MIO SIGNORE; NON HO BENE ALCUNO AL DI
FUORI DI TE”. (Salmo 16:2)
Diciamo la verità: certe dichiarazioni della Bibbia sono difficili da
digerire. “Non ho bene alcuno all’infuori di Te” sembra una
di quelle dichiarazioni d’amore eterno che si trovano in vecchie canzoni
che molti cantano, ma che nessuno prende sul serio. È vero, a volte certe
espressioni bibliche mi sembrano esagerate a prima vista, ma questo dipende
da me, non dalla Bibbia. Perché la Bibbia è realistica, tremendamente
realistica. Se tu sapessi con certezza di dover morire questa sera, quale importanza
avrebbero per te tutti i tuoi beni? L’unico a cui resteresti attaccato
sarebbe la vita stessa, che però ti rimarrebbe ancora per poche ore.
Ma se tu avessi ricevuto in dono la vita eterna che proviene dal credere in
Cristo, allora potresti davvero dire a Dio con convinzione: “Non ho bene
alcuno al di fuori di Te”. m.c.
LUGLIO
(13) “SII FORTE, FATTI CORAGGIO E METTITI ALL’OPERA”. (1 Cronache
28:20)
Qualche anno fa io e mia moglie vivevamo in una casa piccolissima. Con un po’
di ingegno eravamo riusciti a renderla sufficiente per i nostri bisogni. Poi,
con la prospettiva di un figlio in arrivo, la situazione si presentava assolutamente
insostenibile. Il Signore mise nel nostro cuore il desiderio di costruirne una,
ma le difficoltà di carattere economico, tecnico e burocratico erano
tante e ci sembravano insormontabili. Pregando e guardando al Signore giorno
per giorno, trovammo la forza di andare avanti e tutti gli ostacoli svanirono
come bolle di sapone. Oggi, guardando la mia casa e spaziosa e confortevole
e i miei due figli, posso dire: “Grazie, Signore, per l’incoraggiamento
e il sostegno che ho ricevuto”. Molte volte lo scoraggiamento e l’evidenza
delle difficoltà nel fare qualcosa possono paralizzarci, ma nel Signore
non è così. Se per la fede in Cristo siamo diventati Suoi figli,
potremo sentire e fare nostre le parole che Davide rivolse a Salomone quando
doveva costruire il tempio: “Mettiti all’opera… perché
il Signore, il mio Dio, sarà con te” (1 Cronache 28:20). g.b.
LUGLIO
(14) “GESÙ DISSE: IO CERCO LA VOLONTÀ DI COLUI CHE MI HA
MANDATO”. (Giovanni 5:30)
Gesù Cristo è la seconda persona della Trinità, composta
dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. Sulla terra, era Dio quanto Suo
Padre, ma non agiva per conto proprio. Faceva e diceva quello che il Padre gli
aveva ordinato e agiva secondo i Suoi piani. Da tutta l’eternità
sapeva che si sarebbe incarnato e che, in un preciso momento della storia quando
i tempi fossero adatti sarebbe morto in croce per espiare i peccati degli uomini.
La volontà del Padre era che subisse il castigo che noi meritavamo. Ma
era proprio necessario? Sì, perché il peccato, essendo commesso
volontariamente contro un Dio infinito e santo, meritava una piena infinita,
eterna. O la morte eterna nell’inferno per ogni essere umano, o la morte
del Figlio perfetto di Dio, capace di un sacrificio espiatorio infinito. Cristo
lo ha compiuto e per questo, e solo per questo, è possibile la salvezza
dell’anima. Cristo ha pagato ogni tua colpa e Dio ti offre la salvezza
in dono. Lo hai capito? Lo hai creduto e accettato per mezzo della fede in Gesù?
m.t.s.
LUGLIO
(15) “DARÒ LORO UN CUORE PER CONOSCERE ME CHE SONO L’ETERNO”.
(Geremia 24:7)
Di fronte al male, alle ingiustizie, all’immoralità, alla violenza…,
molti affermano la necessità di un cambiamento, pronti a puntare il dito
contro gli altri, ma difficilmente disponibili a vedere il male nella loro vita.
Gesù Cristo ha affermato che è il cuore, la coscienza dell’uomo
che deve cambiare: “Poiché è dal di dentro, dal cuore degli
uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adulteri,
cupidigie, malvagità…” (Marco 7:21-22). Il vero cambiamento
è quello che inizia nell’intimo dell’individuo. Alla base
dei problemi che travagliamo la società e le famiglie, c’è
la nostra natura egoistica. Nonostante il progresso realizzato in vari campi,
l’uomo non è diventato moralmente migliore. Cari lettori, per cambiare
abbiamo bisogno di un cuore nuovo, di una nuova natura, in grado di piacere
a Dio. Abbiamo bisogno dell’intervento di Dio nella nostra vita. Egli
ci ricorda: “Io darò loro un cuore per conoscere Me, che sono l’Eterno”.
p.d.n.
LUGLIO
(16) “L’ETERNO RETRIBUIRÀ CIASCUNO SECONDO LA SUA GIUSTIZIA
E LA SUA FEDELTÀ”. (1 Samuele 26:23)
Un giovane è in fuga; non è un furfante né un malvivente.
Fugge davanti al re accecato dall’ira. Saul, infatti ha dimostrato ampiamente
di non essere un buon capo; inoltre, è geloso di quel giovane che, più
di lui, si è distinto per capacità e qualità. Non rimane
che liquidarlo. Il giovane Davide ha l’opportunità di farsi giustizia
da sé, ma non lo fa. Se si fosse trattato di un film hollywoodiano, forse
avremmo quasi auspicato una conclusione diversa! Ecco, invece, quello che dice
al suo persecutore: “L’Eterno retribuirà ciascuno secondo
la sua giustizia e la sua fedeltà”. Egli confida nella giustizia
divina. Più tardi, Saul finirà male i suoi giorni suicidandosi,
mentre il giovane Davide diventerà il re più famoso della storia
d’Israele. La Bibbia insegna che esiste una retribuzione più grande
di quella raccontata fin qui: “Dio giudicherà i segreti degli uomini
per mezzo di Gesù Cristo” (Romani 2:16). Chi potrà ingannarLo?
Ecco della buone ragioni per impegnarci a conoscere il Dio di Davide, che nel
Nuovo Testamento si rivela nella persona di Cristo. s.v.
LUGLIO
(17) “ESSI NON SANNO FARE CIÒ CHE È RETTO, DICE IL SIGNORE”.
(Amos 3:10)
Questa forte affermazione contrasta notevolmente con il pensiero corrente: credi
in te stesso perché venga fuori il bene che è dentro di te! È
senz’altro giusto sapere valorizzare i talenti che abbiamo per non deprimerci
e sminuirci, ma occorre farlo con saggezza e onestà. L’uomo, sia
da bambino che da adolescente, deve essere aiutato per crescere in modo sano
e onesto. Quando è adulto farà da solo le sue scelte, ma avrà
sempre bisogno di Qualcuno più grande e più saggio di lui, che
gli indichi la strada da seguire proprio perché l’uomo lasciato
a sé stesso, non sa fare ciò che è retto; non solo davanti
agli uomini, ma soprattutto davanti a Dio. L’autostima può essere
un beneficio psicologico ma un danno spirituale, se non si riconosce che i talenti
e le capacità che abbiamo, sono un dono di Dio da usare secondo la Sua
perfetta volontà. w.g.
LUGLIO
(18) “RINGRAZIO CONTINUAMENTE IL MIO DIO PER VOI”. (1 Corinzi 1:4)
È più naturale chiedere che ringraziare; quando poi si tratta
di essere continuativi nel farlo, la situazione si complica e ci accorgiamo
di quanto sia difficile avere quest’attitudine. Qui l’Apostolo Paolo
sta ringraziando per i credenti della chiesa di Corinto, e lo fa con tale trasporto
e partecipazione che potremmo immaginarli come componenti di una chiesa perfetta.
Invece, anche fra di loro ci sono divisioni, incomprensioni, lotte e difficoltà,
e per tutto ciò Paolo li riprenderà nel corso della lettera, ma
vuole che prima di ogni altra cosa siano coscienti di rappresentare un motivo
di ringraziamento a Dio. Un libro ottimo sulla preghiera è “Timore,
tremore e audacia” edito dai G.B.U. e da cui riprendo questa frase. “Inizia
la tua preghiera con il ringraziamento. Ringrazia Dio perché si è
proteso dal cielo per afferrare la persona per la quale stai pregando. RingraziaLo
perché le Sue intenzioni riguardo a quella persona sono immutabili. Soltanto
dopo aver fatto tutto questo comincerai a vedere le cose dal loro giusto punto
prospettico”. John White. a.m.
LUGLIO
(19) “LA TUA GIUSTIZIA, DIO, È ECCELSA”. (Salmo 71:19)
Dio è al di sopra della nostra concezione. Le Sue opere, i Suoi pensieri
e i Suoi giudizi sono molto più in alo della nostra capacità di
comprenderli o affermarli. “Nessuno è come Te” è il
testo di un bellissimo canto, che esprime appena l’ombra della grandezza
di Dio; non v’è nessuno uguale, e neanche simile, né in
cielo né sulla terra né nei mari. In sostanza, Dio non ha paragoni.
In questo Salmo Davide è particolarmente toccato per la rettitudine e
l’equità della provvidenza di Dio. Indica la fedeltà delle
Sue promesse e la natura della Sua giustizia, per le quali viviamo e speriamo.
Tutto questo ci rende gioiosamente dipendenti dalla giustizia eterna che Egli
ha manifestato in Gesù, grazie alla quale possiamo essere felici e certi
della salvezza eterna. m.m.
LUGLIO
(20) “I MIEI TESTIMONI SIETE VOI. DICE L’ETERNO”. (Isaia 43:10)
Il vocabolario Devoto Oli riporta questa definizione della parole ‘testimone’:
“persona che può far fede di un fatto per averne diretta conoscenza”.
Il popolo d’Israele poteva ben testimoniare che Dio esiste e che è
l’unico Dio. Tu puoi farlo? Hai conosciuto Dio personalmente? Io sì.
Egli mi hai parlato attraverso la Bibbia e mi ha convinto del mio peccato. Mi
ha aperto gli occhi e mi ha fatto vedere la meschinità della mi condizione
lontano da Lui. Ma mi ha anche mostrato il vero perdono che solo il vero Dio
può donare. Mi ha dato una pace che nessuna cosa e nessuna persona al
mondo mi ha mai potuto dare. Mi ha trasformata in una persona capace di amare
il prossimo, in virtù dell’amore che Dio stesso ha donato a me.
Dio vuole che tutte le persone Lo conoscano intimamente e cammino al Suo fianco.
Ora ti sta parlando attraverso questo figlioletto. Vuoi reagire positivamente
al Suo invito? e.s.
LUGLIO
(21) “GESÙ CI LIBERA DALL’IRA IMMINENTE”. (1 Tessalonicesi
1:10)
L’apostolo Paolo, nel brano da cui è tratto il versetto di oggi,
ci ricorda che il vero cristiano si è convertito dagli idoli a Dio, per
servire il Dio vivente e vero e per aspettare dai cieli il Figlio Suo, Gesù,
che ci libera dall’ira imminente. Gli uomini hanno paura di quello che
potrebbe accadere nel futuro. Diversi problemi minacciano il mondo. Il problema
demografico cioè l’aumento della popolazione mondiale con conseguenze
imprevedibili; il problema ecologico con l’inquinamento dell’aria
e dell’acqua che determina situazioni drammatiche per l’umanità;
il pericolo di una guerra nucleare che potrebbe distruggere il mondo. Molti
scienziati affermano che ci avviamo verso la fine. Ma, qualunque cosa dovesse
accadere, il vero credente non ha paura del futuro, perché sa che il
suo futuro non è nelle mani dell’uomo non è riposta nelle
capacità dell’uomo, ma in Gesù Cristo che sta per ritornare.
Egli verrà per dare piena salvezza ai credenti e per giudicare gli increduli.
E tu, caro lettore, sei pronto? Sei sicuro di scampare all’ira imminente?
p.d.n.
LUGLIO
(22) “NON CADE UN PASSERO IN TERRA, SENZA IL VOLERE DEL PADRE”.
(Matteo 10:29)
Il passero è uno degli uccelli più comuni e meno pregiati. Uno
in più o uno in meno non farebbe nessuna differenza nell’economia
della terra. Il Signore Gesù lo ha scelto come paragone, per spiegare
ai Suoi discepoli che a Dio non sfugge nessun dettaglio della loro vita e che
anche la minima cosa che accade è sotto il Suo controllo. Continuando
il Suo discorso, Gesù ha detto che perfino il numero dei nostri capelli
è conosciuto da Dio. Se apparteniamo alla famiglia di Dio, se, cioè,
abbiamo creduto personalmente nel sacrificio di Cristo al nostro posto, questo
pensiero ci deve rallegrare. Niente ci può capitare che non sia stato
predisposto, controllato, valutato, pesato e misurato dal Padre celeste. Egli
sa quando ci alziamo e ci sediamo e il Suo occhio non ci perde mai di vista.
Sia che vegliamo sia che dormiamo. I potenti della terra si circondano di guardie
del corpo. Per noi, Suoi figli, c’è a guardia l’Onnipotente!
m.t.s.
LUGLIO
(23) “L’ETERNO DISSE: ASCOLTATE ORA LE MIE PAROLE. IO, L’ETERNO,
MI FACCIO CONOSCERE”. (Numeri 12:6)
Anche nelle migliori famiglie possono verificarsi contrasti, diversità
di vedute che possono causare seri problemi. Così avvenne nella famiglia
di Mosè. Maria, sua sorella e Aaronne, suo fratello e compagno d’opera,
furono colpiti dal veleno dell’invidia e “mormorarono” contro
Mosè. Questi mormorii non sfuggirono all’orecchio dell’Eterno,
il quale dissipò ogni rivalità dicendo apertamente che aveva scelto
Mosè per la sua umiltà. Con lui parlava direttamente, mentre con
gli altri, come dice il versetto di oggi, si “fa conoscere” per
mezzo soprattutto della Sua Parola. La cosa che mi ha colpito è il fatto
che Dio si fa conoscere. Tendenzialmente, l’uomo pensa alla divinità
religiosa come a qualcuno o qualcosa di tenebroso, misterioso, lontano e inaccessibile.
Invece il Dio della Bibbia, per farSi conoscere, ha sempre cercato un contatto
con la Sua creatura e continua a farlo. Infatti il segreto per una giusta relazione
è la conoscenza reciproca. Dio non vuole essere rinchiuso in una nicchia
o in tenebrosi templi, ma vuole accedere al cuore e alla mente dell’uomo
per rinnovarli e dare loro la Sua natura. w.g.
LUGLIO
(24) SE CREDI, TU VEDRAI LA GLORIA DI DIO. (Giovanni 11:40)
Questo disse Gesù a Marta davanti alla tomba di Lazzaro. Questa donna
aveva tutte le buone ragioni per non credere vivo suo fratello, perché
era morto da quattro giorni. Come mai Gesù, il loro amico, aveva guarito
a destra e a sinistra, ma aveva trascurato proprio loro? Invece di trattarli
in modo privilegiato, arriva addirittura quando Lazzaro è morto. Io voglio
spezzare una lancia in favore di Marta e Maria perché, pur conoscendo
la grandezza di Gesù, spesso mi trovo anch’io ad avere i loro dubbi
e le loro perplessità. Altre volte mi aspetto un trattamento speciale
dal Signore per il fatto che come le sorelle di Lazzaro, mi piace stare alla
Sua presenza e “siamo amici”. Eppure tante volte mi sembra che Dio
non sia arrivato in tempo quando io avevo bisogno e la mia fede è stata
delusa. In queste situazioni risuona la voce di Gesù che continua a dire:
“Se tu credi, vedrai la gloria di Dio”. Allora, o decido di piangermi
addosso oppure continuo a credere in Colui nel cui vocabolario non esiste la
parola “impossibile” per vedere la gloria di Dio. r.b.
LUGLIO
(25) CHI MI OFFRE COME SACRIFICIO IL RINGRAZIAMENTO, MI GLORIFICA, DICE DIO.
(Salmo 50:23)
Sacrificio. Su questo argomento si hanno delle idee diverse e, a volte, contraddittorie.
C’è chi dice che per ottenere una grazia da Dio bisogna fare, in
cambio, qualche sacrificio. In questo mondo tu e io non saremmo mai completamente
sicuri di riuscire, con i nostri sacrifici, a conquistare completamente la grazia
salvifica di Dio. Ma il sacrificio del credente non ha nulla a che fare con
la sua salvezza. Dio dona la salvezza gratuitamente, e non sulla base dei meriti
del peccatore. Il sacrificio che glorifica Dio è il ringraziamento! Hai
ringraziato oggi il Signore per il Suo amore nei tuoi confronti? Gli hai manifestato
gratitudine per la vita e per tutti i beni materiali? Ma soprattutto, hai ringraziato
Dio per averci donato Gesù? Bene! Se hai già fatto questo, hai
glorificato Dio! Si, perché proprio “per mezzo di Gesù,
dunque, offriamo continuamente a Dio un sacrificio di lode: cioè, il
frutto di labbra che confessano il Suo nome” (Ebrei 13:15). e.m.
LUGLIO
(26) MERAVIGLIOSI SONO I DISEGNI DELL’ETERNO, GRANDE È LA SUA SAGGEZZA.
(Isaia 28:29)
Un bravo falegname può progettare di costruirsi un mobile, e, se dispone
di tutto l’occorrente, certamente eseguirà il suo disegno esattamente
come l’ha pensato. Se invece un industriale decide di impiantare una fabbrica
di mobili, nel suo progetto potrà anche inserire, per esempio, l’assunzione
di cento dipendenti con precisi compiti, ma poi per il conseguimento del suo
obiettivo, dovrà tener conto anche delle reazioni positive o negative
del suo personale. E in qualche caso, sarà forse costretto a licenziare
qualcuno. I progetti di Dio sono di questo secondo tipo. Vanno sicuramente in
porto, ma il modo in cui questo avviene dipende anche dalle reazioni degli uomini.
E nei Suoi meravigliosi disegni Dio ha pensato a un ottimo posto anche per te,
adatto proprio alle tue caratteristiche. Ma sta a te decidere se entrare volontariamente
nei Suoi progetti d’amore o se Lo costringerai a licenziarti. m.c.
LUGLIO
(27) VI È STATA CONCESSA LA GRAZIA DI CREDERE IN CRISTO. (Filippesi 1:29)
Un gruppo di bambini fu osservato durante uno studio comportamentale. A ciascuno
fu offerta una scatola di cioccolatini. Alcuni, entusiasti, si avventarono sui
cioccolatini mangiandoli tutti; altri educatamente, ma non ne assaggiarono nemmeno
uno, perché non gradivano il cioccolato; pochi altri assaporarono qualche
cioccolatino e ne conservarono la maggior parte, per poterli condividere con
qualcun altro. Anche le persone possono essere raggruppate in tre categorie:
ci sono quelli che non si avvicinano a Dio, perché pensano di non averne
bisogno o che la fede non sia di loro gradimento; quelli che assaporarono la
Grazia: l’amore, la misericordia, il perdono, e pensano che siano doni
destinati esclusivamente a loro e, infine c’è la categoria di persone
che ha trovato i doni della vita cristiana talmente buoni e speciali, che desidera
condividerli con entusiasmo con tutti e quindi li invita a gustare tali delizie.
A tutti è offerto il dono della grazia. Come lo gestirai? m.f.
LUGLIO
(28) LO STOLTO HA DETTO NEL SUO CUORE: NON C’È DIO”. (Salmo
14:1)
La Bibbia non vuole dimostrare l’esistenza di Dio. Si presenta all’uomo
come l’autorevole Parola del vero e unico Dio. La divinità del
Creatore e la Sua potenza sono chiaramente visibili nella bellezza e nell’armonia
della creazione che ci circonda, e questa testimonianza è sufficiente
per rendere l’uomo inescusabile davanti a Dio (vedi Romani 1:20). La questione
di credere o no all’esistenza di Dio, non è un problema di evidenza
o un fatto intellettuale, ma morale. Non nascondo che, quando non ero ancora
credente, avevo una velata ammirazione verso quegli intellettuali e scienziati
che si definivano atei, ma nel cui atteggiamento vedevo una sorta di sfida verso
chi aveva, secondo loro, “accomodato” la sua vita nella fede in
Dio. Poi ho capito perché la Bibbia li definisce stolti. Non perché
siano poco intelligenti o disavveduti, anzi, spesso è vero il contrario,
ma perché, ignorando Dio, hanno fatto di loro stessi e della loro scienza
il punto di riferimento nella ricerca della verità. Il regno di Dio è
per i “poveri in spirito” (Matteo 5:3), per coloro cioè che
avvertono profondamente il loro stato di indegnità davanti alla santità
di Dio. g.b.
LUGLIO
(29) “SAPPIATE CHE IL FIGIO DEL’UOMO HA AUTORITÀ DI PERDONARE
I PECCATI”. (Marco 2:10)
L’uomo paralitico sembrava rianimato dopo l’ascolto rassicurante
della parole di Gesù: “…i tuoi peccati sono perdonati”.
Immagino la commozione, l’atmosfera surreale di quei momenti. Tutti aspettavano
il miracolo del Signore. Tutti, tranne gli scribi. Stizziti, increduli, ragionavano
così dentro di sé: “…Egli bestemmia! Chi può
perdonare i peccati, se non uno solo, cioè Dio?”. Gesù capì,
con il Suo spirito, i ragionamenti di quegli uomini e pose loro un quesito:
“Che cosa è più facile, dire al paralitico «I tuoi
peccati ti sono perdonati», oppure dirgli «Alzati, prendi il tuo
lettuccio e cammina?»”. Era un bel problema. Perché? Perché
si trattava di due cose impossibili per qualunque uomo. Chi avrebbe potuto guarire
o perdonare, se non Dio? Pochi istanti dopo, Gesù perdono e guarì
quel sofferente. Questo racconto illustra bene la realtà di oggi. Alcuni,
come il paralitico, cercano il Signore per ricevere clemenza e perdono. Altri,
come gli scribi, Lo contestano. Eppure, agli uni e agli altri il Signore rivolge
la medesima parola: “Il Figlio dell’uomo ha autorità di perdonare
i peccati”. Le reazioni a questa parola, ovviamente, saranno diverse.
s.v.
LUGLIO
(30) “IO TI HO VOLUTO AFFINARE, TI HO PROVATO NEL CROGIUOLO DELL’AFFLIZIONE”.
(Isaia 48:10)
E sì, a volte il credente ha bisogno di essere affinato. Alcuni sinonimi
per la parola affinare sono: migliorare, correggere, perfezionare. Questo processo
può avvenire attraverso l’afflizione. La Bibbia dichiara: “Il
Signore corregge quelli che Egli ama, e punisce tutti coloro che riconosce come
figli” (Ebrei 12:6). C. S. Lewis (noto scrittore e apologeta cristiano
che tra opere scrisse “Le Cronache di Narnia”) disse: ‘Dio
ci assicura nei piaceri, parla nelle nostre coscienze, ma grida nei nostri dolori’.
Il desiderio di Dio per noi è il nostro vero bene, ma se ci allontaniamo
da Lui e facciamo di testa nostra, il Suo amore per noi non cambia, e grazie
al Suo amore ci richiama e ci affina nel crogiuolo dell’afflizione. “È
vero che qualunque correzione sul momento non sembra recar gioia, ma tristezza;
in seguito tuttavia produce un frutto di pace e di giustizia in coloro che sono
stati addestrati per mezzo di essa” (Ebrei 12:11). e.m.
LUGLIO
(31) GESÙ IMPARÒ L’UBBIDIENZA DALLE COSE CHE SOFFRÌ.
(Ebrei 5:8)
Luciano fremeva mentre cercava di trattenere le lacrime. Non aveva lasciato
copiare la verifica di matematica a Giulio e Marco, che ora lo spintonavano
per vendicarsi. Luciano aveva proprio voglia di spaccare il muso a quei due
bulli, e avrebbe potuto farlo, perché era più forte di loro. Lo
sapeva bene, ma sapeva anche che al posto suo il Signore Gesù non avrebbe
agito così. Anche Gesù era stato un ragazzo e probabilmente aveva
affrontato simili “bravate”. Questo pensiero rincuorò Luciano
e gli diede il coraggio e la forza di controllarsi. Cedere al proprio istinto
e al proprio io è una sofferenza, una lotta contro sé stessi,
un’abnegazione del proprio spirito che lascia spazio allo spirito di Dio
in noi. Ubbidire è un altro allenamento che porta a rinunciare a sé
stessi. Dopo la sofferenza però c’è una grande soddisfazione:
la consapevolezza di aver imitato Gesù e di averLo onorato. m.f.
AGOSTO
(1)ABBIAMO RIPOSTO LA NOSTRA SPERANZA NEL DIO VIVENTE, CHE È IL SALVATORE
DI TUTTI GLI UOMINI. (1 Timoteo 4:10)
“Io speriamo che me la cavo” è il titolo di un famoso libro
che racconta le vicende di un maestro di scuola elementare nel sud Italia. Questa
frase, al di là degli evidenti errori di grammatica, rispecchia un modo
di sentire diffuso presso l’uomo comune. È quel vago pensiero per
cui, in qualche maniera, potrà sempre succedere qualcosa di positivo
e forse così le cose si aggiusteranno, senza tuttavia averne la vera
certezza. Non è così con il Signore, perché la speranza
è presente già fin dalle prime pagine della Bibbia con promesse
di salvezza per tutta l’umanità. Queste promesse sono poi diventate
realtà con la venuta di Cristo. Spesso la parola speranza si unisce e
si fonde con la parola fiducia, perché si fonda sulla fedeltà
e affidabilità di Dio. Ciò che le valghe speranze umane non riescono
a trasformare in certezza, è reso possibile dalla fede in Dio, proprio
perché Lui è morto per la nostra salvezza, è risorto ed
è vivente nel cielo. s.p.
AGOSTO
(2) L’ETERNO È LA MIA ROCCA, LA MIA FORTEZZA, IL MIO LIBERATORE.
(2 Samuele 22:2)
Il re Davide rivolse queste parole all’Eterno. Esse fanno parte di un
canto di riconoscenza per la liberazione ottenuta dai suoi nemici Seguono altre
belle definizioni che sottolineano l’onnipotenza, l’amore, la misericordia
e la fedeltà di Dio. Davide, nella sua vita, ha potuto sperimentare tante
volte queste qualità perfette di Dio accompagnate spesso dalla sua infedeltà,
disubbidienza e fragilità. Esse infatti non dipendono dall’uomo
o da quello che riusciamo a fare per onorare il nostro Dio, ma solo ed elusivamente
dalla Sua perfezione. Ed è proprio questo che ci permette di riconoscere
la Sua grandezza: Egli è il nostro potente Salvatore, il nostro aiuto,
sempre! Soltanto dobbiamo seguirLo e riconoscerLo come Signore della nostra
vita. s.b.
AGOSTO
(3) O VOI TUTTI CHE SIETE ASSETATI, VENITE ALLE ACQUE. VENITE A ME; ASCOLTATE
E VOI VIVRETE. (Isaia 55:13)
In questo brano biblico troviamo evidenziate almeno tre verità: 1) È
il Signore a invitare tutti perché siano dissetati. Dio stesso, che ha
emanato il giusto giudizio sul peccatore, offre a tutti la possibilità
di essere dissetati. È a Lui che bisogna andare per avere la vita eterna.
Non a una religione, non in un tempio, non a una persona mortale, ma a Dio.
2) Tutti coloro che sono assetati sono invitati alle acque ristoratrici di Dio.
Chiunque vede il proprio bisogno, chi sente la gravità dei propri peccati,
quanti sono convinti dallo Spirito e dalla Parola di Dio di essere dei peccatori
perduti, sono accolti dal Signore perché riconoscono di essere indegni
e mancanti. 3) Bisogna andare alla sorgente di vita per passare da uno stato
di morte alla Vera Vita, cioè a Gesù che disse: “Io sono
il pane della vita; chi viene a Me non avrà più fame e chi crede
in Me non avrà più sete” (Giovanni 6:35). Per essere salvati,
bisogna prendere la decisione di mettere piena fiducia nel sufficiente sacrificio
di Cristo. s.g.
AGOSTO
(4) CREDETE CHE IO POSSA FARE QUESTO? CHIESE GESÙ. (Matteo 9:28)
Due ciechi si erano avvicinati a Gesù e Lo avevano seguito fino nella
casa, chiedendo che facesse loro ricuperare la vista. Non era la prima volta
che Gesù dava la vista ai ciechi; e allora perché chiede loro
se credono che possa farlo? In realtà sta chiedendo loro: “Avete
davvero capito chi sono?”. Possiamo rivolgerci a Dio in un momento di
crisi per chiedere aiuto e trovare una soluzione. Ma, se non abbiamo capito
chi è Gesù, il Messia, il Figlio di Dio, il Salvatore, anche se
rispondesse alla nostra preghiera, che cosa ce ne verrebbe? Saremmo consolati
e soddisfatti, ma alla fine andremmo ugualmente all’inferno. Dio non vuole
per noi solo guarigione fisica e soluzioni terrene; vuole darci la vita, la
Sua vita, e per averla dobbiamo capire chi è Gesù che cosa ha
fatto per noi e accettarlo. Una decisione che coinvolge tutta la nostra esistenza.
v.n.
AGOSTO
(5) L’ETERNO CONOSCE LA VIA DEI GIUSTI. (Salmo 1:6)
Il “navigatore satellitare” è uno strumento incredibile,
specialmente se si decide di fare una strada diversa da quella “suggerita”:
nel momento in cui lo strumento riceva il percorso effettivamente intrapreso,
rielabora le indicazioni precedenti e riporta il conducente sulla “retta
via”, dando istruzioni d’invertire il senso di marcia appena possibile,
o proponendo una strada alternativa. Per ricevere le istruzioni, però,
occorre avere un collegamento “aperto” con i vari satelliti di riferimento.
Bene. Dio è ben più di un “navigatore satellitare”,
perché, non solo conosce la strada che tutti gli uomini percorrono (sia
quella dei giusti sia quella degli ingiusti), ma guida gli uni gli altri, che
se ne rendano conto oppure no. Il motivo per cui il salmista nomina soltanto
i giusti in questa parte del versetto, è perché desidera mettere
in risalto la tenera cura che Dio ha per i Suoi figli. h.p.
AGOSTO
(6) QUANDO VOGLIO FARE IL BENE, IL MALE SI TROVA IN ME. (Romani 7:21)
“È più forte di me”, si sente dire qualche volta.
È una frase che di solito si dice per giustificare un comportamento che
non si vuole cambiare. “Se è più forte di me, non si deve
farmene una colpa ed è inutile chiedermi di cambiare”, si dice
in sostanza, anche se non lo si esprime in parole. Si tratterebbe dunque di
una schiavitù, ma di una schiavitù accettata. È un modo
di fare che esprime bene l’atteggiamento che molti hanno verso il peccato.
Sentono di esserne dipendenti, ma non se ne fanno un problema. Anzi! Ma è
tragico, perché “il salario del peccato è la morte”
(Romani 6:23). Riconoscere di essere chiavi del peccato è il primo passo.
Il secondo è chiedere a Dio di esserne liberati. In Cristo, e solo in
Cristo, questo è possibile. “Grazie siano rese a Dio per mezzo
di Gesù Cristo, nostro Signore”. m.c.
AGOSTO
(7) LE VOSTRE INIQUITÀ VI HANNO SEPARATO DAL VOSTRO DIO. (Isaia 59:1,2)
Come non si può vedere il sole quando il cielo è coperto da dense
nubi, così non è possibile avere comunione con Dio senza aver
risolto la questione del peccato. Di fronte alla ingiustizia, alla sofferenza
e alla malvagità diffusa ovunque nel mondo, molte persone si chiedono:
perché Dio non interviene? Nel versetto di oggi abbiamo una risposta
chiara. Moltissime persone non sanno e non considerano che Dio certamente non
è insensibile verso i problemi del’uomo ed è intervenuto
nella storia mandando Gesù, il Suo diletto Figlio, a morire sulla croce
per espiare il peccato di chiunque crede. La risposta di Dio è concreta;
non è certo un palliativo religioso, ma è la risposta di chi vuole
risolvere il problema ala radice, quella radice che nessuno vuole vedere e considerare;
quella radice presente in ciascuno di noi che si chiama peccato. g.b.
AGOSTO
(8) NON C’È DUNQUE PIÙ NESSUNA CONDANNA PER QUELLI CHE SONO
IN CRISTO GESÙ. (Romani 8:1)
Nei capitoli precedenti dall’epistola ai Romani, l’apostolo Paolo
descrive la realtà umana del peccato: il comportamento ribelle degli
uomini che rifiutano la rivelazione divina e quindi si ritrovano sotto la Sua
giusta condanna. All’infuori che in Cristo, il peccato non può
essere cancellato né vinto; quindi l’uomo non ha altra prospettiva
che la condanna a morte nei suoi successivi gradi: morte spirituale, morte corporale
e infine, morte eterna. Per coloro invece che sono in Cristo, cioè uniti
a Lui per mezzo della fede, che fa loro porre Gesù stesso come fondamento
della loro vita, non c’è più la condanna alla morte spirituale
ed eterna. In Cristo abbiamo la giustificazione, cioè siamo considerati
giusti agli occhi di Dio e non più peccatori. Otteniamo il dono della
vita eterna e dello Spirito Santo, che è la forza motrice della nuova
vita morale e spirituale. s.b.
AGOSTO
(9) “CORAGGIO, GESÙ TI CHIAMA”. (Marco 10:49)
Quando sei un po’ giù di morale, tutto sembra più difficile.
Ti manca il coraggio e la forza per continuare a credere che Dio si stia interessando
ancora a te. Questo era accaduto a Bartimeo, il cieco al quale è riferito
il versetto di oggi e che Gesù ha guarito. Ormai non aveva più
speranze e, a dispetto della gente che gli diceva di stare zitto, gridò
più volte a Gesù. Qualcosa accadde: il Signore non passò
dritto, ma lo chiamò Bartimeo, non credendo alle proprie orecchie, rimase
fermo fino a quando, alla frase “coraggio, Gesù ti chiama”,
realizzò che era tutto vero e corse verso il Maestro. Forse, oggi, preso
dai problemi o da qualche difficoltà, non riseci a sentire che il Signore
è interessato a te e ti sta chiamando. Sì, l’esortazione:
“Coraggio, Gesù ti chiama” è per te! Forse non sei
cieco come Bartimeo, ma sei giù di morale perché non credi più
di essere capace di fare qualcosa di buono nella vita. Vai da Gesù e
lasciati toccare da Lui. r.b.
AGOSTO
(10) IO SONO TUO SERVO, SIGNORE. (Salmo 119:125)
Nella nostra cultura occidentale definire qualcuno come “servo”
può essere offensivo. Oggi parliamo del servo come un dipendente addetto
ai lavori presso una persona o una famiglia. “Io sono tuo servo”,
pregava il salmista. Ecco un uomo che serve e ubbidisce. Egli prova piacere
nella dipendenza, nel sottostare al Signore. Non riseci a capire come ciò
sia possibile? Allora ascolta questa preghiera registrata in un altro Salmo:
“Come gli occhi dei servi guardano la mano del loro padrone… così
gli occhi sono rivolti al Signore” (Salmo 123:2). Coloro che conoscono
il Dio della Bibbia, pregano in questo modo. Il servizio non viene visto come
un peso difficile da sostenere, ma come un immenso privilegio da coltivare con
gioia. Ecco perché il salmista, continuando la sua preghiera, dice: “…dammi
intelligenza perché possa conoscere le Tue testimonianze” (Salmo
119:125). Ebbene, se non conosci il contenuto della Sua Parola scritta, e non
credi a quello che Lui dichiara, allora non dovrai sorprenderti se non capirai
l’affermazione di quest’uomo: “Io sono tuo servo”. s.v.
AGOSTO
(11) NOI FAREMO TUTTO CIÒ CHE L’ETERNO HA DETTO. (Esodo 19:8)
Ai piedi del monte Sinai, nel momento in cui Dio si appresta a offrire a Israele
un patto stabile, dopo averlo prodigiosamente liberato dalla schiavitù
d’Egitto, dall’accampamento del popolo si alza una sola voce per
esprimere un impegno di riconoscenza, ma soprattutto di sottomissione e di ubbidienza.
Le parole del popolo sono forti, decise, senza perplessità e incertezze:
“Noi faremo tutto…”. La sua storia successiva, costellata
di ribellioni e di disubbidienze, ci insegna che si tratta in realtà
di parole cariche di presunzione, frutto di un’errata visione della propria
condizione umana. “Dio è fedele? Ebbene, saremo fedeli anche noi!”
sembra voler dire il popolo d’Israele, senza tener conto che la nostra
fedeltà esiste soltanto quando ci lasciano condurre a Dio, quando lasciamo
che Egli trasformi in forza la nostra fragilità. La lezione che ne ricaviamo
è chiara: sono belle le buone intenzioni, non affidiamole però
alla nostra presunzione! Piuttosto rimettiamoci nelle mani di Colui che “produce
in voi il volere e l’agire” (Filippesi 2:13). p.m.
AGOSTO
(12) IMPARATE A FARE IL BENE, DICE L’ETERNO. (Isaia 1:17,18)
Non abbiamo nessun bisogno di insegnare ai nostri figli frequentiamo corsi di
specializzazione per impratichirci nell’arte della maldicenza, della menzogna,
dell’egoismo o dell’indifferenza: sono materie che fanno parte del
nostro “bagaglio” già alla nascita. Il vero problema è
diventare esperti nel fare il bene. “Il bene che vorrei fare non lo faccio
e il male che non vorrei fare, quello faccio” (Romani 7:19), e noi, come
l’apostolo Paolo, ci troviamo spesso a fare il punto della situazione
e ci scopriamo esperti nel macchinare il male e dei neofiti per quanto concerne
il bene. Non è proficuo considerarci esenti o superiori al peccato, una
volta che abbiamo capito che la nostra unica via di salvezza sta nell’affidarci
al Maestro per eccellenza in questa materia. Può essere utile, essere
consapevoli dei nostri limiti e della nostra natura e, proprio per questo, ascoltare
gli insegnamenti che possiamo trovare nella Parola di Dio riguardo a ciò
che è bene. a.m.
AGOSTO
(13) NON TI FARE SCULTURA ALCUNA NÉ IMMAGINE… NON TI PROSTRARE
DAVANTI A QUELLE COSE E NON SERVIRE LORO. (Deuteronomio 5:8,9)
Quando cominciai a leggere la Bibbia, pur non avendo viaggiato molto, mi sentii
un po’ come un piccolo esploratore. Un mondo nuovo, misterioso si schiudeva
davanti a me: stavo imparando a conoscere il pensiero e il carattere di Dio,
le cose che ama, ma anche quelle che detesta. Con stupore scoprii quello che
il Signore rivela nel secondo comandamento: “Non ti fare scultura né
immagine…”. Era qualcosa che non mi aspettavo. Così continuai
il mio “viaggio” scoprendo altri dettagli sorprendenti: trovai che
quelle rappresentazioni non erano altro che “…argento e oro opera
delle mani dell’uomo. Hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono,
hanno orecchi e non odono, hanno naso e non odorano, hanno mani e non toccano,
hanno piedi non camminano, la loro gola non emette alcun suono” (Salmo
115:4-7). La lettura della Bibbia, dunque, si stava rivelando “un’avventura”
affascinante, intensa, ma anche piena di responsabilità. Non avevo a
che fare con una statua ben scolpita o con un’immagine disegnata, ma con
il Dio vivente e vero a cui dovevo rendere conto. Ti piacerebbe far parte di
questa èquipe di esploratori? s.v.
AGOSTO
(14) VENITE, ADORIAMO E INGINOCCHIAMOCI DAVANTI ALL’ETERNO, CHE CI HA
FATTI. (Salmo 95:6)
Il nostro paese è ricco di monumenti, luoghi di culto di grande importanza
non solo storica ma anche artistica. Entrando in essi si rimane affascinati
dalla grande abilità degli artisti e quello che spesso mi affascina sono
i soggetti raffigurati: racconti biblici resi quasi reali e viventi. Senza parlare
poi della sontuosità e grandezza di tali strutture. Abbassando lo sguardo
davanti a personaggi defunti, si vedono gradini letteralmente consumati dalle
numerose ginocchia che si sono piegate in adorazione. Mi viene subito in mente
il versetto di oggi. È vero, dobbiamo adorare, inginocchiarci, e non
solo fisicamente, ma solo davanti all’Iddio vivente. Egli è il
nostro Creatore ed è Colui che vuole prendersi cura di noi. È
il Dio vivente e desidera dei cuori che sappiano adorarLo in spirito e verità.
È scritto: “…affinché nel nome di Gesù si pieghi
ogni ginocchio” (Filippesi 2:10). Un giorno nel futuro ci saranno due
distinte posizioni: adorazione a Dio o attesa del Suo giudizio. w.g.
AGOSTO
(15) NON TEMERE, O GIACOBBE, IO TI AIUTO. IL TUO REDENTORE È IL SANTO
D’ISRAELE. (Isaia 41:14)
L’Eterno ha voluto che il profeta Isaia pronunciasse queste parole per
far chiaramente capire al Suo popolo che la liberazione dai suoi nemici era
non solo vicina, ma anche assolutamente certa. Le parole dell’Eterno hanno
valore anche per noi. Dobbiamo perciò avere la stessa certezza che aveva
il popolo d’Israele. A questo proposito l’apostolo Giovanni ebbe
a dire che la precisa consapevolezza dell’amore perfetto di Dio per noi
ha come effetto lo svanire di ogni paura, mentre l’apostolo Paolo proclama
a gran voce che se Dio è per noi nessuno potrà essere contro di
noi. Queste affermazioni non vogliono dire che non ci capiterà mai nulla
di spiacevole o che ogni sofferenza sarà allontanata dalla nostra vita.
La sofferenza purtroppo fa parte del retaggio di noi uomini peccatori. Il messaggio
che invece dobbiamo recepire è che in ogni situazione, bella o brutta
che sia, Dio sarà al nostro fianco, Egli sarà il nostro aiuto
e certamente questo non è poco. f.a.
AGOSTO
(16) IL SIGNORE È COLUI CHE SOSTIENE L’ANIMA MIA. (Salmo 54:4)
Hai mai passato momenti d’angoscia in cui cercavi una parola di conforto?
A me è capitato di vivere sotto l’oppressione di un problema che
non mi concedeva pace e che rendeva insonni le mie notti. Mi è sempre
stato caro un passo della Bibbia che l’apostolo Paolo scrive nella lettera
ai Filippesi dove dice: “Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate
conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da
ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà
i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Filippesi 4:6,7).
Chiaramente Paolo esorta a esporre la nostra causa al Signore e poi dice che
sarà la pace di Dio a custodire i nostri pensieri e le nostre anime:
una pace che supera ogni intelligenza. Questa espressione è straordinariamente
bella. La pace di Dio non è un anestesista dell’anima e neppure
un allontanare i problemi come se non esistessero, ma è la pace che deriva
dal rimettere ordine nel disordine dei nostri pensieri, emozioni e paure, portandoci
a riconsiderare gli attributi di Dio, il Suo amore, la Sua giustizia, la Sua
sovranità e il Suo perdono. Questo è il nostro fondamentale bisogno.
g.b.
AGOSTO
(17) L’UOMO VIVE DI QUANTO ESCE DALLA BOCCA DEL SIGNORE. (Deuteronomio
8:3)
Queste parole assumono un’importanza particolare, perché furono
usate nel NT da Gesù in un momento molto difficile. Si trovava nel deserto,
condottovi dallo Spirito Santo, e aveva digiunato per 40 giorni. In questa situazione
di estremo bisogno ecco farsi avanti Satana con la sua proposta: “Se non
mangi, morirai, allora usa il potere che hai per soddisfare la tua fame”.
Il versetto di oggi è la risposta che Gesù diede, citando Deuteronomio
8:3, ed insegna un principio importante, cioè che la soddisfazione di
qualsiasi necessità, anche se fondamentale, deve essere ricercata nei
limiti della volontà di Dio e non al di fuori di essa. Il Padre sapeva
che, nella Sua umanità, Gesù non avrebbe potuto resistere a quella
prova un giorno di più e, quando Satana se ne andò, mandò
degli angeli perché Lo nutrissero. È una grande consolazione sapere
che Dio conosce ogni nostro bisogno, qualunque esso sia e quanto sia urgente.
A noi spetta la responsabilità di aspettare le Sue risposte. o.t.
AGOSTO
(18) IL SIGNORE DESIDERA FARVI GRAZIA: BEATI QUELLI CHE SPERANO IN LUI. (Isaia
30:18)
Il fare grazia è una prerogativa di Dio. Nei nostri confronti il nostro
Signore è un Dio di grazia. Altrimenti non avremmo nessuna possibilità.
Per natura siamo perduti agli occhi di Dio e questo ci rende infelici, insicuri,
cattivi l’uno con l’altro. I nostri sforzi possono fare molto poco
per migliorare le cose, e si tratta sempre di cambiamenti superficiali, che
non toccano il profondo della nostra natura. Ma la grazia di Dio ci raggiunge
dove ci troviamo, ci ama come siamo e ci offre la salvezza in Cristo. Quando
lo Spirito del Signore ci rigenera facendo di noi delle nuove creature, conosciamo
che cosa significhi ricevere la grazia di Dio, che dona la vita eterna, amore,
luce, verità. E allora abbiamo davvero una speranza sicura: quella di
essere sempre con il Signore, su questa terra e nel futuro eterno. v.n.
AGOSTO
(19) LE COMPASSIONI DELL’ETERNO SONO IMMENSE. (2 Samuele 24:14)
Il re Davide aveva peccato e Dio gli diede il permesso di scegliere la punizione:
sette anni di carestia, tre mesi di fuga davanti al nemico oppure tre giorni
di peste nel paese. Il dilemma era terribile. Davide preferì cadere nelle
mani di Dio e scelse i tre giorni di peste. La ragione? Il Signore ha compassione,
anche quando esercita un giudizio. Lui è un Dio santo, purissimo, che
odia il peccato. Ogni peccato che noi commettiamo non è un errore di
percorso, uno sbaglio scusabile, come ci piace pensare. È un venire meno
al livello di perfezione che Dio richiede. È un’offesa alla Sua
sanità. Deve essere punito. Ma il Dio della Bibbia è anche pieno
di compassione e ha già pagato la tua giusta punizione, nella persona
di Suo Figlio Gesù. Se ti penti del male che hai fatto, se credi in Cristo
e Lo accogli nella tua vita, non solo scamperai al giudizio di Dio, ma diventerai
anche un Suo figlio amato e salvato. m.t.s.
AGOSTO
(20) RICEVETE CON DOLCEZZA LA PAROLA CHE PUÒ SALVARE LE VOSTRE ANIME.
(Giacomo 1:21)
J. F. Laharpe, fedele discepolo di Voltaire (filosofo ateo famoso XVIII secolo),
fu imprigionato durante la Rivoluzione Francese. Lì, nel buio della prigione,
cercò consolazione in quella filosofia che il suo maestro gli aveva trasmesso,
ma non ne trovò. Cadde in una profonda depressione e un altro prigioniero,
vedutolo in questo stato, gli prestò la sua Bibbia affinché la
leggesse Laharpe, abituato alla lettura, l’aprì per distrarsi un
po’ ma, fin dalle prime righe, si accorse che era un libro speciale. Andò
avanti nella lettura e, pieno di ammirazione per il Libro, esclamò: “Come
è possibile? Non conoscevo questo Libro che è veramente un capolavoro!
Contiene la risposta a tutte le domande che l’uomo può porsi…
questo Libro non può che essere divino!”. Quando Laharpe uscì
di prigione, era un cristiano. La dolcezza della Parola di Dio lo aveva conquistato
nella sua notte più nera e colui che Voltaire aveva definito il “suo
figlio spirituale” divenne un figlio di Dio. r.b.
AGOSTO
(21) SE VOI NON AVETE FEDE, CERTO, NON POTRETE SUSSITERE. (Isaia 7:9)
Queste parole sono state rivolte da Dio ad Acaz, re di Giuda, al quale due re
più potenti di lui avevano dichiarato guerra. Dio aveva esplicitamente
promesso ad Acaz che i suoi nemici non avrebbero vinto. Quindi in sostanza dice
gli abitanti di Giuda: “Voi siete più deboli dei vostri nemici;
se non avete fede in Me, voi non potrete resistere”. Qualche volta, osservando
quello che fanno persone senza scrupoli intorno a noi per ottenere un posto
di lavoro o per riuscire negli affari, anche ai veri credenti nel Signore viene
fatto di pensare: “Qui, se insisto a voler essere onesto, va a finire
che muoio di fame”. E in fondo il Signore lo conferma: “Se voi non
avete fede, voi morrete di fame. Ma morrete di fame, non perché il mondo
è cattivo, ma perché non avete fede in Me”. m.c.
AGOSTO
(22) CHE COSA VUOL DIRE IL MIO SIGNOREAL SUO SERVO? (Giosuè 5:14)
Dio non parla in modo generalizzato, ma si rivolge a ognuno di noi personalmente,
in termini precisi e coinvolgenti. Se noi Lo cerchiamo, per mezzo della lettura
e dello studio della Bibbia – coscienti che, attraverso di essa, è
Dio stesso che ci sta parlando – Egli è pronto a svelarci il piano
che ha per ciascuno di noi. Dio vuole avere un incontro personale, intimo con
noi; vuole farci conoscere meglio il Signore Gesù, il Suo piano d’amore
per noi sulla terra; darci delle istruzioni precise e vuole che ci impegniamo,
come Suoi figli, a ubbidirGli e a seguirlo sulla strada che ci indica. Vuoi
conoscere il piano di Dio per la tua vita e fare la Sua volontà? Il punto
di partenza è fondamentale: essere disposti ad ascoltare Dio e a seguire
le Sue istruzioni precise, che impegniamo. Vuoi conoscerLo più intimamente?
Tutto dipende da come ascolterai Dio e dall’importanza che la Sua parola
avrà nella tua vita. g.f.r.
AGOSTO
(23) L’ETERNO SI È FATTO CONOSCERE. (Salmo 9:16)
Si ode spesso affermare: “Chi ha mai visto Dio, l’Eterno?”.
Eppure Dio non ha lasciato l’uomo senza alcuna testimonianza di Sé.
Basta guardare il creato per percepire la Sua gloria, la Sua eterna potenza
e divinità (Salmo 19:1; Romani 1:20). Anticamente ha parlato agli uomini
mediante i profeti, mandati da Lui e ancora oggi, parla a noi mediante il Suo
Figlio Gesù Cristo (Ebrei 1:1,2). Infatti l’evangelista Giovanni
nel suo Vangelo scrive che Gesù Cristo è Colui che ci ha fatto
conoscere il Padre (Giovanni 1:18). Dio ci ha lasciato una rivelazione speciale,
la Sua Parola, mediante la quale possiamo conoscerLo pienamente. Incarnandosi
Si è fatto conoscere, una prima volta, come l’Agnello di Dio che
si è immolato per togliere i peccati del mondo (Giovanni 1:29). Poi verrà
una seconda volta, e Si farà conoscere come Giudice e giudicherà
il mondo con giustizia (Salmo 9:7,8). n.s.
AGOSTO (24) RACCONTA LE GRANDI COSE CHE IL SIGNORE TI HA FATTE E COME HA AVUTO
PIETÀ DI TE. (Marco 5:19)
Penso che sia difficile comprendere la sofferenza dell’uomo di cui si
parla in questa storia. Era indemoniato, abitava nei sepolcri, aveva una forza
tale che nessuno poteva fermarlo ed era talmente disperato, da andare su per
i monti urlando e percuotendosi con delle pietre. Poi incontrò Gesù
che lo liberò e gli diede una vita nuova. Il suo desiderio era stare
vicino al suo Salvatore e conoscerLo meglio, ma Gesù non glielo permise.
Per lui aveva un compito diverso, quello di essere testimone della potenza di
Dio a coloro che lo avevano conosciuto e che forse, per i suoi problemi, lo
avevano allontanato e ritenuto un caso senza speranza. Il cambiamento avvenuto
nella sua vita non poteva passare inosservato. Non era questione di parole,
ma della potenza liberatrice del Signore; non era teoria, ma la realtà
di una trasformazione che era sotto gli occhi di tutti. La potenza di Gesù
e la Sua compassione non si sono esaurite; sono ancora per tutti coloro che,
con fede, si rivolgono a Lui per ricevere liberazione e aiuto. o.t.
AGOSTO
(25) IO ODIO IL RIPUDIO, DICE L’ETERNO. (Malachia 2:16)
Sono persuasa che nessun essere umano riesca a concepire come Dio vede il matrimonio.
Noi lo consideriamo un patto, un impegno, un contratto, una promessa di fedeltà
che dura fino alla morte, se siamo credenti in Cristo. Se non lo siamo, forse
lo consideriamo un evento piacevole, che può andar bene o male. Che può
durare o si può interrompere. Dio lo vede come l’unione di due
persone incollate indissolubilmente fra loro. Così incollate che diventano
una persona sola, amandosi, aiutandosi, collaborando, sopportandosi e perdonandosi
per tutta la vita. Il marito ama e protegge la moglie, la guida e la conforta.
Lei lo aiuta, lo rispetta e ne diventa l’amica del cuore. Insieme godono
le gioie dell’unione fisica, morale e spirituale. Con un progetto simile,
non c’è da meravigliarsi che Dio detesti che venga sciupato con
un ripudio o un divorzio. Per evitarlo, leggi un libro molto utile: “Signore,
salvami dal divorzio nascosto!”. m.t.s.
AGOSTO
(26) TORNA A ME, PERCHÉ IO TI HO RISCATTATO, DICE IL SIGNORE. (Isaia
44:22)
Quanto numerosi e accorati sono gli appelli che il Signore rivolge al popolo
di Israele che era stato riscattato dalla schiavitù d’Egitto! Quasi
sempre però questi appelli alla fedeltà sono caduti nel vuoto.
Israele è stato ingrato infedele, si fabbrica degli idoli e davanti a
quelli si prostrava. La storia di questo popolo, nel suo rapporto con Dio, ci
fornisce un’immagine esatta di quella che è la nostra natura umana.
Qualcuno potrebbe dire: “Non parlateci di Dio, non ne vogliamo sapere”;
qualcun altro potrebbe avere un atteggiamento più aperto o addirittura
religioso. Ma la sostanza non cambia. “Tornate a Me!”, resta l’appello
di Dio. Tornare a LUI significa riconoscere e confessare il nostro peccato e
abbandonare tanti idoli che ci siamo eretti nel cuore, cercare il Suo volto
per fare la Sua volontà, investigare la Sua Parola. È sempre nel
tornare a Lui che troveremo pace, riposo e sicurezza. g.b.
AGOSTO
(27) AMAVANO LA GLORIA DEGLI UOMINI PIÙ DELLA GLORIADI DIO. (Giovanni
12:42,43)
Quando compi una buona azione, per la quale motivo la fai? In altre parole,
cosa ti spinge a fare delle opere buone? Se il tuo desiderio è di esser
osservato dalle persone, non sei molto diverso da quegli uomini del versetto
di oggi. Infatti molti religiosi al tempo di Gesù facevano tutte le loro
opere per essere ammirati dagli uomini (Matteo 23:5). Il loro profondo desiderio
era di ricevere la gloria dagli uomini. Che tristezza! Preferivano ricevere
approvazione degli esseri umani anziché da Dio! Se questo è il
tuo desiderio allora Gesù ti dice quello che disse anche a loro: “Questo
è il premio che ne hanno” (Matteo 6:2). Se fai delle opere buone
per ricevere lode dalle persone, nel momento in cui vieni lodato ricevi il tuo
premio. Che differenza, invece, ricevere ricompensa da Dio stesso. A te la scelta!
Tutto ciò che fai compito per la gloria di Dio, e il Padre tuo, che vede
nel segreto, te ne darà la ricompensa” (Matteo 6:4). e.m.
AGOSTO
(28) SENZA FEDE È IMPOSSIBILE PIACERE A DIO. (Ebrei 11:6)
Per dimostrare la non esistenza di Dio e ridicola rizzare la fede, qualcuno
ha detto che la fede è un salto nel buio. Ma non è proprio così.
Filippo aveva solo tre anni ed era così attaccato al papà che
un giorno volle seguirlo in campagna. Il papà dovette aprire una botola
e scendere nel sotterraneo, ma gli raccomandò di non affacciarsi per
non cadere. All’improvviso Filippo si sentì solo, senza la sicurezza
che gli dava il papà e iniziò a piangere a dirotto supplicandolo
di venirlo a prendere. Il papà, allargando le braccia, gli disse: “Buttati
giù, non temere, io sono qui”. Tutto tremante e in lacrime il bambino
gridò: “Papà, io non ti vedo, ho paura”. Allora il
papà, con voce ferma, lo rassicurò dicendo: “Non aver paura,
anche se tu non mi vedi, io ti vedo e sono qui con le braccia aperte per prenderti.
Così un salto e Filippo era lì, stretto fra le braccia del papà.
La fede è, sì, un salto, ma non nel buio, ma nelle braccia del
Padre! E tu, vuoi piacere a Dio? s.g.
AGOSTO
(29) IL SEGRETO DELL’ETERNO È RIVELATO A QUELLI CHE LO TEMONO.
(Salmo 25:14)
Leggendo la Parola di Dio, capita di tanto in tanto di imbatterci nella parola
“segreto” o “mistero”. Ma, diversamente da quanto potremmo
pensare, questa parola non è usata per rivelarci l’intenzione di
Dio di nascondersi o di nasconderci realtà legate all’attuazione
dei Suoi piani per la storia dell’umanità. Anzi, essa è
usta per indicare verità che l’uomo non potrebbe mai conoscere
se non gli fossero rivelate da Dio. Certo, qualcosa di “segreto”
esiste ancora per noi: non tutto ci è stato rivelato, ma i misteri che
Dio si è compiaciuto di farci conoscere, sono pienamente sufficienti
perché la nostra vita possa scorrere nella serenità della salvezza
e nella certezza della vita eterna e della gloria. Non dobbiamo però
dimenticare la condizione perché i segreti e i misteri ci siano rivelati:
temere il Signore, cioè prendere sul serio e accettare senza riserve
quanto, nella Sua grazia, ci fa conoscere per mezzo della Sua Parola. p.m.
AGOSTO
(30) BENEDIRÒ IL SIGNORE CHE MI CONSIGLIA. (Salmo 16:7)
Davide, come re, poteva circondarsi dei migliori consiglieri, ma era sicuro
che solo rivolgendosi al Consigliere per eccellenza, o come è definito
altrove, al “Consigliere Ammirabile” (Isaia 9:5), avrebbe ottenuto
le giuste indicazioni per le scelte problematiche e difficili. Consapevole dell’aiuto
ricevuto in passato, si può rallegrare per il futuro e loda, ringrazia,
benedice il Suo Dio che sempre gli ha mostrato il sentiero da percorrere e quello
da abbandonare. Anche noi, più volte nel corso della vita, ci troviamo
davanti a un bivio e sentiamo l’urgenza di un aiuto, di un consiglio,
di una chiara indicazione. Però, per ricevere un consiglio, ci sono alcune
condizioni da rispettare: avere l’umiltà di chiedere, avere l’attitudine
all’ascolto, avere la disponibilità a seguire le indicazioni. Davide
termina questo Salmo con la certezza di aver ricevuto da Dio l’indicazione
per trovare il sentiero della vita. Che possa essere lo stesso per noi! a.m.
AGOSTO
(31) L’ETERNO È LENTO ALL’IRA. (Naum 1:3)
L’ira, dice la Bibbia, è un attributo di Dio. Si preferisce parlare
del Suo amore e della Sua misericordia, ma se esaminiamo con la calma la Sua
Parola, sorprendentemente vedremo che i riferimenti alla Sua ira sono più
numerosi di quelli relativi al Suo amore della Sua tenerezza. Dio è lento
all’ira, nel senso che la Sua reazione al peccato dell’uomo non
è sempre immediata, ma non è senza ira. C’è anche
chi pensa che il concetto di ira sia indegno di Dio, ma non è così.
Certo l’ira di Dio non è un’esplosione di rabbia che fa perdere
il controllo, ma è la giusta reazione al male, al peccato e all’incredulità
dell’uomo. E noi siamo “per natura figli d’ira” dice
la Bibbia (Efesini 2:3). Ma grazie siano rese a Dio: credendo in Gesù,
nel Suo sacrificio espiatorio, la Bibbia ci dice, che, “essendo ora giustificati
per il Suo sangue, saremo per mezzo di Lui salvati dall’ira” (Romani
5:9).g.b.
SETTEMBRE
(1)DIO SARÀ LA NOSTRA GUIDA FINO ALLA MORTE. (Salmo 48:11)
Le guide sono sempre molto utili. Lo sono nella vita terrena, per girare una
città sconosciuta, per fare un’escursione in montagna, ance per
visitare un museo. Avere una guida, sia in carne e ossa, che un libro, ci risparmia
tempo, ci evita di perderci, e di fare giri inutili. In molti casi ci salva
da pericoli. Ma pensate quanto è più importante una guida per
quello che riguarda la nostra vita spirituale, il nostro rapporto con Dio! E
se vogliamo conoscere il nostro Creatore, giungere ad avere comunione con Lui,
a non perdere la strada nella nostra vita umana, quale guida migliore di Dio
stesso? Lui è pronto a prenderci per mano e a darci tutte le indicazioni
e spiegazioni necessarie. Siamo abbastanza umili da seguirLo o vogliamo seguire
la nostra strada? v.n.
SETTEMBRE
(2) O ETERNO, DIO D’ISRAELE! NON C’È NESSUN DIO CHE SIA SIMILE
A TE. (1 Re 8:23)
Salmone di lode, adorazione e ringraziamento sgorghino come un fiume dalle se
labbra. La sua è una preghiera da cui prendere spunto quando ci sentiamo
troppo spinti a guardare ai nostri bisogni e meno a notare la grandezza di Dio.
Ecco quali sono le qualità che Salomone elenca nella sua preghiera: Dio
è attento, unico, coerente, giusto, onnipotente, fedele, pronto a perdonare,
ma soprattutto è attento alle nostre preghiere e questo dovrebbe aiutarci
a rivolgerci a Lui sapendo che ci ascolta con cura e interesse. La contrapposizione
fra Dio e gli idoli muti, incapaci tanto di ascoltare che di parlare, è
evidente, e Salomone ripete questo concetto in modo tale che l’unicità
del d’Israele risulti inequivocabile e la fede del popolo sia sempre più
forte e matura. a.m.
SETTEMBRE
(3) L’ETERNO DISSE AD ABRAMO: BENEDIRÒ QUELLI CHE TI BENEDIRANNO,
E MALEDIRÒ CHI TI MALEDIRÀ! (Genesi 12:3)
Aron e suo nonno se ne andavano a spasso in città mano nella mano. Un
conoscente si avvicinò per salutarli e scambiare due parole. Dopo essersi
salutati, Aron chiese: “Nonno, ma quello è un tuo amico?”,
“Sì” rispose il nonno. “Allora, se è amico tuo,
è anche amico mio!”. Come Aron si è identificato col nonno,
accettando i suoi amici, così Dio si identifica con Israele al punto
da benedire chi lo benedice e maledire chi lo maledice. Per anni la cristianità
ha assunto atteggiamenti ostili verso Israele accollando loro una colpa di aver
crocifisso Gesù Cristo. Ma il passo di oggi, letto per intero nella Genesi,
ci dice che per mezzo di Israele Dio avrebbe introdotto Suo Figlio nel mondo
per benedire tutti gli uomini. Il nostro Signore Gesù Cristo era ebreo,
così come lo erano gli apostoli e i primi cristiani, i padri della nostra
fede. Ringraziamo Dio per questo popolo, chiedendo che si arrenda al suo vero
Messia Jeshua (Gesù)! a.p.
SETTEMBRE
(4) NON CI ESCANO DI BOCCA PAROLE OSCENE. (Colossesi 3:8)
Quando ero ragazzina, neo tram e negli autobus c’erano dei cartelli con
scritto: SONO VIETATI LA BESTEMMIA E IL TURPILOQUIO. Cioè, era vietato
dire parole offensive contro Dio e parolacce. Oggi quei cartelli non esistono
più e le parole oscene dilagano. Non solo dalla bocca dei giovani, che
non hanno mai letto quei cartelli e non hanno mai ricevuto un bel manrovescio
dai genitori la prima volta che l’hanno fatto. Ma le usano anche i vecchi
che evidentemente hanno dimenticato i cartelli della loro gioventù. Dalla
bocca esce quello che c’è nel cuore e purtroppo il cuore umano
“è malvagio e insanabilmente maligno”, come l’ha definito
il profeta Geremia. Dio lo può cambiare e trasformare, se Glielo chiediamo,
e Cristo non chiede altro che entrare a prenderne possesso, per aiutarci. m.t.s.
SETTEMBRE
(5) SEI TU IL CRISTO? GESÙ RISPOSE: VE L’HO DETTO E NON LO CREDETE.
(Giovanni 10:24,25)
Al tempo di Gesù in Israele l’imminente venuta del Messia era forse
il tema di discussione più importante. Verrà presto? Come verrà?
Che cosa farà? Si farà riconoscere? Chi sceglierà? Chi
respingerà? Gesù, con le Sue parole e le Sue azioni, inevitabilmente
era diventato oggetto di queste discussioni. Alla fine alcuni lo chiesero a
Lui direttamente: “Se sei Tu il Messia, diccelo chiaramente e non se ne
parli più”. Come se la risposta a questa domanda potesse risolvere
tutto. Gesù fece notare che lo aveva già detto, e che il problema
non era la mancanza di chiarezza da parte Sua, ma la mancanza di fede da parte
loro. Semplicemente, non avevano voglia di accogliere un Messia che, invece
di approvarli e schierarsi dalla parte loro, si mettesse a denunciare i loro
peccati. Non volevano credere, perché non comodo, perché credere
avrebbe significato doversi ravvedere. La stessa cosa che succede anche oggi.
m.c.
SETTEMBRE
(6) BEATI QUELLI CHE ASCOLTANO LA PAROLA DI DIO E LA METTONO IN PRATICA. (Luca
11:28)
Queste parole furono pronunciate da Gesù come risposta all’osservazione
che una donna in mezzo alla folla fece nei confronti di Maria, madre di Gesù,
dicendo: “Beato il grembo che ti porto, e le mammelle che tu poppasti”.
Con questa risposta Gesù mise in evidenza che il vero onore e la felicità
di Maria dipendevano dalla sua fede e della riverente e perseverante ubbidienza
alla Parola del Signore che le era stata annunciata e, da questo punto di vista,
mise allo stesso livello con lei tutti quanti i veri credenti. Perciò,
udire la Parola di Dio e osservarla è benedizione maggiore di quanto
lo fosse essere untiti a Cristo mediante la più stretta parentela terrena.
s.b.
SETTEMBRE
(7) MEDIANTE CRISTO GESÙ ABBIAMO LA LIBERTÀ DI ACCOSTARCI A DIO,
CON PIENA FIDUCIA. (Efesini 3:11,12)
Tempo fa una conoscente mi diceva che pregava Dio a modo suo, come avrebbe parlato
con un amico. Sono convinta che il Signore non si formalizzi riguardo alle parole
e guardi piuttosto alla sincerità di chi Lo prega. Ci sono comunque alcune
considerazioni da fare dalle quali non si può prescindere. Dio, al quale
ci rivolgiamo, è il Creatore e il Signore, Santo e moralmente ineccepibile.
Noi siamo creature, limitate, fallaci, instabili. Ciò che ci separa da
Lui è il nostro peccato, anche se ci sembra piccolo e insignificante,
ed è il peccato che impedisce al Signore di ascoltarci (vedi Isaia 59:2).
Morendo sulla croce Gesù ha portato su di Sé i nostri peccati,
per questo lo scrittore dice “mediante Cristo Gesù” siamo
liberi di accostarci a Dio. Vogliamo che le nostre preghiere siano ascoltate
in alto? Presentiamoci al Padre, con riverenza e timore, nel nome di Gesù
Cristo, con la consapevolezza di essere solo dei peccatori perdonati. o.t.
SETTEMBRE
(8) È BUGIARDO COLUI CHE NEGA CHE GESÙ È IL CRISTO. (1
Giovanni 2:22)
Vi sono alcune denominazioni pseudo cristiane (Testimoni di Geova, La Chiesa
Millenaria, etc.) che affermano di credere in Gesù ma, mediante i loro
insegnamenti, negano che Gesù è il Cristo. Negare che Gesù
è il Cristo, significa negare che è il Figlio di Dio (Dio stesso)
e il Salvatore promesso (vedi Giovanni 4:29,42). Gesù stesso dimostrò
la Sua vera identità mediante le opere che compiva, poiché esse
attestavano la Sua vera natura: il Figlio di Dio mandato dal Padre (Giovanni
5:36; Atti 2:22). Inoltre la risurrezione di Gesù Cristo, di cui gli
apostoli con altri credenti sono stati testimoni oculari (Atti 2:32; 1 Corinzi
15:5-8), è la prova schiacciante della Sua divinità. Quindi, secondo
il versetto di oggi, coloro i quali negano la divinità di Gesù
Cristo sono dei bugiardi, figli della menzogna, degli anticristi (1 Giovanni
4:2-3) dei quali non ci si deve fidare. La verità non può e non
deve essere confusa con la menzogna. n.s.
SETTEMBRE
(9) NON C’È NIENTE DI SEGRETO CHE NON SARÀCONOSCIUTO. (Luca
12:2)
Nella Bibbia tutto quello che è fatto in segreto, nelle tenebre, è
chiamato “peccato”. Pensiamo ai complotti, alle truffe, ai furti;
vengono tutti pianificati nel più assoluto segreto. Pensiamo anche alle
maldicenze fatte accertandoci che nessun altro ascolti, ai nostri pensieri che,
senza bisogno di nasconderli, nessuno può conoscere. Ma a chi possiamo
nascondere tutto questo? Agli uomini forse sì, ma a Dio? E poi, in fondo,
neanche agli uomini riusciamo a nascondere tutto perché è scritto:
“È quello che esce dall’uomo che contamina l’uomo;
perché è dal di dentro, al cuore degli uomini, che escono cattivi
pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adulteri, cupidigie, malvagità,
frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia… tutte queste cose
cattive escono dal di dentro e contaminano l’uomo” (Marco 7:20-23).
Le azioni che compiamo e le parole che diciamo rivelano ampiamente quello che
c’è dentro di noi. Attenzione, Dio sente e vede tutto e dovremo
rendergliene conto, sia che ci crediamo sia che non ci crediamo. w.g.
SETTEMBRE
(10) PROVO FORSE PIACERE QUANDO L’EMPIO MUORE? DICE IL SIGNORE. (Ezechiele
18:23)
Dio viene spesso immaginato dall’uomo come un giudice burbero e inflessibile
che gode nell’emettere le condanne più severe. È proprio
a questo ipotetico interlocutore che il Signore si rivolge, nel testo di oggi,
per porgli l’accorata domanda di come mai non abbia ancora capito che
il Suo unico obiettivo è la salvezza del peccatore, e non la sua perdizione.
Questo concetto è uno dei più importanti fra quelli contenuti
nella Bibbia e attraversa tutto l’Antico e il Nuovo Testamento. Esso si
manifesta nell’amore che il Creatore continuamente dimostra nei confronti
della propria creatura, nella sofferenza che Egli prova per ogni scelta sbagliata
dell’uomo e, al contrario, nella Sua grande gioia quando il peccatore
ritorna sulla strada giusta. Una bella immagine di tutto ciò si trova
proprio nel Vangelo, dove ci viene detto che nel cielo c’è sempre
gran festa per ogni singolo peccatore che si pente (Luca 15:10). s.p.
SETTEMBRE
(11) A DIO VORREI ESPORRE LA MIA CAUSA. (Giobbe 5:8)
Conosciamo tutti la storia di Giobbe che pronunciò le parole del nostro
testo? Di come Stana lo abbia attaccato in tutti i modi, per ultimo nel fisico?
“Satana colpì Giobbe di un’ulcera maligna dalla pianta dei
piedi alla sommità del capo” (Giobbe 2:7) e allora, dopo un po’,
si rivolse a Dio per esporre la Sua causa. In un primo momento Giobbe si rivolse
a Dio proclamandosi innocente, ma poi, avendo conosciuto più a fondo
la sovranità di Dio, giunse a dire: “Io riconosco che Tu puoi tutto…
il mio orecchio aveva sentito parlare di te, ma ora l’occhio mio Ti ha
visto… perciò mi pento” (Giobbe 42:2-6). Giobbe si rese conto
della sua imperfezione umana davanti alla perfezione di Dio. Nella Sua Parola,
Dio garantisce la Sua cura verso di noi, ma non è escluso che nel nostro
cammino incontriamo difficoltà più o meno pesanti. A quel punto
è necessario che “esponiamo la nostra causa”, portando tutto
a Lui, dalla cosa più piccola alla più pesante, perché
Egli è il nostro Padre (leggi Galati 4:6). r.s.
SETTEMBRE
(12) CERTO, L’UOMO VA E VIENE COME UN’OMBRA. (Salmo 39:6)
La durata di un’ombra, anche in una giornata di cielo limpido e sereno,
è comunque destinata a essere breve. Al tramonto scenderanno le tenebre
e ogni ombra scomparirà. L’ombra, nella della giornata, secondo
la posizione del sole, può allungarsi e accorciarsi, allargarsi e restringersi,
essere a destra o a sinistra, davanti o dietro, ma una cosa è sicura:
la sua durata è breve, a sera scomparirà. Noi uomini siamo esattamente
come un’ombra! Durante la giornata della nostra vita, possiamo allargare
o restringere l’influenza della nostra presenza, possiamo spostarci di
qua o di là, possiamo “andare e venire” con i nostri traffici,
ma inesorabilmente arriverà la sera! E il nostro problema è che
pensiamo di essere corpi e non ombre, così viviamo intensamente la giornata
senza pensare che prima o poi verrà la sera. Dio ci richiama oggi a preoccuparci
del momento in cui la nostra ombra svanirà e ad ascoltare quanto Egli
ci indica perché la nostra giornata continui anche al di là del
tramonto. p.m.
SETTEMBRE
(13) RALLEGRATEVI PERCHÉ I VOSTRI NOMI SONO SCRITTI NEI CIELI. (Luca
10:20)
Che cosa ci rende noti? Le persone si rallegrano per le cose più diverse:
sentimenti ricambiati, una famiglia serena, un buon lavoro, la salute…
e fanno bene a rallegrarsi per queste cose, che sono tutti doni di Dio. Ma c’è
benedizione di base, la più importante di tutte. A cosa servirebbe avere
tutto quello che ci può rallegrare in questa vita, se a trascorriamo
lontano da Dio, in una situazione che si protrarrà per tutta l’eternità?
Per quanto serena possa essere la nostra vita, per quante cose belle possiamo
realizzare, c’è una parte di noi che rimane irrimediabilmente vuota
senza il Signore che ci ha creati. Solo Lui può renderci completi con
la Sua presenza, quando accettiamo la Sua opera di salvezza e i nostri nomi
sono scritti nel libro della vita. Una posizione che nessuno ci potrà
più togliere. v.n.
SETTEMBRE
(14) PERCHÉ MI CONTESTATE? VOI TUTI MI SIETE STATI INFEDELI, DICE IL
SIGNORE. (Geremia 2:29)
Succede spesso che in una persona troviamo difetti e siamo pronti a criticare
il suo comportamento, ad accusarla delle cose più negative. In questo
modo, che ce ne rendiamo conto o meno, cerchiamo di scusare il nostro comportamento
e le nostre mancanze e di renderle meno gravi ed evidenti. Le persone a cui
si rivolgeva il profeta Geremia ce l’avevano con Dio. Secondo loro il
Signore li perseguitava, faceva del male alle loro famiglie, non li proteggeva
da situazioni disgraziate, li stava portando alla rovina. Il vero problema era
che non volevano saperne di Dio. “Noi siamo liberi” proclamavano,
“vogliamo fare quello che ci pare” e rifiutavano ogni regola. Erano
infedeli al patto che avevano stretto con il Dio d’Israele. E questo succede
anche oggi. Più ci allontana da Dio, più si contestano le Sue
esigenze e si trovano accuse contro di Lui. Il male che ci circonda scaturisce,
non da Dio, ma dalle nostre scelte disubbidienti. Dovremmo essere abbastanza
onesti da riconoscerlo. v.n.
SETTEMBRE
(15) NEL PRINCIPIO DIO CREÒ I CIELI E LA TERRA. (Genesi 1:1)
Nel principio… Dio. Puoi anche vivere la tua esistenza escludendo questa
verità dalla tua vita, ma finché non realizzerai che ogni cosa
ha avuto il suo inizio con Dio e che Egli ha ideato e creato ogni dettaglio
con uno scopo, nulla avrà senso. Nel suo libro “La vita con uno
scopo” (edizioni Publielim), Rick Warren ha scritto: “È solo
in Dio che scopriamo la nostra origine, la nostra identità, il nostro
significato, il nostro scopo, la nostra importanza, il nostro destino”.
Fissa il tuo punto di partenza in Dio e, passo dopo passo, Egli ti rivelerà
il punto di arrivo, per una vita con un senso. m.f.
SETTEMBRE
(16) NON V’INGANNATE: NON CI SI PUÒ BEFFARE DI DIO. (Galati 6:7)
Un famoso statista disse un giorno: “Puoi ingannare alcuni sempre; puoi
ingannare tutti qualche volta; ma non puoi mai ingannare tutti sempre”.
Qui, invece, leggiamo che Dio non può mai essere ingannato o preso in
giro, perché Egli sa e vede ogni cosa. Il brano da cui sono tratte le
parole succitate tratta del giusto giudizio di Dio. Difatti prosegue affermando
che ciò che l’uomo avrà seminato, sarà quello che
mieterà. Dio sa se le persone sono rette davanti a Lui oppure no; se
non lo sono, andranno incontro al Suo giusto giudizio. E conviene ricordarsi
che il giudizio dell’uomo non valore nelle questione relative a Dio. h.p.
SETTEMBRE
(17) VEGLIATE; IL DIAVOLO VA ATTORNO CERCANDO CHI POSSA DIVORARE. (1 Pietro
5:8)
Mi piace trascorrere parte del tempo libero con mia figlia Naomi. Un giorno
ci trovavamo in piazza e lei, seduta su un muretto, stava gustando un delizioso
cornetto. All’improvviso, dalle nostre spalle, le zanne di un cane si
lanciarono ferocemente sulla mano di mia figlia, mordendo e strappando via parte
del cornetto. Per effetto sorpresa ci spaventammo. Il cornetto era ormai perduto.
Quel pomeriggio ho vissuto una piccola illustrazione di una grande verità
biblica: mentre voi state tranquilla a godervi la vita, “il diavolo, gira
come un leone ruggente cercando chi possa divorare” (vedi 1 Pietro 5:8).
Pur non volendo dare al diavolo la colpa per gli sbagli che commettiamo, è
opportuno sapere che egli non perde l’occasione per sfruttare le nostre
debolezze. Il diavolo è spietato, senza tregua e perfido. Per questo
il passo dice “Vegliate”, affinché, quando prova a coglierci
di sorpresa, abbiamo la prontezza di spostarci e non lasciarci “mordere”.
a.p.
SETTEMBRE
(18) CRISTO È COLUI CHE È ALLA DESTRA DI DIO E INTERCEDE PER NOI.
