Partito della
Rifondazione Comunista Circolo Che Guevara Quartiere Navile Bologna (ITALY) |
In occasione della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del progetto per l'allungamanto della pista dell'aeroporto Guglielmo Marconi verso il Bargellino con interramento della linea ferroviaria di Cintura, è necessario esprimere alcune considerazioni che vanno al di la del merito tecnico-scientifico degli argomenti in esame, ma che riguardano l'equilibrio del territorio Bolognese, il suo modello di sviluppo, i rapporti con le sue istituzioni politiche.
1. L'incremento di traffico dell'aeroporto di Bologna, che nell'anno 1999 sfiorerà o supererà i 3 milioni di passeggeri è circa il doppio di quanto previsto negli strumenti di piano territorale della Provincia e quindi accettato ed approvato dagli organi di governo della città. E ciò senza allungamenti o potenziamenti.
2. L'allungamento della pista con interramento della linea FS ha l'obiettivo, dichiarato in premessa della relazione di V.I.A., di estendere l'autonomia dei voli, ora limitata ad un quarto della circonferenza terrestre, alla metà della stessa, permettendo l'allargamento dell' area di mercato all'intercontinentale. Ciò porterebbe ad una ulteriore accelerazione della crescita dei passeggeri fino a circa 6 milioni. E' evidente che tale obiettivo travalica la trattazione tecnica e richiede una valutazione politica e pubblica per i suoi effetti a scala vasta.
3. L'obiettivo di ridurre il disturbo dei decolli verso Bologna-Navile (nel quale, bisogna dirlo, il Comune di Bologna continua a far costruire come se niente fosse), potrebbe essere raggiunto anche allungando la pista verso il Bargellino (con soppressione della via della Salute) senza interrare la linea ferroviaria di cintura, in modo da arretrare il punto di decollo e di frenata coi motori in atterraggio, mantenendo inalterate le modalità di decollo e atterraggio dalla parte del Bargellino. Questa ipotesi che migliora la vivibilità dell'intorno, costa molto meno, lasciando inalterate le caratteristiche dell'aeroporto non è stata mai esaminata come alternativa.
4. Il costo dell'operazione di allungamento e interramento sarebbe di 135 miliardi, quasi tutti da investire nella ferrovia. Ci si domanda se sia giusto spendere tanto denaro, pubblico, semipubblico o dei cittadini, in questa operazione oppure se questo non potrebbe essere piu vantaggiosamente investito, pur restando nel settore trasporti, nel miglioramento della rete ferroviaria passeggeri e merci, nei trasporti metropolitani, nella soluzione dei nodi irrisolti della tangenziale che strozza Bologna e il paese.
5. La V.I.A., mostra uno sforzo per contenere il disturbo da rumore, ma, alla fine, per le zone produttive e le annesse abitazioni, finisce col garantire condizioni che richiedono misure di insonorizzazione a carico dei residenti. E' necessaria una azione tesa a far devolvere il ricavato delle tasse aeroportuali sul rumore per contributi a chi deve insonorizzare edifici esistenti.
6. Non sono analizzati i problemi di rischio, che verrebbero accentuati dalla presenza sulla linea di decollo e atterraggio di zone densamente popolate come quelle produttive del Bargellino e la futura fermata ferroviaria. Le fatue dichiarazioni del presidente della S.A.B. alla stampa non tranqillizzano sul senso di responsabilità della dirigenza dell'aeroporto su tale argomento.
7. Le soluzioni di viabilità proposte per il Comune di Calderara, unitamente a quelle imposte dalla Conferenza di Servizi per il Nodo Ferroviario Bolognese portano ad una moltiplicazione di sedi viarie costose come investimento e distruttive del residuo paesaggio agrario che, nel tempo, graveranno pesantemente sulla finanza locale per sorveglianza, manutenzione, illuminazione e impermeabilizzazione del suolo. Inoltre indurranno inevitabilmente una proliferazione di insediamenti e usi diversi, ancor piu disordinata ed antieconomica di quella attuale, proprio nelle aree di maggior rischio e disturbo provocati dall'aeroporto.
Antonio Bonomi
Calderara di Reno, 4/11/1998