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Prefazione

  Debbo ringraziare i compagni della nostra bassa per il graditissimo battesimo del mio quasi incarico di responsabile ambiente con la riuscitissima lotta messa in piedi in pieno agosto contro il progetto di una mega centrale termoelettrica nella loro zona.

Una lotta esemplare per gli aspetti politici ed ecologici, ma anche per le modalità in cui si é sviluppata con un coinvolgimento di massa della popolazione interessata e dei nostri interlocutori su queste tematiche.

Il privilegio del resoconto spetta ovviamente ai protagonisti ed il sub comandante Ezio Cicchetti , coordinatore di zona, provvederà in modo esaustivo con la stessa energia che ha profuso sul campo.

A me spetta un sunto, una valutazione politica e ovviamente una divulgazione degli aspetti tecnici di merito.

La scoperta

I compagni hanno scoperto che c'era la richiesta per una mega centrale sul loro territorio per caso, curiosando su internet, a tempi scaduti per la presentazione dei soggetti interessati alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale , ai primi di agosto. La procedura , per il decreto Marzano é centralizzata a Roma ma Comuni, Province e Regioni sono obbligariamente coinvolti (anche se i loro pareri non sono vincolanti).

Ovviamente ognuno capisce che una multinazionale non fa un progetto da 3000 miliardi senza un abboccamento preventivo con le amministrazioni locali. Quindi sapevano.

I cittadini, compresi i soggetti interessati, l' hanno saputo da Rifondazione che ha inondato i paesi con migliaia di volantini. Sapevano sindaci e assessori (e molto probabilmente dirigenti politici..) ma non i Consigli.

Notizie riservate quindi. Perché un tale segreto da parte di amministrazioni che sottopongono a dibattito pubblico anche le più insignificanti questioni?

Perché si sa che le centrali non piacciono e che le resistenze dei cittadini possono mandare a monte i costosi e remunerativi progetti.

Una questione di democrazia ecologica che ha fatto infuriare ancora di più la cittadinanza.

Sottolineo che é l' intero gruppo degli amministratori emiliani del centro sinistra che ha adottato coscientemente questo metodo che privilegia il mercato sulla testa dei cittadini e questa é una brutta novità. ( Ancora più inquietante é la possibilità che nostri amministratori fossero complici della congiura del silenzio, certo l' assessore all' ambiente della provincia di Ravenna).

Cosa é una centrale a turbogas

Una centrale a turbogas del tipo in questione, é una macchina a due stadi, che produce energia elettrica e, se richiesta, acqua calda.

Il primo stadio é un reattore, molto più grande di quelli di un Jumbo, che brucia metano che scalda aria, muove una turbina e produce un getto di aria caldissima. Questo non solo riscalda l' aria immessa ma con l' iniezione di acqua produce una grande quantità di vapore che alimenta il secondo stadio , una turbina a vapore. Da questo processo escono fumi e vapore condensato , che può essere utilizzato per usi domestici (riscaldamento) o industriali, innalzando così il rendimento energetico dell' impianto.

Il metano usato é quello russo ,molto sporco di ossidi di zolfo), ma lo stadio a vapore scioglie molti di questi ossidi.

Escono dalla centrale gli ossidi di carbonio (il CO2 , principale gas serra, e il CO , velenoso ), gli ossidi di azoto acidificanti delle pioggie, tracce (ma sono tracce molto cospicue) di ossidi di zolfo (non solo puzzano ma sono nocivi alla respirazione) e una grande quantità di vapore e calore. Il vapore d' acqua é sotto forma di micro goccioline (aerosol) che cattura gli inquinanti e contribuisce allo smog fotochimico.

Il calore e il vapore modificano il clima locale (microclima) su un' area di molti chilometri.

Esce anche acqua calda sporca e inquinata che deve essere depurata e smaltita. Se non c'é l' utilizzo in teleriscaldamento c'é una ancora più forte immissione di calore e di acque molto calde.

Ovviamente la centrale consuma molta acqua che deve essere prelevata da qualche parte , ponendo un ulteriore problema ambientale.

La centrale é costituita da due unità come descritte con le loro brave ciminiere di 60 metri. Il tutto a due passi dall' autostrada, uscita Funo, in piena area agricola pregiata (che non potrebbe più aspirare alla denominazione di biologica), interessando la popolazionedi Bentivoglio, S.Giorgio di Piano, Altedo, Malalbergo ...

