La Vita di Gesù vista dalla Volontà di Dio e l'Avvertimento
di Dio per la Nostra Era, il periodo degli Ultimi Giorni
20° Anniversario della Fondazione del Washington Times
Washington Hilton, Washington DC. - 21 maggio 2002
Illustri ospiti dall'America e dall'estero,
Celebrare il ventesimo anniversario del Washington Times ha per me un
significato che mi procura una particolare soddisfazione. È ancora
fresco nella mia mente il ricordo di come, nel maggio 1982, presi
definitivamente la decisione di pubblicare il Washington Times in
risposta alle direttive del Cielo. Questo avveniva mentre ero
ingiustamente processato da una corte federale a New York, sotto
un'accusa motivata da pregiudizi sia razziali che religiosi.
A quel tempo il comunismo stava imperversando nel mondo come un'onda
rabbiosa e gigantesca. Persino l'America non aveva nessun mezzo
efficace per fronteggiarlo. Io seguii la volontà suprema del Cielo che
mi diceva che l'America, l'ultima roccaforte del mondo democratico e un
paese cristiano che rappresenta la Seconda Israele, doveva essere
protetta dal comunismo. La volontà del Cielo è anche quella di
costruire il mondo ideale di pace che Dio sta cercando, cioè il Regno
dei Cieli sulla terra e in Cielo, attraverso il Cristianesimo.
Sicuramente non era mia intenzione creare un giornale solo per fare dei
soldi. Nel corso degli anni, è stato investito nel solo Washington
Times più di un miliardo di dollari, ma io non mi sono mai pentito di
questo, né ho provato inimicizia verso nessuno. Questo perché era un
modo di praticare il vero amore nei confronti del Cielo e dell'umanità.
Sono già passati più di trent'anni da quando sono venuto in America. Ho
raggiunto l'età di 82 anni e sento che sta venendo per me il tempo di
tornare alla mia terra natale. Prima di partire vorrei trasmettere
chiaramente all'America, la nazione che rappresenta la Seconda Israele,
e a tutta l'umanità, un messaggio che riguarda la situazione attuale di
Dio e del mondo spirituale. Questo non è semplicemente un messaggio che
viene da me come individuo. È il Cielo che sta dando il suo messaggio e
l'umanità in questa era lo deve osservare. Prima di tutto gli uomini
non hanno conosciuto Dio e in secondo luogo, non abbiamo conosciuto il
mondo spirituale dove tutti alla fine dobbiamo andare, che ci piaccia o
meno.
Ora siamo entrati negli ultimi giorni della storia umana. Nel mondo
spirituale numerosi leader religiosi, a partire dai fondatori delle
quattro grandi religioni, hanno accettato il Principio
dell'Unificazione, che è il mio insegnamento, come la verità della
dimensione più alta. Si sono completamente mobilitati e stanno
ritornando sulla terra per risorgere portando i loro discepoli e
discendenti a formare delle nuove, vere famiglie attraverso la
benedizione del matrimonio.
In particolare, per il bene dell'America, un paese cristiano che
rappresenta la Seconda Israele, i quattro fondatori delle religioni,
con al centro Gesù, hanno scelto ognuno 120 dei loro discepoli famosi
nella storia per stabilire un fronte unificato. Ora, attraverso il loro
ritorno sulla terra, stanno promuovendo il lavoro della Interreligious
International Federation for World Peace e della World Association of
Non-Governamental Organizations, per portare la pace completa sulla
terra. Stanno proclamando che l'umanità non ha un futuro se non
pratichiamo il vero amore, o "una vita vissuta per gli altri", che è la
filosofia dei Veri Genitori. Per questo vorrei cogliere l'opportunità
di oggi per fare un discorso commemorativo trasmettendo un messaggio di
grandissimo valore all'America e all'umanità sul tema "La Vita di Gesù
vista dalla Volontà di Dio e l'Avvertimento di Dio per la Nostra Era,
il Periodo degli Ultimi Giorni".
