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 Scrivimi la tua poesia, non lasciarla chiusa nel cassetto!

L'arcata sul sereno
Rifioriscon le rose
dei cieli sopra il mondo
e ricanta la vita
in un flusso di eterni
ritorni, sempre nuovi, delle cose.

Al respiro profondo
di selve e di marine
si disancora l'anima ai superni
lavacri della luce, oltre il confine
breve dell'ombra.
E d'azzurro s'irrora
la giovinezza mia
nella giovane luce dell'aurora.

A me la vita sia
non avara d'azzurro e di sereno
per te dolce Poesia.
Da: L'arcata sul sereno.


Mi cantano le fate del mio monte
Se ti strugge desio
di vive fonti e cercan gli occhi luce
di orizzonti lontani;
se un nostalgico amore
d'azzurre solitudini e d'oblio
ti fa straniero ed esule nel mondo,
a noi ritornerai:
non son fantasmi vani
le fate del tuo monte.
Quassù ritroverai
i magici reami
ove cantano l'acque sui sentieri
e al transito dei venti
un tepido respiro
di bianche greggi sale dai torrenti.

Tu conosci il cammino
su pei declivi d'oro
quando di rosse fragole e di viole
odora il fresco bacio del mattino
e son le conche cerule nel verde
specchi iridati alla magia del sole.

Tu porti ancor negli occhi lo stupore
e un dolce incantamento
di risvegli di bimbi nell'avvento
di notturne nevate
e favolose aurore
sul caro monte delle belle fate.
Da:L'arcata sul sereno


Parole a Rocco
(il coetaneo campagnolo del paese)

Qui sempre ti ritrovo
radicato alla roccia
come l'ulivo antico.

Sei la gramigna il solco
il volto disseccato delle fiumare
il tronco annerito dal fulmine,
sei la mia terra.

Sei le lacrime il sangue
il torto la fame
l'umilta' calpestata il rancore
l'occhio del servo
dalle libere alture degli avi briganti,
sei il braccio che scava la rupe
il coltello che affonda
folgore di vendetta
il coltello che il pane
comparte al passante,
sei l'odio l'amore
la muta preghiera l'esilio,
sei la mia gente.
Da:Lucciole sul granturco (1965)


Platania
Questo mio paese ove son nato,
che prese nome dal platani,
il paese del cuore mio,
dei miei morti,
della mia speranza,
dove potrò un giorno
finalmente dormire per sempre
sopra la collina
che guarda al mare.
Questo mio paese di platani
è come un albero
dispogliato d'uomini
che sono fuggiti lontano
col loro dolore.

Ma ai davanzali ancora
hanno i gerani e i garofani
il dolce mesto sorriso
di chi attende
ombre care
che torneranno
un mattino di sole e di rondini.
Da:Trilogia neoellenica

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