La Resistenza nel piacentino
Storia delle formazioni partigiane piacentine
"La cronaca della LdL nel Piacentino, anche in recenti
pubblicazioni, presenta incertezze nell'individuare correttamente le varie
formazioni, che operarono nelle diverse vallate in tempi differenti. Molte
di esse, infatti, si sciolsero, si riformarono, combiarono denominazione,
si trasferirono da o in altre province; per cui, parlando di una formazione,
occorre sempre precisare la data cui ci si riferisce.
Ho tentato, basandomi su documentazione depositata presso
l'ANPI provinciale, di ricostruire l'ordine di battaglia delle tre formazioni
di montagna (div. Piacenza, Valdarda, Valnure), smobilitate il 28 aprile
1945. Smobilitazione ufficiale; in realtà rimasero operanti i comnadi,
divenuti uffici stralcio, che continuarono a modificare le denominazioni,
i quadri e gli organici.
Tant'è che oggi, se amolti partigiani si chiede
quale denominazione aveva la sua brigata, rispondono indicando solo il
nome di battaglia del comandante. Pertanto ho ritenuto utile precisare,
fin dove possibile, anche i nomi dei comandanti cronologicamente; ciò
consente alle studioso di datare approssimativamente i molti documenti
originali non datiati sulla base della firma e viceversa."
(Tratto da "Piacenza nella guerra di liberazione
- Rassegna Bibliografica - Elenco formazioni XIII zona" di Maria
Luisa Cerri, a cura del Comitato Provinciale A.N.P.I Piacenza)
Zone liberate dalle divisioni partigiane piacentine
Situazione al 1° settembre 1944
Divisione
Giustizia e Libertà
Divisione Valnure
Divisione Val d'Arda
Divisione
giustizia e libertà
top
LA DIVISIONE PIACENZA
Negli ultimi mesi del 1943 e i primi del 1944 si formarono, nella zona
compresa tra il Brallo, Pecorara, Perino, Travo, alta val Tidone e alta
Val Luretta, numerose piccole "bande autonome" (I), di cui le
più importanti per le origini della div. "Piacenza" sono:
Banda "Capannette di Pei" (o del "Brallo"),
formatasi il 3 dic. '43, a fine maggi '44 si trasferì nella zona
di Mezzano Scotti e divenne "Distaccamento Bocchè";
Banda "Piccoli", in località Monte Lazzaro, formatasi
nel dic. '43 e discioltasi il 6-6-'44, dopo la morte del com.te Giovanni
Molinari;
Banda "Remigio", in località Alzanese, formatasi nel
nov. '43;
Banda "Fausto", in località Alzanese, formatasi il 10-1-'44;
Banda "la Senese" (2) formatasi a fine gennaio '44, per fusione
delle due bande dell'Alzanese (com.te Fausto Cossu).
A fine maggio la Senese si denominò "Compagnia
Carabinieri Patrioti" Il l5-6-'44, dopo lo scioglimento della banda
"Piccoli", la "Compagnia carabinieri patrioti", ingrossatasi
e allargato il suo territorio, si trasformò in:
BRIGATA GL (Giustizia e Libertà) (com.te "Fausto"), su
7 distaccamenti: "Senese", "Groppo", "S. Giorgio",
"Scarniago", "Rocca d'Olgisio", "Barbarino",
"Bocchè".
A fine giugno, primi di luglio '44, alcuni distaccamenti
si riunirono, si ingrossarono di nuove leve e formarono un primo raggruppamento
di brigate, come segue:
Quartier Generale (com.te "Fausto") e nucleo
carabinieri (com.te Trebeschi);
la brigata (com.te Antonio Piacenza, "Antonio");
2a brigata (com.te Riccardo Ferrari, "Tredici") (3);
3a brigata (com.te Alberto Araldi, "Paolo");
distaccamento "Bocchè" (com.te Giuseppe Comolli, "Pippo");
distaccamento "Barberino" (com.te Virgilio Guerci, "Virgilio").
Il 1° agosto '44 il raggruppamento acquista il rango
di divisione. A fine agosto, con l'afflusso di due grosse formazioni dall'Oltrepò
pavese e di diversi gruppi provenienti da Piacenza e dalle zone di pianura,
assume il seguente ordinamento:
DIVISIONE GL
Quartier Generale, Intendenza, Compagnia CC: Com.te "Fausto",
comm.rio Angelo Rocca "Arcangelo", CSM Leonida Patrignani "Bandiera",
intendente Alessandro Carbonchi "Sandro", carabinieri: Giovanni
Trebeschi;
1a brigata GL: com.te Antonio Piacenza (e vice com.te),
2a brigata GL: com.te Giovanni Cerlesi "Gianni";
3a brigata GL: com.te Alberto Araldi;
4a brigata GL: com.te Virgilio Guerci;
5a brigata GL: com.te Tiziano Marchese "Tundra";
6a brigata GL: com.te Giovanni Antoninetti "Giovanni";
7a brigata (in formazione), composta dal distaccamento "Bocchè"
(Pippo Comolli) e da un nuovo distaccamento "Alpini Aosta" (ltalo
Londei),
battaglione autonomo "Monteventano", com.te Lodovico Muratori
"Muro";
distaccamento autonomo "Punta d'acciaio", com.te Lino Vescovi
"Valoroso";
distaccamento autonomo "Audaci", com.te Angelo Babini "Piricò";
squadra volante di Monduzzo, com.te Giovanni Lazzetti "Ballonaio".
N.B. - Verso il 19-10-'44, col ferimento di "Tundra",
Pippo Comolli assume il comando della 5a brigata, portando al seguito
parte del dist. "Bocchè"; Italo Londei assume il comando
della 7a composta quasi interamente di ex alpini, originari di altre province.
