Vi parlerò di alcune rivelazioni di Dio che sono di importanza
fondamentale per la comprensione di tutti i cristiani, e farò spesso
riferimento anche al popolo scelto di Israele. In questa sala, sono
sicuro, ci sono tanti cristiani e tanti ebrei e poiché io amo
profondamente tutti i fratelli cristiani e nutro una grande stima per
gli ebrei, vi prego di capire, prima che inizi, che quello che dirò non
riflette in alcun modo i miei sentimenti personali: porto semplicemente
testimonianza alla verità.
Talvolta testimoniare la verità è un compito doloroso, tuttavia è una
missione, un dovere che debbo assolvere. Può darsi che stasera il
contenuto del mio messaggio sia in contrasto con quella che, finora, è
stata la vostra comprensione; forse alcune cose saranno molto nuove per
voi. A volte sembra quasi che a Dio, nella Sua provvidenza, piaccia
vedere le perso ne scontrarsi. Gesù fu un Suo messaggero che rimproverò
aspramente le persone chiamandole empie e simili a serpenti e
certamente suscitò l’ira di molta gente. Se egli avesse detto agli
uomini del suo tempo che erano dei meravigliosi figli di Dio, pensate
che sarebbe stato ucciso? Senza eccezione, anche gli altri santi, ad
esempio Confucio e Maometto, dichiararono qualcosa che il mondo non
avrebbe voluto sentire; per questo vorrei chiedervi di pensare molto
seriamente a ciò che state per ascoltare.
Che cosa sarebbe successo se la nazione d’Israele avesse accolto a
braccia aperte Gesù Cristo? Se gli israeliti si fossero uniti a lui?
Innanzitutto Gesù non sarebbe stato ucciso e il popolo l’avrebbe
onorato come il Signore vivente; poi, insieme a lui sarebbero andati a
Roma e Roma avrebbe potuto ricevere il Figlio di Dio mentre era in
vita. Ma la triste realtà della storia è che ci sono voluti quattro
secoli per ché i discepoli di Gesù potessero sottomettere Roma. Gesù
non conquistò mai a sé il popolo scelto d’Israele e non ottenne mai da
loro l’appoggio di cui aveva bisogno. Egli era venuto per stabilire il
Regno dei Cieli sulla terra e invece dovette avvertire i suoi discepoli
di mantenere segreta la sua identità perché, dal momento che il popolo
non riconosceva la legittimità del suo ruolo messianico, Gesù non aveva
l’autorità per essere il Re dei Re.
Oggi abbiamo molto da imparare: non dobbiamo credere a tutto cieca
mente, dobbiamo conoscere la verità che si nasconde nella Bibbia. Gesù
non fu crocifisso per sua volontà, ma per volontà di altri; fu ucciso
perché gli uomini non ebbero fede in lui come Messia.
Sto facendo una dichiarazione molto audace: Gesù non venne per morire,
fu assassinato. I capi di quella che era la religione più preparata lo
consegnarono perché venisse crocifisso. Pilato, il governatore romano,
avrebbe voluto liberarlo ma fu costretto a rilasciare al suo posto
Barabba. Quale grande peccato, quale grande tragedia è stata questa!
Forse questa per voi è una notizia scioccante e sorprendente, ma se ciò
che provate è solamente stupore, allora non avete capito veramente il
mio scopo. Le persone che vivevano al tempo di Gesù commisero un
terribile errore, ma pensate che fossero molto più ignoranti e meno
coscienti di quanto lo siamo noi oggi? Assolutamente no. Studiavano
l’Antico Testamento parola per parola, impara vano a memoria la legge
mosaica, così, in base alla loro comprensione dei testi sacri, Gesù non
sembrava avere la qualifica per essere il Messia.
In quel momento la nazione d’Israele si trovava in una posizione molto
difficile. Se voleva adempiere le Scritture e le profezie, doveva
abbandonare il proprio modo d’intendere la legge mosaica. Duemila anni
di tradizione erano stati basati sull’Antico Testa mento perciò era
davvero difficile per le persone rivedere completamente, da un giorno
all’altro, la propria interpretazione della Legge accettando totalmente
Gesù come Figlio di Dio. Quei capi religiosi che avevano gli oc chi
inchiodati ad una interpretazione letterale delle Scritture, mancarono
semplicemente di coglierne lo spirito.
Esaminiamo ora la profezia di Malachia nell’Antico Testamento: “...Ecco
io invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno grande e
terribile del Signore, perché converta il cuore dei padri verso i figli
e il cuore dei figli verso i padri (Ml 3:4-6). Gli israeliti
conoscevano chiaramente la promessa di Dio, la sapevano a memoria, per
ciò prima del Messia aspettavano la venuta di Elia. Ecco perché, quando
il Messia finalmente arrivò, fu naturale per loro chiedersi: Dov’è
Elia?”.
Elia era un profeta che, circa 900 anni prima della venuta di Cristo,
aveva operato prodigiosi miracoli e si diceva che fosse salito al cielo
su un carro di fuoco. Ora, dal momento che Elia era asceso al cielo,
era dal cielo che si aspettava il suo ritorno. Ma prima che Gesù
venisse, si verificò un tale mira colo? Il popolo d’Israele ebbe
notizia dell’arrivo di Elia? No. Quello che in vece la gente cominciò a
sentire era Gesù Cristo che dichiarava di essere l’unigenito “Figlio di
Dio”. E Gesù non parlava affatto timidamente, ma con forza e con
autorità. Un uomo così non si poteva certo ignorare.
Questa situazione pose le persone di fronte a un grande dilemma. Subito
si chiesero: “Se questo Gesù è il Messia, allora dov’è Elia?”. Poiché
stava no aspettando ansiosamente la venuta del Messia nel loro tempo,
attende vano anche l’arrivo di Elia: credevano che Elia sarebbe disceso
direttamente dal cielo, giù dalle nuvole e che il Messia sarebbe venuto
subito dopo, in modo simile.
Pertanto quando Gesù proclamò di essere il Figlio di Dio, coloro che
l’udirono rimasero molto perplessi. Se non era venuto Elia, non ci
poteva essere alcun Messia, e nessuno aveva detto che Elia era già
venuto. Anche i discepoli di Gesù si trovarono in confusione. Quando
uscivano a predicare il Vangelo la gente si ostinava a negare che il
loro maestro potesse essere l’atteso Messia perché essi non erano in
grado di provare che Elia era già venuto. Dovunque andassero, si
trovavano di fronte a questo problema.
I discepoli di Gesù non avevano una profonda conoscenza dell’Antico
Testamento così, quando andavano a predicare, molta gente dotta li
rimproverava dicendo: “Ma non conoscete l’Antico Testamento? Non
conoscete la Legge di Mosè?” Attaccati sui versetti della Legge e dei
profeti, essi rimanevano in imbarazzo. Così un giorno, tornati da Gesù,
gli fecero questa domanda: “... Perché dunque gli Scribi dicono che
prima deve veni re Elia?”. Ed egli rispose: “Sì, verrà e ristabilirà
ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto,
anzi l’hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell’Uomo
dovrà soffrire per opera loro”. Allora i discepoli compresero che egli
parlava di Giovanni Battista (Mt. 17:10-13).
Secondo Gesù, dunque, l’Elia era Giovanni Battista. Questa è la verità
e noi l’abbiamo de terminata in base alle parole di Cri sto, ma i suoi
discepoli non riuscivano a convincere gli anziani e i sommi sacerdoti
di questo fatto, perché l’unica autorità a sostegno di quell’idea era
no le parole di Gesù Nazareno. Ecco perché la testimonianza di Giovanni
Battista era di importanza fondamentale. Purtroppo, Giovanni negò di
essere l’Elia quando gli fu chiesto, e la sua negazione fece apparire
Gesù un bugiardo.
Nella Bibbia leggiamo: “Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i
giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti ad interrogarlo:
“Chi sei tu?”. Egli confessò e non negò e confessò: “Io non sono il
Cristo”. Allora gli chiesero: “Che cosa dunque? Sei Elia?”. Rispose:
“Non lo sono”. “Sei tu il profeta?”. Rispose: “No” (Gv. 1:19-21)”.
Giovanni stesso disse: “Non sono Elia”, ma Gesù aveva detto: “È lui
Elia”.
Praticamente il Battista non permise al popolo di sapere che Elia era
già venuto. Gesù comunque proclamò la verità dicendo: “... e se lo
volete accettare, egli (Giovanni Battista) è quell’Elia che deve
venire” (Mt. 11:14), pur sapendo che la maggior parte del popolo non
avrebbe potuto accettarla. La gente, infatti, metteva in dubbio la sua
motivazione. Perché Gesù potesse sembrare il Messia, doveva prima
venire Elia; per questo il popolo pensò che Gesù mentisse allo scopo di
innalzare se stesso. Il Figlio di Dio divenne sempre più incompreso
dalla sua gente.
Era una situazione molto grave. A quei tempi, l’influenza di Giovanni
Battista si faceva sentire in ogni angolo d’Israele, mentre Gesù era
una figura oscura e ambigua nella società del suo tempo. Chi era nella
posizione di accettare le sue parole come verità? Il fallimento di
Giovanni Battista fu la causa principale della crocifissione di Gesù.
Giovanni aveva già visto lo Spirito di Dio discendere sul capo di
Cristo al fiume Giordano e in quell’occasione gli aveva reso
testimonianza dicendo: “Ho visto lo Spirito scendere come una colomba
dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha
inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: ‘L’uomo su quale vedrai
scendere e rimanere lo spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E
io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio” (Gv.
1, :32-34).