(Romani 8:34)
L’intestazione di una notizia di un giornale americano del 1989 diceva
così: “Paraplegico e il suo compagno dimostrano che nessun ostacolo
è troppo grande”. In sintesi, l’articolo raccontava di Mark
Wellman che, pur essendo paraplegico, scalò la facciata granitica di
“El Capitan” nel Parco Nazionale di Yosemite. Da un lato c’era
la foto di Mark caricato sulle spalle del suo compagno di scalata. Infatti,
affinché l’impresa potesse riuscire per Mark, il suo compagno M.
Corbett fu costretto a fare tre volte la difficilissima salita finché
arrivò in cima! La vita è per tutti noi come quella facciata granitica
e spesso siamo come Mark, incapaci di intraprendere l’impresa ma…
c’è Gesù. Egli intercede per noi alla destra di Dio, affinché
riusciamo nelle piccole imprese di ogni giorno in famiglia e sul lavoro e, se
potessimo fare una “foto spirituale”, vedremmo noi stessi caricati
sulle spalle di Gesù. r.b.
SETTEMBRE
(19) SIAMO STATI SANTIFICATI, MEDIANTE L’OFFERTA DEL CORPO DI CRISTO FATTO
UNA VOLTA PER SEMPRE. (Ebrei 10:10)
Il sacrificio di Cristo sulla croce ha un valore eterno e infinito per la salvezza
di ogni persona che si pente dei suoi peccati e che ha creduto, crede e crederà
in Lui. È stato computo una volta per sempre, a differenza dei sacrifici
di animali, che erano solo un simbolo del sacrificio cruento di Cristo, che
gli Ebrei dovevano offrire ogni giorno. Essi ricordavano agli Ebrei che il loro
peccato doveva essere coperto da una vittima innocente, che moriva al loro posto.
Il Nuovo testamento ripete varie volte che il sacrificio di Cristo, avvenuto
una sola volta, ha sostituito i vecchi riti e la resurrezione è il segno
che Dio ha accolto, approvato e ratificato il valore della morte di Cristo.
Rinnovare quel sacrificio è impossibile e illogico. Sarebbe logico solo
se il sacrificio di Gesù-Dio non fosse stato sufficiente. m.t.s.
SETTEMBRE
(20) IO CELEBRERÒ IL SIGNORE CON IL MIO CANTO. (Salmo 28:7)
Qualsiasi sentimento umano può essere comunicato agli altri in vario
modo, ma è indubbio che il canto (sia quello gioioso che quello triste)
può rafforzare le parole dando loro un significato emotivamente ben più
efficace. I Salmi sono la manifestazione di un vivo desiderio di ringraziare
e di lodare Dio per quello che fatto nella nostra vita con l’impiego della
voce e della melodia, che scaturiscono entrambe da un cuore sincero e pieno
di gratitudine. Il tema della sincerità viene spesso ricordato nei Salmi,
perché è importante porre l’accento sulle parole che vengono
cantate, senza lasciarci troppo coinvolgere dalla suggestione della musica.
Il canto sarà anche una modalità di espressione importante quando
saremo nel cielo e là potremo servircene tutti, anche quelli meno dotati.
s.p.
SETTEMBRE
(21) DIO È STATO CON ME NEL CAMMINO CHE HO PERCORSO. (Genesi 35:3)
Abbiamo perso l’abitudine di spostarci da un luogo all’altro usando
le nostre gambe, eppure, chi ama la montagna e ha percorso a piedi diversi chilometri
sa che questo tipo di spostamento è economico, non inquina e che durante
la strada si può conversare, se si è in compagnia, o si può
godere del silenzio, se si è soli, che ci libera dallo stress del traffico
e dalle code in cui ci sentiamo intrappolati… I medici ci ricordano, a
più riprese, quanto sia salutare usare le gambe e quanto ciò tonifichi
il nostro corpo e anche lo spirito. Per Giacobbe il cammino era durato una vita,
e, guardando indietro a quei passi a volte più faticosi a volte meno,
può affermare senza ombra di dubbio che mai si è sentito solo
o abbandonato, ma che si è mosso con la certezza della compagnia dell’Eterno.
Mentre ti muovi usando le tue gambe (grande privilegio che non è riservato
a tutti!), puoi riflettere sulla certezza espressa da Giacobbe e chiederti se
sia lo stesso per te. a.m.
SETTEMBRE
(22) LA MIA PAROLA NON TORNA A ME A VUOTO, SENZA AVER COMPIUTO CIÒ CHE
IO VOGLIO. (Isaia 55:11)
Il significato di questa affermazione da parte di Dio chiama direttamente in
causa la nostra responsabilità. Non è quindi semplicemente una
dichiarazione fatta per rivelare che nessuna parola pronunciata da Dio rimane
improduttiva. Ma perché noi siamo direttamente chiamati in causa? Dio
usa la Sua Parola per rivelarci la Sua santità, il Suo amore, la Sua
giustizia… per rivelarci il Suo piano di salvezza, ma, contestualmente,
anche il Suo piano di giudizio, senza il quale il progetto di salvezza sarebbe
del tutto incomprensibile. Davanti a questa Parola rivelatrice, gli uomini sono
chiamati a dare una risposta: possono accettare il progetto divino per la loro
salvezza, realizzato in modo perfetto e completo dal Signore Gesù, oppure
possono rifiutarlo (è importante osservare che la neutralità non
è prevista: l’indifferenza infatti equivale a un rifiuto!). Quando
la Parola pronunciata da Dio “torna da Lui”, porterà con
sé o frutti di giudizio. Ma sarà la nostra scelta a determinare
la qualità del frutto! p.m.
SETTEMBRE
(23) VI SIA FATTO SECONDO LA VOSTRA FEDE, DISSE GESÙ. (Matteo 9:29)
Tutti conosciamo la favola orientale della lampada di Aladino da dove usciva
il genio pronto a soddisfare tutti i desideri del suo padrone. Leggendo questa
frase di Gesù in modo superficiale e semplicistico, saremmo quasi tentati
di fare un paragone con la celebre leggenda della lampada. Ma le cose stanno
ben diversamente. Gesù aveva incontrato due ciechi che, avendo conosciuto
i la Sua fama, chiedevano pietà per la loro condizione. Egli, verificata
la solidità della loro fede, aprì i loro occhi. La fede dei due
ciechi non era semplicemente la fede di chi vedeva in Gesù un uomo con
la capacità di fare miracoli prodigiosi. Come dice il testo del Vangelo,
essi riconobbero in Gesù il figlio di Davide, il Messia promesso e atteso,
il Figlio di Dio, Dio stesso che ha pietà di noi e della nostra condizione.
Anche se non siamo ciechi fisicamente, lo siamo spiritualmente, e Gesù
è venuto per aprirci gli occhi alla Verità e farci conoscere la
salvezza eterna. A lui sia la gloria! g.b.
SETTEMBRE
(24) QUANTO A ME, IL MIO BENE È STARE UNITO A DIO. (Salmo 73:28)
Queste parole sono tratte del Salmo di Asaf, il quale, in un momento di sconforto,
si mise a riflettere sulla sua vita, ponendola a confronto con quella dei prepotenti
e dei malvagi. Questi, nonostante tutto il male che fanno, prosperano, sono
ricchi e “felici”. Poi però Asaf rivolge il suo cuore a Dio
e riflette di nuovo su tutto questo alla luce della Parola di Dio; solo allora
si rende conto della vera realtà: tutti coloro che vivono lontani da
Dio e muoiono in quella condizione, resteranno separati per sempre da Dio. A
causa del peccato, la condanna eterna graverà su loro e niente e nessuno
potrà più liberarli; ma coloro cha affidano la loro vita al Signore
e restano uniti a Lui saranno benedetti, aiutati e amati per tutta la vita terrena,
e, in più, hanno la vita eterna assicurata alla presenza di Dio per godere
delle Sue beatitudini. Rifletti su cosa più conveniente! s.b.
SETTEMBRE
(25) VICINO È COLUI CHE MI GIUSTIFICA; CHI MI POTRÀ ACCUSARE?
(Isaia 50:8)
Il profeta Isaia esprime la certezza e la gioia del credente che è stato
giustificato e perdonato da Dio. Nessuno potrà accusarlo. L’apostolo
Paolo afferma la stessa certezza: “Chi accuserà gli eletti di Dio?
Dio è Colui che li giustifica” (Romani 8:33). Il termine “giustificare”
ha un senso giuridico, quello di dichiarare giusto. È un atto giuridico
col quale Dio dichiara giusto l’uomo peccatore e colpevole, che si ravvede
e crede in Cristo. Il Signore assolve, dichiara “non colpevole”
il peccatore che crede nel valore del sacrificio di Cristo. Come può
Dio essere giusto e allo stesso tempo giustificare il peccatore? La giustizia
di Dio richiedeva la punizione del peccato: il Suo amore, invece, la salvezza
del peccatore. Nella Sua infinita sapienza, Dio ha trovato la soluzione nella
morte del Suo Figlio. Alla croce la giustizia e la santità di Dio sono
state soddisfatte, perché il peccato è stato giudicato nella persona
di Cristo, che, innocente e privo di ogni colpa, si caricò delle nostre
malvagità manifestando tutto l’amore di Dio per noi. p.d.n.
SETTEMBRE
(26) L’ETERNO È IL MIO POTENTE SALVATORE. (2 Samuele 22:3)
Queste parole si trovano all’interno di un canto che Davide compose in
onore di Dio, il quale lo aveva liberato da tutti i suoi nemici. Non so voi,
ma io mi rendo conto di avere diversi nemici che strategicamente minano la mia
vita per atterrarmi. I loro nomi sono: Angoscia, Ansia, Paura, Inganno, Amarezza,
Ira, Rancore, Orgoglio, Depressione, Sofferenza, Violenza, Arroganza…
A volte attaccano impetuosamente, altre volte si insinuano in modo impercettibile,
ma hanno un unico obiettivo: sconfiggermi. L’obiettivo di Dio, invece,
è quello di sorreggermi, proteggermi, combattere al mio fianco e darmi
la vittoria così che anche io, come Davide, possa lodare il mio potente
Salvatore a voce alta davanti agli amici e, soprattutto, ai nemici. m.f.
SETTEMBRE
(27) OGNI LINGUA DARÀ GLORIA A DIO. (Romani 14:11)
La lettera ai Romani comincia con la tragica descrizione della corruzione dell’uomo
che non ha voluto riconoscere il suo Creatore. Termina con questa affermazione
gloriosa. Ma dobbiamo ben riflettere: ognuno darà gloria a Dio, ma come?
Costretto, perché dovrà riconoscere per forza la maestà
e la giustizia del Dio che lo condanna, o pieno di gioia perché glorificherà
il Dio che si è dato nel Suo amore per la sua salvezza? Il modo in cui
glorificheremo il Signore, lo decidiamo in questa vita; dopo la morte non potremo
più cambiare la nostra condizione. Non possiamo altre e non rimandiamo
una scelta così importante. Glorificheremo Dio per forza e nella disperazione,
o con tutto il cuore e nella gioia? v.n.
SETTEMBRE
(28) TUTTI SI SONO SVIATI, TUTTI SONO CORROTTI. (Salmo 14:3)
Ricordo uno spot pubblicitario che andava in onda anni fa in TV in cui “Dio”,
rappresentato da un attore anziano con una barba lunga e bianca, guardando il
pianeta terra, appariva frastornato e visibilmente confuso. Osservava i progressi
del genere umano dicendo: “Non ci capisco più nulla!”. Oltre
a essere una rappresentazione irrispettosa e di cattivo gusto, quello spot presentava
un’immagine falsa di Dio. Le Scritture al contrario descrivono un Dio
a ciò che accade sulla terra a cui non sfugge nulla: “Il Signore
ha guardato dal cielo i figli degli uomini, per vedere se vi è una persona
intelligente, che ricerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti sono corrotti, non
c’è nessuno che faccia il bene, neppure uno” (Salmo 142:3).
Di fronte a tali affermazioni impariamo il timore e il rispetto che dobbiamo
avere di Dio. Egli non è affatto simile a un “non benevolo”,
ingenuo e sciocco che può essere raggirato a nostro piacimento, ma è
il Dio a cui un giorno tutti dovremo rendere conto. s.v.
SETTEMBRE
(29) CHIUNQUE AVRÀ FATTOLA VOLONTÀ DEL PADRE MIO, CHE È
NEI CIELI, MI È FRATELLO E SORELLA E MADRE. (Matteo 12:50)
Cosa c’è di più grande, di più sublime dei legami
familiari? La famiglia è nel piano perfetto di Dio; bisogna affermarlo
coraggiosamente proprio in questo tempo in cui la vediamo svilita, disprezzata,
contestata. Gesù dà grande valore alla famiglia, ma annunzia che
vi è qualcosa di più importante ancora: il legame con Lui. Osa
anche affermare: “Chi ama padre o madre più di Me, non è
degno di Me; e chi ama figlio o figlia più di Me, non è degno
di Me” (Matteo 10:37). Solo Lui può dire con autorità parole
simili. Tu conosci questo legame superiore a tutti gli altri? Esiste fra Dio
e te? Il tuo rapporto con Gesù è quello con un semplice conoscente
o è più stretto più profondo, più duraturo, più
intimo dì quelli che hai con la tua famiglia? Gesù non si accontenta
di meno: vuole avere con te questa relazione che cambia tutta la vita. Allora,
come ottenerla? Lo dice Egli stesso: fare la tua volontà del Padre! Cioè,
conoscerLo attraverso la Sua Parola, mettere in Lui la propria fiducia, amarLo,
ubbidirGli. Allora diventeremo suoi fratelli. Non ci può essere benedizione
più grande per tutta la vita. l.p.
SETTEMBRE
(30) L’ETERNO HA GIURATO: COME HO DECISO COSÌ AVVERRÀ. (Isaia
14:24)
Per bocca del profeta Isaia, l’Eterno fa sapere in modo inequivocabile
che il giudizio che la giustizia divina ha pronunciato contro il popolo degli
Assiri sarà eseguito senza che nessuno possa in qualche modo cambiare
il corso degli eventi. Dobbiamo chiederci che cosa queste parole dell’Eterno
hanno da dire a noi oggi. Credo che la risposta possa essere la seguente: queste
parole di Dio gettano una certa luce sul Suo carattere, ci svelano come Lui
è. Da un lato, dunque, sappiamo di avere a che fare con un Dio buono,
pieno d’amore e pronto a perdonare, dall’altro però, veniamo
messi di fronte anche a un Dio che è un giusto giudice e che, come ci
ricordano le parole che Dio stesso ha pronunciato in Esodo 34:7, non lascerà
impunito colui che è colpevole. Ricordiamo, dunque, che il nostro destino
eterno si decide mentre viviamo su questa terra e che abbiamo a che fare con
un Dio che non scherza. f.a.
OTTOBRE
(1)MAESTRO, SECONDO LA TUA PROLA, GETTERÒ LE RETI. (Luca 5:5)
Erano stati in barca tutta la notte e non avevano pescato niente. Con il sole
già alto, Gesù dice di buttare le reti per pescare. Immagino quello
che avrà pensato Pietro:”Il maestro Gesù è molto
saggio e istruito nelle cose del Signore, ma in fatto di pesca non ne capisce
molto. Però non bisogna essere scortesi, e quindi farò come dice
Lui”. Si aspettava probabilmente di spiegare con gentilezza al Maestro
il motivo per cui le reti erano rimaste vuote, e invece quello che vide non
solo lo sorprese, lo terrorizzò: le barche stavano per affondare, tanto
era il pesce che avevano preso. Mai successo in tutta la sua vita di lavoro!
Si scoprì peccatore e si gettò tremante ai piedi di Gesù.
Attenzione quindi al pratico “realismo” con cui pensiamo di poter
sorvolare su certe indicazioni concrete della Bibbia. Quello che Dio ha detto,
quello avverrà. È da pazzi non tenerne conto. m.c.
OTTOBRE
(2) L’ETERNO DISSE AD ABRAMO: VA’ NEL PAESE CHE IO TI MOSTRERÒ.
(Genesi 12:1)
Una volta Dio parlava direttamente con l’uomo e quasi c’è
da invidiare chi ha avuto il privilegio di ascoltare la Sua voce in modo così
diretto. Oggi non sentiamo nessuna voce dal cielo, perché l’Eterno
ha fatto in modo che avessimo un altro grande privilegio: la Sua Parola scritta,
la Bibbia, che quasi tutti abbiamo, ma che solo pochi leggono. Esistono anche
tanti buoni libri cristiani che possono, dopo aver letto la Bibbia, aiutarci
a capire la volontà di Dio per noi. Consiglio ad esempio: “Conoscere
la volontà di Dio” (Edizioni Passaggio), molto semplice, e “Sperimentando
Dio” (Edizioni Centro Biblico), un po’ più elaborato. Oggi
è diffusa, per tantissime persone, l’abitudine di leggere l’oroscopo
per sapere come orientare la giornata o addirittura la propria vita. Vuoi sapere
dove sei realmente nella tua vita e dove sei diretto? L’Eterno ha qualcosa
da dire anche a te! Apri la Bibbia, magari nei Vangeli, ponili delle domande
personali e sincere, e Lui ti mostrerà come procedere al meglio per la
tua vita, così preziosa per Dio. b.s.
OTTOBRE
(3) EGLI CI HA SALVATI NON A MOTIVO DELLE NOSTRE OPERE, MA SECONDO LA GRAZIA.
(2 Timoteo 1:9)
C’è una differenza abissale fra tutte le religioni umane e il messaggio
di salvezza della Bibbia. Ogni religione insegna che l’uomo deve sforzarsi
per arrivare a Dio, migliorare la sua condotta, acquistare dei meriti per ottenere
il suo favore e, eventualmente, arrivare in cielo. Magari passando anni o secoli
in purgatorio, come insegna la Chiesa Romana, o passando attraverso varie reincarnazioni,
come affermano le religioni orientali. Il fatto è che né con la
buona volontà né con opere buone si arriva a Dio, perché
Gesù ha detto: “Siate perfetti, come è perfetto il Padre
vostro che è nel cielo” (Matteo 5:48). Un’impossibilità
totale. Ecco la differenza fra le religioni e il messaggio della Bibbia! Dio
non pretende che ci arrampichiamo fino a Lui, ma Dio stesso si è incarnato,
è venuto da noi, è vissuto sulla terra, è morto al nostro
posto, pagando ogni nostro debito. Credilo con tutto il cuore e ricevi la Sua
grazia e la Sua salvezza. È la tua unica speranza. m.t.s.
OTTOBRE
(4) ASCOLTATE LA PAROLA DEL SIGNORE. (Geremia 2:4)
L’attività più importante sulla faccia della terra, più
remunerativa per l’essere umano è proprio quella di ascoltare la
Parola del Signore. C’è modo e modo di ascoltare, perché
noi possiamo sentire qualcosa e poi dimenticare, e questo accade spessissimo.
L’invito di oggi è più impegnativo, secondo il pensiero
di Dio. La Parola di Dio vuole essere accolta, non solo dalle orecchie, che
possono essere uno strumento di ricezione, ma dal cuore, come una terra riceve
il seme nel suo profondo, affinché quel seme produca un frutto. Il Signore
cerca un terreno fertile, felice di ricevere il seme della Sua Parola con gioia.
Com’è il tuo cuore oggi? È pronto a ricevere il seme vitale
della Sua Parola? La Sua Parola ha la potenza di trasformarci, di consolarci,
di incoraggiarci, di giudicare i pensieri del cuore, di rallegrarci. Ne faremo
a meno? Così non sia! Essa è come una lettera d’amore per
le creature da parte del Creatore, come di un padre che scrive ai suoi figli.
p.p.
OTTOBRE
(5) L’ETERNO HA PREPARATO IL SUO TRONO PER IL GIUDIZIO. (Salmo 9:7)
Il versetto di oggi è tratto dal libro dei Salmi, che viene classificato
come uno dei libri poetici dell’Antico Testamento. Il fatto però
che le cose vengano dette in modo poetico non rende le cose stesse meno vere.
Le realtà che i Salmi ci presentano non sono leggenda o mitologia, ma
sono vere esattamente come lo sono le parole di Gesù nei Vangeli. Dio
giudicherà gli uomini: questa è la verità che ci viene
presentata e che non possiamo dimenticare. Verrà un giorno nel quale
dovremo rendere conto della nostra vita al supremo Giudice, e in quel caso non
si potrà ricorrere in appello; il giudizio di Dio sarà definitivo.
Non dobbiamo dunque vedere il Signore solo come un Padre amoroso. Se non siamo
salvati, Egli sarà anche il nostro Giudice. Perciò ricordiamoci
di fare le giuste scelte oggi finché ne abbiamo ancora la possibilità.
f.a.
OTTOBRE
(6) NESSUNO PUÒ SERVIRE DUE PADRONI; NON POTETE SERVIRE DIO E MAMMONA.
(Matteo 6:24)
Molti uomini hanno difficoltà a vivere la relazione con un solo padrone,
figuriamoci poi se avessero a che fare con due! Eppure molti di loro vivono
la relazione più importante quella con Dio, proprio come se avessero
due padroni… Servono sé stessi, i loro interessi, i loro guadagni,
il loro lavoro, i loro piaceri, persino i loro hobby, ma contemporaneamente
cercano di avere anche un riferimento religioso (non si sa mai!?!), ma senza
che questo condizioni troppo la vita. Il Vangelo di Giovanni (capitolo 4) ci
racconta di una donna (la famosa “samaritana”) che non aveva trascurato
l’aspetto religioso della sua vita, anzi nella conversazione con Gesù
mostra di essere molto esperta. Eppure la sua religione non aveva condizionato
la sua vita che era assai disordinata dal punto di vista sessuale, affettivo,
familiare. La samaritana aveva servito il suo piacere e Dio nello stesso tempo,
fallendo in entrambi i fronti! Il suo esempio negativo, ma soprattutto l’affermazione
di Gesù sono là a ricordarci che dobbiamo compiere una scelta
chiara e univoca! p.m.
OTTOBRE
(7) AVETE PENSATO DEL MALE CONTRO DI ME, MA DIO HA PENSATO DI CONVERTIRLO IN
BENE. (Genesi 50:20)
Quando mai, dopo aver subìto un torto o un’offesa, penseremmo che
la potrebbe trasformarsi in un bene per noi? Eppure la storia di Giuseppe e
dei suoi fratelli nel libro della Genesi ci dimostra che può accadere.
È una bella prefigurazione della salvezza e ci mostra chiaramente come
Dio desideri il bene della sua creatura e a questo fine non ha esitato a programmare
che il male che l’uomo ha commesso contro Cristo, risultasse per il nostro
bene. Gesù l’eterno Figlio di Dio, si è incarnato è
venuto tra noi per mostrarci la verità, il bene, la giustizia, l’amore,
la misericordia, e per sanare le nostre infermità. Noi (tu ed io compresi)
altro non abbiamo fatto che offenderLo, odiarLo, respingere il Suo amore e le
Sue parole fino a toglierLo di mezzo inchiodandoLo alla croce. Nessuno pensava
che quel sangue che i suoi aguzzini videro colare luogo il legno della croce,
fosse per la nostra salvezza. Pensando a questo, l’apostolo Paolo, pieno
di stupore e di riconoscenza, esclama: “Oh, profondità della ricchezza,
della sapienza e dalla scienza di Dio! Quanto inscrutabili sono i Suoi giudizi
e in investigabili le Sue vie” (Romani 11:33). g.b.
OTTOBRE
(8) SIGNORE, ASCOLTA! SIGNORE, PERDONA! SIGNORE, GUARDA E AGISCI. (Daniele 9:19)
Le parole del versetto di oggi fanno parte della preghiera che il profeta Daniele
rivolse a Dio, confessando il suo peccato e quello del popolo. Egli, con fervore,
fece a Dio quattro richieste: Signore ascolta! Dio ascolta le preghiere che
i Suoi figli rivolgono a Lui. Possiamo accostarci a Lui con piena fiducia. Signore
perdona! Il Signore è pronto a perdonare tutti coloro che si ravvedono,
confessano a Lui il proprio peccato e lo abbandonano. Signore guarda! I suoi
occhi sono aperti; Egli guarda le nostre vite e le nostre opere. È onnisciente,
nulla Gli sfugge. Signore agisci! Molti concepiscono Dio seduto sul trono, ma
indifferente ai problemi dell’umanità. Non è così!
Il Dio che la Bibbia ci presenta è vivente, agisce e opera con potenza.
Egli si interessa di te; vuole condividere ogni aspetto della tua vita, vuole
salvarti e vivere all’interno della tua personalità. p.d.n.
OTTOBRE
(9) CHI SERVE CRISTO È GRADITO A DIO. (Romani 14:18)
Avere uno spirito servile è atteggiamento che ha comunemente una connotazione
negativa: significa dipendere dagli altri, non essere autonomi, in sostanza
essere una vera e propria nullità. Un servo è una persona sicuramente
sgradevole, forse egoisticamente si possono gradire i suoi servizi, ma sicuramente
non si gradisce il suo ruolo. Evidentemente Dio la pensa in modo ben diverso
da noi: Egli gradisce chi serve, gradisce chi vive la sua vita ubbidendo agli
ordini di un altro, chi annulla la sua volontà per eseguire solo quella
del padrone dipendendo totalmente da lui. Ma il gradimento di Dio ha una precisa
condizione: che il Padrone sia Cristo! Ogni uomo è servo, ogni uomo si
è scelto un padrone del quale far condurre la sua vita. Questo padrone
può chiamarsi denaro, lavoro, sesso, successo… perfino religione!
Soltanto l’uomo che scegli Cristo come Padrone-Signore compie una scelta
gradita a Dio non perché questa è la scelta migliore, ma perché
è la SOLA scelta giusta! p.m.
OTTOBRE
(10) IO SO, MIO DIO, CHE TU PROVI IL CUORE, E TI COMPIACI DELLA RETTITUDINE.
1 Cronache 29:17)
Una ragazza è stata brutalmente uccisa in casa propria. I RIS di Parma
indagano coi metodi più moderni che siamo abituati a vedere nei film
della serie televisiva di CSI. Cosa cercano? Delle prove per incriminare il
colpevole! Anche Dio esamina la nostra vita: questo passo dice che “prova
il cuore”. Ma per trovare cosa? Capi di accusa? No, Egli non ha bisogno
di scovare in noi delle colpe per sentirsi bene. Dio non è un maestro
sadico che legge i nostri esami a caccia di errori per darci una bocciatura.
Quando ci prova, se trova degli errori ce li fa notare, affinché li confessiamo
a Lui, e li copre con la Sua grazia. Dio prova i nostri cuori per portare ogni
cosa nella giusta luce. Se trova la fede sincera, è onorato e ci riempirà
di gioia, lasciandoci compiere esperienze che ci fortificano, ci incoraggiano
e ci fanno sentire che Egli è con noi. Sempre con noi, mai contro, a
meno che non siamo ribelli! a.p.
OTTOBRE
(11) VI SARÀ GIOIA NEL CIELO PER UN SOLO PECCATORE CHE SI RAVVEDE. (Luca
15:7)
Il fatto più straordinario che Dio compie ogni giorno, spesso a nostra
insaputa, avviene nel segreto del cuore di uomini e donne che riconoscono di
essere “perduti” (cioè separati da Dio), Gli chiedono perdono,
credono nella salvezza che Gesù offre loro, accettandoLo come proprio
Salvatore e Signore nella loro vita e vengono salvati per l’eternità.
Questi interventi di Dio si realizzano ogni giorno sulla faccia della terra
e, quando avvengono, sono una ragione di grande gioia in cielo! Dio è
felice di mostrare la Sua misericordia e la Sua grazia a tutti; anche a coloro
che pensano di essere perduti, di aver fatto, cioè, cosa troppo terribili
per essere salvati. Per questo ha mandato Suo Figlio Gesù sulla terra
a cercare delle persone disposte ad ammettere di avere bisogno della salvezza
che Lui offre. E forse oggi sta cercando proprio te: lasciati trovare ed Egli
si prenderà cura di te! g.f.r.
OTTOBRE
(12) CHI AMA SUO FIGLIO LO CORREGGE PER TEMPO. (Proverbi 13:24)
Quando è nato il mio primo figlio, un caro e saggio fratello ora col
Signore, ci disse: “Il Signore vi ha benedetti, ma vi ha dato anche una
grande responsabilità”. Confesso che rimasi un po’ perplessa
e forse veramente delusa: mi sembrava esagerato! In fondo come poteva esigere
tanto quel piccolo “fagottino”!? Poi mi resi conto di quanto impegno
occorre per la cura della sua crescita fisica e soprattutto morale e spirituale!
Quanta gioia danno i figli, quanto appagamento, ma anche quanta fermezza quando
è necessario dire “no” oppure nel dare delle correzioni anche
severe, ma necessarie. Negli anni ogni volta che ho dovuto dare una punizione,
il mio cuore era triste e talvolta, quando la punizione era più severa,
mi sono trovata a piangere anch’io. Mentre stavo facendo questa riflessione,
ho pensato a quante volte Dio, come un perfetto Padre, è costretto a
correggerci per tempo, e il Suo cuore, certamente più sensibile del mio,
ho pianto. È scritto: “Beato l’uomo che Dio corregge. Perché
Egli fa la piega, ma poi la fascia; Egli riferisce, ma le Sue mani guariscono”
(Giobbe 5:17,18). w.g.
OTTOBRE
(13) CRISTO MI HA AMATO E HA DATO SÈ STESSO PER ME. (Galati 2:20)
Le parole del versetto di oggi sono state pronunciate dell’apostolo Paolo,
uomo da persecutore accanito dei cristiani, quando fu toccato dalla grazia di
Dio, si trasformò in uno dei più ferventi predicatori del Vangelo
che la storia della Chiesa ricordi. Paolo incontrò Cristo e la sua vita
ne risultò trasformata. Due furono le verità che l’apostolo
comprese in modo inequivocabile: la prima è che tutta la sua conoscenza
teologica (era un dottore della legge) non poteva servire a ottenere il perdono
dei peccati; la seconda, quella illustrata dal versetto odierno, è che
il perdono dei peccati è stato acquistato per noi da Gesù che
dato Sé stesso a morire sulla croce per noi. La giustizia di Dio esige
che il peccato venga condannato, e la condanna è la morte. D’altra
parte l’amore di Dio per noi vuole la nostra salvezza, perciò,
nella Sua infinita saggezza il Signore ha fatto cadere la condanna non su di
noi, ma sul Suo proprio Figlio che è morto per noi. Perciò Paolo
ha potuto dire: “Cristo ha dato Sé stesso per me, perché
mi ha amato”. f.a.
OTTOBRE
(14) L’ORGOLIO DEL TUO CUORE TI HA INGANNATO. (Abdia 3)
Le parole del versetto di oggi esprimono un messaggio di rimprovero e giudizio.
Dio non tollera l’orgoglio di Edom, nemico storico di Israele. Che cosa
fa? Rivela al Suo servo una visione in cui disapprova con sdegno quella nazione
malvagia. Questo è, in sintesi, lo sfondo su cui viene scritto il libro
del profeta Abdia. Tuttavia queste parole di oggi, seppur antiche, si applicano
bene alla vita di tutti i giorni. L’orgoglio spesso viene considerato
un pregio, una virtù. Si dimentica, invece, che alimenta peccati e atteggiamenti
sbagliati come la superbia, la presunzione e l’arroganza. Pensiamo di
essere migliori degli altri, ma in definitiva inganniamo noi stessi. Ecco la
sentenza del Signore contro gli orgogliosi: “Tu che dici in cuor tuo:
«Chi potrà farmi precipitare a terra?». Anche se tu facessi
il tuo nido in alto come l’aquila, anche se tu lo mettessi fra le stelle,
Io ti farò precipitare di lassù”. (vedi versetti 3-4). Queste
semplici considerazioni tratte dalla Bibbia dovrebbero farci inginocchiare davanti
a Dio mettendo da parte il nostro orgoglio. s.v.
OTTOBRE
(15) L’ETERNO HA UDITO LA VOCE DEL MIO PIANTO. (Salmo 6:8)
Quando tutto va a gonfie vele, le parole si moltiplicano nella nostra bocca,
ma quando siamo nella sofferenza diventiamo più taciturni e il pianto
diventa la voce del dolore, della confusione e della delusione. Quel pianto
che ci fa vergognare, ci allontana dagli altri, ci annebbia gli occhi e non
ci fa vedere nient’altro, è preso in considerazione dal Signore.
Egli lo sente e ne tiene conto. La Bibbia ci racconta tanti episodi in cui il
Signore si è mosso dopo aver visto il pianto e la sofferenza dei Suoi
figli. Il pianto di Agar sola col suo bambino, del popolo ebraico schiavo in
Egitto e della sterile Anna, sono stati presi in considerazione e Dio ha trovato
una soluzione per ognuno di loro. Sadhu Sundar Singh, un fervente a apostolo
cristiano indiano, ha detto: “Se dolore e sofferenza, tristezza e afflizione
dovessero sollevarsi come nuvole oscure per un certo tempo il Sole della Giustizia,
nascondendolo alla tua vista, non sgomentarti perché alla fine questa
nuvola di sventura scenderà in piogge di benedizioni sul tuo capo e quel
Sole della Giustizia sorgerà su di te e non tramonterà mai più”.
r.b.
OTTOBRE
(16) LA MANO DELL’ETERNO È FORSE ACCORCIATA? (Numeri 11:23)
Mosè è stanco, depresso e sfinito dalle continue rimostranze di
un popolo di “piagnucolosi” che non fa altro che idealizzare ciò
che aveva nella schiavitù e dimenticare i doni avuti nella libertà.
Il motivo per cui piangono e si lamentano è la mancanza di carne e, strano
a dirsi, per confermare quello che dicono, fanno un lungo elenco di cibi vegetariani
“doc.”: cipolle, cocomeri, agli, porri… unica eccezione il
pesce! Ecco che cosa ci capita quando idealizziamo il passato e diventiamo incapaci
di apprezzare quello che abbiamo sotto gli occhi: “gli agli e le cipolle”
acquistano la forma, l’odore e il sapore di un prelibato arrosto! Dio
risponderà inondandoli di carne e lo stesso Mosè rimarrà
perplesso davanti alla promessa di quella quantità inaudita di cibo.
Nel promettere tutta quella carne, Dio pronunciò la frase del nostro
versetto. Il vento, spinto dalla potente mano divina, porterà le quaglie
e il loro numero sarà così elevato che il popolo avrà la
nausea, non più per la manna, ma per la carne! a.m.
OTTOBRE
(17) RENDETE A DIO QUELLO CHE È DI DIO. (Matteo 22:21)
Questa frase è la continuazione di: rendete a Cesare quel che è
di Cesare. Ciò che bisognava rendere a Cesare erano le tasse, perché
Israele costituiva una provincia dell’Impero Romano. Ma che bisogna rendere
a Dio? Gesù stesso lo dice: Gesù gli rispose: «Sta scritto:
“Adora il Signore, il tuo Dio, e a Lui solo rendi il tuo culto”»
(Luca 4:8). Se da una parte la Parola di Dio ci esorta a esser sottomessi alle
autorità governative dall’altra ci raccomanda di adorare solo l’Eterno.
Sì, perché la gloria appartiene solo a Dio (Isaia 42:8). Siamo
stati creati per dare gloria a Dio (vedi Isaia 43:7). Se non lo stai facendo,
allora chiediti: “A chi sto rendendo il mio culto?”. La Bibbia oggi
ti dice: adora Dio con tutto il tuo cuore; facendo così, Gli renderai
semplicemente quello che Gli è dovuto! e.m.
OTTOBRE
(18) DIO GLI DISSE: IO SONO IL DIO ONNIPOTENTE. (Genesi 35:11)
A quale genere di persona Dio si presentare con un’affermazione simile?
Chi è degno dell’interesse di questo Dio? In questo caso si tratta
di Giacobbe e non era certo un uomo perfetto: era un accaparratore, un imbroglione,
non aveva remore riguardo ai mezzi da usare per ottenere quello che voleva.
Ma la cura di Dio per lui non dipendeva da quello che Giacobbe era, ma da quello
che Dio è. È un Dio fedele che mantiene le Sue promesse, nonostante
i nostri errori. Certo, a un dato momento della sua vita, Giacobbe ha dovuto
scontrarsi con Dio, che egli ha fatto sperimentare la paura e la solitudine,
e ala fine ha dovuto riconoscere di essere un peccatore. E anche a noi, imperfetti
come siamo, Dio si presenta come il Dio onnipotente che mantiene le Sue promesse.
Può salvare dei peccatori come Giacobbe e come noi. Dio onnipotente può
parlarci, può salvarci, può benedirci. Riconosciamo e adoriamoLo.
v.n.
OTTOBRE
(19) CRISTO MORÌ PER I NOSTRI PECCATI, SECONDO LE SCRITTURE. (1 Corinzi
15:3)
Che Cristo sia morto è notizia storica che tutti conosciamo: siamo ben
informati sugli eventi che hanno preceduto e poi caratterizzato la Sua morte
per crocifissione. “Cristo morì”: su questo nessuno di noi
ha dei dubbi. Ma… perché morì? Ecco: quando ci mettiamo
a ragionare sulle motivazioni della Sua morte, nascono i dibattiti. Per alcuni
morì come martire che, fino alla fine, non ha rinunciato ai Suoi ideali;
per altri morì come vittima di un sistema politico-religioso che, per
sopravvivere, aveva la necessità di togliere di mezzo aspiranti re e
aspiranti profeti… Il testo di oggi ci offre un’indicazione su dove
possiamo conoscere le motivazioni della Sua morte: “le Scritture”.
Cioè gli scritti ebraici dell’Antico Testamento ci rivelano il
motivo per il quale Gesù è morto. E questo motivo ci coinvolge
direttamente: non riguarda cioè solo Gesù, ma riguarda anche e
soprattutto noi. Infatti è “per i nostri peccati” che Gesù
mori. “Sono il motivo per cui Egli morì” recitano le parole
di un noto canto cristiano. La morte di Gesù mi riguarda direttamente,
perché sono io (così come ciascuno di noi) il motivo per il quale
egli è morto! p.m.
OTTOBRE
(20) GESÙ RISUSCITATO, APPARVE AGLI UNDICI. (Marco 16:9.14)
La resurrezione di Gesù ha sempre trovato contrapposizioni molto forti.
Le molteplici testimonianze della Sua resurrezione, delle guardie prima, delle
donne e la conferma dei discepoli più vicini poi, non impedirono comunque
agli scettici di dubitare e screditare questa realtà. Gesù rimproverò
anche i Suoi per la durezza di cuore e l’incredulità. Sei anche
tu fra costoro? Conosci le Scritture, ma questo non toglie dal tuo cuore durezza
e scetticismo? Avresti bisogno come Tommaso di vedere per credere? Gesù
disse a Tommaso: “Perché Mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli
che non hanno visto e hanno creduto!” (Giovanni 20:29). Oggi il Signore
ti chiede semplicemente di crederGli. Gesù, ai giudei increduli del Suo
tempo, aveva detto: “Distruggete questo tempio, e in tre giorni lo farò
risorgere!... Quando dunque fu risorto dai morti, i Suoi discepoli di ricordarono
che Egli aveva detto questo; e cedettero alla Scrittura e alla parola che aveva
detta” (Giovanni 2:19,22). Allora non indugiare più, rivolgiti
a Gesù con fede e credi alla Sua Parola! m.m.
OTTOBRE
(21) RICORDATI, SIGNORE, DI QUELLO CHE CI È AVVENUTO. (Lamentazioni 5:1)
Il grido del profeta Geremia è accorato: il popolo aveva disubbidito
e stava pagando le conseguenze della propria ribellione a Dio. È interessante
che Geremia s’identifichi completamente con il suo popolo, anche se egli
stesso non si era personalmente macchiato del male che la maggior parte del
popolo aveva commosso. Ma è anche importate sottolineare che, specialmente
nei versetti seguenti, Geremia non incolpa Dio del male che gli israeliti stavano
subendo. Di fronte al male che vediamo tutt’attorno a noi, riusciamo a
fare la stessa lucida analisi di Geremia e a reagire come lui? Se siamo veramente
coscienti di chi siamo noi e di chi è Dio, dovremmo appellarci alla Sua
misericordia, proprio come fece il Suo profeta Geremia, e chiederGli di intervenire
in nostro favore. h.p.
OTTOBRE
(22) BEATO L’UOMO IL CUI DILETTO È NELLA LEGGE DELL’ETERNO.
(Salmo 1:1,2)
“La parole Legge non mi piace, soffoca la mia vita con obblighi e legami,
mi ruba la mia libertà: sono maturo e padrone di me stesso. So io cosa
devo o non devo fare”. Oggi si ragiona così. Ma se il Salmo parla
di una Legge in cui si trova diletto, sulla quale vale la pena di meditare giorno
e notte, deve trattarsi di qualcosa di ben diverso dalle leggi raccolte nei
nostri codici. Infatti, nella Bibbia la Legge di Dio è la Sua buona volontà
per noi, che Egli ci fa conoscere per il nostro bene. Proprio Lui che ci ha
creati e vuole salvarci e portarci con Sé, può ben darci le istruzioni
giuste per evitarci di cadere in un precipizio o di perdere la strada. E c’è
di più. Parlando di questa Legge, Paolo aggiunge in Romani 10:4 “il
fine della Legge è Cristo”. Nella Sua persona vivente, nelle Sue
parole eterne, nella guida dello Spirito Santo che Egli ci ha lasciato, la Legge
diventa “Legge di libertà” (Giacomo 1:25). Ubbidire a Lui
non è più costrizione, ma “beatitudine”: è
la risposta di un cuore riconoscente a Chi lo ha tanto amato. l.p.
OTTOBRE
(23) DIO PUÒ FARE INFINITAMENTE DI PIÙ DI QUELLO CHE DOMANDIAMO
O PENSIAMO. (Efesini 3:20)
La portata di questo versetto è immensa e, se per un momento ci fermiamo
a riflettere, ci rendiamo conto che c’è più ricchezza in
esso che nelle banche di tutto il mondo messe insieme. Io non so in che situazione
ti trovi, ma Dio può fare più di quello che stai chiedendo in
preghiera o stai immaginando. Continua a credere in Lui e alle Sue promesse.
Sì, Dio può fare infinitamente di più! Questo vero perché
è scritto nella Parola di Dio e se Egli lo ha detto, sarà fedele
nel realizzarlo nella tua e nella mia vita ogni volta che, per fede, ci rivolgiamo
a Lui. “Quando arriviamo al limite delle risorse, il dare generoso del
Padre è solo all’inizio. Il Suo amore è senza limiti, la
Sua grazia non si può misurare, e nessun confine può essere messo
alla Sua potenza dagli uomini; perché, dalle Sue ricchezze infinite in
Gesù, Egli dona e dona e dona ancora” (Roy Hession). r.b.
OTTOBRE
(24)GIUSEPPE RIMASE LÀ IN PRIGIONE. MA L’ETERNO FU CON GIUSEPPE.
(Genesi 39:20,21)
Giuseppe affrontò molte disavventure, alcune delle quali provocarono
delle ferite profonde nel suo cuore, rimaste lì per molto tempo. Il suo
amato Dio permise quelle circostanze apparentemente disastrose. Il versetto
di oggi infatti sottolinea che “Giuseppe rimase là in prigione”;
Dio non lo liberò subito, ma non lo lasciò mai solo, infatti leggiamo
che “l’Eterno fu con Giuseppe”. Dio fu la sua forza, il suo
aiuto, la sua consolazione. Si prese cura di lui mentre stava trasformando la
situazione negativa contingente in qualcosa di straordinario per Giuseppe, il
suo popolo e il popolo egiziano. Quando anche noi ci troviamo in situazioni
difficili, quasi intollerabili, ricordiamoci ce se Dio non ce ne libera nel
momento che riteniamo opportuno, è perché sta trasformando noi
e le persone intorno a noi secondo un piano meraviglioso che ha una portata
più ampia di quella che possiamo immaginare. e.s.
OTTOBRE
(25) L’ETERNO HA FATTO COSE GRANDIOSE; SIANO ESSE NOTE A TUTTA LA TERRA.
(Isaia 12:5)
Dio ha fatto cose grandiose di carattere universale, ma anche di carattere personale.
Egli è il Creatore dell’universo e basta mettersi a osservare la
natura sotto qualsiasi aspetto, che subito si arriva a riconoscere che sono
opere così grandiose che è impossibile siano nate dal “caos”.
Ma Dio non ha fatto solo queste opere grandiose, ne ha fatte anche altre che
coinvolgono la vita di ogni uomo personalmente. Ha trovato la soluzione unica
e perfetta al problema del peccato, irrisolvibile dall’uomo. Il peccato
ci separa da Dio; questa barriera può essere distrutta solo per fede:
chi crede nell’opera di salvezza compiuta da Gesù sulla croce,
si ritrova in perfetta comunione con Dio Padre e può godere delle grandiosi
opere e benedizioni di Dio sulla propria vita. Chiunque esperimenta questo,
non può fare a meno di dirlo agli altri, coloro che ancora non riconoscono
le “cose grandiose” che l’Eterno ha fatte. s.b.
OTTOBRE
(26) O DIO, NON RESPINGERMI DALLA TUA PRESENZA. (Salmo 51:10,11)
Questa frase così breve assume un’importanza rilevante almeno per
due ragioni. Primo, il famoso re Davide che pronuncia questa preghiera è
un uomo che conosce il Signore. La sua relazione con Lui è personale
e trascendente nello stesso tempo. È realmente cosciente di trovarsi
davanti a una persona che lo ascolta e interagisce con lui, anche se questa
persona è Dio. Secondo, nonostante la sua fama, il re appare psicologicamente
e spiritualmente provato a motivo dei suoi peccati. Sente il peso delle scelleratezze
commesse, soffre e dice: “Ho peccato contro Te contro Te solo, ho fatto
ciò che è male agli occhi Tuoi” (Salmo 51:4). Forse non
siamo conosciuti come Davide e non abbiamo neppure le sue responsabilità
di governo, tuttavia i due aspetti notati in questa riflessione ci accomunano
a lui. Infatti abbiamo la necessità di conoscere il Signore e di confessarGli
i peccati per essere salvati. Se dunque ti senti indegno, la preghiera del Salmo
51 ti condurrà fino a lui: “O Dio, non respingermi dalla Tua presenza”.
s.v.
OTTOBRE
(27) CHI SI VERGOGNERÀ DI ME E DELLE MIE PAROLE, DI LUI SI VERGOGNERÀ
IL FIGLIO DELL’UOMO, DISSE GESÙ. (Luca 9:26)
Forse, quando Gesù espresse questo concetto, stava pensando alla croce…
non lo sappiamo. Gesù era stato circondato dai Suoi discepoli, aveva
passato tante ore con loro e poi condiviso esperienze uniche e indimenticabili,
ma li aveva anche avvertiti che sarebbe arrivato il giorno in cui si sarebbero
vergognati di essere stati Suoi seguaci. Pietro, in una di queste occasioni,
fu il primo a schierarsi dalla parte del Maestro, quasi offeso per questa previsione
di Gesù, e aveva ribadito che anche se tutti si fossero vergognati, questo
non sarebbe successo a lui che si sentiva pronto a dare anche la sua stessa
vita per Gesù. Di lì a poco Pietro si ritrovò a rinnegare
Gesù a addirittura a giurare di non conoscerLo. Quanto è facile
vergognarci di essere seguaci di Gesù e quanto è più comodo
usare le nostre parole e non le Sue, in modo tale che nessuno possa riconoscerci!
Pietro fu costretto ad ascoltare il canto di quel gallo per ricordare, pianse
e poi incrociò lo sguardo di Gesù, si vergognò di sé
stesso, ma fu riabilitato e si sentì di nuovo amato e accolto. Un’esperienza
così forte e diretta aiuta senz’altro a superare la vergogna! a.m.
OTTOBRE
(28) PERCHÉ NON SEGUITE PIÙ IL SIGNORE? (Giudici 22:16)
“Cosa deve fare per seguire il Signore Gesù?”, chiese uno
studente di un istituto teologico a un insegnante che stimava. “Tu cosa
pensi di dover fare?”, rispose con curiosità. Lo studente ci pensò
un attimo e poi disse: “Penso che dovrei leggere la Bibbia tutti i giorni,
studiare libri che mi aiutino nella formazione per poter diventare un pastore,
sicuramente dovrei avere un’intensa vita di preghiera, a volte digiunare
e testimoniare continuamente alle persone”. Il giovane guardò con
aria soddisfatta il suo insegnante, aspettandosi approvazione e ammirazione.
Ma l’insegnate rispose: “Hai indicato atteggiamenti davvero lodevoli,
ma… tutte queste cose sono solo la conseguenza del fatto di seguire Gesù.
L’unico modo per seguire Gesù è seguirLo e desiderare di
camminare insieme a Lui”. Chi o cosa stai seguendo oggi nella tua vita?
m.f.
OTTOBRE
(29) COSÌ PARLA IL SIGNORE: C’È FORSE UN DIO FUORI DI ME?
NON C’È ALTRA ROCCA. (Isaia 44:6,8)
Chi di noi non ha passato momenti di solitudine, paura, scoraggiamento e insicurezza
e, in quei momenti di disagio morale e spirituale, non ha desiderato trovare
il riparo di una “rocca”, simbolo di sicurezza, di difesa e di protezione?
L’unica speranza è trovare rifugio in Dio: non c’è
altra “rocca” che faccia da fondamento su cui costruire, né
a cui ricorrere per ripararsi al di fuori di Lui. Egli è l’unica
“Rocca”, perché è stabile e sicuro, e non cambia nella
Sua natura e nelle Sue promesse. L’uomo che mette la propria fiducia in
Dio sta al sicuro e può affrontare la vita con serenità, senza
paura, perché sa che Lui è fedele, e che tutto dipende da Lui.
Come puoi essere forte e sicuro? Non sbaglia mai chi diffida di sé stesso
e delle proprie capacità, e ripone ogni fiducia nel Signore. Egli è
potente da proteggerti! g.f.r.
OTTOBRE
(30) È STABILITO CHE GLI UOMINI MUOIANO UNA VOLTA SOLA, DOPO DI CHE VIENE
IL GIUDIZIO. (Ebrei 9:27)
A volte si sente dire: “La morte è l’unica cosa certa”.
La Parola di Dio ci fa sapere che è stabilito che gli uomini muoiano
una volta sola. Ma con la morte non finisce tutto, anzi il versetto di oggi
ci dà un’importante informazione circa il futuro: il giudizio.
Parlare di giudizio forse ti può incutere terrore. Be’, anche nella
Bibbia viene raccontato di un governatore romano che si spaventò quando
l’apostolo Paolo gli parlò di giustizia, temperanza e del giudizio
futuro (Atti 24:25). Perché si spaventò? Evidentemente teneva
un castigo per i suoi peccati. La Bibbia afferma che”non c’è
nessun giusto, neppure uno” (Romani 3:10). E allora? Tutti dovranno essere
giudicati e condannati come ingiusti? La soluzione a questo problema mortale
l’ha provveduta Dio stesso, mandando Gesù per salvare i peccatori
dal giusto giudizio di Dio. Gesù disse: “Chi ascolta la Mia parola
e crede a Colui che Mi ha mandato, ha vita eterna e non viene in giudizio, ma
è passato dalla more alla vita” (Giovanni 5:24). Grazie Signore
Gesù! e.m.
OTTOBRE
(31) CHIUNQUE CREDE IN ME, NON MORIRÀ MAI. CREDI TU QUESTO? (Giovanni
11:26)
Di cose incomprensibili se ne sentono davvero molte! Oggi, per esempio, ho sentito
dire da un noto personaggio televisivo che dopo la morte sarebbe voluto andare
all’inferno perché, secondo lui, era più divertente. Ovviamente
non sa di cosa sta parlando. Altri dicono che dopo la morte non ci sia più
nulla, mentre alcuni fanno di tutto per meritarsi qualcosa di migliore o investono
tutta l’esistenza a cercare di scoprire l’elisir di lunga vita.
E tu cosa credi? Ti dico in cosa credo io: Gesù è la vita (Giovanni
14:6), Egli è la vita eterna (1 Giovanni 5:20), Gesù è
venuto per offrirmela (Giovanni 5:24), Gesù sta preparando un posto per
accogliermi con Sé e passare con me l’eternità (Giovanni
14:3). Gesù vorrebbe che in cielo ci fossi anche tu (Giovanni 6:40).
Lo credi? Leggi tutto il Vangelo di Giovanni, sicuramente ti chiarirai le idee.
m.f.
NOVEMBRE
(1)CRISTO GESÙ HA DISTRUTTO LA MORTE E HA MESSO IN LUCE LA VITA. (2 Timoteo
1:10)
Qualche hanno fa mi trovavo a un funerale di una nostra sorella in fede. Intorno
al feretro c’erano le figlie, il marito e tanti credenti; nell’altra
camera ardente c’era un’altra famiglia riunita attorno al suo caro
che aveva lasciato questa terra. La cosa che mi colpì profondamente è
che là dove c’era questa sorella si respirava un’aria fiduciosa:
quella di partenza era un arrivederci in cielo. Tristezza sì, ma con
compostezza, con serenità. Nell’altra camera c’erano disperazione,
urla di dolore. Perché tutta questa differenza? Perché da un lato
c’erano persone con la convinzione prodotta dallo Spirito Santo che quella
sorella era passata alla presenza del Signore dell’altro che la vita era
finita per sempre. Amici, il messaggio della morte urla molto di più
di mille discorsi: tutti moriremo, ma oggi la Parola di Dio ci fa sapere che
Gesù Cristo ha distrutto la morte. Perché? Perché è
risorto e ha sommerso la morte nella vittoria. Non è una sterile convinzione,
ma la certezza che chiunque crede in Gesù Cristo, muore con Lui, ma altresì
vivrà per sempre nell’eternità beata della Sua gloria. p.p.
NOVEMBRE
(2) DIO NON È UN UOMO DA POTER MENTIRE. (Numeri 23:19)
In tempo di campagna elettorale tutti i candidati, soprattutto quelli dei partiti
di opposizione, sono abilissimi nell’elencare tutti i mali presenti nella
società e presentano un programma elettorale in cui promettono che, se
arriveranno al governo, cambieranno tutto. Se poi arrivano effettivamente a
governare, molto spesso, dopo un po’ di tempo, si deve constatare che
l’unica cosa che hanno cambiato è il loro programma elettorale.
In sostanza, hanno mentito e sapevano di farlo. Ebbene, Dio non è così,
perché non è un uomo. Quando Dio promette una cosa, la fa. Vale
la pena allora di studiare attentamente il Suo programma, che non è elettorale,
ma “governativo”, perché non ha bisogno dei nostri voti per
portarlo ad effetto. Questo programma sta scritto nella Bibbia. Leggilo attentamente,
perché in ogni caso si attuerà. Che ti piaccia o non ti piaccia.
m.c.
NOVEMBRE
(3) IL SIGNORE HA PROMESSO LA CORONA DELLA VITA A QUELLI CHE LO AMANO. (Giacomo
1:12)
Oggi ricorre la commemorazione dei defunti: i cimiteri sono pieni di parenti
e amici che vanno a deporre fiori sulle tombe dei loro cari. La tristezza pervade
il cuore di ognuno per il distacco fisico avvenuto; sembra che ogni cosa sia
finita lì nella tomba fredda, non è così! E non lo dico
io, ma la Parola di Dio: oltre la tomba c’è una nuova vita. Dio
ha creato l’uomo, non perché tutto finisca nella tomba, ma il Suo
proposito è avere un popolo che desideri vivere con Lui per l’eternità.
Sì, perché Dio prenderà con Sé solo coloro che desiderano
vivere con Lui. Egli rispetta perfettamente la nostra volontà, non forza
la mano a nessuno e la promessa di oggi è: “la corona della vita
(eterna) a (tutti) quelli che Lo amano”. Coloro che non “Lo amano”,
dovranno subire la condanna che è già sul capo di chi decide di
non volere accettare il dono della salvezza: “Chi crede nel Figlio ha
vita eterna, ma chi invece rifiuta di credere nel Figlio non vedrà la
vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui” (Giovanni 3:36). w.g.
NOVEMBRE
(4) È TEMPO CHE L’ETERNO AGISCA. ESSI HANNO ANNULLATO LA TUA LEGGE.
(Salmo 119:126)
Come si può annullare la legge dell’Eterno? Gesù ci ha dato
un chiaro esempio quando disse: “Come sapete bene annullare il comandamento
di Dio per osservare la tradizione vostra! (Marco 7:9). La legge dell’Eterno
viene soppiantata dalla legge umana, cioè dalla tradizione. I comandamenti
di Dio sono una manifestazione della Sua giustizia. La tradizione è lo
sforzo dell’uomo per giungere a Dio attraverso la propria giustizia fatta
di regole. Ma per esser giustificati bisogna credere: “Ora, il termine
della Legge è Cristo, perché sia data la giustizia a chiunque
crede” (Romani 10:4). Caro lettore, ricorda: la legge dell’Eterno
è stata adempiuta solo da Gesù. Ma se l’essere umano decide
di annullare la Legge di Dio, la Bibbia ci dice che l’Eterno non se ne
starà lì a guardare. Interverrà! Verrà il giorno
in cui Gesù farà giustizia di tutti coloro che hanno disubbidito
al Vangelo (2 Tessalonicesi 1:8), ma ricompenserà con la salvezza eterna
quelli che hanno creduto in Lui. e.m.
NOVEMBRE
(5) COSÌ PARLA L’ETERNO: IO TI HO CHIAMATO PER NOME. (Isaia 43:1)
In questa frase, Dio si presenta come: “l’Eterno il tuo Creatore”
(versetto 1), Colui che ha formato ogni essere umano, quindi anche te. Lui sa
di noi molto di più del nome che i nostri genitori ci hanno dato; mentre
noi, quando conosciamo una persona, spesso facciamo fatica anche solo a ricordarne
il nome. Più avanti nel testo, Dio ci presenta come: “l’Eterno
il tuo Salvatore” (versetto 3), Colui che ha provveduto al riscatto dell’intera
umanità scegliendo di sacrificare Suo Figlio al posto nostro. Dalla nascita
apparteniamo tutti al nemico di Dio, il diavolo, ma la buona notizia del Vangelo
è che il prezzo del nostro riscatto è stato già pagato
2000 anni fa sulla croce. Ora tocca a noi la scelta: riconoscere il bisogno
di essere liberati e accettare l’unica soluzione attraverso Gesù,
il Salvatore del mondo. Lui che è l’Eterno, il tuo Creatore, ti
chiama per nome! Hai deciso di appartenerGli? b.s.
NOVEMBRE
(6) TI SEGUIRÒ, SIGNORE, MA… “Ma” è una congiunzione
avversativa. La si usa per annunciare che si sta per dire (o per scrivere) una
riflessione, un fatto, un’affermazione diversi, talvolta opposti, rispetto
a quelli che si sono appena detti (o scritti). La si usa in modo assolutamente
comune e normale, soprattutto perché è parola brevissima, ma molto
efficace per la sua funzione logica. A volte, però, come in questo caso,
molto poco logica. Una persona, assolutamente anonima nel racconto evangelico,
probabilmente affascinata dalla persona e dagli insegnamenti di Gesù,
promette di seguirLo, ma subito contraddice con un “ma” il suo impegno-promessa.
Vuole seguire Gesù, ma prima ha altre cose da fare, ma prima ha altre
urgenze da soddisfare. La contraddizione è evidente: vuol seguire Gesù,
ma non considera questa scelta come prioritaria per la vita. Il “ma”
può anche significare che vuole porre le sue condizioni. Ti seguirò,
ma prima ho altre cose da fare. Ti seguirò, ma a patto che… A chi
ragiona così, manca ancora la comprensione della realtà più
importante: Gesù il Signore! p.m.
NOVEMBRE
(7) IL TIMORE DEL SIGNORE È FONTE DI VITA. (Proverbi 14:27)
In Proverbi 3:1-2 è scritto: “il tuo cuore osservi i miei comandamenti,
perché ti procureranno lunghi giorni, anni di vita e di prosperità”.
In molti passi della Parola di Dio è ribadito questo concetto: seguire
fedelmente, con sottomissione e ubbidienza, tutti i consigli che Dio ha trasmesso
all’uomo attraverso la Sua Parola scritta, cioè la Bibbia, è
sinonimo di vita piena, esuberante, completamente realizzata e soddisfacente,
anche se caratterizzata da difficoltà e prove di vario genere. Questa
non è una contraddizione, ma una realtà, perché Dio è
il nostro Creatore e conosce a fondo la nostra natura; Lui sa le cose di cui
abbiamo bisogno e sa guidarci nelle scelte giuste e adatte alla nostra vita.
Non ci credi? MettiLo alla prova: segui e Suoi consigli e fallo diventare il
tuo Salvatore e Signore, vedrai se sarà fonte di vita anche per te come
lo è per me e per tanti che hanno già fatto questa scelta! s.b.
NOVEMBRE
(8) SI RALLEGRI IL CUORE DI QUELLI CHE CERCANO DIO. (1 Cronache 16:10)
Molti pensano a Dio come ad una persona austera e insensibile, pronta a reprimere
qualsiasi sentimento o gioia umani, una sorta di terribile guastafeste. Sicuramente
ciò non corrisponde all’immagine del Dio della Bibbia. Questa,
piuttosto, è la visione distorta che le religioni o le istituzioni umane
ci hanno trasmesso in migliaia d’anni di storia. Le parole del versetto
di oggi descrivono l’atmosfera di grande euforia che si stava vivendo.
Sapete qual era il motivo di tanta gioia? Dio stesso! Davide, Asaf, i Leviti,
i sacerdoti si rallegravano pensando al Signore e alle opere da Lui fatte. Che
gioia incontenibile e benedetta! Penso in questo momento alle parole rivoltemi
da alcuni ragazzi: “… sono troppo giovane …devo divertirmi
… voglio vivere la mia vita”. Certo, avere a che fare con Dio è
una cosa seria, dobbiamo pentirci dei nostri peccati e convertirci a Lui, ma
queste cose non escludono ciò che la Parola oggi ci sta dicendo: “Si
rallegri il cuore di quelli che cercano Dio”. s.v.
NOVEMBRE
(9) IL SIGNORE DICEVA: CHI MANDERÒ? E IO DISSI: ECCOMI, MANDA ME. (Isaia
6:8)
Ecco che la Bibbia in questo passo ci fornisce un bellissimo esempio di solerzia
e di senso di responsabilità. Da dove cominciare per rendere un mondo
più pulito e più giusto? Da dove cominciare per combattere l’evasione
fiscale e lo sfruttamento e sviluppare la solidarietà? Cosa fare per
affrontare i grandissimi problemi che affliggono il nostro mondo? Naturalmente
pensiamo che la risposta debba essere politica e coinvolgere le istruzioni.
Questo è vero, ma raramente pensiamo che la cosa ci coinvolge in prima
persona; nessuno dice: comincio con me! “Chi manderò?”, chiede
il Signore al profeta Isaia, “per denunciare la malvagità del mio
popolo?”. Isaia non si guarda intorno in cerca di qualcuno, ma dice: “eccomi,
manda me”. La pace, l’amore, la concordia, che tutti vogliamo non
sono una questione culturale, ma il frutto della predicazione e dell’applicazione
della Parola di Dio nel cuore dei singoli. Chi porterà questa parola?
Signore comincia da me! g.b.
NOVEMBRE
(10) ADOPERATEVI PER IL CIBO CHE DURA IN VITA ETERNA. (Giovanni 6:27)
Fame e sete: due necessità che devono essere soddisfatte per rimanere
in vita. Chi ha provato o l’una o l’altra, è meno superficiale
nell’uso del cibo come dell’acqua. Nel mondo occidentale abusiamo
di questi due elementi, dimenticando tutti quelli che lottano giornalmente per
placare i morsi della fame e la disidratazione. Può apparire strano e
fuori luogo che Gesù parli di questo cibo spirituale a persone che Lo
seguono proprio per essere sfamate. Quella gente aveva già ricevuto del
pane e ne cerca, come è naturale, ancora. Anche alla Samaritana che andava
al pozzo per dissetarsi, Gesù parla di un’Acqua speciale e le dice
che chi ne beve non avrà più sete. Quanto deve essere stato difficile
per chi ascoltava Gesù, spostare l’attenzione dai bisogni specifici
che avevano, per guardare altre e vedrete in Lui il Pane della Vita e l’Acqua
Viva che diceva di essere! Potrebbe sembrare un’assurdità cercare
di ottenere l’attenzione su argomenti spirituali quando i bisogni sono
materiali, eppure probabilmente, in queste circostanze si è più
capaci di ascoltare. a.m.
NOVEMBRE
(11) POICHÉ TU HAI DETTO: “O ETERNO, TU SEI IL MIO RIFUGIO”,
NESSUN MALE POTRÀ COLPIRTI. (Salmo 91:9,10)
Questo Salmo ci parla della sicurezza del credente, la quale poggi su Dio. Egli
è l’Altissimo, l’Onnipotente, l’Eterno, il rifugio
e la fortezza. Il vero credente può dire a Dio con piena fiducia: “Tu
sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio in cui confido” (v.2).
Il Signore promette al credente difesa, protezione, fedeltà e liberazione.
A colui che ha fatto del Signore il suo rifugio, promette la liberazione da
ogni male. Inoltre a colui che ha posto in Lui il suo affetto, assicura la Sua
presenza nei momenti difficili e l’esaudimento alle preghiere secondo
la Sua volontà. “Egli Mi invocherà, e Io risponderò;
sarò con lui nei momenti difficili; lo libererò e lo glorificherò”
(versetto 15). Quale certezza! p.d.n.
NOVEMBRE
(12) GESÙ DISSE: I TUOI PECCATI TI SONO PERDONATI. (Marco 2:5)
In Inghilterra un ragazzino di 10 anni è stato denunciato per più
di 60 reati: aggressione, atti vandalici, ubriachezza molesta e oltraggio a
pubblico ufficiale… Un primato davvero poco invidiabile. Il ragazzino
ha ricevuto dal tribunale un provvedimento contro i suoi comportamenti antisociali
che lo limitano nei movimenti e negli orari. Spesso la nostra società
si limita a punire i reati minori, senza tener conto delle motivazioni che spingono
i ragazzi ad agire in quel modo. Dietro a un comportamento esasperato ci sono
richieste di aiuto, bisogni profondi insoddisfatti, mancanza di amore e di attenzione.
Gesù conosce ogni cosa; oltre a conoscere, comprende; oltre a comprendere,
è disposto ad agire per ogni essere umano. Gesù ha già
agito pagando sulla croce per il peccato che abbiamo commesso. Se si è
disposti a chiedere perdono, agisce perdonando e riabilitando ogni essere umano.
Gesù agisce colmando ogni vuoto e, se Gesù può perdonarti,
puoi farlo anche tu con chi ti ha offeso. m.f.
NOVEMBRE
(13) SIGNORE, NON VI È NULLA DI TROPPO DIFFICILE PER TE. (Geremia 32:17)
Quante volte nella nostra vita ci siamo trovati davanti a un compito troppo
difficile e troppo arduo per noi! E quante volte delle difficoltà si
sono rivelate relative rispetto ad altre! A scuola siamo stati in ansia davanti
a un compito in classe, ma poi quelle difficoltà ci sono sembrate davvero
minime e risibili davanti ad altri ostacoli che il cammino della vita ci ha
proposto e imposto. Non sempre siamo riusciti a superare gli ostacoli: a volte
ci siamo ritirati indietro, vivendo una sensazione di incapacità; altre
volte abbiamo provato ad aggirarli, immagazzinando però un senso di frustrazione
e di delusione; altre volte ancora vi abbiamo sbattuto il naso contro, conoscendo
momenti di sofferenza. Tutto questo ci è accaduto perché abbiamo
avuto la presunzione di superare le difficoltà e gli ostacoli da soli,
affidandoci alle nostre sole forze. Le nostre sconfitte potranno trasformarsi
in vittorie quando impareremo ad affidare la nostra vita, soprattutto davanti
agli ostacoli, a Colui per il quale nulla è troppo difficile”.
p.m.
NOVEMBRE
(14) L’ETERNO DISSE A GIACOBBE: IO SONO CON TE. (Genesi 28:13,15)
Nei periodi della vita in cui siamo molto provati, è veramente difficile
credere che Dio sia vicino a noi. Eppure c’è lo ricorda la Sua
Parola che è verità. Hudson Taylor, missionario e servitore del
Signore in Cina, nella seconda metà del 1800, attraversò un periodo
molto duro. Durante la Rivoluzione Cinese del 1900 centinaia di predicatori
della Missione da lui fondata furono uccisi. H. Taylor per miracolo ebbe salva
la vita, ma cadde in una brutta depressione che lo delimitò fisicamente
fino agli ultimi giorni della sua vita. Non poteva contare più sulla
sua salute e sul suo servizio, ma continuò a mantenere viva la fiammella
della sua fede nel modo che egli stesso ha lasciato scritto: “Sono così
debole che non posso più lavorare, non ce la faccio nemmeno a leggere
la mia Bibbia e non ho più forza di pregare. L’unica cosa che ancora
posso fare è mettermi nelle braccia di Dio come un bambino e fidarmi
di Lui”. H. Taylor conosceva benissimo la promessa di Dio “Io sono
con te” e, nonostante tutto, continuò a crederlo fino all’ultimo
momento. r.b.
NOVEMBRE
(15) IL VOSTRO CUORE SIA DEDITO INTERMAENTE ALL’ETERNO. (1 Re 8:61)
“If I give my heart to you, will you handle it with care?”, “Se
io do il mio cuore a te, tu lo tratterai con cura?”, diceva una canzone
Americana degli anni ’50. E continuava con una serie di richieste condizionali,
alla fine della quale il proponente dichiarava: “Se mi prometti tutte
queste cose, allora io darò il mio cuore a te”. Beh, non sembrerebbe
una grande offerta, verrebbe voglia di dire. “Un cuore così –
potrebbe essere la risposta- te lo puoi anche tenere”. Forse sono molte
le persone che ragionano così con Dio. Sarebbero disposte a dare il loro
cuore al Signore se… un certo numero di benefici personali fossero garantiti.
Ma con il Signore non si può trattare in questo modo, perché Lui
“ha già dato”. Ha dato il Suo Figlio unigenito per il perdono
dei nostri peccati. Se questo non basta a convincermi, nessun’altra cosa
potrà mai indurmi a darGli interamente il mio cuore. m.c.
NOVEMBRE
(16) COME PUÒ IL GIOVANE RENDERE PURA LA SUA VIA? BADANDO AD ESSA MEDIANTE
LA PAROLA DI DIO. (Salmo 119:9)
L’epoca in cui viviamo è quella del rifiuto di ogni legge morale,
soprattutto di quella che Dio ci propone nella Sua Parola, la Bibbia. I giovani
in particolare non fanno più riferimento a quei valori fondamentali e
sicuri per aggrapparsene e per costruirci una vita felice. Come può invce
il giovane piacere a Dio e allo stesso tempo avere la garanzia di non sciupare
la propria vita? “Badando alla propria vita, con l’aiuto della Parola
di Dio”, cioè non fare alcuna scelta morale, senza prima ascoltare
il piacere di Dio espresso nella Bibbia. E ciò implica: conoscere i comandamenti
di Dio e decidere di conformarsi a essi; mettere in pratica gli insegnamenti
di Dio e in base a questi indirizzare la propria vita. Questo è l’unico
antidoto contro la sofferenza, il fallimento, l’angoscia di vivere; l’unica
garanzia di felicità e di successo. g.f.r.
NOVEMBRE
(17) CONVERTITEVI DALLE VOSTRE VIE MALVAGIE, DICE IL SIGNORE. (2 Re 17:13)
Il regno d’Israele non esisteva più. Gli Assiri avevano assediato
Samaria, l’avevano conquistata e avevano deportato gli abitanti. Un disastro
completo che aveva una causa precisa. I profeti avevano ripetutamente invitato
gli abitanti al ravvedimento, ma non c’era stata nessuna risposta. E le
cose erano andate di male in peggio, moralmente socialmente, politicamente.
E probabilmente, dal re all’ultimo cittadino, tutti si sentivano moderni
e disinibiti. Non erano più imbrigliati da vecchie credenze, da limiti
morali. Potevano scegliere di rifiutare Dio e fare quello che volevano. È
una situazione che si ripete continuamente e, secondo il periodo storico, la
chiamiamo vittoria della ragione sull’oscurantismo religioso, dominio
della scienza e rifiuto delle favole, cultura laica, e via di questo passo.
Dio continua a invitarci al ravvedimento, a tenere conto delle Sue regole e
dei Suoi insegnamenti, a cercare il Suo perdono e il rinnovamento che il Suo
spirito può realizzare in noi. Lo ascoltiamo o continuano ad andare ciechi
verso il disastro? v.n.
NOVEMBRE
(18) NON È TORNATA DA ME CON TUTTO IL CUORE, MA CON FINZIONE. (Geremia
3:10)
Il Signore conosce perfettamente il cuore dell’uomo. Conosce ogni pensiero,
ogni sentimento, ogni desiderio. A Dio non si può nascondere nulla: ci
legge dentro! Egli sa distinguere un pentimento sincero da uno superficiale,
espresso solo con la bocca, ma con un cuore consapevole del suo significato.
Lo Spirito del Signore ci chiama al pentimento per il nostro stato di peccatori
davanti a Dio. A noi sta accogliere le Sue Parole e farle operare nel nostro
cuore. Egli ha il potere di farlo. A noi il compito di accettarlo, di prendere
come verità le ammonizioni del Signore e confrontarle con la nostra vita.
Senza filtri, senza barriere, apertamente, con sincerità, umiltà
e con la certezza che Egli accoglie il peccatore pentito per purificarlo dagli
errori commessi. Egli ci ama di un amore umanamente incomprensibile, che Lo
ha portato a prender su di sé i nostri sbagli e a pagarne la condanna.
Non c’è errore che non possiamo confessare al nostro amato Signore!
e.s.
NOVEMBRE
(19) LA SALVEZZA NON È IN VIRTÙ DI OPERE AFFINCHÈ NESSUNO
SE NE VANTI. (Efesini 2:8-9)
Si parla di salvezza quando vi è un pericolo. Una persona, sorpresa in
casa da un incendio improvviso, viene salvata dai vigili del fuoco. Un naufrago,
che lotta disperatamente contro le onde del mare, viene salvato dai soccorritori.
La Bibbia parla di salvezza, perché l’uomo è perduto, si
è allontanato dal Suo Creatore. Separato da Dio a causa del suo peccato,
è spiritualmente morto, privo della vita di Dio. È infelice e
depresso e non riesce a trovare il senso della sua esistenza. Anche la società
è malata. Il XX secolo è stato caratterizzato da guerre, rivoluzioni,
campi di sterminio, genocidi e nazionalismi. La separazione da Dio ha determinato,
inoltre, il deterioramento della vita familiare, l’aumento delle separazioni
e dei divorzi, l’infelicità dei giovani, la corruzione e l’immoralità.
Ma Dio è intervenuto per salvare l’uomo e per liberarlo dalla schiavitù
morale e dalla perdizione eterna. Dio ha compiuto ogni cosa per la salvezza
dell’uomo. L’uomo deve solo ravvedersi e porre la sua fiducia in
Cristo. Non possiamo essere salvati per i nostri meriti o per le nostre opere.
p.d.n.
NOVEMBRE
(20) VENITE A ME, VOI TUTTI CHE SIETE STANCHI E OPPRESSI, E IO VI DARÒ
RIPOSO. (Matteo 11:28)
In uno dei suoi salmi, Davide testimoniava che le sue iniquità erano
un grosso carico, troppo pesante per lui da poterlo sopportare (Salmo 38:4).
Come Davide tante persone si sentono stanche e oppresse, la loro stanchezza
deriva dal dover sopportare i propri carichi probabilmente quelli del peccato
e delle sue conseguenze. Succede spesso, purtroppo che queste persone pensino
di potersi alleggerire dei loro carichi rifugiandosi nella droga e nell’alcol.
Attenzione! Questi presunti rifugi sono trappole dalle quali può essere
difficile riuscire a liberarsi e non possono in alcun modo dare il riposo. Perciò
Gesù invita tutti coloro che si sentono stanchi e oppressi ad andare
a Lui; poiché solo in Lui si può trovare il vero riposo dell’anima
ed essere così liberati dal peso dei peccati e dalle sue conseguenze.
Prendiamo esempio da Davide, l quale aveva riposto la sua speranza unicamente
nel Signore per essere liberato e ricevere salvezza. n.s.
NOVEMBRE
(21) SIGNORE, CHE DEVO FARE? (Atti 22:10)
Oggi troviamo di fronte a una domanda che l’apostolo Paolo fece a Dio
quando Lo incontrò sulla via di Damasco. Anch’io, a un certo punto
della mia vita nel lontano giugno del 1981, mi sono trovato di fronte a Dio
con la stessa domanda. Ero poco più che ventenne, e le delusioni degli
amici e della vita che conducevo avevano riempito il mio cuore. Ero sempre alla
ricerca di nuove esperienze e nuove emozioni, ma l’insoddisfazione restava.
Una sera a letto, avvolto da una tristezza di fondo, mi ricordai di un versetto
dalla Bibbia: “Invocami nel giorno della distretta”. Lo feci con
il desiderio di avere una risposta alla domanda di oggi: “Che devo fare
per essere felice?”. Di colpo sentii che quel Dio era vicino a me; Egli
riempì il mio cuore con la Sua presenza. Il vuoto di ogni cuore ha una
forma ben precisa: la forma di Dio! Da quel momento, Il Signore del cielo e
della terra è diventato il mio Signore. “Signore, che devo fare?”.
Che questa domanda benedetta possa uscire dal tuo cuore! p.p.
NOVEMBRE
(22) INVOCAMI, E IO TI ANNUNZIERÒ COSE GRANDI E IMPENETRABILI CHE TU
NON CONOSCI, DICE L’ETERNO. (Geremia 33:3)
Tutte le verità che Dio annunzia nella Sua Parola hanno valore e significato
inestimabili, di cui la nostra mente riesce a malapena a sfiorare la superficie.
Non potrebbe essere altrimenti, a causa della nostra limitatezza rispetto alla
grandezza di Dio. Ma quando Lo accettiamo come nostro Signore e Salvatore. Egli
ci apre la mente ed il cuore ed ecco che questi “misteri” (la Bibbia
li definisce così!) diventano per noi realtà vive, che permeano
la nostra vita. E scopriremo, con gratitudine e meraviglia, che siamo oggetto
dell’amore di Dio, un amore che ha ben quattro dimensioni (“la larghezza,
la lunghezza, l’altezza e la profondità dell’amore di Cristo”
scrive l’apostolo Paolo in Efesini 3:18) e che, proprio grazie a questo
amore, il Creatore e Sovrano dell’universo intero decise di rinunciare
momentaneamente alla Sua gloria sconfinata, per subire una punizione tremenda
al posto di peccatori meschini e immeritevoli. Non è meraviglioso che
Dio abbia deciso di agire in questo modo a nostro favore e di metterci a conoscenza
dei Suoi progetti per noi? a.r.m.
NOVEMBRE
(23) L’ETERNO È UN DIO SANTO, È UN DIO GELOSO. (Giosuè
24:10)
Qui Giosuè sfida il popolo d’Israele: “Proprio per queste
ragioni” (perché è santo e geloso), egli dice, “voi
non potete servirLo”. Nella Bibbia, Dio non si lascia mai abbassare, banalizzare
perché l’uomo possa accettarLo più facilmente. Al contrario,
è l’uomo che deve essere sconvolto davanti alla maestà e
alla gloria di Dio. I due attributi che leggiamo qui dicono molto di Lui. Santo,
cioè separato, totalmente diverso da qualunque altra realtà, con
gli occhi troppo puri per sopportare la vista del male (Abacuc 1:13). Che tragedia
se il nostro destino fosse nella mani di un essere volubile, che si lascia influenzare,
che scende a compromessi con le debolezze umane! Invece no: Dio è assolutamente
santo, puro, immutabile; quello che ha detto resta fermo per tutti i secoli.