Si giunge così al rastrellamento invernale '44-'45
(iniziatosi il 22Il-'44). Il 30-11-'44, "Fausto" scioglie la
divisione "G.L.". Le brigate, ridotte a pochi distaccamenti,
ritornano autonome.
Nel febbraio-marzo 1945, le brigate si ricostituiscono
su nuovi organici, assumendo la denominazione di:
RAGGRUPPAMENTO DIVISIONI PIACENTINE-PAVESI
1a divisione GL "Piacenza" (com.te "Fausto")
composta da:
1a brigata: com.te Antonio Piacenza (vice com.te)
2a brigata: com.te Carlo Comaschi (dopo il congelamento di G. Cerlesi)
3a brigata: com.te Alberto Araldi
4a brigata: com.te Virgilio Guerci
5a brigata: com.te Pippo Comolli
7a brigata: com.te Italo Londei
8a brigata: com.te Enrico Rancati
10a brigata: com.te Giovanni Menzani
11a brigata (in formazione) comprendente il battaglione autonomo "Fratelli
Molinari", com.te Ginettq Bianchi (4) e il battaglione autonomo "Muro",
com.te Lodovico Muratori
un battaglione autonomo (brigata in formazione) "Valoroso",
com.te Lino Vescovi
2a divisione GL "Oltrepò pavese" (detta
anche "Masia") (com.te Giovanni Antoninetti), composta da:
6a brigata Luigi Crevani
9a brigata Giuseppe Genta
12a brigata Gino Rossi
Nel marzo-aprile 1945, la 2a divisione passa definitivamente
nell'Oltrepò alle dirette dipendenze del CVL. La divisione rimasta
nel Piacentino assume la denominazione e l'ordinamento seguente:
1a DIVISIONE "PIACENZA"
Quartier Generale: com.te Fausto Cossu, comm.rio Angelo
Rocca, CSM Sandro Carbonchi;
Compagnia "Carabinieri": com.te Giovanni Trebeschi;
la brigata "Diego": com.te Antonio Piacenza (v. com.te la div.);
2a brigata "M. Busconi": com.te Carlo Comaschi ("Guido");
3a brigata "Paolo": Ezio Spinardi (dopo la morte di "Paolo")
("Mario");
4a brigata "P. Cataneo": Giuseppe Follini ("Pino");
5a brigata "Ciancio": com.te Pippo Comolli (detta anche 51 di
manovra "Pippo");
61 (bis) brigata "Fratelli Molinari": com.te Ginetto Bianchi
(detta anche "G. Gasparini") (5);
7a brigata "Gino Cerri": com.te Italo Londei (detta anche "Alpini
Aosta");
8a brigata A. Botti": com.te Enrico Rancati (detta anche 81 di manovra
"Nico");
9a (bis brigata -Valoroso": com.te Mario Docelli (dopo la morte del
"Valoroso" il 16-4-'45 a Monticello);
10a brigata "F. Casazza": com.te Giovanni Menzani "Bologna";
11a brigata "Montesanto": com.te Lodovico Muratori (detta anche
111 mobile "Muro");
e così fino alla liberazione di Piacenza (28-4-'45).
(Note)
(1)Altre "Bande autonome" (tale è la
denominazione usata dalle CRRQP), che passarono nella VI zona, o nell'Oltrepò
pavese, o si sciolsero, sono: le "Bande del Brallo" (da cui
si staccò la -Capannette di Pei"), la "Banda del Greco"
(Andrea Spannoiannis), la "Banda di Terulla", la banda "Nando
Della Giovanna", e altre nella zona Pianello-Ziano-Pecorara (tra
cui quella di "Cappelleggio" con Gino Bongiorni, che in seguito
si aggregò prima alla banda "Piccoli", poi alla 5a brigata
(2)La grafia.esatta, in piacentino, sarebbe "al Siines", dal
nome della cascina omonima, da cui la località topografica Alzanese.
La pronuncia è molto vicina a "Senese"; comunque, i più
la denominarono così.
(3) Per stabilire chi fosse il com.te la 2a brig. in questo periodo, mi
sono basata sul tesserino di riconoscimento intestato al col. Casula,
che cadde a Prato Barbieri il 7-1-'45 assieme alla figlia Giuseppina.
Sul tesserino, rilasciato coi timbri della 2a brigata, è ben leggibile
la firma (13 Katiusca).
(4) Questo battaglione proveniva dal "Settore Valnure", trasformatosi
in "Divisione Valnure". L'allontanamento fu originato da contrasti
prevalentemente politici.
(5) Questa brigata si formò, per scissione dalla 11a "Muro",
dopo il 19 aprile 1945, alla vigilia della liberazione. Proveniva dal
"Settore Valnure".
Divisione
Val Nure
top
Già nella notte dell'8 sett. '43, si rifugiarono
nell'alta val Nure diversi antifascisti piacentini, timorosi di rimanere
in città. La vallata, fino a Bettola, era allora collegata con
Piacenza dalla littorina, il che facilitò l'esodo il giorno 9 e
nei successivi.
Affermare che questa élite" dell'antifascismo piacentino si
costituisse subito in "bande armate" rientra un po' nella leggenda;
anche se in un caso(18), vi fu il riconoscimento delle CRRQP.
Poiché in città non si scatenò la
temuta "caccia all'antifascista" (19), molti rientrarono nel
settembre stesso in città e dettero origine, nella prima settimana
di ottobre, al CLN provinciale. Anche in questa vallata vi fu un afflusso
di prigionieri (inglesi, canadesi, australiani, USA) liberati dal campo
di Veano e da altri campi della provincia di Parma (greci, russi, USA).