Sì, è vero, Giovanni Battista aveva reso testimonianza, e aveva volto
il lavoro che Dio si aspettava da lui in quel tempo. In seguito, però,
gli era no sorti dei dubbi e alla fine si era la sciato influenzare
dalle malelingue che circolavano sul conto di Gesù. Una di queste voci
diceva che Gesù era senza padre, era un figlio illegittimo. Certo il
Battista doveva aver sentito queste dicerie e si domandava come poteva,
una persona del genere, essere il Figlio di Dio. Anche se gli aveva
reso testimonianza, Giovanni più tardi cominciò ad avere dei so spetti
su Gesù e si allontanò da lui. Se il Battista fosse stato veramente
unito a Gesù, avrebbe potuto guidare la sua gente ad accettarlo come
Messia perché il potere e l’influenza di cui go deva Giovanni erano
molto grandi a quel tempo. Sto dicendo tante cose fuori del consueto e
forse vi chiederete con che autorità. È con l’autorità della Bibbia,
con l’autorità della rivelazione. Leggiamo assieme le Scritture e ve
diamo, parola per parola, quale fu il comportamento di Giovanni
Battista: “Giovanni intanto, che era in carcere, avendo sentito parlare
delle opere del Cristo, mandò a dirgli per mezzo dei suoi discepoli:
((Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?» (Mt.
11:2-3).
Questo successe molto tempo dopo che egli aveva reso testimonianza a
Gesù come Figlio di Dio. Come poteva dunque chiedergli: “Sei tu colui
che deve venire come figlio di Dio?” dopo che lo Spirito aveva
testimoniato di lui? Gesù era veramente addolorato, provava un
sentimento di rabbia e si rifiutò di rispondere direttamente a Giovanni
Battista con un sì o con un no. Gli disse invece: “Beato colui che non
si scandalizza di me”. Lasciatemi spiegare cosa voleva dire Gesù con
queste parole: “Giovanni, mi dispiace che tu ti scandalizzi di me. Una
volta tu mi hai riconosciuto, ma adesso dubiti di me. Mi dispiace che
la tua fede si sia dimostrata così debole”.
Dopo questo episodio Gesù parlò alle folle di Giovanni Battista,
volgendo loro una domanda retorica: “Che cosa siete andati a vedere nel
deserto? Una canna sbattuta dal vento? Che cosa dunque siete andati a
vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide
vesti stanno nei palazzi dei re! E allora che cosa siete andati a
vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta. Egli è colui
del quale sta scritto: “Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero
che preparerà la tua via davanti a te”. (Mt 11:7-10).
In quel momento Gesù dichiarava che Giovanni era 1’Elia, l’uomo
chiamato da Dio per condurre le persone al Messia. Da questo punto di
vista gli rendeva lode, concludendo con le seguenti parole: “In verità
vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni
Battista; tuttavia il più piccolo nel Regno dei Cieli è più grande di
lui” (Mt 11:11).
L’interpretazione cristiana tradizionale non ha mai spiegato
completamente il significato di questo passo.
In tutte le ere la missione dei profeti era stata quella di preparare
la strada al Messia e portargli testimonianza. I profeti avevano sempre
testimoniato a distanza di tempo, per questo il Battista era il più
grande fra tutti loro, perché era l’unico contemporaneo al Messia,
quello che poteva rendere testimonianza di persona al Cristo vivente.
Giovanni, tuttavia, falli nel riconoscerlo. Perfino il minore dei pro
feti che a quel tempo era in cielo, sapeva che Gesù era il Figlio di
Dio. Ecco perché il Battista, a cui era stata affidata la missione più
grande e aveva fallito, divenne più piccolo del più piccolo.
Gesù gli stava dicendo: Giovanni, tu sei andato nel deserto per
svolgere il ruolo del più grande profeta, sei andato a cercare il
Messia, il Figlio di Dio. Hai visto tutto, ma non hai capito il punto
fondamentale della tua missione. In realtà tu hai fallito nel
riconoscermi e non sei stato capace di vi vere secondo quella che era
l’aspettativa di Dio. Dio si aspetta che tu «prepari al Signore un
popolo ben di sposto», ma tu hai fallito”.
Gesù disse: “Da Giovanni Battista fino ad ora, il Regno dei Cieli
soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono” (Mt. 11:12).
Giovanni era lo strumento scelto da Dio, destinato ad essere il
discepolo principale di Gesù, non per violenza ma secondo la
provvidenza. Invece, egli fallì nella sua responsabilità e Simon
Pietro, con la forza e il potere della fede, si conquistò quella
posizione centrale. Altre persone la cui fede era più forte e più
impetuosa di quella del Battista, lottarono incessantemente al fianco
di Gesù per realizzare il Regno di Dio sulla terra. Gli uomini devoti
che seguivano fedelmente Giovanni non diventarono i 12 apostoli e i 70
discepoli di Cristo, come avrebbe dovuto succedere. Se Giovanni
Battista fosse di venuto il discepolo principale di Gesù, loro due
insieme avrebbero unito tutta Israele. Ma la verità è che Giovanni non
seguì il Figlio di Dio.
Un giorno i suoi seguaci andarono da lui e gli dissero: “Rabbi, colui
che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai reso
testimonianza, ecco sta battezzando e tutti accorrono a lui” (Gv 3:26).
Queste parole tradiva no la loro preoccupazione: “Guarda, tutta la
gente sta andando da Gesù. E tu?”. Allora Giovanni Battista rispose:
“Egli deve crescere e io invece di minuire” (Gv 3:30). Solitamente i
cristiani interpretano questa frase come una prova dell’umiltà di
Giovanni Battista, ma è un’interpretazione inesatta del significato di
queste parole. Se Gesù e Giovanni Battista fossero stati uniti, il loro
destino sarebbe stato quello di innalzarsi o cadere insieme. Per questo
la fama di Gesù non poteva crescere, mentre il prestigio di Giovanni
diminuiva. Che il suo ruolo diminuisse d’importanza, ecco cosa temeva
Giovanni! Una volta, riferendosi al Messia egli aveva detto: “Non sono
neanche degno di portar gli i sandali” (Mt. 3:11). Eppure fallì nel
seguire Gesù, perfino dopo aver saputo che era il Figlio di Dio. Il
Battista non aveva scuse: avrebbe dovuto seguire Gesù.
Dio lo aveva mandato come precursore del Messia, con una missione
chiaramente definita: “ preparare al Signore un popolo ben disposto”
(Lc. 1:17) ma, a causa del suo fallimento, Gesù non aveva nessun
fondamento su cui iniziare il suo ministero, perché il popolo non era
stato preparato a riceverlo. Pertanto egli dovette lascia re il suo
ambiente e lavorare da solo, cercando di creare una base sulla quale il
popolo avrebbe potuto avere fede in lui. Non vi può essere alcun dubbio
che Giovanni Battista fu un uomo di fallimento e fu direttamente
responsabile della crocifissione di Gesù.
Ancora una volta, forse, vi verrà da chiedermi: “Ma con quale autorità
dici queste cose?”. Io ho parlato con Gesù nel mondo spirituale ed ho
par lato anche con Giovanni Battista. Questa è la mia autorità. Se ora
non potete decidere se le mie parole sono la verità, senz’altro lo
scoprirete con l’andar del tempo. Queste sono verità nascoste che vi
vengono presentate come nuove rivelazioni. Mi avete sentito parlare
sulla base della Bibbia e se credete alla Bibbia dovete credere a ciò
che sto dicendo.
Pertanto dobbiamo giungere a questa conclusione: la crocifissione di
Gesù fu il risultato di una mancanza di fede da parte dell’uomo, e la
mancanza di fede più grande e più deleteria va ricercata in Giovanni
Battista. Questo significa che Gesù non venne per morire sulla croce.
Se così fosse, allora egli non avrebbe rivolto a Dio quella tragica,
angosciata preghiera nel Giardino del Getsemani. Gesù disse ai suoi
discepoli: “La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e
vegliate con me”.
E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e piangeva
dicendo: “Padre mio se è possibile, passi da me questo calice! Però non
come voglio io, ma come vuoi
tu!” (Mt26:38-39).
Gesù pregò in questo modo non una, ma tre volte. Se la morte sulla
croce fosse stata la realizzazione della volontà divina, senza dubbio
egli avrebbe invece pregato dicendo: Padre, sono onorato di morire
sulla croce per la Tua volontà”.
E invece egli pregò chiedendo che quel calice gli fosse risparmiato. Se
questa sua preghiera fosse nata dalla paura della morte, una simile
debolezza gli avrebbe fatto perdere la qualifica di Figlio di Dio.
Sappiamo della morte affrontata coraggiosamente datanti martiri nella
storia cristiana ed anche in altre occasioni, persone che non solo
superarono la paura di mori re, ma fecero del loro sacrificio finale
una grande vittoria. Fra tutti questi martiri come poteva Gesù essere
l’unico a mostrare la sua debolezza e paura, specialmente se la
crocifissione rappresentava il momento glorioso in cui realizzava la
volontà di Dio? Gesù non pregò in questo modo per debolezza: credere
una cosa simile è un oltraggio alla figura di Cristo.
La sua preghiera nel Giardino del Getsemani non nasceva dalla paura
della morte o della sofferenza. Gesù sarebbe stato disposto a morire
anche mille volte se con questo avesse potuto realizzare la volontà di
Dio. Nel Giardino del Getsemani egli era straziato dal dolore insieme a
Dio, e rivolse al Padre una supplica finale, perché sapeva che la sua
morte avrebbe soltanto causato un prolungamento della provvidenza
divina.
Cristo avrebbe voluto vivere per poter realizzare la sua missione
origina ria; credere che egli pregasse di poter allungare un pò di più
la sua vita sulla terra, a causa della sua debolezza umana, è un
tragico errore di comprensione. Il giovane Nathan Hale, nella lotta
d’indipendenza americana fu capace di dire, nel momento
dell’esecuzione: “Mi dispiace di avere sol tanto una vita da donare per
la mia patria”. Pensate che Gesù fosse un’anima meno grande di Nathan
Hale? No! Nathan Hale è un grande patriota, ma Cristo è il Figlio di
Dio.
