Partito della Rifondazione Comunista
Circolo Che Guevara
Quartiere Navile
Bologna (ITALY)

4. PRESCRIZIONI GENERALI

4.1. VALIDITÀ DELLO STUIDIO - SCENARIO DI RIFERIMENTO

La presente V.I.A. fa riferimento ad un P.R.G. Aeroportuale che prevede infrastrutture atte a soddisfare un traffico dell'ordine dei 4,5 milioni di passeggeri/anno. Allo stato attuale il P.R.G. Aeroportuale prevede il raggiungimento di tale traffico tra il 2005 e i 2010.

Per ulteriori sviluppi (oltre 4,5 milioni pax/anno) si renderà necessaria la redazione di un nuovo P.R.G. Aeroportuale da sottoporre a V.I.A. a termini di legge.

Qualora gli indici ambientali (rumore, emissioni in atmosfera, ecc.) e i livelli di carico (accessibilità) raggiungessero valori superiori a quelli indicati negli studi (anche entro la soglia max prevista di 4,5 milioni pax/anno e con il vigente P.R.G. aeroportuale), dovranno essere predisposte adeguate misure di contenimento in funzione della reale situazione.

4.2. VIABILITÀ E ACCESSIBILITÀ DELL'INTORNO AEROPORTUALE

4.2.1. Viabilità

Il progetto di massima relativo alla nuova viabilità del Comune di Calderara, di cui alla cartografia in allegato alle integrazioni allo Studio di Impatto. dovrà prevedere anche il collegamento con la Via Rizzola Levante. Essa dovrà immettersi nella stessa subito dopo (procedendo in direzione Ovest) l’attraversamento sullo Scolo Fontana e la nuova viabilità prevista dalle FF.SS. (disegnata in azzurro), mediante realizzazione di adeguata rotatoria nel tratto attualmente disegnato in curva, il tutto in sintonia con le opere a carico FF.SS.

Per quanto riguarda via del Vivaio dovrà essere rivisto e concordato con gli Uffici Comunali competenti il progetto redatto nell'ambito dell'Alta Velocità, in relazione all'esatto profilo della linea di cintura interrata.

Analogamente per quanto riguarda la via di Mezzo dovrà essere valutata e concordata con gli Uffici Comunali competenti la tipologia di attraversamento, sostitutiva dell'attuale passaggio a livello, in relazione alla quota che la linea di cintura assumerà in tal punto.

4.2.2. Accessibilità

E' necessario che il proponente, con la supervisione del Comune di Bologna, produca uno studio di fattibilità sulle modalità di accesso all'aeroporto che proponga diverse soluzioni in merito alla risoluzione delle interferenze create dall'aumentata capacità dell’infrastruttura aeroportuale.
Tale studio di fattibilità dovrà essere predisposto tenendo presente le determinazioni conseguenti alla redazione del progetto definitivo e della valutazione di impatto ambientale del Sistema Austrada-Tangenziale.

4.3. RUMORE

4.3.1. Fase di cantierizzazione

La fase di cantierizzazione, dovrà essere gestita con precisi criteri organizzativi in modo tale da minimizzare gli impatti.
In relazione a ciò, lo studio evidenzia la necessità di procedere:
- all'installazione di pareti anti-rumore di tipo riflettente e facilmente spostabili per seguire al meglio l'attività del cantiere;
- evitare la concentrazione di molte macchine operatrici nelle vicinanze dei ricettori sensibili;
- applicare, ove possibile, silenziatori agli scarichi delle macchine di cantiere;
- prevedere varie alternative di percorso in modo da evitare l'attraversamento dei centri abitati e il crearsi di intasamenti o rallentamenti alla viabilità odierna. Ove questo risulti impossibile, evitare il transito nell'ora di punta.
Le azioni attivate dovranno
consentire il rispetto dei limiti sonori previsti dalle normative vigenti.

