'Ndum pirulìn ch' andùma

Questo brano è esemplificativo dello stretto rapporto che intercorre tra canto e ritmo di lavoro. La canzone, probabilmente mutuata dal repertorio militare, accompagnava il lavoro del trapianto e, per il suo ritmo piuttosto veloce, era ben gradita, quando non sollecitata, dai padroni stessi che la preferivano ai canti dall'andamento lento. Più il ritmo del brano era veloce tanto più il lavoro procedeva speditamente. E' stato più volte documentato come in risaia i padroni preferivano il canto - fosse anche Bandiera rossa - alla conversazione con le compagne di squadra, alle chiacchiere e al pettegolezzo. Il canto favoriva l'attenzione al lavoro e permetteva alle mondine di sopportare meglio la fatica fisica e mentale dovuta alla ripetitività dei gesti, alla posizione di lavoro e alla disagevole condizione ambientale. "Di fatto la stessa posizione di lavoro delle mondariso - col busto piegato in avanti e il viso rivolto allo specchio d'acqua - sembrerebbe scoraggiare qualsiasi attività canora. E invece le mondariso cantavano, e cantavano bene grazie ad una adeguata tecnica vocale che avevano saputo elaborare attraverso procedimenti empirici: respirazione breve, e profonda, con un'emissione forte, anche tesa, mai gridata, tendente all'amalgama vocale, peraltro agevolato da un clima caldo e umido per la pronta propagazione del suono".

'Ndum pirulìn ch'andùma

sull'erbetta là c'è il fresco

son di guardia e di picchetta

son di guardia a far 1'amor

(Andiam "pirulin" che andiamo/...)