Pensateci su. Se Gesù fosse venuto per morire sulla croce, allora non
avrebbe avuto bisogno che qualcuno lo tradisse. Sapete bene che Giuda
Iscariota fu il discepolo che lo tradì. Se Gesù, con la sua morte sulla
croce, avesse realizzato la volontà di Dio, allora quel discepolo
avrebbe dovuto essere glorificato come colui che ha reso possibile la
crocifissione, in quanto avrebbe aiutato la dispensazione di Dio. Ma
Gesù disse di lui: ‘Il Figlio dell’Uomo se ne va, come è scritto di
lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell’Uomo viene tradito;
sarebbe meglio per quell’uomo che non fosse mai nato!” (Mt. 26:24). E
Giuda, sappiamo, si uccise.
Inoltre, se Dio avesse voluto la croci fissione di Suo figlio, non
avrebbe avuto bisogno di 4000 anni per preparare il popolo scelto;
avrebbe fatto meglio a mandare Gesù in una tribù di selvaggi in modo
che la Sua volontà si sarebbe realizzata più in fretta.
Sento di dovervelo dire ancora: la volontà di Dio era che Gesù venisse
accettato dal suo popolo. Ecco perché Dio ha lavorato intensamente
nell’angoscia e nella speranza per preparare un suolo fertile che
potesse ricevere il seme celeste del Messia. Ecco il moti vo per cui
stabilì il Suo popolo scelto d’Israele, mandando un profeta dopo
l’altro per risvegliarne la fede, affinché fosse pronto ad accogliere
il Signore.
Dio avvisò e castigò il Suo popolo, lo persuase, lo sgridò, lo spinse e
lo punì perché voleva che accettasse Suo figlio. Un giorno qualcuno
chiese a Gesù: “Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?”
ed egli rispose: ‘Questa è l’opera di Dio: credere in colui che Egli ha
mandato” (Gv 6:28-29). Ma Israele fece esatta mente ciò che Dio aveva
cercato in ogni modo di non fare accadere: re spinse colui che Egli
aveva mandato. In tutti i suoi tre anni di ministero pubblico, Gesù
aveva un solo scopo: farsi accettare, perché non avrebbe potuto
realizzare la sua missione in altro modo. Sin dal primo giorno egli
predicò il vangelo con molta chiarezza, così che il popolo potesse
ascolta re la verità ed accoglierlo come Figlio di Dio. La parola
divina avrebbe dovuto portare la gente ad accettarlo, ma quando Gesù
vide che il popolo probabilmente non lo avrebbe accolto solo in virtù
dei suoi insegnamenti, cominciò a compiere opere straordinarie,
sperando di poter essere riconosciuto attraverso i suoi miracoli.
“Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli,
ma non sono stati scritti in questo libro. Questi so no stati
scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di
Dio e per ché,
credendo, abbiate la vita nel suo nome” (Gv20:30-31).
Ridiede la vista ai ciechi, mondò i lebbrosi, guarì gli zoppi, benedì i
sordi col dono dell’udito, resuscitò i morti. Gesù fece tutte queste
cose solo per ché voleva essere accolto, eppure il popolo diceva di
lui: “Costui scaccia i demoni in nome di Belzebul, principe dei demoni”
(Mt. 12:24). Che situazione straziante! Presto egli vide
l’impossibilità di farsi accettare e nella rabbia e nella disperazione
rimproverò la gente dicendo: “Razza di vipere!” (Mt. 12:34).Gesù non
nascose la sua collera, ma esplose nell’indignazione: “Guai a te,
Corazin. Guai a te Betsaida. Perché se a Tiro e a Sidone fossero stati
compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo
avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere” (Mt.
11:21). E mentre si avvicinava alla città di Gerusalemme pianse:
“Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi
quelli che ti sono invia ti, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi
figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non
avete voluto” (Mt23:37).
Chi ha mai capito il cuore straziato di Gesù? Egli disse: “Se avessi
compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace! Ma ormai è
stata nascosta ai tuoi occhi” (Lc. 19:42). In quel momento Gesù sapeva
che ormai non c’era alcuna speranza di evitare la morte, e tuttavia
rivolse a Dio una supplica nel Giardino del Getsemani e lo invocò sulla
croce dicendo: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mt
27:46). Così Gesù morì crocifisso non per realizzare la sua speranza
finale, non perché questo era il piano originale di Dio, ma per volontà
del popolo peccatore. Da quel momento in poi Cristo era destinato a
ritornare. Ed egli ritornerà e porterà a compimento la sua missione
sulla terra; perciò l’umanità deve attendere la sua seconda venuta per
la completa salvezza del mondo.
A questo punto forse molti si domanderanno: “Ma allora che valore han
no le profezie dell’Antico Testamento che parlano della morte di Gesù
sulla croce?”. Conosco molto bene queste profezie, ad esempio quella di
Isaia 53, ma dobbiamo sapere che nella Bibbia si trovano due linee
profeti- che, una che profetizza il rifiuto e la morte di Gesù, e
un’altra, come i capitoli 9, 11 e 60 di Isaia, che ne annunciano il
ministero glorioso se il popolo lo avesse accettato come Figlio di Dio
e Re dei Re. Eccone un esempio: “Poi ché un bambino è nato per noi, ci
è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della
sovranità ed è chiamato consigliere mirabile, Dio potente, Padre per
sempre, Principe della pace; grande sarà il suo dominio e la pace non
avrà fine sul trono di Davide e sul regno che egli viene a
consolidare e a rafforzare con il diritto e la giustizia, ora
e sempre… (Is. 9:5-6).
Questa è la profezia del Signore di gloria, di Gesù come Re dei Re e
principe della pace. Dall’altro lato invece leggiamo: “Eppure egli si è
caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi
lo giudicavamo castigato, percosso da Dio, umiliato. Egli è stato
trafitto per i nostri delitti, schiacciato per la nostra iniquità. Il
castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe
noi siamo stati guariti” (Is. 53:4-5).
Questa è la profezia del Cristo sofferente, vale a dire la profezia
della crocifissione.
Allora perché nella Bibbia Dio ci ha dato delle profezie
contraddittorie? Perché, nella Sua provvidenza, egli deve trattare con
noi, che siamo uomini caduti, e gli uomini caduti so no malvagi e
infidi ed hanno la capacità di tradire.
In un certo senso sia Dio che Satana hanno paura di noi, per la nostra
possibilità di tradire. Dio è il bene assoluto e non cambia mai la Sua
posizione; Satana è il male assoluto, ma neanche lui muta mai la sua
attitudine. Sotto questo aspetto essi si somigliano; noi invece siamo
una mescolanza di bene e di male, ci troviamo in una posizione di mezzo
fra Dio e Satana e abbiamo la possibilità di cambiare. Per questo siamo
imprevedibili: un giorno una persona può professare una fede assoluta
in Dio e il desiderio dì servirlo, e il giorno dopo quella stessa
persona può maledire Dio, unirsi a Satana e diventarne schiavo. Dal
momento che Dio non sapeva quale sarebbe stata la risposta del Suo
popolo alla provvidenza per il Messia, non aveva altra scelta che
predire due risultati contradditori, dandoci delle profezie duplici, la
cui realizzazione sarebbe dipesa dalle azioni dell’uomo. Perciò la fede
del popolo costituiva il fattore determinante per l’adempimento
dell’una o dell’altra profezia.
Per quanto riguarda Gesù, se il popolo gli avesse dimostrato fede e si
fosse unito a lui, allora egli sarebbe stato accettato, e ne sarebbe
conseguita la piena realizzazione delle profezie sul Signore di gloria.
D’altro canto se il popolo avesse mancato di fede, respingendo il
Messia al la sua venuta, si sarebbe realizzato inevitabilmente il
secondo tipo di profezie, quelle su1 Cristo sofferente. La storia ci
mostra che, non essendo- C abbastanza fede in Gesù, si adempì la
profezia del Signore di sofferenza, invece che quella del Signore di
gloria: la crocifissione e il cammino dolo roso di Gesù divennero
perciò il corso della storia.
Nella tradizione religiosa dell’Antico Testamento, il sacerdote era
qualificato ad uccidere l’offerta, porla sul l’altare e chiedere a Dio
di accettarla. Ci doveva essere qualcuno che tagliasse l’offerta a metà
e la mettesse sull’altare: poi poteva essere accettata da Dio. Il sommo
dei sacerdoti era Gesù Cristo. Egli doveva porre Israele, la nazione
scelta, nella posizione di sacrificio e sacrificarla completa mente; la
nazione scelta, a sua volta, non avrebbe dovuto lamentarsi di essere
nella posizione di offerta. Invece lo fece e la sua mancanza dl fede
portò Gesù a morire al posto suo come offerta. Dio non è qualcuno che
vuole vedere spargimento di sangue, eppure per poter salvare l’umanità
fu costretto a far questo. Poiché Gesù, come uomo, versò il suo sangue,
Dio ebbe una condizione sufficiente per restaurare l’umanità: ecco
perché alla fine fu costretto a mandare Suo figlio sulla croce.
La Bibbia non ci dà molte notizie sulla vita di Gesù prima del suo
ministero pubblico, a parte i racconti sulla nascita e pochi cenni
sulla sua infanzia. Non vi siete mai chiesti perché? Per trent’anni
Gesù visse in grande abbandono e umiliazione. C’erano tanti eventi e
circostanze che lo affliggevano e addoloravano. Gesù era una per sona
veramente incompresa dalla società del suo tempo e perfino dai suoi
familiari. Nessuno, assolutamente nessuno, lo trattava come il Figlio
dì Dio; non gli era neppure conferito il comune rispetto a cui ha
diritto ogni essere umano. La sua gente lo ridicolizzava, così la sua
vita faceva soffrire tremendamente il cuore di Dio. Se io rivelassi
anche solo un piccolo accenno ad alcune delle situazioni penose e
strazianti della vita di Gesù, non solo rimarreste scioccati e
allibiti, ma scoppiereste a piangere per il dolore.