Costoro però, pur costituendo nuclei in diversi luoghi(20), non
formarono bande armate e si trasferirono in un modo o nell'altro, agevolati
anche dalla popolazione(2 verso il fronte o la Svizzera. Pochissimi restarono
nella vallata-(2fbis); altri furono catturati dai fascisti e consegnati
ai tedeschi.
Negli ultimi mesi del 1943 (22), nell'alta val Nure si
formarono numerose piccole bande autonome parzialmente armate, di cui
elencheremo solo quelle che avranno un seguito nella stessa valle.
Banda di "costa di Groppo Ducale"
Si formò a fine settembre '43 e cessò di esistere il 28-10-'43,
dopo la morte in combattimento del suo capo, Giancarlo Finetti, e l'arresto
di quasi tutti i suoi componenti.
Banda di "Rigolo"
Si formò nell'ottobre '43, dopo che il capo, Ernesto Locardi "Nani",
recuperò alcune armi nascoste presso Costa di Groppo Ducale. Passò,
nel maggio '44, con la banda "Istriano", dove formò una
squadra (24).
Banda "Gruppo di Peli"
Più che una banda fu, dal settembre '43, un punto di riferimento,
un luogo di raccolta e deposito armi degli antifascisti cittadini. Convenzionalmente
si cita quale capo Emilio Canzi "Ezio Franchi", e anche Antonio
Cristalli "Tonio". Comunque i due, recatisi ancora una volta
in città, furono arrestati verso la fine di febbraio e ristretti
nelle carceri Per oltre 45 giorni. Chi rimase sempre presente e tenne
in consegna le armi fu in realtà don Giovanni Bruschi. Nella primavera
del '44, a fine marzo, la zona fu occupata dalla banda "Stella Rossa",
che istallò a Peli un suo distaccamento.
Banda di "Nicelli"
Si formò il 9-9-43 (18), armata con qualche pistola, com.te Doro
Lanza "Carlo Martello". Cessò di esistere l'8-2-'44 con
partenza del capo e della "Bianca" verso la Svizzera. I rimasti
si dispersero in altre formazioni; uno passò il fronte (Luigi Broglio
"Natanaele").
Banda dei "Franchi tiratori"
Si formò il 1° ottobre '43. armata con fucili da caccia, nella
zona del Cerro, a opera dei fratelli Maschi: Severino "Maschi"
e Agostino "Giusto". Effettuò la prima azione cruenta
di guerriglia, uccidendo il fascista Ugo Rossi e ferendone un altro (Perazzi)
il 23-12-'43. Entrò subito in contatto con la banda "Stella
Rossa-, mantenendo una sua certa autonomia.
Altre piccole bande esistevano nell'alta val Nure, che si disciolsero
nell'inverno '43-'44; o che avevano la base in altre zone (23); o che,
prima o dopo, si aggregarono a una delle due seguenti.
BANDA "ISTRIANO"
Si formò. forse per scissione del Parmense "Gruppo Penna",
sul M. Nero e inizialmente fu detta banda del Monte Nero.
Era composta da una decina di studenti e operai antifascisti provenienti
da Parma, che accettarono dall'inizio il comando di Ernesto Poldrugo "Istriano",
capo di marina rifugiatosi in alta val d'Aveto.
Nell'inverno '43-'44, la formazione scese gradualmente nell'alta val Nure,
prima a Retorto, i definitivamente a Ferriere (17-5-'44). Vi si unirono,
ancor prima e subito dopo diverse piccole squadre di piacentini (24),
che andarono a ingrossare il distaccamento primitivo e a formarne un secondo
(Walter Filipponi da Borgonovo). Ai primi di giugno si costituì
in brigata. (Segue in 591 brigata)
BANDA "STELLA ROSSA"
La sua origine è controversa (25); per vedere di districarcene
converrà suddividerla in periodi ben distinti.
I Periodo: zona di Biana-Spettine (ottobre '43-marzo '44)
A) Si trattò di quattro (26), forse più,
piccolissime bande parzialmente armate, che si tenevano in contatto nella
zona a valle di Bettola, senza unità di comando. Convenzionalmente,
ma si potrebbe citare chiunque altro dei nominati nella nota (26) si indica
quale capo il "Pinci". Prova della mancanza di un capo responsabile
è che il CLN, venuto subito in contatto con la "Stella Rossa",
vi inviò prima un uomo di collegamento (27), poi (dopo ricerche
condotte fino nel Parmense da "Pippotto") un ufficiale jugoslavo
pratico di comando e della guerriglia.
B) Il "Montenegrino" (28) giunse a Spettine accompagnatovi da
"Carlon" e il 9-3'44 assunse il comando. il 10-3-'44 giunse
da Gossolengo un grupep di renitenti alla leva RSI, guidati da Duilio
Ontenti, e chiese di arruolarsi. , 1-3-'44 la banda, subito dopo il combattimento
di Spettine (29) si disperse dandosi appuntamento a Peli.
II Periodo: zona Peli-Pradovera (marzo-giugno '44)
C) Riunitasi a Peli, la "Stella Rossa" si organizzò
in distaccamento autonomo: com.te "Montenegrino", capisquadra
"Pinei" e "Carion".
D) Alla fine di maggio, primi di giugno, si unirono al distaccamento:
"Mak", "Ganna" (capitani inglesi) e "Gianmaria"
(con una sua piccola squadra di bettolesi). Si formarono così tre
distaccamenti, col seguente ordinamento, che prelude quello della brigata:
com.te "Montenegrino", vice "Pinei"
distaccamento di Peli "Gianmaria" (G. Maria Molinari)
distaccamento di Canadelli "Ganna" (Frescen Gregg)
distaccamento di Pradovera "Mak" (Arcibald Donald Machensie).