L'amore di Gesù sulla croce e il suo lascito
Se esaminiamo la provvidenza di Gesù sulla croce, vediamo che Gesù, il
ladro alla sua destra, il ladro alla sua sinistra e Barabba seminarono
i semi della storia. Il principio è che quello che si semina sarà
raccolto. Così i primi ad apparire furono il mondo dell'ala destra e il
mondo dell'ala sinistra, cioè il mondo democratico e il mondo
comunista, che riflettevano il "tipo del ladro di destra" e il "tipo
del ladro di sinistra". Con al centro la croce di Gesù, comparve poi
l'Islamismo, "il tipo Barabba". Rappresentando Barabba, che ricevette
la buona fortuna grazie a Gesù, l'Islamismo ebbe origine come una forza
opposta al Cristianesimo.
Essendo stata seminata in questo modo, la storia entrò nell'era in cui
la forma del mondo era costituita da quattro blocchi principali. Gamal
Abdel Nasser del blocco arabo, sognò di unire il mondo islamico in uno
stato arabo unificato. Nel frattempo il Cristianesimo sta guidando una
nuova corrente mondiale proclamando: "Uniamo le religioni". Se
osserviamo queste correnti, vediamo che la storia, che fu seminata
nella tragedia, sta ora apparendo per la prima volta come il frutto del
bene con Dio al centro. Negli Ultimi Giorni, questi fenomeni
diventeranno ancora più accentuati perché quello che fu seminato
all'inizio giunge a maturazione esattamente nella sua forma originale e
viene raccolto. Era inevitabile che succedesse questo a causa delle
leggi della Provvidenza. Vale a dire l'unificazione si realizza in
accordo alla filosofia del vero amore dei Veri Genitori.
Se il mondo democratico è interiore, allora il mondo comunista è
esteriore. Se l'ala destra è interiore, allora l'ala sinistra è
esteriore. Per questa ragione il Messia che deve venire non ha altra
scelta che apparire sulla fondazione interiore del mondo democratico,
che rispetta Dio. Egli deve realizzare un movimento che assorbe
l'ambiente esteriore ed unifica le varie sfere culturali attorno alla
sfera culturale principale cristiana. Questo movimento viene realizzato
alla fine della storia. Non si può considerare questo come un fatto
accidentale. È la natura della causa originale che porta ad un simile
risultato.
Il merito del ladro alla sua destra
Quando Gesù fu crocifisso, morì assieme all'uomo alla sua destra, che
non solo era un ladro, ma anche un assassino. Se non ci fosse stato
quel ladro, Gesù avrebbe perso il suo rapporto con la terra e
l'umanità. Pur essendo egli stesso vicino alla morte, il ladro di
destra difese Gesù. Nella storia umana chi prese le parti di Gesù? Non
fu Pietro, non furono il padre o la madre di Gesù, non fu la nazione di
Israele né il Giudaismo. Fu solo una persona: il ladro alla destra di
Gesù. Un individuo soltanto mantenne questo rapporto. Mentre si trovava
di fronte alla morte, trascese la morte e ripose tutte le sue speranze
in Gesù. Questa persona non fu altro che il ladro alla destra di Gesù.
Dovete sapere che se non fosse stato per il ladro alla sua destra, Gesù
non sarebbe potuto risorgere e riprendere la sua provvidenza sulla
terra.
Mentre Gesù stava portando a conclusione i quattromila anni di storia e
i trent'anni e passa della sua vita, ci fu una sola persona che si
collegò a lui e lo servì come colui che incarnava le sue più fervide
speranze, persino mentre lo accompagnava sulla via della morte. Costui
fu il ladro alla destra di Gesù. Il fatto che il ladro di destra ha
questa posizione significa che superò i discepoli, fu superiore a
Pietro.
Questo perché, anche se non conosceva gli insegnamenti di Gesù, la sua
natura lo diresse e gli diede la forza di servire Gesù nel momento
della morte, finché esalò il suo ultimo respiro. Pietro, Giovanni e gli
altri apostoli, al contrario, conoscevano gli insegnamenti di Gesù e
avevano persino giurato di diventare delle persone nuove, ma alla fine
non furono capaci di realizzare questo. Dovete sapere che, per questa
ragione, il ladro di destra divenne un personaggio centrale nella
storia umana, un uomo che rappresentò la terra e salvò il futuro.