Dio non desiderava che gli uomini conoscessero la tragedia, la realtà
di profonda sofferenza dell’umiliazione di Gesù. La sua morte non fu né
volontà né colpa di Dio, bensì un assassinio. Nel Cristianesimo la
salvezza dell’uomo non deriva dalla croce, ma dalla resurrezione; senza
di questa il Cristianesimo non ha nessuna forza, perché Gesù risorto
portò nuova speranza, nuovo perdono e un nuovo potere salvifico. Per
questo, quando rimettiamo la nostra fede in Cristo risorto e ci uniamo
a lui, ecco che si opera la nostra salvezza.
La più grande dichiarazione di Gesù fu quella di essere il Figlio
unigenito di Dio. E chi è costui? E’ la linea centrale, l’unico oggetto
o recipiente che può contenere pienamente l’amore di Dio. Gesù proclamò
di essere venuto nella posizione di sposo per tutta l’umanità ma si
pose anche a livello orizzontale, stabilendo con ogni persona un
rapporto di vicino, maestro, fratello e amico. Leggendo la Bibbia
appare evidente che Gesù era il canale centrale dell’amore e della
verità di Dio.
Gesù conosceva il cuore del Padre e quando fu crocifisso disse: “Dio
mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. La sua crocifissione causò
una tremenda sofferenza al cuore di Dio, che lo aveva mandato sulla
terra come Suo figlio unigenito, e desiderava ardentemente vederlo al
centro della famiglia, della società, della nazione e del mondo
generati da lui. Questa era la speranza di Dio e quando questa speranza
fu infranta a causa della ribellione e mancanza di fede del popolo
d’Israele, il Suo desiderio divenne quello di mandare un altro Messia,
un secondo figlio qui sulla terra. Una volta che Dio ha stabilito la
Sua volontà, non può semplicemente rinunciar vi a causa della
situazione che si crea sulla terra.
Gesù non poteva abbandonare la volontà di Dio solo perché colpito dalle
tremende opposizioni che incontra va; non poteva certo desistere dalla
sua missione, odiando le persone. Egli era un vero uomo perché viveva
perfettamente il modo di vita di Dio. Era un Dio vivente, il frutto
della verità, del Logos divino. Tra Dio e Gesù non c’era alcuna
separazione e poi-ché nessuno può distruggere Dio, così nessuno può
distruggere Cristo. La croce non rappresentò la sua distruzione e Dio
manifestò il potere della resurrezione affinché il mondo potesse vedere
che Suo figlio non era mai stato distrutto.
Il Cristianesimo ha dunque dei geni tori spirituali: Gesù, nella
posizione di padre spirituale e lo Spirito Santo in quella di madre
spirituale e noi, seguendoli, possiamo rinascere; si tratta però solo
di una salvezza spirituale. Ecco perché la tradizione cristiana ha
sempre negato la realtà fisica. At traverso la cooperazione fra Gesù e
lo Spirito Santo, ci purifichiamo dei no stri peccati e otteniamo la
rinascita sul piano spirituale. Dopo la crocifissione, la fondazione
cristiana poteva essere soltanto di natura spirituale, sebbene
originariamente Dio intendesse realizzare anche una fondazione fisica.
Oggi molti cristiani mettono esclusivamente l’accento sulla salvezza
per mezzo del sangue di Gesù, ma questo è veramente sbagliato agli
occhi di Dio. Nella Bibbia si narra la storia di una prostituta che era
stata condannata a morte e stava per essere lapidata. Gesù disse alle
persone che si erano radunate intorno a lei per giustiziarla : Chi è
senza peccato, scagli la prima pietra”, e tutti, imbarazzati,
lasciarono cadere le loro pietre. Quando ognuno si fu allontanato pie
no di vergogna, Gesù rivolgendosi al la donna che era stata accusata le
disse: “Non ti ha condannato nessuno? Neppure io ti condanno. Va’ e non
peccare più”.
Che cosa significa questo? Gesù offri va il perdono con le sue parole;
ancor prima di versare una sola goccia di sangue, il perdono dei
peccati esiste va già. Nessuno doveva attendere che egli morisse;
questa via di salvezza, accettando il mondo di Cristo, c’era già anche
in quel momento. Questo si trova nella Bibbia. Gesù non da va alla
gente un buono dicendo: “Ti perdonerò dei peccati e ti salverò, ma devi
aspettare che sia morto sulla croce”. Gesù poteva aprire la via del la
salvezza a tutti per mezzo della parola di Dio, perché il piano divino
di salvezza non richiede necessaria mente uno spargimento di sangue.
Salvezza significa che il Giardino di Eden verrà stabilito qui sulla
terra, con uomini, donne, famiglie viventi. Ciò di cui abbiamo bisogno
è una realizzazione viva, la realizzazione del l’amore di Dio portato
da Gesù, non l’alienazione, lo spargimento di sangue e la morte.
Oggi molti cristiani hanno un modo di capire veramente sbagliato.
Professano la resurrezione, ma resurrezione non significa che i corpi
dei morti risorgeranno. Questo è un concetto errato. La morte subentrò
quando gli uomini si separarono da Dio attraverso il cattivo uso del
Suo amore, ma i corpi fisici di Adamo ed Eva rimasero in vita.
Risorgere, pertanto, significa accettare la Parola di Dio per arrivare
a possedere il Suo amore.
Immaginate, per un momento, che Gesù apparisse qui: vorreste ricevere
solo la salvezza spirituale, frutto del sangue da lui versato, o
vorreste ottenere la salvezza viva, operante, dell’anima e del corpo?
Non vorreste che il vostro corpo e il vostro spirito fossero restaurati
insieme per mezzo del Cristo vivente?
Allora in che misura dovete essere come Gesù? Dovete arrivare al punto
di essere uniti a lui nel corpo e nel sangue. Ecco perché Cristo
stabili la condizione del sacramento dell’Eucarestia: i cristiani
dovrebbero vera mente sentire che stanno nutrendosi del corpo e del
sangue di Gesù. Quando mangiano il pane dovrebbero veramente percepire
l’amore e la vita di Gesù più di ogni altra cosa, e quando bevono il
vino dovrebbero realmente sentire che stanno bevendo il suo sangue.
Senza provare questi senti menti in quel momento, la salvezza non può
avere inizio. Questo era il metodo di Gesù per portare l’umanità dal
mondo di Satana al mondo di Dio, unendo così se stesso al credente at
traverso una concreta, reale esperienza dei sensi. Ciò significa che Sa
tana è tagliato fuori e gli uomini sono innestati a Cristo, una
consumazione con lui che risulta in una sola carne, un solo sangue,
insomma un’unica essenza umana. Allora si può provare questa unità e da
quel punto in poi l’individuo riceve la vita e l’amore di Dio. Il
Cristianesimo prevede anche il raggiungimento di una salvezza totale,
sia a livello fisico che a livello spirituale, ma nella situazione in
cui si trova adesso, non può offrire all’uomo la salvezza su entrambi i
livelli. Ecco perché il Messia deve ritornare: solo al tempo della
missione del Secondo Avvento potremo ottenere anche la salvezza fisica,
realizzando così la profezia del Signore di Gloria. Poiché al tempo di
Gesù si adempì la profezia del Cristo sofferente, lasciando in compiuta
quella del Signore di Gloria, quest’ultima profezia sarà quella che si
realizzerà al tempo del Secondo Avvento.
Vi prego, chiedete seriamente un’illuminazione su questi argomenti
nelle vostre preghiere. Chiedetelo a Gesù, oppure a Dio stesso. Se Gesù
fosse rimasto in vita e avesse portato a termine la sua missione
originale, di stabilire il Regno di Dio sulla terra, il Cristianesimo
non sarebbe mai stato quello che è oggi. Lo scopo della venuta del
Messia era la salvezza del mondo. Il popolo scelto doveva esse re lo
strumento di Dio, ma la salvezza non era destinata solo a lui, perché
Cristo è il salvatore di ogni anima sul la terra, è il salvatore di
tutta l’umanità. Poiché Gesù lasciò prematura mente questo mondo, ci
lasciò anche la promessa del suo Secondo Avvento.
I cristiani sono i secondi israeliti, ma il Messia non è ancora
arrivato. Nel mondo cristiano non c’è fondazione nazionale perché non
esiste alcuna nazione scelta da Dio a livello fisico. Se paragonate la
prima Israele alla seconda, al mondo cristiano, quale delle due ha più
valore? La prima Israele, benché piccola come territorio, aveva la
sovranità a livello sia fisico che spirituale e in questo senso era più
grande della seconda Israele che, pur essendosi estesa sul piano
spirituale in quasi tutto il mondo, non è però stata capace di
stabilire nulla di simile ad una vera nazione sul piano fisico.
Il Messia deve venire solo per i cristiani o per tutto il mondo? Ciò
che Dio assieme ai cristiani deve fare, è abbracciare il mondo intero
sia fisica mente che spiritualmente. Alla luce di questo, pensate che
il Messia dovrà venire nella carne o solo nello spirito?
Nel mondo ideale che costruiremo sa remo liberati dal peccato sia sul
piano fisico che su quello spirituale, sotto la concreta guida di Dio
come nostro genitore. Il Signore dovrà dunque ritornare nella carne per
realizzare la sua missione di salvare il mondo fisico, perché se
venisse sulle nubi del Cielo solo in spirito, non potrebbe adempiere al
suo compito di restaurare tutto il mondo sia spiritualmente che
fisicamente. Il problema risiede nella corruzione e nel peccato di
questo mondo, non del cielo.
