Le cifre della guerra di liberazione

I partigiani combattenti sul territorio nazionale furono 310.000,
alle dipendenze del CLN, il Comitato di liberazione nazionale
a sua volta emanazione diretta del legittimo governo italiano
del Sud (il governo Bonomi. Sostituito a Salerno).
Prima raggruppati in bande autonome, i partigiani vennero
poi organizzati in Brigate e Divisioni.
I soldati combattenti nelle unità del CIL
(Corpo italiano di liberazione), che Costituiva il nuovo esercito
italiano schierato al fianco degli Alleati, furono 200.000,
ne morirono in combattimento 41.000.
Ben 44.720 partigiani caddero combattendo,
oppure fucilati e impiccati. 21. 168 furono i mutilati egli invalidi.
Tra partigiani e soldati italiani caduti combattendo i tedeschi all’estero,
i caduti furono poco meno di 40.000 (10.260 solo a Cefalonia e Corfù.
della Divisione Acqui). 40.000 soldati morirono nei lager.
Grande fu il contributo delle donne italiane: 70.000 fecero parte
dei Gruppi Difesa della Donna, le partigiane combattenti furono
35.000, 4.653 vennero arrestate e torturate. 2.750 deportate in Germania,
2.812 fucilate o impiccate, 1.070 caddero in combattimento,
15 ebbero la medaglia d’oro al valor militare.
I civili vittime di rappresaglie nazifasciste furono oltre 10.000.
gli ebrei deportati nei lager oltre 10.000 (dei 2.000 deportati
dal ghetto di Roma, il 16 ottobre 1943, ne tornarono vivi soltanto 15).
Nella foto di questa pagina: ottobre 1943, gli abitanti del paesino
campano di Rionero Sannitico attorno alla
croce eretta nel luogo dove i tedeschi fucilarono 16 ostaggi,
quasi tutti donne e bambini, il 24 settembre.