QUANDO L’UOMO IMPARERA’ A VOLARE?
Quando
l’essere umano imparerà a gestire le attività aeroportuali nel rispetto
dell’ambiente che le circonda? Quando saranno tutelati i diritti alla salute e
alla vita dei cittadini e quando i responsabili dei danni perpetuati negli anni,
su intere comunità, pagheranno i
loro soprusi?
Come scalfiggere questi poteri così forti da ridurci tristemente
all’impotenza?
L’aeroporto
G. Marconi fino
al 1965,
era utilizzato per voli turistici con aerei leggeri e ad elica, in seguito,
senza alcuna considerazione dei quartieri intorno, e ignorando i canali
obbligati di confronto democratico con le istituzioni e i cittadini, la
struttura diventa agibile ai grossi aeromobili. I
suoi dirigenti danno avvio a quello che alla fine si
rivelerà essere uno dei progetti aeroportuali più ambiziosi a livello
europeo, senza la minima considerazione del fatto che esso sorge a soli 500
metri dai primi centri abitati, a soli 2 chilometri dall’Ospedale Maggiore, e
a soli 3 dalle due Torri.
Nel 1974
con i primi turboelica, accresce il rumore e inizia la paura dei cittadini
abitanti nella zona, vengono
raccolte 800 firme a sottoscrivere
una petizione presentata al sindaco Zangheri: risultati? NESSUNO!
Nel 1986
viene mandato un esposto al Difensore Civico, firmato da 74 residenti del
quartiere Navile: risultati? NESSUNO!
Nel 1988
viene consegnata al sindaco di Bologna e al Responsabile del Servizio d’Igiene
Pubblica della USL una petizione firmata da 2.000 residenti del Navile:
risultati? NESSUNO!
Nel 1989,
84 cittadini presentano un esposto alla Procura presso la Pretura
di Bologna:risultati? NESSUNO!
Nel 1990 un
nuovo esposto viene presentato da 239 cittadini e viene archiviato dopo 5 anni
nonostante esistano ampie documentazioni anche da parte dell’USL che
sottolineano i rischi che la struttura aeroportuale comporta per la salute dei
cittadini: risultati? NESSUNO!
Nel giugno
del 1994 al
comitato del Navile, si unisce il comitato Contro l’Ampliamento
dell’Aeroporto di Calderara e insieme raccolgono
3.000 firme che sottoscrivono una petizione al Sindaco di Calderara e ai soci
della SAB (Comune di Bologna, Camera di Commercio, Provincia) in cui si chiede
di far fronte alle numerose denunce e richieste già esposte dai cittadini in
passato tra cui: l’installazione di centraline di rilevamento rumori, le
barriere per il contenimento dei rumori a terra a protezione del territorio di
Lippo, l’individuazione di un limite di espansione del traffico aereo
inferiore a quello dell’anno in corso (1.000.000 di passeggeri), il controllo
degli scarichi atmosferici dei combustibili, lubrificanti ed olio idraulico,
un’ analisi dei rischi sulla salute a causa delle onde radar. Inoltre i
cittadini ribadiscono la forte contrarietà rispetto alla costruzione della
seconda pista. Chiedono infine la Valutazione d’impatto ambientale (VIA) per
qualsiasi ampliamento della struttura aeroportuale: risultati?
Viene
commissionato lo studio d’impatto ambientale per l’allungamento della pista
a professionisti pagati dalla Sab stessa con l’inevitabile pontificazione del
progetto!
Le
innumerevoli sollecitazioni affinchè la SAB mettesse in campo interventi utili
ad attutire il rumore sono sempre cadute nel vuoto e l’unica proposta che
viene è la costruzione di uno scempio di cemento alto 6 metri e lungo 500 a
ridosso del territorio di Lippo che in realtà diminuirebbe di soli 3 dB il
livello del rumore che ormai ha in varie zone superato i 70dB.
La proposta sensata dei Comitati per la suddivisione del
carico di voli fra i tre aeroporti di Bologna, Forli' e Rimini, che
per un certo periodo sembrava potersi concretizzare, viene dimenticata a favore
di uno sviluppo megalomane del polo bolognese.
Nel
1998
l’associazione a tutela dell’ambiente e dei consumatori (CO.D.A.CONS.)
presenta un’istanza al Ministero-Regione e Comune contro la pronuncia di
compatibilità ambientale del progetto di allungamento della pista:risultati?
NESSUNO!