Come verrà il Signore al Secondo Avvento? La nostra posizione di
cristiani è esattamente parallela .a quella degli anziani, degli scribi
e dei sacerdoti al tempo di Gesù. A quell’epoca il popolo aspettava che
l’Elia e il Messia arrivassero sulle nubi del cielo. Perché c’era
questa aspettativa, questo tipo di fede? La gente stava semplicemente
seguendo la profezia biblica di Daniele 7:13: “Guardando ancora nelle
visioni notturne, ecco apparire, sulle nubi del cielo, uno simile ad un
figlio d’uomo; giunse fino al vegliardo e fu presentato a lui” . A
causa di ciò che aveva predetto il grande profeta Daniele, il popolo
ebraico aveva ogni ragione di aspettarsi l’arrivo del Messia sulle nubi
del cielo. Oggi i cristiani attendono il ritorno del Signore proprio
nello stesso modo, sulle nuvole.
Giovanni disse: “Perché molti sono i seduttori che sono apparsi nel
mondo, i quali non riconoscono Gesù venuto nella carne. Ecco il
seduttore e l’anticristo (2 Gv: 7). La Bibbia dice che tanti negavano
l’apparizione di Gesù nella carne e Giovanni condannò queste persone
come l’anticristo. Non dimentichiamo, però, la profezia dell’Antico
Testamento che predice la venuta del Figlio di Dio sulle nubi del
cielo. Se non sappiamo tutta la verità, anche noi, come il popolo al
tempo di Gesù, rischiamo di diventare vittime della parola delle
Scritture.
Duemila anni fa, la gente si aspettava l’arrivo del Signore dalle nubi
del cielo e così, quando il Messia apparve nella carne, fu molto
difficile accettar lo. A quel tempo, infatti sorsero delle dispute fra
i discepoli di Gesù e i fede li d’Israele: “Bene, se il vostro maestro,
Gesù, è il Figlio di Dio, come può apparire come un uomo, nella carne?
Impossibile! Come potrebbe essere il Figlio di Dio? Sappiamo bene che è
il figlio di Giuseppe e di Maria. Come potrebbe essere il Figlio di
Dio? Il Figlio di Dio deve venire sulle nubi del cielo”.
Perciò in che modo, su che basi, potevano accettare Gesù? Coloro che
credevano letteralmente all’Antico Testamento senza comprenderne lo
spirito, rischiavano di fraintendere tutto. Allora, come apparirà il
Signore negli Ultimi Giorni? Noi ci troviamo in una situazione
esattamente parallela a quella del tempo di Gesù e se diventiamo
schiavi di un’interpretazione letterale del Nuovo Testamento invece di
essere “liberi” nel capire il suo spirito, commetteremo lo stesso
delitto . compiuto dagli anziani, dagli scribi e dai farisei di 2000
anni fa.
Allora, posso chiedervi, cosa fareste se il Signore ritornasse non
sulle nubi del cielo, ma sulla terra come un uomo nella carne? Come vi
comportereste? Il Signore del Secondo Avvento - sto affermando -
apparirà effettivamente come un uomo in carne ed ossa. A questo punto
la prima cosa che mi vorreste dire è che sono un eretico. Ma
ascoltatemi un momento.
L’importante è sapere da che parte starà Dio e in che modo Egli
realizzerà il Suo piano. Non importa se un uomo o le sue opinioni sono
considerate eretiche; non importa qual è la mia o la vostra visione del
mondo: ciò che conta è solo la visione del mondo che Dio ha. E del Suo
punto di vista ancora una volta, nella Bibbia, troviamo due tipi di
profezie relative alla venuta del Signore del Secondo Avvento. In
Apocalisse 1:7 si profetizza decisa mente l’arrivo del Signore sulle
nuvole, ma la prima lettera ai Tessalonicesi afferma: Voi ben sapete
che come un ladro di notte, così verrà il giorno del Signore”. Esistono
dunque due profezie opposte. Che fare? Sceglie- rete semplicemente
quella che vi fa più comodo?
Può darsi che il Signore appaia con grande frastuono sulle nubi del
cielo, perché così dice la profezia; d’altra parte, però, potrebbe
venire come un ladro di notte. Ma se verrà sulle nuvole non potrà certo
introdursi in questo mondo furtivamente come un ladro, senza essere
visto. Il suo arrivo spettacolare richiamerà una tremenda attenzione e
non posso certo immaginare come un simile evento potrebbe essere
nascosto alla vostra vista.
Allora qual è la verità? Questa è una domanda cruciale. Allorché
vedrete i segni degli Ultimi Giorni, la Bibbia vi consiglia di
appartarvi in una stanza e mettervi a pregare. Chi può dirvi qual è il
tempo degli Ultimi Giorni? Gli angeli non lo sanno e Gesù disse che
neppure il Figlio dell’Uomo sapeva quando sarebbe arrivato quel giorno.
Soltanto Dio lo sa. Ecco perché la risposta ci può venire da Lui. Io
non vi sto dicendo che dovete credermi - niente affatto; vi sto
semplicemente rivelando quella che, a mio parere, è la verità, ma poi
sta a voi verificarla con Dio.
Oggi la maggior parte dei cristiani non sa qual è la propria posizione.
Crede semplicemente in Gesù e accetta le parole della Bibbia, pensando
che un giorno Cristo verrà sulle nubi e tutti i veri cristiani saranno
rapiti in cielo. In qualche modo ci sarà un in contro con il Messia
lassù e si celebrerà una specie di millennio. Ma tutto questo è
terribile, vuoto, assurdo. La religione non è qualcosa fuori dalla
realtà, su nella stratosfera.
Io dichiaro che il Signore non può apparire in maniera così
soprannaturale. Cristo non potrebbe ritornare in questo modo perché il
lavoro di Dio deve essere fatto qui sulla terra: la missione del Messia
è una missione fisica, concreta. Come uomo egli deve partire dal fondo
della miseria umana; deve venire dalla nazione più mi sera ed innalzare
la posizione dell’uomo da quella di schiavo, a quella di servo, poi di
figlio adottivo e infine di vero figlio, realizzando fisicamente il
Regno dei Cieli sulla Terra. Questa è la sua missione. Negli Ultimi
Giorni - dice la Bibbia - non date credito a chiunque: Non credete a
me, e non credete a qualcuno semplicemente per la posizione ufficiale
che occupa nella chiesa o nella società. Leaders di rinomata fama non
vi daranno necessariamente la guida che Dio vorrebbe darvi. Il cielo è
tanto vicino e voi potete innalzarvi così in alto, nello spirito, da
essere in grado di parlare con Dio e ricevere risposte diretta mente da
Lui, se il vostro desiderio è abbastanza forte e sincero.
In America ci sono tanti ministri, tanti sacerdoti e capi religiosi, ma
quanti di loro stanno veramente ascoltando la voce di Dio? Le nostre
orecchie non significano molto, né i nostri occhi servono a uno scopo
utile, se non abbiamo orecchie e occhi spirituali. Quando Gesù disse:
“Chi ha orecchie per intendere intenda” (Mt. 11:15), e poi, rivolto ai
suoi discepoli: “Ma bea ti i vostri occhi, perché vedono, e i vo stri
orecchi perché sentono” (Mt. 13:16), non si stava riferendo solo agli
organi di senso fisici. Quando usate i vostri sensi spirituali e
cercate di ascoltare la parola di Dio, troverete la Sua guida e
direzione. Ma diventare cittadini del Regno dei Cieli non è facile; se
solo per uno straniero ottenere in poco tempo la cittadinanza degli
Stati Uniti non è una cosa semplice, quanto più è difficile per noi
liberarci dalla nostra vita di corruzione ed entrare nel Regno dei
Cieli. Ma noi possiamo raggiungere proprio questo.
Sappiamo che, anche dopo essere caduti nel Giardino di Eden, Adamo ed
Eva erano ancora in grado di comuni care direttamente con Dio. Allora
pensate che dopo tutto ciò che ci ha rivelato nell’Antico e nel Nuovo
Testamento, Dio per qualche ragione sia diventato muto e sordo? Al
contrario, Egli è molto vivo ed oggi è possibile comunicare
direttamente con Lui. Dio vi può parlare e voi potete avere un incontro
diretto con Lui. Ne gli Atti degli Apostoli si dice che negli Ultimi
Giorni ‘ . . .i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri
giovani avranno visioni e i vostri anziani fa ranno sogni (At. 2:17).
Dobbiamo conoscere la verità e sapere cosa bi sogna fare per ottenere
la cittadinanza del Regno di Dio; dobbiamo sapere come e quando il
Signore verrà.
Esaminiamo ora la Bibbia per chiarire in che modo apparirà il Signore
del Secondo Avvento. Quando (Lc. 17:20,21) i Farisei chiesero a Gesù
come sarebbe venuto il Regno di Dio, egli rispose: ‘Il Regno di Dio non
vie ne in modo da attirare l’attenzione; il Regno di Dio è in mezzo a
voi”. Poi Gesù disse ai suoi discepoli: “Verrà un tempo in cui
desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’Uomo, ma
non lo vedrete”. Ma se il Signore verrà sulle nubi del cielo, come
potremo non vederlo? Tuttavia in Apocalisse 1:7 leggiamo: “... ognuno
lo vedrà, anche quelli che lo trafissero”. Che cosa possono voler dire
allora quelle parole? Perché non lo dovremmo vedere? L’unico modo in
cui possiamo mancare di riconoscere quel giorno è se pensiamo che il
Signore arrivi da una certa direzione e lui invece appare da una
direzione completamente diversa, in un modo del tutto inaspettato,
proprio come fece Elia al tempo di Gesù. Questo è il motivo per cui può
darsi che non ve diate il Signore al tempo della sua seconda venuta.