E) A iniziare dal l0-6-'44 i tre distaccamenti stringono su Bettola ("Ganna"
si sposta al Cerro, "Gianmaria" a Calenzano, -Mak" a Leggio)
e ottengono, verso la fine di giugno, il riconoscimento di brigata (segue
in 60a "Stella Rossa"). Nella prima quindicina di giugno '44,
la "banda Istriano" si costituisce in:
59a BRIGATA D'ASSALTO GARIBALDI
Comandante rimase "Istriano", con due commissari politici inviatigli
dalla VI zona ligure ("Paolo" e "Ventura"). Inizialmente
su tre distaccamenti presto aumentati di numero. Dopo il combattimento
di Farini d'Olmo (27-6-'44) assume la denominazione di 59a B'RIGATA GARIBALDINA
"CAIO".
A metà agosto per contrasti coi "Montenegrino",
non saputi o non voluti comporre dal CUM'XIII zona (Emilio Canzi) e dal
CLN provinciale (trattò "Mattia"), la brigata si trasferì
in Liguria a regandosi alla div. "Cichero". della VI zona, e
assunse la denominazione di 59a BRIGATA DI MANOVRA "CAIO". All'atto
della sua smobilitazione (30) facevano parte della brigata 57 piacentini
raggruppati quasi tutti nel distaccamento "Carini". Questo distaccamento
deve quindi considerarsi una formazione piacentina operante in Liguria.
Ai primi di luglio, fine di giugno, la "banda Stella
Rossa" si costituì anch'essa in:
60a BRIGATA D'ASSALTO GARIBALDI "STELLA ROSSA"
Inizialmente su tre distaccamenti (Cassano, Montesanto, Chiulano) e una
squadra comando in Biana, si ingrossò subito, assorbendo tutte
le altre ccole bande ancora autonome. Dopo l'agosto cedette la zona di
Chiulano alla 61a brigata e occupò tutto il territorio dell'alta
val Nure, lasciato disponibile dalla brigata (vedasi cartina allegata).
Al momento del suo scioglimento (33) i suoi distaccamenti erano circa
15, di cui tenterò di fare l'elenco in appendice. Il suo comando
ebbe fin dall'inizio il seguente quadro: comandante "Montenegrino",
vice "Pinei"; capo di S.M.: "Mak" (fgino al 6-10-'44),
poi "Gianmaria"; incerti i nomi dei commissari succedutisi.
A metà agosto, come già accennato, la 59- "Caio"
si spostò nell'alta val d'Aveto. Rimasero in val Nure i distaccamenti
"Salami", "Barba di Cogno" e "Gino del Torrazzo",
che intendevano costituirsi in brigata autonoma.
Dopo lunghi contrasti sulla scelta del comandante, finalmente Prati cedette
dalla 38a Giuseppe Panni "Pippo", suo prezioso collaboratore,
e il problema fu risolto. I distaccamenti "Barba" e "Gino"
accettarono; il "Salami" si scisse in due: una parte (capeggiata
dal "Grillo" e dalla"Tigrona") accettò; l'altra
(capeggiata da "Salami") rimase in alta val Nure in posizione
autonoma fino alla metà di ottobre '44.
Così, ai primi di settembre '44, si formò la:
61a BRIGATA D'ASSALTO GARIBALDI "VALNURE"
Il nuovo comandante volle subito modificarne il nome in 61a BRIGATA "MAZZINI"
e come tale si disciolse nella prima decade di dicembre '44.
Presidiò inizialmente la zona di Justiano (34), spingendosi gradualmente
sempre più a valle verso Villò e verso M. Romolo. Il quadro
di battaglia iniziale era il seguente: comandante "Pippo", vice
"Pippo 21" (Ginetto Bianchi); distaccamento del "Barba"
(Antonio Poggioli); distaccamento del "Gino" (Gino Cobianchi);
distaccamento del "Grillo" ( -Agostino (?) Guglieri); più
squadre volanti, tra cui quella di Ferdinando Riccò. I distaccamenti,
dalla prima quindicina di ottobre '44, aumentarono di numero, anche perché
uno, e forse più, della "Stella Rossa" volle passare
con la "Mazzini".
La brigata, dopo il combattimento dei Guselli (4-12--44) perse unità
di comando; ma i distaccamenti superstiti si tennero in collegamento nell'alta
val Nure e confluirono, nella prima quindicina di dicembre, nella formazione
seguente.
SETTORE "VALNURE"
Dopo i combattimenti dei Guselli, di Lugagnano e il contrattacco della
59a "Caio" su Bobbio (6-12-'44), cessò la I fase del
rastrellamento da parte delle truppe tedesche con carattere offensivo
(35). In quest'intervallo, durato 30 giorni, la 60a e la 61a si erano,
di fatto, disciolte e i distaccamenti superstiti delle due brigate frammisti.
Sotto la spinta del commissario del CUM-XIII zona, "Venturi",
si tentò di formare una nuova unità priva di ogni colorazione
politica. Ancora una volta vi furono contrasti sulla scelta del comandante
e nuovamente Prati sacrificò la div. "W. Bersani", cedendo
un suo prestigioso componente (Pietro Inzani "Aquila Nera").
Il comando, verso il 12-12-'44, risultò cosi composto: com.te "Aquila
Nera", vice "Pippo"; capo di SM "Gianmaria";
commissario Mario Belizzi.
Aderirono subito al "Settore Valnure" quasi tutti i distaccamenti
superstiti o nel frattempo costituitisi; altri rimasero in forse (36).
All'inizio della Il fase del rastrellamento (6-1-'45), con la morte di
"Gianmaria" e di "Aquila Nera", il settore cessò
di esistere e i distaccamenti ritornarono autonomi.
Passò così il gennaio e parte del febbraio 1945, finché
i distaccamenti iniziarono a raggrupparsi in tre nuove brigate facenti
capo a "Salami", "Cristalli" e "Gino".
