La vita di fede non dipende dalla realtà concreta, visibile, del mondo fisico, ma è collegata al Dio invisibile. Noi
stiamo vivendo in un mondo di realtà pratica e perciò abbiamo una
relazione con risultati pratici, di questa terra. Però, la vita di fede
appartiene ad un altro regno, e non vi possiamo applicare i medesimi
criteri di giudizio della realtà fisica, né possiamo avere una
relazione con gli stessi risultati.
In questo mondo, tutti noi
ricerchiamo gioia e felicità. Da soli, come individui, non potremo mai
trovare là felicità; abbiamo bisogno di qualche altro elemento con cui
realizzarla, ad esempio un'altra persona, degli oggetti materiali, una
realizzazione intellettuale. Se non troviamo altre cose o persone,
che ci stimolano e ci rendono felici, non possiamo fare progressi nella
vita. In altre parole, raggiungiamo la felicità solo trovando qualcosa
o qualcuno, oggettivo a noi, che ci stimoli.
Il problema è sempre questo: «Come posso stabilire una relazione tra me e l'oggetto che mi darà la felicità?». Sembra
che non vi sia modo di rendere evidente, o di provare scientificamente,
la validità della nostra fede, di cui facciamo esperienza in questo
mondo. Questo avviene poiché stiamo trattando di cose invisibili, alle
quali non possiamo applicare lo stesso tipo. di conoscenza del mondo di
realtà.
Come possiamo connettere la vita di fede e la vita di questo mondo, attraverso la nostra conoscenza?
Per
stabilire il nostro standard, non vi è altro modo se non quello di
osservare e studiare tutte le figure centrali nella provvidenza di
Dio, da Adamo in poi.
Una vita solitaria.
Tutti
questi grandi uomini iniziarono la loro vita di fede centrati non su se
stessi, ma su Dio. Perché dobbiamo rispettarli e talvolta venerarli?
Semplicemente perché essi erano guidati da Dio, non da se stessi.
Possiamo
osservare che tutti loro ebbero un conflitto fra la fede e la vita
reale. Inoltre, quando affrontarono questi problemi, non avevano una
volontà chiara e definita. Poterono superarli solo quando riuscirono a
centrarsi su Dio, non sui loro propri desideri. A causa di questo
conflitto tra il lato di i lato del mondo, queste persone sopportarono
persecuzioni e sofferenze.
Constatiamo che la loro vita di fede
in questo mondo fu sempre solitaria, poiché essi furono rifiutati dal
mondo, soffrendo intensamente. Di solito, non avevano nessuno a cui
esprimere i loro pensieri od i loro sentimenti; potevano andare solo
verso Dio.
D’altronde, le loro vite materiali furono così
limitate, che essi rivolsero naturalmente i loro cuori e le loro vite a
Dio. Quando cerchiamo di immaginarci quale fosse la loro
consapevolezza, possiamo intuire che la prospettiva del loro pensiero
fu portata a restringersi fino a vedere ogni cosa centrata su Dio.
Questa era la loro vita. Essi dovevano vivere centrati su Dio, in unità
con Dio, Si immersero in una relazione con Dio poiché non vi era modo
di stabilire una relazione di dare e avere orizzontale, di ricercare un
oggetto di felicità nel loro ambiente. Così si concentrarono per
trovare il loro oggetto in Dio.
Una via stretta.
Anche se
solo una stretta via era aperta verso Dio, essi non si scoraggiarono.
Noi pure dobbiamo essere ottimisti, trovandoci nella stessa situazione.
Vi è sempre un modo per continuare. Non possiamo essere scontenti.
Ad
esempio, San Francesco metteva enfasi sulla completa povertà, sulla
mancanza di qualsiasi proprietà, come i mezzi attraverso i quali egli
poteva trovare la felicità, la soddisfazione e l’appagamento. Da questo
punto, Dio poté lavorare con lui e renderlo felice e gioioso.
Dobbiamo
capire che noi, in quanto persone cadute, stiamo fra due linee,
rappresentanti il lato di Dio ed il lato del mondo; dobbiamo saper
riconoscere quando queste due linee si restringono, incontrandosi, e
potremo allora sapere quando inizierà la nuova era di gioia e felicità.
Conosciamo
la vita di Noè. Quando si trovò di fronte ad una porta chiusa, ossia
dover ricevere persecuzioni per tutto il tempo in cui costruiva l’arca,
egli fu spinto in quel momento in una posizione critica, ed iniziò
allora una nuova vita di fede. Voi creerete un nuovo regno di felicità
e di benedizioni, quando sarete capaci di superare il punto critico,
quando dimostrerete di poter aprire una nuova porta per la vostra
relazione con Dio.