Che sicurezza per noi! Geloso: Dio ha voluto legarsi a noi fino al punto di
esclamare: “Io provo per Sion una grande gelosia sono furiosamente geloso
di lei” (Zaccaria 8:2). Non ha bisogno di nessuno, eppure ci valorizza
ci ama, ci desidera, quasi sentisse la nostra mancanza. Santo e geloso: nessun
altro può essere come Lui. È il Dio vivente che si è rivelato
pienamente in Gesù Cristo. l.p.
NOVEMBRE
(24) IN OGNI COSA RENDETE GRAZIE, PERCHÉ QUESTA È LA VOLONTÀ
DI DIO. (1 Tessalonicesi 5:18)
Fra i comportamenti che Dio desidera da noi, vi è la riconoscenza, non
una riconoscenza convenzionale e limitata solo ad alcune circostanze o motivazioni,
ma una riconoscenza autentica, che nasce dal cuore e che è estesa a “ogni
cosa”. La riconoscenza è merce rara nel nostro tempo: l’apostolo
Paolo, prevedendo e profetizzando il degrado dei valori nella vita degli uomini,
ha scritto che negli ultimi tempi gli uomini, oltre a tutta una lunga serie
di difetti, avrebbero avuto anche quello dell’ingratitudine (2 Timoteo
3:2). Il nostro problema è che viviamo condotti dalla logica del “tutto
è scontato… tutto è dovuto”, così non viviamo
più ogni giorno di vita come un dono che Dio ci fa, ma diamo per scontato
che la vita vada avanti… Lo stesso atteggiamento lo abbiamo nei confronti
dei tanti doni che ogni giorno riceviamo. Così non soltanto non siamo
riconoscenti noi, ma di conseguenza non educhiamo neppure i nostri figli alla
riconoscenza, anzi li educhiamo a pensare che tutto sia loro dovuto. Pensiamoci
bene. Un cuore riconoscente è sereno e gioioso, mentre un cuore ingrato
è ombroso e triste! p.m.
NOVEMBRE
(25) CHI CREDE IN ME, DA DENTRO DI LUI SGORGHERANNO FIUMI D’ACQUA VIVA.
(Giovanni 7:38)
Queste parole di Gesù seguono l’invito che Egli rivolse ad alta
voce ai passanti, l’ultimo giorno della Festa delle Capanne, dicendo loro:
“Se qualcuno ha sete venga a Me e beva”. La sete, di cui parla qui
il Signore, non è corporea, ma spirituale: è l’aspirazione
ansiosa dell’anima disingannata, è il desiderio di qualcosa di
meglio di quanto il mondo può dare; è il desiderio anche di un
cuore credente di ottenere maggiori manifestazioni della grazia di Dio. E questo
invito è senza restrizioni; è rivolto a tutti, a “chiunque”.
Chi dunque accetta l’invito di Cristo e crede in Lui come Salvatore mandato
da Dio, riceverà nella propria persona la benedizione promessa, “l’acqua
viva”, cioè lo Spirito Santo, in modo permanente, non solo per
i propri bisogni spirituali, ma anche per essere una continua testimonianza,
che salirà dal cuore alle labbra, e per essere una fonte di benedizione
e conversione degli altri. s.b.
NOVEMBRE
(26) L’ETERNO FA GIUSTIZIA E RAGIONE A TUTTI QUELLI CHE SONO OPPRESSI.
(Salmo 103:6)
Ne 1964, Alan Redaph, pastore di una chiesa di Chicago, attraversò un
momento difficile e cadde nello scoraggiamento. La sua mente era iena di brutti
pensieri che il Signore lo liberasse da questi attacchi del diavolo o che lo
facesse morire. A quel punto lo Spirito Santo parlò al suo cuore e gli
fece capire che il Signore aveva permesso tutto quello, perché si rendesse
veramente conto del tipo di persona che era. Egli capì che le tentazioni,
i pensieri malvagi e i sentimenti distruttivi non erano cose del passato, ma
parte della sua natura. Lo Spirito continuò a parlare e lo consolò
dicendo che, nonostante questo, la grazia di Dio era lì disponibile,
affinché egli potesse di nuovo sperimentare la liberazione. In quella
oppressione o, come diciamo oggi. “depressione”, il Signore gli
ha fatto giustizia, perché ha evidenziato il peccato nel cuore e con
amore gli ha fatto ragione, mostrandogli nuovamente la Sua immensa grazia sempre
pronta a perdonare e riabilitare. La stessa grazia è disponibile oggi
per noi e qualunque sia la nostra oppressione o depressione, il Signore vuole
liberarci. r.b.
NOVEMBRE
(27) UMILIATEVI DAVANTI AL SIGNORE, ED EGLI VI INNALZERÀ. (Giacomo 4:10)
Il termine italiano “umile” proviene dalla parola latina “humus”,
che significa terra. Umiliarsi significa quindi abbassarsi fino a terra. Davanti
a Dio, prima o poi tutti dovranno farlo, perché sta scritto che “nel
nome di Gesù ogni ginocchio si piegherà” (Filippesi 2:10).
La possibilità che viene data ancora oggi è di farlo spontaneamente,
non per paura, ma come risposta d’amore a Colui che per amore “umiliò
Sé stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce”
(Filippesi 2:8). Umiliarsi davanti al Signore però non significa soltanto
riconoscere di essere più piccoli, meno potenti: questo sarebbe facile.
Significa piuttosto riconoscersi peccatori, e questo è molto più
difficile, soprattutto quando i peccati che siamo chiamati a riconoscere non
sono astratti e generici, ma concreti e precisi. Però c’è
una promessa: “Egli vi innalzerà”. E se l’innalzamento
è operato da Dio, nessun altro al mondo potrà contrastarlo. m.c.
NOVEMBRE
(28) IO SONO IL SIGNORE. NON DARÒ LA LODE CHE MI SPETTA AGLI IDOLI.
(Isaia 42:8)
La Bibbia porta l’uomo a lodare Dio, perché in essa scopre il Suo
perdono, il Suo amore, la Sua opera di salvezza. Solo chi conosce e fa propria
l’offerta che Dio presenta all’uomo nel Vangelo, può lodarLo
davvero, senza riserve, in qualunque situazione, dal profondo del proprio cuore.
Solo che è “in Cristo”, riconciliato e salvato da Lui, capisce
che la lode spetta davvero a Dio e vive nella riconoscenza. Vivendo così,
spazio per lodare gli idoli non ce ne resta: anzi, gli “idoli” vanno
identificati (perché ogni generazione ha i suoi) e rifiutati, siano essi
evidenti o subdoli. Oggi possono celarsi dietro a: indifferenza, prima di tutto,
acquiescenza agli ideali e comportamenti di moda, perdita del “primo amore”…
Aggiorna, applica a te questo elenco: se sei conquistato dalla potenza della
lode a Dio, sarà più facile per te rifiutare senza compromessi
altre lodi agli idoli che piacciono tanto alla nostra società. l.p.
NOVEMBRE
(29) CELEBRATE L’ETERNO, INVOCATE IL SUO NOME. (1 Cronache 16:8)
Le parole del versetto di oggi sono state pronunciate in un contrasto ben preciso:
l’Arca del patto era stata trasportata finalmente a Gerusalemme e, visto
che era il simbolo dell’alleanza fra Dio e il Suo popolo, quella era un’occasione
di grande gioia. Ed ecco, dunque, che vengono pronunciate parole di lode e riconoscenza
all’Eterno. Al di là però della particolare circostanza,
esiste un insegnamento che è valido anche per noi oggi. Nei più
svariati momenti di dolore come di gioia, il nostro punto di riferimento deve
rimanere sempre Dio, al Quale dobbiamo rivolgere il nostro sguardo come il Solo
che è di dare significato alla nostra vita. La nostra invocazione a Lui,
come ci suggerisce il versetto di oggi, non deve ridursi a essere solo un grido
di aiuto nel momento del bisogno, ma piuttosto una costante di tutti i nostri
giorni, una dimostrazione del fatto che Dio è al centro della nostra
esistenza, è Colui che la condiziona positivamente e la guida con amore.
f.a.
NOVEMBRE
(30) NÉ MORTE, NÉ ALCUNA CREATURA POTRANNO SEPARARCI DALL’AMORE
DI DIO. (Romani 8:38)
In un modo n continua trasformazione di abitudini, pensieri, filosofie, nel
quale tutto è molto precario e instabile, c’è una realtà
che non cambia mai: l’amore di Dio. E certo non è questo foglietto
sufficiente per poterlo descrivere. È un amore fermo, stabile, sempre
perfetto e allo stesso livello, sempre pronto a offrirsi a coloro che lo desiderano.
Chi si affida a questo amore con umiltà, consapevole di non poterlo assolutamente
meritare, ma ricevendolo come un dono, avrà anche la certezza che niente
e nessuno potranno separalo dalla mano di Do o creare degli ostacoli. Anche
quando accadranno circostanze tristi e dolorose, l’amore di Dio sarà
un punto fermo a cui aggrapparsi e da cui ricevere tutto l’aiuto necessario.
Sarà certamente proprio questo amore a fare la differenza fra coloro
che appartengono a Dio e coloro che non Gli appartengono. “Colui che non
ha risparmiato il Suo proprio Figlio, ma l’ha dato per tutti noi, come
non ci donerà tutte le cose con Lui?” (Romani 8:32). w.g.
DICEMBRE
(1)SE FOSSERO SAGGI RIFLETTEREBBERO SULLA LORO FINE. (Deuteronomio 32:29)
Il concetto di saggezza che viene espresso nella Bibbia è molto diverso
da quello che si intende umanamente. Nel libro dei Proverbi è spiegato
che la sapienza è temere Dio, amarLo e ubbidirLo, e l’allontanarsi
dal male è l’intelligenza. Da questo concetto possiamo capire meglio
di quale saggezza parla il versetto di oggi: l’uomo che cerca Dio per
farLo diventare il Signore della sua vita, accettando come unico mezzo per la
sua salvezza la morte e la resurrezione di Gesù Cristo, è saggio,
perché riflette a fondo sulla sua fine eterna. Di conseguenza, l’uomo
che non si preoccupa della sua vita dopo la morte, ma pensa solo alle soddisfazioni
in questo breve passaggio terreno, non è saggio davanti a Dio, ma stolto,
come è scritto nella parabola del ricco stolto in Luca (12:20) e nel
Salmo (14:1): “Lo stolto ha detto nel suo cuore: non c’è
Dio”. Allora Dio ti invita a riflettere affinché acquista la Sua
saggezza. s.b.
DICEMBRE
(2) ESSI SI STUPIVANO DEL SUO INSEGNAMENTO PERCHÉ GESÙ PARLAVA
CON AUTORITÀ. (Luca 4:32)
Nel nostro mondo tollerante, ogni opinione è valida e nessuno ha il diritto
di fare prelevare una sua idea su quella di un altro. Il concetto di autorità
è stato sostituito da un relativismo totale, per cui si cade nell’anarchia
morale e spirituale. Al tempo di Gesù i rabbini esponevano le idee dell’uno
e dell’altro, trovando cavilli inutili, e la gente non capiva né
le loro prediche né i loro comandi. Per questo, quando Gesù si
è presentato dicendo, parlando proprio dei religiosi, “vi hanno
detto… ma Io vi dico”, la gente si meravigliava del tono e del peso
dei Suoi insegnamenti. La Sua autorità veniva dal Padre e si basava sulle
Sacre Scritture. La gente è sbandata a causa delle affermazioni contrastanti
dei religiosi, degli psicologi e dei laici. L’unica speranza sarebbe riconoscere
nella Bibbia l’autorità finale e basare su essa la propria fede
e la propria condotta. Vorresti una copia della Sacra Bibbia? Scrivici o telefonaci
e ti diremo come ottenerla. m.t.s.
DICEMBRE
(3) QUESTI COMANDAMENTI TI STARANNO NEL CUORE; LI INCULCHERAI AI TUOI FIGLI.
(Deuteronomio 6:6,7)
Ricordo una mamma che ripeteva spesso a suo figlio di leggere la Bibbia, desiderava
che lui divenisse un bravo cristiano, però non ritenne altrettanto proprietaria
per sé stessa tale lettura. Ma nessuno di noi può dare più
di quello che ha, né di denaro né di tempo né di capacità
e nemmeno quando di tratta di insegnare un’arte e delle virtù.
E questo è vero anche nel campo spirituale. Il passo di oggi ci dice
di inculcare a figli e nipoti i comandamenti di Dio, ma c’è un
presupposto: “Questi comandamenti… ti staranno nel cuore”.
La parola è come un seme. La nascondiamo nel nostro cuore – e quando
nasce il frutto lo condividiamo con la persona più vicina, moglie, marito,
figli o nipoti. A che punto sei oggi con la Parola di Dio? La stai immagazzinando
nella tua vita? La stai insegnando? Vorrei suggerirti questa preghiera: “Signore
insegnami a seminare la tua parola nel mio cuore, per poi condividere i suoi
frutti con altri”. a.p.
DICEMBRE
(4) SIGNORE, PRESSO DI TE È IL PERDONO. (Salmo 130:4)
Quale grazia avere i propri peccati perdonati! Non possiamo avere una giusta
relazione con Dio, senza avere prima la certezza di essere perdonati da Lui.
Nel Salmo di oggi il salmista esclama: “Se tieni conto delle colpe, Signore
chi potrà resistere?”. I Suoi occhi sono troppo puri per sopportare
la vista del male. Ma presso di Lui troviamo il perdono. Per realizzarlo, però,
dobbiamo confessare a Dio ogni nostro peccato e abbandonarlo. Solo allora il
sangue di Cristo, il Figlio di Dio, può purificare la nostra coscienza.
Non dimentichiamo mai il prezzo elevato che Cristo ha pagato per la nostra salvezza:
gli sputi, gli oltraggi, la corona di spine i chiodi alle mani e ai piedi, il
costato forato, l’abbandono del Padre (Isaia 53). Il Suo perdono è
immediato e immeritato. Se ci ravvediamo, ci perdona completamente e per sempre,
dimenticando i nostri peccati. E, se abbiamo sperimentato il perdono di Dio,
anche noi dobbiamo perdonare come Cristo ci ha perdonati. p.d.n.
DICEMBRE
(5) QUESTO POPOLO MI ONORA CON LE LABBRA, MENTRE IL SUO CUORE È LONTANO
DA ME, DICE IL SIGNORE. (Isaia 29:13)
Il testo di Isaia trova un’eco perfetta nelle parole di Gesù: “Non
chi mi dice ‘Signore, Signore!’ entrerà nel regno dei cieli,
ma chi fa la volontà del Padre Mio”. Esprimere concetti spirituali
usando solo le labbra, senza coinvolgere il cuore, porta a una schizofrenia
spirituale. Esteriormente seguiamo un percorso “religioso”, ripetiamo
formule conosciute e tranquillizzanti, ma non permettiamo a questi concetti
di trasformare il nostro cuore. Quando il profeta Samuele si trovò nella
difficile situazione di cercare fra i figli di Isaia il futuro re d’Israele,
ebbe la certezza, vedendolo arrivare, che fosse proprio Eliab, ma Dio aveva
scelto Davide. Dio gli ricordò che il modo di giudicare di noi esseri
umani è piuttosto superficiale e che siamo subito colpiti dall’apparenza.
L’Eterno usa un altro modo per giudicare, che va molto più in profondità
e raggiunge il cuore. Allora, quando preghiamo, cantiamo, adoriamo il nostro
Dio, ogni tanto, fermiamoci e chiediamoci se in tutto ciò è coinvolto
il cuore. Dio non guarda i movimenti delle nostre labbra, ma i palpiti del cuore.
a.m.
DICEMBRE
(6) OGGI, SE UDITE LA SUA VOCE, NON INDURITE I VOSTRI CUORI. (Ebrei 3:7,8)
Questo è uno dei più severi moniti che incontriamo nella Bibbia.
Per l’uomo udire la Parola di Dio non è mai un fatto senza conseguenze.
Il Signore è lento all’ira e ricco in misericordia, ma non parla
invano. La Sua parola è degna del massimo rispetto e di tutta la nostra
considerazione e il prendere posizione nei Suoi confronti ci viene sempre presentato
in termini di urgenza. OGGI, non domani, OGGI in questo momento sono chiamato
ad aprire il mio cuore per ricevere l’abbondanza della grazia che il Signore
ha preparato per me. OGGI è il momento di umiliarmi e chiedere il perdono
dei miei peccati. OGGI è il giorno della salvezza. Domani potrebbe essere
irrimediabilmente tardi. g.b.
DICEMBRE
(7) SIGNORE, DA CHI ANDREMMO NOI? TU HAI PAROLE DI VITA ETERNA. (Giovanni 6:68)
Pietro pronunciò questa bella confessione di fede quando Gesù
chiese ai Suoi discepoli se anche loro volevano lasciarLo, come alcuni dei Suoi
seguaci già stavano facendo, turbati dai Suoi insegnamenti. Tutte le
parole che Gesù pronunciava erano parole di vita. Erano, letteralmente,
parole di vita quando guariva i malati incurabili che Gli venivano presentati
ovunque andasse o restituiva la vita ai defunti. Erano parole di vita quando
insegnava la pace, l’amore, la tolleranza, il perdono e invitava la gente
a modelli di comportamento nobili ed elevati, in grado di promuovere un’esistenza
più degna di essere vissuta. Ma soprattutto erano, come Pietro riconobbe,
parole di vita eterna. “Chi Mi segua …avrà la luce della
vita”, diceva Gesù. E anche: “Le Mie pecore ascoltano la
Mia voce… Mi seguono, e Io do loro la vita eterna e non periranno mai…”,
Io sono venuto perché abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza”.
Cosa sono per te le parole di Gesù? Sono parole importanti, utili, istruttive,
o sono soprattutto parole di vita eterna? a.r.m.
DICEMBRE
(8) CRISTO È SOPRA TUTTE LE COSE DIO BENEDETTO IN ETERNO. (Romani 9:5)
Nei commenti ai versetti proposti per ogni giorno del calendario, si fanno naturalmente
molte considerazioni pratiche che possano far riflettere ed essere di aiuto
per la vita di tutti i giorni, ma non si deve mai dimenticare il centro del
messaggio biblico: la persona di Gesù. I quattro Vangeli, in sostanza,
si propongono di rispondere a una sola domanda: Chi è Gesù? E
poi pongono al lettore una domanda fondamentale: E tu, chi dici che Gesù
sia? Alla prima domanda i Vangeli rispondono: Gesù è il Messia
promesso a Israele, è il Figlio di Dio, è l’Agnello di Dio
che toglie il peccato del mondo. Adesso sta a te rispondere. Puoi confermare
tutte queste dichiarazioni e aggiungere che è anche il tuo Signore e
Salvatore? Se puoi farlo associati anche tu alla solenne dichiarazione di Paolo:
“Cristo è sopra tutte le cose Dio benedetto in eterno. Amen!”.
m.c.
DICEMBRE
(9) VEGLIATE SU VOI STESSI ONDE IL VOSTRO CUORE NON SIA SEDOTTO. (Deuteronomio
11:16)
Vegliare significa prima di tutto “stare svegli”. Ovviamente Gesù
non ci chiede di non dormire fisicamente, ma di essere sempre pronti a riconoscere
gli attacchi del nemico: Satana, che attraverso le vicende della nostra vita,
costantemente mina la fiducia che riponiamo nel Signore in modo da portarci
a sottrarre a Dio l’amore e la lode che sono da tributare solo a Lui.
Per questo Dio ci mette in guardia dal non lasciarci ingannare delle seduzioni
del tentatore e, conoscendo la sua furbizia, ci invita a essere spiritualmente
attrezzati per la battaglia. Infatti, poiché la lotta contro il male
si combatte ogni giorno, ogni giorno dobbiamo resistergli con fermezza e con
l’aiuto della preghiera. Essa ci dà la forza necessaria per sconfiggere
il potere di Satana. Inoltre la lettura e l’obbedienza alla Parola di
Dio, la Bibbia, ci fa conoscere il solo e unico Dio, Colui che può soddisfarci
pienamente. g.f.r.
DICEMBRE
(10) TUTTE LE VIE DELL’UOMO GLI SEMBRANO RETTE, MA L’ETERNO PESA
I CUORI. (Proverbi 21:2)
L’evangelista inglese Gorge Whitefield (1714-1770) era convinto che, piuttosto
che essere graditi dagli uomini, la cosa più importante era piacere a
Dio che conosce i cuori. Durante il suo ministero ricevette una lettera crudele
che lo accusava del suo operato. In altre parole, la lettera diceva che stava
svolgendo male il suo ministero. Senza farsi prendere dall’ira, l’evangelista
rispose cortesemente con una breve lettera che conteneva queste parole: “Ti
ringrazio di cuore per la tua lettera. Circa le cose che tu e gli altri miei
nemici dite contro di me, posso solo dirvi che io conosco cose peggiori di me
stesso, peggiori di quelle che voi potreste mai dire a mio riguardo. Con affetto,
G. Whitefield”. La sua preoccupazione non era giustificarsi per piacere
agli uomini, ma avere un cuore sincero davanti a Dio. Qual è la nostra
preoccupazione? Vivere in modo da farci accettare dagli uomini o preoccuparci
della sincerità del nostro cuore e piacere a Dio? r.b.
DICEMBRE
(11) PER ME IL VIVERE È CRISTO. (Filippesi 1:21)
Quando crediamo di cuore in Cristo e accettiamo la Sua salvezza, succedono delle
cose incredibili. Siamo fatti partecipi della natura divina (2 Pietro 1:4),
diventiamo figli di Dio, mentre prima eravamo solo Sue creature (Giovanni 1:12).
Abbiamo la mente di Cristo, cioè possiamo accordare i nostri pensieri
con quelli di Cristo (1 Corinzi 2:16), lo Spirito Santo viene a vivere dentro
di noi (1 Corinzi 6:19) e diventiamo nuove creature (2 Corinzi 5:17). Questo
significa la frase: “Per me, vivere è Cristo”. Perciò
abbiamo la possibilità di pensare e agire in armonia con la volontà
di Cristo, dato che Lui vive in noi ed è la nostra speranza di gloria
(Colossesi 1:27). Per toglierci ogni scusa e ogni dubbio, l’Apostolo Paolo
ha scritto anche che il Signore produce in noi “il volere e l’operare”
(Filippesi 2:13). Perciò, per dirla con un paragone moderno, noi siamo
la carrozzeria con un motore nuovo, il pieno di benzina necessari e un autista
divino pronto a farci funzionare. A noi spetta solo di lasciarlo fare. m.t.s.
DICEMBRE
(12) CERCATE L’ETERNO E VIVRETE. (Amos 5:6)
È il grido del profeta Amos, che ricalca le parole di Dio stesso (Amos
5:4). Dio non cambia, e ancora oggi dice al mondo intero, al mondo che Lui ama
tanto: “CercateMi e vivrete!”. L’Eterno tuttavia non è
un uomo che si può trovare dietro l’angolo. Egli è Spirito.
La Sua grandezza riempie tutto l’universo. Non c’è un solo
millimetro che non sia ricoperto dalla presenza di Do. Per trovare l’Eterno
bisogna cercarLo con fede. Sì, questo è l’unico modo! “Senza
fede è impossibile esserGli graditi; chi infatti s’accosta a Dio
deve credere che Egli è, e che ricompensa coloro che Lo cercano”
(Ebrei 11:6). CercateMi e vivrete. È l’appello accorato del Signore
Gesù (Giovanni 5:40). Gesù è la vita, solo trovando Lui
si riceve la vita! Hai già avuto incontro personale con Gesù?
Se sì, continua a stare unito a Lui. Se no, oggi puoi con fede trovare
l’Autore della vita per esser salvato! e.m.
DICEMBRE
(13) CI SONO GIOIE A SAZIETÀ IN TUA PRESENZA. (Salmo 16:11)
Viviamo in una società afflitta da problemi enormi. Il progresso scientifico
che avrebbe dovuto darci la felicità, ha creato per ognuno di noi nuove
esigenze, senza poterle soddisfare pienamente. Si parla tanto di felicità,
ma purtroppo, l’uomo è infelice. Abbiamo molto di più dei
nostri padri, maggiori comodità e benessere, eppure spesso non siamo
felici. Molti sono colpiti da ansietà, depressione e agitazione interiore.
Ma dove è possibile trovare la vera pace interiore e una gioia duratura?
Alcuni cercano di trovare un significato all’esistenza con la ragione
e la cultura. Altri cercano la gioia nelle ricchezze e nel benessere, ma inutilmente.
Altri cercano nei piaceri n senso alla vita, ma invano. L’uomo non è
soltanto materia; vi è in lui una realtà spirituale, che può
trovare soddisfazione solo in Dio. Siamo stati creati per Dio e troveremo riposo
e gioia solo in Lui. Vale la pena credere in Cristo. Egli offre all’uomo
deluso e infelice una vita di gioia e soddisfazione degna di essere vissuta.
p.d.n.
DICEMBRE
(14) L’ETERNO HA FATTO PER TE COSE GRANDI CHE GLI OCCHI TUOI HANNO VISTE!
(Deuteronomio 10:21)
“Qual è secondo lei il male più grave che attanaglia la
vita dell’uomo?”, venne chiesto un giorno a un celebre umanista.
“Io credo che l’uomo sia malato di sé stesso”, rispose.
È assolutamente vero! Il peccato ha indotto l’uomo a concentrarsi
su sé stesso, a fare della propria persona il centro e il fine dell’esistenza
da cui derivano orgoglio ed egoismo che portano a deformare la realtà,
dimenticare i benefici ricevuti e all’ingratitudine. Tutto deve ruotare
intorno a me! Quando bene il Signore conosce il nostro cuore e quanto appropriate
e puntuali sono le Sue esortazioni! In questo caso sono rivolte a Israele, il
Suo popolo, sempre incline a ignorare la realtà stupenda della redenzione
e a deformare anche i fatti di cui era stato testimone. Che la grazia del Signore,
il Suo ricordo, la Sua presenza e la speranza futura siano il vero fondamento
della nostra vita! I nostri occhi hanno visto la Sua grazia incarnata in Gesù,
che si è dato alla croce per la nostra salvezza.g.b.
DICEMBRE
(15) GLI UOMINI HANNO ADORATO E SERVITO LA CREATURA INVECE DEL CREATORE. (Romani1:25)
In che modo possiamo fare questo? Al tempo dell’apostolo Paolo i lettori
avranno pensato alle religioni del loro tempo. Gli dèi romani e greci
presiedevano alle diverse manifestazioni della natura. Le divinità egiziane
venivano rappresentate con l’aspetto di animali. Possiamo dire di avere
superato questa idolatria? Pensiamo all’adorazione dell’uomo, delle
sue capacità e delle sue idee. Al modo in cui vengono idolatrati attori
e cantanti. Pensiamo al culto della natura, la madre natura, che va molto al
di là del rispetto per la creazione. Alle varie forme che prendono religioni
vecchie e nuove. Anche oggi nel terzo millennio adoriamo la creatura invece
del Creatore. Niente è cambiato; non c’è stato nessun progresso.
E dio è costretto a giudicare l’omo idolatra abbandonando alla
sua religione naturale, con conseguenze incalcolabili e nefaste. Ma non aspetta
altro che l’uomo ritorni a Lui, il Creature di tutte le cose, per accoglierlo
nel Suo amore. v.n.
DICEMBRE
(16) LA MALIZIA DEL MALVAGIO GLI RIPIOMBERÀ SUL CAPO. (Salmo 7:16)
Vi invito a leggere questo Salmo. Si parla della giustizia di Dio nel giudicare
i popoli, della fiducia di Davide in Lui, del malvagio e della sua fine. La
malizia ha le sue origini nel cuore; essa viene partorita da un cuore malvagio,
lontano dalle vie di Dio, e ha un solo obiettivo: offendere e distruggere le
creature di Dio. Oggi assistiamo con vergogna all’esaltazione della furbizia
e dell’astuzia degli uomini, come fossero più dei pregi che dei
difetti. Un cuore insanabilmente maligno è convinto che la malizia sia
un’arma da ricercare e usare per poter vivere bene, ma questo non è
il pensiero di Dio. Quello che semina il malvagio, colui che fa della malizia
il suo modo di vivere, quello raccoglierà: “vento e tempesta”
dice la Parola di Dio (Osea 8:7). Non solo si fa un torto al prossimo, ma anche
a sé stessi. Il Signore ci invita ad amare il nostro prossimo come noi
stessi. Il malvagio non solo non ama il prossimo, ma odia anche sé stesso,
perché prepara il terreno all’intervento della giustizia di Dio.
Amiamo il bene e cerchiamolo con tutto il cuore. p.p.
DICEMBRE
(17) GESÙ DISSE: AVETE ANNULLATO LA PAROLA DI DIO A MOTIVO DELLA VOSTRA
TRADIZIONE. (Matteo 15:6)
Ho una collega che si professa atea, ma quando arriva Dicembre si infervora
nella “preparazione” del Natale: regali, biglietti d’auguri,
menù delle feste, inviti e vacanze speciali. Alcuni bambini di cinque
anni alla domanda: “Cos’è la Pasqua?” hanno risposto:
“la colomba di Pasqua”, “la Pace”, “le uova di
cioccolato”. Questi due quadri non sono forse lo specchio della nostra
società? Qual è la mia responsabilità di cristiana? Dio
ci ha dato dei momenti speciali per festeggiare e ricordarci in modo più
tangibile di Lui: la Cena del Signore, per ricordare il sacrificio di Gesù;
le domeniche, per ricordare il giorno del riposo. Le ricorrenze cristiane dovrebbero
ricordare gli eventi storici del cristianesimo che hanno cambiato il mondo.
Dio ci ha lasciato libertà di glorificarLo in ogni aspetto della vita
comunitaria e culturale, ci dà solo un’indicazione: di non avere
rituali sterili e tradizioni impersonali. Dio ama festeggiare insieme ai Suoi
figli che godono nel ricordarLo. m.f.
DICEMBRE
(18) CORREGGI TUO FIGLIO ED EGLI SARÀ FONTE DI GIOIA PER TE. (Proverbi
29:17)
Il mestiere di genitori, si sente spesso dire, è uno dei più difficili.
Infatti, nonostante i tanti studi di psicologia e sociologia su come debbano
educare i propri figli, mamme e papà si trovano ogni giorno ad affrontare
comportamenti dei propri figli che spesso disorientano: i loro capricci, le
loro ribellioni, le loro rispostacce oppure a volte i loro pesanti mutismi.
Di fronte a tutto ciò non si deve assolutamente lasciar correre, magari
con lo scopo di evitare ulteriori conflitti o perché a volte il castigo
produce più dolore ai genitori che ai figli; al contrario occorre intervenire
con una giusta correzione. La Bibbia indica più volte che la disciplina
è innanzi tutto una prova d’amore e di interesse verso e giovani
creature che ci sono state affidate e rappresenta un modo sicuro per aiutarli
a sviluppare un buon carattere. C’è poi, anche qui, una promessa
di serenità che è destinata ai genitori Se ci mettiamo infine
dalla parte del bambino, possiamo senz’altro affermare che l’essere
educato in una famiglia che ha sani principi cristiani e che nello stesso tempo
fornisce un costante esempio di vita, rappresenta la migliore eredità
per il suo futuro. s.p.
DICEMBRE
(19) RICORDATI DEL GIORNO DEL RIPOSO PER SANTIFICARLO. (Esodo 20:8)
Questo comandamento divino non ha soltanto lo scopo si addurre l’uomo
al giusto riposo e di evitargli eccessivi affaticamenti. Il motivo principale
per il quale Dio ci ha comandato di santificare il giorno del riposo è
diverso. È come se Dio ci dicesse che è giusto lavorare nell’arco
della settimana per provvedere il sostentamento per noi e per le nostre famiglie.
Quel che non è giusto, è dimenticare che lo scopo del lavoro è
proprio questo: vivere dignitosamente e non arricchirsi con avidità.
Perciò ogni sei giorni Dio ci invita a fermarci, perché dobbiamo
sì lavorare per vivere, ma non vivere per lavorare e accumulare ricchezze
inutili. Lo scopo della nostra vita è un altro: è amare e servire
Dio avendo con Lui un corretto rapporto di sottomissione e ubbidienza; per questo
il settimo giorno è da dedicare a Dio. Oltre che la riposo, è
un giorno che ci deve ricordare che siamo creature di fronte al Creatore, tutto
ciò che abbiamo è dono di divino e un giorno dovremo rendere conto
della nostra vita. f.a.
DICEMBRE
(20) CANTATE DI CUORE A DIO. (Colossesi 3:16)
Durante un’intervista a un celebre cantante di musica leggera venne fatta
questa domanda: “Quale pensi sia l’utilità sociale del lavoro
di un cantante?”. Non ricordo le parole esatte della sua risposta ma,
in sostanza essa fu di questo tenore: “Se al mattino uno, facendosi la
barba, canta o fischietta qualche motivo noto, questo lo aiuterà ad affrontare
meglio il grigio della vita e i momenti difficili della giornata che ha davanti”.
Secondo lui il canto era una sorta di terapia contro le difficoltà della
vita. “Canta che ti passa!”, dice un noto proverbio. Quanto è
diversa la prospettiva che proporne il Signore: chi ha Gesù nel cuore,
canta perché vuole esprimere la sua gioia e la sua riconoscenza a Colui
che lo salvato. Non è il canto che crea la gioia, ma dalla gioia nasce
il canto. È questa la tua realtà? g.b.
DICEMBRE
(21) PRIMA ERO UN BESTEMMIATORE, MA MISERICORDIA MI È STATA FATTA. (1
Timoteo 1:13)
L’apostolo Paolo conosceva molto bene l’abisso di violenza dal quale
era stato tirato fuori. Quando diceva di essere stato un bestemmiatore, un persecutore
e un violento, non stava esagerando (vedi Atti, capitoli 22 e 26). Però
nei confronti di Paolo fu usata misericordia. E tu in che posizione vuoi metterti
davanti a Dio? Giovanni 3:16 cita: “Perché Dio ha tanto amato il
mondo, che ha dato il Suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in
Lui non perisca, ma abbia vita eterna”. Vuoi ricevere il Signore Gesù
come tuo personale Salvatore, che per grazia ti perdona tutti i tuoi peccati,
usandoti quindi misericordia? Oppure vuoi resisterGli cercando di andare avanti
con le tue deboli forse? Vuoi un consiglio? Ricevi, come ha fatto Paolo e tanti
altri prima di te, la Sua misericordia, vivendo la tua vita per Lui, in Lui
dipendendo da Lui, protetto sotto le Sue amorevoli ali. Non te ne pentirai mai.
r.s.
DICEMBRE
(22) DITE A QUELLI CHE HANNO IL CUORE SMARRITO: SIATE FORTI, NON TEMETE! ECCO
IL VOSTRO DIO. (Isaia 35:4)
La nostra auto era in panne ed eravamo in vacanza a centinaia di chilometri
dal nostro meccanico di fiducia. Saremmo stati veramente smarriti, se non fosse
stato per un nostro carissimo amico (e meccanico di mestiere) che era anche
lui in vacanza nello stesso posto… Che sollievo vederlo arrivare: lui
sì che avrebbe saputo cosa fare! Se tanta era la fiducia che potevamo
avere nel nostro amico, quanto maggiore possiamo averne in Dio! E cosa bella
è che Lui è sempre presente e pronto a intervenire in favore di
chi Gli appartiene come figlio! Perciò, se tu sei un figlio o una figlia
di Dio, le parole succitate valgono anche per te, qualunque sia il motivo per
cui il tuo cuore si sente smarrito. Sii forte, non temere! Ecco il tuo Dio.
h.p.
DICEMBRE
(23) SAPPIATE CHE IL REGNO DI DIO SI È AVVICINATO A VOI. (Luca 10:11)
Quando ho l’opportunità di parlare delle cose di Dio con qualcuno,
spesso mi sento dire: “Dio è lontano e non si interessa degli uomini,
ha troppe cose da fare”. È proprio vero? Fra un paio di giorni
il mondo cristiano festeggerà la nascita di Gesù, ma Egli ha portato
con Sé un messaggio glorioso che ogni uomo è chiamato a raccogliere:
“Il Regno di Dio si è avvicinato a voi!”. Gesù è
la risposta di Dio all’uomo. Nessuno di noi aveva una speranza di avvicinarsi
a Dio; col peccato di Adamo, l’uomo è caduto in un abisso dal quale
vede il bene in lontananza senza avere la possibilità concreta di raggiungerlo.
Dio ha tanto amato la creatura che ha sacrificato il Suo amato Figlio per te
e per me. Amico, Dio è più vicino di quanto pensi, InvocaLo con
parole sincere e grida a Lui. Sarai sorpreso dalla Sua vicinanza. Prego continuamente,
affinché il Regno di Dio conquisti ancora dei cuori, strappandoli dall’inganno
del nemico di Dio e nostro. p.p.
DICEMBRE
(24) IO SONO VENUTO PERCHÉ ABBIANO LA VITA IN ABBONDANZA, DISSE GESÙ.
(Giovanni 10:10)
Siamo in piena ricorrenza natalizia e, se facessimo un sondaggio, sicuramente
avremmo delle risposte molto diverse in merito alla persona di Gesù e
alla Sua venuta. Chi Lo definirebbe una persona speciale buona, da imitare;
chi un profeta di Dio venuto a rivelarci la Sua volontà; chi un guaritore
perfetto ed unico. Ma c’è anche chi riconosce che Gesù è
venuto per offrire Sé stesso sulla croce, per offrirci la possibilità
di essere riconciliati con Dio Padre. Ma perché Gesù dice di essere
venuto per la vita in abbondanza? Che significa? Significa che Gesù vuole
essere il Salvatore di tutti coloro che lo desiderano, ma occorre una decisione
personale. Infatti il perdono dei peccati non passa a tutti automaticamente,
e, oltre che il Salvatore, vuole essere il Signore e il Buon Pastore. Colui
che si prende cura dei Suoi già qui sulla terra, domando benedizioni
abbondanti. Quando affidiamo a Lui la nostra vita Egli ci dona il meglio, anche
se a volte questo non coincide con le nostre prospettive! Ma la Sua volontà
è perfetta e: “Egli ha verso di noi pensieri di pace per darci
un avvenire e una speranza” (Geremia 29:11). w.g.
DICEMBRE
(25) DIO HA SUSCITATO UN POTENTE SALVATORE. (Luca 1:69)
Nel clima natalizio dei nostri giorni le strade si abbondano a festa con luci
intermittenti e vetrine scintillanti. Ma che cos’è in realtà
il Natale? Il vero Natale è la manifestazione dell’amore di Dio.
Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo unigenito Figlio. Il vero Natale
è il “Dono di Dio”. Il Creatore del mondo si è fatto
uomo ed è nato povero in una stalla, affinché, mediante la Sua
povertà, noi potessimo diventare ricchi. Quale meraviglia! In Gesù
Cristo, ineffabile dono di Dio, il cielo è sceso sulla terra. Oggi Dio
non è visibile, né tangibile; ma duemila anni fa gli uomini hanno
potuto vederLo e toccarLo. Ma perché Gesù è venuto sulla
terra? Egli è venuto per salvarci; è l’unico Salvatore.
La Bibbia parla di salvezza, perché l’uomo è perduto nelle
tenebre del peccato. Cristo si è fatto uomo per morire sulla croce per
noi. Nel buio della notte del primo Natale, l’angelo disse ai pastori:
“Non temete… oggi, nella città di Davide, è nato per
voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore” (Luca 2:10-11).
Dio, nel compimento dei tempi, ha suscitato per noi un potente Salvatore. p.d.n.
DICEMBRE
(26) GESÙ APPARIRÀ DAL CIELO CON GLI ANGELI DELLA SUA POTENZA.
(2 Tessalonicesi 1:7)
Il Signore Gesù, che ha iniziato la Sua storia sulla terra in una mangiatoia
e l’ha terminata su una croce, che sofferto ed è stato umiliato
a causa dei nostri peccati, un giorno apparirà in un modo completamente
diverso. Sarà un avvenimento grandioso e il mondo sarà stupefatto
quando Lo vedrà nel Suo splendore regale. Hai mai pensato che Gesù
sta per tornare? Stati vivendo come se oggi stesso dovessi partire per il cielo
e presentarti alla presenza di Dio? Se vivi totalmente ignaro della venuta del
Signore è tempo di prendere buone decisioni. Cosa ti aspetti dal futuro?
Stai considerando solo i beni e le ricchezze terrene o stai investendo il tuo
tempo per l’eternità? Non vivere alla giornata, ma dedicata parte
del tuo tempo alle ricchezze che durano per sempre: la lettura della Parola
di Dio, la Bibbia, e attraverso di essa la conoscenza e la presenza di Gesù
nella tua vita. g.f.r.
DICEMBRE
(27) LA TUA PAROLAÈ UNA LUCE SUL MIO SENTIERO. (Salmo 119:105)
Dietrich Bonhoffer (Germania 1906-1945) fu un grande uomo di Dio. Studiò
teologia, fu insegnante, pastore in diverse chiese, scrittore, militò
nella Resistenza durante il Terzo Reich e infine morì nel campo di concentramento
di Flossenburg. Bonhoffer camminò fedelmente sui sentieri che Dio gli
aveva preparato. Era persuaso che la Paola di Dio è la luce che poteva
illuminare il suo cammino e dissipare ogni tenebre. Scrisse: “Sono convinto
che solamente la Bibbia contenga le risposte a tutte le nostre domande. Ogni
giorno essa diventa per me più preziosa. Rimane solo la decisione di
credere alle parole della Bibbia più che a quelle di qualunque altro.
Credo che soltanto prendendo questa decisione possiamo conoscere la pace e la
felicità”. E la strada della tua vita da chi o da cosa è
illuminata? m.f.
DICEMBRE
(28) NON SCAMPEREMO, SE VOLTIAMO LE SPALLE A COLUI CHE PARLA DAL CIELO. (Ebrei
12:25)
Spontaneamente mi viene in mente questo versetto: “Dio, dopo avere anticamente
parlato in molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in
questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio…” (Ebrei
1:1-2). Anticamente Dio ha parlato dal Sinai, ora parla efficacemente e direttamente
dal cielo a ogni uomo attraverso il Vangelo, col quale ha scosso ogni regno
in terra e cielo. La Sua Parola perviene da una sede gloriosa, dal trono più
alto. Questo parlare dal cielo indica la Sua maestà, sottintende l’autorevolezza
e l’importanza estrema del Suo messaggio. Infatti, il Vangelo, frutto
della grazia e dell’amore divino, dimostra la grandezza della Sua gloria.
Disprezzare l’eccellenza e la chiarezza del Suo messaggio, significa caricarsi
di una colpa grandissima e una punizione inevitabile, ma: “…chi
ascolta la Mia parola e crede a Colui che Mi ha mandato, ha vita eterna; e non
viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita”
(Giovanni 5:24). m.m.
DICEMBRE
(29) RAVVEDETEVI E CONVERTITEVI, PERCHÉ I VOSTRI PECCATI SIANO CANCELLATI.
(Atti 3:19)
Mi ricordo che nel corso di una predicazione un uomo ascoltava con interesse
il Vangelo, sembrava apprezzarlo. Il predicatore concluse il suo sermone con
le parole pungenti dell’apostolo Pietro: “Ravvedetevi e convertitevi”.
Quell’uomo aveva sentito parlare dell’amore di Dio, ora quel stava
diventando impegnativo, troppo personale. Subito dopo disse: “Questo parlare
non mi piace!”. In effetti le persone non amano sentirsi dire che Dio
non approva il loro operato e che, se non si ravvedono, saranno giudicate. Ma
vi pare questa una buona ragione per contraffare il messaggio evangelico o predicarne
solo una parte? È giusto dire: “Dio ama tutti gli uomini!”
senza parlare della necessità di riconoscere il nostro peccato per ricevere
il perdono? Se Dio ci chiama al ravvedimento e alla conversione è perché
ci ama. Confessiamo, dunque, con dolore e vero pentimento tutte le azioni malvagie
compiute, volgiamoci fiduciosi a Cristo e i nostri peccati saranno davvero cancellati.
s.v.
DICEMBRE
(30) A TUTTI QUELLI CHE LO HANNO RICEVUTO EGLI HA DATO IL DIRITTO DI DIVENTARE
FIGLI DI DIO. (Giovanni 1:12)
È la più grande benedizione della vita: accogliere nel proprio
cuore Gesù e diventare figlio di Dio. Secondo la Parola del Signore,
ricevere Gesù significa due cose: - RiconoscerLo come il Signore, Sovrano
e Padrone della propria vita; cioè dichiarare un’assoluta dipendenza
e sottomissione a Lui, accettare che Dio diventi l’unica autorità
sulla propria vita. Ammettere di essere un ribelle verso Dio. – Credere
che è il Salvatore, Dio-Figlio che prese forma umana per vivere in perfetta
ubbidienza al Padre. Che morì sulla croce come un malfattore, malgrado
fosse innocente, e che, essendo Dio, non poteva rimanere nella tomba, e perciò
risuscitò trionfante dai morti, vincitore sul peccato e sulla morte.
Ora vive in eterno per salvare il peccatore che si ravvede. Infatti l’apostolo
Paolo afferma: “… Questa è la parola della fede che predichiamo,
perché se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai
creduto col cuore che Dio l’ha risuscitato dai morti, sarai salvato?”
(Romani 10:8-9). Il mio augurio, caro lettore, è che tu possa essere
uno fra quei “tutti” che hanno ricevuto Gesù. s.g.
DICEMBRE 2009
(31) RICORDATI DI TUTTO IL CAMMINO CHE L’ETERNO, IL TUO DIO, TI HA FATTO
FARE. (Dueteronomio 8:2)
Il tempo passa talmente in fretta che “voliamo” da un anno all’altro
senza neppure rendercene pienamente conto. Questa sensazione è purtroppo
rafforzata dalla nostra incapacità di fermarci. Tutti presi dai nostri
impegni quotidiani, continuiamo a “correre” senza posa, senza comprendere
l’importanza di compiere pause di ricordo e di riflessione che possono
dare nuove energie e nuovi significati al nostro cammino. Spesso queste pause
non le vogliamo proprio perché ci spaventano: meglio continuare a correre
senza pensare che, prima o poi, la corsa finirà. Stasera brinderemo al
nuovo anno, ci lasceremo trascinare da una contagiante euforia collettiva. Ma
i nostri brindisi augurali avranno poco senso, anzi saranno addirittura ingannatori,
se non troveremo un momento per ricordare il cammino percorso, ma soprattutto
per riflettere su quanto Dio ci ha concesso di fare. Ecco: quello che spesso
purtroppo manca alla nostra corsa è proprio il pensiero di Dio. Ci mancano
la riconoscenza per il cammino che ci ha fino a qui donato e la consapevolezza
che “faremo questo e quest’altro” soltanto “se Dio vuole”
(Giacomo 4:14-14). p.m.
UNA RIFLESSIONE FINALE
Dopo quello che hai letto quest’anno, forse senti il peso dei tuoi peccati
e hai il desiderio di essere perdonato e di dare la tua vita a Gesù Cristo,
ma non sai come farlo. Allora fermati qualche minuto proprio ora prega così:
“Signore Gesù, so di essere un peccatore e mi dispiace per i peccati
che ho commesso col pensiero, a parole e fatti. Mi pento e Ti chiedo sinceramente
perdono. Grazie che sei morto sulla Croce e hai pagato per me la giusta punizione
che avrei dovuto subire io. Ti chiedo di entrare nella mia vita in questo momento
di essere il mio Salvatore, il mio Signore e il mio Amico. Riempimi del Tuo
Spirito e aiutami da ora in avanti a seguirTi alla Tua Parola. Grazie, Signore
Gesù, Amen”. Se ti sei rivolto così a Dio prendendo la decisione
di seguirLo, ti incoraggiamo a scriverci per testimoniare di aver fatto questo
passo. Vogliamo aiutarti a crescere nella fede e magari metterti in contatto
con credenti nella tua città che hanno fatto questo passo. Oppure mandarti
altro materiale. In attesa di tue notizie ti salutiamo e, Buon Anno nel Signore!
ARRIVEDERCI E AL PROSSIMO ANNO
VI AUGURIAMO UN FELICE ANNO NUOVO 2010.
CALENDARIO 2008
CHIESA EVANGELICA TRIESTE Via della Madonnina n.43 Calendario di Gennaio.
Questo calendario è gratuito per gli interessati numero di Matteo: 333-5250511.
Cara lettrice, caro lettore, un nuovo anno è iniziato.
Ti auguriamo, che tu possa essere benedetto dal Signore Gesù Cristo e
che scoprirai quanto egli ti ama. Questo calendario è frutto di tante
preghiere e speriamo che mentre tu leggi e mediti quotidianamente le Sacre Scritture
e quanto scritto, tu possa comprendere sempre di più l’unicità
di Gesù Cristo e quanto egli ha fatto per te quando ha sparso il Suo
sangue per offrirti la riconciliazione con Dio e quindi, la vita eterna. Ti
consigliamo di chiedere a Dio che ti parli attraverso la Sua Parola, perché
Dio vuole avere un rapporto personale con te e ti sta cercando per parlarti.
Alla fine di ogni riflessione c’è un riferimento biblico quotidiano,
che ti porterà attraverso tutto il Nuovo Testamento in un anno. Speriamo
che ti sia utile a leggere con continuità la Sua Parola. C’è
anche la possibilità di ascoltare uno studio sistematico dell’intera
Bibbia via radio; per informazioni puoi telefonare alla CRC al Tel. 0362-245400,
consultare il sito www.bibbia.it. Per qualsiasi domanda non esitare a contattarci.
Possa il Signore parlarti al tuo cuore e spingerti a ricercare la Sua presenza
tutti giorni. (La Redazione).
(1) GENNAIO 2008
L’ETERNO CAMMINA EGLI STESSO DAVANTI A TE (Deuteronomio 31:8)
Cessate l’euforia e la baldoria dell’ultima notte dell’anno
2007, cominciamo a guardare al nuovo anno 2008 e a pensare a cosa potrà
accaderci, a quali programmi o sogni potremo realizzare. Davanti a noi si apre
un lungo sentiero di altre 365 tappe. Cosa ci attende a ogni tappa?
Nessuno di noi lo sa, perché non può saperlo, ma sappiamo bene,
tutti, che la nostra vita è un’alternarsi di gioie e di dolori
e che non ci sarà possibile evitare del tutto la sofferenza a vantaggio
della felicità. Certo, se ne avessimo il potere, elimineremo in anticipo
dal nostro cammino le esperienze negative, ma, in questo modo, toglieremo dalla
nostra vita proprio quegli eventi che spesso ci aiutano a maturare e a crescere.
Davanti a questo cammino, la scelta migliore è quella di affidare la
nostra vita alla guida, alla cura e alla protezione di Dio. La sua presenza
ci aiuterà ad apprezzare nel modo giusto e con un cuore riconoscere le
gioie e ci darà forza per non scoraggiarci e non avere paura davanti
alle prove. Egli è “davanti”, quindi conosce in anticipo
le esperienze che ci attendono e, sempre in anticipo, preparerà il nostro
cuore e la nostra mente ad affrontarle. p.m.
(2) IL SIGNORE È VICINO. (Filippesi 4:5)
I credenti dei primi secoli aspettavano con ansia il ritorno imminente di Gesù.
Poi man mano quest’attesa si è affievolita, e oggi, occupati come
siamo dalla nostra vita quotidiana, presi dall’ansia dei nostri bisogni,
distratti dai divertimenti, ci si è un po’ dimenticati che Cristo
sta per tornare. Ma la certezza del ritorno del Signore rimane la sola vera
speranza in un mondo di disperazione e di incredulità Siamo pronti per
il Suo ritorno? Essere pronti vuol dire non preoccuparci delle cose materiali,
ma avere fiducia nella provvidenza di Dio. Non temere per il futuro, ma avere
fede che Egli ci porterà al traguardo, perché Gesù cammina
con noi! Vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo e operare come se Gesù
dovesse tornare tra 10 anni. Dimostrare nella nostra vita bontà e dolcezza.
Colui che viene non tarderà. Se non sei sicuro di essere pronto, è
il momento di comprare il “biglietto”: finché sono disponibili,
sono gratuiti! Fallo subito, non aspettare: a cosa servirà un biglietto
quando la partenza per il cielo sarà già avvenuta? g.f.r.
(3) L’ETERNO, IL VOSTRO DIO, CHE VI PRECEDE; COMBATTERÀ EGLI STESSO
PER VOI. (Deut. 1:30)
Il contesto di questo versetto biblico ci parla della paura che manifesta il
popolo d’Israele davanti alla possibilità di conquistare il paese
di Canaan, la terra promessa da Dio. Tutto è buono e tutto è bello
in questo agognato paese, ma, commentando agli ebrei, gli abitanti sono troppo
grandi e forti per riuscire in questa impresa. Mosè, il loro condottiero,
la cui fede e fiducia in Dio non veniva mai meno, sa incoraggiare il suo popolo:
anche oggi: “…Dio combatterà per voi”. Tu e io affronteremo
altre battaglie nella nostra vita, ma sapere per fede che, comunque vadano le
cose, Dio sarà con noi, è meraviglioso e rassicurante. Perciò
non devono essere gli eventi a spaventarci. Permettiamo a Dio di portarci sempre
in trionfo. s.b.
(4) CRESCIAMO VERSO COLUI CHE È IL CAPO, CIOÈ CRISTO. (EFESINI
4:15)
Ho visto, in un istituto, una bambina in una culla. Sembrava che avesse pochi
mesi, ma mi hanno detto che aveva 30 anni. Non era mai cresciuta. Non la dimenticherò
mai. Molti credenti sono così. Dicono che hanno accettato il dono della
salvezza, credono le cose giuste, ma non sono mai diventati maturi. Vivacchiano
ai bordi della chiesa, non leggono quasi mai la Bibbia per approfondire la loro
conoscenza del Signore, pregano quando se ne ricordano. Non parlano della loro
fede. Non hanno piacere di stare con altri credenti. Piuttosto li criticano.
Eppure, fisicamente, sono adulti. Lavorano, hanno una famiglia, fanno le vacanze
e si comprano la macchina. Fanno sacrifici per i figli. L’apostolo Paolo
ha scritto: “Fratelli, non siate bambini quanto al ragionare; siate pur
bambini quanto a malizia, ma quanto al ragionare siate uomini compiuti”
(1 Corinzi 14:20). Come ti vede Dio? In culla? In crescita verso la maturità?
Adulto spiritualmente? m.t.s.
(5) È TEMPO DI CERCARE L’ETERNO. (Osea 10:12)
Ricordati anche tu quando al supermercato trovavi solo la frutta di stagione?
O quando si andava a cercare la frutta in campagna, al momento della maturazione
naturale? Si mangiava l’uva al tempo dell’uva, cachi al tempo dei
cachi! Il passo di oggi ci ricorda che viviamo nel tempo in cui possiamo cercare
il Signore e gustare il sapore della Sua presenza e vicinanza. Al tempo del
profeta Osea molti avevano sviluppato una pericolosa immunità verso la
Parola del Signore. L’avevano sentita, la conoscevano, ma nel loro cuore
si era formato uno strato impermeabile, come terra arida, che impediva alla
voce di Dio di penetrare. Perciò la respingevano. Come cristiani “zappiamo”
ogni tanto il nostro cuore. Permettiamo a Dio di parlarci, fermiamoci davanti
a Lui. Ascoltiamo la Sua parola. Afferriamola col pensiero e trasportiamola
fin nelle profondità del nostro cuore, meditandola. Dio ci chiama ad
avvicinarci e a fidarci completamente di Lui. Vedremo nascere tanti frutti buoni
nella nostra vita. a.p.
(6) PROVATE E VEDRETE QUANTO L’ETERNO È BUONO. (Salmo 34:8)
“Provare” e “vedere” sono due verbi attivi, uno sfida
lo scetticismo l’altro l’incredulità. Molti non vogliono
fare alcuna prova per vedere, altri non vogliono vedere per non ricredersi,
altri ancora ci provano non per reale interesse ma per speculare le grazie di
Dio e poi dimenticare i Suoi benefici. Occorre vincere questa condizione del
cuore in cui regna sovrana la sfiducia, ricredendosi su Dio. Potrò mai
essere sicuro di non sbagliare? La garanzia è nell’opera di Gesù.
L’adempimento di ogni parola di Dio, ci permette di superare l’ostacolo
dello scetticismo e dell’incredulità. Fidati di Cristo e otterrai
il Suo perdono! Thomas Watson disse: “la bontà del Signore ha sempre
creato una barriera fra noi e il pericolo”. “Il SIGNORE… che
conserva la Sua bontà fino alla millesima generazione, che perdona l’iniquità,
la trasgressione e il peccato, ma non terrà il colpevole per innocente”
(Esodo 34:6-7). Non dubitare, leggi la Bibbia, FIDATI di Gesù. m.m.
(7) DATE, E VI SARÀ DATO. (LUCA 6:38)
Questa frase fa parte del meraviglioso Sermone sul Monte che Gesù proclamò
ai Suoi discepoli e alla gran folla che Lo seguiva. Tutto il discorso è
un insieme d’insegnamenti talmente preziosi e importanti che, se messi
in pratica, capovolgerebbero tutte le condizioni di vita sulla terra. “Date
e vi sarà dato”: sembrerebbe esattamente il contrario, cioè
“più do e meno mi rimane”; ma Dio ha un ordine inverso delle
cose. Noi vediamo con i nostri occhi egoisti e limitati, invece la Sua visione
è molto più generosa. Questo “dare” di cui parla Gesù,
e offrire con generosità tutto quello che abbiamo non alla migliore banca
o finanziaria esistente sulla piazza, ma al Signore. Egli c’indicherà
di volta in volta come usare quello che abbiamo e noi stessi, per aiutare chi
è nel bisogno, per essere usati da Lui in servizi alla Sua gloria e per
il bene degli altri. Sono tanti i modi in cui Dio ci indicherà come e
dove usare noi, i nostri talenti e i beni che Egli ci ha affidati. Il versetto
prosegue così: “…vi sarà versata in seno buona misura,
pigiata, scossa e traboccante, perché con la misura con cui misurate,
sarà rimisurato a voi”. w.g.
(8) COME MAI ONORI I TUOI FIGLI PIU DI ME? DICE IL SIGNORE. (1 SAMUELE 2:29).
La persona a cui vengono rivolte queste parole ricopre un ruolo di primo piano:
è giudice e sacerdote del Signore in Israele. Ha la responsabilità
di amministrare la giustizia ed è la guida spirituale del popolo. Gli
occhi di tutti, dunque, sono sopra di lui! Ma, a un certo punto, quest’uomo
si macchia di un grave peccato. Ecco cosa fa: tollera la condotta malvagia e
perversa dei suoi figli. Che cosa accade al popolo? E sviato e confuso! L’intervento
severo del Signore non tarda a manifestarsi: “Come mai onori i tuoi figli
più di Me?. Eli, questo è il suo nome, disprezzò l’Eterno
e si comportò da stolto. Subito dopo il Signore affermò un principio
valido e attuale ancora oggi: “…Io onoro quelli che Mi onorano e
quelli che mi disprezzano saranno disprezzati” (1 Samuele 2:30). Poniti
sinceramente alcuni interrogativi: stai onorando il Signore con il tuo comportamento
o lo stai offendendo? Lo onori più di ogni altra cosa o persona del mondo?
Le risposte a queste domande risulteranno decisive per la tua felicità
eterna. s.v.
(9) QUEL CHE FA RICCHI È LA BENEDIZIONE DELL’ETERNO. (Proverbi
10:22)
Chi è più ricco? La persona che ha tanto, ma non è soddisfatta,
o chi ha forse meno, ma pensa di avere abbastanza? La ricchezza è in
fondo qualcosa di imponderabile in senso materiale. Spesso una persona che ha
ricchezza in gran quantità non riesce a fermarsi nel suo desiderio di
accumulare, di avere anche potere, controllo sugli altri e, non essendo mai
soddisfatto nei suoi desideri, non è ricco.
Chi invece gode della presenza di Dio nella sua vita, chi sa di essere salvato
e benedetto,di essere un figlio di Dio, come potrebbe non sentirsi ricco? Non
siamo noi che possiamo guadagnarsi questa ricchezza con i nostri sforzi; Dio
ci benedice perché ci ama, perché il Signore Gesù ha dato
la sua vita perché fossimo salvati per l’eternità. Questa
è la ricchezza che riempie davvero il nostro essere interiore in modo
completo e davvero soddisfacente. v.n.
(10) GESÙ DOMANDÒ: CHE VUOI CHE IO TI FACCIA? (Luca 18:41)
Il Signore Gesù fece questa domanda a un cieco che gridava: “Gesù,
Figlio di Davide, abbi pietà di me” (v.38). Quest’uomo aveva
sentito parlare di Gesù il Nazareno, credeva che era il Messia promesso
e credeva che, come Liberatore, poteva intervenire sul suo problema. Una bella
confessione di fede di un uomo semplice che riconobbe Gesù come l’inviato
di Dio e si abbassò fino a implorare pietà per il suo stato di
bisogno. Il Signore fa anche a te la stessa domanda, vuole darti la consapevolezza
del tuo reale stato davanti a Lui, vuole salvarti dalla condanna eterna. Certo,
in una società materialistica come la nostra è difficile vedere
le realtà spirituali prima di quelle temporali. Gesù disse: “Cercate
prima il regno di Dio e la Sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte”
(Matteo 6:33). Ricorda, che i bisogni fisici e materiali che potresti chiedere
sono solo per un tempo, la salvezza della tua anima è per l’eternità.
Gesù ti dice: “Che vuol che Io ti faccia?”. s.g.
(11) ALLONTANA DA ME IL RUMORE DEI TUOI CANTI! (Amos 5:23,24).
Sono musicista e ascolterei musica sempre e dappertutto. Ci sono, però,
situazioni in cui il silenzio è più piacevole di tante canzoni
che, se fuori posto, risultano essere solo rumore. Non credo, per esempio, sia
il caso di accendere lo stereo in macchina proprio mentre un poliziotto ci sta
facendo la multa per eccesso di velocità o per altro. Anzi direi che,
se avessimo lo stereo acceso, anche prima di essere beccati dalla Polizia, lo
spegneremmo appena vedremmo la paletta in alto. Quindi, comprendo appieno questo
pensiero di Dio nei confronti del Suo popolo, perché ci sono situazioni
in cui la musica sembra “stonare”. Il Signore stava rimproverando
Israele perché continuava a fare feste, avendo dimenticato le cose importanti:
l’ubbidienza, la fedeltà, la santità, la giustizia, ecc.
La musica era un po’ come voler versare acqua da una bottiglia vuota.
Non ha senso! A me piace tanto cantare e vi assicuro che sentire Dio che dice:
“Allontana da Me il rumore dei tuoi canti” mi da molto dolore. Ma,
Lui ha sempre ragione e, se siamo in difetto, invece di cantare, faremmo meglio
a riflettere. r.b.
(12) NOI VI PREDICHIAMO CHE VI CONVERTIATE AL DIO VIVENTE. (Atti 14:15)
Esattamente questo è il messaggio del Vangelo: convertirsi! Il termine
“conversione” significa: “radicale cambiamento di mentalità
e di direzione”. La conversione fu l’aspetto principale della predicazione
di Gesù e degli apostoli. Infatti le prime parole di Gesù riportate
dall’evangelista Marco, sono: “Il tempo è compiuto e il regno
di Dio è vicino; ravvedetevi e credete al Vangelo” (Marco 1:15).
Anche l’apostolo Pietro aveva come fulcro della sua predicazione la conversione
a Dio si ottiene la cancellazione, il perdono dei propri peccati siano cancellati”
(Atti 3:19). La frase di oggi, tratta dalla Bibbia, è stata pronunciata
dall’apostolo Paolo a delle persone che lo volevano adorare. Gli apostoli
hanno sempre evidenziato l’importanza fondamentale di cambiare mentalità
convertendosi a Dio e indirizzare quindi tutta l’adorazione solo a Lui.
Sei convertito anche tu al Dio vivente? e.m.
(13) O DIO, NON SAPPIAMO CHE FARE, MA I NOSTRI OCCHI SONO SU DI TE.
(2 Cronache 20:12)
Il contesto del versetto di oggi, ci parla di una battaglia che il popolo d’Israele
affrontò contro un esercito nemico di superiorità schiacciante.
Nella Bibbia la vita cristiana è spesso paragonata a una battaglia contro
il male e contro le forze spirituali della malvagità (Efesini 6:12).
Essere veri cristiani non è facile. Satana, il nostro nemico, cerca di
guastare e rovinare la nostra vita facendo affievolire il nostro zelo e il nostro
amore per il Signore. Che dobbiamo fare per avere una vita vittoriosa?
1. Essere consapevoli della potenza del nostro nemico. Satana è potente.
2. Essere consapevoli della maggiore potenza di Dio. Giosafat disse: “Signore,
non hai tu forse nelle Tue mani la forza e la potenza in modo che nessuno può
resistere contro di Te?” (2 Cronache 20:6).
3. Essere consapevoli della nostra debolezza e affidarci completamente al Signore.
“poiché siamo senza forza e non sappiamo che fare, ma gli occhi
nostri sono su di Te”. Da soli non possiamo fare nulla; abbiamo bisogno
di Cristo e della Sua potenza in noi. p.d.n.
(14) UNA RISPOSTA GENTILE CALMA LA COLLERA, MA LA PAROLA PUNGENTE ECCITA L’IRA.
(Proverbi 15:1).
Bandire dalla famiglia, dalla chiesa, dalla società le parole pungenti,
quelle che fanno male, che non ti dimentichi, quelle battute ironiche e sarcastiche,
quei doppi sensi e i pettegolezzi a buon mercato. Cosa succederebbe? Sarebbero
trasformati i rapporti di coppia, improvvisamente vedremmo un marito e una moglie
sull’orlo di un divorzio riavvicinarsi. Sul lavoro, fra colleghi, ci sarebbe
un clima pacifico e disteso e non quella prontezza nello scavalcare l’altro,
nella chiesa poi, arriverebbero tante persone per chiederci, stupite, da dove
provenga quell’amore e perché ci parliamo così gentilmente
benché non ci siamo scelti e non coltiviamo interessi simili. Una vera,
straordinaria, incredibile rivoluzione quella battutina che ci viene così
spontanea e và tanto dì moda, per recuperare una parola gentile
che ha, però, indiscussi effetti calmanti e rilassanti . . . tipo tisana
della sera! a.m.
(15) CHI HA ORECCHI PER UDIRE ODA, DISSE GESÙ. (Luca 14:35).
La frase, con cui Gesù chiuse la presentazione di alcune parabole o di
alcuni insegnamenti particolarmente significativi, chiama direttamente in causa
la disponibilità dei Suoi ascoltatori a prendere in considerazione quanto
Egli aveva detto e insegnato. È una frase che può apparire scontata
e perciò inutile: è ovvio che per udire, occorre avere le orecchie
e averle ben funzionanti! Ma quello che Gesù voleva dire non era affatto
scontato: voleva ricordare che, pur avendo le orecchie, si può non sentire,
se il nostro cuore e la nostra mente non sono pronte a dare ascolto a quanto
ci viene proposto. Del resto non lo ricorda anche un nostro proverbio comune
che “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire!”?
Ecco cosa devo ricordare oggi: il mio rapporto con la Parola di Cristo non passa
attraverso la mia capacità di sentire, ma piuttosto attraverso la mia
disponibilità ad ascoltare! p.m.
(16) NOI TUTTI ERAVAMO PER NATURA FIGLI D’IRA. (Efesini 2:3).
L’ira è un sentimento che tutti conosciamo specialmente quando
qualcuno ci fa arrabbiare. Essendo santo (separato dal peccato), Dio, secondo
la Sua giustizia, potrebbe essere molto adirato con quello che noi facciamo
di sbagliato. Ma grazie alla Sua ricca misericordia e grande amore per noi peccatori,
la Sua giustizia è stata già soddisfatta 2000 anni fa, grazie
al Sostituto perfettamente santo che ha preso su di sé l’ira di
Dio: Gesù Cristo. Dio cambia la posizione di chi pone fede nel Suo sacrificio
sulla croce: da morto spirituale e figlio d’ira viene automaticamente
vivificato, risuscitato e quindi salvato dalla giusta ira di Dio. Questa è
la grazia di Dio verso chi vuole diventare Suo figlio! Ora è giusto che
ti chieda: eri oppure sei ancora sotto l’ira di Dio? “Poiché
è terribile cadere nelle mani del Dio vivente!” (Ebrei 10:31).
b.s.
(17) L’ETERNO È UN DIO SANTO, NON SOPPORTA I VOSTRI PECCATI. (Giosuè
24:19).
Queste parole rivelano sia la santità di Dio, sia la nostra condizione
di peccatori; due realtà che non possono che essere in antitesi fra loro.
Questo forte monito, rivolto al popolo d’Israele ai tempi di Giosuè,
è valido per gli uomini di tutti i tempi ed è quindi sempre attuale.
Di fronte all’assoluta purezza della santità divina, il nostro
peccato risuona come singole stonature nell’armonia di una bella musicista.
Tale situazione coinvolge certamente tutti gli uomini, ma agli occhi di Dio
sono io che devo personalmente riconoscere d’essere responsabile dei miei
singoli peccati. Questa realtà non è però senza speranza
perché il punto d’incontro fra il Dio santo e l’uomo colpevole
è la croce di Gesù Cristo, l’unico mezzo per il quale possiamo
essere perdonati e riconciliati con Dio. s.p.
(18) IL GIUSTO NON TEMERA’ CATTIVE NOTIZIE, IL SUO CUORE E’ SALDO,
FIDUCIOSO IN DIO. (Salmo 112:7).
Chi è il giusto di cui si parla in questo versetto? Lo troviamo nel primo
versetto del salmo stesso: il giusto è colui “che teme il Signore
e trova grande gioia nei Suoi comandamenti”. Il giusto, dunque, è
chi ama e rispetta il Signore e fa del suo meglio per ubbidirGli. Il versetto
di oggi dice che “il giusto non temerà cattive notizie”.
Questo non vuol dire che non riceverà mai cattive notizie e che tutto
le andrà sempre bene. Vuol dire, invece, che non soccomberà sotto
il peso delle avversità.
Il suo cuore è fermo e incrollabile perché egli si sostiene al
suo Dio ed è pieno di fiducia perché sa che il Signore volgerà
il bene anche le circostanze avverse. a.r.m.
(19) CON QUALE IMMAGINE RAPPRESENTERESTE DIO? (Isaia 40:18)
Ai bambini di una scuola materna americana è stato chiesto di “disegnare”
Dio. Le rappresentazioni sono state molte, ma l’immagine ricorrente che
più mi ha colpito è stata quella di Dio raffigurato come Babbo
Natale, un anziano signore panciuto e sorridente, che naturalmente aveva una
barba bianca e un sacco pieno di regali. A parte l’errata e peccaminosa
pretesa di voler rappresentare Dio, lo Spirito eterno, con sembianze umane,
penso che anche l’immagine che di Lui si fanno molti italiani non sia
molto lontana da questa idea: un Dio sornione, buonista che alla fine, proprio
alla fine, perdonerà tutto e tutti e ci porterà a vivere in un
paradiso meraviglioso: dopo tutte le sofferenze di questa terra, ce lo meritiamo
proprio. Non pensi cosi anche tu? Se lo immagini così, vivi in un inganno.
Ti sei fatto un’immagine errata di Dio e della sua volontà.
Forse qualcuno pensa che Dio sia un vecchio cinico, o qualcuno che gode a far
del male alla gente, o crede che sia sordo o cieco. Che immagine hai di Dio?
Se vuoi conoscerLo veramente, leggi la Bibbia, incontraLo in preghiera, ascoltaLo,
parlaGli. Si rivelerà. m.f.
(20) O ETERNO, COME SONO PROFONDI I TUOI PENSIERI. (Salmo 92:5)
Queste parole mi fanno pensare alla grandezza dei pensieri di Dio, ma anche
alla loro imperscrutabilità, cioè all’incapacità
e impossibilità degli esseri umani di comprendere la mente di Dio. Questo
dipende dal fatto che egli è il Creatore onnipotente e onnisciente e
noi le sue creature e, in quanto tali, limitate. Non posso immaginare la vastità
dei pensieri di Dio, ma so per certo che rispecchiano il Suo carattere di santità,
amore, giustizia, bontà, pazienza… e che sono rivolti alla Sua
creatura. Le parole che precedono il versetto di oggi sono: “Quanto sono
grandi le Tue opere” (versetto 4); infatti i Suoi pensieri grandiosi danno
origine ad azioni meravigliose di cui noi siamo oggetto. Io voglio ringraziare
Dio per aver pensato e mandato ad effetto l’unico piano di salvezza per
la mia anima e di avermi aperto gli occhi per vederlo e comprenderlo: Gesù
Cristo si è incarnato per prender su di Sé le mie colpe e pagarne
le conseguenze sacrificando la Sua stessa vita.
Quali pensieri d’amore Dio ha concepito per noi sin dall’eternità!
Come rimanerne indifferenti?!e.s.
(21) SAPPIATE CHE AVETE LA VITA ETERNA, VOI CREDETE NEL NOME DEL FIGLIO DI DIO.
(1 Giovanni 5:13).
Prima di diventare cristiano, pensavo che il giorno della morte fosse per tutti
gli uomini il grande e misterioso giorno del giudizio nel quale avremmo conosciuto
la nostra sorte eterna. Ma le cose non stanno così e soltanto un incredulo,
quale ero io, può soltanto un incredulo, quale ero io, può pensarlo.
La vita eterna ci viene data quando ancora siamo su questa terra e per il credente
è una meravigliosa certezza. Il versetto di oggi è chiarissimo:
il Signore vuole che il credente sappia di possedere questa vita, affinché
la questione della “salvezza” sia definita una volta per tutte e
il credente possa dedicarsi a servire Dio e al bene degli atri. Ma per coloro
che non hanno ancora accettato Cristo nella propria vita, la Bibbia dice che
l’ira di Dio rimane su di loro (Giovanni 3:36). La Parola di Dio è
chiara, non fa misteri e sorprese per nessuno. Essa ci invita, invece, ad accogliere
la salvezza di Cristo. g.b.
(22) E TU, CHE DICI DI GESU’? (Giovanni 9:17)
Questo versetto è tratto da un episodio nel quale il protagonista era
un cieco nato, che ha riacquistato la vista per un miracolo compiuto da Gesù.
Egli si ritrova faccia a faccia con i Giudei nemici di Gesù i quali,
pur di far fronte all’evidenza schiacciante, rinnegano Gesù come
Figlio di Dio e fanno questa domanda al cieco: “E tu, che dici di Gesù?”.
Se tu dovessi fare questa domanda a me, ti risponderei così: “Ero
cieco, lontano dalle vie di Dio, un Suo nemico, ma l’amore di Gesù
Cristo per me, mi ha conquistato e mi ha aperto gli occhi sulla realtà
vera dell’uomo e sul grande bisogno del miracolo della salvezza nella
mia vita. Ora so con certezza perché sono nato, ma soprattutto dove andrò;
un giorno vivrò con Lui eternamente nella gloria Sua”. Possa il
Signore Gesù aprire i tuoi occhi sulle meraviglie del cielo. p.p
(23) O ETERNO, FAMMI CONOSCERE LE TUE VIE, INSEGNAMI I TUOI SENTIERI. (Salmo
25:4).
Questa invocazione è una preghiera vera e propria. Di solito si prega
per ricevere perdono, cibo, protezione, forse guarigione, ma, quanto spesso
ci si mette davanti a Dio con una simile richiesta?
Sicuramente lo si fa nei momenti di difficoltà o quando è assolutamente
necessario fare la scelta giusta. Se imparassimo, però, a chiedere ogni
giorno cosa Dio vuole da noi e cercassimo di capire la Sua guida, invece di
limitarci a chiedere la benedizione sui nostri progetti, godremmo di una pace
e di un riposo costante.
Una simile preghiera non scaturisce se non da un carattere umile e sottomesso
alla Sua volontà, al quale il Signore assicura la Sua guida come è
scritto nel versetto 9: “Guiderà gli umili nella giustizia, insegnerà
agli umili la sua vita”. o.t.
(24) UN POPOLO NON DEVE FORSE CONSULTARE IL SUO DIO? (Isaia 8:19).
Le parole di questo versetto necessitano di una breve spiegazione. In particolare
il verbo “consultare” sottintende qui un rivolgersi a Dio, un cercare
di conoscere la Sua volontà, ovviamente con l’intenzione di metterla
in pratica. Non a caso, se si continua nella lettura del testo profetico, si
può notare che il versetto 20 contiene un’esortazione precisa a
tenere in considerazione la Legge del Signore e di non rivolgersi ai morti o
di consultare coloro che evocano gli spiriti (v.19).
Questo invito rimane estremamente attuale, le parole di Isaia sono passate indenni
attraverso i secoli per giungere fino a noi. “Consultiamo” dunque
il Signore, cioè rivolgiamoci alla Sua Parola ispirata per imparare sempre
più e sempre meglio a conoscere la Sua volontà. Facciamo della
Parola di Dio il nostro cibo spirituale quotidiano. f.a.
(25) L’ETERNO VOLGA VERSO DI TE IL SUO VOLTO E TI DIA LA PACE! (Numeri
6:26)
Il fatto che queste parole siano rivolte a Israele, il popolo eletto di Dio,
non ci sorprende: la Bibbia rivela ampiamente la cura straordinaria di Dio per
il Suo popolo. Tuttavia, il contesto in cui si trova questa benedizione parla
d’Israele come di un popolo di Dio chiama Israele al pentimento, per godere
appieno di tutte le cose meravigliose preparate da Lui. Le parole del versetto
succitato potranno avere il valore anche per noi, soltanto se diventiamo figli
Suoi, accettando il Suo rimedio per il peccato, il sacrificio espiatorio di
Gesù Cristo sulla croce, e poi se riconosciamo la Sua signoria sulla
nostra vita. Altrimenti, come gli israeliti che avevano rinnegato Dio, anche
noi dovremmo affrontare il Suo giusto giudizio. h.p.
(26) GESU VIDE, ED EBBE COMPASSIONE. (Marco 6:34).
Il sentimento di compassione che ci accade di provare quando entriamo in contatto
con le sofferenze altrui, quasi sempre è accompagnato da un senso di
impotenza. Si potrebbe quasi dire che la nostra compassione, più che
aiutare il sofferente, ci porta a fondo insieme a lui. Non è la stessa
cosa per Gesù. Egli guardò la gente che accorreva verso di Lui
e riconobbe il loro vero Pastore e “si mise a insegnare loro molte cose”.
Da una parte è consolante sapere che Gesù non solo conosce i nostri
guai, non solo si commuove sinceramente per le nostre sofferenze, ma sa anche
come intervenire in nostro aiuto e può e vuole farlo. Dall’altra
è impegnativo per noi sapere che Gesù vuole usarci come Suoi strumenti
per compiere la Sua opera di salvezza e consolazione verso altre persone, di
cui Lui sta provando compassione. m.c.