Il 23-3-'45, dopo lunghe trattative, il CUM-XIII zona (è incerto
se a quella data fosse ancora "Franchi" o già il col.
Luigi Marzioli "Marzi") ordinò le tre brigate in:
DIVISIONE "VALNURE"
Per la costituzione del comando questa volta Prati si privò dello
stesso commissario della div. "Valdarda" e la VI zona di un
commissario della 59a "Caio" (37).
La divisione risultò così inquadrata: Comando: com.te "Renato",
comm.rio "Dan" capo SM "Camma"- 6 distaccamenti divisionali
(SM - Sabotatori - Reparto Z - Servizio sanitario - Polizia, Intendenza)-3
brigate: "Inzani" (38) com.te "Salami" - "Gianmaria"
com.te "Cristalli" - "Mak" com.te "Gino";e
così fino alla liberazione.
(Note)
(18)E' questo il caso, ad esempio, dell'avv. Metrodoro
Lanza, cui fu riconosciuta dalla CRRQP-Lombardia l'anzianità 9-9-'43-8-2-'44
in "formazioni armate piacentine".
(19)Nota, un po' malignamente, l'Ottolenghi (op. cit.) che in realtà
nel settembre, ottobre '43, in città, né i tedeschi, né
i fascisti dettero gran fastidio ai "vecchi antifascisti storici";
i primi si preoccupavano di rastrellare i militari e le armi, i secondi
di punire i "camerati che avevano tradito la fede". Anche la
questura tenne all'inizio atteggiamento, diciamo così, benevolo.
(20)Impossibile citare tutte le località della vai Nure dove gli
ex prigionieri si nascosero in attesa di espatriare: a La Stoppa in vai
Trebbiola, ai Grilli di Spettine, a Cassimoreno, a Missano, a Padri ecc.
(21)Si costituirono subito, anche su direttive del CLN provinciale, organizzazioni
in favore degli sbandati e degli ex prigionieri. Tali organizzazioni non
sono però state riconosciute come "bande" dalla CRROP
di Parma, competente per la provincia di Piacenza(21bis). Comunque alla
fine di inglesi ne rimasero ben pochi; tra questi F.W. Gregs che si arruolò
nella "Senese"; A.D. Machensie e F. Gregg, che si arruolarono
in "Stella Rossa".
(22) Può essere utile puntualizzare che i partigiani della vallata
del Nure, cui la CRROP di Parma ha riconosciuto una anzianità anteriore
al 31-12-'43, sono circa una ventina. Sono nel conto esclusi quelli della
"Caio", che furono riconosciuti dalla CRRQP di Genova.
(23) Fecero, prima o dopo apparizioni nell'alta vai Nure: la "Banda
Tullio" che operava nella vai Ceno c'si spostò nel maggio
a Taverna, Rossoreggio, poi rientrò nel Parmense; la ,Banda Beretta",
operante tra Bedonia e Bardi; la "Banda Bill", operante tra
Bedonia e Cassimoreno; la "Banda di Pione" non me"Banda
di Missano-, che presto si sciolse e forse altre piccole bande autonome,
che non lasciarono traccia. In particolare, per ultima la Banda Gaspare
operante tra M. Colletta, T. Metteglia, Marsaglia, che avremmo dovuto
registrare con le -Bande del Brallo", di cui alla nota (1) . Preferiamo
citarla qui perché poco prima del 5 agosto (data inizio attacco
su Gropparello) la "Banda Gaspare" passò con l'"Istriano".
Verso il 10 agosto "Gaspare" scomparve e gli uomini rimasero
con Istriano, al comando di "Salami" formando un
nuovo distaccamento della 591 brigata. Alla partenza della 591 per la
Liguria (attorno al 15 agosto) il distaccamento "Salami", di
cui facevano parte il "Grillo" e la "Tigrona", rimase
in val Nure, come diremo.
(24)Tra queste quelle di: "Nani" (già citata), "Turco
e Aquilino" (Rinaldo e Mario Milza) Gino del Torrazzo,
"Ragno", "Barba di Cogno", con una certa autonomia
Sarajevo e, infine, temporaneamente, verso il 10-6-44, una
squadra (capeggiata da "Gino" e "Lina") della disciolta
"Banda Piccoli". Parte della squadra poi passò con "Fausto".
(25) Controversa è anche la denominazione, che qualcuno indica
in "Primula rossa". Sembra vi sia stata un'azione durante la
quale, per riconoscersi tra loro, i componenti dei vari piccoli gruppi
applicarono sulle giacche uno straccetto rosso. Si dice che il parroco
di Cassano (credo don Giuseppe Ricci) proponesse quindi il "Primula
rossa"; ma prevalse "Stella Rossa" con un preciso intendimento
politico; il Capo, il "Montenegrino", fu designato, diciamo
così, dall'alto e non, come avvenne in genere per le altre formazioni,
per elezione.
(26) Queste piccolissime bande autonome facevano capo al "Pinei",
a "Barbetta" e tosi, ai fratelli Murelli, a "Marion"
e "Berton de Sgà".
(27) Per ordine del CLN provinciale fu inviato da Peli "Carlon".
Da Piacenza furono avviati collegamenti saltuari; tra i primi "Arnaldo",
-Pippotto- e altri aderenti al CLN provinciale. In seguito, collegamenti
periodici furono tenuti da "Piero".
(28)Il "Montenegrino" aveva già, dal settembre '43, formato
una piccola banda di cinque o sei ex-prigionieri slavi nella zona di Bardi
(località non meglio idnetificata).Tentò nel novembre '43
di agganciare la banda di Giovanni lo Slavo (nominata in Valdarda).
