Preghiera cittadina mensile

 GENOVA

L'identikit
di Marina Parodi

Susanna era stata da sempre una persona molto curiosa. Chi la conosceva bene, diceva che avrebbe dovuto fare l'investigatrice o quanto meno la giornalista.
Susanna era anche una tipa un po' strana e questo la sua amica Miriam lo sapeva. Eppure anche lei rimase sorpresa dall'ultima idea di Susanna.

"Forse non ho capito bene, adesso cosa ti sei messa in testa?"
"Sì, sì hai capito bene, voglio trovarlo. Eh, devo chiedergli delle cose..."
"Ma ti rendi conto che il tuo progetto è folle? È impossibile "trovarlo", come intendi tu"
"Secondo me no, basta agire con metodo. Io ci voglio provare"
"Tu sei fuori"

Cosa aveva in mente Susanna?

Susanna aveva deciso di trovare niente di meno che... Dio! Eh, doveva chiedergli delle cose, diceva.
Agli occhi di Miriam la notizia era ancora più curiosa, in quanto Susanna non si era mai interessata a discorsi religiosi. Chissà cosa le era preso...
Tant'è: Miriam non riuscì a convincerla dell'assurdità della sua ricerca e Susanna iniziò l'avventura.

Susanna decise appunto di procedere con metodo: per prima cosa doveva interrogare i testimoni e costruirsi un identikit, uno schizzo dell'aspetto di Dio.
Susanna parlò con molti uomini e donne, anziani e bambini, di razze e culture diverse. Annotò meticolosamente ogni informazione e iniziò a disegnare il suo identikit.
"Ma come sono gli occhi? - chiedeva - E le mani?" "E che faccia fa in questa situazione?" "Dove passa la domenica ?" ...
L'impresa era davvero ardua, ma Susanna non si dava per vinta, chiedeva e disegnava, interrogava e prendeva appunti.

Continuò per mesi.

Dopo aver sentito centinaia e centinaia di persone, in effetti qualche idea se l'era chiarita, una specie di identikit lo aveva disegnato. Decise allora che era giunto il momento di iniziare a cercare il suo soggetto.

Con l'identikit sempre a portata di mano, iniziò a percorrere le strade del mondo per cercare di scovarlo. Visitò città e abitò foreste, solcò mari e scalò montagne, attraversò deserti e fertili campagne. Il suo viaggio non si interrompeva per nessun motivo, sostenuto dalla certezza che prima o poi l'avrebbe incontrato.

Dio intanto, bè si sa lui è già vicino a chi lo cerca, fin da quando Susanna aveva sentito il desiderio di parlare con lui, le si era messo a fianco, giorno e notte, era come la sua ombra, la accompagnava sempre e cercava in ogni modo di farsi riconoscere. La proteggeva e le dava forza, la coccolava e le procurava il cibo, la faceva addormentare serena e la consolava nei momenti difficili. Per fare questo certo si serviva di altri uomini e di cose materiali, come facciamo tutti, ma era sempre lui a volerle così bene. Invece Susanna, niente, non si accorgeva di niente, non lo riconosceva, non sentiva le sue parole, non vedeva le sue espressioni di affetto, non accoglieva i suoi doni. E continuava a cercare chi in realtà le era così vicino.

Dopo mesi di inutili ricerche Susanna si era un po' stufata e iniziava a dare ragione alla sua amica Miriam, forse trovare Dio era una cosa davvero impossibile.
Quando ormai pensava di ritornarsene a casa, una coppia di viaggiatori le raccontò che in Galilea c'era un Maestro, un maestro diverso da tutti gli altri, uno che parlava con autorità, uno che aveva il coraggio di sgridare i farisei, uno che andava a casa dei pubblicani e delle prostitute, uno che moltiplicava il pane e guariva i malati, uno che si rivolgeva a Dio chiamandolo "Papino mio" e che annunciava l'instaurazione di un regno di amore. Alcuni dicevano che fosse un profeta, altri Elia, altri Giovanni il Battista risorto e alcuni persino il Messia.

Susanna decise di fare un ultimo tentativo e di chiedere a lui dove aveva sbagliato e perché non aveva trovato Dio. Partì per la Galilea e incontrò Gesù nel tardo pomeriggio di una giornata di giugno. Gesù era con i dodici amici e alcune donne sulle rive del lago di Tiberiade.
Susanna era stata fortunata, non c'erano le solite folle che circondavano Gesù. Forse il suo ultimo discorso era stato uno di quelli duri, uno di quelli che ti mettono quasi paura, che ti fanno tornare a casa con l'anima turbata, che ti portano a lamentarti: "Oh! Ma cosa vuole 'sto qua da me?".

Susanna poté avvicinarsi e iniziò a raccontare a Gesù la sua storia, e a lamentarsi di Dio, che si nasconde e non si fa trovare.

Gesù la ascoltò attentamente e con un sorriso comprensivo. Poi le chiese: "Susanna puoi farmi vedere il tuo identikit?". Susanna glielo mostrò e subito Gesù esclamò: "Ma questo NON È Dio! Oh no, Dio ha un aspetto tutto diverso! É molto più grande, ha l'aria più simpatica, e poi ha le mani aperte, e poi non fa quella faccia lì! E poi..."
Insomma Gesù iniziò a spiegarle, punto per punto, quanto e perché il suo identikit fosse sbagliato.

Era normale che Susanna non avesse trovato Dio: aveva la foto sbagliata!


PER LA RIFLESSIONE

Questa è solo una favola, anche piuttosto imprecisa, ma serve a introdurre alcune domande:

- Se dovessimo mostrare a Gesù il nostro identikit di Dio, come lo faremmo? Quale immagine abbiamo di Dio? L'identikit ce lo siamo costruiti noi o lo abbiamo costruito, verificato, aggiustato alla luce del Vangelo, parola vivente di Dio, presenza di Gesù tra gli uomini

- Gli altri uomini sono in ricerca come noi. Qualche volta possono guidarci bene, come i due viaggiatori, altre volte ci confondono le idee.
Mi è capitato qualcosa del genere?
Chi/cosa mi ha aiutato a conoscere meglio il volto di Dio?
Chi/cosa invece ha sfigurato il volto di Dio?