(27) DIO ASCIUGHERA’ LE LACRIME DA OGNI VISO. (Isaia 25:8)
La sopravvivenza del popolo di Israele nel corso dei secoli è uno dei
miracoli di dio, in senso storico. Popoli che hanno conosciuto meno persecuzioni
e stragi sono scomparsi, ma Israele no. Come è possibile? Ce lo dice
la conclusione di questo versetto: perché il Signore ha parlato. Dio
ha fatto delle promesse e queste saranno mantenute fino in fondo. Ci sarà
consolazione, la morte sarà annientata, la vergogna tolta via. Ricordare
quello che è successo è un dovere per tutti, Ebrei e no, e a maggior
ragione per chi crede che la Bibbia è la Rivelazione ispirata di Dio.
Il popolo di Israele conoscerà la pace quando riconoscerà il suo
messia e adempirà al compito per cui è stato scelto: essere un
testimone di Dio e del Suo Unto. Certo ci saranno ancora momenti molto difficili
per questo popolo, ma Dio, il Signore del cielo e della terra non sarà
preso di sorpresa. Andare contro questo popolo vuol dire mettersi contro Dio
e sperimentare la Sua collera. Da che parte vogliamo stare? v.n.
(28) PER MEZZO DI LUI GLI UNI E GLI ALTRI ABBIAMO ACCESSO AL PADRE.
(Efesini 2:18)
In tutto questo brano (versetti 11-22) Paolo mostra stupore e ammirazione: di
due popoli così diversi e opposti (ebrei e non ebrei) Dio ha formato
un unico corpo, cioè la Chiesa. È la potenza dell’opera
di Cristo che ha fatto crollare le vecchie barriere. Oggi, sotto i nostri occhi,
si sta realizzando un fenomeno simile: mentre le varie religioni umane sono
limitate e condizionate (pensiamo all’Islam legato alla Mecca, all’Induismo
legato all’India e al fiume Gange, ecc.), solo la fede in Cristo è
veramente universale. Credenti di ogni lingua, popolo e nazione proclamano oggi
che Cristo è il Signore. La maggioranza dei cristiani nati di nuovo (Giovanni
3:3) non fa più parte del mondo occidentale: dai villaggi sperduti sulle
Ande alle regioni più remote della Cina e dell’Africa, a metropoli
asiatiche come Seul, milioni di credenti adorano e servono Cristo con un impegno
e un entusiasmo che noi, nella vecchia Europa, sembriamo aver perduto. Il gioioso
stupore di Paolo si rinnova oggi per noi; è proprio vero: in Lui gli
uni e gli altri, pur così diversi, abbiamo tutti accesso al Padre! l.p.
(29) L’ETERNO DICE: IO ONORO CHI MI ONORA E DISPREZZO CHI MI DISPREZZA.
(1 Samuele 2:30)
Il predicatore Sandur Sundar Singh, definito “l’apostolo paolo dell’India”,
si recò in Nepal per annunciare il Vangelo, ma fu messo subito in prigione.
Li predicò Cristo e parecchi prigionieri si convertirono. La guardia
ordinò a Sundar di tacere, ma la sua risposta fu: “Non posso, devo
ubbidire al Maestro”. Poi fu proibito anche ai prigionieri di ascoltarlo,
ma questi risposero: “Ci avete messi in prigione per diventare migliori
e ora ci proibite di ascoltare un uomo che, col suo insegnamento, ci ha portato
al pentimento”. Gli agenti furono imbarazzati da questa risposta e decisero
di trasferire Sundar in un carcere più duro. Appena arrivato fu spogliato
e legato a un palo. Ogni centimetro del suo corpo fu coperto da sanguisughe
che lo avrebbe dissanguato, ma sotto questa tortura Sundar lodava Dio e cantava
inni a lui. Il guardiano contattò il governatore e gli disse: “È
assurdo! Più lo si fa soffrire e più sembra felice”. “È
pazzo” disse il governatore “lasciatelo andare”. Sundar fu
liberato e continuò a proclamare il Vangelo. Dio onora chi Lo onora e
mette in imbarazzo chi lo disprezza. r.b.
(30) “OGNI COSA È POSSIBILE A DIO”. (Marco 10:27).
Dopo aver letto queste parole forse qualcuno dirà: “Ecco come potrò
finalmente risolvere tutti i miei problemi!”. E qualcuno altro: “Non
posso credere che dio possa occuparsi proprio di tutto quello che mi capita!”.
Qualsiasi sia la reazione, vale la pena riflettere. Entrambe queste posizioni
non sono né equilibrate, né complete. Nel primo caso la potenza
anzi la sovrana onnipotenza di Dio, non può essere valutata come l’opera
di una bacchetta magica che, come d’incanto, faccia sparire qualsiasi
difficoltà. Nel secondo caso l’atteggiamento è quello tipico
di chi si sofferma troppo sui problemi, ingigantendoli e non si concentra invece
sulle infinite capacità del Signore di venire incontro alle nostre difficoltà,
spesso ben oltre le nostre aspettative. Dio si rivolge a noi, facendo delle
affermazioni e delle promesse, ma spesso l’ansia dei nostri pensieri,
troppo concentrati sui problemi contingenti, ce le fanno dimenticare. Il Signore
ci chiede di fargli sapere tutto ciò che blocca la nostra strada, perché
Egli può aiutarci, in alcuni casi rimuovendo gli ostacoli e in altri
aiutandoci a superarli. s.p.
(31) PRESE DEL PANE E RESE GRAZIE A DIO IN PRESENZA DI TUTTI (Atti 27:35). Non
è facile rendere grazie a Dio in ogni circostanza in cui ci troviamo.
Per natura siamo portati a lamentarci, anziché a essere riconoscenti.
Spesso ci lamentiamo di tutto e di tutti: dei vicini, della moglie, del marito,
dei colleghi, dei datori di lavoro, dei fratelli in fede e così via.
A volte ci lamentiamo anche di Dio, accusandolo magari di ingiustizia e di mancanza
di amore e attribuendoGli le nostre colpe. Questo atteggiamento negativo ci
porta all’amarezza, alla depressione e all’infelicità. Il
rimedio a tutto ciò è la riconoscenza e la lode. Quando rese grazie
a Dio, l’apostolo Paolo si trovava in una situazione drammatica; era in
pericolo di vita su una nave sballottata da un vento impetuoso, e poi fece naufragio.
Ma aveva piena fiducia nel suo Dio. Dobbiamo imparare anche noi a rendere grazie
a Dio in ogni cosa. Dobbiamo realizzare che Dio ha tutto sotto controllo e fa
concorrere tutte le cose per il bene di quelli che Lo amano. p.d.n.
FEBBRAIO
(1) GUAI A COLUI CHE CONTESTA IL SUO CREATORE. (Isaia 45:9)
Queste parole del profeta Isaia vogliono essere un invito rivolto a tutti noi
a restare tranquillamente al nostro posto di creature davanti al Creatore. Isaia
puntò il dito su un problema che ci tocca da vicino. Chi di noi, infatti,
può vantarsi di non aver mai pensato, di fronte a certi fatti della vita,
che si fosse trovato al posto di Dio avrebbe fatto le cose diversamente? Quanta
stoltezza in questo pensiero! Come possiamo pretendere di sapere meglio del
Signore come vanno gestite le cose? Ma allora la nostra posizione deve dunque
essere rassegnazione passiva agli eventi? No, ma piuttosto accettazione consapevole,
consapevole del fatto che Dio ci ama e fa sempre ogni cosa per il nostro bene.
f.a.
(2) RICORDATI DEL GIORNO DEL RIPOSO PER SANTIFICARLO. (Esodo 20:8)
Dio, dopo aver creato la terra e l’uomo, il settimo giorno si è
riposato e ha santificato quel giorno. Più tardi, quando ha donato la
legge al popolo d’Israele l’ha stabilito come quarto comandamento.
Che cosa ha a che fare con noi oggi tutto questo? Anche noi siamo chiamati a
ricordarci che nella nostra vita non esiste solo il lavoro, ma anche il riposo
e soprattutto del tempo da riservare a Dio, per offrirGli lode, adorazione e
gloria. Tuttavia, prendere un tempo specifico della settimana per benedire il
Signore, non esclude il nostro impegno a ricordarci di Lui durante tutti gli
altri giorni. Infatti è durante tutta la settimana che sperimentiamo
l’intervento di Dio nella nostra vita, il Suo amore, gli effetti del Suo
perdono in Cristo Gesù, la Sua grazia, il Suo aiuto. Queste esperienze
ci portano a conoscerLo di più e automaticamente il nostro cuore e la
nostra bocca si aprono per lodarLo! Perciò il giorno del riposo è
il frutto del nostro rapporto quotidiano con Dio. e.s.
(3) O SIGNORE, QUANTO ÈMAGNIFICO IL TUO NOME. (Salmo 8:9)
Il Suo nome è magnifico, santo, buono, benedetto, glorioso, eterno degno
di lode, da non profanare e neppure da usare superficialmente, perché
è nel Suo nome che dobbiamo pregare. E, forse, quel senso di rispetto,
quando sulle nostre bocche affiora il nome “Signore”, non lo realizziamo
appieno, perché, nella nostra lingua, qualsiasi cognome è preceduto
dal termine “signore”: Signor Rossi, Signora Bianchi ecc. . . Qui,
invece, il Salmista sembra non trovare più parole. Dicendo “Signore”
il suo cuore è spinto alla lode, nella consapevolezza che quel nome è
eccelso e glorioso, al di sopra di qualsiasi altro nome, l’unico che possiamo
invocare e adorare. Prova a contemplare il creato, la bellezza del cielo, lo
splendore della luna, il sole, le stelle e la varietà delle specie animali
e poi la perfezione di un neonato che ci ricorda il miracolo di una nuova vita.
. . come Davide, autore di questa poesia, sarai spinto a lodare il Suo nome.
a.m.
(4) VI ESORTIAMO A NON RICEVERE LA GRAZIA DI DIO INVANO. (2 Corinzi 6:1)
La grazia di Dio ci offre la Sua salvezza senza condizioni. Non ci chiede di
guadagnarcela, perché sarebbe impossibile. Ma c’è un rischio.
Possiamo accettare la salvezza per grazia e poi cominciare a pensare che dobbiamo
fare qualcosa per “meritare” questa grazia. Forse osservare dei
riti particolari? Forse fare delle rinunce? Espiare in qualche modo i nostri
errori? In questo modo rendiamo vana la grazia di Dio, non la godiamo pienamente.
Oppure c’è un errore di tipo diverso. Per grazia, Dio ci ha reso
Suoi figli, e noi viviamo una vita meschina, senza ubbidienza al Padre e senza
gloria. Continuiamo a combattere con le meschiniere del nostro carattere, senza
permettere a Dio di operare profondamente nella nostra vita. Viviamo una vita
cristiana mediocre e piena di compromessi. Ma non è questo che Dio voleva
darci nella Sua grazia. La salvezza che ci offre è completa e gioiosa.
v.n.
(5) V’È GIOIA DAVANTI AGLI ANGELI DI DIO, PER UN SOLO PECCATORE
CHE SI RAVVEDE. (Luca 15:10)
Un detto popolare afferma: “Sbaglia anche il prete sull’altare”.
Con questo si intende dire che siamo tutti peccatori. Sbaglia perfino il prete,
che non dovrebbe peccare mai, perciò siamo tutti nella stessa barca.
Non pensiamoci più. Invece, bisogna pensarci. Capire che pecchiamo è
una cosa giusta. Ma questo non fa di noi delle persone gradite a Dio. Se il
peccato che compiamo, nei pensieri, e nelle azioni, non ci rattrista, non ci
fa sentire perduti, disperati e degni di morte, non abbiamo capito niente. Il
peccato è una cosa seria: offende Dio e ci rende degni della punizione.
Siccome è un’offesa fatta a un Dio infinito, merita una punizione
infinita ed eterna: l’inferno. Il ravvedimento vero fa quindi capire la
necessità assoluta di un Salvatore e spinge a buttarsi in ginocchio per
chiedergli la Sua grazia. La grazia Lui la concede immediatamente. La salvezza
è realizzata e sicura. E gli angeli festeggiano. A che punto della strada
stai tu? m.t.s.
(6) LA MOLTITUDINE SI RALLEGRAVA DI TUTTE LE OPERE GLORIOSE COMPIUTE DA GESÙ.
(Luca 13:17)
Quello che leggiamo nei Vangeli, intorno alla vita e le opere di Gesù,
sicuramente non esaurisce tutto il Suo operato: si dovrebbero scrivere tanti
libri, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio
di Dio, e, affinché, credendo, abbiate vita nel Suo Nome” (Giovanni
20:31). Quando Gesù operava un miracolo non era certo per dare spettacolo.
Il Suo scopo era quello di aiutare chi era nella sofferenza, ma soprattutto
manifestare la Sua deità; era Dio a tutti gli effetti e il miracolo più
grande che Egli desiderava e desidera compiere ancora oggi, è quello
della guarigione spirituale delle persone. Egli ha compiuto tutto sulla croce
affinché questo miracolo si realizzi. “È compiuto”
(Giovanni 19:30). La moltitudine si rallegrava per le opere di Gesù,
ma queste non sempre producevano la fede: Gesù ne aveva compiuti tanti,
ma pochi erano coloro che avevano creduto veramente in Lui e Lo seguivano. Ciò
dimostra che la fede non viene dai miracoli, ma dall’ascolto della Parola
di Dio. “Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò
che si ascolta viene dalla parola di Cristo” (Luca 15:10). w.g.
(7) NON TI VANTARE DEL DOMANI, POICHÉ NON SAI QUEL CHE UN GIORNO POSSA
PRODURRE. (Proverbi 27:11)
Il libro dei Proverbi, da cui è tratto il versetto per oggi, è
una raccolta di massime e di detti sensati che rivelano la saggezza di Dio in
ogni aspetto della vita. “Non ti vantare del domani”, infatti, è
un richiamo forte che ti costringe a riflettere sui limiti umani. Per comprendere
in modo pratico questo concetto facciamo attenzione alla breve storia di un
uomo che Gesù definì stolto: “La campagna di un uomo ricco
fruttò abbondantemente e così ragionò fra sé: “Che
cosa farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?”,
dopo aver riflettuto, disse: “Ecco cosa farò: demolirò i
miei vecchi granai, ne costruirò altri più grandi e poi potrò
godermi tutte le mie ricchezze!”. Ma Dio, con il quale non aveva fatto
i conti, gli disse: “Insensato, questa notte stessa l’anima tua
ti sarà ridomandata…” (cfr. Luca 12:16-20). La Bibbia insegna
che il tempo non è nostro. Ogni vanto, dunque, è quanto mai inopportuno
perché non conosciamo quel che accadrà. Piuttosto, dovremmo imparare
il santo atteggiamento insegnandoci dall’apostolo Giacomo: “Dovreste
dire invece: “Se Dio vuole, saremo in vita e faremo questo o quest’altro”.
(Giacomo 4:15). s.v.
(8) CIASCUNO ESAMINI L’OPERA PROPRIA. (Galati 6:4).
L’uomo è l’unico essere razionale in grado di scegliere e
agire in base ai propri pensieri e principi di vita. Le azioni dell’uomo
sono governate dal suo discernimento. Se i valori che seguiamo sono secondo
l’etica umana le nostre opere saranno giudicate da Dio come “non
buone”. Infatti Dio ci ha lasciato nella Sua Parola, la Bibbia, il canone
di vita eticamente corretto per il buon vivere civile e spirituale e ci ha indicato
la strada da seguire per essere rigenerati nel cuore e operare in modo approvato
da Dio. Ecco, il consiglio di Dio è di esaminare le nostre opere mettendole
a confronto con la Sua Parola! Saranno approvate dal Padre Celeste solo le opere
fatte secondo la Sua volontà, da chi ha, prima di tutto, accettato la
rigenerazione attraverso la fede nel sacrificio di Gesù. s.b.
(9) GESÙ, ENTRATO NEL TEMPIO, COMINCIÒ A SCACCIARE I VENDITORI.
(Luca 19:45)
Questo versetto si riferisce a un episodio che si svolse nel tempio di Gerusalemme:
Gesù si indignò nel vedere come i mercanti della città
usassero questo luogo per svolgere la loro professione e li cacciò via
tutti quanti. Il tempio, che doveva essere il luogo della preghiera e dell’adorazione,
era diventato un mercato. Oggi non è più necessario andare in
un tempio per pregare e adorare Dio, perché possiamo rivolgerci a Lui
in ogni luogo dove ci troviamo. La Bibbia dice che chi crede nel Signore è
addirittura lui stesso un tempio: il tempio dello Spirito Santo che abita in
noi (! Corinzi 6:19). Se siamo suoi figli, dovremmo quindi essere consapevoli
dell’importanza del nostro corpo, che è la sede dello Spirito Santo,
e dunque dimora di Dio, e dobbiamo, con il Suo aiuto, tenerlo il più
possibile puro, allontanando il peccato e rendendolo degno di ospitare il Signore.
L’esortazione che segue subito dopo, infatti, è: “Glorificate
dunque Dio nel vostro corpo” (1 Corinzi 6:20). a.r.m.
(10) “DIO ABITERÀ SULLA TERRA? ECCO, I CIELI DEI CIELI NON TI POSSONO
CONTENERE”. (1 Re 8:27)
La preghiera di oggi è stata pronunciata dal re Salomone, considerato
tuttora uno dei maggiori sapienti della storia. Egli prego così all’inaugurazione
del suo maestoso tempio. Desiderava che la presenza di Dio dimorasse in quel
luogo. Nello stesso tempo si rendeva anche conto dell’infinità
di Dio. Per questo Lo adora per la Sua grandezza, che nessun tempio o casa potrà
mai contenere! Anche se Dio non trova spazio sufficiente tra mura di pietra,
Egli vuol fare del nostro cuore e della nostra casa, il luogo della Sua dimora.
Abbiamo certamente notato che anche il diavolo cerca di farsi spazio. Spesso
regnano insoddisfazione, liti freddezza, e anche mancanza di rinuncia alle proprie
abitudini egoistiche che danneggiano coloro che convivono. Invitiamo ogni giorno
il Signore ad abitare e a regnare su noi, per chi divide gli stessi muri, i
banchi di Scuola o la stessa sede lavorativa. Là dove una vita o una
casa è la dimora di Dio, ci sarà sempre abbastanza spazio per
trovare fiducia, conforto, provvidenza, calore, sostegno, aiuto e felicità.
a.p.
(11) ABBIAMO LA REDENZIONE MEDIANTE IL SANGUE DI GESÙ. (Efesini 1:7)
Andiamo indietro di secoli nell’Antico Testamento. Un israelita si presenta
al sacerdote. Tiene in braccio un agnello, bello, bianco, perfetto. È
venuto per offrire un sacrificio per il suo peccato. Mette l’agnello sull’altare,
pioggia la mano sulla testa dell’animale, confessa il peccato che ha commesso,
poi prende il coltello e uccide l’agnello. Il sangue dell’agnello
è versato sull’altare. Una vita innocente è data al posto
del peccatore. Quel gesto prefigurava il sacrificio di Cristo. Una vita purissima
data al posto di quella d’un peccatore senza scampo. Secoli più
tardi, Giovanni Battista, vedendo Gesù disse: “Ecco l’Agnello
di Dio che toglie il peccato del mondo”. Gesù ha dato la Sua vita
e ha sparso il Suo sangue al nostro posto. Il Suo sacrificio ha un valore infinito,
perché compiuto da un Dio eterno. Perciò è sufficiente
per pagare il debito di tutta l’umanità. Anche il tuo. Ma lo devi
credere! m.t.s.
(12) MI CERCANO GIORNO DOPO GIORNO, PRENDONO PIACERE AD ACCOSTARSI A DIO. (Isaia
58:2)
Isolando queste parole dal contesto che le contiene, potremmo dare loro una
connotazione bella e positiva, come se Dio volesse elogiare il Suo popolo. Non
è così. Al contrario, vogliono mettere in evidenza la disarmante
ipocrisia che è contenuta nella natura umana. In realtà questo
accostarsi a Dio aveva il contenuto di una protesta contro Lui, che però
non approvava la religiosità formale e vuota del popolo. Il Signore ricorda
che la vera fede non è una pratica religiosa, fatta di frequenze domenicali
in chiesa, ma di scelte coerenti, di amore disinteressato, di una vita che evidenzi
le reali nostre speranze in Dio. Una fede che non trasforma la vita non ha alcun
valore! Dice giustamente l’apostolo Giacomo: “Mostrami la tua fede
senza le opere e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede”.
(Giacomo 2:18) g.b.
(13) GESÙ GLI DISSE: MI AMI? (Giovanni 21:16)
Ecco come il poeta francese Teodoro Monet ha risposto con tanta onestà
a questa domanda.
Oh, che vergogna e dolore in quell’occasione Quando con grande orgoglio
gli disse:
“TUTTO DI ME, NULLA DI TE”. Ma egli mi incontrò e io Lo vidi
Sanguinante sull’orribile croce,
E con sussurro gli dissi: “UN PO’ DI ME, UN PO’ DI TE”.
Il Suo immenso amore, la sua cura, Non potrei meritarli E con umiltà
gli confesso: “MENO DI ME, Più DI TE”.
Più alto del più alto dei cielo, Più profondo del più
profondo del mare, Dio, il Tuo amore mi ha conquistato: “NULLA DI ME,
TUTTO DI TE!” r.b.
(14) L’ETERNO VI AMA. (Deuteronomio 7:8)
Così facilmente oggi si dice “ti amo”, ma le belle parole
e il sentimento non bastano a dimostrare l’amore, ci vogliono i fatti.
La croce è un fatto storico che dichiara l’amore di Dio verso di
noi. È la dichiarazione d’amore più vera che si possa mai
sentire, perché proviene da una Persona che ha dato la prova d’amore
più grande in assoluto. L’Eterno che esiste e che è sempre
esistito, un giorno è venuto nel mondo prendendo forma umana e pagando
il prezzo che la Sua giustizia perfetta richiedeva. In questo modo ha dimostrato
l’amore, quello vero. L’eterno ha visto il problema del nostro peccato
e ha voluto trovare una soluzione, perché odia il peccato, non ama il
peccatore, infatti: “il salario del peccato è la morte; ma il dono
di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore”
(Romani 6:23). L’eterno che conosce tutto di te, ti ama e vuole salvarti!
Chi potrebbe amarti di più? b.s.
(15) ESAMINATEVI PER VEDERE SE SIETE NELLA FEDE. (2 Corinzi 13:5)
Come ci sottoponiamo a un esame medico per accertarci del nostro stato fisico,
così questo versetto biblico ci incoraggia a esaminare il nostro stato
spirituale. Se Cristo è in noi vivremo da veri credenti. Rifletti su
come eri, diciamo un anno fa, e poi fatti queste domande: - Amo di più
la Parola di Dio e la studio con maggior interesse? – Com’è
la mia vita di preghiera oggi? – Sono più forte di fronte alla
tentazione? – I miei comportamenti sono cambiati in meglio? – Le
persone che mi circondano vedono la differenza? – Desidero stare in comunione
con il popolo di Dio? – E quel’è oggi il mio modo di donare?
Dono di più, più spesso e con maggior gioia? Esamina il tuo comportamento,
le tue abitudini, il tuo agire e giudica se sono come Dio approva; altrimenti
chiediGli di aiutarti a cambiare, per diventare davvero sempre più come
Egli desidera. g.f.r.
(16) PARLA, O ETERNO, POICHÈIL TUO SERVO ASCOLTA. (1 Samuele 3:10)
L’Eterno, il Creatore di ogni cosa parla. La Sua voce riecheggia per tutta
la terra. Le stelle parlano dell’Eterno che le ha create. L’universo,
così immenso e grandioso, racconta l’opera compiuta da Dio che
ovviamente è smisuratamente più grande della materia da Lui stesso
creata. Ma anche un piccolo fiore profumato ci dell’Eterno: colore, profumo
e vita ci lasciano intravedere la bellezza, l’amore e l’intelligenza
di Dio. Tuttavia, la voce di Dio si sente più forte e diretta attraverso
la Sua Parola scritta: la Bibbia. Riesci a sentire la Sua voce mentre leggi
la bibbia? Se la risposta è no, significa che non sei nell’atteggiamento
giusto per sentirla. La cosa da fare è, come fece Samuele, desiderare
di essere un servo del Signore e disporsi ad ascoltare la Sua voce! Solo così
ogni volta che leggerai la Parola di Dio, potrai come Samuele dire le parole
del versetto di oggi: “Parla, o Eterno, poiché il tuo servo ascolta”.
e.m.
(17) IO LODO, ESALTO E GLORIFICO IL RE DEL CIELO. (Daniele 4:37)
Queste parole, pronunciate da Nabucodonosor, furono il risultato della disciplina
di Dio. Il grande e potente sovrano di Babilonia, infatti, non teneva in alcun
conto l’avvertimento di Dio di mettere fine alle sue ingiustizie e mostrare
compassione verso gli afflitti. Al contrario, si compiaceva della propria gloria
e potenza. Così in un istante, la minaccia di Dio si realizzò
ed egli si trovò a essere come un animale, “senza l’uso della
ragione” per sette anni. Che esperienza tremenda deve essere stata brucare
l’erba, avere i capelli simili a penne di aquila e unghie come quelle
degli uccelli. Quella umiliazione però aveva lo scopo di liberarlo dall’autocompiacimento
e dalla superbia, e alla fine il re imparò che egli era “nulla
davanti a Dio, il quale fa tutto quello che ritiene giusto e nessuno può
impedirglielo”. Quando imparò a stare al suo posto, Dio gli concesse
una grandezza superiore a quella che aveva avuto in precedenza. L’ubbidienza
pronta agli avvertimenti di Dio, preserva da brutte esperienze con le quali
il Signore può intervenire per correggere un comportamento ribelle. o.t.
(18) NON CADE UN SOLO PASSERO IN TERRA SENZA IL VOLERE DEL PADRE VOSTRO. (Matteo
10:29)
Queste parole fanno parte di un discorso molto noto da Gesù ai suoi discepoli.
Egli stava spiegando loro che Dio, nella Sua sovranità, si occupa contemporaneamente
del grande e del piccolo.
Il passero è un uccellino insignificante e di poco valore commerciante,
eppure Gesù sostiene che Dio ne ha cura. Prosegue, poi, affermando che,
se Dio si occupa così del passero, la tenera cura che Egli ha nei confronti
dei Suoi è di gran lunga maggiore. Dice addirittura: “… perfino
i capelli del vostro capo sono tutti contati”.
Sapere di essere oggetto di una tale cura da parte del Dio onnipotente, Creatore
di tutto l’universo è straordinario. Ma attenzione! Solo chi ha
riconosciuto per sé il sacrificio espiatorio di Cristo sulla croce e
ha posto la sua fede in LUI, e quindi è diventato un figlio di Dio, può
godere di questo privilegio. h.p
(19) GLI OCCHI DELL’ETERNO SONO IN OGNI LUOGO, OSSERVANO I CATTIVI E I
BUONI. (Proverbi 15:3)
Il Creatore del cielo e della terra, oggi, ci fa sapere che è onniveggente;
vede tutto e tutti; nulla sfugge ai Suoi occhi santi. Egli non vede solo quello
che noi possiamo vedere, cioè l’apparenza, ma soprattutto vede
gli atteggiamenti dei nostri cuori che ci spingono a far bene o male. Se da
un lato questo può spaventare chi opera malvagiamente, dall’altro
lato riempie di una meravigliosa gioia coloro che Gli appartengono, i suoi figlioli
che cercano di ubbidirLo.
Egli vede l’empietà del genere umano (leggi Romani 1:18-32) e annota
tutto nei Suoi registri divini, ma molte volte non interviene come noi vorremmo.
Perché? Perché è misericordioso e lento all’ira e
aspetta con pazienza che quei cuori si arrendano al Suo amore.
Per coloro che sono Suoi, questa caratteristica di Dio è di grande consolazione,
perché solo Colui che vede le nostre sofferenze, paure e lacrime (nascoste
ai più), è in grado di intervenire con la Sua presenza amorevole.
Lode a Dio. p.p.
(20) NON ANGUSTIATEVI PER NULLA. (Filippesi 4:6)
“Ciao Rita, come stai?” chiese Elena all’amica incontrata
sull’autobus. “Bene, grazie, sono molto contenta”. Elena notò
che l’amica sembrava particolarmente solare e gliene chiese il motivo.
“Sai, i ladri hanno tentato di entrare in garage, bucando la lamiera e
mi sono accorta che la lavatrice perde acqua!” “Mi dispiace, i guai
vengono sempre insieme, ma allora, cosa ti rende felice?”. Non capisci?
Proprio queste cose!” Elena guardò l’amica perplessa e questa
continuò: “Sai, grazie a Dio, i ladri non sono entrati in garage
e non hanno fatto nessun danno alla macchina; il problema della lavatrice è
solo dovuto alla guarnizione. Sai, poteva capitare ben di peggio!” Rita
avrebbe potuto lamentarsi per quelle seccature, mentre era riconoscente del
fatto che avrebbero potuto capitare cose peggiori. La lista delle lamentele
è sempre più lunga di quella della gratitudine. Ringraziare è
un ottimo antidoto e un buon esercizio che fa sentir bene, chi lo fa e chi ascolta.
Allenati! m.f.
(21) CHI È DA DIO ASCOLTA LE PAROLE DI DIO. (Giovanni 8:47)
È un’assurdità dichiararsi credenti e per giunta figli di
Dio, non conoscendo la Sua parola. Come si fa ad amare e seguire un Padre di
cui si ignora la voce, l’identità e la volontà? Come si
può evitare di cadere nelle molteplici trappole di certi millantatori?
Un predicatore raccontava che un pastorello, dovendo assentarsi per qualche
tempo, affidò il suo gregge a un altro. I greggi erano insieme, e le
pecore dell’uno non si distinguevano dalle altre. Al suo ritorno come
avrebbe potuto riprendere le sue pecore, non essendoci riconoscibili segni esteriori?
Bastò che egli facesse udire la sua voce, che fischiasse e le sue pecore
si separarono da quelle dell’altro gregge, seguendolo. Se vuoi seguire
Gesù, impara ad ascoltare la Sua parola: “Le Mie pecore ascoltano
la Mia voce e Io le conosco ed esse Mi seguono” (Giovanni 10:27) m.m.
(22) ONORA IL SIGNORE CON I TUOI BENI. (Proverbi 3:9)
Lo stesso Signore che ci rivolge questa esortazione-comandamento, ci ricorda,
sempre nella Sua Parola, che “il denaro è la radice di ogni male”,
cioè che il possesso di beni e di ricchezze è all’origine
di tante forme di male che si manifestano nella società e che possono
manifestarsi anche nella nostra vita. Questo accade quando la realtà
di Dio e il nostro bisogno di Lui, quando rende arroganti, presuntosi, insensibili
ai bisogni degli altri . . . Ma . . . il nostro denaro, le nostre ricchezze,
i nostri “beni” possono avere anche un uso positivo: quello di “onorare
il Signore”. In cosa consiste questo obiettivo e come è possibile
realizzarlo? Prima di tutto, consiste nel riconoscere che tutto quello che abbiamo,
lo abbiamo ricevuto dalla Sua mano: è un frutto della Sua grazia e del
Suo amore per noi. In secondo luogo, consiste nel mettere a Sua disposizione
dei beni che in realtà non sono “nostri” ma “suoi”.
Questo obiettivo lo realizzeremo se ricorderemo ogni giorno che noi siamo padroni
dei nostri beni, ma solo amministratori chiamati a gestire quanto Egli nella
Sua grazia ha messo a nostra disposizione. p.m.
(23) PRIMA HANNO DATO SÉ STESSI AL SIGNORE E POI A NOI, PER LA VOLONTÀ
DI DIO. (2 Corinzi 8:5)
L’apostolo Paolo parla qui credenti delle chiese di Macedonia che generosamente
avevano contribuito alla colletta che egli stava raccogliendo per i poveri della
chiesa di Gerusalemme. Qui credenti avevano dato dei soldi, ma Paolo sottolinea
ciò che essi avevano dato PRIMA. Prima dei soldi, i Macedoni avevano
dato sé stessi al Signore, e avevano espresso questo dandosi all’apostolo
Paolo, cioè mettendosi a sua disposizione per tutto quello che era necessario.
A volte capita invece che qualcuno dia i soldi agli uomini per non dare sé
stesso al Signore. È bene allora dirlo una volta per tutte: Dio non ha
bisogno di essere sovvenzionato. Di soldi, ne ha quanti ne vuole. Dio vuole
me stesso, tutta la mia persona. Vuole il mio cuore. E poiché i soldi
si trovano spesso molto vicini, se non del tutto attaccati, al mio cuore, il
Signore amorevolmente me li richiede. E la parola biblica “Figlio mio,
dammi il tuo cuore” (Proverbi 23:26), si traduce in una richiesta molto
pratica: “Figlio mio, consegnami il tuo portafoglio!”. m.c.
(24) “CELEBRATE IL SIGNORE, PERCHÉ EGLI È BUONO.”
(2 Cronache 7:3)
Celebrare, lodare e adorare il Signore è un imperativo di Dio. In ogni
periodo di risveglio spirituale nella storia del popolo di Dio c’è
stato sempre un posto di rilievo per la lode e l’adorazione. Una chiesa
sana è una chiesa che loda e adora il suo Signore. Dobbiamo lodarLo con
gioia. I nostri culti non devono assomigliare a dei funerali. Dobbiamo lodare
Dio con riverenza e timore, ma anche con gioia ed entusiasmo. Gesù ha
detto alla donna samaritana che i veri adoratori adorano Dio in spirito e verità
(Giovanni 4:23). Dobbiamo allora adorarLo non solo con le labbra, in modo formale,
ma col cuore, in spirito. Dobbiamo adorarLo in verità, cioè alla
della Sua Parola che è verità. Dobbiamo adorarLo perché
Egli è buono e la Sua bontà dura in eterno. AdoriamoLo per quello
che Egli è per le Sue opere potenti. p.d.n.
(25) “TUTTI MI CONOSCERANNO, DAL PIÙ PICCOLO AL PIÙ GRANDE,
DICE L’ETERNO.” (Geremia 31:34)
Ringrazio il Signore per avermi fatto nascere in una famiglia di credenti. È
veramente un privilegio ascoltare la Parola del Signore fin da bambini, imparare
le vie di Dio e conoscere il piano di salvezza che Gesù è venuto
nel mondo per salvare i peccatori. Io, già capii che nel mio cuore c’era
il peccato; non avevo commesso grandi peccati, ma la luce del Signore bastò
per farmi scoprire in me pensieri, parole e azioni non buone. Così chiesi
a Gesù di lavarmi con il Suo sangue, di perdonarmi, di prendere il mio
cuore e farlo diventare nuovo, proprio come insegna la Bibbia in 2 Corinzi 5:17
“Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le
cose vecchie son passate: ecco son diventate nuove”. Anche tu puoi conoscere
Dio e il Suo amore per te attraverso la lettura o l’ascolto della Sua
Parola; cercaLo mentre è vicino, apri il tuo cuore a Lui e vedrai cosa
Dio farà nella tua vita. s.g.
(26) “L’ETERNO CONOSCE LA NOSTRA NATURA; EGLI SA CHE SIAMO POLVERE.”
(Salmo 103:14)
Polvere: è vero (vedi Genesi 2:7); ma su questa “polvere”
Dio soffiò un alito vitale ed essa divenne anima vivente. È il
destino dell’uomo, il suo posto unico in tutta la creazione: miseria e
grandezza, umiliazione e gloria. Sì, perché a questa “polvere”
Dio parla e la Sua Parola la trasforma; per questa “polvere” Dio
ha offerto Suo Figlio; per essa ha preparato il Suo regno eterno (Matteo 25:34).
Ed è proprio perché sa che siamo polvere, che Dio è pietoso
verso di noi, come afferma il versetto 13 del Salmo 103. Questa è la
straordinaria offerta del Vangelo: sei polvere, ma per la grazia puoi diventare
figlio del Re e vivere in eterno con Lui. È l’offerta che, se accettata
e vissuta nella riconoscenza, cambia totalmente la nostra vita e il nostro destino.
l.p.
(27) “PADRE NOSTRO, SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ”. (Matteo 6:9,10)
La preghiera del “Padre Nostro”, come viene comunemente chiamata,
costituisce il modello di preghiera per eccellenza. Certo per eccellenza. Certo
non per essere imparata a memoria e recitata, ma per essere studiata come Parola
di Dio nelle sue singole espressioni. Lutero, il grande riformatore, diceva
che in primo luogo nel pronunciare queste parole giudichiamo noi stessi accusandoci
di non fare la Sua volontà altrimenti le parole del nostro versetto sarebbero
senza senso. Dio ha manifestato la Sua volontà agli uomini per mezzo
della Sua Parola, eterna ed immutabile, e principalmente per mezzo di Gesù
Cristo il quale è stato dato in sacrificio per l’espiazione dei
nostri peccati. La volontà di Dio è che questo messaggio sia proclamato
a tutti gli uomini, perché siano salvati e vengano alla conoscenza della
verità (1 Timoteo 2:4). g.b.
(28) “DIO NON HA RISPARMIATO IL PROPRIO FIGLIO.” (Romani 8:32)
Quando chiediamo a un bambino un piccolo assaggio di ciò che sta mangiando,
il più delle volte ci vediamo consegnare una minuscola briciola; in questo
modo il piccolo, pur senza opporre un netto rifiuto, manifesta l’istinto
di trattenere per sé ciò che in quel momento possiede e gli piace.
Quando è anche un nostro atteggiamento abituale; quando ci priviamo di
qualcosa, non diamo mai via proprio tutto ma cerchiamo, per un senso di avvedutezza,
di accantonare una riserva, disponibile per ciò che potrebbe magari accadere
domani. Indubbiamente questo comportamento rappresenta un ostacolo a un’apertura
d’aiuto verso gli altri; ma non è così invece nell’economia
divina. Dio Padre non ha avuto esitazioni nel sacrificare il Suo unico Figlio
per amore dell’umanità. Non c’è stato nessun atteggiamento
di egoismo né alcun calcolo del rischio o valutazione del costo e della
perdita, ma semplicemente e unicamente una grande generosità verso tutti
gli uomini. Così in perfetta sintonia con il Padre, anche Gesù
Cristo il Figlio, non ha risparmiato la Sua stessa vita per donarla per la nostra
salvezza. s.p.
(29) “COLORO CHE SPERANO IN ME NON SARANNO DELUSI, DICE DIO”. (Isaia
49:23)
Se ti senti oppresso da un problema che ti sembra insormontabile, se ti senti
solo, se sei deluso dagli uomini o dalle circostanze, sappi che solo da Dio
puoi sperare ogni cosa. Riponi con fiducia tutti i tuoi sogni e le tue aspirazioni
nelle Sue mani, poiché Dio vuole farci più felici di quanto noi
stessi speriamo. Forse non ti darà ciò che pensavi, perché
i Suoi pensieri non sono i tuoi, ma una cosa è certa: Egli rimane fedele!
Il Suo amore non cambia, Egli non può mentire, né promettere delle
cose che non manterrà, altrimenti rinnegherebbe la Sua natura. Forse
sei stato talmente deluso da non avere più alcuna speranza, ma non allontanarti
da Colui del quale non dovresti mai dubitare, il tuo Padre celeste! Se scegli
di cedere allo scoraggiamento, non vedrai nessun miglioramento nel tuo intimo.
Non contare più sulle tue forze né su quelle degli uomini, ma
riponi la tua fiducia in quelle del Dio del cielo! g.f.
(1) MARZO
CHI SI GLORIA, SI GLORI CHE CONOSCE ME, DICE IL SIGNORE. (Geremia 9:24)
“Chi si vanta si spianta”. “Chi si loda s’imbroda”.
È assai comune usanza credersi persona d’importanza. Il proverbio
è un detto breve e arguto, capace di evocare una saggezza che ormai sembra
troppo lontana da noi. Eppure Manzoni affermava che “i proverbi sono la
sapienza del genere umano”. Vantarsi era (e qui il tempo passato è
d’obbligo!) considerato un vizio, come pure crogiolarsi nelle proprie
capacità, pavoneggiarsi e darsi delle arie, ecco perché tanti
proverbi popolari biasimano questo modo di essere. Geremia ci ricorda che c’è
un’unica eccezione: possiamo gloriarci avendo la chiara e forte consapevolezza
che tutto viene da Dio. È un dono anche l’intelligenza e dovremmo
usarla principalmente per conoscere meglio Dio avvicinandoci a Lui. Questo è
l’unico vanto che ci è permesso, ma, pensandoci bene, messo in
questi termini, non è più vanto! a.m.
(2) “IO SONO L’ETERNO, IL TUO DIO.” (Esodo 20:2)
Proprio all’inizio del decalogo, Dio si presenta ed è una presentazione
che dà il senso a tutto l’elenco dei “dieci comandamenti”.
Un senso che comprendiamo bene, quando nei Vangeli leggiamo il racconto dell’incontro
di Gesù con un giovane uomo ricco. Questo giovane mette in mostra con
orgoglio tutta la sua religiosità, ostentando la sua ubbidienza a tutti
i comandamenti. Ma, quando Gesù gli chiede di donare ai poveri le sue
ricchezze e di seguirLo, egli si allontana. Il motivo è evidente: era
un uomo che osserva sì i comandamenti, ma che dava più valore
alle sue ricchezze piuttosto che a Dio. Gesù lo guardò con tristezza
e compassione: con lo stesso sguardo con cui osserva ancora oggi le persone
che hanno la presunzione di osservare religiosamente i comandamenti, pur senza
vivere un rapporto personale con Dio. p.m.
(3)“ABBIATE FEDE IN DIO.” (Marco 11:22)
Gesù stesso ci esorta ad avere fede in Dio, Suo Padre. La fede ha valore
se si basa su chi è riposta, cioè in Dio, e non su chi la manifesta
o sull’oggetto della richiesta. Infatti, benché una fede forte
onori maggiormente Dio di una fede debole, la cosa più importante della
fede è la persona in cui è riposta. Una fede nell’onnipotente
forza di Dio, nella Sua inesauribile bontà, nella Sua inalterabile fedeltà
se pur debole produce dei risultati incredibili, mentre una fede forte ma rivolta
a un dio falso è inutile. Quando abbiamo dei momenti di debolezza, di
incostanza, di dubbio o di infedeltà, troviamo un grande incoraggiamento
nella Bibbia che ci dice che Dio resta fedele nei nostri riguardi (2 Timoteo
2:13). Egli ci sostiene con la Sua grazia e il Suo amore e fortifica la nostra
fede tremolante con la Sua fedeltà. Impariamo a contare non solo sulla
nostra fede, ma anche sulla fedeltà di Dio verso di noi. g.f.r.
(4)”NON FATE LE VOSTRE VENDETTE, MA CEDETE IL POSTO ALL’IRA DI DIO.”
(Romani 12:19)
La massima popolare dice che la vendetta è un piatto che deve essere
mangiato freddo; la Bibbia ci dice che è un piatto che non deve essere
mangiato affatto! Lasciamo a Dio chi ci ha fatto del male, e per quanto possiamo
avere l’impressione che ci abbia rovinato la vita, coltivare il desiderio
di rivalsa ce la rovina anche di più. La vendetta è un piatto
indigesto e velenoso. Non possiamo certo farci illusioni sulle nostre capacità
di perdono e amore. Proveremo sentimenti riprovevoli e ci gingilleremo con fantasie
di punizione, ma chiediamo al Signore di prendere su di Sé questo problema.
Di liberarci e di trasformare pensieri e sentimenti. Ricordiamoci che lo Spirito
Santo crea in noi il carattere di Dio e lasciamolo agire. Con le nostre sole
forze ci verrà più naturale pensare alla vendetta, ma con la forza
del Signore saremo guidati al perdono. v.n.
(5) “HO PAZIENTEMENTE ASPETTATO L’ETERNO ED EGLI SI È CHINATO
SU DI ME”. (Salmo 40:1)
Ricordo da ragazzo, quando a fine giornata mi ritrovavo da solo nel letto per
recintare come di consueto le preghiere delle sera, avevo due difficoltà
enormi: non vedevo l’ora di concludere per poter finalmente dormire; avvertivo,
dopo quelle frasi ripetute meccanicamente, la sensazione di aver parlato soltanto
con me stesso. È evidente che non era il modo giusto di pregare! Colpisce,
invece, la preghiera del salmista. Si aspettava sempre qualcosa dal Signore,
infatti è questa la ragione per cui pregava con pazienza. Non solo, quello
che è ancor più sorprendente è quando ascoltiamo dalla
sua voce i benefici che scaturiscono dall’esperienza vissuta: “…Egli
si è chinato su di me”. Più tardi, leggendo la Bibbia, scoprii
il vero valore. Avevo la possibilità di parlare direttamente con Dio,
senza aver bisogno di mediatori! Oggi posso testimoniare che la preghiera per
me non è più una pratica da sbrigare in fretta, ma è il
mezzo, che insieme alla Parola di Dio, mi fa sentire forte la Sua presenza.
s.v.
(6) “L’ETERNO È CON VOI QUANDO VOI SIETE CON LUI”.
(2 Cronache 15:2)
Il profeta Azaria rivolge queste parole al re Asa e a tutto il popolo dei Giudei.
Il concetto che il profeta ha voluto mettere a fuoco è molto semplice:
Dio è sempre pronto ad accoglierci, ma a condizione che ci sia da parte
nostra la giusta disposizione di cuore. Non a caso Azaria continua il suo discorso
dicendo che, se cerchiamo il Signore, Egli si farà trovare da noi. Il
giusto atteggiamento è dunque quello di chi è desideroso di fare
la volontà di Dio, di chi è disposto a sottomettersi al Signore
per vivere in ubbidienza ai Suoi comandamenti. La salvezza, è vero, è
un dono di Dio, ma poi il Signore ci chiede di vivere in modo coerente con gli
insegnamenti della Sua Parola, siamo pronti a questo? f.a.
(7) “VENITE, E CAMMINIMAO ALLA LUCE DELL’ETERNO”. (Isaia 2:5)
Sicuramente tutti quanti sappiamo cosa significhi rimanere completamente al
buio e senza alcuna luce di emergenza. Non riusciamo a muoverci o al massimo,
se conosciamo un po’ l’ambiente, ci muoviamo a tastoni, ma c’è
sempre il pericolo di inciampare o urtare contro qualche oggetto col rischio
di farsi male. Nei bambini poi, fragili e indifesi, subentra immediatamente
un senso di paura. Così è nella vita spirituale. Senza la luce
dall’Eterno si è completamente al buio, senza poter sapere se la
vita che viviamo è una vita vissuta alla gloria di Dio, e offende la
Sua santità. Perciò l’Eterno invita, non solo il Suo popolo,
ma anche tutti gli uomini ad andare a Lui e camminare alla Sua luce. Camminare
nella Sua luce significa ubbidire alla Sua Parola, leggerla e metterla in pratica,
perché la Parola del Signore è vera luce per la vita di ogni persona
(Salmo 119:105). n.s.
(8) MARIA, SEDUTASI AI PIEDI DI GESÙ, ASCOLTAVA LA SUA PAROLA. (Luca
10:39)
Quali sono le parole che oggi vorresti sentirti rivolgere da Gesù? Parole
di consolazione, di incoraggiamento, di amore? Vorresti che Gesù avesse
comprensione verso di te? Vorresti ricevere le Sue cure, la Sua tenerezza e
ascoltare il Suo cuore? Oggi, nella giornata in cui si ricorda la Festa della
Donna, molte di noi riceveranno qualche riconoscimento, forse fiori e attenzioni,
ma la cosa che mi riempie di gioia è sapere che Gesù ha preparato,
proprio per me, un posto accanto a Lui attraverso la Sua Parola, dove posso
andare liberamente, accomodarmi e ascoltare le parole che ha in serbo per me.
Fai come Maria che ha lasciato da parte i suoi molteplici impegni. Ritaglia
in questa giornata un po’ di tempo e vai a sederti ai piedi di Gesù,
permettiGli di farti del bene e di servirti, Lui lo desidera tanto. Ne godrai
i benefici insieme alle persone che ti stanno accanto! m.f.
(9) “IO TI CELEBRERÒ FRA I POPOLI, O SIGNORE, TI LODERÒ
FRA LE NAZIONI” (Salmo 57:9)
Spesso siamo più propensi a lamentarci che a lodare Dio ed esserGli riconoscenti.
Pensiamo che tutto ci sia dovuto, dimenticando che tutto quello che abbiamo
ci viene da Lui. L’uomo è stato creato proprio per adorare e glorificare
Dio; diversamente la sua vita non avrà alcun significato. Dio solo è
degno di essere lodato, perché nessuno è pari a Lui e non ci sono
opere pari alle Sue. Egli è veramente grande opera meraviglie! Abbiamo
tanti motivi per benedirLo. Il salmista ne elenca alcuni Salmo di oggi: “Io
ti celebrerò perché grande fino al cielo è la Tua bontà,
e la tua fedeltà fino alle nuvole”. Il Signore non è solamente
grande, ma è anche buono. Come un Padre, Egli ha cura dei Suoi figli.
Il Suo amore è dimostrato dal Suo continuo dare. Egli dona, a quelli
che si affidano a Lui, il perdono dei peccati, la vita eterna, la pace e la
gioia. Egli, inoltre, è fedele, mantiene le promesse e non cambia mai.
Possiamo confidare pienamente in Lui. Trova un motivo e poi passa del tempo
ora per celebrarLo e lodarLo. p.d.n.
(10) “NON FATEVI TESORI SULLA TERRA”. (Matteo 6:19)
Non potrò mai dimenticare l’episodio di alcuni anni fa, quando,
tornando a casa, trovai la mia bella provvista in freezer tutta scongelata,
perché era andata via la corrente elettrica; ma non potrò neanche
dimenticare la mia reazione la mia reazione: invece di arrabbiarmi e prendermela
con chissà chi, pensai proprio a questa frase. La pace che provai mi
fece meravigliare di me stessa, tanto da chiedermi il perché. La risposta
fu immediata: evidentemente leggendo la Bibbia mi ero già fatta altri
“tesori . . . in cielo”. Alla pace si aggiunse addirittura gioia,
perché era la prima volta che vedevo, in modo tangibile, un cambiamento
nel mio cuore; inoltre potei ricomprare anche tutto il cibo scongelato! Questa
esperienza mi serve ancora oggi quando mi capitano imprevisti. E tu come reagisci
se perdi un orecchino d’oro, oppure ti si rompe un elettrodomestico? Le
nostre reazioni sono importanti, perché rivelano i “tesori”
del nostro cuore. b.s.
(11) ” IO CREÒ LA LODE CHE ESCE DALLE LABBRA, DICE L’ETERNO.
(Isaia 57:19)
Il verbo “creare” usato in questo testo è lo stesso che compare
nel primo versetto della Bibbia: “Nel principio Dio creò i cieli
e la terra”. Quello che qui viene creato è “il frutto delle
labbra”, come letteralmente si dovrebbe tradurre. Come Dio crea delle
piante in grado di produrre frutto, così crea degli esseri umani capaci
di esprimere lode per il Creatore. Ma l’uomo non è una bambola,
e la sua lode non è il prodotto meccanico di una pila inserita al suo
interno. Dio agisce in modo che la lode della Sua creatura sia spontanea. Dio
crea “la lode che esce dalle labbra” manifestando all’uomo
il Suo amore. Un amore fatto non di dolci e volatili parole, ma di atti concreti
e sofferti. “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo unigenito
Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna”
(Giovanni 3:16). E in chi ha ottenuto in Gesù la vita eterna, Dio crea
il frutto di labbra che confessano il Suo nome” (Ebrei 13:15). m.c.
(12) “IL SIGNORE È ALLA MIA DESTRA, AFFINCHÈ IO NON SIA
SMOSSO”. (Atti 2:25)
Cosa fai quando la tentazione sembra innocua, allettante e sia di essere fragile
e potresti facilmente allontanarti dalla volontà di Dio? Per Gesù
la volontà del Padre consisteva nel morire per i peccati dell’umanità
e sono sicura che la tentazione di sfuggire alla croce sia stata forte e straziante.
Dio però mandò degli angeli a confortarLo ed Egli portò
a compimento la Sua opera. Il Signore vede anche le lotte quotidiane dei Suoi
figli, sia quelle esteriori che quelle nascoste della mente, ed è sempre
vicino per aiutarli. Non pensiamo che ciò che Dio permette ci accada
sia troppo pesante perché “Egli tiene in serbo per gli uomini retti
un aiuto potente” e “una via d’uscita per poter sopportare
la prova”. Per questa ragione è importante chiederGli aiuto e avere
la ferma determinazione di ubbidirGli (vedi Daniele 1:8). Lui è accanto
a noi e farà quello che noi non possiamo fare. o.t.
(13) “LA NOSTRA CITTADINANZA È NEI CIELI” (Filippesi 3:20)
Scrivendo ai cristiani di Filippi, Paolo denuncia la presenza nella chiesa di
persone che si comportano come se tutta la loro vita dovesse svolgersi quaggiù
(“gente che ha l’animo alle cose della terra”). I loro obiettivi?
Mangiar bene, aver successo, arricchire. Al loro comportamento l’apostolo
Paolo contrappone la propria testimonianza: “Quanto a noi, la nostra cittadinanza
è nei cieli…”. Paolo vuole distinguersi testimoniando in
modo diretto e personale la sua visione della dimensione eterna della vita:
“Non voglio legarmi alla terra, perché so che la vita sulla terra
è per un tempo ben limitato! Io sono cittadino del cielo: la mia vita
appartiene cioè a un regno eterno, che è al di là della
terra, ma soprattutto al di là della morte, al di là della terra,
ma soprattutto al di là della morte, al di là del tempo! E le
mie speranze di successo non sono legate al vivere bene sulla terra, al farmi
strada e all’arricchirmi qui. Sono piuttosto legate al ritorno del Re
di quel regno di cui sono già cittadino. Questo Re mi donerà successo,
gloria, ricchezza per sempre, infatti trasformerà il corpo della nostra
umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria!”. p.m.
(14) “O DIO, IN TE È LA FONTE DELLA VITA”. (Salmo 36:9)
Mi auguro che prendere un neonato fra le braccia ci spinga ancora a provare
un senso di stupore a riflettere su Dio l’artefice di quel miracolo. Corriamo
il grave rischio, monitorando quel feto dai primi giorni di vita, misurandolo,
spiandolo in ogni posizione, di pensare che in noi e non in Dio sia la fonte
della vita. È un pericolo che si corre in quelle parti del mondo dove,
grazie, alle tecnologie più avanzate e ai progressi della genetica, l’uomo,
usando gli embrioni, pensa di farsi spazio anche in quel terreno che sembrava
per lui inaccessibile. Così ci illudiamo di tenere il filo della vita
e quello della morte, non ci piace essere solo creature, lo sentiamo come un
limite e ci chiediamo perché non creare noi la vita per decidere poi
quando sia degna di essere vissuta e quando del tutto inutile. Una tentazione,
quella di metterci al posto di Dio, che è sottile, ma se non ci muoviamo
con la consapevolezza che solo Dio è la Luce, le tenebre non ci permetteranno
di vedere quei limiti che Dio ha posto per la nostra salvaguardia. a.m.
(15) “ECCOMI DAVANTI A TE A RICONOSCERE LA NOSTRA COLPA”. (Esdra
9:15)
Esdra, la guida incaricata da Dio per parlare con il Suo popolo, si era talmente
identificato con gli israeliti da arrivare a pronunciare queste parole pur non
essendo personalmente colpevole dei peccati specifici in questione. Confessare
le colpe a Dio è necessario per ricevere il Suo perdono. Egli, infatti,
a più riprese ha promesso di non respingere chi si rivolge a Lui con
il cuore sinceramente pentito per il proprio peccato. Non c’è altra
via per essere riconciliati con Dio; altrimenti il peccato che ci separa da
Dio rimane con esso l’ira di Dio sopra di noi (vedi Giovanni 3:36). E
ricordiamoci che di riconciliazione con Lui abbiamo bisogno di TUTTI indistintamente,
perché la Bibbia afferma categoricamente che “non c’è
alcun giusto, neppure uno” (Romani 3:10). h.p.
(16) “IO SONO MISERICORDIOSO, DICE L’ETERNO”. (Geremia 3:12)
Nella Bibbia molto spesso viene espresso il concetto di misericordia. È
uno dei tanti attributi di Dio. La misericordia è quel sentimento di
profonda compassione che induce all’aiuto e al perdono”. Dio possiede
questo attributo in virtù del fatto, che, essendo anche il nostro Creatore,
conosce a fondo la nostra condizione di peccatori. Egli sa che nessun uomo può
risolvere da solo questa sua condizione, perciò prova compassione e il
forte desiderio di aiutare l’uomo. Ecco quindi che ha provveduto Lui stesso
all’unica soluzione necessaria e sufficiente alla nostra salvezza: la
morte di Gesù, che è la conseguenza del peccato, e la Sua vittoria
sulla morte. Sta a noi accettare la Sua misericordia, il Suo aiuto e il Suo
perdono! s.b.
(17) “CHI PRESTA ATTENZIONE ALLA PAROLA SE NE TROVERÀ BENE”.
(Proverbi 16:20)
La motivazione di questa dichiarazione è lampante: la Parola di Dio è
stata scritta per il nostro bene. Essa proviene da Dio stesso, che ci ama profondamente
e ci conosce intimamente. Egli è saggio in un modo che noi non riusciamo
nemmeno ad immaginare. Si può ben dire che Dio sa cosa è meglio
per noi! È fondamentale, però, seguire i consigli e gli insegnamenti
che sono scritti nella Bibbia. Non basta conoscere quello che vi è scritto,
è necessario che questo tocchi il nostro cuore, perché ci cambi
nel profondo e ci porti a metterlo in pratica nella vita quotidiana. Se decidiamo
di considerare la Parola di Dio come nostra guida, allora per noi sarà
come camminare con una lampada al piede che illumina ogni nostro passo, impedendoci
di inciampare in un ostacolo, di cadere, o di sbagliare strada. “La Tua
parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero”
(Salmo 119:105). e.s.
(18) “L’ETERNO È LA TUA VITA E COLUI CHE PROLUNGA I TUOI
GIORNI”. (Deuteronomio 30:20)
Quando ho letto questo versetto, la prima cosa che mi è venuta in mente
è stata di riflettere sul fatto che l’uomo manda in giro per l’universo
sonde spaziali in grado di scoprire forme di vita da qualche parte, che si spostano
dalla luna ad altri pianeti con scarsi successi, e dimentica che l’artefice
della vita è l’Eterno, il Creatore di ogni forma di vita sulla
terra. L’intero universo è vivente perché Dio che l’ha
creato. Non c’è vita senza Dio. La Parola parla di un futuro eterno
per l’umanità intera e lo divide in due: Vita eterna cioè
alla presenza di Dio, e morte eterna dove Dio sarà assente. Se è
vero che Dio è il depositario della vita, allora è vera anche
la seconda parte del versetto di oggi: “Egli ha il potere di prolungare
i giorni dell’uomo”. Tu che ami la vita, non dimenticare che ogni
giorno è un dono che Lui ti largisce nella Sua immensa benignità,
e lo fa perché si aspetta che tu Lo cerchi con tutto il cuore. p.p.
(19) “DIO CI HA BENEDETTI DI OGNI BENEDIZIONE SPIRITUALE”. (Efesini
1:3)
Quando chi benedice è Dio, non si tratta soltanto di buone parole (benedire
= dire bene): se Dio parla, la cosa avviene, la realtà cambia Dio ha
un piano straordinario per l’uomo: vuole salvarlo dal suo stato di ribellione,
farne una nuova creatura, portarlo con Sé per sempre nel Suo Regno. Ecco
cosa ciò significa per Lui “benedire”. Per questo ha mandato
Gesù: è ciò che afferma l’apostolo Pietro annunziato
l’Evangelo: “A voi Dio ha mandato il Suo Servo per benedirvi”
(Atti 3:26).
Gesù Cristo è la sola chiave che apre la porta per entrare nel
piano delle benedizioni di Dio. Ecco perché è fondamentale credere
in Lui, ubbidirLo, riconoscerLo Signore della nostra vita. Nelle parole di oggi,
l’apostolo Paolo parla di benedizioni spirituali: sono le prime che Dio
vuol darci tutte le cose con Cristo (Romani 8:32) e ci insegna a chiederGli
con fiducia anche il pane quotidiano (Matteo 6:11). Le benedizioni di Dio riempiono
tutta la nostra vita. l.p.
(20) “UNO DEI MALFATTORI DICEVA: GESÙ RICORDATI DI ME!” (Luca
23:42)
È certamente il giorno più buio e tragico della storia umana:
il Figlio di Dio, puro senza alcuna traccia del peccato, colpevole solo di amarci
tanto, si offre quale sacrificio per offrirci l’unica via di salvezza.
Gli aguzzini hanno da poco finito il loro lavoro; il Suo corpo lacerato dalle
torture è inchiodato sulla croce. Le persone ai piedi della croce, non
ancora soddisfatte di tutto l’odio scaricatoGli addosso, Lo insultano
e Lo tentano dicendo: “Se sei Figlio di Dio scendi dalla croce e noi crederemo
in Te”. Certo, Gesù poteva farlo, poteva ogni cosa, invece ha scelto
di rimanere là, ha scelto di combattere la battaglia e vincere contro
il peccato, l’inferno e la morte. Ecco che, nell’apparente sconfitta,
una voce sofferente accanto a lui, riconoscendo la Sua autorità divina,
implora il Suo perdono: è il primo segno di vittoria. Gesù lo
rassicura: “Io ti dico che oggi tu sarai con me in Paradiso” (Luca
23:43). La strada per il cielo è aperta, “il biglietto” è
gratuitamente offerto a tutti: il ladrone sulla croce lo ha ritirato, io l’ho
ritirato e tu? lui solo te lo può dare e tu solo glieLo puoi chiedere;
nessuno può farlo al posto tuo! w.g.
(21) “I MAGISTRATI SI BEFFAVANO DI GESÙ”. (Luca 23:35)
Ci siamo, ora Gesù è inchiodato sul legno infamante della croce,
ci è arrivato dopo una notte terribile in cui è stato picchiato,
umiliato, maltrattato … ingiustamente. Ora è lì, agonizzante,
sta portando a termine la Sua missione e non smette di amare quelle persone
che gli hanno causato tutta questa sofferenza. C’è molta gente
attorno a Lui, alcuni sono lì per vedere lo “show”, alcuni
sono venuti per sostenerLo, e molti altri per deriderLo. Ecco, ora, anche i
magistrati Lo prendono in giro… Sì, i magistrati. I rappresentanti
della giustizia umana stanno deridendo il Rappresentante della giustizia divina.
Coloro che dovrebbero esercitare un giusto giudizio, canzonano un innocente.
L’innocente risorgerà vittorioso sulla morte. E da quel momento
in poi sarà Colui che giudicherà equamente. In Atti 17:31 leggiamo:
“Poiché Egli ha stabilito un giorno in cui giudicherà il
mondo con giustizia, per mezzo di quell’uomo che Egli ha stabilito; e
ne ha dato prova a tutti, risuscitandoLo dai morti”. m.f.
(22) ”DIO HA DATO SUO FIGLIO, AFFINCHÈ CHI CREDE IN LUI NON PERISCA,
MA ABBIA VITA ETERNA”. (Giovanni 3:16)
Dio ha preso l’iniziativa: è Lui che ha dato Gesù. A ogni
essere umano spetta una sola scelta vitale tra due possibilità: credere
in Gesù, oppure rifiutare di credere in Lui. Attenzione! Non c’è
la possibilità di astenersi dalla scelta o rispondere con “scheda
bianca”, perché questo atteggiamento corrisponde a rifiutare di
credere. Spesso parlò con la gente mettendo davanti a loro questa realtà
così specifica e categorica. Non è sufficiente credere che Gesù
sia stato un grande uomo, oppure un profeta mandato da Dio e basta. No! Gesù
è l’incarnazione del Creatore. Se crediamo questo, potremo anche
credere che Gesù è l’unica via per evitare la perdizione!
Oggi c’è ancora tempo. C’è tempo per credere in Gesù,
per ricevere la salvezza. A te la scelta! Ricorda: “Chi crede nel Figlio
ha la vita eterna; chi non ubbidisce al Figlio non vedrà la vita, ma
l’ira di Dio rimane su di lui” (Giovanni 3:36). e.m.
(23) “MA ORA CRISTO È STATO RISUSCITATO DAI MORTI”. (1 Corinzi
15:20)
Credi a queste parole della Bibbia? Cosa sai di Gesù? Cos’è
per te? Un uomo saggio, un maestro di vita? un potente e abile guaritore? Un
illuso, un fallito, uno sconfitto? Ti dico cos’è per me. Gesù
è il Figlio di Dio, che è venuto sulla terra per salvarmi. Ha
certamente fatto del bene a molti, ha pronunciato parole sagge, sulle quali
faremmo bene a riflettere. Oltre a questo, si è caricato del peso del
mio peccato e ha subito il giusto castigo che Dio aveva preparato per me e che
io meritavo. Ma, soprattutto, è risuscitato. Non è rimasto nella
tomba, schiacciato dal peso della punizione immeritata, no! È tornato
in vita ed è salito in cielo. Dio ha accettato il Suo sacrificio e L’ha
riportato alla precedente posizione di gloria e onore. Egli ora è la,
vittorioso, e io lo ringrazio con tutto il cuore per avermi salvata dalla condanna
eterna. a.r.m.
(24) “GESÙ È RISORTO, COME AVEVA DETTO”. (Matteo 28:6)
Nel breve tempo della Sua vita pubblica Gesù ha detto tante cose, ha
parlato con autorità come nessun altro parlò mai (vedi Giovanni
7:46). Ti propongo alcune letture. Ha detto al paralitico: “alzati e vai”
(Marco 2:11), al ragazzo appena morto: “dico a te, alzati” (Luca
7:14). Ha sgridato i venti e il mare perché si calmassero (Matteo 8:26),
ha promesso a un ufficiale:”Guarirò il tuo servo” (Matteo
8:7) e tutto quello che ha detto è sempre avvenuto. Almeno tre volte
Gesù ha annunziato ai Suoi “il terzo giorno risusciterò”.
A loro sembrava impossibile, non ci volevano credere, eppure anche questa parola
si è puntualmente realizzata. Gesù ha anche detto: “Chiunque
contempla il Figlio e crede in Lui, ha vita eterna e Io lo risusciterò
nell’ultimo giorno” (Giovanni 6:40). È la grande promessa
per il futuro che ci riguarda personalmente e si realizzerà come tutte
le altre parole dette da Gesù: potremmo forse dubitarne? l.p.
(25) “SE DUNQUE UNO È IN CRISTO, EGLI È UNA NUOVA CREATURA”.
(2 Corinzi 5:17)
Nel famoso “Hide Park” di Londra, un marxista convinto teneva un
discorso impegnato. Mostrando un uomo vestito miseramente accanto a lui, esclamò:
“Il marxismo può mettere addosso a quest’uomo un vestito
nuovo!”. Allora un credente tra gli ascoltatori lo interruppe e gridò
forte: “E Gesù che, al contrario, può mettere in quel vestito
un uomo nuovo”! Aderire a una ideologia o religione forse può cambiarci
nei modi e nelle forme, dandoci un certo desiderio di non violare le leggi di
Dio. Se questo fosse bastato per andare in cielo, la morte di Cristo non sarebbe
stata necessaria. La moralizzazione non è mai stata la via al cielo,
perché veste uomini vecchi con abiti nuovi e lussuosi pieni di ogni concupiscenza
ed esteriormente laccati di buonismo. Credere in Cristo e alla Sua Parola porta
un rinnovamento interiore completo. Chi crede in Lui, diviene una persona nuova,
non ristrutturata, che vivrà nel nuovo desiderio di assomigliare al Suo
Creatore. m.m.
(26) “INVOCAMMO IL NOSTRO DIO ED EGLI CI ESAUDÌ”. (Esdra
8:23)
La testimonianza di Esdra, l’uomo di cui Dio si servì per ricostruire
l’identità spirituale del popolo d’Israele dopo il ritorno
a Gerusalemme dall’esilio babilonese potrebbe indurre a pensare a una
sorta di automatismo: noi invochiamo, chiedendo a Dio ciò di cui abbiamo
bisogno, ed Egli ci esaudisce immediatamente, dando piena soddisfazione ai nostri
desideri e bisogni. Ma la preghiera in realtà non è questo! La
preghiera è prima di tutto e soprattutto ricerca del discernimento della
volontà del Signore. Il vero esaudimento divino non consiste quindi nel
donarci quello che noi desideriamo e che abbiamo chiesto: non sempre infatti
i nostri progetti coincidono con il piano che Dio per la nostra vita. È
quindi possibile che, al di fuori dell’automatismo “chiedo e ricevo”,
qualche volta la risposta divina alla nostra invocazione sia diversa da quella
che ci aspettiamo. Dobbiamo, in queste circostanze, rimanere sereni: Dio conosce
molto meglio di noi situazioni e bisogni della nostra vita e ogni Sua risposta
è, sempre e comunque, un esaudimento. p.m.
(27) “O DIO, LE MIE COLPE NON TI SONO NASCOSTE”. (Salmo 69:5)
Lo sappiamo tutti, non c’è nulla che possiamo nascondere a Dio,
non c’è un luogo in tutto l’universo nel quale poter eludere
il Suo sguardo (leggi il Salmo 139:1-12). Nello stesso modo non possiamo tentare
di giustificare o alleggerire le nostre colpe. Solo Dio sa pesare con assoluta
esattezza le nostre responsabilità, il nostro peccato e nulla può
sostituirsi al Suo giudizio. Ben lo sapeva anche il re Davide che in questa
affermazione mostra tutta le sua dignità di uomo onesto e sincero che
ama Dio. In queste parole c’è dolore e dispiacere per aver offeso
Dio e il prossimo, ma certo non disperazione. Il Dio che era pronto ad ascoltarlo
e che aveva visto tutto il suo peccato, era anche pronto al perdono. Dio ha
mandato il Suo Figlio unigenito per espiare sulla croce del Golgota il nostro
peccato, proprio perché il perdono potesse essere una benedetta realtà.
g.b.
(28) “ONORA TUO PADRE E TUA MADRE, AFFINCHÈ TU SIA FELICE”.
(Deuteronomio 5:16)
Il comandamento lo conosciamo, ma cosa vuol dire onorare? Onorare è rispettare,
stimare, salvaguardare la dignità di una persona. Onorare è riconoscere
il valore di qualcuno, quindi il contrario del disprezzo. Tale è l’atteggiamento
da mostrare con gratitudine verso coloro che ci hanno dato la vita. Questo comandamento
contiene anche delle promesse. Oltre quella della lunga vita (i tuoi figli osservano
come tratti i tuoi genitori e faranno altrettanto con te), c’è
anche la promessa della felicità. Quante liti, ferite e dolori si possono
risparmiare trattandosi reciprocamente con onore in una famiglia? Nessun genitore
è perfetto. Possono sbagliare. Forse hai subito le conseguenze degli
errori dei tuoi genitori. Dio ci chiede di onorarli senza condizioni, senza
valutare i loro meriti. Onorarli è anche sforzarsi di camminare sulla
via del perdono. Superare le ferite ci rende di nuovo felici. Anche se oggi
non è la festa della mamma e nemmeno quella del papà, fa sentire
un po’ di calore ai tuoi. Una chiamata, una breve visita o una breve chiacchierata,
si prestano bene come occasione per mostrar loro quanto li onori nel tuo cuore.
a.p.
(29) “L’ETERNO NON SI AFFATICA E NON SI STANCA”. (Isaia 40:28)
Isaia mette in risalto il contrasto fra la fragilità umana e la forza
del Signore. I giovani si stancano ancora di più. la vita, a volte, è
pesante. Ci si sente stanchi “dentro”. Ma il Signore è forte
e Isaia afferma che Lui “dà forza allo stanco”. Mia suocera
era una donna eccezionale. Non era affatto il tipo “faccio tutto io”,
ma era sempre pronta ad aiutare chi aveva bisogno. Un giorno, quando i miei
figli erano piccoli, mi ha vista piuttosto esausta. “Te li guardo io,
se mi prometti di andarti a riposare per un’ora” mi ha detto sorridendo
e poi ha aggiunto, citando un versetto del Deuteronomio: “Duri quanto
i tuoi giorni la tua forza!” (33:25). Le sono ancora riconoscente! Infatti,
andiamo a letto stanchi e ci rialziamo con nuove forze. Dio ci ha dato il sonno
per ristorarci. Siamo stanchi e scoraggiati spiritualmente e una parola del
Vangelo ci rinnova. E quando vede che proprio non ce la facciamo più,
ci manda una suocera in aiuto! m.t.s.
(30) L’ETERNO È IL NOSTRO RE”. (Isaia 33:22)
Una frase del genere, pur essendo vera giusta, ci lascia piuttosto indifferenti.
In genere non abbiamo nessuna difficoltà ad ammettere che l’Eterno
è il Re , ma affermare che Egli è il nostro Re è tutt’altra
storia. Facciamo, però, un passo indietro. Israele era oppresso da un
popolo straniero, violento e dal linguaggio incomprensibile. Chi avrebbe potuto
liberarlo? Umanamente non aveva molte possibilità, perché il nemico
era forte e ben organizzato. Eppure, di fronte a una situazione impossibile,
le promesse di liberazione del Signore sono potenti e inequivocabili: “Gli
occhi tuoi ammireranno il Re nella Sua bellezza” (versetto 17). “I
tuoi occhi vedranno Gerusalemme, soggiorno tranquillo” (versetto 20).
Israele ora guarda con fiducia a quelle promesse e può finalmente dire:
“L’Eterno è il nostro Re”. Certo tutti sappiamo che
il Signore è un Re, ma quanti vivono rispettando il Suo pensiero, autorevole
e sovrano, rivelato nella Sua Parola scritta? Chiunque crederà nel Signore
Gesù e accoglierà nel proprio cuore le parole e le promesse contenute
nella Bibbia, Lo conoscerà personalmente e dirà con fiducia: “Gesù
Cristo è il mio Re!”. s.v.
(31) “L’ETERNO IDDIO CHIAMÒ L’UOMO E GLI DISSE: DOVE
SEI?” (Genesi 3:9)
Avete mai visto un bambino rimpiattato dietro qualcosa che non lo nasconde affatto?
Si illude che nessuno possa vederlo e si sente al sicuro. Ebbene, molti di noi
siamo simili a quel bambino. Continuiamo a fare quello che fece Adamo, ci illudiamo
di poterci nascondere da Dio. Ma il Signore non ha chiesto “Dove sei?”,
perché non sapeva dove fosse nascosto l’uomo; lo sapeva benissimo,
ma perché l’uomo si rendesse conto che non poteva nascondere sé
stesso e il suo peccato a un Dio onnisciente e onnipresente. E da allora Dio
continua a chiederci: “Dove sei? In quale solitudine ti sei perso? In
quale situazione negativa ti sei ingolfato? Quale problema angosciante stai
affrontando? Dove sei?”. Solo Dio può aiutarci; dobbiamo solo avere
l’umiltà e il coraggio per rispondere: “Sono qui, lontano
da Te e dal tuo amore, perso nel mio peccato, bisognoso del Tuo perdono”.
Dio vuole salvarci e darci davvero amore e sicurezza, protezione e aiuto. Quello
che i nostri patetici nascondigli non possono offrirci. v.n.
(1) APRILE
(1)ESSI RIDEVANO DI GESÙ. (Luca 8:53)
L’incredulità verso le cose di Dio si manifesta non solo con il
disprezzo e l’indifferenza, ma anche con la derisione. Certo il brano
da cui è tratto il passo ci racconta una storia davvero particolare.
Gesù dopo essere entrato in casa di un certo Iairo, dove c’era
la sua figlioletta morta, disse: “Non piangete, perché non è
morta, ma dorme”. (Luca 8:52) e questo suscitò lo scherno di alcuni.
Senza la fede la morte può essere vista solo come una situazione irreversibile,
l’ultima frontiera di ogni speranza, l’ultimo scoglio dove si infrangono
definitivamente le nostre speranze; oltre c’è il nulla e l’ignoto.
Ma Gesù è venuto proprio per illuminare questa situazione di tenebre.
Non c’è da ridere, ma da gioire nel sapere che è venuto
a dire e dimostrare che la morte è stata vinta e che Egli per l’uomo
desidera non la morte, ma la vita eterna, e questa vita è proprio in
Lui. Facciamo nostre le parole di Gesù che, nonostante la constatazione
di morte, dice a Iairo: “Non temere, solo abbi fede” (Luca 8:50).
g.b.
(2)ECCO, ALL’ETERNO TUO DIO APPARTENGONO I CIELI, LA TERRA E TUTTO CIÒCHE
ESSA CONTIENE. (Deuteronomio 10:14)
In questi ultimi anni si fa un gran parlare di ecologia e di rispetto per l’ambiente
e si evidenziano i gravi disastri che spesso l’uomo provoca alla natura.
Tutti noi, una volta o l’altra, abbiamo sognato di trovarci in luoghi
paradisiaca in cui l’acqua fosse limpida e cristallina l’aria tersa
e pulita e il silenzio perfetto. È più che legittima la preoccupazione
di lasciare ai nostri figli un mondo meno rovinato, ma il Signore ci fa notare
che, nell’impegnarci per questo obiettivo, abbiamo un motivo in più
e anche molto più valido. La creazione, infatti, non è nostra
proprietà, ma è l’opera perfetta di Dio che l’ha progettata.
Pertanto, quando noi deturpiamo la natura, dimostriamo ben poco rispetto verso
la Sua creazione che Lui ci ha affidata in custodia per il nostro bene. Seguendo
la stessa linea di pensiero, possiamo infine ricordarci anche che noi stessi
siamo creature di Dio, che gli apparteniamo e che possiamo avere con Lui un
rapporto personale. s.p.
(3) “O DIO, I MIEI GIORNI SONO NELLE TUE MANI”. (Salmo 31:15)
All’inizio di questo nuovo anno ho deciso di smettere di fare dei buoni
propositi che, spesso restano inadempiuti. Ho voluto piuttosto basarmi sui buoni
propositi che Dio ha per me, sulle Sue promesse. Mi sono ricordata che Gesù
promette di essere con me tutti i giorni, fino alla fine. (vedi Matteo28:20)
Che gioia! Egli starà con me, proprio tutti i giorni!Di riflesso a questa
promessa meravigliosa, ho scritto questi versi: “Se dormo/se cammino/se
mi muovo/se sto seduta/ se valico i monti/ se navigo i mari/se sprofondo sotto
terra/ se annego nelle lacrime/ se mi perdo per strada/ se cado lungo la via
e non riesco ad alzarmi/ se tutto il mondo mi passa addosso/ tu ci sei/ SEI
CON ME”.che gioia sapere che i miei giorni, il mio tempo, la mia vita,
sono nelle mani di Dio e che posso fidarmi delle Sue promesse! m.f.
(4) “BENEDETTO L’UOMO CHE CONFIDA NELL’ETERNO”. (Geremia
17:7)
Le parole del profeta vengono pronunciate in un contesto particolare nel quale
Geremia mette a fuoco un concetto preciso: il cuore dell’uomo, reso fallace
dalla presenza del peccato, è inaffidabile, perciò chi si fida
solo di sé stesso facilmente commette errori anche gravi. Al contrario
chi ha fiducia nel Signore, può usufruire della Sua guida e delle Sue
benedizioni. In altre parole l’invito di oggi è di affidarsi a
Dio, di cedere a Lui le redini della nostra vita per ricevere non solo salvezza
e perdono, ma anche sostegno, conforto, guida, per avere la presenza di Cristo
costantemente al nostro fianco, tutti i giorni. Che cosa ci può essere
di meglio per l’uomo, che camminare con il suo Signore? f.a.