Un’altra predizione misteriosa fu fatta da Gesù Cristo stesso quando,
parlando del Signore del Secondo Avvento, disse: “Ma prima è necessario
che egli soffra molto e venga ripudiato da questa generazione” (Lc.
17:25). Se Cristo, al suo ritorno apparirà nella gloria sulle nuvole
del cielo, chi mai potrebbe negano? Nessuno gli causerebbe sofferenza e
dolore. L’unico modo in cui questa profezia si può adempiere è se le
persone si aspetta no il suo ritorno sulle nuvole ed egli invece si
presenta improvvisamente come un umile uomo, nella carne. Pensate che i
leaders cristiani di oggi ripeterebbero lo stesso errore commesso dagli
scribi, dai sacerdoti e da gli anziani al tempo di Gesù? E’ molto
probabile che lo neghino e lo respingano, perché il suo modo di venire,
per i capi del Cristianesimo, sarebbe molto difficile da accettare.
Tuttavia, in questo modo, si adempirebbe la profezia biblica: prima
egli soffrirà e sarà respinto da questa generazione.
Una volta Gesù fece una domanda molto importante: “Il Figlio dell’Uomo,
quando verrà, troverà fede sulla terra?” (Lc. 18:8). Che cosa ha a che
fare con noi questa domanda, quando ormai la fede cristiana si è
diffusa su tutta la terra? E’ perché, anche se oggi noi abbiamo fede,
la nostra può essere una fede sbagliata, una fede che si aspetta
l’arrivo del Signore sulle nubi del cielo. Oggi sulla terra ci sono
poche persone con un tipo di fede pronto ad accettare il Figlio
dell’Uomo nella carne; se così non fosse la profezia biblica di cui
stiamo parlando non potrebbe realizzarsi. Vi prego di notare che Gesù
non disse che non ci sarebbero stati credenti, ma che non ci sarebbe
stata fede. Egli disse anche:
“Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà
nel Regno dei Cieli, ma colui che fa la volontà del
Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel
giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato
nel tuo no me e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto
molti miracoli nel tuo no me? Io però dichiarerò loro:
Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me,
voi operatori di iniquità” (Mt. 7:21- 23).
Questa profezia non si potrà adempiere se la seconda venuta di Cristo
si realizzerà sulle nubi del cielo.
Al tempo del Secondo Avvento le persone di nuovo grideranno: “Signore,
Signore”. E nello stesso tempo potranno trovarsi nel processo di cerca
re di crocifiggere il Messia, se egli apparirà in un modo diverso da
quello che si aspettano. Questo ci dice la Bibbia: coloro che hanno
veramente occhi per vedere, vedranno, e quelli che hanno veramente
orecchie per in tendere, intenderanno. Lungo tutta la storia Dio ha
sempre mandato i Suoi profeti prima di realizzare qual cosa, avvertendo
le persone dei Suoi piani. Per quanto profonda sia la fede cristiana
oggi, per quanti milioni di fedeli contino le chiese, questi e le loro
chiese, e il loro mondo declineranno, se non sapranno accettare il
Signore, in qualsiasi modo egli possa presentarsi. Questo fu il tragico
destino di Israele e dell’Impero Romano, quando negarono Gesù Cristo,
indipendentemente da quanta onestà e giustizia potessero dimostrare in
tutto il resto.
Pertanto dobbiamo essere aperti a un nuovo messaggio. Gesù non venne
per ripetere la legge mosaica e proprio come egli si rivelò attraverso
una nuova espressione di verità, così il Signore del Secondo Avvento si
rivelerà con la verità di Dio per i nostri tempi. Questa verità non
sarà una semplice ripetizione del Nuovo Testa mento.
I primi antenati persero il Regno che Dio voleva stabilire sulla terra.
Satana invase il mondo portando Eva dal la sua parte ed Eva, a sua
volta, si portò via Adamo: così Dio fu lasciato solo e separato dai
Suoi figli. Da allora tutta l’umanità ha sofferto sotto la schiavitù
del male. Per questo, Dio deve mandare un nuovo antenato dell’umanità
per dare inizio ad una storia nuova. Il Suo lavoro è la restaurazione,
un lavoro che procede sempre nella direzione opposta a ciò che fu perso
in origine. Ciò significa che Dio innanzitutto ha bisogno di trovare il
Suo Adamo perfetto, un Adamo che invece di tradire la Sua volontà, di
venti uno con Lui. Questo Adamo, poi, deve restaurare la sua sposa nel
la posizione di Eva. Adamo ed Eva perfetti, uniti insieme, saranno
quindi in grado di sconfiggere Satana e di cacciarlo dal mondo e in
questo modo col primo vero antenato dell’umanità comincerà una nuova
storia.
Il primo inizio di Dio fu Alfa, ma poiché questo venne invaso dal male,
Dio restaurerà il mondo in Omega. Nella prima lettera ai Corinzi 15:14,
si fa riferimento a Gesù come Ultimo Adamo. Dio desiderava benedire
Adamo ed Eva in matrimonio, dopo che avessero raggiunto la perfezione
in modo che, come coppia celeste, avrebbero potuto generare veri figli
di Dio. Questo purtroppo, nel Giardino di Eden non si realizzò ed ecco
per ché Gesù venne nella posizione di Adamo. Dio intendeva trovare una
vera sposa e benedire in matrimonio Gesù; così i Veri Genitori
sarebbero stati stabiliti a quel tempo ed avrebbero potuto superare la
storia del ma le, cambiandone la direzione. Dal mo mento che tale
speranza non si realizzò completamente con Gesù, dopo 2000 anni egli
ritornerà sulla terra come un uomo per portare a compimento la missione
che aveva realizzato solo parzialmente e il Regno dei Cieli sulla terra
verrà stabilito in quel tempo.
I cristiani cercano Dio solo intellettualmente, in modo molto vago, sol
tanto a livello spirituale. Nutrono la speranza di poter andare a
vivere nel mondo spirituale, ed esaltano soltanto questo, senza
preoccuparsi della realtà fisica. Naturalmente il vero Regno di Dio
sulla terra sarà stabilito su tutte e due i livelli, quello spirituale
e quello fisico. Nella preghiera del Getsemani Gesù implorò Dio più
volte di permettere che il calice gli venisse risparmiato, perché
sapeva fin troppo bene che, se lui fosse morto sulla croce, la volontà
di Dio sia a livello spirituale che a livello fisico, sarebbe rimasta
incompiuta. Nell’era dell’Antico Testamento gli israeliti, il popolo
scelto da Dio, preparandosi a ricevere il Messia, formarono una nazione
a li vello sia spirituale che fisico, ma quando Gesù venne, poté
realizzare la sua missione soltanto sul piano spirituale; così il
livello fisico deve ancora essere realizzato al tempo del Secondo
Avvento, per stabilire il Regno dei Cieli su tutti e due i livelli.
C’è da chiederci, allora, chi realizzerà la volontà di Dio sul piano
fisico? E’ naturale che il Signore del Secondo Avvento, che verrà
rappresentando Gesù, compia questa missione, proprio come Gesù era
venuto come Messia, rappresentando Adamo. Gesù era il secondo Adamo e
il Signore del Secondo Avvento sarà il terzo Adamo. Egli dovrà lavorare
sulla fon dazione posta da Cristo e perciò compirà a livello fisico ciò
che Gesù fece a livello spirituale.
In questo modo la nuova storia del bene inizierà. Con la verità di Dio
e i Veri Genitori dell’umanità comincerà una nuova alfa nella storia di
Dio e continuerà per tutta l’eternità. L’ideale di Dio è restaurare qui
sulla terra la prima famiglia perfetta che abbia Dio come suo centro.
Con tale mo dello come punto di riferimento, il re sto del mondo potrà
innestarsi in quella famiglia, diventando come loro. Così questa prima
famiglia celeste si espanderà, moltiplicandosi fino a formare il Regno
dei Cieli sulla terra a livello tribale, nazionale e mondiale.
Il Regno dei Cieli deve essere una realtà concreta, tangibile. Gesù
diede a Pietro le chiavi del Regno dicendo: “Tutto ciò che legherai
sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla
terra sarà sciolto nei cieli” (Mt. 16:19). Perciò la realizzazione
sulla terra deve precedere quella nei cieli: il Regno di Dio verrà
prima stabilito su questa terra. Attualmente, nel mondo spirituale, è
aperto solo un luogo intermedio, il cosiddetto Paradiso, dove vivono
Gesù e i suoi discepoli; neppure loro, in realtà, possono entrare nel
Regno dei Cieli finché questo non verrà stabilito sulla terra. Una
delle ragioni sta nel fatto che il Regno dei Cieli non è preparato per
i singoli individui, ma per le famiglie di Dio: per il padre, la madre
e i veri figli di Dio.
Se i cristiani rimarranno attaccati alle vecchie tradizioni, potranno
andare insieme al Messia nel mondo della nuova dimensione? Fino ad oggi
le persone si sono sentite a posto credendo in Cristo, si sono
accontentate della fede, soltanto della fede. Ma quando il Cristo
ritornerà non basterà solo avere fede in lui, bisognerà anche seguirlo.
Se accoglierete Cristo, pensate che egli vorrà semplicemente che lo
accettiate come Messia e crediate in lui, oppure pensate che il suo
desiderio sia che lo riconosciate, comprendiate il suo cuore e lo
seguiate? Egli vorrà che lo conosciamo, lo comprendiamo, capiamo il suo
cuore; vorrà perfino che lavoriamo al suo posto, agendo in accordo ai
suoi desideri. Il Signore non apparirà in modo miracoloso, sulle nubi
del cielo, perché Dio manderà Suo figlio per restaurare ciò che fu
perso sulla terra. Pensate che gli uomini preferiscano ricevere un
Messia che viene sulle nubi in mo do spettacolare, senza però insegna
re né essere tutto ciò che è stato e ha donato Gesù, oppure un Messia
che appare in modo normale, ma che è capace di trasmettere quelle
preziose verità? Certamente noi daremmo più valore al secondo tipo di
Messia.