Parallelamente
alle iniziative in elenco, durante il trascorrere degli anni sono state promosse
una varietà di attività, come le
due «udienze conoscitive», richieste al Comune di Bologna, che in teoria
rappresentano incontri ufficiali tra le istituzioni e i cittadini al fine di un
confronto risolutivo di problematiche sociali, varie manifestazioni e assemblee
pubbliche; la pubblicazione di articoli sui quotidiani, la partecipazione a
programmi radiofonici e televisivi; molti Consigli Comunali e di Quartiere con
relativa emissione di ordini del giorno, interrogazioni consiliari presentate da
quei pochi e coraggiosi consiglieri, quasi tutti di RC o indipendenti, che hanno
voluto essere i difensori e i portavoce di una giusta causa, tanto giusta quanto
mai considerata.
Anche
l'Associazione Comuni Aeroportuali Italiani nasce negli ultimi anni dietro una
forte spinta popolare affinché gli amministratori e i sindaci dei comuni
confinanti con un aeroporto, si uniscano a tutela degli interessi dei cittadini
rappresentandoli davanti agli organi centrali dello Stato. E' triste ma
significativo il fatto che il sindaco del comune di Bologna non abbia aderito, e
non c'è da stupirsi se il più grande difensore dello sviluppo aeroportuale,
ieri presidente della Camera del
Commercio, sia oggi il signor Guazzaloca.
E’ ormai diffusa la credenza, grazie all’opera di convincimento di coloro
che ne intascheranno i benefici, che l’intervento di allungamento della pista
porti a un miglioramento dei disagi che l’attività aeroportuale provoca (solo
in questi contesti i dirigenti SAB sono capaci di riconoscere i danni emessi),
dal momento che si andrebbe ad utilizzare la pista 30 in direzione di Calderara.
In realtà il tentativo, da parte della SAB, è di mettere gli abitanti del
Navile contro quelli di Calderara, raccontando che l' allungamento allevierà il
disturbo dei bolognesi, mentre nei suoi programmi c'è solo l'aumento dei voli e
aerei di maggiore portata per distanze intercontinentali.
Da una parte i loro guadagni e dall'altra i disagi dei cittadini, come a
Calderara che a causa della chiusura di Via della Salute, si vedranno togliere
uno dei pochi e veloci collegamenti con la città di Bologna.
Vogliamo inoltre considerare che l’ interramento della linea ferroviaria oltre
a una spesa inutile di oltre 130 miliardi che potrebbe essere investita per il
miglioramento delle linee ferroviarie comporterà disagi titanici all’intera popolazione a causa del traffico
di mezzi pesanti e del rumore che un simile intervento causa?
Ormai il gioco è chiaro e le mascherine incominciano a scendere, la logica
presentata è sempre la stessa, ingrandire e con la scusa dei disagi arrecati
alla popolazione, ingrandire ancora di più, una specie di spirale infernale che
nessuno riesce a fermare.
Vediamo infatti che lo studio di Verifica d’Impatto Ambientale è stato fatto
su un ipotesi di un traffico di 4,5 milioni di passeggeri previsti entro il
2010, quando già la soglia dei 3 milioni è stata superata nel 99 con 4 anni di
anticipo e la previsione è ormai salita a 8/9 milioni per il 2010.
E’ allora evidente che si aprono le porte alla seconda pista ed è per questo
che negli ultimi mesi i padroni della SAB e alcuni politici tra i più
compromessi, oggi parlano nuovamente di questa ipotesi talmente irrazionale e
ignobile che non richiede commenti. Per questo forse
continua ad esserci il vincolo territoriale nel Piano Infraregionale
della Provincia là dove dovrebbe
sorgere quella piana di cemento che devasterebbe definitivamente il territorio
calderarese?
Entrambi i progetti rappresentano solo un peggioramento per i nostri territori,
sia rispetto ai rischi d’inquinamento ma ancora di più a quelli legati alla
sicurezza.
A
chi interessa la vita di quelle migliaia di dipendenti che lavorano al
Bargellino, e dei residenti di Lippo?
A chi interessa la vita sociale e ambientale dei territori di Calderara?
Perchè interi territori e popolazioni oggi sono costrette a subire i soprusi
delle attività aeroportuali, i rischi indotti, l'attacco ai propri beni
irrimediabilmente svalutati e invendibili, a vedere modificati selvaggiamente i
propri assetti urbanistici senza alcuna voce in capitolo?
Come
mai le denunce insorte e unite di migliaia di cittadini in trent’anni non sono
mai state ascoltate, così come gli innumerevoli documenti
emessi dai Consigli Comunali in rappresentanza di una volontà che
dovrebbe essere indiscutibile?
Chi deve pagare i danni subiti dai cittadini, ma soprattutto chi fermerà il perpetuarsi di questi danni?
Esposito
Donatella
(Comitato di Calderara Contro l'Ampliamento dell'Aeroporto G. Marconi-
Sinistra Reno)
Tel: 051 720127
e-mail: ME7463@mclink.it
Aprile 2000