(5) “O ETERNO, DIO NOSTRO, LIBERACI, AFFINCHÈ TUTTI CONOSCANO CHE
TU SOLO SEI L’ETERNO”. (Isaia 37:20)
Ricordi un episodio della tua vita in cui, dopo aver chiesto l’aiuto del
Signore, Egli ti ha liberato? Come è facile dimenticare anche se lì
per lì abbiamo ringraziato tirando un sospiro di sollievo. Invece, quando
non ci sembra di vedere nessuna liberazione, nonostante le nostre richieste
insistenti, il dubbio si insinua fin troppo velocemente nella nostra testa prendendo
sempre più spazio. Il popolo d’Israele in quel frangente in cui
si rivolse a Dio vide veramente una grande liberazione e i suoi nemici ne rimasero
confusi. La loro strafottenza iniziale si trasformò in una cocente umiliazione.
Ma per quanto tempo Israele ricordò quella risposta dell’Eterno
così inequivocabile? Certamente la sua memoria fu labile quanto lo è
la nostra. a.m.
(6) “PRESENTATE VOI STESSI A DIO”. (Romani 6:13)
Ricordo che, quando da piccolo frequentavo la scuola elementare, la giornata
di lezione iniziava sempre con l’appello da parte del maestro. L’appello
oggi è passato di moda, ma allora era una necessità perché
ogni classe era formata da 40/50 alunni e non era certo facile per un insegnante
accorgersi chi fossero gli assenti. Ognuno di noi doveva rispondere alla chiamata
del maestro, ad alta voce: “presente!”. Era un modo semplice per
comunicare: “Ci sono anch’io”. Allo stesso modo ogni giorno
devo essere presente a Dio, cioè devo comunicare la mia volontà
di stare a Lui, di trascorrere la mia giornata con Lui, di farGli vedere che
non so stare senza la Sua presenza, perché ne ho fortemente bisogno.
In base alle Sue promesse, sappiamo che Dio è ogni giorno presente davanti
a ogni uomo, ma quanti di noi sono presenti davanti a Lui? Il dramma dell’uomo
moderno non è forse provocato dalle sue prolungate assenze davanti al
Signore? p.m.
(7) “RICONOSCETE LA POTENZA DI DIO”. (Salmo 68:4)
Quando siamo davanti a un pubblico ufficiale, spesso ci viene chiesto un documento
di riconoscimento, sul quale c’è una foto, la data e il luogo di
nascita. . . Quel documento certifica senza ombra di dubbio chi siamo. Uno dei
segni per riconoscere Dio è la Sua potenza. Egli ha creato i cieli e
la terra, ha creato un essere intelligente così complesso, come l’uomo.
Già queste cose dovrebbero farti riflettere e meditare. Il massimo della
potenza di Dio si è manifestato con l’opera della croce di Gesù
Cristo. Noi non avevamo nessuna possibilità di uscire fuori dal peccato,
perché deboli e morti nei nostri peccati, ma ci è venuta in soccorso
la potenza della croce. Su essa il peccato è stato sconfitto definitivamente.
Ma c’è un grande MA: tutto ciò diventerà una realtà
personale, solo se riconosci Gesù come il tuo potente Salvatore. Ecco
allora l’invito: “Riconosci la potenza di Dio!”. p.p.
(8) “GESÙ SGRIDÒ IL VENTO E SI FECE GRAN BONACCIA”.
(Marco 4:39)
I discepoli sono in barca col Signore, intendono raggiungere la riva opposta
del mare di Galilea. Gesù, che aveva un corpo come il nostro, è
stanco e si mette a dormire. Dopo una giornata intensa, aveva bisogno di riposo.
A un tratto si scatena una tempesta, come spesso succede in quei luoghi. I discepoli,
spaventati, gridano: “Maestro, non ti importa che noi periamo?”.
Gesù si sveglia, comanda al vento di calmarsi, e l’acqua torna
calma. Nella Genesi, nel primo capitolo, è descritta la creazione del
mondo. Dio Padre lo ha creato, dando ordini con la sua Parola. Secondo il primo
capitolo del Vangelo di Giovanni, questa parola era la seconda Persona della
Trinità. E proprio quella stessa seconda Persona della Trinità,
era lì, incarnata in Gesù, nella barca! E agiva con la stessa
autorità sulla creazione! Questo pensiero fa esplodere il cervello.:
Dio si è fatto uomo, ha provato i disagi e le tentazioni, la fame e la
stanchezza. Si è autolimitato in un corpo, per poter morire per me e
per te, al nostro posto. m.t.s.
(9) “DATE GLORIA ALL’ETERNO, PRIMA CHE FACCIA VENIRE LE TENEBRE”.
(Geremia 13:16)
Gesù Cristo è Dio e anche l’uomo più straordinario
che abbia mai posato i piedi sulla terra. Egli è degno di ricevere la
gloria e la lode da tutte le creature che esistono nel creato per la Sua meravigliosa
opera di salvezza. Infatti è stato sacrificato su una croce, con il Suo
sangue ha pagato la punizione per il peccato e ha dato, a chiunque si rivolge
a lui con pentimento e fede, il diritto di essere salvato. La Bibbia profetizza
che un giorno, il giorno del giudizio finale, tutti, anche coloro che saranno
condannati per aver rifiutato la Sua opera di salvezza, daranno gloria al Figlio
di Dio (Romani 14:11). Abbiamo fin da ora il privilegio di adorare, di amare,
di esaltare e di servire il Signore Gesù con la nostra vita. Nei nostri
pensieri, nelle nostre parole, nelle nostre azioni, diamo gloria a Colui che
ha dato tutto per noi: lodiamoLo e adoriamoLo per ciò che ha fatto, per
ciò che sta facendo e per ciò che farà per tutti quelli
che hanno fede in Lui. g.f.r.
(10) TUTTI QUELLI CHE SI BASANO SULLE OPERE DELLA LEGGE SONO SOTTO MALEDIZIONE.
(Galati 3:10)
Una delle difficoltà per me più grandi incontrate, nei primi approcci
col Vangelo, è stata quella di capire che le opere umane, anche le più
pie, non mi consentivano di ricevere l’approvazione divina. Così
ragionavano dentro di me: “Dovrò pur far qualcosa per piacere al
Signore, amare il prossimo, fare del bene a tutti, osservare diligentemente
i Suoi comandamenti”. Ebbene, più tardi constatai che, pur trattandosi
di azioni buone e degne di lode, il Vangelo di Gesù Cristo andava ben
oltre. Capii che, nonostante i miei sforzi, non ero in grado di compiere perfettamente
la legge del Signore e per questo ero sotto la Sua maledizione. C’era
ancora speranza per me? Umanamente dicevo no, ma Dio mi diceva nella Sua Parola:
“Gesù Cristo è la tua unica speranza!”. Infatti l’apostolo
Paolo insiste molto su questo punto. Egli dice: “…se la giustizia
si ottenesse per mezzo della legge, Cristo sarebbe morto inutilmente”
(Galati 2:21). Ma c’è di più: Cristo stesso “…è
diventato maledizione per noi” (Galati 3:13). Hai mai considerato che
Gesù Cristo è diventato maledizione per riscattare coloro che
erano sotto la maledizione? s.v.
(11) “TROVERAI L’ETERNO SE LO CERCHERAI CON TUTTO IL CUORE E CON
TUTTA L’ANIMA TUA”. (Deuteronomio 4:29)
Ricordo che al tempo della conquista dello spazio da parte delle due superpotenze
di allora, una trentina di anni fa, uno dei cosmonauti, di ritorno dallo spazio,
fece questo commento: “Sono stato fin lassù, ma Dio non l’ho
visto”. Non avrebbe avuto bisogno di andare fin lassù, per trovare
Dio. La Bibbia stessa, per bocca dell’apostolo Paolo, dice che “
Dio non è lontano da ciascuno di noi”. La difficoltà, dunque
non è nella distanza da Dio, ma nell’atteggiamento di chi lo cerca.
Questa ricerca è fatta “con tutto il cuore e con tutta l’anima?
In piena sincerità e onestà? Mettendo da parte scetticismo e pregiudizi?
Con la disponibilità a rivedere idee e prese di posizione personali?
Se questo è l’atteggiamento, allora la ricerca avrà successo.
Cito dalla Bibbia: “Se tu cerchi l’Eterno, Egli si lascerà
trovare da te”. (1 Cronache 28:9). È una promessa di Dio e Dio
mantiene sempre le Sue promesse. a.r.m.
(12)L’ETERNO È COLUI CHE FIN DAL PRINCIPIO HA CHIAMATO ALLA VITA
LE GENERAZIONI. (Isaia 41:4)
Sono in casa con la mia nipotina che frequenta le scuole elementari e che sta
facendo i compiti; una delle cose che deve imparare riguarda proprio l’inizio
della vita sulla terra. Leggo dal suo libro di testo che tale inizio, presentato
come cosa certa e provata, avvenne quando una cellula, non si sa bene come e
da chi, ha preso vita e si è riprodotta fino a dare origine a tutto quello
che esiste, sia nel mondo vegetale che animale. Sinceramente, pur con tutto
il rispetto dovuto alla scienza, mi riesce molto difficile, anzi impossibile,
credere a questo. Dove ha preso, quella prima cellula, la capacità di
trasmettere la vita umana nelle sue forme più varie, pensieri, sentimenti,
emozioni, attitudini, intelligenza, individualità irripetibili in ognuno?
È senz’altro più credibile quanto afferma la Scrittura e
cioè che tutto ebbe inizio da un atto creativo di Dio. La sua mente infinita
ha originato tutto con perfezione e precisione. Grazie alle sue capacità
l’uomo a sua volta, è riuscito a dare il via a scoperte e invenzioni
meravigliose. w.g.
(13)L’ETERNO NON PERMETTERÀ MAI CHE IL GIUSTO VACILLI. (Salmo 55:23)
Per godere di questa promessa, bisogna prima essere “giusti davanti a
Dio, ma come esserlo
visto che “non c’è nessuno giusto, neppure uno” (Romani
3:10)? Ricordo che, quando assentavo a scuola, il giorno dopo potevo essere
ammessa in classe solo con la giustificazione dei miei genitori. Anche a livello
spirituale, come peccatori (persone mancanti alla giustizia di Dio), abbiamo
bisogno di essere giustificati da qualcuno che può coprire questa nostra
mancanza: Gesù è il giusto che è morto per tutte le mancanze
di noi ingiusti. Solo così si può essere ammessi in cielo e solo
così Dio assicura su questa terra il Suo valido sostegno, per non vacillare
nei momenti difficili che questa vita spesso ci riserva. E tu, nelle situazioni
in cui stai per vacillare, sei sicuro del sostegno dell’Eterno? b.s.
(14)IL VANGELO È POTENZA DI DIO PER LA SALVEZZA DI CHIUNQUE CREDE. (Romani
1:16)
Il Titanic era la più grande nave del suo tempo, 46.000 tonnellate di
stazza e ritenuto inaffondabile. Ma nella notte del 14 Aprile 1912, al suo primo
viaggio e mentre attraversava l’oceano alla velocità di 22 nodi,
urtò contro un iceberg e affondò portando la morte a 1513 persone.
Uno dei passeggeri era John Harper che doveva recarsi in una chiesa di Chicago
a predicare. Nel tentativo di mantenersi a galla sull’oceano, il predicatore
fu trasportato verso un giovane aggrappato a un’asse e gli disse: “Giovanotto,
sei salvato?”. “No”, rispose il ragazzo e un’ondata
li separò. Dopo pochi minuti furono trascinati a una distanza per cui
era di nuovo possibile comunicare e Harper continuò: “Ti sei riconciliato
con Dio?”. Il giovane rispose ancora: “No”. Un’altra
ondata sommerse Harper che non riaffiorò più. Queste due domande
continuarono a risuonare nelle orecchie del giovane che era riuscito a sopravvivere.
Una sera a New York, in un incontro evangeli stico, si alzò in piedi,
raccontò la sua storia e concluse così: “Io sono l’ultimo
convertito di John Harper”. r.b.
(15) QUANDO PREGHI, RIVOLGI LA PREGHIERA AL PADRE. (Matteo 6:6)
Gesù è preciso: “Quando preghi”. Trovi il tempo per
pregare? Ogni giorno? Per quanto tempo?Per quale tipo di preghiera? Egoista,
superficiale, o con parole uguali ripetute meccanicamente? Oppure degna di un
figlio di Dio che lotta e si appassiona per il Suo regno? “Entra”.
Hai bisogno di una “cameretta”. E se la cameretta non c’è?
Potrebbe anche essere la panchina di un parco, il tragitto in treno, in autobus
o in macchina verso il posto di lavoro. Per i momenti che ti stanno veramente
a cuore, i luoghi li sai trovare. E per la straordinaria esperienza della preghiera,
il posto c’è? “Chiudi la porta”. ‘Prego non disturbare’
si trova scritto sulle porte delle camere d’albergo. Tanto più
nella tua “cameretta”: non per indifferenza a quel che succede fuori,
ma per essere totalmente assorti nel colloquio con Dio. Quante cose non devono
entrare: risentimenti, distrazioni, dubbi, interessi personali… Così
il risultato è certo: Gesù aggiunge: “il Padre ti darà
la ricompensa”. Forse diversa, inaspettata, ma piena della Sua benedizione.
l.p.
(16) SONO UNO STRANIERO DAVANTI A TE, UN PELLEGRINO, COME TUTTI I MIEI PADRI.
(Salmo 39:12)
“Straniero” è un uomo che vive in un Paese che non è
quello di origine, in una nazione che non è la sua Patria. “Pellegrino”
è un uomo che, partito dal luogo della sua abituale dimora, sta compiendo
un cammino verso una mèta che si è prefissato e che conosce. Quasi
sicuramente nessuno di noi s’identifica in una di queste due condizioni;
infatti: viviamo nel Paese del quale abbiamo la cittadinanza e non stiamo compiendo
nessun viaggio lontano dalla nostra casa. Eppure, come ci ricordiamo anche diversi
testi del Nuovo Testamento, se abbiamo iniziato a vivere una nuova relazione
con Dio, attraverso la persona di Cristo, dobbiamo riconoscere di avere “davanti
a Lui” una condizione di vita. Siamo stranieri perché “la
nostra cittadinanza è nei cieli”, quindi rispettiamo la cittadinanza
della nazione alla quale apparteniamo, ma sapendo bene che si tratta di una
realtà temporanea. Siamo pellegrini perché la nostra vita è
paragonabile a un viaggio, a un cammino del quale conosciamo molto bene la mèta:
il Cielo, la gloria di Dio! p.m.
(17) PER TUTTO IL BENE CHE IL SIGNORE HA DATO A TE E ALLA TUA CASA, RALLEGRATI.
(Deuteronomio 26:11)
Queste parole furono rivolte a persone che non avevano avuto una vita facile.
I loro antenati erano stati schiavi in Egitto per 430 anni e avevano visto morire
nel deserto, uno dopo l’altro, tutta la generazione dei loro genitori.
Sapevano però che Dio aveva liberato il Suo popolo, mandando dieci terribili
piaghe e che lo aveva guidato e nutrito attraverso un deserto infuocato e pieno
di insidie. Stava a loro decidere, perciò, su cosa concentrare i loro
pensieri: sulle difficoltà o sulle liberazioni e benedizioni ricevute.
Ricordare l’aiuto di Dio nel passato, aiuta a essere contenti e ad affrontare
con serenità le difficoltà che possono presentarsi, perché
il Signore è sempre fedele. Questo è il rimedio che Dio propone
ancora oggi, contro il risentimento e l’amarezza generati dalle varie
circostanze spiacevoli o difficili che sono parte della vita. o.t.
(18) NELLA PARTE PIÙ INTERNA DEL CARCERE PAOLO E SILA CANTAVANO INNI
A DIO (Atti 16:24-25)
L’apostolo Paolo era in Macedonia per predicare il Vangelo insieme a Sila.
Entrambi si ritrovarono frustati, legati ai ceppi e rinchiusi nella parte più
nascosta della prigione della città affinché non avessero la possibilità
di scappare. Quali sentimenti provarono? Paura, rabbia, delusione, tristezza,
incertezza, angoscia …? Che cosa fecero? Piansero, si disperarono, si
ribellarono a Dio? No. Pregarono e cantarono inni a Dio. Affidarono la loro
situazione al Dio Altissimo che li aveva guidati in quel paese, sottomisero
la loro volontà a quella del loro Padre Celeste, accettarono i piani
di Dio e cantarono inni di lode e di benedizione al loro Signore! Quale fede
dimostrarono Paolo e Sila in una circostanza così drammatica! Mi chiedo
quante volte ho avuto una reazione simile in situazioni anche meno difficili.
Quanto mi sento al sicuro nelle mani di Dio? Quanta fiducia ho nella saggezza
della Sua guida? Quanto spero in Lui? Quanto mi sottometto alla Sua volontà?
Quanto mi sento parte del Suo piano di salvezza per il mondo? e.s.
(19) I DEPOSITARI DELLA LEGGE NON MI HANNO CONOSCIUTO, SONO ANDATI DIETRO A
COSE CHE NON GIOVANO A NULLA. (Geremia 2:8)
Una constatazione molto triste, fatta da Dio stesso. Coloro che avrebbero dovuto
conoscerLo meglio, perché erano i depositari della Sua Parola e avevano
il compito di farla conoscere agli altri, si erano invece allontanati, erano,
non solo indifferenti, ma addirittura andavano dietro a cose inutili e dannose.
Sappiamo tutti che la natura umana ha paura del vuoto: se la nostra vita, i
nostri pensieri e sentimenti non sono colmati da Dio, saranno colmati da altre
cose. Cose negative, vuote di significato e di risultati positivi. Se diciamo
di essere cristiani e anche ci consideriamo tali, dobbiamo chiederci seriamente
di che cosa è ripiena la nostra vita, a che cosa andiamo dietro. Cerchiamo
di conoscere Dio sempre meglio? Di capire la Sua legge, di accettare la Sua
volontà e di ubbidirla? O Dio deve dire anche di noi: “Dicono di
credere in me, ma vanno dietro a cose che non valgono nulla? v.n.
(20) IO ASPETTO IL SIGNORE, IN LUI RIPONGO LA MIA SPERANZA. (Isaia 8:17)
Nella mia vita ho sperimentato molte volte il vantaggio di aver aspettato con
pazienza l’intervento del Signore nelle diverse circostanze e posso testimoniare
di aver avuto soluzioni meravigliose e di gran lunga migliori di quelle che
pensavo da me stesso. L’infinita potenza di Dio, il Suo grande amore e
l’assoluta certezza che Egli opera sempre per il mio bene, mi incoraggiano
ogni giorno sempre di più a riporre la mia speranza in Lui. Quando mi
capitano circostanze particolarmente di difficili, cerco di ricordarmi come
il Signore mi ha aiutato nel passato e, anziché scoraggiarmi e sforzarmi
con ansia di cercare una soluzione immediata e personale, mi riposo nella fiducia
del Signore. Se non conosci ancora questa serenità che solo Dio sa dare,
t’incoraggio a cercare il Dio della Bibbia per farlo diventare il Signore
della tua vita: prova e non te ne pentirai! s.b.
(21) VADO CERCANDO IL FAVORE DEGLI UOMINI O QUELLO DI DIO? (Galati 1:10)
Essere cristiani significa vivere una vita nuova, con un ‘etica fondata
sulla Parola di Dio e perciò spesso implica andare contro corrente. Dobbiamo
insomma cercare di piacere a Dio e non agli uomini. Si racconta di un ragazzo
che suonava il violino e si aggirava per le strade di una grande città.
Poiché non aveva né casa né famiglia, passava da un luogo
all’altro, in cerca di cibo e di asilo. Sostava agli angoli delle strade
e divertiva col violino la gente che passava. Un giorno un famoso musicista
passò dove il ragazzo stava suonando e fu attratto dalla qualità
di quella musica. Mosso a compassione, lo accolse nella propria casa, lo trattò
come un figlio e gli insegnò tutto quello che sapeva sull’arte
del suonare il violino. Dopo diversi anni, quando il giovane ormai fece il suo
primo concerto in un teatro, suonò in un modo tale che alle persone sembrò
di non avere mai udito prima una musica così bella. Ma il giovane non
si preoccupava degli applausi del pubblico: stava suonando solo per piacere
al suo maestro. p.dn.
(22) CONVERTITEVI DUNQUE, E VIVRETE, DICE IL SIGNORE. (Ezechiele 18:32)
Convertirsi significa cambiare direzione, fare una inversione di marcia per
quanto riguarda la nostra vita. Questo consiglio, che ci viene dalla Parola
di Dio, è fondamentale. Ogni essere umano dalla nascita percorre il cammino
del peccato, perché tutti siamo per natura peccatori. In Romani 6:23
sta scritto che “il salario del peccato è la morte…”,
perciò, se non cambiamo direzione convertendoci, la nostra mèta
finale è la morte eterna. Se invece scegliamo di voler vivere per sempre
e godere delle beatitudini celesti, anche dopo la morte fisica, dobbiamo seguire
le chiare indicazioni per la via della salvezza che Dio ci ha elencate nella
Bibbia e, senza dubitare e perdere tempo, affrettarci a questa scelta, perché
la vita non ci appartiene. Nessuno conosce il proprio futuro e quindi non sappiamo
fino a quando avremo tempo di scegliere. Perciò, coraggio! Dio ti ama
e aspetta che anche tu ti converta e scelga la via della vita! s.b.
(23) O ETERNO, I TUOI FEDELI RACCONTERANNO LA TUA POTENZA. (Salmo 145:10,12)
Soltanto i Suoi fedeli, cioè quelli che appartengono all’Eterno,
possono raccontare la Sua potenza. Perché? Perché sono stati testimoni
in prima persona della potenza di Dio. Attraverso la loro conversione a Dio,
hanno esperimentato il più grande miracolo che possa avvenire: la nascita
dall’Alto! La nuova nascita operata attraverso lo Spirito Santo, è
la manifestazione tangibile della potenza di Dio. Quella potenza che è
capace di trasformare un “cuore di pietra” in un “cuore di
carne” che palpita d’amore per il suo Dio e per il suo prossimo.
Fai anche tu parte dei fedeli dell’Eterno? Allora racconta a tutti la
Sua potenza. Non fai ancora parte dei Suoi fedeli? Chiedi perdono per i tuoi
peccati e chiediGli di diventare il tuo Salvatore e il tuo Signore. In questo
modo, avrai anche tu l’onore di raccontare a tutti la potenza del tuo
Dio! e.m.
(24) DIO È LA MIA POTENTE FORTEZZA E RENDE LA MIA VIA DIRITTA. (2 Samuele
22:33)
In Italia abbiamo innumerevoli castelli e fortezze. Ci parlano di guerre, di
scontri e assalti. Nei tempi passati, quando c’era pericolo, la gente
del circondario si rifugiava nella fortezza per trovare sicurezza e riparo.
Ma ci sono difficoltà e pericoli d’altro genere e contro questi
abbiamo bisogno di qualcosa di diverso di un castello in muratura per difenderci.
Dio è una fortezza, invincibile e inespugnabile. Se ci rifugiamo in Lui
noi dobbiamo avere paura e la nostra vita potrà scorrere sotto il Suo
sguardo e la Sua protezione. Avremo guerre e difficoltà. Vivere stando
dalla parte di Dio non è mai facile e senza lotte, ma avremo sicurezza.
Se invece vogliamo fare a meno della forza e della potenza di Dio, saremo preda
di eserciti in lotta, sballottati da una situazione all’altra, senza mura
di difesa e posti di guardia contro il nemico. Combatteremo senza speranza di
vittoria, e percorreremo vie tortuose e senza meta. Che cosa scegliamo? v.n.
(25) DIO CI HA LIBERATI DAL POTERE DELLE TENEBRE. (Colossesi 1:13)
Da bambino mi piaceva ascoltare i nonni mentre raccontavano i fatti della guerra.
Ero molto interessato da quelle vecchie storie, anche perché sapevo di
trovarmi al sicuro, lontano da qualsiasi pericolo. Nei loro occhi, però,
era ancora vivo il ricordo angosciante di quei momenti tristi. In effetti tutta
quella generazione conobbe la miseria, patì la fame e sofferenze di ogni
genere; era dunque in grado di apprezzare i benefici della libertà molto
più di quanto non facciamo noi oggi. L’apostolo paolo, nel versetto
di oggi, parla della liberazione più grande e importante che sia mai
stata eseguita nella storia: quella spirituale. Con toni trionfali descrive
la vittoria riportata: “Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre”.
Quelli che vivevano nella schiavitù del proprio peccato e sotto il dominio
di Satana, sono stati liberati per mezzo di Cristo Redentore. C’è
però un particolare che devi conoscere Questa liberazione è stata
conquistata a caro prezzo: “…mediante il sangue della Sua croce”
(Colossesi 1:20). Vuoi essere veramente libero? Credi nel Signore Gesù
che si è dato alla croce per la tua liberazione! s.v.
(26) IL PADRE VOSTRO SA DI CHE COSA AVETE BISOGNO, PRIMA CHE GLIELE CHIEDIATE.
(Matteo 6:8)
“Se Dio sa cosa mi ci vuole, non vale neppure pregare!”, mi ha detto
una ragazza durante uno studio biblico. Forse cercava un alibi, perché
pregava poco. È vero: il Signore sa quello che è per il mio bene.
Ma anche cerca il dialogo con me, vuole che io mi rivolga a Lui e gli comunichi
i miei desideri. Un bambino va dalla mamma: “Io voglio solo una tavoletta
di cioccolata per merenda. La voglio… me la dai, vero?”. Il bambino
ha bisogno della merenda, ma non ha bisogno di una tavoletta intera di cioccolata.
La mamma, se è saggia, gliene darà qualche quadratino, ma gli
darà anche una fetta di pane e un frutto. Dio fa lo stesso: ci dà
quello che è giusto. È un Padre saggio. Il male è che il
bambino pesta i piedi se non ottiene quello che ha chiesto e la mamma, forse,
cede. Noi possiamo pestare i piedi e fare gli offesi quanto vogliamo, ma il
Padre Celeste non cede. E fa bene, perché “sa di che cosa abbiamo
bisogno”. m.t.s.
(27) GESÙ CRISTO È IL VERO DIO E LA VITA ETERNA. (1 Giovanni 5:20)
Esiste Dio? Esiste una vita dopo la morte? Alcuni rispondono: “No, non
esiste né l’uno né l’altra”, ma in verità
sono pochi. Molti altri invece rispondono affermativamente a entrambe le domande,
ma le risposte ricoprono un ventaglio sconfinato di possibilità. Qualche
dio esiste – si pensa – ma quanti ce ne sono? Ciascuno se lo rappresenta
a modo suo. In linguaggio biblico si può dire che ciascuno si forma il
suo idolo secondo il proprio gusto. Quanto alla vita dopo la morte, non c’è
l’imbarazzo della scelta: tutti perdonati e felici, o reincarnati un indefinito
numero di volte, o intenti a raffinate gioie sensuali, e così via. Davanti
a questa sovrabbondanza di risposte si staglia netta la dichiarazione biblica:
“Gesù Cristo è il vero Dio e la vita eterna”. Chi
parla di Dio senza riferirsi a Gesù Cristo, descrive un idolo che si
è fatto da solo. Chi parla dell’oltretomba senza tener conto di
Gesù Cristo e delle Sue parole, dopo la morte si accorgerà di
non avere la vita eterna. m.c.
(28) DISPREZZARONO LE PAROLE DI DIO FINCHÈ NON CI FU PIÙ RIMEDIO.
(2 Cronache 36:16)
Un mio amico conoscente aveva ricevuto dal cioccolato da un suo amico straniero.
Invece di apprezzare il bel gesto di amicizia di chi gli aveva portato questo
dono da lontano, fece il paragone col suo cioccolato preferito e disprezzò
il dono ritenendolo inferiore. È un semplice esempio che ci insegna che
valore dobbiamo dare ai doni. Dio ci ha regalato la Sua buona Parola ispirata,
giunta fino a noi nella forma scritta della Bibbia. Eppure, spesso proprio gli
insegnanti di religione dicono che quelle parole non vanno prese sul serio che
contengono errori e che sono sorpassate. Essi pongono sé stesi al di
sopra di Dio. Disprezzano le Sue Parole e quindi… disprezzano la Sua persona.
Ma chi persevera nel disprezzare un amico, mete in gioco la sua amicizia. Non
dar retta a chi dice che non puoi prendere sul serio la Bibbia, nemmeno se si
considera esperto in materia. Sai cosa pensava invece re Davide, che aveva una
profonda conoscenza di Dio? “La via di Dio è perfetta; la Parola
del SIGNORE è purificata con il fuoco; Egli è lo scudo di tutti
quelli che sperano in Lui” (Salmo 18:30). a.p.
(29) CHI RISPONDE PRIMA DI AVER ASCOLTATO, MOSTRA LA SUA FOLLIA, E RIMANE CONFUCO.
(Proverbi 18:13)
Questa verità l’ho sperimentata nella mia vita e forse sarà
successo anche a voi. Che tristezza dopo! Non ci voleva niente aspettare che
l’altro finisse di parlare, di dire le sue opinioni, ma no! Era come dire:
“So già cosa vuol dire e ti rispondo a tono”, che assurdità!
Così sto imparando, con l’aiuto del Signore, ad ascoltare fino
in fondo prima di rispondere.
Se ascolto bene tutto, sarò in grado di valutare meglio il pensiero e
l’esposizione dei fatti dell’altro e quindi potrò rispondere
in modo più saggio e ponderato. Non ascoltare l’altro è
un segno di maleducazione e presunzione. Leggendo il libro dei Proverbi, trovò
insegnamenti che sono di un’attualità impressionante e che riguardano
tutte le sfere della vita umana. Questo mi aiuta ancora di più ad apprezzare
il valore assoluto della parola di Dio che non si è limitato a darci
indicazioni solo per la vita spirituale ed eterna, ma vuole indicarci con chiarezza
la via che dobbiamo percorrere in ogni circostanza per essere veramente felici.
w.g.
(30) GESÙ CAPÌ SUBITO, CON IL SUO SPIRITO, CHE ESSI RAGIONAVANO
COSÍ DENTRO DI LORO. (Marco 2:8)
Mi trovavo in un negozio e un commesso mi faceva vedere un bell’accostamento
fra un giallo e una rosa. Istintivamente dissi: “Non avrei mai pensato
di mettere questi due colori vicini” e lui: “mi sono ispirato alla
sua maglietta, mica a Gesù!”. Quella frase mi sorprese e risposi:
“Non fa mica male pensare a Gesù!”. Lui replicò: “Ho
detto Gesù, il primo che capitava, avrei potuto dire Capitan Harlock!”
Leggendo il brano di oggi e riflettendo su quella breve conversazione, ho pensato
a quanto è difficile per noi comprendere il nostro prossimo, intuirne
i bisogni e, se lo Spirito Santo non ci guida, parlare loro. Poi ho pensato
alla divinità di Gesù. Egli era molto di più di un uomo
mandato da Dio sensibile ai bisogni delle persone, era Dio stesso e per questo
poteva percepire nel Suo spirito anche nei pensieri non espressi. Chi è
Gesù per te? È il Dio che conosce anche i tuoi pensieri più
nascosti o un Capitan Harlock qualsiasi? o.t.
(1) MAGGIO
GESÙ CRISTO RISUSCITATO… IN NESSUN ALTRO È LA SALVEZZA.
(Atti 4:10-12)
Gesù: il Suo nome significa “Dio salva”! Cristo: significa
“l’Unto”, il prescelto. Gesù Cristo fu unto da Dio,
cioè fu riempito di Spirito Santo e di potenza per compiere efficacemente
il mandato che aveva ricevuto dal Padre: offrire la Sua vita in sostituzione
delle vite degli uomini inevitabilmente perduti. Gesù Cristo obbedì.
Nacque, visse e poi venne ucciso. Risuscitato! Gesù non è rimasto
nella tomba, non è neppure stato rapito come vogliono farci credere alcuni,
attraverso falsi documenti mai confermati dagli studiosi; e nemmeno è
stato sostituito da qualche Suo discepolo. Altrimenti tutto sarebbe vano e il
versetto di oggi perderebbe la sua potenza. Gesù è il Cristo ed
è risuscitato. La risurrezione comprova la Sua deità e il fatto
che era veramente senza peccato, solo così ha potuto sconfiggere la morte
eterna; solo Lui poteva farlo. Se sei ancora scettico, ti consiglio la lettura
di un ex-scettico per eccellenza: Josh Mc Dowell – La risurrezione di
Gesù un fatto certo! – (Ed. Centro Biblico) Richiedilo all’editore
di questo calendario, te lo spedirà volentieri. m.f.
(2) SIGNORE, MOSTRAMI UN SEGNO DEL TUO FAVORE. (Salmo 86:17)
Nelle preghiere contenute nei salmi, soprattutto in quelli di Davide, compaiono
spesso i “nemici”, i “superbi”, gli “empi”,
i “malvagi”, i “malfattori”, colore che mi “odiano”.
Può sembrare strano, ma una persona che ha un buon rapporto con Dio può,
proprio per questo fatto, incontrare l’ostilità degli altri. Come
si spiega? Sul paino biblico, la cosa non è strana. È cominciato
tutto fin dai tempi di Caino, che non potendo sfogare la sua irritazione contro
Dio stesso, si è sfogato contro chi aveva sperimentato il gradimento
di Dio: il fratello Abele. Davide allora, sapendo di avere molti nemici, chiede
al Signore di manifestare il Suo favore verso di lui in un modo chiaro, evidente
a tutti, e ne indica il motivo: “Così tutti quelli che mi odiano
si vergogneranno”. Non vuole quindi provocare invidia, da cui possiamo
scaturire rabbia e violenza, ma vergogna, che può portare all’umiliazione
e al ravvedimento. Sono capace di pregare anch’io in questo modo? m.c.
(3) CREDI TU NEL FIGLIO DI DIO? (Giovanni 9:35)
Ora che hai il biglietto del calendario fra le mani ti propongo un esperimento:
posa il biglietto, chiudi gli occhi, muoviti per la casa così bastano
pochi minuti. Bene, ora hai provato, per un tempo incredibilmente breve, ciò
che provava fin dalla nascita quell’uomo cieco che un giorno conobbe Gesù.
Sono certa che sentì i Suoi passi prima di chiunque altro e poi ascoltò
attentamente le Sue parole. Qualcuno parlava di luce proprio vicino a lui che
da sempre viveva nelle tenebre. Ora sente le Sue mani, non sa cosa sia quell’impiastro
che ha sugli occhi, ma è pronto a ubbidire allo sconosciuto che gli ordina
di andare a lavarsi in un posto specifico. A tentoni va, forse chiede aiuto,
arriva alla vasca di Siloe, si sciacqua il viso… capisce perché
ha sentito parlare di luce, questa è la prima volta che la vede dopo
averla immaginata e sognata mille volte. Non passa molto tempo e Gesù
gli si avvicina di nuovo, per portarlo a Sé, Egli vuole che quell’uomo
possa esperimentare, non solo la bellezza della luce solare, ma la realtà
di una vita completamente rinnovata da Colui che è la Luce. “Signore
io credo!”. a.m.
(4) TORNERÒ E VI ACCOGLIERÒ PRESSO DI ME, DISSE GESÙ. (Giovanni
14:3)
Migliaia di persone spendono ingenti quantità di denaro per conoscere
il futuro, rivolgendosi ai maghi e agli indovini. Uomini e donne vivono nella
paura del futuro e di quello che potrebbe accadere. Ma solo Dio dà a
quelli che confidano in Lui un avvenire e una speranza. La Bibbia afferma ripetutamente
che Gesù Cristo ritornerà con gloria e con potenza, non più
per essere ucciso su una croce, ma per portare presso di Sé i veri credenti,
governare e regnare. Sarà questo il più grande avvenimento della
storia futura. Gesù Cristo stesso lo ha promesso! Anche se non sappiamo
né il giorno, né l’ora del Suo ritorno, dell’adempimento
delle profezie bibliche possiamo dire che siamo nella fase finale della storia
dell’umanità. Il futuro del mondo non è nelle mani dei potenti
della terra, ma in quelle del Dio Onnipotente. Per questo il vero credente non
ha paura del futuro. La sua speranza non è riposta nelle capacità
e nell’intelligenza dell’uomo, ma nella persona di Cristo Gesù,
che sta per ritornare. Egli verrà per mettere al sicuro i credenti, per
prendere e portare la Sua chiesa nella gloria e poi per giudicare gli increduli.
E tu, sei pronto per il Suo ritorno? p.d.n.
(5) NEL TORNARE A ME SARÀ LA VOSTRA SALVEZZA. (Isaia 30:15)
Spesso accade che, davanti a un problema grave in cui veniamo a trovarci, per
giungere a una soluzione ci aggrappiamo con determinazione alle risorse umane
che abbiamo; pensiamo come tanti: “Aiutati, che Dio ti aiuta”. Così
facendo crediamo in noi stessi e facciamo affidamento non tanto su Dio, ma sulla
nostra scaltrezza così che l’aiuto e la salvezza non si basano
più sull’intervento di Dio, ma sulle nostre forze. Dio invece ci
ricorda che è solo quando ci si arrende a Lui, pentiti, incapaci e senza
forze che si trova la vera salvezza. Proprio come per rimanere a galla nell’acqua
“bisogna fare il morto”, cioè NULLA, allentare ogni muscolo,
non muoversi e l’acqua ci terrà su. Chi si dimena affonda. Per
essere salvati non possiamo fare proprio nulla, bisogna arrendersi, tornare
a Dio e credere che Cristo ha fatto tutto per noi. Riconoscere la propria misera
condizione di peccato e credere all’unico rimedio che Dio ci ha procurato
attraverso il Salvatore Gesù: questa è la salvezza. s.g.
(6) CHI HA AUTOCONTROLLO VALE DI PIÙ DI CHI ESPUGNA CITTÀ. (Proverbi
16:32)
È straordinariamente bella ed efficace quest’immagine della Bibbia,
che ci dona l’ennesima dimostrazione di come i valori a cui Dio dà
importanza siano diametralmente opposti ai nostri. Nell’antica Roma i
generali che tornavano vittoriosi dopo lunghe campagne militari, venivano colmati
di glorie e onori, si erigevano archi di trionfo e si organizzavano festeggiamenti
che coinvolgevano tutto il popolo per molti giorni… ma che valore ha per
un uomo dominare i propri nemici, se non ha la forza o la capacità di
dominare sé stesso? Se non ha la capacità di dominare il proprio
orgoglio, la propria ira, le proprie debolezze, i vizi… in una parola:
se non sa padroneggiare il proprio peccato? Dice giustamente Gesù: “Che
giova all’uomo guadagnare tutto il mondo, se poi perde o rovina sé
stesso?” (Luca 9:25). Il Signore ha cura di ricordare che l’autocontrollo
non è una qualità che procede dalla natura umana, ma dallo Spirito
Santo che dimora nel cuore di coloro che hanno creduto in Gesù (Galati
5:22). È questa la tua realtà? Altrimenti chiedi ora a Cristo
di venir a dimorare in te col Suo Spirito Santo. g.b.
(7) DIO UDÍ LA VOCE DEL RAGAZZO. (Galati 21:17)
Caro amico, oggi il Signore vuole farti sapere che ha delle orecchie in grado
di ascoltare chiunque e dovunque. Gli scienziati moderni hanno inventato i radar
capaci di ascoltare addirittura i suoni interstellari, e tutta l’umanità
e orgogliosa di questo; ma constatiamo con rammarico che, spesso non ascoltiamo
il grido di dolore che si eleva da parte di chi è vicino a noi. Viviamo
magari in grandi città brulicanti di gente, ma ci siamo mai chiesti quanta
gente si sente sola e non ha nessuno disposto ad ascoltarla? Questo versetto
è una garanzia per tutti gli uomini: grandi piccini, maschi femmine…
Quel Dio del cielo è vicino a ogni uomo più di quanto pensi e
ascolta anche ciò che non si proferisce, cioè i ragionamenti del
tuo cuore. InvocaLo con sincerità, qualunque sia la tua condizione e
scoprirai con sorpresa come ti risponderà e prenderà a cuore le
tue ansie, i tuoi problemi, le tue sofferenze. p.p.
(8) IO SONO IL BUON PASTORE E CONOSCO LE MIE PECORE, DISSE GESÙ. (Giovanni
10:14)
L’immagine del “pastore” è sicuramente una di quelle
che toccano le nostre emozioni e i nostri sentimenti; è l’immagine
che meglio d’ogni altra parlava a un popolo nel quale la pastorizia era
una delle attività preminenti. Fra quelli che ascoltavano le parole di
Gesù, alcuni erano o erano stati “pastori”, tutti avevano
visto un “pastore” e ne conoscevano bene il ruolo e l’importanza.
Ma quasi sicuramente nessuno di loro aveva mai pensato di essere una “pecora”.
L’illustrazione usata da Gesù, identificando Sé stesso come
“il Buon Pastore”, ha significato e valore soltanto se io accetto
di essere una delle Sue “pecore”. Senza questa mia disponibilità
personale (che corrisponde a una precisa scelta di vita!), l’immagine
del “Buon Pastore” diventa per me priva di significato. Ma, quando
scelgo e accetto di essere una “pecora” di Gesù, so che Egli,
conoscendomi perfettamente, avrà cura di ogni aspetto della mia vita,
mi guiderà in modo totale e, soprattutto, restando sempre con me, condividerà
ogni mio passo, ogni mia esperienza. p.m.
(9) “QUESTA SALVEZZA DI DIO È RIVOLTA ALLE NAZIONI” (Atti
28:28)
Il termine “nazioni” nella Bibbia non viene usato in modo generico,
astratto, universale, come si fa oggi nelle relazioni internazionali. Nella
Rivelazione biblica Israele non è contenta fra le nazioni, perché
le nazioni sono tutto ciò che non è Israele. L’apostolo
Paolo, dopo aver cercato di convincere gli anziani della comunità ebraica
di Roma che Gesù Cristo è il Messia promesso dalle Scritture,
e non avendo ottenuto da tutti loro una unanime, accettazione, rivolse loro
le parole del testo di oggi. Ma proprio ai credenti di Roma egli ricorderà
in seguito che il Vangelo “è potenza di Dio per la salvezza di
chiunque crede; del Giudeo prima e poi del Greco” (Romani 1:16). Il messaggio
di perdono è stato ed è ancora rivolto prima agli ebrei, poi tutti
gli altri. Noi “gentili”, cioè appartenenti alle nazioni
che non sono Israele, dovremmo sempre ricordare tutto questo, e non smettere
mai di ringraziare il Signore, che nella Sua imperscrutabile sapienza e immensa
misericordia ha voluto estendere anche a noi le benedizioni spirituali proveniente
dall’opera salvifica del Signore Gesù. m.c.
(10) IL TIMORE DELL’ETERNO È SCUOLA DI SAGGEZZA. (Proverbi 15:33)
Sono molti oggi i genitori che, con sacrificio fanno il possibile per far studiare
i propri figli, perché si pensa che il conseguimento di un diploma o
di una laurea siano assolutamente indispensabili per avere successo nella vita.
Purtroppo però tanti genitori dimenticano di guidare i loro figli alla
scuola dal nome particolare: “scuola di saggezza” e con un amico
programma di studi: “il timore dell’Eterno”! Il nome di questa
scuola è indubbiamente attraente per tutti: chi non vorrebbe essere saggio,
acquisendo la capacità di pensare e poi comportarsi secondo i canoni
essenziali della saggezza (la verità, la giustizia, la libertà,
l’amore…)? Purtroppo però, se tutti sono attratti dalla scuola,
non tutti sono attratti dal programma! Temere l’Eterno, rispettando profondamente
la Sua Persona e prendendo sul serio tutto quello che Egli ci dice nella Sua
Parola, non è ritenuto un buon programma. In gente preferiamo farli da
noi i programmi sui quali impostare la nostra vita. Ma… valutiamoci onestamente:
con quali risultati? Promozioni oppure tristi e drammatiche bocciature? p.m.
(11)DIO VI FA DONO DEL SUO SPIRITO SANTO. (1 Tessalonicesi 4:8)
Dieci giorni dopo l’ascensione di Gesù, a Gerusalemme, accadde
un fatto straordinario che non ha eguali nella storia. Se fossimo stati là,
prima avremmo sentito arrivare un vento impetuoso e ci saremmo guardati stupiti,
coscienti di essere all’interno di un edificio e non all’aria aperta,
poi avremmo visto delle lingue di fuoco posarsi sulle teste dei discepoli. Quello
fu il segno tangibile della presenza dello Spirito Santo in loro, ma l’effetto
immediato ci avrebbe lasciato davvero a bocca aperta, perché fu loro
concessa la capacità di parlare lingue per loro sconosciute allo scopo
di evangelizzare tutti quelli che si trovavano a Gerusalemme per la festa della
Pentecoste e che provenivano da luoghi lontani. Mai “traduzione”
simultanea fu più veloce, fedele, efficace e sorprendente! E i discepoli,
in quel momento, ricordarono tutte le volte in cui Gesù, mentre era ancora
con loro, li aveva rassicurati sulla venuta dello Spirito Santo che sarebbe
stato Colui che li avrebbe consolati, fortificati e sostenuti nella testimonianza.
Lo Spirito Santo è il dono speciale che Dio riserva a ogni credente:
sta a noi capire come esserne ripieni e come non contristarLo. a.m.
(12)TU MI HAI RALLEGRATO CON LE TUE MERAVIGLIE, O ETERNO. (Salmo 92:4)
Qualcuno ha affermato: “La società in cui viviamo è in crisi
e va verso l’autodistruzione!”. Le statistiche, in effetti, si rivelano
allarmanti. I sociologi sono fortemente preoccupati. Ecco alcuni dati: un italiano
su cinque soffre di depressione. Gli adolescenti e i giovani sono sempre più
insoddisfatti e il numero di coloro che arrivano al suicidio cresce a dismisura.
Le persone anziane si sentono sole e abbandonate dai loro cari. Inquietante
non è vero? Ecco, invece, l’esempio di un uomo determinato. Il
Salmista non si reputa migliore degli altri, né più fortunato.
Egli è stato segnato dall’incontro personale con Dio e la sua vita
è cambiata radicalmente “Tu mi hai rallegrato…o Eterno”.
È interessante, però, notare il modo con cui il Signore ha colmato
l’assenza di gioia nella vita di quest’uomo: “Tu mi hai rallegrato
con le Tue meraviglie…” Che cosa sono queste meraviglie? Le opere
e i pensieri di Dio registrati nella Sua Parola. Infatti, subito dopo aggiunge:
“Come sono grandi le Tue opere, o Eterno! Come sono profondi i Tuoi pensieri!”
(Salmo 92:5). Ecco svelato il “segreto” della felicità del
salmista. s.v.
(13)IL NOSTRO DIO, CHE NOI SERVIAMO, HA IL POTERE DI SALVARCI. (Daniele 3:17,18)
Se hai una Bibbia t’invito a leggere la storia di Daniele: è affascinante
e soprattutto vera. Era stato portato prigioniero a Babilonia insieme con altri
giovani di stirpe reale. Il re Nabucodonosor in una certa occasione si costruire
una grande statua d’oro ordinando a tutti di prostrarsi davanti a essa
in adorazione. I trasgressori sarebbero stati gettati in una fornace ardente.
Arrivò il giorno stabilito e al segnale convenuto tutti s’inchinarono,
eccetto 3 giudei, amici di Daniele, che come lui, amavano e adoravano il solo
vero Dio. Ovviamente furono subito presi e condotti davanti al re il quale offrì
loro un’altra possibilità altrimenti… la fornace ardente.
La prospettiva non era allettante. Che fare? Questi giovani non ebbero nessuna
esitazione: sapevano bene. Chi solo deve essere adorato e anche che Dio poteva
liberarti da tale pericolo. La loro fede era così salda e radicata, che
non esitarono a disubbidire al re, pur di rimanere fedeli al loro Dio. Questa
è fiducia piena e totale: ubbidienza all’ordine di adorare solo
Dio. Vuoi sapere come è andata a finire? Leggi il capitolo 3 del libro
di Daniele. Ne resterai affascinato! w.g.
(14) DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO. (Matteo 6:11)
Chiunque legge le parole di questo versetto sa che appartengono al “Padre
nostro”, la preghiera che Gesù diede ai Suoi discepoli come un
modello, dicendo loro: “Voi, dunque, pregate così…”
Già le poche parole citate ci insegnano come pregare per ottenere risposta
dal Signore. Dacci- bisogna chiedere con fiducia. Il Signore desidera che ci
rivolgiamo a lui, che Gli parliamo e Gli confidiamo quello che è nel
nostro cuore. Oggi – bisogna chiedere con costanza. Tutti i giorni, in
qualunque momento del giorno, possiamo andare a Lui e parlarGli, perché
è sempre pronto ad ascoltare. Il nostro pane quotidiano – dobbiamo
chiedere con sottomissione. Il pane quotidiano rappresenta ciò che ci
è utile e necessario. Egli sa meglio di noi cos’è per il
nostro bene. Dobbiamo imparare ad accettare quello che ci dà quotidianamente.
a.r.m.
(15) VEGLIA DILIGENTEMENTE SULL’ANIMA TUA. (Deuteronomio 4:9)
Ecco un buon consiglio. Vegliare vuol dire stare attenti a quello che può
succedere, essere prudenti e saggi. La nostra anima è tutto il nostro
essere: sentimenti, intelligenza, volontà. Quale rischio corriamo se
non vegliamo sulla nostra anima con grande attenzione? Pensiamoci un po’.
Quante stupidaggini sentiamo e assorbiamo, senza riflettere, senza ragionarci
sopra per poterle valutare e respingere? A quanti sentimenti incontrollati ci
abbandoniamo per seguire il nostro cuore, senza considerare che possono portarci
fuori strada, in una situazione sbagliata che potrà ferire e far soffrire
noi e gli altri? Quante decisioni dettate solo dal tornaconto o dal capriccio
del momento? E che cosa dimentichiamo? Per noi forse non si tratta di cose che
abbiamo visto materialmente ma di cose che sappiamo, regole che abbiamo imparato
e veduto applicare, insegnamenti pieni di saggezza che abbiamo ricevuto. Impariamo
a ricordare e a vegliare. v.n.
(16) IL VOLTO DI DIO È CONTRO QUELLI CHE FANNO IL MALE. (Salmo 34:16)
Il versetto precedente dice: “Gli occhi del Signore sono sui giusti e
i Suoi orecchi sono attenti al loro grifo”. Il Signore mette davanti a
noi il bene e il male, la salvezza e la perdizione, la vita e la morte. Ogni
scelta che facciamo ha le sue conseguenze positive o negative. Purtroppo siamo
più precisi a fare il male che il bene; la società stessa ha la
tendenza a gustarsi e a corrompersi. Oggi assistiamo al crollo dei valori tradizionali
e molti codici morali di un tempo sono stati aboliti. Assistiamo alla formazione
di una nuova morale della sessualità, della famiglia, del lavoro e di
altri aspetti dell’esistenza. Dio, però, non chiude gli occhi di
fronte alla malvagità, all’ingiustizia e al male che sono nella
nostra vita e nella società. Dio è un Dio giusto e santo. Ha gli
occhi troppo puri per sopportare la vista del male e non può tollerare
lo spettacolo dell’iniquità. Per questo alla croce Cristo ha dovuto
pagare la pena dei nostri peccati e ha soddisfatto la giustizia divina, per
perdonare il peccatore che si ravvede e crede in Gesù. p.d.n.
(17) NELLA CALMA E NELLA FIDUCIA SARÀ LA VOSTRA FORZA. (Isaia 30:15)
Questo versetto mi ha sempre aiutata, soprattutto nei momenti di ansia. Mi fa
bene ricordare il suo significato e la sua applicazione pratica nella mia vita.
Quando mi trovo davanti a situazioni difficili, l’istinto mi porta ad
agitarmi, ad aver paura, a essere in ansia, perché non posso controllarne
l’esito. Ma la fede, la fiducia di essere nelle mani di Dio e la conseguente
calma, mi aiutano ad affrontare le circostanze con lo spirito giusto, con la
forza necessaria che il Signore stesso mi provvede. Ricordando chi è
Dio, e quello che può fare, la mia fiducia in Lui viene rinnovata: rivolgo
il mio pensiero alle Sue straordinarie caratteristiche, alla Sua forza, alla
Sua cura verso di me, alla Sua bontà, alla Sua fedeltà. In questo
modo il mio pensiero si distoglie automaticamente dal problema che sto vivendo.
Affido a lui le mie difficoltà e il mio cuore si alleggerisce. La calma,
la serenità sorgono spontaneamente e il Signore mi guida nell’affrontare
ogni cosa. e.s.
(18) CRISTO CI HA LIBERATI, PERCHÉ FOSSIMO LIBERI. (Galati 5:1)
Gesù ha detto: “Chi commette il peccato, è schiavo del peccato”
(Giovanni 8:34). E l’apostolo Pietro ha dichiarato: “Uno diventa
schiavo di ciò che l’ha vinto” (2 Pietro 2:19). L’uomo
non crede a questa realtà. Si crede libero, e fa della sua libertà
una licenza per peccare. Per questo la corruzione, l’immoralità,
la delinquenza dilagano. Quello che ieri era considerato un male, oggi è
tollerato e approvato. Gesù offre la soluzione al problema della schiavitù
del peccato: “Conoscere la verità e la verità vi farà
liberi… se il Figliolo vi farà liberi, sarete veramente liberi”
(Giovanni 8:32,36). Il messaggio de Vangelo convince della realtà della
schiavitù del peccato e chi lo accetta è perdonato, le sue catene
sono sciolte. Gode della presenza e dell’amore di Dio. Ma in che senso
è libero? È finalmente libero di ubbidire a Dio. Gode nel fare
il bene, non ha più paura della morte e del futuro. Questa sì
che è libertà! m.t.s.
(19) L’AURORA DALL’ALTO CI VISITERÀ PER GUIDARE I NOSTRI
PASSI VERSO LA VIA DELLA PACE. (Luca 1:78,79)
Che splendida promessa! Chi non desidera tempi migliori o camminare nella “via
della pace”? Zaccaria, antico profeta e padre di Giovanni il battista,
proferì queste parole quando riconobbe nel figlio neonato, che stava
tenendo fra le braccia, il “profeta dell’Altissimo”, cioè
colui che sarebbe andato “davanti al Signore per preparare le Sue vie”.
La pace promessa, però, non è da intendersi come assenza di guerre
e contrasti tra gli uomini, bensì come riconciliazione fra l’uomo
e Dio. Il piano della salvezza è stato attuato da Dio, e all’uomo
non resta che accettarla in dono, cioè di credere in quello che Cristo
ha compiuto sulla croce gratuitamente per chiunque mette la sua fiducia in lui.
Troppo facile? No, perché l’uomo, per natura, vuole essere padrone
della propria vita; quindi, accettare la salvezza di Dio significa che deve
rinunciare totalmente a quel diritto d’essere lui il padrone! h.p.
(20) IO PERDONO COME TU HAI CHIESTO, DISSE IL SIGNORE. (Numeri 14:20)
Questa fu la risposta di Dio all’intercessione di Mosè per quelli
israeliti che, liberati dalla schiavitù egiziana, furono spaventati dal
racconto di dieci delle dodici spie mandate a esplorare il territorio cananeo
loro promesso. Increduli disprezzarono il Signore e le Sue opere. Si resero
anche sordi all’invito di Giosuè e Caleb nel credere alla promessa
di Dio, dalla quale poi furono esclusi. Infatti non entrarono nella Terra Promessa.
Molti secoli dopo, Gesù alla croce pagò il nostro castigo e noi
Lo coronammo con la nostra incredulità e disprezzo. Nel rendere lo spirito
Suo al Padre, pregò e ottenne il perdono per tutti noi. E tu, come puoi
ricevere questo perdono? Ascolta: “Chi crede nel Figlio ha la vita eterna,
chi invece rifiuta di credere al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira
di Dio rimane su di lui” (Giovanni 3:36). Così come fu per Caleb
e Giosuè, le uniche due spie fedeli: “Solo coloro che credono a
Dio si appropriano delle Sue promesse”. m.m.
(21) “DIO DICE: PERCHÉ TI GETTI DIETRO ALLE SPALLE LE MIE PAROLE?”
(Salmo 50:16,17)
Il significato di “gettare qualcosa dietro alle spalle” è
“non darsene pensiero, non prenderla in considerazione”. Quello
che ho dietro alle spalle non è sotto il mio sguardo, perciò non
mi coinvolge. Sono tante le cose che ci gettiamo alle spalle: certe situazioni
che ci turbano, forse ricordi spiacevoli, insegnamenti trascurati: tutto questo
può avere anche effetti negativi per la nostra esistenza ed equilibrio.
Ma quando gettiamo dietro alle spalle le parole di Dio allora la cosa è
grave. Perché? Perché le parole di Dio sono vita, salvezza eterna,
pace, gioia, riposo, protezione, cibo spirituale; tutte cose di cui l’essere
umano, creato a immagine e somiglianza di Dio, ha bisogno. Senza queste parole
la vita è vuota, pericolosa, senza senso.
Ecco perché esiste tanto odio e violenza, perché le Sue parole
sono state gettate dietro alle spalle. Non è una qualche forma di religiosità
che dà pace, ma solo la Parola di Dio nel nostro cuore. Per te che leggi
queste poche righe, dov’è la Parola di Dio? Se è dietro
alle spalle, ti prego: prendila e portala davanti agli occhi, leggila, meditala,
accettale nel tuo cuore come sola via di salvezza. w.g.
(22) QUANDO LA VITA VENIVA MENO IN ME, IO MI SONO RICORDATO DELL’ETERNO.
(Giona 2:8)
“È tutto buio. C’è poco spazio per muoversi e c’è
cattivo odore. Si riesce a respirare a stento e sembra di essere vicinissimi
alla morte”. Il profeta Giona si trova nel ventre di un grosso pesce delle
acque del Mediterraneo. Ha disubbidito alla voce di Dio e sembra proprio che
adesso Dio lo abbia abbandonato. Invece no: Giona si ricorda dell’Eterno
e Gli innalza una preghiera. Il Signore è buono, ascolta la sua preghiera,
e lo salva da morte sicura. Da questo possiamo imparare che non c’è
limite all’amore di Dio. Ricordiamoci anche oggi dell’Eterno, e
non facciamolo soltanto in casi disperati! e.m.
(23) “GESÙ È POSTO A CADUTA E A RIALZAMENTO DI MOLTI”.
(Luca 2:34)
Con la Sua venuta sulla terra, Gesù ha diviso in due la storia dell’umanità.
Egli non era soltanto un operatore di bene: si è dato volontariamente
a morire sulla croce per noi esseri umani, ma poi è stato “rialzato”
con la risurrezione. Oggi parlare di Gesù, spesso può dare fastidio,
forse perché inconsciamente tutti sappiamo di essere “caduti”,
mancanti alla legge di Dio e che non possiamo stare “in piedi” davanti
alla Sua giustizia e santità. Ma il Suo amore viene incontro a chi, riconoscendo
le proprie cadute, viene rialzato, risuscitato a una nuova vita e salvato dal
giusto giudizio di Dio (leggi Giovanni 5:24) Ancora oggi l’opera di Cristo
sulla croce contraddistingue l’uomo caduto da quello rialzato. E tu in
che posizione vuoi presentarti davanti a Dio? b.s.
(24) IN CRISTO GESÙ QUELLO CHE VALE È LA FEDE CHE OPERA PER MEZZO
DELL’AMORE. (Galati 5:6)
Per un vero cristiano non è possibile pensare al Cristianesimo in termini
di “religione”. Il Cristianesimo non è fatto di riti o regole
da osservare, ma è la vita di Cristo che si esprime attraverso quella
di chi ha veramente creduto in Lui. Il versetto di oggi illustra mirabilmente,
seppure in modo sintetico, questa realtà. Il cristiano non cerca più
la salvezza, perché è certo d’averla ottenuta per fede.
Egli vive la salvezza lasciando a Cristo il governo della propria vita e ricercando
la Sua volontà, per servirLo e fare quelle “buone opere che Dio
ha precedentemente preparate” (Efesini 2:10). La molla che spinge a questo
è l’amore che ha sparso nei nostri cuori (Romani 5:5). L’amore
verso Dio e verso il prossimo, questo è ciò che conta. Non è
religione, ma vita. È così per te? g.b.
(25) LA TUA FIDUCIA SIA POSTA NELL’ETERNO. (Proverbi 22:19)
Di cosa fidi? Delle tue intuizioni? Della capacità acquista con l’esperienza
di valutare correttamente le situazioni e sai subito come agire in date circostanze?
La Bibbia avverte: “Non ti appoggiare sul tuo discernimento” (Proverbi
3:5). Anche noi il massimo buon senso si corre il rischio di fraintendere le
ragioni che spingono gli altri ad agire, magari attribuendo loro le colpe che
non hanno, o di farsi condizionare da situazioni spiacevoli negative. Avere
fiducia in Dio significa credere che le valutazioni che Dio fa sono giuste.
Se, per esempio una persona ci offende con parole amare, la soluzione di Dio
è “perdonalo”, ed è il contrario di ciò che
si farebbe naturalmente. Una tale fiducia in Dio non si raggiunge immediatamente,
ma attraverso una comunione continua e costante con Lui che permette di apprezzare
sempre meglio la realtà della Sua saggezza e della Sua potenza. o.t.
(26) ACCUMULATEVI DEI TESORINEL CIELO. (Matteo 6:20)
Per diversi anni un’anziana signora americana era impegnata, ogni pomeriggio,
a pregare. Tutti i giorni dalla sua finestra guardava i ragazzi entrare e uscire
dalla scuola di fronte a casa sua e pregava, pregava e pregava ancora. Cosa
è successo? Uno di quei ragazzi era George Verwer, fondatore di OM (Operazione
Mobilitazione), una delle più grandi missioni, impegnata a 360° in
tutto il mondo. George era un ragazzo come tanti, ignaro dell’investimento
spirituale di quella donna che pregava costantemente per lui. Egli sapeva poco
o niente di Gesù e certamente non mirava a diventare un evangelista,
fin tanto che non incontrò il Signore e decise di seguirLo. Possiamo
occupare il nostro tempo in molti modi e possiamo anche investirlo nella “Banca
del cielo”. A cosa o a chi stai dedicando il tuo tempo? Cosa stai accumulando?
m.f.
(27) LO SPIRITO DI DIO MI HA CREATO, IL SOFFIO DELL’ONNIPOTENTE MI DA
VITA. (Giobbe 33:4)
Una mattina l’organista di una chiesa si stava esercitando su un pezzo
di F. Mendelssohn. Dopo averlo suonato diverse volte senza mai riuscire a farlo
bene, frustrato prese lo spartito e s’incamminò verso l’uscita.
Ad assistere a questa scena c’era un uomo seduto nell’ultima fila
che gli chiese di poter suonare quel pezzo. L’organista rispose che non
permetteva a nessuno di toccare l’organo, ma l’uomo insistette con
gentilezza e, e l’altro acconsentì. Al tocco di quell’estraneo,
la chiesa si riempì di musica bellissima suonata eccellentemente, tanto
che l’organista stupito si avvicinò all’uomo e gli chiese:
“Scusi, ma lei chi è?”. L’uomo rispose: “Io sono
Felix Mendelssohn”. Spesso dalla nostra vita non riusciamo a trarre che
note di delusione, insoddisfazione, sofferenza e malattia. Come quell’organista,
facciamo del nostro meglio, mai risultati sono deludenti. L’unica soluzione,
allora, è lasciar “suonare” Colui che ci ha creati e ci dà
vita: Dio. Solo così la nostra vita si riempirà di tutte quelle
bellissime note che Egli ha già scritto per la colonna sonora della nostra
esistenza. r.b.
(28) CHI HA PRESO LE DIMENSIONI DEL CIELO CON IL PALMO DELLA MANO? (Isaia 40:12)
Il brano da cui è tratto il versetto di oggi ci parla della grandezza
e della potenza di Dio. Egli è il Dio Eterno, il Creatore degli estremi
confini della terra, è infinito e onnipotente. Non ha limiti, ci tiene
nelle Sue mani. La Bibbia ci parla non solo della grazia, delle compassioni
e dell’amore di Dio, anche della Sua maestà e della Sua signoria
su tutte le creature. Dio è più grande delle nazioni, che non
sono nulla davanti a Lui. Egli è più grande delle nazioni, che
non sono nulla davanti a Lui. Egli è più grande del mondo e di
tutto ciò che si trova in esso. Egli è superiore ai potenti di
questo mondo, ai capi di governo e di stato. È il Signore della storia,
il Creatore dell’universo intero. Non vi è niente di troppo difficile
per Lui! Egli agisce, salva e trasforma la vita di tutti coloro che si affidano
a Lui. Possiamo confidare pienamente in Lui. p.d.n.
(29) PER MEZZO DI GESÙ, CHIUNQUE CREDE È GIUSTIFICATO. (Atti 13:39)
Nella sinagoga di Antiochia di Pisidia, davanti alla folla di Giudei riuniti
il sabato per la lettura della legge e dei profeti, davanti a uomini convinti
che la dichiarazione di giustizia si potesse ottenere soltanto attraverso una
scrupolosa osservanza della legge, Paolo lancia questo messaggio per loro sconvolgente:
“Solo per mezzo della fede in Gesù è possibile essere dichiarati
giusti davanti a Dio”. In parole povere: “Le opere della legge non
bastano per farvi essere giusti davanti a Dio, nessuno di voi può più
viere in questa illusione. Per questo Dio ha mandato Suo Figlio: Egli morendo
per ciascuno di voi, rende possibile il perdono totale di Dio sui vostri peccati
. . . davanti a Dio così non apparirete più come peccatori, ma
sarete dichiarati giusti”. Questo non è un messaggio per altri
tempi: è un messaggio anche per oggi! Purtroppo il cristianesimo è
in gran parte ricaduto nelle forme della religione, nella presunzione di una
giustificazione-salvezza da conquistare con le proprie con le proprie opere.
Il messaggio dell’Evangelo rimane però sempre lo stesso: solo per
la fede personale in Gesù si può essere giustificati. p.m.
(30) FELICE L’UOMO CHE HA COMPASSIONE, DÀ IN PRESTITO, NON VACILLERÀ
MAI. (Salmo 112:5,6)
“Vi è più gioia nel dare che nel ricevere”, ha detto
Gesù (Atti 20:35), ma se siamo onesti dobbiamo ammettere che non ci è
facile riconoscere la verità di queste parole. La realtà è
che siamo egoisti e crediamo che per essere felici ci manca sempre qualche cosa.
Ci aspettiamo quindi la felicità dal ricevere quello che ancora non abbiamo.
Ma in questo modo dimostriamo che adesso non siamo felici. Se uno invece dona
volentieri, vuol dire che è già felice e desidera accrescere la
sua felicità condividendola con altri. Il Signore Gesù non ha
lasciato il Padre per venire sulla terra a cercare una felicità che gli
mancava. Egli ha dato Sé stesso per accrescere la Sua gioia, dando la
possibilità agli uomini di condividere la Sua comunione con il Padre.
Se abbiamo accolto questa possibilità, siamo diventati partecipi della
Sua gioia, e quindi non ci sembra strano accrescere la nostra gioia ricercando
quella degli altri attraverso la condivisione di quello che abbiamo ricevuto
dal Signore. m.c.
(31) RITORNERAI ALL’ETERNO TUO DIO, CON TUTTO IL TUO CUORE E TUTTA L’ANIMA
TUA. (Deuteronomio 30:10)
Da dove viene tutto questo male e questa violenza che pervadono la nostra società?
Dalle cattive condizioni sociologi, dal sentimento intenso di vuoto, di disperazione,
dalla mancanza assoluta di prospettive future? A tutte queste domande la Bibbia
dà una risposta, affermando che è dal di dentro, dal cuore dell’uomo,
che vengono “cattivi pensieri, furti, omicidi, malvagità, frode,
stoltezza” (Marco 7:21-22), e dà anche il rimedio. L’amore
e la grazia di Dio ci spingono ad assumerci le nostre responsabilità,
a riconoscere i nostri errori e a ritornare a Lui per mezzo di Gesù Cristo.
La pace nella quotidianità delle nostre giornate e il guardare con fede
verso il futuro, malgrado le circostanze, nascono nei nostri cuori dalla scelta
si intrattenere con Dio un rapporto intimo e profondo, che ci porta a ubbidire
ai Suoi comandamenti, ad amarLo in modo completo (con tutto il cuore) e a permetterGli
di entrare in ogni aspetto del nostro essere e della nostra vita (con tutta
l’anima). g.f.r.
GIUGNO
(1) “DIO CI ILLUMINI GLI OCCHI DEL VOSTRO CUORE” (Efesini 1:18)
Se tu dovessi rappresentare graficamente questo versetto cosa disegneresti?
L’idea di un cuore capace di vedere come se fosse fornito di due occhi
è un po’ strana, ma efficace, perché il nostro cuore se
non è illuminato della Luce divina è nelle tenebre. Quindi per
vedere bene davvero, non bastano i nostri due occhi, c’è una vista
più profonda, non misurabile con apparecchi ottici e purtroppo non “correggibile”
con l’uso di un buon paio di lenti. Gli occhi del cuore possono essere
curati solo quando avvertiamo la realtà di quel buio interiore per cui
ci interroghiamo su cosa fare per trovare la luce. Gesù disse di Sé:
“Io sono la Luce del mondo, chi viene a Me non sarà più
nelle tenebre”. Quella Luce è la sola che possa spazzare via il
buio del cuore, la confusione dell’anima, la tristezza esistenziale. a.m.
(2) TUTTI SONO SOTTO IL DOMINIO DEL PECCATO. (Romani 3:9)
Che delusione! Era la prima volta che mi davo al giardinaggio e avevo annaffiato
con grande cura le piante di pomodoro… ma ora che era arrivato il momento
di raccoglierli, non ce n’era neanche uno sano! Capita – mi è
stato detto da un esperto – che, quando certe malattie colpiscono le piante,
tutto il frutto che portano è malato. Così è per l’uomo.
Dal momento della ribellione a Dio da parte di Adamo ed Eva, il peccato ha colpito
l’intera umanità, e l’uomo, per quanto possa impegnarsi,
non riuscirà mai a liberarsene (“…gli uomini saranno egoisti,
amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori,
ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati…”
2 Timoteo 3:2-4) Ma Dio pretende la santità! Come può, allora
l’uomo salvarsi? Non può! Ecco perché è stato Dio
stesso a fornire all’uomo la via della salvezza, gratuitamente, mediante
la fede; non per opere, perché sono macchiate dal peccato. h.p.
(3) LAVAMI DA TUTTE LE MIE INIQUITÀ E PURIFICAMI DAL MIO PECCATO. (Salmo
51:2)
Qualche tempo fa trasmisero in televisione il film, “Mission” in
cui un uomo, per espiare i propri peccati, si arrampicava su una montagna con
un grosso peso addosso. Certo si trattava solo di un film, ma al tempo stesso
fotografa bene quel pensiero innato che c’è nell’uomo: sacrificarsi
per espiare i propri peccati. Però, dalla lettura della Bibbia, apprendiamo
che solamente Dio è Colui che può perdonare i peccati (Marco 2:7).
Per questo il salmista Davide, come apprendiamo dal testo di oggi, dopo aver
peccato di adulterio, si rivolse all’unica Persona che potesse perdonarlo:
il Signore. Difatti ha prestabilito Gesù Cristo come sacrificio espiatorio
per i peccati di tutto il mondo (leggi Romani 3:25-26; Ebrei 9:14,26; 1 Giovanni
2:2). E tu, che leggi questo foglietto, se senti il peso dei peccati gravare
su di te, su chi fai affidamento per ottenere il perdono? Su te stesso, su di
un uomo, magari un religioso oppure vuoi prendere esempio da Davide? n.s.
(4) CHI SI ABBASSA, SARÀ INNALZATO. (Luca 18:14)
In queste poche parole sono racchiusi due atteggiamenti umani: l’orgoglio
e l’umiltà. Occorre ammettere che il primo è il modo d’essere
più diffuso e più facile da seguire. Tutti noi siamo infatti inclini
a vantarci di ciò che siamo e di ciò che abbiamo, e tendiamo a
mettere in risalto la nostra intelligenza e i nostri beni. Se questo è
il nostro modo corrente di rapportarci con il mondo, il Signore ci dice che
è completamente sbagliato e che dobbiamo capovolgere del tutto questo
tipo di pensiero. Il richiamo di Dio per questa nuova giornata è piuttosto
quello di mettere a beneficio degli altri ciò che abbiamo ricevuto in
dono da Dio. In tutta la Bibbia ci sono numerose evidenze di come Dio rialza
e gradisce le persone umili e miti, mentre al contrario umilia inevitabilmente
gli orgogliosi e gli alteri. In un altro brano Gesù prende come esempio
di umiltà e di semplicità un piccolo bambino, incoraggiandoci
a imitare queste sue caratteristiche. L’esempio più chiaro ci è
dato tuttavia da Gesù stesso che, lasciando la gloria del cielo, è
venuto sulla terra come uomo per giunta in mezzo ai più umili e ai più
poveri. s.p. (5)GUAI A QUELLI CHE NON PONGONO MENTE A CIÒ CHE FA IL SIGNORE.
(Isaia 5:11,12)
Quando apriamo un giornale, di solito leggiamo con attenzione quello che hanno
detto e
fatto i potenti della terra, cioè i capi di governo e tutti coloro dalle
cui decisioni dipen- ono molti fatti della vita sociale. Stranamente invece,
la maggior parte delle persone
non si cura di ciò che ha detto e fatto, e di ciò che dice e fa
ancora oggi la Persona più
potente della terra: il Creatore. Qualcuno dirà che non esiste un Creatore,
o che, se
esiste, non si sa che cosa vuole perché nessuno l’ha mai incontrato.
Ed è proprio a queste
persone che sono rivolte le parole del testo di oggi: “ Guai!”.
Guai a quelli che non si
interessano di sapere se Dio ha parlato, che cosa ha detto e che cosa richiede.
E se
qualcuno vuol sapere dove si trova la presentazione delle parole e delle azioni
di Dio,
sappiamo qual è la risposta da dare: nella Bibbia. m.c.
(6)GESÙ DISSE: SEGUIMI! ED EGLI, ALZATOSI, LO SEGUÌ. (Matteo 9:9)
Matteo, autore dell’omonimo Vangelo, descrive con discrezione e sobrietà
il suo incontro personale con il Signore Gesù. “SeguiMi!”,
fu la chiamata del Maestro. Una sola parola, eppure così chiara ed efficace.
È proprio vero che a volte i metodi del Signore ci riempiono di stupore.
La risposta di Matteo, però, è ancor più sorprendente.
Non replicò verbo, nessun commento in merito, ma un solo atto deciso
e radicale: “…alzatosi, Lo seguì”. Chi era Matteo?
“Uno che lavorava per i Romani e faceva l’esattore delle tasse”,
risponderebbe qualcuno. Risposta esatta! Ma il racconto biblico non si ferma
a questo. Più tardi, a tavola in casa di Matteo, di fronte all’ipocrisia
dei farisei, Gesù affermò: “Non sono i sani che hanno bisogno
del medico, ma i malati!” Matteo era un peccatore perduto e aveva bisogno,
spiritualmente, del Medico per eccellenza: Gesù. Ecco perché si
alzò e decise di seguirLo. E, se in questo momento, dopo aver ascoltato
questa breve riflessione, Gesù dovesse dirti: “SeguiMi, che cosa
faresti? s.v.
(7) OGNI UOMO PIO T’INVOCHI, O DIO, MENTRE PUOI ESSERE TROVATO. (Salmo
32:6)
La prima condizione per invocare Dio è quella di essere un uomo pio”.
Pio significa “santo” “timorato di Dio”, una persona,
cioè, che desidera conoscere e ubbidire al suo Creatore. Nel Nuovo Testamento
leggiamo la storia vera di un uomo pio che desiderava trovare Dio. Si chiamava
Cornelio e, pensate un po’, era italiano come noi! (Leggi la sua storia
in Atti 10). Desiderava conoscere Dio, e, siccome rispondeva ai requisiti per
TrovarLo, Dio non tardò a rivelarsi a Lui! Così è ancora
oggi. Se vuoi conoscere Dio, leggi la Sua Parola con uno spirito d’umiltà,
invocaLo (cioè rivolgiGli la tua preghiera) ed Egli si farà trovare
da te! Dio desidera che tutte le persone abbiano il desiderio di cercarLo, anche
se ciò inizialmente significa cercarLo “andando come a tastoni,
benché Egli non sia lontano da ciascuno di noi” (Atti 17:27). Che
bello: Dio non è lontano da noi, non è lontano da te! e.m.
(8) LA PAROLA DEL SIGNORE È VERITÀ. (1 Re 17:24)
Quando ho il privilegio di parlare con qualcuno del Signore mi sento spesso
dire: “Ma chi dice la verità? Ognuno presenta la sua religione
come il migliore prodotto sulla piazza, come si fa a sapere chi ha ragione?”.
Sono delle obiezioni molto sagge e direi logiche, visto il proliferare di sette
e idee strane. Cosa rispondere a questa domanda? È molto semplice! Non
abbiamo nessuna religione da offrire o altro prodotto religioso, ma abbiamo
una Via da indicare che è Gesù stesso: “Gesù disse:
Io sono la Via, la Verità e la Vita, nessuno viene al Padre se non per
mezzo di Me” (Giovanni 14:6). -Satana è il padre della menzogna,
quindi cerca di creare confusione così che la verità venga in
qualche modo nascosta: la menzogna è sinonimo di inganno, di tenebre.
–Dio è Verità. Gesù, la Parola incarnata, è
Verità e Luce. Allora per sapere chi dice la verità non c’è
altro da fare che andare alla VERITÀ, alla Parola del Signore: troverai
tutte le risposte e soprattutto la Via per avere pace con Dio. w.g.
(9) OGNI GINOCCHIO SI PIEGHERÀ DAVANTI A ME, DICE IL SIGNORE. (Romani
14:11)
Se guardando intorno a noi pensiamo che oggi ci si cura poco di Dio e dei Suoi
insegnamenti o, addirittura, Lo si respinge negando la Sua presenza e il Suoi
intervento, se questa consapevolezza ci dispiace e ci rattrista, consoliamoci
con la promessa che leggiamo all’inizio di questa pagina. Un giorno, che
Dio stesso nella Sua grande saggezza ha stabilito, avverrà che tutti
si sottometteranno a Lui. Quasi non riusciamo a immaginare la scena: nello stesso
istante vecchi e giovani, uomini e donne si inginocchieranno davanti al Signore.
Un altro versetto va oltre nei particolari e specifica che “nel nome di
Gesù” si piegherà “ogni ginocchio nei cieli, sulla
terra e sotto terra” (Filippesi 2:10). Tutti gli abitanti dell’universo,
ovunque essi si trovino, si inchineranno davanti a Lui. A che fine? Affinché
“ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla
gloria di Dio Padre” (Filippesi 2:11). Quale gioia sarà vedere
finalmente riconosciuta la sovrana maestà del nostro Signore! a.r.m.
(10)SE UN UOMO PECCA CONTRO IL SIGNORE, CHI INTERCEDERÀ PER LUI? (1 Samuele
2:25)
Il bisogno di un mediatore è antico e profondo nell’animo umano.
