I Garibaldini sfuggono all'accerchiamento e danno battaglia al Dego

I Garibaldini come si accorgono di essere aggirati, per vie ritenute impraticabili, riuscirono a portarsi in tempo e con tutte le loro armi al Dego, località boschiva sovrastante quella raggiunta dal nemico. Là li raggiunse Primula Rossa che quella notte era sceso a Varzi di pattuglia. Trovò i suoi uomini molto preoccupati. La sua presenza valse ad assicurare anche i più timidi. Li schierò uno per cespuglio, a poca distanza l'uno dall'altro, con l'ordine di non muoversi e di non sparare fino ad un suo segnale.
Al momento più opportuno, a distanza molto ravvicinata, egli avrebbe sparato la prima raffica. A quel punto tutti avrebbero dovuto far fuoco e scattare.
Verso le 4:30 i fascisti ripresero la salita avanzando pian piano e guardinghi. Il cielo si era rischiarato. Destato dal rumore dei passi sulla strada sassosa seguivo dall'alto del campanile il nemico spostarsi sempre più in alto. Conoscevo molto bene il vecchio schieramento partigiano della crocetta, ma non sapevo dello spostamento avvenuto, il silenzio dei Garibaldini mi preoccupava assai. "Che si siano arresi senza sparare è inconcepibile" mi dicevo. "Ma d'altronde se ci sono perchè non si fanno vivi?". Intanto i fascisti continuavano a salire. Giunti quasi in vetta, a pochi passi dai Garibaldini, quando meno se l'aspettavano vennero investiti da una furiosa raffica. Era il segnale dell'attacco.
Contemporaneamente vennero lanciate una decina di bombe a mano e sparate altre raffiche di mitra sugli assalitori sorpresi e disorientati. L'effetto non poteva essere migliore. Approfittando di questo attimo di stordimento Primula Rossa si buttò per primo allo sbaraglio urlando: "Garibaldini all'assalto!". Erano 50 e 50 come un uomo solo si lanciarono sul nemico inebetito che immediatamente si diede ad una fuga pazza e vergognosa. Erano le 6:30 circa quando dall'alto del mio campanile scorsi da lontano gruppi di partigiani lanciati all'inseguimento. Udii distinta la voce di Primula Rossa, sempre primo tra i suoi uomini. Lo abbracciai e baciai con una decina dei suoi fedelissimi che per primi entrarono in Nivione liberandola così per la seconda volta.
Grondavano di sudore, la loro faccia era alterata dallo sforzo, gli abiti laceri e sporchi, parecchi erano a dorso nudo ma tutti con gli occhi lampeggianti. Erano soddisfatti ed orgogliosi. Bevvero un sorso e poi via di nuovo all'inseguimento. Così si battevano gli uomini della Capettini, gli uomini di Primula Rossa.