4.3.2. Fase di esercizio

L'eliminazione degli aerei rumorosi rappresenta indubbiamente, nel breve periodo. un importante contributo all'abbattimento del rumore sui ricettori sensibili presenti nel territorio.

Nel Quartiere Navile, nell'ipotesi di crescita max (più credibile con i dati attuali). senza una drastica riduzione dei CAP. 2, superando i 2.880.000 non sarà più possibile contenere i livelli entro i limiti di legge (anche in presenza della via di rullaggio) e nel 2000 ci si avvicinerà a valori di Lva prossimi a 66 dB(A).

Per questi aeromobili, con la Risoluzione A28-3 del 1990 emanata da ICAO, è vietata l'autorizzazione a volare solo a partire dal 2002.

A questo proposito, tuttavia, è importante richiamare i benefici acustici conseguiti, ed evidenziati dal monitoraggio in continuo operato dalla centralina ARPA, successivamente all'emanazione da parte della Direzione Aeroportuale Aviazione Civile delle ordinanze di regolamentazione degli stessi:

NOTAM A 1498 LI, del 13-5-98, con cui si ordina la virata obbligatoria a sinistra agli aeromobili di CAP. 2 eventualmente in decollo da pista 12;

NOTAM Bl753/98 LI del 18-5-98, con cui si ordina il decollo per pista 30 di tutti gli aeromobili, fatte salve esigenze meteo, di sicurezza e ATC;

NOTAM B1754/98 LI del 18-5-98, con cui si ordina il decollo per pista 30 degli aeromobili di CAP. 2 - Annesso 16 ICAO, fatte salve solo esigenze meteo e di sicurezza.

Con questo premesse e in linea con quanto riportato nel verbale della Conferenza dei Servizi Aeroportuali del 7 ottobre 1998, prot. n. 2090/1.32, nel quale si proponeva di determinare la capacità della pista aeroportuale per l'estate 1999 in maniera dinamica in relazione alla presenza di aerei rumorosi (CAP. 2), si sottolinea la necessità di continuare a lavorare nella gestione del traffico aereo per accelerare l'eliminazione dei CAP. 2 - Allegato 16 ICAO, dall'aeroporto di Bologna.

In prospettiva,. nella valutazione della clearance aeroportuale è auspicabile che vengano prese in considerazione anche le problematiche ambientali e di funzionamento del sistema urbano conseguenti al potenziamento dell'aeroporto. In particolare, per quanto riguarda le problematiche ambientali, il problema potrà essere ricondotto al controllo e al contenimento del rumore aeroportuale anche in riferimento alla gestione dei picchi orari.

Per facilitare la gestione dei decolli per pista 30 in direzione ovest, opposta alla Città, soprattutto in considerazione degli scenari di crescita ipotizzati, risulta utile ridurre il carico di traffico aereo minore.
Tale traffico, secondo quanto fornito dalla Direzione dell'aeroporto ha inciso nel 1997 per il 18% dei movimenti complessivi (oltre 8.000 movimenti, vedi tabella seguente); dai dati riportati si vede che solo l'Aeroclub incide per l'11% dei movimenti.

TIPOLOGIA AEROMOBILI N° MOVIMENTI 1997 % SUL TOTALE
LINEA 33.983 70%
CHARTER 6.009 12%
TAXI 1.222 3%
GENERALE 2.036 4%
AEROCLUB 5.096 11%

TOTALE

48.346 100%

 

In relazione a ciò, riprendendo anche quanto accennato dallo studio, si suggerisce di puntare ad una maggiore specializzazione dei diversi aeroporti presenti in ambito regionale, puntando in particolare a:
1. trasferire in tempi rapidi la sede dell'Aeroclub presso l’aviosuperficie di Molinella effettuando i voli di addestramento IFR (volo condotto secondo le regole strumentali) presso l'aeroporto di Forlì, che attualmente dispone di un sistema di atterraggio strumentale ILS categoria 1, e potrebbe essere successivamente implementato in categoria 3;
2. puntare a delocalizzare. in prospettiva. l'aviazione minore (taxi e generale) su altre aviosuperfici della Regione.