Anche Giobbe esclamò appassionatamente: “Non c’è fra
noi un arbitro che posi la mano su tutti e due!” (Giobbe 9:33). A questo
bisogno così radicato nei cuori, si è cercato di rispondere in
tanti modi: da Maria invocata come “porta del cielo”, a Padre Pio,
ai propri cari defunti invocati per ottenete protezione. Sono tutti tentativi
umani e sbagliati; la vera risposta completa e risolutiva è Gesù
Cristo. “Infatti c’è un solo mediatore fra Dio e gli uomini,
Cristo Gesù” (1 Timoteo 2:5); è Lui che alla destra di Dio
intercede per noi (vedi Romani 8:34). Se crediamo in Cristo che è morto
in croce per i nostri peccati, se Lo seguiamo, non abbiamo più bisogno
di cercare mediatori qua e là: la potenza del grande unico Mediatore
è per noi. Il nostro rapporto con Dio cambia e tutta la nostra vita è
benedetta e trasformata. l.p.
(11)CHI MI AMA SARÀ AMATO DAL PADRE MIO, DISSE GESÙ. (Giovanni
14:21)
Quest’affermazione di Gesù è rivolta ai Suoi discepoli come
incoraggiamento. Il momento della Sua morte si stava avvicinando, e Gesù
voleva che sapessero che Dio Padre li amava e che si sarebbe occupato di loro,
anche quando Gesù stesso non sarebbe più stato con loro di persona.
Aveva appena finito di dire loro che chi osserva i Suoi comandamenti dimostra
di amarlo; e qui invece ribadisce che chi ama Lui, è a sua volta amato
dal Padre. Ma non è la nostra ubbidienza ai Suoi comandamenti che ci
rende figli Suoi, ma la nostra fece posta in LUI; la nostra ubbidienza ai Suoi
comandamenti è la conseguenza di una vita già rinnovata da Lui.
L’opera della salvezza è di portata universale, ma è efficace
solo per chi, come i discepoli, è stato toccato della Sua grazia. h.p
(12)ASCOLTATE LA MIA VOCE E IO SARÒ VOSTRO DIO. (Geremia 11:4)
Cerca di immaginare un genitore che scongiura il proprio figlio ad ascoltare
i suoi consigli perché intuisce in quali guai potrebbe cacciarsi. Purtroppo
le cronache quotidiane sono piene di bravate o delinquenze di persone che hanno
sottovalutato i potenziali pericoli a cui si esponevano. In questo brano troviamo
un quadro molto simile. Il Signore scongiura il Suo popolo a ubbidire ai Suoi
comandamenti (Geremia 11:7). Non c’è volontà di coercizione,
ma un profondo desiderio di recare felicità e giustizia. Come un padre
vuole il meglio per il suo figlio, così il Signore vuole il meglio per
ogni uomo, come scrive il profeta Geremia: “Camminate in tutte le vie
che vi prescrivo, affinché siate felici” (Geremia 7:23). o.t.
(13) LA SOFFERENZA DEL CUORE ABBATTE L’UOMO, MA LA PAROLA BUONA LO RALLEGRA.
(Proverbi 12:25)
Uno dei mali oggi più diffusi è sicuramente la depressione. L’uso
(abuso?) di psicofarmaci è sempre più diffuso, psicologi e psicoterapeuti
vedono in costante aumento il numero dei loro clienti. Così come sono
in aumento le cosiddette malattie psicosomatiche: malattie che colpiscono il
corpo (soma), ma che hanno la loro origine nell’anima, nella mente (psiche).
Il testo di oggi ci porta a una triste riflessione su questa realtà:
quando i pensieri, i sentimenti, le emozioni (“il cuore”) sono carichi
di tensioni e di sofferenze, l’uomo è abbattuto (verbo che fa pensare
ad una pianta non più eretta, ma stesa al suolo!). Ma, nello stesso tempo,
ci indica anche la via per uscire dalla sofferenza, la via per essere rallegrati,
per cacciare angosce e timori. Questa via è indicata qui semplicemente
con “la parola buona”. Ma qual è questa “parola buona”?
Nel versetto 50 del Salmo 119 leggiamo: “Questo mi è di conforto
nell’afflizione, che la Tua parola mi fa vivere”: è da Dio
che ci viene “la parola buona” che rallegra, che fa vivere anche
l’afflizione. p.m.
(14) BISOGNA CHE IL VANGELO SIA PREDICATO FRA TUTTE LE GENTI. (Marco 13:10)
È necessario che ogni persona ascolti il Vangelo, perché solo
così si può essere salvati e si può scampare dalla morte
eterna, ma, affinché questo avvenga, c’è bisogno di alcuni
che vanno e di molti che pregano e sostengono l’opera di Dio. Un cinese
cristiano fece a un suo connazionale, pure lui cristiano, questa domanda: “Quale
sarà la prima cosa che fari quando salirai in cielo?”. L’amico
rispose: “Ringrazierò il Signore Gesù per avermi salvato”.
Benissimo”, continuò l’altro “e poi cosa farai?”.
“Andrò dal missionario che venne nel mio paese per farmi conoscere
Cristo” fu la risposta. “Bene”, disse ancora l’interlocutore
“e ti fermerai qui?”. “No”, disse l’amico “andrò
a cercare e ringraziare chi ha offerto del denaro, affinché il missionario
potesse venire a predicare il Vangelo a me nella mia terra”. Ogni cristiano
deve contribuire alla necessità di predicare il Vangelo fra tutte le
genti in questi tre modi: andando, pregando, donando. E un giorno, in cielo,
sarà bello vedere qualcuno avvicinarsi per dire “Grazie!”.
r.b.
(15) L’ETERNO, IL TUO DIO, È UN DIO MISERICORDIOSO. (Deuteronomio
4:3)
L’idea di Dio buono, misericordioso, che ci ama e si prende cura di noi,
è senz’altro quella che piace di più anche se poi questo
Dio dovrebbe prendersi cura di noi secondo i nostri piaceri, i nostri progetti.
Insomma, dovrebbe essere al nostro servizio: quasi, quasi come il genio della
lampada. Indubbiamente l’Eterno è misericordioso, ma elargisce
questa misericordia a chi desidera riceverla, a chi ricerca la Sua grazia. Chi
si trova in un paese straniero e ostile, può ritenersi al sicuro solo
quando entra nell’ambasciata della sua nazione. Lì è a casa,
sotto la protezione della sua patria. Lo stesso principio è valido per
usufruire della misericordia di Dio. Occorre conoscere la via per arrivare “all’Ambasciata
del cielo” ed entrare per avere protezione! La via e la porta sono Gesù.
“Gesù disse Io sono la Via la Verità e la Vita, nessuno
viene al Padre se non per mezzo di Me” (1 Giovanni 14:6); “Io sono
la Porta, se uno entra per Me sarà salvato…” (Giovanni 10:9).
Dove ti trovi? Sei dentro o fuori “dell’Ambasciata del cielo”?
Se sei fuori, sei in pericolo! w.g.
(16) HO LA FEDE IN DIO CHE AVVERRÀ COME MI È STATO DETTO. (Atti
27:25)
Spesso si ha della fede un concetto vago, astratto mistico. I surrogati sono
tanti, soprattutto la religione; ma la vera fede è caratterizzata da
una coscienza personale del’oggetto in cui si pone fede e fiducia. L’apostolo
Paolo, l’autore di quest’affermazione, aveva avuto un incontro personale
con Dio, Gesù Cristo era l’oggetto della sua fede, sapeva in Chi
aveva creduto e poteva essere sicuro di quello che gli sarebbe accaduto, perché
Dio stesso glielo aveva rivelato attraverso un angelo di notte (leggi Atti 27:14-25).
Non dobbiamo aspettarci degli angeli, perché oggi Dio ci dice ciò
che ci serve di sapere, attraverso la Bibbia. ma anche noi come Paolo possiamo
avere fede in Dio, che avverrà come leggiamo. L’importante è
leggere la Sua Parola, credere, avere fede e accettarla come verità assoluta.
Altrimenti che avverrà della nostra vita? b.s.
(17) AMA L’ETERNO IL TUO DIO, E OSSERVA SEMPRE QUELLO CHE TI DICE. (Deuteronomio
11:1)
Queste parole furono rivolte al popolo d’Israele centinaia d’anni
fa. Esse si basavano sulle dimostrazioni dell’amore di Dio, della Sua
grandezza, del Suo intervento a favore del Suo popolo. Dio si mostrava degno
di fiducia, degno di essere amato e ascoltato. Ma Lo è ancora oggi. Infatti
il Suo amore, la Sua forza, il Suo raggio d’azione non sono diminuiti!
Vale la pena perciò rispondere all’amore del Signore e seguire
la via per la quale ci guida. Io ho fatto la mia scelta ed ho constatato personalmente
la presenza di Dio nella mia vita; osservare la Sua volontà è
sempre stato il meglio per me, anche se a volte me ne sono accorta in ritardo.
Non tornerei mai indietro dall’ubbidienza. Davanti alle parole di questo
versetto, oggi ci sono persone diverse da allora, a cui però Dio chiede,
alo stesso modo, di prendere una posizione e di mantenere un impegno; di amarlo
e di dimostrarlo con l’ubbidienza. Egli mostra costantemente di esser
degno di fiducia; sta a te, ora, concederGliela. e.s.
(18) PREPARATI A INCONTRARE IL TUO DIO (Amos 4:12)
Non possiamo davvero dire che Dio non ci richiami e non ci inviti a riflettere.
Il peccato ci ha rovinato e ha portato maledizione anche sulla natura. Possiamo
dire che non è vero? Ogni giorno abbiamo prove della cattiveria umana
e di quello che possiamo escogitare per soddisfare i nostri desideri e la nostra
cupidigia a scapito degli altri. E ogni giorno vediamo anche quanto la natura
possa mostrare che cosa ha significato la maledizione del peccato nella creazione.
Come reagiamo? Riflettiamo su quello che Dio ci rivela o non ce ne curiamo?Ma
è sicuro che, prima o poi, dovremo incontrare il nostro Dio e rendere
conto di come abbiamo preso o non preso sul serio i Suoi avvertimenti. v.n.
(19) QUEL CHE CHIEDERETE NEL MIO NOME, IO LO FARÒ, DISSE GESÙ.
(Giovanni 14:13).
“Mamma, però Gesù non mi ha ascoltato . . .” esordì
mio figlio, al ritorno da un centro estivo. “Raccontami, cosa è
successo?” gli chiesi. Lui mi raccontò che era arrivato in finale
al torneo di pingpong e che ci teneva tantissimo a vincere, così aveva
pregato e chiesto a Dio di aiutarlo a vincere, ma era deluso perché era
arrivato “solo” secondo. Dal nostro colloquio emersero le seguenti
considerazioni: 1) Essere arrivati secondi, significa aver vinto la medaglia
d’argento, quindi si tratta comunque di una vittoria. 2) E se anche l’avversario
avesse fatto richiesta? 3) Era proprio così importante vincere, o valeva
la pena fare una bella gara sportiva e corretta? Insomma, quante volte facciamo
così con Dio? Chiediamo perché sappiamo che Lui ci ascolta, ma
chiediamo nel “nostro nome”, ossia chiediamo per compiacere la nostra
volontà e non la Sua. Dio risponde sempre: a volte dice “sì”,
altre dice “no”, altre ancora dice “aspetta”. E tutte
le risposte sono puntuali e sagge. m.f.
(20) L’ETERNO DISPREZZA L’UOMO DISONESTO. (Salmo 5:6)
L’atteggiamento disonesto è quello che, per trarne un vantaggio
personale, ci porta a nascondere qualcosa che non dovremmo nascondere. Non di
rado tali atteggiamenti, riescono purtroppo a raggiungere il loro scopo. I mezzi
di comunicazione, sono ogni giorno carichi di una infinità di truffe,
imbrogli, furti, che per così dire, sono arrivati alla luce del sole,
ma mi chiedo spesso chissà quanti altri rimangono nascosti e sconosciuti.
L’uomo che non ha il timore di Dio, certo non si fa scrupoli nell’ingannare
il prossimo. La conoscenza può essere messa anche a tacere. Ma ci sarà
un giorno, dice la Bibbia, che tutto verrà alla luce anche le cose tramate
nel segreto di un nascondiglio saranno illuminate da Colui al quale nulla sfugge.
L’apostolo Paolo scrive: “Dio giudicherà i segreti degli
uomini per mezzo di Gesù Cristo” (Romani 2:16). g.b.
(21) C’È UN SOLO DIO E UN SOLO SIGNORE, GESÙ CRISTO. (1
Corinzi 8:6)
I figli di Dio hanno un privilegio grandioso: quello di essere tali perché
rinati in Dio per mezzo di Gesù Cristo. Colui che è il Signore
del cielo e della terra è divenuto il mio Signore. una figura che all’uomo
moderno fa paura, perché vuole sentirsi libero e signore di sé
stesso, ma ai figli di Dio dà sicurezza e gioia. Quante volte, amico
o amica, ti sei ritrovato/a impantanato/a in mille difficoltà e non sapevi
a chi chiedere aiuto? Tutti sappiamo come è duro vivere oggi nella nostra
società e l’immagine che mi viene in mente è quella che
vide Gesù: tante pecore senza pastore, stanche e sfinite. Grazie siano
rese a Dio, per il dono inestimabile del Suo Figliuolo. Oggi io posso testimoniarti
che è in Lui che esisto e in Lui trovo la forza per vivere in questo
mondo. Il mio Signore è anche il mio Papà e, come tale, mi accompagna
con amore nel cammino della vita. Passa anche tu intraprendere questo cammino
glorioso. p.p.
(22) L’ETERNO È GRANDE E DEGNO DI SOVRANA LODE. (1 Cronache 16:23)
Colui che pronunciò queste parole fu il re Davide, in occasione dell’organizzazione
del servizio del tabernacolo, invitando tutti gli abitanti della terra a celebrare
il Signore. Infatti a Lui solo è dovuta la lode in quanto Egli è
più grande di tutti gli dèi. Gli dèi che adorano i pagani
sono solo idoli vani, mentre l’Eterno è Colui che ha creato tutto
l’universo: cieli e terra (Genesi 1:1), cose visibili e invisibili (Colossesi
1:16). Perciò non permettiamo che degli idoli (sia persone venerate o
beni materiali), prendano posto nel nostro cuore, usurpando il primato che spetta
solo al Signore, ma adoriamo e ringraziamo solamente l’Eterno, poiché
Egli è il più grande di tutti e l’unico degno di ogni sovrana
lode. n.s.
(23) FERMATEVI SULLE VIE E GUARDATE DOVE SIA LA BUONA STRADA, E PRENDETELA.
(Geremia 6:16)
Qualsiasi viaggio ha bisogno d’una attenta preparazione studiata in precedenza
sulle carte per tracciarne l’itinerario. La Parola del Signore invita
proprio a questo tipo di riflessione sul nostro percorso di credenti. Dio ha
già stabilito delle strade, “dei sentieri antichi”, che noi
dobbiamo percorrere esattamente, senza cercare a nostro giudizio delle strade
alternative che ci potrebbero nel posto sbagliato. L’invito a scegliere
la strada buona è sempre attuale ed è confermato sia dalla Parola
del Signore sia dall’esperienza di altri che hanno lasciato esempi d’ubbidienza.
Questa strada buona rappresenta il nostro modo di vivere, il nostro modo di
prendere le decisioni giuste, rinunciando a tutte quelle errate. La scelta è
una cosa seria, singola e personale e non ammette dilazioni nel tempo. A volte
essa potrà anche comportare di rallentare l’andatura e allora vorrà
dire che occorre aspettare in preghiera, prima di poter scegliere la vita migliore.
s.p.
(24) LA PREGHIERA DEGLI UOMINI RETTI È GRADITA ALL’ETERNO. (Proverbi
15:8)
Dio non è un’invenzione dell’uomo. È Dio stesso che
“ha messo nel cuore di ognuno il pensiero dell’eternità”,
come ha detto il re Salomone (vedi Ecclesiaste 3:11). Dio apprezza le preghiere
che salgono da un cuore onesto. Ma ci sono degli ostacoli a che le preghiere
siano ascoltate. La Bibbia li nomina. Il primo è il peccato che domina
il cuore che non è stato purificato dalla fede in Cristo. Un altro è
l’egoismo che chiede per il proprio tornaconto. Un terzo è l’amore
del benessere che prega per soddisfare i propri piaceri e desideri. Il quarto
è la mancanza di perdono. Gesù l’ha detto molto chiaramente,
dopo aver insegnato il Padre Nostro: “Se perdonate agli uomini i loro
falli, il vostro Padre celeste perdonerà anche a voi, ma se voi non perdonate
agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà i vostri falli”.
E parlava a discepoli! Il quinto ostacolo è riservato ai mariti e si
trova nella prima lettera di Pietro. Parafrasato dice: “Trattate con gentilezza
le vostre mogli; se no le vostre preghiere non andranno più lontane del
soffitto della vostra camera”. m.t.s.
(25) GUARDATEVI DAL DISPREZZARE UNO DI QUESTI PICCOLI BAMBINI. (Matteo 18:2,10)
I bambini hanno un grande valore agli occhi di Dio. Sanno di essere piccoli,
di non aver forza e potere, di dipendere dalle cure dei loro genitori e sono
fiduciosi che da loro riceveranno ciò di cui hanno bisogno. Indicandoci
i bambini, Gesù sconvolge il concetto comunemente accettano di grandezza
dell’uomo e ci mostra la strada che conduce a Dio. Dove il mondo ammira
potere, forza fisica, conoscenza, grandi opere e grandi parole, Gesù
ci insegna che Dio è attratto solo da coloro che sanno abbandonarsi tra
le Sue braccia e hanno fiducia assoluta in Lui. Hai mai pensato che dobbiamo
prendere esempio dai bambini? Che oggi, invece di trascurare o disprezzare i
bambini, abbiamo bisogno di diventare come loro? Abbandoniamo le nostre pretese
di grandezza e cerchiamo di diventare piccoli: Gesù ci vuole come bambini
con un cuore umile e sincero... solo così potremo diventare grandi! g.f.r.
(26) LA VIA DI DIO È PERFETTA. (2 Samuele 22:31)
Nella Bibbia Dio ci rivolge le parole più sublimi, ci propone gli ideali
più elevati, ma non solo: ci mostra in modo molto concreto la via giusta
che dobbiamo scegliere e percorrere ogni giorno. Infatti negli Atti degli apostoli
l’Evangelo è chiamato “La via di Dio” (18:26). È
questa la via sicura che ci conduce fino alla mèta. Imboccare la “via
della salvezza” (Atti 16:17) e percorrerla fino in fondo è la scelta
più importante di tutta la vita. Ma una via la si può percorrere
in molti modi: stanchi, scoraggiati, lamentosi, nostalgici di altre vie (Luca
9:62); o invece pieni di gioia, di coraggio, di speranza, perseveranti (Ebrei
12:1), correndo verso la mèta (Filippesi 3:13,14), col vivo desiderio
di ottenere il premio (1 Corinzi 9:24). È vero, la via di Dio è
perfetta, perché Gesù stesso si presenta come la Via (Giovanni
14:6). Il Suo perdono, le Sue ricchezze, i Suoi doni infiniti assomigliano a
fiori che raccogliamo percorrendola. Ci sono tante vie: hai scelto quella perfetta,
la via che Dio ti offre? Se è così, gloria a Dio! Hai fatto la
scelta migliore di tutta la tua vita. Mai in che modo la percorri? l.p.
(27) SORGERANNO FALSI PROFETI E FARANNO SEGNI E PRODIGI… MA VOI STATE
ATTENTI. (Marco 13:22-23)
Il Signore Gesù, parlando del Suo ritorno in gloria, fra i vari segni
che lo avrebbero proceduto, citò l’apostasia e la seduzione da
parte dei falsi cristi e falsi profeti. Mai come oggi pullulano eresie, sette,
false dottrine. In certi ambienti religiosi si negano le verità fondamentali
della fede: la divinità di Cristo, la Sua incarnazione, l’efficacia
della Sua morte, il Suo ritorno, l’autorità e la divina ispirazione
di tutta la Bibbia, ecc… Le persone sono disorientate e non sanno quale
via seguire. Ma dove è possibile trovare la verità nel campo spirituale?
Nessuna chiesa o religione ha il monopolio della verità, ma una Persona
vivente, Gesù Cristo e la Sua Parola. Egli poteva dire ai Suoi contemporanei:
“Io sono la via, la verità e la vita”. Dobbiamo porre in
Lui la nostra fiducia. Colui che afferra Gesù Cristo, trova la verità
e una risposta ai suoi interrogativi. p.d.n.
(28) VIGILERÒ SULLA MIA CONDOTTA PER NON PECCARE CON LE MIE PAROLE. (Salmo
39:1)
Le parole che escono dalla nostra bocca sono il frutto e lo specchio di ciò
che abbiamo nel cuore e ciò che serbiamo nel cuore, determina la nostra
condotta, “poiché dall’abbondanza del cuore la bocca parla”
(Matteo 12:34). Perciò, se vogliamo amare il Signore in risposta al Suo
grande amore, dobbiamo tenere sotto controllo la nostra persona, seguendo i
principi divini che Egli ci ha trasmessi attraverso la Sua Parola scritta, la
Bibbia. In qualsiasi rapporto d’amore umano, si cerca sempre di far felice
l’altro che amiamo, desiderando il meglio per lui e sforzandoci di non
deluderlo o offenderlo. Tanto più dobbiamo vigilare sul nostro rapporto
d’amore con Dio che saprà sicuramente ricolmare la nostra vita
di benedizioni e pace che solo Lui sa garantire. s.b.
(29) DIO VI HA PERDONATI IN CRISTO. (Efesini 4:32)
Quello che l’apostolo Paolo esprime, con le parole del versetto di oggi,
è la realtà centrale della fede cristiana. Morendo al nostro posto
sul legno della croce. Gesù ha pagato il prezzo del nostro riscatto.
Se Dio può ora perdonare e salvare gli uomini peccatori è proprio
in virtù del l’opera di Cristo, in Lui possiamo essere perdonati.
L’apostolo Paolo però, in questo caso, ci ricorda che i credenti
sono stati perdonati con lo scopo preciso di portarci a fare altrettanto nei
confronti del nostro prossimo. Nella prima parte del versetto Paolo ci esorta
proprio ad essere misericordiosi e a perdonare. Dunque la grande, enorme verità
che c’è dietro a queste parole di Paolo è che la morte di
Cristo non è solo la base della nostra salvezza eterna, ma è anche
la base di un rapporto d’amore vero fra gli uomini, la base della guarigione
dai conflitti, dalle controversie. La base per dei rapporti sociali giusti ed
equilibrati. f.a.
(30) AVETE PREFERITO CIÒ CHE MI DISPIACE, DICE L’ETERNO. (Isaia
65:12)
Queste parole, rivolte da Dio al Suo popolo, che si era comportato in modo cocciutamente
contrario alla Sua volontà, costituiscono la parte conclusiva di un discorso
con cui Dio spiegò quale sarebbe stata la Sua punizione per questo comportamento.
Il popolo conosceva bene le leggi di Dio, e ciò rendeva più grave
la sua disubbidienza. Dio non è cambiato con il passare dei secoli, e
oggi condanna ancora le stesse cose che condannava allora. Fra noi uomini c’è
la tendenza a voler essere “politicamente corretti”, e così
finisce per dichiarare accettabili e normali certi comportamenti che finora
erano giudicati devianti e peccaminosi. Ma a Dio non interessa essere “politicamente
corretto”: ciò che L’offende, Egli lo condanna e lo punisce.
h.p.
LUGLIO
(1) NON REGNI IL PECCATO NEL VOSTRO CORPO. (Romani 6:12)
Il peccato è una realtà. È iniziato nel momento in cui
Adamo e Eva hanno disubbidito a Dio e DNA di ognuno di noi. Le bugie, i furti,
gli adultèri, ecc. sono i sintomi della presenza di questo male congenito.
Però, se riconosciamo di essere schiavi del peccato, chiediamo perdono
a Dio, accettiamo il dono della Sua grazia che salva per i meriti di Cristo,
lo Spirito di Dio viene ad abitare in noi, ci rigenera e ci permette di vivere
una vita nuova. Allora il peccato, che prima faceva da padrone, non ha più
il diritto di regnare. Con una forza nuova, finalmente possiamo ubbidire al
nostro Signore, Gesù Cristo. Vuol dire che noi pecchiamo, possiamo fare
ricorso a Gesù che ha pagato per noi: “Se confessiamo i nostri
peccati, Egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci
da ogni iniquità” (1 Giovanni 1:9). Che peso tolto! m.t.s.
(2) VENITE DIETRO A ME E VI FARÒ PESCATORI DI UOMINI. (Matteo 4:19)
Uomini invitati ad abbandonare le loro barche, le loro reti e il loro duro lavoro
di pescatori per andare dietro a un personaggio che conoscevano solo in parte.
Con quale promessa? Quella di continuare il loro lavoro, ma vivendolo in modo
radicalmente diverso: non più sulle acque del lago, ma per le strade
sassose e polverose dei villaggi d’Israele; non più gettando le
reti, ma annunciando il messaggio della Buona Novella; non più cercando
di prendere pesce da vendere e con cui godere dei benefici (sfamarsi, provvedere
attraverso la vendita ad altri bisogni), ma cercando di pescare gli uomini:
quindi, nessun beneficio personale, solo benefici per gli altri! Non più
pesci caduti nella rete indipendentemente dalla loro volontà, ma “pesci”
felici di cadere nella rete e di diventare “il pescato” del maestro!
Ma… prima di diventare “pescatori” è, ancora oggi,
necessario accettare con gioia di essere “i pesci” caduti nella
rete di Gesù. Solo con Lui è possibile vivere questo straordinario
passaggio da pesci a pescatori! p.m.
(3) STO IN SILENZIO, NON APRIRÒ BOCCA, PERCHÉ SEI TU CHE HAI AGITO.
(Salmo 39:9)
Ricordo la prima volta che ho visto mio padre potare le rose; ero convinta che,
tagliandole tanto, le avrebbe rovinate. Invece, a primavera inoltrata, quella
pianta era cresciuta più rigogliosa che mai! Papà, da giardiniere
esperto qual’era sapeva bene come a quanto potare le rose perché
diventassero sempre più forti e più belle. Dio non agisce sempre
come noi ci aspettiamo o pensiamo che dovrebbe agire, perché è
infinitamente più saggio. Inoltre, essendo il Creatore sovrano e benevolo
che è, fa sempre ciò che ritiene meglio per i Suoi figli. Il salmista
l’aveva capito, ed è per questo che ha fatto l’affermazione
contenuta nel versetto di oggi. Dimostra vera saggezza chiunque dichiara la
stessa cosa. h.p.
(4)DIO ORA COMANDA AGLI UOMINI CHE TUTTI, IN OGNI LUOGO, SI RAVVEDANO. (Atti
17:30)
Ravvedersi, pentirsi. Sono sinonimi? Non proprio. I vangeli ci dicono che Giuda
si è pentito di quello che ha fatto, ma questo pentimento lo ha portato
ala disperazione e al suicidio. Il pentimento, il rammaricarci di quello che
siamo e facciamo, può anche non avere uno sbocco positivo. Ci dispiace,
ci disperiamo, ma non cambia nulla. Il ravvedimento cambia le cose. La parola
greca indica proprio un cambiamento di pensiero e di direzione. Chi si ravvede,
non sta fermo a disperarsi, ma cambia strada. Se prima voltava le spalle a Dio
ora si rivolge a Lui. Se rifiutava di riconoscersi peccatore, ora accetta il
verdetto di Dio, e chiede anche perdono. Il pentimento può essere reso
sterile da un atto di grande orgoglio: la mia situazione è tanto grave
che non può cambiare. Il ravvedimento porta all’umiltà che
dice: “Signore tirami fuori da questa situazione disperata”. Dio
ci ordina con autorità: “Ravvedetevi”, perché solo
allora Gli permettiamo di agire. v.n.
(5)CERCATE NEL LIBRO DELL’ETERNO E LEGGETE. (Isaia 34:16)
Al liceo ho avuto un professore di storia e filosofia molto in gamba, che ha
lasciato dentro di me un bel ricordo. Oltre a essere preparato era molto bravo
a livello didattico, tanto che riusciva ad attirare l’attenzione di 20
studenti scalmanati quali eravamo io e i miei compagni! Una delle cose che ci
ripeteva spesso era che non dovevamo credere ciecamente alle sue parole, ma
dovevamo andare alla fonte delle sue argomentazioni e vedere se le cose stavano
veramente così. È con lui che ho imparato a leggere documenti
storici, trattati filosofici, ecc. Questa utile pratica ha ancora più
valore per quel che riguarda il più importante libro che l’uomo
abbia mai avuto: la Bibbia. Non dobbiamo accentarci di quello che la tale religione
dice o tal altra fede afferma, ma dobbiamo cercare personalmente nel libro di
Dio per capire come stanno le cose. Se leggi la Bibbia, essa illuminerà
il tuo cammino, se credi in ciò che è scritto ti salverà
se metti in pratica le Sue parole ti guiderà, ma se non la leggi e non
la ubbidisci, ti giudicherà. r.b.
(6)STARÒ ATTENTO A QUELLO CHE L’ETERNO MI DIRÀ (Abacuc 2:1)
Un giovane di mia conoscenza mi ha confessato di voler intraprendere un cammino
spirituale con Dio, e ben intenzionato, tuttavia molti interrogativi turbano
il suo cuore mettendolo in crisi. Ad esempio: “Perché Dio permette
che il male si diffonda sulla terra?”. Ebbene, anche il profeta Abacuc,
pur conoscendo l’Eterno da molto tempo, un giorno si trovò a vivere
il medesimo dubbio. Ascoltate che cosa disse al Signore: “… perché
mi fai vedere l’iniquità e tolleri lo spettacolo della perversità?”,
ancora: “…perché guardi i perfidi e taci quando il malvagio
divora l’uomo che è più giusto di lui?” (Abacuc 1:3,13).
Sono passati alcuni millenni e le domande sono sempre le stesse: “Perché?...
perché…?”. Invece di fornire delle risposte in merito, è
preferibile ascoltare la riflessione del profeta Abacuc: “Starò
attento a quello che l’Eterno mi dirà”. Mi dirai: “In
che modo posso fare attenzione?”. La risposta è molto semplice
anche se richiede impegno: “Leggi con attenzione e devozione la Bibbia!”.
È lì che il tuo cuore conoscerà le risposte importanti
della vita e una intima soddisfazione che ti riempirà completamente.
s.v.
(7) QUESTO POPOLO MI ONORA CON LE LABBRA, MA IL LORO CUORE È LONTANO
DA ME. (Matteo 15:8)
La nostra lingua è un organo meraviglioso che usiamo per emettere suoni,
parole e comunicare il nostro pensiero al prossimo. Possiamo però usarla
anche per nascondere il nostro pensiero o la realtà del nostro cuore,
insomma per fingere. Con questo atteggiamento possiamo ingannare gli uomini,
ma non certo il Signore. Il popolo d’Israele, dice la Bibbia, aveva sviluppato
una religiosità di questo genere, vuota e senza sostanza: la bocca proferiva
parole di lode, ma il cuore seguiva i propri interessi e i propri idoli. “Dicono
e non fanno” diceva Gesù dei farisei (Matteo23:3), mettendo in
guardia i Suoi discepoli dall’imitarli. Nel cuore umano esiste una lacerazione
profonda dal peccato che ha trasformato la più sublime fra le creature
di Dio, in un’ipocrita. È solo in Gesù che possiamo recuperare
quella dignità che il peccato ci ha tolto. g.b.
(8) IMPRIMETEVI NELL’ANIMA QUESTE MIE PAROLE. (Deuteronomio 11:18)
Il Dio della Bibbia è l’unico che si è fatto conoscere.
Ha parlato per mezzo di profeti al popolo d’Israele, si è rivelato
nella storia, 2000 anni fa per mezzo dell’incarnazione di Cristo, ha ispirato
gli apostoli e altri Suoi servi perché scrivessero il Nuovo Testamento.
La Sua Parola spiega come Lui è, quello che vuole da noi. Si è
preso la briga di dirci come ha creato il mondo, ci spiega perché nel
mondo c’è tanto male, e come questo mondo finirà. Ci ammonisce
per il nostro bene, e, soprattutto, ci indica come possiamo salvarci l’anima
dalla perdizione eterna. Chiede solo di essere ascoltato. Come Lo ascolti? Come
il telegiornale? Spero di no. Dio ci chiede di imprimere nel nostro intimo le
Sue parole, cioè vuole che le meditiamo, le assimiliamo, in modo che
diventino parte di noi stessi, per poterle poi mettere in pratica. Hai una Bibbia?
La leggi? Se non ne hai una, chiede una copia a chi ti ha regalato questo calendario
o al suo editore. Non finirai mai di scoprire dei veri tesori! m.t.s.
(9) L’ETERNO APRE GLI OCCHI AI CIECHI, RIALZA QUELLI CHE SONO ABBATTUTI.
(Salmo 146:8)
Leggendo tutto il Salmo, si può constatare che il salmista promette che
celebrerà Dio per tutta la sua vita, perché Colui che ha fatto
i cieli e la terra è fedele e giusto nei confronti di coloro che sono
oppressi qui sulla terra. Quanti sforzi e quante promesse fatti dall’uomo,
specie dai politici nelle campagne elettorali, con lo scopo di guadagnare qualche
consenso da parte delle classi più deboli! Promesse di un mondo migliore
e più giusto sono naufragate miseramente perché l’uomo,
essendo per natura peccatore (Efesini 2:3) e soggetto alla morte, non riesce
nonostante i suoi buoni propositi, a portare a termine i suoi progetti. Perciò
il salmista invita gli uomini ad affidarsi alla misericordia e alla giustizia
di Dio, l’unico che può dar loro un aiuto vero e una speranza certa,
poiché il Signore mantiene la Sua fedeltà in eterno. n.s.
(10)CERCATE CIÒ CHE È GRADITO AL SIGNORE. (Efesini 5:10)
Cercare ciò che è gradito al Signore, significa amarLo. Infatti,
che cos’è l’amore? Amare qualcuno vuol dire fare per lui
delle cose che gli facciano piacere. Quando si ama Dio non si può fare
a meno di cercare di compiere, dire e pensare, delle cose che Gli siano gradite.
Egli ha fatto tutto per noi, per il nostro bene. Ha anche mandato Gesù
sulla terra per esser ucciso e portare così i miei peccati, offrendomi
la salvezza. Che cosa posso fare io? Non certo “ripagarLo” per il
dono della vita eterna. Posso solo esclamare: “Grazie Signore che mi hai
salvato!”, e ogni giorno dimostrare questa gratitudine attraverso una
vita vissuta a cercare di fare ciò che è gradito al mio Signore.
Proprio questo è stato il mio desiderio, fin da quando mi sono convertito
a Dio all’età di dicei anni. E questo anche il tuo? e.m.
(11)L’ETERNO DÀ FORZA ALLO STANCO E ACCRESCE IL VIGORE A COLUI
CHE È SPOSSATO. (Isaia 40:29)
La vita quotidiana ci procura spesso preoccupazioni, tensioni e stress. A tutti
è capitato di esclamare: “Non ce la faccio più, sono stanco!”.
Molti, per essere guariti dal malessere interiore che li affligge, ricorrono
alle cure dello psicologo o dello psichiatra. I giovani in particolare sono
infelici e delusi. Si sentono spesso inutili e inadeguati, non trovano un senso
alla loro esistenza. Hanno visto crollare uno dopo l’altro i vari miti,
gli ideali nei quali avevano posto la loro fiducia e per cui avevano lottato,
sperando di creare una società migliore. Per placare il loro senso di
insoddisfazione alcuni si drogano, altri si danno all’alcool e ai piaceri,
altri ricorrono alla cura dello psicologo. Purtroppo la depressione colpisce
senza distinzione ricchi e poveri, sapienti e ignoranti, uomini e donne, giovani
e anziani. Chi può dare forza e vigore allo stanco, chi può riempire
il vuoto del cuore dell’uomo, chi può dare quella felicità
e quel senso alla vita che tutti cercano? Solo il Signore, il quale ci invita
ad andare a Lui: “Venite a Me, voi tutti che siete affaticati e oppressi,
e Io vi darò riposo”. (Matteo 11:28). p.d.n.
(12)IO BENEDIRÒ L’ETERNO IN OGNI TEMPO. (Salmo 34:1)
Potremmo pensare che Davide, quando ha composto questo Salmo che inizia con
queste parole di lode, si trovasse in un momento particolarmente felice della
sua vita. Invece era appena uscito da una situazione complicata, pericolosa
e anche umiliante. Un uomo in fuga si trova costretto ad affrontare pericoli
e circostanze compromettenti, e forse non è nello stato d’animo
per dare gloria a Dio. Ma Davide riconosce che senza l’intervento di Dio
le cose sarebbero potute andare davvero male in peggio. Lui non avrebbe potuto
fare nulla per liberarsi, solo il Signore poteva guidare le circostanze in modo
tale da tirarlo fuori dal ginepraio in cui si trovava. Dio lo aveva liberato,
aveva risposto alla sua richiesta d’aiuto, aveva dimostrato la Sua bontà.
Per questo il cuore di Davide è pronto a lodare Dio, in ogni tempo e
in ogni situazione. E noi, in quale disposizione d’animo ci troviamo?
Siamo pronti a riconoscere la mano di Dio nella nostra vita, il Suo intervento,
il Suo sostegno, o pensiamo di poterci aiutare da noi, con le nostre capacità
e la nostra intelligenza? v.n.
(13)LA PAROLA DEL SIGNORE RIMANE IN ETERNO. (1 Pietro 1:25)
Nel corso dei secoli, molti hanno cercato di attaccare e distruggere la Bibbia,
la Parola di Dio; la si è contraddetta, bruciata e resa ridicola, ma
mai nessuno ha potuto annientarla, anzi, tantissime persone sono state benedette
dalla lettura o dall’ascolto anche di piccole parti della Bibbia. Un bottegaio
comprò all’asta, per pochi centesimi, una grossa Bibbia e non conoscendo
il suo contenuto se ne servì per incartare i pacchetti ai clienti. In
quella cittadina viveva un uomo che, tormentato dal pensiero di aver commesso
un omicidio, non trovava pace. La parola “assassino” gli risuonava
spesso nelle orecchie. Un giorno mandò il figlio a comprargli qualcosa,
questi ritornò con un pacchetto avvolto da una pagina della vecchia Bibbia.
Lo sguardo del padre si fermò su Ebrei 9:22 “…senza spargimento
di sangue non c’è remissione…”. Incuriosito lesse ancora,
finché non trovò la luce piena per la sua anima e il perdono in
Gesù. s.g.
(14)SARETE CONDOTTI DAVANTI A GOVERNATORI E RE PER CAUSA MIA. (Matteo 10:18)
Il credente in Gesù Cristo è chiamato da Dio ad essere sottomesso
alle autorità superiori (Romani 13:1-6). D’altra parte, deve saper
riconoscer quando “bisogna ubbidire a Dio anziché agli uomini”
(Atti 5:29). Nella nostra società democratica probabilmente non ci è
mai capitato di essere accusati legalmente a motivo della nostra fede, ma questo
è accaduto nel passato, accade ancora oggi in molti paesi, e non si può
escludere che potrebbe accadere anche a noi nel futuro. Sono pronto a questa
eventualità? Nella Germania hitleriana molti credenti furono sorpresi
quando il regime nazista, nel 1937, ordinò lo scioglimento di alcune
chiese cristiane e vietò ai credenti di radunarsi. Molti erano impreparati,
furono sorpresi e parlarono di “fulmine a ciel sereno”. Ma non era
così. Il cielo non era affatto sereno e i figli di Dio avrebbero dovuto
accorgersene. Certo, è facile dirlo adesso, a cose avvenute, ma deve
servire a noi come ammonimento. Resta valida però anche la promessa di
Gesù: “Non preoccupatevi… lo Spirito Santo vi insegnerà
in quel momento stesso quello che dovete dire” (Luca 12:12). m.c.
(15) NON PRONUNCIARE IL NOME DELL’ETERNO, DIO TUO, INVANO. (Esodo 20:7)
Questo è il terzo dei dieci comandamenti. Il Signore aveva rivelato il
Suo nome a Mosé e dopo diede questo divieto. Come mai? Se leggiamo Esodo
3:1-14 notiamo che, dal pruno ardente. Egli si presentò a Mosé
come “il Dio d’Abramo, d’Isacco e di Giacobbe”, cioè
il Dio dei suoi antenati. Poi fece conoscere la Sua identità con “Io
sono Colui che sono” e, infine, si rivelò in modo veramente personale
svelando il Suo nome nel tetragramma “YHWH” (tradotto con “Io
sono”). Dio autorizzò Mosé a usare il Suo nome per uno scopo
ben preciso: “L’Io sono mi ha mandato da voi”. Da questo impariamo
che, se usiamo il nome del Signore per i Suoi scopi e nella Sua volontà,
non c’è nessun divieto a farlo, anzi c’è l’approvazione
divina. Ma, quando Lo pronunciamo con leggerezza e per i nostri scopi, per evitare
che il Suo nome santo diventi un superficiale intercalcare dei nostri discorsi,
dobbiamo ricordarci di questo comandamento. r.b.
(16) FUORI DI ME NON C’È ALTRO DIO E NON C’È SALVATORE
FUORI DI ME. (Isaia 45:21)
L’uomo ha sempre cercato di rappresentare Dio. Un excursus storico potrebbe
analizzare il senso di religiosità che ogni popolo ha avuto, creandosi
tanti dèi a propria immagine e somiglianza. Dio, invece, Si è
rivelato a noi attraverso la Sua Parola. È Lui che ci ha cercati, da
quando ci siamo allontanati da Lui. Le rappresentazioni divine delle varie religioni,
evidenziano un nostro ineluttabile bisogno di comunione con la divinità.
Gli dèi sono la ricerca sbagliata da parte dell’uomo di Dio, per
questo il Signore proclama e ci indica il giusto modo: Nel Vangelo di Giovanni
(14:6) leggiamo che Gesù disse: “Io sono la via, la verità,
e la vita, nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. La perfetta
volontà di Dio rivela che non può esserci altro Signore e Salvatore
fuori di Lui e del Suo Figlio Gesù, l’Emmanuele, “Dio con
noi”. m.m.
(17) “NON CI SCORAGGIAMO DI FARE IL BENE”. (Galati 6:9)
Lo scoraggiamento ci assale all’improvviso: ci siamo dati tanto da fare
per risolvere un certo problema, per aiutare un amico, una vicina di casa, un
parente e nessuno si è accorto di noi. Incredibile . . . mentre facciamo
del bene diventiamo trasparenti, gli altri non notano quanta fatica ci è
costato questo o quello, solo quando non facciamo niente o facciamo il male
la nostra presenza diventa scomoda, siamo oggetto di critiche. Ecco perché
ci scoraggiamo, ci aspettiamo che qualcuno si accorga di noi e ci sproni ad
andare avanti gratificandoci. Ma se non è accaduto, vorrei ricordarti
che quel “Qualcuno” c’è, è il Signore, a Lui
non sfugge nulla di quello che fai e neppure un piccolo gesto di aiuto o disponibilità
verso gli altri viene sottovalutato. Anzi, ci viene ricordato che senza saperlo
possiamo aver dissetato anche un angelo! a.m.
(18) BEATO L’UOMO A CUI LA TRASGRESSIONE È PERDONATA. (Salmo 32:1)
Precedentemente questo salmista aveva sicuramente sperimentato sentimenti tutt’altro
che felici. Si era trovato a derivare dalla strada giusta, oltrepassando forse
poco alla volta i confini del bene, prima con i pensieri e in seguito con le
azioni. Poi, pur se ancora coinvolto in questa situazione di grave disagio spirituale,
sbarazzando dell’orgoglio ha trovato il coraggio di confessare le proprie
colpe. A questo punto è avvenuto il miracolo del perdono divino, che
è come un nuovo inizio e fornisce una nuova opportunità. Dio ci
perdona perché è pieno di compassione per noi e vuole guarire
completamente tutte le nostre malattie spirituali; proprio davvero tutte e non
solo alcune; come spesso fanno i nostri medici specialisti. Inoltre il Suo è
un perdono immediato e non è condizionato da alcun periodo di prova di
buona condotta. Al contrario del perdono umano, il Signore, fra l’altro,
promette anche di dimenticare e di allontanare i nostri peccati cancellandone
per sempre qualsiasi traccia. Per questo motivo la persona, perdonata in tale
modo meraviglioso, non può che definirsi beata e avere un cuore pieno
di riconoscenza. s.p.
(19) IL CIECO RECUPERÒ LA VISTA E SEGUIVA GESÙ GLORIFICANDO DIO.
(Luca 18:43)
Che bell’esempio di gratitudine a Dio! Il cieco, dopo la guarigione, decide
di seguire Gesù, che è la luce del mondo, dona luce agli occhi
naturali del cieco, ma anche al suo spirito. Il cieco, con il suo atteggiamento,
testimonia che l’amore riconoscente è un buon movente per una vera
ubbidienza a Dio che premia sempre questo comportamento. Pensate: la fede del
cieco trionfa e la prima persona che egli vide è proprio Gesù!
Questo evento ci testimonia che solo Gesù può guarire la nostra
anima, donandoci la Sua luce. Allora, proprio come il cieco, manifestiamo la
fede in Cristo e glorifichiamoLo per le Sue risposte! s.b.
(20) GRANDE È IL NOSTRO SIGNORE, LA SUA INTELLIGENZA È INFINITA.
(Salmo 147:5)
Quest’affermazione può apparire quasi scontata, il riferimento
che subito viene alla mente è quello della creazione dell’universo
nella quale Dio ha veramente dimostrato un’intelligenza infinita; BASTI
pensare alla varietà e alla complessità della vita sulla terra.
Molto meno scontata è l’intelligenza di Dio, se pensiamo alle vicende
della vita dell’uomo, sia in generale per quanto riguarda la storia dei
popoli, sia in particolare per la storia dei singoli individui. A questo proposito
abbiamo molto di più da dire e spesso ci permettiamo anche di contestare
le scelte della volontà di Dio, soprattutto quando entrano in gioco grandi
e umanamente inspiegabili sofferenze. La mia domanda è dunque la seguente:
“Abbiamo abbastanza coraggio e abbastanza fede per credere che il piano
che il Signore sta portando avanti, per la nostra vita e per quella delle altre
persone, è assolutamente perfetto e frutto della Sua intelligenza infinita?”.
f.a.
(21) SE CERCATE L’ETERNO, EGLI SI FARÀ TROVARE DA VOI. (2 cronache
15:2)
Le parole di questo versetto si trovano nell’Antico Testamento ed erano
rivolte al popolo degli Ebrei. Esse esprimono un concetto ribadito molto spesso
in tutta la Bibbia, valido anche per noi oggi: chiunque ricerca il Signore con
fede, con sincerità e convinzione, per accettare nella propria vita il
Suo perfetto piano di salvezza attraverso il sacrifico di Gesù, può
essere certo di trovarLo. Ma se rinuncia a questa ricerca, può essere
altrettanto certo di non giungere a nessuna conclusione, perché Dio non
costringe nessuno ad amarLo. Lui ci ama sempre e comunque, e la Sua pazienza
nei confronti dell’uomo peccatore è infinita. Proprio in virtù
di questo amore, ci lascia liberi di scegliere. Perciò sta a noi decidere,
ma non potremo poi, nell’eternità, attribuire a Dio le conseguenze
negative delle nostre scelte terrene. Se Lo avremo abbandonato, Egli ci abbandonerà.
s.b.
(22) LA VIA CHE PERCORRI È CONTRARIA AL MIO VOLERE. (Numeri 22:32)
Ognuno di noi segue nella vita un percorso di principi morali, desideri e scelte,
quasi sempre fatti secondo la propria volontà; ma come facciamo a essere
sicuri di essere sulla strada giusta? Dio nella Sua Parola dice: “Le vostre
vie non sono le Mie vie” (Isaia 55:8) e c’è una via che all’uomo
sembra diritta, ma essa conduce alla morte” (Proverbi 14:12). La via secondo
il volere di Dio non solo è descritta nella Bibbia, ma anche si è
concretizzata in una Persona: Gesù! Infatti Egli disse: “Io sono
la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo
di Me” (Giovanni 14:6). Chi segue Gesù e i Suoi insegnamenti, non
solo vive secondo il volere di Dio, ma percorre la via che, dopo la morte, porta
subito in cielo. Sei sicuro di percorrere la via che Dio desidera per te? In
caso di dubbio è meglio conoscere prima la Sua volontà, che è
sempre perfetta e poi…farla. b.s.
(23) DALL’ABBONDANZA DEL CUORE PARLA LA BOCCA. (Luca 6:45)
Il Signore Gesù fece questa affermazione mentre insegnava che una persona
si riconosce dal suo frutto. Se nel cuore abbonda il peccato, anche le azioni,
le parole e i pensieri saranno malvagi; ma se nel cuore regna il Signore, allora
ogni cosa sarà sotto il Suo controllo. Dio dice che il cuore è
il centro delle Sue attenzioni, perché da esso partono tutte le direttive.
È come la stanza dei bottoni di una grande nave: l’andamento della
nave dipende da chi sta dietro a quei bottoni, da chi la governa, da chi la
comanda. Tutti abbiamo ereditato una natura peccaminosa, incline al male. Siamo
solo capaci di fare ciò che è male agli occhi di Dio, proprio
come un albero selvatico non può fare frutti buoni. Però chi,
all’ascolto della Parola di Dio, giunge alla consapevolezza del proprio
stato di peccato e crede nella sufficienza del sacrificio di Cristo, diventerà
una nuova creatura, proprio come un albero innestato produrrà buoni frutti
alla gloria di Dio. s.g.
(24) DIO MI HA RIVESTITO DELLE VESTI DELLA SALVEZZA. (Isaia 61:10)
Dio nella Bibbia, fa spesso ricorso a illustrazioni tratte dalla vita quotidiana
per aiutare a comprendere meglio verità non sempre facili da presentare.
Al tempo di Isaia “le vesti” costituivano il vestito (tunica) “il
mantello” avvolgeva all’esterno le vesti e il corpo per offrire
migliore protezione. Il capo d’abbigliamento visibile dall’esterno
era ovviamente il mantello. Questa relazione vien usata da Isaia per descrivere
il rapporto fra giustizia e salvezza. “La salvezza”, che oggi possiamo
ottenere soltanto attraverso la fede personale in Cristo, costituisce l’aspetto
più intimo del dono di Dio; è il dono che si pone a diretto contatto
con la nostra persona e ci trasmette un senso profondo di pace e di sicurezza.
“La giustizia” invece ci avvolge dall’esterno: è l’azione
più visibile della grazia di Dio che rende giusto un uomo peccatore come
me. Ecco perché anche oggi sono felice: perché la giustizia di
Dio mi avvolge e mi fa vivere nell’intimo del mio cuore la gioia della
salvezza! p.m.
(25) MEGLIO POCO CON IL TIMORE DELL’ETERNO, CHE GRAN TESORO CON TURBAMENTO.
(Proverbi 15:16)
“Sapessi che belle case ho visto oggi!” mi ha raccontato mio figlio
un giorno, dopo aver trascorso volumi delle Pagine Gialle. Poi ha proseguito:
“Ma non vorrei mai viverci! Alcune sembrano delle vere prigioni, con tutte
quelle misure di sicurezza per tenere lontani i malintenzionati!”. Il
versetto suscitato, però, non fa solamente il contrasto fra chi ha e
chi non ha, ma anche fra chi teme Dio e chi non Lo teme: contrappone il “poco
con il timore dell’Eterno” con il “gran tesoro con turbamento”.
Il che non significa automaticamente che i poveri siano sempre benedetti e vicini
a Dio, né che i ricchi siano sempre infelici e lontani da Lui; è
il cammino con Dio che cambia ogni cosa, donando tranquillità e pace
a chi è figlio Suo. h.p.
(26) SIAMO SALVATI MEDIANTE LA GRAZIA DEL SIGNORE GESÙ. (Atti 15:11)
Sulla grazia c’è una grande confusione. Secondo la religione ufficiale,
è un aiuto da parte di Dio per aiutarci a fare la Sua volontà.
Giuridicamente, è un atto di clemenza, che il capo di uno stato concede
a un condannato. Lo perdona e lo manda libero, nonostante i crimini commessi.
Non è concessa se non è richiesta. Secondo la Bibbia, la grazia
è un favore NON meritato, che Dio concede ai peccatori, condannati alla
perdizione eterna, che si riconoscono tali e Gliela chiedono, senza accampare
alcun diritto. Dio la concede per i meriti di Cristo, il Quale ha subito la
condanna che spettava ai peccatori. Non c’è altro modo per ottenere
la salvezza. Non si può pagare, non si possono compiere riti o azioni
religiose per ottenerla, non può essere meritata con una buona condotta.
L’apostolo Paolo ha sintetizzato il concetto, come solo lui sapeva fare:
“Se è per grazia, non è più per opere. Altrimenti
grazia non è più grazia” (Lettera ai Romani 11:6). Allora,
tu sei graziato o condannato? m.t.s.
(27) ASCOLTATE PERCHÉ L’ETERNO PARLA. (Geremia 13:15)
La maggior parte delle persone non ha difficoltà ad ammettere che Dio
esiste, ma ha qualche problema ad accettare il fatto che Dio parla. Si potrebbe
dire che molti concedono benevolmente a Dio il diritto all’esistenza,
ma Gli negano il diritto di parola. Ma il mondo stesso è stato creato
da Dio mediante la Parola, e questa Parola un giorno si è fatta carne
nella persona del Signore Gesù Cristo. Nel giorno del giudizio non servirà
a niente dichiarare di aver creduto all’ESISTENZA di Dio. perché
si verrà giudicati sulla base di come si sarà reagito alla PAROLA
di Dio. “Badate di non rifiutare d’ascoltare Colui che parla”,
afferma l’autore della lettera agli Ebrei, riferendosi naturalmente al
Signore; e prosegue: “perché se non scamparono quelli, quando rifiutarono
d’ascoltare Colui che promulgava oracoli sulla terra, molto meno scamperemo
noi, se voltiamo le spalle a Colui che parla del Cielo” (Ebrei 12:25).
Si capiscono meglio allora le parole del testo di oggi: “Ascoltate, perché
l’Eterno parla”. m.c.
(28) CHI BEVE DELL’ACUA CHE IO GLI DARÒ, NON AVRÀ PIÙ
SETE. (Giovanni 4:14)
Come avresti risposto alla dichiarazione radicale e, per certi versi, misteriosa
del Signore Gesù? Rifletti soltanto per qualche istante. Ecco, intanto,
la risposta semplice e desiderosa della donna samaritana: “…Signore
dammi di quest’acqua!”. Questa donna stava comprendendo tre verità
importanti per la sua vita. Primo: l’acqua di Gesù, evidentemente,
non era come quella che ogni giorno attingeva dal pozzo. Secondo: lei era, e
questo è chiaro dal racconto, spiritualmente e moralmente assetata. Terzo:
l’interlocutore che le stava davanti era una persona davvero speciale,
in grado di soddisfare i suoi bisogni pienamente e definitivamente. Ebbene,
oggi in questo preciso istante, l’invito amorevole del Figlio di Dio viene
rinnovato a tutti coloro che hanno sete, che sono afflitti e che forse, esattamente
come quella donna, sono stanche di vivere. Gesù ha un’acqua speciale,
anche per te che stai soffrendo a motivo dei tuoi peccati! Dunque se ti senti
moralmente e spiritualmente arido, accogli l’invito di Gesù Cristo
e ricorda che: “Egli muta il deserto in lago e la terra arida in fonti
d’acqua” (Salmo 107:35). s.v.
(29) AL MATTINO FAMMI CONOSCERE LA VIA DA SEGUIRE. (Salmo 143:8)
Le nostre giornate sono così frenetiche che non riusciamo a prendere
la sana e santa abitudine di aprirle leggendo la Parola di Dio e pregando e,
quando la sera ritorniamo a casa, ci rendiamo conto di aver fatto tanti sbagli
o, meglio, di aver fatto tante cose buone nel modo sbagliato!! Mi spiego: abbiamo
lavorato sotto stress perché ce la mettiamo tutta, ma nessuno lo nota
mai; abbiamo dialogato coi nostri colleghi, ma a mezze frasi perché non
vale la pena sprecarsi per chi non ci apprezza nel modo giusto; abbiamo servito
i nostri cari, ma solo per dovere, e poi… siamo andati a letto per il
meritato riposo, ma ci abbiamo messo un po’ per addormentarci! Perché?
Abbiamo vissuto la giornata senza la guida del Signore. La via che ogni mattina
dobbiamo seguire è l’esempio di Gesù stesso che ha dato
solo per la gioia di dare, che ha servito solo per la gioia di servire, che
ha aiutato solo per la gioia di aiutare e che la mattina si alzava quando era
ancora buio per pregare il Padre. Se lo ha fatto Lui, figuriamoci quanto ne
abbiamo bisogno noi! r.b.
(30) NON CESSAVANO DI PORTARE IL LIETO MESSAGGIO CHE IL GESÙ È
IL CRISTO. (Atti 5:42)
Il libro degli Atti racconta la veloce diffusione dell’Evangelo in luoghi
lontani e non sempre facilmente raggiungibili. Ciò accadde perché
gli apostoli erano convinti che quella era davvero la buona notizia di cui avevano
bisogno i loro contemporanei. Furono emarginati, picchiati, imprigionati, subirono
accuse ingiuste e certamente provarono sentimenti contrastanti, ma la convinzione
che il messaggio era troppo importante per tacere, li spinse a continuare nonostante
tutto. La diffusione di quel messaggio fu velocissima anche se i mezzi non erano
quelli efficienti di cui disponiamo oggi, per portare la notizia avevano a disposizione
le loro gambe, il passa-parola e soprattutto vite trasformate dalla potenza
dello Spirito Santo. Noi possiamo usare tutti i mezzi di cui oggi disponiamo
ed è giusto farlo, ma la nostra vita trasformata rimane la testimonianza
più attendibile e la sola comunicazione, verbale e non, di cui hanno
veramente bisogno i nostri contemporanei. a.m.
(31) ALLORA SI ADEMPÌ QUELLO CHE ERA STATO DETTO PER BOCCA DEL PROFETA
GEREMIA. (Matteo 2:17)
L’avvenimento a cui si riferiscono queste parole è l’ordine
di Erode di uccidere tutti i bambini al di sotto dei due anni (perché
aveva saputo che era nato un altro re, Gesù). È interessante notare
quante volte si leggono nella Bibbia riferimenti all’adempimento di profezie,
soprattutto in riferimento a Gesù. Molti scrittori del Nuovo Testamento,
come pure Gesù stesso, citano l’Antico Testamento per sottolineare
la continuità e la veridicità della rivelazione divina nelle Scritture.
Dio afferma categoricamente nell’Antico Testamento che ciò che
Egli dichiara per bocca dei profeti si avverrà SEMPRE, e pone questa
come condizione dell’autenticità della rivelazione dello stesso
profeta. Il che significa che non si può scegliere di credere e accettare
solo una parte delle Scritture; o tutto o niente, compreso il Giudizio finale.
h.p.
(1)AGOSTO. NON È L’ETERNO TUO PADRE CHE TI HA COMPRATO? (Deuteronomio
32:6)
Mosè scrive un canto ricco di significato. Non vivrà ancora a
lungo, la sua missione sta per concludersi. Eppure, fino alla fine, guida Israele
e serve il Signore. Egli dice: “Si spanderà il mio insegnamento
come la pioggia . . . io proclamerò il nome del Signore. Magnificate
il nostro Dio!” (Deuteronomio 32:2,3). Le parole di questo canto evidenziano
due realtà contrastanti. Da una parte Dio: fedele, giusto e retto. Dall’altra
il popolo: insensato e privo di saggezza. “Non è l’Eterno
tuo Padre che ti ha comprato? Non è Lui che ti ha fatto e ti ha stabilito?”,
ecco l’accusa severa di Mosè. Egli in sostanza dice al popolo:
“Il Signore ti ha salvato, protetto e nutrito. Lui ha ogni diritto su
di te e invece tu sei un ribelle. È questa la ricompensa che dai al tuo
Dio?”. Queste parole ci impongono una seria riflessione. Quante volte
avvertiamo nella nostra vita le cure amorevoli del Signore, la provvidenza,
le liberazioni? Eppure Lo ripaghiamo con l’ingratitudine e con una condotta
malvagia ! Dopo aver riflettuto facciamo nostre le parole di Mosè: “
…io proclamerò il nome del Signore”. s.v.
(2) QUESTO È IL SUO COMANDAMENTO: CHE CREDIAMO NEL NOME DEL FIGLIO SUO,
GESÙ CRISTO. (1 Giovanni 3:23)
La fede è l’unica condizione che Dio pone per una giusta relazione
con Lui. Dio ha preso l’iniziativa e ha compiuto ogni cosa per la salvezza
dell’uomo. L’uomo deve soltanto ricevere la sua grazia. La fede
è la mano tesa che riceve il dono di Dio. Molti, per cercare di piacere
a Dio, fanno pellegrinaggi, opere buone, praticano dei riti. Ma non sanno, forse,
che la cosa migliore che possono fare per piacerGli è quella di credere
in Lui e nella Sua Parola. La vera fede si basa su quello che Dio dice, sulla
sua Parola, la Bibbia. Credere significa prendere Dio in parola ed ubbidirGli.
La fede che salva non poggia su una chiesa o su una religione, ma unicamente
su Cristo. Essa afferra e riceve Cristo come Salvatore e Signore. Non basta
una fede intellettuale, ma è necessaria la risposta del cuore verso Cristo.
Occorre anche il consenso della nostra volontà. Dio vuole la nostra salvezza,
ma anche noi dobbiamo volerla. p.d.n.
(3) SI RALLEGRERANNO TUTTI QUELLI CHE IN CONFIDANO. (Salmo 5:11)
Il mio stato d’animo di oggi dipende anche da quello che prevedo che avverrà
domani. Il lavoro del venerdì pomeriggio, con la prospettiva del riposo
di fine settimana, sembra diverso da quello che si fa il lunedì mattina.
Nel versetto di oggi si parla di persone che un giorno “si rallegreranno”,
non è escluso quindi che oggi siano nella sofferenza. Ma poiché
al loro orizzonte si profila un futuro di gioia, possono fin da oggi essere
nella pace. Ma chi sono questi “fortunati”? Sono quelli che confidano
in LUI, o come dice un’altra versione, “amano il Suo nome”.
“Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima
e con tutta la tua mente”, disse Gesù a uno scriba citando la legge
di Mosè. Non si può “pretendere” di avere da Dio la
Sua gioia se non si tiene in considerazione la Sua parola. Amare Dio è
un ordine, che noi possiamo osservare soltanto se riconosciamo che Lui ci ha
amati per primo donandoci il Suo Figlio, il Signore Gesù, per il perdono
dei nostri peccati. m.c.
(4)L’ETERNO È UN DIO DI GIUSTIZIA. (Isaia 30:18)
Quest’affermazione fa seguito all’annuncio di ciò che Dio
avrebbe fatto in favore del Suo popolo. Israele, nonostante avesse toccato con
mano tante volte il grande amore e la tenera cura di Dio, non aveva ubbidito
ai Suoi comandamenti. Per questo, Dio l’aveva punito. Tuttavia, Dio gli
aveva anche promesso che non l’avrebbe annientato, come ribadisce la prima
parte del versetto: “Tuttavia l’Eterno desidera farvi grazia”,
non perché Israele lo meritasse, ma perché Dio è giusto
e mantiene sempre le Sue promesse. Ma attenzione! Poiché dalla Bibbia
veniamo a sapere che l’uomo nasce peccatore e che Dio è “tre
volte santo”, chiunque non sia diventato figlio Suo, alla fine di questa
vita riceverà la Sua giusta condanna. “Beati quelli che sperano
in Lui!” h.p.
(5)CHI PUÒ CON LA SUA PREOCCUPAZIONE AGGIUNGERE UN’ORA SOLA ALLA
DURATA DELLA SUA VITA? (Luca 12:25)
Queste parole sono state pronunciate da Gesù con lo scopo di spingere
i discepoli a una maggior fiducia nel Padre celeste. Certamente dobbiamo preoccuparci
di tutte le questioni relative alla vita di ogni giorno, non potremmo non farlo.
Le parole di Gesù, però, ci ricordano che al di sopra di ogni
cosa c’è Dio con la Sua volontà sovrana. Occupiamoci dunque
di ogni cosa, ma facciamolo senza ansia, con piena consapevolezza dei nostri
limiti e confidando costantemente nel Signore, nella Sua provvidenza, nella
Sua guida. Gesù vuole esortarci a una più completa dipendenza
dal Padre, che non deve mai essere intesa come una limitazione della nostra
libertà, ma come il modo migliore per vivere una vita senza ansia e senza
paura, perché è Dio che si occupa di noi. f.a.
(6)QUELLI CHE CONOSCONO IL TUO NOME, CONFIDERANNO IN TE, O ETERNO. (Salmo 9:10)
Per poter aver fiducia di una persona è necessario conoscerla (non è
possibile fidarsi di qualcuno che non conosciamo) e che questa conoscenza ci
offra fondate garanzia sulle sue capacità e sulle sue potenzialità.
Sappiamo bene purtroppo come a volte può succedere che più conosciamo
una persona e meno ci fidiamo di lei. L’affermazione del salmista Davide
esprime una certezza: le persone che conoscono Dio avranno sicuramente fiducia
di Lui! che equivale a dire che non è possibile conoscere Dio e non avere
fiducia in Lui. Ne consegue che l’incredulità è frutto dell’ignoranza.
Chi non ha fede in Dio non si è mai neppure minimamente impegnato a conoscerLo,
perché il conoscerLo lo avrebbe inevitabilmente condotto alla fede. L’ateo,
quindi, non è uno che non crede in Dio, ma è piuttosto uno che
si rifiuta ostinatamente di conoscerLo: prima della scelta di non credere, egli
ha compiuto la scelta di non conoscere. La fede nasce, infatti, dall’ascolto
e dalla conoscenza della Parola di Dio (Romani 10:17). Ascoltare per conoscere:
questa è la prima scelta da compiere per giungere alla fede. p.m.
(7) OGNI BUONA PAROLA CHE L’ETERNO VI HA DETTA SI È COMPIUTA. (Giosuè
23:15)
Uno degli errori più grandi che possiamo fare nell’educare i nostri
figli è promettere e non fare. Promettiamo premi e poi non li diamo,
promettiamo punizioni e poi non le applichiamo. Così i nostri figli non
danno importanza alla nostra parola, non ci considerano affidabili. Ebbene,
con Dio le cose sono diverse, Giosuè ricorda al popolo che Dio ha compiuto
ogni Sua promessa, anche quando sembravano cose impossibili. Questo doveva indurli
al ringraziamento e alla lode. Davanti alle tante promesse di Dio contenute
nella Sua Parola, possiamo avere la certezza che saranno mantenute, non dobbiamo
dubitare. La nostra fede ha basi solide. Ma c’è un’altra
cosa che Giosuè ricorda al popolo: Dio ha promesso anche di punire la
disubbidienza non è un padre umano incoerente e debole. Dio compie tutte
le Sue promesse. Ricordiamocelo con il rispetto che è dovuto alla Sua
parola. v.n.
(8) CHE COSA POSSIEDI CHE TU NON ABBIA RICEVUTO? (1 Corinzi 4:7)
La domanda rivolta dall’apostolo paolo ai cristiani della Chiesa di Corinto,
rivela uno dei peccati più grandi che l’uomo possa commettere:
l’orgoglio. Essi avevano ricevuto, non solo il dono della salvezza in
Cristo, ma anche le capacità spirituali per servire il Signore efficacemente.
Ben presto, però anziché mantenere la giusta attitudine d’umiltà
e di comunione con gli altri cristiani, agirono male e si inorgoglirono. Infatti
Paolo è costretto a riprenderli severamente dicendo: “…non
vi gonfiate d’orgoglio esaltando l’uno a danno dell’altro”
(versetto 6). Subito dopo, per responsabilizzarli, aggiunge: “Che cosa
possiedi che tu non abbia ricevuto?”. È come se dicesse: “vi
rendete conto che tutto quello che possedete non è vostro, ma lo avete
ricevuto in dono al Signore?”. Dunque, non avevano proprio nulla per cui
vantarsi. E noi? Pensiamo davvero che quello che abbiamo è nostro? È
bello lasciarsi correggere dalle esortazioni del Signore, le quali sono sempre
per il nostro bene. Infatti: Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile
a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia” (2
Timoteo 3:16). s.v.
(9) O ETERNO, CON L’ANIMA MIA TI DESIDERO. (Isaia 26:8,9)
Dio non si accontenta che noi semplicemente ammettiamo la Sua esistenza, d’altronde
anche i demoni credono che Dio esiste (Giacomo 2:19). Egli vuole che con Lui
e che coltiviamo il desiderio di avere piena comunione con Lui. Come il nostro
corpo ha necessità di acqua, la nostra anima ha necessità di avere
comunione con il Dio vivente, fonte di vita spirituale, e desidera che Lui soddisfi
i bisogni del cuore assetato d’amore. Come i bambini hanno voglia di crescere,
di diventare presto come i grandi, anche noi, come bambini spirituali, desideriamo
di crescere spiritualmente di maturare interiormente attraverso la meditazione
della Parola di Dio e la comunione con Lui. Se cerchi Dio con sincerità
di cuore, Lo troverai; se desideri conoscerLo e vivere secondo la Sua volontà,
sarai ricompensato con la Sua presenza nella tua vita; se ti mantieni fermo
nei tuoi sentimenti e confidi in Lui, esperimenterai la pace di Dio nella quotidianità
delle tue giornate. g.f.r.
(10)QUESTA È LA VITA ETERNA: CHE CONOSCANO TE, IL SOLO VERO DIO E COLUI
CHE TU HAI MANDATO GESÙ CRISTO. (Giovanni 17:3)
Queste sono le parole che Gesù ha pronunciato nella Sua preghiera la
sera dell’ultima cena. Il loro significato è per noi d’importanza
fondamentale. L’uomo è creatura di Dio ed è stato creato
per vivere con il proprio Creatore. Fatto a immagine e somiglianza di Dio, trova
il proprio “compimento”, la propria realizzazione piena, solo se
e quando può vivere con il suo Dio. Non vi può essere vera felicità,
né appagamento, né vera realizzazione per chi si ostina a voler
escludere Dio dalla propria vita. Conoscere Dio è il destino meraviglioso
che attende coloro che credono. Conoscere il Signore già qui, durante
questa vita, camminando con Lui, in ubbidienza alla Sua Parola e conoscerLo
poi, quando l’opportunità di trascorrere l’eternità
con Lui. Che cosa ci può essere di meglio per un uomo? f.a.
(11)NOÈ FECE ESATTAMENTE TUTTO CIÒ CHE DIO GLI AVEVA COMANDATO.
(Genesi 6:22) La Bibbia ci dice che Noè “camminò con Dio”
(Genesi 6:9). Significa che Noè decise di fare di Dio il suo grande amico,
il compagno della sua vita, Colui che amava più di ogni altra cosa al
mondo, e di avere con Lui una relazione personale e intima. Questa strada che
Noè fece con Dio lo portò innanzitutto a desiderare di fare ciò
che Lui gli chiedeva e di ubbidire. Lo fece anche quando tutti gli davano del
pazzo e lo deridevano in modo ingiurioso. Nel mondo oscuro e peccaminoso in
cui viveva, e gli era un diverso, un uomo che andava controcorrente. Questo
tipo di vita non solo gli permise di essere gradito e di piacere a Dio, ma significò
la salvezza per lui e per la sua famiglia. Camminare con Dio non solo è
possibile, ma può cominciare da oggi! Vuoi anche tu “camminare
con Dio”? g.f.r.
(12)L’ETERNO È IL NOSTRO LEGISLATORE. (Isaia 33:22)
La legislazione di un Paese è l’insieme delle leggi che regolano
la convivenza dei suoi abitanti. Il legislatore, cioè l’autore
di questo corpo di leggi, varia con il variare del regime politico che governa
il (in molti casi oggi è un parlamento eletto da tutto il popolo, in
altri, drammatici, è un dittatore). In tutti i casi una legislazione
è espressione della volontà del legislatore! Isaia, annunciando
la venuta del regno dell’Unto del Signore (del regno messianico che anche
noi attendiamo!), ricorda quattro realtà che in quel regno si verificheranno:
il Signore ne sarà “Giudice …Legislatore …Re…Salvatore”.
Viene così riaffermata la stretta relazione fra giustizia, legislazione
e governo. Ma con una novità rispetto ai “regni” umani: il
Signore è anche “Colui che ci salva” perché “il
popolo ha ottenuto il perdono della sua iniquità”. Questa prospettiva
futura ha una lezione per il mio presente: attraverso la Sua Parola “il
Legislatore” mi fa conoscere la Sua volontà, attraverso l’amore
di Suo Figlio mi salva perdonando le mie iniquità, attraverso il Suo
Spirito mi dà la forza per osservare la Sua legge. p.m.
(13)SIATE PRONTI, IL FIGLIO DELL’UOMO VERRÀ! (Matteo 24:44) nel
passato, per prepararsi ad un qualsiasi viaggio, occorrevano mesi e mesi, anche
perché le distanze fra paese e paese non erano percorribili nei tempi
a cui siamo abituati oggi e che andranno via via restringendosi ancora. I viaggi
“last minute” in cui si decide in quattro e quattr’otto di
preparare una valigia e recarsi dall’altra parte del mondo, senza neppure
averlo ipotizzato qualche settimana prima, sono un’invenzione dei nostri
giorni. Il credente, nell’attesa del ritorno del Signore, dovrebbe avere
sempre quella valigia in mano e impegnarsi a non affondare radici troppo profonde
dove si trova a vivere. Tutta la Bibbia è percorsa dalla certezza del
ritorno di Gesù, Egli è venuto per la prima volta qui sulla terra
come un bambino bisognoso di cure, tornerà come Re e giudice e, come
tutte le altre, anche questa promessa si avvererà puntualmente. a.m.
(14)GESÙ REGNERÀ IN ETERNO, E IL SUO REGNO NON AVRÀ MAI
FINE. (Luca 1:33)
Se pensiamo a quanti regni si sono succeduti nella storia, non possiamo fare
a meno di meravigliarci pensando quanto questi regni sono stati fragili e di
poca durata. Molti sono andati in frantumi, appena dopo la morte del condottiero
che li aveva conquistati. Dove sono Napoleone e il suo impero? È bastato
un inverno con il suo gelo a mandarlo a pezzi. Dove è l’impero
romano? Rimangono acquedotti e ponti, a ricordarlo, ma cos’altro? Anche
l’uomo più potente non può allungare la sua vita per godere
le sue conquiste. Ma il regno di Cristo durerà per l’eternità,
e niente e nessuno potrà strapparGli il potere. Invece di ammirare la
gloria effimera degli uomini, non è meglio fare parte del regno di Dio?
v.n.
(15) TU, TU SOLO SEI L’ETERNO E L’ESERCITO DEI CIELI TI ADORA. (Neemia
9:6)
Il cielo sarà meraviglioso. Lo straordinario Paradiso, descritto da Daniele,
paragonato alla realtà spirituale, apparirà come un teatrino di
dilettanti. La Bibbia descrive il cielo come pieno di purezza e splendore. “Non
vidi in essa nessun tempio” spiega l’apostolo Giovanni, perché
il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello (Gesù) sono il
Suo tempio. E la città non ha bisogno di sole, né di luna che
risplendano in lei, perché la illumina la gloria di Dio e l’Agnello
e il Suo luminare… E niente di immondo e nessuno che commetta abominazione
o falsità vi entrerà…” (leggi Apocalisse cap. 21).
Il cielo sarà un luogo di felicità e di festa. Niente lacrime,
malattie, separazioni. Solo la gioia di conoscere Dio. Gesù ha detto:
“Vi dico che v’è allegrezza davanti agli angeli di Dio per
un solo peccatore che si ravvede” (Luca 15:10). Sei fra quelli che hanno
chiesto perdono a Dio del loro peccato e hanno provocato un’esplosione
di gioia nel cielo? Se no, falla esplodere oggi! Te lo auguro per il tuo bene.
m.t.s.
(16) QUELLI CHE SONO MORTI IN CRISTO RISUSCITERANNO PER PRIMI. (1 Tessalonicesi
4:16) La vittoria sulla morte è il trionfante annuncio che i primi discepoli
di Gesù portarono da Gerusalemme per tutta la Samaria e per tutto il
mondo allora conosciuto. Proprio così, la vittoria sulla morte, sul “re
degli spaventi”, sullo spettro dinanzi al quale tutti gli uomini tremano
e che tutti vorrebbero evitare, su quella condizione irreversibile e misteriosa
che tutti sentiamo estranea alla nostra esperienza personale, ma che sappiamo
essere terribilmente reale, Gesù ha conosciuto la morte, ma non è
morto definitivamente, è passato per la morte ed è risorto; ed
ora vive alla destra del Padre per garantire a tutti quelli che credono in Lui
la stessa vittoria sulla morte. Sarà un giorno di straordinaria esultanza
quando Gesù, come ci assicura la Bibbia, tornerà in gloria per
rapire la Chiesa, cioè coloro che sono morti con la fede in Lui. Essi
conosceranno la risurrezione dei loro corpi per essere sempre con il Signore.
Allora sarà adempiuta la parola che è scritta: “La morte
è stata sommersa nella vittoria, o morte dove è la tua vittoria,
o morte dove è il tuo dardo?” (1 Corinzi 15:54-55). g.b.
(17)L’INTELLIGENZA DI DIO È IMPERSCRUTABILE. (Isaia 40:28)
Pensare all’intelligenza di Dio, è qualcosa che la nostra mente
limitata non può scoprire fino in fondo. Ma da persone intelligenti,
quali Dio ci ha creati, attraverso la perfezione del creato possiamo discernere
qualcosa delle Sue qualità invisibili e della Sua eterna potenza (Romani
1:20) e scegliere se credere a un Creatore perfettamente intelligente, oppure
alle varie teorie sull’evoluzione. In un modo ancora più chiaro
attraverso la Sua Parola possiamo conoscere le Sue perfette qualità morali
come: santità, amore, giustizia, fedeltà, bontà, sovranità,
ecc. L’intelligenza di Dio si vede ancora oggi nella libertà a
non forzare nessuno nel volerLo conoscere. Leggi la Bibbia, fidati delle parole
di Dio: scoprirai la Persone più grande di tutto l’universo, che
ti ama e vuole farsi conoscere da te. Non è meraviglioso? b.s.
(18) LEVATI, O ETERNO, E DESTATI IN MIO FAVORE. (Salmo 7:6)
A primo acchito le parole del salmista appaiono irriverenti e inopportune. Sembra
quasi dare ordini a Dio nella sua preghiera. Ma è proprio così?
Nell’eccellente libro “Abba Padre - teologia e psicologa della preghiera”,
gli autori affermano: “Per Marx la preghiera era un’evasione, per
Freud, un’illusione compensatrice. . . perfino vari movimenti teologici
continuano a sminuire il vero significato della preghiera… ma, nonostante
la forte influenza di queste e di altre correnti di pensiero, milioni di credenti
continuano a rivolgersi quotidianamente a Dio”. Davide era uno di quei
milioni di credenti e ogni giorno confidava nell’Eterno. Egli pregava
nei momenti sereni della vita, come anche in quelli più difficili: “O
Signore, Dio mio, in te confido; salvami da chi mi perseguita, liberami”
(Salmo 7:1). Perché Davide osava dire al Signore: Levati e destati”?
Semplice. Perché conosceva Dio personalmente e voleva coinvolgerLo in
tutti gli aspetti della sua vita. Impariamo, dunque, dal salmista a pregare
il nostro Dio con gioia e rispetto, con audacia e devozione. s.v.