Potenza elettrica totale 750 Mwatt; la termica più del doppio.

Una specificità negativa delle centrali a turbogas é il forte inquinamento acustico che impatta tutta l' area circostante e che le rende incompatibili con la collocazione in nuclei abitati. Le centrali tra l' altro sono forti sorgenti di ultrasuoni, dannosi alla salute umana ma non percepiti. Per molti animali, vedi i cani, il tormento é veramente notevole.

é questa la cosuccia che volevano tenere nascosta!

La legge Marzano

Il governo, invocando un inesistente buco energetico nazionale che creerebbe una situazione di emergenza, ha varato un decreto che si richiama alle procedure accelerate previste per le fonti alternative e che centralizza tutto al governo. In base a questo decreto in sei mesi dalla presentazione di un progetto si deve esaurire l' iter autorizzatorio, con la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale che si esaurisce in 30 giorni per la presentazione delle osservazioni (Comuni, Provincie e Regioni oltre ai soggetti privati interessati) e con il governo che valuta queste osservazioni in altri 30 giorni.

Nessuna osservazione é vincolante e quando si emana l' autorizzazione tutte le varianti indotte sono automatiche come avviene per le opere di necessità nazionale (vedesi i tralicci degli elettrodotti).

Si ha notizia di modifiche accettate al decreto e concordate con le Regioni , che avevano fatto ricorso alla Corte per incostituzionalità (la nostra ha fatto dichiarazioni di fuoco ma non si era associata al ricorso).

Sulla base di queste modifiche le regioni riassumerebbero un ruolo nelle scelte ma la base del decreto che si appella al pericolo di black out per raddoppiare l' offerta (tutta privata) di energia rimane.

Come dire é salvo un ruolo negli affari ma l' ambiente piange.

C'e bisogno di altra produzione elettrica ?

Ovviamente NO. La riserva produttiva italiana é la più alta d' Europa e se produciamo meno di quel che consumiamo é perché costa meno comprare che produrre. La produzione europea é anch'essa sovrabbondante sia perché fare centrali é un buon affare (vedi p.e. gli scandali Kohl e Chirac), sia perché tutti stanno col fiato sospeso per le centrali nucleari in funzione.

Quello che sarebbe necessario fare é intervenire sulle centrali già operative per aumentarne il rendimento (più energia con meno calore e quindi meno emissione di gas serra) sia per ridurne il carico inquinante.

Premesso che la strada maestra é quella del risparmio e dell' uso di fonti rinnovabili, la soluzione di sostituire centrali sporche esistenti con centrali a turbogas ad alto rendimento é senza dubbio una scelta opportuna con due accorgimenti:

  • non rendere il nostro sistema troppo dipendente dal funzionamento dei gasdotti che sono attualmente sotto tiro nella guerra permanente;

  • rispettare la specificità dei carichi ambientali , poiché non tutte le  localizzazioni sono compatibili con le centrali a turbogas.

Va detto però che per la logica perversa della privatizzazione della produzione e distribuzione dell' energia i progetti che vengono presentati non sono che in minima parte progetti ENEL di centrali esistenti ma progetti di altri privati per nuove centrali, che si sommano alle esistenti e che in una logica di concorrenza aumentano il carico inquinante complessivo.

Più di 600 sono i progetti presentati di mega centrali (la legge riguarda solo queste ultime!) e se fossero realizzate tutte la produzione più che raddoppierebbe da qui al 2010. Le moltissime piccole e medie centrali, che la privatizzazione moltiplica a dismisura (compresi gli inceneritori mascherati), farebbero esplodere l' offerta di elettricità, di gas serra e di veleni.

Il Piano Energetico Regionale e Povinciale (PER e PEP)

Tutta la trattativa (di questo si tratta) col governo sulle centrali da costruire in E.R. é stata condotta in assenza di un piano energetico regionale. C'é una bozza che é servita alle provincie per approntare loro piani energetici. Quello di Bologna é stato predisposto dalla giunta ma deve essere ancora discusso ed approvato in Consiglio.

Il PER dovrà ovviamente recepire i piani provinciali e quindi sarà bene provvedere ad acquisire urgentemente tutta la documentazione a livello regionale sia per l' indirizzo dei compagni nelle istituzioni, sia per l'operatività del partito sul territorio.

L' impostazione del PER é la variante progressiva del piano energetico nazionale. D' altronde l' assessore Campagnoli fa parte della commissione nazionale per l'energia.