Abbiamo bisogno del diritto di ereditare questa storia. Dobbiamo
ereditare la tradizione e la fondazione di Abele, Noè, Abramo, Isacco,
Giacobbe, Mosè, Gesù ed altri dopo di loro, e rappresentare l'offerta
storica in sacrificio. Solo allora possiamo affrontare Satana gridando:
"Nel corso della storia, tu hai perso Noè; hai perso Giacobbe, sei
stato sottomesso da Mosè! Io sto sulla fondazione di tutte le loro
vittorie e ho ereditato tutta la tradizione della storia
provvidenziale. Quindi vattene via, Satana!" Solo allora Satana si
ritirerà.
Se pregate semplicemente: "Vattene via, Satana", non vi servirà a
nulla. Pensate che Satana, che ha accusato gli uomini per seimila anni,
ha calpestato la provvidenza di Dio e rovinato la provvidenza di
restaurazione, si ritirerà semplicemente perché voi gli dite che deve
farlo e perché credete in Gesù? Certamente no. Bisogna che possiate
dire: "Io sono senza dubbio una persona che Dio ha cercato attraverso
il Suo cuore storico. Sono una persona che si è innestata al corpo
santo e sacro di Gesù". Il vostro nome deve essere registrato nel libro
dell'eredità che Gesù ha ricevuto da Dio. Il libro dell'eredità di Dio
registra quelli che hanno ereditato il cuore che Dio ha sperimentato
nel corso di quattromila anni finché ha potuto mandare Gesù sulla
terra. Poi, invece di sconfiggere Satana sulla croce, dovete essere
capaci di sottomettere Satana e di essere vittoriosi su di lui senza
essere messi in croce. Dovete prendere un corpo di carne e risorgere in
forma sostanziale. Solo quelli che sono riconosciuti in questo modo,
come eredi sostanziali, possono entrare nel Regno dei Cieli.
La morte di Gesù diede al Cristianesimo solo una fondazione spirituale
Fino ad ora, il Cristianesimo non ha potuto perseguire il Regno dei
Cieli sia sulla terra che nello spirito. Il Cristianesimo non ha avuto
altra scelta che arrendersi al mondo fisico, servendo Gesù come il
Messia spirituale e prefiggendosi come scopo la salvezza spirituale e
un Regno spirituale. Il popolo d'Israele aveva una nazione e possedeva
un'autorità nazionale come il popolo scelto, ma il Cristianesimo di
tutto il mondo oggi è nella posizione della seconda Israele solo come
una nazione spirituale, senza nessuna autorità nazionale. I cristiani
non hanno nessuna nazione. Noi stiamo nel regno della seconda Israele
con una fondazione solo spirituale, non con una fondazione fisica.
Poiché il Cristianesimo non ha potuto compiere la volontà originale di
Dio, che deve realizzare un Regno sulla terra sia fisico che
spirituale, non c'è altra strada se non che il Signore ritorni.
Oggi qui voglio farvi una dichiarazione. La crocifissione non fu la
vittoria di Dio. Fu la vittoria di Satana. Ricorderete che Gesù disse a
quelli che lo arrestarono nel Giardino del Getsemani: "questa è la
vostra ora - quando regna l'oscurità" (Luca 22:53) Dovete sapere che la
croce fu il luogo dove la nazione che Dio aveva preparato per
quattromila anni fu perduta, il luogo dove la fede religiosa di Israele
fu perduta, e il luogo dove i seguaci di Giovanni Battista, i dodici
apostoli, il ladro di sinistra e tutto il resto furono perduti.
Dovete sapere che il Cristianesimo non era lì sulla croce. Quando
iniziò il Cristianesimo? Gesù risorse dopo tre giorni e passò quaranta
giorni ad incontrare i discepoli che aveva perduto e che si erano
ribellati contro di lui. Lo Spirito Santo discese sui discepoli e
dovete sapere che fu solo allora che ebbe inizio il Cristianesimo.
Negli ultimi duemila anni i cristiani hanno creduto nel Cristianesimo
senza sapere che esso è nato non attraverso il principio della croce,
ma grazie al principio della resurrezione. Se vi rendete conto di
questo, allora dovete pentirvi. Poiché ebbe inizio sul fondamento della
resurrezione di Gesù, il Cristianesimo è stato rigorosamente spirituale.