(19) IL TIMORE DELL’ETERNO SIA IN VOI. (2 Cronache 19:7)
Queste parole furono l’avvertimento e l’auspicio del re Giosafat
ai magistrati che dovevano amministrare la giustizia nel paese, come servi e
rappresentanti di Dio. Spesso ci accorgiamo che non c’è timore
di Dio negli uomini, né in chi amministra la giustizia. La Bibbia afferma
che tutti gli uomini sono corrotti, corruttibili e corruttori. Prima o poi,
volenti o nolenti, dovremo fare il conto con la santa giustizia di Dio che non
si può corrompere né aggirare. Non possiamo diventare giusti davanti
a Dio al di fuori della via indicata dal Signore, né attraverso meriti,
né attraverso chissà quali mediatori. L’unica via è
attraverso il Suo Figlio Gesù Cristo. Rifiutare le indicazioni di Dio
è come dirgli: “Ciò che Tu hai pensato e fatto in Gesù
per me, non è sufficiente”, mostrando così tutta la nostra
corruzione. Temi Dio, crediLo accetta il Suo amore in Gesù. Sarà
una gioia per la tua anima. m.m.
(20) SIGNORE, MOSTRAMI UN SEGNO DEL TUO FAVORE! (Salmo 86:17)
Nelle preghiere contenute nei salmi, soprattutto in quelli di Davide, compaiono
spesso i “nemici”, i “superbi”, gli “empi”,
i “malvagi”, i “malfattori”, coloro che “mi odiano”.
Può sembrare strano, ma una persona che ha un buon rapporto con Dio può,
proprio per questo fatto, incontrare l’ostilità degli altri. Come
si spiega? Sul piano biblico, la cosa non è strana. È cominciato
tutto fin dai tempi di Caino, che non potendo sfogare la sua irritazione contro
Dio stesso, si è sfogato contro chi aveva sperimentato il gradimento
di Dio: il fratello Abele, Davide allora, sapendo di avere molti nemici, chiede
al Signore di manifestare il Suo favore verso di lui in un modo chiaro, evidente
a tutti, e ne indica il motivo: “Così tutti quelli che mi odiano
si vergogneranno”. Non vuole quindi provocare invidia, da cui possono
scaturire rabbia e violenza, ma vergogna, che può portare all’umiliazione
e al ravvedimento. Sono capace di pregare anch’io in questo modo? m.c.
(21) L’ETERNO SARÀ UN RIFUGIO INESPUGNABILE PER L’OPPRESSO.
(Salmo 9:9)
Queste parole, scritte dal re Davide, esprimono la sua fiducia nella bontà
di Dio. All’inizio del Salmo, Davide annuncia che avrebbe confidato in
Dio, perché aveva sperimentato personalmente la Sua fedeltà. Non
si trattava né di una speranza dettata dalla disperazione né di
auto convincimento; era, piuttosto, lo stesso tipo di fede di uno che ha fra
le mani uno strumento preciso e affidabile su cui conta per ottenere buoni risultati.
Trovare un rifugio sicuro è il desiderio di tutte le persone oppresse,
me, se è vero che Dio spesso viene in aiuto di chi soffre, è altrettanto
vero che ha un occhio di riguardo vero i Suoi figli. A loro, anzi, ha promesso
costante protezione, alla pari di un buon pastore, che tiene lontano dal suo
gregge ladri e bestie selvagge. h.p.
(22)IO SONO L’ETERNO, TU NON DEVI RICONOSCERE ALTRO DIO ALL’INFUORI
DI ME. (Osea 13:4)
Questo è il primo dei 10 comandamenti che Dio diede al popolo d’Israele
dopo la liberazione dall’Egitto e che il profeta Osea ricorda, molti anni
dopo, quando il popolo si era abbandonato all’adorazione degli idoli.
Questo ordine doveva costruire il fondamento di tutta a vita del popolo: della
sua moralità, della sua felicità e anche della sua prosperità.
Eppure con quanta facilità e disinvoltura Israele ha saputo correre dietro
agli idoli, come del resto anche noi oggi. Questi idoli hanno cambiato aspetto,
ma non sostanza. Si chiamano denaro, ricchezza, successo, sesso, ricerca di
benessere… Il Signore ha cura di ricordarci che l’idolo si presenta
in una veste di fascino e seduzione, ma dietro nasconde l’inganno e la
morte. Facciamo nostra la supplica del re Davide che in salmo dice: “Unisci
il mio cuore al timore del Tuo nome” (Salmo 86:11). g.b.
(23) SIETE STATI RIGENERATI MEDIANTE LA PAROLA VIVENTE E PERMANENTE DI DIO.
(1 Pietro 1:23)
“Bisogna cambiare! Non si può continuare così”, si
afferma di fronte al male e all’ingiustizia. Ma chi deve cambiare? Non
solo gli altri, ma noi personalmente. Il vero cambiamento è quello inizia
nel cuore, nell’intimo dell’indovino. Se gli uomini cambiano, anche
la società cambierà! Ma è possibile questo cambiamento?
Cari lettori, Gesù Cristo affermò che non solo è possibile,
ma è necessario. “Se non cambiate e non diventate come dei bambini,
non entrerete nel regno dei cieli. A un uomo, che andò a Lui di notte,
Gesù disse: “Bisogna che nasciate di nuovo”. (Giovanni 3:3)
Ma che cos’è la nuova nascita o rigenerazione? La nuova nascita
è il miracolo di Dio, che infonde nell’uomo che crede la vita e
la natura divina. È una rivoluzione profonda! Colui che passa attraverso
questa esperienza è un uomo nuovo; i suoi pensieri cambiano e la sua
volontà è sottomessa a Dio. I suoi affetti cambiano; ama Dio e
le cose di Dio e sente un profondo odio verso il peccato. L’intera personalità
è trasformata, gli scopi e gli obiettivi cambiano. p.d.n.
(24) LA MISERICORDIA DI DIO SI ESTENDE SU COLORO CHE LO TEMONO. (Luca 1:50)
Che meravigliosa promessa: oggi Dio ti assicura la Sua misericordia, cioè
il Suo amore, la Sua protezione, se solo temi il Suo nome, cioè Gli porti
profondo rispetto. Un po’ come i figli che devono rispettare i propri
genitori. Proprio questo è il tipo di timore che Dio si aspetta da noi:
quello di un figlio ubbidiente nei confronti del padre. Inoltre è bello
pensare che la misericordia di Dio si estende su coloro che Lo temono. Che estensione
ha? Che raggio d’azione riesce a ricoprire? Dio è infinito e anche
la Sua misericordia è infinita. Io già da tempo ho deciso di temere
Dio e ogni giorno gli sono riconoscente per la Sua misericordia. E tu? Se sì,
allora questa stupenda promessa è anche per te. Sperimentata anche oggi
nella tua vita! e.m.
(25) SE DIO CONCEDE ALL’UOMO RICCHEZZE, QUESTO È UN DONO DI DIO.
(Ecclesiaste 5:19)
È un dono di Dio anche godere le eventuali ricchezze che concede. Ci
sono persone che hanno ricevuto grandi ricchezze, al punto che a loro non manca
nulla di tutto ciò che possono desiderare. Eppure può accadere
che Dio non concede loro di goderne: ne gode qualcun’altro. Il Signore
Gesù ci ammonisce dicendo: “Dov’è il tuo tesoro lì
sarà anche il tuo cuore” (Matteo 6:21). La Parola di Dio ci avverte
ancora: “Se le ricchezze abbondano, si distacchi da esse il vostro cuore”
(Salmo 62:10). Caro lettore, sappi che Dio solo deve essere l’oggetto
della nostra fiducia. Se così non sarà, l’accumulare ricchezze
sarà come andare dietro al vento. Allora sia il nostro cuore tutto per
Dio, affinché possiamo godere nel modo giusto le ricchezze che, nella
Sua volontà, eventualmente decide di concederci. s.b.
(26) “PRELEVATE DA QUELLO CHE AVETE UN’OFFERTA AL SIGNORE”.
(Esodo 35:5)
“Ma che bisogno ha il Signore delle nostre offerte?”, potrebbe chiedersi
qualcuno. In fondo, a Lui non manca niente. “Sono io, invece, che ho un
mucchio di necessità. Mi manca questo, mi manca quest’altro, e
l’ho anche detto al Signore, in preghiera, ma non ottenuto risposta. E
adesso vengo a sapere che sono io che devo prelevare da quello che ho un’offerta
al Signore!”, potrebbe continuare a obiettare l’ipotetico qualcuno.
Probabilmente non abbiamo mai usato parole come queste, ma qualche volta forse
pensieri simili si sono affacciati alla nostra mente. In realtà, quello
che Dio vuole è approfondire un rapporto d’amore fra Lui e noi.
Egli ci ha dato tutto, cominciando dalla cosa più importante: il Suo
Figlio unigenito. Attraverso la restituzione volontaria di una piccola parte
di quello che ci ha donato il Signore vuole avere da noi il permesso di riempirci
di nuovi e maggiori doni. “Date, e vi sarà dato; vi sarà
versta in seno buona misura, pigiata, scossa, traboccante” (Luca 6:38).
m.c.
(27) PORTATE I PESI GLI UNI DEGLI ALTRI. (Galati 6:2)
Una bambina di cinque anni stava portando il fratellino sulle spalle in una
zona montagnosa delle Ande in Sud America. Un turista che passava da quelle
parti la guardò e le chiese: “Non è pesante”? La bimba
sorridendo rispose: “No, è mio fratello!” Se siete come me,
avrete avuto una stretta di commozione allo stomaco nel leggere questo aneddoto.
E allora, come me, avete ripensato a tutte quelle volte che avete sentito il
peso nell’aiutare gli altri e, sempre come me, vi siete sentiti un po’
colpevoli. Se ci amiamo come fratelli e sorelle, saremo capaci di salire i sentieri
di montagna caricandoci sulle spalle chi ha bisogno del nostro aiuto. C’è
qualcuno, in questo momento, che possiamo aiutare? C’è una persona
che non ce la fa a trascinare un peso da sola e ha bisogno di essere sollevata?
Sicuramente il Signore ha portato alla nostra mente il nome di una o più
persone che hanno bisogno di noi. Allora sorridiamo e diciamo: “No, non
posso lasciarlo da solo, è mio fratello”! r.b.
(28) SE UNO NON È NATO D’ACQUA E DI SPIRITO, NON PUÒ ENTRARE
NEL REGNO DI DIO. (Giovanni 3:5)
Tutte le religioni in sostanza affermano: “Fai qualcosa per Dio ed entrerai
nel Suo regno!”. Il Signore invece dichiara: “Devi prima essere
qualcuno per poter entrare nel Mio regno!”. Secondo quanto afferma Gesù
nel versetto di oggi, non è possibile entrare nel regno di Dio se non
mediante un’esperienza spirituale paragonabile alla nascita di un bambino.
Sapete che cosa vuol dire questo praticamente? Vuol dire che tutti gli sforzi
umani compiuti: elemosine, buone opere, praticare le religioni o seguire un
qualsiasi cammino spirituale o sociale, non garantiranno a nessuno l’accesso
nel regno di Dio. “Se uno non è nato d’acqua e di Spirito…”,
dice il Signore. Ciò significa conoscere e ricevere il Messia promesso
della Bibbia, Gesù Cristo personalmente e questo sarà possibile
solo per mezzo dello Spirito Santo e della Sua Parola. Infatti sta scritto:
“…a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto
di diventar figli di Dio: a quelli, cioè, che credono nel Suo nome; i
quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né
da volontà d’uomo, ma sono nati da Dio” (Giovanni 1:12,13).
s.v.
(29) L’ETERNO PARLAVA CON MOSÈ FACCIA A FACCIA, COME UN UOMO PARLA
COL PROPRIO AMICO. (Esodo 33:11)
Mosè, mentre attraversava il deserto per raggiungere la Terra Promessa,
aveva fatto costruire una tenda speciale, chiamata “la tenda di convegno”,
in cui entrava per aprire il suo cuore a Dio e ricevere ordini da Lui. Dio gli
parlava come un amico. Di Mosè, dopo il suo incontro con Dio davanti
al cespuglio che ardeva senza consumarsi, non si ricordano particolari peccati,
se non una disubbidienza a Dio, causata da una forte rabbia contro il popolo
ribelle. Per quell’unica disubbidienza Dio gli proibì di entrare
fisicamente nella Terra Promessa. “Un Dio troppo severo” pensate?
No, anche se oggi si tende a sottovalutare la Sua giustizia e la si sostituisce
con un amore che scusa tutto. Ma Dio, per essere coerente con la Sua giustizia
e per permetterci di passare l’eternità con Lui, è arrivato
a pagare Lui, nella persona di Suoi Figlio, per tutti i nostri peccati. Per
questo Gesù è morto sulla croce. Un Dio giusto e severo, ma anche
amorevole. Credi in Lui? m.t.s.
(30) VOI CHE CERCATE DIO, FATEVI ANIMO. (Salmo 69:32)
Davide in questo Salmo si rivolge a tutti coloro che sono oppressi da ingiustizie,
odi ingiustificati, disprezzo e quant’altro. Egli stesso aveva vissuto
dei momenti terribili, quando il re Saul voleva ucciderlo per gelosia e quando
il suo stesso figlio, Absalom, aveva tramato contro di lui e il suo regno. Egli
definisce queste situazioni “sprofondo in un pantano senza trovare sostegno,
sono scivolato in acque profonde e la corrente mi travolge” (Salmo 69:2).
Al versetto 13 di questo Salmo c’è un “MA” che cambia
totalmente la scena. Davide dice: “Ma io rivolgo a Te, o Signore, la mia
preghiera”. Certo non era possibile venirne fuori con le sue forze; anche
se era un uomo forte e valoroso, era completamente impotente di fronte a ingiustizie,
falsità e odio. Davide sapeva bene da Chi andare per cercare aiuto. Non
da qualche esperto consigliere o da qualche alleato o amico; sapeva che l’unico
che potesse dargli il giusto soccorso spirituale, morale e fisico era il suo
Signore, il suo Dio è infatti è lì che Lo cerca e Lo trova.
Perciò il suo invito è autorevole: “voi che cercate Dio,
fatevi animo perché il Signore ascolta i bisognosi” (Salmo 69:32,33).
w.g.
(31) SIGNORE, IO CREDO CHE TU SEI IL CRISTO, IL FIGLIO DI DIO CHE DOVEVA VENIRE
NEL MONDO. (Giovanni 11:27)
Nell’episodio biblico della risurrezione di Lazzaro di Betania, la sorella
Marta pronunciò questa grande confessione di fede in Cristo, dimostrando
di essere una donna con una fede profonda, un esempio del credente che Dio gradisce.
Aveva riconosciuto in Gesù il Messia (“il Cristo”), il Figlio
di Dio, il Salvatore, il solo che può dare vita a questo mondo di morte.
Ancora oggi Gesù continua a operare autentici miracoli di conversioni,
di guarigione di menti, corpi, anime a quanti si affidano a Lui, perché
Egli è la Vita che in mille modi vuole donarsi a noi. Ancora oggi Gesù
converte e trasforma il cuore umano, guarisce e apre, per la persona che a Lui
si affida prospettive di eternità. Dona vita, vita vera, autentica. Gesù
rende viventi davvero, rigenera la mente e l’anima. Questa è la
missione per la quale Egli ha lasciato il cielo, assunto la natura umana ed
è venuto sulla terra a morire per noi. ChiediGli di aprirti gli occhi
per vedere chi Egli è e confessa anche tu chi Egli è. g.f.r.
SETTEMBRE
(1)TUTTI COMPARIREMO DAVANTI AL TRIBUNALE DI DIO. (Romani 14:10)
Siamo di solito molto pronti a giudicare gli altri. Giudichiamo chi sbaglia,
giudichiamo chi giudica, e scusiamo noi stessi. L’apostolo Paolo ci ricorda
che dobbiamo piuttosto ricordare che anche noi saremo giudicati. Certo se abbiamo
creduto e accettato il perdono per il sacrificio di Cristo, il giudizio che
dovremo affrontare non riguarderà la vita e la perdizione eterna. Ma
anche come cristiani compariremo tutti davanti al tribunale di Cristo che misurerà
le nostre azioni per decidere quale ricompensa ci siamo o non ci siamo meritati.
Sarà un momento solenne. Il Signore Gesù ha dato la vita per noi;
pensate che vergogna sarà dover ammettere di non avere fatto nulla, o
per lo meno poco, per ubbidire alle Sue parole. Se ci sembra che qualcuno agisca
in modo sbagliato o coltiva sentimenti indegni di un cristiano, prima di salire
in cattedra e giudicare, chiediamoci: davanti al tribunale di Cristo, quali
aspetti della mia vita verranno messi in luce? v.n.
(2) L’ETERNO ABBASSA E INNALZA. (1 Samuele 2:7)
Quando ero ragazza, è scoppiata la seconda guerra mondiale. Hitler stava
conquistando la Francia, il Belgio, l’Olanda. Sembrava che nulla lo potesse
vincere. Un vecchio credente evangelico, che era tutto fuorché un intellettuale,
ma che conosceva molto bene la Bibbia, l’amava e la praticava, mi ha detto
“Tieni bene a mente questo: Hitler ora vince tutto, ma perderà
la guerra”. “Perché?” gli ho chiesto. “Ha osato
colpire il popolo ebreo, la pupilla dell’occhio di Dio”. Dopo alcuni
anni, Hitler non restavano che le distruzioni che aveva causato e i milioni
di cadaveri che aveva provocato. Dio innalza (o permette l’innalzamento)
abbassa, annienta, seconda i Suoi piani, i capi di questo mondo. Oltre a questo,
li usa e li dirige perché, inconsapevolmente, facciamo quello che Lui
vuole. È il Signore della storia. È il Dio onnipotente. Meglio
stare dalla Sua parte e fare quello che Lui dice, non ti pare? m.t.s.
(3) CON QUALE DIRITTO OPPRIMETE IL MIO POPOLO? DICE IL SIGNORE. (Isaia 3:15)
Con la venuta di Cristo, dei due popoli (gli ebrei, oppressi nei secoli, e i
non ebrei) Dio ne ha fatto uno solo (Efesini 2:14). Oggi questa pressante domanda
possiamo applicarla anche alla Sua chiesa. Nel tempo in cui viviamo è
una domanda più attuale che mai: è stato detto giustamente che
il secolo appena concluso è probabilmente quello in cui la Chiesa ha
avuto più martiri. Quanti nostri fratelli in tante nazioni diverse sono
oggi disprezzati, maltrattati, discriminati, minacciati, imprigionati, uccisi!
Noi che viviamo tranquillamente e spesso svogliatamente la nostra fede nelle
mollezze di una società opulenta, non ce ne rendiamo neppure conto, dimenticando
che se un membro (della Chiesa) soffre, tutte le membra soffrono con lui (vedi
1 Corinzi 12:26). In questo giorno vogliamo dedicare a loro i palpiti del nostro
cuore: informiamoci sulle loro sofferenze, ringraziamo Dio per il loro coraggio,
imitiamo la loro fede, intercediamo per loro con passione (Ebrei 13:3). Come
ai tempi di Isaia, Dio è potente per fermare chi opprime il Suo popolo.
l.p.
(4)I MIEI OCCHI HANNO VISTO LA TUA SALVEZZA. (Luca 2:30-32)
Le parole di Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, sono belle e piene di significato.
La gioia che prova è, a dir poco, incontenibile. Finalmente quel Bambino
era proprio davanti a lui, fra le sue braccia. Naturalmente non si trattava
di un fanciullo qualunque, era il Figlio di Dio incarnato: Gesù.
La testimonianza di Simeone è sincera, molto sentita: “I miei occhi
hanno visto la Tua salvezza…”, ora è soddisfatto e non aspetta
altro che concludere i giorni della sua lunga vita nella pace del Signore. “Davvero
una bella storia!”, direbbe qualcuno. Eppure, le parole di quest’uomo
del passato hanno a che fare con noi. Infatti, in altri termini, aggiunge subito
dopo: “Gesù è la salvezza preparata per tutti i popoli,
luce per le genti”. Questo è molto interessante. Perché?
Perché se deciderai di leggere le Sacre Scritture, non solo conoscerai
i fatti storici che riguardano il Cristo, ma avrai la possibilità di
incontrarLo come tuo personale Salvatore e dire esattamente come Simeone: “I
miei occhi hanno visto la Tua salvezza”. s.v.
(5)RINGRAZIÒ DIO E SI FECE CORAGGIO. (Atti 28:15)
L’apostolo Paolo arriva al termine di un avventuroso e tormentato viaggio,
iniziato a Gerusalemme molti mesi prima. Predicare il Vangelo nella “Caput
mundi” era stata da sempre un’ambizione del grande apostolo, e ora
stava per realizzarsi. Ma al suo arrivo non fu acclamato in modo trionfale;
ad attenderlo c’erano solo alcuni cristiani della chiesa di Roma i cui
nomi resteranno per sempre sconosciuti. Ma questo bastò perché
Paolo ringraziasse Dio, si rincuorasse e prendesse coraggio nonostante la stanchezza
e la preoccupazione per i futuri impegni. È incoraggiante vedere come
le cose grandi di Dio passino sempre attraverso i canali dell’umiltà
e della semplicità, per mezzo di uomini che hanno imparato a camminare
per fede non lasciandosi condizionare dalle cose apparenti, ma fissando lo sguardo
su Gesù. g.b.
(6)CONTEMPLANDO LA GLORIA DEL SIGNORE SIAMO TRASFORMATI NELLA SUA STESSA IMMAGINE.
(2 Corinzi 3:18)
Con le parole l’apostolo Paolo comunica quello che sta accadendo nella
sua vita. Di giorno in giorno egli sta portando ad assomigliare sempre più
a Cristo. Per incoraggiare quanti avessero letto queste parole (quindi: anche
noi!), egli indica il segreto per vivere questa trasformazione: “contemplare
come in uno specchio la gloria del Signore”! Noi non possiamo, finché
siamo qui sulla terra, contemplare la gloria del Signore in modo diretto. Il
nostro rapporto con Lui non passa attraverso la visione, ma attraverso la fede…
attraverso la fede che ci porta a guardare dentro” lo specchio”,
cioè dentro la Parola di Dio che riflette e mostra ai nostri occhi la
gloria del Signore. La “gloria” è un termine usato nella
Scrittura per indicare l’insieme delle perfezioni di Dio. Contemplare
queste perfezioni ci porterà non soltanto a conoscerle a fondo, ma soprattutto
a desiderarle, rendendo sempre più visibile in noi la forma di Cristo
e sempre meno visibile la nostra forma. Dobbiamo avere quindi lo stesso desiderio
espresso da Giovanni Battista davanti a Gesù: “Bisogna che Egli
cresca e che io diminuisca”. p.m.
(7) L’ETERNO ILLUMINA LE MIE TENEBRE. (2 Samuele 22:29)
La luce è vita! Basta guardare le piante, come esse seguono i raggi del
sole per trovare la luce della loro vita: perché non c’è
vita se non c’è la luce. Anche per la nostra vita spirituale abbiamo
bisogno di essere illuminati e la nostra luce spirituale è Gesù.
Se vuoi avere vita spirituale devi orientare le tue attenzioni su Gesù,
devi cercarLo e seguirLo. Sei stato fin troppo nelle tenebre, fin troppo hai
cercato invano! Non cercare la vita nelle cose che muoiono con il tempo, ma
cercala nelle cose che durano per sempre, cerca Colui che ti ha amato da morire
in croce per la tua salvezza. Se non conosci Gesù sei ancora nelle tenebre.
Non camminare a tastoni ma segui Gesù, che ti guiderà fuori dal
buio. Egli è venuto con questo scopo: per illuminare il tuo cammino e
dirti: “Io sono la Luce del mondo: chi Mi segue non camminerà nelle
tenebre, ma avrà la Luce della vita” (Giovanni 8:12). g.f.r.
(8) “MI SIA FATTO SECONDO LA SUA PAROLA.” ( Luca 1:38)
Una ragazza qualunque, in attesa del giorno delle nozze… lei sta già
pensando alla festa, al vestito, agli invitati. Tutto viene sconvolto, riscritto,
tutto è da ripensare e rifare perché qualcuno si è presentato
a casa sua senza essere invitato. Gli angeli non avvisano e neppure aspettano
di essere invitati. Gabriele è semplicemente là e le sta parlando,
ma quello che dice a Maria non è per niente semplice, ma lo coinvolgerà
fin nel suo corpo trasformandolo e modificherà, di conseguenza, tutti
i rapporti fra lei e coloro che le stanno vicino. Maria dice le uniche parole
che, in quella situazione, una ragazza qualunque non avrebbe mai detto: “Mi
sottometto al mio Signore, accetto che tutti i miei sogni e i miei piani vengano
sconvolti, non capisco, ma mi sottometto”. Maria, anche dopo la nascita
di Gesù, continua ad avere un duplice atteggiamento: da una parte non
riesco a capire i piani di Dio, dall’altra cerca di collegare i fatti
fra loro, razionalmente, mettendoli insieme e rileggendoli alla luce di tutto
quello che le è successo dal giorno in cui Gabriele si è presentato
a casa sua. È un buon esercizio anche per noi! a.m.
(9)IL TIMORE DELL’ETERNO È ODIARE IL MALE. (Proverbi 8:13)
TEMERE L’ETERNO: non vuol dire vivere oppressi dal terrore, ma confidare
in Lui, credere in Lui, lodarLo. Questa fiducia incondizionata, questa devozione
profonda, si realizzano non tanto a parole (“non chi Mi dice Signore,
Signore”), ma ubbidendo alla Sua volontà: odiare il male e scegliere
il bene. IL MALE: cos’è? Nella confusione in cui viviamo, come
posso saperlo, chi me lo insegna? Le leggi umane, la mia coscienza, l’opinione
della maggioranza? Non bastano, anzi spesso ingannano: ho bisogno di saperlo
della Parola di Dio, lampada e luce (Salmo 119:105), che lo Spirito Santo applica
alla mia vita. ODIARLO: se temo il Signore, non solo saprò discernere
chiaramente il male, ma non lo lascerò neppure infiltrarsi subdolamente
in me tollerandolo con indifferenza: imparerò a odiarlo con tutte le
mie forze, a rifiutarlo in tutte le sue forme, per attenermi fermamente al bene
(Romani 12:9). l.p.
(10)TUTTO QUESTO NON TI SUCCEDE FORSE PERCHÉ HAI ABBANDONATO L’ETERNO,
IL TUO DIO? (Geremia 2:17)
Attraverso queste parole Dio parlò al popolo d’Israele che aveva
scelto di seguire gli idoli stranieri abbandonando Lui, che li aveva condotti
con cura fino a quel momento. Così erano diventati preda dei nemici.
“…ha abbandonato Me, la sorgente d’acqua viva, per scavarsi
cisterne, cisterne rotte, che non tengono l’acqua” (Geremia 2:13).
Dio ha usato un’immagine molto chiara che vale anche per le persone che
vivono nel 2008. Il paragone tra una fonte d’acqua e una cisterna rotta
rende bene l’idea dell’abbondanza che si lascia e della miseria
che si trova. Dio solo è fonte di salvezza, di sicurezza, di benedizione;
allontanarsi da Lui significa illudersi di trovare le stesse cose altrove, in
ciò che non solo non può contenerle ma nemmeno procurarle. Nel
periodo in cui viviamo il pericolo di farsi sviare da Dio rivelato nella Bibbia
è molto sottile. Non si tratta più di farsi tentare dagli idoli
pagani, ma da idee sempre nuove, che cercano di affiancare le verità
del Vangelo. e.s.
(11)”CRISTO È LA NOSTRA PACE”. (Efesini 2:14)
La giornata di oggi è ormai segnata, nella memoria recente, dal micidiale
attacco terrorista alle Torri Gemelle del 2001: migliaia di morti provocati
da Kamikaze che hanno immolato la loro vita e quella di tante vittime innocenti
sull’altare del loro “dio”. Il fanatismo religioso produce
da sempre drammatiche scelte di odio: la terra è ricoperta del sangue
sparso nel corso della storia da guerre di religione e da guerre “sante”.
Purtroppo è vero che tanto di questo sangue è stato sparso anche
nel monte di Cristo, ma si è trattato di un uso del tutto improprio del
suo Nome, fatto da parte di una “chiesa” diventata in tutto simile
ai regni di questo mondo. Infatti, seguendo l’esempio del loro Signore,
i veri discepoli di Cristo non trasformano mai in arrogante violenza la loro
fede, ma accettano piuttosto, come il loro Maestro, d’essere vittime del’odio.
Come si potrebbe testimoniare altrimenti che Cristo è Colui che ha donato
pace e lo ha fatto togliendo di mezzo il peccato, causa di ogni nostra inimicizia?
p.m.
(12)CHI È PRONTO ALL’IRA COMMETTE FOLLIE. (Proverbi 14:17)
Alcuni pensano che l’ira sia un sentimento sempre e comunque negativo.
Sono paragonabili a quelli che considerano sempre peccato il sesso. Ira e attrazione
sessuale sono impulsi legittimi, ma facilmente vengono usati male a motivo del
peccato che è nell’uomo. Nella Bibbia non sta scritto che Dio non
s’arrabbia mai, che “è lento all’ira e grande in bontà,
Egli perdona l’iniquità e il peccato, ma non lascia impunito il
colpevole” (Numeri 14:18). Dio aspetta a dare corso all’ira che
Lo spinge a punire il colpevole perché desidera, nella Sua grande bontà,
togliere il male attraverso il perdono concesso al ravveduto peccatore. Chi
invece è “pronto all’ira” non dimostra di voler togliere
il male, ma di essere lui stesso vittima e diffusore del male. Non è
forse vero che quando uno è in preda a un raptus collerico, “commette
follie”, cioè dice e compie un mucchio di sciocchezze? “Sappiate
questo, fratelli miei carissimi: che ogni uomo sia pronto ad ascoltare, lento
a parlare, lento all’ira” (Giacomo 1:19). m.c.
(13)IO SO I PENSIERI CHE MEDITO PER VOIDICE L’ETERNO: PENSIERI DI PACE
E NON DI MALE. (Geremia 29:11)
“Dio non mi ascolta.. non c’è niente che mi vada bene…
se Dio ci fosse…”. Certe frasi le sentiamo tutti i giorni. A volte
sono dette con rabbia, altre volte con fatalismo o “santa rassegnazione”.
Ma non sono frasi giuste. Dio non vuole mai farci del male. Ha sempre piani
buoni. A volte, però, deve usare il silenzio o le difficoltà per
fortificare il nostro carattere. Altre volte, ci vuole avvertire di un pericolo
o metterci in guardia se stiamo per fare delle scelte sbagliate. Ma come si
fa a capirlo? C’è un solo modo: imparare a conoscere il Suo carattere
e fidarsi di quello che la Bibbia dice di Lui. Un Dio buono non fa capricci.
Un Dio onnisciente conosce il mio futuro e, permette dei problemi per evitarmi
delle cadute. Un Dio giusto non fa ingiustizie. Un Dio santo non pecca e vuole
aprirmi gli occhi perché veda il mio peccato. La sola cosa che io devo
fare è credere che Lui ha tutto in mano e soprattutto mi ama. m.t.s.
(14) RICORDATI DI QUELLO CHE L’ETERNO, IL TUO DIO, FECE. (Deuteronomio
7:18)
Quando abbiamo bisogno di ricordare quello che il Signore fece? Sento già
la tua risposta: “Sempre”. È vero, ma credo che ne abbiamo
ancora più bisogno quando siamo in difficoltà, quando tutto è
nero e quando il mondo ci sta crollando addosso. In questi momenti è
veramente salutare ripensare a ciò che Dio ha fatto precedentemente nel
corso dei secoli o nella nostra vita. Forse il nemico di Dio insinuerà
dentro di noi l’idea che non siamo degni di ricevere dal Signore quello
che Lui ha promesso. In tal caso cerchiamo di ritrovare la fiducia persa, ricordandoci
di Gesù e di quello che Lui ha fatto. Grazie alla Sua opera noi siamo
degni di avere tutto quello che Dio promette nella Sua opera noi siamo degni
di avere tutto quello che Dio promette nella Sua Parola e grazie a Lui possiamo
essere certi dell’amore e della misericordia di Dio. Dio ha fatto delle
promesse luminose come la luce del sole; possiamo realizzarne alcune solo nel
buio… mentre ricordiamo quello che Lui ha fatto. r.b.
(15) CHE SERVE ALL’UOMO GUADAGNARE TUTTO IL MONDO, SE POI PERDE SÉ
STESSO? (Luca 9:25)
Alcuni non fanno altro che affaticarsi tutta la vita per avere sempre di più.
Il loro desiderio sarebbe (se fosse possibile!) di riuscire a guadagnare tutto
il mondo, ma riflettiamo un attimo. Cos’è più importante,
“guadagnare il mondo” oppure ricevere la vita? Cosa importa possedere
tanta ricchezza, se nel tentativo di accumularla si trascura la cosa più
importante e preziosa: la propria vita? La Parola di Dio ci esorta a mettere
in luce le priorità. Nessuno desidera perdere sé stesso, però
in realtà molti sprecano la maggior parte della propria vita per accumulare
tesori. Oggi, proprio adesso, prenditi un po’ di tempo per curare la tua
relazione personale con Dio. lui solo è l’Autore della vita. Affidati
a Lui con tutto te stesso: non avrai più desiderio di diventare ricco
(oppure d’invidiare quelli che sono ‘pieni di soldi’) e sarai
al sicuro nelle braccia di Dio. e.m.
(16) QUANTO È BREVE LA MIA VITA. (Salmo 89:47)
Il salmista, schiacciato dalle prove, fa questa esclamazione che mi porta a
riflettere: tutte le nostre aspirazioni sono appese a un filo sottile che l’apostolo
Giacomo chiama “se Dio vorrà”. Quando tutto va bene, ci sentiamo
padroni della vita e del tempo, a volte anche delle circostanze, ma non consideriamo
la fragilità e la superbia dei nostri progetti. Lo comprendiamo solo
quando le prove, le difficoltà, ci fanno gridare al vero Padrone della
vita, del tempo e delle circostanze. Dio sa della nostra fragilità. “Siete
un vapore che appare per un istante e poi svanisce” (Giacomo 4:14). Sì,
Dio sa della nostra breve vita, e nel Suo amore ha provveduto in Cristo. Per
quanto breve o lunga sia o, per quanto agiata o sofferente, cerchiamo di viverla
nella ricerca di ciò che conta veramente, poiché sta scritto:
“E che giova all’uomo se guadagna tutto il mondo e perde l’anima
sua?” (Marco 8:36). m.m.
(17) RENDETE A CIASCUNO CIÒ GLI È DOVUTO. (Romani 13:7)
Anche il codice civile più antico si rifà ai principi che Dio
ha enunciato nella Sua Parola. Ci sono delle indicazioni così incisive
e assolute che, se messe in pratica, darebbero la soluzione a tutti i problemi
tristi e insolubili che caratterizzano la vita di tutti gli esseri umani: dai
più piccoli e poveri, ai più grandi e potenti. Quanta illegalità
ed evasione fiscale che mettono in ginocchio l’economia di un paese; quanta
mancanza di timore e quindi inosservanza della legge che crea disordine, caos,
immoralità, violenza e quant’altro. Quanta mancanza di onore a
chi è dovuto: ai genitori, agli insegnanti, ai superiori, alle autorità
costituite. Anche se non ne condividiamo l’orientamento o il comportamento,
onorarli significa anche pregare per loro perché abbiano saggezza, discernimento
per un grande compito. Tutto questo riguarda nella vita di ciascuno su questa
terra; quale grande responsabilità! Ma che dire di quella che abbiamo
nei confronti della Somma Autorità che è Dio stesso? Come siamo
posti davanti a Lui: Gli stiamo dando ciò che Gli è dovuto? w.g.
(18) LA BENEFICA MANO DEL MIO DIO ERA SU DI ME. (Neemia 2:8)
Neemia aveva un sogno nel cassetto, un sogno impossibile, che non osava rivelare
a nessuno: ricostruire le mura di Gerusalemme, distrutte decenni prima da un
esercito invasore, che aveva deportato in un paese lontano il popolo d’Israele.
Neemia faceva dei progetti per realizzare questo sogno e pregava il Signore
affinché lo aiutasse. Il re straniero che egli serviva, quando seppe
del progetto non solo lo approvò, ma contribuì in molti modi affinché
Neemia potesse realizzarlo. Nel giro di qualche mese Neemia arrivò a
Gerusalemme con tutte le carte in regola e i permessi firmati per dare il via
ai lavori. In men che non si dica le mura furono edificate e l’opera portata
a compimento. Sarebbe stato facile, per Neemia, inorgoglirsi e attribuire alle
proprie capacità diplomatiche, organizzative e manageriali il successo
dell’opera. Ma non fu così: sottomesso e fedele al Signore, egli
ebbe l’atteggiamento espresso nelle parole del versetto di oggi, riconoscendo
che solo l’intervento di Dio aveva permesso quel risultato senza pari
(vedi Neemia 6:16). Aveva confidato nel Signore e il Signore era stato al suo
fianco: al Signore, dunque, andava tutta la gloria. a.r.m.
(19) SIETE STATI RISCATTATI CON IL PREZIOSO SANGUE DI CRISTO. (1 Pietro 1:18,19)
La Bibbia dice che tutti gli uomini sono peccatori. Dio è santo e odia
il peccato, che rende schiavo l’uomo obbligandolo a ubbidire ai suoi istinti
e lo conduce al male e alla condanna eterna. Il peccato quindi cerca la separazione
tra Dio è l’uomo. Siamo però liberi di cambiare rotta e
di scegliere di ubbidire a Dio. La riconciliazione tra il Dio santo e l’uomo
peccatore avviene per mezzo del sangue di Cristo, Suo Figlio, versato sulla
croce quale prezzo di riscatto per il nostro peccato. Solo il Suo sacrificio
innocente ha espiato (cioè coperto, tolto, cancellato) il nostro peccato
e offre a Dio la possibilità di perdonarci, perché tutta la Sua
ira contro il peccato è stata pienamente soddisfatta nel sangue di Cristo.
È importante conoscere e sperimentare nella propria vita il valore del
sangue di Cristo. A chiunque crede nell’efficacia espiatoria e purificatrice
del Suo sangue, è assicurata la cancellazione totale dei peccati e la
vita eterna. Se non hai ancora fatto una scelta, non rimandare, scegli oggi
stesso! g.f.r.
(20) CHIUNQUE INVOCHERÀ IL NOME DELL’ETERNO SARÀ SALVATO.
(Gioele 2:32)
Questo passo della Scrittura fa riflettere molto, se letto attentamente. In
esso c’è una promessa certa, perché è Dio stesso
a farla ed Egli mantiene ciò che dice; ma essa può diventare una
realtà solo per chi eleva a Dio un grido di invocazione. Permettetemi
un esempio. Se un uomo cade in mare e non sa nuotare, ha solo una possibilità
per salvarsi la vita: gridare aiuto, sperando che chi l’ascolta in riva
al mare sappia nuotare e si precipiti a salvarlo; ma se non invocherà
aiuto, difficilmente qualcuno si butterà in acqua. Quindi, per invocare
l’intervento di Dio, bisognerà prima di tutto rendersi conto di
essere dei peccatori perduti con nessuna possibilità di salvare sé
stessi. Sarà poi lo Spirito Santo a rivelare che solo Gesù Cristo
è il Salvatore in grado di dare la redenzione e quindi si potrà
invocare il Signore per essere salvati. E, dopo il grido d’invocazione,
la salvezza diventerà una realtà. Spero tanto che quel “chiunque”,
possa avere tanto di nome e cognome: il tuo! Solo allora il tuo cuore gioirà
di un’allegrezza immensa per lo scampato pericolo. p.p.
(21) VOI CONOSCERETE CHE IO SONO L’ETERNO. (1 Re 20:28)
Il concetto che abbiamo di Dio è il prodotto di diversi fattori: l’ambiente
in cui cresciamo, le esperienze buone o cattive che ci formano, il confronto
con gli altri. Se questi pensieri però non sono confrontati con la Rivelazione
che Dio ha dato di Sé nella Bibbia, possono allontanarci molto da una
conoscenza reale di Dio. Il popolo dei Siri, di cui parla il contesto del versetto,
si illudeva che il Dio di Israele potesse vincere le guerre solo sui monti e
non in pianura. Contrariamente a quanto pensavano, Dio sconfisse il loro esercito
ovunque venisse a trovarsi e lo annientò in maniera definitiva. Questa
loro idea può farci sorridere, ma anche noi potremmo pensare che ci siano
cose che Dio non può o non vuole fare. Forse pensiamo che, siccome Dio
non giudica immediatamente peccati come bugie, furti, adulteri o maldicenze,
possiamo continuare a fare tranquillamente quello che ci pare. Ma Dio chiederà
conto di ogni nostra azione e perfino dei pensieri (vedi 1 Timoteo 5:24). RiconosciLo
dunque oggi e scopri tutto di Lui leggendo la Parola di Dio. o.t.
(22) IL MALE DARÀ SENZA POSA LA CACCIA ALL’UOMO VIOLENTO. (Salmo
140:11)
L’affermazione del versetto di oggi, tratta un Salmo del re Davide, ha
un significato ben preciso che può essere spiegato ricordando che ognuno
mieterà quello che avrà seminato. In altre parole non si può
sfuggire alle conseguenze delle proprie azioni. Chi avrà praticato il
male, come dice il re Davide, ritroverà sulla sua strada lo stesso male
che si ritorcerà contro di lui, sia durante questa vita sia dopo la morte
quando dovremo affrontare il giudizio di Dio. Questa è una legge che
trae la sua origine direttamente dalla giustizia divina. Dunque oggi l’esortazione
è di praticare il bene, se vogliamo ritrovare quest’ultimo sulla
nostra strada. f.a.
(23) CHI VUOL ESSERE AMICO DEL MONDO SI RENDE NEMICO DI DIO. (Giacomo 4:4)
Nella celebre preghiera sacerdotale che Gesù pronunciò poco prima
di essere processato, disse dei Suoi discepoli: “sono nel mondo”
(Giovanni 17:11) “ma non sono del mondo” (v.15). La fede cristiana
non si esprime nel beato isolamento in un chiostro o in un convento, ma nel
mondo fatto di lavoro, impegni, famiglia, vivendo a contatto con i propri simili,
molte volte a contatto con il peccato. Il cristiano è chiamato a portare
la sua operosità e il suo servizio per il bene del mondo, anche se questo
è profondamente malato e corrotto. Ma è chiamato allo stesso tempo
a separarsi da un sistema di cose che non tiene conto di valori morali e spirituali
e che vive, lavora e si organizza come se Dio non esistesse. Questo sistema
è, nel significato biblico, il mondo nemico di Dio, ma è anche
il mondo che più ha bisogno di Dio. Rendersi amici e complici di questo
sistema per un cristiano significa rendersi nemico di Dio. Che così non
sia. g.b.
(24) L’ETERNO CONOSCE QUELLI CHE CONFIDANO IN LUI. (Nahum 1:7)
La fiducia in qualcuno è un sentimento che vorremmo poter riporre fino
in fondo, ma invece spesso i fatti e le circostanze della vita ci inducono a
diffidare. E così, ecco prevalere la sensazione che sia meglio non fidarsi
mai troppo di niente e di nessuno. Purtroppo gli uomini tendono a trasferire
questo sentimento di sfiducia anche nei confronti di Dio mentre, al contrario,
la Bibbia è tutta un susseguirsi d’inviti e di richiami ad affidarsi
completamente al Signore. In una graduatoria di persone su cui riporre la propria
fiducia, Dio deve sempre trovarsi al primo posto, altrimenti andremo incontro
a grandi delusioni, perché gli uomini non sono mai perfetti. Il primo
passo nel percorso cristiano è quello di imparare a fidarsi di Dio. Anche
nei momenti di crisi e difficoltà, anche quando non possiamo cambiare
le cose intorno a noi, possiamo tuttavia cambiare il nostro atteggiamento, guardando
con certezza verso Dio. La nostra fede, benché piccola e imperfetta,
non sarà mai sprecata, perché il Signore la vede, la riconosce
e l’apprezza. s.p.
(25) SAPPIATE CHE IL FIGLIO DELL’UOMO HA AUTORITÀ DI PERDONARE
I PECCATI. (Matteo 9:6)
Il Vangelo di Matteo, indirizzato ai lettori ebrei, presenta Gesù come
il Messia preannunciato dai profeti dell’Antico Testamento. Gesù
è spesso chiamato “Figlio dell’uomo”, proprio per evidenziare
la Sua uguaglianza con l’uomo nell’incarnazione. Identificatosi
con gli uomini perduti, è venuto per cercarli e per salvarli; ha dato
la Sua vita come prezzo di riscatto di molti (Marco 10:45). Con il Suo corpo
glorificato, è tornato al cielo da dove ritornerà per giudicare.
Dio stesso non giudica nessuno, ma ha rimesso ogni giudizio a Cristo Gesù.
Invece di punirci, come avrebbe dovuto, il padre ha mandato il Suo Figlio per
salvarci. Oramai l’uomo non solo è perduto poiché è
peccatore, ma perché, nel suo orgoglio, rifiuta il perdono divino (Giovanni
3:16-19).
Guardiamoci dal disprezzare il Figlio dell’uomo che riapparirà
ben presto nella Sua gloria (Ebrei 2:6-9). s.b.
(26) POSSANO TUO PADRE E TUA MADRE RALLEGRARSI. (Proverbi 23:25)
Leggendo questo versetto mi sono chiesta, come madre, di cosa vorrei rallegrarmi
dei miei figli. Sarei contenta se completassero dignitosamente i propri studi;
mi farebbe piacere che avessero un buon lavoro e una famiglia di cui prendersi
cura responsabilmente; sarei felice di vederli incamminati in una vita cristiana
autentica… Tutte buone motivazioni sicuramente condivise dalla maggioranza
dei genitori. E se l’ambizione di mio figlio fosse quella di servire il
Signore in un campo di missione lontano centinaia di chilometri? E se usasse
i suoi talenti al servizio dell’umanità perduta? E se investisse
i suoi studi nel Regno di Dio per la Sua opera? E se lasciasse un lavoro sicuro,
per amore di una tribù sconosciuta? I figli sono un dono, persone preziose,
affidate per un tempo, un grande investimento per noi genitori; rallegriamoci
delle loro scelte, soprattutto quando contemplano l’amore per Dio e l’ubbidienza
alla Sua chiamata. m.f.
(27) L’ETERNO, IL TUO DIO, TI HA BENEDETTO IN TUTTA L’OPERA DELLE
TUE MANI. (Deuteronomio 2:7)
Le parole di questo versetto sono state rivolte da Mosè al popolo d’Israele
prima di entrare nella Terra Promessa. Si possono applicare anche a te? Forse
non è facile rispondere, ma il pensare alla risposta può essere
l’aiuto che il Signore ti vuol dare attraverso la Sua Parola in questo
giorno. Anzitutto l’Eterno è davvero il TUO Dio? Se si, hai ricercato
la Sua volontà nelle tue scelte di vita? Dio ha benedetto Israele perché,
nonostante le sue numerose disubbidienze, ha continuato a camminare verso la
meta indicatigli dal Signore. Non sarebbe avvenuta la stessa cosa se a un certo
punto avesse deciso di ritornare in Egitto. Se, dopo aver “ricevuto Cristo
Gesù” nella tua vita, continuerai a “camminare unito a Lui”
(Colossesi 2:6) nonostante le tue molte debolezze e cadute, anche tu potrai
sempre dire, guardandoti indietro, che “Dio ha benedetto in tutta l’opera
delle tue mani”. m.c.
(28) RALLEGRATEVI PERCHÉ I VOSTRI NOMI SONO SCRITTI NEI CIELI. (Luca
10:20)
La gioia non è un’opzione e non dipende dalle circostanze più
o meno favorevoli, dai successi o
dagli insuccessi. Gesù ha detto che la nostra maggiore fonte di gioia
deve essere il fatto che i nostri nomi sono scritti nei cieli. Mentre scrivo
queste righe, leggo su un quotidiano che solo a Milano ventimila adolescenti
e giovani, almeno una volta nella vita, sono stati sfiorati dal pensiero del
suicidio. Molti giovani sono infelici e insoddisfatti. Bisogna dare loro certezze
e valori veri. L’uomo non è soltanto materia, come affermano i
materialisti. Vi è in lui una realtà spirituale che può
trovare soddisfazione solo in Dio. Abbiamo bisogno di ritornare a Lui come individui,
come famiglie e come nazione. Da quando l’uomo si è ribellato al
Suo Creatore e ha scelto di porsi al centro dell’universo, al posto di
Dio, la sua vita è diventata vuota e senza senso. Ma il Vangelo ha un
messaggio di speranza. È la buona notizia che Dio ti ama e ti offre la
gioia della salvezza e del perdono dei peccati. Non vuoi affidare la tua vita
a Lui senza riserve e avere così la certezza che anche il tuo nome è
scritto nei cieli? p.d.n.
(29) STRACCIATEVI IL CUORE, NON LE VESTI; TORNATE ALL’ETERNO. (Gioele
2:13)
Nel corso della storia l’uomo ha usato e continua ad usare modi per dimostrare
visibilmente la realtà di un pentimento che è solo interiore.
Stracciarsi le vesti, cospargersi il capo di cenere e digiunare erano segni
che in Israele stavano ad indicare la consapevolezza di una colpa commessa.
Il re Davide, ad esempio, che si era reso colpevole di adulterio e omicidio
per i quali Dio gli predisse la morte del figlio concepito, dopo la nascita
di quest’ultimo non volle prendere cibo e rimase sdraiato a terra per
giorni, cosciente dalla grave colpa di cui si era macchiato. Il rischio, però,
di accontentarsi di forme solo esteriori che, in qualche modo, ci fanno sentire
a posto, senza che esse corrispondano a un effettivo pentimento, è sempre
in agguato. Ecco perché il richiamo a stracciarsi il cuore, più
che le vesti, è più attuale che mai in un mondo che fa dell’apparenza
il metro per valutare persone, atteggiamenti, scelte di vita. a.m.
(30) PERFINO I CAPELLI DEL VOSTRO CAPO SONO TUTTI CONTATI. (Matteo 10:30)
Il Signore Gesù stava parlando delle difficoltà che i Suoi discepoli
avrebbero incontrato. Dice chiaramente che saranno perseguitati e rifiutati
come succedeva con Lui. Il Signore non ha mai ingannato e cercato di indorare
la pillola per coloro che volevano seguirLo. Ma ha anche detto che, qualsiasi
cosa fosse successa, questo non avrebbe voluto dire che si era disinteressato
di loro. Dio conosce i passeri e si prende cura di loro, sa quanti capelli abbiamo,
conosce perciò anche le cose più piccole e insignificanti della
nostra vita e ne tiene conto. Davanti a problemi, dolori e difficoltà
possiamo essere sicuri di questa conoscenza profonda. Non ci succederà
niente senza che il nostro Signore non sia pronto a starci vicino e tenerci
nella Sua mano, senza ricevere da Lui coraggio, forza e aiuto. Non dobbiamo
avere paura. v.n.
OTTOBRE
(1)DIO CONOSCE I PENSIERI DEI SAPIENTI; SA CHE SONO VANI. (1 Corinzi 3:20)
Quest’affermazione è piuttosto strana, perché potrebbe far
pensare che Dio sia contro la conoscenza. Ma non è così; nel contesto
è chiaro che l’apostolo Paolo sta parlando di quei sapienti che
non riconoscono Dio per quello che Egli è. La conoscenza umana può
essere molto utile per tante cose, ma da sola non porta alla riconciliazione
con Dio, ed è questo il più grande problema dell’uomo, anche
se non lo riconosce. La vera sapienza o saggezza è riconoscere Dio; ma,
per conoscerLo, occorre avvicinarsi con umiltà alla Sua Parola, la Bibbia,
e chiederGli di rivelarSi a noi. Egli ha promesso di farSi conoscere a tutti
coloro che faranno così, e Dio mantiene sempre le Sue promesse. h.p.
(2) TU, SIGNORE, FARAI PERIRE I BUGIARDI. (Salmo 5:6)
Qualcuno di voi ha mai dovuto insegnare a suo figlio a sua figlia a dire le
bugie? Le bugie vengono spontanee dalla nascita. Infatti la Bibbia dice, già
nel libro della Genesi che “il cuore dell’uomo concepisce disegni
malvagi fin dall’adolescenza” (Genesi 8:21). Satana, che Gesù
ha chiamato padre della menzogna, ha detto la prima bugia alla prima donna creata,
Eva. Le ha detto che, se avesse mangiato il frutto di un certo albero, sarebbe
diventata intelligente come Dio. Le ha fatto credere che Dio fosse cattivo e
non vedesse il vero bene delle Sue creature. Ma non era vero. Da quel giorno
tutti continuano a mentire. E le bugie sono pure catalogate: bianche, a fin
di bene, di necessità, gravi, poco importanti, addirittura, a volte,
utili e giuste. Ma le bugie sono sempre bugie e il Signore ha detto, per bocca
dell’apostolo Giovanni nell’Apocalisse, che nessun bugiardo entrerà
in cielo. Pensiamoci. m.t.s.
(3) VOI NON AVETE ASCOLTATO LA MIA VOCE, DICE L’ETERNO. (Giudici 6:10)
Queste parole sono precedute dalla triste constatazione delle conseguenze prodotte
in Israele al tempo dei Giudici per non avere ascoltato la voce di Dio. Dio
aveva parlato come anche oggi parla, ma dove possiamo acoltare le Sue parole?
L’autore dell’epistola agli Ebrei, dopo molti secoli dai fatti narrati
nel libro dei Giudici, ricorda a certi giudei che si erano avvicinati al Cristianesimo:
“Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai
padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo
di Suo Figlio” (Ebrei 1:1,2). Ascoltare la voce di Dio oggi non solo è
possibile, ma anche facile: procurati una Bibbia e comincia a leggere e meditarla.
In essa scoprirai l’amore di Dio, il piano di salvezza che in Cristo Egli
ha compiuto per ogni uomo. Ascolta l’invito di Gesù che dice: “Venite
a Me voi tutti che siete affaticati e oppressi e Io vi darò riposo”
(Matteo 11:28). Non dare ascolto a questa voce, avrà prima o poi conseguenze
molto tristi per la tua vita. g.b.
(4) CHI PUÒ PERDONARE I PECCATI, SE NON UNO SOLO, CIOÈ DIO? (Marco
2:7)
Non si può avere una giusta relazione con Dio, senza avere prima la certezza
di essere perdonati da Lui. Ogni peccato, non confessato e abbandonato, interrompe
la comunione con Dio. Come conseguenza del peccato, l’uomo è separato
da Dio, dal suo simile e dà stesso. La separazione da Dio causa problemi
spirituali, quella dall’uomo crea problemi sociali e interpersonali, quella
da sé stesso determina problemi psicologici. Dio vuole perdonarci, purificare
la nostra mente e la nostra coscienza e guarire tutto il nostro essere. Per
realizzare ciò, dobbiamo confessare a Dio ogni nostro peccato, abbandonarlo
e affidarci all’opera di Cristo per la nostra salvezza e santificazione.
Solo allora il sangue di Cristo, il Figlio Dio, può purificare la nostra
coscienza. Non dimentichiamo mai il prezzo elevato che Cristo ha pagato per
la nostra salvezza. Avendo pagato il nostro debito con la Sua morte alla croce,
Egli può perdonarci completamente e definitivamente. Inoltre ricordiamoci
che quando Dio perdona, dimentica i nostri peccati e li cancella (Isaia 43:25).
p.d.n.
(5)FEDELE È COLUI CHE HA FATTO LE PROMESSE. (Ebrei 10:23)
Tempo fa ebbi un bel colloquio con una giovane coppia che aveva sofferto molto.
Mentre leggevano la Bibbia e consideravano alcune delle promesse di Dio, la
donna, visibilmente toccata da quelle parole, mi disse: “Davvero il Signore
mi ama e mantiene tutte le promesse fatte?”. Spesso, di fronte a qualcosa
di molto bello, anche noi diciamo un po’ malinconici: “…è
troppo bello per essere vero!”. Le persone ci deludono, la vita stessa
ci riserva molte situazioni amare che ci fanno perdere la speranza. Non ci fidiamo
più di nessuno! A tutto questo, però, la bibbia risponde che Dio
è fedele: “Fedele è Colui che ha fatto le promesse”.
Sai cosa vuol dire concretamente? Almeno due cose: la Bibbia è il libro
delle promesse e Dio dice sempre la verità. Infatti Egli non ha fatto
nessuna promessa troppo bella per essere vera! Quella donna fece sue le promesse
della Parola di Dio.
Credette e conobbe quel Gesù che le parlava intimamente. Se anche tu
non ti fidi più di nessuno, allora ti trovi nella condizione giusta per
avvicinarti a quel Dio che la Bibbia chiama: “Fedele!”. s.v.
(6)ESDRA FECE LA LETTURA DEL LIBRO DELLA LEGGE DI DIO OGNI GIORNO. (Neemia 8:18)
Se penso alla Festa delle Capanne non posso fare a meno di pensare all’eccitazione
di tutta la famiglia, ma soprattutto dei bambini, per questo tipo di campeggio
ideato dal nostro Creatore. Andare per qualche giorno ad abitare insieme al
papà e alla mamma sotto le frasche e scoprire un contatto nuovo con la
natura e poi intravedere le stelle fra un ramo e l’altro e , forse, provare
l’emozione della pioggia improvvisa… tutto questo deve essere stato
davvero emozionante. Ma c’era soprattutto un aspetto educativo, il popolo
doveva stare in quelle capanne per ricordare un passato fatto di peregrinazioni
nel deserto, fino al raggiungimento della Terra Promessa. Una settimana in cui
si doveva ricordare le lezioni imparate e cercare di non dimenticarle. Non riesco
a immaginare un modo più efficace di questo per fare riflettere tutto
il popolo. Per quei sette giorni cambiava tutto e la festa era dichiaratamente
all’insegna del ricordo, ma sempre mescolata alla gioia e quindi doveva
avere la parola di Dio al centro. Ecco perché Esdra leggeva ogni sera
e il popolo teneva le orecchie tese. a.m.
(7) CHI PROVA I CUORI È IL SIGNORE. (Proverbi 17:3)
È scontato che nella vita di ogni uomo ci siano delle prove, e molti
pensano che la cosa migliore sia cercare di evitarle o di sfuggirle. Il credente,
invece, sa che è il Signore che dà e prove e che, se affrontate
nel modo giusto, è possibile poterne uscire edificati, perché
da questi “esami” scaturiscono preziosi vantaggi. Infatti per chi
ha fede, nel Signore, le prove fanno parte del processo d’affinamento
interiore che brucia le impurità: attraverso le prove Dio purifica i
cuori dei credenti. Le difficoltà poi, affrontate con gioia e con fede,
producono pazienza, perseveranza e costanza e aiutano il credente a crescere
e, perseverando a diventare una persona spiritualmente, come Dio vuole che sia.
Quando sei circondato dalle prove, invece di lamentarti, considerale come delle
opportunità per crescere e, se è difficile vederne i benefici,
chiedi aiuto a Dio; Egli ha promesso di esserti accanto nei momenti difficili
per cui non ti lascerà solo, ma ti aiuterà a superarli e ti darà
la forza di sopportarli. g.f.r.
(8) STATE ATTENTI E GUARDATEVI DA OGNI AVARIZIA. (Luca 12:15)
O. J. Smith raccontò che una sera, alla fine del culto, un signore molto
distinto stringendogli cordialmente la mano disse: “Signor Smith, le sono
tanto grato. A lei devo tutto quello che ho”. E continuò: “Ero
finito, avevo perduto il mio impiego e non avevo più nulla, neppure l’indispensabile.
Un giorno a Toronto ascoltai un suo sermone e alcune delle sue frasi mi colpirono
in modo particolare: “NON POTRETE MAI VINCERE DIO IN GENEROSITÀ,
date e vi sarà dato, dividete con il Signore i vostri beni terreni e
Dio dividerà con voi i suoi beni celesti”. Decisi di dare ascolto
alle sue parole e quel poco che avevo lo diedi al Signore. Dopo solo poche ore
mi fu offerto un discreto impiego e dal mio primo stipendio mantenni la promessa
fatta a Dio. In breve tempo mi risollevai finanziariamente, aumentai il mio
contributo per le missioni e ottenni una nuova occupazione molto redditizia.
Pagai tutti i miei debiti, comprai una bella casa e aprii anche un conto in
banca. Tutto questo lo devo al suo sermone. Avevate ragione: “DIO È
SEMPRE FEDELE ALLA SUA PAROLA”. r.b.
(9) “SIGNORE, CHE DEVO FARE?”. (Atti 22:10)
Queste parole ci riportano la domanda drammatica che l’apostolo Paolo
rivolse a Dio quando, sulla via di Damasco, venne folgorato dalla luce divina
e chiamato a diventare, da persecutore della chiesa che era, al grande apostolo
che tutti conosciamo. Alla domanda di Paolo, Dio rispose gradualmente, prima
portandolo a una conversione sincera, a una reale fede in Cristo e poi indicandogli
il compito che avrebbe dovuto svolgere, la missione alla quale sarebbe stato
chiamato. Per noi le cose non sono diverse, prima il Signore ci chiama a salvezza,
a una fede vera e sincera in Cristo e nella Sua opera di redenzione, poi ci
chiama a servirLo o in questo mondo con una vita di ubbidienza alla Sua Parola.
Che cosa rispondiamo alla chiamata del nostro Signore? f.a.
(10)PROTEGGI L’ANIMA MIA, PERCHÉ TI AMO. (Salmo 86:2)
Che cosa ha il salmista da offrire al Signore? Che cosa abbiamo noi? Molto poco,
per non dire nulla. Ma Dio non ci chiede grandi cose: non pretende da noi opere
buone, santità perfetta, una personalità superiore. Davide in
questo salmo si definisce povero e bisognoso. E così siamo tutti davanti
alla perfezione, alla potenza e alla santità di Dio. Egli vuole da noi
solo che ci rivolgiamo a Lui con amore e fiducia, e tutto quello che serve per
la nostra salvezza è opera Sua. Possiamo perciò chiedrGli protezione
per la nostra anima, perdono, attenzione alle nostre suppliche, bontà,
pietà e misericordia. Se ci fermiamo a riflettere su quali sono le caratteristiche
di Dio e i Suoi interventi in nostro favore, allora dovrebbe essere naturale
per noi dire: “Ti amo” e lasciare che la lode sgorghi dal nostro
cuore. v.n.
(11)ABBIATE CURA DI FARE CIÒ CHE L’ETERNO VI HA COMANDATO. (Deuteronomio
5:32)
La richiesta che il Signore rivolge al Suo popolo è di ubbidienza assoluta,
vissuta senza alcun tentennamento e senza alcuna deviazione. La stessa richiesta
Egli la rivolge ancora oggi a quanti vogliono seguirlo e servirLo. L’ubbidienza
non è un’esigenza divina, come forse potremmo pensare (“Dio
vuole essere ubbidito in tutto quello che comanda per dimostrare la Sua autorità”);
è piuttosto un’esigenza umana: infatti siamo noi ad aver bisogno
di fare tutto quello che Dio ci comanda, perché Egli ci conosce perfettamente,
Egli vuole il nostro bene e per questo ci indica qual è la giusta via
da percorrere e quali sono le giuste scelte da compiere. Per vivere una vita
benedetta, dobbiamo quindi sentire l’ubbidienza a Dio e a tutto quello
che Egli comanda attraverso la Sua Parola come un nostro irrinunciabile bisogno.
p.m.
(12)L’ETERNO REGNA! IL MONDO QUINDI È STABILE, E NON SARÀ
SCOSSO. (Salmo 93:1)
Benché il mondo sia pieno di violenza e di ingiustizia: l’Eterno
regna! Nonostante molte persone non credano in Dio, anzi bestemmiato il Suo
nome, attribuendo a Lui tutte le colpe per le azioni peccaminose dell’uomo:
l’Eterno regna! Anche se tu decidessi di far a meno di Lui, rifiutando
di credere in Gesù per ottenere la salvezza, ricorda: l’Eterno
regna! Nonostante tutte le cose brutte che sono sulla terra, il mondo continua
a essere stabile, Tutte le leggi naturali che Dio ha stabilito continuano a
esser rispettate dalla creazione. Gloria a Dio! Malgrado il peccato che è
dentro di noi (dentro me e te) abbia abbruttito la creazione “molto buona”
di Dio, il mondo non sarà scosso. Dio solo è il Re indiscusso
di tutto l’universo. Che bello sapere che tutto è sotto il controllo
dell’Eterno. Personalmente posso dire: “che bello sapere che tutto
è sotto il controllo del mio buon Padre celeste!” Puoi anche tu,
chiamare Dio tuo Padre? e.m.
(13)IL GIORNO DEL SIGNORE È VICINO PER TUTTE LE NAZIONI. (Abdia 1:15)
Oggi per molti Dio è assente, indifferente, passivo, solo un principio
astratto e lontano che non vale la pena di conoscere né di amare. La
Bibbia, invece, annuncia il “giorno del Signore” per spiegarci che
Dio ha il Suo piano eterno che niente può fermare: è Lui che tiene
in mano la situazione, è Lui che giudica, che salva. Ci sarà un
tempo, il giorno del Signore, in cui tutta la Sua potenza e la Sua gloria si
manifesteranno. Per noi già oggi l’avvertimento è solenne:
il giorno del Signore giunge, giorno d’indignazione e d’ira furente
(leggi Isaia 13:9), ma insieme c’è, per il credente, anche la grande
promessa: “Colui che ha cominciato in voi un’opera buona la condurrà
a compimento fino al giorno di Cristo” (Filippesi 1:6). Attenzione però:
restiamo pronti e vigilanti, perché il giorno del Signore verrà
come viene un ladro di notte (1 Tessalonicesi 5:2). l.p.
(14) PERCHÉ TRASGREDITE L’ORDINE DELL’ETERNO?. (Numeri 14:41)
Se hai la Bibbia, leggi tutto il capitolo 14 dei Numeri: troverai racconti di
un’attualità impressionante. Dio aveva compiuto grandi opere in
favore del Suo popolo Israele, liberandolo dalla schiavitù d’Egitto,
dividendo le acque del Mar Rosso, provvedendo a tutte le necessità nel
deserto, per farlo giungere alla Terra Promessa. Nonostante tutte le lamentele,
Dio ha continuato a prendersene cura guidandolo con una nuvola di giorno e una
colonna di fuoco di notte. Tutto questo richiedeva la loro ubbidienza. Ma il
popolo ha preferito fare di testa sua, ritenendosi più intelligente di
Dio e, quindi, di non avere bisogno di Lui. Che tragedia! Le conseguenze negative
non tardarono ad arrivare. Il versetto continua dicendo: “La cosa non
vi riuscirà bene, perché l’Eterno non è in mezzo
a voi”. Non è così forse anche oggi? L’uomo si considera
superiore a Dio, crede di non avere bisogno di Lui, si ritiene autosufficiente,
quasi onnipotente: è invitato continuamente a credere in sé stesso
nelle sue capacità, ma Gesù ha detto: “Senza di Me non potete
fare nulla” (Giovanni 15:5). w.g.
(15) VOI ERAVATE MORTI NELLE VOSTRE COLPE E NEI VOSTRI PECCATI. (Efesini 2:1)
A soli 12 anni Luigi IX (1215-1270) divenne re di Francia. Poco dopo la sua
ascesa al trono, ci fu una sollevazione di alcuni signori feudali che fu repressa
da sua madre, la Reggente. Quando il re prese in mano il governo, compilò
una lista di nomi di persone che avevano creato problemi al suo regno. Accanto
a ogni nome vi era una croce e i signori feudali, vedendosi inseriti in quella
lista con un simbolo di morte vicino, fuggirono all’estero. Quando il
re apprese la notizia della loro fuga, promise il perdono a tutti gli esiliati
che sarebbero tornati in Francia. Questi feudatari, però visto il simbolo
di morte che accompagnava i loro nomi, non credevano alla sincerità del
re. Il re, allora, chiarì che quel segno più che rappresentare
la situazione di morte in cui si trovavano questi sudditi ribelli, era messo
lì per ricordare a lui stesso la croce del Salvatore Gesù e di
usare misericordia verso di loro. Anche nella mia e nella tua vita c’è
una croce che da un lato ci ricorda che eravamo morti nei nostri peccati e,
dall’altro, ci riporta al Calvario dove abbiamo ricevuto misericordia.
Gloria al Signore! r.b.
(16) “GESÙ DISSE: IN ME DEV’ESSERE ADEMPIUTO CIÒ CHE
È SCRITTO”. (Luca 22:37)
Gesù sapeva di essere venuto sulla terra per compiere la volontà
di Dio che era stata manifestata ai profeti ed espresse nelle pagine della Scrittura.
Il Suo compito consisteva in due parti: 1) raccogliere intorno a sé Israele
e ricondurlo a Dio (Isaia 49:5); 2) essere annoverato fra i peccatori, prendere
su di Sé la condanna per i loro peccati e intercedere per loro presso
il Padre (Isaia 53:12). La prima parte non è stata possibile per il rifiuto
di Israele di accettare Gesù come Messia e Re, ed è stata rimandata
alla Sua seconda venuta. La seconda parte è stata pienamente compiuta
sulla croce e ha valore per tutti quelli che Lo hanno ricevuto nel loro cuore,
ottenendo così il diritto di diventare figli di Dio (Giovanni 1:12).
Gesù ha accettato volontariamente di assumere su di Sé la responsabilità
per i peccati di tutti gli uomini. E tu, hai accettato che i tuoi peccati siano
stati espiati davanti a Dio, riconoscendo in Gesù Cristo il tuo Signore
e Salvatore e domandandoGli tutta la vita? m.c.
(17) SIGNORE, TU SOLO SEI IL DIO DI TUTTI I REGNI DELLA TERRA. (Isaia 37:16)
Il re Ezechia, minacciato dall’aggressivo e potente re d’Assiria,
pregò il Signore chiedendoGli aiuto. La sua preghiera iniziava proprio
con le parole che leggi sopra e si chiudeva così: “Signore, Dio
nostro, liberaci dalle mani di Sennacherib, affinché tutti i regni della
terra conoscano che Tu solo sei il Signore”. Anche oggi i governanti della
terra si comportano come se Dio non ci fosse e anche quelli che ne ammettono
l’esistenza, in fondo agiscono senza tener conto delle Sue esortazioni:
i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Se ci rattristano e ci indignano
le violenze, i soprusi, le sopraffazioni perpetrate dai potenti a danno di chi
è debole e indifeso, ricordiamoci che Dio ha promesso che interverrà,
com’è intervenuto al tempo di Ezechia, impedendo al nemico di mettere
in atto il suo proposito. Quando, secondo la Sua perfetta saggezza, sarà
giunto il momento opportuno, si leverà dal Suo trono e fermerà
e spazzerà via ogni ingiustizia e chi ne è responsabile. Allora
avverrà che “tutti i re Gli ai prostreranno davanti, tutte le nazioni
Lo serviranno” (Salmo 72:11) e finalmente la giustizia regnerà
in mezzo agli uomini. a.r.m.
(18) “QUESTO MI È DI CONFORTO NELL’AFFLIZIONE, CHE LA TUA
PAROLA MI FA VIVERE”. (Salmo 119:50)
“Com’è buona una parola detta a buon tempo!” (Proverbi
15:23). È proprio vero, quanto può consolare una buona parola
di incoraggiamento nei momenti di difficoltà e di sconforto che spesso
ci troviamo a vivere! Così è della Parola di Dio per colui che
crede e ha risposto la sua completa fiducia nell’opera salvifica del Signore
Gesù. Dalla Parola di Dio possiamo trarre, oltre che conforto e incoraggiamento,
anche le giuste istruzioni per una vita felice, saggezza e discernimento, perché
Dio, che è il nostro Creatore, è Colui che meglio conosce la nostra
natura e i nostri bisogni ed è potente da provvedere a ognuno di essi.
Sta a noi crederci e seguirLo, per esperimentare tutte le Sue consolazioni e
le Sue benedizioni. s.b.
(19) “IO, L’ETERNO, IL TUO DIO, USO BONTÀ VERSO QUELLI CHE
MI AMANO”. (Esodo 20:6)
Chi ama Dio non è esente dalle sofferenze, fintano che vivrà su
questa terra. Eppure questo versetto racchiude una promessa molto forte, rivolta
proprio a chi ama Dio: “Io sarò buono” Egli dice, o letteralmente
“avrò un amore fedele” verso di voi. La forza dell’amore
di Dio è la Sua fedeltà. Non è un amore emotivo, né
interessato, non è motivato da aspettative; è semplicemente un
amore costante. In Geremia 32:41 è scritto che il Signore mette tutta
la Sua gioia nel farci del bene. Quindi, in qualsiasi circostanza ti trovi,
fidati di queste realtà: 1) Dio è buono 2) Dio ti ma fedelmente
3) Gioisce nel farti del bene Pertanto, ama con tutto te stesso questo Dio così
meraviglioso, e parlaGli ogni giorno ricercando la Sua presenza! m.f.
(20) LA MATTINA GESÙ SE NE ANDÒ IN UN LUOGO DESERTO; E LÀ
PREGAVA. (Marco 1:35)
Quanti elementi di riflessione ci sono in questo breve versetto: La mattina.
All’inizio di una giornata, ma in senso generale al principio di ogni
cosa, vuol del lavoro, di un impegno importante, ecc. Non iniziamo nessuna cosa
senza aver messo Dio al primo posto; così riconosciamo la Sua signoria
e il nostro bisogno di Lui. Luogo deserto. Lontano dai rumori del mondo; noi
e Lui, faccia a faccia. Gesù la chiamava anche “cameretta”;
dove appartarsi con Lui. Molte volte la mattina presto vado al parco, dove non
c’è nessuno (sembra veramente un deserto) e lì cerco un
più intimo contatto con Lui. Pregava. La preghiera: questo telefono senza
fili col quale abbiamo il privilegio di aprire il cuore al Padre e raccontarGli
le nostre paure, le nostre ansie, le nostre aspettative. Come un padre terreno
è contento di ascoltare il proprio figlio, così il nostro Padre
celeste vuol fare con noi. Solo così riceveremo coraggio, consolazione
e forza per affrontare una nuova situazione. p.p.
(21) L’ETERNO VI METTE ALLA PROVA PER SAPERE SE LO AMATE. (Deuteronomio
13:3) L’amore è l’essenza di Dio. Infatti la Bibbia ci dice
è amore (1 Giovanni 4:8); amore vero, non mero sentimento. Amore che
si esprime in azioni di benevolenza. Amore che scaturisce dalla volontà
Fu l’amore a spingere Gesù a offrirsi come sacrificio al posto
mio sulla croce, per regalarmi la salvezza. Ecco quanto è grande l’amore
dell’Eterno per me. E io? Quanto Lo amo? L’Eterno ci fa “l’esame
del cuore”, per verificare a che punto è il nostro amore per Lui!
Gesù stesso insegnò che il più grande comandamento è:
“Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima
e con tutta la tua mente” (Matteo 22:37). Un modo per manifestare il tuo
amore per Dio è darGli del tempo, per ascoltare quello che ti vuole dire
nella Sua Parola. Anche oggi Dio ti metterà alla prova. Quale saranno
gli esiti di questo esame? e.m.
(22) RITORNATE A ME E IO TORNERÒ A VOI DICE L’ETERNO. (Malachia
3:7)
Questo versetto è riferito a persone dell’Antico Testamento che
pur conoscendo le leggi di Dio se n’erano allontanate; ma vuole essere,
anche per noi oggi, un invito ad accettare la misericordia di Dio. Infatti Lui
è sempre pronto ad accoglierci, offrirci il Suo perdono e infinite benedizioni;
ma c’è una condizione: ritornare a Lui pentiti. A qualcuno purtroppo
non importa molto di Dio, ma a te che stai leggendo questo foglietto, ti importa?
Chiediti: sei con Dio, o senza Dio? È previsto un giorno per tutti noi
nel quale ritorneranno al Signore (“è stabilito che gli uomini
muoiano una volta sola, dopo di che viene il giudizio” Ebrei 9:27): è
un ritorno obbligatorio e con giudizio dopo la morte ma potrebbe diventare un
ritorno volontario con perdono fin da oggi (leggi Luca 15:18). Dove sei.. ora?
Non è mai troppo tardi per ritornare al Signore! b.s.
(23) FACCIAMO DEL BENE A TUTTI; MA SPECIALMENTE AI FRATELLI IN FEDE. (Galati
6:10)
L’amore pratico, quello cioè dimostrato con le azioni, è
al centro della predicazione di Cristo. Egli stesso lo ha praticato, fino a
donare la Sua vita. Ma perché la secondo parte del versetto di oggi dice
di fare del bene specialmente ai fratelli in fede? Questa sottolineatura potrebbe
urtare qualcuno. Mi viene in mente il rapporto che ciascuno ha con la sua famiglia.
Vi è mai capitato di notare dell’incoerenza in qualcuno che si
adopera più per i vicini di casa, o per degli sconosciuti che per i propri
familiari, i propri fratelli? Queste situazioni non vi danno fastidio?! Il valore
del legame che unisce i membri della stessa famiglia, è qualcosa che
comprendiamo molto facilmente perché ce lo abbiamo “scritto nel
sangue”. Allo stesso modo possiamo capire l’importanza che Dio dà
alla famiglia spirituale che Cristo stesso ha creato versando il Suo sangue
dando la possibilità a chiunque crede in Lui come personale Salvatore
e Signore di diventare figlio di Dio e membro della Sua famiglia. e.s.
(24) NON SIATE IN ANSIA PER LA VOSTRA VITA. (Matteo 6:25)
“Basta avere la salute…”, ci si consola così quando
non abbiamo ottenuto quello che volevamo o quando ci rendiamo conto che non
abbiamo più chances. Dietro questa frase ricorrente si nasconde una certa
paura, uno stato d’ansia che ci accompagna durante tutta la nostra esistenza,
anche se con modalità e intensità diverse. Gesù ci conosce
bene, sa quanto ci preoccupiamo per la salute, i vestiti, il mangiare, ed essendo
il miglior pedagogo che esista, dopo aver enunciato un principio generale, offre
subito un esempio pratico. Ci sembra di vederLo mentre coglie un giglio e poi,
mentre esorta i discepoli a guardare il volo degli uccelli, quando cerca di
tranquillizzarli chiarendo che nessun re ebbe mai abito paragonabile allo splendore
di quel giglio e che a Dio non sfugge nulla, neppure il benessere di un passerotto.
Forse sei uno stato di ansia per la tua vita, per la tua salute, per il tuo
lavoro: Gesù ti invita di nuovo a riflettere. a.m.
(25) “DIO L’ETERNO DISSE: NON È BENE CHE L’UOMO SIA
SOLO”. (Genesi 2:18)
È noto a tutti come oggi l’istituzione del matrimonio sia profondamente
in crisi. Coppie che si separano, matrimoni che si sfasciano, famiglie in frantumi
sono sempre più numerosi. Eppure Dio ha concepito un progetto meraviglioso
per l’uomo. Dopo averlo creato disse: “Non è bene che l’uomo
sia solo” e gli pose accanto qualcuno “adatto a lui” (Genesi
2:18), perché i due si amassero e si completassero sotto ogni aspetto:
psicologico, emotivo, intellettivo e fisico. Ma qualcosa è intervenuto
ad alterare profondamente questo progetto armonioso. Questo qualcosa si chiama
peccato che ha trasformato l’uomo in un’isola d’egoismo e
ha infettato tutti i suoi rapporti a cominciare proprio da quello più
bello ed esclusivo che è il matrimonio. Ma se abbiamo letto con attenzione
il versetto di oggi, ci siamo resi conto che le persone coinvolte nel matrimonio
non sono solo due, ma ce n’è una terza che, oltre che essere il
Progettista, vuole essere anche il Fondamento, il riferimento in ogni matrimonio,
anche se in crisi: DIO. g.b.