L' obiettivo é lo stesso: si afferma che la regione ER deve raggiungere l' autosufficienza nella produzione di elettricità prevedendo per il 2010 un consumo locale maggiorato di un terzo e una produzione doppia dell' attuale.

Ovviamente non si può parlare di autosufficienza energetica poiché si consumano idrocarburi importati e la dipendenza energetica aumenta.

Il piano però sembra puntare su una completa riconversione a turbogas del parco esistente con la costruzione di poche nuove centrali.

Ovviamente si fa affidamento anche al risparmio, ma solo genericamente, e al raddoppio anche della (pochissima) produzione da fonti rinnovabili.

La soluzione progressista cade proprio sul meccanismo di privatizzazione che induce la scarsissima propensione dell' ENEL al rinnovo degli impianti mentre già sono presenti almeno 21 progetti di nuove mega centrali. E' nella debolezza della proposta di fronte ad una supina accettazione del modello energetico del governo (il raddoppio della produzione e il riconoscimento della vulnerabilità degli approvvigionamenti di energia elettrica) che si opera per una competizione su chi decide quali progetti accettare entro le scelte operate dai vari Marzano e Lunardi.

Il PER in questi termini appare quindi solo la classica foglia di fico.

La Provincia di Bologna

Meglio fa la Provincia che individua un fabbisogno energetico attorno ai 600 Mwatt, a calare dopo la lotta del PRC. Ora l' assessore Forte Clò dice che con le piccole centrali e quelle a cogenerazione si potrebbe anche coprire l' intero fabbisogno.

In realtà la mossa della Mirant srl (quella della centrale di Bentivoglio, ne parleremo più avanti) ha preso in contropiede i nostri amministratori che puntavano ad un progetto SEABO e quindi avevano stirato il PEP per far posto a questo progetto. Con la presumibile carenza di finanziamenti nazionali e un pò di rimostranze dei cittadini il rischio é di scontentare i votanti e poi non avere nessuna centrale.

Meglio quindi una prudente marcia indietro.

Anche sulla scelta della Seabo, nelle dichiarazioni in assemblea ad Altedo, l' assessore fa un bel passo indietro da quando affermava alla stampa, che " la politica avrebbe fatto la sua parte". Intanto é disponibile al confronto pubblico "ovunque".

MIRANT e SEABO

Cos'é la SEABO lo sapremo quando l' iter di privatizzazione avrà fatto il suo corso. Dalla vicenda "centrali" comunque qualcosa abbiamo imparato.

La SEABO ha l' ambizione di diventare un colosso dell' energia presentando prima ancora del voto dei comuni sulla sua collocazione in borsa progetti da decine di migliaia di miliardi (vecchie lire). Per la Provincia di Bologna le centrali proposte sono 3 (Minerbio, Argelato e udite,udite! Crevalcore). Sono 10.000 miliardi.

Come pensa di acquisire tali somma l' azienda? La collocazione in borsa non darà certamente tali somme e comunque i Comuni si aspettano di incassare, per non parlare degli investimenti strutturali nel settore acqua promessi.

I progetti SEABO (ma ci sono anche gli inceneritori che danno energia, soldi e diossina) non sono dissimili dagli altri, tant'é che ha offerto alla Mirant di "comprare" (ma quant'é l'utile se sono ammessi anche compravendite?) il progetto di Bentivoglio e relativa autorizzazione.

Non potrebbe essere altrimenti visto che chi investe non produce certo in proprio le centrali ma le acquista da multinazionali del settore.

La quasi impossibilità di ridurre l' impatto ambientale con artifici vari annulla la possibile (se anche ci fosse) sensibilità di SEABO in quanto (ex) municipalizzata. Un privilegio a Seabo da parte delle amministrazioni locali potrebbe solo giustificarsi dall' utile che i soci di una azienda si aspettano.

La Mirant Italia é l'emanazione di una multinazionale americana , la Southern Energy, in suolo italiano. Essendo una srl ha un capitale sociale di poche decine di vecchi milioni (in caso di incidenti potrebbe indennizzare poco più di un pollaio).

La Mirant ha presentato molti progetti di centrale ma per quella di Bentivoglio ha utilizzato la vecchia legge per le fonti energetiche ecologiche battendo sul tempo ogni concorrente.