In una riunione tenutasi a Settesorelle, cui partecipò Macao, l'offerta
venne rifiutata, giudicando il "Montenegrino" troppo autoritario.
Sembra che in seguito Montenegrino fosse abbandonato anche
dai suoi, finchè non fu scoperto da Pippotto e proposto alla -Stella
Rossa". "Pippotto" ha riferito che cercava un capo pratico
del maneggio delle armi; ma l'esigenza non pare del tutto giustificata.
Infatti i primi componenti della -Stella Rossa" erano ex militari,
qualcuno anche graduato. Ho perciò scritto pratico di comando
e della guerriglia (così anche si esprime il La Rosa, op.
cit.).
(29)Il combattimento di Spettine è più noto come eccidio
di Chiulano. Il gruppo proveniente da Gossolengo giunse ai Dodici di Spettine,
via Fabbiano di Inizialmente era composto da 12 uomini. Si ridusse a 8
perché all'alba de giorno 11 quattro di essi, visto che non v'era
possibilità di essere armati, si allontanarono e furono catturati
dalle pattuglie della RSI, che stavano accerchiando da più direzioni
la zona. Gli 8 rimasti erano: Duilio Ontenti armato di moschetto e due
caricatori; il fratello Erasmo armato di moschetto, baionetta e due caricatori;
Rossi, Marzani e Bianchi armati di roncole; Perdoni e un casaro di Fidenza
(che lavorava nell'azienda Davoli) armati di solo coltello; infine Adelmo
Bottazzi armato con una o due bombe a mano. Al terrnine dei combattimenti
caddero prigionieri dei fascisti 6 partigiani: 3 di essi (Ontenti, Bottazzi
e Alberici) furono trucidati a Chiulano, 3 tradotti nelle carceri di Piacenza
(Perdoni, Bianchi e il casaro) e liberati in agosto a seguito scambio
prigionieri effettuato da "Fausto". Questa la versione fornitami
da Duilio Ontenti. Secondo il "Pinei" Bottazzi era già
in zona, armato con un revolver cedutogli da Luigi Segalini, mentre Alberici
giunse da fuori. Inoltre il "Pinei" afferma di aver preso contatto
con il gruppetto all'alba del giorno 11, pur non escludendo che fossero
giunti nella notte precedente. Per quanto l'allora parroco di Chiulano
lo abbia smentito su Nuovo Giornale del 23 marzo 1944, testimonianze
concordi del tempo e l'esame delle fratture dal padre, affermano che i
tre partigiani furono torturati e i cadaveri vilipesi.
(30)La "Caio" fu smobilitata a Genova il 304-'45. Il 20-3-'45
"Istriano" fu promosso come vice com.te la div. "Pinan
Cichero", "Paolo" vice commissario. Il 5-4-'45 "Pedro"
fu promosso com.te la "Caio" e "Bragadin" suo commissario.
La "Caio", aliquote operò ancora nel Piacentino il 6-12-'44
a Bobbio e dal 19-2-'45 al 26-2-'45 in val Nure. E' commovente l'addio:
"26-2-45 - Da Istriano a Carini, Nerone e Bill - Ho ricevuto l'ordine
dal Com.do Unico di abbandonare la Val Nure e per evitare spargimento
di sangue partigiano, me ne vado. Rientrate immediatamente a Bettolá:
che dobbiamo partire. Deciderete se vorrete seguirmi o restare in questa
valle dove avete combattuto. Cari saluti Istriano" (originale autografo
depositato presso ISRL).
(31)Di questi, circa 20 raggiunsero la "Caio" nel 1945, non
volendo soggiacere in val Nure.
(32)Il distaccamento si fece onore nei combattimenti di Borgonovo Ligure.
Com.te "Carini", comm.rio "Danton", v. comm.rio "Bandera".
N.B. Il distaccamento prendeva il nome dal comandante.
(33)Non vi fu uno scioglimento formale. Il 30-11-'44 il "Montenegrino"
si ritirò a Cassimoreno, nella casa detta "dei francesi"
, (testimonianza del parroco don Giuseppe Ferrari). Il comando rimase
al "Pinei" e a "Gianmaria". Dopo i combattimenti del
Cerro (33 bis), di Bramaiano del 3-12-'44 e dei Guselli (4-12244), anche
il "Pinci" non fu più visto e i distaccamenti rimasero
autonomi (33 bis). Con "combattimenti del Cerro" si indicano,
per brevità, tutti i combattimenti avvenuti il 2-12-'44 sulla displuviale
tra il Trebbia e il Nure, dove erano frammisti: tutta la brigata "Mazziní",
parte della "Stella Rossa", resti delle brigate GL, già
disciolte come divisione. (34)Rilevò, in altre parole, la zona
del distaccamento "Ganna", che si trasferì tutto in val
Perino. (35)Continuò, nelle zone conquistate dai mongoli-tedeschi,
il rastrellamento da parte di truppe della RSI.
(36)Saranno precisati in appendice.
(37)In realtà la VI zona aveva già infiltrato da qualche
settimana "Dan" nella brigata"Mak", al seguito di
"Gino del Torrazzo".
(38)Questa "Inzani" non va confusa con la omonima in "Valdarda".
Era la brigata di testa della div. "Valnure" e pertanto Salami
rivestiva la carica di vice com.te la divisione.
Divisione
Val d'Arda
top
Il 9 sett. 1943 evasero i prigionieri (russi, jugoslavi,
greci e inglesi) del campo di Cortemaggiore e si diressero in montagna,
risalendo le valli dell'Arda e dello Stirone (6).
