Battesimo di fuoco

Gli venne in mente S. Sebastiano Curone. Sapeva che là si trovava un piccolo presidio fascista. Era proprio quello che faceva per il caso. Alle 5 del mattino diede la sveglia e manifestò il suo progetto. Il consenso fu unanime ed entusiastico. Partirono di volata. Castellaro, Cella, Fabbrica Curone furono passati quasi di corsa. Appena fuori Fabbrica tagliarono i fili telefonici, per impedire che qualcuno desse notizia della loro presenza. Le pinze per questa operazione erano state regalate da un maresciallo dei carabinieri in pensione che aveva una bottega di ferramente. Saputo di che si trattava disse: "Se è per questo prendetevi pure tutta la bottega!".Indice dello stato d'animo dei nostri montanari.
Intanto qualcuno che aveva notato la loro presenza, aveva fatto correre la voce e molti curiosi erano scesi per strada. Primula Rossa diede ordine di circondare e attaccare la caserma. Questa però non diede segno di volersi arrendere. Ordina il fuoco e immediatamente scrosciano le prime raffiche contro le finestre. Ordina la resa ma nessuno risponde. A questo punto Primula Rossa, che si sente pesare addosso tutta la responsabilità dell'impresa, si avvicina guardingo e lancia una bottiglia di benzina ed una bomba a mano contro una finestra. Lo scoppio è seguito da una improvvisa fiammata e da un nero fumo. Il comandante partigiano ordina di nuovo la resa. Da una finestra appare una bianca. Cessa il fuoco. I militi escono uno dopo l'altro a mani alzate. Era il 6 giugno 1944.
I ribelli della valle staffora avranno il loro battesimo di fuoco.