Cosa sarebbe successo se Gesù non fosse morto sulla croce? In questo
caso la nazione di Israele avrebbe seguito gli insegnamenti di Gesù, si
sarebbe stabilizzata e sarebbe rimasta. Anche il Giudaismo sarebbe
rimasto com'era. Gesù sapeva che, se fosse morto sulla croce,
un'infinità di persone nelle ere future lo avrebbero seguito sulla via
della croce e non avrebbero potuto far questo senza versare sangue.
Tanti cristiani avrebbero sofferto, e persino quando il Signore fosse
tornato, avrebbe dovuto seguire la via della sofferenza. Dovete sapere
che questo è il motivo per cui Gesù nel Giardino del Getsemani dovette
pregare nel modo in cui fece. Oggi i cristiani dicono che Gesù pregò di
essere liberato perché soffriva fisicamente e aveva paura del dolore
della morte. Ma Gesù era un Messia così meschino? Certamente no.
Allora, che cosa intendeva Gesù dicendo: "È compiuto", quando rimise il
suo spirito sulla croce? Gesù era venuto con la missione di salvare sia
lo spirito che la carne, ma capì che non poteva realizzare
completamente la volontà di Dio in un mondo in cui non c'era nessuna
fondazione. Così offrì completamente se stesso per stabilire una
condizione per la salvezza spirituale e permettere l'inizio di quella
provvidenza. Avendo completato questo, alla fine disse: "È compiuto".
Probabilmente, non avete mai concepito questo neppure nella vostra
immaginazione. Il Cristianesimo e il Giudaismo devono capire anche
adesso che il Signore, che cercò di distruggere la nazione di Satana,
eliminare la sovranità di Satana, realizzare la volontà di Dio e
restaurare l'umanità, fece una morte tragica. Quando si renderanno
conto di questo, devono pentirsi e unirsi. Devono unirsi e prepararsi a
ricevere il Signore al suo ritorno.
La verità deve conformarsi alla ragione. È giunto il tempo che tutti i
cristiani si liberino dell'era della fede cieca ed entrino in una nuova
era uniti insieme, per rimettere a posto questo mondo e portarlo alla
salvezza. Dovete sapere che è giunto il tempo in cui il termine
"unificazione" è essenziale.
Il corso di sofferenza di tre giorni di Gesù
Cosa vuol dire che Gesù soffrì durante i tre giorni successivi alla sua
morte? Il Cielo, la terra e l'inferno rimanevano tutti nel regno della
morte. Per conquistare l'autorità sul Cielo e sulla terra, Gesù aveva
bisogno di abbracciare i luoghi più bassi e più alti di questo regno di
morte. Per questo motivo, per ricercare il collegamento della vita e
seguire la strada che poteva consolare Dio, Gesù doveva essere
vittorioso, anche se questo voleva dire scendere nell'ambiente più
basso, come l'inferno, e patire dolore. Poiché Gesù passò attraverso
l'inferno, preparò una strada con cui era possibile fare un nuovo
inizio in direzione del Cielo. Anche se sulla terra era stato cacciato
ed isolato e alla fine costretto a seguire la via della morte, Gesù
poté lasciare una via di speranza per le future generazioni. Questo è
il motivo per cui dovette fare il suo corso di tre giorni.
Gesù non andò tre giorni all'inferno solo per guardarsi intorno. Lui
conosceva già l'inferno. Gesù aveva bisogno di andare là, di emettere
il giudizio e aprire la strada per andare dal mondo della morte a
quello della vita. In questo modo egli pose una base di vittoria sulla
terra, che è il mondo della morte e dell'inferno, e stabilì un punto di
partenza dal quale è possibile raggiungere il Cielo.
Persino sulla croce, Gesù si preoccupò del Cielo e amò i suoi nemici
Agli occhi dell'istituzione religiosa Gesù era un eretico, e agli occhi
della nazione era un distruttore della legge religiosa. I suoi parenti
lo respinsero e lo cacciarono di casa. Il gruppo che circondava
Giovanni Battista lo respinse. Così egli andò nel deserto, ma anche lì
Satana gli diede la caccia. E questo non fu tutto. Alla fine, l'intera
nazione si mobilitò per costringerlo a percorrere la via della morte
sulla croce, la via del Golgota.
Gesù, tuttavia, versò lacrime per la nazione che lo stava respingendo
come un traditore. I capi della religione ebraica trattarono Gesù come
un eretico, ma lui versò per loro più sangue e lacrime di qualunque
sacerdote. Non una sola persona di quel tempo stette dalla sua parte,
ma Gesù era un amico di quell'era. Fu respinto come un traditore, ma
era il patriota più grande. Fu respinto come un eretico, ma era il
credente più fedele.
