teresa ricciardi    

30 anni, insegnante di scuola media

 

Battipaglia (SA) 9 aprile 1969

 

Le operaie del tabacchificio sono in sciopero contro la minacciata chiusura della fabbrica. La polizia occupa militarmente la città ponendola in stato d'assedio. Infuriano i caroselli, i pestaggi e il furibondo lancio di candelotti lacrimogeni.

La manifestazione, che aveva bloccato il traffico sull’Autosole, era stata indetta nel corso di uno sciopero cittadino, per protestare contro la chiusura degli stabilimenti che davano occupazione alla zona (uno per uno, hanno chiuso i battenti il tabacchificio Santa Lucia, Baratta, D’Amato, D’Agostino, Giambardella e il zuccherificio Ziis) e chiedere terra e lavoro.

Due persone restano uccise: il tipografo Carmine Citro di 19 anni viene colpito alla testa da un proiettile sparato da agenti di P.S. e morirà un'ora dopo all'ospedale; Teresa Ricciardi di 30 anni, insegnante in una scuola media di Eboli, viene colpita da un proiettile mentre era affacciata alla finestra di casa propria.

La pallottola la colpisce in pieno petto, spaccandole il cuore; 119 manifestanti vengono arrestati.

 

Il giorno dopo, in tutta Italia il nuovo eccidio poliziesco di Battipaglia provoca un'ondata di collera popolare.

12 milioni di lavoratori entrano in sciopero.

L'intera provincia di Salerno rimane bloccata per 24 ore. Violentissime cariche della polizia si verificano a Roma, Firenze e Milano.

A Battipaglia continuano le manifestazioni e gli scontri.

Il commissariato è assediato e dato alle fiamme insieme a diversi mezzi della polizia.