Fino ad oggi, la maggior parte delle persone ha pensato al
Cristianesimo in relazione al proprio gruppo o alla propria nazione, ma
da ora in poi le nostre vedute si devono allargare abbracciando tutto
il mondo, l’arco del nostro pensiero si deve estendere fino ad
includere il mondo intero. Nelle chiese cristiane vanno affrontati i
problemi del mondo trascendendo i confini nazionali, in modo da
accogliere cose di una nuova dimensione e arrivare perfino a dar vita a
una nuova sfera culturale. Il Signore, al suo secondo avvento, viene
per il mondo intero, per portare salvezza a tutti. Allora, coloro che
lo seguono devono accogliere la sua idea, cominciando a pensare alle
cose in termini mondiali, non individuali. Se Gesù fosse qui, pensate
che, vedendo il grande numero di denominazioni cristiane che si è
venuto a formare, sarebbe contento? Il Cristianesimo ha avuto origine
dal suo insegnamento, che era uno solo, non tanti. Allora, scoprendo
così tante denominazioni cristiane in disaccordo fra loro, Dio non è
felice e non lo è neppure Gesù. Il Signore non ha mandato Suo figlio
per creare tutto questo. Così, vedendo quante ramificazioni diverse del
Cristianesimo so no sorte dopo di lui, Gesù deve sentir si
responsabile. Pertanto, se apparirà un gruppo di persone che pensa alla
salvezza di tutto il mondo e che lavora per questo scopo, Gesù sarà
felice e accorrerà in suo aiuto, ed anche Dio verrà ad aiutarlo. Forse
la gente non conoscerà i particolari e i dettagli di questo gruppo, ma
dal momento che è l’espressione della volontà divina, sia Dio che Gesù
opereranno all’interno e attraverso di esso.
Credo che il mio messaggio sia assolutamente chiaro e semplice. Dio in
tendeva dare inizio alla storia del bene con Adamo ed Eva, ma essi
caddero e così Egli ha lavorato per restaura re la storia e stabilire
un nuovo inizio attraverso Gesù. Tuttavia, al tempo di Cristo, il
popolo mancò di fede e non gli diede l’opportunità di realizzare la sua
missione. Così, la sua pro messa di un futuro ritorno sarà realizzata;
il Messia è destinato a venire sulla terra come Figlio dell’Uomo nel la
carne. Egli verrà come Terzo Ada mo, prenderà una sposa e realizzerà
così il giorno più gioioso, il giorno del matrimonio celeste, a cui si
fa riferimento nel libro dell’Apocalisse come “le nozze dell’Agnello”.
Il Messia e la sua sposa assumeranno il ruolo di Veri Genitori: si
stabilirà così una vera discendenza di Dio e allora il Cielo sulla
terra potrà vedere letteralmente la sua realizzazione.
La fondazione per il Messia deve essere fatta dal Cristianesimo perché
questa è l’unica religione che comprende che la vera natura di Dio è
quella di un Padre. Gesù fu l’unico uomo che si definì figlio unigenito
di Dio. Nessun’altra religione si fonda su un simile insegnamento. Gesù
era veramente il Messia perché Dio era suo Padre ed egli ne era il
Figlio unigenito. Così la religione da lui fondata deve diventare la
fondazione per il Secondo Avvento, il tempo in cui l’a more originale
di Dio sarà realizzato. Avendo come centro questo amore originale, il
Cristianesimo crea la fa miglia divina, formata dal Padre, dal Figlio e
da fratelli e sorelle in Cristo:
questo concetto di famiglia doveva costituire il nucleo centrale della
dispensazione di Dio fino al tempo della realizzazione finale.
Il Cristianesimo doveva diventare la religione più diffusa nel mondo
perché in essa Dio ha veramente investito tutto Se stesso. Egli ha un
piano per realizzare la Sua dispensazione attraverso i cristiani, ma
purtroppo il Cristianesimo tradizionale è stato fuorviato da errori
teologici. Ci sono tante idee sbagliate, ad esempio la convinzione che
Gesù venne solo per morire. Inoltre molti cristiani si limita no a
preoccuparsi della propria salvezza individuale, ignorando i problemi
di questo mondo, per pensare sol tanto al proprio piccolo cielo. Il
concetto secondo cui la salvezza si raggiunge soltanto attraverso la
fede, è una visione molto parziale. Per andare in Cielo, oltre a
credere bisogna anche realizzare l’amore, perché senza la forza
dell’amore non ci si potrà mai separare dalla schiavitù di Satana.
Per questo motivo Dio ha promesso all’umanità che il secondo Messia
verrà come rappresentante del Suo amore originale portando la
liberazione dal dominio del male. Ma come potrete riconoscerlo? Il
Messia insegnerà esattamente questo principio, punto per punto,
spiegandolo dettagliatamente. La Bibbia promette che quando verrà la
fine del mondo, non avremo più bisogno di insegnamenti in simboli o
parabole, ma apprende remo direttamente la verità sul Padre (Gv 16:2
5). Ecco in cosa consiste l’insegnamento dell’Unificazione, ecco ciò
che state ricevendo.
Il cuore del Cristianesimo è il rapporto fra sposo e sposa. In senso
spirituale le chiese cristiane si debbono preparare con l’attitudine di
una sposa, così quando alla fine dei tempi il Messia effettivamente
verrà, sarà come una sposa vivente per essere accolta da tutta
l’umanità. Anche se forse abbiamo capito questo concetto, non stiamo
però vivendo all’altezza della nostra responsabilità. La volontà di
Gesù e la volontà di Dio sono sta te tanto travisate in 2000 anni e le
chiese sono rimaste lontane dal realizzare i desideri di nostro Padre.
Per questo, in preparazione alla venuta del Messia, deve emergere un
nuovo Cristianesimo e le chiese attuali che si sono allontanate dalla
volontà di Dio, devono rivitalizzarsi. Deve nascere un vero
Cristianesimo. E che forma dovrà assumere questo nuovo Cristianesimo?
Dovrà essere la forma più alta di religione, che risponda perfettamente
al criterio della vera religione di Dio. I cristiani devono realizzare
sia i desideri del Messia che quelli di Dio e per far questo si devono
elevare alla posizione di Messia e portare effettiva mente salvezza al
mondo. La loro attitudine deve essere: Per amore del mondo, io devo
essere un sacrificio. Per amore di Dio posso sacrificare la mia chiesa
cristiana”. Quando si fa di Dio il centro della propria vita, c’è
obbedienza assoluta; noi cristiani dobbiamo creare unità fra Dio e gli
uomini, un’unità reale, qui sulla terra. Come Adamo ed Eva restaurati
dobbiamo andare al di là del livello realizzato nel Giardino di Eden e
per restaurare il fallimento dei nostri antenati dobbiamo essere
superiori a loro in obbedienza, fiducia e amore. Pertanto dobbiamo
andare al di là della nostra stessa vita.
Quando Gesù ascese al cielo, portò sulla terra lo Spirito Santo, che è
la madre spirituale. Eva diede nascita a figli di peccato, ma lo Spinto
Santo viene per donarci la rinascita spirituale.
Attraverso la forza dell’amore un padre e una madre danno origine ad
una nuova vita, e la stessa cosa avviene nel processo della rinascita.
Ogni per sona deve ritornare all’origine e nascere una seconda volta,
cominciando come carne, sangue e ossa nel Padre. Perciò dovete
ritornare nel corpo di Gesù con una vita sacrificale, senza peccato. Se
amate Gesù e sapete che lui è vostro padre spirituale, allora dovete
desiderare di trasferirvi dentro il suo cuore e rinascere come sua
carne e suo sangue. Questo è il desiderio che dovreste avere.
Attraverso un amore sacrificale potete ritornare all’origine, alla
fonte della vostra vita. Una volta voi eravate carne e sangue di vostro
padre e vostra madre. Se amate Gesù così profonda mente al punto che
non vi importa di nient’altro al mondo, potete donare a lui tutto il
vostro cuore e la vostra ani ma. In quel momento, allora, lo Spirito
Santo potrà discendere su di voi e darvi rinascita e così rinascerete
come un figlio o una figlia spirituale di Gesù. Questo è tutto il
processo della rinascita nel Cristianesimo. E’ l’essenza
dell’insegnamento cristiano, ma può elevare l’individuo solo fino al
livello di figlio o figlia adottivi.
Noi, tuttavia, non siamo stati creati soltanto di spirito, ma anche con
un corpo. L’ultimo passo che ci rimane da fare è dunque quello di
rinascere non solo nello spirito, ma nello spirito e nel fisico
assieme. A questo scopo è necessario il corpo di Gesù e quindi egli
deve ritornare come una persona vivente, in carne e ossa. Fino ad ora
il Cristianesimo ha offerto solo la possibilità di una rinascita
spirituale ma ora, nella nuova era, quando Gesù ritornerà come Messia,
ci sarà dato il potere di rinascere fisicamente. Ogni persona ha
bisogno di questa rinascita fisica prima di andare nel mondo
spirituale. Inoltre, per entrare nel Regno di Dio nei cieli è
necessario elevarsi alla posizione di figli di Dio, amando il mondo
come Dio lo ama.