4.3.2.c. Rumore degli aeromobili a terra - abitato di Lippo di Calderara
In considerazione del fatto che l'abitato di Lippo di Calderara, in tutti gli scenari considerati, presenta porzioni residenziali poste all'interno di zone con livelli acustici superiori ai limiti previsti dal decreto attuativo (Lva 65 dB(A)), si prescrive la realizzazione di una barriera prospiciente l'abitato di I.ippo di Calderara.
La barriera dovrà essere realizzata secondo quanto prodotto dallo studio di impatto ambientale nel quale si evidenzia come soluzione ottimale la realizzazione di una barriera a gomito che circonda la frazione sui due lati prospicienti l'aeroporto, alta 6 metri per uno sviluppo complessivo di 500 metri.
L'inserimento ambientale delle
barriere dovrà essere mitigato dall'impianto di vegetazione arborea ed arbustiva interposta con l'abitato.

Per quanto riguarda la necessità di monitoraggio dell'inquinamento acustico si evidenzia che è già stato definito un progetto specifico che prevede la realizzazione di 9 centraline fisse, integrate con la traccia radar dell'aeroporto, cofinanziate da Comune e SAB ("Protocollo di intesa tra Aeroporto G. Marconi di Bologna s.p.a. e Comune di Bologna per il finanziamento e la gestione del sistema di monitoraggio del rumore aeroportuale integrato con la traccia radar"). Tale progetto è stato elaborato conformemente alla normativa vigente in materia ed in particolare alla Legge Quadro 447/95, al Decreto del Ministero dell'Ambiente 31.10.97, che fissa le metodologie di misura del rumore aeroportuale, e del DPR 11.12.97 n0 496, il regolamento attuativo che fissa le modalità di gestione del sistema di monitoraggio e di intervento nei confronti dei Vettori che commettano eventuale violazione delle procedure antirumore dichiarate.
Per l'ubicazione delle stesse sono stati adottati due specifici criteri:
- valutazione delle emissioni acustiche secondo le raccomandazioni dell'ICAO per le procedure di certificazione e di autorizzazione al volo dei differenti tipi di aerei per valutare il rispetto delle procedure di volo o motorizzazioni eccessivamente rumorose (ICAO - Allegato 16: rumore laterale al decollo, rumore di sorvolo al decollo, minore in fase di avvicinamento);
- valutazione delle immissioni sui ricettori ad elevata sensibilità ambientale individuati nelle aree abitate circostanti l'aeroporto.

La localizzazione dei punti individuati è riportata di seguito:

1. distante 2000 metri dalla soglia di atterraggio, lungo il prolungamento dell'asse della pista in direzione ovest (lato Bargellino); in seguito al prolungamento della pista tale stazione sarà spostata di 400 metri verso ovest;
2. distante circa 500 metri dalla testata 12, ad una distanza laterale dall'asse di 450 metri (zona industriale del Bargellino);
3. disposto su un asse parallelo a quello della pista ad una distanza di 450 metri e a circa 500-600 metri dalla testata 30 in direzione est (lato Bologna - zona residenziale della Noce);
4. ubicata nella zona abitata della Bolognina, a 6,1 km dalla testata 12 della pista:
5. ubicata sul prolungamento dell'asse della pista in direzione est (lato Bologna), posizionata al limite dell'isofonica attuale ad un valore di LVA pari a 65 dB;
6. ubicata in corrispondenza della esistente stazione di misura ARPA;
7. ubicata sul lato est (lato Bologna) in località Casa Buia;
8. ubicata all'interno del perimetro dell'aeroporto;
9. ubicata in località Lippo di Calderara.

E' prevista l’operatività entro la fine del 1999
Si sottolinea l'utilità che tale sistema di monitoraggio sia pienamente operativo nel più breve tempo possibile.

