roberto franceschi  

21 anni studente

 

Milano 23 gennaio 1973

 

Sciopero nazionale degli studenti.

A Milano, in serata 100 poliziotti agli ordini del vice questore Paolella e Cardile e del tenente Vincenzo Addante circondano la Bocconi contro una manifestazione di studenti del movimento, indetta per protestare contro i provvedimenti repressivi della libertà di riunione, adottati sulla scia di quelli alla Statale.

I poliziotti (tra cui Gallo e Puglisi ) sparano all'impazzata con armi da fuoco contro i manifestanti in fuga, colpendo a morte lo studente Roberto Franceschi.

La pallottola che lo uccide gli si conficca nella nuca.

Rimane ferito anche l’operaio Roberto Piacentini, al quale una pallottola sfiora un polmone. Il giorno successivo, in gravissime condizioni, verrà incriminato per ben 5 reati.

Si verifica nei giorni successivi un rimbalzo di responsabilità per l’intervento della polizia fra il rettore Giordano Dell’Amore e la Questura, che avanza la versione dell’ ‘agente in preda a raptus’.

Infatti l'omicidio di Franceschi è ammesso senza mezzi termini anche dalla polizia la quale però afferma che l'agente di PS Gianni Gallo ha sparato in stato di semi-incoscienza.

Come dire che viene esclusa la premeditazione e l'assassinio si riduce a un "incidente".

Successivamente i legali della famiglia di Franceschi chiederanno l’incriminazione per omicidio volontario dei funzionari e agenti di PS che hanno sparato.