Noè dovette separarsi dal suo ambiente e
dalla sua comunità. Separandosi dal mondo, si trovò nella posizione in
cui poter ricevere l'amore di Dio; se egli avesse respinto coloro che
lo perseguitavano, la volontà di Dio non si sarebbe mai realizzata.
Invece, Noè si sacrificò per coloro che lo perseguitavano; egli era
nella posizione del fratello non caduto, che domandava a Dio di
perdonare i fratelli e le sorelle cadute, sopportando volentieri tutte
le difficoltà.
Noè ebbe un tale cuore. Proprio per merito di
questo cuore, Dio poté portare avanti la Sua provvidenza di
restaurazione. La posizione di Noè era di completa negazione di se
stesso; egli si era completamente centrato su Dio.
Questo stesso modello può essere applicato in altri casi, come, ad esempio, per Mosè e Giovanni Battista.
Perché lottare?
Forse,
alcuni di voi si stanno chiedendo: «Perché lottare per credere in Dio?
Se Egli esiste, scenderà dal Cielo e realizzerà un'unione con me».
Se
Dio potesse farlo, noi saremmo già uno con Lui. Sarebbe molto bello.
Però, in quanto uomini caduti, non possiamo avere una relazione
automatica con Dio. Tuttavia, Dio è il Soggetto e noi siamo stati
creati per essere i Suoi buoni oggetti, anche se ancora non siamo in
questo rapporto.
Soggetto ed oggetto dovrebbero avere qualche
tipo di stretta interazione. Invece questo non accade fra noi e Dio.
Stando così le cose, non potete dire: «Perché credere in Dio?».
Prima dobbiamo almeno sforzarci di ricercare, da parte nostra, uno standard, anche minimo, di relazione
Facciamo
un'analogia. In un'università, un certo professore può avere molta
conoscenza in un campo specifico. Però, per apprendere da lui, avete
bisogno di conformarvi ad uno standard oggettivo; perlomeno, come prima
cosa, dovete iscrivervi al suo corso. Altrimenti, fra professore e
studente, non vi può essere nessun collegamento.
Fra il Soggetto
e voi stessi — uomini caduti, l'oggetto —, se Dio decide qualcosa,
questo è eterno ed immutabile, poiché Egli è un Dio assoluto. Egli
stabilisce lo standard. Potete forse sintonizzarvi col Suo standard, se
cambiate il vostro pensiero cento volte al giorno? Dio è eterno. Egli
non muta mai il Suo corso a metà.
Anche se compite un
determinato sforzo, per quanto continuerete? un mese, un anno, dieci
anni? Anche la vostra determinazione è mutevole. Molto spesso voi dite
a voi stessi: «Se mi piace lo farò, altrimenti no».
Le verità è verità, sia che voi viviate, sia che voi moriate; essa è eterna. La verità va oltre la morte, oltre la mutabilità.
Sfortunatamente,
quando viviamo in questo mondo, a noi piace rimanere quali siamo.
Inoltre non vogliamo morire, né essere sconfitti dalla realtà di questo
mondo. Il segreto per superare questa situazione, per trovare la verità
eterna, è di superare la morte e venire alla vita, di superare la
mutabilità e divenire immutabili.
Superare una prova.
Così,
poiché l'essenza di Dio è questo standard assoluto, noi, per essere
Suoi oggetti, dobbiamo copiare questo modello, sintonizzarci con
questo standard. Dobbiamo domandarci se siamo qualificati per
collegarci col Suo criterio.
Per capirlo, dobbiamo essere
provati, attraverso la sofferenza e le avversità. A volte potete
pensare che una certa prova è troppo dura per voi; ma, quando la sapete
valutare da un altro punto di vista, capirete che questo è il mezzo
attraverso il quale Dio vi sta dando la possibilità di provare il
vostro valore.
Quando superate un esame e siete il più bravo,
voi ed il professore avete immediatamente una certa relazione. Se, dopo
molti anni, egli trova solo una persona, in grado di superare l'esame,
allora, naturalmente, questa persona diventerà il successore di questo
professore.
Dio sta facendo la stessa cosa con noi. Egli non ci ha desiderato per essere solo uomini d'affari o commercianti.
Non
è interessato in questo. Quello che vuole è trovare i Suoi amati figli,
per far diventare ognuno di noi Suo vero figlio o figlia. Quando questa
relazione è stabilita, essa è inviolabile. Niente può distruggerla. Dio
è immensamente triste, poiché questa unità d'amore fu persa con la
caduta.