4.4. VIBRAZIONI

Fasi di cantierizzazione e di esercizio
Dall'analisi lo studio rileva che le vibrazioni sui ricettori sensibili sono di bassa entità e che, in caso di superamento della soglia minima di percezione umana, si adotteranno opportune soluzioni mitigative in fase di verifica tecnico- economica.
A questo proposito si prescrive che. in relazione a tale verifica tecnico-economica, vengano attivate tutte le soluzioni mitigative necessarie a contenere i valori entro i limiti di accettabilità:

1. per evitare il danno alle strutture degli edifici;
2. per la percezione umana;
3. per il disturbo alle lavorazioni svolte all'interno delle aziende.
Le mitigazioni dovranno essere attivate sia per la fase di cantierizzazione che di esercizio.

4.5. ARIA

Fase di cantierizzazione
Per il contenimento dell'impatto atmosferico durante la cantierizzazione dei lavori si prescrive di:
- organizzare l'attività del cantiere in modo da avere una distribuzione il più uniforme possibile sull'area dei cantieri, senza accentrare le macchine operatrici in singoli punti;
- procedere all'avanzamento dei lavori attraverso piccoli cantieri e non uno unico di grandi dimensioni.

Qualora le emissioni di polveri creino particolari disturbi alla popolazione residente nelle zone limitrofe ai cantieri dovranno essere attivati tutti gli accorgimenti utili a contenere la propagazione delle stesse (es. bagnature aree di cantiere, ..).

4.6. ACQUA, SUOLO E SOTTOSUOLO

4.6.1. Interramento di una tratta della linea ferroviaria di cintura MI-BO

Si ritiene fondamentale il controllo dei livelli idrici pre-intervento in modo da poter adottare tecniche di scavo e soluzioni progettuali idonee, e valutare l'interferenza con le strutture fondali esistenti
Si prescrive quindi la realizzazione, di 2 linee di almeno 3 piezometri a monte e almeno 3 a valle dell'intervento. con caratteristiche, profondità e ubicazioni da concordare con i Comuni interessati e con la Conferenza Metropolitana di Bologna, finalizzate al monitoraggio sia dell'acquifero superficiale che di quello sottostante, con misure a cadenza trimestrale, a partire dal giudizio di compatibilità ambientale fino all'ultimazione dei lavori.
Dopo il primo anno di rilievi trimestrali, gli enti preposti potranno richiedere motivatamente una eventuale modifica anche in aumento dei punti di prelievo.
I piezometri da mettere in opera devono soddisfare le seguenti esigenze:
- devono captare un solo acquifero cadauno;
- non devono essere attrezzati con un dreno continuo;
- devono essere cementati negli orizzonti acquiferi che non sono di specifico interesse:
- devono disporre di Cementazione della testata;
- devono avere diametri tali da conseguire campionamenti ed eventuali prove di pompaggio.
I piezometri devono avere un diametro minimo di 80 mm, meglio di 100 mm, in modo da permettere l'inserimento di una pompa per le necessarie operazioni di spurgo.

Le fondazioni della linea, per l'intero tratto in galleria (circa 1000 m), dovranno essere realizzate in modo da permettere il moto dell'eventuale acqua di falda esistente, evitando in ogni caso la costruzione di diaframmi continui.
Durante il periodo di realizzazione delle paratie e dell'intera opera, é necessario prevedere un
sistema tale per cui siano fornite le massime garanzie di sicurezza ai fabbricati posti all'intorno in quanto l'innalzamento può avere effetti sulle costruzioni esistenti (stabilità, allagamenti..).
Si ritengono necessari, in fase di progetto definitivo, studi specifici relativi al tratto in galleria e alle rampe, dove possono essere ipotizzabili sifonamenti, con particolare attenzione agli effetti sugli edifici presenti.

Per quanto riguarda l'uso di diserbanti, si richiede che vengano distribuiti tramite trattamenti localizzati.