La VERTENZA PRC e l' assemblea ad ALTEDO dell 11/7

La zona NORD si é attivata con una grande disponibilità di tutti i circoli e dei consiglieri comunali. Grazie ad INTERNET i compagni hanno potuto disporre di documenti, informazioni sulle lotte passate ed in corso contro le mega centrali a partire da quella di Crevalcore (www.benicomunali.org) collegandosi con l' intero movimento e disponendo del prezioso contributo del dipartimento energia del PRC.

Credo che prima di questa occasione in quei circoli nessuno avesse sentito parlare di centrali a turbogas. Con l' aiuto dei funzionari dei gruppi consiliari ci si é procurato i PER e i PEP.

Si sono presi subito i contatti con il comitato elettrosmog di S.Giorgio di Piano e con il WWF della zona. Si é stabilito un rapporto con i Verdi, passando sopra il fatto che Vigarani, coordinatore provinciale ed assessore all' ambiente di S.Giorgio di Piano avesse dimostrato quanto meno una notevole distrazione.

Si é volantinato e promosso un comitato di cittadini che ha subito raccolto firme contro la centrale. Si sono mandati comunicati alla stampa ottenendo una grande pubblicità e scompigliando gli amministratori che avevano pensato di far tutto in camuffa. Insomma, si é sollevato un casino del 48 in meno di un mese.

Ho voluto ricordare con quanto dettaglio confidando nell' emulazione comunista: con i nostri principi e concezione della politica quattro gatti possono costruire una grande vertenza sull' ambiente.

Regione, Provincia e Comuni han dovuto chiedere la sospensione della procedura di autorizzazione.

Restando i termini dei 6 mesi entro cui si deve operare, il pericolo non é scongiurato ma essendo pure le risorse di investimento e di contributi pubblici assolutamente inadeguate alle 600 proposte, si può ben sperare di avere, almeno a breve termine, bloccato il progetto di Bentivoglio. Han dovuto promuovere una pubblica assemblea ad Altedo (11/9) nella sala più grande che c'é in zona (quella parrocchiale) che era strapiena. Siamo intervenuti e abbiamo ricevuto applausi di ringraziamento. Sono intervenuti i comitati, il wwf, cittadini, esperti della provincia e della regione, Forte Clò e i sindaci.

Credo che in futuro si guarderanno bene dal tenere segreti i progetti di grandi opere.

COME PROSEGUIRE

Ora ci spetta il compito di raccordare i compagni nelle istituzioni con l' iniziativa del partito sul territorio, coprendo le comprensibili inadeguatezze tecniche con riunioni specifiche e con la disponibilità di "consulenza" (gratuita!) interna. La costituzione di una struttura per l' ambiente della federazione provinciale (e speriamo anche regionale) dovrebbe coprire un buco annoso.

Intanto si sta costituendo un Forum ambientalista provinciale e c'é già chi lo propone a livello regionale. Utilissimi strumenti di movimento per un partito che dispone di compagni generosi in tutti i circoli, coprendo, unici nella sinistra alternativa, quasi tutto il territorio.

Partiamo innanzitutto dal nostro territorio (ma dopo il congresso regionale si impone una svolta in tutta l' Emilia-Romagna).

Affronteremo subito la questione della centrale a biomassa a Sala Bolognese (ma bisognerà fare un consulto anche per quella di Vidiciatico). Di questa centrale possediamo una cospicua documentazione procurata dai compagni della zona Persicetana. Con il cambiamento della definizione di rifiuto da parte del governo (solo quelli nocivi e non utilizzabili industrialmente sono ora tali!) l' uso già invalso in queste finte centrali a biomassa di fare incenerimento si estenderà con profitti elevatissimi, inquinamento pesante e la beffa di essere opere di pubblica utilità pagate all' 80% da denaro pubblico. Dobbiamo andare al più presto ad una azione pubblica e stanare le istituzioni (Forte Clò si é detto disponibilissimo ad un confronto).

Stessa cosa per Crevalcore che aveva già respinto un progetto di centrale e che ora si vede riproporne una dalla SEABO. Come dire che i cittadini non contano ma contano gli "amici" nelle amministrazioni.

Intanto i compagni volantineranno e raccoglieranno firme a Minerbio. Un buon battesimo per me e per la commissione ambiente. Proseguiremo con l' acqua, i trasporti, le discariche e gli inceneritori, il traffico, l' urbanistica etc etc.

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Aggiornato il: 22 novembre 2002

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