Formarono così, per sopravvivere e sottrarsi alla cattura, piccole
bande ai confini delle province di Parma e Piacenza, attorno al M. Carameto
e lungo la displuviale Vernasca-Borla-Bore-M. Pellizzone. In seguito molti
si dispersero in altre zone e rimase in località Settesorelle la:
Banda autonoma "Giovanni lo slavo" com.te Giovanni
Grcavaz, composta prevalentemente di jugoslavi, russi e un inglese. Questa
banda tenne contatti con Leonardo Maccagni da Fiorenzuola d'A. (7).
Successivamente, databile fine ottobre 43, nella zona
Morfasso-Ferriere, si formarono altre piccole bande, composte prevalentemente
di elementi locali; tra queste ne ricorderemo solo (8) due:
Banda autonoma "Prati" com.te Giuseppe Prati;
Banda autonoma "Inzani" com.te Pietro Inzani "Aquila Nera",
che per molto tempo ignorò la prima.
A Lugagnano aveva lo studio l'avv. Vladimiro Bersani (9),
che nel novembre '43 aveva preso contatti col CLN provinciale. Agli inizi
del 1944 (data non precisabile) provvide a collegare le varie piccole
bande, formandole in squadre e poi "distaccamenti" (10), a superare
le differenze ideologiche, a costituire sul M. Lama una base non legata
ai centri abitati.
"Nella primavera del 1944", data che può
fissarsi alla fine di aprile o ai primi di maggio, queste formazioni si
ordinarono e furono riconosciute:
38a BRIGATA GARIBALDI (com.te V. Bersani "capitano
Selva") su diversi distaccamenti ("Giovanni lo slavo",
"Prati-, -Renzi", "Maccagni", "Inzani",
"Pipp") che andarono man mano aumentando. Commissario politico
Pio Pietro Godoli (Renato). La brigata usufruì subito
di un lancio (che andò in parte disperso) e superò la prova
del rastrellamento luglio-agosto '44, durante la quale cadde (19-7-'44)
V. Bersani e rimase gravemente ferito "Renato".
Dopo il 19-7-'44, il comando passò per elezione
a Giuseppe Prati, comm.rio Arnaldo Tanzi "Arnaldo"; tuttavia
"Giovanni lo slavo" volle una certa autonomia e il territorio
fu diviso in due settori: alla destra e alla sinistra dell'Arda.
Verso il 30 agosto '44, anche il distaccamento autonomo
fu riconosciuto quale brigata. A tale data il territorio compreso tra
il torrente Riglio e il torrente Stirone comprendeva le due formazioni:
38a BRIGATA GARIBALDI "Wladimiro Bersani" com.te
Giuseppe Prati; comm.rio Arnaldo Tanzi. 62a BRIGATA GARIBALDI "Luigi
Evaiigelisti" com.te Giovanni Grcavaz; comm.rio (?) Emilio Varani.
Qualche giorno dopo il 26 sett. '44 (11), oltre un centinaio
di sappisti operanti nella pianura tra Piacenza e Cremona, guidati in
parte da Dario Bianchera, si trasferirono presso la 3811 brigata (12).
Questo cospicuo afflusso, che andava a sommarsi a precedenti esodi dalla
pianura di giovani che intendevano sottrarsi alle leve della RSI, costrinse
le due brigate a formarsi in divisione. che benedisse la sua bandiera
il 12-11-'44 a Morfasso (13).
I DIVISIONE GARIBALDINA DI PIACENZA "W. BERSANI"
Comando: com.te Giuseppe Prati, comm.rio Arnaldo Tanzi "Arnaldo"
(14), Capo SM Sergio Mojarisky "Francesco";
38a brigata Garibaldi: com.te Dario Bianchera "Dario";
141a brigata Garibaldi: com.te Guglielmo Beghi "Villy";
142a brigata Garibaldi: com.te Renato Raiola "Romeo", caduto
il 13-1-'45 e sostituito dal comm.rio Giuseppe Narducci "Pippotto";
62a brigata Garibaldi: com.te Giovanni Grcavaz "Giovanni lo slavo",
che mantenne una certa autonomia fino alla sua destituzione (6-12-'44).
Fu sostituito, in un primo tempo, dal comm.rio Emilio Varani.
Si giunse così al rastrellamento invernale '44-'45,
che per la div. "Bersani" ebbe il suo culmine nei giorni 6,
7, 8 del gennaio 1945. Dopo questa data il comando di divisione cessò
di funzionare, pur mantenendo contatti con le brigate che, ridotte di
uomini, non si dispersero mai del tutto.
Nella primavera del 1945, poco alla volta (15), la divisione
si ricostituì secondo le nuove direttive del CVL e del comando
XIII zona:
DIVISIONE "VALDARDA"
Comando:com.te Giuseppe Prati, comm.rio Pio Pietro Godoli (sostituito,
a fine marzo '45, dopo il suo trasferimento in Valnure, da Arnaldo Tanzi),
CSM Carlo Magrini;
38a brigata "A. Villa": com.te Elesio Gobbi, comm.rio Luigi
Bussacchini;
62a brigata "L. Evangelisti": com.te Romolo Carini, comm.rio
Ernesto Vigevani;
141a brigata "A. Castagnetti": com.te Franco Rovelli, comm.rio
Gaetano Dodi;
142a brigata "Romeo": com.te Giuseppe Narducci, comm.rio Vittorio
Cravedi;
1a brigata di manovra Oltrepò "T. Vaccari": com.te Carlo
Gaboardi, comm.rio Bruno Gandolfi;
2a brigata di manovra "E. Gallinari": com.te Fermo Freschi,
comm.rio Mario Della Valle;
Brigata "Inzani" (16): com.te Giuseppe Panni, comm.rio Antonio
Ferrari;
Brigata "Ballerini" (17): com.te Guglielmo Gori, comm.rio Aldo
Guglielmetti.