Al fine di evitare un peggioramento idrochimico della qualità delle acque, oltre al monitoraggio trimestrale dei livelli piezometrici dei due acquiferi. si devono rilevare a cadenza trimestrale le caratteristiche idrochimiche dei due acquiferi sui 3 piezometri ubicati a valle e sui 3 piezometri ubicati a monte dell'intervento, a partire dalla conclusione dell'istruttoria di VIA fino all'ultimazione dei lavori

Per le caratteristiche idrochimiche devono essere periodicamente determinati e controllati i parametri di seguito riportati in elenco. ad esclusione dei pesticidi, ed altri parametri che dovranno essere definiti una volta fornite le schede tecniche dei prodotti specifici utilizzati direttamente e/o indirettamente. Il proponente si impegna a fornire in modo esauriente tali schede tecniche prima dell'inizio dei lavori, in particolare per i materiali utilizzati per le opere fondali.

Dopo la realizzazione dell'opera il numero dei punti monitorati deve restare pari a quello della fase precedente per un periodo di un anno; può essere modificato a seguito di ulteriori accordi per gli anni successivi.

I rilievi idrochimici devono quindi restare trimestrali come quelli piezometrici.
I campionamenti e le analisi devono essere svolte da laboratori certiticati.

Per le modalità di prelevamento, stabilizzazione, e conservazione, dei campioni d'acqua si deve fare riferimento al metodi IRSA e DPR 236/88, con eventuali ulteriori precisazioni da concordare. Per il limite di rilevabilità si deve assumere la metodica definita nel D P.R.236/88.

Le analisi devono essere condotte al massimo entro una settimana dal momento del campionamento.
Si ricorda, in ogni caso, la necessità di operare idoneo spurgo dei piezometri prima dei campionamenti.
I certificati di analisi relativi ai campionamenti realizzati devono essere presentati alle autorità competenti: Ministero dell'Ambiente, Comuni interessati, Servizi Metropolitani VIQA- Provincia di Bologna.

Devono essere redatte relazioni periodiche da fornire ai Comuni interessati e alla Conferenza Metropolitana di Bologna, relativamente alle fasi pre-operam, costruttive e post-operam.
La consegna deve avvenire con cadenza trimestrale. Le relazioni devono contenere i dati grezzi ed elaborati ed in particolare:

- i più significativi per la tutela delle risorse idriche sotterranee;
- i diagrammi delle oscillazioni piezometriche;
- i diagrammi dell'evoluzione temporale dei parametri idrochimici;
- le certificazioni delle analisi chimiche e fisiche;
- ogni altro dato significativo sulla situazione riscontrata durante il monitoraggio.

Prima e durante l'esecuzione dei lavori, deve essere predisposto un monitoraggio atto al controllo del reale andamento dei cedimenti indotti dallo scavo negli intorni delle reti esistenti, al fine di controllare eventuali danni ai manufatti.

Ad ultimazione dei lavori di scavo previsti dal progetto, deve inoltre essere controllato lo stato dei collettori fognari. Qualora i cedimenti risultino maggiori di quanto tollerabile dai manufatti, si dovrà provvedere a sistemazione degli stessi.

4.6.2. Smaltimento acque meteoriche - utilizzo della Cava Olmi

Devono essere in ogni caso realizzate almeno due vasche di decantazione e disoleazione, opportunamente dimensionate e posizionate, per la gestione separata del trattamento delle acque di prima pioggia provenienti dai piazzali / piste dell'aeroporto e dalle rampe della linea FS interrata.

I requisiti di qualità delle acque di scarico devono soddisfare la L.319/76; inoltre tali acque non devono avere caratteristiche peggiori di quelle attualmente presenti in falda, relativamente ad un Set di parametri di riferimento predefiniti, elencati nella tabella alla pagine successiva.

Si definisce pertanto, non essendo disponibili riferimenti normativi direttamente applicabili, un programma di controllo impostato su un metodo comparativo, prendendo come base di riferimento le caratteristiche chimico-fisiche delle acque attuali di falda.

