Varzi "dimentica" la sua battaglia
Niente cerimonie per il 58º anniversario della vittoria partigiana
IL CASO E l'Anpi attacca il sindaco

VARZI. Per la prima volta nel dopoguerra, Varzi non ha commemorato, con una cerimonia ufficiale, la battaglia combattuta fra il 18 e il 21 settembre del '44, che portò alla liberazione del capoluogo dell'alta valle Staffora da parte dei partigiani di Angelo Ansaldi, "Primula Rossa". Niente discorso in piazza, nè posa di una corona alla lapide che ricorda il sacrificio di Enzo Togni, caduto negli scontri. Non si è andati oltre una cena al circolo Arci, intitolato proprio "18 settembre". Come è stato possibile? Si è parlato di dissapori fra l'Anpi e l'Apc, l'associazione partigiani cristiani. Ma Giovanni Prandi, consigliere di minoranza, dà una versione diversa. E attacca il Comune: "La verità è che, per ragioni anagrafiche, l'Anpi non ha più avuto la forza di organizzare, da sola, la manifestazione. E sempre meno ne avrà nei prossimi anni. Toccava al Comune, quindi, e al sindaco Tevini in prima persona, svolgere un ruolo propulsivo e di coordinamento. E invece se ne è del tutto disinteressato. Una mancanza grave". Il timore di Prandi è che, con la battuta a vuoto di quest'anno, vada definitivamente perduto l'appuntamento con la memoria storica, un modo semplice ma insieme solenne e significativo di rievocare e rinnovare i valori della lotta di Liberazione.
Varzi, nella tarda estate di 58 anni fa, fu il simbolo della rivincita partigiana, dopo il primo, grande rastrellamento di fine agosto. I ragazzi della brigata Crespi e della Capettini attaccarono il presidio della Gnr (Guardia nazionale repubblicana) e gli alpini della Monterosa. Tre giorni di battaglia, nei quali caddero tre partigiani: il bronese Enzo Togni, il vogherese Angelo Salvaneschi e Arturo Albertazzi, di Santa Margherita Staffora. I soldati della Rsi attesero invano l'arrivo dei rinforzi dalla pianura, più volte promessi al capitano Claudio Terrabrami, comandante del presidio. E alla fine dovettero arrendersi. Una parte di essi si unì ai partigiani; gli altri poterono fare ritorno, disarmati, a Voghera. Dopo la liberazione, a Varzi si insediò una giunta antifascista, guidata dall'avvocato Fortunato Repetti e composta da Guido Versari, Giovanni Bergamini, Emilio Piana, Lino Tarditi, Costantino Piazzardi, Salvatore Lai, Leopoldo Braghieri e Luigi Rebaschio. Di lì a poche settimane si sarebbe scatenato il secondo grande rastrellamento, quello dei "mongoli" della divisione Turkestan che avrebbero seminato il terrore nelle valli dell'Oltrepo. Ma Varzi fu l'antipasto della riscossa partigiana dell'aprile '45.

Tratto da "La Provincia Pavese"