Tale si presentò la divisione alla liberazione
di Piacenza; salvo la 62a brigata, che si diresse a Monticelli d'O. e
la Oltrepò, che si diresse a Lodi, dopo aver costituito
una testa di ponte a S. Rocco al Porto.
(Note)
(6) Altri fuggitivi si nascosero nelle campagne di Cortemaggiore.
In questa opera di aiuto e di avviamento prigionieri si prodigarono, ancor
prima dell'8 sett., Calcedonio Maccagni, il figlio Leonardo detto Macao,
lo slavo Cedomir Ristich detto il Tesoriere, la Bianca Carrà,
l'autista fiorenzuolano Cidà. Questa organizzazione clandestina,
che ebbe contatti anche col Vaticano e con la Ginetta di Settesorelle,
potrebbe considerarsi una banda autonoma, ma non fu riconosciuta tale
dalla CRRQP.
(7)Una prova che esistessero già bande armate, ma composte prevalentemente
di ex prigionieri slavi, si ha nell'episodio del 1° ottobre '43 (data
approssimata di uno o due giorni) quando, in una cascina del comune di
Bardi, giunse un carico d'armi e munizioni proveniente da Caorso, trasportatovi
con un camioncino dal col. Pietro Minetti. Il carico fu ceduto dai rappresentanti
del PCI piacentino (Giuseppe Molinari, Paolo Belizzi, Giuseppe Narducci,
un quarto non identificato e l'anarchico Isabella), recatisi
sul posto, a una "banda di slavi, per la inesistenza in loco o nelle
vzctnanze di altre bande italiane" (test. Paolo Belizzi).
(8)In alcuni volumi, recentemente editi, si citano con una certa abbondanza
nomi di presunti capi di altre "bande autonome". Certamente
le persone citate erano in luogo, ma quali sfollati o "sbandati";
in seguito divennero comandanti di distaccamento della 381 brigata. Mi
sono attenuta, del resto, alla "Relazione sui fatti d'arme della
divisione Val d'Arda, della XIII zona del CVL - Wladimiro Bersani"
in data 10-7-1945 a firma (Giuseppe) Prati. A pag. 1 si legge: "Con
la primavera 1944 incomincia per i Patrioti della Val d'Arda la fase attiva
vera e propria. Questo inizio (... ) [si] confonde con quello di Bersani,
Inzani, Prati in una aureola di eroismo e di gloria (... )".
(9)Anagraficamente esatto. Tuttavia, nei documenti partigiani, è
solitamente scritto Wladimiro. Bersani appartenne al PCI.
(10)Inizialmente le direttive del comando delle formazioni Garibaldi (Luigi
Longo) prevedevano solo squadre, distaccamenti, al massimo brigate. Poi,
anche per esse, il criterio della "guerriglia" andò snaturandosi
e si vollero adottare forme e denominazioni proprie della "guerra
guerreggiata". Influirono, forse, più che esigenze militari,
considerazioni politiche sul dopo.
(11)A fine settembre si ebbero in pianura rastrellamenti condotti da reparti
della GNR, dalle BB.NN. e da SS. tedesche. Il 26 sett. '44 fu bruciata
la Baracca di Roncarolo di Caorso. Furono trucidati due partigiani (Giulio
Fittavolini e Teodoro Vaccari) e arrestati altri, tra cui il colonnello
Minetti, di cui alla nota 7.
(12)Le diverse squadre SAP della pianura piacentina verso Cremona costituenti
la I zona SAP, tra il Po e il basso corso del torrente Ongina, ebbero
all'inizio e mantennero fino alla liberazione forti legami con le due
brigate della val d'Arda 381 e 62a; più con la 38a, tanto che un
distaccamento della SAP provinciale si denominò "38- SAP"
e anche "38- brigata SAP", ma il rango di brigata non credo
sia stato riconosciuto dalla CRRQP.
(13)E' importante precisare questa data (da alcuni autori fissata 2 nov.,
da altri 15 nov.). Se a metà di ottobre '44 la situazione sembrava
precipitare per le forze tedesche in Italia e la propaganda spingeva,
quasi la vittoria fosse solo da raccogliere, già alla fine di ottobre
l'offensiva sulla linea gotica si era fermata, ai primi di novembre l'informazione
avvertiva che ingenti forze tedesche e della RSI stavano stringendo la
"zone libere" e preparando l'offensiva. L'll novembre giunse
eco dell'invito di Alexander di "disperdersi". In questa situazione,
ingrossare le formazioni era militarmente intempestivo e pericoloso. E
ciò avvenne non solo per la pressione del commissario Venturi",
che - in definitiva - eseguiva le direttive di Longo e del CVL, ma per
volontà di tutti, compreso il parroco di Morfasso.
(14)In effetti "Arnaldo" era il comm.rio della 38a brigata e
sostituiva "Renato" ancora convalescente. A fine novembre "Renato"
riprese il suo posto.
(15)La costituzione delle nuove brigate avvenne gradualmente; le ultime,
nell'ordine in cui le ho elencate, si formarono nell'aprile '45.
(16)Questa brigata "Inzani", costituita da Pippo Panni, rientrato
in val d'Arda dalla val Nure, non va confusa con l'omonima della div.
"Valnure".
(17)Questa brigata, formata da numerosi disertori -mongoli" (più
propriamente nominati in Liguria "calmucchi"), si costituì
negli ultimi giorni; non partecipò direttamente alla liberazione
di Piacenza; inizialmente si nominò "G. Prati", ma le
brigate dovevano assumere solo nomi di caduti e perciò mutò
il nome.
(Tratto da "Piacenza nella guerra di liberazione - Rassegna Bibliografica
- Elenco formazioni XIII zona" di Maria Luisa Cerri, a cura del Comitato
Provinciale A.N.P.I Piacenza)
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