Non si ritiene sufficiente l'effetto di miglioramento prodotto dalle vasche di decantazione e disoleazione.

Si richiede pertanto un monitoraggio sviluppato in un periodo di tempo di due anni, durante i quali devono essere realizzati almeno 10 campionamenti all'anno per le acque di prima e seconda pioggia, distribuiti stagionalmente ed in corrispondenza di piogge significative, effettuati in uno o due punti di campionamento, esterni al sedime aeroportuale, da definire in base all'attuale schema di raccolta delle acque di dilavamento, da concordare con la Conferenza Metropolitana di Bologna.

In ciascun punto definito deve essere messo in opera un campionatore automatico (a tempo o a volume) che separi automaticamente le acque di prima da quelle di seconda pioggia.
I campionamenti devono essere riferiti a piogge significative. ripartite nelle quattro stagioni. in particolare dopo periodi prolungati di siccità.
L'organismo di controllo è rappresentato da ARPA, il quale può accedere al campionatore in qualunque momento per effettuare, se ritenuto necessario, alcuni campionamenti di controllo.
Le concentrazioni dei parametri monitorati sono poi da confrontare con quelle degli stessi parametri analizzati nelle acque di falda, assunte come riferimento.
Si richiede che vengano forniti i dati relativi al pluviometro situato in area aeroportuale.
Si richiedono le schede tecniche di tutti i prodotti utilizzati nell'ambito aeroportuale e sugli aeromobili.
Le analisi devono essere svolte da laboratori certificati e secondo le specifiche normative in materia.
Per le modalità di prelevamento, stabilizzazione, e conservazione, dei campioni d'acqua si deve fare riferimento ai metodi IRSA e DPR 236/88, con eventuali ulteriori precisazioni da concordare. Per il limite di rilevabilità si deve assumere la metodica definita nel D.P.R.236/88.
Le analisi devono essere condotte al massimo entro una settimana dal momento del campionamento. Si ricorda la necessità di operare idoneo spurgo dei piezometri.
I certificati di analisi relativi ai campionamenti realizzati devono essere presentati ai Comuni interessati e alla Conferenza Metropolitana di Bologna.
Dopo il controllo delle prime 3 analisi di qualità è possibile modificare la lista dei parametri da monitorare. Dopo un periodo di osservazione di un anno è possibile modificare il numero dei campionamenti.
La tabella seguente riporta l'elenco dei parametri da monitorare, i cui valori di concentrazione massima ammissibile saranno definiti al termine dei due anni di monitoraggio, sulla base della qualità dell'acqua di falda.

PARAMETRI

Torbidità
concentrazione di ioni H
conducibilità elettrica a 250C
car
bonio organico totale
COD
ammoniaca
nitriti
nitrati
cloruri
solfati
fluoruri
manganese totale
ferro totale
potassio
cromo totale
nichel totale
cadmio totale
piombo totale
arsenico totale
mecurio totale
antimonio totale
selenio totale
vanadio totale
idrocarburi totali
dibenzo (a,h) antracene
indeno (l.2,3c,d) pyrene
benzo (g,h.i) perilene
benzo (a) pyrene
benzo (b) fluorantene
benzo (k) fluorantene
benzo (a) antracene
crysene
fluorantene
pyrene
antracene
fenantrene
fluorene
acenafthene
acenaftilene
nafthalene
cloroformio
metilcloroformio
tetracloruro di carbonio
trielina
percloro etilene
pesticidi (principi attivi da stabilite)

 

Le analisi dei pesticidi verranno effettuate solo nel primo campionamento delle acque di falda.
Il problema, relativo in particolare ai diserbanti, rimane aperto in quanto tali elementi riguardano l'acqua di scarico proveniente dalla linea FS, attualmente non campionabile. Nel momento in cui verrà realizzato il relativo sistema di raccolta, verranno definiti, dai Comuni interessati e dalla Conferenza Metropolitana di Bologna, i principi attivi da analizzare