Non possiamo mettere in dubbio che oggi il Cristianesimo sta definitiva
mente attraversando una crisi. Questa crisi è parallela al tempo di
Gesù, quando le istituzioni religiose ufficiali non seppero riconoscere
e accettare il Figlio di Dio. Nel mondo attuale, la tradizione è
diventata una palla al piede e le religioni non hanno modo di
progredire; le loro discipline e tradizioni di un tempo sono troppo
ristrette per abbracciare il mondo. Ecco per ché i giovani sono tanto
ribelli nella loro ricerca di un clima più aperto. Quando vediamo lo
squilibrio e la contraddizione che esistono fra il mondo secolare e
quello religioso, possiamo solo concludere che se Dio è in qualche modo
coinvolto in questo mondo, allora è giunto il tempo in cui Egli deve
intervenire con una qual che azione straordinaria, rivoluziona ria, per
cambiare completamente la struttura della religione.
Dio deve avere in mente una religione universale. Poiché l’umanità è
pronta ora siamo prossimi al tempo in cui Dio ispirerà una tale
religione, perché senza di essa il mondo attuale non può avere alcuna
speranza per il futuro. Dio deve avere una soluzione sia per il mondo
religioso che per quello secolare, dal momento che è responsabile di
entrambi. Quale corso segui remo? Dobbiamo cambiare prima il mondo
secolare o quello religioso? Senza dubbio è il mondo religioso che oggi
deve mostrare la strada, attraverso la nascita di una nuova religione
universale.
Il primo problema che questa rivoluzione religiosa si troverà ad
affronta re è quello di risolvere la divisione e l’antagonismo che
esistono fra le va rie religioni. Dio desidera che tutte le persone di
fede si uniscano insieme; lo scopo universale dell’umanità è la
fratellanza mondiale, la creazione di un’unica famiglia umana. Per
questo, traendo ispirazione da tale scopo e visione, deve sorgere un
nuovo movimento religioso.
Le persone di fede hanno sempre rappresentato un problema per chi è al
potere. Dato che si pongono come meta Dio, possono trascendere i con
fini nazionali, le barriere razziali e culturali. È
semplicemente impossibile trattare con loro, perché il metro di
giudizio comunemente accettato non si applica al loro caso. Lungo tutta
la storia chi era al potere si è sempre sentito minacciato dai nuovi
gruppi religiosi perché non possono essere tenuti sotto controllo.
Perfino l’intimi dazione di ucciderli non costituisce una minaccia per
loro, perché vi risponderanno: “Avanti, fatelo pure!”.
Per questo, in tutto il corso della storia, quando sono sorte delle
nuove religioni, i governi di solito visi sono op posti, volendo
eliminarle prima che diventassero troppo forti. Una nazione sovrana si
preoccupa solo dell’integrità del proprio territorio e pensa che le
persone di fede non si curano se il nemico è vicino, e che potrebbero
perfino aprire la porta al campo avversario. Questo, naturalmente,
mette in allarme chi è al potere. I leaders delle nazioni di solito
considerano la gente religiosa come un problema di cui è difficile
liberarsi.
Eppure, oggi, i governi sono alla ricerca di valori spirituali perché
non esiste assolutamente un’altra strada che permetta loro di trovare
ciò che vogliono. Inoltre, il crescente interesse verso la religione si
può veder riflesso nell’aumento delle iscrizioni agli istituti
religiosi. Questo è indicativo di come le persone, non essendo riuscite
a trovare soluzioni secolari, stanno percorrendo il cammino inverso,
alla ricerca di un modo di vita religioso. Tanto tempo fa io ho
predetto che questo sarebbe accaduto, e che l’anno 1976 sarebbe stato
un punto di svolta nella storia americana. Da allora in poi la ricerca
di soluzioni a carattere spirituale piuttosto che materia le per i
problemi di questa nazione si è intensificata. Riconosciamo questa
crisi nel nostro tempo, ma possiamo anche intravedere nella nebbia il
giorno splendente e luminoso di una nuova speranza.
Stiamo davvero vivendo in un tempo straordinario della storia umana.
Sia mo nella posizione di salvare e libera re Gesù Cristo, ponendo fine
al suo dolore e possiamo essere addirittura nella posizione di liberare
Dio. Noi siamo coloro che possono ridare a Dio la felicità, la gioia e
la pace che gli appartengono. Libereremo il Suo cuore, il Suo dolore e
la Sua sofferenza, e così facendo libereremo tutta l’umanità dal peso e
dalle pene che l’affliggono. Infine potremo allontanare tutto il potere
satanico da questa terra.
Stiamo portando la croce da vivi e nel la nostra situazione sarebbe
possibile lamentarci; noi, però, dobbiamo andare al di là di questo
Dobbiamo compiere un miracolo, cioè, senza morire, possiamo raggiungere
la meta: questo è il miracolo. Se avete questa fede, questo spirito di
dedizione, allora lungo il vostro cammino Dio sarà con voi. La Sua
forza sarà la vostra forza. Quando io ho questa meta, questa fede,
questo amore, Dio è con me. Dio è stato con me in ogni passo del mio
cammino. Lo stesso Dio sarà con voi.
Questo è un tempo di risveglio spirituale che non conosce precedenti.
Voglio che apriate gli occhi e le orecchie per comprendere la verità.
Questo è ciò che spero, che, condividendo con voi questo messaggio,
potremo unirci per prepararci al giorno glorio so della venuta del
Signore. Guardia mo il Dio della storia, comprendiamo il Dio della
provvidenza e abbraccia mo il Dio che vive nella nostra vita.
La critica più grande che mi è stata mossa dai cristiani è che io
pretendo di essere il Signore del Secondo Avvento. Ma io non ho mai
detto questo. Loro hanno parlato di questo. Per tutti questi anni i
cristiani hanno aspettato il ritorno di Cristo, perciò dovrebbero avere
la cortesia di farsi avanti e scoprire da se stessi se i nostri membri
hanno valide ragioni per diffonde re un’idea del genere. Se avessero
veramente fatto questo con onestà e sincerità, il Cristianesimo oggi
sarebbe completamente diverso. Alcuni cristiani dicono che noi siamo
degli eretici, ma io vi dico che questa non è un’eresia qualunque. Ai
loro occhi io posso sembrare un ultra-eretico, ma la cosa straordinaria
è che a Dio questo ultra-eretico piace.
Dopo la morte di Gesù in tutto il mondo sono nate tante persone. Anche
se col peccato sono pur sempre figli di Dio e hanno bisogno di essere
restaurati; tuttavia non è mai esistito un albero di vita a cui
potevano innestarsi fisicamente. La fine del mondo è vicina non solo
per i cristiani ma per tutta l’umanità. La nuova storia di Dio inizierà
con l’arrivo del Messia e beati sono coloro che lo vedranno e lo
accetteranno. La speranza del Cristianesimo è riconoscere, accogliere e
accettare il Signore al suo ritorno. L’occasione è giunta per tutti
noi, la più grande opportunità che possa capita re nella vita di un
uomo sta bussando ora alla vostra porta. Vi prego, siate umili e aprite
il vostro cuore a questa grande, nuova speranza.
Non c’è conoscenza, posizione, ricchezza, non c’è nulla insomma che
possa dare gioia a Dio, tranne il vostro cuore d’amore rivolto
unicamente a Lui: questo Lo commuoverà, questo soltanto può toccare il
Suo cuore. Se siete pronti a fare qualsiasi cosa per Lui, per
confortare il Suo cuore, se potete negare voi stessi, sacrificarvi ed
essere pronti a consolare il cuore di Dio, il Suo cuore addolorato,
allora soltanto, con le lacrime agli occhi, Egli avrà fiducia in voi e
vi amerà. Se siete pronti a morire, se dichiarate a Dio: Ovunque Tu
vuoi che io muoia, io andrò e sarò pronto a negare me stesso, a morire
al posto di altre persone per amore della Tua causa”, se vi buttate
veramente fino a questo punto, allora Dio potrà avere fiducia in voi.
In questo caso, sarete in una posizione simile a quella di Gesù, quando
pregava nel Giardino del Getsemani: “Padre mio, se è possibile, fa che
questo calice passi dame; però non la mia, ma la Tua volontà sia
fatta”. E se siete assolutamente disposti ad agire per amore della
volontà di Dio, allora soltanto Egli vi crederà. Anche se Dio è stato
tradito da tante persone, quando Gesù lo pregò dicendo: “Puoi fare
tutto ciò che vuoi e io Ti seguirò” Dio poté dichiarare a Suo figlio:
“Tu mi assomigli, tu hai restaurato te stesso a mia immagine e
somiglianza”. Solo in quel caso Dio può avere fiducia in una persona.
Perfino se dovesse perdere il mondo intero, un’intera nazione,
comunità, clan e famiglia - se Gli è rimasta anche una sola persona con
questo tipo di attitudine, con questa dedizione al Suo amore e unità
con Lui, che formi la fondazione nel Suo amore, Dio sarà felice.
Partendo da questa persona, Egli potrà allargare il raggio e la sfera
del Suo amore, espandendoli fino a raggiungere nuovamente il mondo
intero.
In altre parole noi dobbiamo essere quanto più possibile simili a Dio.
Se analizziamo minutamente Dio, alla fine rimarrà solo una cosa, cioè
l’amore, l’amore divino, e per questo grande amore dobbiamo essere
pronti a sacrificare noi stessi. Anche se dovessimo morire in mare, o
sulle montagne o nella profonda valle dell’oscurità, in qualunque
posto, o se fossimo uccisi per questa grande causa, dobbiamo essere
pronti a farlo, e questa deve essere la nostra determinazione. Ecco
perché nella Bibbia Gesù dice: “Chiunque vuole trovare la pro pria vita
la perderà e chiunque è pronto a perderla per amor mio, la troverà”.
Spero che prendiate veramente in seria considerazione quanto vi ho
detto e vi rivolgiate in preghiera a Dio. Egli vi risponderà.