(26) IO AMO L’ETERNO. LO INVOCHERÒ PER TUTTA LA MIA VITA. (Salmo
116:1,2)
A chi appartiene il nostro cuore? Esaminiamoci a fondo e nel silenzio della
nostra coscienza: se continuiamo tranquillamente a occuparci solo delle cose
di questa terra, mieteremo quello che abbiamo seminato. Rinunciamo a tutto quello
che finora è stata per noi la cosa più importante e mettiamo al
primo posto l’amore per Gesù che ha lasciato tutto per noi e che
ci ha tanto amati da morire per noi sulla croce. Se Gesù è per
noi il primo amore, la gioia e la pace allieteranno la nostra breve esistenza
quaggiù per continuare poi nell’eternità. Se amassimo veramente
Gesù, non faremmo tante cose senza di Lui, non prenderemmo tante decisioni
indipendentemente da Lui, senza aver prima pregato e senza aver consultato la
Sua Parola, la Bibbia, non lasceremmo vagare i nostri pensieri per ore intorno
alle preoccupazioni, ma Gli esporremmo immediatamente i nostri problemi: “Mostrami,
Signore, come la pensi Tu; fa che parli e agisca come vuoi Tu…per amore
del Tuo nome guidami e conducimi” (Salmo 31:3). g.f.r.
(27) DIO GIUDICHERÀ I SEGRETI DEGLI UOMINI PER MEZZO DI GESÙ CRISTO.
(Romani 2:16)
Quando sentiamo parlare di Dio, ci fa piacere ascoltare verità incoraggianti,
ma respingiamo qualcuno che ci fa notare che Dio giudicherà gli uomini.
“Giudizio”, una parola che non vogliamo ascoltare per nessuna ragione
al mondo! Perciò rifiutiamo l’idea secondo cui il Signore conosce
perfettamente i segreti dell’animo umano ed emetterà, nel giorno
che ha stabilito, una sentenza chiara, giusta e definitiva. Sapete perché
non accettiamo queste verità? Perché ci siamo fatti un concetto
di Dio che è sbagliato. Pensiamo che il Signore sia simile a un nonno
benevolo, indulgente e permissivo. Addirittura cerchiamo di convincere noi stessi
con ragionamenti del tipo: “Ne sono certo Dio deve perdonare sempre!”.
Ma è proprio così? La Bibbia afferma che il giudizio ci sarà
e che nessuno potrà nasconderGli nulla. C’è però
un particolare che non dobbiamo trascurare: il giudizio si manifesterà
per mezzo di Gesù Cristo. Certo, il Figlio di Dio presto giudicherà,
ma oggi, si rivela ancora come il Salvatore di chiunque si ravvede. s.v.
(28) GUARDATI DA OGNI COSA MALVAGIA. (Deuteronomio 23:9)
Questa esortazione di Dio ha l’obbiettivo di aiutare l’uomo a non
compromettere e a non rovinare la propria esistenza con scelte sbagliate. Possiamo
definirla un’esortazione preveniva, infatti quel “guardati”
ha proprio il significato di: “stai alla larga, tieniti lontano…”.
Quando si presentano sul nostro cammino situazioni che possono farci del male,
è opportuno allontanarsene per non riceverne del male. Ma… quali
sono oggi le “cose malvagie”? Dal momento che stiamo ormai vivendo
il tempo in cui, come il Signore ha previsto nella Sua Parola, l’uomo
chiama bene il male e male il bene, è necessario che proprio la Parola
di Dio diventi il nostro punto di riferimento, che ci aiuti a conoscere quali
sono le “cose malvagie”, cioè le situazioni e le scelte delle
quali tenerci bene alla larga, ed è altrettanto necessario che affidiamo
la nostra vita alla guida di Dio per ricevere da Lui la forza per non comprometterci.
p.m.
(29) “DIO HA TANTO AMATO IL MONDO”. (Giovanni 3:16)
Quando pensiamo all’amore, intendiamo quell’insieme di sentimenti
ed emozioni che ci spingono a dimostrare affetto, a sacrificare energie, tempo
e denaro per il bene di un’altra persona. Però, se i nostri doni
e cure vengono rifiutati o disprezzati, ci si risente e generalmente ci si richiude
in sé per non essere feriti e non soffrire. L’amore con cui Dio
ha amato il mondo, supera di gran lunga il nostro amore. Dio ha amato persone
che Lo respingevano, Lo disprezzavano, pensavano di non avere bisogno di Lui.
Ha dato quello che aveva di più caro, il Suo Figlio Gesù, per
la salvezza dell’umanità, e continua ad amare ancora oggi coloro
che Gli dimostrano tutta la loro ostilità. Non rifiutiamo il Suo amore,
fino a che ce ne è data la possibilità. o.t.
(30) IL MIO POPOLO HA ABBANDONATO ME, LA SORGENTE D’ACQUA VIVA. (Geremia
2:13)
Con queste parole Dio rimproverò il Suo popolo che si era allontanato
da Lui. A mio avviso, questi due mali sono anche della nostra società.
L’uomo è infelice e depresso, proprio perché si è
allontanato dal Suo Creatore, sorgente della gioia, ed è alla ricerca
di cisterne screpolate, di surrogati, di cose alternative che non soddisfano
pienamente. Oggi, molto di più dei nostri padri, abbiamo maggiore benessere,
più agi e comodità, eppure non siamo felici, anzi siamo colpiti
dall’ansia e dall’agitazione interiore. Vi è nella società
un senso d’angoscia, di noia e di insoddisfazione, che si manifesta nella
letteratura, nell’arte, nella musica, nel cinema, nel teatro. Alcuni cercano
il significato all’esistenza con la ragione; altri nelle ricchezze e nel
benessere, altri nei piaceri, ma inutilmente. Ma allora chi può dare
un vero significato all’esistenza? Solo il Signore offre all’uomo
deluso, turbato e depresso una vita di gioia vera. La vera felicità non
ha bisogno di surrogati, ma si trova in una relazione personale con Cristo.
Egli è la sorgente di vita e della gioia! p.d.n.
(31) “SAUL MORÌ, PERCHÉ AVEVA EVOCATO UNO SPIRITO PER CONSULTARLO”.
(1 Cronache 10:13)
Nelle ultime stagioni cinematografiche c’è stato un notevole incremento
di film dell’orrore, con richiami all’occulto e al mondo magico.
Anche le attività dei maghi e delle fattucchiere proliferano. Interesse
e curiosità spingono tanti uomini e donne verso le pratiche occulte.
Cosa ne dice la Bibbia? “…nessuno pratichi la divinazione o cerchi
di indovinare il futuro, nessuno eserciti la magia, né faccia incantesimi
o consulti spiriti o indovini, nessuno cerchi di interrogare i morti…”
(Deuteronomio 18:10-11). Dio ha dato un rodine motivato dall’amore per
noi, dal senso di protezione che nutre nei nostri confronti. Sa che il mondo
dell’occulto può nuocere a noi e ai nostri figli, con implicazioni
che neppure immaginiamo. Comunque è un ordine e se si disubbidisce, come
nel caso di Saul, se ne pagherà il prezzo. m.f.
NOVEMBRE
(1)”IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA, DISSE GESÙ”. (Giovanni
11:25)
È un testo che viene ripetuto spesso ai funerali, ma si deve stare attenti
a non considerarlo una formula stereotipata di valore puramente consolatorio.
Vita e morte sono termini ben noti, ma “risurrezione” che significa?
Quando si parla di persone risorte, di solito si dice che sono “tornate”
in vita. Si tratta dunque di un “ritorno” indietro, seguito da un
successivo nuovo avanzamento verso l’inevitabile morte. Nella Sua risurrezione,
invece, Gesù Cristo non è tornato indietro, ma è andato
avanti, oltre la morte, riportando una vittoria definitiva su di essa. In questo
senso, non ci sono altre risurrezioni all’infuori di quella di Gesù.
Gesù è la risurrezione. E di conseguenza è anche la vita,
la vera vita eterna, cioè quella che non ha davanti a sé la prospettiva
paurosa della morte, perché la morte non sta più davanti, ma dietro,
come qualcosa che è stato superato e vinto nella morte e risurrezione
di Gesù Cristo. E agli uomini è stata lasciata questa promessa:
“Chiunque contempla il Figlio e crede in Lui, ha vita eterna” (Giovanni
6:40). m.c.
(2) “I MORTI RISUSCITERANNO INCORRUTTIBILI, E NOI SAREMO TRASFORMATI”.
(1 Corinzi 15:52)
La dottrina della risurrezione è il fondamento della fede cristiana.
“Se i morti non risuscitano, neppure Cristo è risuscitato; se Cristo
non è stato risuscitato, vana è la nostra fede; voi siete ancora
nei vostri peccati” (1 Corinzi 15:16-17). La Bibbia dichiara che l’uomo
vive e muore una volta sola. Dopo la morte non ci saranno altre reincarnazioni
o possibilità di ravvedersi, ma verrà il giudizio. Cristo è
stato il primo a risuscitare dai morti, Colui che ha aperto la strada. Poi,
quando il Signore ritornerà dal cielo, i credenti morti risusciteranno
e i viventi saranno trasformati e tutti insieme entreranno nel cielo. Gli altri,
gli increduli, saranno lasciati nelle loro tombe ad aspettare per circa mille
anni la seconda risurrezione, quella di condanna e di giudizio. Il corpo risuscitato
del credente sarà simile a quello glorificato di Cristo. Non sarà
più soggetto alle leggi della materia, dello spazio e del tempo. Rivestirà
l’immortalità e l’incorruttibilità. Sarà un
corpo glorioso, libero dalla sofferenza e dalla malattia, adatto a vivere la
vita celeste. p.d.n.
(3) “QUEL CHE IMPORTA È L’ESSERE UNA CREATURA”. (Galati
6:15)
Paolo, ispirato dallo Spirito Santo, vuole ripristinare il concetto fondamentale
della Parola di Dio; se la vita non è stata rigenerata dall’azione
dello Spirito Santo, tutto sarà inutile e pericoloso (inutile, perché
nessuna opera della carne può portare l’uomo a Dio; pericoloso,
perché si crea l’illusione di potercela fare con i vari riti e
cerimonie esteriori che senza lo Spirito non sono graditi a Dio). Lo stesso
Nicodemo, un dottore e osservante della legge giudaica, si sentì dire
dal Signore Gesù: “Se uno è nato di nuovo, non può
vedere il regno di Dio” (Giovanni 3:3). Ma come si fa a diventare una
Nuova creatura? Ci sono tre condizioni: 1°) essere consapevole dello stato
di peccato e separazione da Dio e quindi di essere sotto il Suo giudizio perfetto;
2°) essere consapevole di non avere alcuna capacità di riconciliarsi
con Dio con i propri mezzi o le proprie opere, perché le opere della
legge non giustificano, 3°) accettare con piena fiducia che solo il sangue
di Gesù può perdonare i peccati e liberare dal giudizio divino.
A questo punto lo Spirito Santo agisce nel cuore, rigenerandolo in nuova creatura.
w.g.
(4)”PERCHÉ HAI FATTO CIÒ CHE È MALE AGLI OCCHI DELL’ETERNO?”.
(1 Samuele 15:19)
La notizia era piuttosto curiosa: una signora era stata arrestata per aver dato
da mangiare ai piccioni! “Esagerati!” si direbbe, sennonché
la signora sapeva bene che la cosa era severamente vietata, essendo già
stata multata più volte per lo stesso motivo. La domanda del versetto
di oggi fu rivolta al re Saul in seguito a una sua chiara disubbidienza a un
ordine di Dio. Le azioni di Saul, come quelle di quella signora dei piccioni,
potevano anche sembrare “buone” da un punto di vista umano, ma non
corrispondevano a ciò che Dio aveva ordinato. È vero che Dio non
tollera il male, ma è altrettanto vero che chi diventa figlio Suo, quando
sbaglia, Dio lo riprende in vista della riconciliazione. h.p.
(5)”DIO GUARISCE CHI HA IL CUORE SPEZZATO”. (Salmo 147:3)
Di cuori spezzati ce ne sono tanti. Genitori di figli che si rovinano con la
droga. Parenti di malati terminali. Persone che avevano messo in fiducia, soldi
e speranze in qualcuno e che sono rimaste deluse. Figli di genitori che si separano
e che nascondono la loro disperazione con la rabbia e la ribellione. Cattiveria,
egoismo, disonestà dilagano dappertutto. Gesù ha detto di essere
venuto per i malati, per i cuori rotti. Ma ha fatto una precisazione: è
venuto per chi capiva di essere malato. Malato dentro. Malato terminale. Nessuno
può essere aiutato se non capisce di avere bisogno di aiuto. Molti, troppi,
preferiscono curarsi da soli cerotti della religione, col buonismo del volontariato,
stringendo eroicamente i denti, o facendo finta che Dio non ci sia. Guardati
dentro, ammetti di avere bisogno, di avere un cuore spezzato. E pensa che nella
semplicità del Vangelo c’è la ricetta per guarire le peggiori
malattie spirituali. m.t.s.
(6)”CHI HA PIETÀ DEL BISOGNOSO ONORA IL CREATORE”. (Proverbi
14:31)
Un giorno Serapione incontrò ad Alessandria un uomo molto povero, quasi
morto dal freddo. Il vecchio si tolse i vestiti e glieli diede. Passò
una guardia che gli chiese come mai fosse senza vestiti. “È stato
Colui del quale è scritto in questo libro” rispose mostrando il
Vangelo. Più tardi, vedendo un altro uomo che veniva arrestato perché
non poteva pagare il proprio debito, Serapione vendette il Vangelo e con il
ricavato saldò il debito dell’uomo. Quando il vecchio tornò
a casa, nudo e tremante, il suo discepolo gli chiese come mai fosse ridotto
così. “Ho dato tutto a Colui che mi ha chiesto: “Vendi tutto
quello che hai e dallo ai poveri”. Quante occasioni ci passano accanto
quotidianamente, quante possibilità per servire Gesù sfamando
chi ha fame, dissetando chi ha sete e andando a trovare chi ha bisogno di conforto.
Gesù ha detto che se compiamo queste azioni è come se lo facessimo
a Lui stesso e sono un modo per onorarLo. m.f.
(7) “L’ETERNO È CON ME, COME UN POTENTE EROE”. (Geremia
20:11)
Sundar Singh, il cosìddetto “apostolo Paolo dell’India”,
si trovava in Tibet per portare il Vangelo, ma fu arrestato e condannato a morte.
Aprirono il coperchio di un pozzo profondo una decina di metri, dove venivano
buttati i cadaveri, e lo gettarono dentro dopo avergli spezzato un braccio per
evitare ogni possibilità di risalita. Egli racconta: “Nel fondo
di quel buco infetto, senza mangiare e senza bere, sperimentai una pace profonda
e il mio Salvatore trasformò quel luogo di tenebre e di morte in un paradiso.
Aspettavo serene mante la morte ma, durante la notte del terzo giorno, sentii
una chiave girare la serratura. Una boccata d’aria fresca mi raggiunse
e una voce mi disse di afferrare una corda che mi venne lanciata. Mi aggrappai
e mi sentii sollevare fino a essere deposto fuori dal pozzo. Il coperchio fu
chiuso e sentii ancora la chiave girare nella serratura, ma non vidi nessuno”.
Il governatore, informato, fece controllare l’efficienza della serratura
del pozzo e si assicurò che l’unica chiave non avesse mai abbandonato
la cintura del responsabile. A quel punto disse a Sundar: “Il tuo Dio
è potente e ti ha liberato. Non possiamo farti del male, ma va via dal
nostro paese”. r.b.
(8) “ADOPERATEVI PER IL CIBO CHE DURA IN VITA ETERNA”. (Giovanni
6:27)
Una mattina, mentre mi trovavo nella piazza principale della mia città
in compagnia di un amico, guardavo le tante persone che attraversavano la piazza
in tutte le direzioni, entravano e uscivano da banche, uffici, negozi, con in
mano pacchi, borse, cartelle ecc. Nient’altro che una normale giornata
di lavoro per centinaia di persone. “Vedi”, mi disse il mio amico,
“sai qual è l’interesse che fa muovere tutte queste persone
che, anche se si conoscono a malapena, si salutano con un cenno del capo?”.
“Quale?” chiesi. “Il denaro, sono tutti a caccia di denaro”.
L’osservazione mi parve giusta e acuta. Certo, è più che
giusto lavorare per guadagnarsi da vivere, ma quando la ricerca di denaro e
di benessere è il motore principale che fa muovere le cose, vuol dire
che nel nostro agire c’è una lacuna gravissima che ci obbliga a
vivere in un affanno senza sosta. Gesù ci ricorda che c’è
un cibo per l’uomo che dona pace, amore e vita eterna, questo cibo è
la Sua Parola! Non ce ne priviamo, ma ascoltiamoLa con attenzione e applichiamoLa
alla nostra vita. g.b.
(9) “SEGUITE L’ETERNO, SERVITELO E STATE UNITI A LUI”. (Deuteronomio
13:4)
Seguire, servire, unirsi. Tre immagini che presuppongono un avvicinamento. Prova
per un attimo a visualizzarle con fotogrammi. Chi segue si tiene a debita distanza,
ma controlla sempre di trovarsi a un passo da colui che sta indicando la strada.
Chi serve deve essere necessariamente più vicino in posizione più
bassa rispetto a chi è servito, puoi a pensare a Gesù quando prese
un asciugamano e cominciò a lavare i piedi dei discepoli. Essere uniti,
poi, presuppone disponibilità e accoglienza. A me viene in mente quel
padre del racconto del figlio prodigo, che sta aspettando a braccia aperte suo
figlio che pensava perduto per sempre. Seguire l’Eterno significa accettare
che sia Lui la guida della tua vita, servirLo significa rispettare ciò
che Egli ti chiede nella Sua Parola, essere unito a Lui significa non allontanarti
mai e per nessun motivo da Lui. a.m.
(10)”MEDIANTE IL VANGELO SIETE STATI SALVATI. (1 Corinzi 15:1,2)
Vangelo significa “buona notizia”. Nella Bibbia, che è un
insieme di libri, c’è una parte detta “Vangeli” in
cui si racconta tutta la vita di Gesù. Il Figlio che Dio Padre ha mandato
sulla terra per compiere un piano speciale per la salvezza di ogni uomo è
Gesù. Solo l’uomo-Dio, la Parola fatta carne, l’unico senza
peccato, poteva vincere il peccato! Egli ha prima adempiuto tutta la legge di
Dio, poi, morendo in croce e risuscitando, ha sconfitto il peccato e la morte.
Infatti la morte è la conseguenza del peccato. Ma Gesù ha trionfato
con la vita e, attraverso di Lui, chiunque sceglie liberamente di identificarsi
nella Sua morte e nella Sua risurrezione, può ricevere la salvezza eterna.
Ecco perché è importante conoscere, studiare e mettere in pratica
il Vangelo! Solo così, dopo la morte fisica, potremo essere sicuri di
vivere sempre e non morire mai più. Che bella notizia! s.b.
(11)”DIO FA GIUSTIZIA ALL’ORFANO E ALLA VEDOVA. (Deuteronomio 10:18)
Leggevo sul giornale, in uno spazio riservato ai lettori, il racconto triste
di una vedova che non aveva i soldi sufficienti per sostenere la figlia depressa
e bisognosa di cure. “Continuerò a gridare fino a quando qualcuno
mi ascolterà!”, scriveva disperata. Purtroppo non è un caso
unico. Quanti delusi lottano in un mondo sordo e incapace di risolvere i loro
problemi! Chi li ascolterà? Il versetto di oggi ha una parola opportuna.
Anticamente rimanere vedova o diventare orfano era davvero un grande problema.
Non c’era nessuna forma previdenziale o di assistenza che garantisse un
minimo di benessere e non c’era neppure la possibilità di denunciare
i propri disagi sul giornale, come fece quella donna. La sola speranza possibile
era Dio e nient’altro! Ebbene, anche oggi i delusi, gli scoraggiati, i
senza Dio che invocheranno il Signore, si sentiranno rivolgere, con la stessa
efficacia, queste parole di consolazione: “Dio fa giustizia all’orfano
e alla vedova”. s.v.
(12)”IL SEGRETO DELL’ETERNO È RIVELATO A QUELLI CHE LO TEMONO”.
(Salmo 25:14)
Il segreto che Dio vuole rivelare proprio a te è questo: ti ama. La Bibbia
afferma che Lui ti “ama di un amore eterno”. Prima che tu nascessi
Dio ti ha conosciuto e ha visto in te un essere prezioso di grande valore, fatto
a immagine Sua, con capacità straordinarie. Come te, ha amato ogni creatura
che mai è venuta al mondo. Purtroppo, però, il peccato che è
in te, e in ogni persona, non gli permette di accoglierti così come sei.
Essendo giusto, deve punire il male che è dentro di te. Ma, dato che
ti ama, ti ha considerato così importante che ha deciso (anche questo
da tutta l’eternità) che valevi la vita di Suo Figlio Gesù.
Per questo Lui è morto al tuo posto, ha pagato la pena del male che hai
fatto e ora ti offre gratuitamente la salvezza dell’anima. Purtroppo la
gente, e forse anche tu, non crede che Dio la ami. Perciò si allontana
sempre più da Lui. Nonostante tutto, le Sue braccia sono aperte, pronte
a donare a chiunque si avvicina a Lui il Suo amore eterno. Ci credi? m.t.s.
(13)”I SERVITORI DI SATANA SI TRAVESTONO DA SERVITORI DI GIUSTIZIA”.
(2 Corinzi 11:15)
E Satana stesso si traveste da angelo di luce. Una delle cose più furbe
di Satana è stata quella di diffondere un’immagine ridicola di
sé stesso. Come si può avere paura di un essere con corna, coda
e zoccoli che si annuncia con puzza di zolfo? E intanto lui, invece, si presenta
in un modo allettante e luminoso. Così continua a dominare le persone,
ad attirarle, e usa a sua volta persone che si travestono. Ingannatori che propugnano
ideali di “giustizia”, di “tolleranza”, di “uguaglianza”.
Ma di che tipo? Sempre più spesso questi termini così solenni
e belli, nascondono il rifiuto della verità (se c’è una
verità, vuol dire che chi non la pensa così sbaglia? Non è
accettabile); rifiuto della giustizia di Dio (e quelli che la pensano diversamente
sono tutti ingiusti?) e via di questo passo. La Bibbia, la Rivelazione di Dio,
è, contro il nostro relativismo imperante, drastica, “intollerante”,
senza vie di mezzo. Non ci dice che tutto va bene, ma: “Sei un peccatore
e Dio ti ama”. Confronta i profeti moderni, che parlano a modo loro di
giustizia, uguaglianza, tolleranza, con la Bibbia, per scoprire chi servono
in realtà. v.n.
(14) “L’ETERNO HA GIURATO: COME HO DECISO, COSÌ AVVERRÀ”.
(Isaia 14:24)
Può apparire strana l’attribuzione a Dio di un giuramento; si tratta
evidentemente di un riferimento del tutto umano usato da Dio stesso per far
comprendere al Suo popolo la solennità e l’autorevolezza della
dichiarazione che stava per pronunciare. In cosa consisteva questa dichiarazione?
Consisteva nell’affermare che ogni decisione presa da Dio ha la sua realizzazione
concreta. I progetti concepiti da Dio non rimangono cioè nella sfera
delle buone intenzioni (come spesso accade ai nostri propositi!), ma trovano
sempre piena attuazione. Era una dichiarazione che, da un lato, pensando alle
promesse divine di salvezza e liberazione, consolava il popolo, ma dall’altro
lato, attraverso l’annuncio dei giudizi divini, lo metteva in guardia
e lo chiamava a vivere un cammino di fedeltà e d’ubbidienza al
Signore. Ancora oggi la conoscenza delle “decisioni” di Dio ci permette
di sapere cosa “avverrà” e, di conseguenza, ci porta a essere
consolati e incoraggiati ma anche ripresi e corretti. p.m.
(15) “PERCHÉ DICI: AL MIO DIRITTO NON BADA IL MIO DIO”? (Isaia
40:27)
Oggi viviamo in una società in cui tutti pretendiamo il rispetto dei
diritti di ognuno. Non si fa altro che parlare di diritti degli anziani, dei
bambini, dei lavoratori, degli stranieri, ecc. Guai se qualcuno si permette
di calpestare i nostri diritti! Così anche nei confronti di Dio, ci permettiamo
di accampare dei diritti e ci sentiamo traditi se Egli non ne prende atto. Il
Signore dei signori, il Creatore del cielo e della terra che viene accusato
di mancanza di rispetto nei confronti della Sua creatura! Fermiamoci e riflettiamo
seriamente su questo. Dio ha una intelligenza imperscrutabile e continuamente
il Suo amore per la creatura Lo porta a impegnarsi per essa. Non si dimentica
di nessuno di noi. Chiediamoci, invece, se oltre ai diritti, non abbiamo anche
dei doveri nei confronti di Dio. Non sarebbe male soffermarci su questo punto.
p.p.
(16) “IL PADRE VOSTRO, CHE È NEI CIELI, DARÀ COSE BUONE
A QUELLI CHE GLIELE DOMANDANO”. (Matteo 7:11)
Queste parole di Gesù sono precedute da alcuni versetti che invitano
a chiedere a Dio con la fiducia di ricevere. Gesù invita semplicemente
ad affidare la propria vita a Dio Padre, perché Egli se ne prende cura.
Mi ha sempre colpito in modo particolare il versetto 9 dello stesso capitolo:
“Vi è tra voi qualche uomo che, se suo figlio gli chiede del pane,
gli darà una pietra?”. Sono parole che rendono viva nella mia mente
l’immagine del padre: egli provvede ai bisogni di suo figlio. Tuttavia
mentre un padre umano ha dei difetti e commette errori, Dio è un padre
perfetto. Umanamente non esiste un padre così, ma tutti possono trovarlo
in Dio. Questo è un privilegio meraviglioso! Come Padre Egli ha cura
dei Suoi figli: se non Gli presentiamo i nostri bisogni e le nostre problematiche,
Egli se ne occuperà di sicuro e nel modo migliore. e.s.
(17) RIPONI LA TUA SORTE NEL SIGNORE, CONFIDA IN LUI, ED EGLI AGIRÀ.
(Salmo 37:5)
Questo Salmo è pieno di esortazioni e inviti ad avere fiducia in Dio,
a non preoccuparci per ciò che si succede intorno e sperare in Lui per
ottenere aiuto e sostegno. Forse rispondi: “Non è facile da mettere
in pratica, se solo guardiamo intorno a noi…”. L’apostolo
Paolo che, in prima persona, aveva sperimentato le situazioni avverse della
vita, un giorno le elencò in questo modo: “tribolazione, angoscia,
persecuzione, fame, nudità, pericolo, spada” (Romani 8:35) e si
chiese se tutte queste cose potessero, in qualche modo, separarlo dall’amore
di Dio ed impedire a Dio stesso di agire in favore dei Suoi figli. Fu lui stesso
a rispondere con queste parole incoraggianti: “Infatti sono persuaso che
né morte, né vita, né angeli, né principati, né
cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza,
né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci
dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù nostro Signore”
(Romani 8:38-39). Che siano di incoraggiamento anche a te! a.r.m.
(18) GESÙ PUÒ SALVARE QUELLI CHE PER MEZZO DI LUI SI ACCOSTANO
A DIO. (Ebrei 7:25)
“Gesù può salvare”. Ma da che cosa? La risposta è:
dall’ira di Dio che incombe sul capo di ogni uomo peccatore. È
importante sottolineare questo aspetto trascurato della Rivelazione biblica.
Sta scritto che l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà
e ingiustizia degli uomini” (Romani 1:18). L’uomo peccatore quindi
non può avvicinarsi a Dio quando e come vuole. Quando Dio diede a Israele
le tavole della legge sul monte Sinai, disse a Mosè di avvertire il popolo
di non avvicinarsi al monte, se non volevano perire, e gli stessi sacerdoti
dovevano santificarsi prima di avvicinarsi “affinché il Signore
non si avventi contro di loro” (Esodo 19:22). Soltanto Gesù può
salvare perfettamente “quelli che per mezzo di Lui si accostano a Dio”.
L’unica possibilità di scampare all’ira di Dio che conduce
alla morte eterna sta dunque nel credere in Gesù, perché sta scritto:
“Chi crede nel Figlio ha vita eterna, chi invece rifiuta di credere al
Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui”
(Giovanni 3:36). m.c.
(19) “TU NON HAI GLORIFICATO DIO, NELLE CUI MANI È LA TUA VITA”.
(Daniele 5:23)
Parole dure rivolte al re Baldassar da Daniele, un deportato ebreo. Daniele
emette un giudizio da parte di Dio, accusa il re di averLo disonorato in diverse
maniere. Ha usato i vasi consacrati del tempio di Gerusalemme, profanandoli
senza rispetto; inoltre, cosa ancor più grave, si è prostrato
davanti agli idoli rappresentati come materia inanimata, senza occhi né
orecchie, incapaci di ascoltare, comprendere e agire. Daniele ricorda al re
che la sua vita è nelle mani di Dio, e per questo Lui si aspetta di essere
glorificato e onorato. Ci sono molti modi per onorare Dio con la vita che ti
ha donato e tanti altri per disonorarLo. Quale scelta intendi compiere? Ti propongo
la lettura del libro “Intromissione Divina” scritto da Joni Ereckson
(ed. ADI Media), una ragazza rimasta paralizzata dopo un incidente: un bell’esempio
di come si possa glorificare Dio con la vita, anche quando umanamente pensando
non ci sarebbero i presupposti per farlo. m.f.
(20) “TI HO POPOSTO DAVANTI LA VITA E LA MORTE, SCEGLI DUNQUE LA VITA”.
(Deuteronomio 30:19)
Nella società odierna, specie in quella occidentale, si fa sempre più
strada la cultura della morte camuffata da “dolce morte”: l’eutanasia.
Inoltre tante persone, anche giovani, trovandosi per svariate circostanze in
situazioni disperate, scelgono di farla finita suicidandosi. Così facendo
pensano forse di porre definitivamente rimedio ai loro problemi esistenziali.
Attenzione! Se nella vostra mente dovessero insinuarsi questi pensieri, sappiate
che questo è un inganno del diavolo, non ascoltatelo! Non prendete esempio
da Giuda Iscariota il quale, dopo essersi pentito di aver tradito Gesù,
per il suo orgoglio, invece di andare dal Signore per ottenere il perdono dei
suoi peccati si suicidò. Difatti il Signore ha stabilito che dopo la
morte c’è il giudizio per chi non ha creduto in Lui (Ebrei 9:27).
Perciò Egli esorta accoratamente tutti gli uomini di scegliere la vita,
la “Vera Vita”: essendo Egli stesso il vero e la vita eterna (1
Giovanni 5:20). E tu cosa scegli? n.s.
(21) “NON TENTARE IL SIGNORE DIO TUO”. (Matteo 4:7)
Queste parole Gesù le rivolse al diavolo che Lo stava tentando durante
il Suo soggiorno nel deserto. Il maligno aveva proposto a Gesù di salire
sul tetto del tempio di Gerusalemme e poi di gettarsi giù, perché
gli angeli del Signore Lo avrebbero salvato durante la caduta. Forse si potrebbe
pensare che il diavolo volesse esortare Gesù ad avere fiducia nell’intervento
di Dio, ma l’inganno è palese. Se Gesù avesse dato ascolto
alla voce di Satana, avrebbe assunto una posizione di indipendenza da Dio. Sarebbe
stato come dire al Signore: “Tu mi devi salvare quando lo dico io e come
voglio io”. Si sarebbe trattato del trionfo della volontà dell’uomo
contro quella di Dio. Gesù non cadde in questo errore, ma si mantenne
costantemente sottomesso alla volontà del Padre, dandoci così
un esempio preciso da seguire. f.a.
(22) “L’ETERNO È VICINO A QUELLI CHE HANNO IL CUORE AFFLITTO”.
(Salmo 34:18)
Normalmente, quando viviamo situazioni di sofferenza e di afflizione, pensiamo
che Dio sia lontano, che non si interessi, né si preoccupi del particolare
momento che stiamo vivendo. Pensiamo che se davvero ci fosse stato vicino e
si fosse preoccupato di noi, avrebbe fatto il possibile per evitare quelle “situazioni”!
Ci suona perciò abbastanza strano leggere questa testimonianza: le parole
di un uomo, Davide, che proprio nell’afflizione aveva sentito il Signore
vicino e Lo aveva sentito in modo intimo e profondo: addirittura vicino al “cuore”!
Illusione? Suggestione religiosa? No! Davide ha davvero sentito il Signore vicino
a lui e ciascuno di noi può sentirLo vicino al suo cuore in circostanze
analoghe. La prova? Gesù, l’eterno Figlio di Dio, è sceso
un giorno sulla terra per condividere fino in fondo le nostre afflizioni, anzi
Egli fu definito “uomo di dolore”, cioè vi era piena identificazione
fra la Sua persona e la sofferenza. Tutto questo lo ha fatto per amor nostro,
per offrirsi in sacrificio per noi, per le nostre colpe. Avendo sofferto come
noi e più di noi. Egli può oggi simpatizzare con noi: ci è
vicino perché ci comprende! p.m.
(23) “ECCOCI, NOI VANIAMO DA TE, PERCHÉ TU SEI L’ETERNO IL
NOSTRO DIO”. (Geremia 3:22)
“E da chi potremo mai andarcene?”. Questa fu la risposta dell’apostolo
Pietro a Gesù, quando tante persone decisero di andare per la loro strada,
lontano da Gesù. Gli apostoli, invece, avevano creduto in Gesù
e sapevano che non c’è posto migliore che quello di stare accanto
a Lui. L’Eterno, il Dio che la Bibbia ci rivela, è l’unico
Dio. Egli è il Creatore e il Signore di tutto l’universo, e in
Gesù e diventato il mio Dio, il mio Padre celeste. Ci può essere
una notizia più buona di questa? Che bello poter affermare anche oggi
(in modo personale): “eccomi, io vengo da Te, perché Tu sei l’Eterno,
il mio Dio”. In qualunque posto mi recherò oggi, qualsiasi cosa
farò, potrò avere la certezza di avere accanto a me il Signore,
perché il mio desiderio, prima di fare qualsiasi cosa, è andare
alla presenza dell’Eterno, il mio Dio! e.m.
(24) “CHE IO POSSA CONOSCERE CRISTO”. (Filippesi 3:10)
Si possono conoscere le persone in modi diversi: per quello che altri ci riferiscono
o per quello che vediamo o intuiamo; ma questi tipi di conoscenza rimangono
sempre imparziali. Purtroppo la conoscenza che tanti hanno di Gesù è
proprio di questo tipo, si limita alle informazioni ricevute, forse quando si
era piccoli o si accetta quello che altri credono di Lui, penso per esempio
ad un film-romanzo sulla vita di Gesù, che tempo fa ebbe molto successo.
Con questo versetto il Signore, invece, invita a una ricerca personale e non
superficiale. L’apostolo Paolo arrivò a dire ogni cosa era un “danno”
se confrontata con l’eccellenza della conoscenza di Gesù. Che importanza
attribuisci a Gesù? Dalla risposta a questa domanda dipende la conoscenza
che puoi avere di Lui. Se cerchi di conoscerLo attraverso la lettura della Bibbia,
come si cerca qualcosa di molto prezioso, allora Si lascerà trovare e
Si farà conoscere. È scritto nel libro del profeta Geremia: “Voi
Mi cercherete e Mi troverete, perché Mi cercherete con tutto il vostro
cuore, Io Mi lascerò trovare da voi” (Geremia 22:13) o.t.
(25) “COME MAI NON SAPETE RICONOSCERE QUESTO TEMPO?”. (Luca 12:56)
Probabilmente non si pensa al fatto che il tempo, come lo spazio, è stato
creato da Dio e appartiene a Lui. Il tempo che Dio dona a una nazione, a una
famiglia, a una persona, porta con sé un compito. È un tempo dato
per un preciso scopo, e non può essere usato per ottenere un altro. Quando
Gesù cominciò il Suo ministero sulla terra, arrivò per
Israele il tempo di ravvedersi, riconoscere in Gesù il messia promesso
dai profeti, credere in Lui e seguirLo. Questo non avvenne. E Gesù, mentre
si avvicinava a Gerusalemme per essere crocifisso, piangendo disse: “…tu
non hai conosciuto il tempo in cui sei stata visitata”. E avvertì
che presto si sarebbe avvicinato per la città un altro tempo: “…verranno
su di te dei giorni nei quali i tuoi nemici ti faranno attorno delle trincee,
ti accerchieranno e ti stringeranno da ogni parte”. Oggi è il tempo
lasciato agli uomini affinché credano in Gesù Cristo come Salvatore
e Signore, Se non riconosceranno questo tempo, per loro se ne avvicinerà
presto un altro molto spaventoso. m.c.
(26) ”DISPREZZI LA BONTÀ DI DIO NON RICONOSCENDO CHE TI SPINGE
AL RAVVEDIMENTO?”. (Romani 2:4)
Un figlio lasciato a sé stesso, libero di fare tutto ciò che vuole,
senza freni, né limiti di alcun genere da parte dei suoi genitori, disse
a un suo amico che non godeva di tutta questa “libertà”:
Beato te, vuol dire che i tuoi si interessano a te perché ti vogliono
bene!”. Che tristezza ho provato nel sentire queste parole. È vero,
correggere, rimproverare, disciplinare sono manifestazioni di interesse e amore.
Pensiamo a un neonato; se lasciato a sé stesso, come potrà imparare
a camminare, parlare, nutrirsi, crescere bene? È necessaria la cura di
entrambi i genitori che, con amore e fermezza, gli insegnano ogni cosa per il
suo bene. Così fa Dio con noi: poiché ci ama e vuole aiutarci
a riconoscere prima di tutto lo stato di pericolo nel quale siamo. Se rifiutiamo
la Sua grazia e il Suo perdono, avremo solo un terribile giudizio eterno. Poi,
quando siamo parte della Sua famiglia, come un Padre perfetto guiderà
i nostri passi affinché possiamo crescere secondo la Sua perfetta volontà.
La Sua bontà Lo ha spinto a interessarsi a noi, perché ci ama
tanto. w.g.
(27) “L’ANGELO DI DIO SI ACCAMPA INTORNO A QUELLI CHE LO TEMONO,
E LI LIBERA”. (Salmo 34:7)
Bella questa immagine dell’angelo del Signore che prende posizione vicino
a coloro che hanno un sano timore di Dio. Chi ha montato una tenda in campeggio
sa bene che dopo la fatica per piantare l’ultimo picchetto, non verrebbe
mai in mente di spostarla di qualche metro più in là. Ed è
suggestivo immaginare questo angelo così speciale che monta la guardia
vicino a te che ami il Signore, non cambia posizione e, come dice la conclusione
del versetto ti libera. Io penso che ci liberi proprio dalla paura, dall’ansia,
dal timore che si cela spesso nella notte e nel buio; ricordo che da piccola
la vicinanza di questo misterioso angelo mi tranquillizzava perché ero
sicura che non si sarebbe allontanato da me, ma mi avrebbe protetta fino al
mattino dopo. Gesù stesso ci ricorda di non scandalizzare i bambini,
perché i loro angeli stanno sempre in comunicazione diretta con il Padre
(Matteo 18:10). a.m.
(28) “ENTRATE PER LA PORTA STRETTA CHE ONDUCE ALLA VITA”. (Matteo
7:13-14)
In Giovanni 10 Gesù afferma di essere il buon Pastore e la Porta dell’ovile.
La pecora, come ognuno di noi a livello spirituale, ha la vista corta, perde
la strada facilmente, non è capace di procurarsi acqua e cibo da sola,
non sa difendersi, non sa muoversi senza la guida del pastore e dipende in tutto
e per tutto da lui. Al tempo di Gesù la porta di un ovile era molto importante:
era stretta perché le pecore dovevano passare una alla volta per permettere
al pastore di contarle, serviva per farle entrare nel posto più sicuro
per loro e segnava il limite per gli estranei. Poi, quando arrivava la notte,
per dormire il pastore si coricava proprio lì all’ingresso, in
modo che nessuno potesse infastidire le sue pecore. Non c’era nessun tipo
di cancello, ma un semplice spazio in mezzo alla staccionata dell’ovile,
perché il pastore era la Porta! Ecco perché il versetto di oggi
ci dice di entrare per la stretta. Solo Gesù conduce alla vita, ci guida,
ci protegge e ci difende. Diffidate della porta larga che permette a molti di
entrare facilmente, ma poi nessuno è mai veramente al sicuro. r.b.
(29) “ALZATEVI E BENEDITE L’ETERNO VOSTRO DIO, D’ETERNITÀ
IN ETERNITÀ”. (Neemia 9:5)
Ricordo con piacere il giorno del mio matrimonio. Il clima di festa, la bellezza
della sposa, la gioia di parenti e amici. Un giorno memorabile! Ognuno, certamente,
conserva dei ricordi particolari legati a momenti davvero speciali: il giorno
della laurea, la nascita di un figlio o la vincita di un concorso di lavoro.
Ebbene, la storia da cui è tratto il versetto per oggi descrive una giornata,
dal punto di vista spirituale, memorabile. Il popolo d’Israele si umiliò
davanti al Signore e abbandonò i suoi peccati. Pensate un po’:
un’intera nazione passò tre ore intere ad ascoltare la lettura
del Libro del Signore e altre tre ore confessando i peccati. Subito dopo, le
guide spirituali d’Israele dissero: “Alzatevi e benedite l’Eterno
vostro Dio, d’eternità in eternità”. Forse anche tu
come Israele ti senti oppresso e infelice a motivo dei tuoi peccati. Se è
così, vai dal Signore come fece il popolo! Ascolta quello che avrà
da dirti nella Sua Parola scritta e confessarGli le tue colpe. Vedrai che Lui
stesso ti rialzerà con amore e tu non smetterai di benedire il tuo Dio
per l’eternità! s.v.
(30) “O ETERNO, FÀ CHE OGGI SI SAPPIA CHE TU SEI DIO”. (1
Re 18:36)
Il profeta Elia rivolse questa richiesta a Dio in occasione di una sfida che
avvenne per dimostrare chi fosse il vero Dio tra il Dio di Elia e il dio Baal.
Elia contro 450 profeti di Baal; l’adorazione al vero e unico Dio contro
l’adorazione a una statua inanimata. Il confronto si concluse nell’unico
modo possibile: come Elia aveva richiesto, dal cielo scese il fuoco che consumò
il sacrificio che lui aveva preparato. E Baal? Cosa può fare una statua
che non può muoversi? Scrisse Geremia: “Gli idoli sono come spauracchi
in campo di cocomeri e non parlano; bisogna portarli, perché non possono
camminare. Non li temete perché non possono fare nessun male e non è
in loro potere di fare del bene” (Geremia 10:5-6). Oggi non è più
necessario allestire altari, poiché il perfetto Agnello di Dio, Gesù,
Si è immolato una volta per sempre per donare salvezza a chi si affida
a Lui. Ogni giorno Dio manifesta la Sua presenza, la Sua onnipotenza e il Suo
amore. Nonostante il dilagare incontrollabile della violenza e dell’indifferenza
spirituale, ogni giorno il sole, le stelle e tutto il creato ubbidiscono alla
volontà del Creatore. E l’uomo? Il capolavoro della creazione,
sa riconoscere in Dio il suo Creatore e in Gesù il suo Salvatore? w.g.
DICEMBRE
(1)”DIO, CHE È RICCO IN MISERICORDIA, QUANDO ERAVAMO MORTI NEI
PECCATI, CI HA VIVIFICATI CON CRISTO”. (Efesini 2:4,5)
La Bibbia afferma che tutti gli uomini sono peccatori e, a causa del peccato,
nessuno con i propri sforzi può andare al Padre per ristabilire il rapporto
con Lui che ci ha creati. Dio che è misericordioso, cioè compassionevole
e pieno d’amore per l’uomo, conoscendo l’impossibilità
di una qualunque soluzione umana ci ha preparato l’unica e perfetta via
d’uscita da questa situazione. mentre eravamo tutti morti spiritualmente
a causa del peccato, cioè separati da Dio, Egli, attraverso il Suo unico
Figlio, ha progettato un piano di salvezza. Gesù, uomo-Dio, non contaminato
dal peccato, era l’unico a essere in grado di costruire un ponte che permettesse
un collegamento fra gli uomini e Dio. Egli ha subìto le conseguenze inevitabili
del peccato, cioè la morte, ma l’ha vinta risuscitando. Perciò
ci può donare una nuova vita che dura per l’eternità. Sta
a ciascuno identificarsi in questo sacrificio di Gesù e accettare di
percorrere il “ponte di collegamento”, scegliendo la vita con Cristo
per giungere a Dio. s.b.
(2) “CHI PERDERÀ LA SUA VITA PER AMOR MIO, LA TROVERÀ DISSE
GESÙ”. (Matteo 16:25)
Questo versetto potrebbe qualche perplessità. Gesù incita nessuno
né al martirio né al suicidio, ma invita i Suoi seguaci a delle
riflessioni molto serie. Amare Dio e ubbidire alla Sua voce, significa mettere
tutto il resto in secondo piano, non perché non sia importante, ma perché
va collocato secondo la scala di valori indicata dal Signore. Questo poi tornerà
a nostra benedizione; infatti Egli promette saggezza, cura, protezione e grandi
benedizioni a coloro che riporteranno la loro piena fiducia in Lui e soprattutto
la piena riconciliazione con Dio attraverso l’opera di Cristo sulla croce.
Per aiutarci a capire bene questo concetto, il Signore Gesù prende l’esempio
dell’uomo impegnato solo a far carriera, a portare a casa più soldi
e ad accumulare tesori. Chiede: “Che gioverà a un uomo se, dopo
aver guadagnato tutto il mondo, perde poi l’anima sua?” (Matteo
16:26). In questo senso il Signore invita l’uomo a dare a Lui la priorità,
perché solo così tutto il resto sarà sotto la Sua benedizione.
w.g.
(3) “TRATTIENI LE TUE LABBRA DA PAROLE BUGIARDE”. (Salmo 34:13)
È così facile e naturale dire bugie. Trattenersi invece è
molto difficile, specialmente se si è convinti che in una bugia piccola
non c’è niente di male perché è a fin di bene; ma,
anche se tutti pensano così, queste sono le nostre misere giustificazioni.
C’è un famoso detto: “Le bugie hanno le gambe corte”.
Ed è vero! Spesso da bambina sono stata “smascherata” perché
“la verità prima o poi viene a galla” e… che vergogna!
A volte ci comportiamo ancora da bambini e, illudendoci, facciano i furbi. Ma
Dio, che ci ama e vuole il nostro bene, ci tratta da persone responsabili, ordinandoci
di dire sempre il vero, perché la verità ci libera da altre bugie,
non fa del male agli altri, ci da la sicurezza di aver agito bene e ci da la
pace. Ne sei convinto anche tu? b.s.
(4)”RICONOSCETE LE LEZIONI DEL SIGNORE, LA SUA GRANDEZZA, LA SUA MANO
POTENTE”. (Deuteronomio 11:2)
Hai una giornata davanti a te. Puoi viverla lasciando che il tempo ti scorra
tra le dita, ripetendo certi gesti in maniera meccanica, arrivando alla sera
stanco, un po’ stufo e senza sapere il perché di questo tran tram.
Oppure puoi viverla in maniera più consapevole, cercando di non sottovalutare
gli insegnamenti che il Signore ti ha riversato per questo giorno speciale della
tua vita. Ma per imparare ci vuole disponibilità all’ascolto, attenzione
e un pizzico di curiosità. Con questa attitudine ci sono buonissime possibilità
che questa giornata apparentemente una come tante, sia, invece, completamente
diversa. Cerca i segni della grandezza di Dio durante queste ore che scorrono
e allora non scivoleranno più come acqua fresca dalle dita, lasciati
stupire da ciò che ti circonda e da te stesso e da chi ti è accanto,
perché la mano di Dio compie meraviglie e trasforma le persone così
come il cielo acquista colori completamente nuovi e incredibilmente stupendi
all’alba al tramonto. a.m.
(5)”I GIUDIZI DEL SIGNORE SONO VERITÀ”. (Salmo 19:9,10)
Dio si è rivelato. La prima parte di questo salmo di Davide ci descrive
la meravigliosa opera di Dio nella creazione. In sei versetti di grande poesia
ci è descritta l’immensità del cielo stellato e lo splendore
della corsa del sole nel cielo. Ammirando il cielo possiamo conoscere la potenza
di Dio. Ma la seconda strofa ci dice che per conoscere la Sua giustizia, il
Suo amore, la Sua infinita misericordia, abbiamo la Sua Parola. In essa troviamo
la legge di Dio, la Sua testimonianza, i Suoi comandamenti, i giudizi, e tutto
questo è perfetto, vero, consolante, illuminante, desiderabile. Non possiamo
far finta di nulla: Dio si è rivelato nella Sua creazione e nella Sua
Parola. Noi siamo responsabili della risposta che diamo. Possiamo scegliere
di non pensarci. Possiamo decidere che non c’è creazione divina,
che la Bibbia non ci riguarda, che non vogliamo essere ammaestrati e la lontananza
da Dio. O possiamo invece accettare la Sua rivelazione per noi: una scelta basilare
che ha conseguenze eterne. v.n.
(6)”VI SUPPLICHIAMO NEL NOME DI CRISTO, SIATE RICONCILIATI CON DIO”.
(2 Corinzi 5:20)
L’apostolo Paolo scrisse queste ai credenti della chiesa di Corinto. L’esortazione
a riconciliarsi con Dio è importante, tanto per chi è figlio di
Dio quanto per chi non lo è. Il credente ha bisogno di essere riconciliato
con Dio tutte le volte che pecca, perché anche se non perde la salvezza,
il peccato crea una barriera nel rapporto fra lui e Dio. Chi non è ancora
diventato figlio di Dio, ha ancora più bisogno di essere riconciliato
con Lui, perché, in quanto peccatore, è Suo nemico, “un
figlio d’ira” (Efesini 2:1-3). Riconciliarsi con Dio significa confessare
il proprio peccato e la totale incapacità di piacerGli con le nostre
forze… e poi accettare la Sua soluzione al problema, credendo nel sacrificio
espiatorio di Cristo sulla croce fatto una volta per sempre. Altrimenti l’aspetterà
la punizione eterna, e sarà terribile! h.p.
(7) “MARIA DISSE: LO SPIRITO MIO ESULTA IN DIO, MIO SALVATORE”.
(Luca 1:47)
Dopo un primo momento di comprensibile sgomento davanti all’inattesa visita
dell’angelo Gabriele e soprattutto davanti alle nuove prospettive che
si aprivano per la sua vita di giovane donna, Maria si rese pienamente disponibile
a veder compiuto nella sua vita lo straordinario piano divino dell’incarnazione
del suo eterno Figlio. La sua non fu una semplice disponibilità, ma una
disponibilità vissuta con gioia (“lo spirito mio esulta”)
e soprattutto vissuta con la convinzione che ciò che Dio stava per compiere
in lei avrebbe avuto un gran valore per tutto il suo popolo. Disponibile per
Dio e disponibile per gli altri! Ma i tutto questo non perse la vista la realtà
della sua relazione personale con Dio e del suo conseguente bisogno di salvezza.
La sua esultanza aveva quindi prima di tutto una causa intima: il Dio che le
stava parlando era il Suo Salvatore personale, Colui che aveva perdonato il
suo peccato e che l’aveva ritenuta degna di essere Sua serva. p.m.
(8) “GESÙ SARÀ CHIAMATO FIGLIO ALL’ALTISSIMO”.
(Luca 1:32)
Quando l’angelo si rivolse a Maria per annunciarle la nascita di Gesù,
sottolineò la natura divina del Signore, la Sua provenienza e la Sua
posizione davanti al Padre celeste, chiamandoLo Figlio dell’Altissimo.
Sono realmente consapevole di chi sia Gesù Cristo e del ruolo che ha?
Gesù Cristo è il Figlio di Dio incarnatosi circa 2000 anni fa
per mettere in atto il piano di salvezza di Dio per tutta l’umanità
di ogni tempo: Egli si è caricato dei peccati degli uomini e ha compiuto
la giustizia di Dio pagandone il prezzo sulla croce. Essendo Dio, Egli è
risuscitato ed è asceso al cielo. Ora è alla destra del Padre
e intercede per coloro che, accettandoLo come Salvatore e Signore, hanno ricevuto
il perdono dei loro peccati. Cristo rappresenta l’unico intermediario
tra Dio e gli uomini, tutto il N.T. lo attesta. È per la Sua intercessione
che possiamo conoscere Dio e chiamarLo Padre, possiamo rivolgerci a Lui in preghiera,
chiederGli aiuto e avere la certezza che Egli ci ascolta e ci provvederà
soccorso. e.s.
(9) “NON ANDATE DIETRO AD ALTRI DÈI PER SERVIRLI E PER PROSTRARVI
DAVANTI A LORO; NON MI PROVOCATE CON LOPERA DELLE VOSTRE MANI, DICE L’ETERNO”.
(Geremia 25:6)
Tutto il popolo di Giuda e gli abitanti di Gerusalemme ascoltarono le parole
severe registrate in questo versetto dell’Antico Testamento. Il Signore
aveva parlato di continuo per il bene di tutta quella gente. Il popolo, dal
canto suo, continuava a provocare l’Eterno andando dietro a degli idoli.
Dopo molti avvertimenti, Dio era pronto a giudicare quella generazione. Questo
episodio del passato è educativo anche per noi. Infatti, una delle azioni
che più offendono il Signore è quando seguiamo altri dèi,
trasgredendo il primo comandamento della legge che dice: “Non avere altri
dèi oltre a Me” (Esodo 20:3). Quali sono gli dèi del nostro
tempo? Tutto ciò che prende il posto del Dio della Bibbia! Anche i tuoi
affari, i tuoi progetti e perfino la tua stessa vita possono diventare degli
idoli che disonorano l’Eterno. Dio è severo, certo, ma è
anche misericordioso. Infatti dice a tutti: “…si converta ciascuno
di voi dalla sua cattiva via… non Mi provocate con l’opera delle
vostre mani e Io non vi farò nessun male” (Geremia 25:5-6). s.v.
(10)”L’ETERNO È CHE SA TUTTO E DA LUI SONO PESTATE LE AZIONI
DELL’UOMO”. (1 Samuele 2:3)
“Un Dio che sa tutto di me è uno che non rispetta la mia privacy”,
potrebbe dire qualcuno. Dal punto di vista di Dio. Perché Dio non ha
mai concesso all’uomo una sua privacy. “Non v’è nessuna
creatura che possa nascondersi davanti a Lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte
davanti agli occhi di Colui al quale dobbiamo render conto” (Ebrei 4:13).
Davanti a Dio siamo tutti “nudi e scoperti”, ed è per questo
che proviamo vergogna. Forse non sappiamo davanti a chi, ma la Parola di Dio
ce lo spiega: è davanti al suo Creatore che la creatura si vergogna,
perché vive nel peccato. La Bibbia però c’informa che lo
stesso Dio davanti al quale ci vergogniamo è Colui che ha provveduto
a coprire le nostre vergogne. Adamo ed Eva sono stati ricoperti con tuniche
di pelle di animali uccisi: un’immagine della morte di Cristo, il rimedio
di Dio al peccato dell’uomo. m.c.
(11)”SIANO GRADITE LE PAROLE DELLA MIA BOCCA, DAVANTI A TE I PENDISERI
DEL MIO CUORE, O SIGNORE”. (Salmo 19:14)
Leggendo questo versetto, sicuramente abbiamo pensato di non dire parole volgari,
di critica, di giudizio, ecc. Però c’è da notare che il
senso di questo passo biblico va un po’ oltre. Infatti, l’enfasi
è posta non sul divieto, ma sull’uso positivo delle parole. Forse
facciamo parte di quel gruppo di persone che non usano parolacce nei loro discorsi,
che cercano di non avere parole di giudizio o di critica nei confronti degli
altri, che come si dice, si fanno i fatti propri! Questo versetto vuole incoraggiarci
a usare parole che sono gradite al Signore, parole di benedizione, di amore
e di misericordia. E perché mai dobbiamo fare attenzione anche ai nostri
pensieri? Perché i nostri pensieri diventano parole, le nostre parole
si trasformano in azioni, le nostre azioni sfociamo in abitudini, le nostre
abitudini formano la personalità e la nostra personalità influenza
il corso della nostra vita. r.b.
(12)”L’ETERNO SI COMPIACERÀ DI NUOVO NEL FARTI DEL BENE”.
(Deuteronomio 30:9)
Il Signore è pronto a ricolmare delle Sue benedizioni tutti coloro che
si ravvedono e pongono in Lui la propria fiducia. La bontà di Dio esprime
il Suo profondo desiderio di fare con generosità del bene alle Sue creature.
L’amore è la manifestazione suprema della Sua bontà ed è
dimostrata dal Suo continuo dare. Il dono più grande che Egli ci ha fatto
è Suo Figlio, Gesù Cristo. La bontà di Dio non dipende
dai nostri meriti, poiché, in quanto peccatori, meritiamo soltanto la
condanna e la perdizione eterna. ma Dio mostra la grandezza della Sua benignità,
in quanto ama coloro che non sono amabili e vuole il loro vero bene. Come un
padre si compiace di fare il bene ai suoi figli, così desidera il bene
di coloro che, mediante la fede in Cristo, sono diventati Suoi figli. L’elenco
delle benedizioni che Dio vuole accordarti è lungo: il perdono dei peccati,
la salvezza eterna, ciò di cui hai bisogno, la gioia e la serenità,
la possibilità di avere comunione con Lui per mezzo della preghiera,
la Sua Parola, una speranza e un futuro eterno con Lui, la gioia di una famiglia,
di un lavoro… p.d.n.
(13)”ADORA IL SIGNORE, IL TUO DIO, E A LUI SOLO RENDI IL CULTO”.
(Luca 4:8)
Siamo proprio sicuri di ubbidire a questo che è il primo comandamento?
Spesso anche chi si dice cristiano pone poi accanto a Dio qualche altro a cui
rendere culto. Il Signore però non cede l’onore che Gli è
dovuto a nessuno, “poiché l’Eterno, il tuo Dio, è
un fuoco che divora, un Dio geloso” (Deuteronomio 4:24). Solo il Signore
deve essere adorato e onorato, Egli è il Signore Gesù, è
anche il solo mediatore fra noi e il Padre che è nei cieli (vedi Timoteo
2:5). Non abbiamo bisogno di altri. Ogni pensiero e onore rivolto ad altri non
è che un atto di idolatria. La Parola di Dio ci dice che dobbiamo pregare
solo il Padre nel nome di Cristo. Se ci rivolgiamo ad altri, stiamo in realtà
dicendo che il Signore Gesù non può ascoltarci, risponderci o
aiutarci; non ci fidiamo di Lui. È un atteggiamento molto grave che offende
il nostro Creatore e Salvatore. v.n.
(14) 2L’ETERNO SI FARÀ CONOSCERE. (Isaia 19:21)
Che affermazione categorica: l’Eterno e solo Lui può farsi conoscere
all’essere umano. Allora ogni sforzo fatto dall’uomo per arrivare
a una conoscenza personale di Dio risulta vano? Sì. Attraverso la creazione
e la coscienza, tutti possono arrivare a conoscere solo qualche aspetto dell’Eterno:
la Sua potenza e la Sua divinità (Romani 1,19-20). Ma non potremmo arrivare
a conoscerLo personalmente, se Lui stesso non si fosse rivelato all’umanità.
Sì, Dio si è rivelato a noi attraverso la Sua Parola e in Gesù!
Attraverso Gesù arriviamo a conoscere personalmente l’Eterno: “Nessuno
ha mai visto Dio; l’unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è
quello che L’ha fatto conoscere” (Giovanni 1:18). Puoi affermare
anche tu di conoscere Dio? Hai con lui una relazione tanto intima da poterLo
chiamare Padre? Solo credendo in Gesù si ha diritto diventare figli di
Dio (leggi Giovanni 1:12). e.m.
(15) “GESÙ CREA LA FEDE E LA RENDE PERFETTA”. (Ebrei 12:2)
Dopo aver riflettuto intorno e sulla persona di Gesù, l’autore
dell’epistola agli Ebrei è giunto a queste conclusioni: 1). Gesù
è l’Oggetto della fede. Infatti, è stato il soggetto dello
studio dei santi del passato, i quali hanno riconosciuto la Sua supremazia sul
mondo visibile e invisibile. 2). Gesù è il Demiurgo della fede.
Egli è il mezzo e il Creatore di tutte le cose. Se contempliamo Gesù,
desiderosi di conoscerLo attraverso la Sua Parola, lo Spirito Santo crea in
noi la fede. Questa fede non risiede nell’uomo né può essere
risvegliata, ma vive per mezzo dell’ascolto della Sua Parola e per opera
sovrana dello Spirito Santo. 3). Gesù è il perfezionatore della
fede. Avendo creduto in Lui, ogni credente guarderà costantemente al
suo Signore e Salvatore per compiere un cammino di ubbidienza. I credenti saranno
come dei modelli di pietra grezza che, nel desiderio di essere simili a Lui,
prenderanno forma e perfezione nel contemplarLo, scolpiti dalla Sua maestà,
per divenire Sue gemme preziose. m.m.
(16) “BEATO L’UOMO CHE DIO CORREGGE”. (Giobbe 5:17)
“Si arriva a Milano da questa parte?”. “No, signore, ha sbagliato
strada, per arrivare a Milano deve andare…”. Questo è un
tipo di correzione che accettiamo volentieri: se stiamo andando in una direzione
sbagliata, siamo ben contenti se qualcuno ci avverte e ci corregge. Stranamente,
non reagiamo allo stesso modo quando a correggerci è Dio stesso. La Bibbia
paragona spesso la vita pratica a un cammino che ha inevitabilmente un punto
di arrivo. Nessuno vorrebbe arrivare in un luogo di sofferenza, eppure molti
camminiamo disinvoltamente per una via che li conduce alla perdizione eterna
senza preoccuparsi di chiedersi se stanno camminando per una vita sbagliata.
Beato dunque l’uomo che Dio stesso corregge, non soltanto avvertendolo
dell’errore di direzione, ma indicandogli anche la giusta Via che conduce
alla salvezza eterna: il Signore Gesù. m.c.
(17) “O ETERNO, AL MATTINO TI OFFRO LA MIA PREGHIERA”. (Salmo 5:3)
Leggendo questo testo, constatiamo che l’espressione “al mattino”
viene ripetuta due volte per dare maggiore enfasi al discorso e intende sottolineare
che il primo pensiero di Davide, all’inizio della giornata, è porsi
in preghiera davanti al Signore. Allo stesso modo anche noi dobbiamo prendere
esempio da Davide, ponendoci in preghiera sin dal mattino, poiché se
desideriamo che i nostri impegni quotidiani (lavoro, scuola, faccende di casa,
impegni nella chiesa, relazioni con gli altri, svago), siano spesi per la gloria
di Dio, dobbiamo affidare la nostra giornata al Signore. Così facendo
dimostriamo di voler dipendere da Lui e che senza di Lui nulla possiamo (Giovanni
15:5). n.s.
(18) “SIGNORE, I TUOI DISEGNI, CONCEPITI DA TEMPO, SONO FEDELI E STABILI”.
(Isaia 25:1)
Se l’idraulico mi dice: “Signora, non si preoccupi: ci penso io”,
è la volta che comincio a preoccuparmi che il rubinetto del bagno continuerà
a colare. Con Dio non è così. Le Sue promesse e i Suoi piani sono
stabili. Quello che dice lo farà. La mia fiducia dipende dal Suo carattere.
Dio è fedele, mantiene la Sua Parola. È fedele nel mantenere in
piedi questo nostro universo, con una precisione che spacca il millesimo di
secondo. Ve lo immaginate cosa succederebbe se, per un istante dimenticasse
di far funzionare la forza di gravità? Schizzeremmo tutti chissà
dove. Ha detto che avrebbe mandato un diluvio universale e lo ha mandato. Ha
detto che non ne avrebbe mandato un altro, e non c’è più
stato. Ha promesso di mandare un Salvatore e l’ha mandato. E a chi crede
in Lui fa una promessa basata sulla Sua fedeltà: “Se confessiamo
i nostri peccati, Egli è fedele e giusto da perdonarci i nostri peccati
e purificarci da ogni iniquità” (1 Giovanni 1:9). m.t.s.
(19) “IO SONO IL DIO ONNIPOTENTE; CAMMINA ALLA MIA PRESENZA E SII INTEGRO!”
(Genesi 17:1)
Abraamo era già vecchio, come pure sua mogli Sara, e la promessa che
Dio gli aveva fatto di un figlio doveva ormai sembrargli un sogno sempre più
realizzabile. Dio gli rivolse le parole del versetto di oggi, prima ancora di
ricordargli che Lui era perfettamente in grado di attuare ciò che aveva
promesso, essendo appunto “il Dio onnipotente”. Il che significa
che nulla Gli è impossibile. Dopo aver affermato la propria onnipotenza,
Dio proseguì con due ordini: “Cammina alla Mia presenza”
e “sii integro”. La Bibbia ci assicura che Abraamo fu giustificato
per fede, come accade a chiunque altro anche oggi: non esiste altra via per
essere salvati. Ma, una volta salvati, tutti devono in ubbidienza a Dio e camminare
in modo integro, proprio come Dio ordinò ad Abraamo. h.p.
(20) “QUELLI CHE CERCANO IL SIGNORE LO LODERANNO; IL LORO CUORE VIVRÀ
IN ETERNO”. (Salmo 22:26)
Il ministero del Signore Gesù sulla terra fu annunciato e preceduto dalla
predicazione di Giovanni il battista. I Vangeli ci raccontano che era venuto
a predicare il ravvedimento a Israele per “preparare un popolo ben disposto”
(Luca 1:17) ad accogliere Gesù, il Messia promesso. Il Dio della Bibbia
non è un Dio misterioso e lontano che si lascia trovare dopo chissà
quante peripezie o ricerche mediatiche. Egli si lascia trovare solo da chi sente
il bisogno di essere perdonato, da chi è determinato ad abbandonare il
peccato, da chi avverte un profondo senso d’insufficienza di fronte alla
Sua santità. Ricordate come Gesù iniziò il famoso Sermone
sul Monte? “Beati i poveri in spirito, perché di loro è
il regno dei cieli” (Matteo 5:3). Chi cerca Dio con tutto il suo cuore,
Lo troverà e allora Lo loderà e Lo ringrazierà, perché
i suoi occhi si saranno aperti verso una nuova luce. Questa è stata l’esperienza
di migliaia di credenti tutto il mondo e se non è ancora la tua, che
possa esserlo al più presto. g.b.
(21) “QUESTA È LA VITTORIA CHE HA VINTO IL MONDO: LA NOSTRA FEDE”
(1 Giovanni 5:4)
Da che mondo è mondo, dove c’è una vittoria c’è
festa e gioia. Coloro che credono in Gesù Cristo e nella Sua opera, hanno
la vittoria certa sul mondo e sul peccato. Qual è elemento fondamentale
per ottenere la vittoria su questo mondo di tenebre? La fede. La fede è
la mano nuda che afferra il dono di Dio, cioè Gesù Cristo. Non
è importante quante cose cuoi fare per il Signore, perché il fare
esalta i propri sentimenti e ti fa sentire meritevole di un dono, ma ciò
che è importante, è dare fiducia a quello che Dio ha fatto per
noi, quindi CREDERE, AVERE FEDE! Per l’uomo era impossibile riconciliarsi
con Dio attraverso i propri sforzi. L’unica strada è Gesù
Cristo. Vuoi assaporare le gioie che scaturiscono dalla vittoria sul mondo?
Credi in quello che Dio ha fatto, e potremo ringraziarLo insieme. p.p.
(22) “L’ETERNO NOSTRO DIO CI HA PARLATO”. (Deuteronomio 1:6)
Dio ci parla quando siamo disponibili all’ascolto. A me piace parlare
con persone che mi guardano negli occhi, che mostrano interesse nella discussione,
che partecipano con empatia. Qualche volta, invece, l’interlocutore si
dimostra distratto, frettoloso, indifferente, annoiato, stressato; allora la
conversazione diventa sterile e scoraggiante. Che tipo di interlocutore sono
per Dio? M’interessa quello che ha da dirmi? Ascolto la Sua Parola con
piacere? Mi lascio sorprendere da essa? Mi cambia la vita? Credo che la Sua
parola sia “viva ed efficace, più affilata di una spada a doppio
taglio”, capace di arrivare nel profondo della mia persona (Ebrei 4:12)?
So per esperienza che il Signore ci parla quando ci trova disposti ad ascoltare.
m.f.
(23) “MEDIANTE LE OPERE NESSUNO SARÀ GIUSTIFICATO”. (Romani
3:20)
Quando Lutero, il grande riformatore del 1500, capì appieno questo concetto,
esplose con queste parole: “Per me fu come rinascere e varcare la porta
spalancata del Paradiso. Tutto a un tratto, la bibbia intera assumeva per me
un aspetto diverso. La passai in rassegna, così come la ricordavo, e
radunai una quantità d’espressioni simili, come “opera di
Dio”, cioè l’operare di Dio dentro noi; “potenza di
Dio”, cioè la potenza della quale Dio ci rende forti; “sapienza
di Dio”, cioè la sapienza di cui rende sapienti. Quanto più,
fino ad allora, avevo odiato le parole “giustizia di Dio”, tanto
più ora mi erano care e dolci… Nel linguaggio della Scrittura “giustizia
divina” significa grazia e misericordia divina, che Dio infuse in noi
per mezzo di Cristo e per le quali siamo considerati giusti davanti a Lui…
A operare non siamo noi ma Dio con la Sua grazia… Il Vangelo non insegna
null’altro e chi crede in esso possiede la grazia, è giusto davanti
a Dio e sarà beato”. r.b.
(24) “È NATO PER VOI UN SALVATORE, CHE È IL CRISTO, IL SIGNORE”.
(Luca 2:11)
Non c’è mai stata nell’umanità, a memoria d’uomo,
un annuncio più importante di questo. Né divinità, né
personaggi religiosi o politici sono mai stati annunciati, né prima,
né alla venuta della loro esistenza, con queste parole: Salvatore, Cristo
e Signore. La nascita di Gesù fu preannunciata: il profeta Isaia, addirittura
seicento ani prima, disse: “Poiché un Bambino ci è nato,
un Figlio ci è stato dato, il dominio riposerà sulle Sue spalle;
sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe
della pace” (Isaia 9:5). Il tempo fu segnato dalla cometa, la Sua nascita
fu proclamata da angeli ai pastori. Molte nazioni socialmente differenti, con
ruoli diversi in epoche diverse hanno scritto di Lui. Tutto fu eccezionalmente
unico come Lui è Unico. In seguito, il Padre dal cielo lo confermò
dicendo: “Questo è il Mio diletto Figlio, ascoltateLo”. Leggi
la Bibbia, scoprirai il Salvatore che è “il Cristo il Signore”!
m.m.
(25) “UN BAMBINO CI È NATO, E IL DOMINIO RIPOSERÀ SULLE
SUE SPALLE”. (Isaia 9:5)
Sembra di sentire i suoni di quella notte benedetta. I canti gloriosi degli
angeli, colmi di gioia e adorazione, i belati delle pecore, le voci meravigliate
dei pastori che erano stati inviati a incontrare il Neonato. Ricordavano a tutti
che l’Agnello senza peccato era venuto al mondo, teneramente, discretamente,
divinamente. E, intorno, i suoni e i rumori della vita che pulsava. Uomini e
donne con i loro carichi di gioie, affanni, dolori, attività; uomini
e donne che avevano bisogno che quel Bambino venisse al mondo per offrire loro
salvezza. Non era un neonato, qualunque, era Dio, incarnato e donato alla gente
di ogni tempo. Non era inerme, ma nella Sua fragilità si nascondeva un
grande potere: quello di fondare il Suo Regno eterno. Non era nemmeno inutile,
il popolo che sceglie di seguirLo è in costante incremento e oggi festeggia
il Dono più meraviglioso che si possa ricevere. Festeggia con gioia,
riconoscenza e stupore! m.f.
(26) “EGLI SARÀ CHIAMATO CONSIGLIERE AMMIRABILE, DIO POTENTE, PADRE
ETERNO, PRINCIPE DELLA PACE”. (Isaia 9:5)
Ieri la cristianità ha ricordato la nascita del Signore Gesù,
la Sua incarnazione in un piccolo essere umano. Egli è il Creatore di
tutto l’universo, ha accettato di rinunziare alla Sua gloria e grandezza
per farsi uomo. E in quali condizioni! Ha scelto una famiglia povera, una situazione
precaria per il parto, poi la persecuzione e fuga. Secondo la logica umana questo
sarebbe stato l’inizio di un’esistenza quasi invisibile e insignificante.
Un bambino come tanti una famiglia come tante! Ma era proprio così? No!
Una schiera di angeli in coro annuncia la Sua nascita: quale figlio di re o
presidente ha avuto tale privilegio? In cielo una stella luminosa traccia il
cammino ai magi che vengono da lontano per adorarLo come Re. Diversi secoli
prima della Sua nascita Dio, per bocca di Isaia, Lo presenta come Consigliere
ammirabile, Dio potente, Padre eterno e Principe della pace. Fermiamoci a riflettere
sul significato di ognuna di queste qualifiche e vedremo Gesù Cristo
non più come il piccolo bambino indifeso, ma come Egli veramente è!
w.g.
(27) “SE NON VI RAVVEDETE PERIRETE TUTTI COME LORO”. (Luca 13:5)
Il giorno che Gesù pronunciò queste parole si era sparsa la notizia:
“Diciotto persone sono morte nel crollo della torre di Siloe!”.
Gli Ebrei pensavano che le disgrazie fossero sempre la conseguenza di peccati
specifici. I commenti, probabilmente, erano: “Quei diciotto devono essere
stati dei grandi peccatori …”. È un idea comune anche oggi:
“Dio lo punisce perché…”. Gesù taglia corto:
“La stessa sorte vi aspetta. Anche voi perirete eternamente se non vi
ravvedete…”. Andiamo verso la fine dell’anno. Forse hai letto
questo calendario per la prima volta nel 2008, oppure un amico te lo regala
da anni. Il Vangelo ti piace. Sei un bravo cittadino, la tua moralità
non fa una piega, ma non ti devi illudere. Se non hai ancora ammesso che sei
un peccatore e non hai accolto Gesù come tuo Salvatore, sei in pericolo.
Oggi sei vivo. Pensa seriamente al tuo futuro eterno! m.t.s.
(28) “VI SARANNO GRANDI TERREMOTI, CARESTIE, FENOMENI SPAVENTOSI E GRANDI
SEGNI DAL CIELO”. (Luca 21:11)
Era una splendida giornata. Il ponte di una nave era gremito di gente che godeva
la tranquillità e la fresca brezza marina. Solo il gatto del capitano
sembrava non sentirsi a suo agio e correva sul ponte da un angolo all’altro.
Il capitano avvertì i passeggeri di lasciare il ponte e ritirarsi nelle
cabine perché era in arrivo una tempesta. Disse: “È vero
che il cielo è blu, ma guardate quelle piccole macchie scure sull’orizzonte
e il gatto agitato che corre come un forsennato. Quella bestia è meglio
di un barometro”. Infatti di lì a qualche minuto arrivò
la tempesta. La Parola di Dio ci rivela che la fine è vicina e che il
Signore giudicherà questa generazione storta e perversa. I segni premonitori
degli ultimi tempi sono evidenti: terremoti devastanti in continuo aumento,
l’imprevedibilità del clima, insorgenza di malattie e pestilenze
non curabili, immoralità sempre più dilagante, ecc. Mentre ognuno
mangia, beve e scherza, inconsciamente ci si dirige verso la tempesta del giudizio
di Dio. Beati quanti si rifugiano in Cristo Gesù. s.g.
(29) “ECCO, GESÙ VIENE CON LE NUVOLE E OGNI OCCHIO LO VEDRÀ”.
(Apocalisse 1:7)
Questo è l’annuncio della seconda venuta di Gesù nel mondo.
La prima volta che arrivò sulla terra, ci venne come Salvatore del mondo,
e furono pochissimi quelli che lo videro arrivare. La seconda volta tornerà
in gloria, come Re sovrano, e tutti Lo vedranno. Per coloro che l’avranno
già ricevuto come Salvatore e Signore, sarà un’esperienza
bellissima; ma, per quelli che non avranno fatto questo passo, sarà un’esperienza
terribile, perché riceveranno la giusta condanna in quanto nemici di
Dio. Ed è proprio in questo senso che dev’essere inteso il riferimento
a coloro che “trafissero” Gesù, poiché riguarda non
solo chi lo fece materialmente (cioè, i soldati romani), ma anche tutti
coloro che ne sono colpevoli in qualche modo (l’umanità intera
irrigenerata). Infatti, Gesù morì come l’Agnello di Dio
che toglie il peccato del mondo. h.p.
(30) “MI SONO MANTENUTO NELLE VIE DELL’ETERNO E NON MI SONO EMPIAMENTE
SVIATO DAL MIO DIO”. (2 Samuele 22:22)
Alla fine di ogni anno siamo portati a fare un bilancio. A volte siamo abbastanza
soddisfatti, altre un po’ meno e non solo per come sono andate le cose,
ma anche per come abbiamo reagito agli eventi. Il re Davide, nel brano che fa
da contesto al versetto di oggi, fa un bilancio della sua esistenza; una vita
di successo: la vittoria sul gigante Golia, da umile pastore a re, vittorioso
in tante battaglie, ecc. Ma era anche caduto in un duplice e terribile peccato;
adulterio e omicidio; come può dire di essersi mantenuto integro nella
via dell’Eterno? Perché nell’abisso del peccato ha saputo
umiliarsi e riconoscere tutta la sua colpevolezza, invocare con sincerità
il perdono di Dio e chiederGli di rinnovare il suo cuore: “O Dio, crea
in me un cuore puro ed infondi dentro di me uno spirito nuovo…”
(Salmo 51:10). Nessun essere umano è esente dal peccato, ma non tutti
sanno riconoscerlo e umiliarsi davanti a Colui che conosce i cuori e i pensieri
e che può, solo Lui, perdonare i cuori rotti e pentiti. w.g.
(31) “L’ETERNO, IL TUO DIO, È STATO CON TE E NON TI È
MANCATO NULLA”. (Deuteronomio 2:7)
Per tutto l’anno ti hanno detto che ti mancava qualcosa. Non hai l’ultimo
cellulare, neanche l’ultimo hi-fi e neppure il televisore al plasma, non
hai quel tipo di lavatrice e neanche la lavastoviglie all’avanguardia,
il PC è ormai da buttare. Ti mancano un sacco di cose e ti chiedono come
fai a vivere senza questo o quello, anche perché ce l’hanno ormai
proprio tutti e a te, invece, manca; forse potresti usare questo ultimo giorno
del 2008 per tappare quel senso di vuoto, per sentirsi meglio, più completo
e meno mancante. Ti dicono che è facile, basta recarsi nel centro commerciale
più vicino. La Parola di Dio che è eterna e che non cambia, dice
tutt’altro. Se ti sei tenuto stretto al tuo Dio non ti è mancato
davvero nulla di ciò che è indispensabile, se, invece, non conosci
questo senso di appagamento e non lo hai mai esperimentato, questo 31 dicembre
2008 è il giorno giusto per avvicinarti all’Eterno. a.m.