4.6.2.b. Monitoraggio delle acque di falda

Per verificare l'assetto idrodinamico della falda e conoscere la qualità del corpo ricettore si prescrive in tempi brevi la messa in opera di almeno 3 piezometri esterni all'invaso della Cava Olmi, nei quali effettuare per due anni a partire dalla conclusione della VIA:

- rilievi mensili della piezometria;
- rilievi bimestrali delle caratteristiche idrochimiche delle acque di falda attraverso l'analisi del set di parametri di riferimento definiti di seguito.

I piezometri devono avere un diametro minimo di 80 mm, meglio di 100 mm, in modo da permettere l'inserimento di una pompa per le necessarie operazioni di spurgo. Le altre caratteristiche devono essere analoghe a quelle precedentemente elencate.
I risultati dovranno essere forniti agli stessi soggetti indicati nel punto 4.6.1.
Dopo il controllo delle prime 3 analisi di qualità è possibile modificare la lista dei parametri da monitorare. Trascorsi i due anni di monitoraggio, essendo disponibili i risultati di 12 analisi, sarà possibile definire i valori di riferimento per le concentrazioni massime ammissibili dell'acqua di scarico come di seguito definito.

4.6.2.c. Relazioni periodiche

Devono essere redatte relazioni periodiche da fornire ai Comuni interessati ed ai Servizi Metropolitani VIQA - Provincia di Bologna, relativamente alle fasi pre-operam, costruttive e post-operam.
La consegna deve avvenire con cadenza trimestrale; le relazioni devono contenere i dati grezzi ed elaborati, e in particolare:

- i più significativi per la tutela delle risorse idriche sotterranee;
- i diagrammi delle oscillazioni piezometriche;
- i diagrammi dell'evoluzione temporale dei parametri idrochimici;
- le certificazioni delle analisi chimiche e fisiche;
- ogni altro dato significativo sulla Situazione riscontrata durante il monitoraggio.

La soluzione dell'immissione di acqua in cava potrà esser condivisa solo nel momento in cui verrà dimostrato che i parametri qualitativi monitorati sono simili o migliorativi della situazione attuale e quindi compatibili con il mantenimento della risorsa idrica sotterranea.

Nel caso in cui le verifiche ambientali diano esito negativo, in quanto i risultati delle analisi effettuate non garantiscano la totale sicurezza dell'intervento di ricarica della falda, si dovranno prendere tutti i provvedimenti necessari, quali ulteriori idonei interventi di trattamento, oppure ipotizzare altri ricettori (acque superficiali), previa autorizzazione degli enti competenti.

In particolare, qualora si ipotizzi, come soluzione alternativa, l'utilizzo della cava come bacino impermeabilizzato di raccolta e/o laminazione, in modo da stoccare le acque in eccesso per una successiva immissione nei canali di scolo superficiali, si dovrà operare con modalità e tempi adeguati, concordati coi i tecnici del Consorzio Reno-Palata.

Resta fermo che, ai sensi della vigente normativa, sono a carico del soggetto attuatore i danni comunque causati dalle opere realizzate e dalle relative fasi di costruzione. A tal fine potrebbe essere utile la definizione dello stato di fatto ante-operam degli immobili interessati direttamente dalle opere da realizzare.

In relazione a quanto emerso nell'istruttoria dello Studio di Impatto e delle sue integrazioni, risulta indispensabile valutare attentamente le conseguenze relative alla possibile formazione dello specchio d'acqua all'interno del bacino di raccolta della Cava Olmi, con tempi di permanenza superiori a quanto ipotizzato dai proponenti.

Resta fermo che tutte le autorizzazioni, necessarie per la realizzazione delle opere in oggetto della presente valutazione, dovranno essere rilasciate dalle Autorità Competenti ai sensi delle vigenti leggi.