Gesù percorse un cammino miserabile, la via della croce, dove le
persone lo spogliarono dei vestiti, lo spinsero, lo gettarono a terra
con la forza. E non fu tutto. Uomini malvagi lo picchiarono e lo
flagellarono. In quella situazione, se Gesù fosse stato come Elia,
avrebbe potuto dire alle persone: "Io sono l'unico dei profeti del
Signore" (1 Re 18:22). Ma quando Gesù lasciò i suoi discepoli nel
Giardino del Getsemani e andò a pregare, disse: "Padre mio, se è
possibile, allontana da me questo calice; tuttavia non sia fatta la
mia, ma la Tua volontà" (Luca 22:42). Questa fu la sua grandezza. Gesù
capì che il suo corpo era un'offerta in sacrificio per la nazione,
un'offerta in sacrificio per l'umanità e un'offerta in sacrificio per
la Provvidenza del Cielo.
Poiché capì questo, Gesù, pur non negando il suo dolore personale, si
preoccupò più di quanto dolore doveva aver provato Dio. Gesù era
apparso per il bene della nazione ed era preoccupato di quanto doveva
essere addolorato Dio nel vederlo respinto come un traditore. Gesù era
il principe del Cielo, il personaggio centrale di tutto l'universo, e
il Messia. Se avesse voluto, avrebbe potuto lasciarsi prendere
dall'autocommiserazione e chiedere perché mai doveva percorrere la via
miserabile della croce. Avrebbe potuto mettere in moto l'intero
universo per tirare un profondo sospiro di disperazione con lui. Ma
Gesù capì che la sua posizione non era di struggersi nella
disperazione. Invece, si spinse fino al punto di sentire che doveva
chiedere scusa al Cielo per essere stato respinto.
Gesù aveva la responsabilità di riunire l'istituzione religiosa, di
riunire la nazione, di costruire il Regno dei Cieli e di riportare il
mondo nel petto del Padre. Eppure, quando fu costretto ad abbandonare
questa missione e a prendere la via della croce, non provò rancore
verso nessuno. Non pregò: "Allontana da me questo calice" per paura
della morte. Anzi, pregò in quel modo perché sapeva che la sua morte
avrebbe accresciuto il dolore della nazione e il dolore di Dio.
Gesù sapeva che se fosse morto sulla croce, una croce ancora più
pesante sarebbe rimasta per le generazioni future dell'umanità. Questo
voleva dire che la storia di sofferenza non sarebbe finita. Gesù sapeva
che la via del Golgota non sarebbe finita con lui. Sapeva che la via
della morte non sarebbe finita. E sapeva che se avesse percorso la
strada del Golgota, anche quelli che lo seguivano avrebbero dovuto
percorrere la stessa strada. Gesù sapeva che al di là della croce c'era
un corso ancora più difficile.
Mentre gli facevano portare una corona di spine, gli venivano
conficcati i chiodi nelle mani e nei piedi e il suo costato era
trafitto da una lancia, Gesù sapeva che questi eventi avrebbero avuto
una ripercussione che andava ben oltre la sua morte. Quando si rivolse
al Cielo dicendo: "È compiuto", non voleva dire che la via della croce
per il mondo era finita. Voleva dire che il Cielo aveva ricevuto la
supplica dolorosa del suo cuore preoccupato per la croce. Dobbiamo
sapere che Gesù consolò il Cielo prendendo su di sé tutti gli errori
commessi dai profeti e dai patrioti e offrendo se stesso come un
sacrificio vivente.
E andando addirittura al di là di questo, mentre si avvicinava alla
morte, Gesù disse: "Padre, perdonali, perché non sanno quello che
fanno" (Luca 23:34). Dio aveva intenzione di emettere immediatamente il
giudizio, un giudizio che era persino più grande di quello del tempo di
Noè. Ma Gesù morì aggrappandosi alla nazione, aggrappandosi
all'istituzione religiosa e aggrappandosi alla croce. Per questa
ragione, Dio non poté abbandonare l'umanità ma si aggrappò a noi.