Egli ha lavorato attraverso la provvidenza di
restaurazione, per ricercare sulla terra delle persone che potessero
capire questo. Chiamò Noè molto tempo fa, ma, nel mezzo del suo corso,
Noè fallì. Anche Abramo, Mosè e Giovanni Battista, non completarono
interamente ciò che Dio si attendeva da loro.
Così, Dio sta
ricercando oggi delle persone, inclusi voi stessi, che siano superiori
a questi uomini del passato. Il desiderio di Dio è che voi superiate
rapidamente la prova.
Per trovare dei figli immutabili,
Dio deve provarvi in una sensazione mutevole. Così, quando il Dio
eternamente vivente
viene a voi, sembra
quasi che vi stia guidando alla morte.
È una prova. Il Dio di vita sembra quasi un Dio di morte, per restaurare i suoi figli.
Nei primi tempi della storia cristiana, vediamo applicato questo metodo; sembra quasi che Dio ispirasse solo il martirio. Attraverso questa via paradossale, Egli stava restaurando le persone.
Che
cosa sta cercando Dio in quest'era? Egli non può lavorare attraverso le
persone che accettano il mondo e si adattano ad esso, tale e quale è.
Dio
è alla ricerca di coloro che non hanno mai deviato dal Suo standard, in
questo mondo deviato. Egli sta cercando persone la cui fede sia così
forte da poter credere e dire: «Anche se mondo perisce, noi non
periremo».
Questo è il tipo di persone voluto da Dio; esse
creeranno un mondo nuovo. Questo è ciò che Dio si aspetta dai Suoi
figli e dalle Sue figlie, su questa terra. Rendete fede e realtà una sola cosa.
La
vita di fede sembra intangibile ed irreale, ma, in effetti, essa è
eterna e sostanziale. Anche se la realtà di questo mondo è vivida e può
essere sentita, non può dare affidamento; essa è effimera ed incostante.
La
vita di fede in Dio ha la qualità della costanza. Questo significa che
la vita di fede e la realtà del mondo sono in opposizione.
I buoni figli e figlie di Dio riporteranno ogni cosa a Dio, senza chiedere il Suo aiuto. Allora, voi stessi avrete liberato Quando
siete in difficoltà, non chiedete a Dio di aiutarvi. Al contrario,
dite: «Padre, aiuta il mondo intero». Questa attitudine del cuore si
può paragonare a quella di un figlio di una famiglia numerosa, che dica
ai genitori: «Invece di aiutare me, vi prego, curatevi dei miei
fratelli e delle mie sorelle».
Questo tipo di attitudine è così
preziosa per i genitori. I genitori avranno fiducia in questo figlio.
La stessa cosa avviene fra Dio ed i Suoi figli.
Un tale figlio
diventerà naturalmente l'oggetto dei suoi genitori; essi potranno
parlare con lui anche delle cose più segrete. Noi siamo lottando per
avere questo livello di intimità con Dio.
Quando dovete affrontare la sofferenza, voi stessi dovete superarla.
Quando
camminate per strada, perché non cominciate a pensare dal punto di
vista di Dio? Dovete osservare le cose sbagliate che vorreste
cambiare, ed allora moltiplicherete le cose giuste per la vostra
nazione e per l'umanità.
Quando guardate le cose in questo modo, voi state sempre crescendo.
Osservando
la debolezza della situazione politica, le cose in continuo mutamento,
dal punto di vista di Dio, voi dovreste pensare: «lo sto per cambiare
questa cosa e quell'altra». Se nessun altro lo fa, pensate nella
vostra mente: «Io lo farò».
Quando manterrete questo tipo d'atteggiamento, automaticamente sarete aiutati, anche se non avete mai chiesto aiuto a Dio.
Dovunque
andiate, non dovete preoccuparvi. Starete sempre benissimo, anche nella
più pericolosa delle situazioni. Con questa fede, voi potrete superare
qualsiasi difficoltà. Allora Dio vi. rivelerà in molti modi cosa sta
accadendo nel mondo.
Gli uomini di fede apparsi nella storia
hanno lavorato duramente, ma tutto ciò che di buono hanno accumulato
non appartiene a loro; essi hanno dato ogni cosa a noi. Quando noi
abbiamo fede e portiamo la loro speranza nella realtà, attraverso il
nostro lavoro, il loro merito diventa nostro.
La vostra
realizzazione spirituale dipende da voi stessi. Perciò, una vita di
fede deve essere una vita di realtà. Molto presto, la dimensione
spirituale, la quarta dimensione, sarà conosciuta. In questo modo, il
mondo della fede ed il mondo di realtà si uniranno.