Poiché esisteva questo legame di cuore fra Gesù, le future generazioni
dell'umanità e il resto d'Israele, Dio non ha potuto abbandonare le
organizzazioni religiose e le persone delle generazioni successive che
si sono ribellate contro di Lui e invece si è aggrappato a loro.
Il significato del pane e del vino che Gesù condivise con noi
Sono sicuro che siete tutti consapevoli che Dio, che ha portato avanti
la Sua provvidenza di restaurazione per quattromila anni, non ha potuto
completare la Sua volontà in Cielo e sulla terra semplicemente
attraverso la provvidenza di far risorgere Gesù. Così Dio stabilì un
nuovo testamento nella Sua parola, e attraverso questo portò avanti la
Sua provvidenza di unire insieme la Sua volontà nel Cielo con quella
sulla terra e stabilire il Giardino originale promesso.
Se guardiamo la Bibbia, vediamo che Gesù disse che il pane e il vino
che ci dava erano la promessa e la nuova alleanza. Dopo che Gesù è
stato sulla terra, abbiamo ricevuto la sua carne e il suo sangue i
quali rappresentavano la vita dell'insieme perfetto che deve essere
realizzato. Nello stesso tempo, rappresentavano la provvidenza nel suo
complesso.
Che cosa simboleggia il fatto che abbiamo ricevuto il sangue e la carne
di Gesù? Non si tratta soltanto della carne e del sangue di Gesù come
individuo. In un senso più lato, significano il Cielo e la terra, e in
un senso più ristretto, significano l'essenza e il corpo individuale.
Inoltre la carne simboleggia la verità e il sangue dello Spirito Santo.
Gesù ci ha dato tutto questo senza condizioni.
Che cosa fu bloccato fra Dio e gli uomini? La volontà del Cielo deve
essere manifestata sulla terra ed ogni cosa nel mondo alla fine deve
essere collegata alla Volontà del Cielo. In questo modo, Cielo e terra
si muoveranno in direzione di un unico scopo. Questo è ciò che fu
bloccato. Prima di andarsene, Gesù stabilì una nuova promessa, così
dopo la sua morte la necessità che gli uomini, ossia i discepoli che
seguivano Gesù, colleghino il mondo fisico e il mondo spirituale,
rimase come condizione. Se Gesù non fosse morto, il Cielo e la terra
sarebbero stati collegati attraverso di lui. Poiché morì, Gesù si trovò
a rappresentare le condizioni nel Cielo mentre lo Spirito Santo venne a
rappresentare le condizioni sulla terra.
Illustri ospiti, ora il tempo è giunto. Il tempo del Cielo, che Dio ha
atteso per seimila anni e che i Cristiani hanno aspettato per duemila
anni, è arrivato. È il tempo di costruire il Regno dei Cieli sulla
terra e in Cielo su una base interreligiosa, internazionale e di
cooperazione fra le organizzazioni. La fortuna del Cielo è finalmente
arrivata. Gesù, Pietro, Giovanni e gli altri discepoli, insieme a
migliaia e persino decine di migliaia di leader religiosi nel mondo
spirituale, hanno ora una sola mente e un solo corpo e stanno
discendendo liberamente nel mondo fisico per servire i Veri Genitori.
Senza dubbio la Nazione Cosmica Unificata della Volontà del Cielo e il
Regno dei Cieli in cui Cielo e terra possono essere uniti nella pace
eterna saranno stabiliti sulla terra.
Ora è il tempo che l'America, il paese cristiano che rappresenta la
Seconda Israele, stia in prima linea. Io dichiaro al mondo che
l'America ha la responsabilità di guidare tutte le persone del mondo.
Ma non deve farlo con le armi, deve farlo con la verità e l'amore
vivendo per gli altri sulla base del vero amore, della vera vita e
della vera linea di sangue.
Infine spero che il Washington Times, l'UPI e altri importanti mezzi di
comunicazione, accettino questo nobile comandamento del Cielo e si
assumano il compito di educare l'umanità, prendendo una posizione che
trascende la religione e l'ideologia. Per favore prendete nota che ho
distribuito per voi un opuscolo che contiene i messaggi dei leader nel
mondo spirituale. Vi chiedo di leggerlo attentamente.
Grazie per la vostra cortese attenzione. Che Dio benedica voi e che Dio
benedica l'America.